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Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee del territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata

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3.1 Premessa Il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata rappresenta un’area ricca di risorse idriche sotterranee di buona qualità e ancora oggi poco o per nulla soggette a processi d’inquinamento. La gran parte di tali risorse idriche sotterranee trova sede in potenti ed estese idrostrutture carbonatiche, carsificate e fessurate, ed in alcuni significativi acquiferi porosi detritico – alluvionali presenti nei fondovalle dei fiumi lucani (es alta Val d’Agri) o nella Piana costiera di Metaponto. Gran parte delle acque di circolazione idrica sotterranea vengono a giorno in corrispondenza di numerose sorgenti e sono prelevate sia mediante captazioni alla sorgente sia mediante pozzi. Importanti contributi allo stato conoscitivo dell’idrogeologia della Basilicata, della potenzialità e dei caratteri qualitativi delle risorse idriche sotterranee lucane sono stati evidenziati in numerosi studi e ricerche condotti negli ultimi anni nell’ambito del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR. Altri significativi studi idrogeologici sono riportati in alcuni rapporti di ricerca redatti nell’ambito di Convenzioni tecnico-scientifiche stipulate tra i dipartimenti dell’Università della Basilicata e la Regione Basilicata e/o altri importanti Enti territoriali (Piano di Tutela delle Acque, 2004; Piano d’Ambito dell’ATO Unico della Regione Basilicata, 2002; al Progetto PRISMAS DIFA UNIBAS – Regione Basilicata; progetto AGRIFLUID, 2004; Progetto di Ricerca LaTIBI – DIFA). Nel presente capitolo si descrivono in sintesi le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e di potenzialità idrica delle principali e più produttive idrostrutture che ricadono all’interno del territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata. In particolare, nella prima parte si tratteggiano i principali caratteri geo-strutturali dell’Appennino lucano con particolare riferimento a quelli che ne condizionano significativamente l’assetto idrogeologico; nella seconda parte si riportano sia i principali caratteri idrogeologici del territorio lucano che i caratteri idrogeologici e di potenzialità idrica delle più significative strutture idrogeologiche, oltre che un quadro delle principali utilizzazioni idropotabili dei maggiori schemi acquedottistici ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino. A corredo di questo capitolo sono allegate tre tavole in cui sono riportati: i principali complessi idrogeologici del territorio dell’Autorità di Bacino (Tavola 1), la delimitazione dei principali bacini idrografici integrati dall’ubicazione delle sorgenti e dei pozzi in essi presenti (Tavola 2), la delimitazione delle principali idrostrutture afferenti il territorio dell’Autorità di Bacino (Tavola 3). Per quanto riguarda i valori di portata idrica caratterizzanti le numerose e più importanti sorgenti presenti nel territorio lucano, cui si è fatto riferimento in questo capitolo, ci si è avvalsi dei dati contenuti nei principali data base ufficiali (PRA Basilicata, 1987; Piano d’Ambito ATO Basilicata, 2002; Boari e Sdao, 2000-Progetto LaTIBI; Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid; Mancini e Sole, 2003-PRTA Basilicata 2004) e dei risultati di studi ed indagini condotti nell’ambito di ricerche del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR. Tali valori di portata rappresentano i dati medi relativi alle misure eseguite nei periodi di osservazione riportate nei data base. Da queste si evince che i periodi di osservazione delle portate idriche delle sorgenti non sono omogenei: infatti, in alcuni casi ci si è riferiti a dati relativi a misure di portata rilevate in un solo anno, in altri a dati relativi a misure eseguite in alcuni anni di osservazione, in altri ancora a dati medi relativi a misure trentennali di portata. Ciò non consente un’esaustiva, omogenea ed aggiornata definizione della potenzialità delle risorse idriche sotterranee disponibili che scaturiscono dalle numerose sorgenti esaminate. Inoltre, nei riferimenti bibliografici utilizzati non sono riportate tutte le sorgenti presenti sul territorio in esame, ma solo (seppur numerose) quelle caratterizzate da portate significative (> 5 l/s) o comunque che ricadono nelle principali idrostrutture lucane. Esistono infatti numerosissime sorgenti che, sebbene siano caratterizzate da portate molto modeste (< 0,5 l/s), non sono censite e che nel complesso costituiscono una significativa risorsa idrica, di cui non si può non tenere conto.

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A fronte degli studi idrogeologici eseguiti e dall’analisi di dati di portata relativi alle predette sorgenti (riportati nel data base a corredo delle tavole 1, 2 e3), tenendo anche conto di quanto prima detto circa le sorgenti considerate, è possibile pervenire ad una prima ed approssimata stima complessiva dei volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti afferenti le principali e più produttive idrostrutture carbonatiche ed i diversi bacini idrografici inclusi nell’Autorità di Bacino della Basilicata (Tabelle 3.1 e 3.2).

Acquifero

Portata totale l/s

Volume drenato annuo (Mmc)

Monti di Lauria

1875,6

59,1

Monte Sirino

627,0

19,8

Alta Valle del Basento

352,1

11,1

Monti di Maratea

694,0

21,9

Madonna del Pollino

384,0

12,1

Alta Val D’Agri

552,0

17,4

Monti della Maddalena

2388,9

75,3

Totale

6873,6

216,7

Tabella 3.1 - Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle principali sorgenti presenti nelle più importanti idrostrutture carbonatiche lucane

Bacino idrografico

Portata totale l/s

Volume drenato annuo (Mmc)

Bradano

20,3

0,6

Basento

384,6

12,1

Cavone

1,8

0,1

Agri

2619,2

82,6

Sinni

676,3

21,3

Noce

2277,5

71,8

Totale

5979,7

188,5

Tabella 3.2 - Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti presenti nei principali bacini idrografici lucani

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3.2 Quadro di sintesi delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del territorio dell’Autorità di bacino della Basilicata Il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata comprende parte del segmento campano-lucano dell’Arco Appenninico meridionale, che rappresenta un esteso orogene a pieghe e falde di ricoprimento, generatosi a partire dall’Oligocene superiore (ca 20 Ma). Esso è costituito da unità tettoniche derivate dalla deformazione dei domini deposizionali mesozoico-terziari del paleomargine della placca africano-adriatica (le successioni di tali domini affiorano ampiamente nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino), e in misura minore da unità tettoniche derivanti dalla deformazione di domini oceanici tetidei (successioni pelagiche mesozoico-terziarie localmente associate a gabbri, basalti, serpentiniti, gneiss, localizzate nel settore occidentale del territorio dell’Autorità di Bacino). In particolare, le principali successioni stratigrafiche affioranti nel territorio dell’Autorità di Bacino, a partire da ovest verso est, sono (figura 3.1): - successioni delle Unità Liguridi , dell’Unità del Frido e delle Unità Nord Calabresi, che affiorano ampiamente lungo il confine calabro-lucano (area del Pollino), costituite da depositi argillosi con intercalazioni calcaree ed arenacee e da rocce metamorfiche ed ignee (filadi, quarziti, metabasalti, gneiss, ..); - successioni pelitiche mesozoico-terziarie dell’Unità Sicilide; - successioni calcareo-dolomitiche mesozoico terziarie dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità Alburno Cervati, affioranti prevalentemente nel settore occidentale dell’area in esame (area dei M.ti di Lauria, M.ti della Maddalena, area del Pollino); - successioni mesozoico-terziarie delle unità lagonegresi, costituite da depositi marnoso-argillosi, calcareoclastici ed arenacei di ambiente bacinale e, in misura minore, di ambiente di avanfossa, affioranti ampiamente nel settore centro-occidentale del territorio dell’Autorità di Bacino; - successioni di “thrust top basins” rappresentate sia da depositi areanaceo-conglomeratici del Miocene superiore (Flysch di Gorgoglione Auct., ecc) sia da depositi sabbioso-conglomeratici ed argillosi del Pliocene superiore-Pleistocene inferiore (bacino di Calvello, bacino di Sant’Arcangelo), affioranti nel settore centro-orientale del territorio dell’Autorità di Bacino; - successioni argillose e sabbioso-conglomeratiche del Pliocene superiore-Pleistocene inferiore dell’Avanfossa Bradanica, che si rinvengono nel settore orientale dell’Autorità di Bacino; - successione calcaree mesozoico-terziarie dell’Unità Apula, che caratterizzano il margine orientale del territorio dell’Autorità di Bacino. Dal punto di vista strutturale il settore di catena incluso nel territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata è caratterizzato dalla sovrapposizione tettonica delle Unità Liguridi, Unità del Frido, Unità Nord-Calabresi e Unità Sicilide s.s sulle unità carbonatiche dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità Alburno-Cervati. Queste ultime a loro volta sono sovrapposte tettonicamente alle successioni lagonegresi. Nel settore frontale le unità della catena ricoprono le successioni del margine interno dell’Avanfossa Bradanica. Sulle coltri di ricoprimento che costituiscono il settore di catena in esame poggiano, con contatto stratigrafico discordante, le successioni arenaceo-conglomeratche e sabbioso-conglomeratiche ed argillose dei bacini intrappenninici (thrust top basins, figura 3.1e figura 3.2). Il contatto tra le differenti unità tettoniche si realizza mediante piani di sovrascorrimento con geometria ramp-flat, che danno luogo ad una struttura di tipo embricate fan. Il settore di catena in esame è inoltre caratterizzato da sistemi plicativi ed è dissecato da sistemi di faglie dirette e da sistemi di faglie trascorrenti plio-quaternarie orientate secondo gli andamenti N 120°±10° (area del Pollino, Alta Val d’Agri, area del Bacino di Sant’arcangelo), N 50-60°, NW-SE.

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Figura 3.1 - Schema geostrutturale dell’Appennino meridionale

Figura 3.2 - Sezione geologica dell’Appennino meridionale, dal Cilento (SW) alla piattaforma apula (NE) (da Prosser et al., 1996) L’assetto stratigrafico-strutturale del settore di catena appenninica incluso nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino condiziona fortemente l’andamento della circolazione idrica sotterranea. Le differenti successioni stratigrafiche che costituiscono le unità stratigrafico–strutturali del settore di catena affioranti nell’area in esame possono essere raggruppate in complessi idrogeologici caratterizzati da differente tipo e grado di permeabilità (tavola 1): - complesso calcareo ad elevata permeabilità per fatturazione e carsismo (in cui sono comprese le successioni calcaree mesozoico-terziarie dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità Alburno Cervati);

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- complesso dolomitico, a permeabilità da media ad alta in relazione allo stato di fratturazione (in cui sono comprese le successioni dolomitiche mesozoico-terziarie dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità Alburno Cervati). - complesso calcareo-siliceo a permeabilità variabile da alta a media in relazione allo stato di fratturazione, alla presenza di intercalazione pelitiche ed alla presenza di fenomeni carsici nei livelli lapidei (al suo interno è compresa parte delle successioni delle unità lagonegesi); - complesso delle radiolariti, a permeabilità variabile da media a bassa, in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di intercalazione pelitiche (al suo interno è inclusa parte delle successioni lagonegresi); - complesso argilloso-marnoso, a permeabilità bassa o nulla (in cui sono incluse tutte le successioni prevalentemente argillose delle unità lagonegresi, sicilidi e liguridi); - complesso arenaceo-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta a medio-bassa variabile in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di intercalazioni pelitiche (in cui sono inclusi i depositi arenacei delle unità lagonegresi e del Flysch di Gorgoglione); - complesso degli argillosciti, a permeabilità molto bassa o nulla (in cui sono incluse parte delle successioni dell’Unità Frido e delle Unità Nord Calabresi); - complesso dei metacalcari, a permeabilità da media a bassa, in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di livelli pelitici (in cui sono incluse parte delle successioni delle Unità Nord Calabresi e liguridi) - complesso delle metamorfiti, che comprende rocce metamorfiche rappresentate da gneiss, serpentiniti, metabasalti appartenenti alle unità interne; - complesso argilloso, a permeabilità da bassa a nulla (in cui sono incluse le successioni argillose dell’Avanfossa Bradanica e dei thrust top basins); - complesso sabbioso-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta a medio-bassa variabile in relazione allo stato di addensamento e/o cementazione del deposito, alle caratteristiche granulometriche ed in relazione allo stato di fratturazione per i depositi cementati (in questo complesso sono inclusi i depositi sabbioso-conglomeratici dell’Avanfossa Bradnica e dei thrust top basins); - complessi dei depositi alluvionali e costieri a permeabilità variabile da medio-bassa a medio-alta in relazione alle caratteristiche granulometriche dei depositi ed allo stato di addensamento del deposito (in questi complessi sono incluse rispettivamente le successioni sabbioso-ghiaiose ed argilloso-sabbiose di riempimento delle piane dei principali corsi d’acqua e i depositi sabbioso-ghiaiosi costieri). Gli studi ad oggi realizzati hanno evidenziato che le risorse idriche sotterranee dell’Autorità di Bacino della Basilicata trovano essenzialmente sede: 1. nelle strutture idrogeologiche carbonatiche ad alta permeabilità per fratturazione e carsismo (tavole 3A-B); 2. negli acquiferi porosi detritico-alluvionali della piana costiera di Metaponto e delle piane dei principali corsi d’acqua. Accanto a tali domini idrogeologici, ne esistono altri sicuramente meno significativi dal punto di vista della potenzialità idrica ma che possiedono risorse idriche sotterranee che potrebbero costituire un’importante risorsa idrica sotterranea da destinare a particolari momenti di penuria idrica. Ci si riferisce in particolare: a) agli acquiferi sabbioso-conglomeratici ricadenti nel settore centro-orientale dell’area in esame, con particolare riferimento a quelli ricadenti nelle porzioni medie e basse dei bacini dei principali fiumi lucani (fiumi Bradano, Basento, Agri e Sinni); b) agli acquiferi detritico-alluvionali presenti nei fondovalle dei principali fiumi lucani o dei bacini fluvio-lacustri dei Fiumi Noce, ecc.). Le strutture idrogeologiche carbonatiche sono costituite da successioni incluse nel complesso calcalcareo-dolomitiche ed in quello calcareo-siliceo (tavola 1 e tavole 3A-B).

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Nelle idrostrutture costituite da successioni calcareo-dolomitiche, la porzione prevalentemente dolomitica è essenzialmente rappresentata da dolomie e dolomie calcaree ben stratificate e in varia misura fessurate. La porzione calcarea è rappresentata da calcari e calcari dolomitici molto fratturati, stratificati e a luoghi anche intensamente carsificati. In ragione del grado di fessurazione e di carsismo, la permeabilità relativa varia da molto elevata a medio-alta, mentre il coefficiente di infiltrazione potenziale (χ) è dell’ordine di 0,90. Nelle idrostrutture costituite dal complesso calcareo-dolomitico sono allocati alcuni fra i principali e più produttivi acquiferi dell’area in esame (tavole 3A-B): la struttura idrogeologica del gruppo montuoso del Pollino, le idrostrutture dei Monti di Lauria e di Maratea e alcune delle idrostruttiure dell’alta valle del Fiume Agri (idrostruttura dei Monti della Maddalena, di M.Raparo). Le idrostrutture formate da successioni incluse nel complesso calcareo-siliceo sono in genere costituite da: calcari, calcilutiti e calcareniti con liste e noduli di selce, ben stratificati e in varia misura fratturati, con intercalazioni di livelli argilloso-marnosi (Formazione dei Calcari con selce Auct.); diaspri policromi, radiolariti e brecciole calcaree, ben stratificati e fessurati, con intercalazioni di argilliti silicifere scagliose (Scisti Silicei Auct.). Al loro interno il grado di permeabilità varia in ragione dello stato di fessurazione: da medio-alto ad alto nelle successioni dei Calcari con selce; da medio-basso a medio nelle successioni degli Scisti Silicei. Anche il coefficiente di infiltrazione potenziale varia da 0,80 delle successioni dei Calcari con selce a 0,40 nelle successioni degli Scisti Silicei. Alcune idrostrutture carbonatiche significativamente produttive dell’Autorità di Bacino della Basilicata sono costituite da successioni riferibili alla formazione dei Calcari con selce; tra queste spiccano, per importanza, la dorsale Monte Volturino – Serra di Calvelluzzo (Alta Valle del Fiume Agri), il Monte Sirino, la morfostruttura di Monte Pierfaone-Monte Arioso, in alta Val Basento (tavole 3A-B). Tali idrostrutture carbonatiche sono bordate da significativi ed evidenti lineamenti tettonici (faglie e sovrascorrimenti) che spesso le pongono a contatto con successioni argilloso-marnose a più bassa permeabilità relativa, creando le premesse idrogeologiche per la genesi di sorgenti. Tale sorta di cintura meno permeabile fa sì che tali idrostrutture carbonatiche siano ben delimitate, per cui i travasi idrici sotterranei verso altre idrostrutture limitrofe non sono molto significativi. Non di rado tali idrostrutture carbonatiche sono dissecate da importanti lineamenti strutturali, che, costituendo una sorta di spartiacque idrogeologico aperto, frazionano la stessa idrostruttura in più acquiferi. Questi ultimi sono dotati di un proprio bacino idrogeologico e di specifici caratteri idrogeologici e idrodinamici, ma spesso risultano essere fra loro idraulicamente interconnessi con conseguenti travasi idrici sotterranei più o meno cospicui. In queste idrostrutture, la scarsa presenza di significative intercalazioni impermeabili unitamente ad un alto o molto alto grado di permeabilità relativa, per fessurazione e/o per carsismo, implica un’elevata infiltrazione efficace potenziale di acque meteoriche che generano cospicue e continue falde idriche di base. La circolazione idrica sotterranea, fortemente influenzata dall’assetto geo-strutturale e dallo stato di fessurazione e/o carsismo dell’ammasso lapideo, è prevalentemente di tipo freatico e solo a luoghi in pressione. Le acque sotterranee, la cui direzione di deflusso preferenziale è marcatamente governata dalla presenza di lineamenti strutturali, defluiscono all’interno delle idrostrutture lungo una rete di fessure, più o meno fitta ed a varia apertura (per es. in situazioni carsiche molto avanzate la circolazione idrica avviene lungo grossi collettori). La discarica della falda idrica sotterranea avviene quasi sempre in corrispondenza di sorgenti o di fronti sorgentizi, la gran parte dei quali, almeno quelli più importanti, sono collocati lungo i bordi delle idrostrutture, in corrispondenza di importanti lineamenti tettonici.

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In termini quantitativi, i volumi drenati dalle sorgenti delle principali idrostrutture carbonatiche dell’area in esame (tenendo solo conto di quelle censite e con portate superiori a 1 l/s) ammonta a circa 7 mc/s pari ad un volume annuo di circa 216 Mmc/anno (tabella 3.1). Tali significativi volumi di acqua sotterranea vengono a giorno in corrispondenza di almeno 153 sorgenti principali, non uniformemente distribuite, e di un gran numero di sorgenti con portate modeste, spesso inferiori a 1 l/s. La gran parte delle sorgenti principali, specie quelle interessate da sistemi di captazione, mostrano tutto sommato una certa continuità di portata idrica e un buon indice di variabilità di Meinzer (cioè mediamente non si osservano grossi scarti fra le portate massima e minima annuale). Vale la pena evidenziare che anche in Basilicata, come peraltro in tutto il bacino del Mediterraneo, negli ultimi anni decenni si è assistito ad una netta e progressiva diminuzione del surplus idrico (intendendo con questo la differenza fra precipitazioni ed evapotraspirazione reale, quindi del volume d’acqua sotterranea che potenzialmente alimenta gli acquiferi) legato a cambiamenti climatici evidenziati dalla variazione del regime delle precipitazioni (precipitazioni più intense concentrate in periodi brevi) e da un aumento della temperatura. Ciò ha comportato una diminuzione dei volumi di infiltrazione efficace con conseguente diminuzione delle portate delle sorgenti e quindi nella disponibilità di risorse idriche sotterranee da destinare ai vari usi: In Basilicata gran parte delle sorgenti, in particolare quelle alimentate dai potenti ed estesi acquiferi carbonatici, mostrano un chiaro trend negativo delle portate sorgive, che riflette il trend delle precipitazioni meteoriche. A titolo di esempio: in Figura 3.3 si riporta la situazione relativa ad una serie di sorgenti dell’alta valle del Fiume Agri e alla sorgente di San Michele (alta valle del Basento), in cui è palese detto trend negativo; nella Tabella 3.3 sono confrontati i valori di portata idrica delle sorgenti dell’acquifero del Monte Sirino rilevati nel 1937 (S.I., 1937) e nel 1987 (PRA, 1987), in cui è ugualmente certificabile la sensibile diminuzione nei volumi idrici sotterranei drenati.

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Figure 3.3 - Variazioni delle portate idriche mensili delle principali sorgenti dell’Alta Valle del Fiume Agri nel periodo 1983 – 1991 (in alto) e nella sorgente di San Michele nel periodo 1969 – 1998 (in basso) nell’alta valle del Basento

Nome acquifero Nome sorgente Portata (l/s)

1937 Portata (l/s)

1987 Monte Sirino Sirino 131 70 Monte Sirino Timpa di Felci 274 85 Monte Sirino Bramafarina 19,7 2 Monte Sirino Chiotto 45,0 5,0 Monte Sirino (Sorgituro di) Niella 94,1 52 Monte Sirino Petina Piana 17,6 8,7

Tabella 3.3 - Acquifero carbonatico del Monte Sirino : confronto fra i valori di portate idriche di alcune importanti sorgenti rilevati nel 1937 e nel 1987

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3.3 Il bilancio idrogeologico delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino Le risorse idriche sotterranee (nel seguito indicate come RIS) rappresentano una delle principali georisorse rinnovabili (purtroppo sempre meno rinnovabili a causa di variazioni climatiche, di un uso sconsiderato del territorio e delle stesse RIS); esse forniscono cospicue quantità d’acqua per il consumo umano, per l’industria, per l’agricoltura, ecc. In alcuni casi, peraltro sempre più frequenti (periodi siccitosi), le RIS rappresentano l’unico mezzo di sostentamento idrico per le popolazioni e per le attività economiche. Una corretta utilizzazione delle RIS, la messa in campo di adeguate strategie di gestione e di efficaci azioni di salvaguardia e protezione dal degrado quali-quantitativo di corpi idrici sotterranei non possono prescindere da una fedele stima del bilancio idrogeologico della idrostruttura investigata, ovverosia della valutazione dei processi di ricarica attiva e di discarica di acqua sotterranea da un dato sistema idrogeologico, tenendo anche conto delle variazioni di immagazzinamento effettivo delle riserve idriche. La redazione del bilancio idrogeologico globale diretto si basa su accurati studi idrogeologici ed idrodinamici, sull’acquisizione ed elaborazione di un gran numero di dati geologici, idrogeologici, climatici, su accurate stime degli afflussi naturali e dei deflussi idrici sotterranei, dei processi di ricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), degli eventuali prelievi; particolare importanza riveste anche la conoscenza dei fenomeni di interscambio fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici superficiali. Tali dati spesso non sono reperibili o quando lo sono essi possono non ricoprire omogeneamente il territorio investigato. Laddove non si è in possesso di tutti i dati necessari e il modello idrogeologico concettuale sia non sufficientemente noto, la valutazione della ricarica attiva (ovverosia il volume di medio annuo di RIS potenzialmente disponibile) di un sistema idrogeologico può essere valutata ricorrendo a tecniche di valutazione inversa (nel senso di Lerner, 1990) ed in particolare alla tecnica di bilancio idrogeologico inverso messa a punto da Civita (1973) ed implementata in un sistema GIS da Civita & De Maio (1997). Tale tecnica di valutazione è stata efficacemente applicata in numerosi casi di studio in Italia ed anche in Basilicata. Qui di seguito saranno sinteticamente tratteggiati i due diversi tipi di approccio diretto ed inverso per la valutazione della ricarica attiva di un acquifero e per la redazione di un bilancio idrogeologico. Successivamente saranno evidenziate sia le attuali difficoltà circa la redazione di un bilancio idrogeologico globale delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata, sia i necessari studi, indagini ed azioni di monitoraggio per poter efficacemente pervenire ad una fedele stima dello stesso bilancio. Sulla scorta degli studi idrogeologici fin qui svolti, si propone una tabella riassuntiva e preliminare in cui si riporta, per le principali idrostrutture carbonatiche dell’Autorità di Bacino, il bilancio idrogeologico preliminare e i diversi elementi che lo definiscono (tabella 3.4).

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Page 13: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

61

3.3.1 Metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico globale Pur rimandando alla nutrita letteratura idrogeologica e ai suoi numerosi manuali, qui di seguito si tratteggeranno in sintesi la procedura di valutazione diretta dei diversi elementi che costituiscono un bilancio idrogeologico globale (tabella 3.5), intendendo con questo termine la valutazione quantitativa dei processi di ricarica attiva (alimentazione naturale e/o ricarica artificiale) e di discarica (prelievi e deflussi) di acqua sotterranea da un dato sistema idrogeologico, tenendo anche conto delle variazioni di immagazzinamento effettivo delle riserve idriche. Nel caso di un’idrostruttura ben definita ed idrogeologicamente isolata (cioè senza travasi idrici verso acquiferi limitrofi), la cui alimentazione è essenzialmente legata agli afflussi meteorici, per la valutazione del bilancio, ci si può riferire alla ben nota relazione: P= Er + Ie + R Dove P sono gli afflussi meteorici, Er è l’evapotraspirazione reale, Ie è l’infiltrazione o ricarica attiva dell’acquifero (rappresenta la risorsa idrica sotterranea che defluisce nell’idrostruttura) e R è il deflusso idrico superficiale, espressi in mm/a. In particolare il deflusso idrico globale (Dg), espresso in mm/a di altezza d’acqua, è dato da: Dg = R + I Lo stesso deflusso idrico globale (espresso in mc/s) è dato: Qt= Qs + Qw dove: Qt è la portata che defluisce globalmente (in mc/s); Qs è la portata che defluisce in superficie (in mc/s); Qw è la portata che defluisce nel sottosuolo (in mc/s). Il parametro Qt (o Dg) rappresenta la potenzialità idrica totale del territorio che viene esaminato cioè il massimo volume d’acqua (superficiale o sotterranea) teoricamente utilizzabile. D’altra parte il deflusso idrico globale (Dg) è dato da: Dg = P - Er mentre quello sotterraneo è dato da Ie = P – (ER + R) dove Ie è l’infiltrazione efficace che costituisce anche l’entità della ricarica media dell’acquifero. Tale procedura di valutazione è da ritenersi speditiva e i risultati sono da considerare approssimativi. Infatti, in realtà oltre agli apporti idrici diretti si hanno sovente: afflussi più o meno significativi dovuti a processi di ricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), a fenomeni di interscambio idrico fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici superficiali (tabella 3.5); efflussi dovuti a deflussi sorgentizi, ad eventuali prelievi artificiali non restituiti all’interno del sistema; a perdite idriche verso sistemi idrogeologici confinanti; a variazioni a breve medio termine delle riserve idrogeologiche; ecc.. Pertanto, identificato il sistema idrogeologico e il periodo temporale di riferimento, per una esaustiva valutazione del bilancio idrogeologico globale si deve tener necessariamente conto di tutte le entrate e le uscite dallo stesso sistema idrogeologico, i cui elementi fondamentali sono riportati nella tabella 3.5.

Page 14: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

62

Tenendo conto di tutti gli afflussi, il deflusso idrico globale (Dg) espresso in mm/a è dato da : Dg = R + It dove: It = I + A e rappresenta gli apporti idrici totali (o entrate nel sistema idrogeologico), cioè quelli dovuti sia agli afflussi diretti (I) che a quelli indiretti (A). Analogamente il deflusso globale espresso in mc/s diventa: Qt= Qs + Qwt dove Qwt = Qw + QA e rappresenta la portata sotterranea totale, cioè quella dovuta sia agli apporti idrici diretti (Qw) che indiretti (QA). Affinché il bilancio risulti in pareggio, il deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) deve corrispondere alle uscite idriche totali (U = Qu) dal dominio idrogeologico (in mm/a o in 106 mc/a). Queste uscite sono rappresentate sia dagli efflussi naturali che dai prelievi (tabella 3.5). Il bilancio si considera in pareggio quando la differenza tra il deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) e le uscite idriche totali (U = Qu) è inferiore al 10% circa del valore di It. In definitiva si ha: deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) = uscite idriche totali (Ut = Qu) ± ∆w dove ∆w corrisponde alle variazioni delle riserve idriche sotterranee in più o meno rispetto agli afflussi per le suddette condizioni di equilibrio.

Tabella 3.5 - Elementi che concorrono a generare gli afflussi idrici sotterranei totali e gli efflussi idrici sotterranei totali che definiscono il bilancio idrogeologico globale di un sistema idrogeologico (da Civita, 2005)

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63

3.3.2 Valutazione della ricarica attiva di un acquifero con la tecnica del bilancio idrogeologico inverso Nel caso di idrostrutture per le quali non è disponibile un’accurata ed esaustiva banca dati degli elementi e dei parametri necessari che concorrono alla valutazione del bilancio idrogeologico globale o non è sufficientemente noto il modello idrogeologico concettuale, la valutazione della ricarica attiva può essere acquisita utilizzando tecniche di valutazione inversa, nel senso di Lerner et al.,(1990), ed in particolare quella messa a punto da Civita (1973) ed implementata in un sistema GIS da Civita & De Maio (1997, Figura 3.4), nota come bilancio idrogeologico inverso. Tale tecnica consiste in un modello numerico che permette, sulla scorta di elaborazioni di dati non difficilmente acquisibili, di stimare con sufficiente affidabilità la ricarica attiva media annua (ovverosia il volume medio annuo di risorse idriche sotterranee potenzialmente disponibili) di una determinata struttura idrogeologica. In tale modello, che sarà sinteticamente descritto, la ricarica attiva media annua (i.e. infiltrazione efficace - I) è valutata dalla piovosità efficace e dal coefficiente di infiltrazione potenziale (χ) determinato dai caratteri litologici ed idrogeologici superficiali. I risultati conseguiti con l’applicazione di tale tecnica vengono, qualora possibile, confrontati con i dati di deflusso sorgentizio, anche se sommari, o sono utilizzati per una stima della potenzialità idrica del sistema idrogeologico investigato. Le diverse fasi ed operazioni che costituiscono la metodologia del bilancio idrogeologico inverso sono schematizzate nella Figura e sono di seguito sintetizzate.

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C a r t ag e o lit o lo g ic a

D e t e r m in a z io n ed e lla q u o t a m e d ia d i

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Σ Ι = R I SΣ R = R S

C o r r e la z io n es t a t is t ic a

Q u o t e / p r e c ip it a z io n ie

Q u o t e / t e m p e ra t u r e

C a lc o lo d e l lee q u a z io n i

P r e c ip it a z io n i/ q u o t ee

T e m p e ra t u r e / q u o t e

C a lc o lo d e l l’ e v a p o -t r a s p ir a z io n e r e a le

s e c o n d o il m o d e l lo d iT u r c :

E r = P

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L 2

L = 3 0 0 + 2 5 T c + 0 .0 5 T c3

T a b e lle d e i χ

Figura 3.4 - Diagramma di flusso della metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico inverso (da Civita & De Maio, 1997) Per l’applicazione di tale tecnica, l’area di interesse viene discretizzata con una griglia regolare di celle; per ogni singola cella (EFQ), la valutazione della ricarica attiva media annua (I) discenda da una serie di operazioni di seguito elencate: 1 posizionamento georeferenziato delle stazioni pluviometriche e termometriche esistenti all’interno e all’esterno immediato del territorio di interesse;

Page 16: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

64

2 selezione, validazione e omogeneizzazione delle serie storiche di dati termo-pluviometrici relative a periodi isocroni sufficientemente lunghi (10 - 20 anni); 3 calcolo delle medie mensili e annue interannuali dei dati pluviometrici e termometrici rilevati in ciascuna stazione climatica georeferenziata; 4 stima delle temperature corrette (Tc) medie annue interannuali in funzione della piovosità mediante la formula:

∑∑ ⋅

=i

iic P

TPT

in cui Pi è la piovosità media mensile (mm) e Ti è la temperatura media mensile (°C); 5 calcolo delle equazioni piovosità-quota [P = f(q)] e temperatura corretta-quota [Tc = f(q)]. Note le suddette equazioni valide per tutto il territorio di interesse, la procedura di valutazione, applicata ad ogni singola cella individuata, è la seguente: 6 calcolo della quota media (q) di ogni singola cella mediante l’utilizzo di un DTM (digital terrain model) relativo all’area di interesse; 7 calcolo per ogni cella, utilizzando le relazioni [P = f(q)] e [Tc = f(q)], della piovosità specifica (P) e della temperatura corretta Tc; 8 calcolo del tasso di evapotraspirazione reale Er per ogni cella secondo il modello empirico di Turc; 9 stima della precipitazione efficaci specifica media annua (Q) Q = P - Er (mm/a) 10 identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ (variabile tra 0 e 1) stimato in base alla litologia superficiale del complesso idrogeologico, all’acclività della superficie topografica, all’indice di fratturazione, all’indice di carsismo, alla presenza o meno di suolo; 11 calcolo dell’infiltrazione media interannuale I (ricarica attiva specifica media) ottenuta moltiplicando: nel caso di roccia nuda, il valore della precipitazione efficace Q per il valore di χr che compete a ciascuna cella, cioé:

rQI χ⋅= (mm/a) nel caso di presenza di suolo, il valore della precipitazione totale P per il valore di χ s del suolo ricadente nella cella, cioè:

sPI χ⋅= (mm/a) 12 calcolo del ruscellamento specifico R per differenza tra le precipitazioni efficaci e l’infiltrazione cioè: R = Q – I (mm/a) 13 calcolo della ricarica attiva media annua e del ruscellamento di tutta l’area di interesse per sommatoria dei parametri suddetti relativi ad ogni singola cella; interpretazione delle diverse componenti del bilancio idrogeologico.

Page 17: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

65

3.3.3 Stima del bilancio idrogeologico delle idrostrutture ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata A fronte di quanto precedentemente detto, ad oggi con gli studi e i dati fin qui acquisiti, non si è in grado di redigere, per le molteplici e più o meno complesse idrostrutture che compongono il territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata, una valutazione del bilancio idrogeologico globale compiuto ed esaustivo; cioè un bilancio che tenga conto di tutte gli elementi, naturali o antropici, che permettono di stimare l’entità degli apporti (fenomeni di ricarica) e dei deflussi (uscite) che si generano all’interno del sistema idrogeologico. Tale valutazione è tuttavia necessaria per la definizione e la messa in campo di efficaci strategie di utilizzazione, di gestione e di salvaguardia delle RIS. Essa potrà essere ragionevolmente effettuata solo a seguito di circostanziati studi, indagini ed azioni di monitoraggio che coinvolgano le idrostrutture significative, con particolare riferimento a quelle carbonatiche fessurate e carsiche che costituiscono, nel panorama idrogeologico del territorio dell’Autorità di Bacino, i più produttivi serbatoi idrici sotterranei. In particolare, tale complesso di azioni deve condurre, per ogni singola idrostruttura investigata, alla circostanziata definizione del modello idrogeologico concettuale e alla fedele stima dell’entità dei diversi elementi e parametri di cui alla tabella 3.5. Per quanto riguarda la definizione del modello idrogeologico concettuale che, come è noto, comprende il riconoscimento della distribuzione e delle proprietà idrogeologiche ed idrodinamiche dei complessi rocciosi che formano l’idrostruttura, dei relativi caratteri fisici e geometrici, dei processi di ricarica e di deflusso delle acque sotterranee, le proprietà chimico-fisiche delle acque, si rendono necessari: 1 accurati rilievi geologici ed idrogeologici, a scala di dettaglio (1:25.000 o 1:10.000), integrati da analisi ed interpretazione di foto aeree, di rilievi geostrutturali della fessurazione, da indagini dirette (pozzi e sondaggi) ed indirette (prospezioni geofisiche ad alta risoluzione); 2 nel caso di idrostrutture molto produttive o idrogeologicamante complesse, i suddetti rilievi prevedono anche prove e prospezioni idrogeologiche in situ (prove di permeabilità, prove con traccianti, misure dei principali parametri chimico-fisici, ecc.); 3 prelievo periodico di campioni d’acqua da destinare a prove di laboratorio per la stima dei relativi parametri chimico-fisici ed isotopici. Per quanto riguarda la stima dell’entità dei diversi termini (afflussi totale e deflussi totali, tabella 3.5) del bilancio, si deve procedere alla redazione di banche dati storiche estese su un congruo periodo di tempo, aggiornabili in tempo reale. In particolare, tali banche dati devono essere il frutto dell’acquisizione e dell’elaborazione: - di dati di portata delle sorgenti continui (in mancanza almeno mensili) e relativi ad almeno 10 anni; - di dati meteo-climatici (pioggia, temperatura, umidità dell’aria, ecc.) isocroni con i dati storici di portata sorgentizia; - di dati, almeno con cadenza mensile, di deflusso idrico superficiale misurato in corrispondenza di sezioni presenti nei principali corsi d’acqua; - di dati relativi all’entità annua di eventuali prelievi d’acqua e dei volumi non restituiti all’interno del sistema idrogeologico; - di dati relativi all’entità dei volumi d’acqua provenienti da ricariche artificiali. Uno dei componenti del bilancio idrogeologico, senza dubbio il più importante, è la stima delle portate sorgentizie. Nel territorio dell’Autorità di Bacino della basilicata, fatti salvi alcuni importanti acquiferi carbonatici, per la gran parte delle innumerevoli sorgenti non si è in possesso di un congruo bagaglio di dati di efflussi sorgentizi continui.

Page 18: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

66

Tale circostanza consiglia la predisposizione e realizzazione di un piano di monitoraggio che preveda l’acquisizione in continuo di portate sorgentizie e, in corrispondenza di pozzi, delle variazioni di livello piezometrico. Per quanto riguarda le sorgenti, il controllo dovrebbe interessare, per ogni idrostruttura esaminata,le principali sorgenti in esse aventi sede con portate di almeno 5 l/s e. Per quegli acquiferi di minore consistenza idrica, e ci si riferisce in particolare alle idrostrutture sabbioso-conglomeratiche plio-quaternarie (affioranti nella porzione centrale ed orientale del territorio lucano) e a quelle modellate nelle successioni pelagiche arenaceo-conglomeratiche e calcareo-marnose in varia misura fessurate (presenti lungo i principali rilievi appenninici ricadenti nella porzione centrale della Bailicata), la soglia minima di portata delle sorgenti da monitorare è di 1 l/s. Oltre al monitoraggio delle portate sorgive e dei rilievi piezometrici è di fondamentale importanza l’attivazione di sistemi di monitoraggio in continuo delle portate prelevate da corpi idrici sotterranei in corrispondenza di sorgenti e pozzi, al fine di poter attuare una corretta gestione delle risorse idriche finalizzata alla salvaguardia delle caratteristiche quantitative e qualitative dei corpi idrici sotterranei. Al momento è stata effettuato un primo censimento delle principali utilizzazioni in atto per uso idropotabile. I dati disponibili in merito alle derivazioni in atto da corpi idrici sotterranei destinate ad altri usi (agricolo, industriale, ecc.) risultano essere poco numerosi e pertanto non consentano di effettuare una stima attendibile delle quantità derivate; questo aspetto sarà oggetto di approfondimento nelle successive fasi di aggiornamento del piano. Dalla distribuzione dei pozzi censiti nell’ambito del territorio dell’Autorità di Bacino (Taola 2) appare evidente tuttavia che questi risultano essere localizzati prevalentemente in corrispondenza dei fondovalle dei principali corsi d’acqua e nell’area della piana di Metaponto; nell’area dell’alta Val d’Agri i pozzi sono localizzati nei settori di piana prossimi alle principali idrostrutture carbonatiche, in quanto gli acquiferi dei deposti d riempimento della piana ricevono cospicui travasi provenienti dagliacqifericarbonatici. Pertanto i prelievi in atto in corrispondenza dei pozzi censiti interessano soprattutto gli acquiferi ghiaioso-sabbiosi alluvionali e costieri, oltre che glicquiferi delle principali idrostrutturecarbonatiche. Di seguito si riportano i dati al momento disponibili in merito ai bilanci idrogeologici delle principali idrostrutture ricadenti nel territorio di competenza dell’Autorità dii Bacino della Basilicata (tavole 3A-B), quali: 1 idrostruttura calcareo-silicea di Monte Pierfaone-M.Arioso (alta valle del Fiume Basento); 2 idrostrutture carbonatiche dell’alta Valle del Fiume Agri, 3 idrostruttura calcareo-silicea del Monte Sirino; 4 Idrostruttura dei Monti di Maratea; 5 Idrostruttura dei Monti di Lauria 6 Idrostruttura di Madonna del Pollino (Gruppo montuoso del Pollino). Per queste idrostrutture, in attesa dei risultati degli studi e monitoraggio, si può procedere ad una valutazione della ricarica attiva media annua ricorrendo alla tecnica del bilancio idrogeologico inverso. Nelle pagine che seguono si riportano i risultati conseguiti in alcuni studi con tale tecnica di valutazione relativamente ad alcune fra le più importanti idrostrutture carbonatiche. Nella tabella 3.4 sono sintetizzati i risultati di quanto fin qui prodotto in tema di valutazione di bilancio idrogeologico e della ricarica attiva media annua dei sistemi acquiferi prima elencati, pur tenendo conto del loro carattere spesso speditivo e preliminare e di altre circostanze (tra le quali spiccano la non omogeneità del periodo temporale di riferimento, la più o meno sufficiente banca dati utilizzata, le diverse tecniche di valutazione). Per ciascuna delle principali idrostrutture carbonatiche è stata effettuata, inoltre, una valutazione dei prelievi ad uso idropotabile che vanno ad alimentare i principali schemi acquedottistici ricadenti nel territorio dell’Autorità di Bacino (tabella 3.6).

Page 19: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

67

Tabella 3.6 - Stima dei volumi prelevati per uso idropotabile dai corpi idrici sotterranei delle principali idrostrutture dell’Autorità di Bacino della Basilicata Idrostruttura Substruttura Sorgente

Pozzo Gestore Acquedotto

alimentato Volume medio

prelevato Mmc/anno

Volume massimo Prelevato Mmc/anno

Volume minimo

prelevato Mmc/anno

Infiltrazione efficace

Mmc/anno

Acquedotto Lucano

Basento Calastra e Agri

6862233,6 9019296 5581872 Sorgente Aggia

Acquedotto Lucano

Consorzio Agri

362880 414720

Pozzo Tempe

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

668563,2 756864 315360

Aggia

Totale 7893677 10190880 7346745 Sorgente Amorosa

Acquedotto Lucano

Agri 842011,2 914544 788400

Sorgente Chiasciumara

Acquedotto Lucano

Agri 769478,4 946080 536112

Sorgente Sorgitora

Acquedotto Lucano

Agri 854940,96 1072224 630720

Monti della Maddalena

Oscuriello

Totale 2466431 2932848 5766146 Il Monte –Marsico Nuovo

Il Monte-Betina

Sorgente Betina

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

157680

686941 Il Monte

Peschiera del Pedale

Pozzo Peschiera

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

596030,4 693792 504576

4966123 Sorgente Curvino

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

665409,6 1103760

Gruppo sorgivo Capo d’Agri

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

2926540,8 3563568 2175984 M.Calvello-M.Volturino

M.Calvelluzzo-Capo d’Agri-

Curvino

Totale 3591950 4667328 5638006 Acquedotto Lucano

Basento Camastra

2795981,76 3279744 2112912

Brienza 378500 378500 San Michele Sorgente S.Michele Sasso di

Castalda 1261440 1261440

La Cerchiara Sorgente Linise

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

1151064 1482192 914544

M.Pierfaone Sorgente Fossa Cupa

Acquedotto Lucano

Basento Camastra

4251998,88 4446576 1955232

M.Pierfaone-M..Arioso

Totale 9838985 10848452 12310000

Serra Orticosa Sorgente Torbido

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

5248851,84 5802624 4888080

M.Papa Sorgente Niella

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

1892160 1892160

Sorgente Chiotto

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

473040 473040

Sorgente Varco della Valle

Torbido-Maratea

315360 315360

Sorgente Paccione

Torbido-Maratea

Sirino s.s

Sorgente Salomone

Torbido-Maratea

315360 315360

Sirino

Totale 8244772 8798544 28410782,4 50250265

M.Fossino Sorgente Mangosa

Acquedotto Lucano

Frida 3826262,88 4194288 3405888

Caffaro Torbido-Maratea

630720 1576800

Sorgente Arena Bianca

Torbido-Maratea

346896 346896

Monti di Lauria

Monti di Lauria

Sorgente Montepesco

Torbido-Maratea

126144 126144

N.D.

Page 20: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

68

Serra San Filippo

Sorgente Piano Mancoso

Torbido-Maratea

126144 126144

M.Rossino Sorgente Santa Maria

Torbido-Maratea

189216 189216

M.La Spina-Zaccana

Sorgente Salice

Torbido-Maratea

189216 204984

Totale 5434599 6764472

M.Caramola Sorgente Caramola

Acquedotto Lucano

Frida 536112 630720

883008 N.D.

Pollino Madonna del Pollino

Sorgente Frida

Acquedotto Lucano

Frida 12828844,8 13812768 9870768 21880000

Sorgente Parrutta

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

670140 1934102,98 378432

Sorgente San Basile

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

1482192 1766016 555033,6

Pozzo Sorgimpiano

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

500160,96 599184

Sorgente Ondavo

Acquedotto Lucano

Torbido-Maratea

329235,4 473040 220752 M.Crivo

Sorgente Fonte del Prete

252288 252288

M.S.Angelo Sorgente Acqua Bianca

Torbido-Maratea

630720 630720

Monti di Maratea

Totale 16693581 20098839 17475000

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69

3.3.4 Valutazione della ricarica attiva media annua dell’idrostruttura calcareo-silicea dell’Alta valle del Fiume Basento (dorsale Monte Pierfaone) L’idrostruttura di Monte Pierfaone – Monte Arioso (tavola 3A) rappresenta una ben definita struttura idrogeologica, costituita prevalentemente da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate riferibili alla formazione dei Calcari con Selce Auct., caratterizzate da un grado di permeabilità da medio ad alto, e da successioni argillose e siltose inglobanti blocchi di carbonati di piattaforma riferibili alla Formazione di Monte Facito. (unità lagonegresi). La presenza di importanti sistemi di faglie, che dissecano la dorsale di M. Pierfaone – Monte Arioso, e di successioni stratigrafiche caratterizzate dalla presenza di livelli pelitici che inglobano livellli o blocchi carbonatici a maggiore permeabilità, condiziona l’andamento della circolazione idrica sotterranea, determinando la formazione di spartiacque di tipo aperto con conseguente parziale separazione della circolazione idrica. All’interno dell’idrostruttura di M.Pierfaone-M.Arioso è possibile distinguere sei substrutture, quali: substruttura di Monte Pierfaone, di San Michele, di Monte Arioso, di La Cerchiara e di Serra della Criva (figura 3.5 e tavola 3A), i cui acquiferi presentano propri caratteri idrogeologici e idrodinamici e differenti recapiti della circolazione idrica sotterranea (Gruppo Fossa Cupa per l’Acquifero di M.Pierfaone; Gruppo San Michele per l’Acquifero di San Michele; Sorgenti Mar di Levante, Pantano di Mar Levante e Croce Camillo per la Substruttura di M.Arioso; Sorgente Linise per l’acquifero di La Cerchiara). Gli acquiferi di maggiore estensione e potenzialità sono quelli allocati all’interno delle substrutture di Monte Pierfaone, di San Michele e di Monte Arioso, mentre quelli presenti nelle substrutture La Cerchiara e di Serra della Criva sono dotati di minore estensione e di modesta potenzialità idrica. Per l’intera idrostruttura di M.Pierfaone-M.Arioso, noto il modello idrogeologico concettuale e acquisiti ed elaborati un congruo bagaglio di dati climatici ed idrogeologici, è stato possibile stimare, applicando la tecnica del bilancio idrogeologico inverso, la relativa ricarica attiva media annua. In particolare, il territorio esaminato è stato suddiviso in celle regolari e quadrate di 240 m di lato, utilizzando un DTM di uguali caratteristiche. Successivamente la procedura di stima è stata applicata ad ogni singola cella. Nelle tabelle 3.7 e 3.8, sono riportati i dati pluviometrici e termometrici medi mensili ed annui relativi alle stazioni pluviometriche considerate, registrati nel periodo 1958 – 1968. Nella Tabella 3.9 sono invece riportati i valori delle temperature corrette medie annue pluriennali (TC) calcolati per ciascuna stazione in funzione della relativa piovosità. Tale bagaglio di dati climatici ha consentito di individuare le equazioni piovosità - quota e temperatura corretta - quota e le relative rette di interpolazioni riportate nelle figure 3.6 e 3.7, valide per tutta l’area di interesse. Successivamente per ogni singola cella, si è proceduto: 1 alla stima della quota media q; 2 all’identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ sulla scorta dei caratteri idrogeologici superficiali del complesso idrogeologico in essa ricadente, dell'acclività topografica, dell'indice di fratturazione, alla presenza o meno di suolo (tabella 3.10); 3 alla stima della piovosità e della temperatura corretta Tc utilizzando le rette di correlazione P - q e Tc - q precedentemente determinate; 4 al calcolo dell’evapotraspirazione reale Er mediante la formula di Turc; 5 quindi, al calcolo degli elementi che concorrono a definire il bilancio idrogeologico e cuioè piovosità efficace Q, infiltrazione efficace I (ricarica attiva media), ruscellamento specifico R. 6 Successivamente, per sommatoria dei contributi relativi alle diverse celle che costituiscono l’idrostruttura, sono stati calcolati i valori totali dei predetti elementi di bilancio, riportati in tabella 3.11.

Page 22: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

70

Da questa tabella si evince che il volume medio totale annuo di ricarica attiva dell'idrostruttura carbonatica è dell’ordine di 12.31 Mmc/anno, pari a circa 390 l/s, che rappresenta il 35% della piovosità specifica media annua. Nella tabella 3.12 sono riportati i valori delle portate medie annue e dei volumi medi annui drenati (ricarica media annua misurata) dalle principali sorgenti e gruppi sorgentizi ricadenti all'interno della morfostruttura investigata. Dal rapporto fra la ricarica attiva media annua calcolata (Ic) e quella misurata (Ic), pari a 1.08, si ricava che lo scarto fra il risultato dell’applicazione della procedura inversa e la realtà dei fatti è trascurabile, consentendo quindi di ritenere affidabile il bilancio idrogeologico eseguito. Si è quindi effettuata una valutazione dei principali prelievi in atto a scopo idropotabile dall’idrostruttura in esame (tabella 3.6). Tali prelievi interessano le sorgenti San Michele, Linise e Fossa Cupa e vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio annuo prelevato da ciascun punto d’acqua è stato calcolato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonte dati Acquedotto Lucano). Il volume medio annuo prelevato complessivamente dalle tre sorgenti in questo periodo è stato di circa 9,84 Mmc/anno, ma talora sono state raggiunte punte di 11 Mmc/anno. Appare evidente che gran parte del volume di ricarica media annua degli acquiferi dell’idrostruttura di M.Pierfaone –M.Arioso (12.31 Mmc/anno) viene prelevata solo per gli schemi acquedottistici principali. A tale utilizzazione vanno poi aggiunti i volumi di risorsa idrica sotterranea prelevati da fonti minori e destinati ad altri usi (le valutazioni delle utilizzazioni per altri usi saranno approfondite nelle fasi di aggiornamento del piano).

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Figura 3.5 - Schema idrogeologico degli acquiferi dell’alta valle del Fiume Basento. (da Sdao et al., 2003) 1) Complesso calcareo-siliceo: membro molto fessurato; 2) Complesso calcareo-siliceo: membro fessurato; 3) Complesso degli Scisti Silicei; 4) Complesso argilloso-marnoso; 5I Limite idrogeologico dell’idrostruttura; 6) Direzioni di preferenziale deflusso della acque sotterranee; 7) Sorgenti; 8) Principali sorgenti captate; 9 Traccia della sezione geologica; 10) Ubicazioni delle stazioni geostrutturali. A) Substruttura di M.Pierfaone; B) Substruttura San Michele; C) Substruttura di M.Arioso-Serra Giumentaro; D)Substruttura Betina; E) Substruttura di Serra della Criva F) Substruttura La Cerchiara

Stazioni Quota ms.l.m.

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno

Grassano 577 78.1 47.0 62.0 55.0 56.6 49.6 51.4 30.3 65.9 68.3 77.2 82.0 723.4 Irsina 549 64.5 39.1 51.6 53.6 47.8 36.1 38.1 29.3 76.6 57.8 60.9 61.1 616.6 Potenza 826 102.3 63.9 66.2 65.7 52.5 47.8 20.4 37.7 54.4 73.0 109.3 113.5 806.6 S.N.d'Avigliano 848 81.1 58.9 58.8 61.4 47.8 38.2 32.2 28.0 55.5 67.1 89.3 86.1 704.2 Tricarico 698 67.3 36.4 59.8 51.2 66.4 40.2 32.6 36.0 51.9 65.8 71.3 83.0 662.0 P.S.Gervasiio 483 63.3 47.7 58.4 47.8 54.3 48.0 31.3 32.4 51.0 55.2 65.2 68.4 622.9 Marsico N. 865 113.2 73.5 71.3 72.9 49.1 49.9 23.3 31.2 53.8 94.3 135.6 183.3 951.5 Sellata 1600 147.7 79.4 96.3 80.4 68.8 57.1 45.0 38.4 75.7 145.8 158.3 185.5 1178.2 Media 89.7 55.8 65.5 61.0 55.4 45.9 34.3 32.9 60.6 78.4 95.9 107.9 783.2 Tabella 3.7 - Dati pluviometrici medi mensili ed annui registrati alle stazioni climatiche presenti nell’area e in quelle contermini.

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Stazioni Quota

ms.l.m Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Anno

P.s.Gervasio 483 4.7 7.2 8.7 12.3 16.7 20.6 23.6 24.3 20.4 15.7 11.1 7.4 14.4 Potenza 826 3.6 5.6 7.0 10.5 14.8 18.2 21.1 21.6 17.9 14.0 10.0 5.3 12.5 Tricarico 698 4.6 6.2 7.5 11.0 15.5 19.8 23.5 24.1 19.8 15.2 10.6 6.5 13.7 Marsico N. 865 4.9 5.4 7.7 10.3 14.9 18.6 21.5 21.5 18.4 14.0 9.1 5.9 12.7 Media 4.4 6.1 7.7 11.0 15.5 19.3 22.4 22.8 19.1 14.7 10.2 6.3 13.3 Tabella 3.8 - Dati termometrici medi mensili ed annui rilevati nelle stazioni presenti nell’area investigata e in quelle vicine

Stazioni Quota (ms.l.m.)

Tc

P.S.Gervasio 483 13,3 potenza 826 10,5 Tricarico 698 12,6 Marsico N 865 11,3

Tabella 3.9 - Dati di temperatura corretta (TC) per ciascuna stazione considerata

Retta P - quota

y = 0,5079x + 373,96R2 = 0,8541

0,0

500,0

1000,0

1500,0

0 500 1000 1500 2000

q (m s.l.m.)

P( m

m/a

)

Figura 3.6 - Precipitazioni medie annue registrate nelle stazioni considerate e relativa retta di interpolazione

Retta Tc - quota

y = -0,0066x + 16,629R2 = 0,8003

0

5

10

15

0 200 400 600 800 1000

quota (m s.l.m.)

Tc (°

C)

Figura 3.7 - Temperature corrette e relativa retta di interpolazione

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Complesso idrogeologico Valore� Calcareo molto fratturato 0.8 Calcareo fratturato 0.7 Siliceo 0.5 Argilloso 0.2

Tabella 3.10 - Complessi idrogeologici dell’area e valori del coefficiente di infiltrazione potenziale �

Fattore Mmc\a l\s piovosità specifica (P) 35,40 1122,5 evapotraspirazione specifica (Er) 17,26 547,3 piovosità efficace specifica (Q) 18,14 572,2 ricarica attiva specifica (I) 12,31 390,3 ruscellamento specifico (R) 5,83 184,9

Tabella - 3.11 - Valori dei parametri del bilancio idrogeologico inverso

Sorgenti

Acquifero Portata media

annua (l\s) Gruppo sorgentizio Fossa cupa Acquifero M. Pierfaone (A) 112 Gruppo sorgentizio San Michele Acquifero San Michele (B) 103 Linise Acquifero di La Cerchiara 38 Croce Camillo Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 19 Pantano di Mar Levante Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 47 Mar di Levante Acquifero M.Arioso - S.G. (C) 6 Betina Acquifero (D) 20 Altre sorgenti minori captate 16 Totale 361

Tabella 3.12 - Efflussi medi annui delle principali sorgenti e gruppi sorgentizi dell'area

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3.3.5 Bilancio idrogeologico dell’acquifero di Madonna del Pollino (gruppo montuoso del Pollino) L’idrostruttura carbonatica del Pollino (tavola 3B), localizzata a ridosso del limite sud occidentale del territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata, è caratterizzata da acquiferi dotati di elevata potenzialità. L’idrostruttura presenta un assetto stratigrafico-strutturale complesso, essendo costituita da più unità tettoniche costituite da successioni calcaree e/o dolomitiche (Unità del Pollino, Unità di Verbicaro, Unità di Timpone Pallone), su cui risultano sovrapposte successioni argillose metamorfosate dell’Unità del Frido. La dorsale è inoltre dissecata da un importante sistema di faglie trascorrenti (Sistema del Pollino) ed è delimitata da strutture distensive e compressive, che mettono a contatto le successioni carbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabilità che ne tamponano la circolazione idrica. Tale assetto stratigrafico-strutturale della dorsale del Pollino determina la formazione di importanti spartiacque interni, che delimitano alcune importanti substrutture, caratterizzate da una circolazione idrica con differenti caratteristiche idrodinamiche e propri recapiti, quali: substruttura del Massiccio del Pollino e Substruttura di Madonna del Pollino, che ricadono all’interno del territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata; Substruttura di M.Sellaro, Substruttura di Timpone Pallone e Substruttura di M.Maschereto, ricadenti nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Calabria. La substruttura del Massiccio del Pollino comprende i rilievi che vanno dal M.Pollino alle sorgenti del Mercure. L’andamento del deflusso idrico sotterraneo è diretto prevalentemente verso nord-ovest con recapito principale nella Sogente del Mercure (Qm=2050 l/sec). L’acquifero carbonatico di Madonna del Pollino è ubicato lungo il versante lucano del gruppo montuoso del Pollino ed alimenta un importante fronte sorgentizio noto come Sorgenti del Frido (figura 3.8) che rappresenta il punto principale di emergenza della falda idrica sotterranea di questa substruttura. Il fronte sorgentizio del Frido è localizzato in corrisponda di un importante elemento strutturale compressivo che determina la sovrapposizione tettonica delle successioni carbonatiche ad elevata permeabilità del Pollino sulle successioni pelitiche a bassa permeabilità dell'Unità del Frido. Esso è costituito da 10 diverse polle e si estende per circa 300 m, tra la quota 1025 m s.l.m. e 1035 m s.l.m. Tali sorgenti, in virtù dell’assetto strutturale dell’area, sono classificabili come sorgenti per soglia di permeabilità sovrimposta; esse fanno capo ad un sistema fessurato e carsificato caratterizzato da un regime idrologico marcatamente condizionato dagli apporti nivo-pluviali. La valutazione del bilancio idrogeologico di tale importante morfostruttura è stata effettuata da Grassi et al., 19961, sulla scorta di una buona conoscenza dei caratteri idrogeologici ed idrodinamici e di abbondanti ed affidabili dati climatici ed idrogeologici. Qui di seguito si sintetizzano i risultati conseguiti con tale valutazione (tabella 3.4). La stima della potenzialità idrica e degli elementi del bilancio idrogeologico è riferita al periodo 1982 – 1987, periodo per cui si disponeva di dati climatici e di portate sorgentizie omogenei ed isocroni. La potenzialità idrogeologica è stata stimata utilizzando l’equazione classica del bilancio idrogeologico: 1 D. GRASSI, S. GRIMALDI, F. SDAO & G. SPILOTRO (1996) - Idrogeologia dell'acquifero carbonatico di

Madonna del Pollino (Basilicata). Memorie della Società Geologica Italiana., vol. 51, pp. 975 - 988, 10 ff., 2 tabb. - Società Geologica Italiana Roma.

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P = I + R + Evr Da cui Dp = P – Evr = Ip + Rp dove: P= precipitazione media annua in mm; Ip= infiltrazione efficace presunta; Rp= ruscellamento presunto; Evr= evapotraspirazione reale calcolata secondo Thornthwaite & Turc; Dp= deflusso idrico presunto; Us= uscite sorgentizie totali. In particolare, per quanto riguarda Ip, si è considerato un coefficiente di infiltrazione potenziale di 0,9 di Dp. L’evapotraspirazione è stata calcolata sia con la relazione di Turc che con quella proposta da Thornthwaite & Mather. Nella suddetta relazione non sono tenuti in considerazioni altri elementi che concorrono alla stima del bilancio (tabella.3.5), in quanto la struttura in esame è ben delineata, non riceve apporti idrici esterni, non è soggetta né a ricariche né a prelievi antropici. L’infiltrazione efficace presunta (ricarica attiva media annua) è stata confrontata con i volumi idrici drenati dalle sorgenti presenti nell’area. Sebbene la gran parte delle acque sotterranee trovano sbocco in corrispondenza del fronte sorgentizio del Frido, rilievi accurati hanno evidenziato che lungo l’intero alveo a monte e in corrispondenza dello stesso fronte sorgentizio vi sono emergenze non captate e significative perdite idriche in alveo (valutabili grossomodo in circa 200 - 250 l/s), che vanno ad alimenare il deflusso idrico superficilale. Pertanto le uscite sorgentizie totali (Us) sono costituite da quelle rivenienti dalla captazione delle sorgenti del Frido (portata media annua 1982 – 1987 pari a 412 l/s) e da quelle relative alle cosiddette perdite stimabili in 200 – 250 l/s). Nelle tabelle 3.13 e 3.14 vengono riportati i risultati del bilancio idrogeologico, calcolati utilizzando le formule di Turc e di Thornthwaite e Mather per la stima dell’evapotraspirazione. Dal confronto dei risultati appare evidente che la stima del bilancio per la substruttura di Madonna del Pollino risente dell’approssimazione dovuta non solo alla carenza di dati in merito alle serie storiche di portate sorgive, ma anche di approssimazioni dovute a differenti metodologie di valutazione dell’evapotraspirazione. Infatti in funzione del tasso di evapotraspirazione il volume di infiltrazione efficace, e quindi la ricarica dell’acquifero, varia tra 21880000 Mmc/anno e 24559200 Mmc/anno. Anche per l’acquifero di Madonna del Pollino è stata effettuata una valutazione dei principali prelievi ad uso idropotabile (tabella 3.6) che vanno ad alimentare, in questo caso lo schema acquedottistico del Frida. Il volume medio annuo prelevato dalla sola sorgente Frida, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1999-2004 (fonte Acquedotto Lucano), è stato in genere di 13 Mmc/anno con una punta massima di circa 14 Mmc/anno.

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Figura 3.8 - Schema idrogeologico dell’acquifero di Madonna del Pollino. Legenda: 1) Alluvioni recenti ed attuali; 2) Detriti di frana e detriti di falda; 3) Brecce calcaree cementate; 4) Depositi morenici; 5) Flysch argilloso-calcarenitico miocenico; 6) Calcari e calcareniti (Unità del Pollino); 7) Calcari, calcari dolomitici e dolomie (Unità del Pollino); 8) Unità del Frido; 9) Faglia; 10) Sovrascorrimento; 11) Limite stratigrafico; 12) Limite del bacino sotterraneo con interscambi nulli; 13) Limite del bacino sotterraneo con interscambi trascurabili; 14) sorgente minore; 15) Gruppo sorgentizio del Frido; 16) Giacitura degli strati

mm/a mc/a 1/s PRECIPITAZIONI (P) 2527 30324000 EVAPOTRASPIRAZIONE REALE (EVR) (Turc) 501 6012000

DEFLUSSO PRESUNTO (Dp = P – Evr) 2026 24312000 771

INFILTRAZIONE PRESUNTA (Ip = 0.9 Dp) 21880000 694

RUSCELLAMENTO PRESUNTO (Rp) 2431200 77

USCITE SORGENTIZIE (Us), 22075200 650 - 700

Tabella 3.13 - Bilancio idrogeologico con stima dell’evapotraspirazione secondo Turc

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mm/a mc/a 1/s PRECIPITAZIONI (P)

2527 30324000

EVAPOTRASPIRAZIONE REALE (EVR) (Thornthwaite & Mather) 501 3036000

DEFLUSSO PRESUNTO (Dp = P – Evr) 2274 27288000 865

INFILTRAZIONE PRESUNTA (Ip = 0.9 Dp) 24559200 778

RUSCELLAMENTO PRESUNTO (Rp) 2728800 87

USCITE SORGENTIZIE (Us) 22075200 650 - 700

Tabella 3.14 - Bilancio idrogeologico con stima dell’evapotraspirazione secondo Thornthwaite e Mather

3.3.6 Bilancio Idrogeologico delle Idrostrutture della Val D’Agri Nell’area della Val D’Agri si rinvengono alcune importanti strutture idrogeologiche (tavola 3A), che comprendono punti d’acqua che alimentano alcuni dei principali schemi acquedottistici della Basilicata. I dati inerenti il bilancio idrogeologico delle idrostrutture della Val d’Agri sono tratti da “Le risorse idriche sotterranee della Val d’Agri” (2002”), che riporta i risultati degli studi realizzati per il Progetto Agrifluid (“Valutazione, caratterizzazione e monitoraggio delle risorse idriche sotterranee dell’Alta Val d’Agri”). La metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico utilizzata è stata quella del bilancio idrogeologico inverso (Civita, 1973, 1975; Civita & Nicotera, 1974; Civita et Al., 1983; Civita et Al., 1984; Civita et Al., 1991; Civita et Al., 1994; Civita et Al., 1995), in quanto essa rappresenta la sola metodologia che consente di fornire una stima del potenziale di risorse idriche medie di aree prive o estremamente povere di dati. La ricarica attiva media annua di ognuna delle strutture idrogeologiche o substrutture della Val d’Agri è stata calcolata a partire dalla piovosità efficace e dalle condizioni idrogeologiche, che sono espresse dall’indice di infiltrazione (χdeterminato in base alle caratteristiche litologiche superficiali (se le rocce sono affioranti o sotto scarsa copertura di suolo) e/o dalle caratteristiche idrauliche del suolo (se questo è potente). I volumi di infiltrazione efficace stimati per ogni idrostruttura sono stati confrontati ai dati d’uscita del sistema idrogeologico noto, anche se sommari, per verificare l’attendibilità dell’elaborazione. Di seguito si descrivono i risultati del bilancio idrogeologico inverso delle principali strutture idrogeologiche della Val d’Agri (da Civita et al., Progetto Agrifluid 2002; tabella 3.15). Si riportano, inoltre, per alcuni degli acquiferi principali i dati relativi ai seguenti parametri idrogeologici (da Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid; tabella 3.16): α Coefficiente di esaurimento W0 Volume delle riserve regolatrici all’inizio del periodo di esaurimento Wt Volume di riserve effluite nel periodo di esaurimento ∆W Capacità di svuotamento del sistema nell’anno di riferimento TR Tasso di rinnovamento delle riserve regolatrici tMR Tempo medio di rinnovamento delle riserve regolatrici

Page 30: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

78

DT Delay time o tempo di autosostentamento della portata (intervallo temporale nel quale il volume delle riserve presenti nell’acquifero potrebbe sostenere una portata sorgiva uguale a quella misurata alla fine del periodo di esaurimento) IW Indice di Immagazzinamento Appare opportuno evidenziare che sia le stime del bilancio idrogeologico inverso che quelle dei principali parametri idrogeologici degli acquiferi allocati nelle strutture o substrutture idrogeologiche devono essere utilizzati con notevole cautela, in quanto le stime sono state effettuate utilizzando dati di portate sorgive poco numerosi, talora anche poco attendibili, distribuiti in intervalli temporali molto ampi. Pertanto le stime della disponibilità idrica per ciascuna idrostruttura o substruttura non riflettono le reali potenzialità degli acquiferi, ma rappresentano valutazioni di massima, spesso sovrastimate, da sottoporre ad attenta verifica. Di seguito si descrivono in sintesi le caratteristiche idrogeologiche delle principali idrostrutture ricedenti nell’alta Val d’Agri.

Page 31: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

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Page 32: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

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Le principali idrostrutture in destra idrografica della Val D’Agri sono: 1 L’idrostruttura di Marsico Nuovo-Il Monte. Questa idrostruttura include i rilievi compresi tra Il Monte, Manca delle Vespe, M.Cugnone e Marsico Nuovo ed è costituita da successioni calcareo-dolomitiche della Formazione dei Calcari con selce e da successioni radiolaritiche ed argilloso-marnose degli Scisti Silicei (Unità di Lagonegro). L’assetto strutturale dell’area in esame è caratterizzato dalla presenza di più falde sovrapposte dell’Unità di Lagonegro, dissecate da sistemi di faglie ad andamento NW-SE, N-S ed W-E. In relazione all’assetto stratigrafico-strutturale di quest’area e è possibile distinguere leseguenti substrutture, caratterizzate da una circolazione idrica sotterranea con proprie caratteristiche idrodinamiche: - Substruttura Il Monte-Betina - Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio - Substruttura Marsico Nuovo-S.Giovanni. La substruttura Il Monte-Betina è costituita da successioni calcareo-dolomitiche della formazione dei Calcari con Selce, a permeabilità medio-alta, tamponate da successioni pelitiche a bassa permeabilità della Formazione di Monte Facito. La falda di base allocata nell’acquifero de il Monte-Betina ha deflusso diretto verso E-SE con recapito principale nella Sorgente Betina (sorgente per soglia permeabilità sottimposta). Dalle poche misure di portata disponibili (n.8 misure di cui 1 del 1928, 1 del 1987 e 5 senza data) si rileva: Qm=15,8 l/sec, Qmin= 0,51 l/sec, Qmax= 36,9 l/sec. Per l’anno 2000 è disponibile un’unica misura di portata, pari a 11 l/sec. Dal bilancio idrico stimato sulla base dei pochi dati disponibili (Civita et al., 2002) risulta che il volume medio infiltrato ammonta a 0,686 Mmc/anno. Il volume evacuato dall’unica sorgente (censita) è 0,504 Mmc/anno. La differenza che si riscontra tra il valore del volume di infiltrazione efficace e quello del volume evacuato dalle sorgente Betina è probabilmente dovuta all’elaborazione di dati poco numerosi e statisticamente non significativi, oltre che alla mancanza di informazioni inerenti le portate di altre sorgenti minori alimentate dalla substruttura. Il volume medio prelevato dalla sorgente Betina (tabella 3.6) è pari a circa 0,16 Mmc/anno (fonte Piano d’Ambito-ATO Basilicata, 2002). La Substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce e da radiolariti successioni radiolaritiche ed argillose degli Scisti Silicei, caratterizzate le prime da permeabilità medio-alta, la seconda da permeabilità medio-bassa. L’idrostruttura è delimitata verso ovest da una superficie di sovrascorrimento che sovrappone tali successioni a quelle argilloso-marnose del Flysch Galestrino Auct., caratterizzate da permeabilità bassa o nulla. Lungo il margine sud-orientale della substruttura il contatto tra le stesse formazioni si realizza mediante un sistema di faglie ad andamento W-E. Il margine settentrionale dell’idrostruttura è delimitato da faglie ad andamento W-E che mettono a contatto le successioni calcareo-dolomitiche con i depositi pelitici della Formazione di Monte Facito, caratterizzati da permeabilità bassa o nulla. La circolazione idrica sotterranea è diretta verso SE ed ha il suo recapito principale nella sorgente Occhio. Anche in questo caso le misure di portata storiche disponibili sono poco numerose (solo 8, di cui 1 del 1933, 3 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) da cui derivano i seguenti dati di portata: Q m= 21,49 l/s; Qmin=14 l/sec; Qmax= 32,6 l/sec. Le misure disponibili nel periodo 2000-01 sono nove e danno i seguenti dati di portata: Q m= 22,11 l/s; Qmin=14 l/sec; Qmax= 27 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato ammonta a 1,495 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalla sorgente è molto inferiore, dell’ordine di 0,693 Mmc/anno.

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Il volume di infiltrazione stimato da Civita et al. (2002, Progetto Agrifluid) è da ritenersi sovrastimato in quanto alla substruttura Manca delle Vespe-M.Cugnone-Occhio sono state attribuite delle aree appartenenti invece all’Idsrostruttura dei Monti della Maddalena. Pertanto se si escludono tali aree il volume di infiltrazione efficace non dovrebbe superare 0,8-1,0 Mmc/anno. L’ulteriore differenza tra il volume di infiltrazione efficace ed il volume evacuato è da imputare probabilmente alla mancata stima di travasi dall’idrostruttura verso i depositi alluvionali dei torrenti aflluenti dell’Agri. La Substruttura Marsico Nuovo-S.Giovanni è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce, a permeabilità medio-alta. Essa è delimitata da sistemi di faglie ad andamento W-E e N-S che mettono in contatto le successioni calcareo-dolomitiche con quelle argilloso-marnose del Flysch Balestrino Auct. La falda di base della substruttura presenta deflusso idrico sotterraneo diretto prevalentemente alla sorgente San Giovanni di Marsico Nuovo. Le misure di portate storiche disponibili per questa sorgente sono solo 5, da cui risulta una Q m= 7 l/s. Le misure di portata disponibili nel periodo 2000-01 (n.9) indicano: Qm=13 l/sec Qmin=4 l/sec; Qmax= 19 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta un volume medio infiltrato pari a 0,285 Mmc/anno. Il Volume evacuato dalla sorgente, stimato sulla base dei dati storici di portata ammonta a 0,252 Mmc/anno, mentre quello stimato sulla base delle misure di portata del 2000-01 ammonta a 0,409 Mmc/anno (Civita et al., 2002). Il valore del volume evacuato dalla sorgente, stimato su dati recenti, risulta essere nettamente superiore rispetto al valore del volume evacuato dalla sorgente, stimato su dati storici, ed al volume di infiltrazione efficace. Civita et al. (2002) attribuiscono il forte incremento di volume evacuato in tempi recenti ad apporti dovuti a pozzi perdenti. 2 L’idrostruttura dei Monti della Maddalena comprende la dorsale dei rilievi dei Monti della Maddalena, il cui assetto strutturale è caratterizzato dalla sovrapposizione di più unità tettoniche carbonatiche costituite dalle successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità Alburno-Cervati e dell’Unità dei Monti della Maddalena, sovrapposte alle successioni dell’Unità di Lagonegro. La dorsale è inoltre dissecata da sistemi di faglie (dirette, inverse e trascorrenti) ad andamento W-E, NW-SE, NE-SW e N-S. Il complesso assetto stratigrafico-strutturale dell’area condiziona fortemente l’andamento della circolazione idrica sotterranea, per cui all’interno dell’idropstruttura dei Monti della Maddalena è possibile distinguere alcune substrutture idrogeologiche, che ospitano acquiferi con caratteristiche idrogeologiche ed idrodinamiche differenti: - Substruttura Santino - Subsruttura Oscuriello-Scuro Amoroso - Substruttura Vanzi – Vattinieri - Substruttura Aggia - Substruttura Capo Cavolo - Substruttura S.Stefano - Substruttura Salici-Carpineta - Substruttura Lupara La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santino, con caratteristiche tipiche di un sistema carsificato, ha i principali recapiti nelle sorgenti: - Capo d’Acqua. Le misure di portata storica disponibili sono solo 10 (1 del 1928, 1 del 1933, 2 del 1964, 6 senza data) da cui risulta: Qm=37 l/sec, Qmax= 116 l/sec, Qmin=11 l/sec. Le misure di portata nel periodo 2000-01 sono 10 da cui risultano valori di portata nettamente inferiori: Qm=5,6 l/sec, Qmax= 11 l/sec, Qmin=1 l/sec - Monaco Santino.Le misure di portate storiche disponibili sono solo 8 (2 del 1928, 2 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) mentre relativamente al periodo 2000-01 sono disponibili 10 misure. I dati di portata

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storici e quelli relativi alle misure più recenti sono simili; da essi risulta: Qm=190 l/sec, Qmax=282 l/sec, Qmin=115 l/sec. - Peschiera Santino. Le misure di portata storiche disponibili sono solo 19 (11 del 1928, 1 del 1929, 1 del 1931, 2 senza data, 3 del 1965, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=67,73 l/sec, Qmax= 160 l/sec, Qmin=47 l/sec. Le misure di portata relative al periodo 2000-01 sono 10 da cui risulta: Qm=43,4 l/sec, Qmax=56 l/sec, Qmin=29 l/sec, valori questi inferiori rispetto a quelli derivanti dai dati storici. - Pagliarelle Santino. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 14 (9 del 1928, 2 del 1929, 2 del 1953, 1 del 1987) mentre quelli del periodo 2000-01 sono 10. Dai dati disponibili risultano in genere Qm=24 l/sec (storico Qm simile), Qmax= 40 l/sec, Qmin=11 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato nella substruttura ammonta a 8,914 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 10,249 Mmc/anno (stimato sulla base dei dati storici delle portate sorgive) e 8,262 Mmc/anno (stimato sulle misure di portata sorgiva più recenti). Al momento non è possibile valutare l’attendibilità delle misure storiche di portata sorgiva, che almeno in parte potrebbero essere state sovrastimate. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso ha come principali recapiti le seguenti sorgenti: - Gruppo sorgivo Scuro Amoroso- Scuro Ruscello. Le misure di portate storiche disponibili per la sorgente Scuro Amoroso sono solo 17 (9 del 1928, 3 del 1929, 2 del 1953, 3 del 1965, probabilmente rappresentative dell’intero gruppo sogivo) mentre quelle relative al periodo 2000-2001 sono 10. Per la sorgente Scuro Ruscello sono disponibili solo 10 misure di portata riferibili al periodo 2000-2001. Complessivamente dai dati disponibili per il gruppo sorgivo risultano i seguenti valori di portata: Qm=22 l/sec (storico Qm=42 l/sec), Qmax=27 l/sec (storico Qmax=70,5 l/sec), Qmin=16 l/sec (storico Qmin=11,42 l/sec). - Gruppo Sorgivo Oscuriello. Questo comprende le sorgenti: Oscuriello I, Oscuriello II, Oscuriello bassa. Per la sorgente Oscuriello I (costituita da due emergenze Chiasciumara I e II). le misure di portate storiche disponibili sono 15 (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data) da cui risulta: Qm=48,6 l/sec, Qmax=61 l/sec Qmin=35 l/sec. Anche per la sorgente Oscuriello II (o Sorgitura) le misure di portate storiche disponibili sono solo 15 (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data), da cui risulta: Qm=48,33 l/sec, Qmax=79 l/sec, Qmin=27 l/sec. Per il periodo 2000-2001 per le sorgenti Oscuriello I e II sono disponibili 10 misure complessive di portata, da cui risulta: Qm=60,09 l/sec, Qmax=73 l/sec, Qmin=40 l/sec. Per la sorgente Oscuriello bassa sono disponibili 15 misure di portata storiche (9 del 1928, 4 del 1929, 2 senza data), da cui risulta: Qm=48,33 l/sec, Qmax=79 l/sec, Qmin=27 l/sec, mentre le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono 4 da cui risulta: Qm=26,75 l/sec, Qmax=28 l/sec, Qmin=25 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso ammonta a 5,766 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 4,383 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure di portata storica) e 3,437 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure più recenti). La differenza tra il valore del volume infiltrato e quello dei volumi evacuati da sorgenti viene attribuito da Civita et al. (2002) ad una non esatta valutazione dell’evapotraspirazione dei bacini di Mandrano e Mandranello, per cui il volume di infiltrazione risulterebbe sovrastimato. La sovrastima potrebbe essere tuttavia dovuta anche ad un sovradimensionamento dell’idrostruttura. Parte delle sorgenti del gruppo Oscuriello sono soggette a prelievi ad uso idropotabile, che vanno ad alimentare lo schema acquedottistico dell’Agri (tabella 3.6). Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1996-2004 (fonte Acquedotto Lucano), è di circa 2,5 Mmc/anno, con punta massima registrata di circa 2,9 Mmc/anno.

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A questo importante prelievo, vanno aggiunti i prelievi da pozzo o da sorgenti minori, destinati ad altri usi. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Vanzi-Vattinieri ha il suo recapito principale nella Sorgente Vanzi Vattinieri. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 12 (9 del 1928, 3 del 1929) da cui risulta: Qmedia=66 l/sec, Qmax=129 l/sec, Qmin=21 l/sec. Le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono solo 10 (con valori più bassi di quelli rilevati negli anni 1928-29), da cui risulta: Qmedia=12,9 l/sec, Qmax=18l/sec, Qmin=11 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Vanzi-Vattinieri ammonta a 2,662 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 1,955 Mmc/anno (stima effettuata su dati storici di portata sorgiva) e 0,409 Mmc/anno (stima effettuata su dati recenti di portata sorgiva). La differenza tra i volumi di infiltrazione e quelli evacuati dalla sorgente potrebbe essere legata ad una non esatta delimitazione della struttura (sovradimensionamento) con conseguente sovrastima dei volumi infiltrati. La rilevante differenza esistente tra i volumi evacuati dalla sorgente nel periodo1928-1929 e nel periodo 2000-01 potrebbe essere dovuta sia a differenze dei metodi di rilevazione delle misure stesse sia alla presenza di opere di derivazione attestate nello stesso acquifero che alimenta la sorgente. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Aggia recapita verso un’unica sorgente principale, la sorgente Aggia. Le misure di portate storiche disponibili sono 23 (11 del 1928, 1 del 1929, 3 del 1931, 2 del 1932, 3 del 1953, 3 senza data), da cui risulta: Qm=295 l/sec, Qmax=629 l/sec, Qmin=192 l/sec. Negli anni 2000-01 è stata realizzata una sola misura di portata (febbraio 2001) pari a 185 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della Substruttura Aggia ammonta a 7,347 Mmc/anno, il volume evacuato dalla sorgente è di circa 9,271 Mmc/anno. La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e il volume evacuato dalla sorgente potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento della substruttura, con conseguente sottostima dell’infiltrazione efficace. Tuttavia il valore del volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere sovrastimato, tenuto conto della scarsa attendibilità delle misure storiche di portata. I principali prelievi ad uso idropotabile che interessano l’acquifero della substruttura Aggia sono localizzati in corrispondenza della sorgente Aggia e del pozzo Tempe. Tali prelievi vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio annuo prelevato complessivamente dai due punti d’acqua, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano) risultano essere di circa 7,9 Mmc/anno, con una punta massima registrata di 10,2 Mmc/anno. Appare evidente che i volumi prelevati per solo uso idropotabile equiparano il volume di ricarica media annua dell’acquifero; in alcuni casi i prelievi superano sono stai superiori alla ricarica. La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Capo Cavolo ha due principali recapiti sorgivi: Capo Cavolo I e Capo Cavolo II. I dati di portata relativi alla sorgente Capo Cavolo I si riferiscono ad un’unica misura del 04/01/01 con Q=16 l/sec. Per quanto riguarda la sorgente Capo Cavolo II le misure di portate storiche disponibili sono 23 (2 del 1928, 5 del 1929, 6 del 1930, 1 del 1931, 1 del 1932, 4 senza data, 3 del 1953, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=962 l/sec, Qmax=1205 l/sec, Qmin=612 l/sec. Le misure effettuate nel periodo 2000-2001 (n.10) danno valori di portata inferiori: Qm=710,5 l/sec, Qmax=785 l/sec, Qmin=611 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Capo Cavolo ammonta a 19,627 Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti varia da 30,337 Mmc/anno

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(stimato su dati storici di portata sorgiva) a 22,895 Mmc/anno (valore calcolato sulla base dei dati recenti delle portate sorgive). La differenza di valori tra il volume medio di infiltrazione e il volume evacuato dalle sorgenti negli anni 2000-2001 potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento dell’idrostruttura (sottodimensionata rispetto alla substruttura Lupara, con conseguente sottostima del volume di infiltrazione). Il valore del volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati storici è da utilizzare con cautela in quanto deriva dall’elaborazione di dati la cui attendibilità non è verificabile (non si conoscono infatti le tecniche di rilevazione delle portate). La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santo Stefano ha come recapito principale la Sorgente Santo Stefano. La portata più recente registrata è di 65 l/sec (15/05/01). Le misure di portate storiche disponibili sono solo 7 (1 del 1928, 1 del 1933, 2 senza data, 3 del 1965) da cui risulta: Qmedia = 59,6 l/sec, Qmax= 67,7 l/sec e Qmin=33,8 l/sec. Nel 1987 sarebbe stata registrata una portata di 174 l/sec, di gran lunga differente da quelle registrate in precedenza e pertanto da considerare poco attendibile. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Santo Stefano ammonta a 2,025 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalla sorgente è pari a 2,049 Mmc/anno (stimato sulla base delle misure di portata sorgive più recenti). La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Salici-Carpineta ha come principali recapiti le sorgenti: - Fontana dei Salici. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 7 (1 del 1928, 1 del 1933, 4 senza data, 1 del 1987) da cui risulta: Qm=184 l/sec, Qmax= 347 l/sec, Qmin=97 l/sec. Le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono 10 da cui risulta: Qm=119,3 l/sec, Qmax=134 l/sec, Qmin=92 l/sec. Tali valori di portata sorgiva risultano essere più bassi rispetto a quelli delle portate storiche. - Carpineta. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (2 del 1961, 3 del 1965, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=66,5 l/sec, Qmax= 80,7 l/sec, Qmin=52,9 l/sec. Le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono solo 3 e indicano: Qm=49 l/sec, Qmax= 51 l/sec, Qmin=47 l/sec. Anche in questo caso le portate recenti risultano più basse di quelle rilevate in epoche pecedenti. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Salici Carpineta ammonta a 4,151 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti varia da 7,852 Mmc/anno (stima effettuata su misure storiche di portata sorgiva) e 5,298 Mmc/anno (stima riferita alle misure più recenti). La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e quello evacuato dalle due sorgenti in epoche recenti potrebbe essere messa in relazione ad una sottostima delle precipitazioni (Civita et al., 2002). La differenza rilevata tra i valori dei volumi evacuati dalle sorgenti nel periodo 2000-01 e in periodi precedenti è in parte da mettere in relazione alle differenti tecniche di rilevazione delle misure. La circolazione idrica sotterranea della substruttura Lupara ha il suo recapito principale nel fronte sorgivo Lupara (alimentato dalle successioni dolomitiche che travasano nelle alluvioni del Torrente Sciauro). Le misure di portate storiche disponibili sono solo 5 (1 del 1928, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=62,39 l/sec, Qmax=139 l7sec, Qmin=10,50 l/sec. Le misure di portata relative al periodo 2000-01 sono 10, da cui risulta: Qm=196 l/sec, Qmax=377 l/sec, Qmin=122 l/sec. Probabilmente le misure storiche di portata sorgiva disponibili sono riferite ad una sola sorgente del gruppo, il che giustificherebbe la differenza dei valori tra le portate storiche (nettamente più basse) e le portate recenti.

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Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Lupara ammonta a 8,369 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti ammonta a 6,149 Mmc/anno. La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato potrebbe essere dovuta ad una non esatta delimitazione della struttura (sovradimensionata a discapito della struttura di Capo Cavolo, da cui risulterebbe una sovrastima del volume di infiltrazione). 3 Idrostrutture minori dell’area di Moliterno Nell’area a sud-ovest di Moliterno, in destra idraulica del fiume Agri, sono state individuate alcune idrostrutture minori costituite da depositi calcareo-dolomitici delle unità lagonegresi, quali: - Idrostruttura Arsiene - Idrostruttura di M.Lagarone-Sorgituro - Idrostruttura Acqua Viva. La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura Arsiene (costituita da blocchi carbonatici inclusi nelle successioni pelitiche della Formazione di Monte Facito) trova recapito principale nella sorgente Arsiene. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (1 del 1928, 1 del 1933, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=10,36 l/sec, Qmax=18,9 l/sec, Qmin=7,8 l/sec. Le misure di portata riferite al periodo 2000-01 sono 9, da cui si evince: Qm=15,9 l/sec, Qmax=23 l/sec, Qmin=6 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura Arsiene ammonta a 0,461 Mmc/anno, simile al volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,498 Mmc/anno. La valutazione dell’infiltrazione efficace media è stata eseguita anche per l’idrostruttra Fabbricata, adiacente all’idrostruttura Arsiene. Il volume stimato è pari a 0.394 Mmc/anno. La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura M.Lagarone-Sorgituro (costituita anche essa da blocchi carbonatici inglobati nelle successioni pelitiche della formazione dei Calcari con Selce) ha come recapiti principali: - la Sorgente di Pietrapanna, con portata irrisoria. - la Sorgente Sorgituro. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 5 (1 del 1928, 3 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=12,7 l/sec, Qmax= 20,3 l/sec, Qmin=6 l/sec. Il solo dato di portata più recente (15/05/01) risulta essere di 18 l/sec. Dal calcolo del bilancio si evince che il volume medio infiltrato dell’Idrostruttra M.Lagarone-Sorgituro ammonta a 0,939 Mmc/anno, valore molto superiore al volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,400 Mmc/anno. La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere dovuta ad una non esatta valutazione delle portate sorgive e dalla carenza di dati inerenti il numero di sorgenti effettivamente alimentate dall’idrostruttura. La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura Acqua Viva (costituita da blocchi carbonatici inglobati nelle successioni pelitiche della Formazione di Monte Facito) ha il suo recapito principale nella Sorgente Acqua Viva. Le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (1 del 1928, 1 del 1933, 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=6,97 l/sec, Qmax=10,8 l/sec, Qmin=6 l/sec. Le misure di portata riferite al periodo 2000-01 sono 10, da cui risulta: Qm=20,4 l/sec, Qmax=47 l/sec, Qmin=6 l/sec. Dal calcolo del bilancio risulta che il volume medio infiltrato dell’Idrostruttra Acqua Viva ammonta a 0,457 Mmc/anno, valore inferiore al valore del volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,645 Mmc/anno stimato sulle misure di portata più recenti, ma superiore al valore del volume evacuato dalla sorgente stimato sulla base di dati storici, pari a 0,219 Mmc/anno.

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4 Idrostruttura di M.Raparo-Varco Laino-Prastiolo L’assetto strutturale dell’idrostruttura di M.Raparo -Varco Laino-Prastiolo risulta essere particolarmente complesso. Questa idrostruttura è costituita da successioni carbonatiche dell’Unità Alburno Cervati affioranti, nell’area di M.Raparo, in finestra tettonica al di sotto di successioni pelitiche ed arenacee riferibili all’Unità Sicilide. Le propaggini nord-occidentali della struttura di M.Raparo sonon rappresentati da alcuni modesti rilievi carbonatici in destra idrografica del Torrente Maglia. La falda di base dell’idrostruttura di M.Raparo trova recapito nelle sorgenti di Varco Laino e Prastiolo localizzate in corrispondenza dell’impluvio del torrente Maglia. Per la Sorgente Varco Laino le misure di portate storiche disponibili sono solo 4 ( 3 senza data, 1 del 1987), da cui risulta: Qm=156 l/sec, Qmax=214 l/sec, Qmin=114 l/sec. Le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono 10 ed indicano: Qm=154 l/sec, Qmax=290 l/sec, Qmin=111 l/sec. Per la Sorgente Prastiolo le misure di portate storiche disponibili sono solo 6 (5 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=115,36 l/sec, Qmax=290 l/sec, Qmin=111 l/sec. Le misure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono 10 ed indicano: Qm=55,3 l/sec, Qmax=109 l/sec, Qmin=27 l/sec; su dati storici Qm=l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato dell’Idrostruttra M.Raparo-Varco Laino-Prastiolo ammonta a 8,279 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata ammonta a 6,6 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 8,546 Mmc/anno. La differenza tra il valore del volume di infiltrazione ed il valore del volume evacuato dalle sorgenti in epoche differenti potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensionamento dell’idrostruttura (sovradimensionamento con conseguente maggiorazione della stima dell’infiltrazione). Si ritiene, inoltre, che la stima dei volumi evacuati dalle sorgenti effettuata sulla base delle portate storiche potrebbe essere sovrastimata, in quanto derivante dall’elaborazione di un numero di dati insufficiente. Le principali idrostrutture in sinistra idrografica della Val d’Agri sono: 1 L’idrostruttura di M.Calvello-M.Volturino. La struttura della dorsale di M.Calvelluzzo-M.Volturino è caratterizzata dalla sovrapposizione di più thrust-sheets delle unità lagonegresi costituiti da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della Formazione dei Calcari con selce (caratterizzate da permeabilità da media ad alta), da radiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei (a permeabilità da media a bassa) e da marne ed argille silicifere del Flysch Galestrini Auct. (a permeabilità bassa). La dorsale è inoltre dissecata da sistemi di faglie con orientamento NW-SE, NE-SW, WSW-ESE. Tale assetto strutturale condiziona l’andamento della circolazione idrica sotterranea, infatti all’interno dell’idrostruttura in esame è possibile distinguere le seguenti substrutture, ognuna caratterizzata da acquiferi con proprie caratteristiche idrogeologiche ed idrodinamiche: - Substruttura M.Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino; - Substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua; - Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino; La substruttura di M.Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei. Essa è delimitata lungo il margine orientale e settentrionale da una superficie di sovrascorrimento, che determina la sovrapposizione delle successioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei sulle successioni marnoso-argillose del Flysch Galestrino Auct.. I margini occidentale e meridionale della substruttura sono delimitati rispettivamente da un sistema di faglie orientato circa N-S e da un sistema orientato W-E che metteno a contatto le successioni dei Calcari con selce con le successioni marnoso-argillose dei Galestri e con depositi detritici. Gli acquiferi sono allocati nelle successioni calcareo-dolomitiche silicizzate e sono tamponatti dalle successioni marnoso-argillose dei Galestri, caratterizzate da un basso grado di permeabilità.

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La circolazione idrica sotterranea è diretta prevalentemente verso il margine occidentale della substruttura ed ha i suoi recapiti principali nei gruppi sorgivi: - Sorgenti Capo d’Agri I, II, III e Sorgenti minori del gruppo Capo d’Agri Ruscello; - Sorgente Curvino. Nel settore meridionale della substruttura è possibile distinguere due acquiferi minori, quello della sorgente Romaniello e quello della sorgente Acero, separati dall’acquifero principale da spartiacque, rappresentati da superfici di sovrascorrimento, che rendono minimi gli interscambi tra i differenti acquiferi. I dati storici delle misure di portata disponibili per le sorgenti del Gruppo Capo d’Agri sono molto diversi dai valori di portata rilevati nel periodo 2000-01 (Civita et al., 2002). In particolare per la sorgente Capo d’Agri I, le misure di portate storiche disponibili sono solo 8 (1 del 1928, 3 del 1965, 3 senza data, 1 del 1987), da cui si evince: Qm=54,84 l/sec, Qmax=172,70 l/sec, Qmin=4,37 l/sec. Le misure di portata riferite all’anno 2000 (in tutto 3 misure) sono decisamente più basse e da esse si evince: Qm=19,33 l/sec, Qmax=24 l/sec, Qmin=14 l/sec. Per le sorgenti Capo d’Agri II e III la situazione si inverte in quanto se si utilizzano le misure storiche di portata sorgiva (n.5 misure senza data) risulta: Qm=72,54 l/sec, Qmax=141 l/sec, Qmin=35,70 l/sec. Se si fa riferimento alle misure di portata dell’anno 2000 (solo 3 misure) si rileva invece: Qm =132 l/sec, Qmax=149 l/sec, Qmin=105 l/sec. Le differenze tra i valori delle misure di portata effettuate in periodi differenti sono da attribuire sia alle differenti tecniche di misurazione delle portate utilizzate, sia a variazioni del regime sorgivo indotte dalle derivazioni in atto dagli acquiferi che alimentano le emergenze sorgive. Lungo il corso del fiume Agri, a valle delle sorgenti Capo d’Agri I-II-III, sono state effettuate nell’anno 2000 due misure di portata per valutare i contributi di alcune emergenze minori (Capo d’Agri Ruscello), con i seguenti risultati: Qm=254 l/sec, Qmax=314 l/sec, Qmin=194 l/sec. Per quanto riguarda la sorgente Curvino i valori di portata rilevati su base storica (11 misure di cui 8 del 1930, 2 del 1931, 1 del 1933) danno: Qm = 131,55 l/sec, Qmax=207 l/sec, Qmin=42 l/sec. I valori di Qm stimati su dati storici sono molto differenti dai valori di Qm prelevati da AQP, nell’anno 2000 pari a 30 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura M.Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino ammonta a 5,638 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 5,708 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 8,167 Mmc/anno. Considerate le incertezze esistenti sulla tecniche di misura delle portata storiche si ritiene maggiormente attendibile la stima dei volumi evacuati effettuata su dati di portata recenti. Importanti prelievi ad uso idropotabile interessano sia la sorgente Curvino che il Gruppo sorgivo Capo d’Agri e vanno ad alimentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra. Il volume medio prelevato complessivamente solo dalle due sorgenti, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004, è di circa 3,6 Mmc/anno con punta massima registrata di 4,67 Mmc/anno. A questa utilizzazione vanno aggiunti i prelievi da fonti minori o da pozzi destinati ad altro uso. La substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua è costituita da successioni calcareo-dolomitiche dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei. L’acquifero principale, allocato nelle successioni calcareo-dolomitiche, è tamponato lungo il versante occidentale dalle successioni pelitiche a bassa permeabilità della Formazione di Monte Facito. Il margine occidentale della

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substruttura è delimitato da un sistema di faglie dirette orientato NW-SE, mentre i margini settentrionale e meridionale sono delimitate da faglie ad andamento WSW-ENE con componente diretta e trascorrente. La circolazione idrica sotterranea della falda di base è diretta prevalentemente verso il margine sud occidentale della substruttura ed ha i suoi recapiti principali nelle sorgenti Bocca dell’Acqua, Gruppo Sorgivo Molinara ed Acqua di Genzano. Acquiferi minori hanno recapito della circolazione idrica nelle sorgenti Acquaturbata e Volturino poste in corrispondenza della propaggine nord-orientale della substruttura. Per quanto concerne la Sorgente Bocca dell’Acqua si ha a disposizione una solo misura di portata storica pari a 7,9 l/sec (19/08/87). Per il periodo 2000-01 sono disponibili 9 misure di portata da cui si evince: Qm=13 l/sec, Qmax=24 l/sec, Qmin=5 l/sec. Per il Gruppo Sorgivo Molinara, che comprende le sorgenti Molinara I, Molinara II e Molinara Ruscello, le misure storiche di portata disponibili sono probabilmente da riferire all’intero gruppo sorgivo. In base ai dati storici disponibili (18 misure di cui 8 del 1928, 4 del 1929, 2 del 1965, 3 del 1966, 1 del 1987) si evince: Qm=95,98 l/sec, Qmax=161 l/sec, Qmin=36,1 l/sec. Per il periodo 2000-01 sono disponibili 10 misure di portata per ciascuna delle tre sorgenti del Gruppo Molinara. Dalla somma delle portate derivate e delle portate registrate nel corso d’acqua alimentato dal fronte sorgivo risulta una Qm pari a circa 71 l/sec (valore più basso rispetto a quello stimato sulla base di dati storici). Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua ammonta a 3,171 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 2,656 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 3,273 Mmc/anno. La Substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate dei Calcari con selce e da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei. Essa è delimitata lungo i suoi margini da sistemi di faglie orientate NW-SE, N-S e WSW-ENE, che mettono a contatto le successioni calcareo-dolomitiche e radiolaritiche con successioni marnoso-argillose dei Galestri, caratterizzate da bassa permeabilità, che pertanto tamponano la circolazione idrica che caratterizza la substruttura. Il deflusso idrico della falda di base è diretto prevalentemente verso il margine sud-occidentale della substruttura, alimentando due sorgenti principali: - Fontana Capano. Dalla serie storica di misure di portata disponibili (19 misure di cui 11 del 1928, 1 del 1929, 6 senza data, 1 del 1987) si evince: Qm=97 l/sec, Qmax=152 l/sec, Qmin=50 l/sec. I valori di portata registrati nel periodo 2000-01 (10 misure) risultano essere più bassi: Qm=40,6 l/sec, Qmax=55 l/sec, Qmin=13 l/sec. - Sorgente di Galaino. Ad eccezione di periodi piovosi la sorgente risulta da molti anni totalmente asciutta, mentre dati storici riportano valori di portata media pari a 12 l/sec (Civita et al. 2002). Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume dell’infiltrazione media annua della substruttura M.S.Nicola-Capano-Galaino ammonta a 2,252 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti varia da 3,048 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure storiche di portata, a 1,281 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure di portata del periodo 2000-2001. Civita et al. (2002) ritengono che il decremento del volume evacuato dalla sorgente in epoche recenti sia legato a prelievi da parte di pozzi ad uso idropotabile ed irriguo, attestati nello stesso acquifero che alimenta le emergenze sorgive.

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2 Idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale L’idrostruttura il Monte-Peschiera del Pedale è costituita da successioni carbonatiche di ambiente di piattaforma dell’Unità Alburno Cervati. Essa è delimitata lungo il margine orientale da una superficie di sovrascorrimento che mette in contatto le successioni carbonatiche ad alta permeabilità con successioni pelitiche a bassa permeabilità, riferite alle Unità Sicilidi (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002). Gli altri margini dell’idrostruttura sono delimitati da sistemi di faglie ad andamento NW-SE, NE-SW e W-E, che mettono in contatto le successioni carbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabilità delle unità lagonegresi, delle unità silicilidi e con successioni arenaceo-pelitiche a permeabilità medio-bassa riferibili alla Formazione di Albidona o al Flysch di Gorgogoglione (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002), su cui si rinvengono spesse coperture detritiche quaternarie. La falda di base allocata nell’idrostruttura carbonatica presenta deflusso prevalente diretto verso il margine sud-occidentale dell’idrostruttura dove trova recapito principale nella sorgente Peschiera del Pedale. Dalla serie storica di misure di portate sorgive disponibili (n.18 misure di cui 8 del 1930, 3 del 1931, 3 del 1932, 2 del 1964, 3 del 1965, 1 del 1987) si evince: Qm=299,11 l/sec, Qmax=479 l/sec, Qmin=211 l/sec. Le 10 misure di portata sorgiva effettuate nel periodo 2000-01 risultano essere inferiori a quelle storiche e danno: Qm=46,9 l/sec, Qmax=109 l/sec, Qmin=9 l/sec. Civita et al. (2002-Progetto Agrifluid) ritengono che la diminuzione di portata sorgiva riscontrata potrebbero essere dovuta alla realizzazione di un pozzo ad uso idropotabile, che alimenta l’acquedotto di Villa d’Agri, e di altri pozzi ad uso irriguo attestati nello stesso acquifero che alimenta la sorgente. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale ammonta a 4,966 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base dei dati recenti di portata, è stato valutato pari a 1,447 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 9,494 Mmc/anno. La forte discrepanza tra il volume di infiltrazione e quello evacuato dalle sorgenti stimato su dati storici potrebbe essere dovuto ad una non esatta delimitazione dell’idrostruttura. L’estensione attribuita a quest’ultima da Civita et al. (2002) è sottostimata di circa 10 kmq, ( che determinerebbe un apporto ulteriore di infiltrazione efficace di circa 3,8 Mmc/anno), per cui l’infiltrazione efficace totale dell’idrostruttura potrebbe ammontare a circa di 8,75 Mmc/anno. La ulteriore differenza tra il volume di infiltrazione efficace riveduto in relazione alla revisione del limite dell’idrostruttura e il volume evacuato dalla sorgente calcolato su dati storici è da mettere in relazione ad una sovrastima delle portate storiche. Secondo Civita et al. (2002) i valori relativi al volume evacuato dalla sorgente stimati su dati recenti sono nettamente inferiori a quelli registrati in epoca storica per la presenza di derivazioni in atto dall’acquifero che alimenta la sorgente. E’ opportuno fari rilevare che parte del deflusso idrico sotterraneo dell’idrostruttura carbonatica potrebbe dar luogo a travasi nei depositi clastici che bordano il margine occidentale e sud-occidentale dell’idrostruttura La principale utilizzazione al momento censita avviene in corrispondenza del pozzo Peschiera. Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano) è di circa 0,6 Mmc/anno (tabella 3.6). A questa vanno aggiunti prelievi minori da pozzo o sorgente destinati ad altro uso. 3 Idrostruttura di M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli L’idrostruttura di M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli è costituita da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce, da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei, da marne ed argille silicifere dei Galestri (unità lagonegresi). Gli acquiferi sono localizzati prevalentemente nei depositi calcareo-dolomitici, caratterizzati da permeabilità medio-alta, ed in misura minore nelle successioni radiolaritiche caratterizzate da grado di

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permeabilità da medio a basso. L’idrostruttura è delimitata lungo il margine orientale e nord-orientale da una superficie di sovrascorrimento che sovrappone le successioni lagonegresi ai depositi marnosi ed arenacei della Formazione di Albidona, che svolgono il ruolo di impermeabile relativo. Lungo il margine meridionale dell’idrostruttura il contato tra le stesse unità litostratifrafiche si realizza mediante un sistema di faglie dirette orientato NW-SE. La circolazione idrica sotterranea dell’idrostruttura ha come recapiti principali le sorgenti Alli I e Alli II. I dati storici di misure di portata (n.18 misure di cui 9 del 1929, 5 del 1930, 3 senza data, 1 del 1987) riferiti alla somma delle portate delle due sorgenti indicano: Qm=68,81 l/sec, Qmax=142 l/sec, Qmin=17,5 l/sec (quest’ultimo dato è probabilmente riferito ad una sola sorgente). Le misure di portata eseguite per le due sorgenti (n.10 misure per ciascuna sorgente) nel periodo 2000-01 indicano valori nettamente inferiori: - Sorgente Alli I: Qm=21 l/sec, Qmax=23 l/sec, Qmin=19 l/sec; - Sorgente Alli II: Qm=13,8 l/sec, Qmax=22 l/sec, Qmin=9 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltrato della idrostruttura M.Caldarosa-M.S.Enoc-Alli ammonta a 2,051 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei dati recenti di portata è pari a 1,088 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici risulta pari a 2,169 Mmc/anno. La differenza tra il volume di infiltrazione efficace ed il volume evacuato dalle sorgenti potrebbe essere dovuto ad una sovrastima del tasso di infiltrazione efficace legato all’attribuzione di un valore del coefficiente di infiltrazione potenziale delle successioni affioranti maggiore di quello reale. 4 Idrostruttura di Viggiano-S.Giovanni L’idrostruttura in esame è costituita da successioni carbonatiche di piattaforma dell’Unità Alburno-Cervati, che costituiscono un klippe, sovrapposto a successioni argilloso-marnose delle unità lagonegresi ed a successioni pelitiche ed arenacee della Formazione di Albidona Queste ultime caratterizzate da un grado di permeabilità da medio a basso e pertanto tamponano la circolazione idrica degli acquiferi allocati nei carbonati, dotati di permeabilità elevata. Il deflusso idrico sotterraneo della falda dio base dell’idrostruttura in esame è ditretto verso il margine sud-occidentale della stessa ed ha come recapito principale la Sorgente San Giovanni. Dai dati storici di misure di portata della sorgente (n.5 misure di cui 1 del 1928, 1 del 1933, 2 senza data, 1 del 1987) si evince: Qm=4,96 l/sec, Qmax=6,40 l/sec, Qmin=3,80 l/sec. Dalle misure di portata riferite al periodo 2000-01 (n.6 misure complessive) risulta: Qm=11 l/sec, Qmax=15 l/sec, Qmin=6 l/sec. Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infiltrato dell’idrostruttura Viggiano-S.Giovanni ammonta a 0,276 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di portata è stato valutato pari a 0,351 Mmc/anno. 3.3.7 Idrostruttura calcareo-dolomitica dei Monti di Lauria I rilievi carbonatici dei Monti di Lauria rappresentano una delle principali idrostrutture ricadenti lungo il confine Calabro-Lucano (tavola 3B). Uno schema idrogeologico dettagliato, in cui sono tracciati i principali caratteri idrogeologici e la configurazione geometrica dell’idrostruttura e dei singoli acquiferi che la costituiscono, le modalità di circolazione idrica sotterranea e i punti di emergenza della falda, è riportato nella figura 3.9. Da tale schema si evince che l’idrostruttura, estesa all’incirca 100 Kmq, è caratterizzata dalla sovrapposizione di thrust-sheets costituiti da successioni calcaree e dolomitiche dell’Unità Alburno-Cervati. I limiti laterali dell’idrostruttura sono quasi ovunque rappresentati da importanti lineamenti tettonici (faglie e

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sovrascorrimenti) che pongono a contatto, confinandolo, le successioni calcareo-dolomitiche con successioni a permeabilità più bassa (successioni argilloso-marnose riferibili all’Unità Sicilide in corrispondenza del margine nord-occidentale dell’idrostruttura, alle unità lagonegresi in corrispondenza del margine nord-orientale, e all’Unità del Frido in corrispondenza di quello orientale). L’idrostruttura è dissecata inoltre da sistemi di faglie dirette e trascorrenti, che svolgono un ruolo di spartiacque interni, che consentono di individuare al suo interno almeno cinque substrutture principali caratterizzate da acquiferi, con propri caratteri idrogeologici e idrodinamici e con propri recapiti sorgivi (figura 3.9): Substruttura di Serra San Filippo; Substruttura di Lauria; Substruttua di M.Fossino; Substruttura di M.Rossino; Substruttura dei Monti La Spina e Zaccana. L’idrostruttura dei Monti di Lauria è drenata da almeno 26 sorgenti principali con portata totale di circa 1875 l/s, per un volume medio annuo dell’ordine dei 59 Mmc/anno (tabella 3.17). In particolare la circolazione idrica di della Substruttura di Lauria trova recapito principale nelle sorgenti: Caffaro, Caffaro Mandarino I, Arena Bianca, Montepesco. Il deflusso idrico sotterranea della substruttura di Serra San Filippo è diretto verso la valle del fiume Noce e trova recapito principale nelle sorgenti:San Filippo, Malfitano, Squeglia I, Camporotondo, La Sorgente, Piano Mancoso. La Substruttura di M.Rossino presenta recapito del deflusso idrico sotterraneo diretto verso nord-ovest, con recapiti principali nelle sorgenti di Fiumicello Pesce e Santa Maria. All’interno della a substruttura di M.Fossino si possono distinguere almeno due acquiferi, uno carbonatico e l’altro dolomitico, i cui deflussi idrici sotterrane sono diretti prevalentemente verso sud-ovest ed hanno come recapiti principali le sorgenti: Collereto, Guaragnolo, Gruppo Santoianni (o gruppo Mangosa), Camozza, Gran Pantano, Oronzo. Per quanto concerne la Substruttura M.La Spina-Zaccana, al suo i interno è possibile distinguere l’acquifero calcareo di M.Zaccana, in cui il deflusso idrico della falda di base va ad alimentare le sorgenti Salice di sopra e Salice di sotto, Peschiera, Sorgituro, e l’acquifero dolomitico di M.La Spina che va ad alimentare le sorgenti San Giovanni, Acqua del Lavatoio e Pantanello di Castelluccio inferiore. Al momento non sono state realizzate stime dell’infiltrazione efficace nell’idrostruttura dei Monti di Lauria. I principali prelievi a scopo idropotabile dagli acquiferi dei Monti di Lauria avvengono in corrispondenza delle sorgenti Mangosa, Caffaro, Areana Bianca, Montepesco, Piano Mancoso, Santa Maria, Salice, e vanno ad alimentare lo Schema Torbido-Maratea e lo Schema Frido (tabella 3.6). Il volume medio annuo prelevato complessivamente da questi punti d’acqua (fonte Acquedotto Lucano e Piano d’Ambito-Ato Basilicata 2002) è di circa 5,43 Mmc/anno con una punta massima registrata di circa 6,8 Mmc/anno. A questi vanno aggiunti altri prelievi da sorgenti o pozzi destinati sia ad uso idropotabile che ad altri usi.

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Figura 3.9 - Schema idrogeologico dei Monti di Lauria (da Sdao e D’Ecclesiis, 1999). 1) Complesso dei flysch argilloso-marnosi; 2) Complesso detritico: depositi colluviali; 3) Complesso detritico: depositi fluvio-lacustri; 4) Complesso calcareo-dolomitico: membro calcareo; 5) Complesso calcareo-dolomitico: membro dolomitico; 6) Conoide detritica; 7) Faglie; 8) Sovrascorrimento; 9) Limite dell’idrostruttura dei Monti di Lauria; 10) Spartiacque sotterraneo; 11) Sorgenti principali; 12) Probabile direzione di deflusso delle acque sotterranee; 13) Pozzo; A) Substruttura di Serra San Filippo; B) Substruttura di Lauria; C) Substruttua di M.Fossino; D) Substrttura di M.Rossino; E) Substruttura dei Moti La Spina e Zaccana

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Tabella 3.17 - Sorgenti principali censite nell’idrostruttura dei Monti di Lauria 3.3.8 Idrostruttura di Monte Sirino L’idrostruttura di Monte Sirino (tavola 3B), di forma quasi circolare, è caratterizzata da un’estensione di circa 33 Kmq e si sviluppa fra le quote 1200 - 1880 m s.l.m.. Sebbene di limitata estensione, tale idrostruttura è caratterizzata da un apprezzabile spessore e da una buona capacità di immagazzinamento, pertanto è sede di acquiferi di buona potenzialità. L’idrostruttura (figura 3.10 ) è costituita da successioni riferibili all’Unità Lagonegro I affioranti in finestra tettonica. I bardi esterni della finestra tettonica sono costituiti, lungo il margine nord-occidentale e meridionale, da successioni carbonatiche dell’Unità Alburno-Cervati, lungo il margine nord-orientale da successioni dell’Unità Lagonegro II, lungo i margini orientali e occidentali prevalentemente da successioni riferibili all’Unità Sicilide. In particolare l’idrostruttura di M.Sirino è essenzialmente costituita da successioni dei complessi calcareo-siliceo e radiolaritico (riferibili alle formazioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei dell’Unità Lagonegro I) ed è interamente circoscritta da successioni argilloso - marnoso poco o per niente permeabili (riferibili al Flysch Galestrino dell’Unità lagonegro I) che confinano l’idrostruttura stessa determinando le condizioni strutturali per l’emergenza delle acque di circolazione idrica sotterranea e, quindi, la formazione di numerose sorgenti che drenano l’abbondante risorsa idrica sotterranea allocata negli acquiferi (tabella 3.18). Nel complesso l’assetto strutturale dell’area è rappresentato da un’ampia antiforme al cui nucleo affiorano le successioni della formazione dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei, a permeabilità maggiore, ed ai fianchi le successioni del Flysch Galestrino, a permeabilità bassa o nulla. L’idrostruttura è inoltre dissecata da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW che svolgendo il ruolo di spartiacque aperti condizionano l’andamento della circolazione idrica sotterranea e consentono

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di distinguere al suo interno tre differenti substrutture: la substruttura di M.Sirino s.s. ad occidente, la substruttura di Monte del Papa a nord-est e la substruttura di Serra Orticosa a sud-est. Gli acquiferi di tali substrutture mostrano propri caratteri idrogeologici ed idrodinamici; gli spartiacque che li delimitano, essendo di tipo aperto, consentono interscambi idrici sotterranei più o meno significatici. Negli acquiferi delle tre substrutture le acque sotterranee defluiscono di norma a pelo libero con ben definite direzioni di deflusso preferenziale, marcatamente influenzate dalla presenza di lineamenti strutturali; solo a luoghi, in particolare in corrispondenza del versante meridionale del Monte Sirino, le acque sotterranee defluiscono in pressione. Le acque sotterranee allocate negli acquiferi di M.Sirino vengono a giorno in corrispondenza di numerose sorgenti di vario tipo, in gran parte ubicate lungo il perimetro dell’idrostruttura. Di queste solo nove mostrano portate significative (tabella 3.18); le altre sorgenti hanno portate massime dell’ordine di 1 l/s. In particolare la circolazione idrica sotterranea della substruttura di M.Sirino s.s. ha come recapiti principali le sorgenti Sirino, Timpa delle Felci, Sotto il Lago, tutte localizzate nel suo settore merdionale. Nella porzione nord occidentale della substruttura, la presenza di una faglia diretta che delimita il versante sud-orientale di M.Bramafarina condiziona il deflusso idrico sotterraneo orientandolo verso nord-ovest, dove va ad alimentare le sorgenti Bramafarina e Chiotto. Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Serra Orticosa ha come recapito principale la sorgente Torbido; tuttavia considerati i valori di portata di questa sorgente si ritiene che la falda di base di questa substruttura riceva cospicui travasi dalle substrutture adiacenti. Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Monte del Papa è diretto verso nord-est e va ad alimentare le sorgenti Niella e Petina Piana. Da stime del bilancio idrogeologico effettuate per l’idrostruttura del M.Sirino (D’Ecclesiis et al., 1990) risulta che il volume medio annuale di infiltrazione efficace dell’intera idrostruttura ammonta a circa 50 Mmc/anno (tabella 3.4). Si tratta comunque di una stima effettuata sulla base di dati idrologici relativi al periodo 1922-1987, che non tengono conto pertanto dei trend più recenti delle precipitazioni e delle temperature. Inoltre la stima del tasso di evapotraspirazione è stata effettuata utilizzando la formula di Thornthwaite e Mather, che in genere determina una sottostima del tasso di evapotraspirazione portando quindi ad una valutazione maggiore dell’infiltrazione efficace. Le stime del bilancio idrogeologico effettuate in tempi più recenti da Monaco e Panetta (1998) portano ad una valutazione inferiore dei volumi di infiltrazione efficace dell’intera idrostruttura, che risulterebbero essere pari a 28.410.782 mc/anno. Le riserve regolatrici stimate dagli Autori per la sola sorgente Torbido sarebbero dell’ordine di 22,8 Mmc/anno. I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dell’idrostruttura di M.Sirino (tabella 3.6) interessano le sorgenti Torbido, Niella, Chiotto, Varco della Valle, Paccione, Salomone (fonti Acquedotto lucano e Piano d’Ambito-ATO Basilicata 2002). Il volume medio annuo prelevato complessivo è di circa 8,3 Mmc/anno con punta massima registrata di 8,8 Mmc/anno. A questi vanno aggiunti prelievi da sorgenti e da pozzi destinati ad altro uso.

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Figura 3.10 - Schema idrogeologico del Monte Sirino (da D’Ecclesiis et al., 1990) . 1) Complesso detritico; Complesso dei Flysch argilloso-marnosi : 2) Formazione di Monte Facito; 3) Flysch Galestrino; 4) Complesso degli Scisti Silicei; 6) Complesso calcareo-siliceo; 6) Giacitura degli strati; 7) Limite geologico; 8) Faglie; 9) Sovrascorrimento; 10) Limite dell’idrostruttura; 11) Probabile andamento di spartiacque di tipo aperto; 12) Direzione principale (a) o secondaria (b) di deflusso delle acque sotterranee; 13) Principali sorgenti; 14) Lago Sirino

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Tabella 3.17 - Principali sorgenti censite nell’idrostruttura del Monte Sirino 3.3.9 Idrostruttura dei Monti di Maratea I rilievi ricadenti fra gli abitati di Maratea e di Trecchina (Valle del Fiume Noce) costituiscono una significativa morfostruttura carbonatica ricca di acque sotterranee che rappresentano un’importante e strategica risorsa idrica per un’ampia porzione del confine Calabro – Lucano (tavola 3B). L’idrostruttura dei Monti di Maratea è formata da due unità tettoniche carbonatiche: una costituita da calcari mesozoici dell’Unità Alburno-Cervati e l’altra da successioni calcareo-dolomitiche dell'Unità di Verbicaro. Sulle due unità carbonatiche poggiano, a luoghi, in contatto tettonico successioni argilloso- marnoso riferibili all’Unità Nord Calabrese. L’idrostruttura è dissecata da lineamenti tettonici a cinematica distensiva e/o trascorrente ad andamento N-S ed W-E, che condizionano fortemente l’andamento della circolazione idrica sotterranea. Infatti la stessa idrostruttura può essere suddivisa nelle seguenti substrutture: Substruttura di M.Crivo, Substruttura di Serra di Castrocucco, Substruttura di M.Rotonda e Substruttura di M.S.Angelo. Ognuna è caratterizzata da acquiferi con caratteri idrogeologici e idrodinamici significativamente diversi. La presenza di fasce milonitiche lungo la direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, che separa La substruttura di M.Crivo a nord, dalle altre substrutture collocate a sud di tale faglia, fa si che gli scambi idrici tra queste substrutture siano poco significativi. Queste substrutture sono sede di acquiferi caratterizzati da una buona potenzialità ed alimentano numerose sorgenti (tabella 3.19).

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Nome acquifero periodo di osservazione portata media delle portata delle misure(l/s)

Monti di Maratea Acqua dei Lauri soglia di perm. si 1937 2,7Monti di Maratea Acquabianca soglia di perm. si 1937 2,8Monti di Maratea Bocca Canina II soglia di perm. si 1989 0,8Monti di Maratea Brefaro soglia di perm. si varie mis. 3,8Monti di Maratea Calavro soglia di perm. si 1937 1,0Monti di Maratea Cavalero soglia di perm. si varie mis. 41,1Monti di Maratea Fontana Turchio soglia di perm. si 1989 0,1Monti di Maratea Fontanelle soglia di perm. si 1937 15,5Monti di Maratea Fonte delle Canne soglia di perm. si 1987 5,0Monti di Maratea Forzone soglia di perm. si 1937 8,1Monti di Maratea Fulco soglia di perm. si varie mis. 3,9Monti di Maratea Ondavo soglia di perm. si varie mis. 2,6Monti di Maratea Parrutta soglia di perm. si 1970-87 53,0Monti di Maratea Peschiera soglia di perm. si varie mis. 0,6Monti di Maratea Piede di Noce soglia di perm. si varie mis. 0,5Monti di Maratea Pitarrone soglia di perm. si varie mis. 1,3Monti di Maratea Pozzo I soglia di perm. si 1937 184,0Monti di Maratea S. Basile soglia di perm. si 1970-87 57,4Monti di Maratea S. Maria soglia di perm. si varie mis. 5,0Monti di Maratea Scuola soglia di perm. si 1989 1,7Monti di Maratea Sorgimpiano soglia di perm. si varie mis. 119,9Monti di Maratea Tiviglione soglia di perm. si varie mis. 125,0Monti di Maratea Tombino soglia di perm. si 1937 31,4Monti di Maratea Vallina soglia di perm. si 1937 24,0Monti di Maratea Bocca Canina I soglia di perm. si varie mis. 2,7Monti di Maratea Curzo soglia di perm. si 1988 0,1

portata tot. l/s 694,0portata tot. Mmc/a 21,9

Tipo di sorgenteNome sorgente captazione

ACQUIFERO DEI MONTI DI MARATEA

Tabella 3.19 - Principali sorgenti censite nei Monti di Maratea L’unità idrogeologica del M. Crivo, che si estende per circa 23 Kmq , è essenzialmente costituita da successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità di Verbicaro; è delimitata a sud direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri mentre lungo la restante parte del perimetro dell’idrostruttura le successioni carbonatiche sono sovrapposte a successioni pelitiche delle Unità Liguridi. Al suo interno alcuni sistemi di faglie ad andamento circa N-S svolgono un ruolo di spartiacque aperto separando parzialmente la circolazione idrica degli acquiferi di M.Crivo s.s., ad ovest, da quella degli acquiferi dei rilievi di Madonna del Soccorso, ad est. Pertanto il deflusso della falda di base dei rilievi di Madonna del Soccorso ha i suoi principali recapiti lungo il margine orientale della substruttura in corrispondenza della valle del Noce (Sorgenti Parrutta, Acqua dei Lauri, Forzone e Calavro); mentre la falda di base dell’acquifero di M.Crivo s.s. presenta deflusso diretto verso il margine occidentale della substruttura in corrispondenza della valle di Maratea ed ha i suoi recapiti principali nelle sorgenti Curzo, Santa Maria, San Basile, Sorgimpiano, Cavalero, Vallina, Fontanelle. Lungo il margine settentrionale sono presenti sorgenti di modesta potenzialità (Fontana del Turchio e Scuola). La substruttura di Serra di Castrocucco è costituita da successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità di Verbicaro che ricoprono tettonicamente successioni prevalentemente calcaree dell’Unità Alburno-Cervati. Essa è delimitata a nord dalla faglia Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, a nord est da una superficie di accavallamento tettonico che sovrappone i carbonati dell’Unità di Verbicaro sulle successioni pelitiche delle Unità Liguridi. Lungo i restanti margini i limiti dell’unità sono rappresentati da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW, che consentono travasi idrici più o meno cospicui delle acque della circolazione idrica sotterranea verso il Mar Tirreno lungo il bordo occidentale alimentando alcune scaturigini sottomarine; altri travasi avvengono nei depositi alluvionali della valle del

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Noce, lungo il bordo meridionale della substruttura, ove sono presenti le sorgenti Fulco, Tombino e Fontana delle Canne. Altri travasi, anche se limitati, si realizzano in corrispondenza del limite sud-orientale della substruttura, dove vanno ad alimentare la circolazione idrica sotterranea della Substruttura di M.Rotonda. Le Substrutture di M.Rotondo e di M.S.Angello sono delimitate a nord dalla faglia Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, lungo i restanti margini da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW. La circolazione idrica della falda di base della substruttura di M.Rotondo è diretta prevalentemente verso S-SE, con travasi nei depositi alluvionali dl fiume Noce e verso la substruttura di M.S.Angelo. Falde di limitata potenzialità, a quote più alte, alimentano la sorgente Tiviglione ed altre sorgenti minori localizzate lungo il suo margine settentrionale (Pitarrone, Piede di Noce, Bocca Canina I e II, Brefaro). La circolazione idrica sotterranea della substruttura di M.S.Angelo è diretta prevalentemente verso S-SE dove alimenta la Sorgente Acqua Bianca ed in parte da luogo a travasi nei depositi alluvionali della valle del fiume Noce. Dal calcolo del bilancio idrogeologico dell’intera idrostruttura (Cotecchia et al., 1990; tabella 3.4) riferito al periodo 1922-1987, risulta che il volume dell’infiltrazione efficace per la substruttura di M.Crivo ammonta a circa 17,5 Mmc/anno, per la substruttura di Serra di Castrocucco ammonta a circa 5,4 Mmc/a mentre per le substrutture di M.Rotondo e M.S.Angelo è stato stimato un volume di infiltrazione efficace complessivo pari a circa 3,9 Mmc/anno. I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dei Monti di Maratea (tabella 3.6) avvengono in corrispondenza delle sorgenti Parrutta, San Basile, Ondavo, Fonte del Prete Acqua Bianca e dal pozzo Sorgimpiano (Acquedotto Lucano e Piano d’Ambito ATO Basilicata 2002). Il volume medio annuo prelevato complessivamente risulta essere di circa 16,7 Mmc/anno, con una punta massima registrata di circa 20 Mmc/anno. In questo caso i volumi prelevati a solo uso idropotabile sono simili al volume di infiltrazione media annua dell’idrostruttura; in taluni casi i soli prelievi ad uso idropotabile sono stati superiori.

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3.3.10 Gli acquiferi porosi nei domini sabbioso-conglomeratici plio-pleistocenici lucani: alcuni cenni sull’idrogeologia Sebbene non siano caratterizzati da una significativa potenzialità idrica sotterranea, gli estesi acquiferi sabbioso-conglomeratici potrebbero costituire, in situazioni di emergenza idrica, un’importante risorsa per le aree centro-orientali della Basilicata (parti medie e basse dei bacini dei fiumi Bradano, Basento, Agri, Sinni, Cavone). Tali acquiferi si rinvengono in genere nei livelli a permeabilità maggiore delle successioni sabbioso-conglomeratiche plio-pleistoceniche dell’Avanfossa Bradanica e dei bacini intramontani (Bacino di Sant’Arcangelo, Bacino di Calvello, ecc) o delle successioni sabbioso-conglomeratiche pleistoceniche dei terrazzi dell’area ionica. Essi sono drenati da numerose sorgenti, di portata spesso modesta, generate da limiti di permeabilità definiti, e in genere localizzate in corrispondenza del limite fra le successioni argillose e i sovrastanti depositi sabbioso-conglomeratici. Per molte di queste sorgenti non sono disponibili dati di portata; inoltre i dati disponibili in genere sono poco affidabili. Le portate idriche degli acquiferi sabbioso-coglomeratiche delle successioni dell Fossa Bradanica sono sempre modeste: variabili tra 0,5 l7/s a qualche l/s; solo in pochi casi il deflusso idrico sotterraneo supera i 10 l/s. Le sorgenti alimentate dagli acquiferi presenti nelle successioni dei terrazzi dell’area ionica sono caratterizzate da portate basse, dell’ordine di 0,1 – 0,5 l/s La mancanza di dati inerenti le portate sorgive non consente al momento di valutare, seppure in via preliminare, la disponibilità idrica di tali acquiferi e di pervenire quindi alla stima del bilancio idrogeologico. Oltre agli acquiferi sopra citati di particolare interesse idrogeologico risultano essere gli acquiferi allocati nelle successioni sabbioso-ghiaiose, che colmano la Piana di Metaponto. La Piana di Metaponto ricade lungo la costa ionica lucana e si estende per circa 400 Kmq fra i Fiumi Sinni, a sud, e Bradano a nord (Figura 3.11). In tale area e in quelle contermini l’assetto idrogeologico è essenzialmente caratterizzato da estesi e potenti acquiferi detritico-alluvionali in varia misura tra loro idraulicamente interconnessi. Nella piana costiera, le acque sotterranee, che defluiscono prevalentemente a pelo libero e solo localmente in pressione, sono significativamente sfruttate mediante pozzi di varia potenzialità e profondità (tavola 2). Negli ultimi anni, tale area è stata oggetto di numerosi studi ed indagini a vario grado di dettaglio; in particolare, è stata oggetto di un circostanziato progetto di ricerca nazionale, denominato PRISMAS, che ha analizzato e studiato, mediante rilievi ed indagini condotti per mezzo di una rete di monitoraggio i caratteri idrogeologici delle risorse idriche sotterranee e il loro stato quali-quantitativo. I depositi detritico alluvionali e i depositi sabbiosi costieri della piana di Metaponto poggiano su depositi marini pleistocenici, che ricoprono al loro volta le successioni argillose dell’Avanfossa Bradanica. I dati derivanti dall’analisi di numerosi logs di pozzi ha evidenziato che all’interno dei depositi di colmamento della piana è possibile distinguere 3 diverse unità litologiche: un’unità argillosa superiore non dotata di buona continuità di affioramento; un’unità essenzialmente sabbiosa intermedia, potente al massimo 35 m; un’unità argillosa inferiore (riferibile alle Argille subappenniniche). I caratteri idrogeologici della piana costiera di Metaponto e delle aree ad essa immediatamente contermini sono strettamente correlati al complesso assetto litologico-strutturale di tale area. A rendere ancor più complesso l’assetto idrogeologico concorre anche la presenza delle valli dei fiumi ionici che, almeno nelle porzioni alte dell’area, interrompono la continuità fisica degli acquiferi e non di rado drenano parte delle acque circolanti nei depositi alluvionali recenti ed attuali.

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In relazione all’assetto stratigrafico-strutturale del sottosuolo della piana è possibile distinguere tre differenti tipologie di acquiferi, fra loro interconnessi e con caratteristiche di ricarica, di deflusso idrico sotterraneo e di potenzialità idrica del tutto differenti. In particolare sono stati riconosciuti: 1. un acquifero nei depositi marini sabbioso-ghiaiosi pleistocenici terrazzati. 2. un acquifero alluvionale nei depositi alluvionali recenti ed attuali dei tratti terminali dei fondovalle fluviali sfocianti nella piana costiera. Tali depositi sono caratterizzati dalla presenza di livelli ghiaiosi discontinui e poco produttivi, sede di falde di limitata potenzialità. Essi infatti sono caratterizzati da una conducibilità idraulica variabile da bassa a media e sono quasi sempre dotati di modesti spessori; pertanto di norma non consentono la captazione di rilevanti risorse idriche, tranne che nell’area del fondovalle del Fiume Sinni dove mostrano una discreta potenzialità idrica. 3. un acquifero sabbioso costiero che rappresenta l’elemento idrogeologico più significativo e un importante serbatoio di risorse idriche sotterranee. Quest’ultimo acquifero è dotato di buona continuità litostratigrafia ed idrogeologica e di un discreto spessore e ricade in un’area a marcata esigenza idrica. Esso è delimitato nella parte alta da depositi argillosi discontinui,potenti alcuni metri, e nella parte bassa da un’unità argillosa. Il suo spessore è compreso tra 10 m e 30 m. La conducibilità idraulica non è elevata, variando tra 3,4 * 10-6 m/s e 2,3 * 10-4 m/s. Tali livelli sabbiosi acquiferi sono confinati da livelli argillosi di vario spessore ed estensione. Tale circostanza fa sì che la ricarica diretta – per infiltrazione di acque piovane – sia modesta se non trascurabile e che tale acquifero costiero sia in gran parte alimentato dai travasi idrici sotterranei provenienti soprattutto dagli acquiferi dei depositi marini terrazzati e da quelli presenti nelle alluvioni fluviali. Tale circostanza sarebbe confermata dall’andamento delle curve piezometriche pressoché parallelo alla linea di costa e al limite idrogeologico fra l’acquifero costiero e quelli dei depositi marini terrazzati. Le acque sotterranee defluiscono all’interno dell’acquifero costiero quasi sempre in condizioni freatiche; solo a luoghi, ove è confinato da terreni argillosi al tetto, circola in pressione. Come si evince dalla figura 3.11, i carichi piezometrici massimi sono dell’ordine di qualche metro e la direzione di preferenziale deflusso sotterraneo è essenzialmente ortogonale alla linea di costa. Il letto di tale acquifero, costituito dal tetto delle Argille subappenniniche, non è regolare, immergendosi, procedendo dall’interno verso la costa, sempre più in profondità; di modo che, in prossimità della costa, il tetto delle argille si trova al di sotto del livello medio del mare, consentendo processi di intrusione salina in relazione alle condizioni idrodinamiche e di sfruttamento della falda idrica. Le acque sotterranee defluenti in tale acquifero hanno una temperatura variabile tra i 16 e i 22 °C, un pH compreso fra 6,7 e 9 e una conducibilità elettrica variabile tra 200 e 4000 µS/cm. Tali parametri tendono ad aumentare irregolarmente verso la costa. Dal punto di vista chimico, le acque sono riconducibili a due diversi tipi: bicarbonato-alcalina-terrosa e solfato-clorurato-alcalina.

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Figura 3.11 - Schema geologico ed idrogeologico della Piana costiera di Metaponto e delle aree contermini. L’acquifero costiero è soggetto a fenomeni di intrusione marina e a estese ed intense attività antropiche. Ciò determina un significativo degrado qualitativo delle acque sotterranee in esso aventi sede. In particolare, gli effetti dell’intrusione salina, legata al peculiare assetto litostratigrafico della Piana, di cui si è già detto, si risentono in un’ampia fascia costiera, compresa fra i fiumi Sinni e Bradano e che si estende per almeno 1 – 2 km (Progettto Prismas). Per quanto riguarda le caratteistiche idrogelogiche de depositi di riempimento del bacino intramontano dell’Alta Val d’Agri, queste sono fortemente condizionate dall’assetto stratigrafico strutturale dell’ara. In particolare i depositi di colmamento del bacino sono rappresentati da successioni fluvio-lacustri e di conoide detritico alluvionale di età Pleistocene-Olocene (Progetto Agrifluid 2002). L’organizzazione di questi depositi è tale per cui nel sottosuolo sono state rinvenute continue passaggi verticali e laterali da depositi argilloso-siltosi a depositi ghiaiosi. Pertanto la permeabilità varia notevolmente in relazione alle caratteristiche granulometriche ed allo stato di addensamento dei depositi da valori medio-alti nei depositi sabbioso-ghiaiosi a medio-bassa nei depositi sabbioso-limosi. Gli acquiferi sono alocati all’interno dei depositi a permeabilità maggiore e ricevono cospicui travasi dalle idrosrutture carbonatiche e calcareo-silicee che delimitano l’area di piana. 3.4 Principali Strutture idrogeologiche dell’Autorità di Bacino della Basilicata e Schemi Acquedottistici alimentati Alcuni dei principali schemi acquedottistici della Regione Basilicata sono alimentati da risorse idriche captate e/o derivate da corpi idrici sotterranei allocati in strutture idrogeologiche comprese nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata o localizzate a ridosso dei limiti dell’Autorità di Bacino ma con recapiti principali della circolazione idrica sotterranea localizzati al suo interno. I principali schemi acquedottistici ricadenti nel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino ed alimentati da risorse idriche sotterranee sono:

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- Schema Basento-Camastra - Schema Agri - Schema Frida - Schema Torbido Maratea. Per ognuno dei punti d’acqua (sorgenti e pozzi) che alimentano gli schemi acquedottistici sono state analizzate le serie storiche di portate prelevate (Fonte Acquedotto Lucano S.p.A.) e le serie storiche di portate sorgive disponibili (da tabella 3.20 a tabella 3.51, riportate in allegato al paragrafo) al fine di poter pervenire ad una stima quanto più attendibile possibile delle disponibilità di risorsa idrica e delle sue variazioni nell’arco dell’anno. A tal proposito si ritiene necessario far rilevare che ad oggi solo per alcune delle sorgenti principali sono disponibili serie storiche di portata. Tuttavia nella maggior parte dei casi anche per le sorgenti principali si hanno a disposizione solo sporadiche misure di portata distribuite in ampi intervalli temporali. Per le sorgenti minori spesso risulta disponibile una sola misura di portata. La carenza e/o l’incompletezza delle serie storiche di portate sorgive non consente di valutare con precisione le reali quantità di risorsa idrica che una sorgente può fornire ad uno schema acquedottistico, né consente di stimare le variazioni temporali di disponibilità idriche. Pertanto per la stima delle disponibilità di risorsa idrica che ciascuna sorgente potrà fornire in prospettiva futura allo schema acquedottistico alimentato si farà riferimento in via cautelare ai valori minimi riscontrati nelle serie di misure di portata sorgiva e/o di portata derivata. 3.4.1 Schema Basento-Camastra Lo Schema acquedottistico Basento-Camastra è alimentato dalle seguenti fonti (tabella 3.20): - sorgenti Aggia, Capo d’Agri II e III, Curvino, Betina, che costituiscono i principali recapiti di alcune strutture idrogeologiche della Val d’Agri; - dai pozzi Tempe e Peschiera, che derivano da acquiferi di idrostrutture dell’Alta Val d’Agri; - sorgenti San Michele, Linise e Fossa Cupa, che costituiscono i principali recapiti di alcune strutture idrogeologiche dell’Alta Val Basento; - dall’invaso del Camastra. Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalla Sorgente Aggia (tabella 3.21) i dati disponibili si riferiscono all’intervallo 1975-1988 ed all’intervallo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Da questi risulta che nell’intervallo 1995-2004 i valori minimi di portata derivata sono variati tra 90 l/sec e 139 l/sec, ad eccezione degli anni 1996-1997 in cui sono state registrate portate minime prelevate di 204-207 l/sec. Le portate massime prelevate si aggirano in genere tra 250-350 l/sec, ad eccezione del 2002 che ha registrato un minimo di 200 l/sec. Decisamente più basse risultano essere le portate derivate nell’intervallo 1975-1999. Per la sorgente Aggia il periodo in cui il prelievo di acqua è maggiore è in genere compreso tra i mesi di febbraio e luglio, mentre i periodi in cui i prelievi assumono valori minori sono compresi tra agosto e gennaio (tabella 3.22). Parte della portata sorgiva della sorgente Aggia va ad alimentare lo Schema Agri (tabella 3.22). Dall’analisi dei dati delle portate prelevate e distribuite ai due schemi acquedottistici nel periodo 1995-2004 si rileva che i valori minimi di portate che alimentano lo Schema Basento si aggirano intorno ai 50 l/sec (2003) con punte di minimo comprese tra 4 l/sec e 22 l/sec nei mesi di luglio ed agosto del 2000-2001 e nei mesi di novembre e dicembre 2004.

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La media delle portate distribuite allo Schema Basento, nello stesso intervallo temporale, sono variate tra un minimo 68 l/sec e un massimo di 236 l/sec. La media delle misure di portata media prelevate è di circa 136 l/sec. La media delle portate massime distribuite allo Schema Basento variano tra 171 l/sec e 296 l/sec con picchi di massimo apporto di 347-350 l/sec nel 1996-1997. Per lo Schema Agri i valori minimi di portata provenienti dalla Sorgente Aggia nel periodo 1995-2004 sono variati in genere tra 61 l/sec (con punte minime di 13 l/sec e 41 l/sec negli anni 1997 e 2000) e 94 l/sec. La media delle portate distribuite allo Schema Agri sono variate in genere tra 81 l/sec e 109 l/sec. La media dei valori delle portate medie ammonta a 84 l/sec, ma scende a 75, 57 l/sec se si escludono dalla media i valori di portata superiori a 100 l/sec. Se si considera la distribuzione delle portate della sorgente Aggia ai due schemi acquedottistici nei periodi Febbraio-Luglio ed Agosto-Gennaio nel periodo 1998-2005 (tabella 3.22)si rileva che nel periodo febbraio-luglio lo schema Agri riceve in media portate comprese tra 71 l/sec e 90 l/sec con punte di 105 l/sec nel 2002. Nel periodo agosto-gennaio le portate fornite allo Schema Agri sono variate tra 98 l/sec e 106 l/sec (2001-2004) con punte minime di 80-87 l/sec negli anni 1999-2000 e un massimo di 168 l/sec nel 1998. Allo Schema Basento invece nel periodo febbraio-luglio sono andate in media portate comprese tra 100 l/sec e 156 l/sec, con punta minima registrata nel 2002 di 86 l/sec e picchi massimi di 175 l/sec e 234 l/sec nel 1998-99. Nel periodo agosto-gennaio si rilevano invece portate ricevute comprese in media tra 52 l/sec e 77 l/sec, con minimi di 49 l/sec nel 2002 e un massimo di 114 l/sec nel 1999. Particolare è la situazione del 1998, infatti dai dati disponibili risulterebbe che nel periodo agosto-gennaio gran parte della portata sorgiva sarebbe stata destinata allo Schema Agri. Le serie storiche di misure di portata sorgive disponibili per la sorgente Aggia non sono complete. I dati esistenti sono scarsi ed in genere fanno registrare valori di portata molto elevati (Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid), di cui è difficile valutare l’attendibilità in quanto le misure sono relative prevalentemente al periodo 1928-32 ed al 1953. La misura di portata più recente risale al febbraio 2000 ed è pari a 185 l/sec (Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid). Al momento è quindi è difficile effettuare una stima della portata sorgiva nel periodo di esaurimento. Sorgenti Capo d’Agri II e III Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalle Sorgenti Capo d’Agri II e III (tabella 3.23) i dati disponibili si riferiscono al periodo 1972-1981 ed al periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Da questi risulta che nel periodo 1972-1981 le portate minime prelevate sono variate in genere tra 69 l/sec e 88 l/sec con picchi di minimo di 40 l/sec e 50 l/sec negli anni 1972 e 1974 ed un massimo di 144 l/sec nel 1980. Nel periodo 1995-2004 le portate minime prelevate sono variate da 47 l/sec e 70 l/sec, con una punta massima di 80 l/sec nel 1996. Le portate massime derivate nel periodo 1972-1981 sono variate tra 100-160 l/sec con punte massime di 204 e 194 l/sec nel 1980-1981. Nel periodo 1995-2004 le portate massime derivate sono variate tra 112 l/sec e 133 l/sec con punta minima anche di 83 l/sec nel 2002 e valori massimo di 181 l/sec nel 1996. Il valore delle portate medie derivate nel periodo 1995-2004 è variato tra 83 l/sec e 113 l/sec con punta minima di 69 l/sec nel 2002. Nel periodo 1972-1981 le medie delle portate derivate risultano essere più alte essendo comprese tra 83 l/sec e 125 l/sec, con un minimo di 77 l/sec e massimo di 164 l/sec. Nel periodo 1995-2004 le portate massime derivate sono state registrate in genere nel periodo febbraio-luglio con valori compresi tra 73 l/sec e 109 l/sec con punte massime di 135 l/sec (tabella 3.24), mentre

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le portate minime derivate nel periodo agosto-gennaio sono variate tra 67 l/sec e 75 l/sec con punte di 87 l/sec e 104 l/sec. Se si analizzano le poche misure di portata sorgive delle sorgenti Capo d’Agri II e III si rileva (Civita et al., 2002) che il gruppo sorgivo ha fatto registrate durante il periodo di ricarica dell’acquifero nell’anno 2000 una portata minima di 105 l/sec, una portata massima di 149 l/sec e una portata media di 132 l/sec (Civita et al., 2002, Progetto Agrifluid). Non sono disponibili dati in merito alle portate sorgive in periodo di esaurimento. Ulteriori dati di portata in epoche precedenti, ma di cui non è fornita la data danno valori di Qmin di 35,70 l/sec, di Qmax di 141 l/sec e di Qm di 132 l/sec. Tenuto conto dei trend delle portate prelevate e dei pochi dati di misura di portata disponibile sarebbe opportuno assumere quale valore di disponibilità minima della sorgente una portata non superiore a 40 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata non superiore a 112 l/sec, quale valore di disponibilità media una portata non superiore a 83 l/sec. Sorgente Curvino Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalla Sorgente Curvino (tabella 3.25) i dati disponibili si riferiscono al periodo 1976-1981 ed al periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Da questi ultimi risulta che nel periodo 1976-1981 le portate minime derivate sono state in genere di 19-20 l/sec con un picco negativo di 15 l/sec nel 1980 e punta massima di 24 l/sec nel 1979. Nel periodo 1995-2004 le portate minime sono variate tra 19-25 l/sec con punte minime di 7 l/sec e 10 l/sec nel 2002 e 2001. Nel periodo 1976-1981 le portate massime derivate sono variate tra 40 l/sec e 46 l/sec con una punta minima di 33 l/sec nel 1980. Nel periodo 1995-2004 le portate massime derivate sono variate tra 29 l/sec e 32 l/sec con un minimo di 27 l/sec nel 2001 e un massimo di 50 l/sec nel 1996 e 1998. Il valore delle portate medie derivate è variato nel periodo 1976-1981 tra 27 l/sec e 32 l/sec, con un minimo di 23 l/sec nel 1980. Nel periodo 1995-2004 il valore delle portate medie prelevate è variato tra 20 l/sec e 27 l/sec , con un minimo di 16 l/sec nel 2003-2002 e un massimo di 35 l/sec nel 1996 e1998. La media dei valori delle portate medie prelevate risulta essere 26, 75 l/sec. Dall’analisi delle misure di portata sorgiva disponibili (Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid) che risalgono agli anni 1930-33 si evince una Qmin di 42 l/sec, una Qmax di 207 l/sec ed una Qm di 131,5 l/sec. Gli unici due dati disponibili di misure di portata per l’anno 2000 (febbraio ed aprile, in periodo di ricarica dell’acquifero) danno una portata di 30 l/sec, decisamente più bassa dei valori delle portate storiche. Tenuto conto dell’incertezza sull’attendibilità delle misure di portata disponibili (le portate storiche risultano essere decisamente elevate, quelle recenti sembrano in linea con i valori delle portate derivate, anche se più basse) sarebbe opportuno assumere quale valore di disponibilità minima della sorgente una portata non superiore a 19 l/sec, quale valore di dsponbilità massima una portata non superiore a 30 l/sec ed, infine, come valore di disponibilità media una portata non superiore a 20 l/sec. Sorgente Betina Per la sorgente Betina i dati disponibili in merito alla portata sorgiva sono scarsi. Alcune misure di portata, riferibili al periodo di esaurimento dell’acquifero, danno valori di 5 l/sec (agosto 1987) e 0,51 l/sec (ottobre 1928). Altre misure di portata disponibili ma di cui non è not il periodo della misura (Civita et al., 2002-progetto Agrifluid) hanno valori compresi tra un minimo di 6,10 l/sec, un massimo di 26 l/sec ed una media di circa 15 l/sec. La sola misura più recente disponibile risale al maggio 2000 (in periodo di ricarica dell’acquifero) ed ha un valore di 11 l/sec. Considerate le incertezze sulle misure di portata sarebbe opportuno assumere quae valore di disponibilità massima una portata non superiore a 5 l/sec. Le previsioni del Piano d’Ambito della Basilicata (2002) si riferiscono ad una portata media derivabile di 5 l/sec. Per quanto riguarda il valore di

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portata media derivabile, tenuto conto dei dati disponibili sarebbe opportuno considerare portate non superiori a 3 l/sec. Sorgente San Michele Per la sorgente San Michele sono stati reperiti al momento solo dati delle portate derivate relativi al periodo 1969-2004 (fonte Acquedotto Lucano, Tabella 3.26). Dai dati disponibili risulta quanto segue. Le portate minime prelevate nel periodo 1969-1985 hanno in genere valori compresi tra 40 l/sec e 90 l/sec, mentre nel periodo 1986-2004 i valori delle portate minime prelevate sono decisamente più bassi e sono variati in genere tra 12 l/sec e 30 l/sec con minimi di 5-2 l/sec nel 2001-02 e massimi di 50 l/sec e 41 l/sec nel 1991 e 1996. I valori delle portate massime prelevate nel periodo 1969-1986 sono variati tra 150 l/sec e 200 l/sec. Nel periodo 1987-2004 i valori delle portate massime prelevate sono decisamente più bassi e si aggirano in genere tra 83 l/sec e 105 l/sec, con un minimo di 21 l/sec nel 2002 ed massimi compresi tra 140 l/sec e 190 l/sec nel periodo 1994 1999 e nel 2003-2004. Per le portate medie derivate nel periodo 1986-2004 risultano valori compresi tra 52 l/sec e 93 l/sec, con picchi di 111 l/sec,100 l/sec e 104 l/sec negli anni 1991, 1996, 2004. Considerata l’indisponibilità di misure di portata alla sorgente e tenuto conto dei trend delle portate prelevate sarebbe opportuno assumere quale valore di disponibilità minima derivabile una portata non superiore a 12 l/sec (per gli anni particolarmente siccitosi sarebbe opportun far riferimento a valori minimi di portata derivabile di 2-5 l/sec), quale valore di disponibilità massima una portatanon superiore a 80 l/sec (per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori massimi di portata derivabile di 21 l/sec). Per quanto riguarda le portate medie derivabili si evidnzia che dall’analisi dei trend di portate prelevate a partire dal 1993 nell’intervallo agosto-dicembre si registrano spesso portate medie in genere inferiori ai 40 l/sec (valori compresi tra 21 l/sec e 37 l/sec con un picco negativo di 7 l/sec nel 2002), per cui non sarebbe opportuno considerare quale valore medio annuae di portata derivabile quello di 52 l/sec, perché non rifletterebbe la media delle portate derivabili nei mesi agosto-dicembre. Pertanto saebb opportuno assumere qule disponibilità media della sorgente una portata non superiore a 36,5 l/sec (media tra la media minima annuale e la media minima del periodo agosto-dicembre), mentre negli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento ad una portata media derivabile di 29 l/sec con valore medio di 7 l/sec nel periodo agosto-dicembre. Sorgente Linise Per quanto concerne le serie storiche di portate prelevate dalla Sorgente Linise (tabella 3.27) i dati disponibili si riferiscono al periodo 1969-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Dai questi risulta che nel periodo 1969-1991 il valore minimo delle portate prelevate è variato tra 3 l/sec e 10 l/sec, con una punta massima di 20 l/sec nel 1985. Le portate massime prelevate sono variate invece tra 28 l/sec e 33 l/sec, con una punta minima di 13 l/sec e 17 l/sec nel 1973 e 1990 e punte massime di 55 l/sec e 61 l/sec nel periodo 1978-81. Le portate medie prelevate si aggirano tra 13 l/sec e 24 l/sec con punte minime di 5 l/sec e 7 l/sec nel 1973 e 1990, e valori più alti compresi tra 24 l/sec e 38 l/sec nel periodo 1978-81 e nel 1985. Nel periodo 1992- 2004 si riscontrano valori di portate minime prelevate comprese tra 19 l/sec e 22 l/sec con punta massima di 25 l/sec nel 1999 e valori minimi di 10 l/sec nel 2004 e di 15-16 l/sec negli anni 1993-1994. Le portate massime prelevate risultano essere comprese tra 40 l/sec e 52 l/sec con punte di massimo 59 l/sec e 66 l/sec negli anni 2003 e 1999 e minimi di 45 l/sec nel 1992. Le portate medie derivate sono variate invece tra 32 l/sec e 37 l/sec con punte massime di 47 l/sec nel 1999.

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Per quanto concerne le misure di portata sorgiva disponibili i pochi dati riguardano una misura di portata di 5 l/sec nel settembre 1987 e dei valori di Qmax (12 l/sec), Q min (10 L/sec) e Qm (10,8 l/sec) relativi sempre all’anno 1987. Altre fonti indicano per gli anni: - 1997: Qmax (50 l/sec), Q min (19 L/sec) e Qm (36 l/sec) - 1998: Qmax (53 l/sec), Q min (25 L/sec) e Qm (37 l/sec) - 1999: Qmax (55 l/sec), Q min (25 L/sec) e Qm (37 l/sec). Considerata l’incertezza sull’attendibilità dei dati di portata sorgiva e tenuto conto dei trend delle portate derivate in via cautelativa sarebbe opportuno assumere qualevalore di disponibilità minima una portata dela sorgent non superiore a 10 l/sec (per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori minimi di portata derivabile di 3-4 l/sec). Per la portata massima derivabile sarebbe opportuno considerare valori non superiori a 40 l/sec, mentre per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori massimi di portata derivabile di 25 l/sec. Per le portate medie sarebbe opportuno considerare valori non superiori a 24 l/sec, mentre per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori massimi di portata derivabile di 13 l/sec. Fossa Cupa Per la sorgente Fossa Cupa sono stati reperiti al momento solo i dati di portate derivate relativi al periodo 1969-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A., tabella 3.28). Dai dati disponibili risulta quanto segue. I valori delle portate minime prelevate in genere sono variati tra 55 l/sec e 66 l/sec, con picchi negativi di 27 l/sec (1975) e di 31-49 l/sec (1978-79; 1981-1983, 2002) e punte massime comprese tra 70 l/sec e 75 l/sec negli anni 1984, 1991, 1996-1999, 2004. I valori delle portate massime prelevate sono variati tra 146 l/sec e 174 l/sec con punte minime di 80 l/sec nel 2002 e di 109 l/sec nel 1990. I valori delle portate medie prelevate sono variati tra 103 l/sec e 126 l/sec con picchi di minimo di 62-69 l/sec, registrati nel 2002 e 1981, e di 79-97 l/sec nel 1987-1990, 1992-1993, 1978, 1975 e con picchi di massimo di 133-139 l/sec, registrati nel 1996-1998 e nel 1970, e di 141 l/sec nel 2004. La media dei valori delle portate medie prelevate risulta essere di 109,52 l/sec. Considerata l’indisponibilità di misure di portata alla sorgente e tenuto conto dei trend delle portate prelevate sarebbe opportuno assumere quale disponibilità minima un valore di portata non superiore a 55 l/sec (per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori minimi di portata derivabile di 27-31 l/sec). Per la disponibilità massima sarebbe opportuno considerare valori non superiori a 146-174 l/sec, mentre per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori massimi di disponibilità non superiori a 80-109 l/sec. Pozzi Tempe e Peschiera Per i pozzi Tempe e Peschiera i dati disponibili inerenti le portate derivate riguardano il periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano, tabelle 3.29 e 3.30). Per il Pozzo Tempe (tabella 3.29) le portate derivate tra il 1995 ed il 2004 sono in genere comprese tra 36 e 40 l/sec e talora ammontano a 26-27 l/sec. I minimi di prelievo sono stati raggiunti in alcuni mesi del 2002 (7 l/sec), 2003 (5 l/sec), 2004 (2 l/sec). Considerato che al momento vi sono stime approssimative sulla potenzialità dell’acquifero interessato dalla derivazione, sarebbe opportuno assumere valori massimi di portate derivabili non superiori a 26 l/sec. Per quanto riguarda la stima delle portate medie prelevabili, dall’elaborazione dei dati disponili risulta che nei mesi di funzionamento del pozzo le portate medie prelevate risultano essere di 20 l/sec, escludendo dalla media le portate più elevate (40 l/sec). Per quanto riguarda il Pozzo Peschiera le portate derivate (tabella 3.30) sono in genere comprese tra 26 e 35 l/sec, con minimi di 15-17 l/sec e picchi negativi estremi compresi tra 2 l/sec e 9 l/sec.

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Anche in questo caso al momento vi sono solo stime approssimative della potenzialità dell’acquifero interessato dalla derivazione, pertanto sarebbe opportuno assumere valori massimi di portate derivabili non superiori a 26 l/sec. Per la stima della portata media derivabile dai dati disponibili risulta che il pozzo, nei mesi di funzionamento, ha prelevato in media 22,8 l/sec (tale valore è stato calcolato escludendo dalla media i valori di portate prelevate superiori ai 30 l/sec). Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Basento-Camastra In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata (2002) lo Schema Basento-Camastra riceve gli apporti da altre sorgenti minori (tabella 3.20) per una portata totale di circa 23 l/sec. Si tratta di sorgenti con portata bassa (non superiore ad 1 l/sec) ad eccezione della sorgente San Michele (Struttura idrogeologica dell’Alta Val Basento) per la quale è disponibile una sola misura di portata di 3.5 l/sec relativa al periodo di agosto del 1987. Anche in questo caso, considerato che le sorgenti minori presentano portate basse e che probabilmente esse sono alimentate da acquiferi minori dotati di bassa potenzialità, la valutazione delle disponibilità effettuata dall’ATO può essere considerata quale valore massimo di portata che le fonti minori possono fornire allo Schema Basento-Camastra. Per quel che riguarda il valore medio di portata che le fonti minori possono apportare allo schema questo è stato ottenuto dimezzando le stime di portata massima disponibile. Si riporta di seguito una sintesi delle stime di disponibilità che le sorgenti e pozzi sopra elencate forniscono allo Schema Basento-Camastra.

Fonti di Approvvigionamento

Qmin disponibile l/sec

Qmax disponibile l/sec

Qm disponibile l/sec

Sorgente Aggia 50 171 136 Sorgenti Capo d’Agri II e III 40 112 102 Sorgente Curvino 19 30 26,75 Sorgente Betina 1 5 3 Sorgente San Michele 12 80 36,5 Sorgente Linise 10 40 24,02 Sorgente Fossa Cupa 55 147 109,52 Pozzo Tempe 26 20 Pozzo Peschiera 26 22,8 Altre fonti (sorgenti e pozzi) 23 11,5 Totale 187 660 492,09

Tabella 3.31 - Schema Basento-Camastra: Stima delle disponibilità dello schema in funzione degli apporti da corpi idrici sotterranei

3.4.2 Schema Agri Le fonti di alimentazione principali dello Schema Agri sono rappresentate dalle sorgenti del Gruppo Oscuriello e da una integrazione proveniente dallo Schema Basento-Camastra (tabella 3.32). Per le sorgenti del Gruppo Oscuriello, che include le sorgenti Amorosa, Chiasciumara e Sorgitora, sono stati reperiti al momento solo i dati di portate derivate relativi al periodo 1993-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A., tabelle 3.33 e 3.34). Nell’analisi dei dati non si è tenuto conto dei dati relativi al periodo 1993-1995 perché incompleti.

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Per la sorgente Amorosa (Oscuriello Bassa) le portate minime prelevate nell’arco temporale considrato sono variate tra 22 l/sec e 27 l/sec. Le portate massime sono variate tra 28 l/sec e 35 l/sec con un minimo di 26 l/sec (tabella 3.33). Per la sorgente Chiasciumara (Oscuriello I) le portate minime prelevate sono variate tra 20 l/sec e 22 l/sec nel periodo 1996-2000 e tra 14 l/sec e 19 l/sec nel periodo 2001-2004. Le portate massime prelevate sono variate tra 28 l/sec e 36 l/sec con un minimo di 21 l/sec nel 2002 (tabella 3.33). Anche per la sorgente Sorgitora (Oscuriello II) le portate minime prelevate sono variate tra 26 l/sec e 30 l/sec con minimi di 18-22 l/sec negli anni 2000-2002. Le portate massime derivate sono variate tra 28 l/sec e 38 l/sec con punta minima di 23 l/sec nel 2002 (tabella 3.33). Complessivamente la portata prelevata dall’intero gruppo sorgivo (Tabella 3.34) presenta valori minimi compresi tra 69 l/sec e 75 l/sec con minimi di 58-60 l/sec negli anni 2001-2002. I valori delle portate massime prelevate sono variati tra 83 l/sec e 96 l/sec con un minimo di 74 l/sec nel 2002 e massimi di 105-111 l/sec negli anni 1996-97 e 2004. Se si analizzano le misure di portata disponibili per la sorgente Chiasciumara e Sorgitora (Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid) si rileva che negli anni 2000-2001 la somma delle portate delle due sorgenti ha raggiunto minimi di 40 l/sec e massimi di 73 l/sec (con una portata media di 60.9 l/sec). Dati relativi agli anni 1928-1929 riportano valori di Qmin di 35 l/sec e di Qmax di 61 l/sec (con una portata media di 48,60 l/sec). Per quanto riguarda la sorgente Amorosa le misure di portata più recenti disponibili (Civita et al.2002-Progetto Agrifluid) relative agli anni 2000-2001 indicano una portata minima di 25 l/sec, una portata massima di 28 l/sec ed una media di 26,75 l/sec. Dati storici degli anni 1928-29 indicano valori di portate sorgive superiori (Qmin=27 l/sec, Qmax=79 l/sec, Qm=48,33 l/sec). In considerazione del numero limitato di informazioni inerenti le portate sorgive del Gruppo Oscuriello e tenuto conto dei trend delle serie di portata derivate sarebbe opportuno considerare per la Sorgente Amorosa una disponibilità minima non superiore a 22 l/sec ed una massima non superiore a 26 l/sec. Per il gruppo sorgivo Chiasciumara e Sorgitura sarebbe opportuno considerare una disponibilità minima non superiore a 32 l/sec ed una disponibilità massima non superiore a 53 l/sec. Per l’intero Gruppo Oscuriello sarebbe opportuno considerare valori di disponibilità minima non superiori a 52 l/sec, valori di disponibilità massima non superiori a 79 l/sec e valori di disponibilità media non superiori a 65,5 l/sec. Per quanto riguarda il contributo dello schema Basento-Camastra allo Schema Agri, i valori minimi di portata provenienti dalla Sorgente Aggia nel periodo 1995-2004 sono variati in genere tra 61 l/sec (con punte minime di 13 e 41 l/sec negli anni 1997 e 2000) e 94 l/sec. La media delle portate distribuite allo Scema Agri è variato tra 81 l/sec e 109 l/sec. I valori massimi forniti sono variati tra 90 e 125 l/sec con punta minima di 80 l/sec nel 1996 e punta massima di 146 l/sec nel 1998. Se si considera la distribuzione delle portate derivate dalla sorgente Aggia ai due schemi acquedottistici nei periodi febbraio-luglio ed agosto-gennaio nel periodo 1998-2005 si rileva che nel periodo febbraio-luglio lo schema Agri ha ricevuto in media portate comprese tra 71 l/sec e 90 l/sec con punte di 105 l/sec nel 2002. Nel periodo agosto-gennaio le portate fornite allo schema Agri sono variate tra 98 l/sec e 106 l/sec (2001-2004) con minimi di 80-87 l/sec nel 1999-2000 e massimo di 168 l/sec nel 1998. In base ai dati forniti da Acquedotto Lucano le portate complessive assicurate allo Schema Agri dal gruppo Oscuriello e dallo Schema Basento-Camastra (tabella 3.35) assumono valori minimi compresi tra 110 l/sec e 152 l/sec con punte minime di 88 l/sec (1997) e valori massimi compresi tra 186 e 206 l/sec con punte di 230-238 l/sec registrate nel 1998 e 2004.

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Tenuto conto delle stime effettuate sulle portate sorgive e sulle portate prelevate dalle sorgenti del Gruppo Oscuriello e sulle portate provenienti dallo Schema Basento-Camastra sarebbe opportuno assumere una disponibilità minima complessiva per l’intero schema non superiore a 113 l/sec, una disponibiltà massima non superire a 169 l/sec. Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Agri In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata lo schema in esame riceve gli apporti da altre sorgenti minori (tabella 3.32) per una portata complessiva totale di circa 2,7 l/sec. La disponibilità media delle fonti minori è stata ottenuta dimezzando il valore di portata sopra citato. Si riporta di seguito una sintesi delle stime di disponibilità che le fonti di alimentazione elencate in precedenza forniscono allo Schema Agri.

Fonti di Approvvigionamento Qmin disponibile l/sec

Qmax disponibile l/sec

Qm disponibile l/sec

Gruppo Oscuriello 52 79 66 Apporti Schema Basento-Camastra 61 90 84 Altre fonti (sorgenti e pozzi) 2.7 1,3 Totale 113 170.7 151,3

Tabella 3.36 - Schema Agri: Stima disponibilità dello schema in funzione degli apporti da corpi idrici sotterranei

3.4.3 Schema Frida Le principali fonti di alimentazione dello Schema Frida sono rappresentate dalla Sorgente Frida (Idrostruttura del Pollino), dalle sorgenti Mangosa e San Giovanni (Idrostruttura dei Monti di Lauria) e dalla Sorgente Caramola (Unità del Frido; tabella 3.37). Per quanto riguarda la sorgente Frida i dati disponibili relative alle portate derivate si riferiscono al periodo 1999-2004 (fonte Acquedotto Lucano, tabella 3.38). Le portate minime prelevate presentano valori compresi tra 315 l/sec e 383 l/sec con un minimo di 272 l/sec nel 2002. Le portate massime prelevate mostrano valori compresi tra 445 l/sec e 493 l/sec con un minimo di 403 l/sec nel 2002. Le portate medie prelevate variano tra 393 l/sec e 408 l/sec con un minimo di 313 l/sec nel 2002 e un massimo di 438 l/sec nel 2004. Se si analizzano i valori delle portate derivate riportate da Sdao et al. (1999), relativi al periodo 1981-1999 (tabella 3.39), le portate minime prelevate dalla sorgente Frida sono variate tra 302 l/sec e 383 l/sec con picco massimo di 401 l/sec nel 1981e un minimo di 233 l/sec nel 1990. Le portate massime derivate sono variate tra 413 l/sec e 479 l/sec con picchi più elevati nel 1985 (529 l/sec) e nel 1991 (504) l/sec. I valori delle portate medie prelevate sono variati tra 343 l/sec e 446 l/sec, con un minimo di 269 l/sec nel 1980 ed un massimo di 481 l/sec nel 1985. Tenuto conto dei trend delle portate derivate dalla Sorgente Frida sarebbe opportuno considerare quale disponibilità minima della sorgente una portata non superiore a 302 l/sec, una massima non superiore a 413 l/sec ed una media non superiore a 269 l/sec. Per quanto concerne le portate derivate dalla Sorgente Mangosa e San Giovanni i dati di portate prelevate disponibili si riferiscono al periodo 1999-2004 (tabella 3.40).

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112

Nel periodo 1999-2001 i dati di portata prelevata riguardano solo la sorgente Mangosa per la quale ui valori delle portate minime prelevate sono variati tra 79-114 l/sec; i valori della portata massima prelevata sono variati tra 127-136 l/sec. Nel periodo 2002-2004 i dati inerenti le portate prelevate riguardano la somma dei contributi della sorgente Mangosa e della sorgente San Giovanni; tali contributi hanno fatto registrare valori minimi di 109-115 l/sec e valori massimi di 156-206 l/sec. Nel periodo 1999-2004 i valori delle portate medie prelevate sono variati tra 108 l/sec e 133 l/sec. I dati relativi alla portata sorgiva della Sorgente Mangosa sono scarsi e poco attendibili (tabella 3.41, i valori si riferiscono probabilmente a misure di portate derivate). Per la sorgente San Giovanni si dispone di una misura di portata del 1987 pari a circa 540 l/sec. Tenuto conto della indisponibilità dei dati di portata sorgiva e dei trend delle portate prelevate sarebbe opportuno assumere valori di portata minima disponibile per la sorgente Mangosa non superiori a 79 l/sec e valori di portata massima non superiori a 156 l/sec. Per quanto riguarda il contributo della disponibilità della sorgente San Giovanni questo al, momento, è di difficile valutazione, considerata l’indisponibilità dei dati. Pertanto considerati i trend di portate prelevate da entrambe le sorgenti ci si riferirà a valori di disponibilità minima non superiori a 109 l/sec, di disponibilità massima non superiori a 138 l/sec e di disponibilità media non superiori a 123 l/sec. Per quanto riguarda la Sorgente Caramola le serie di portata prelevata disponibili si riferiscono al periodo 1999-2004 (tabella 3.42). In questo periodo le portate minime prelevate hanno assunto valori compresi tra 6-9 l/sec negli anni 1999-2002 e valori di 16-25 l/sec negli anni 2003-04. I valori massimi di portata prelevata sono variati tra 30 l/sec e 38 l/sec con un minimo di 21 l/sec nel 2002. Non si hanno a disposizione dati inerenti misure di portata sorgive, pertanto, considerato il trend delle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale valore di disponibilità minima una portata non superiore a 9 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata non superiore a 21 l/sec, quale valor di disponibilità media una portata non superiore a 15 l/sec. Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Frida In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata lo schema in esame riceve apporti da altre sorgenti minori (tabella 3.37) per una portata complessiva totale di circa 14,75 l/sec. Si tratta di sorgenti con portata bassa (non superiore ad 2 l/sec), alimentate probabilmente da acquiferi minori, caratterizzati da potenzialità basse. Pertanto la valutazione delle disponibilità effettuata dall’ATO può essere considerata quale valore di portata massima che le fonti minori possono apportare allo Schema Frida, mentre il valore di portata media disponibile è stato valutato dimezzando il valore di portata massima. Si riporta di seguito una sintesi delle stime di disponibilità che le sorgenti sopra elencate forniscono allo Schema Frida.

Fonti di Approvvigionamento Qmin disponibile l/sec

Qmax disponibile l/sec

Qm disponibile l/sec

Sorgente Frida 302 413 343 Sorgenti Mangosa-San Giovanni 109 138 123 Sorgente Caramola 9 21 15 Altre fonti (sorgenti e pozzi) 14.75 7,35 Totale 420 587.75 488,35

Tabella 3.43 - Schema Frida: Stima disponibilità dello schema in funzione degli apporti da corpi idrici sotterranei

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113

3.4.4 Schema Torbido-Maratea Le principali fonti di alimentazione dello Schema Torbido-Maratea (tabella 3.44) sono rappresentate dalla Sorgente Torbido (Idrostruttura del Sirino), dalle sorgenti Ondavo, Parrutta,San Basile e Torno (Idrostruttura dei Monti di Maratea) e dal pozzo Sorgimpiano (Idrostruttura dei Monti di Maratea). Per quanto riguarda la sorgente Torbido le serie di portate prelevate disponibili si riferiscono al periodo 1992-2004 (tabella 3.45). Da queste risulta che i valori delle portate minime prelevate sono variati tra 132 l/sec e 167 l/sec, mentre i valori delle portate massime prelevate in genere sono variati tra 190 l/sec e 200 l/sec con picchi massimi di 243-250 l/sec negli anni 1996-97 ed un minimo di 170 l/sec nel 2001. Le portate medie prelevate sono variate tra 155 l/sec e 184 l/sec. La sola misura di portata sorgiva disponibile risale al 1987 ed indica un valore di 260 l/sec. Considerata la mancanza di dati inerenti le portate sorgive ed i trend delle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale disponibilità minima un valore di portata non superiore a 132 l/sec, quale valore di disponibilità massima n valore di portata non superiore a 168 l/sece quale valor di dsponibilt media un vaore non superiorea a 150 l/sec. Anche per la sorgente Ondavo la serie di portate prelevate disponibili si riferisce al periodo 1992-2004 (tabella 3.46). Dai questi risulta che i valori di portate minime prelevate sono stati dell’ordine di 10-13 l/sec negli anni 1992-1995; essi sono variati tra 2 l/sec e 6 l/sec nel periodo 1996-2004 raggiungendo il valore minimo di 2 l/sec nel 2002. I valori massimi di portate prelevate sono variati tra 19 l/sec e 22 l/sec negli anni 1993-1998 con un massimo di 31 l/sec nel 1992. Nell’intervallo 1999-2004 le portate massimeprelevate sono variate tra 11 l/sec e 15 l/sec. I valori delle portate medie prelevate sono compresi tra 7 l/sec e 19 l/sec. La sola misura di portata sorgiva disponibile risale all’agosto del 1987 ed è pari a 9 l/sec. Tenuto conto dell’indisponibilità di misure di portata sorgiva e del trend di portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale valore di disponibilità minima un valore di portata non superiore a 3 l/sec, quale valore di disponibilità massima un valore d portata non superiore a 11 l/sec, quale valore di disponibilità media una portata non superiore a 7 l/sec. Per la sorgente Parrutta risultano disponibili solo dati di portate prelevate per il 1991 e per il periodo 1995-2004 (tabella 3.47). Da questi risulta che le portate minime prelevate sono variate tra 10 l/sec e 20 l/sec negli anni 2001-2004, mentre assumono valori compresi tra 7 l/sec e 13 l/sec nel periodo 1996-2000 con una punta massima di 43 l/sec nel 1996 e di 45 l/sec nel 1998. Le portate massime prelevate sono variate tra 16 l/sec e 28 l/sec negli anni 2000-2004, con un picco di 30 l/sec nel 1999 e valori decisamente più alti negli anni 1996-98 (79-81 l/sec). Le portate medie prelevate sono variate tra 12 l/sec e 22 l/sec nel periodo 1999-2004 con picchi compresi tra 54 l/sec e 67 l/sec tra il 1996 ed il 1998 ed un minimo di 9 l/sec nel 1995. Al momento non risultano disponibili misure di portata sorgiva, pertanto, tenuto conto dei trend di portata prelevata si suppone che la disponibilità media della sorgente possa variare tra un minimo di 7 l/sec ed un massimo di 24 l/sec e che i valori della disponibilità media non siano superiori a 15,5 l/sec. Per quanto riguarda la sorgente San Basile le misure di portata prelevata disponibili sono comprensive del contributo della portata derivata dal pozzo Monaco (tabella 3.48). Da questi risulta che le portate minime prelevate sono variate tra 22 l/sec e 33 l/sec negli anni 1993-1995 e 2002-2004, mentre negli anni 1996-2001 sono variate tra 6 l/sec e 13 l/sec.

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114

Le portate massime prelevate presentano valori estremamente variabili con un minimo di 20-25 l/sec nel periodo 1999-2001 ed un picco di 105 l/sec nel 1995. I valori delle portate medie prelevate sono variati in genere tra 37 l/sec e 61 l/sec con punte minime di 16-20 l/sec negli anni 1999-2001. La sola misura di portata disponibile per la sorgente San Basile risale al 1987 e indica un valore di portata di 11 l/sec. Pertanto tenuto conto dell’estrema variabilità del trend delle portate prelevate dalla Sorgente San Basile e dal pozzo Monaco e dell’unica misura di portata sorgiva disponibile sarebbe opportuno considerare quale valore di disponibilità minima della sorgente una portata non superiore a 11 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata non superiore a 20 l/sec, quale disponibilità media un valore di portata non superiore a 15,5 l/sec. Per quanto riguarda la Sorgente Torno sono disponibili solo serie di portate prelevate del periodo 1992-2004 (tabella 3.49). Le portate minime prelevate presentano valori variabili tra 11 l/sec e 18 l/sec, con punte minime di 6-8 l/sec negli anni 2000, 2003-04. I valori delle portate massime prelevate sono variate tra 42 l/sec e 60 l/sec con minimi di 17 l/sec nel 2000, di 22 l/sec nel 1999 e di 25 l/sec nel 2004. Le portate medie prelevate sono variate tra 25 l/sec e 41 l/sec con punte di minimo di 10 l/sec nel 2000 e di 15 l/sec nel 1999 e nel 2004. Considerata la mancanza di misure di portata sorgive e tenuto conto del trend delle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale valre disponibilità minimauna portata non superiore a 6 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata non superiore a 25 l/sec e qualevalore di disponibilità media una portata non superiore a 15,5 l/sec. Per quanto riguarda il contributo del pozzo Sorgimpiano i trend di portate derivate (tabella 3.50) si riferiscono agli anni 1993-2004. Nei mesi di funzionamento le portate minime derivate sono variate in genere tra 24 l/sec e 45 l/sec con picchi di minimo di 12 l/sec nel 2001 e di 7 l/sec nel 2002. Le portate massime derivate sono variate in genere tra 40 l/sec e 52 l/sec con minimi di 30-35 l/sec negli anni 2003-04. Le portate medie prelevate sono variate tra 33 l/sec e 45 l/sec con un minimo di 19 l/sec nel 2002. Al momento essendo disponibili solo stime approssimate della potenzialità idriche dell’acquifero soggetto a derivazione, sarebbe opportuno considerare una portata minima derivabile non superiore a 15 l/sec, una portata massima derivabile non superiore a 30 l/sec ed una media non superiore a 22,5 l/sec. Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Torbido-Maratea In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata lo schema in esame riceve apporti da numerose altre sorgenti minori (tabella 3.44) per una portata complessiva totale di circa 236 l/sec, valutata sulla base dei dati contenuti nel Piano d’Ambito dell’ATO unico Basilicata (2002), dei dati forniti da Acquedotto Lucano e dei dati bibliografici disponibili. Molte delle sorgenti riportate in elenco presentano portata bassa (non superiore ad 2 l/sec). Per tutte le sorgenti, anche quelle di portata maggiore, non sono disponibili valori di portata sorgivi sufficienti per poter valutare le reali variazioni di portata sorgiva, pertanto la valutazione delle disponibilità effettuata sulla base delle informazioni disponibili può essere considerata quale valore di portata massimo che le fonti minori possono apportare allo schema Torbido-Maratea. Si riporta di seguito una sintesi delle stime di disponibilità che le sorgenti sopra elencate forniscono allo Schema Frida.

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Fonti di Approvvigionamento Qmin disponibile

l/sec Qmax disponibile l/sec

Qm disponibile l/sec

Sorgente Torbido 132 168 150 Sorgenti Ondavo 3 11 7 Sorgente Parrutta 7 24 15,5 Sorgente San Basile e Pozzo Monaco

11 20 15,5

Sorgente Torno 6 25 15,5 Pozzo Sorgimpiano 15 30 22,5 Altre fonti (sorgenti e pozzi) 236 236 Totale 174 (391 con altre fonti) 481,63 462

Tabella 3.51 - Schema Torbido-Maratea: Stima delle disponibilità dello schema in funzione degli apporti da corpi idrici sotterranei Tabella 3.20 Fonti di alimentazione dello Schema Basento-Camastra Gestore Piano D’Ambito ATO Basilicata 2002

Portate derivate PRGA 1994

Principali Fonti di Approvvigionamento

Qm l/sec

Qmin l/sec

Qmax l/sec

Qmax derivabile

l/sec

Quff l/sec

V.medio Annuo

mc/anno

Q l/sec

Pozzo Tempe Marsico Vetere Loc.Tempe

Idr. M.tiMaddalena Substr.Aggia?

Acquedotto Lucano

28 26 30 30 883008 0-100

Pozzo Peschiera Marsico Vetere Loc Peschiera

Idr. Il Monte-Peschiera del Pedale

Acquedotto Lucano

35 35 35 35 551880

S. Aggia Paterno Loc.Aggia

M.tiMaddalena Substr.Aggia

Acquedotto Lucano

239 140 350 350 7500000 180-250

S. Capo d’Agri II-III Marsico Nuovo Loc.Capo d’Agri

IdrM.CalvelloVolturino Sub.M.Calvelluzzo CapoAgri-Curvino

Acquedotto Lucano

94 47 138 160 80 2940732 70-100

S. Curvino Marsico Nuovo Loc.Curvino

IdrM.CalvelloVolturino Sub.M.Calvelluzzo CapoAgri-Curvino

Acquedotto Lucano

29 20 45 50 911000 20

S. Betina Marsico Nuovo Loc.Betina

Idr. MarsicoNuovo Il Monte Substr. Il Monte Betina

Acquedotto Lucano

5 157680

S. Linise Sasso di Castalda Loc.Linise

Alta Val Basento Substr. La Cerchiara

Acquedotto Lucano

37 19 55 1164204

S.Michele (Gruppo ATO) Sasso di Castalda Loc. San Michele

Alta Val Basento Substr. San Michele (B)

Acquedotto Lucano

40 15 85 110 1261440 40-70

S. San Michele Sasso di Castalda Loc. San Michele

Alta Val Basento Substr. San Michele (B)

Comune di Brienza

12 378500

S. San Michele Sasso di Castalda Loc. San Michele

Alta Val Basento Substr. San Michele (B)

Comune di Sasso di Castalda

6 6 189216

S. Fossa Cupa Abriola

Alta Val Basento Substr. Pierfaone(A)

Acquedotto Lucano

130 69 240 250 4100000 40-70

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116

Loc. Fossa Cupa S. Fossa Cupa Pignola Loc. Fossa Cupa

Alta Val Basento Substr. Pierfaone(A)

Pignola 6 5 10 10 6 189216

Altre fonti di approvvigionamento

S. San Domenica Brienza Loc. S.Domenica

Brienza 1 31500

S. Pergola Brienza Loc.

Brienza 1 31500

S.Visciglieta Brienza Loc.

Brienza 1 31500

S.Pilarcio Brienza Loc.Pilarcio

brienza 1 31500

S. San Michele Pignola

Alta Val Basento Pignola 6 4 10 10 6 189216

Pignola Loc.

3,5 2 5 6 3,5 110376

S. Rifreddo Pignola Loc.rifreddo

Pignola 0.5 0.25 1 1 0.5 15768

S.Tornio (Tuorno) Pignola Loc.Tornio

Pignola 6 4 8 10 189216

S.Cozzi Sasso di Castalda Loc.Costara

Sasso di castalda

2

S.Giardone Sasso di Castalda

Sasso di Castalda

0.6 1.1

Pozzo Codda Brienza

1 31500

Pozzo S.Elena Brienza

1 31500

Pozzo Pezza Farina Brienza

1 31500

Contributo Invaso del Camastra

421 200 800 13302936 1531

Questo schema integra (Piano d’Ambito, 2002): Schema Agri:50 l/sec Schema Avigliano:103 l/sec Schema Tito e zona industriale: 87 l/sec Schema Marsico Nuovo: 15 l/sec Schema Paterno: 10 l/sec

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117

Tabella 3.21 - Portate derivate dalla Sorgente Aggia nel periodo 1998- 2004

Portate totali derivate dalla Sorgente Aggia (l/sec)

Portata fornita allo Schema Agri

(l/sec)

Portata fornita allo Schema Basento-Camastra

l/sec anno Qmin Qmax Qmedia Qmin Qmax Qmedia Qmin Qmax Qmedia 1975 67 156 108 1976 35 187 120 1977 32 126 80 1978 15 185 116 1979 15 204 124 1980 48 200 131 1981 112 245 171 1982 80 152 115 1983 72 137 104 1984 101 191 145 1985 105 200 151 1986 86 162 123 1987 68 128 97 1988 66 126 95 1989-1994 Dati non disponibili

1995 138 310 222 61 90 74 77 236 156,5 1996 207 406 286 36 80 56 171 350 260,5 1997 204 367 270 13 95 55 127 347 214 1998 95 310 214 68 146 104 8-10-38 234 104 1999 90 364 256 68 90 77 5-27 296 178,9 2000 93 255 179 41 103 81 4-22 176 98,41 2001 94 251 198 69 116 95 52 176 103,41 2002 139 200 177 94 123 109 32 103 68,33 2003 165 257 193 72 115 91 50 171 102,33 2004 110 263 181 77 125 101 17-29 179 79,58 Previsioni ATO 2002

140 l/sec

350 239

Da Acquedotto Lucano risulta che : Negli anni siccitosi la sorgente Aggia fornisce al Consorzio dell’Alta Val d’Agri circa 35-40 l/sec. Nel 2005 invece al Consorzio è stata rilasciata solo una portata di 37-40 l/sec dal Pozzo Tempe

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118

Tabella 3.22 - Stima delle distribuzioni delle Portate derivate dalla Sorgente Aggia nel periodo 1998- 2005 (agosto) Qm derivata totale

l/sec Qm fornita allo Schema

Agri l/sec

Qm fornita allo Schema Basento-Camastra

l/sec Anno Febbraio-

Luglio Agosto-Gennaio

Febbraio-Luglio

Agosto-Gennaio

Febbraio-Luglio

Agosto-Gennaio

1998 261 168 86 168 175 0 1999 311 195.5 77 80.8 234 114.7 2000 227.8 139.66 71.33 87.33 156.5 52.33 2001 234 163.166 80.66 106.83 153.3 56.3 2002 192.3 162.33 105.66 113 86.66 49.33 2003 208.83 176.5 84.33 98.66 124.5 77.83 2004 191.5 174.83 90.83 106.33 100.66 68.5 2005 (fino ad agosto)

184.33 83.16 98.5 50 85.83 33.166

Previsione DIFA 2005 Rif.1998 Le previsioni sono tutte attribuite allo Schema Basento

224 l/sec 192 l/sec

Gli apporti della sorgente Aggia allo Schema Basento Periodo di massimo prelievo Febbraio-Luglio Periodo di minimo prelievo Agosto-Gennaio

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Tabella 3.23 - Portate derivate dalla Sorgenti Capo d’Agri II e III nel periodo 1998- 2004 anno Qmin Qmax Qmedia 1972 40 100 77 1973 75 100 91 1974 50 100 83 1975 69 131 94 1976 79 143 105 1977 79 146 108 1978 77 160 118 1979 88 156 125 1980 114 204 164 1981 88 194 150 1982-1994 Dati non disponibili 1995 63 117 83 1996 80 181 113 1997 65 115 98 1998 57 148 104 1999 47 133 94 2000 60 121 85 2001 65 112 87 2002 60 83 69 2003 68 128 93 2004 70 149 102 Previsioni ATO 2002 47 138 94 Fonte dati Acquedotto Lucano Tabella 3.24 - Stima delle distribuzioni delle Portate derivate dalle Sorgenti Capo d’Agri II e III nel periodo 1998- 2004 Qm derivata

l/sec Anno Febbraio-Luglio* Agosto-Gennaio* 1995 88.66 75.66 1996 128.16 104 1997 106.66 87 1998 135 72.16 1999 120 68.83 2000 100.17 67 2001 102.83 70 2002 73.66 69 2003 109.5 74 2004 122.66 83.83 2005 (fino ad agosto)

135.16

Previsione DIFA 2005

Periodo invernale Periodo estivo

Rif.1998 124 l/sec 65l/sec *Periodi in cui le portate derivate sono maggiori : Febbraio –Luglio *Periodi in cui le portate derivate sono minori: Agosto-Gennaio

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Tabella 3.25 - Portate derivate dalla Sorgente Curvino nel periodo 1976- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1976 20 46 30 1977 19 40 27 1978 20 46 27 1979 24 44 32 1980 15 33 23 1981 19 44 29 1982-1994 Dati non disponibili 1995 20 30 26 1996 24 50 35 1997 24 32 27 1998* 25 50 35,125 1999* 25 45 31 2000* 20 20 20 2001 10 27 20 2002 7 29 16 2003* 6 32 16,2 2004* 19 32 22,875 Previsioni ATO 2002 20 45 29 Fonte dati Acquedotto Lucano *Per gli anni 1998, 1999,2000 le portate Luglio-Settembre non sono state sollevate Nel 2003 le portate di aprile e maggio non sono state sollevate Nel 2004 le portate di aprile-luglio non sono state sollevate.

Page 73: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

121

Tabella 3.26 - Portate derivate dalla Sorgente San Michele nel periodo 1969- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1969 59 193 127 1970 117 183 159 1971 72 175 134 1972 83 170 120 1973 79 180 126 1974 75 154 92 1975 76 145 105 1976 80 168 120 1977 59 175 114 1978 79 197 133 1979 75 197 128 1980 93 183 142 1981 51 200 134 1982 35 144 88 1983 37 151 87 1984 58 192 121 1985 40 195 122 1986 20 159 87 1987 26 84 52 1988 27 95 61 1989 30 86 55 1990 35 83 55 1991 50 207 111 1992 30 92 57 1993 15 105 50 1994 15 165 93 1995 15 148 67 1996 41 188 100 1997 23 147 82 1998 12 135 76 1999 15 140 78 2000 14 95 54 2001 5 110 54 2002 2 21 8 2003 19 270 92 2004 33 193 104 Previsioni ATO 2002 15 85 40 Fonte Acquedotto Lucano La sorgente San Michele fornisce acqua: al comprensorio dell’Alta Val d’Agri. Nelle portate ad uso idropoable dal maggio 2004 è compresa la portata fornita al Comune di Sasso di Castalda ed al Comune di Brienza

Page 74: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

122

Tabella 3.27 - Portate derivate dalla Sorgente Linise nel periodo 1969- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1969 8 30 17 1970 5 30 15 1971 4 26 13 1972 5 25 13 1973 3 13 5 1974 4 28 13 1975 4 28 14 1976 8 30 21 1977 8 30 18 1978 8 55 30 1979 13 61 29 1980 10 60 24 1981 9 60 28 1982 7 30 18 1983 4 35 19 1984 10 30 16 1985 20 60 38 1986 8 33 19 1987 2 30 13 1988 3 28 14 1989 4 28 11 1990 2 17 7 1991 10 30 22 1992 24 45 32 1993 15 52 29 1994 16 52 36 1995 19 71 37 1996 22 50 38 1997 19 50 36 1998 25 53 37 1999 25 66 47 2000 22 55 39 2001 22 50 37 2002 22 40 29 2003 25 59 40 2004 10 50 35 Previsioni ATO 2002 19 55 37 Fonte Acquedotto Lucano

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123

Tabella 3.28 - Portate derivate dalla Sorgente Fossa Cupa nel periodo 1969- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1969 64 160 128 1970 83 160 133 1971 82 159 128 1972 58 169 118 1973 57 153 113 1974 46 243 113 1975 27 147 82 1976 55 174 123 1977 64 159 111 1978 35 153 96 1979 45 145 109 1980 79 149 118 1981 31 123 69 1982 43 151 93 1983 48 147 81 1984 76 171 123 1985 58 190 124 1986 65 171 111 1987 57 158 97 1988 56 155 92 1989 60 109 79 1990 66 125 88 1991 74 257 131 1992 65 140 88 1993 56 157 93 1994 64 213 123 1995 60 198 111 1996 70 250 135 1997 77 198 139 1998 74 207 136 1999 73 239 126 2000 55 181 103 2001 55 157 94 2002 49 80 62 2003 69 204 132 2004 75 242 141 Previsioni ATO 2002 69 240 130 Fonte Acquedotto Lucano

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124

Tabella 3.29 - Portate derivate dal Pozzo Tempe nel periodo 1995- 2004 anno Mesi di funzionamento Q derivata Qmin Qmax Qmedia 1995 9 40 1996 9 40 1997 9 40 1998 5 40 1999 5 40 2000 8 27 40 36.5 2001 9 26 40 29,5 2002 9 7 37 27,2 2003 6 5 37 19,1 2004 6 2 36 24,5 Previsioni ATO 2002

26 30 28

Fonte dati Acquedotto Lucano Il pozzo Tempe fornisce acqua al comprensorio dell’Alta Val d’Agri. Tabella 3.30 - Portate derivate dal Pozzo Peschiera nel periodo 1995- 2004 anno Mesi di funzionamento Q derivata

l/sec Qmin l/sec

Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1995 6 35 1996 6 35 1997 6 35 1998 7 9 35 31,28 1999 6 35 2000 10 15 35 25,5 2001 11 2 35 17,18 2002 12 17 26 21,83 2003 10 6 35 25,3 2004 9 17 32 24,6 Previsioni ATO 2002

35 35 35

Fonte dati Acquedotto Lucano

Page 77: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

125

Tabella 3.32 Fonti di alimentazione dello Schema Agri Gestore Piano d’Ambito ATO Basilicata 2002

Portate derivate PRGA 1994

Principali Fonti di Approvvigionamento

Qm l/sec

Qmin l/sec

Qmax l/sec

Qmax derivabile

l/sec

Quff l/sec

V.medio annuo

mc/anno

Q l/sec

Gruppo Sorgivo Oscuriello Paterno

Idrostruttra dei M.ti Maddalena Substr.Oscuriello

Acquedotto Lucano

84 73 111 174 2998548 124

Integrazione Schema Basento Camastra

80.5

Altre fonti di approvvigionamento

Sorgenti Ponte Urlando Spicco d’Aglio galleria Nocaro-Covile

Castronuovo di S.Andrea

1

Acerenza Acerenza S. Serre Roccanova Loc. Serre

Roccanova 0.3 9641

S. Valadeta Roccanova Loc. Valadeta

Roccanova 0.1 3154

S. Carglione Roccanova Loc. Cariglione

Roccanova 0.9 28383

S.S.Costantino Roccanova Loc. S.Costantino

Roccanova 0.4 12615

Lo Schema Agri integra (Piano d’Ambito, 2002): Schema Montemurro: 8 l/sec Schema S.Chirico Raparo: 8 l/sec Schema Spinoso: 6 l/sec Schema Paterno: 18 l/sec Schema Viggiano:13 l/sec Schema Marsico Nuovo: 5 l/sec

Page 78: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

126

Tabella 3.33 - Portate derivate dalle Sorgenti Amorosa, Chiasciumara, Sorgitora.

nel periodo 1996- 2004 (Fonte dati Acquedotto Lucano) Sorgente Amorosa (o Oscuriello bassa) anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1996 24 35 29 1997 24 31 26 1998 22 26 24 1999 25 29 27 2000 25 28 27 2001 24 28 25 2002 23 28 26 2003 27 29 28 2004 27 31 29 Sorgente Chiasciumara (o Oscuriello I) anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1996 22 28 30 1997 21 37 24 1998 22 30 25 1999 22 29 26 2000 20 28 25 2001 16 28 23 2002 14 21 17 2003 15 32 23 2004 19 36 27 Sorgente Sorgitora (o Oscuriello II) anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1996 30 38 34 1997 26 38 28 1998 27 32 29 1999 27 33 30 2000 22 28 26 2001 18 25 22 2002 18 23 20 2003 24 28 26 2004 25 34 29

Page 79: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

127

Tabella 3.34 - Portata complessiva derivata dal Gruppo Sorgivo Oscuriello* nel periodo 1993- 2004 anno Qmin Qmax Qmedia 1993 Dati non completi 1994 Dati non completi 1995 Dati non completi 1996 80 108 97 1997 75 111 82 1998 74 92 81 1999 79 96 87 2000 69 88 80 2001 60 83 71 2002 58 74 65 2003 68 91 79 2004 75 105 87 Previsioni ATO 2002 73 111 84 Fonte dati Acquedotto Lucano *Il gruppo sorgivo comprende le sorgenti Amorosa, Chiasciumara, Sorgitora. Tabella 3.35 - Portate fornite allo Schema Agri dal Gruppo sorgivo Oscuriello e dallo Schema Basento-Camastra nel periodo 1996- 2004 anno Qmin

da Gruppo sorgivo Oscuriello

Qmin da Schema Basento Camastra

QminTot Qmax da Gruppo sorgivo Oscuriello

Qmax da Schema Basento Camastra

QmaxTot Qmedia da Gruppo sorgivo Oscuriello

Qm da Schema Basento Camastra

QmTot.

1996 80 36 116 108 80 188 97 56 153 1997 75 13 88 111 95 206 82 55 137 1998 74 68 142 92 146 238 81 104 185 1999 79 68 147 96 90 186 87 77 164 2000 69 41 110 88 103 191 80 81 161 2001 60 69 129 83 116 199 71 95 166 2002 58 94 152 74 123 197 65 109 174 2003 68 72 140 91 115 206 79 91 170 2004 75 77 152 105 125 230 87 101 188 Fonte dati Acquedotto Lucano

Page 80: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

128

Tabella 3.37 Fonti di alimentazione dello Schema Frida Gestore Piano D’Ambito ATO Basilicata 2002

Portate derivate PRGA 1994

Principali Fonti di Approvvigionamento

Qm l/sec

Qmin l/sec

Qmax l/sec

Qmax derivabile

l/sec

Quff l/sec

V.medio Annuo

mc/anno

Q l/sec

S.Mangosa Castelluccio superiore Loc. Mangosa

Idr. M.ti di Lauria Substr. M.Fossino

Acquedotto lucano 120 100 150 150 128 3784320 128

Gruppo sorgivo Caramola Comprende:

Unità Frido AcquedottoLucano

S.Caramola I Francavilla Sinni Loc.M.Caramola

17 6 17 50 551000 10

S.Caramola III Francavilla Sinni Loc.M.Caramola

10 6 10 10 10 315360 10

S.Frida Idrostruttra del Pollino Substr.Madonna del Pollino

AcquedottoLucano 450 350 570 570 476.5 14191200 570

S.Frida S.Severino Lucano Loc. Mezzana

630720

San Giovanni Castelluccio inferiore

Idrostruttura M.ti di Lauria

AcquedottoLucano 200 Non utilizzata

Altre fonti di approvvigionamento

CERLEMITI Calvera Teana

Calvera

SAN NICOLA Calvera Loc.San Nicola

Calvera 10000

SORGENTE UBRIACONE Carbone Loc. Ubriacone

Carbone 2.5 78840 9

SORGENTE UBRIACONE Carbone Loc. Ubriacone

Carbone 1.5 47304 9

SORGENTE Cersosimo

Cersosimo

SORGENTE CERROSA Fardella Loc. Cerrosa

Fardella 1.75 55188 8

SORGENTE CERROSA Fardella Loc. Cerrosa

Fardella 0.2 6307 8

SORGENTE CERROSA Fardella Loc. Cerrosa

Fardella 0.8 25229 8

Page 81: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

129

SORGENTE CERROSA Fardella Loc. Cerrosa

Fardella 1 31536 8

S.Acqua Fredda S.Costantino Albanese Loc.Acqua Fredda

S.Costantino Albanese

1.5 47304 1.5

S.Vallone Teana Loc.Vallone

Teana 2 63072 1

S.Mola Valsinni Loc.Mola

Valsinni 2 2 2 62415

Pozzo Cerosimo Cerosimo 1.5 2 2 2 47304 2 Tabella 3.38 - Portate derivate dalla Sorgente Frida nel periodo 1999- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1999 368 445 399 2000 343 475 396 2001 315 477 408 2002 272 403 313 2003 360 451 393 2004 383 493 438 Previsioni ATO 2002

350 570 450

Fonte dati Acquedotto Lucano Tabella 3.39 - Portate derivate della Sorgente Frida nel periodo1981-1999 Qmin Qmax Qmed anno (l\s) (l\s) (l\s) 1981 401 460 437 1982 356 443 409 1983 312 380 351 1984 383 479 430 1985 435 529 481 1986 349 476 426 1987 328 416 376 1988 320 408 365 1989 294 393 343 1990 233 288 269 1991 302 504 418 1992 283 413 352 1997 348 470 446 1998 368 477 424 1999 368 445 399 da Sdao et al. 1996

Page 82: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

130

Tabella 3.40 - Portata complessiva derivata dalla Sorgente Mangosa e dalla Sorgente San Giovanni

nel periodo 1999- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1999 114 136 126 2000 79 127 115 2001 85 127 108 2002* 109 138 117 2003 115 156 133 2004 115 188 129 Previsioni ATO 2002 (riferite solo alla sorgente Mangosa)

100 150 120

Fonte dati Acquedotto Lucano *a partire dal 2002 sono sommate le portate della S.Mangosa e S.San Giovanni Tabella 3.41 - Portate della Sorgente Mangosa periodo di osservazione

Qmin Qmax Qmed portata (misura unica)

delle portata (l\s) (l\s) (l\s) l/s 1997 53 110 74 1998 80 129 101 1999 114 136 127 1987 188 225,6 103,04 1987* 72 Fonti: *PRA Basilicata (1987); Sdao e D’Ecclesis, 1999 Tabella 3.42 - Portate derivate dalla Sorgente Caramola nel periodo 1999- 2004 anno Qmin Qmax Qmedia 1999 6 31 16 2000 9 34 20 2001 7 30 19 2002 9 21 13 2003 16 32 27 2004 25 38 29 Previsioni ATO 2002 (Sorgenti Caramola I e III)

12 27 27

Fonte dati Acquedotto Lucano

Page 83: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

131

Tabella 3.44 Fonti di alimentazione dello Schema Torbido-Maratea Gestore Piano D’Ambito ATO Basilicata 2002

Portate derivate ATO

Schema Funzionale

PRGA 1994

PRA 1987

Principali Fonti di Approvvigionamento

Qm l/sec

Qmin l/sec

Qmax l/sec

Qmax derivabile l/sec

Quff l/sec

V.medio mc/annuo

Qm l/sec

Q l/sec

Q l/sec

Torno Rivello

Idrostruttura M.Cocuzzo

Acquedotto lucano

20 5 50 50 6.8 1576800 50 2

Pozzo Torbido Nemoli

Idrostruttura M.Sirino Substr.Serra Orticosa

60

Sorgente Torbido Nemoli

Idrostruttura M.Sirino Substr.Serra Orticosa

Acquedotto lucano

140

140

140

200

140

5045760

200

124

125

Parrutta Trecchina

Idrostruttura M.ti di Maratea Substr. M.Crivo

Acquedotto lucano

24 10 50 80 773000 60 20

San Basile (Basilio) Maratea

Idrostruttura M.ti di Maratea Substr. M.Crivo

2365200 20 10 11

Ondavo Maratea

Idrostruttura M.ti di Maratea Substr. M.Crivo

Acquedotto lucano

10 4 25 25 10 315360 10 9

Pozzo Sorgimpiano Maratea

Idrostruttura M.ti di Maratea Substr. M.Crivo

Acquedotto lucano

25 25 45 45 25 788400 50 61

Altre fonti di approvvigionamento

Macilimieri (nacilimieri) bassa Lagonegro

Acquedotto lucano

13 8 25 25 409968 13

Macilimieri alta (2) Lagonegro

Lagonegro 3 3 4 4 94608 1

Niella Lagonegro

Idrostruttura M.Sirino Substr.M.Papa

Acquedotto lucano

20 4 60 80 1892160 60 8 60

Chiotto Lagonegro

Idrostruttura M.Sirino Substr. M.Sirino s.s.

Acquedotto lucano

15 15 15 15 473040 0 2 4.5

Acqua bianca Maratea

Idrostruttura M.ti di Maratea Substr.M.S.Angelo

Acquedotto lucano

20 0

Maratea

25

Caffaro Lauria

Idrostruttura M.ti di Lauria Substr. Di Lauria

Lauria 50 50 50 50 50 630720 20 20 25

Arientata Lauria

Lauria 15 3 25 25 15 473040 15 15 10

Casentino Lauria

25

Gruppo Niello Lauria

Lauria 12 10 40 12 378432 15 15

S.Pietro Rivello

Idr.M.Coccovello Rivello 15 15 30 30 15 473040 15 9

Fontanelle Latronico

Latronico 0

Salicone Latronico

0

Schiattafesta Latronico

Latronico 0.5 0.5 0.5 15768 0.5

Bombei Latronico

latronico 2 2 2 62342 2

Calda Latronico

Latronico 10 10 12 177448 11

Varco della Valle Nemoli

Idr.M.Sirino Substr. M.Sirino s.s.

10

Page 84: Capitolo III Caratteristiche idrogeologiche e risorse ...

132

Paccione Nemoli

Idr.M.Sirino Substr. M.Sirino s.s.

0

Fonte del Prete Trecchina

Idr. Monti di Maratea Substr.M.Crivo

8

Piano Mancoso Trecchina

Idrostruttura M.ti di Lauria Substr. di Serra S.Filippo

4

Santa Maria Maratea

Idrostruttura M.ti di Lauria Substr. M.Rossino

6

Vallina Maratea Idrostruttura M.ti di Maratea Substr. M.Crivo

21

Cosentino Lauria

Lauria 25 10 40 40 25 788400 15 14.5

Arena bianca Lauria

Idrostruttura M.ti di Lauria Substr. di Lauria

11

Montepesco-Valle Salomone Lauria

Idrostruttura M.ti di Lauria Substr. di Lauria

4

Salomone Lagonegro

Idrostruttura M.Sirino Substr. M.Sirino s.s.

10

Pargo Latronico

Latronico 0.7 0.7 0.7 22075

Ischitella I latronico

Latronico 0.2 0.2 0.2 6307

Ischitella II Latronico 0.2 0.2 0.2 6307 Latronico Graffia Latronico

Latronico 0.5 0.5 0.5 15768

Cimitero Latronico

Latronico 0.5 0.5 0.5 15768

Tufo Latronico

Latronico 0.8 0.8 0.8 51719

Salice Latronico Loc.Castelluccio sup.

Idrostruttura monti di Lauria Substr.M.La Spina-Zaccana

Latronico 6 6 6.5 189216

Lucarella Latronico

latronico 0.8 0.8 0.8 25228

Procoia Latronico

Latronico 0.2 0.2 0.2 1492

Bellarosa Latronico

Latronico 3 3 3 94608

Panegresti Latronico

Latronico 2 2 2 63072

Calcinara Latronico

Latronico 0.25 0.25 0.25 7884

Torre Latronico

Latronico 0.25 0.25 0.25 7884

Le Fosse I Latronico

Latronico 1 1 1 3153

Le Fosse II Latronico

Latronico 1.9 1.9 1.9 59919

Perosa latronico

Latronico 0.5 0.5 0.5 1578

Cerri Latronico

Latronico 0.75 0.75 0.75 23652

Ciavarri Latronico

Latronico 3 3 3 94608

Tarantola Episcopia

Episcopia 6.5 6.5 204984

Tarantola Episcopia

Episcopia 2 2 63072

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133

Tabella 3.45 - Portate derivate dalla Sorgente Torbido nel periodo 1992- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1992* 137 294 163 1993 1994 148 187 173 1995 167 198 181 1996 135 250 183 1997 149 243 184 1998 135 190 156 1999 165 190 178 2000 158 188 173 2001 132 170 155 2002 150 168 156 2003 145 200 166 2004 163 183 174 Previsioni ATO 2002 140 140 140 Fonte dati Acquedotto Lucano *Per il 1992 mancano le portate derivate relative al mese di dicembre Tabella 3.46 - Portate derivate dalla Sorgente Ondavo nel periodo 1992- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1992 11 31 18 1993 10 17 12 1994 13 22 19 1995 10 22 15 1996 5 18 14 1997 5 18 12 1998 6 19 13 1999 4 15 9 2000 4 11 7 2001 3 11 8 2002 2 12 7 2003 3 14 10 2004 4 15 11 Previsioni ATO 2002

4 25 10

Fonte dati Acquedotto Lucano

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Tabella 3.47 - Portate derivate dalla Sorgente Parrutta nel periodo 1991- 2004 anno Qmin Qmax Qmedia 1991* 15 40 20 1992 1993 1994 1995* 6 15 9 1996 43 81 67 1997 13 86 54 1998 45 79 63 1999 11 30 21 2000 7 16 12 2001 10 28 16 2002 20 27 22 2003 20 25 22 2004 20 20 20 Previsioni ATO 2002

10 50 24

Fonte dati Acquedotto Lucano Per l’anno 1991 mancano le portate derivate relativa al mese di dicembre. Per l’anno 1995 mancano leportate derivate relative al periodo gennaio-marzo Parte della portata ad uso potabile è destinata all’acquedotto di Trecchina Tabella 3.48 - Portata complessiva derivata dalla Sorgente San Basile e dal Pozzo Monaco

nel periodo 1993- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1993 22 54 37 1994 30 66 49 1995 32 105 61 1996 6 99 56 1997 9 81 45 1998 8 68 42 1999 13 25 20 2000 13 20 16 2001 11 21 17 2002 33 48 41 2003 25 70 45 2004 23 80 53 Previsioni ATO 2002

nessuna

Fonte Acquedotto Lucano

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Tabella 3.49 - Portate derivate dalla Sorgente Torno nel periodo 1992- 2004 anno Qmin

l/sec Qmax l/sec

Qmedia l/sec

1992 12 45 31 1993 14 42 29 1994 12 60 37 1995 13 52 33 1996 12 50 31 1997 16 60 41 1998 18 55 37 1999 11 22 15 2000 6 17 10 2001 2002 13 45 25 2003 8 45 28 2004 7 25 15 Previsioni ATO 2002

4 60 20

Fonte dati Acquedotto Lucano Parte della portata ad uso potabile della sorgente Torno è destinata all’acquedotto di Trecchina Tabella 3.50 - Portate derivate dal Pozzo Sorgimpiano nel periodo 1993- 2004 anno Mesi di

funzionamento Qmin Qmax Qmedia

1993 12 25 50 44 1994 12 24 52 40 1995 5 36 46 41 1996 4 45 45 45 1997 4 45 45 45 1998 5 45 45 45 1999 4 40 45 43,75 2000 4 33 45 40,75 2001 7 12 40 33,28 2002 4 7 30 18,75 2003 5 26 35 33,2 2004 1 17 Previsioni ATO 2002

25 45 25

Fonte Acquedotto Lucano

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