CASA ALLOGGIO “AL TORRENTE” La TTeeelaa...me leggio o giurnale e me vaco a cucc. Renato...
Transcript of CASA ALLOGGIO “AL TORRENTE” La TTeeelaa...me leggio o giurnale e me vaco a cucc. Renato...
-
A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
Dicembre 2015
CASA ALLOGGIO “AL TORRENTE”
LABORATORIO ARTISTICO
La Tela
La Tela
La Tela
La Tela
Consorzio CS -Cooperazione e Solidarietà- di Potenza
-
2
LA TELA Direttore
Cozzi Maria Teresa
Redazione
Anania Daniela
Armentano Anna
Limongi Maria
Mitidieri Nicolina
Sommario
Poesia E’ Natale p 2 TEMA : Il Natale “ 3
Gita a Sarconi e a Moliterno “ 4
Le rubriche :
MUSICA
Cantautori “Doc” R.Carosone “ 5
Origini del Presepe “ 6
Origini albero di Natale “ 7
CUCINA LUCANA :
Tradizioni natalizie “ 8
MESTIERI D’ALTRI TEMPI
U Conciapiatti “ 9
RICORRENZE
Il Presepe vivente
A Lauria “ 10/11
TEMPO LIBERO “ 12
Edizione Casa-alloggio “Al Torrente”
C/da Pecorella n°5
85044 Lauria
Tel 0973/825753
Tel 0973/825915
E-mail: [email protected] Stampa: Tip. Zaccara Lagonegro
L A T E L A
sommario
Notari Vincenza
Palermo Giovanni
Stefanelli Isabella
Viceconti Maria Carla
Viceconti Maria
Disegni:
A cura degli ospiti
E' Natale !
di Madre Teresa di Calcutta
E' Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E' Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro. E' Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. E' Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale. E' Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E' Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.
-
3
A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
ASPETTANDO NATALE ….i n os t r i Ric o rd i
L A T E L A
Da piccola aiutavo a costruire l’albero ed il presepe con le mie sorelle.
Erminia
Sono stato punito per aver aperto i regali prima del tempo, ma ero solo un
bambino.
Egidio
Per le feste si preparavano le crespelle e andavo alla messa di mezzanotte con i
miei genitori.
Vincenzo
In casa mia si usava mettere un ceppo grande nel camino che durava fino a
Capodanno.
Umberto
Dopo la festa uscivo con gli amici o andavo al cinema.
Domenico
-
4
L A T E L A
GITA A SARCONI E MOLITERNO
Nell’ambito del progetto “Parole in Cammino, sono state organizzate due giornate, con un gruppo di persone della casa alloggio insieme alle signore del gruppo appartamento, le vi-site guidate a Sarconi presso l’Ecomuseo , la passeggiata sensoriale e alla biblioteca .
A Moliterno visita alla Bibliomediateca e alla Casa Museo Aiello
Sono state due giornate vissute con grande gioia e curiosità da tutti i partecipanti, di cui conservano il ricordo di una bella esperienza, sicuramente da ripetere.
-
5
L A T E L A A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
MUSICA
“
CANTAUTORI “ doc “ Renato CAROSONE
"Mo Vene Natale"
Coro: Mo vene Natale nun tengo denare me leggio o giurnale e me vaco a cucc. Mo vene Natale nun tengo denare me leggio o giurnale e me vaco a cucc. Solo: Mamma, mamma e damme na mano ca doppo dimane fernesce a semmana e nun saccio che fa, e nun saccio che fa. Coro: Mo vene Natale nun tengo denare me leggio o giurnale e me vaco a cucc. Mo vene Natale nun tengo denare me leggio o giurnale e me vaco a cucc.
Renato Carosone, pseudonimo di Renato
Carusone(Napoli, 3 gennaio 1920-Roma,20
maggio 2001), è stato cantautore, pianista,
direttore d’orchestra e compositore italiano.
Pianista classico e jazzista, è stato uno dei
più grandi autori e interpreti dlla canzone
napoletana e della musica leggera italiana
nel periodo collocabile tra il secondo
dopoguerra e la fine degli anni novanta,
avendo fuso i ritmi della tarantella con
melodie africane e americane e creato una
forma di macchietta, ballabile e adeguata ai
tempi .Tra i suoi maggiori successi si
ricordano: Torero, Caravan petrol, Tu vuò fa
l’americano, O’ sarracino, Maruzzella e
Pigliate ‘na pastiglia.
-
6
L A T E L A
ORIGINI DEL PRESEPE
Nel 1223 Francesco d'Assisi si avviò verso l'eremo di Greccio, dove espresse il suo desiderio di celebrare in quel luogo il Natale. Ad uno del luogo disse che voleva vedere con gli "occhi del corpo" come il bambino Gesù, nella sua scelta di abbassamento, fu adagiato in una mangiatoia. Quindi stabilì che fossero portati, in un luogo stabilito, un asino ed un bue - che secondo la tradizione dei Vangeli apocrifi erano presso il Bambino - e sopra un altare portatile collocato sulla mangiatoia, fu celebrata l'Eucaristia. Come Francesco e gli apostoli, che videro con gli occhi del corpo l'umanità di Gesù e credettero con gli occhi dello spirito alla sua divinità, così anche noi ogni giorno, mentre vediamo il pane ed il vino consacrato sull'altare, crediamo alla presenza del Signore in mezzo a noi. Nella notte di Natale a Greccio non c'erano nè statue e neppure raffigurazioni, ma unicamente una celebrazione eucaristica sopra una magiatoia, tra il bue e l'asinello. Solo più tardi tale avvenimento ispirò la rappresentazione della Natività mediante immagini, ossia il presepio in senso moderno.
-
7
L A T E L A
ORIGINI DELL’ALBERO
A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
L’albero di Natale è, con la tradizione del presepe, una delle più diffuse usanze natalizie. Si tratta in genere di un abete (o altra conifera sempreverde) addobbato con piccoli oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro. Questo può essere portato in casa o tenuto all’aperto, e viene preparato qualche giorno o qualche settimana prima di Natale (spesso nel giorno dell’Immacolata concezione), e rimosso dopo le feste. Soprattutto se l’albero viene collocato in casa, è tradizione che ai suoi piedi vengano collocati i regali di Natale impacchettati, in attesa del giorno della festa in cui potranno essere aperti.
Ma qual è il significato simbolico dell’albero di
Natale? L’albero, inteso come simbolo di vita, era diffuso in
tutte le culture, anche prima della nascita del
cristianesimo; tale valenza
simbolica ha origini molto
antiche e trova riscontri anche
in altre religioni.
-
8
Cucina lucana Cucina lucana Cucina lucana Cucina lucana
La vigilia di Natale è rigorosamente di magro si mangia il pesce, di solito il baccalà preparato in molti modi : a zuppa con le patate, fritto in pa-stella, al pomodoro e in insalata con le olive verdi, o il capitone e le fritture di pesce.
I contorni sono a base di verdure lessate : broc-coli rapa o neri insieme a fritture preparate in anticipo con farina sale e lievito madre, le quali dopo il tempo necessario alla lievitazio-ne,vengono fritte e sistemate in grandi ceste di vimini . Si gustano in versione salata al posto del pane oppure dolce con l’aggiunta del miele.
L A T E L A
Nel giorno di Natale si gustano pietanze a base di carne come fusilli al ra-gù, pasta al forno farcita con carne trita, mozzarella, parmigiano ecc., secon-di di vitello o agnello cotti , arrosto o alla brace.
La frutta è soprattutto secca : fichi, noci, nocelle e arachidi
Umberto
Il nostro laboratorio di cucina A cura di Armentano A.
TRADIZIONI NATALIZIE
-
9
U ConciapiattiU ConciapiattiU ConciapiattiU Conciapiatti Nei paesi, capitava spesso che pentole, recipienti e brocche essendo fragili, sottoposti agli urti, si rompessero. In questo caso non venivano gettati via, come accade oggi, ma ripara-ti dal "conciapiatti", un artigiano ambulante,che per annun-ciare il suo arrivo in paese e consentire alle massaie di ap-prontare sull'uscio di casa le brocche da riparare, gridava a squarciagola: "U conciapiatt, è arrivato u cunciapiatt! “
Con un trapano rudimentale di legno ricuciva l'oggetto rot-to: praticava dei fori e univa i cocci con un filo di ferro, spal-mandoci sopra uno strato di cemento, restaurando così l'og-getto che riacquistava la sua funzione. Il tutto avveniva sotto l'occhio vigile delle massaie, che cerca-
vano di evitare ogni spreco. Terminata la prestazione si passava al compenso pattuito in precedenza , che dipendeva dal numero dei fori eseguiti: generalmente, negli anni 30-40 il conciapiatti esigeva un soldo per ogni foro (20 soldi corrispondevano a una lira). I tempi erano duri e non sempre la gente aveva la possibilità di pagare, sebbene si trattasse di pochi spiccioli. Alcune volte si era costretti a pagare con il baratto. Terminata la prestazione il conciapiatti riprendeva il suo giro nelle vie del paese, se-gnalando con vocalizzi la sua offerta che, il più delle volte, consisteva anche nella ripa-razione degli ombrelli.
L A T E L A
Mestieri d’altri tempi
A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
-
10
L A T E L A
IL PRESEPE VIVENTE A LAURIA
Il presepe vivente di Lauria, organizzato dalla parrocchia S. Nicola di Bari, dal Comune di Lauria, PRO-Loco Lauria e M.O.V. Lucania, nell’ anno del Giubileo della Misericordia è in gemellaggio con il presepe organizzato tra i sassi di Matera.
Nella lettera di benedizione, inviata da Assisi a visitatori e figuranti, il Custode Fra Mauro Gambetti sottolinea che “Il primo presepe della storia” è quello vissuto da S. Francesco a Greccio nel lontano 1223 e suggerisce di vivere nuovamente oggi l’ esperienza emotiva.
“Nell’ invocare la benedizione di Dio, Padre misericordioso, l’ intercessione della Beata Vergine Maria, dice Fra Mauro, auguriamo a tutti gli uomini di buona volontà che visiteranno il presepio e che vi prenderanno parte di vivere questa esperienza con gli stessi sentimenti del serafico padre Francesco. Vi giunga, conclude il Custode Generale della Basilica che custodisce i resti mortali del serafico padre Francesco la benedizione di Dio Onnipotente: “ Il Signore vi dia la pace! “ .
La sacra rappresentazione intitolata “ Presepe vivente del Giubileo: la Misericordia per vivere una vita che vale, ispirato a sentimenti di generosità, compassione e umanità verso il prossimo si è svolto a Lauria nelle serate del 23 e 27 dicembre 2015. Nella cornice del quartiere Caffaro, sede dei luoghi cari al Lentini, sacerdote caritatevole e benevole verso gli altri, le antiche botteghe hanno trovato una collocazione naturale e i mestieri di un tempo hanno ripreso vita animando le strade di folle di visitatori. Lungo il percorso sono stati rappresentati il falegname, le tessitrici, il vetraio, il ferramenta, il cestaio, il lattaio, il ciabattino, il vasaio il ramaio, il funaio, i venditori di spezie, olio, vino, pastori e gregge, tutti intenti a lavorare. Nei costumi del tempo abbiamo incontrato centurioni e altri figuranti. Proseguendo, giungiamo al punto più alto della rappresentazione: la natività, posta nella cappella di S. Lucia, sede della grotta.
L’intervento di alcuni ospiti come figuranti in varie botteghe: pastaie, vinaio, pastori con gregge denota il notevole interesse riscosso, ogni anno, dall’ evento e l’intensa partecipazione alla nuova esperienza emotiva del presepe.
Nicolina Mitidieri
-
11
L A T E L A A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
-
12
A N N O I - T R I M E S T R A L E A
D I F F U S I O N E G R A T U I T A
L A T E L A
TEMPO LIBERO
Dal Dialetto laurio-Dal Dialetto laurio-Dal Dialetto laurio-Dal Dialetto laurio-ta….ta….ta….ta….
Se u stiavucco va e Se u stiavucco va e Se u stiavucco va e Se u stiavucco va e vene, l’amicizia se vene, l’amicizia se vene, l’amicizia se vene, l’amicizia se mantene ( se si por-mantene ( se si por-mantene ( se si por-mantene ( se si por-ta rispetto l’amicizia ta rispetto l’amicizia ta rispetto l’amicizia ta rispetto l’amicizia dura)dura)dura)dura)