CAPITOLO 3: EQUILIBRI DI FORMAZIONE DI COMPLESSI. · Un secondo esempio, analogo ad un sistema...
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CAPITOLO 3: EQUILIBRI DI FORMAZIONE DI COMPLESSI.
1. Introduzione.
In un contesto analitico per complesso si intende una qualsiasi specie esistente in soluzione data
dalla combinazione di due o più specie semplici capaci di esistenza autonoma in soluzione. La loro
formazione è interpretabile, per lo più, sulla base della teoria di Lewis e cioè a seguito della
formazione di legami dativi tra donatori e accettori di doppietti di elettroni. Di norma in un
complesso si individua un nucleo (chiamato accettore) circondato da dei leganti per cui si definisce
numero di coordinazione il numero di leganti legati all'accettore. A seconda della natura e del
numero di accettori e di leganti il complesso può essere:
carico (positivamente o negativamente)
neutro
mononucleare (presenza di un solo accettore)
polinucleare (presenza di più accettori)
chelato (il legante lega, chela, l'accettore con più legami).
Il coinvolgimento di una specie in un complesso ne condiziona le proprietà ed in particolare la
solubilità, il potenziale redox, la disponibilità verso altre reazioni di equilibrio (effetto competitivo
tra reazioni). In particolare le reazioni di formazione di complessi possono essere utilizzate per fini
analitici quali e quantitativi. L'applicazione quantitativa prevede o l'impiego di opportuni metodi di
calibrazione o la procedura della titolazione. Per un impiego analitico le reazioni di formazione di
complessi devono essere quantitative, stechiometriche e rapide.
quantitative: formazione completa del complesso (costante di formazione molto elevata o eccesso di
legante).
stechiometriche: si forma un'unica specie di stechiometria ben definita e non più specie fra loro in
equilibrio.
rapide: l'equilibrio è raggiunto velocemente.
In generale i leganti monodentati danno reazioni veloci ma non utilizzabili a fini quantitativi a causa
dell'instaurarsi di stadi successivi di equilibrio con costanti usualmente simili mentre i leganti
chelanti in genere danno stechiometrie 1:1 con elevati valori della costante di equilibrio ma con
2
velocità di reazione talvolta bassa.
2.Complessi mononucleari
Data una coppia Mm+
, generico metallo-ione accettore, ed Ll-, generico legante, gli equilibri che si
possono instaurare sono
Mm+
+ Ll- ↔ ML
(m-l)+ K
ML
M L
m l
m l1 1= =− +
+ −
( )
β (III.2.1)
ML(m-l)+
+ Ll- ↔ ML2
(m-2l)+ K
ML
ML L
m l
m l l22
2
=
− +
− + −
( )
( ) (III.2.2)
K KML
M L
m l
m l1 2
22
2 2⋅ =⋅
=
− +
+ −
( )
β (III.2.3)
e quindi in generale
ML L MLkm kl l l
km kl
−− + + − − ++ ⇔1
( ) ( ) KML
ML Lk
km kl
km kl l l
=
− +
−− + + −
( )
( )1
(III.2.4)
K K KML
M Lk
km kl
m lk k1 2 ....
( )
=⋅
=
− +
+ −β (III.2.5)
dove con K si intendono le costanti di stadio e con β le costanti cumulative di formazione. Se si
opera in soluzione acquosa accanto agli equilibri sopra scritti sono operanti eventuali altri equilibri
del metallo e del legante condizionati principalmente dal pH della soluzione. Il metallo-ione, se di
carica elevata, può dare complessi con lo ione ossidrile e/o precipitare come idrossido mentre il
legante può sottostare ad equilibri di protonazione. Per un catione bicarico, M2+
ed un legante L- si
possono avere ad esempio gli equilibri competitivi:
M2+
+ OH- ↔ MOH
+ K
MOH
M OHOH =
+
+ −2 (III.2.6)
3
M2+
+ 2 OH- ↔ M(OH)2 K M OHs = + −2
2 (III.2.7)
L- + H3O
+ ↔ HL + H2O K
H O L
HLa =
+ −3
(III.2.8)
L'analogia formale tra sistemi poliprotici e complessi, le particelle scambiate sono H+ ed L
l-
rispettivamente, trova riscontro nella derivazione di relazioni del tutto equivalenti alle II.11.10-
II.11.13. Dalla combinazione dei bilanci di massa del metallo-ione e del legante
CM = [Mm+
] + [ML(m-l)+
] + [ML2(m-2l)+
] + ....... + [MLn(m-nl)+
] (III.2.9)
CL = [Ll-] + [ML
(m-l)+] + 2[ML2
(m-2l)+] + .......
+ n[MLn(m-nl)+
] + [HL(l-1)-
]+...+ [HlL] (III.2.10)
con le III.2.1-III.2.5 si ottengono le frazioni, αi, delle varie specie contenenti il metallo in perfetta
corrispondenza con quanto derivato per gli equilibri acido base. Si ha:
αβ β β
αM
m
Ml l
nl
n
M
C L L L
= =+ + + +
≡+
− − −
1
1 1 2
2 0
......
(III.2.11)
αβ
β β βαML
m l
M
l
l ln
ln
ML
C
L
L L L
= =+ + + +
≡− + −
− − −
( )
......
1
1 2
2 1
1
(III.2.12)
.........................................................................................
αβ
β β βαMLn
nm l
M
nl
n
l ln
ln n
ML
C
L
L L L
= =+ + + +
≡− + −
− − −
( )
......1 1 2
2 (III.2.13)
E' da notare la indipendenza degli αi dalla concentrazione dell'accettore, quando si abbia la
formazione di soli complessi mononucleari. L'analogia tra equilibri acido-base e di formazione di
complessi si sviluppa ovviamente anche negli approcci metodologici della loro trattazione, in
particolare anche nell'uso dei diagrammi logaritmici in cui l'ordinata rappresenta il logaritmo delle
concentrazioni di equilibrio e l'ascissa il pL, cioè ancora il logaritmo negativo della particella
scambiata.
Per il sistema Cu2+
, accettore, e trietilentetraammina (NH2-CH2CH2NH-CH2CH2NH-CH2CH2NH2,
Trien), legante, come per un acido debole monoprotico, si ha:
4
Cu2+
+ Trien ↔ [Cu(trien)2+
] KCu Trien
Cu Trien=
+
+
( )2
2 (III.2.14)
CCu = [Cu2+
] + [Cu(Trien)2+
] (III.2.15)
CTrien = [Trien] + [Cu(Trien)2+
] (III.2.16)
Se CCu è la concentrazione analitica di Cu2+
e se si trascura l'insorgenza di qualsiasi equilibrio acido
base si può scrivere:
Cu C CK Trien
Cu Cu Cu2
2
1
1
++= =
+α
(III.2.17)
[ ] ( ) [ ][ ]TrienK
TrienKCCTrienCu CuCuCu +
=−= ++
11)( 2
2 α (III.2.18)
Si individuano tre situazioni:
K [Trien] << 1, K [Trien] ≈ 1, K [Trien] >> 1
Per K [Trien] << 1
Cu CCu2+ = , log logCu CCu
2+ = (III.2.19)
Cu Trien C K TrienCu( )2+ =
log ( ) log logCu Trien C K TrienCu2+ = + (III.2.20)
Nel DL di fig.III.1 le III.2.19 e III.2.20 sono due rette di cui la prima di pendenza nulla e la seconda
di pendenza -1.
Per K [Trien] = 1
Cu Cu TrienCCu2 2
2
+ += =( )
log log ( ) log logCu Cu Trien CCu2 2 2+ += = − (III.2.21)
Avendo le due specie concentrazioni uguali i corrispondenti valori si collocano nel DL a 0.3 unità
logaritmiche al di sotto di CCu.
5
Per K [Trien] >> 1
CuC
K Trien
Cu2+ = ; log log logCuC
KTrienCu2+ = − (III.2.22)
Cu Trien CCu( )2+ = ; Cu Trien CCu( ) log2+ = (III.2.23)
Il raccordo dei tratti rettilinei con quelli curvi viene fatto, come visto per le reazioni acido-base, a
±1.3 unità logaritmiche dal punto sistema che è individuato dalle coordinate -log K, log CCu. Per
quanto riguarda [Trien] essa è rappresentata da una retta di pendenza -1 in quanto
pTrien = -log [Trien] (III.2.24)
pTrien
0 5 10 15 20 25 30
log
[C
i]
-30
-25
-20
-15
-10
-5
0
[Cu2+]
[Trien]
[Cu(Trien)2+]
Fig.III.1. DL del sistema Cu
2+/Trien. CCu = 10
-2 M, log K = 20.4.
6
Un secondo esempio, analogo ad un sistema biprotico, è dato dal complesso Cu EDA n( )2+ (EDA =
NH2CH2CH2NH2, etilendiammina, legante bidentato) con n = 1, 2. Si ha
Cu2+
+ EDA ↔ Cu(EDA)2+
KCu EDA
Cu EDA1
2
2 1= =+
+
( )β (III.2.25)
Cu(EDA)2+
+ EDA ↔ Cu(EDA)22+
KCu EDA
Cu EDA EDA2
22
2=
+
+
( )
( ) (III.2.26)
K KCu EDA
Cu EDA1 2
22
2 2 2⋅ = =+
+
( )β (III.2.27)
CCu = [Cu2+
] + [Cu(EDA)2+
] + [Cu(EDA)22+
] (III.2.28)
CEDA = [EDA] +[Cu(EDA)2+
] +2[Cu(EDA)22+
] (III.2.29)
Trascurando ancora equilibri competitivi acido-base il DL del sistema Cu2+
/EDA, riportato in
fig.III.2 per CCu=10-2
M, si ottiene diagrammando log[EDA], log[Cu(EDA)2+
] e log[Cu(EDA)22+
]
vs. pEDA. Si può scrivere:
Cu C CEDA EDA
Cu Cu Cu2
2
1 2
2
1
1
++= =
+ +α
β β (III.2.30)
Cu EDA C CEDA
EDA EDACu Cu EDA Cu( )
( )
22
1
1 2
21
++= =
+ +α
β
β β (III.2.31)
Cu EDA C CEDA
EDA EDACu Cu EDA Cu( )
( )22
22
2
2
1 2
21
++= =
+ +α
β
β β (III.2.32)
che nelle varie zone sono riconducibili a relazioni più semplici, lineari. Si noti che la differenza tra
le costanti di stadio, inferiore a 2.6 unità logaritmiche, fà sì che il complesso 1:1 non raggiunga mai
la concentrazione analitica,10-2
M.
7
L'assenza di un intervallo di concentrazione di legante in cui il complesso intermedio presenta un
valore di α unitario è ancora più evidente nel caso dei complessi ammoniacali dello ione Ag+ per i
quali il valore di K1 è addirittura minore di quello di K2.
Ag+ + NH3 = Ag(NH3)
+
( )[ ][ ][ ] 1
3
3 KNHAg
NHAg=
+
+
(III.2.33)
Ag(NH3)+ + NH3 = Ag(NH3)2
+
( )[ ]( )[ ][ ] 2
33
23K
NHNHAg
NHAg=+
+
(III.2.34)
Nel tracciare il DL riportato in fig.III.3 sono nuovamente ignorati gli equilibri acido-base ed i punti
sistema contrassegnati con le lettere a e b sono dati ancora dai valori di log K1 e log K2.
pEDA
0 3 6 9 12 15
log [
Ci]
-15
-12
-9
-6
-3
0
[Cu2+]
[EDA
][C
u(ED
A)2+ ]
[Cu(EDA)2
2+]
Fig.III.2. DL del sistema Cu
2+/EDA. CCu = 10
-2 M, log K1 = 10.7, log K2 = 8.9.
8
Dall'esame del grafico si ottengono immediatamente le seguenti informazioni:
nel punto a si ha:
[Ag+] = [Ag(NH3)
+] (III.2.35)
da cui
NH K3 11= − (III.2.36)
Nel punto b
[Ag(NH3)+] = [Ag(NH3)2
+] (III.2.37)
pNH3
0 1 2 3 4 5 6
log [
Ci]
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
[Ag+]
[NH3 ]
[Ag(
NH 3
)+ ]
[Ag(NH3)
2+]
a b
c
Fig.III.3. DL del sistema Ag
+/NH3. CAg = 10
-2 M, log K1 = 3.32, log K2 = 3.89.
9
da cui
NH K3 21= − (III.2.38)
Nel punto c
[Ag+] = [Ag(NH3)2
+] (III.2.39)
da cui
NH K K3 11
21= − − (III.2.40)
Anche nel caso dei complessi il diagramma logaritmico fornisce velocemente le risposte a vari
quesiti. Ad esempio il DL di fig. III.3 può dare il valore delle concentrazioni delle varie specie
all'equilibrio per il sistema CAg = 10-2
M e CNH3 = 10-1
M (si trascura l'interazione con H2O).
Essendo
[ ] ( )[ ] ( )[ ]+++ ++=233 NHAgNHAgAgCAg (III.2.41)
[ ] ( )[ ] ( )[ ]++ ++=23333 2 NHAgNHAgNHCNH (III.2.42)
moltiplicando la III.2.41 per 2, sottraendo membro a membro e riarrangiando si ottiene
2 8 1032
3Ag Ag NH NH+ + −+ + ⋅ =( ) (III.2.43)
che è una condizione di ugualianza che deve valere all'equilibrio. Essa rappresenta un bilancio di
legante, analogo al bilancio protonico, relativo al sistema pensato come [NH3] 8·10-2
M, eccesso di
ammoniaca, [Ag(NH3)2+
] =10-2
M. Con lo schematismo già utilizzato per gli acidi si può scrivere:
10
( )
( )
3
23
3
1
0
1
2
NH
NHAg
NHAg
Ag
−
↓
−−−−−
↑
+
↑
+
+
+
+
dove per livello 0 si sceglie il complesso con più alto numero di coordinazione a seguito della
presenza di un eccesso di legante. La concentrazione di ammoniaca deve essere comprensiva di
quella generata dalla dissociazione del complesso (livello -1) e dell'eccesso (8·10-2
M). Dal DL si
verifica la validità dell'approssimazione 8·10-2
= [NH3] essendo trascurabili il catione libero ed il
complesso 1:1. Tracciando una verticale passante per il punto di incrocio si determinano tutte le
concentrazioni all'equilibrio.
In modo del tutto analogo si possono calcolare le concentrazioni di equilibrio per il sistema CCu =
10-2
M e CNH3 = 10-2
M (si trascura l'interazione con H2O). Dalla combinazione dei due bilanci di
massa
[ ] ( )[ ] ( )[ ] ( )[ ] ( )[ ]+++++ ++++= 2
43
2
33
2
23
2
3
2NHCuNHCuNHCuNHCuCuCCu
(III.2.44)
[ ] ( )[ ] ( )[ ] ( )[ ] ( )[ ]++++ ++++= 2
43
2
33
2
23
2
333 432 NHCuNHCuNHCuNHCuNHCNH (III.2.45)
si ottiene
[ ] [ ] ( )[ ] ( )[ ] ( )[ ]++++ +++= 2
43
2
33
2
233
2 32 NHCuNHCuNHCuNHCu (III.2.46)
Pensando il sistema come costituito da Cu(NH3)2+
= 10-2
M che si equilibra lo schema è
11
( )
( )
( )
( ) +
+
+
+
+
−
↓
−
↓
−
↓
−−−−−
↑
+
2
43
2
33
2
233
2
3
2
3
2
,1
0
1
NHCu
NHCu
NHCuNH
NHCu
Cu
da cui
[Cu2+
] = [Cu(NH3)22+
] + 2 [Cu(NH3)32+
] + 3[Cu(NH3)42+
] + [NH3]
che è proprio la III.2.46. Dal DL di fig.III.4 si evidenzia
[Cu2+
] = [Cu(NH3)22+
] (III.2.47)
e per quella ascissa si possono leggere le concentrazioni di tutte le specie in soluzione.
12
3. Equilibri competitivi, limiti del DL, costanti condizionali
I leganti molto spesso oltre che basi di Lewis sono anche basi di Brönsted per cui sottostanno anche
ad equilibri di tipo acido-base (NH3, CN-). La presenza di equilibri competitivi rende molto più
complessa la rigorosa descrizione del sistema impedendo, in linea di principio, la diretta
applicazione dei DL sopra descritti poichè accanto agli equilibri di formazione dei complessi
devono essere considerati anche quelli antagonisti acido-base. Prendendo in considerazione il
sistema argento amminico visto in precedenza si può verificare quanto accurata sia la descrizione
pNH3
0 1 2 3 4 5 6
log [
Ci]
-8
-7
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
[NH3 ]
[Cu2+][Cu(NH3)
42+]
[Cu(N
H 3) 32+ ]
[Cu(
NH
3) 2
2+]
[Cu(N
H3)2
+ ]
Fig. III.4. DL del sistema Cu2+
/NH3. CCu = 10-2
M, log K1 = 4.31, log K2 = 3.67, log K3
= 3.04, log K4 = 2.30. La verticale permette di leggere i valori delle concentrazioni
all'equilibrio nel caso di CCu = CNH3 = 10-2
M.
13
grafica sopra descritta e come il pH influenzi la formazione dei complessi. Le specie effettivamente
presenti in una soluzione di AgNO3 ed NH3 sono NH3, NH4+, Ag
+, Ag(NH3)
+, Ag(NH3)2
+, H3O
+,
OH- ed NO3
- cui corrispondono le seguenti relazioni:
K H O OHw = + −3 (III.3.1)
KNH H O
NHa =
+
+
3 3
4
(III.3.2)
( )[ ][ ][ ]3
31
NHAg
NHAg+
+
=β (III.3.3)
( )[ ][ ][ ]2
3
23
2NHAg
NHAg+
+
=β (III.3.4)
[ ] [ ] ( )[ ] ( )[ ]+++ +++=233433 2 NHAgNHAgNHNHCNH (III.3.5)
[ ] ( )[ ] ( )[ ]+++ ++=233 NHAgNHAgAgCAg (III.3.6)
C NOAg = −3 (III.3.7)
[ ] [ ] [ ] ( )[ ] ( )[ ] [ ] [ ]−−+++++ +=++++ 323343 NOOHNHAgNHAgAgNHOH (III.3.8)
Disponendo di 8 equazioni in 8 incognite il sistema è risolvibile fornendo i valori delle
concentrazioni delle specie in equilibrio. Per il caso CAg = CNH3 =10-2
M dalla combinazione delle
III.3.1-III.3.8 si giunge a
[ ][ ] [ ]
[ ]( ) [ ][ ]
[ ] [ ][ ]( ) [ ] [ ]3
3
2
322
3231
3
3
2
322
3231
3
11
11
1
NH
KNHNH
NHNH
C
K
NH
KNHNH
NHNH
C
K
NH
a
w
a
a
−−++
=
=
−−++
+
βββ
βββ
(III.3.9)
la cui soluzione grafica è data in figura III.5. L'unità di misura delle due funzioni rappresentate dalla
III.3.9 è M per cui valori negativi di tali funzioni sono privi di significato fisico. Conseguentemente
la soluzione è pNH3 =3.6167.
14
Conseguentemente si trova
[Ag+]=10
-2.3858
[Ag(NH3)+]=10
-2.6825
[Ag(NH3)2+]=10
-2.4192
[NH4+]=10
-4.1994
[H3O+]=10
-9.8327 (pH=9.83)
[OH-]=10
-4.1673
Dal DL di fig.III.3 la soluzione al problema si ottiene ponendo
[Ag+] = [Ag(NH3)2
+] + [NH3]
pNH3
3,608 3,610 3,612 3,614 3,616 3,618
f
-1,e-3
-8,e-4
-6,e-4
-4,e-4
-2,e-4
0e+0
2,e-4
4,e-4
6,e-4
8,e-4
1,e-3
Fig. III.5. Soluzione grafica della III.3.9.
15
che porta a pNH3 = 3.61. La coincidenza tra i valori trovati con i due approcci, quello numerico
(rigoroso) e quello ottenuto dal DL, indica che il secondo, nel caso in oggetto rimane
sufficientemente accurato.
Qualora si operi a pH costante la trattazione analitica è molto semplificata ovvero l'uso del DL
diviene in generale rigoroso con l'introduzione delle costanti condizionali. Definendo la
concentrazione di legante non impiegato nei complessi amminici, [NH3'] come:
[ ] [ ] [ ] ( )[ ] ( )[ ]+++ −−=+=233343
'
3 2 NHAgNHAgCNHNHNH NH (III.3.10)
si può scrivere
[ ] [ ] [ ]
+=
+
aK
OHNHNH 3
3
'
3 1 (III.3.11)
NHNH K
K H ONH
a
a
NH3
3
3
3 3=
+=
+
'
' α (III.3.12)
A pH tamponato α NH3 ha un valore costante per cui dall'equazione di β1
( )[ ][ ][ ]
3
'
3
31
NHNHAg
NHAg
αβ
+
+
= (III.3.13)
si ottiene
( )[ ][ ][ ]'
3
31
'
1 3 NHAg
NHAgNH +
+
== αββ (III.3.14)
dove β1' è la costante condizionale del complesso [Ag(NH3)
+] al pH fissato. Analogamente si scrive:
( )[ ][ ][ ] 22'
3
23
2
3NHNHAg
NHAg
αβ
+
+
= (III.3.15)
da cui
16
( )[ ][ ][ ]2'
3
232
2
'
2 3
NHAg
NHAgNH +
+
== αββ (III.3.16)
Come esempio è di seguito riportato, in fig. III.6, il DL relativo al sistema in oggetto calcolato a pH
7 per una concentrazione 10-2
M di Ag. Dato che a pH 7 si ha
α NH
a
H O
K
3
3
7
9 25
2 251
1
1
110
10
10=
+
=
+
=+ −
−
−
.
.
le costanti condizionali diventano K1'=101.07
e K2'=101.64
. Un confronto con il DL di fig.III.3 mostra
uno spostamento del sistema a sinistra e cioè verso una destablilizzazionme dei complessi a seguito
della minore quantità di ammoniaca disponibile a pH 7 rispetto a pH 9.8.
17
pNH3
'
0 1 2 3 4 5 6
log
[C
i]
-6
-5
-4
-3
-2
-1
0
[Ag+]
[NH3 ']
[Ag(N
H3 ) +
]
[Ag(N
H3 )
2 +]
Fig.III.6. DL del sistema Ag
+/NH3 a pH 7. CAg = 10
-2 M, log K1' = 1.07, log K2' = 1.64.
18
4. Complessi chelati
L'uso di agenti complessanti polidentati (chelanti) in chimica analitica è di particolare rilievo per un
duplice motivo:
i) le costanti di formazione sono elevate
ii) sono assenti complessi intermedi a differenza di quanto ha luogo con leganti monodentati.
Questa circostanza è dovuta al fatto che un singolo legante "satura" la coordinazione dell'accettore
formando anelli di atomi di particolare stabilità grazie all'assenza di distorsione dei legami
interatomici. Ne consegue un più alto grado di complessazione a parità di legante libero
all'equilibrio ed un minore effetto della diluizione sulla stabilità del complesso.
Tra gli agenti chelanti, di particolare rilevanza è l'acido etilendiamminotetracetico (EDTA, H4Y)
che dà, con numerosi metalli, complessi con stechiometria 1:1 la cui stabilità dipende fortemente
dal pH della soluzione.
EDTA: pK1=2.0, pK2=2.67, pK3=6.16, pK4=10.26.
Per il complesso MY(m-4)+
le equazioni che descrivono il sistema sono:
Mm+
+ Y4-
↔ MY(m-4)+
βMY
m
m
MY
M Y=
− +
+ −
( )4
4 (III.4.1)
KH Y H O
H Y1
3 3
4
=⋅− +
(III.4.2)
KH Y H O
H Y2
22
3
3
=⋅− +
− (III.4.3)
KHY H O
H Y3
33
22
=⋅− +
− (III.4.4)
19
KY H O
HY4
43
3=
⋅− +
− (III.4.5)
Y C MYYm' ( )= − − +4 (III.4.6)
Y Y HY H Y H Y H Y' = + + + +− − − −4 32
23 4 (III.4.7)
Si noti come la combinazione della III.4.6 con la III.4.7 rappresenti il bilancio di massa di Y.
Riscrivendo la III.4.7 come [Y'] = [Y4-
]/αY4- la III.4.1 diviene
βα
MY
m
m
Y
MY
M Y=
⋅ ⋅
− +
+−
( )
'
4
4
(III.4.8)
da cui
β α βMY Y MY
m
m
MY
M Y
'
( )
'= ⋅ =−
− +
+4
4
(III.4.14)
che fornisce la dipendenza della costante condizionale del complesso dal pH. Il grafico relativo al
sistema Ni2+
/EDTA (logβNiY = 18.6) è riportato in figura III.7. Si notano 5 zone in cui la pendenza è
progressivamente decrescente fino a divenire nulla. Esse corrispondono al diverso numero di
protoni rilasciati all'atto della formazione del complesso tra ione metallico ed EDTA variamente
protonato per cui in ambiente fortemente acido la pendenza è 4 mentre in ambiente alcalino la
pendenza è 0. In questa zona costante condizionale e costante termodinamica coincidono.
20
In fig.III.8 sono riportati analoghi diagrammi per altri complessi metallo-EDTA.
pH
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
log β
'
-5
0
5
10
15
20
Fig.III.7. Andamento della costante condizionale del complesso NiY
2-. Le verticali
corrispondono ai valori delle quattro pK dell'EDTA: pK1=2.0, pK2=2.67, pK3=6.16,
pK4=10.26. Il valore costante di β' per pH >> 10.26 coincide con il valore
termodinamico, β = 1018.6
.
21
Oltre al legante anche l'accettore può essere soggetto ad equilibri competitivi ed anche in questo
caso l'uso della costante condizionale può essere conveniente. Consideriamo la formazione del
complesso MY in ambiente ammoniacale in cui M forma complessi anche con NH3. Omettendo le
cariche per semplicità
C M MYM = +' (III.4.15)
M M M NHi
n i' = + ∑β
13 (III.4.16)
[ ] [ ][ ]
[ ] M
in
i
M
NH
MM αβ
⋅=
+
=
∑'
1
1'
3
1
(III.4.17)
pH
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
log β
'
0
5
10
15
20
25Fe3+
Cu2+
Ni2+
Zn2+
Fe2+
Ca2+
Mg2+
Ba2+
Fig.III.8. Andamento delle costanti condizionali di vari complessi metallo-EDTA. Le
verticali corrispondono ai valori delle quattro pK dell'EDTA.
22
βα α
MY
M Y
MY
M Y
MY
M Y=
⋅=
⋅ ⋅ ⋅−−
44
' ' (III.4.18)
β β α αMY MY M Y
MY
M Y
'
' '= ⋅ ⋅ =
⋅−4 (III.4.19)
Si noti che il valore di βNiY' ricavato contiene ora due termini "α", uno dipendente dal pH l'altro
dalla concentrazione di NH3. L'esistenza di equilibri competitivi a carico dell'accettore può causare
un andamento a massimo della costante condizionale in funzione del pH. Questa situazione si
verifica tipicamente quando l'accettore forma idrosso complessi al crescere del pH.
5. Titolazioni complessometriche
5.1 Introduzione.
Nelle titolazioni complessometriche si fa uso pressochè esclusivo di leganti chelanti per conseguire
quei vantaggi sopra ricordati e cioè una stechiometria ben definita (normalmente 1:1) ed elevate
costanti di formazione dei complessi. Poichè nel corso della reazione di titolazione l'agente
chelante, ad esempio l'EDTA, viene di solito introdotto in soluzione nella forma parzialmente
protonata H2Y2-
la reazione globale di formazione del complesso è
M H Y H O MY H Om m+ − − + ++ + ↔ +22
24
32 2( )
Durante il decorso della titolazione si ha rilascio di protoni con conseguente diminuzione del pH per
cui si configura una situazione in cui la costante condizionale della reazione di titolazione tende a
diminuire con continuità. Di qui la necessità dell'uso di tamponi per bloccare il pH durante la
titolazione e mantenere costante il valore della β'. L'eventuale azione complessante che l'anione del
tampone può esplicare nei confronti del metallo da titolare è di aiuto se il catione metallico tende a
precipitare in ambiente alcalino, ma comporta inevitabilmente una diminuzione della costante
condizionale.
5.2 Curva di titolazione.
Nel caso di una titolazione tra uno ione Mm+
, C0 M, con l'anione dell'EDTA, Y4-
, C M, ha luogo la
reazione:
23
M Y MYm m+ − − ++ ↔4 4( )
Facendo uso della notazione delle costanti condizionali ed omettendo le cariche le specie coinvolte
sono formalmente M', Y' e MY dove le prime due rappresentano la somma di tutte le specie di M e
di Y non contenute nel complesso. Ne consegue che
β '
' '=
MY
M Y (III.5.1)
M MYC V
V V' + =
+0 0
0
(III.5.2)
Y MYCV
V V' + =
+ 0
(III.5.3)
Per definizione la frazione titolata è
Φ =CV
C V0 0
(III.5.4)
per cui sottraendo membro a membro la III.5.2 e la III.5.3 e dividendo per C V
V V
0 0
0+ si ottiene
[ ] [ ]( ) Φ−=+
− 1''00
0
VC
VVYM (III.5.5)
Questa, tramite la costante condizionale ed il bilancio di massa sul metallo diviene in successione
[ ] [ ][ ] 00
0
'
1
''1
VC
VV
M
MYM
+
−−=Φ
β (III.5.6)
[ ][ ]
[ ] 00
00
00
'
1
'
'
'1VC
VV
M
MVV
VC
M⋅
+
−
+−−=Φ
β (III.5.7)
che è l'equazione rigorosa della curva di titolazione.
Nel diagramma pM' vs. Φ si può notare quanto segue
24
Φ = 0.
M C' = 0 (III.5.8)
Φ < 1.
Prima del P.E. può essere trascurato [Y'] e pertanto
Φ = −+
1 0
0 0
MV V
C V' (III.5.9)
Φ > 1.
Dopo il P.E. può essere trascurato [M'] per cui
Φ = ++
1 0
0 0
YV V
C V' (III.5.10)
Φ = ++
1 0
0 0
MY
M
V V
C V' 'β (III.5.11)
Se la reazione è quantitativa è accettabile l'approssimazione
MYC V
V V=
+0 0
0
(III.5.12)
per cui la III.5.11 diviene
Φ = +11
M' 'β (III.5.13)
Arrestando la titolazione a Φ = 2 la quota finale è M''
=1
β che evidenzia come l'escursione del
pM' dipenda oltre che dalla concentrazione iniziale anche dal valore di β'. Ponendo Φ =1 nella
III.5.5 si ottiene la condizione del P.E.
[Y'] = [M']. (III.5.14)
25
Se Φ ≈ 1 e la reazione è sufficientemente quantitativa (β' elevata) [M'] risulta trascurabile nei
confronti della concentrazione analitica per cui dalla III.5.7 si ottiene
[ ][ ] 00
00
00
'
1
''1
VC
VV
M
VV
VC
M+
+−−=Φ
β (III.5.15)
In particolare per Φ = 1 e diluizione trascurabile
M
C M
P E
P E
'
'
. .
'
. .0
1=
β (III.5.16)
MC
P E'
'. .= 0
β (III.5.17)
La relazione III.5.14 è ottenibile direttamente anche da un bilancio di legante analogo al bilancio
protonico degli equilibri acido base. Sotto la condizione di totale completezza della reazione il
complesso MY rappresenterebbe la sola specie presente al P.E. della titolazione per cui
assumendolo come livello 0 si può scrivere:
'1
0
'1
2
Y
MY
M
−
↓
−−−−−
↑
+
−
e dalla III.5.1 si riottiene immediatamente la III.5.17 per diluizione trascurabile. Si noti che qualora
si desideri passare dalla curva pM' vs. Φ alla pM vs. Φ, analoga alla curva sperimentale ottenibile
per via potenziometrica, è sufficiente calcolare M' · αMm+ .
5.3 Individuazione del P.F.. Scelta dell'indicatore e del pH.
Oltre che alle metodiche strumentali quali la spettrofotometria, la monoamperometria, ecc., il P.F.
delle titolazioni complessometriche si determina facendo uso di indicatori cromatici come il Nero
Eriocromo T (EBT) o il piridilazonaftolo (PAN) ed altri. Il principio di funzionamento di questi
26
indicatori è la competizione tra l'indicatore, anch'esso complessante per il metallo, ed il titolante, di
solito l'EDTA. In difetto di EDTA (Φ < 1), il metallo è disponibile alla formazione del complesso
con l'indicatore e la soluzione assume il colore del complesso M-In mentre per Φ > 1 tutto il metallo
è sequestrato dall'EDTA e la soluzione assume la colorazione propria dell'indicatore libero. Di qui
l'esigenza che la costante di formazione di M-In sia inferiore a quella di M-EDTA. Poiché sia
l'EDTA che l'indicatore sono coinvolti in equilibri acido-base, caratterizzati da costanti diverse, la
scelta del pH a cui condurre la titolazione può essere critica. Occorre individuare preliminarmente
il limite inferiore di pH sotto il quale il valore di β' è troppo piccolo cioè quando la reazione non è
più quantitativa. Convenzionalmente tale limite corrisponde ad una completezza pari a 99.9% nella
formazione del complesso con una presenza di legando libero dello 0.1%. Dalla III.5.1 deve essere
quindi
( ) 0
2
'
001.0
999.0
C=β (III.5.18)
β ' C0610=
pH
0 2 4 6 8 10
log β
6
8
10
12
14
16
18
20
22
24
26
Fig.III.9. Valore minimo di pH per la quantitatività della titolazione complessometrica con EDTA di
12 metalli in concentrazione C0 = 10-2
M. I metalli sono: Fe3+
, Hg2+
, Cu2+
, Ni2+
, Pb2+
, Cd2+
, Zn2+
,
Co2+
, Fe2+
, Mn2+
, Ca2+
, Mg2+
, Sr2+
elencati in ordine decrescente di β.
27
Individuato il limite inferiore di pH oltre il quale la titolazione non è fattibile (vedi fig. III.9), in
base all'indicatore scelto occorre individuare il pH ottimale. Esso è quello per cui il P.F. (viraggio
dell'indicatore) è il più prossimo possibile al P.E.. Come nel caso degli indicatori acido-base, il
viraggio dell'indicatore ha luogo tra MIn
In'= 10 e
MIn
In'=
1
10 con P.F. teorico a
MIn
In'= 1. Da
MIn
In MP F
MIn' '
. .
'= β si ottiene
MP F
MIn
'. . '
=1
β (III.5.19)
Il pH ottimale è quello per cui [M']P.E. = [M']P.F.
L'approccio grafico utilizzato più volte nella risoluzione di equazioni di ordine superiore risulta
particolarmente conveniente anche in questo contesto. Dovendo valere in assenza di diluizione le
III.5.17 e III.5.19
MC
P EMY
'. . '
= 0
β
MP F
MIn
'. . '
=1
β
il P.F. coincide con il P.E. allorchè
1 0
β βMIn MY
C' '
= (III.5.20)
Diagrammando il logaritmo di III.5.17 e III.5.19 contro il pH il punto di incontro delle curve
fornisce il pH ricercato. La fig.III.10. riporta il caso della titolazione dello ione Mg2+
con EDTA (β
= 108.7
) usando come indicatore l'EBT (β = 107).
28
pH
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
f
-12
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
4
6
8
f = -lo
g [Mg2+ ] P.E.
f =
-log
[M
g2+] P
.F.
pH = 9.6
Fig. III.10. Determinazione grafica del pH ottimale per la titolazione di Mg
2+ 10
-2 M con
EDTA, indicatore EBT.
29
6. Esempi di risoluzione di esercizi.
Metodo algebrico.
A seguito della diluizione le concentrazioni analitiche sono: CH3X+ = 0.06 M e CCu = 0.025 M. Le
specie presenti in soluzione sono: H3X+, H2X, HX
-, X
2-, Cu
2+, CuX2
2- per un totale di 6. Si imposta
quindi un sistema di 6 equazioni:
CCu= [Cu2+
] + [CuX22-
] (III.3.32)
C CuX H X H X HX XH X3
222
3 22
+ = + + + +− + − − (III.3.33)
CuX
Cu X
22
2 22 2
−
+ −=β (III.3.34)
H X H O
H XK
2 3
3
1
+
+= (III.3.35)
HX H O
H XK
− +
=3
2
2 (III.3.36)
X H O
HXK
23
3
− +
−= (III.3.37)
La combinazione di queste equazioni porta a
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
++++=
+++−−
+
123
3
3
23
2
3
3
322
2 123 KKK
OH
KK
OH
K
OHXCuXC
XH (III.3.38)
Ricavando dai due bilanci di massa [CuX22-
] e uguagliando si ha
Esercizio n.1. A 25 ml di soluzione di acido imminodiacetico (H3X+) 0.12 M, tamponata a pH = 7,
si aggiungono 25 ml di Cu2+
0.05 M. Calcolare la concentrazione di Cu2+
nella soluzione risultante.
Per H3X+ : pK1 = 1.82, pK2 = 2.84, pK3 = 9.79
Per Cu X CuX2 222
22 16 5+ − −+ = =log .β
30
[ ]( ) [ ]+−− −=− −+212
23
5.0 CuCXC CuXXHα (III.3.39)
La concentrazione di X2-
può essere data in funzione di [Cu2+
]
C Cu
Cu X
Cu −=
+
+ −
2
2 22 2β (III.3.40)
XC Cu
Cu
Cu2
2
22
−+
+=
−
β (III.3.41)
da cui
[ ] [ ][ ]
−−−=
+
+−+
−+
2
2
2122
3
5.0β
αCu
CuCCCCu Cu
XXHCu (III.3.42)
Una facile risoluzione di questa equazione si ha per via grafica, vedi fig.III.11, ricavando [Cu2+
]
dall'incrocio di
y = [Cu2+
] (III.3.43)
e
[ ][ ]
−−−=
+
+−
−+
2
2
212
3
5.0β
αCu
CuCCCy Cu
XXHCu (III.3.44)
31
Si trova log [Cu2+
] = -8.5.
Metodo grafico
Facendo uso della costante condizionale la soluzione può essere ottenuta per mezzo di un DL
log[Ci] vs. pX' relativo al sistema equivalente CuX22-
0.025 M e X2-
0.01 M. A pH 7 αX2
1 617−− =
per cui β2108 2 10' .= e X X
' = −2 617. Il punto sistema ha come ascissa un valore di log[Ci] =
logCCu tale per cui [CuX22-
]/[ Cu2+
]=1. Ne consegue
13 14 10 5 4
2
22
2
6
β '
' . ; ' .CuX
CuX pX
−
+−= = =
log [Cu2+]
8,5200 8,5205 8,5210 8,5215 8,5220
y
-4,791
-4,791
-4,791
-4,790
-4,790
-4,790
Fig. III.11. Soluzione grafica dell'eq. III.3.42.
32
e
log CCu = log 0.025 = -1.6
L'andamento di Cu2+
è dato da:
[ ] [ ] [ ] [ ]( )2'10222
2 102.81 XCuCuCuXCCu +=+= ++− (III.3.45)
log log
. 'Cu
C
X
Cu2
102
1 8 2 10
+ =+
(III.3.46)
da cui si individuano due zone rettilinee:
i) per 1 >> 8.2 1010
[X']2, cioè per [X'] << 3.5 10
-6
log [Cu2+
] = log CCu (III.3.47)
ii) per 1 << 8.2 1010
[X']2, cioè per [X'] >> 3.5 10
-6
log [Cu2+
] = log CCu - 10.9 - 2 log [X'] (III.3.48)
Analogamente, per CuX22-
si può scrivere:
[ ] [ ][ ]
[ ][ ]
+=+= −
−−
2'10
2
22''
2
2
22
2
102.8
11
XCuX
X
CuXCuXCCu
β (III.3.49)
[ ][ ]
+−=−
2'10
2
2
102.8
11logloglog
XCCuX Cu (III.3.50)
Le due zone approssimabili a delle rette si hanno:
i) per 1 >> 1
8 2 10102
. 'X
, cioè per [X'] >> 3.5 10-6
33
log [CuX22-
] = log CCu (III.3.51)
ii) per 1 << 1
8 2 10102
. 'X
, cioè per [X'] << 3.5 10-6
log [CuX22-
] = log CCu + 10.9 + 2 log [X'] (III.3.52)
Il DL è mostrato in fig.III.12.
Analogamente al bilancio protonico si imposta un bilancio di legante pensando che all'inizio tutto il
Cu sia sotto forma di complesso e che ci sia del legante in eccesso in ragione di 10-2
M.
pH
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
log
[C
i]
-14
-12
-10
-8
-6
-4
-2
0
[CuX22-] [Cu2+]
[X 2-]
Fig. III.12. DL del sistema CuX2
2- 2.5 10
-2 M
34
''
222
2
2
2
1
100
10/1
2
XX
XCuX
Cu
−
↓↓
−−−−−−−−−−
↑↑
+
↑
+
−−−
−
+
da cui
2 [Cu2+
] + 10-2
= [X']
Dal DL si vede che 2 [Cu2+
] è trascurabile rispetto a 10-2
e pertanto a [X'] = 10-2
si trova log [Cu2+
]
= -8.5 come in precedenza.
Risoluzione
In assenza di diluizione e per reazione di complessazione quantitativa vale
ZnP E
Y
21
16
10
10
+−
=. . α
(III.3.53)
[ ][ ] [ ] [ ] [ ] [ ]4
3
2.213
3
2.192
3
5.16
3
3.10
4
101010101
1
' ++++
−
++++==
OHOHOHOHY
YYα (III.3.54)
e
ZnP F
In
2
5 2
1
10
+−
=. . . α
(III.3.55)
Esercizio n.2: si debba titolare Zn2+
10-1
M con EDTA usando il Ditizone (HIn) come indicatore.
Valutare il pH ottimale di lavoro e, sotto queste condizioni, gli errori teorici agli estremi
dell'intervallo di viraggio dell'indicatore.
per H Y pk pk pk pk4 1 2 3 42 0 2 7 6 2 10 3: . , . , . , .= = = =
per HIn pK In ZnY ZnIn: . , , .= = =4 6 10 1016 5 2β β
35
α In
In
In H O= =
+
−
+' .
1
1 104 63
(III.3.56)
Diagrammando [Zn2+
]P.E. e [Zn2+
]P.F. vs. pH il punto di incontro fornisce il pH ottimale in cui
coincidono [Zn2+
]P.E. e [Zn2+
]P.F.. Tale valore è dato dal diagramma di fig.III.13.
Per il pH trovato deve essere ora verificata la validità dell'assunzione iniziale, cioè della
quantitatività della reazione. A tale scopo si calcola la βZnY' a quel pH e si controlla se
( ) 61' 1010 >−ottZnYβ (III.3.57)
pH
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
log
[Z
n2
+]
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
4
[Zn2+]P.E.
[Zn2+]P.F.
pH = 4.65
Fig. III.13. Determinazione grafica del pH ottimale per la titolazione di Zn2+
10-1
M con EDTA ed indicatore ditizone.
36
A pH = 4.65 αY = 107.22
e ( ) 678.71' 101010 >=−ottZnYβ per cui la reazione è quantitativa. Il valore di
[Zn2+
] agli estremi del viraggio si trova introducendo i rapporti
ZnIn
In
+
='
10 errore in difetto e (III.3.58)
ZnIn
In
+
='
1
10 errore in eccesso (III.3.59)
nella espressione della costante dell'indicatore.
ββ
Ind
Ind
ZnIn
Zn InZn
ZnIn
In
'
'
.
' '= ≅ → =
+
++
+
2
4 9 210 (III.3.60)
ZnP F
Ind
2 3 91010+ −= =
. . '
.
β (III.3.61)
ZnP F
Ind
2 5 91
1010+ −= =
. . '
.
β (III.3.62)
I valori di [Zn2+
]P.F. così calcolati, una volta introdotti nella espressione della curva di titolazione
[ ] [ ]( ) [ ]Zn
FPFPZn
FPZnY CZnZnC
Zn
111 ..
2
..
2
..
2'
−−=−Φ ++
+β (III.3.63)
consentono il calcolo dei corrispondenti errori. Si trova
εdifetto = -1.25 10-3
εeccesso = 5.93 10-5
.
Esercizio n.3: Stabilire la concentrazione minima di [Hg2+
] che si può titolare con EDTA ed
indicatore blù-nero eriocromo B a pH = 10 con un errore teorico inferiore ad 1 %.
per H Y pk pk pk pk4 1 2 3 42 0 2 7 6 2 10 3: . , . , . , .= = = =
per H In pk pk2 1 26 2 12 5: . ; .= =
per HgY HgIn: lg . ; lg .β β= = =8 7 7 4
37
Risoluzione
Si calcolano la costante condizionale βHgY' a pH = 10 che risulta essere
ββ
αHgY
HgY
Y
HgY
Hg Y
'
'
.= = =−
+
2
2
8 2210 (III.3.64)
e la costante condizionale βHgIn'
ββ
αHgIn
HgIn
In
HgY
Hg In
'
'
.= = =−
+
2
2
4 910 (III.3.65)
Al P.F. della titolazione si ha
[Hg]P.F. = 10-4.9
(III.3.66)
In assenza di diluizione si può scrivere
[ ] [ ]( )0
'2 11
CYHg −=Φ− + (III.3.67)
e dato che
YHgY
Hg HgY
'
'=
−
+
2
2
1
β (III.3.68)
HgY C Hg20
2− += − (III.3.69)
si ottiene
[ ] [ ] [ ]( ) 2
0
..
2
0
..
2'..
2 1011 −+
++ <
−−
CHgC
HgHg
FP
FPHgY
FP β (III.3.70)
C031 2 10> −.
38
Risoluzione
Prima di tutto si devono trovare le costanti condizionali dei complessi con l'EDTA a pH 2 e pH 5
calcolando gli αY. Si trova
( ) 14
2108.2 −
= =pHYα
( ) 7
51096.2 −
= =pHYα
( ) 2.9lg,1076.1 '9
2
' === BiYpHBiY ββ
( ) 2.16lg,1086.1 '16
5
' === BiYpHBiY ββ
( ) 4.4lg,108.2 '4
2
' === PbYpHPbY ββ
( ) 5.11lg,1096.2 '11
5
' === PbYpHPbY ββ
La conoscenza delle costanti condizionali MInd permette di calcolare i diversi [M]P.F. A pH 2 si ha
[Bi3+
]P.F. = 10-5.4
mentre per il Pb2+
l'indicatore non opera. A pH = 5
[Bi3+
]P.F. = 10-13
[Pb2+
]P.F. = 10-7
Si può dire quindi che a pH 2 la soluzione vira per [Bi3+
] = 10-5.4
mentre a pH = 5 la soluzione vira
per [Bi3+
] = 10-13
. Introducendo nell'equazione della curva di titolazione i valori delle
Esercizio n.4: Si consideri la titolazione di [Bi3+
] e [Pb2+
] 10-2
M ciascuno, con EDTA a pH = 2 e
pH = 5, usando sempre come indicatore arancio xilenolo. Verificare le potenzialità del
procedimento ai pH considerati. Si trascurila diluizione.
per EDTA pk pk pk pk: . , . , . , .1 2 3 42 0 2 7 6 2 10 3= = = =
log .βBiY = 22 8
logβPbY =18
a pH 2: log .'βBiIn =5 4 ; log .'βPbIn = − 0 2
a pH 5: log .'βBiIn =13 1 ; log .'βPbIn = 7 0
39
concentrazioni corrispondenti a questi due P.F. si calcolano i corrispondenti valori di Φ e quindi gli
errori
[ ] [ ] [ ]( ) 12
1
0
23' −Φ=−− ++
CPbBiY
Dalla fig.III.14a [Bi3+
]P.F. = 10-5.4
si trova
PbY2 3 410− −= .
Pb2 2 3 4 310 10 9 6 10+ − − −= − = ⋅. .
Y ' .= −10 5 7
che inseriti nell'equazione sopra riportata danno Φ=0.52. Ricordando la definizione di Φ il valore
trovato indica che a pH 2 si titola solo il Bi con un errore in eccesso del 4 %. Analogamente dalla
fig.III.14b si ricavano le concentrazioni corrispondenti a [Pb2+
]P.F. = 10-7
e [Bi3+
]P.F. = 10-13
. Poichè
la condizione [Pb2+
]P.F. = 10-7
richiede meno [Y']P.F. che non la condizione [Bi3+
]P.F. = 10-13
è
necessario fare riferimento a quest'ultima. Si ottiene
BiY− −=10 2
Pb2 8 810+ −= .
Y ' .= −10 4 15
che danno per la somma Bi Pb3 2+ ++ un errore in eccesso dello 0.35 %.
40
pY'
0 5 10 15 20
log [
Ci]
-20
-15
-10
-5
0
[Pb2+ ]
[Y']
[PbY 2-]
pY'
0 5 10 15 20
log [
Ci]
-20
-15
-10
-5
0
[BiY -]
[Bi3+ ]
[Bi3+ ]
[Y']
[PbY 2-]
[BiY -]
[Pb2+ ]
1° P.E.
2°P.E.
1° P.E.
2° P.E.
Fig.III.14. DL per il sistema Bi
3+, Pb
2+ 10
-2 M - EDTA; a) pH 2; b) pH 5.