Capitolo 13 - Area Sistemi...

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Capitolo 13

Banca Centrale,

moneta e credito

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La moneta: cosa sappiamo già (cap. 5)

• La moneta è un bene comunemente accettato come mezzo di scambio e pagamento.

• Deve avere come caratteristiche: facile trasferibilità, conservabilità, divisibilità, stabilità di valore, omogeneità.

• Oltre a servire come mezzo di scambio al posto del baratto (e quindi l’esistenza di una “doppia coincidenza di bisogni”), la moneta può avere tre ulteriori funzioni: unità di conto, riserva di valore, mezzo di pagamento differito.

• Nelle economie moderne si usa la carta moneta con valore legale riconosciuto dallo Stato ed emessa dallo Stato o meglio da un istituto di emissione autorizzato dallo Stato, la Banca Centrale– la moneta così intesa è la moneta legale.

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La moneta: un nuovo attore

• Introduciamo le banche commerciali, intermediari la cui attività tipica è raccogliere fondi dai risparmiatori e utilizzarli nel concedere prestiti e acquistare attività finanziarie.

• Le banche offrono ai clienti contratti di deposito in conto corrente che danno il diritto di staccare assegni, utilizzare carte di credito e debito e ritirare denaro.

• Assegni e carte di credito hanno la stessa circolarità della moneta legale e sono accettati nelle transazioni di pagamento→ i depositi in conto corrente costituiscono una seconda forma

di moneta, la moneta fiduciaria.

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La moneta

• La moneta in circolazione nell’economia è la somma– della moneta legale emessa dalla Banca

Centrale ed in mano al pubblico

– della moneta fiduciaria creata dalle banche commerciali attraverso l’offerta di depositi e non controllata direttamente dalla BC

• con un peso preponderante della seconda sulla prima.

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Gli aggregati monetari• La distinzione pratica fra moneta e non moneta non è

semplice.

• Aggregati monetari sono misure ufficiali dello stock di moneta che differiscono fra loro per il grado di liquidità delle attività che vi confluiscono.

• La BCE definisce tre aggregati monetari:– M1 – aggregato monetario ristretto: banconote e monete metalliche

in circolazione + depositi in c/c a vista (depositi overnight).

– M2 – aggregato monetario intermedio: M1 + i depositi in c/c “a risparmio” con durata prestabilita fino a 2 anni o rimborsabili con preavviso di 3 mesi.

– M3 – aggregato monetario ampio: M2 + operazioni PCT, quote di FCI monetari, titoli di debito/obbligazioni con scadenza originaria fino a 2 anni.

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Gli aggregati monetari definiti dalla BCE

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I depositi overnight costituiscono la quota più ampia di M3 (43%), mentre le banconote e le monete in circolazione ne rappresentano solo il 9%.

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La maggiore stabilità di M3 rispetto agli altri aggregati ha indotto il Consiglio Direttivo della BCE ad assegnargli un ruolo di primo piano nella politica monetaria dell’euro area.La politica monetaria della BCE richiede l’individuazione di un aggregato capace di anticipare in maniera stabile e affidabile l’andamento dei prezzi nel medio periodo.

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Determinazione dello stock di moneta

• Finora M esogeno; ora costruiamo una teoria per la formazione dello stock di moneta M.

• Tralasciamo la distinzione fra vari tipi di depositi (a vista, a risparmio, ecc. → D) e quindi tra diversi tipi di moneta (M1, M2, M3 → M).

• L’offerta di moneta o stock monetario consiste nel circolante in mano al pubblico, CUP più i depositi bancari, D.

[1] DCUM P

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Determinazione dello stock di moneta

• La base monetaria o moneta ad alto potenziale, H, è costituita dal circolante, CU, e dai depositi delle banche commerciali presso la BC, DBBC.

• Le riserve bancarie, RE, sono costituite dal circolante conservato nei caveau delle banche commerciali, CUB, e dai depositi degli istituti di credito presso la BC.

[2]

[2bis]

RE

BCBPBC DBCUCUDBCUH

RECUH P

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Determinazione dello stock di moneta• Il meccanismo di formazione della moneta scatta

ogniqualvolta le banche non mettono a riserva tutti i depositi ricevuti dal pubblico, ma ne reinseriscono una parte nel sistema via prestiti– tali prestiti si trasformano in nuovi depositi che, attraverso

un meccanismo di moltiplicazione, vanno a incrementare lo stock di moneta nel sistema

HM e RED

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Determinazione dello stock di moneta

• L’offerta finale di moneta dipende dal comportamento di 3 operatori: la Banca Centrale, il pubblico e le banche commerciali.

• La BC controlla perfettamente la base monetaria.

• Il pubblico decide quanta parte dei propri depositi tenere sotto forma di contante e quanta parte in depositi

[3] : rapporto circolante-depositi

• Le banche decidono quanta parte dei depositi ricevuti tenere a riserva e quanta parte reinserire nel sistema

[4] : rapporto riserve-depositi

D/CUcu P

D/REre

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Determinazione dello stock di moneta

• Dall’unione della [1], [2], [3], [4] ricaviamo la relazione fra l’offerta finale di moneta M e le sue tre principali determinanti: re, cu e H– dove H è perfettamente controllata dalla Banca Centrale, mentre cu

e re dipendono dai comportamenti del pubblico e delle banche:

[5]

dove è il moltiplicatore del’offerta di moneta.

HmmHcure

cuM

1

cure

cu

H

Mmm

1

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Moltiplicatore dell’offerta di moneta

• Il rapporto fra stock di moneta e stock di base monetaria è sempre maggiore di 1 data la relazione fra depositi e riserve.

• Il moltiplicatore mm:– se re=1 RE=D mm=1 e M=H (in genere mm>1 perchè RE<D)

– mm (M) è una funzione inversa di re: se re mm (M )

– mm (M) è una funzione inversa di cu: se cu mm (M )

– , il moltiplicatore può essere interpretato come la variazione dell’offerta finale di moneta successiva a una variazione unitaria della H da parte della BC

• Lo stock di moneta è una variabile endogena, che dipende dal comportamento di 3 attori: BC, pubblico e banche.

HmmM

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Strumenti di controllo monetario

• La BC non controlla perfettamente lo stock di moneta, a causa della variabilità di mm, ma è in grado di influenzarlo attraverso tre strumenti di controllo monetario: 1. le operazioni di mercato aperto (OMA)

2. il tasso di rifinanziamento (o tasso di sconto)

3. il coefficiente di riserva obbligatoria

• Con le OMA la BC controlla perfettamente lo stock di base monetaria; con gli altri due modifica indirettamente lo stock di moneta attraverso l’effetto esercitato sul rapporto riserve – depositi.

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Le operazioni di mercato aperto (OMA)

• La BC aumenta e diminuisce la quantità di base monetaria presente nel sistema variando attraverso OMA le poste dell’attivo del proprio stato patrimoniale.

• I 3 canali di creazione della base monetaria sono le 3 principali voci dell’attivo dello stato patrimoniale della BC:– titoli del settore pubblico

– oro e valuta straniera

– prestiti alle banche commerciali (rifinanziamenti)

• Se la BC acquista attività o concede un prestito paga con (e crea) base monetaria, se vende attività o non rinnova un prestito riceve (e distrugge) base monetaria.

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Stato patrimoniale della Banca Centrale Europea

I tre principali gruppi di attività costituiscono i canali di creazione della base monetaria (oro e valuta, titoli, prestiti alle banche) mentre i due principali gruppi di passività rappresentano i modi in cui la base monetaria è utilizzata (circolante e riserve).

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OMA sui titoli di Stato

Quando la BC acquista da un investitore istituzionale titoli per 1 milione di €, accresce il suo attivo; la BC paga i titoli emettendo un assegno su se stessa che viene depositato sul conto corrente che la banca commerciale ha presso la BC. Nel momento in cui l’assegno è accreditato il passivo della BC cresce di 1 milione € perchè crescono le riserve bancarie (e quindi la base monetaria).

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• Il tasso di rifinanziamento è il tasso di interesse praticato dalla BCE sui prestiti concessi agli istituti di credito.

• La disponibilità delle banche a prendere a prestito e residualmente a tenere riserve dipende da tale tasso che funge da riferimento del mercato.

• In seguito all’aumento del tasso di rifinanziamento le banche tengono più riserve e il moltiplicatore diminuisce.

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Il coefficiente di riserva obbligatoria

• Rapporto minimo stabilito dalla BC tra le riserve delle banche commerciali e i loro depositi.

• Un aumento del coefficiente di riserva obbligatoria comporta un incremento del rapporto riserve – depositi desiderato dalle banche e quindi una riduzione del moltiplicatore monetario.

• Per l’area dell’euro la BCE ha fissato un coefficiente di riserva obbligatoria pari al 2% della raccolta di fondi a breve termine – tale riserva è remunerata al tasso medio delle operazioni di

rifinanziamento principale durante il periodo di mantenimento.

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BC controlla lo stock di moneta o il tasso di interesse?

• La BC influenza l’offerta di moneta.

• Stock monetario e tasso di interesse non possono essere fissati contemporaneamente al livello desiderato dalla BC, a meno che entrambi i livelli desiderati non giacciano lungo la curva di domanda di moneta.

• La BC può solo scegliere combinazioni del tasso di interesse e della quantità di moneta che siano compatibili con la domanda di moneta.

• La BC deve scegliere fra il controllo della quantità di moneta e quello del prezzo della moneta (tasso di interesse).

• Con stabilizzazione del tasso di interesse si intende quella politica monetaria che mantiene il tasso di interesse a un livello prefissato con tutti gli interventi da parte della BC sulla quantità di moneta che tale obiettivo richiede.

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Quando leggiamo che la BC ha alzato o abbassato il tasso di interesse, vuol dire che la BC sta effettuando un’operazione di stabilizzazione del tasso attraverso OMA con cui modifica la quantità di moneta per mantenere il tasso al livello prestabilito.

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Obiettivi della Banca Centrale• La strategia di politica monetaria di una BC si basa su:

– strumenti di controllo monetario, variabili che la BC è in grado di manipolare direttamente e con grande precisione (OMA, tasso di sconto e coefficiente riserva obbligatoria)

– obiettivi intermedi, variabili che la BC può controllare con una certa precisione attraverso il movimento degli strumenti e perseguite non per un interesse intrinseco ma perché fortemente correlate con gli obiettivi finali della politica monetaria

– obiettivi finali: in genere stabilità dei prezzi e/o crescita di breve termine.

• La scelta dell’obiettivo intermedio è una scelta chiave perché comporta in sostanza la scelta della strategia di politica monetaria che la BC perseguirà per ottenere l’obiettivo finale stabilito in genere dallo Statuto della BC.

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Strategie di politica monetaria

• Nella scelta dell’obiettivo intermedio (e quindi della strategia di politica monetaria) la BC considera il trade-off tra la precisione con cui riesce a controllare gli obiettivi intermedi e la correlazione degli stessi con gli obiettivi finali.

• Gli obiettivi intermedi possono essere fissati in termini di:– tasso di interesse (interest rate targeting): fino ai primi anni ’70 quando l’obiettivo

della crescita prevaleva sulla stabilità dei prezzi

– crescita di un aggregato monetario (monetary targeting): anni ‘70 e primi anni ‘80 per combattere l’inflazione dovute alle crisi petrolifere

– tasso di inflazione (inflation targeting): anni ‘90 quando l’innovazione finanziaria ha reso difficile la previsione della quantità di moneta compatibile con l’obiettivo finale in termini di inflazione: N. Zelanda 1989, Canada e Israele 1991, Regno Unito 1992, Australia 1993

– strategie ibride di politica monetaria: Federal Reserve System e Banca Centrale Europea.

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Regola di Taylor per la Fed

• Obiettivi finali della Fed: stabilità prezzi, massima occupazione e tassi di interesse di lungo periodo contenuti.

• La Fed non formula obiettivi intermedi espliciti.

• Il comportamento della Fed nell’utilizzo dello strumento tasso di interesse nominale può essere approssimato da una regola monetaria (regola di Taylor) che assegna un’importanza relativa agli obiettivi finali.

• Lo strumento del tasso di interesse dipende dai gap fra il prodotto di equilibrio e il prodotto che non accelera l’inflazione (potenziale) e fra l’inflazione corrente e l’inflazione obiettivo.

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Regola di Taylor per la Fed

• dove r* è il tasso reale di interesse che si avrebbe se l’economia raggiungesse l’equilibrio in corrispondenza del livello della produzione che non accelera l’inflazione, YNAI, mentre * è il tasso di inflazione obiettivo della Fed

• I pesi dei due gap, α e αY danno un’idea dell’importanza relativa che la Fed attribuisce ai due obiettivi principali di stabilità dei prezzi e crescita– Taylor nel 1993 ha stimato entrambi in 0,5 per il comportamento della

Fed dal 1987 al 1992 (con r*=2)

NAI

NAItYttt Y

YY100α*ππαπ*ri

NAI

NAItttt Y

YY1000,5*ππ,π2i 50

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L’utilizzo della regola di Taylor come strategia di politica monetaria ci offre una possibilità alternativa per la costruzione della curva LM: supponendo di partire dal prodotto potenziale, se Y1>YNAI la BC reagisce via αY con una politica monetaria restrittiva che fa salire il tasso di interesse → inclinazione positiva di LM.

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Strategia di politica monetaria della BCE

• La stabilità dei prezzi è l’obiettivo primario dell’Euro-sistema: “indice armonizzato dei prezzi al consumo deve mantenersi su livelli inferiori ma prossimi al 2%”

• fatto salvo l’obiettivo di stabilità dei prezzi la BCE contribuisce agli altri obiettivi dell’Unione fra cui l’occupazione

• In termini di regola di Taylor la BCE dà un’importanza decisamente maggiore rispetto alla Fed al gap d’inflazione (via α) rispetto al gap di prodotto (via αY).

• Fin dal 1998 la BCE ha delineato una strategia basata su 2 pilastri.

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Strategia di politica monetaria della BCE• Fino al 2003 strategia mista fra monetary targeting e inflation

targeting– primo pilastro: obiettivo (non vincolante) di crescita di M3– secondo pilastro: analisi di indicatori economici e previsione inflazione

futura

• Dal maggio 2003 i due pilastri sono stati invertiti e strategia più vicina all’inflation targeting– primo pilastro: analisi economica identifica i rischi per la stabilità dei

prezzi nel breve - medio periodo con esercizi di proiezione delle principali variabili macroeconomiche

– secondo pilastro: analisi monetaria individua il trend dell’inflazione su orizzonti di medio – lungo periodo utilizzando un’ampia gamma di strumenti fra cui il tasso di crescita di M3 è solo uno dei tanti.

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Strategia di politica monetaria della BCE

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Federal Reserve System vs Eurosistema