Carrara e Paesi a Monte - Secondaria I Grado Carducci-Tenerani

28
Documentazione dell'Unità di competenza: Il Clima che cambia - dai proverbi alla scienza Le vie dell’acqua I.C. CARRARA E PAESI A MONTE Destinatari: Alunni scuola secondaria I grado “Carducci-Tenerari” classi I-II-III Ore dedicate al percorso: 10 con esperti + 15 curricolari

Transcript of Carrara e Paesi a Monte - Secondaria I Grado Carducci-Tenerani

Documentazione dell'Unità di competenza:

Il Clima che cambia - dai proverbi alla scienzaLe vie dell’acqua

I.C. CARRARA E PAESI A MONTE

Destinatari:Alunni scuola secondaria I grado “Carducci-Tenerari”

classi I-II-III

Ore dedicate al percorso:10 con esperti + 15 curricolari

Il percorso didattico è stato realizzato a partire dall’esperienza locale, che ha visto succedersi a Carrara ben due alluvioni nel giro di poche settimane nel Novembre del 2012 e un’altra nel 2014.Il referente delle UdC, prof. Francesco De Pasquale, docente di Lettere presso la la scuola secondaria di I grado “Carducci-Tenerani” e componente delle commissioni consiliari comunali Urbanistica, Lavori Pubblici e Marmo, dopo aver seguito il corso sulla costruzione di unità di competenza sui Cambiamenti Climatici, in accordo con la dirigenza e il collegio docenti della scuola, ha predisposto le linee guida su cui impostare il percorso didattico.

La realizzazione e la gestione del progetto sono state attuate da personale esperto dell’associazione Globularia (Danilo Pizzelli) in collaborazione con i coordinatori delle classi coinvolte (I, II e III C, IE, IG e IIB) e altri insegnanti delle classi stesse. In particolare, hanno portato avanti il progetto nelle varie classi le docenti Annalia Balestracci, Francesca Romana Beneo, Maria Giovanna Boi, Rosemma Cairo, Chiara Colotti, Luisa Dentoni e Chiara Valsega. Tra i collaboratori non possiamo non citare il prof. Primo Andrei che, pur se a riposo, svolge attività di volontariato presso la scuola e ha aiutato gli alunni nella realizzazione del pluviometro “ufficiale”.

Le ricadute del progetto sul curricolo degli alunni sono state più che positive: i discenti hanno potuto da un lato rielaborare psicologicamente i drammatici eventi che hanno vissuto (chi più chi meno) in diretta e più di una volta, dall’altro sono stati forniti loro gli strumenti scientifici per poter analizzare i fenomeni atmosferici estremi e ricondurli nella sfera dei meccanismi naturali.In quest’ottica si sono gettati «i semi» della consapevolezza di far parte di un sistema, un ecosistema, in cui ognuno fa la sua parte, più o meno piccola, più o meno grande. In questo senso si è accennato di sfuggita anche alla misura-zione dell’impronta ecologica, senza però poterlo affrontare approfonditamente.

Riguardo alle discipline il progetto ha dato la possibilità ai docenti di affrontare tematiche che spesso vengono trattate in modo solo approssimativo a favore di altri argomenti.La presenza di esperti, la didattica innovativa e la drammatica attualità dei fenomeni illustrati hanno facilitato l‘acquisizione di una nuova consapevolezza su argomenti che intrecciano una pluralità di fenomeni che altrimenti sarebbero risultati ostici da acquisire.Più limitate sono state le ricadute sugli alunni della classe III, in quanto il progetto è venuto a sovrapporsi alla parte finale dell’anno scolastico, quando ormai le attenzioni più forti sono rivolte all’ imminente esame di stato.

La fragilità di un territorio che al monte è caratteriz-zato da e-normi disca-riche di detri-ti (i ravaneti) e soprattut-to di terre che le piog-ge portano in città intor-bidando sor-genti, inva-dendo stra-de e occlu-dendo i corsi d’acqua di superficie.

Il 10 Novembre 2012 crolla una parte del muro d’argine del torrente Parmignola, il cosiddetto Muraglione. Opera militare, divideva in due l’Italia durante la II Guerra Mondiale e costituiva uno dei bastioni della Linea Gotica. Centinaia le case allagate, agriturismi, maneggi e campi sommersi dal fango e milioni di danni.Inascoltati gli allarmi dei cittadini che da tempo segnalavano infiltrazioni d’acqua.

Fonte: Il Tirreno 13/11/2012

Sempre il 10 Novembre, il torrente Botria (tombato per far spazio a una strada tra palazzi di recente co-struzione) trova il suo alveo artifi-ciale ostruito da tronchi e detriti portati a valle dalle intense piogge: si ripren-de così il suo corso naturale

Il 27 Novembre dello stesso anno Carrara è di nuovo alle prese con l’ennesima alluvione: anche stavolta le zone più colpite dal mix di acqua e fango sono distese «a macchia di leopardo lungo i vari quartieri cittadini». Ancora una volta i danni sono ingenti.

5 Novembre 2014: crolla un altro argine. Stavolta siamo sul Carrione e il muro che appare nella foto si vede che è di recente realizzazione: beffa nella beffa.Anche qui inascoltate le segnalazioni di infiltrazioni d’acqua. Anche qui allagamenti ancora più ampi di quelli di due anni prima: viene allagato il cosiddetto parco di Villa Ceci le segherie del marmo lungo il fiume, le strade, ma soprattutto migliaia di case e di esercizi commerciali: tutta la parte a mare della città sembra diventata una Venezia sul Tirreno, ma il fango, in alcuni casi oltre il metro, non perdona e dove passa non lascia scampo alle cose e agli affetti.

Alla luce di tutto ciò la progettazione di unità di

competenza sui cambiamenti climatici appare quanto più

opportuna per far sì che le nuove generazioni si trovino preparate ad affrontare i drammi che potrebbero

ripetersi e ad adottare comportamenti tali da dare il

proprio contributo positivo alla convivenza su questo nostro

pianeta Terra

Descrizione del percorso didattico

Questo progetto, attraverso un percorso di continuità tra i diversi ordini di scuola, è stato rivolto a far acquisire agli

alunni coinvolti la consapevolezza dei cambiamenti climatici e dei loro riflessi nel proprio territorio e di come

l’intervento dell’uomo interagisca con essi.Atteggiamenti di curiosità, mettere in relazione i

fenomeni sviluppando comportamenti adeguati, sono stati gli obiettivi a cui tendere.

Il percorso del progetto, iniziato purtroppo a nuovo anno abbondantemente iniziato, ha visto il susseguirsi di una

serie di attività molto variegata.

Partendo dal ciclo dell’acqua, gli alunni si sono immersi in una navigazione che ha toccato le modalità e le forme che

l’acqua riveste, i luoghi in cui si trova, fino alla realizzazione di vari pluviometri per la misura delle precipitazioni e

l’elaborazione dei relativi grafici. Non è mancato poi lo sguardo al di fuori dei confini nazionali,

attraverso una nutrita rassegna stampa, con l’attenzione rivolta ai nuovi scenari che si vanno delineando in varie zone

del pianeta. Ha concluso il percorso una uscita didattica al laboratorio meteorologico dell’Istituto «Zaccagna» di Carrara (partner del progetto), o, in alternativa, all’antro del Corchia, sulle

Apuane.

i

Le acque sotterranee: il carsismo

La classe IC impegnata

nella realizzazione

dei pluviometri.

Una serie di pluviometri realizzati

dagli alunni durante il progetto

Alcuni pluviometri in

dettaglio

Il nuovo pluviometro “fai-da-te” della scuola

L'interno del

pluviometro

Uno sguardo sul mondo nella sua varietà

Dallo sguardo locale al

panorama interna-zionale

Uno sguardo

agli scenari futuri,

ma non troppo

La visita all'Antro del Corchia (Alpi Apuane)

I dati raccolti con i pluviometri, sono stati

utilizzati per realizzare

delle tabelle da cui

realizzare dei grafici

come il presente

Questiona-rio di

valutazione di parte

delle competenze

Risultati ottenuti

Tale esperienza ha sollecitato e sviluppato negli alunni una coscienza sensibile alle problematiche legate ai

cambiamenti climatici attraverso la ricerca, l’esperienza diretta, l’approfondimento e la riflessione.

Durante il ciclo di incontri e le attività curricolari gli alunni hanno acquisito una conoscenza scientifica-

tecnologica di base da utilizzare nei contesti appropriati, hanno svolto attività laboratoriali in gruppo per abituarsi

all’adattamento in contesti diversi.

Il punto di forza del progetto resta però la rielaborazione «scientifica» (nel senso di basata

sull’esperienza) che tale progetto ha indotto negli alunni: esperienze vissute in maniera più o meno

diretta, come quelle descritte nelle prime «slides», delle 3 alluvioni nel giro di 3 anni, necessitano in primis di una rielaborazione personale per capire innanzitutto l’origine del fenomeno, i meccanismi

che lo accompagnano, i fattori che possono ridurlo.Sono questi gli elementi fondamentali per

trasformare questa esperienza progettuale in una competenza da utilizzare nei vari contesti di vita

quotidiana.

Solo attraverso l’interiorizzazione di ciò che avviene intorno a noi, la sua rielaborazione del tutto personale, quindi diversa per ognuno, si può passare ad una fase proattiva che, facendo tesoro della stessa esperienza,

non si limiti ad una pura accettazione degli eventi, ma la trasformi in un punto di forza su cui far leva per dare il

proprio contributo al cambiamento.Come tante piccole gocce formano un fiume oppure

un’alluvione, solo per mezzo dei piccoli o grandi gesti di ognuno di noi passa il cambiamento del clima: sta

quindi a noi decidere in quale direzione andare e questo progetto l’ha messa in luce per le nuove generazioni.