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I NOSTRI PROGE111 CARDATO REGENERATED C02 NEUTRAL MADE IN PRATO «Green economy? Noi la facciamo da sempre» Giulia Ballerini Al l faccia della a crisi econo mica che ha messo in ginocchio la produ zione della città laniera, Pra to sta cercando di reagire, già dal 2009, con un progetto che vede protagonista lo storico cardato, unito alle attuali tec nologie nel tessile, segno tan gibile della volontà tipica pra tese di trovare sempre nuovi modi di rimettersi in gioco. Si sta parlando del marchio “Cardato Regenerated CO 2 neu tra?”, garantito dalla Camera di Commercio di Prato con la duplice finalità di annulla re l’impronta del processo di produzione del tessuto, certi ficando allo stesso tempo che è stato realizzato con materia prima rigenerata. Il marchio garantisce che: il prodotto a cui si accompagna è il frutto di un processo di rigenerazione; il prodotto e l’azienda si sono sottoposti ad un processo di misura zione dell’impronta di CO 2 . le emissioni in atmosfera della CO 2 prodotta sono state neu tralizzate con l’acquisto di crediti “verdi”. Abbiamo incontrato Daniela Boretti, socio amministrato re della Nuova Frateffi Boretti sri di Montemurlo, come rap presentante di una delle nove ditte pratesi che fino ad ora hanno aderito al marchio. Sig.ra Boretti, sappiamo che all’interno del distretto prate se possono aderire al marchio aziende produttrici di lana rigenerata oppure aziende produttrici di tessuti e azien de produttrici di filati. La sua ditta dove si colloca? La Nuova Fratelli Boretti sri è una delle nove ditte pratesi ad aver ottenuto la certificazione del marchio Tutta a Prato, e tutta in stracci, va a finire la storia d’Italia (Curzio Malaparte) APRILE 2010 I No Nostre

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I NOSTRI PROGE111

CARDATO REGENERATED C02 NEUTRAL

MADE IN PRATO«Green economy?Noi la facciamo da sempre»

GiuliaBallerini

All faccia della

acrisi economica che ha

messo in ginocchio la produzione della città laniera, Prato sta cercando di reagire, giàdal 2009, con un progetto chevede protagonista lo storicocardato, unito alle attuali tecnologie nel tessile, segno tangibile della volontà tipica pratese di trovare sempre nuovimodi di rimettersi in gioco.Si sta parlando del marchio

“Cardato Regenerated CO2 neutra?”, garantito dalla Cameradi Commercio di Prato conla duplice finalità di annullare l’impronta del processo diproduzione del tessuto, certificando allo stesso tempo cheè stato realizzato con materiaprima rigenerata.Il marchio garantisce che: ilprodotto a cui si accompagnaè il frutto di un processo dirigenerazione; il prodotto el’azienda si sono sottopostiad un processo di misurazione dell’impronta di CO2. leemissioni in atmosfera dellaCO2 prodotta sono state neu

tralizzate con l’acquisto dicrediti “verdi”.

Abbiamo incontrato DanielaBoretti, socio amministratore della Nuova Frateffi Borettisri di Montemurlo, come rappresentante di una delle noveditte pratesi che fino ad orahanno aderito al marchio.Sig.ra Boretti, sappiamo cheall’interno del distretto pratese possono aderire al marchioaziende produttrici di lanarigenerata oppure aziendeproduttrici di tessuti e aziende produttrici di filati. La suaditta dove si colloca?

La Nuova Fratelli Boretti sri è una delle nove ditte pratesi ad aver ottenuto la certificazione del marchio

Tutta a Prato,

e tutta in stracci,va a finire

la storia d’Italia(Curzio Malaparte)

APRILE 2010 I No Nostre

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I NOSTRI PROGETTI

«Ci occupiamo della lavorazione di materie prime tessffi;produciamo lana rigeneratadai ritagli di confezione».Ci racconti qualcosa sulla storia di questa ditta.«E’ stata aperta nel 1972 damio padre Romano, insiemeai suoi fratelli Romeo, che hacessato l’attività nel 2001 eMario, che ancora oggi lavora con noi attivamente. Laprima sede era in centro, poiin via Zipoli, e infine ci siamospostati qui ad Oste. Io sonoentrata nel 2005, a seguitodella morte di mio padre,con il proposito di liquidarela ditta; e invece di chiudere,mi sono talmente appassionata a questo lavoro che hodeciso di proseguire. Non sapevo niente dell’attività, e hoimparato stando al “guanciale” alla pressa insiemi ai mieicenciaioli è lì che ci si innamora del mestiere. Ho una

La ditta si occupa della lavorazione di materie prime tessili: viene prodotta lana rigeneratadai ritagli di confezione

La meccanica, in tanti colori, riunita in balle impilate fino al soffitto

La cernita, una fase della rigenerazione

NotiziNostre I I APRILE 2010

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sensibilità particolare versol’ecologia tutta, e sono rimasta stupita nel vedere che miopadre per tutta la vita ha fatto ecologia attraverso la lanarigenerata».La sua coscienza ecologica èun motivo per cui ha scelto diaderire al marchio?«Certo. Se io potessi indossare un capo con un marchio chegarantisce che per realizzarlonon è stato inquinato l’ambiente e che anzi lo preservausando materiale rigenerato,io sarei davvero contenta. E’questo che penso mettendo-mi nei panni del consumato-re finale».Che cosa pensa del marchio?«Questo marchio onora ilvecchio e guarda al nuovo:credo sia questo il connubiovincente per poter ripartire.Non è stato inventato nientedi nuovo, si tratta solamentedi aver saputo unire la nuova

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sensibilità all’impatto zerocon la nostra tradizione tessile. Il cardato esiste da sempre,a Prato. E’ stata la sua lavorazione a fare la fortuna dellacittà nel mondo. Mi fa sorridere che gli stranieri, comela delegazione dei giornalistifrancesi venuta qui in visita,dopo averli spiegato tutto ilprocesso di lavorazione, misuggerirono stupiti: “E perché non l’avete mai detto?”.In realtà, la lana rigenerataa Prato c’è sempre stata: sifaceva della green economyanche quando non si sapevaneanche che cosa fosse».Pensa che il fattore ecologiasia uno degli elementi su cuidebba puntare Prato per af

frontare la crisi del tessile?- Si. Oggi c’è una generalesensibilizzazione verso questo tema: si parla di basso impatto ambientale, di energiarinnovabile, troviamo prodotti biologici quando si vaal supermercato, ecc. Questorisveglio ecologista che miraad un minor inquinamentoè visto come uno dei puntidi forza per rendere migliorela società e come modello disviluppo per rilanciare l’economia in recesso. Anche Barack Obama ha detto che chicavalcherà l’onda della greeneconomy avrà il successo deldomani».Il marchio è stato presentatola prima volta a Pitti Fila-

APRILE 2010 I I NotiziJostre

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mer”: rifiuti deiprodotti prima

di essere consumati, dunquenuovi, con fibrepiù pregiate

ti 2009, poi a settembre alPremiere Vision di Parigi. E’vero che i danesi, al FashionSummit di Copenaghen neldicembre 2009, credevano che ilcardato fosse tinto e non un riciclo diun tessuto nero?«Si, al Forum di Copenaghen la socidisfazione è stata la goody-bag, realizzata in cardato pratese, sceltacome gadget da distribuire a tutti ipartecipanti. E’ stato un caso, ma laborsa è stata realizzata con il materiale da noi fornito al LanificioFiaschi per trasformarlo in tessuto. Ma ripeto, poteva essere statofatto anche da un’altra ditta, l’importante è che sia stata data luceal nome del distretto».(Daniela ci mostra la borsa nera,con il marchio del cardato regenerated, m verde, evidente richiamo alla green-economy; la scrittaaccanto recita: “Black is green”, alludendo alla ecologicità del tessutonero).Come è giunta a questo progetto?«Il Consorzio per la Tutela del Cardatodel quale la nostra azienda fa parte, cipropose il progetto pilota e noi abbiamoaderito. Al passo successivo del progetto pilota, cioè quello che voleva portarea Premer Vision 2009 dei tessuti con ilmarchio, ho chiesto a tre lanifici nostriclienti se volevano aderire e l’hanno fatto».La sua ditta, come altre, ha preso la certificazione di recente, agli inizi di marzo,giusto?«E’ importante che tutte le aziende chelavorano insieme abbiano il marchio,così potrà essere più semplice raggiungere l’obbiettivo che tutta la filiera di

produzione abbia la certificazione».fl marchio ha un costo, vero?«Sì, ma è quello che la ditta deve sostenere per le misurazioni della CO 2, chevengono effettuate da una Società diconsulenza scelta dall’azienda, in basead un elenco di strutture accreditate dalla Camera di Commercio di Prato; vengono poi validate dall’organismo di certificazione TÙV Italia, azienda leader delsettore; è la prima volta che la TUV applica questo tipo di operazione al tessile, quindi già una bella conquista. Noi ciaffidiamo alla PrimaQ di Firenze; vienecalcolata perfino la distanza che l’operaio impiega in auto dalla propria abitazione per venire al lavoro: sono comunque

emissioni di C02 che si spendononell’aria».

Quali sono le prospettive per ilmarchio?«Attualmente l’ulteriore promozione. Di questo marchio sideve encomiare l’intero distretto, e non pochi singoli. I lanificidovranno rilasciare le etichettecon il marchio sul tessuto perchéquesto venga affidato alle confezioni e si diffonda nel mondo.Ulteriori sviluppi potrannosorgere dal tavolo dove siedono tutte le aziende aderenti almarchio. Personalmente spero in un Consorzio dei produttori tessili pratesi. Un altro aspetto positivo è stato ilconnubio che si è instauratotra le istituzioni e le aziende.Siamo molto soddisfatti delle

iniziative di promozione chesta portando avanti la Camera

di Commercio in Italia e all’estero, per diffondere il marchio tra i

potenziali acquirenti».

Ci spostiamo nel magazzino. I cenciaioli,tra cui il marito di Daniela, sono al lavoro,ci sorridono. Si respira un’aria familiare,ci offrono un caffè; lo zio Mario corre sue giù con il muletto, sfugge al fotografo,ad un certo punto gli urla dietro: “nonriprendere le automobili, quelle inquinano! Mano e Daniela: la vecchia generazione e il futuro, il• “vecchio” e il “nuovo”,proprio come gli elementi che convivononel marchio del cardato ecologico.Ci viene mostrata la lavorazione: il termine tecnico è “pre-consumer”, ovvero rifiuti dei prodotti prima di essereconsumati, dunque nuovi, con fibre più

AI Fashion Summit di Copenaghen nel dicembre 2009, la“goody-bag”, realizzata in cardato pratese, dal ricido diun tessuto nero, è stata scelta come gadget da distribuire a tutti i partecipanti

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venti aziende”

Intervista a Carlo Longo, Presidentedella Camera di Commercio di PratoPresidente, dato che già la stampa italiana ed estera conosce le caratteristiche del Cardato Co2 neutral, ci parli delle novità e degli sviluppi del marchio.«Abbiamo esteso la certificazione anche ai filati ed hanno recentementeottenuto la certificazione tre nuoveaziende. Lo scenario è già delineato,si gioca tutto in questo 2010: si sperache si aggiungeranno altre aziende, almeno una ventina. Il nostro progettogenerale non coinvolge solo il cardato,ma si estende a tutti i prodotti ecosostenibili».Ci faccia qualche esempio.«Credo che non sia nostro compitosuggerire alle aziende che cosa produrre, restiamo comunque disponibiliper offrire stimoli e appoggi; vorremosollecitare le ditte ad andare in questa

direzione, perché qualsiasi prodotto vabene purché sia ecosostenibile; anchese il cardato è il prodotto più importante, non c’è solo la lana, ma anche il cotone per esempio o le fibre sintetiche.Auspico che ci sia attenzione ad altrefibre tessili. Il filato e i tessuti rigenerati sono già una buona base per offrireal consumatore finale un prodotto ecologico, ma penso che non bastino solo imaglioni, ci vorrebbero anche le camicie, per esempio, e insomma, tutti queiprodotti - il total look, come dicono gliesperti - di cui si necessita per avereuna collezione completa».Che cosa verrà fatto ancora per la promozione del marchio?«Prato parteciperà di nuovo al Premiere Vision di Parigi; verrà ripetuta amaggio l’educational di giornalisti stranieri, già venuti a gennaio. 112 giugno aIstanbul si presenterà il nostro prodot

pregiate; con la loro abilità, ifamosi cenciaioli tolgono leimpurità, separano per colore e qualità, e rendono i ritagli pronti per essere stracciati

quindi rigenerati. Ne escefuori la meccanica, in tanticolori, quella che vediamo riunita a quintali, in balle impiIte fino al soffitto.I )anie]a ci racconta i vantaggi “ec.ologici” di questo tipoli Lworazionc’, in grado di

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Longo: “Vogliamocoinvolgere altre

Il Presidente della Camera

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Con la loro abilità, i

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La nuova generazio

ne: Daniela Boretti,

socio mmnistratore

dal 2005, con il mari

to Stefano Cantanna,

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to e la nostra storia al BIR (Bureau ofInternational Recycling), la conferenza mondiale del riciclo (2010 WorldRecycling Convention & Exhibition)alla quale Prato è stata invitata».Prato era presente con questo progettoa Milano (12-14 marzo) alla manifestazione “Fa’ la cosa giusta!’ la fieranazionale del consumo critico e deglistili di vita sostenibili, non è vero?«Si. Quando si parla di prodotti tessiliecosostenibili, il cardato pratese è portato come ottimo esempio di prodottoa bassissimo impatto ambientale: i ritagli, che sarebbero i rifiuti del prodotto, andrebbero smaltiti se non ci fossequesta lavorazione di riutilizzo, checonsente un recupero del materialecon impatto ambientale quasi zero».Allestero si stupiscono quasi che a Prato venga fatta ecologia praticamenteda sempre...

«Perché prima non c’era una sensibilità ecologica così elevata; si credevache le risorse naturali ed ambientalifosse infinite, invece ci siamo accortiche non è così: se vogliamo lasciareai nostri figli qualcosa di buono bisognerà essere più virtuosi e attentiverso l’ambiente. Dare l’opportunitàai dienti di indossare un capo ecosostenibile credo sia un segnale importante di questa attenzione al rispettodell’ambiente».Ci parli dei crediti verdi.«Esiste un vero e proprio mercato deicrediti verdi; quando abbiamo iniziato servivano per la costruzione di unacentrale elettrica in Nicaragua, ma sipotrebbero utilizzare per piantare alberi o mettere pannelli solari, I crediticostano molto perché è costoso abbattere la C02; già di partenza le emissioni di Co2 del cardato sono molto bas

se, perciò questo ci consente di averecosti bassissimi. Quello che vogliamocreare non è un prodotto di nicchia,ma un prodotto per i consumatori chepotrà essere acquistato a prezzi bassi ecompetitivi».Potrebbe nascere un Consorzio dei produttori?«Non si esclude; considerando che esistono 350mffioni di consumatori chehanno attenzione all’ambiente, credoche Prato possa conquistare questomercato potenzialmente enorme».Quali sono le aspettative?«Devo dire che c’è molta più attenzione e richiesta del prodotto ecosostenibile da parte dei produttori di abbigliamento e delle confezioni piuttostoche da parte dei produttori di tessuto,che magari lo fanno, ma non si sonoancora ben attrezzati».

confezione non ha bisognodi essere carbonizzata, né diessere tinta, non c’è spreco dienergia elettrica”. Si unisce alei anche il marito, Stefano,che ci fa notare come tuttonella ditta venga recuperato:“Qui si cerca di fare ecologia sempre, c’è un riciclaggiocompleto: i teli di plasticaportati dalle filature vengonoreimpiegati per fare gli involucri dei colli, i filetti di ferroper chiudere le balle sono tutti riutiizzati”.Chiediamo anche a lui cosa nepensa del marchio. “Quando

entrai in azienda mi resi subito conto di quanto importante fosse il lavoro qui svolto inun periodo storico in cui tuttie ovunque parlano di riciclo emi sorprese molto il fatto chetutto ciò stava lentamente andando a morire anziché averesostegno. Quindi ben vengatutto ciò che è in questa direzione. Credo che ci sia moltapiù attenzione e coscienzaecologica; l’acquisto è sempre più un’anna nelle manidel consumatore che così decide se premiare ciò che vanella direzione del rispetto

dell’ambiente, dei diritti deilavoratori, di dare forza omeno ad un distretto come ilnostro. E questo marchio offre questa possibffità. Quando si parla di tessile a Prato,sembra di avere a che farecon una persona morta, sembra che si celebrino le doti diqualcuno che non esiste più,irrimediabilmente. E’ questol’atteggiamento di depressione generale che si respira e sisente. La crisi indubbiamentec’è ma dobbiamo credere nelnuovo per ripartire.” E’ d’accordo Daniela: “I tempi sono

cambiati, è giunta l’ora dismettere di rimpiangere i vecchi sistemi lavorativi e averefiducia nel domani”. Dopocento anni di cardato, questospirito è la dimostrazione tenace di un distretto che, concoraggio, ha sempre sostenuto il ruolo storico del cardatopratese, puntando anzituttoalla riscoperta delle produzioni tradizionali, alla qualità eall’impiego di materiali naturali rielaborati secondo nuoveattenzioni e tecnologie. E chevuole continuare a farlo. Ancora per cento anni.

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