CASA DI RIPOSO - cdrmonumento.com voce del tempo... · con l’ausilio dei Lavoratori Socialmente...
Transcript of CASA DI RIPOSO - cdrmonumento.com voce del tempo... · con l’ausilio dei Lavoratori Socialmente...
Periodico della Casa di Riposo Monumento ai caduti in guerra
di San Donà di Piave
2
3
SOMMARIO L’angolo dei Proverbi ……............…….…...……...…pag.4 L’angolo delle barzellette..............................................pag.5 Ricette di una volta ……...………………...…...….….pag.6 Mario Luzi…………...………...........…....…...............pag.8 Poesia..……………………..……………….........…..pag.10 Una canzone e la sua storia…………..…….…….….pag.11 Biblioteca della Casa di Riposo...................................pag.14 Calendario Servizio Educativo aprile…...……….......pag.16 Notizie dell’amministrazione…………………..……pag.18
Alcuni contenuti sono tratti da siti web
4
L’ANGOLO DEI PROVERBI
Chi tace acconsente.
Chi tardi arriva, male alloggia.
Chi ti accarezza oltre quel che suole, di sicuro
ingannar ti vuole.
Chi troppo in alto va, cade sovente.
Chi troppo la tira la spezza.
Chi troppo vuole, nulla stringe.
Chi tutto vuole arrabbiato
muore.
Chi va al mulino s'infarina.
Chi va con lo zoppo impara a
zoppicare.
Chi va piano va sano e va
lontano.
Chi vive di sogni ha meno bisogni.
Chi vuole vada, chi non vuole mandi.
Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle.
5
L’ANGOLO DELLE BARZELLETTE
Ci sono due libri: e un libro dice all'altro libro "ho
caldo" e l'altro libro dice "ci credo dormi sempre con
la copertina".
Al cinema un signore ha al suo fianco un cagnolino
che segue attentamente il film. Un tizio incuriosito:
"E' incredibile. Guardi il suo cane come segue la
vicenda."
"E' vero, strano, eppure ha letto il libro e non gli era
neanche piaciuto."
Al mare un signore si addormenta sotto l'ombrellone.
Quando si risveglia, si accorge che i suoi pantaloni
sono spariti. Rivolgendosi alla signora vicina di
ombrellone gli dice: "Suo figlio mi ha nascosto di
nuovo i miei pantaloni!!" La signora guardandosi in
giro, gli risponde: "Non può essere perché mio figlio è
in mezzo all'acqua che sta facendo la barchetta con le
sue scarpe!!"
6
RICETTE DI UNA VOLTA
INSALATA DI PASTA FREDDA IN SALSA
CRUDAIOLA
Ingredienti
320 gr di pasta corta
200 gr di pomodori ramati
60 gr di olive verdi snocciolate
10 foglie di basilico+ 4 ciuffetti per la guarnizione
200 gr di mozzarelline
70 gr di prosciutto cotto a dadini
1 pizzico di origano essiccato
2 spicchi d'aglio
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Procedimento
Lavate i pomodori e scottateli per qualche istante in
acqua bollente; una volta scolati, spellateli e tritateli
grossolanamente, eliminando quanti più semi
possibile.
Sbucciate l’aglio e tagliatelo a rondelle e il basilico a
striscioline.
7
Raccogliete i pomodori, il basilico e l’aglio in una
ciotola, condite con un pizzico di origano, sale, pepe e
olio. Mescolate, coprite la ciotola con della pellicola e
lasciate raffreddare e insaporire la salsa per qualche
ora.
Nella stessa ciotola aggiungete la pasta, lessata al
dente, scolata e raffreddata sotto l’acqua corrente, le
olive tagliate a rondelle, i dadini di prosciutto e le
ciliegine di mozzarella.
Aggiustate di sale e di pepe e aggiungete un filo di
olio a crudo a piacere.
8
MARIO LUZI
Nato a Castello (Firenze) (allora frazione di Sesto
Fiorentino) il 20 ottobre 1914, da genitori originari di
Semproniano nella zona del Monte Amiata in
provincia di Grosseto, trascorre l'infanzia a Castello,
frequentando qui i primi anni di scuola. In seguito, si
trasferisce a Siena dove rimane per tre anni; poi nel
1929 ritorna nella sua città natale e termina a Firenze
gli studi presso il liceo classico "Galileo".
Sono questi, anni importanti per l'esordio poetico del
giovane Luzi che a Firenze, stringe amicizie con
giovani impegnati nella cultura ermetica, come Piero
Bigongiari, Alessandro Parronchi, Carlo Bo, Leone
Traverso, nonché l'importante e instancabile critico
Oreste Macrì. Collabora alle riviste d'avanguardia
come Frontespizio, Campo di Marte, Paragone e
Letteratura.
Esce nel 1935 la sua prima raccolta poetica La barca.
Nel 1938 inizia l'insegnamento alle scuole superiori
che lo porterà a Parma, a San Miniato e infine a Roma
dove lavorerà alla Sovrintendenza bibliografica.
Nel 1945 ritorna a Firenze e in questa città insegna al
liceo scientifico. Sono di questo periodo alcune
importanti raccolte poetiche: nel 1946 Un brindisi e
Quaderno gotico, nel n. 1 di Inventario, nel 1952
Onore del vero, Primizie del deserto e Studio su
9
Mallarmé. Nel 1955 gli viene assegnata la cattedra di
letteratura francese alla Facoltà di Scienze Politiche
Cesare Alfieri di Firenze.
Nel 1963 pubblica Nel magma, nel 1965 Dal fondo
delle campagne e nel 1971 Su fondamenti invisibili ai
quali fa seguito Al fuoco della controversia nel 1978,
Semiserie nel 1979, Reportage, un poemetto seguito
dal Taccuino di viaggio in Cina nel 1985 e nello
stesso anno Per il battesimo dei nostri frammenti.
Nel 1978, per l'opera Al fuoco della controversia, gli è
stato assegnato il Premio Viareggio.Il 1983 vede la
pubblicazione de La cordigliera delle Ande e altri
versi tradotti. Fu anche un critico cinematografico nei
primi anni '50.
Il 14 ottobre 2004, in occasione
del suo novantesimo compleanno
è stato nominato senatore a vita
dal Presidente Carlo Azeglio
Ciampi.
Si spegne a Firenze pochi mesi
dopo, il 28 febbraio 2005. Alla
memoria di Luzi è stata posta una
lapide nella celeberrima basilica
di Santa Croce di Firenze, tra le
spoglie dei grandi della storia tra
i quali Michelangelo Buonarroti,
Vittorio Alfieri, Galileo Galilei e
il cenotafio di Dante Alighieri.
10
POESIA
IL PESCATORE
di Mario Luzi
Viene gente per acqua. Gente
muta rasenta le murate delle
navi alla fonda,
si riscuotono all’urto
dell’attracco.
Il soffio di prima estate vola
basso, sfiora le tende, l’erba,
eccita i capelli.
È l’alba ed è anche l’ora che
si tirano le reti,
ora che in un brivido d’attesa
e d’incertezza luminosa guizza
di casa in casa, crea vuoti ed
immagini
che se guardi da presso si
dissolvono rapidi sopra gli
alberi e oltre i ponti.
Tempo sospeso ad alcunché
tra oscuro
e manifesto quando pare certo
che il vero non sia in noi, ma
in un segreto o un miracolo
prossimo a svelarsi,
tempo che illude gli uomini e
se desta speranza è la
speranza di un prodigio.
L’inquietudine fa remote,
strane le ombre là sulla
battigia
e sulla rena umida che scruto
tra queste antenne e questi
alberi nani.
Perdonami, è parte
dell’umano
cercare come fo in luoghi
arcani quel ch’è prossimo a
noi umile e vero
oppure in nessun luogo. Tendo
il viso, seguo con gli occhi
ansiosi il pescatore
mentre viene sul frangiflutti e
reca dal mare quel che il mare
lascia prendere, pochi doni,
del suo perpetuo affanno.
11
UNA CANZONE E LA SUA STORIA
CHITARRA ROMANA
1934, E.Di Lazzaro, Ed. Melodi
Sotto un manto di stelle
Roma bella mi appare
solitario il mio cuor
disilluso d'amor
va nell'ombra a cantar
una muta fontana una stella
lassù
o chitarra romana
accompagnami tu.
Suona suona mia chitarra
accompagnami in sordina
la mia bella fornarina
al balcone non c'e' piu'...
Se la voce e' un po' velata
lascia piangere il mio cuore
senza casa e senza amore
mi rimani solo tu.
Lungotevere dorme
mentre il fiume cammina
io lo seguo perché mi
trascina con sè
e travolge il mio cuor
vedo un ombra lontana un
balcone lassù
o chitarra romana
accompagnami tu.
Se la voce è un po' velata
lascia piangere il mio cuore
senza casa e senza amore
mi rimani solo tu
o chitarra romana
accompagnami tu ...
Negli anni '30, di pari passo con la crescente
"romanizzazione" della cultura fascista, la canzone
capitolina conosce un vero e proprio boom. In particolare
nel 1934 vengono pubblicate 'Signora Fortuna', 'Quanto sei
bella Roma' e 'Chitarra romana'. Quest'ultima venne portata
a successo da Carlo Buti, che l'anno successivo avrebbe
promesso: "Faccetta nera, sarai romana". Era l'interprete
ideale per questo brano di Eldo Di Lazzaro (che due anni
dopo avrebbe scritto 'La romanina'); secondo Gianni
Borgna, autore di "Storia della canzone italiana"
(Mondadori), Buti fu "l'eroe dei giovani quartieri periferici
delle grandi città o dei piccoli centri agricoli, i quali, per lo
più digiuni di musica operistica, soddisfacevano così il loro
istinto melodrammatico attraverso un repertorio
costantemente in bilico tra i ritrosi amori paesani e le
rissose passioni rionali. (…) In tutte le canzoni di Buti è
sempre presente un'esplicita contrapposizione tra la
campagna e la città. La campagna equivale sempre all'alba,
all'aurora, alla salute fisica, mentale e morale; la città alla
delusione, alla perdizione, alle insidie della notte".
Interessante anche come Borgna metta in risalto il profilo
dell'oggetto della delusione d'amore del protagonista della
canzone. "La fornarina non era che una modella come le
ciociarine che da venditrici di violette sulla scalinata di
Trinità dei Monti s'erano trasformate in vezzose modelle i
cui lineamenti si possono ancor oggi ammirare in tante
immagini che ornano le minori chiese romane. Ma per i
romani era sempre l'antica modella che contava; era sempre
la fornarina di Trastevere, vezzosa modella di Raffaello, ad
essere ricordata". 'Chitarra romana' è un indiscusso classico
13
della canzone italiana: la sua melodia si presta ad
arrangiamenti che vanno dal tango fino alle soglie della
romanza (non a caso Luciano Pavarotti ne ha fatto un
cavallo da battaglia delle sue esibizioni), senza trascurare il
sapore di stornello che ha consentito a Lando Fiorini di
cogliere uno dei suoi primi successi: "E' un brano cui devo
molto: nel 1972 mi fece vincere un concorso del
Radiocorriere TV e mi consentì di essere conosciuto a
livello nazionale. Nei giorni successivi i negozi di dischi
vennero presi d'assalto, e anche in tv aumentò lo spazio per
le canzoni in dialetto romanesco". Autore Eldo di Lazzaro
nasce nel febbraio 1902 a Trapani e passa la sua infanzia a
Trivento (Campobasso). Assieme a D'Anzi e Mascheroni,
sul finire degli anni venti, fu rappresentante del cosiddetto
"sincopato" in particolare con la canzone "La piccinina".
Tra i suoi più grandi successi ricordiamo: "Chitarra
romana" "La romanina" "Reginella campagnola"
"Pastorella abruzzese" "La piccinina" Nella sua carriera ha
firmato le musiche di diversi film, tra i quali "Scampolo",
con Amedeo Nazzari, e "I due orfanelli", con Totò.
Interprete Carlo Buti Cantante e autore fiorentino di
successo nel ventennio fascista, Carlo Buti fu uno dei
protagonisti del Festival della Canzone napoletana del 1931
al Casinò di Sanremo. Lo ricordiamo anche come
attore, nei panni di un giovane
tenore nella commedia del 1939
di Guido Brignone Per uomini
soli. Tra i suoi successi: Chitarra
Romana, Faccetta Nera, La
piccinina e Reginella campagnola.
14
BIBLIOTECA DELLA CASA DI RIPOSO
15
NUOVE ACQUISIZIONI
16
17
18
NOTIZIE DELL’AMMINISTRAZIONE
E’ operativo il nuovo ascensore del Modulo
Rosso;
sono iniziate le pitture nel salone del Modulo
Rosa da parte dell’Accademia Marusso;
19
con l’ausilio dei Lavoratori Socialmente Utili si
procede alla dipintura di vari locali all’interno
della Casa di Riposo;
sono finiti anche i lavori di ristrutturazione dei
bagni del Modulo Giallo che prevedevano la
sostituzione della vasca con un piatto doccia a filo
pavimento;
si sta procedendo all’apposizione di paracolpi e
paraspigoli presso il Modulo Rosa.