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capitolo 6 capitolo 10 antropogenico Rischio

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Introduzione

Messaggio chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 880

Sintesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 880

Quadro generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 881

Indicatori

Pressioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 884

Risposte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 901

Riferimenti

Autori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 912

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 912

Sitografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 912

INDICE

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� Stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) Comune 2007-2011 884

� Tipologia di stabilimenti a rischio di incidente rilevante Provincia 2011 894

� Sostanze pericolose presenti negli stabilimenti Regione 2009-2011 896a rischio di incidente rilevante

� Distribuzione regionale degli stabilimenti a rischio Rischio Comune 2011 899nelle zone sismiche (ex OPCM 3274/2003) sismico

� Attività istruttoria Regione 2011 901

� Verifiche ispettive sul sistema di gestione Regione 2011 905della sicurezza

� Piani di emergenza esterni Regione 2011 908

Tema ambientale: � Stabilimenti a rischio di incidente rilevante

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879Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna

QUADRO SINOTTICO DEGLI INDICATORI

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Introduzione

L’Emilia-Romagna è una delle regioni italiane a maggior numero di stabilimenti a rischio diincidente rilevante. È in aumento il numero totale di stabilimenti RIR e la percentuale diaziende che detengono quantitativi più elevati di sostanze pericolose (art.8 DLgs 334/99)rispetto alle aziende in art. 6.

Il livello conoscitivo delle aziende a rischio di incidente rilevante è complessivamente buono.L’adozione congiunta di azioni di natura preventiva e di adeguate misure di protezione, ridu-ce a monte la possibilità di incidenti, favorendo lo sviluppo di una cultura della sicurezza eincrementando il livello di tutela all’interno e all’esterno degli insediamenti industriali.

L’effettuazione di una costante attività di vigilanza sugli stabilimenti da parte delle Autoritàgarantisce il controllo e la verifica dell’efficienza delle misure e dei mezzi previsti per la pre-venzione degli incidenti rilevanti e per la limitazione delle loro conseguenze.

La sinergia tra pianificazione territoriale, attività di controllo e pianificazione dell’emergen-za esterna, ottenuta attraverso la continua collaborazione tra tutti gli Enti interessati, con-sente di migliorare la gestione complessiva del rischio di incidente rilevante.Una efficace informazione e la consultazione preventiva della popolazione, nonché la speri-mentazione delle procedure previste dai Piani di emergenza esterna possono accrescere laconsapevolezza del rischio industriale da parte dei cittadini e delle Autorità.

� Messaggio chiave

Il numero totale degli stabilimenti a rischio di inci-den te rilevante (RIR) presenti in Emilia-Romagna èpa ri a 100 e rispetto agli anni precedenti si rileva unaumento di una sola unità nel numero complessivodelle aziende a rischio. È in lieve aumento il numerodi aziende soggette agli obblighi dell’art.8 del DLgs334/99 e s.m.i., cioè che detengono quantitativi mag-giori di sostanze pericolose, rispetto alle aziende inart.6.Le province di Ferrara e Ravenna hanno una elevatapresenza di stabilimenti RIR, concentrata prevalente-mente nelle zone dei poli chimici, mentre nella pro-vincia di Bologna sono presenti 21 stabilimenti mag-giormente distribuiti sul territorio provinciale.Il comune di Ravenna è il comune italiano a più altadensità di stabilimenti sul proprio territorio.Per quanto riguarda la tipologia di attività, circa il30% del totale degli stabilimenti a rischio di inciden-te rilevante è costituito da stabilimenti chimici e/ope trolchimici, seguito dai depositi di gas di petrolioli que fatti (GPL) e dalle aziende che effettuano tratta-menti galvanici. Significativa la presenza di depositidi fitofarmaci, concentrati nelle province di Bolognae Ravenna. Le sostanze pericolose presenti in quantitativi mag-giori sul territorio regionale sono il gas naturale e iprodotti petroliferi (principalmente benzina, gasolio e

cherosene). Risultano rilevanti anche i quantitativi dimetanolo, superiore alla media nazionale.Relativamente alla presenza di stabilimenti RIR inzone classificate a rischio sismico, si segnala che 20stabilimenti su 100, di cui 14 stabilimenti soggetti agliobblighi dell’art.6 e 6 soggetti agli obblighi dell’art.8,sono ubicati in zona sismica 2. I restanti sono ubicatinei comuni rientranti nella classe sismica 3.Per quanto riguarda l’attività istruttoria da parte delleAutorità competenti, si osserva che 78 stabilimenti su100 sono stati sottoposti almeno una volta al procedi-mento di valutazione della documentazione presenta-ta dai gestori, rapporto di sicurezza per gli stabili-menti in art.8 e scheda tecnica per gli stabilimenti inart.6. Pertanto tali stabilimenti sono in possesso del-l’atto conclusivo del procedimento, nel quale vengonoprescritti eventuali interventi di prevenzione e prote-zione migliorativi del grado di sicurezza dello stabili-mento e vengono forniti elementi per la definizionedella loro compatibilità territoriale e per la pianifica-zione dell’emergenza esterna.Politiche di prevenzione e pianificazione territorialesono di più semplice applicazione in caso di nuovi inse-diamenti; l’applicazione è più complessa per attivitàesistenti, in alcuni casi anche ubicate in contesti terri-toriali urbanizzati, in cui la pianificazione dell’emer-genza esterna e la vigilanza sul sistema di gestione della

� Sintesi

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sicurezza rivestono un ruolo chiave nella gestione delrischio di incidente rilevante. In relazione all’attività divigilanza e controllo, quasi il 90% degli stabilimenti inesercizio sono stati sottoposti ad almeno una verificaispettiva sul sistema di ge stione della sicurezza, checonsente di verificare l’adeguatezza della politica diprevenzione degli incidenti rilevanti e del sistema di

gestione adottati dal gestore. È in corso la redazione didiversi Piani di emergenza da parte di gruppi di lavorotecnici, a cui partecipano tutti gli Enti coinvolti nell’in-tervento e nella gestione di una eventuale emergenzacon conseguenze esterne ai confini dello stabilimento.Il Piano di emergenza esterno è già stato approvato percirca il 70% degli stabilimenti RIR in esercizio.

� Quadro generale

Il rischio derivante da attività umane potenzial -mente pericolose per l’ambiente e la vita uma -na viene denominato rischio antropogenico.In questa ampia definizione rientra il rischioindustriale, derivante da attività svolte all’in-terno di sta bilimenti industriali o associato alleattività antropiche che comportano la presenzasul territorio di depositi e impianti produttiviche, per la tipologia di sostanze trattate, posso-no costituire fonti di pericolo.In particolare, il rischio industriale è associatoal rilascio, di norma conseguente a eventi inci-dentali, di una o più sostanze pericolose, lequa li per loro natura, per quantità o modalitàdi lavorazione possono dar luogo a scenari conconseguenze gravi per l’uo mo e per l’ambientecircostante lo stabilimento.Alcune attività industriali che prevedono ladetenzione e/o l’utilizzo di determinati quantita-tivi di sostanze pericolose sono soggette alla nor-mativa sui pericoli di incidente rilevante, intro-dotta con la Direttiva comunitaria 82/501/CE,denominata Seveso I, a seguito del grave inci-dente verificatosi all’Icmesa di Seveso nel 1976.Tale direttiva fu recepita per la prima volta inItalia dal DPR 175/88.La normativa in materia di pericoli di inciden-te rilevante ha subito negli anni diversi aggior-namenti, anche a seguito di eventi incidentalioccorsi in alcuni Paesi europei, che hannorichiamato l’attenzione dell’opinione pubblicasulle problematiche di sicurezza e di rischioindustriale.La seconda Direttiva europea 96/82/CE, recepi-ta in Italia con il DLgs 334/99 (denominataSeveso II), si pone l’obiettivo di ridurre il ri -schio, grazie alla combinazione di misure ditipo preventivo e mitigativo, spostando l’ac-cento anche sul controllo delle modalità adot-tate per la gestione della sicurezza. Attivitàcome l’organizzazione, la formazione del per-sonale, le procedure operative, la progettazio-ne degli impianti, la gestione delle modifichediventano parti integranti di un Sistema diGestione della Sicurezza (SGS). Dal l’espe -rienza applicativa delle due direttive e dagliinsegnamenti tratti da altri incidenti che, no -

nostante tutto, si sono verificati in Europa, tracui Baia Mare in Romania nel 2000 e Tolosa inFrancia nel 2001, la normativa “Seveso” è stataoggetto di ulteriori modifiche e integrazioniche hanno portato all’emanazione di unanuova Direttiva comunitaria, la 2003/105/CE,recepita in Italia con il DLgs 238 del 21 set-tembre 2005.Le normative in materia di pericoli di inciden-te rilevante hanno come obiettivo la preven-zione di incidenti rilevanti connessi con deter-minate sostanze pericolose e la limitazionedelle loro conseguenze per l’uomo e per l’am-biente.Ai sensi delle suddette normative, al fine di ri -durre la probabilità di accadimento degli inciden-ti, i gestori degli stabilimenti a rischio di in ci -dente rilevante debbono adempiere a specifici ob -bli ghi, tra cui adeguare gli impianti al fine di ren-derli maggiormente sicuri e predispor re docu-mentazioni tecniche e informative specifiche.In particolare il gestore di ogni stabilimento arischio di incidente rilevante deve:– individuare i pericoli di incidente rilevante e

adottare le misure necessarie per prevenirli eper limitarne le conseguenze per l’uomo eper l’ambiente;

– garantire la progettazione, la costruzione,l’eser cizio e la manutenzione degli impianti,al fine di renderli sufficientemente sicuri e af -fidabili;

– adottare e mantenere attivo il sistema digestione della sicurezza;

– fornire la scheda di informazione sui rischi diin cidente rilevante per i cittadini e i lavoratori;

– predisporre i piani d’emergenza interni e for-nire tutte le informazioni utili alle autoritàcompetenti per la preparazione del piano d’e-mergenza esterno, al fine di prendere le mi -sure necessarie in caso di incidente rilevante.

Contemporaneamente gli stabilimenti sonosottoposti a specifiche attività da parte delleAutorità competenti sia dal punto di vista tec-nico e impiantistico, che dal punto di vistaorganizzativo e della gestione del processo. Lanormativa, infatti, prevede due tipologie di atti-vità istituzionali:

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– le istruttorie tecniche, volte a verificare la tec-nologia e i processi utilizzati nello stabilimentoin rapporto all’analisi dei rischi e, quindi, alleconseguenze degli eventi incidentali con nessicon l’impiego delle sostanze pericolose;– le verifiche ispettive sul sistema di gestionedella sicurezza, volte a verificare che le misuretecniche e gestionali adottate nello stabilimen-to garantiscano la conduzione del processoindustriale in sicurezza in tutte le sue fasi divita.In particolare il DLgs 334/99 e s.m.i. si applicaa tutte le aziende in cui sono presenti sostanzepericolose in quantità uguali o superiori a quel-le indicate nell’allegato I al decreto stesso. Se laquantità di sostanze pericolose presenti in sta-bilimento supera i valori indicati nella colonna2 del predetto allegato, gli stabilimenti sonosoggetti agli obblighi dell’art. 6; se la quantitàdi sostanze pericolose supera i valori indicatinella colonna 3 del predetto allegato, gli stabi-limenti sono soggetti agli obblighi dell’art. 8previsti dal medesimo decreto.Sia i gestori degli stabilimenti soggetti agliobblighi dell’art. 6, sia quelli soggetti agli ob -bli ghi dell’art. 8 del DLgs 334/99 e s.m.i. devo-no inviare agli Enti preposti una notifica e unascheda di informazione sui rischi di incidenterilevante per i cittadini e i lavoratori, redigereun documento che definisca la propria politicadi prevenzione degli incidenti rilevanti e dotar-si di un sistema di gestione della sicurezza.Inoltre, i gestori degli stabilimenti soggetti agliobblighi dell’art. 8 devono redigere un rappor-to di sicurezza e inviarlo al competente Co -mitato Tecnico Regionale (CTR) di cui all’art.19del DLgs 334/99 e s.m.i. Tale competenza sussi-ste fino all’emanazione da parte della Regionedi apposite norme relative all’esercizio dellecompetenze amministrative nella materia inoggetto, in base a quanto stabilito nell’art. 72del DLgs 112/98 (art. 18, DLgs 334/99), cheprevede altresì che il trasferimento delle fun-zioni sia operativo solo a seguito della stipula diapposito accordo di programma tra Stato eRegione.La LR 26/03 e s.m.i., inoltre, ha dato impulsoall’impostazione di una attività sistematica dipresidio sulle aziende a rischio di incidenterilevante soggette agli obblighi dell’art.6 pre-senti sul territorio regionale, la quale prevedeistruttorie di valutazione delle schede tecnichee verifiche ispettive sui sistemi di gestione dellasicurezza.

Strumento fondamentale di base per il control-lo degli stabilimenti a rischio è il loro censi-

mento sul territorio e la diffusione delle infor-mazioni sulle attività svolte, le sostanze perico-lose presenti, le misure di sicurezza adottate,gli scenari incidentali ipotizzabili con associatele aree di potenziale danno. Tali informazioni,messe in relazione con le caratteristiche di vul-nerabilità del territorio circostante, consento-no di ottenere una mappatura dei rischi da uti-lizzare per la pianificazione del territorio, l’in-formazione alla popolazione e la gestione delleemergenze.A tale scopo l’Ispra, d’intesa con il MATTM(Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Ter -rito rio e del Mare) e con la collaborazione delleAgen zie regionali per la protezione dell’am-biente, cura la predisposizione e l’aggiorna-mento dell’Inven tario nazionale per le attività arischio di incidente rilevante (aziende RIR).L’inventario contiene una serie di informazionidi base (dati identificativi dell’azienda e dellostabilimento, attività, ubicazione geografica egeoreferenziazione, sostanze detenute etc.),grazie alle quali è possibile avere elementi pre-liminari per la determinazione del rischio po -tenziale per la popolazione e l’ambiente, deri-vante dalla presenza nelle vicinanze di unadeterminata azienda a rischio di incidente rile-vante.Sono stati predisposti i sette seguenti indicatori:– numero di stabilimenti a rischio di incidenterilevante;– tipologie di stabilimenti a rischio di inciden-te rilevante;– sostanze e preparati pericolosi presenti neglistabilimenti a rischio di incidente rilevante;– distribuzione regionale degli stabilimenti arischio nelle zone sismiche ex OPCM3274/2003;– attività istruttoria;– verifiche ispettive sul sistema di gestionedella sicurezza;– piani di emergenza esterni.I dati presentati provengono dalla documenta-zione presentata dai gestori degli stabilimentiRIR e dalle elaborazioni messe a disposizioneda parte di Regione, Province, Direzione regio-nale Vigili del Fuoco, MATTM, Ispra.A livello regionale i dati di base sono stati rac-colti in una banca dati informatizzata per ilcensimento delle industrie a rischio denomina-ta Catasto RIR, realizzata da Arpa su progettodella Regione Emilia-Romagna.Ulteriori informazioni sono state tratte dalleelaborazioni fornite dall’Annuario dei datiambientali di Ispra, i cui dati di base sono statiforniti dal MATTM.

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BOX 1 - Definizioni da DLgs 334/99 e s.m.i.

Incidente Rilevante

Un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano in uno stabilimento e che dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esternodello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose.

Pericolo La proprietà intrinseca di una sostanza pericolosa o della situazione fisica esistente in uno stabilimento di provocare danni per la salute umana o per l'ambiente.

Rischio La probabilità che un determinato evento si verifichi in un dato periodo o in circostanze specifiche.

Stabilimento Tutta l'area sottoposta al controllo di un gestore, nella quale sono presenti sostanze pericolose all'interno di uno o più impianti, comprese le infrastrutture o le attività comuni o connesse.

Gestore La persona fisica o giuridica che gestisce o detiene lo stabilimento o l'impianto.

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DescrizioneIl DLgs del 17 agosto 1999, n. 334 e il successivodecreto di modifica del 21 settembre 2005, n. 238,coerentemente con le Direttive europee, identifica-no, in base alla natura e quantità delle sostanze peri-colose detenute, due differenti categorie di industriea rischio di incidente rilevante (RIR), associando aciascuna di esse determinati obblighi di legge:– Art. 6: Stabilimenti in cui possono essere pre-senti sostanze pericolose in quantità uguali osuperiori a quelle della colonna 2 dell’Allegato I,parti 1 e 2 DLgs 334/99 e s.m.i.– Art. 8: Stabilimenti in cui sono o possono esserepresenti sostanze pericolose in quantità uguali osuperiori a quelle della colonna 3 dell’Allegato I,parti 1 e 2 DLgs 334/99 e s.m.i.Gli elenchi delle sostanze e delle categorie di so -stanze pericolose e i relativi valori di soglia ai finidell’assoggettabilità alla normativa sono riportatinel box 2.I gestori degli stabilimenti in art. 6 hanno l’obbligodi presentare alle Autorità competenti notifica escheda di informazione per i cittadini e i lavoratoridi cui all’Allegato V del DLgs 334/99; è obbligatoria,inoltre, l’adozione di un Sistema di gestione dellasicurezza per la prevenzione dei rischi di incidentirilevanti e, in Emilia-Romagna ai sensi della LR26/2003 e s.m.i., sussiste l’obbligo per i gestori dipresentare una scheda tecnica di identificazione deipericoli e della probabilità e gravità di scenari inci-dentali rilevanti. Per gli stabilimenti in art. 8, oltrealla notifica, alla scheda di informazione e al siste-ma di gestione della sicurezza, il gestore è tenuto aredigere un Rapporto di sicurezza da inviareall’Autorità competente preposta alla sua valutazio-ne, il Comitato tecnico regionale istituito presso laDirezione regionale dei VVF. Gli stabilimenti di cuiall’Allegato A, che detengono quantità di sostanzepericolose inferiori alle soglie indicate nell’AllegatoI (art. 5 comma 2 DLgs 334/99 e s.m.i.), sono tenu-ti comunque a provvedere all’individuazione deirischi di incidenti rilevanti integrando il documen-to di valutazione dei rischi di cui al DLgs 81/08 es.m.i. e al rispetto del Decreto del ministeroAmbiente 16 marzo 1998 sulla formazione, infor-mazione e addestramento dei lavoratori.

Nell’ambito del sistema informativo regionale, èstato istituito il Catasto regionale degli stabilimen -ti a rischio di incidente rilevante, con sede pressoArpa Emilia-Romagna. L’utilizzo di un applicativo,denominato “Catasto RIR”, sviluppato nell’ambitodi un progetto della Regione Emilia-Romagna, haconsentito l’informatizzazione e la condivisionedei dati relativi agli stabilimenti RIR. Le Ammi -nistrazioni provinciali provvedono alla trasmissio-ne delle notifiche al Centro tematico regionaleimpianti a rischio di incidente rilevante di ArpaEmilia-Romagna per la compilazione e aggiorna-mento del Catasto RIR.

ScopoIl numero di stabilimenti a rischio di incidente ri -le vante, suddivisi in funzione degli adempimentistabiliti dalla normativa a cui sono soggetti igestori degli stabilimenti, è uno degli indicatoriprimari per il presidio della tematica ed è utile perla predisposizione dell’Inventario nazionale deglistabilimenti a rischio di incidente rilevante, previ-sto dall’art.15 comma 4 del DLgs 334/99.L’art.18 del DLgs 334/99 e s.m.i. dispone inoltreche la Regione fornisca al ministero Ambiente eTerritorio tutte le informazioni necessarie per l’ag-giornamento dell’inventario degli stabilimentisuscettibili di incidenti rilevanti.La localizzazione geografica degli stabilimenti èimportante ai fini della pianificazione del terri-torio e della valutazione della presenza di even-tuali aree a elevata concentrazione di stabili-menti, nelle quali occorra tener presente anchela possibilità di effetti domino, cioè l’eventualitàche gli effetti di un incidente, avvenuto in undeterminato impianto, possano essere la causainiziatrice di altri incidenti in impianti limitro-fi, nei quali sia prevedibile la presenza di sostan-ze pericolose.Oltre alla distribuzione a livello regionale è oppor-tuno, per valutare l’impatto determinato dalla pre-senza di aziende RIR, scendere anche al livello piùdettagliato delle dimensioni provinciale e comu-nale, per le quali sono stati predisposti indicatorispecifici.

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PRESSIONI

Stabilimenti a rischio di incidenterilevante

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Pressioni

BOX 2 - Elenco delle sostanze pericolose contenute nel DLgs 334/99

(segue)�

Allegato I, Parte 1, DLgs 334/99 e s.m.i.

Colonna 1 Colonna 2 Colonna 3

Quantità limite (tonnellate) ai fini dell’applicazione Sostanze pericolose

dell’art. 8 dell’art. 6

Nitrato di ammonio (cfr. nota 1) 5.000 10.000 Nitrato di ammonio (cfr. nota 2) 1.250 5.000 Nitrato di ammonio (cfr. nota 3) 350 2.500 Nitrato di ammonio (cfr. nota 4) 10 50 Nitrato di potassio (cfr. nota 5) 5.000 10.000 Nitrato di potassio (cfr. nota 6) 1.250 5.000 Anidride arsenica, acido (V) arsenico e/o suoi sali 1 2 Anidride arseniosa, acido (III) arsenico o suoi sali 0,1 0,1 Bromo 20 100 Cloro 10 25 Composti del nichel in forma polverulenta inalabile (monossido di nichel, biossido di nichel, solfuro di nichel, bisolfuro di trinichel, triossido di dinichel) 1

1

Etilenimina 10 20 Fluoro 10 50 Formaldeide (concentrazione > 90%) 5 50 Idrogeno 5 50 Acido cloridrico (gas liquefatto) 25 250 Alchili di piombo 5 50 Gas liquefatti estrem amente infiammabili e gas naturale 50 200 Acetilene 5 50 Ossido di etilene 5 50 Ossido di propilene 5 50 Metanolo 500 5.000 4,4-metilen-bis -2-cloroanilina e/o suoi sali, in forma polverulenta 0,01 0,01

Isocianato di metile 0,15 0,15

Ossigeno 200 2.000

Diisocianato di toluene 10 100

Cloruro di carbonile (fosgene) 0,3 0,75

Triduro di arsenico (arsina) 0,2 1

Triduro di fosforo (fosfina) 0,2 1

Dicloruro di zolfo 1 1 Triossido di zolfo 15 75

Poli -cloro-dibenzofurani e Poli-cloro-dibenzodiossine (compresa la TCDD), espressi come TCDD equivalente 0,001

0,001

Le seguenti sostanze CANCEROGENE in concentrazioni superiori al 5% in peso:

4-Amminobifenile e/o suoi sali, Benzotricloruro, Benzidina e/o suoi sali, Ossido di bis cloromet ile, Ossido di clorometile e di metile, 1,2-Dibromoetano, Solfato di dietile, Solfato di dimetile, Cloruro di dimetilcarbamoile, 1,2Dibromo - 3-cloropropano, 1,2-Dimetilidrazina, Dimetilnitrosammina, Triammide esametilfosforica, Idrazina, 2-Naftilammina e/o suoi sali, 1,3 Propansultone e 4- Nitrodifenile

0,5

2

Prodotti petroliferi:

a) benzine e nafte, b) cheroseni (compresi i jet fuel), c) gasoli (compresi i gasoli per autotrazione, i gasoli per riscaldamento e i distillati

usati per produrre i gasoli)

2.500 25.000

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Pressioni

degli art. 6 e 7

Allegato I, Parte 2, DLgs 334/99 e s.m.i.

Colonna 1 Colonna 2 Colonna 3 Quantità limite (tonnellate) della

sostanza pericolosa ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 5 ai fini dell’applicazione Sostanze pericolose classificate come

dell’art. 8

5 20 50 200

50 200 4. ESPLOSIVE (cfr. nota 2)

1. MOLTO TOSSICHE2. TOSSICHE3. COMBURENTI

sostanze, preparati o articoli assegnati alla UN/ADR 1.4

50

200

5. ESPLOSIVE (cfr. nota 2) sostanze, preparati o articoli assegnati alle divisioni: UN/ADR 1.1, 1.2, 1.3, 1.5 o 1.6 ovvero classificati con frasi di rischio R2 o R3

10

50

6. INFIAMMABILI [sostanze o preparati che rientrano nella definizione di cui alla nota 3.a) ] 5.000 50.000 7 a. FACILMENTE INFIAMMABILI [sostanze o preparati che rientrano nella definizione di cui alla nota 3 b) 1)] 50 200 7 b. LIQUIDI FACILMENTE INFIAMMABILI [sostanze o preparati che rientrano nella definizione di cui alla nota 3 b) 2)] 5.000 50.000

8. ESTREMAMENTE INFIAMMABILI [sostanze o preparati che rientrano nella definizione di cui alla nota 3 c)] 10 50 9. SOSTANZE PERICOLOSE PER L’AMBIENTE in combinazione con le seguenti frasi che descrivono il rischio: i) R50: “Molto tossico per gli organismi acquatici” (compresa frase R50/53) 100 200 ii) R51/53: “Tossico per gli organismi acquatici; può causare effetti negativi a lungo termine nell’ambiente acquatico”

200 500

10. ALTRE CATEGORIE che non rientrano in quelle precedenti, in combinazione con le seguenti frasi che descrivono il rischio: i) R14: “Reagisce violentemente a contatto con l’acqua” (compresa frase R14/15) 100 500 ii) R29: “Libera gas tossici a contatto con l’acqua” 50 200

(continua)

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 887

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Pressioni

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Stabilimenti a rischio di inci-dente rilevante (RIR)

DPSIR P

UNITÀ DI MISURA N. stabilimenti,percentuale

FONTE Regione Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Comune COPERTURA TEMPORALE DATI

2007-2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 334/99 DLgs 238/05LR 26/03 DGR 329/09

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Grafici e tabelle

55

46 4438 37

48

52 52 61 63

10398 96 99 100

0

20

40

60

80

100

120

2007 2008 2009 2010 2011

N. s

tab

ilim

enti

art.6 art.8 totale

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.1: Andamento della distribuzione regionale delle aziende a rischio di incidente rilevanteper articolo di legge (2007-2011)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011888

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Pressioni

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

KEROPETROL S.P.A. VILLANOVA SULL'ARDA Art.6

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & MARKETING FIORENZUOLA D'ARDA Art.8

STOGIT S.P.A. - STOCCAGGI GAS ITALIA S.P.A CORTEMAGGIORE Art.8

ELANTAS CAMATTINI S.P.A. COLLECCHIO Art.6

IREN S.P.A. PARMA Art.6

GUAZZI S.N.C. PARMA Art.6

LATERMEC S.A.S. TORRILE Art.6

SOCOGAS S.P.A. FIDENZA Art.6

SYNTHESIS S.P.A. FONTEVIVO Art.6

CROMITAL S.R.L. PARMA Art.8

LA METALCROM S.R.L. PARMA Art.8

LAMPOGAS EMILIANA S.R.L. FONTEVIVO Art.8

ARKEMA COATING RESINS S.R.L. BORETTO Art.6

ENERGY GROUP S.P.A. REGGIO NELL'EMILIA Art.6

LIQUIGAS S.P.A CADELBOSCO DI SOPRA Art.6

SCAT PUNTI VENDITA S.P.A.

DOW ITALIA S.R.L.

REGGIO NELL'EMILIA Art.6

CORREGGIO Art.8

I.G.R. S.R.L. QUATTRO CASTELLA Art.8

PROCTER & GAMBLE ITALIA S.P.A. GATTATICO Art.8

DISTILLERIE BONOLLO S.P.A. FORMIGINE Art.6

DUNA CORRADINI S.R.L. SOLIERA Art.6

SOCIETA' PADANA ENERGIA S.P.A. NOVI DI MODENA Art.6

PLEIN AIR INTERNATIONAL S.R.L. MIRANDOLA Art.6

CROMODURO S.R.L. MODENA Art.8

GALVANICA NOBILI S.R.L. MARANO SUL PANARO Art.8

NICHEL CROMO 2 S.R.L. MIRANDOLA Art.8

SCAM S.P.A. MODENA Art.8

BOLOGNA Art.6BEYFIN S.P.A.

GOLDENGAS S.P.A. ARGELATO Art.6

GALVANOTECNICA & PM IN LIQUIDAZIONE MALALBERGO Art.6

G.D. DEPOSITO E DISTRIBUZIONE MERCI S.R.L. SALA BOLOGNESE Art.6

IRCE S.P.A. IMOLA Art.6

KGT S.R.L. SAN PIETRO IN CASALE Art.6

L'EMILGAS S.R.L. BOLOGNA Art.6

LINDE GAS ITALIA S.R.L. SALA BOLOGNESE Art.6

MONTENEGRO S.P.A. SAN LAZZARO DI SAVENA Art.6

S.I.P.C.A.M. S.P.A. IMOLA Art.6

ARCO LOGISTICA S.R.L. BENTIVOGLIO Art.8

BASCHIERI & PELLAGRI S.P.A CASTENASO Art.8

BASF ITALIA S.R.L. SASSO MARCONI Art.8

BRENNTAG S.P.A. BENTIVOGLIO Art.8

PROVINCIA DI PIACENZA

PROVINCIA DI PARMA

PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

PROVINCIA DI MODENA

PROVINCIA DI BOLOGNA

Tabella 10.1: Elenco regionale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in esercizio, suddi-viso per provincia (2011)

(segue)�

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 889

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Pressioni

(continua)

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

DU PONT OPERATIONS ITALIA S.R.L. CASTELLO D'ARGILE Art.8

FRATELLI RENZI LOGISTICA S.R.L. CASTEL MAGGIORE Art.8

LIQUIGAS S.P.A CRESPELLANO Art.8

OVAKO MOLINELLA S.P.A. MOLINELLA Art.8

REAGENS S.P.A. SAN GIORGIO DI PIANO Art.8

SPESSORCROMO LAVORAZIONI INDUSTRIALI S.R.L. MALALBERGO Art.8

STOGIT S.P.A. - STOCCAGGI GAS ITALIA S.P.A. MINERBIO Art.8

ARCOLOGISTICA S.R.L. FERRARA Art.8

ANRIV S.R.L. FERRARA Art.8

BASELL POLIOLEFINE ITALIA S.R.L. FERRARA Art.8

C.F.G. RETTIFICHE S.R.L. ARGENTA Art.8

CHEMIA S.P.A. SANT'AGOSTINO Art.8

CROMITAL S.P.A. OSTELLATO Art.8

POLIMERI EUROPA S.P.A. FERRARA Art.8

STOGIT S.P.A. - STOCCAGGI GAS ITALIA S.P.A. TRESIGALLO Art.8

VE.FA GAS S.R.L. ARGENTA Art.8

VINYLOOP FERRARA S.P.A. FERRARA Art.8

YARA ITALIA S.P.A. FERRARA Art.8

AUTOGAS NORD VENETO EMILIANA S.R.L. COTIGNOLA Art.6

BUNGE ITALIA S.P.A. RAVENNA Art.6

CA.VI.RO. DISTILLERIE S.R.L. FAENZA Art.6

DISTILLERIE MAZZARI S.P.A. SANT'AGATA SUL SANTERNO Art.6

HERAMBIENTE S.R.L. RAVENNA Art.6

S.T.I. SOLFOTECNICA ITALIANA S.P.A. COTIGNOLA Art.6

TAMPIERI S.P.A. FAENZA Art.6

TERREMERSE SOC. COOP. BAGNACAVALLO Art.6

VILLAPANA S.P.A. FAENZA Art.6

ACOMON S.R.L. RAVENNA Art.8

ADRIATANK S.R.L. RAVENNA Art.8

ALMA PETROLI S.P.A RAVENNA Art.8

BORREGAARD ITALIA S.P.A. RAVENNA Art.8

CABOT ITALIANA S.P.A. RAVENNA Art.8

CO.EM. S.P.A. RAVENNA Art.8

CONSORZIO AGRARIO DI RAVENNA SOC. COOP. A.R.L. RAVENNA Art.8

CROMOTECNICA FIDA S.R.L. MASSA LOMBARDA Art.8

EDISON STOCCAGGIO S.P.A COTIGNOLA Art.8

ENEL S.P.A. RAVENNA Art.8

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING &MARKETING RAVENNA Art.8

EURODOCKS S.R.L. RAVENNA Art.8

EVONIK DEGUSSA ITALIA S.P.A. RAVENNA Art.8

GOWAN ITALIA S.P.A. FAENZA Art.8

HERAMBIENTE S.R.L. RAVENNA Art.8

LA PETROLIFERA ITALO RUMENA S.P.A. RAVENNA Art.8

LOGIKEM S.R.L. RAVENNA Art.8

PETRA S.P.A. RAVENNA Art.8

POLIMERI EUROPA S.P.A. RAVENNA Art.8

POLYNT S.P.A. RAVENNA Art.8

RAVENNA SERVIZI INDUSTRIALI S.C.P.A. RAVENNA Art.8

RIVOIRA S.P.A. RAVENNA Art.8

SO.GE.S. S.R.L. RAVENNA Art.8

SO.GE.S. S.R.L. RAVENNA Art.8

SOTRIS S.P.A. RAVENNA Art.8

PROVINCIA DI FERRARA

PROVINCIA DI RAVENNA

(segue)�

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011890

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Pressioni

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.2: Rappresentazione grafica della localizzazione delle aziende a rischio di incidente rile-vante per provincia (aggiornamento al 31/12/2011)

(continua)

Stabilimento Comune Articolo di legge

Stabilimento Comune Articolo di legge

T.C.R. S.P.A. - TERMINAL CONTAINER RAVENNA RAVENNA Art.8

VINAVIL S.P.A. RAVENNA Art.8

YARA ITALIA S.P.A. RAVENNA Art.8

LAMPOGAS ROMAGNOLA S.R.L. BERTINORO Art.6

ZANNONI CALOR S.R.L. FORLI' Art.6

MARIG ESPLOSIVI INDUSTRIALI S.R.L. NOVAFELTRIA Art.6

SOCIETA' ITALIANA GAS LIQUIDI S.P.A. TORRIANA Art.8

PROVINCIA DI FORLI’-CESENA

PROVINCIA DI RIMINI

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 891

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PressioniPC

3%

PR

9%RE

7%MO

8%

BO

21%

FE

11%

RA

37%

FC

2%

RN

2%

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.3: Distribuzione percentuale delle aziende a rischio di incidente rilevante per provincia(2011)

1

6

4 4

10

0

9

21

23 3

4

11 11

28

01

0

5

10

15

20

25

30

PC PR RE MO BO FE RA FC RN

N. s

tab

ilim

enti

Art.6 DLgs 334/99 Art.8 DLgs 334/99

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.4: Distribuzione delle aziende a rischio di incidente rilevante in esercizio per provincia eper articolo di legge (2011)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011892

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Pressioni

Il numero totale degli stabilimenti a rischio diincidente rilevante (RIR) in esercizio presenti inEmilia- Romagna è pari a 100. Rispetto al nume-ro totale di stabilimenti a rischio di incidenterilevante presenti in Italia (1.131 nel 2011), cir -ca un quarto sono concentrati in Lombardia. Lanostra regione, insieme a Piemonte e Veneto, èuna delle regioni a più elevata presenza di indu-strie a rischio di incidente rilevante ( circa il 9%sul totale nazionale).In tabella 10.1 è riportato l’elenco degli stabili-menti a rischio di incidente rilevante in eserci-zio in Emilia-Romagna, raggruppati per pro-vincia di ubicazione dello stabilimento (conriferimento alle notifiche presentate dai gesto-ri, pervenute all’Autorità competente al31/12/2011). Come rappresentato in figura 10.1, negli annidal 2007 al 2011 si evidenziano variazioni limi-tate del numero e del tipo di industrie sottopo-ste agli obblighi imposti dalla normativa“Seveso” (DLgs 334/99 e s.m.i.) a livello regio-nale. Tali variazioni sono dovute sia alle varia-zioni di classificazione di alcune sostanze peri-colose, sia alla crisi economica internazionaleche ha colpito il mondo industriale. Solo unapiccola parte di esse è una reale variazione delle

attività industriali (nuove attività o ampliamen -ti di stabilimenti esistenti). In particolare la riclassificazione del triossidodi cromo impiegato nel settore dei trattamentigalvanici aveva comportato, negli anni scorsi,la notifica di diverse attività galvanotecniche.Inoltre, a seguito dell’entrata in vigore dellaCircolare interministeriale del 21/10/09, che haribadito l’assoggettabilità degli stoccaggi sot-terranei, dal 2010 sono notificati come stabili-menti a rischio di incidente rilevante anche glistoccaggi di gas naturale in giacimenti esisten-ti sul territorio regionale.Si registra pertanto un lieve aumento nel nu -mero complessivo delle aziende a rischio e siconferma, da alcuni anni, la tendenza in au -men to del numero di aziende soggette agliobblighi dell’art. 8, come si riscontra anche alivello nazionale. In figura 10.2 è rappresentata, in cartografia, lalocalizzazione geografica degli stabilimenti sulterritorio regionale.In figura 10.3 è illustrata ladistribuzione percentuale degli stabilimenti sulterritorio regionale per provincia e in figura10.4 la differenziazione anche in base all’arti-colo del DLgs 334/99 e s.m.i., al quale gli stabi-limenti sono soggetti e al quale corrispondono

27

64 4

32 2 2 2 2 2 2 2 2 2

0

5

10

15

20

25

30

Raven

na

Ferra

ra

Parm

a

Faen

za

Cotigno

la

Bentiv

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Bolog

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Mala

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Mod

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Reggio

Emilia

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Font

evivo

N. s

tab

ilim

enti

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.5: Comuni interessati dalla presenza di più di uno stabilimento RIR (2011)

Commento

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 893

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Pressioni

diversi obblighi per i gestori degli stabilimentistessi.Relativamente alla distribuzione degli stabili-menti sul territorio regionale, si evidenzianoalcune aree di particolare concentrazione in cor-rispondenza dei poli petrolchimici di Fer ra ra eRavenna, interessate soprattutto dalla pre senzadi aziende in art. 8, cioè che detengono quanti-tativi maggiori di sostanze pericolose, come de -fi nite dai più alti valori di soglia indicati nel -l’Allegato I al DLgs 334/99 e s.m.i. Nel 2011, inprovincia di Ferrara, il numero di stabilimentipassa da 10 a 11 per l’insediamento di un nuovodeposito di fitofarmaci, mentre in provincia diForlì-Cesena è diminuito il numero di aziende(da 3 a 2 stabilimenti).

In figura 10.5 è riportato l’elenco dei comuni incui è presente più di uno stabilimento a rischiodi incidente rilevante in esercizio e il relativo

numero di stabilimenti RIR presenti sul terri-torio comunale. In 10 comuni del territorio re -gionale si riscontra la presenza di due stabili-menti; di questi comuni 5 sono ubicati in pro-vincia di Bologna (Bentivoglio, Bologna, Imola,Malalber go, Sala Bolognese).Tra i comuni caratterizzati dalla presenza di unpiù elevato numero di stabilimenti si evidenzia-no: Ferrara (6 stabilimenti), Parma e Faenzacon 4 stabilimenti, Cotignola (3 stabilimenti) esoprattutto il comune di Ravenna, in cui sonoubicati 27 stabilimenti, il quale rappresenta ilcomune italiano a più alta densità di stabili-menti sul proprio territorio. In altri 36 comunidel territorio regionale si rile va la presenza diun solo stabilimento per comune. Si può concludere, quindi, che 51 comuni suun totale di 348 in regione (circa il 15%) sonointeressati dalla presenza di uno o più stabili-menti a rischio di incidente rilevante.

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011894

DescrizioneNelle attività industriali vi sono alcune tipologie diprocessi produttivi che, per categoria e quantità disostanze detenute o lavorate, possono dar luogo aun incidente rilevante.L’identificazione delle tipologie di attività più dif-fuse sul territorio regionale che comportano la de -tenzione di sostanze pericolose permette di effet-tuare delle valutazioni sui potenziali rischi specifi-ci associati.Ad esempio i depositi di GPL e le distillerie sonocaratterizzati prevalentemente da rischio diincendio, mentre nei depositi di sostanze tossi-che e nei depositi di fitofarmaci è più probabileil verificarsi di scenari incidentali di dispersionedi sostanze tossiche. Per gli impianti con attivi-tà di cromatura si riscontra tipicamente un ri -schio prevalente di danno all’ambiente (acque,suolo etc.).La suddivisione degli stabilimenti a rischio di inci-dente rilevante (RIR) per tipologia, inoltre, forni-

sce informazioni utili per valutare la natura deglieventi incidentali e, quindi, per prevedere qualisiano le misure da intraprendere in caso di accadi-mento.L’indicatore è dato dalla distribuzione per tipologiadi attività delle aziende a rischio di incidente rile-vante presenti a livello regionale e per singola pro-vincia.

ScopoL’art. 18 del DLgs 334/99 e s.m.i. dispone che laRe gione fornisca al ministero Ambiente e Terri to -rio tutte le informazioni necessarie per l’aggiorna-mento dell’inventario nazionale degli stabilimentisuscettibili di incidenti rilevanti.Questo indicatore permette di ricostruire il quadroconoscitivo sulle tipologie degli stabilimenti RIRsu scala provinciale e regionale utile ai fini dellavalutazione della realtà industriale e dei relativiscenari incidentali conseguenti.

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Pressioni

PRESSIONI

Tipologia di stabilimenti RIR

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Tipologia di stabilimenti arischio di incidente rilevante

DPSIR P

UNITÀ DI MISURA FONTE Regione Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Provincia COPERTURA TEMPORALE DATI

2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 334/99DLgs 238/05LR 26/03

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 895

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Pressioni

Grafici e tabelle

11

15

2

5

3

2

3

14

1

1

2

2

1

29

5

3

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15

2

5

3

2

3

14

1

1

2

2

1

28

5

3

0 5 10 15 20 25 30

Deposito di fitofarmaci

Deposito di gas liquefatti

Deposito di liquidi infiammabili

Deposito di prodotti petroliferi - oli minerali

Deposito di sostanze pericolose

Deposito di sostanze tossiche

Distilleria

Galvanotecnica

Gestione servizi e interconnecting

Produzione di fitosanitari

Produzione e/o deposito di esplosivi

Produzione e/o deposito di gas tecnici

Raffineria

Stabilimento chimico o petrolchimico

Stoccaggio gas naturale

Trattamento/recupero rifiuti

Anno 2010

Anno 2011

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-RomagnaFigura 10.6: Distribuzione regionale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante per tipologiadi attività (2010-2011)

PC PRPC RE MO BO FE RA FC0

RN0 0 0 5 2 6 0 0

1 2 1 1 4 1 2 2 10 0 0 1 1 0 0 0 01 0 2 0 0 0 2 0 00 0 0 0 1 0 2 0 00 0 0 0 0 0 2 0 00 0 0 0 0 0 3 0 00 4 1 3 4 1 1 0 00 0 0 0 0 0 1 0 00 0 0 1 0 0 0 0 00 0 0 0 1 0 0 0 10 0 0 0 1 0 1 0 00 0 0 0 0 0 1 0 00 2 3 2 3 6 12 0 01 1 0 0 1 1 1 0 00 0 0 0 0 0 3 0 0

Deposito di fitofarmaciDeposito di gas liquefattiDeposito di liquidi infiammabiliDeposito di prodotti petroliferi - oli mineraliDeposito di sostanze pericoloseDeposito di sostanze tossicheDistilleriaGalvanotecnicaGestione servizi e interconnecting

Produzione di fitosanitariProduzione e/o deposito di esplosiviProduzione e/o deposito di gas tecniciRaffineriaStabilimento chimico o petrolchimicoStoccaggio gas naturaleTrattamento/recupero rifiuti

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Regione Emilia-Romagna

Tabella 10.2: Distribuzione provinciale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante per tipolo-gia di attività (2011)

Come si riscontra anche a livello nazionale e, in parti-colare, in Veneto e Lombardia, circa il 30% del totaledegli stabilimenti a rischio di incidente rilevante ècostituito da stabilimenti chimici e/o petrolchimici.Seguono i depositi di GPL, che risultano distribuiti sututto il territorio regionale. Significativo è anche ilnumero di depositi di fitofarmaci, concentrati nelleprovince di Bologna e Ravenna, e di aziende che effet-tuano trattamenti galvanici, in particolare cromatura a

spessore, prevalentemente concentrate nelle provincedi Parma, Modena e Bologna.Nelle province di Ferrara e Ravenna si concentra com-plessivamente più del 50% del totale delle aziende chi-miche e petrolchimiche della regione.Rispetto all’anno precedente, in regione si rilevanoesclusivamente un piccolo aumento nel numero didepositi di fitofarmaci e la diminuzione di un’unità nelnumero di stabilimenti chimici.

Commento

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011896

DescrizioneTale indicatore riassume i quantitativi di sostanzepe ri colose potenzialmente presenti, sia in lavora-zione ne gli impianti produttivi che in stoccaggiopresso i depositi, negli stabilimenti a rischio diincidente rilevante ubicati nel territorio regionale.I valori sono ot te nuti come somma dei quantitati-vi dichiarati dai ge stori degli stabilimenti nellanotifica, documento di au tocertificazione dell’as-soggettabilità alla normativa Seveso.

ScopoConoscere la tipologia e i quantitativi di sostanze epreparati pericolosi detenuti negli stabilimenti arischio di incidente rilevante, presenti sul territo-rio regionale, fornisce indicazioni di massimasulla tipologia dei rischi conseguenti a cui posso-no essere esposti la popolazione e l’ambiente cir-costante.

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Pressioni

PRESSIONI

Sostanze pericolose presenti negli stabilimenti RIR

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Sostanze pericolose presentinegli stabilimenti a rischiodi incidente rilevante

DPSIR P

UNITÀ DI MISURA Tonnellate FONTE Ispra

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2009-2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 897

RIS

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O -

Pressioni

Grafici e tabelle

36,6

323,1

66,6 3,1 4,9

325

69 3 5

342,5

69,3 3,1 4,80

500

1.000

1.500

2.000

2.500

3.000

Gas liquefatti e gas naturale

Prodotti petroliferi Metanolo Ossigeno Diisocianato di toluene

Tonn

ella

te (m

iglia

ia)

Anno 2009Anno 2010Anno 2011

7.247 *

* aumento nel 2010 dovuto all'ingresso tra gli stabilimenti RIR degli stoccaggi sotterranei di gas naturale

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IspraFigura 10.7: Distribuzione regionale dei quantitativi espressi in tonnellate delle principali sostanzenotificate - Allegato I - parte 1 DLgs 334/99 e s.m.i. (2009-2011)

40,29,6

881,7

181,2

1,039,8

9,5

378,0

181,3

1,147,3

6,8

390,8381,0

1,70

100

200

300

400

500

600

700

800

900

Tossiche Comburenti, esplosive

Infiammabili Pericolose per l'ambiente

Altre categorie

Tonn

ella

te (

mig

liaia

)

Anno 2009Anno 2010 Anno 2011

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati IspraFigura 10.8: Distribuzione regionale dei quantitativi espressi in tonnellate delle principali catego-rie di sostanze e preparati notificati - Allegato I - parte 2 DLgs 334/99 e s.m.i. (2009-2011)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011898

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Pressioni

Le sostanze espressamente citate in Allegato I - parte1 al DLgs 334/99 e s.m.i. maggiormente presenti sulterritorio nazionale sono gas liquefatti estremamen-te infiammabili e gas naturale, prodotti petroliferi,metanolo, ossigeno, cloro e diisocianato di toluene.A livello regionale risulta prevalente il quantitativodi gas liquefatti (principalmente GPL), gas naturale(metano) e di prodotti petroliferi (principalmentebenzina, gasolio e cherosene). Risulta rilevanteanche il quantitativo totale di metanolo, superiorealla media nazionale, e di toluenediisocianato (TDI),impiegato nella sintesi di poliuretani.L’enorme aumento del quantitativo di gas liquefatti egas naturale registrato tra il 2009 e il 2010 è motiva-to dal fatto che, a seguito dell’emanazione di una cir-colare esplicativa da parte dei ministeri competenti(MATTM, ministero dell’Interno e ministero delloSviluppo economico), si è avuto nel 2010 l’ingressotra gli stabilimenti RIR soggetti agli obblighi del-l’art.8 degli stoccaggi sotterranei di gas naturale, neiquali sono presenti elevati quantitativi (milioni ditonnellate) di metano. Le sostanze specificate nelle categorie di sostan-ze/preparati dell’Allegato I - parte 2 sono state, inve-

ce, raggruppate in macrocategorie con caratteristi-che affini. La macrocategoria prevalente sul territo-rio regionale è quella degli infiammabili, che ricom-prende le sostanze classificate con frasi di rischioassociate: R12 (estremamente infiammabili), R11(facilmente infiammabili) e R10 (infiammabili). Ciòè dovuto alla presenza di depositi e stoccaggi di pro-dotti chimici di grandi dimensioni, oltre alla presen-za di numerosi impianti in cui gas e liquidi infiam-mabili sono impiegati come materie prime e solven-ti nei cicli produttivi.L’aumento, nel 2011, per la categoria delle sostanzepericolose per l’ambiente è dovuto principalmentealla variazione di classificazione dell’olio combustibi-le denso (Heavy fuel oil components OCD), presentein alcuni depositi e centrali termoelettriche, il qualeè stato classificato R50/53 (altamente tossico per gliorganismi acquatici, può provocare a lungo termineeffetti negativi per l'ambiente acquatico) e, pertanto,i relativi quantitativi si vanno a sommare a quelli giàpresenti di sostanze pericolose per l’ambiente.I quantitativi delle altre sostanze e categorie di so -stanze pericolose non subiscono significative varia-zioni rispetto all’anno precedente.

Commento

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 899

DescrizioneCon l’emanazione dell’OPCM 3274/2003 è stataaggiornata l’assegnazione dei comuni alle zone sismi-che, integrando la classificazione fino ad allora vigen-te (classificazione del 1984) con nuovi criteri e defi-nendo per la prima volta la zona 4; da allora ognicomune italiano rientra in una delle 4 zone sismiche.Nell’art. 2 comma 3 della predetta ordinanza vienefatto esplicito riferimento alle aziende a rischio diincidente rilevante come strutture su cui avviare, invia prioritaria, un’azione di verifica di adeguatezzasismica alla nuova classificazione, in quanto struttu-re che assumono rilevanza in occasione di eventisismici in relazione al le conseguenze di un loro even-tuale collasso, come indicato nella lista b) dell’appen-dice al Decreto 21 ottobre 2003 della Presidenza delConsiglio – Dipar timento protezione civile.Nella documentazione richiesta si chiede ai gesto-ri di tenere conto, per quanto attiene la progetta-zione degli impianti e la predisposizione dellemisure di prevenzione, della categoria sismica delcomune ove ricade lo stabilimento.

Le nuove norme tecniche sulle costruzioni, nel2008, hanno infine stabilito che l’azione sismica diriferimento è definita, per ogni sito, sulla basedelle sue coordinate e non più sull’appartenenza auna zona sismica. Le zone sismiche mantengonocomunque la loro importanza, in materia di pre-venzione dei rischi di incidente rilevante indotti dasisma, allo scopo di stabilire criteri di priorità nel-l’orientamento del tipo e l’entità dei controlli daparte delle Autorità preposte, finalizzati alla ridu-zione della vulnerabilità e all’adeguamento sismi-co di edifici di interesse strategico e rilevante,quali appunto gli stabilimenti soggetti alla norma-tiva Seveso.

ScopoFornire indicazioni di base per la stima del ri -schio al quale sono soggetti l’uomo e le matriciam bientali nel caso di un evento sismico in rela-zione alla presenza di stabilimenti a rischio diincidente rilevante.

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Pressioni

PRESSIONI

Stabilimenti RIR nelle zone sismiche

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Distribuzione regionaledegli stabilimenti a rischionelle zone sismiche(ex OPCM 3274/2003)

DPSIR P

UNITÀ DI MISURA FONTE Regione Emilia-Romagna,OPCM 3274/2003

COPERTURA SPAZIALEDATI

Comune COPERTURA TEMPORALE DATI

2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

Rischio sismico

RIFERIMENTI NORMATIVI

OPCM 3274/2003

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011900

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Pressioni

Grafici e tabelle

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati da OPCM 3274/2003, DGR 1677/2005Figura 10.9: Dislocazione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante nelle zone classificatein base alla classificazione sismica comunale (2011)

Zona 2 (precedente riclassificazione 1983-1984) 12 4 16Zona 2 1 2 3Zona 3 25 56 81Zona 4 0 0 0

ZONA numero

stabilimenti RIR Art. 6

numerostabilimenti RIR

Art. 8

numerostabilimenti RIR

in totale

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati da OPCM 3274/2003, DGR 1677/2005

Tabella 10.3: Distribuzione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante per ogni zona indivi-duata dalla classificazione sismica (2011)

A livello nazionale gli stabilimenti RIR ubicati inzone classificate ad alta pericolosità (zona 1) sono inpercentuale molto ridotta (inferiore al 4%) e tutte leregioni italiane, salvo il Trentino Alto Adige, la Valled’Aosta e la Sardegna, hanno stabilimenti RIR inzone a rischio sismico elevato (zona 2).Come illustrato in figura 10.9 e in tabella 10.3 inEmilia-Romagna gli stabilimenti situati nella zona 2,ovvero la zona a più alta pericolosità della regionenon essendo presente la zona 1, sono 19 su 100 stabi-

limenti RIR presenti in totale sul territorio regionale.Tra questi 13 stabilimenti sono soggetti agli obblighidell’art.6 DLgs 334/99 e s.m.i. e 6 soggetti agli obbli-ghi dell’art.8 del medesimo decreto. Circa l’80% deglistabilimenti RIR (81 su 100) sono invece ubicati neicomuni rientranti nelle classe sismica 3. Nessun sta-bilimento RIR è ubicato in un comune classificato inzona 4, vale a dire nella zona dove prima della classi-ficazione sismica del 2003 non era prevista alcunaprogettazione antisismica degli edifici.

Commento

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 901

DescrizioneLa normativa in materia di prevenzione deirischi di incidente rilevante prevede lo svolgi-mento da parte dell’Autorità competente diistruttorie tecniche di valutazione della docu-mentazione presentata dai gestori degli stabili-menti RIR. Tali istruttorie sono volte a verifica-re la tecnologia e i processi utilizzati nello sta-bilimento in rapporto all’analisi dei rischi e,quindi, alle conseguenze degli eventi inciden-tali connessi con l’impiego di sostanze perico-lose. La procedura di valutazione della docu-mentazione, rapporto di sicurezza per stabili-menti in art. 8 e schede tecniche per stabili-menti in art. 6, prevede da parte degli enti dicontrollo lo svolgimento delle seguenti fasi:– analisi di completezza e adeguatezza formale

della documentazione alla normativa vigente;– valutazione del grado di sicurezza dello stabi-

limento attraverso l’individuazione delleunità cri tiche, anche in base all’esperienzastorica di analisi degli eventi incidentali asso-ciabili alla ti pologia e alle ca ratteristiche tec-nologiche e gestionali dello stabilimento;

– determinazione degli scenari (incendio,esplosione, rilascio di sostanze tossiche etc.)e relative conseguenze, in termini di aree didanno riferite al superamento di determinativalori di so glia per gli effetti;

– individuazione di elementi utili ai fini dellacompatibilità con il territorio circostante edella pianificazione dell’emergenza esterna;

– individuazione di eventuali interventi miglio-rativi da prescrivere a conclusione dell’istrut-toria (vedi Box 3).

Per gli stabilimenti soggetti agli obblighi del-l’art. 6, in Emilia-Romagna le istruttorie tecni-che sono di competenza della Pro vin cia, che siavvale per la valutazione del Co mitato Tecnicodi Valutazione dei Ri schi (CVR), pre sieduto dalDirettore generale di Arpa o suo de legato.Per gli stabilimenti soggetti agli obblighi del-l’art. 8 le istruttorie tecniche sono di compe-tenza del Comitato Tecnico Regionale (CTR),presieduto dal Direttore re gionale dei Vigili delFuoco dell’Emi lia-Romagna. I procedimenti di valutazione dei rapporti disicurezza e delle schede tecniche sono illu-strati nei diagrammi di flusso rappresentatinel Box 4.

ScopoL’indicatore fornisce informazioni in meritoalla valutazione da parte delle Autorità compe-tenti dei principali documenti inviati dai gesto-ri degli stabilimenti RIR, rapporto di sicurezzaper gli stabilimenti in art. 8 e schede tecnicheper gli stabilimenti in art. 6.

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Risposte

RISPOSTE

Attività istruttoria

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011902

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Risposte

BOX 4 - Schema esemplificativo dei procedimenti di valutazione

Invio Scheda Tecnica GESTORE AZIENDA Istituzione

Gruppo di lavoro

CVR *

Ricezione scheda tecnica e Avvio Procedimento

PROVINCIA

* Comitato Tecnico Valutazione dei Rischi (CVR)

Istruttoria tecnica e relativi sopralluoghi

GRUPPO DI LAVORO

Istruttoria tecnica: valutazione Integrazioni

GRUPPO DI LAVORO

Presentazione risultanze integrazioni

CVR

Atto conclusivo Provincia: - prescrizioni; - elementi per la definizione della

compatibilità territoriale e la pianificazione dell’emergenza esterna.

PROVINCIA

Sopralluogo di chiusura istruttoria presso l’azienda

CVR

Risposta alle Integrazioni richieste

dal CVR

GESTORE AZIENDA

Chiusura istruttoria: Invio relazione conclusiva alla Provincia

CVR

Valutazione scheda tecnica Richiesta eventuali integrazioni

CVR

Procedimento di valutazione di una scheda tecnica per un’azienda a rischio di incidente rilevantesoggetta agli obblighi dell’art. 6

Invio Rapporto di Sicurezza

GESTORE AZIENDA Avvio Procedimento Nomina gruppo di lavoro

CTR *

Istruttoria tecnica: valutazione rapporto di sicurezza e relativi sopralluoghi

GRUPPO DI LAVORO

* Comitato Tecnico Regionale (CTR)

Risultanze istruttoria tecnica al CTR e richiesta di integrazioni al gestore

CTR

Istruttoria tecnica: valutazione Integrazioni

GRUPPO DI LAVORO

Presentazione risultanze integrazioni

CTR

Parere Tecnico Conclusivo del CTR: - prescrizioni; - elementi per la definizione della

compatibilità territoriale e la pianificazione dell’emergenza esterna.

CTR

Sopralluogo di chiusura istruttoria presso l’azienda

CTR

Risposta alle Integrazioni

richieste dal CTR

GESTORE AZIENDA

Procedimento di valutazione di un rapporto di sicurezza per un’azienda a rischio di incidente rilevantesoggetta agli obblighi dell’art. 8

BOX 3 - Sistema esemplificativo dell’iter autorizzativo degli impiantia Rischio di Incidente Rilevante

Impianto ESISTENTE Impianto NUOVO

ART. 8 Rapporto Preliminare di Sicurezza

ART. 6 Scheda Tecnica per nuovo Impianto

Approvazione

Istruttoria Tecnica Comitato Tecnico Regionale VVF (CTR)

Istruttoria Tecnica Comitato di Valutazione dei Rischi (CVR)

Rilascio di Nulla Osta di Fattibilità (NOF) Autorizzazione alla costruzione

ART. 8 Rapporto Definitivo di Sicurezza per progetto particolareggiato

Approvazione

Parere Tecnico Conclusivo Autorizzazione all’esercizio

Autorizzazione all’esercizio

ART. 8 Obbligo di Revisione Rapporto di Sicurezza (RdS) ogni 5 anni

ART. 6 Obbligo di Revisione Scheda Tecnica (ST) ogni 5 anni

Modifiche all’Impianto

Modifiche con AGGRAVIO del preesistente livello di rischio (DM 09/08/2000)

Dichiarazione di non AGGRAVIO (Autocertificazione del Gestore - DM 09/08/2000)

Fine

NO SI

NO NO

SI

SI

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 903

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Risposte

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Attività istruttoria DPSIR R

UNITÀ DI MISURA FONTE Vigili del Fuoco

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DPCM 31/03/89DLgs 334/99LR 26/03 DGR 392/2009

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Grafici e tabelle

34

44

78

37

63

100

0 20 40 60 80 100

art. 6

art. 8

totale

N. stabilimentistabilimenti esistenti stabilimenti con istruttoria conclusa

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati Vigili del FuocoFigura 10.10: Stato di completamento delle istruttorie di valutazione delle schede tecniche (art. 6)e dei rapporti di sicurezza (art. 8) rispetto al numero di stabilimenti RIR in esercizio (2011)

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011904

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Risposte

La figura 10.10 mostra che, su 100 stabilimenti arischio di incidente rilevante notificati, 78 sonostati sottoposti almeno una volta al procedimentodi valutazione del rapporto di sicurezza per gli sta-bilimenti in art.8 e della scheda tecnica per gli sta-bilimenti in art.6. Pertanto tali stabilimenti sonoin possesso dell’atto conclusivo del procedimentodi valutazione, nel quale vengono stabilite even-tuali prescrizioni e vengono forniti gli elementiper la definizione della compatibilità territorialedello stabilimento e per la pianificazione dell’e-mergenza esterna.In particolare per la valutazione delle schede tec-niche sono state completate 34 istruttorie tecni-che da parte del CVR. I restanti procedimenti che

prevedono l’istruttoria tecnica da parte del CVRsono attualmente in corso.Con l’entrata in vigore della DGR 392/2009 è pre-vista, per gli stabilimenti esistenti, la revisionequinquennale della scheda tecnica, a far data dal-l’atto conclusivo di valutazione emanato dal l’Au -torità competente, e l’invio di una nuova schedatecnica nel caso di nuovi stabilimenti o modificheche comportino aggravio del preesistente livello dirischio.Per gli stabilimenti soggetti agli obblighi dell’art.8sono state portate a termine 44 istruttorie su 63.Alcuni procedimenti sono in corso, mentre per glistabilimenti recentemente assoggettati al DLgs334/99 l’istruttoria deve essere ancora avviata.

Commento

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 905

DescrizioneLa normativa Seveso (DLgs 334/99 e s.m.i.) prevedeche negli impianti a rischio di incidente rilevantesia adottato e mantenuto attivo un Sistema diGestione della Sicurezza (SGS) costituito daiseguenti elementi: struttura organizzativa, re spon -sabilità, formazione, procedure, verifiche, risorse equanto altro necessario per l’attuazione della politi-ca di prevenzione degli incidenti rilevanti.In particolare devono essere definiti e identificati:– ruoli e responsabilità del personale addetto alla

gestione della sicurezza a ogni livello dell’orga-nizzazione;

– informazione, formazione e addestramento delper sonale dipendente e delle ditte subappaltatrici;

– procedure per l’identificazione sistematica deipericoli rilevanti in condizioni di esercizio nor-male o anomalo;

– procedure operative e istruzioni per l’esercizioin condizioni di sicurezza, inclusa la manuten-zione dell’impianto e dei sistemi tecnici critici;

– gestione delle modifiche e della progettazione dinuovi impianti e processi;

– pianificazione di emergenza;– indicatori per il controllo delle prestazioni e il

raggiungimento degli obiettivi prefissati;– procedure per il riesame periodico del sistema.L’indicatore rappresenta le attività di vigilanza econtrollo da parte delle Autorità competenti, checonsistono in verifiche ispettive sul sistema di ge -stione della sicurezza, portate a termine da Com -missioni appositamente nominate, a partire dal-l’entrata in vigore del DLgs 334/99.

ScopoIl numero di verifiche ispettive effettuate da partedelle Autorità pubbliche fornisce indicazioni sullivello di vigilanza e controllo sul sistema di ge -stione della sicurezza, che gli stabilimenti a ri -schio di incidente rilevante devono implementaree mantenere attivo.

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Risposte

RISPOSTE

Verifiche ispettive sul sistemadi gestione della sicurezza

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Verifiche ispettive sul sistemadi gestione della sicurezza

DPSIR R

UNITÀ DI MISURA FONTE Arpa Emilia-Romagna

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 334/99DM 09/08/00LR 26/03

METODI DI ELABORAZIONEDATI

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011906

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Risposte

Grafici e tabelle

34

53

87

37

63

100

0 20 40 60 80 100

art. 6

art.8

totale

N. stabilimenti

stabilimenti esistenti stabilimenti controllati

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 10.11: Numero di stabilimenti controllati rispetto al numero di stabilimenti esistenti (2011)

26,07%Art.6 DLgs 334/99

Art.8 DLgs 334/99 73,93%

Art.6 DLgs 334/99 Art.8 DLgs 334/99

Fonte: Arpa Emilia-RomagnaFigura 10.12: Ripartizione percentuale del numero di verifiche ispettive sul sistema di gestionedella sicurezza per tipologia di stabilimento (2011)

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 907

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Risposte

Come risulta dalla figura 10.11, su 100 stabilimentiRIR in esercizio, 87 sono stati sottoposti ad almenouna verifica ispettiva sul SGS da parte di unaCommissione composta da Arpa Emilia-Romagna,Inail e VVF.Dal 2000 a oggi, a seguito dell’entrata in vigore delDLgs 334/99 sono state effettuate in totale 211 veri-fiche ispettive sul sistema di gestione della sicurez-za, delle quali circa il 75% in aziende in art.8. Glistabilimenti assoggettati da diversi anni alla nor-mativa Seveso hanno già ricevuto più di una verifi-ca ispettiva. Alcune verifiche ispettive sul SGS sonoin corso, mentre gli stabilimenti che si sono assog-

gettati recentemente non sono ancora stati sotto-posti a tale verifica. La pianificazione delle verificheispettive negli stabilimenti in art.8 è a carico delministero dell’Ambiente, mentre per le aziende inart.6 l’attività viene pianificata dalle Province d’in-tesa con Arpa.Oltre alle verifiche ispettive sul sistema di gestionedella sicurezza vengono effettuati ulteriori sopral-luoghi da parte degli organi tecnici (CTR e CVR) nelcorso dell’attività istruttoria di valutazione del rap-porto di sicurezza e delle schede tecniche, per la veri-fica del mantenimento delle misure di sicurezza edell’adempimento delle prescrizioni impartite.

Commento

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011908

DescrizionePresso tutte le attività industriali è sempre neces-sario adottare provvedimenti per ridurre il rischio.Tuttavia, per quanto siano accurate le misure diprevenzione esisterà sempre, in ogni attività, unmar gine di rischio residuo, al quale corrisponde, intermini quantitativi, la probabilità che presso unaattività correttamente progettata e gestita pos sacomunque svilupparsi un incidente rilevante.Ai fini di gestire il rischio residuo devono essereva lutate le fasi e i comportamenti da attuare perfron teggiare un incidente, i quali vengono definitinei piani di emergenza.I Piani di Emergenza Interni (PEI) si riferisconoalla gestione di emergenze con effetti confinatientro i confini fisici dello stabilimento. Il gestore,consultato il personale, predispone il piano diemergenza interno allo stabilimento allo scopo dicontrollare gli incidenti, adottare misure per pro-teggere l’uomo e l’ambiente dalle conseguenze diincidenti rilevanti, informare lavoratori e Autoritàcompetenti, provvedere al ripristino delle condi-zioni di normalità.Qualora l’incidente determini conseguenze chefuoriescono dai confini dello stabilimento, vengo-no attivati i Piani di Emergenza Esterni (PEE). Talipiani vengono elaborati e messi in pratica dal l’Au -torità competente (in Emilia-Romagna la Pro vin -cia per gli stabilimenti in art. 6 e la Pre fet tura pergli stabilimenti in art. 8) con il concorso di tutti gliEnti e organismi interessati e prevedono la parte-cipazione del gestore dello stabilimento. I destina-tari sono in primo luogo le popolazioni che risie-dono o sono comunque presenti nei luoghi circo-stanti l’insediamento interessato, unitamente atutte le forze pubbliche addette al soccorso dellapopolazione.Il piano di emergenza esterno ha i seguenti obiet-tivi:– limitare gli effetti dannosi derivanti da incidenti

rilevanti (irraggiamenti, sovrapressioni, tossicitàetc.);

– controllare e circoscrivere gli incidenti in modo

da minimizzare gli effetti e limitare i danni perl’uomo, per l’ambiente e per i beni;

– mettere in atto le misure necessarie per proteg-gere l’uomo e l’ambiente dalle conseguenze diincidenti rilevanti;

– informare adeguatamente la popolazione e leautorità locali competenti;

– provvedere sulla base delle disposizioni vigenti alripristino dello stato di normalità dopo un inci-dente rilevante (vedi Box 5).

Gli effetti di un evento incidentale di natura chi-mica ricadono sul territorio con una gravità decre-scente in relazione alla distanza dal punto di origi-ne dell’evento.Il territorio esterno allo stabilimento, che risultacoinvolto dalla ricaduta degli effetti di un incidenterilevante, deve essere oggetto di pianificazione diemergenza esterna. Il territorio è suddiviso, a secon-da della gravità dell’effetto, in zone di pianificazionedi forma generalmente circolare, il cui centro è iden-tificato nel punto di origine dell’evento (vedi Box 6).Il PEE è costituito da una prima parte generale diinquadramento del sito e descrizione dello stabili-mento, nel quale vengono individuati gli elementivulnerabili e gli scenari incidentali con conseguen -ze esterne allo stabilimento, definendo le “Zone dipianificazione”.La seconda parte del PEE prevede il modello d’in-tervento per la gestione delle emergenze, precisaruoli, compiti e attività degli Enti/Strutture inte-ressate (Prefettura, Sindaco, Vigili del Fuoco, Ausl,Arpa etc.), fornisce indicazioni sulla viabilità inemergenza (ad esempio vie d’accesso e di deflusso,cancelli, percorsi alternativi ed eventuali modalitàdi evacuazione assistita della popolazione). Segueun’ultima parte relativa all’informazione e allenorme comportamentali per la popolazione.

ScopoVerificare lo stato di avanzamento della pianifica-zione dell’emergenza esterna relativa agli stabili-menti a rischio di incidente rilevante.

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Risposte

RISPOSTE

Piani di emergenza esterni

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 909

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Risposte

BOX 5 - Tipologie di possibili eventi incidentali e relativi effetti

BOX 6 - Le zone di pianificazione dell’emergenza esterna

Metadati

NOME DELL’INDICATORE

Piani di emergenza esterni DPSIR R

UNITÀ DI MISURA N. piani, percentuale FONTE Prefetture, Province

COPERTURA SPAZIALEDATI

Regione COPERTURA TEMPORALE DATI

2011

AGGIORNAMENTODATI

Annuale ALTRE AREE TEMATICHE INTERESSATE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DLgs 334/99DPCM 25/02/2005DGR 1144/2008

METODI DI ELABORAZIONEDATI

Prima zona – zona di sicuro impatto: immediatamente adiacente allo stabilimento, caratterizzata da conseguenze per le persone con elevata probabilità di letalità

Seconda zona – zona di danno: esterna alla prima, caratterizzata da possibili danni per le persone, anche gravi e irreversibili Terza zona – zona di attenzione: caratterizzata dalla possibilità del verificarsi di danni alle persone, generalmente non gravi, e da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento

EFFETTI EVENTI Irraggiamento Incendio:

Pool - fire (incendio di pozza di liquido infiammabile rilasciato sul terreno) Jet - fire (incendio di sostanza infiammabile in pressione che fuoriesce da un contenitore) Flash - fire (innesco di una miscela infiammabile lontano dal punto di rilascio con conseguente incendio) Fireball (incendio derivante dall’innesco di un rilascio istantaneo di gas liquefatto infiammabile – ad esempio provocato dal BLEVE)

Sovrapressione Esplosione: CE 1 (esplosione di una miscela combustibile-comburente all’interno di uno spazio chiuso – serbatoio o edificio) UVCE2 (esplosione di una miscela in uno spazio) BLEVE 3 (conseguenza dell’improvvisa perdita di contenimento di un recipiente in pressione contenente un liquido infiammabile surriscaldato o un gas liquefatto; gli effetti sono dovuti anche allo scoppio del contenitore con lancio di frammenti)

Tossicità Rilascio di sostanze pericolose: Dispersione di una sostanza tossica nell’ambiente o di un infiammabile non innescato, i quali e ffetti variano in base alle diverse proprietà tossicologiche della sostanza coinvolta. Nella categoria del rilascio tossico può rientrare anche la dispersione dei prodotti tossici della combustione generati a seguito di un incendio, in quanto i fumi sono formati da una complessa miscela gassosa contenente particolato, prodotti di decomposizione e di ossidazione del materiale incendiato, gas tossici etc.

1 Confined Explosion 2 U confined Vapour Cloud Explosion3 Boiling Liquid Expanding Vapour Explosion

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Arpa Emilia-Romagna - Annuario dei dati 2011910

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Risposte

Grafici e tabelle

20

48

68

17

15

32

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

art.8DLgs 334/99

DLgs 334/99art.6

totale

N. stabilimenti

Piani di emergenza esterni approvati Piani di emergenza esterni da avviare/in itinere

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati delle Prefetture e ProvinceFigura 10.13: Numero di piani di emergenza esterni approvati rispetto al numero di stabilimentiRIR in esercizio (2011)

art.6 29,41%

art.8 70,59%

Fonte: Elaborazione Arpa Emilia-Romagna su dati delle Prefetture e ProvinceFigura 10.14: Distribuzione percentuale dei piani di emergenza esterni approvati per tipologia distabilimento (2011)

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Annuario dei dati 2011 - Arpa Emilia-Romagna 911

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Risposte

Come risulta dalla figura 10.13, il 68% degli stabi-limenti RIR in esercizio hanno il Piano di emer-genza esterno approvato.E’ in corso la redazione di diversi piani di emer-genza da parte di gruppi di lavoro tecnici a cuipartecipano tutti gli Enti coinvolti nell’interven-to e nella gestione di una eventuale emergenzacon conseguenze esterne ai confini dello stabili-mento.

Dal 2000 a oggi, a seguito dell’entrata in vigore delDLgs 334/99, su 68 piani di emergenza esterniapprovati, circa il 70% sono relativi a stabilimentiin art.8. La redazione dei piani di emergenza ester-ni per gli stabilimenti in art.8 è a carico dellaPrefettura, mentre per le aziende in art.6 l’attivitàviene coordinata dalle Province d’intesa con ilPrefetto, sentita Arpa, Ausl e Comando provincialedei VVF territorialmente competenti.

Commento

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Riferimenti

� Autori

Alessia LAMBERTINI (1), Ermanno ERRANI (1),Valentino GENNARI (1)

(1) ARPA DIREZIONE TECNICA

� Bibliografia

1. Guidelines for quantitative risk assessment - Publication Series on Dangerous Substances (PGS3),Purple Book TNO, 2005

2. Ispra, Annuario dei dati ambientali, Ed. 2009-2010 3. Lombardi Maurizio (2010), “Grandi Rischi, il presidio di Arpa Emilia-Romagna”, Ecoscienza n.

1/20104. Methods for the calculation of physical effects (Yellow Book), TNO, 20055. Torretta Vincenzo (2006), Sicurezza e analisi di rischio di incidenti rilevanti

� Sitografia

1. Arpa Emilia Romagna - Temi ambientali: rischio industrialehttp://www.arpa.emr.it/aziende/index.asp?idlivello=1112. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Territorio - Rischio industrialehttp://www.minambiente.it/home_it/menu.html?mp=/menu/menu_attivita/&m=argomenti.html|Rischio_industriale.html&lang=it3. Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Prevenzione e Sicurezza - Rischi industrialihttp://www.vigilfuoco.it/aspx/Page.aspx?IdPage=44754. Dipartimento di Protezione Civile - Rischio industriale http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/rischio_industriale.wp5. JRC European Commission Major Hazard Bureau http://ipsc.jrc.ec.europa.eu/index.php/At-a-glance/487/0