CARATTERI PETROCHIMICI DEL MASSICCIO VAL MASINO V AL … · 2011. 6. 21. · Soc. ltaliAna di...

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Soc . ltaliAna di Mln" ralo"la _ RENDICONTI, Vol . XXXI1 (I I, 1976 : JlJI. BJ-!l6 DIANA RICHARDSON· , ER IC CoNDLlFFE· , ANNIBALE MO'ITANA· CARATTERI PETROCHIMICI DEL MASSICCIO VAL MASINO _VAL BREGAGLIA (ALPI CENTRALI)" RIASSUNTO. _ In base a 20 nuove analisi e a 40 analisi di letteratura viene confeonala la conlinuitil di chimismo esistente tra i vari membri dell'intrusione delle Valli Masino e Bregaglia: ghiandone, serizzo e granito di San Fedelino. Essa risulta compatibile con un processo conlinuo di differenziazione di tipo alcalicalcico. Tutti gli ossidi maggiori, proiettali in funz.ione dell'indice di differenziazione di Larsen, presentano una variazione lineare, continua e senza scani, cbe sembra indicare una COntinua e regolare evoluzione magmatica allo stato fuso. L'assenza di disçonlinuitil nella variazione del K.O non è compatibile con un mclasomatismo localizzato di certe parti dci Massiccio, suggerendo che i grandi megacristallì si sono formali piuttosto da un liquido residuaIe molto mobile accrescendo pochi nudei: il passaggio serizzo/ghiandone non rappresenterebbe quindi un fronte metasomatico. Anche l'intrusione di San Fedelino con il suo corleo di pegmatiti e apliti è in contlluilil petroch.imica con le allre rocce del Massiccio, per cui va interpretata come appartenente a un differenziato dello stesso magma, benchè geometricamente discordante dal reSlO. ASSTRACT. - Th e petrochemistry 01 the Val Masino - Val Bregaglia Massil (Centud Alps). OD the basis of 20 new and 40 previously published analyscs of tbe M. Bassetta tonalite ( << sc- rizzo .. ), the Val Masino granadiorite (<< ghiandone") and the San Fedelino granite of Ihe alpine Bergell Massif it is possible to soow thal ali three rock types are reIated and are the producl5 of calcalcaline diHerentiation from a single parent magma. In particular: al Ali thl: major oxides when plotted against the Larsen index show a continuous linear variation indieating a regular and continuous magmatic evolution (figs. 2, 3, 4). bI The absence of any discontinuity in the K.O vs. Larsen index. plot (ng. 3) would suggest that the presence of thl: K·fddspar meglOYStS in tbe ghiandone is a result of magmatie crystallisation and not that they are the product of large sçale metasomatism; the passage serizzo/ghiandone doc:s noI represenl, themore, a meta- somatie front. cl The fact that tbere is no interval in the diagrarns (6.gs. 5, 6) between the analyscs of San Fedelino granites and those of thl: main rock types of thl: Val Bregaglia and Val Masino is interpreted as indicating that the granile represent thl: final acid differentiate of thl: same intrusive magma, and not a separate intrusive event o Introduzione Bc=nchè in Ic=uc=ratura si trovi frc=qu c= ntc=mc=ntc= ribadita una affc=rmazionc= di E. WENK (1956) rdativa alla posizionc= chiave ch c= il Massiccio Val Masino - Val Brc=gaglia ha ndl'ambito dd plutonismo c= mc=tamorhsmo d'c=tà a lpina delle Alpi * Isl. di Mineralogia , Petrograna e Geochimica dell'Universitil di Milano. "" Lavoro eseguito nell'ambito dclle ricerche del «Centro Srudio per La Slratigrafia e Petrognllia delle Alpi Centrali ,. , con contributi speciali relativi al Programma Geodinamico Italiano.

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Soc. ltaliAna di Mln" ralo"la ~ P~ lrolo"la _ RENDICONTI, Vol . XXXI1 (I I , 1976 : JlJI. BJ-!l6

DIANA RICHARDSON· , ER IC CoNDLlFFE·, ANNIBALE MO'ITANA·

CARATTERI PETROCHIMICI DEL MASSICCIO VAL MASINO _ V AL BREGAGLIA (ALPI CENTRALI)"

RIASSUNTO. _ In base a 20 nuove analisi e a 40 analisi di letteratura viene confeonala la conlinuitil di chimismo esistente tra i vari membri dell'intrusione delle Valli Masino e Bregaglia: ghiandone, serizzo e granito di San Fedelino. Essa risulta compatibile con un processo conlinuo di differenziazione di tipo alcalicalcico. Tutti gli ossidi maggiori, proiettali in funz.ione dell'indice di differenziazione di Larsen, presentano una variazione lineare, continua e senza scani, cbe sembra indicare una COntinua e regolare evoluzione magmatica allo stato fuso. L'assenza di disçonlinuitil nella variazione del K.O non è compatibile con un mclasomatismo localizzato di certe parti dci Massiccio, suggerendo che i grandi megacristallì si sono formali piuttosto da un liquido residuaIe molto mobile accrescendo pochi nudei: il passaggio serizzo/ghiandone non rappresenterebbe quindi un fronte metasomatico. Anche l'intrusione di San Fedelino con il suo corleo di pegmatiti e apliti è in contlluilil petroch.imica con le allre rocce del Massiccio, per cui va interpretata come appartenente a un differenziato dello stesso magma, benchè geometricamente discordante dal reSlO.

ASSTRACT. - The petrochemistry 01 the Val Masino - Val Bregaglia Massil (Centud Alps). OD the basis of 20 new and 40 previously published analyscs of tbe M. Bassetta tonalite ( << sc­rizzo .. ), the Val Masino granadiorite (<< ghiandone") and the San Fedelino granite of Ihe alpine Bergell Massif it is possible to soow thal ali three rock types are reIated and are the producl5 of calcalcaline diHerentiation from a single parent magma. In particular: al Ali thl: major oxides when plotted against the Larsen index show a continuous linear variation indieating a regular and continuous magmatic evolution (figs. 2, 3, 4). bI The absence of any discontinuity in the K.O vs. Larsen index. plot (ng. 3) would suggest that the presence of thl: K·fddspar meglOYStS in tbe ghiandone is a result of magmatie crystallisation and not that they are the product of large sçale metasomatism; the passage serizzo/ghiandone doc:s noI represenl, themore, a meta­somatie front. cl The fact that tbere is no interval in the diagrarns (6.gs. 5, 6) between the analyscs of San Fedelino granites and those of thl: main rock types of thl: Val Bregaglia and Val Masino is interpreted as indicating that the granile represent thl: final acid differentiate of thl: same intrusive magma, and not a separate intrusive event o

Introduzione

Bc=nchè in Ic=uc=ratura si trovi frc=quc= ntc=mc=ntc= ribadita una affc=rmazionc= di

E. WENK (1956) rdativa alla posizionc= chiave ch c= il Massiccio Val Masino - Val

Brc=gaglia ha ndl'ambito dd plutonismo c= mc=tamorhsmo d'c=tà alpina de lle Alpi

* Isl. di Mineralogia, Petrograna e Geochimica dell 'Universitil di Milano. "" Lavoro eseguito nell'ambito dclle ricerche del «Centro Srudio per La Slratigrafia e Petrognllia

delle Alpi Centrali ,. , con contributi speciali relativi al Programma Geodinamico Italiano.

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84 o. IUCHAa.OSO!ll, L CONOLlPfE, A. MOTTANA

Centrali, poco si sa in rc=altà di questa estesa massa. Solo negli ulti mi tempi, per esempio, ne è stata eseguita la cartografia di dettaglio (S. VENZO et al., 1970; H. R. Wr;NK, in preparazione) e ne è stata pubblicata la carta strutturale (H. R. WENK, 1973).

l dati numerici daborabili con i metodi gco-matematici moderni sono addirittura dispersi: analisi modali e chimiche sono rese molto onerose dalla grana estremamente variabile, fino a gigantesca, delle r~e dc:! massiccio, che richiedono un pesante lavoro di omogeneizzazione per risultare rappresentative:. Questo fatto re, non sempre preso in considerazione dai ricercatori che odl'ultimo secolo si sono succeduti su questa zona, pone inoltre un serio limite alla possibilità di utili:z.zarne i dati, danno comunque non molto grave se si considera che in mezzo secolo sono state eseguite solo 57 analisi chimiche di queste plutoniti, di cui 24 nel secondo dopoguerra, con metodi moderni. Mancano, in particolare, studi condotti con criterio sistematico, se si eccettuano quelli limitati di J. Wuu (1957) e M. WEIBEL (1960), rivolti purtroppo ad aree marginali, non rappresentative dell'intero massiccio.

La ricerca presente tenta di ovviare in parte alle deficienze di conoscenza por senza pretendere di avere un carattere sistematico. Essa è rivoha ad una precisa definizione petrochimica delle unità base del massiccio (serizzo, ghiandone, granito di San Fedclino), ed inoltre di quei litotipi meno diffusi, recentemente individuati ncl rilevamento, il cui significato geo-petrologico non è ancora chiaro dci tutto. Essa costituisce dunque una fase intermedia, indispensabile per avviare uno studio organico e complessivo della petrochimica dci Massiccio. da affrontare con rigorosi criteri matematico-statisrici.

Col metodo petrochimico si ritiene di poter contribuire a risolvere alcuni degli interrogativi più importanti per la genesi ed evol uzione di questo corpo geologico:

a) quali relazioni composizionali e genetiche esistono tra il serizzo, il ghian­done ed il granito di San Fedclino;

b) quali siano le relazioni esistenti tra questi tre litotipi fondamentali ed i succitati tipi meno diffusi, differenziati o no;

c) se esista una dipendenza tra la distribuzione delle composizioni dci Mas­siccio e quella delle rocce incassanti, in parte in esso inglobate C);

li) se un modello di differenziazione magmatica, a partire da un magma pri­mario o anatettico, soddisfi maggiormente i dati disponibili al momento attuale di un modello di introduzione metasomatica o di rifusione polifasica.

In sostanza, riassumendo, il fine di questa ricerca è di valutare la massa esi­stente di dati per programmare ed indirizzare gli sLUdi ulteriori, ai quali sarà strettamente applicato un criterio geo-matematico.

(1) Di questo problema si era interessato giii E. BoNA'DI (1882), primo esempio noto nelle Alpi di utilinuione dell!' .nAlisi chimiche finalittatA in senso geologico.

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CARATTEIU PETROCHIMICI DEL MASSICCIO VAL MASINo.VAL BREOACLl A 85

Parte eperimenlale

Per le varietà normali di serizzo e di ghiandone, a grana da medio.grossa a gigamesca, sono stati scelti per l'analisi dei blocchi freschissimi di 25·30 kg prove· nienti da cave, intagli o falde di frana recente. Solo per il microgranito e per la • tonalitische Randfazies ~ (T. GYR, 1967) sono stati utilizzati campioni di circa l kg forniti dal Dott. Attilio Montrasio.

Le analisi 1· 14 sono state eseguite in duplicato a partire da porzioni di 400-600 g ottenute frantumando, inquartando e macinando a grana via via più fine i blocchi suddetti. Infine tutte le rocce sono state polverizzate per 8 minuti in un mulino ad anelli di carburo di tungsteno e omogeneizzate per 2 ore in un mortaio d'agata sotto acetone. Si tratta degli stessi campioni usati per le ricerche di petrologia speri· mentale (E. CoNDLlffE e A. MO'ITAN .... , 1974; in stampa). Le analisi sono state eseguite con una procedura mista gravimetrica (Si<h e H20), colorimetrica (Fe20stot, Ti02, P:zÙs), volumetrica (FeO) e in assorbimento atomico (AbOs, MnO, MgO, Cao, N.,O, K,o).

Sono inoltre riportate anche 6 analisi di serizw finora non pubblicate, eseguite nd 1965-66 con un metodo combinato gravimetrico e rapido (sec. Shapiro e Bran· nock), a partire da campioni omogenei di solo 0,5 kg.

Le analisi modali sono state eseguite su tre sezioni per campione, variamente orientate, con punti intervallati di un mm. Vista la grana, eterogenea ed enorme .fpecie del ghiandone, esse hanno solo un valore indicativo. Nelle varietà a grana fine l'accuratezza, stimata sulla base della riproducibilità dei risultati ottenuti su ciascuna sezione, è del 5 re circa.

Riaultati

Le nuove analisi chimiche e modali sono riportate in tab. 1 assieme ad altre, finora non pubblicate, eseguite nell'Istituto di Mineralogia di Milano durame le fasi iniziali ddlo studio del Massiccio. Le analisi dei due gruppi sono ordinate secondo tenori crescenti di silice.

Questa serie di dati presenta una triplice partizione riflettente i tre ben noti litotipi caratteristici: ai due estremi stanno rispettivamente il serizw, Iitotipo più basico, e il granito di San Feddino, quello più acido. L'intervallo intermedio, nel quale dovrebbe essere rappresentato il solo ghiandone, è in realtà piuttosto confuso, perchè in esso cadono anche quelle varietà a grana fine la cui presenza nd Mas· siccio, se non ignota, era finora stata presa in considerazione troppo .scarsa. Un esempio di questa convergenza è dato dalla coincidenza quasi totale dei dati anali· tici relativi al ghiandone della Valle di Mello (PS·B), località tipica, anzi, su basi strutturali, quella di massima potenza del ghiandone (H. R. WENK, 1973~ con quelli relativi al • microgranito:. dell'Alpe Cameraccio, che traversa il ghiandone con relazioni di tipo intrusivo. Vi ~ inoltre una certa differenza composi zio naie

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86 D. RICHARDSON, F.. CONDLlPI'E , A. MOTTANA

2.61

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TABELLA 1

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tra i ghiandoni della parte italiana del Massiccio, stirati e dai megacristalli evidente­mente orientati, e quello dell'Albigna in Svizzera (PS-ll), poco o nulla deformato nella sua pasta di fondo e dai megacristalli disordinati ed enormi.

La composizione media delle tre varietà fondamentali, espressa in termini magmatici (P. N IGGLI, 1935), è di tipo dioritico per il serizzo, con passaggi a gab-

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CARATTERI PETROC H IMICI DEL MASSICCIO VAL MASING-VAL BIlEGAGLIA 87

broide miharaitico per le varietà melanocrate e leucotonalitico per quelle leucocrate, ('mrambe: in posizione marginale rispetto alla massa; tra granocliori tica e leuco­quarzoclioritica per il ghiandone ed infine trondhjemitiaplitica per il granito di San Fedelino. I due campioni a grana fine esaminati sono di magma graDodioritico, confermando la loro affinità chi mica con il ghiandone e Don con il granito di San Fedelino, come prospettato da alcuni ricercatori .

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Pig. lo - Analisi modali dci campioni ana lizzali chimicamente (la $Crie PS ~ numerata, i restanti sci solo indicati). Sono delineali anche i campi di variazione dei ue litotlpi fondamentali del Massiccio eome risultano dalle analisi modali della Ictl«atura.

Da q uesta serie di dati risulta quindi confermata la conclusione di M. WEIBEL (1960) sulla natura granodioritica del • Bergellgranit . (=ghiandone), mentre viene messa in luce la prevalente natura dioritica del serizzo, che gli autori più recenti consideravano una quarzodiorite (= tonalite). Anche il granito di San Fedelino ha una composizione chimica non esattamente corrispondente al nome con cui va famoso in letteratura, dato che rientra nei magmi della serie trondhjemitica.

La tab. 1 dà anche le analisi modali delle rocce analizzate, proiettate a scopo classificatorio nella parte superiore QAP del doppio triangolo quarzo-feldspato alcalino-plagioclasio-feldspatoidi (fig. I), nel quale figu rano anche i campi di varia­zione modale dei tre tipi litologici fo ndamentali del massiccio sulla base dei dati riportati dalla letteratura rl. Non esiste una buona corrispondenza tra norma e

(2) Essendo queste st.te determinate quasi tutte da M. WEIBEL (1960) e da P. MOTICSICA (1970), non possono essere propri.1mente considerale rappresentltive se non degli C$trenU N e SW del Musiccio.

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88 D. ilICHARDSON, E. CONDLIFFE, A. MOT"fANA

modo delle rocce analizzate, in quanto il quarzo vi è nettamente più abbondante di quanto risulti dal calcolo normativa. Ciò fa sì che il serizzo risulti in preva1enza tonalitico (=quarzoclioritico) in luogo di diaritico, il ghiandone granitico ed il granito di San Feddino (ulteriormente complicato dal fatto che parte del K:O vi è presente come muscovite) granodioritico. È tuttavia notevole nella fig. 1, anche se potrebbe essere dovuto puramente a una compensazione di accidentalità, l'aoda­meRlO lineare di variazione esistente tra serizzo e ghiandone, in quanto suggerisce

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•• Serizzo •• Ghiandone . '';' San Fedelino

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Fii_ 2. - Distribuzione deJl~ silicc nelle ro<;cc dd Massiccio in rcluione all'indice di differenziazione di Lar$Cn. Sono numerati snlo i campioni dclla $Crie PS. I 60 punti rawrese1lbtivi di 20 nuove anali,i e di 10 della letteratura sono interpolabili con una sol3 retta avente un altissimo coefficiente di corre. lazione. Noure l'intervallo di dispersione . isuellO e ]'assc:nu di laculle.

l'csist~nza di una diff~r~nziazion~ anche a livdlo min~raJogico. Le varietà meno diffuse, benchè siano I~ più rappresentativ~ dal punto di vista modale, cadono dispers~ .

Diecullllione dei rillultati

I dati petrochimici ottenuti nd corso di questo lavoro sono proiettati. per faci­litarne l'interpretazione e la valutazione immediata, in una serie di diagranuni di variazion~ che hanno com~ ascissa l'indic~ di diff~r~nziazione di Larsen : 1/ 3 SiO, + K20 - (FeOt + MgO + CaO). Diagrammi analoghi costruiti in fun­zion~ di altri indici hanno dato risul tati coer~nti con questi . P~r facilitare i confronti nei diagrammi d~lle figg. 2 ~ 3 sono proiettati anch~ i punti relativi a 40 analisi chimiche d~lla l~tt~ratura, scartando solo gli inclusi di vario tipo ~ le rocce sint~t­

tiche (p. ~s. i graniti a diopsid~).

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CARATrERI PETIIOCH IMICI DEL MASSICC IO VAL MAS INO-VAL BREGACLIA

•• Serizzo • • Ghiandone ~ * San Fedelino

• •

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-10 -8 -6 -4 -2 O 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30

89

Fig, 3, _ Disuibu~ione degli alca li in funùone dell'indice di Larscn. Anche queste serie di punti 10M intcrpobbili COn rette, ma avendo maggiore dispenione hanno anche un coefficiente di çorrela.t.ionc: più bauo di quello del la .ilice, Mancano grOS5e lacune, salti bruJehi o cambiamenti di pmdenu tali da suggerire un appeno, o un asporto, metasomatKo su b.rga scala,

% 22 20 ~IA 18 r.O-n

16

14

12 CaO 10 F"'1c----8 MgO r. o .g.

462l~~~~~~~~'·~·~··~·~~~~~~~~~~K~2~O~~ r "O' u r . 0 'T3

r . 0·se/'IIa20 TiO r _ o'eo

-8-4 O 481216202428

1;38i02• K2

0- (FeO+Mg O +CaO)

Fig, 4. - Proiezione riassuntiva delle relle di regressione di tutti gli ossidi maggiori in rela~ionc all'indice di Larscn. L'andamento delle curve corrisponde a quel lo noto per associa~ioni granito­granodiorile-tonalite di Migine inuusiva. NOIare l'altissima signi l1catjviù della correlazione 1ÌJlea«, che risulta ridona, ma sempre supcriMe a un livello di conJ1denu dd 99 911, nd solo caso ':Idl'allumina.

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9() D. IUCH,\RDSON, a. CONDL H'FE . ,.. MOTTANA

La distribuzione della 5ilice nelle rocce dci Massiccio pre~nta un'evidente varia­zione continua, lineare e pochissimo d is~rsa (fig. 2). Essa va da un minimo corri­spondente al campione PS-2. fac:ics melanocrata marginale (c tonalitische Rand· fazies :. di T. GYII., 1967) in Val Sissane, che conferma una vecchia analisi di J. J AKOB (in P. NIGCLI et alo, 1930, n. 4) del c basischer Granitrand :. di Naravedro in Val Bondasca, sull'altro versa nte del Massiccio, fi no ad un massimo corrispon­dente alla pegmatite nel granito di San Feddino @lS-9). Questa tuttavia appare

· . · . ...,. .. •

F

• .. :1.: '. ~ .

~.

•• Serino •• Gtlianòone . *' San Fedellno

Fig. 5. - D,all ramma A (NarO+ K'o1 • l' (FeO+O,9FerO.) . M (MgO) delle rocce .Id MlI .. iccio Val Ma.sino • Val Bregaglia. I punti giacciono .u un allineamento regolare, ()O(O disperso .aprattuttIJ nd caIO ddle nuove ~nalisi. uso (orrisponde ad un .andamento d1 diffttenzia:l!ione di lipo alalicalcico, privo dell'apice' destro, femico, di ,ui si nota apllC'na un x«noo d'inAeuiol>C'.

un po' meno acida di certi graniti aplitici filoniani intrusivi nel ghia ndone del tunnel tra il lago deU'Albigna e il bordo settentrionale dell 'intrusione (M. WEISEL. 1960, n. 6), che l'autore interpreta come ricollegabili all'attività telemagmatica del corpo di San Fedelino.

Un andamento continuo e lineare analogo a quello della silice si ottiene proic"t­tando tutti gli altri ossidi, anche se l'ampiezza della dispersione è per alcuni mag­giore. In particolare, proiettando integralmente l'a ndamento degli alcali (fig. 3), se ne evidenzia l'intervallo di dispersione abbastanza ristretto e la perfetta continuità: non si notano in queste proiezioni nè salti bruschi, nè lacune al passaggio tra i tre tipi litologici fondamentali, caso inaspettato trattandosi di due elementi ben soggetti a migrare. Questa distrihuuone è indubbiamente in contrasto con quella ipotizzabile secondo certi modelli geologici del massiccio che vorrebbero il ghian­done derivato dal serizzo per feldspati zzazione. Se tale fosse il caso, nella curva del

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CAJ.ATTEIII PETIIOCHIMICI DEL MASSICCIO VAL MASIN'Q-VAL I!IItEGAGWA 91

K20 non si dovrebbe avere una relazione lineare continua, ma un salto di valori, o almeno un cambiamento di p=ndenza riActtentesi in minore misura anche su com­ponenti quali Si02, Ab03 e Na:20, al passaggio tra campioni metasomatizzati e non.

Nella fig. 4 sono proiettate tutte insieme le rette di regressione degli elementi maggiori (fuorch~ la silice), ovvie ragioni di spazio consigliano di rinunciare a proiettare i singoli grafici per punti. Da una semplice osservazione dei coefficienti di correlazione di ciascuna reua è evidente l'altissima significatività della regressione lineare, che si riduce solo p=r AI:203 e Ti02, due ossidi notoriamente c: difficili , per le tecniche analitiche usuali. Anche p=r loro però la retta è significativa al 99 1'0 di confidenza (rl = 0.325 per 60 campioni). La linearità è assolutamente eccezionale se si calcola la correlazione tra i soli campioni PS-I-PS-H, analizzati in metodo uniforme.

L'andamento degli ossidi nel diagramma di variazione corrisponde pienamente a quello ben noto valido per le maggiori associazioni plutoniche granito-granodiorite­tonalite e, come osservato da F. J. TURN'ElI. e J. VUHOOGEN' (1960, p. 348), questo coincide precisamente con quello della serie vulcanica riolite-dacite-a ndesite.

Anche dal diagramma AFM della fig. 5 risulta un perfetto andamento igneo di tipo alcali calcico, pressocchè lineare, soprattutto quando si dia il giusto peso alle nuove analisi, in cui si è specificatamente cercato di ovviare alla dispersione priva di significato petrogenetico indotta da una campionatura insufficientemente rappresentativa nelle rocce a grana grossa. In questo andamento risulta mancante l'estremità parallela al lato FM del triangolo, rappresentante i termini più basici dell'associazione. Si nota in realù un accenno di inAessione rappresentato dal cam­pione PS-2. L'andamento sarebbe risultato senz'altro più completo $C si fossero proiettate le analisi degli inclusi melanocrati (ma anche più disperso). Si è evitato di prenderli in considerazione in quanto la loro interpretazione non è ben definita: p=r certi autori si tratta solo di restiti anfibolitiche, per altri di filoni basici fram­mentati e parzialmente riassorbiti. A. GAN'SSEIt. e T. Gn (1964) hanno esauriente­mente dimostrato che esistono c: xenoliti esogeni " derivanti daU'inglobamento delle rocce incassanti, e c: xenoliti endogeni " testimoni di una fase precoce di segregazione basica del magma. Una tale distinzione però non risulta chiara nelle d('scrizioni accompagnanti le analisi chimiche, nè sono stati eseguiti da noi per ora studi petro­grafici sp=cifici, e di conseguenza si è preferito ignorare il problema.

Una variazione lineare un po' dispersa si osserva anche nel diagramma Na:20-K20..caO (fig. 6). che ribadisce la graduale continua transizione tra serizzo, ghiandone e granito di San Fedelino, priva di bruschi salti indicanti fenomeni metasomatici.

Dall'esame comparativo dei diagrammi delle figg. 2-6 si possono trarre le se­guenti indicazioni:

a) la mancanza di discontinuità nei passaggi composizionali tra serizzo. ghian­done e granito di San Fedelino suggerisce una loro stretta relazione p=trochimica e quindi, probabilmente, la loro appartenenza ad un unico complesso intrusivo:

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92 D. II.ICHARDSON, E. CONDLlFFE, A. MOTT/LNA

b) l'assenza di discontinuità ndl'andamento del K 20 pone un serio interro­gativo su tutti i modelli che sostengono l'esistenza nel massiccio di migrazioni su larga scala dopo la cristallizzazione principale (R. CRESPI e G. ScHIAVINATO,

1%5) e ancor più su quelli che ipotizzano un apporto dall'esterno (F. K. DuSCHEII.­

KADEN, 1940). I vistosi megacristalli di K-feldspato, testimoni di un apporto potas­sico secondo il modello metasomatico, possono spiegarsi in alternativa come dovuti a migrazioni a corto raggio, massimo centimetriche, oppure con una tarda cristal­lizzazione magmatica attorno a nuclei sparsi in un ambiente arricchito in K,Q per differenziazione;

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l' • • 0°

<l>a ..... ~. •

.. ~ . " ".

•• Serizzo o. Ghiandone .. * San Fedelino

. ,.. . . ~ 11. •• ...

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. . " .

Fir· 6. - Diasranuna Na.O - K,o - Cao delle ,occe del MaSllio;io V.I Muino- VII Brqaglia. La variuione cornpoaiziona!c tra i tre tipi lilologici principali è cominua, rdativamente poco d ispersa_

c) l'andamento, la continuità e la regolarità di tutte le curve di variazione, coincidenti con quelle di associazioni vulcaniche la cui natura magmatica è palese, contribuiscono a far sembrare poco probabile una genesi metasomatica di pani cospicue del Massid:io e a fa re avanzare un modello basato su un processo di differenziazione a partire da un focolaio magmatico unitario;

ti) se l'esposto c è corretto, risulta che il magma parente non è rappresentato nei campioni da noi esaminati, poiehè manca, all'estremità negativa dei diagrammi di variazione, un addensamento di punti corrispondenti all'analisi di una composi~ rione omogenea, non differenziata. ,Porse il magma parente non è esposto, forse non è stato adeguatamente campionato ; potrebbe trattarsi delle facies marginali melanocrate, da interpretarsi allora come t: chilled margin., oppure degli xenoliti

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C,4.R,4.lTERI PETROCHtM tCI DEL MASS ICCIO V.u. MIoSlN()o-VIoL BlIECAGLl,4. 93

basici di tipo endogeno (A. G,4.NSSER e T. GYR, 1%4), o perfino degli xenoliti ultra­basici presenti in varie località periferiche in stretta associazione tanto col serizzo (oss. nuove), quanto col ghiandone (F. ARTUS, 1959), quanto col granito di San Fedelino (E. ULLEG,4.RI e A. MONESE, 1961; P. MOTICSKA, 1970).

Conclusioni e indicazioni

Pur nelle grosse limitazioni inerenti il basso numero di nuove analisi e l'incerta utilità di quelle reperibili in letteratura, la peuochimica si è: dimostrata un pode­roso mezzo d'indagine per lo studio petrogenetico dci Massiccio Val Masino - Val Bregaglia. Accoppiata ad una ricerca geochimica sugli elementi in traccia essa è: probabilmente una delle chiavi che permetteranno di aprire la porta all'interpreta­zione petrogenetica meno difforme dal vero.

Dallo studio petrochimico sembra risultare non solo una stretta consanguineità tra il serizzo ed il ghiandone, già ammessa in generale dagli AA., ma tra questa parte dci corpo magmatico e il granito di San Fedelino che l'intrude e l'agmatizza. Inoltre i tre Ii totipi maggiori, e le varietà minori di significato geologico non ancora ben chiaro, sembrano legati tra loro da un processo magmatico di differen­ziazione continua, a partire da un singolo magma primigenio.

Rimane inesplorata, forse per difetto di campionatura, la composizione di questo magma primario. 1 lavori sperimentali in corso sul serizzo e sul ghiandone paralle­lamente a questo (E. CoNDLIFFE e A. MorrANA, 1974; in stampa) inducono però a ritenere che le due rocce si siano fo rmate durante un unico episodio di anatessi profonda, a temperature dell'ordine di 650"-750" C e alla profondità minima di 25·30 km, interessante la crosta inferiore. Mancano sinora sufficienti dati sperimentali sulla c tonalitische Randfazies> (PS-2), ci~ sul campione che analiticamente risulta più vicino al possibile magma primordiale, ma tutto induce a credere che, restando più o meno inalterata la temperatura d'anatessi, risulterà un po' maggiore la profondità alla quale il fenomeno avrebbe avuto luogo (10-12 kb, pari a 30-35 km, corrispondenti alla base della crosta).

Ciò è: in accordo con l'evidenza geologica rappresentata dalle metamorfiti a saffirina della facies delle granu liti incassanti il massiccio in Val Codera (D. AK­KERMAND e F. SEIFERT, 1969; E. WENK et aL, 1974). A un modello in certo qual modo simile era arrivato, partendo da considerazioni strutturali, H. R. WENK (1973) quando ipotizzava la formazione dci magma del ghiandone per rimobilizzazione della parte inferiore del Pennidico durante la subduzione alpina .

Ammessa la formazione del magma nella crosta inferiore, occorre ora cercare di ricostruirne l'evoluzione chimica durante la risalita, in modo da spiegare la distribuzione attuale delle facies petrochimiche nel Massiccio. Solo così, proponendo un modello ed eventualmente criticandolo, si potranno avere indicazioni atte a far procedere la ricerca lungo nuove verifiche, con criterio statistico-sistematico.

L'andamento delle curve di variazione suggerisce che il magma primario basico si è: evoluto in modo continuo prima in senso dioritico (serizzo), poi granodioritico

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O. RlCHAJ.OSON, E. CONDUFFE, .... MOTTAN ...

(gbiandon~) per dar~ infin~ origi n~ al c granito ~ di San F~delioo ~d al suo conco di pegmatiti ~d aplili. Ciò può ~sser~ m~sso in relazion~ solo con un lento processo di risali ta graduale, dalla crosta inf~rior~ granulitica fino ad un liv~llo ~piplutonico rappres~ntato dall'aureola di contatto della Vall~ del Forno, all'altro estremo del Massiccio. II corpo principale ha grosso modo la forma di un imbuto, il cui piccio10 conti~n~ solo i t~rmini basici, che si distribuiscono poi ai soli bordi senza arrivar~ aUa sommità superiore. AI c~lllro dell'imbUlO vi è il ghiandone, separato dal serizzo da una «Uebergangszone ~ (F. MOTICSKA, 1970) che rappresenta una fascia critica di differenziazione da esaminare meglio in futuro.

Ql!-esto modello non contrasta con le evidenze strutturali di H . R. WENK (1973), anzi le spiega meglio: l'imbuto, rovesciato in una fase precoce dalla verticale all'orizzontale in senso E-W, si è comportato in modo solidale con le unità alpine a Nore!- della linea insubrica, arrovesciandosi a forma di falda e mett~ndosi in posto in condizioni semisolide in un campo di stress, acquistando cast la tessitura orientata interna, particolarmente sviluppata nella parte meridionale, più basica e quindi già più consolidata e rigida al momento della messa in posto finale. 11 corpo di San Fe­delino rappresenterebbe un differenziato tardo dello stesso focolaio magmatico, messo in posto da spime sue proprie con un lieve ritardo rispetto al corpo principale: esso è formato da più c piastre intrusiv~~. coalescenti In c~rt~ zone, intervallate nel tempo talchè alcune risultano si ntettonich~, altr~ decisamente posttenoniche (G. PICCOLI, 1962). Le pegmatiti alpin~ della Valle d~lla Mera e della Val Codera sarebbero infine i differenziati isterogenetici di tutta questa complessa ma lineare evoluzione.

Questo modello, che soddisfa a nostro avviso tutt~ le conoscenze attuali sul Massiccio, è da sottoporr~ a verifica sistematica ~d è probabil~ che subirà modifiche quando si avranno nuovi dati, arealment~ e geologicamente m~glio distribuiti e soprattutto pr~ndcnti in considerazione i tre punti critici che la presente ricerca ha posto in evidenza: i tipi litologici a grana fin~ della c Zona di transizione ~ tra serizzo c ghiandon~. gli inclusi melanocrati del tipo endogeno ~ le facies periferiche rappres~ntanti un possibil~ bordo sopraraffreddato.

Rko"osdme"ti Contributi del. C.N.R. e deU'Accademia dei Lincei nel quadro dello ICIlIJlbio per la Royal

Society hanno reso possibile ques ta cooperazione. Due dci campioni analizzati sono dono del dotto ATTILIO MONTJ.ASIO. Il prof. GIUSBPPE 5cHIAVINATO ha permesso la pubblicu.ione di sei analisi inedite. Infine per la lettuN. critica del manoscritto ringraziamo i colleghi R. WSPI e R . POTENZA.

Appendice

Località e ducrizione delle rocce analizzate

PS-l Zocca del Lupo (32TNS43001260): serizzo, varietà leucocrata, poco on~n·

tata, marginal~.

PS-2 Val Sissane, versant~ siniSlro (32TNS58462820): serizzo, varietà mdanocrata, marginal~, a grana medio-fine (c Tonalitisch~ Randfazi~s~, T . Gl'R, 19(7).

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CAIIA1TEIII PETIIOCIllMICI nEL MASSICCIO VAL MASINo-VAL IIIECACLlA 95

PS-3 Valle di Sasso Bisolo, cava di q. 1415 (32TNS51681903): serizzo a grana media, facics tipica, un po' allineata.

PS-4 Cataeggio, cava grande (32TNS48701770): scrizzo a grana media, facies tipica, poco o nulla allineato.

PS-5 Nuova Olomo, cava settentrionale (32TNS34171429): serizzo, varietà scura, molto chiaramente allineata (c diorite del M. Bassetta AA ,).

PS-6 Circo del Cameraccio, a W de.ll'Alpe (32TNS55662465): microgranito, in banchi di alcuni metri nel ghiandone al limite con il serizzo. Colore chiaro e grana nne, assenza totale di orientazione prevalente.

PS-7 Riva di Novate, fronte N della cava del Pescarino (3ITNS34042003): granito di San Fedelino, a grana medio-fine, muscovitieo, un po' orientato.

PS-8 Riva' di Novate, fronte S della cava del Pescarino (32TNS34071997): granito di San Fedelino a grana medio·6.ne, muscovitieo, ma con lamelle di biotite evidente,

PS-9 Riva di Novate, frana presso il casello ferroviario (32TNS33992010): pegma­tite granatifera a grana fine, filone di 40 em attraversante il gra nito di San Fedelino con salbande scistose cloritiche.

PS·1O Lago d'Albigna, strada che sale al coronamento deUa diga (Svizzera): gra­nito a grana fine, non scistoso, con tracce di mica bianca; fi lone traversante il ghiandone con una potenza di circa 4 m.

PS·ll Lago d'Albigna, presso l'arrivo della teleferica (Svizzera): ghiandone a me­gacristalli di 2 X 5 cm a tessitura non orientata (ortoclasio OrIlOAblo, ,, = O).

PS-12 Cascata dcila Merdarola, cava aperta nei blocchi (3ITNS46502090): ghian­done a grana medio-grossa, abbastanza omogeneo, con rari setti melanocrati e frequenti filoncelli pegmatitici (microclino intermedio Or90Ablo, .6. = 0,50).

PS-13 Valle di Mello, cava di fronte alla condotta d'acqua (32TNS48802170): ghian­done con rari megacristalli, piuttosto inomogenco per la presenza di frequenti setti biotitico-anfibolici (microclino intermedio OruAbs. a = 0,32).

PS-H San Martino Valmasino, cava dietro il cimitero (32TNS48S02097): ghiandone ricco di megacristalli di dimensioni variabili per lo più allineati (ortoclasio OrttAbs, .6. = 0,08).

PA-I Forcella di Revelaso (32TNS40701916): serizzo a grana m(:dia, leucocrato, ricco di cristalli di feldspato potassico,

PA*38 q, 2350 a NW del Passo del Colino (32TNS44641635): serizzo scuro, a grana grossolana, poco orientato. percorso da venule di quarzo,

IN-4 Cima del M. Bassetta (32TNS36871425): serizzo a grana media, poco orien­tato, ricco d'epidoto (ediorite del M. Bassetta) AA.).

IN-BI q. 1290 a E del M. Soffricio (32TNS35581356): serizzo a struttura pseudo­porfirica, fortemente orientato, molto ricco d'epidoto (c diorite del M. Bas­setta) AA.).

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96 o. a.ICHAROSON, E. CONOLIFFE, A. MOTTANA

VA·9 Poira (32TNS43001253): scrizzo, varietà margi nale leucocrata a tessitura massiccia.

VA·71 M. Sciesa, presso la vetta (32TNS40691502): serizzo a struttura massiccia tendente aU'ofitica (c diorite del M. Bassetta. AA.).

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