Capitolo 3 Il mercato dei beni - ecostat.unical.it · mercato e non tutti i mercati dei singoli...

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Il mercato dei beni Capitolo 3 1

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Il mercato dei beni

Capitolo 3

1

2

IL MERCATO DEI BENI OBIETTIVO:

SPIEGARE LE INTERAZIONI TRA:

DOMANDA DI BENI - PRODUZIONE - REDDITO

3

DOMANDA BENI PRODUZIONE

REDDITO

1. Composizione del PIL e le fonti della DOMANDA

2. Le determinanti della DOMANDA

3. Equilibrio: produzione = domanda

4. Equilibrio alternativo: investimento=risparmio

5. Effetti della politica fiscale sulla produzione di equilibrio

------------------

La situazione in Italia

1. La composizione del PIL:

• Consumo (C)

• Investimenti (I)

• Spesa pubblica (G)

• Esportazioni nette (X-IM)

• Investimento in scorte

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La composizione del PIL

Consumo (C )

Definizione: acquisto di beni di consumo, sia di produzione nazionale che estera, da parte delle famiglie.

Comprende:

Beni durevoli: automobili, case, elettrodomestici, ….. Beni non durevoli: cibo, vestiti, … Servizi lavori fatti per gli individui

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La composizione del PIL

Investimenti (I )

Definizione: Beni acquisiti per uso futuro

Investimenti fissi delle imprese: Impianti e

attrezzature

Investimenti residenziali: Immobili industriali o

abitativi

Investimenti in scorte: Magazzino

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La composizione del PIL

La spesa pubblica (G )

Definizione: Acquisti, sia di produzione nazionale

che estera, di beni e servizi da parte del settore

pubblico (Stato, Regioni, Comuni, ecc.)

Esempi: Infrastrutture, dipendenti pubblici, spesa

militare, polizia.

La voce principale di spesa pubblica italiana è costituita

dalla sanità, seguono la previdenza e le retribuzioni ai

dipendenti pubblici.

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La composizione del PIL

Le esportazioni nette o saldo commerciale (X-IM )

Definizione: Valore totale delle esportazioni (X)

meno valore totale delle importazioni (IM )

= X – IM X>IM : avanzo commerciale

X<IM : disavanzo commerciale

X Le esportazioni sono i beni e servizi prodotti in un

paese e venduti all’estero (domanda di beni nazionali da

parte del resto del mondo)

IM Le importazioni sono i beni e servizi che un paese

compra dall’estero (domanda di beni esteri proveniente

dai residenti, cioè consumatori, imprese, governo)

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Le componenti della spesa aggregata

Investimento in scorte

Investimento in scorte: differenza tra beni prodotti e beni venduti in un anno – cioè differenza tra produzione e vendite

Produzione > Vendite le scorte aumentano

Produzione < Vendite le scorte diminuiscono

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La composizione del Pil

10

La composizione del PIL in Italia più avanti……

11

La domanda totale di beni, Z, può essere scritta come:

Questa equazione è un’identità che definisce Z come la somma di consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto delle importazioni.

Per determinare Z si introducono alcune semplificazioni.

2. La domanda di beni

Z C I G X IM

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1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere usato come bene di consumo, bene di investimento e come spesa pubblica. In questo modo esaminiamo un solo mercato e non tutti i mercati dei singoli beni.

2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un dato prezzo, P. In questo modo ci concentriamo solo sul ruolo della domanda. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo (nel cap. 7 verrà abbandonata).

3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero (abbandoneremo questa ipotesi dal cap.6)

QUINDI, la domanda di beni sarà:

2. La domanda di beni

Z C I G

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Il reddito disponibile, (Yd), è il fattore principale da cui dipendono le decisioni di consumo. Il reddito disponibile è definito come:

dove Y è il reddito aggregato e T rappresenta le tasse al netto dei trasferimenti.

La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere espressa come: Equazione di comportamento

È possibile assumere che la forma funzionale della relazione tra il consumo e il reddito disponibile sia lineare:

C= c0 + c1 (Y-T)

2.1. Consumo (C)

C C YD ( )( )

C c c YD 0 1

Y Y TD

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Il parametro c0 rappresenta il livello di consumo quando il reddito disponibile è zero.

Come è possibile? Attingono al risparmio o prendono a prestito

Il parametro c1 è la propensione marginale al consumo che indica l’effetto sul consumo di un euro aggiuntivo di reddito disponibile.

Se c1 =0,6, vuol dire che un euro in più di reddito disponibile, aumenta il consumo di 60 centesimi

2.1. Consumo (C) C c c YD 0 1

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c1 compreso è fra 0 e 1:

• c1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento del consumo

• c1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un aumento meno che proporzionale del consumo. I consumatori consumano solo una parte dell’aumento del loro reddito disponibile.

Quindi C= co + c1 (Y-T) ci dice che:

C è funzione del reddito Y e delle imposte T. Un aumento di Y fa aumentare C, ma meno che proporzionalmente

Un aumento di T fa diminuire C ma meno che proporzionalmente

2.1. Consumo (C) C c c YD 0 1

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2.1. Consumo (C) Fig. 3.1. Consumo e reddito disponibile.

Il consumo aumenta col reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente.

Nota: dato che c1<1 la funzione di Consumo è più piatta di una retta a 45°

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Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:

variabili esogene: prese come date

variabili endogene: spiegate all’interno del modello

Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una variabile esogena. Questa ipotesi semplificatrice verrà eliminata successivamente.

Quando l’investimento è preso come dato si ha:

Ipotesi irrealistica: un’impresa che aumenta la sua attività, avrà bisogno di più macchinari e quindi aumenterà gli investimenti (I)!!!

Nel capitolo 5 abbandoneremo questa ipotesi.

II

2.2. Investimento (I)

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Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica fiscale del governo , cioè le scelte del governo circa le entrate e le uscite del settore pubblico.

Si considera T e G come esogene.

Perché?

1. Il governo non presenta regolarità di comportamento come i consumatori e le imprese e perciò non esiste un’unica funzione per G e T che descriva il comportamento di queste variabili. Argomenti trattati nel capitolo 23…..

2. L’obiettivo è di far conoscere gli effetti di G e T e non spiegare il loro andamento.

2.3. Spesa pubblica (G)

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In economia chiusa, la domanda di beni può essere espressa come somma di consumo, investimento e spesa pubblica:

Sostituendo C e I come le loro equazioni, si ottiene:

N.B. Assumiamo che non ci siano scorte nell’economia

Assumiamo che X e IM siano nulle.

GITYccZ )(10

3. La determinazione della produzione in equilibrio

Z C I G

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In assenza di investimenti in scorte, l’equilibrio sul mercato dei beni richiede che la produzione (Y) sia uguale alla domanda (Z):

Equazione di EQUILIBRIO

Sostituendo la domanda (Z) con la sua espressione abbiamo:

3. La determinazione della produzione in equilibrio

Y Z

0 1( )Y c c Y T I G

Z

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Questa equazione esprime algebricamente il meccanismo che abbiamo descritto informalmente all’inizio del capitolo:

In equilibrio la produzione (Y, lato sx dell’eq.) è = alla domanda (lato dx) che, a sua volta, dipende dal reddito (Y) che è = alla produzione.

Usiamo il simbolo Y sia per la produzione sia per il reddito, perché nel capitolo 2 abbiamo visto che produzione e reddito

sono due modi diversi di guardare il PIL.

3. La determinazione della produzione in equilibrio

0 1( )Y c c Y T I G

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Una volta costruito il modello, possiamo risolverlo per verificare cosa determina il livello di produzione.

Il modello si può risolverlo in tre modi:

1. l’algebra che assicura la coerenza logica del modello;

2. i grafici che danno l’intuizione;

3. le parole che spiegano i risultati.

3. La determinazione della produzione in equilibrio

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L’equazione di equilibrio può essere riscritta come:

Riordinando i termini:

spesa autonoma

moltiplicatore

GITcYccY 110

)(1

110

1

TcGIcc

Y

11

1

c

)( 10 TcGIc

3.1. L’algebra

0 1( )Y c c Y T I G

GITccYcY 101

GITcccY 101)1(

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Spesa autonoma.

Rappresenta la domanda di beni che non dipende dal livello di produzione.

Segno?

co e I sono positivi.

G-c1T?

• G-c1T è positivo se il bilancio è in pareggio (dato che G=T e c1<1)

• G-c1T è negativo solo se il governo ha un grosso bilancio in avanzo (dato che T>G e c1<1). Ipotesi irrealistica.

Perciò, dato che co , I, G-c1T sono positivi, la spesa autonoma è POSITIVA.

)( 10 TcGIc

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Moltiplicatore

Dato che c1 è compresa tra 0 e 1, allora è maggiore di 1.

Si chiama moltiplicatore perché moltiplica l’effetto della spesa autonoma . Più c1 si avvicina a 1, maggiore sarà il moltiplicatore.

Qual è il significato?

Qualsiasi aumento della spesa autonoma (c0, I, G, T) influenzerà la produzione in misura superiore all’effetto diretto della spesa autonoma.

ESEMPIO. co aumenta di 1 miliardo.

Se c1=0,6 il moltiplicatore sarà = 1/(1-0,6)=2,5.

Cioè la produzione aumenterà di 2,5x1 miliardo= 2,5 miliardi di euro.

11

1

c

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Moltiplicatore

Ma da cosa deriva l’effetto del moltiplicatore?

Consideriamo l’equazione:

Un incremento di c0 fa aumentare la domanda che a sua volta genera un aumento della produzione.

L’aumento della produzione porta a un aumento del reddito dello stesso ammontare (dato che domanda e produzione sono identicamente uguali).

La crescita del reddito aumenta ulteriormente il consumo che a sua volta genera un aumento della domanda e così via.

Spieghiamo questo meccanismo con un grafico.

0 1( )Y c c Y T I G

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3.2. Un grafico

Fig. 3.2. Equilibrio nel mercato dei beni.

La produzione di equilibrio è determinata dalla condizione di uguaglianza tra produzione e domanda.

Si disegna la produzione in funzione del reddito. Dato che Produzione e Reddito coincidono la relazione viene rappresentata da una retta a 45°, con pendenza =1.

Poi si disegna la domanda come funzione del reddito.

L’intercetta è la spesa autonoma: è il valore della domanda quando il reddito è = 0.

Se Y aumenta di 1, Z aumenta di c1. Sotto l’ipotesi che 0<c1<1, la retta ZZ è inclinata + e < 1.

In equilibrio, la produzione è uguale alla domanda (punto A), ZZ=Y

A sinistra di A, ZZ>Y

A destra di A, ZZ<Y

YcTcGIcZ 110 )( Intercetta inclinazione

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3.2. Un grafico

Fig. 3.3. Gli effetti di un aumento della spesa autonoma sulla produzione

Un aumento della spesa autonoma ha un effetto più che proporzionale sulla produzione di equilibrio.

Si supponga che l’economia sia nell’equilibrio iniziale, rappresentato dal punto A nel grafico, con produzione uguale a Y.

Si supponga che c0 aumenti di 1 Mil.: ZZ si sposta in ZZ’, il nuovo equilibrio sarà in A’ e quindi la produzione di equilibrio diventerà Y’.

L’incremento della produzione (Y’-Y) è maggiore dell’aumento iniziale di 1 MIL per effetto del MOLTIPLICATORE.

Perché?

L’aumento del Consumo fa aumentare ZZ di 1 MIL. La Domanda ora è data da B.

Per soddisfare questa domanda, le imprese aumentano la Produzione di 1 MIL. L’aumento della produzione implica che il Reddito aumenta di 1 MIL (dato che reddito=produzione) e l’economia si sposta in C.

L’aumento del Reddito induce un ulteriore aumento della Domanda e l’economia si sposta in D.

A sua volta in D la Produzione aumenta e così via fino a A’ dove Produzione e Domanda sono nuovamente uguali.

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3.2. Un grafico

Fig. 3.3. Gli effetti di un aumento della spesa autonoma sulla produzione

Un aumento della spesa autonoma ha un effetto più che proporzionale sulla produzione di equilibrio.

Un altro modo di considerare il MOLTIPLICATORE è il seguente.

Il primo aumento della domanda, indicato dalla distanza AB, è uguale a 1 miliardo di euro.

Questo primo aumento della domanda porta a un aumento equivalente della produzione, cioè 1 miliardo di euro, anch’esso rappresentato dalla distanza AB.

Questo primo aumento della produzione porta a un aumento di pari ammontare del reddito, indicato dalla distanza BC, anch’essa pari a 1 miliardo di euro.

Il secondo aumento della domanda, rappresentato dalla distanza CD, è uguale a 1 miliardo di euro (il primo aumento di reddito) moltiplicato per la propensione al consumo, c1 – cioè c1 miliardi di euro.

Questo secondo aumento della domanda porta a un aumento di pari ammontare della produzione, rappresentato anch’esso da CD, e quindi a un aumento di pari ammontare del reddito, indicato dalla distanza DE.

Il terzo aumento della domanda è uguale a c1 miliardi di euro (il secondo aumento di reddito) moltiplicato per c1 ed è uguale a c1xc1 miliardi di euro, vale a dire c1

2 miliardi di euro, e così via.

Seguendo questa logica, l’aumento della produzione dopo n+1 passaggi è = a 1 MIL moltiplicato per:

1+c1+c12+….+c1

n

Serie geometrica

Serie geometrica

L’aumento della produzione dopo n+1 passaggi è = a 1 miliardo moltiplicato per:

1+c1+c12+….+c1

n

Una delle proprietà delle serie geometriche è che, quando c1 è <1 (come

nel nostro caso, all’aumentare di n la somma continua ad aumentare, ma

si avvicina a .

Quindi l’aumento finale della produzione è pari a miliardi di euro, che è esattamente il moltiplicatore.

Si tratta di un modo equivalente di considerare il moltiplicatore: l’aumento iniziale della domanda scatena aumenti successivi della produzione, ciascuno dei quali fa aumentare il reddito, che a sua volta fa aumentare la domanda e così via.

Il moltiplicatore è la somma di tutti questi aumenti successivi della produzione.

30

11

1

c

11

1

c

La produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende dal reddito, che è uguale alla produzione.

Un incremento della domanda fa aumentare la produzione e il

reddito. L’aumento di reddito a sua volta fa aumentare la domanda e quindi la produzione, e così via.

Alla fine il risultato è un aumento della produzione superiore all’incremento iniziale della domanda, di un fattore pari al moltiplicatore.

La dimensione del moltiplicatore è collegata direttamente al valore della propensione al consumo: più alta è c1, maggiore sarà il moltiplicatore.

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3.3. A parole

DOMANDA BENI PRODUZIONE

REDDITO

32

3.4. Quanto dura l’aggiustamento?

Finora abbiamo detto che c0 aumenta di 1 MIL, la Y aumenterà di 1/(1-c1) MIL di euro.

Le ipotesi che abbiamo fatto:

a. Produzione= Domanda, cioè la produzione reagisce istantaneamente a variazioni della domanda;

b. Consumo risponde immediatamente a variazioni di reddito disponibile

Con queste ipotesi, l’aggiustamento è IMMEDIATO.

E’ plausibile?

Se un’impresa ha un aumento della domanda, aggiusta subito la produzione?

Un lavoratore che riceve un aumento del salario, adegua subito il suo consumo?

Conclusione, la rapidità dell’aggiustamento dipende da come e con quale frequenza questi aggiustamenti avvengono.

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Il risparmio è la somma di risparmio privato e risparmio pubblico.

• Per definizione, il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori è uguale al loro reddito disponibile al netto dei consumi: quindi

• Per definizione, il risparmio pubblico è uguale alle imposte (al netto dei trasferimenti) meno la spesa pubblica, T-G.

Se T>G, il governo ha un avanzo di bilancio;

se T<G, il governo ha un disavanzo di bilancio.

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

S Y CD S Y T C

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Nell’equazione di equilibrio la produzione deve essere uguale alla domanda che a sua volta è=C+I+G:

Sottraendo le imposte a entrambi i lati e spostando il consumo a sinistra, si ottiene:

Il lato sinistro è semplicemente uguale al risparmio (S), per cui:

Il lato sinistro rappresenta l’investimento, il lato destro il risparmio totale (risparmio privato + risparmio pubblico)

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Y C I G

Y T C I G T

S I G T I S T G ( )

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L’equazione ci suggerisce un altro modo di guardare al mercato dei beni: per esserci equilibrio, l’investimento deve essere uguale al risparmio, cioè la somma di risparmio privato e pubblico.

Questo modo di definire l’economia spiega perché la condizione di equilibrio del mercato dei beni è chiamata curva IS, che sta per “Investimento = Risparmio (Saving)”: quanto le imprese vogliono investire deve essere uguale a quanto i consumatori e il governo vogliono risparmiare.

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

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Le decisioni di consumo e di risparmio sono in realtà due facce della stessa medaglia: una volta deciso quanto consumare del reddito disponibile, ciò che resta è il risparmio .

L’equazione di comportamento del consumo specificata in precedenza comporta che il risparmio privato sia dato da:

Riordinando i termini e mettendo in evidenza (Y-T) otteniamo:

Se c1 è la propensione al consumo, (1-c1) è la propensione al risparmio: quanto viene risparmiato di un incremento unitario di reddito.

Dato che 0<c1<1, allora 0<(1-c1)<1

Cioè il risparmio privato aumenta all’aumentare del reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente.

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

S Y T C

0 1( )S Y T c c Y T

S c c Y T 0 11( )( )

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In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato:

Sostituendo S con l’espressione ricavata prima, otterremo:

)())(1( 10 GTTYccI

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

Risparmio privato Risparmio pubblico

I S T G ( )

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Risolvendo per la produzione:

Otteniamo nuovamente:

Che è esattamente uguale a quella che abbiamo già visto.

E’ uguale perché stiamo considerando la stessa condizione di equilibrio ma da prospettive diverse.

)())(1( 10 GTTYccI

)(1

110

1

TcGIcc

Y

4. Investimento = risparmio: un modo alternativo di pensare all’equilibrio sul mercato dei beni

GTTcYcTYcI 110

IGTccYcY 101

IGTcccY 101)1(

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L’equazione ci dice che il

governo può influenzare la produzione scegliendo G e T.

Se vuole aumentare Y di 1 miliardo di euro, deve aumentare G di (1-c1) miliardi di euro. Questo aumento di spesa farà aumentare Y di (1-c1) miliardi di euro moltiplicato 1/ (1-c1), ossia di 1 miliardo di euro.

MA il governo può davvero scegliere il livello di produzione?

NO!!!

Ci sono molti aspetti della realtà che non sono incorporati in questo modello.

5. Il governo è davvero onnipotente? Un avvertimento

)(1

110

1

TcGIcc

Y

40

Cambiare la spesa pubblica o le imposte potrebbe essere tutt’altro che facile: progetti di legge richiedono tempo per essere approvati e non sempre sono di facile approvazione.

Le risposte di consumo, investimento e importazioni sono difficili da valutare con certezza. Un aumento di G potrebbe far variare anche I e le Importazioni, mentre noi abbiamo supposto costanti gli I e non abbiamo considerato le Importazioni.

Le aspettative contano. Per esempio una riduzione di T può avere effetti diversi a seconda se venga percepita come temporanea o permanente.

Mantenere il livello di produzione desiderato potrebbe causare spiacevoli effetti collaterali: Y molto alto può accelerare l’inflazione e perciò può essere insostenibile.

Ridurre le imposte o aumentare la spesa pubblica potrebbe generare grossi disavanzi di bilancio e portare all’accumulazione del debito pubblico che ha effetti perversi nel lungo periodo (Italia, Belgio, Grecia, Giappone, USA).

5. Il governo è davvero onnipotente? Un avvertimento

La situazione in Italia

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Il conto economico delle risorse e degli impieghi

Y + IM = C + I + G + X

Il conto economico delle risorse e degli impieghi fornisce un quadro sintetico delle fonti (risorse) e delle utilizzazioni (impieghi) dei beni all’interno di un paese in un dato periodo di tempo.

FONTI: la disponibilità dei beni può essere acquisita da un paese mediante la produzione interna (Y) o le importazioni (IM).

IMPIEGHI: l’utilizzazione riguarda C, I, G, X

Conto economico delle risorse e degli impieghi - Valori a prezzi correnti (Milioni di euro) Fonte: ISTAT

2006 % 2007 % 2008 % 2009 % 2010 %

Consumi finali

delle famiglie (C) 875.757 59 905.115 58 925.991 59 911.097 60 934.293 60 Consumi collettivi

(G) 303.881 20 309.253 20 321.422 20 331.215 22 334.080 21

Consumi totali

(C+G) 1.179.638 79

1.214.36

8 78 1.247.413 79 1.242.313 81 1.268.373 82 Investimenti fissi

lordi (I) 325.565 22 343.720 22 340.837 22 292.543 19 317.368 20 Esportazioni di

beni e servizi (X) 412.377 28 448.408 29 448.227 28 360.881 24 414.794 27 Importazioni di

beni e servizi (Q) 424.548 28 452.297 29 461.333 29 368.946 24 444.507 29 Esportazioni

nette (X-IM) -12.172 -1 -3.889 0 -13.106 -1 -8.066 -1 -29.713 -2 Prodotto interno

lordo ai prezzi di

mercato 1.493.031 100

1.554.19

9 100 1.575.144 100 1.526.790 100 1.556.029 100

43

Le componenti della spesa aggregata in % del Pil in Italia

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

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La situazione in Italia

Dato che le variabili più importanti sono i Consumi e gli Investimenti, facciamo un focus su queste due componenti del PIL

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CONSUMI DELLE FAMIGLIE

Il consumo delle famiglie è la parte preponderante degli impieghi.

La dinamica dei consumi può essere illustrata mostrando l’andamento del consumo privato pro capite italiano rispetto a quello degli Stati Uniti (in termini di parità di potere d’acquisto) dal 1960 al 2012.

CONSUMI PRO-CAPITE ITALIA

50,78796

55,78796

60,78796

65,78796

70,78796

75,78796

1960 1962 1964 1966 1968 1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012

L’Italia riduce la

distanza rispetto agli

USA fino alla metà

degli anni’80 (dal

51% al 71%).

Negli ultimi due

decenni la distanza

è tornata ai livelli de

gli inizi degli anni ‘70

(circa il 57% del

consumo pro capite)

La propensione media al consumo (C/PIL) è costante nei diversi anni e si aggira intorno al 60% negli ultimi quarant’anni.

MA un dato più significativo per quanto riguarda la propensione al consumo delle famiglie, è fornito dal rapporto tra il consumo e il reddito disponibile (C/Yd) delle famiglie, in quanto il Pil è riferito all’intera economia.

Qual è stato l’andamento dei consumi rispetto al reddito disponibile?

Il reddito disponibile delle famiglie

(Rapporto annuale Istat)

Negli ultimi due decenni la spesa per consumi delle famiglie è cresciuta a ritmi più sostenuti del loro reddito disponibile.

Tale situazione non è dovuta ad una crescita sostenuta dei consumi, MA ad una crescita modesta del reddito.

Tutto ciò si è riflesso in una diminuzione della propensione media al risparmio (vedi fig. ).

GLI INVESTIMENTI

La spesa per investimenti rappresenta il mezzo attraverso cui un paese conserva e accresce il suo potenziale produttivo.

In Italia essi mediamente sono pari al 20% del Pil.

GLI INVESTIMENTI

Da notare è che in media il 75% degli investimenti complessivi (o lordi) sono ammortamenti, mentre solo il restante 25% rappresenta il nuovo investimento netto, che costituisce un incremento del capitale e di conseguenza della capacità produttiva dell’economia.

La maggior parte della spesa per investimenti serve quindi per impedire allo stock di capitale di diminuire!!!!

GLI INVESTIMENTI Gli investimenti rappresentano un quinto del Pil , però sono UNA VARIABILE CRUCIALE PER L’ATTIVITA’ ECONOMICA 1) Dal lato dell’offerta: veicolo attraverso cui le innovazioni tecnologiche vengono trasferite al processo produttivo influenzando la produttività del lavoro. 2) Dal lato della domanda: un loro aumento genera un processo moltiplicativo della domanda e del reddito. 3) Sono la parte più volatile della domanda aggregata: consumi e investimenti variano nella stessa direzione (entrambi dipendono dal reddito), ma gli investimenti oscillano molto più del consumo, POICHÉ sono legati alle aspettative sulle vendite future. La variazione nel tempo dell’investimento è un segnale di crescente o decrescente fiducia delle imprese sul futuro dell’economia.

Ciò che è accaduto in Italia….

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Investimenti

Consumi