Introduzione Tecniche Di Data Mining per lAnalisi dei Dati Giuseppe Manco.
Capitolo 2 Lanalisi delle organizzazioni Il concetto di organizzazione Le specificità...
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Capitolo 2L’analisi delle organizzazioni
Il concetto di organizzazione
Le specificità dell’organizzazione pubblica
I modelli organizzativi
La lettura dell’organizzazione
La struttura e la cultura
La tecnologia come variabile organizzativa
I meccanismi operativi
Il potere: autorità e legittimazione
Il cambiamento organizzativo
2
Gli orientamenti di fondo
La sociologia dell’organizzazione
A – approccio sistemico
privilegia gli aspetti strutturali delle organizzazioni
analisi delle organizzazioni a partire dagli aspetti sistemici (regole, procedure e norme)
B - approccio fenomenologico o teoria dell’azione
privilegia il soggetto
analisi dell’agire concreto degli individui (ciò che fa funzionare l’organizzazione)
3
Gli orientamenti di fondo
soggetto
attore sistema
struttura
approcciofenomenologico
teoriadell’azione
approcciosistemico
Superamento della contrapposizione“un soggetto inserito in un sottosistema
di regole, norme, rigidità, giochi e rapporti”
Il concetto di organizzazione
Distinzione
fra
impresa mercantile
organizzazione pubblica
fra
organizzazioni burocratiche
organizzazioni corporative
Il concetto di organizzazione
Sotto-sistemi operativi
(che disciplinano il funzionamento interno)
sotto-sistema degli obiettivi
sotto-sistema della struttura organizzativa
sotto-sistema della divisione del lavoro
sotto-sistema informativo
sotto-sistema di controllo e coordinamento
sotto-sistema di gestione delle risorse umane
Il concetto di organizzazione
Teorie interpretative socio-organizzative
(valide soprattutto per le organizzazioni operanti in
ambito economico)
l’organizzazione scientifica del lavoro (scientific
management)
il movimento delle relazioni umane (human relations)
il job design (o job re-design)
il modello giapponese (just in time, azienda snella,...)
Approfondimento: taylorismo… fordismo…
L’organizzazione pubblicaLinee interpretative
(legittimazione della pubblica amministrazione)
Approccio Funzione
approccio
funzionalista
funzione generale di regolazione del sistema sociale
approccio
socio-economico
ruolo della p.a. nella produzione di beni e soddisfacimento di bisogni non assicurati dal mercato
approccio
socio-politico
funzione di mantenimento di una situazione di equilibrio (e di potere) del sistema
Obiettivi:
efficienza efficacia
Distinzione fra: agire politico agire amministrativo
Altre peculiarità:
vincoli di bilancio e di personale
tipicità dei prodotti e dei servizi
difficile valutazione dei risultati in termini economico-produttivi
immediati
orientamento universalistico
Organizzazione pubblica: peculiarità
L’organizzazione pubblica
Le fasi dell’azione della pubblica amministrazione
Definire orientamenti politico-progettuali (politiche pubbliche)
Definire programmi operativi (cosa)
Definire modalità operative specifiche (come)
Gestire i programmi di lavoro
Controllare (la gestione - efficienza/programmi-, i risultati
globali, l’efficacia (soddisfazione dei bisogni)
I modelli organizzativi
Organizzazione:
divisione del lavoro
relazione fra differenziazione e integrazione
caratterizzata da stabilità e intenzionalità degli attori
continuo organizzare: dividere e integrare
I modelli organizzativi
Modelli organizzativi come:
tipi ideali
costruiti a partire da criteri riferiti a due ambiti:
tipo di suddivisione e specializzazione
(per funzione, risultato, prodotto-
servizio, territorio, ecc.)
modalità di integrazione e coordinamento
(gerarchico, per procedure, per programmi,
per progetti, per obiettivi, ecc.)
Il modello funzionale
Caratteristiche fondamentali
organizzazione “a canne d’organo”
aggregazione di compiti, attività e competenze in forma
omogenea secondo le funzioni operative
funzioni con confini delineati in maniera esplicita
governo attraverso la gerarchia: forte controllo interno alla
funzione e nelle relazioni fra funzioni
sistema decisionale centralizzato (piramide)
Caratteristiche fondamentali
centralità delle norme, procedure e standardizzazione
persone accomunate da: tecniche impiegate, orientamenti
cognitivi, linguaggi, sottoculture omogenee
spinta alla specializzazione dei ruoli:
aspetto positivo: crescita e accumulo di competenze
aspetto negativo: isolamento delle funzioni
Il modello funzionale
Il modello funzionale
Caratteristiche fondamentali
debolezza del modello:
lentezza del processo decisionale
autoreferenzialità delle funzioni
modello adatto ad organizzazioni con ambiente stabile
Il modello funzionale
La piramide gerarchica-funzionale
Approfondimento...
Il modello divisionale
Caratteristiche fondamentali
suddivisione e specializzazione centrate su risultato
(outcome) o prodotto servizio (output)
integrazione e coordinamento centrati sul
raggiungimento di obiettivi
funzioni distribuite (e aggregate) a seconda dei
risultati/prodotti-servizi
Il modello divisionale
Caratteristiche fondamentali
struttura orientata all’obiettivo e cultura orientata al risultato
finale: decentramento del processo decisionale
forza del modello: maggiore rapidità di risposta del modello
funzionale e responsabilizzazione sul risultato finale
debolezza del modello: riproducibilità delle divisioni e funzioni
replicate per divisione
variante divisionale centrata sul territorio (distretti sanitari e
sociosanitari)
Il modello divisionale
Il modello a matrice
Caratteristiche fondamentali
associa:
suddivisione e specializzazione per funzioni con quella per
risultato/prodotto servizio
integrazione e coordinamento centrato sulla gerarchia (asse
verticale) con quelle per programmi e progetti (asse orizzontale)
relazione fra funzioni verticali intersecate da programmi e
progetti orizzontali
modello a matrice denominato “per programmi” o “per progetti”
Il modello a matrice
Caratteristiche fondamentali
centralità della cultura della collaborazione e cooperazione
modello più flessibile del funzionale e divisionale che recepisce
i cambiamenti dell’ambiente
aspetti problematici del modello:
difficoltà a costruire team di lavoro
difficoltà ad assegnare obiettivi
difficoltà per la doppia dipendenza dei soggetti dei team di
lavoro
Il modello a matrice
Il modello per processi
Caratteristiche fondamentali
suddivisione e specializzazione centrata sul risultato e
integrazione e coordinamento centrata sugli obiettivi
processo come percorso che fa la richiesta per ottenere una
risposta
individuazione di clienti esterni e interni
organizzazione come insieme di processi organizzativi
(sequenze di fasi operative)
confini delle unità organizzative molto permeabili
Il modello per processi
Caratteristiche fondamentali
centralità dei responsabili di processo come gestori di
risorse
punti di forza: trasversalità e integrazione
punto di debolezza: modello adatto a organizzazioni
medio-piccole
modello che necessita di competenze distribuite di
analisi, progettazione e governo
Il modello per processi
Il modello a rete
Caratteristiche fondamentali
rete costituita da relazioni stabilizzate che legano fra
di loro nodi specializzati
il risultato o prodotto-servizio è della rete e non delle
singole organizzazioni
nodi della rete autonomi e distinti: scambio di risorse
in forma collaborativa
presenza di molteplici meccanismi di integrazione e
coordinamento
Il modello a rete
Caratteristiche fondamentali
rete come risultato di:
distribuzione (esternalizzazione) delle attività da
un’organizzazione ad altre (scissione)
composizione di relazioni fra organizzazioni (aggregazione)
nella rete le organizzazioni portano le loro competenze
distintive
Il modello a rete
Caratteristiche fondamentali
rete fatta di:
relazioni simmetriche
forme di coordinamento orizzontali
policentrismo
confini permeabili
transazioni (scambi) di risorse fra organizzazioni
decentramento e flessibilità
Il modello a rete
Caratteristiche fondamentali
presenza di culture diverse nella rete e di una “cultura della
rete”
punto di forza: flessibilità e condivisione delle informazioni
punto di debolezza: difficoltà a mantenere un’identità
organizzativa
Il modello a rete
Modello per funzioni e processi
Approfondimento...
Modello a matrice
Direzionegenerale
OspedaleDistretto B
Approfondimento...
Distretto A
A
B
C
U.O.
U.O.U.O.
U.O.
U.O. U.O. U.O.
U.O. U.O.
U.O. U.O.
U.O.
DIREZIONE GENERALE
Comunicazione e Marketing
Dir. Promozione R&S Scientifico & Affari Sanitari
Nucleo Valutazione
DIREZIONESANITARIA
DISTRETTO A
DISTRETTO B
Area CommittenzaEsterna Rapporti
Istituzionali CO
MM
ISS
ION
ING
Staff Dir. Sanitaria
Servizio Informativo Sanitario
DIP.CURE
PRIMARIE
DIP.SANITA’
PUBBLICA
DIP.SALUTE
MENTALE
DIREZIONEDI PRESIDIO
DIP.1
DIP.2
DIP.3
DIP.4
DIP.5
DIP.6
DIP.7
DIP.8
DIP.9
DIP.10
DIP.12
DIP.11
Dir. Amministrativa Dir. Infermieristica
Servizio Prevenzionee Protezione
DIREZIONE AMMINISTRATIVA
SVILUPPO ORGANIZZATIVO
Servizio Farmaceutico
ServizioInfermier. e Tecnico
Approfondimento…
Le variabili dell’organizzazione
Variabile come strumento di analisi dell’organizzazione:
“uno strumento di misurazione che può assumere valori diversi,
distribuibili lungo un continuum”
analisi delle relazioni fra variabili
rilevazione delle variazioni concomitanti
Distinzione fra:
variabili ambientali (esterne)
variabili organizzative (interne)
Le variabili ambientali (esterne)
Variabili ambientali
fattori presenti nell’ambiente pertinente dell’organizzazione
elementi in grado di influenzare l’organizzazione elementi influenzati dall’organizzazione
Influenza reciproca fra ambiente e organizzazione
Influenza mediata dalle scelte organizzative
Le variabili ambientali (esterne)
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
dell’ambiente fisico
strutture fisiche che ospitano le organizzazioni, struttura architettonica e logistica complessiva, caratteristiche urbanistiche e geomorfologiche del territorio
ecologiche
aspetti naturali del contesto in cui opera l’organizzazione (inquinamento, eventi naturali, relazioni fra persone e ambiente naturale, ecc.)
tecnico-scientifiche
strumenti e conoscenze prodotte dallo sviluppo della ricerca scientifica e dalla sperimentazione di metodi e strumenti di produzione di beni e servizi
Le variabili ambientali (esterne)
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
socio-demografiche ed epidemiologiche
profilo della popolazione (indice di vecchiaia, indice di dipendenza, tasso di mortalità, speranza di vita alla nascita, distribuzione delle patologie, ecc.)
sociali
caratteristiche sociali della comunità (coesione e legami sociali, comportamenti sociali individuali e collettivi, relazioni familiari, presenza di associazioni, partecipazione sociale, ecc.)
economiche
andamento economico di un territorio (tasso di natalità e mortalità delle imprese, andamento dei prezzi dei beni e servizi, tasso di occupazione e disoccupazione, reddito medio della popolazione, ecc.)
Le variabili ambientali (esterne)
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
culturali
profilo culturale della popolazione (valori, norme sociali, costumi, tradizioni, grado di istruzione, spesa media per rappresentazioni teatrali e musicali, ecc.) e costituirsi di varie sottoculture
politico-istituzionali
scelte operate da istituzioni rappresentative della popolazione (leggi, regolamenti, linee di indirizzo, ecc.) e insieme delle regole e requisiti ai quali l’organizzazione deve conformarsi
Le variabili organizzative
Le variabili organizzative
di primo livello
semplici
elementi facilmente rinvenibili in modo concreto ed
immediato attraverso una rilevazione empirica diretta
di secondo livello
complesse
ricostruzione e ricomposizione di elementi al fine di poterne
individuare la caratterizzazione
Le variabili organizzative: primo livello
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
individuali
caratteristiche specifiche delle persone presenti nell’organizzazione (sesso, età, titolo di studio, ecc.), percorso lavorativo e formativo compiuto, qualificazione professionale attuale, comportamenti, motivazioni, atteggiamenti, strategie, obiettivi personali, significati attribuiti al lavoro, ecc.
sociali
aggregati presenti nell’organizzazione, loro caratteristiche specifiche (dimensione, composizione, storia, ecc.), dinamiche dei gruppi, strategie che perseguono, finalità che si pongono, simboli e riti che unificano e consolidano le relazioni di gruppo, ecc.
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
tecniche
diverse competenze presenti nell’organizzazione, distinguibili in capacità e conoscenze, e insieme delle risorse tecnologiche di cui dispone l’organizzazione
istituzionali
insieme dei vincoli istituzionali interni all’organizzazione in grado di condizionarne l’assetto, (fini istituzionali dell’organizzazione, atti che ne regolamentano le modalità formali di funzionamento, documenti di indirizzo ecc.)
Le variabili organizzative: primo livello
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
struttura organizzativa
relazioni che si strutturano fra unità e ruoli organizzativi attraverso la lettura dell’organigramma e la rilevazione delle unità organizzative e del sistema dei ruoli dell’organizzazione (specifica posizione entro l’organizzazione, precise responsabilità e competenze distintive, ecc.)
cultura organizzativa
elementi valoriali, normativi e simbolici, costituisce una variabile organizzativa che contribuisce a spiegare modalità di relazione fra le parti dell’organizzazione e comportamenti individuali e collettivi
Le variabili organizzative: secondo livello
tipo di variabili elementi descritti dalle variabili
meccanismi operativi
insieme dei processi che rendono funzionante l’organizzazione dal punto di vista operativo (meccanismi di selezione del personale, di valutazione dei risultati, di decisione, di comunicazione, di cura, ecc.)
potere organizzativo
distribuzione dei meccanismi di influenza presenti dentro l’organizzazione, legati a caratteristiche dei ruoli organizzativi, funzionamento dei meccanismi operativi, esistenza di margini di incertezza che le persone utilizzano per sviluppare le loro strategie, fattori di legittimazione dell’esercizio dell’autorità, ecc.
Le variabili organizzative: secondo livello
Le variabili dell’organizzazione
Variabilidi secondolivello
Variabili
di primo livello
Variabili ambientali
Variabili ambientali
Le variabili dell’organizzazione
Approfondimento di alcune variabili:
la struttura
la cultura
i meccanismi operativi
il potere
La struttura organizzativa
“il sistema formalizzato dei ruoli, dei compiti, delle funzioni, della distribuzione del potere, delle regole di comportamento, delle connessioni fra le varie parti (unità organizzative) e fra esse e l’esterno dell’organizzazione (ambiente dell’organizzazione), in riferimento ad un insieme di fini da perseguire”
All’interno della struttura vediamo: le relazioni fra unità organizzative il sistema dei ruoli e delle connessioni relativamente stabili fra
loro le responsabilità e le competenze di organi e ruoli
La struttura organizzativa
Le differenti unità organizzative della
struttura hanno funzioni:
istituzionali
direttive
di governo intermedio
operative
supporto
di controllo e sviluppo
Le relazioni fra unità organizzative:
linea gerarchica
linea funzionale
La struttura organizzativa
La struttura è legata ai fini istituzionalizzati
La struttura organizzativa nasce come prodotto della relazione
fra:
divisione: specializzazione e differenziazione
ricomposizione: coordinamento e integrazione
dei compiti, delle funzioni, delle competenze e delle attività
Organigramma e funzionigramma:
profilo formale della struttura organizzativa
La cultura organizzativa
“un patrimonio materiale e intellettuale, eterogeneo e
continuamente in evoluzione, fatto di valori, norme, simboli, segni,
significati, linguaggi, modelli di comportamento e sistemi di
regolazione dei rapporti sociali”
Aspetti culturali presenti:
nell’azione di organizzare
nella stabilizzazione dei rapporti organizzativi
La cultura organizzativa
Cultura riferita a:
valori e norme di riferimento
ragioni dell’esistenza dell’organizzazione (mission) e
orientamento valoriale di fondo (vision)
modi di pensare ed agire tradotti in pratiche individuali e
collettive
La cultura organizzativa
Culture diverse presenti nell’organizzazione:
culture professionali
culture settoriali
culture territoriali
culture politiche e di classe
Culture che si rendono visibili attraverso:
elementi materiali tangibili (oggetti, arredi, strumenti, immagini
ecc.)
elementi immateriali (simboli)
La cultura organizzativa
Elementi della cultura:
sapere pratico (risposte a problemi concreti)
assunti di base (convinzioni e motivazione profonde)
linguaggio e senso comune
significati (prodotti intersoggettivamente)
riti organizzativi (operativi e ludico-ricreativi)
miti organizzativi (costruzioni simboliche)
Cultura come fonte di molteplici identità
Struttura e cultura
Costante relazione fra struttura e cultura:
processi di specializzazione e processi di standardizzazione
innovazione nelle prassi operative e proceduralizzazione
delle prassi operative
indeterminatezza delle strategie dei soggetti e
determinatezza dell’assetto organizzativo
Struttura e cultura
Organizzazioni di servizio alla persona
dell’area sociale e sanitaria:
componente burocratica: forma razionale di
organizzazione del lavoro (standardizzare e
proceduralizzare)
componente professionale: riferimento a cultura e sapere
che travalica l’organizzazione
Configurazione burocratico-professionale
Struttura e cultura
Differenziazione fra:
struttura dei compiti e delle relazioni fra ruoli, unità
organizzative e funzioni
struttura sociale costituta dalle relazioni fra persone e
gruppi e dalle modalità di svolgimento dei compiti
Distinzione fra:
struttura formale
struttura informale
57
La tecnologia
La tecnologia è intesa come: oggetti e strumenti fisici metodi competenze (conoscenze e capacità)
La tecnologia serve per: legare mediare trasformare
58
La tecnologia viene considerata come: un elemento predeterminato un elemento funzionale un fattore organizzativo
La tecnologia come variabile organizzativa: impiegata per differenti risultati in relazione con altre variabili organizzative influisce su:
raggiungimento degli obiettivi operativi governo della complessità svolgimento dei compiti in forma cooperativa gestione dell’incertezza (relazioni con l’ambiente)
La tecnologia
59
Per capire come le organizzazioni
concretamente agiscono superando la metafora dell’organizzazione macchina e l’approccio
razional – strumentale
occorre analizzare l’organizzare a partire dai meccanismi con cui opera,
dai processi organizzativi
I meccanismi operativi
60
insieme delle modalità attraverso le quali le organizzazioni perseguono i loro obiettivi
organizzazione come insieme di meccanismi operativi
Analisi dei meccanismi operativi attraverso
l’analisi dei processi organizzativi
Processo organizzativo:
“una sequenza di attività, legate fra loro all’interno di un flusso operativo, che ha una sua connessione logica e implica dei sistemi comunicativi di supporto”
I meccanismi operativi
61
Il percorso di attraversamento dell’organizzazione
compiuto dalla persona (cliente – utente) alla ricerca di
una risposta ad un proprio bisogno
domanda attività attività risposta…
Processo organizzativo
62
Distinzione fra:
processi primari (legati ad una attività distintiva)
processi di supporto
Elementi principali di un processo organizzativo
a. le finalità del processo
b. le connessioni del processo con altri processi
c. le risorse destinate al processo
d. gli strumenti del processo
e. le attività operative
f. le unità organizzative e i ruoli implicati
g. le competenze distintive del processo organizzativo
h. le specifiche connotazioni spazio-temporali del processo
i. i prodotti-servizi, intermedi e finali
I meccanismi operativi
63
Elementi da analizzare per ogni fase operativa:
Elementi Domanda fondamentale
input quali sono gli elementi in ingresso nella fase?
soggetto inviante da chi arrivano gli elementi in ingresso?
responsabilità chi è il responsabile della fase?
collaborazione con chi collabora il responsabile della fase?
azione quali attività vengono realizzate nella fase?
output che cosa produce la fase?
soggetto destinatario
per chi è prodotto l’output della fase?
I meccanismi operativi
64
Elementi da analizzare per ogni fase operativa:
Elementi Domanda fondamentale
modalità operative
come vengono fatte le attività?
strumenticon quali strumenti vengono realizzate le attività?
risorse con quali e quante risorse?
tempi quando è attivata la fase operativa?
durata per quanto tempo dura la fase operativa?
luogo dove si sviluppa la fase operativa?
I meccanismi operativi
65
Potere come:
“capacità di un soggetto individuale o collettivo di conseguire in modo intenzionale e non casuale determinati scopi all’interno di una sfera della vita sociale, ossia di imporre la propria volontà, nonostante un’eventuale volontà contraria, o la resistenza attiva o passiva, da parte di un altro soggetto o gruppo di soggetti”
Potere quindi: non come caratteristica degli attori sociali, ma della relazione
fra attori sociali a partire da una molteplicità di fonti (legge, competenze, controllo
risorse, appartenenza a gruppi influenti)
Il potere
66
Distinzione fra:
a) potere legittimo (autorità)
b) potere non legittimo
Fonti di legittimazione del potere (autorità) norme carisma tradizione
Strategie di potere non legittimate (reti informative, gruppi, info strategiche)
dominio attraverso la forza influenza attraverso la persuasione e la manipolazione
Il potere
67
Le organizzazioni cambiano continuamente
anche se sono viste come un insieme di spinte al cambiamento e di resistenze
Persistenza, cristallizzazione, istituzionalizzazione convivono con il
cambiamento
Anche in questi momenti si può parlare di cambiamento
Il cambiamento organizzativo
68
Analisi diacronica delle organizzazioni organizzazioni in perenne cambiamento cambiamento di diversa intensità cambiamento parziale o totale
Cambiamento radicale:
tutte quattro le variabili di secondo livello (struttura, cultura, meccanismi operativi e potere organizzativo)
Cambiamento: graduale traumatico
Il cambiamento organizzativo
69
Aspetti da considerare dimensioni del cambiamento (prodotti, modi di lavorare, ecc.) fattori del cambiamento
pressioni dell’ambiente strategie direttive dinamiche interne all’organizzazione
condizioni del cambiamento
(elementi che favoriscono o ostacolano) resistenze al cambiamento
La relazione fra cambiamento e apprendimento
Il cambiamento organizzativo
70
L’apprendimento stimola il cambiamento, lo favorisce, creando le condizioni perché soggetti, gruppi, unità organizzative interagiscano in maniera flessibile rispetto all’ambiente interno e esterno
L’apprendimento rinvia a processi democratici di cambiamento, partecipativi lontani da una logica di cambiamento pianificato e dall’alto
L’apprendimento organizzativo
71
Ma quando si può parlare di apprendimento?
Quando si modificano le PROSPETTIVE IMPLICITE all’interno delle quali si inquadrano eventi e problemi …
….quando si vedono i propri modi di vedere
L’apprendimento organizzativo
72
Come si sviluppa?
Nei processi intersoggettivi quando l’organizzazione intreccia
CONOSCENZE E AZIONI entrano in gioco processi di CREAZIONE DI
SENSO a livello di operatività quotidiana e i processi si traducono in competenze, cioè in conoscenze, attività pratiche, strategie e procedure operative
L’apprendimento organizzativo
73
Come apprende un’organizzazione?
L’organizzazione apprende quando modifica i propri repertori di competenze, le conoscenze, i modelli di azione, le strategie, le procedure stabilizzate nel tempo
Ci sono vari gradi di apprendimento (es. stufa)
L’apprendimento organizzativo
74
Su cosa di basa l’apprendimento?
sul provare, riprovare, azioni ricorsive, insistere errori, incoerenze, elementi paradossali
possono indurre processi di apprendimento (capacità negativa – esperienza dell’indeterminazione)
l’apprendimento fa leva sulla configurazione dei problemi (problem setting), ancora prima che sulla risoluzione dei problemi (problem solving)
L’apprendimento organizzativo
75
Che cosa favorisce l’apprendimento organizzativo?
L’apertura a punti di vista ed esperienze diversi L’ascolto L’attivazione di qualche terreno comune in
base al quale condividere processi ed effetti dell’apprendimento
Vi è dunque una dimensione individuale e una collettiva dell’apprendimento organizzativo
L’apprendimento organizzativo
76
Gli apprendimenti che restano confinati nell’ambito delle esperienze dei singoli non si
radicano e non diventano patrimonio dell’organizzazione
Serve socializzazione e condivisione dell’apprendimento
La socializzazione può essere un risultato di processi che lavorano sui legami, sulle
relazioni possibili tra gli attori, sulle intelligenze e sui repertori di competenze che si depositano
negli attori
L’apprendimento organizzativo
77
La socializzazione può essere l’eventuale risultato di processi che lavorano sui legami,
sulle relazioni possibili tra gli attori, sulle intelligenze e sui repertori di competenze che si
depositano negli attori.
E’ qualcosa che si costruisce
NON è un presupposto delle organizzazioni
L’apprendimento organizzativo