CAMPLI NOSTRA NOTIZIE · Zigante. Essenziale la sinergia con l’Orchestra sinfonica Abruzzese, per...

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N N C A Campli in agosto si celebra la Sagra della Porchetta Italica e co- me e più della prima edizione del 1964 è un appuntamento da non perdere, amato dalla gente tera- mana e abruzzese, dai turisti che villeggiano lungo le coste adriati- che, provenienti da tutt’Italia e dall’estero, e dagli amanti del buon cibo, dell’arte e delle città storiche. La Sagra, infatti, si svolge lungo il centro storico della città che di sera si carica di atmosfere magiche, date dai giochi di luci e ombre tessute dalle vie e dalle ar- chitetture antiche, a volte di raro pregio artistico. La Porchetta è un cibo di strada, ma gustare quella camplese nelle antiche piazze e vie della città Farnese, tra i banchi delle speciali- tà artigianali e alimentari locali, accompagnata con un bicchiere di vino rosso come il Montepulciano d’Abruzzo o rosato come il Cerasuolo d’Abruzzo, diventa un’occasione unica. Magari tra un panino e l’altro si possono visitare il Museo Archeologico Nazionale, il Santuario della Scala Santa e la cripta della Catterale. Al momento la Sagra della Porchetta Italica vede, da anni una crescita d’interessi e un successo di pubblico inarrestabile. Quest’anno, per esempio c’è la no- vità di organizzare delle Giurie tecniche che anonimamente assag- geranno le Porchette durante le quattro serate e il loro “punteg- gio” sarà sommato a quella della solita Giuria Popolare. In questo modo si valuterà un campione si- gnificativo sull’intera produzione di porchette di ogni concorrente. La gara utile a stabilire la migliore Porchetta ha, infatti, l’intento di mantenere alta la qualità del pro- dotto venduto nella Sagra. Buona porchetta a tutti. Trimestrale d’attualità, arte e cultura dell’Associazione Campli Nostra www.camplinostranotizie.it e-mail:[email protected] CAMPLI NOSTRA NOTIZIE Anno X - Numero 47 - Speciale estate 2012 POESIA COME VAN GOGH Come Van Gogh, la libertà e la luce, anche se, a dare ascolto all’esperienza, di troppa luce spesso si impazzisce, per troppa libertà spesso si muore - ma non esiste scelta, per chi almeno una volta [ha udito quel fragore di azzurro contro azzurro sopra i campi di pannocchie. Umberto Simone (1° classificato) da Il sacco del curdo - Il Ponte del Sole 2008 questo viaggio questo vaggio questo viaggio questo lunghissimo incontro con il creato dentro cui lievito innnaffiando scalza tra i solchi del mio orto interiore mentre il sole tramonta con una vastità impressionante di rosso il mio ciliegio pieno risponde nove Anna Maria Farabbi (Membro della nuova Giuria Poesia Edita) da Solo dieci pani - Lietocolle 2009 Omaggio alla XIV edizione del Premio nazionale di poesia “Oreste Pelagatti” di Civitella del Tronto La Fondazione Stauros ha colto l’occasione del sessantesimo di sa- cerdozio di Don Antonio Mazzitti, parroco della Cattedrale di S. Maria in Platea, e il cinquantesimo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II per organizzare a Campli un evento di grande valenza culturale: la mostre d’arte sacra “Creati per creare – gli ar- tisti e il sacro a cinquant’anni del Concilio Ecumenico Vaticano II”. Curata da Giuseppe Bacci e Alessandra Morelli, l’e- sposizione mette in mo- stra le opere dei maggiori artisti italiani contempo- ranei degli ultimi cin- quanta anni. Secondo Bacci la Chiesa riconosce tutte le arti co- me importanti perché ogni opera religiosa, a prescindere il soggetto affrontato, si connota dal congiungersi dell’intuizione creativa e di una forma che adeguata- mente la esprime. La pluralità di espressioni e le molteplici forme di libertà espressive, aprono l’inconscio di ogni artista “al suo spiri- to anelante verso l’infinito”. L’arte moderna, perciò, è affine alla religione, perché la sua espressività “infrange il recinto angusto e angoscioso del finito”. «La mostra - per la Morelli - nasce come l’idea universalistici conci- liari, l’Incarnazione, la gratuità del Messaggio, il valore strutturale del dubbio, l’apertura indistinta dell’Amore del Padre, la trasfigu- razione del terreno, materia, tutta, di un dibattito che, ancora og- gi, tende a dividere opinioni e coscienze, mantenendo viva una certa matrice creativa che, che dal sussurro di una confessione al grido di una diatriba, continua a fecondare e perpetuare tutti i to- ni della Visione». La mostra esposta nei locali del palazzo dell’ex Fondazione Marziale rimarrà aperta fino al 2 settembre. Molto curato nella veste grafica e nei contributi culturali, è il cata- logo dalla mostra edito dalle Edizioni Stauros. Stauros per Campli 17-18-19-20 agosto a Campli Sagra della Porchetta Italica

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  • NNCA Campli in agosto si celebra laSagra della Porchetta Italica e co-me e più della prima edizione del1964 è un appuntamento da nonperdere, amato dalla gente tera-mana e abruzzese, dai turisti che

    villeggiano lungo le coste adriati-che, provenienti da tutt’Italia edall’estero, e dagli amanti delbuon cibo, dell’arte e delle cittàstoriche. La Sagra, infatti, si svolgelungo il centro storico della cittàche di sera si carica di atmosferemagiche, date dai giochi di luci eombre tessute dalle vie e dalle ar-chitetture antiche, a volte di raropregio artistico.La Porchetta è un cibo di strada,ma gustare quella camplese nelle

    antiche piazze e vie della cittàFarnese, tra i banchi delle speciali-tà artigianali e alimentari locali,accompagnata con un bicchiere divino rosso come il Montepulcianod’Abruzzo o rosato come ilCerasuolo d’Abruzzo, diventaun’occasione unica.Magari tra un panino e l’altro sipossono visitare il MuseoArcheologico Nazionale, ilSantuario della Scala Santa e lacripta della Catterale.Al momento la Sagra dellaPorchetta Italica vede, da anni unacrescita d’interessi e un successo dipubblico inarrestabile.Quest’anno, per esempio c’è la no-vità di organizzare delle Giurietecniche che anonimamente assag-geranno le Porchette durante lequattro serate e il loro “punteg-gio” sarà sommato a quella dellasolita Giuria Popolare. In questomodo si valuterà un campione si-gnificativo sull’intera produzionedi porchette di ogni concorrente.La gara utile a stabilire la migliorePorchetta ha, infatti, l’intento dimantenere alta la qualità del pro-dotto venduto nella Sagra.Buona porchetta a tutti.

    Trimestrale d’attualità, arte e cultura dell’Associazione Campli Nostra www.camplinostranotizie.it • e-mail:[email protected]

    CAMPLI NOSTRA NOTIZIE

    Anno X - Numero 47 - Speciale estate 2012

    P O E S I A

    COME VAN GOGH

    Come Van Gogh, la libertà e la luce,anche se, a dare ascolto all’esperienza,di troppa luce spesso si impazzisce,per troppa libertà spesso si muore -

    ma non esiste scelta, per chi almeno una volta[ha udito quel fragore

    di azzurro contro azzurro sopra i campi di pannocchie.

    Umberto Simone(1° classificato)

    da Il sacco del curdo - Il Ponte del Sole 2008

    questo viaggio questo vaggio questo viaggioquesto lunghissimo incontro con il creato

    dentro cui lievito

    innnaffiando scalza tra i solchi del mio orto interiorementre il sole tramonta con una vastità impressionantedi rosso il mio ciliegio pieno risponde

    nove

    Anna Maria Farabbi(Membro della nuova Giuria Poesia Edita)

    da Solo dieci pani - Lietocolle 2009

    Omaggio alla XIV edizione del Premio nazionale di poesia “Oreste Pelagatti” di Civitella del Tronto

    La Fondazione Stauros ha colto l’occasione del sessantesimo di sa-cerdozio di Don Antonio Mazzitti, parroco della Cattedrale di S.Maria in Platea, e il cinquantesimo anniversario di apertura delConcilio Vaticano II per organizzare a Campli un evento di grandevalenza culturale: la mostre d’arte sacra “Creati per creare – gli ar-tisti e il sacro a cinquant’anni del Concilio Ecumenico Vaticano II”.Curata da Giuseppe Baccie Alessandra Morelli, l’e-sposizione mette in mo-stra le opere dei maggioriartisti italiani contempo-ranei degli ultimi cin-quanta anni.Secondo Bacci la Chiesariconosce tutte le arti co-me importanti perchéogni opera religiosa, aprescindere il soggettoaffrontato, si connota dalcongiungersi dell’intuizione creativa e di una forma che adeguata-mente la esprime. La pluralità di espressioni e le molteplici formedi libertà espressive, aprono l’inconscio di ogni artista “al suo spiri-to anelante verso l’infinito”. L’arte moderna, perciò, è affine allareligione, perché la sua espressività “infrange il recinto angusto eangoscioso del finito”.«La mostra - per la Morelli - nasce come l’idea universalistici conci-liari, l’Incarnazione, la gratuità del Messaggio, il valore strutturaledel dubbio, l’apertura indistinta dell’Amore del Padre, la trasfigu-razione del terreno, materia, tutta, di un dibattito che, ancora og-gi, tende a dividere opinioni e coscienze, mantenendo viva unacerta matrice creativa che, che dal sussurro di una confessione algrido di una diatriba, continua a fecondare e perpetuare tutti i to-ni della Visione».La mostra esposta nei locali del palazzo dell’ex FondazioneMarziale rimarrà aperta fino al 2 settembre.Molto curato nella veste grafica e nei contributi culturali, è il cata-logo dalla mostra edito dalle Edizioni Stauros.

    Stauros per Campli17-18-19-20 agosto a CampliSagra della Porchetta Italica

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    Nella serata di dome-nica 6 maggio, laSala Consiliare delComune di Campli,già sede del teatro diPalazzo Farnese, haospitato il “Salotto li-rico verista” dedicatoa Primo Riccitelli,Riccardo Zandonai eGiacomo Puccini.

    Grande emozione ha suscitato tra i presentil’interpretazione del soprano Maria LetiziaGrosselli, accompagnata al piano da FrancescaVettori, una cantante lirica di fama interna-zionale e primadonna all’Arena di Verona. Il concerto si è aperto con un’anteprima di as-soluto rilievo, bellezza e interessemusicologo: la prima esecuzione as-soluta della romanza di PrimoRiccitelli “M’amasti mai” con i versidi Enrico Panzacchi. Il programma haprevisto altre due romanze del com-positore camplese: “Viene calendi-maggio” e “Conte! Ho peccato” trat-te dall’opera Madonna Oretta. DiZandonai si sono eseguite diverse ro-manze tra cui “Paolo datemi pace”da Francesca da Rimini e “Sono la vo-stra sposa” da Giulietta e Romeo. Di Puccinisono state eseguite “Vissi d’arte” da Tosca e“Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly.La manifestazione, nell’ambito dei“Pomeriggi Musicali – Claude Debussy ed ilsuo tempo”, organizzata dall’associazioneculturale Kymbala con l’Amministrazionecamplese, ha previsto altri due appuntamenti,sempre nella Sala Consiliare: venerdì 18 mag-gio (ore 20) “L’Europa da salotto” con la pia-nista Selene Mor e la clarinettista AnnalisaMeloni (preceduta dalla conferenza del M°Giorgio Benatti) “Lettura del Pelléas etMélisande”; venerdì 25 maggio (ore 21)“Hommage à Debussy” del pianista Davide

    Macaluso.Il Comune di Campli, insiemeall’Associazione “FamigliaPrimo Riccitelli” eall’Associazione CulturaleKymbala, ha in programmauna serie di iniziative per deli-neare un giudizio storico arti-stico sull’opera di Riccitelli cheprevede due punti fermi: l’ac-quisizione e il reperimentodelle opere musicali conosciu-te ma al momento dichiarateperdute e il favorire sudi mu-sicologici complessivi che pos-sono opportunamente rico-struire la figura e l’opere del

    musicista.Zandonai e Riccitelli,oltre dall’amicizia, so-no accomunati dallapoca avvedutezza aconservare la loro mu-sica. Probabilmenteper Zandonai granparte della sua artemusicale è conservatain un baule che la fi-glia non mette a dis-

    posizione, mentre perRiccitelli si va alla ricerca diuna presunta “mitica” cassapiena di musica manoscrittache al momento non si riescea trovare.L’artista camplese è il maggio-re musicista abruzzese delNovecento: allievo predilettodi Mascagni, la sua musica èinteramente pervasa dal clima“verista” e “post-verista” propria della “gio-vane scuola italiana” della quale Riccitelli puòa buon diritto annoverarsi tra gli esponentipiù significativi.

    Manifestazioni come questa camplese, con laprima esecuzione assoluta di “M’amasti mai”è una vera e propria operazione culturale perriportare in auge un grande personaggio del-l’arte vanto della provincia di Teramo.

    Si riscopre la musica di Primo Riccitelli musicista nato a Cognoli di Campli nel 1875

    Salotto lirico verista a Campli

    Progetto Imc (International Master Class) natotre anni fa dalle attenzioni e dall’impegno delmaestro Giuseppe Scorzelli, voce dell’associa-zione culturale “Kymbala”, sceglie di aprirsisul territorio. Nello specifico, a promuoversiquali intriganti ”borghi della musica e dell’ar-te” saranno le realtà accattivanti di Campli eCastelbasso. A distanza di pochissimi anni laMaster class si articola ora in una sezioneClassica ed una Jazz: nel primo caso sono at-tesi oltre 150 allievi, nel secondo la locationscelta nella fascinosa Castelbasso, costringe acontenersi nel numero di 50 iscritti. Dunquela Master class di musica Classica trova il suoterritorio di riferimento a Campli che per 11giorni, a partire dal 23 agosto, spanderà notee concerti in ogni angolo, fino ad una chiusu-ra in bellezza fissata per il 2 settembre.Saranno 15 i docenti che verranno ospitati inun paio di strutture del posto, mentre le le-zioni si apriranno, in qualche caso, anche aGiulianova e Teramo, e qui entra in campo lasinergia del servizio navetta siglato Baltour.Lezioni che saranno aperte al pubblico men-

    tre nelle ore pomeridiane e serali gli angolisuggestivi di Campli vivranno di piccoli con-certi, compreso la messa in scena di un’operamolto particolare legata al ritrovamento, do-po cento anni, di una particolare spartito diPrimo Riccitelli. Tutti nomi di primo pianoquelli spesi nella docenza: da Roberto Plano aGloria Campaner, da Giorgio Benati aMassimo Macrì, da Marco Zuccarini a FrédéricZigante. Essenziale la sinergia con l’Orchestrasinfonica Abruzzese, per disponibilità ed en-tusiasmo nello spendersi in questa iniziativa.La Master class di Jazz trova invece casa aCastelbasso per quattro giorni, dal 1 al 4 ago-sto, e fondamentale in questo caso la sensibi-lità della Fondazione Menegaz che ha sposa-to il progetto dei due corsi complementari,quello di armonia jazz e quello di composizio-ne jazz. Anche in questo caso nomi da primopiano tra i docenti, da Enrico Pierannunzi aMaria Pia de Vito, da Danilo Di Paolantonioad Alessandro Bonanno passando per LucaBulgarelli. E mai come in questi casi la culturamostra un’altra faccia della sua medaglia, ed

    è una faccia di grande appeal considerati itempi di crisi, visto che si traduce in promo-zione del territorio da un lato e in un’accele-rata della piccola economia nell’immediato:un’accelerata fatta del movimento nelle strut-ture ricettive come nei ristoranti ed su tuttol’indotto del quotidiano che la presenza di ol-tre 150 allievi, a cui sommare i docenti e, daultimo, ancjhe le famiglie, danno vita. «E l’oc-casione – spiegano il sindaco di Campli,Gabriele Giovannini, e l’assessore alla Cultura,Cordoni -, è utile anche per un assaggio diquella che sarà la carrellata di eventi estivi interritorio farnese: accanto alla Master Classcon i suoi concerti, per i quali si è lavoratospingendo al massimo delle risorse perchéfossero ad ingresso gratuito, si punta anche aproporre gli spazi ampliati del museo archeo-logico ed il fascino della ricostruzione delletombe, oltre a tutta la serie cadenzata di ap-puntamenti e sagre oramai storicizzati». Unimpegno non da poco, anzi una sfida, è lasottolineatura, considerati i tagli nei trasferi-menti dal Governo centrale.

    Dal 23 agosto al 2 settembre il progetto International Master Class

    A Campli 11 giorni di concerti e lezioni di musica classica

  • C N N Anno X - Numero 47 Speciale estate 2012 pagina 3

    Venerdì 18 maggio, si è presentato a Campli ilProgetto Recultivatur, ossia “Il turismo cultura-le religioso come fattore di crescita e sviluppodel territorio”.L’assessore alle Politiche giovanili e PoliticheComunitarie Sandro Mariani, promotore del-l’incontro, nell’illustrare l’opportunità di svilup-po turistico ha ribadito come il progetto, delladurata di 36 mesi, è a costo zero per il Comunedi Campli perché finanziato con fondi europei.L’obiettivo principale del progetto, finanziatodalla Comunità Europea con un budget com-plessivo di 2.855.000 euro, nell’ambito del pro-gramma di Cooperazione Territoriale SEE (SudEst Europeo), è quello di valorizzare il patrimo-nio culturale religioso della Provincia diTeramo come fattore di crescita sostenibile delterritorio e come risorsa economica perseguibi-le attraverso la collaborazione di operatorieconomici e delle istituzioni locali religiose epolitiche.Il progetto Recultivatur, che vede l’adesione di15 partner europei fra Enti e Amministrazionid’Italia, Slovenia, Romania, Bulgaria, Grecia,Ungheria e Bosnia-Erzegovina, persegue loscopo di rendere operative una serie di attivitàai fini della valorizzazione del patrimonio cul-turale religioso, creando e promuovendo unnuovo modello di sviluppo mediato dalle espe-rienze di successo consolidato e dai risultati deiprecedenti progetti europei. Attività capaci dioperare anche dopo la fine del progetto.Come ha spiegato il professor Gino Verrocchi,manager del Recultivatur, il 40% del turismototale del mondo è quello religioso che smuo-ve più di 400 miliardi di dollari l’anno. Oltre il30% del turismo religioso mondiale si svolge inItalia. Ricultivatur, che ha come risultato attesoper la Provincia di Teramo l’allargamento deiflussi turistici verso i territori interni, ha identi-ficato come punta di diamante per la pianifica-zione di sviluppo del territorio il Santuario del-la Scala Santa di Campli. L’antico Santuariocamplese sarà il focus di un prodotto culturalereligioso turistico, il cuore di un progetto dellaComunità Europea teso a promuovere e svilup-

    pare fortemente il territorio.Francesca Farina, esperta di beni culturali dellacittà, ha indicato ai presenti la valenza religio-sa e artistica della Scala Santa, santuario incen-trato sulla Passione di Gesù particolarmenteapprezzato da Papa Wojtyla.Il progetto, tra il 2012 e il 2013, sarà portato inEuropa tra le più importanti fiere turistiche in-ternazionali.A Campli, poi, saranno portati tour operator estampa specializzata per facilitare la venditadei “pacchetti turistici” inerenti la visita allaScala Santa.Il progetto prevede, infine, la formazione diguide turistiche e la divulgazione, in ambito lo-cale, della conoscenza dei beni culturali delterritorio. Il progetto Recultivatur rappresenta una cresci-ta professionale e culturale per Campli e l’inte-ra Provincia di Teramo che, secondo la capacitadegli imprenditori locali, può trasformarsi inuna grande sostenibilità economica per il futu-ro di tanti giovani.

    La Scala Santa di Campli fulcro di una sostenibilità di turismo religioso

    Progetto Europeo RecultivaturQualche settimana fa, parlando con un miocollega, ho scoperto che lui e la fidanzata -or-mai moglie- stanno insieme da 17 anni.Praticamente hanno condiviso metà della lorovita. Passato lo shock iniziale, ho cominciato arifletterci. Cavolo, non sono mica pochi 17 an-ni... però per chi, come me, vive una storia damolto meno tempo è bello sentirselo dire per-ché fa capire che non è vero che non esiste piùl’amore eterno.E a questo proposito, visto il particolare mo-mento della vita che sto attraversando, vorreiricollegarmi ad altre due storie d’amore moltoforti. Quelle dei miei nonni. Senza dubbio inpassato era più difficile vivere un rapporto, contutti i drammi legati al periodo storico, però inqualche modo ci si riusciva. Ed è così che hannofatto tutti e quattro i miei nonni. Stringendo identi anche quando tutto sembrava remare alcontrario. Hanno superato tante difficoltà etanto dolore, ma ce l’hanno fatta ed hannocondiviso anni ed anni di vita. Questo è quelloche voglio fare anch’io. Costruire una vita dicoppia intrecciata con tutti i problemi, le solu-zioni, le gioie e i dolori.Quando ci si sposa si giura che il matrimoniodurerà “finché morte non ci separi”, ma io so-no convinta che ci sia un errore di fondo inquesta dicitura. Per me la morte non separa chisi ama davvero. Insomma, Dio ci ha dato la vita,che è una cosa ben più grande, complessa emeravigliosa della morte... come potrebbe lamorte, in un momento, cancellare via tuttoquanto? Io non credo sia così. E non ci credoperché i miei nonni, anche nella morte sono ri-masti uniti. I miei nonni paterni sono morti aquasi vent’anni di distanza, ma nello stesso me-se, con pochi giorni di differenza. Mentre inonni materni sono stati separati per dieci an-ni, ma si sono riuniti anche loro a maggio a po-chi giorni di distanza. Per stare insieme, persempre. L’amore vero esiste. E non finiscequando il cuore smette di battere.Certo, è dura pensare che loro non ci siano più,ma è altrettanto bello sperare di avere la fortu-na che hanno avuto loro. Di stare con la perso-na che amavano e di condividere anche il “do-po”... e vi posso assicurare -perché lo so- che imiei nonni stanno bene, sono insieme, final-mente per sempre.

    Valeria Di Virgilio

    Endless Love

  • Nell’ambito delle manifestazioniper il 150° anniversario della mor-te di San Gabriele è stato presen-tato, presso il Santuario terama-no, l’ultimo libro del professorGiovanni di Giannatale. Si trattadel volume “San Gabrieledell’Addolorata – studi e ricer-che”, molto atteso dai Passionisti,portato avanti con cura scientifi-ca, da perfezionista, caratteristicache da sempre contraddistingue ilmetodo di ricerca dell’autore. Unlavoro, quindi, accurato e siste-matico condotto sulle fonti archi-vistiche che ha portato il prof. DiGiannatale a consultare migliaiadi fascicoli e centinaia di libri. Ad esempio peril capitolo su S. Gabriele e l’Unità d’Italia,con-sultando ben 460 buste tra i Fondi della

    Questura e della PoliziaBorbonica, ha ricavato interes-santi notizie inedite.Il libro, scritto con impeccabilerigore storico, è prezioso nonsolo perché illumina, precisa, ri-elabora, puntualizza, con argo-mentazioni riccamente docu-mentate, alcuni aspetti centralidella biografia di S. Gabriele,ma anche perché traccia e rico-struisce una serie di eventi cheruotano attorno alla figura e almessaggio spirituale del Santo.Nel capitolo XII sulle Curiositàgabrieliane sono riportate noti-zie inedite e interessanti novità

    conoscitive in cui si focalizzano e puntualizza-no alcuni aspetti connessi alla vita del Santo.Del libro non passa inosservato l’immenso ap-

    parato critico. Con opera certosina, l’autorenon dà nulla per scontato, setaccia gli archivi,scartabella le fonti, valuta, comprova le ricer-che passate, fa nuove scoperte. L’opera pre-sentata è monumentale, non solo per la mole

    delle 500 pagine, ma più ancora per il suocontenuto, che riassume quanto di più nuovola storiografia su San Gabriele abbia prodottonegli ultimi trent’anni.Nella presentazione gli oratori hanno messoin evidenza un altro aspetto innovativo del li-bro. L’autore approfondendo l’iter vocaziona-le e spirituale di San Gabriele, solo parzial-mente trattato da altri storici, interpreta laspiritualità del santo, alla luce della dottrinadella “morte mistica” di San Paolo dellaCroce, basata sulla “rassegnazione alla volon-tà di Dio”, “sullo staccamento da tutto”, co-me “morte al mondo” e “morire a tutto ciòche non è Dio nella croce del Salvatore”. DiGiannatale documenta in modo dettagliatoquesta interpretazione, confermata dalla sco-perta di un’inedita preghiera della buonamorte che San Gabriele recitava ogni giorno. Il libro si apprezza per la passione intellettua-le dell’autore: le pagine si inseguono agili estimolanti, i capitoli si rincorrono presentan-do di volta in volta nuovi scenari, gettandoprogressivamente nuova luce su Gabriele e ilfenomeno gabrieliano, immergendo il lettorenell’avventura di questo giovane umbro, chea 150 anni dalla morte, continua a parlarci diDio e a donare speranza e fiducia a milioni dipersone dei cinque continenti..

    Nicolino Farina

    Lo scorso 29 maggio,nel Santuario di SanGabriele, è stato presentato il volume: “SanGabriele dell’Addolorata. Studi e ricerche” diGiovani Di Giannatale.Sono intervenuti il sindaco di Isola A. Di Varano,p. Piergiorgio Bartoli superiore provinciale, p. CiroBenedettini vice-direttore della sala stampaVaticana, l’autore.Il rettore del Santuario, p. Panetta, ha elogiato illavoro di ricerca per il rigore storico impeccabile ela ricchezza di documenti.P. Ciro Benedettini , nella presentazione, ha parla-to di un’opera “monumentale, 500 pagine per ri-assumere quanto di nuovo la storiografia ha pro-dotto”. Il testo contiene alcuni saggi pubblicati in diverseriviste storiche, ma “il già edito si riveste di inedi-to, le ricerche proiettano nuova luce”. Il volume è ricco di note, di elementi bio-biblio-grafici completati ed approfonditi con dati di do-cumenti di archivio .È uno studio ampio ed incisivo, diviso in 12 capito-li: i primi capitoli riguardano il Santo, la sua sceltadi essere passionista, gli atti penitenziali.Il capitolo VI: “S. Gabriele e l’Unità d’Italia” ana-

    lizza una serie di eventi, rigorosamente documen-tati ,che si sono verificati tra il 1860 e il 1861.Particolarmente interessante è il capitolo XII“Curiosità gabrieliane” in cui si “focalizzano epuntualizzano con abbondante documentazionealcuni aspetti connessi con la vita e la figura di S.Gabriele”: l’ispettore che incontrò S. Gabriele allafrontiera di Martinsicuro, nel 1859, quando varcòil confine per andare ad Isola; l’eroica solidarietàdei passionisti verso militari e partigiani italiani ri-cercati dai tedeschi.Le curiosità sono frutto di un lavoro di ricerca erappresentano un contributo prezioso per la co-noscenza storica del Santo.La narrazione è “interessante e appassionate…lascrittura è limpida, sciolta, essenziale,propria delgrande scrittore e del grande storico”.L’autore dimostra familiarità con la Teologia spiri-tuale, ha fatto “straordinariamente bene” il suolavoro di ricerca.Il libro è dedicato a padre Fabiano Giorgini, insi-gne storico della Congregazione dei Passionisti.G. Di Giannatale “San Gabriele dell’Addolorata.Studi e ricerche” ed. S. Gabriele ,euro 30,00.

    Anna Brandiferro

    C N NAnno X - Numero 47 Speciale estate 2012pagina 4

    Piane della Nocella - CAMPLI (TE)

    Presentazione del volume

    Il libro di Giovanni Di Giannatale, tra inediti e curiosità

    San Gabriele dell’Addolorata studi e ricerche

  • C N N Anno X - Numero 47 Speciale estate 2012 pagina 5

    Lo scorso 25 maggio, a Civitella del Tronto, è stato presentato il nuovo li-bro di Roberto Michilli “La più bella del reame”, in occasione del salottoculturale “Alle cinque della sera” organizzato dall’associazione “LeLunarie”.Roberto Michilli ha pubblicato “Aprire un giorno” raccolta di poesie eimmagini fotografiche (1996); “Attraverso la vita” poesie, traduzioni eprose brevi (2001); Nuovi Versi (2004) ; il romanzo “Desideri”(2006). Protagonista del romanzo è Viviana “bella, la più bella del reame”, chegiunta a 39 anni alla fine della sua vita per una malattia, nell’arco di unasettimana scrive il diario della sua breve esistenza.L’autore per descrivere la protagonista del suo romanzo adotta un “ionarrate - femminile” è un personaggio sfaccettato da parole, pensieri epassioni, nasce dal cuore “è come se attraverso il personaggio di Vivianami fossi abbandonato visceralmente alla vita”, è passionale, istintiva, vi-tale, affronta la vita “senza piangersi addosso”, non è mai disperata maha una sua dignità.Nel romanzo tutte le voci hanno cittadinanza e credibilità, c’è una strut-

    tura “polifonica”.Michilli ha inserito luoghi e territori delle no-stre parti, ha costruito una sorta di “contea im-maginaria, in cui far muovere i personaggi”,che non sono sempre persone reali, incontratenella vita ma spesso sono “frammenti, brani diqualcosa che hai conosciuto…nel momento incui scrivi gli echi vengono in superficie”.La lingua che “annoda” le vicende è parte stes-sa della storia, la scelta “diaristica” rappresenta una lotta contro l’obliodella morte, una traccia per affermare il suo amore intenso per la vita.Leandro di Donato, nella presentazione, ha parlato di un racconto cheincanta, l’incipit del romanzo “è fulminante”, una grande prova di scrit-tura, lo stile aderisce alla lingua come “un guanto alla mano”.Alcuni brani del romanzo sono stati letti, nel corso della serata, daAntonella Ciaccia.Roberto Michilli - “La più bella del reame” Ed. Galaad euro 14,00.

    Presentato a Civitella del Tronto il nuovo romanzo di Roberto Michilli

    “La più bella del reame” di Anna Brandiferro

    La necropoli di Campovalano si è rianimata in occasio-ne della 12ª Sagra del Tartufo, che quest’anno oltre lespecialità gastronomiche, ha offerto al pubblico, at-traverso un bus navetta gratuito, la possibilità di visi-tare gli scavi in corso d’opera, dal 9 al 15 luglio, tuttele sere, dalle 19 alle 23.“Necropoli sotto le stelle” è nata dalla collaborazionetra il Comune di Campli e l’associazione CampovalanoViva, con il permesso della SoprintendenzaArcheologica per l’Abruzzo di Chieti. La manifestazio-ne è stata presentata del sindaco Gabriele Giovannini,

    dal presidente dell’associazio-ne Daniele Barbieri e dal diret-tore del Museo ArcheologicoNazionale di Campli e Ispettorearcheologico della provincia diTeramo Glauco Angeletti, men-tre gli scavi sono stati condottida Vincenzo D’Ercole con l’assi-stenza di Gabriele Di Marco.Campovalano, a 464 m sul livel-lo del mare, nella piana ai pie-di della Montagna di Campli,

    conserva una necropoli tra le più vaste del centroItalia, datata dal XIII al II secolo A.C. ed estesa per ol-tre 50 ettari. Dalle prime esplorazioni, avvenute tra il1963-1964, una serie ininterrotta di campagne di sca-vo hanno portato alla luce oltre 600 sepolture italichedelle 15 mila presunte con recupero d’importanti re-perti, esposti nel Museo Archeologico Nazionale diCampli e in altri musei tra cui quello archeologico diVilla Frigeri a Chieti e quello comunale di Teramo. L’iniziativa “Necropoli sotto le stelle”, ha proposto ol-tre alla settimana di scavi, con visita guidata anche in

    notturna, la possibilità di visitareil tumulo “multimediale” dellanecropoli con la tomba n. 2 fe-delmente ricostruita nel luogo enegli oggetti, unica riproduzionenel suo genere in tutta Italia. Ora non ci resta che aspettareuna gestione del ParcoArcheologico che permetta la vi-sita della necropoli e la gestionedi iniziative culturali inerenti l’ar-cheologia.

    Al Parco Archeologico di Campovalano scavi e visite guidate in occasione della 12ª Sagra del Tartufo

    “Necropoli sotto le stelle”

  • Una ricerca elaborata dall’IRS di Milano, stima chegli anziani non autosufficienti in Italia si aggiranoattualmente su 2,3 milioni con una tendenza a rad-doppiare nell’arco di un ventennio. A fronte di ciòsi registra però un venir meno delle disponibilitàfamiliari in termini di persone che assistono (caregi-ver), tempo, e denaro. Allo stato attuale esiste unarisposta sul piano dei servizi pubblici? La rispostanon è del tutto positiva in un Paese avezzo a nonscegliere mai fino in fondo e a rimanere nel guado.Altri Paesi come Francia, Germania, Austria,Spagna, Inghilterra si stanno da tempo attrezzandoseppur con modalità diverse. Da noi vigono stru-menti vecchi di decenni ed investimenti non ade-guati.Riporto in breve alcuni spunti di riflessione elabo-rati da Lombardiasociale.it che indicano un percor-so/modello integrato che poggia su tre elementi.Una nuova governance dei servizi. Gli anziani ten-deranno ad essere sempre più soli e poco capaci digestire la loro normale quotidianità. Inoltre nontutti sono in grado di permettersi una badante cheallo stesso tempo può operare con certi limiti. Ciòrende necessario da un lato potenziare la rete so-ciale dei servizi ma anche immaginare una nuovagovernance che: lavorando sulla rete dei servizi fa-vorisca il dotarsi di standard minimi di offerta taleper esempio da ridurre la distanza tra gli 8 anzianisu cento seguiti in Emilia Romagna ai 2 servizi inSicilia; che integrando i servizi SAD e ADI sia in gra-do di investire strategicamente sui caregiver (lepersone cioè che si fanno carico dell’anziano, spes-so un familiare donna) e nel lavoro privato di cura(badantato) superano una visione distorta dellostesso;Favorire la domotica e l’invecchiamento attivo.Una buona pratica da approfondire può essere l’e-sperienza veneta che ha riconsiderando la funzionedelle strutture residenziali le sta trasformando incentri di servizi aperti al territorio a sostegno delladomiciliarità quale fattore determinante per unamigliore qualità di vita dell’anziano non autosuffi-ciente che rimane nel suo ambiente di vita.Riforma dell’indennità di accompagnamento. Unamisura di sostegno vecchia di 34 anni mai modifica-ta in un mondo ormai in continuo cambiamento.Una misura passiva, spesso non equa e sulla quale èstata fatta carne di porco (mi si permetta l’aulica ci-tazione) nel nostro Paese. Nel 2012 si prevede unaspesa per tale strumento di circa 14 miliardi.Sarebbe utile oltre che necessario impostare taledotazione seguendo per esempio l’indicazione pro-posta da “Lavoce.info” con la Dote di cura. La pro-posta prevede di graduare l’importo in relazionediversa e seconda del livello di non autosufficienzastimolando così il ricorso all’utilizzo dei servizi terri-toriali come rivisti in precedenza. E’ in sostanza l’i-dea di mettere a disposizione dei voucher persona-lizzati lasciando la libertà all’utente di individuarel’erogatore del servizio per lui più idoneo (possibil-mente all’interno di un albo di soggetti accredita-ti). Ciò comporta un salto culturale che preveda ladistinzione delle risorse da erogare a seconda chesiano fornite a disabili (giovani o adulti) o ad anzia-ni non autosufficienti essendo tipologie diverse diutenza. Dall’altro la necessità di trasferire la gestio-ne delle risorse dal livello centrale verso il livello lo-cale (Regione e Comuni). Questo permetterebbe dilegare le prestazioni monetarie alla rete territorialedei servizi socio assistenziali pubblico/privati.Agire per la riduzione del mercato nero di cura. Ilmercato dei servizi privati di cura si caratterizza perla presenza di rapporti di lavoro sommersi. In Italiasi stima la presenza di circa 900.000 badanti non so-lo straniere la maggior parte delle quali lavoranosenza nessun contratto stante la cosi detta conve-nienza reciproca: le famiglie risparmiano e hannomeno impegni di gestione, le badanti incassanoqualcosa in più e comunque evitano di assumere gliobblighi tipici di un regolare contratto di lavoro.Anche se la convenienza reciproca può in qualsiasimomento trasformarsi in inconvenienza reciproca.Come facilitare la riduzione del sommerso: preve-dere per esempio una detrazione del 25% dei costi

    sostenuti dalle famiglie non intaccherebbe il getti-to fiscale perché compensato da un aumento dellabase imponibile; attivare servizi informativi e disupporto rivolti alle famiglie ed alle badanti (oggisi comincia anche a parlare di assistenti familiariquando vi sono persone che scelgono professional-mente tale attività completando un preciso percor-so formativo) possono favorire una riduzione delsommerso. Molto spesso sia le famiglie che le ba-danti vivono un gap informativo. Le famiglie peresempio fanno fatica ad interpretarsi come datoridi lavoro (con tutto quanto questo comporti) e lebadanti spesso intraprendono tale attività senzauna consapevolezza adeguata del ruolo che sonochiamate a svolgere ed anche dell’insieme di dirit-ti/doveri che caratterizzano tale attività di serviziprivati di cura alla persona.E’ evidente che una accoglienza integrata degliaspetti sopra descritti da parte dei decisori istituzio-nali porterebbe una innovazione importante nellagestione di tale fabbisogno sociale. Certo che que-sto presuppone una scelta certamente politica e digoverno del fenomeno e non di un suo abbandonoad una autoregolazione spesso poggiata sulle solespalle delle famiglie che possono generare fenome-ni perversi.In tal senso va, riconosciuto lo sforzodell’Amministrazione Comunale, nell’aver avviato

    la sperimentazione di un servizio di informazione,supporto e consulenza attraverso l’istituzione diuno sportello badanti. Un servizio che si integra al-l’interno degli altri servizi forniti dal SegretariatoSociale e che si rivolge alle famiglie che necessitanodi servizi privati di cura ma anche alle persone cheintendono svolgere tale attività di lavoro. Lo spor-tello gestisce anche un Registro Comunale delleAssistenti Familiari, che raccoglie un primo nucleodi badanti che hanno svolto un percorso formativodi base. Tale registro è gestito in collaborazionecon il Centro per l’Impiego di Teramo istituzional-mente deputato a favorire l’incontro tra la doman-da e l’offerta di lavoro anche in questa nicchia dimercato.La sperimentazione del servizio si è resa possibile invirtù di un finanziamento regionale a valere sulFondo per le Politiche della Famiglia – annualità2008, finanziamento ottenuto dal Comune diCampli a seguito di adeguata proposta progettualepresentata. Il progetto ha sperimentato, con suc-cesso, anche l’erogazione una tantum di un contri-buto a favore delle famiglie del territorio che han-no regolarmente contrattualizzato una badante.Sarebbe importante partire da questa esperienzaprogettuale pilota per rafforzarla a partire dal no-stro Comune per diffonderla a tutto l’ambito socia-le di riferimento della Comunità Montana dellaLaga. Cercando anche dal basso di sperimentare inqualche modo le innovazioni sopra descritte.

    Morris

    Il Comune di Campli sperimenta nuovi servizi

    C N NAnno X - Numero 47 Speciale estate 2012pagina 6

  • C N N Anno X - Numero 47 Speciale estate 2012 pagina 7

    Libro suggestivo ecoinvolgente, que-sto edito da “LeVoci della Luna”,non solo per la qua-lità dei testi poeticidi quattro autori dievidente forzaespressiva e notevo-le efficacia formale,ma anche per laperfetta interazionecon la grafica del-l’artista FaustoCheng, che attra-versa e valorizza la scrittura poetica di questiautori.La prefazione di Loredana Magazzeni inqua-dra perfettamente la dimensione stilistica deinostri quattro poeti, il cui riferimento al terri-torio (della provincia di Teramo) è senz’altrocasuale, dato che questi testi potrebbero esse-re tranquillamente proposti come emblemati-ci delle tendenze espressive della ricerca poe-tica contemporanea nazionale einternazionale.Antonio Alleva, nella sua sezione “Altri con-gedi nel moto perpetuo”, delinea la possibili-tà di far interagire le tematiche esistenzialicon quella dimensione linguistica massmedio-logica con cui si è quasi da sempre confronta-to nella propria ricerca poetica, e con esitisempre felicissimi. In quest’ultima silloge sembra trovar spazio inparticolare una ricerca filosofico-esistenzialesulle domande “ultime”, quelle sul senso del-la vita e dell’essere, quella del confronto del-l’essere umano con una dimensione ontologi-co-religiosa che sembra essere a tratti quasideludente più che sfuggente o assente, o ad-dirittura quasi inquietante nella sua lonta-nanza dalla dimensione umana e terrena.Ne emerge una scrittura espressionistica e digrande attualità stilistico-espressiva.La scrittura poetica di Raymond André siproietta lungo le diverse traiettorie psicologi-che dell’introspezione per recuperare uno

    spazio simbolicoancor più estesoche nella lirica tra-dizionale. Da que-sto punto di vistala ricerca poeticanon prevale sul te-sto, secondoun’impostazionemoderna, libera darigidi schemi for-mali e basata suun lessico quoti-diano ricontestua-lizzato ai fini della

    dimensione espressiva e della struttura simbo-lica.La poetica dell’Autore punta anche sull’icasti-cità dell’espressione e sulla concettualizzazio-ne del messaggio, per assumere pienamentela finalità esistenziale del testo, nell’esigenzadi andare oltre gli idoli di un mondo domina-to dalla dimensione materiale e consumisticae recuperare una dimensione di autenticità.In questo senso la fenomenologia delle emo-zioni definisce una poesia dal linguaggio vivoe palpitante, che si confronta con una formacomunicativa ma personale.Leandro Di Donato ci offre una silloge di poe-sie incisiva e dal ritmo caden-zato, che concede al lettoreversi misurati ma ricchi di sen-so e di significati.I contenuti legati all’impegnocivile si integrano sempre piùcon una lirica che, pur cercan-do l’essenzialità del dettato,ha una sua autonomia dall’or-mai inflazionato filone ermeti-co e postermetico, e suggerisceal lettore squarci surreali e mo-tivi di riflessione, simboli inten-si e scritture aperte all’inter-pretazione del lettore.Una poesia, dunque, di parti-colare maturità espressiva,grazie soprattutto a una cifra

    stilistica originale, in cui prevale la densitàmetaforica del testo e i riferimenti a un pae-saggio inquieto e alla dimensione sociologica.Roberto Michilli, in questa sezione “La finedegli incanti”, concilia la lirica con la narra-zione in versi, per una forma poetica origina-le e ricca di sfumature espressive, che sfocia inriflessioni acute e spesso argute (“L’esistenzaè una forma / di ostinato cinismo.”)L’autore suggerisce, grazie a questa novitàespressiva, la possibilità di ricorrere a una sor-ta di dimensione concettuale della scritturapoetica, quella Logopea di cui scriveva EzraPound in relazione alle forme di poesia (laMelopea, legata alla musicalità, la Fanopea,legata all’immagine, e la Logopea, la più rara,legata alla concettualità, alla riflessione).Così la narrazione in versi si concede alla for-za dell’idea e si fa riflessione attiva, al di làdel mondo delle opinioni, nella ricerca di unaverità parziale ma autentica, garantita dallaricerca poetica.

    Nota critica alla presentazione del libro di poesia di Alleva, Andrè, Di Donato e Michilli

    “L’orma lieve” di Ubaldo Giacomucci

    curare il nostro giardino vuol dire prendersi cura delle nostre piccole gioie quotidiane. Affidarlo a mani esperte e appassionate vuol dire mantenerlo più duraturo e più bello.

    Affida il Tuo giardino a

    (con tecniche di tree climbing per alti fusti e palme)

  • C N NAnno X - Numero 47 Speciale estate 2012pagina 8

    Alceste De Ambris in un libro

    - Viale Francesco Crispi, 187/Bistel. 0861.411254

    - Via dell’Unione,21tel. 0861.587613

    - Via Matteotti, 2tel. 085.8026992

    - Piazza Rubini, 6tel. 0861.82278

    - Via Diaztel. 0861.796620

    - via G. Milli, 11tel. 085.8998225

    - via Gramsci, 53tel. 085.9493037

    Via Di Giammarco, 19tel. 0861.591016

    - Viale Risorgimento, 23tel. 085.879022

    - Via F.lli Bandiera, 57tel. 085.9350418

    TERAMO

    S. NICOLO’ A TORDINO

    GIULIANOVA

    NERETO

    MARTINSICURO

    ROSETO

    PINETO

    MONTORIO AL VOMANO

    ATRI

    SILVI MARINACGIL

    CENTRO SERVIZI CGILCENTRO SERVIZI CGIL

    TeramoTeramoC.A.A.F. CGIL ABRUZZOC.A.A.F. CGIL ABRUZZO

    Centro

    Servizi

    Cgil

    Teram

    o

    Centro Assistenza FiscaleCentro Assistenza Fiscale

    RISERVATEZZA DEI DATIRISERVATEZZA DEI DATI

    RIMBORSI FISCALI IMMEDIATIRIMBORSI FISCALI IMMEDIATI

    ASSICURAZIONE DEGLI ERRORI FORMALIASSICURAZIONE DEGLI ERRORI FORMALI

    ASSISTENZA PER TUTTO L’ANNOASSISTENZA PER TUTTO L’ANNO

    COMPETENZACOMPETENZA

    Sedi C.A.A.F.-CGIL

    DICH

    IARA

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    DISU

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    La corte interna diPalazzo Savini a Teramo,giovedì 21 giugno, haospitato la manifestazio-ne di presentazione del li-bro “Palazzo Savini.Storia, architettura, arte erestauro di un’antica di-mora in Teramo”.(Teramo, Ricerche&Redazioni, 2012 – 156 pagi-ne, 35 euro).La storia di uno dei palazzi più antichi e rap-presentativi dell’architettura teramana,Palazzo Savini su Corso Cerulli, restaurato direcente dalla Famiglia Tudini. L’elegante volu-me si caratterizza per un ricco e articolato ap-parato documentario e illustrativo, oltre cheper una curatissima veste grafico-editoriale. Acomporlo, due parti: la prima, dedicata agliaspetti storici, architettonici e artistici dellaprestigiosa dimora teramana; la seconda, tut-ta incentrata sul complesso intervento di re-stauro architettonico e artistico, concluso nel2011.Questi i contenuti del volume: Parte prima - Storia, architettura, arte: Sullafamiglia che abitava il Palazzo Savini, diFranciska Astrid Stenius-Savini; Per una storia

    di famiglia, di MarcelloSgattoni; Aspetti storici,urbanistici ed architetto-nici di palazzo Savini aTeramo, di Maria GraziaRossi; Palazzo Savini: ap-parati pittorici e decorati-vi, di Marisa Profeta deGiorgio; La Madonna del

    Pianto, di Elisa Amorosi.Parte seconda – Restauro: Il progetto di re-stauro e i lavori di restauro, di DomenicoTudini; Il restauro delle decorazioni di PalazzoSavini, di Luigi Franchi.Direzione editoriale di Giacinto Damiani, pro-getto grafico di Barbara Marramà, riprese fo-tografiche di Alessio Marramà.Il volume, il settimo titolo della collanaDocumenta, è stato introdotto da LuigiPonziani, Direttore della Biblioteca Dèlfico, so-no intervenuti gli autori con la moderazionedella giornalista Tania Bonnici Castelli.Fra le tante decorazioni parietali, i restauri delPalazzo custodisce un antico dipinto murale,inedito, raffigurante una Madonna in tronocon Bambino detta “Madonna del Pianto”,per noi camplesi particolarmente importanteperché attribuita a Giacomo da Campli.

    Un libro per il restauro di Palazzo Savini

    L’evento è stato organizzato dall’assessoratoalla Cultura del Comune in collaborazionecon la galleria d’arte “La Riva” di Giulianovae con il trimestrale di arte e cultura“L’Urlo”. Fioroni, pittrice romana nata nel1932 da una famiglia di pittori e scultori, èun’esponente dell’avanguardia artistica de-gli anni Settanta ed è legata alla Galleria“La Tartaruga” di Plinio De Martiis di Roma.Membro del gruppo del Verri e del “Gruppo63”, la pittrice fa parte della Scuola diPiazza del Popolo o Pop Art Italiana, unicadonna insieme a Tano Festa, Mario Schifanoe Franco Angeli. Con loro ha esposto allaBiennale di Venezia del 1964, la Biennale

    della Pop Art, invitata da Maurizio Calvesi.Nelle sue opere emerge una natura poeticafemminile, ironica e un po’ visionaria, unanatura legata al mondo dell’infanzia e, altempo stesso, rielaborante in maniera sofi-sticata le esperienze estetiche delNovecento. Al di là delle varie tecniche, deimateriali e dei temi affrontati, l’elemento checaratterizza la sua produzione è la leggerezza.La mostra, a ingresso libero, rimarrà apertafino al 2 settembre e sarà visitabile nei se-guenti orari: lunedì chiuso; dal martedì alvenerdì 9-13/20-23; sabato e domenica 9-13/18-23.

    Ufficio Stampa Emanuela Michini

    Mostra di Giosetta Fioroni a Campli

    Il 19 agosto alle ore 21, presso l’HotelSporting di Teramo si terrà la presentazionedel libro di Enrico Serventi Longhi, giovanestorico romano, dal titolo “Alceste DeAmbris. L’utopia concreta di un rivoluziona-rio sindacalista” (Ed. Franco Angeli). Si trat-ta di una biografia dedicata a una delle fi-gure meno note ma più significativedell’Italia degli anni 10-20 del Novecento,autore insieme a d’Annunzio della celebre“Carta del Carnaro” di Fiume (1920).Interverrà nella serata l’attore UmbertoFabi, che leggerà una commovente letterache d’Annunzio scrisse a De Ambris all’indo-mani della fine dell’impresa fiumana, prove-niente dall’archivio della famiglia DeAmbris. A condurre la serata il giornalistaNicolino Farina, direttore del nostro CampliNostra Notizie.

    Enrico Serventi Longhi, nato a Roma il 1°settembre 1976, dopo aver conseguito ilDottorato di ricerca in Storia della Società edelle Istituzioni nell’Europa contemporaneapresso la Facoltà di Scienze Politichedell’Università degli Studi di Milano, è at-tualmente assegnista di ricerca in Storiacontemporanea presso la Facoltà di ScienzePolitiche, Sociologia, Comunicazione allaSapienza di Roma. Studia e ha studiato, pri-vilegiando il taglio biografico, la cultura ri-voluzionaria italiana nella transizione traStato liberale e Stato fascista, con particola-re attenzione al movimento sindacale e li-bertario. Alla sua prima monografia, ha giàpubblicato saggi, articoli e recensioni perMondo Contemporaneo e per altre riviste.

  • C N N Anno X - Numero 47 Speciale estate 2012 pagina 9

    Relazione in occasione della giornata di studiorganizzata dal Comune di Campli il 29 otto-bre 2011.

    Niccola Palma è uno di quei personaggi chehanno dato un’impronta decisiva allo svilup-po sociale e culturale a Teramo. Riconosciutocome il maggiore storico della provincia apru-tina, nella realtà rappresenta per il suo tempoun uomo che più di altri ha saputo percepireil mutare dei tempi e traghettare un concettodi Stato e potere dal totale assolutismo, caroai ceti nobili, alle riforme aperteal rinnovamento, ambito dallaclasse borghese agraria.Niccola Palma, non a caso, pro-viene da una famiglia medio bor-ghese di estrazione contadinache sfrutta a pieno le riforme av-viate nel 1806 dalla monarchiafranco-napoletana conclamanti ilpassaggio del potere economicodel ceto nobiliare alla borghesiaagraria. Profittando del risparmioaccumulato nei pregressi operosidecenni, la famiglia Palma sa co-gliere le opportunità date dallenuove leggi murattiane che, di-fatti, permettono a grandi e me-di proprietari di acquistare allasubasta dei beni appartenuti aivecchi dominatori, consistente so-prattutto in terre incolte o malecoltivate di nobili e conventisoppressi. Così i Palma si aggiu-dicano vaste estensioni di terre a Giulianova,Mosciano S. Angelo e Teramo.Giampalma Palma, papà di Niccola, avvocatoregio Economo della Diocesi e artefice princi-pe dell’istituzione del Santuario della ScalaSanta a Campli, insieme a Domenico, Michelee altre tre sorelle, è figlio di Niccola eMariantonia Di Giacomo. Amministratore deibeni della famiglia diventa lo zio Pasquale,sacerdote e saggio imprenditore agricolo. Lasua famiglia, all’epoca, è titolare di numerosi

    fondi rustici in territorio di Campli che frutta-no una ricca rendita, ma consistenti introitiprovengono anche dalla professione legale edalle dignità ecclesiastiche. Caratteristica fi-gura di patriarca don Pasquale solleva dallostato di mediocrità la famiglia Palma, incam-minandola a gran passi verso l’agiatezza.Questa situazione è favorita dal fatto che deifigli maschi di suo fratello Niccola, soloGiampalma si sposa, perché Domenico diven-ta sacerdote e Michele non prende moglie. Giampalma sposa Violante lannetti, donna dinobili origini camplesi che condivide con ilmarito le rigide regole educative e culturaliper l’educazione dei dodici figli: Teresa,Emanuele, Concetta, Edwige, Giuseppa,Niccola, Serafina, Pancrazio, Barbara,Vincenzo, Cristina (monaca proclamata beata)ed Emanuele. Quando Don Pasquale gli accorda una terzaparte dell’eredità il 30 dicembre del 1766,Giampalma trasferisce la famiglia dalla frazio-ne di Masseri a Campli, prima nel quartiere diCastelnuovo (la casa del suo precettoreMontori) e poi, nel febbraio 1797, nel quar-tiere superiore della città. Qui ha modo di af-fermare le sue doti professionali, accrescere laposizione economica e adeguare al megliol’educazione dei figli.Niccola Palma nasce a Campli il 28 luglio1777, giovanissimo mostra una singolare atti-tudine agli studi, tanto che a 14 anni ultima ilcorso di lingua latina, condotto dallo zio donPasquale Palma (Canonico Teologo dellaCattedrale di Campli). Contemporaneamentestudia matematica elementare e filosofia sot-to la guida del famoso sacerdote, pedagogo,patriota e letterato Michelangelo Cicconi(della «terricciuola di Morro» che dal 1790 al1792 insegna matematica e filosofia presso il

    seminario di Campli). Dall’abate Angeloni,dell’abazia di Corropoli, apprende la matema-tica superiore; dal barone Alessio Tulli è avvia-to allo studio della storia, della geografia edell’archeologia. Mostra anche capacità poe-tiche, tanto che è apprezzato e seguito daFrancesco Filippi-Pepe, abituale ospite in casaPalma. A soli 21 anni, circa, è iscritto fra gli ar-cadi locali col nome di Alcano Ladonio. Amatantissimo leggere e studiare, attività allequali dedica dalle 6 alle 8 ore al giorno.

    Intramezza la sua applicazione allo studio col-tivando la passione per la musica esercitando-si al clavicembalo e al canto.La famiglia Palma può considerarsi una fami-glia molto religiosa, in cui il sacerdozio è unacostante, un precetto al quale si destina nonun figlio qualunque ma il primogenito.Giampalma Palma destina, secondo questoprincipio, il suo primogenito Emanuele al sa-cerdozio e poi anche il secondogenito ma-schio Niccola, quando il primo viene a manca-re prematuramente l’11 settembre 1787, asoli 14 anni nel seminario di Ortona.Fino a 14 anni circa, quindi, Niccola studianon per il sacerdozio, ma per una culturaumanistica e generale utile per affrontare glistudi universitari e una professione nella vitacivile. Al sacerdozio volendo può anche rinun-ciare, anche perché proprio il padreGiampalma, se pur primogenito, abbandonail seminario poco prima di diventare sacerdo-te. Niccola è un giovane dal carattere gentilee dolce che sicuramente vede la vita sacerdo-tale come una sua vocazione e propizia al suopercorso di vita.A 20 anni veste l’abito talare e, contempora-neamente, nella sua casa tiene la scuola dilingua Italiana e geografia per i tre fratelliminori e per alcuni amici. Nel 1798 è a Napoliper proseguire gli studi, ma torna presto aCampli per curare il sacerdozio. Subito dopol’ordinazione sacerdotale del 2 agosto 1801,si reca ancora a Napoli dove nel 1803 conse-gue brillantemente la laurea in diritto civile ecanonico.Tornato a Campli, dopo aver rifiutato l’impie-go di Vicario generale di Capaccio (Salerno) ènominato, se pur giovanissimo, esaminatore econsultore della diocesi di Ripatransone, diMontalto e della badia Nullis di Corropoli.

    Canonico della cattedrale, nel1807, recita a Campli il panegiricoper Napoleone il Grande. Qualedeputato di Campli è ricevuto dalnuovo re Gioacchino Murat nel1808.Niccola, quindi vive la sua gioven-tù matura sullo scenario storicodella fine del Settecento, dove ilRegno di Napoli ha una classe so-ciale avanzata ma con un suppor-to politico poco diffuso rispettoalla popolazione. La rivoluzionenapoletana del 1799 non trovaalimento nella popolazione, ri-spetto a quanto avviene in quellafrancese. In pratica la rivoluzionenapoletana, alimentata da giova-ni intellettuali elitari, non trovaassenso nel popolo. SecondoCuoco, tra i maggiori storici deltempo, nel Settecento è diffusoampliamente, in una serie di fa-

    miglie, il pensiero nuovo illuminista franceseche si inserisce in un periodo di fine feudalità.Il muro di chiusura culturale si rompe con unaclasse dirigente avanzata che col cuore sta giàcon i francesi. Anche a Teramo il popolinonon capisce i nuovi intenti di concepire statoe società secondo una moderna costituzione:non è per la rivoluzione. Allora alla vista deimilitari, a cui devono provvedere anche al so-stentamento, arriva una reazione contraria,fomentata da gente che difende i vecchi inte-

    Scalinata di casa Palma a Campli, oggi della famiglia Sorgi

    Personaggi di Campli

    Niccola Palma: il profilo dell’uomo di Nicolino Farina

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    ressi, tra cui la quasi totalità del clero.L’esercito napoletano subisce una sconfitta to-tale sul piano militare, allora il Re affida la ri-scossa al Cardinale Ruffo che crea e comandal’esercito della Santa Fede, mobilitando tuttoil clero e di conseguenza tutto il popolino. Unesercito di massa formato da bande di “bri-ganti”, assai più efficaci dell’esercito regolareborbonico di Re Ferdinando IV, capace di sba-ragliare le truppe giacobine e di porre fine al-la Repubblica napoletana.Per capire la figura e le scelte di NiccolaPalma, a questo punto bisogna fare il punto eil paragone con un altro personaggio ecclesia-le di Teramo, don Donato De Donatis cono-sciuto come il “PreteBrigante”.Il De Donatis nasce nel 1761in un piccolo borgo di mon-tagna, a Fioli di Rocca SantaMaria. Nonostante il suocomportamento non è ade-guato a chi aspira al sacerdo-zio, sulla spinta dello zio donGiovanni Antonio Bilanzoladi Acquaratola, nel 1794 èordinato sacerdote con l’in-carico di parroco diPezzelle. Durante la ribellio-ne per la campagna napo-leonica, don Donato DeDonatis, insieme a donCarlo Emidio Cocchi parrocodi Fioli e Don DonatoNaticchìa di Frondarola, ru-ba e assassina facendo granbottino di denaro, oro,gioielli e argenteria, dimen-ticando il suo ministero sa-cerdotale.Secondo le cronache deltempo, don Donato si rivelapresto «uomo di poche lettere ma di moltoingegno e grande coraggio che ama dimo-strare anche col cavalcare cavalli bizzarri e in-domiti … a fare tutt’altro che il prete … sen-za segno di sacerdozio in dosso, con lascimitarra al fianco, con la bestemmia in boc-ca, corteggiatore di vili sgualdrinelle e, peg-gio ancora, di incauti giovinetti …».Il Prete Brigante, con l’appoggio del Vescovo diTeramo, si oppone con vigore ai giacobini fran-cesi, venuti a cacciare i Borboni, a conquistarel’Italia e a combattere la religione. Il DeDonatis, chiamato anche “Generale dei Colli”,come il generale Giuseppe Fontana di Penne,riunisce dei volontari col “basso popolo” del te-ramano costituendo “truppe di massa” per di-fendere la monarchia borbonica, contro l’inva-sione francese illuminista e anticlericale. PapaPio VII lo considera un eroe e lo eleva a dignitàdi Abate. Don Giacinto Tullj, storico e illustrerappresentante della Teramo di fine Settecento,lo considera «feroce immondo animale».Quando il generale Planta, umiliato e adiratonelle azioni militari, obbliga il Vescovo diTeramo a scomunicare il “Generale dei Colli”,il 10 febbraio 1799, i camplesi si rivolgonoproprio a don Donato De Donatis per risolve-re i propri “guai”. Il comandante repubblica-no della fortezza di Civitella, infatti, ha richie-sto alla città di Campli forti somme di denaro.Il De Donatis, così, interviene prontamente ri-pristinando il governo monarchico nella città,una volta dei Farnese, e obbligando i francesiad abbandonare Civitella.“All’intrepido e valoroso D. Donato-AntonioDe Donatis - generale in capo delle truppe ar-rolate in massa nella provincia di Apruzzo –Antonio De’ Bartolomei di Campli – per la pa-

    tria riconoscente offre le seguenti sue poeticheproduzioni – l’anno 1799”, questo è un ineditolibretto contenete tre sonetti e un madrigalededicato ai fatti camplesi, al De Donatis e alvalore delle truppe di massa.La famiglia Palma subisce in primis questa si-tuazione: da prima dalle truppe francesi stazio-nate a Campli, quando il general Rusca il 10 di-cembre 1798, con le minacce, costringeGiampalma a sborsare 600 ducati a titolo dicontribuzione della guerra; poi nell’estate1799, una volta ripristinato l’antico Sovrano,quando il giudice del Cantone costrinse l’avvo-cato camplese a sborsare 500 ducati al Capo-Massa De Donatis come prestito “forzoso”.

    Lo stesso Giampalma Palma, padre di Niccola,nel luglio 1799, ospita nella sua casa diCampli monsignor Pirelli, vescovo di Teramocontrario ai francesi e alla municipalità repub-blicana, reduce dall’esilio ascolano. Nonostante l’entusiasmo dei concittadini,Niccola Palma non è sicuramente un estimato-re del “Prete Brigante” capo popolo protettodalla curia teramana, rifiutando di tributareomaggio alle stesse masse sanfedistiche. Non a caso nel 3° volume della sua “Storia …”non da né lode né nome al condottiero deibriganti macchiatosi di tanto gravi delitti con-tro l’umanità. Mentre nei “Discorsi due, reci-tati nella cattedrale di Campli, in due festepatriottiche, che sono state celebrate in dettaCittà, nel corso dell’anno 1807”, è esplicita lacondanna espressa dal Palma, del brigantag-gio. Negli stessi discorsi, poi, trapela la pienaadesione alla politica napoleonica. Tali saggioratori non gli saranno mai perdonati dal ver-tice del Clero: non a caso rimane nella DiocesiAprutina senza andare oltre la dignità di ca-nonico. Tra i giovani camplesi che seguono il PreteBrigante bisogna annoverare: Muzi Gaetano,tenente nelle “masse” che partecipa alla ri-conquista della fortezza di Civitella nell’apriledel 1799; e Pancrazio Palma fratello di Niccolache nel 1799, intrapresa la carriera militare,appena diciottenne, partecipa all’assalto diAncona come tenente delle “masse” del DeDonatis, al seguito delle truppe borboniche.Non contento dei metodi del Prete Brigante,sicuramente non del tutto insensibile a certiprincipi politici di Napoleone, con l’aiuto delfratello Niccola, non rientra nel servizio mili-tare adducendo una ferita in battaglia e ri-

    prende la vita civile.Nessuno a Campli, comunque, può ignorare lagrande personalità e la vastissima cultura diNiccola. Per questo il Vescovo di CampliCrescii lo sceglie anche come maestro di teo-logia per tutto il clero, prefetto nelle risolu-zioni dei casi morali ed esaminatore pro-sino-dale. La capacità dimostrata negli ufficiesercitati lo pone all’attenzione del vescovodi Teramo Nanni, che lo nomina Canonico del-la Cattedrale Aprutina. Questa situazione loporta a trasferirsi nel 1808 definitivamente aTeramo con tutta la famiglia. Solo il fratellopiù piccolo, Emanuele rimane a Campli an-dando ad abitare a Masseri con lo zio non

    sposato Michele. Il fratello Pancrazio nel 1807sposa Irene Bibbi e si trasferi-sce a Teramo nella casa dellamoglie. Anche il fratelloVincenzo sposa una teramana,Sinforosa Ponpetti Riccanale, eacquista una casa vicino a casaBibbi.Quando Niccola diventaCanonico della Cattedrale diTeramo nel 1808, compra perse e il padre anziano una casacontigua e tra le due dei fra-telli. Le tre case sono ristruttu-rate e riunite in un unico gran-de complesso, in stileneoclassico napoletano con lafacciata imponente che ancoraoggi si ammira in Via NiccolaPalma. Prospicente il palazzo,la famiglia realizza un emicicloche ospita stalle e carrozze,oggi sostituito da un edificiomoderno. Nelle tenute diCoste S. Agostino costruisce il“Casino Palma”, un piccolo

    edificio ad uso ricreativo immerso nel verdeappena fuori il centro urbano, luogo di ritro-vo che in città fa tendenza.La casa camplese della famiglia, comunque,non viene venduta e rimane per molti anniluogo d’incontro dei fratelli Palma con gliamici e i parenti di Campli.La facoltosa famiglia Palma per prima aTeramo apre un “salotto”, luogo d’incontrodella cultura e della mondanità cittadina. Lesei finestre sulla facciata principale di PalazzoPalma danno luce ai salotti contigui in cui ri-cevere gli ospiti. La sorella Barbara, una dellepoche donne del tempo a proseguire gli stu-di, mantiene un apprezzato salotto letterario.In questo modo la famiglia Palma si integravelocemente nel tessuto culturale e nell’am-biente cittadino del capoluogo. Pancrazio, po-litico e sindaco di Teramo nel 1822, Vincenzo,direttore dei Dazi regi, e Niccola apportanonuovo vigore e linfa vitale alla vita pubblica eculturale di Teramo.Per alcuni, nel capoluogo Niccola ha un con-tatto con la carboneria, se pur sempre negatodall’interessato. Giovanni De Caesaris,nell’Archivio di Stato di Napoli, ritrova parec-chie liste di carbonari teramani: in una recan-te la data degli anni 1821 e 1822, figura il no-me del canonico Palma. Nell’elenco citato silegge: «Palma Niccola di Campli, domiciliato aTeramo, di condizione canonico; osservazioni:entusiasta nel decennio per gli occupatori, inelogio de’ quali recitò e pubblicò de’ discor-si». Evidentemente il documento è più unelenco di inquisiti che una lista di Carbonari.Il prelato camplese è un uomo della contem-poraneità, aperto al rinnovamento dei sistemisociali che affossano definitivamente il feuda-

    Salotto di Casa Palma a Teramo. Il dipinto a destra della porta è il ritratto del canonico Niccola Palma

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    lesimo, in questo senso considera i suoi discor-si patriottici, ed egli stesso si considera patrio-ta, tanto quanto la parola “patria” non impli-chi cospirazione. Non merita, perciò, laqualifica di legittimista, sia pure “galantuo-mo” attribuitogli da Vittorio Savorini nel pro-filo biografico che precede la seconda edizio-ne della “Storia …” edita da Giovanni Fabbri.Nota è la sua amicizia e la frequentazione congli esponenti politici teramani d’identici in-tenti rispetto agli avvenimenti posteriori al1815, come Melchiorre Delfico, Orazio Delficoe Vincenzo Comi; tutti illustri patrioti al verti-ce della vita provinciale del tempo.Lo spirito liberale lo porta a mostrare simpatiaper il governo napoleonico, per questo è tenu-to sotto osservazione dal governo borbonico,tanto che la polizia gli ostacola le relazionicon altri cittadini ritenuti di sentimento libera-le. Non avviso al nuovo Vescovo di TeramoPezzella, nel 1824 gli si impedisce ogni mini-stero ecclesiastico e civile, mentre nel 1827 po-co manca perché venga incarcerato.Non gli viene mai assegnata una parrocchia,per questo la sua vita religiosa si ispira a unsacerdozio non propriamente di carriera cheverte, secondo Padre Benedetto Carderi, «adun sacerdozio magisteriale e ministeriale incui l’insegnamento e la predicazione, inte-grati dall’amministrazione dei sacramenti,consentiranno e onoreranno il suo talento discrittore». Nella dedica della sua prima pub-blicazione del 1807 Discorsi due recitati nellacattedrale di Campli …, inerente la conclu-sione della campagna napoleonica nellaPrussia orientale, si definisce: «Ministro d’u-na religione ch’è tutta obbedienza alle pote-stà supreme ed il vincolo più saldo delleumane società».Nella capitale dell’Abruzzo Ultra Primo, non-ostante tutto, grazie alla sua straordinariacultura ha importanti incarichi: insegna filoso-fia e matematica nel Seminario, è membrodel Giurì di esame per la sezione delle scien-ze, è assistente spirituale e predicatore nelconservatorio di S. Carlo, è predicatore inDuomo, è consigliere scelto di Gaspare delBufalo nella missione a Teramo. Del futuroSan Gaspare diventa fraterno amico. Il vesco-vo Berrettini lo nomina Convisitatore nellesue visite pastorali. Nella Cattedrale e nella chiesa di S. Paolo diTeramo, poi, pronuncia importanti prediche edotte conferenze in occasione delle maggiorifestività religiose e degli avvenimenti civili piùimportanti. Esempi sono gli elogi funebri perMaria Carolina d’Austria, Pio VII, Leone XII,Francesco I, Maria Cristina di Savoia e il dis-corso del 31 dicembre occasione della terribi-le carestia.Per lui l’oratoria è una passione e coltiva l’elo-quenza per tutta la vita. La straordinaria pre-parazione di cultura umanistica e l’indole to-talmente religiosa, sono i naturali supportidella sua accattivante e solerte oratoria, sia ri-volta al gran pubblico, sia in forma di predica-zione elitaria (di cui ci sono pervenuti diversiesempi).Sotto l’aspetto religioso è significativo unsuo libricino di preghiere di carattere popo-lare per la pratica della Scala Santa, scrittonel 1831 per il Santuario di Campli. Le pre-ghiere sono di grande suggestione e spiri-tualità perché impregnate, nel tempo, neiluoghi e nelle vicissitudini, della Passione diGesù. Le preghiere, in poche righe, con er-meticità e semplicità, sciolgono i dogmi dellaPassione: quasi un’appassionata “sceneggia-tura” degli ultimi eventi della vita umana diGesù, una serie di flash back della Passione

    di Cristo, intramezzati da riflessioni, preghie-re e considerazioni che sono dei veri e propriinsegnamenti evangelici.Molti sono gli stampati devozionali di granspessore intellettuale, tanto che padreBenedetto Carderi scrive: «riterremmo imper-donabile omissione qualora trascurassimo ac-cennare singolarmente agli altri scritti che dis-velano oltretutto la sensibilità della sua animae della sua intraprendenza sacerdotale».L’opera più importante di Niccola Palma, per

    la quale la sua fama non è stata mai offusca-ta, è la “Storia ecclesiastica e civile dellaRegione più Settentrionale del Regno diNapoli”, realizzata in cinque volumi editidall’Angeletti dal 1832 al 1836; ristampatauna prima volta dal Fabbri dal 1890 al 1893 euna seconda volta dalla Cassa di Risparmiodella Provincia di Teramo, dal 1978 e il 1981.Si tratta dell’opera maggiore sulla storia e latradizione culturale del teramano, in quanto al-tre opere precedenti quella del Palma sono cro-nache e narrazioni con scarso rigore storiografi-co, mentre quelle scritte successivamenteabbracciano periodi troppo limitati e spesso co-stituiscono un rifacimento, diversamente strut-turato, di quanto già esposto dal canonico.La realizzazione della “Storia”, richiede alPalma un lavoro faticosissimo, durato quasiun trentennio, che lo vede reperire minuzio-samente pergamene, iscrizioni, cronache equant’altro potesse costituire valido materialestoriografico.La sua predilezione per lo studio delle patriememorie, con lunga pazienza, lo porta a rovi-stare i vari archivi parrocchiali, civili e privatidella provincia, mai visitati prima, a contatta-re amici parroci e studiosi per consulenze everifiche. Il Savorini nella premessa alla secon-da edizione della “Storia” scrive: «Ordinò, de-cifrò, trascrisse tutta quella mole di polvere edimenticate carte, e molte, anzi moltissime,portò senz’altro con sé profittando della suagrande autorità e della stima che si aveva inlui. Si giovò dei frammenti del Brunetti da luiacquistati, frugò in tutti i piccoli musei privatidi Teramo e della provincia, interpretò meda-glie, monete e iscrizioni, studiò i nostri princi-pali monumenti, e cosa veramente meravi-

    gliosa, raccolse tutto quanto da’ classici anti-chi e nostri, non esclusi i poeti, sera scritto sul-la nostra regione».Da questo minuzioso lavoro sa trarre materiaper la più importante storia della città, pro-vincia e Diocesi di Teramo, dal Tronto alVomano, dall’Adriatico ai Monti della Laga.Solo alcuni antichi documenti ritrovati a fineOttocento, non conosciuti dal Palma, oggipossono aggiungere alcune considerazioni eprecisazioni sulla storia teramana, rispetto aquanto conosciuto nella “Storia”.Il suo lavoro storico ci permette di conosceremolti documenti, alcuni ancora conservati da-gli eredi, altri nel “Fondo Palma”, presso laBiblioteca Provinciale “M. Delfico” di Teramo,altri ancora in collezioni private o andati per-duti a causa della distruzione degli archivi cheli conservavano.La sua “Storia” è divisa in cinque volumi: i pri-mi tre riportano gli avvenimenti dai tempiprima di Roma fino al 1833; il quarto è dedi-cato alle cronache degli edifici sacri, comechiese, conventi e seminari; il quinto è riserva-to alle biografie degli uomini illustri.La sua attività e la sua fama di studioso si pro-pagano oltre la provincia tanto da diventaresocio: dell’Istituto di corrispondenza archeolo-gica di Roma, nel 1831; del Reale istituto diIncoraggiamento di Napoli, nel 1835; delleSocietà Economiche di Teramo, nel 1833, e diL’Aquila, nel 1836.Oltre alla sua maggiore opera dà alle stampediversi lavori come panegirici ed elogi, opereascetiche e religiose, disquisizioni storiche earcheologiche. La sua biblioteca è tra le piùricche della città. Dà vita anche a un museod’antichità e a una raccolta di monete e me-daglie.Una decadenza fisica, causata da più disturbi,lo limita notevolmente nell’applicazione dellostudio durante gli ultimi anni di vita. Proprioin questi anni, comunque, pubblica la mag-gior parte delle sue opere.In un’inedita lettera manoscritta dal Palma,non firmata, probabilmente destinata a unmedico, un anno prima della morte, il prelatodescrive minuziosamente tutte le vicende ine-renti alla propria salute e i vari rimedi chirur-gici e medicali. Eccetto un’infezione giovani-le, gode di buona salute fino all’età di 54anni, poi, a partire dal 1831, vive con diversiproblemi fisici.Dalla lettera inedita si legge: «Tali accresci-menti di mali avvennero ai 22 agosto: e daquel giorno mi conviene guardare il letto o lasedia, poiché non è possibile star in piedi ocamminare a causa del dolore».Muore a Teramo il 20 ottobre 1840.Così ne descrivono il carattere e la personali-tà, due illustri personaggi: «La vita di NiccolaPalma - afferma il Savorini -, come quella de-gli uomini d’animo molto bono e mite, è unavita modesta e di famiglia. Tutte le sue emo-zioni, tutte le sue gioie egli ebbe nella religio-ne e nello studio, che furono i suoi ideali a cuiconsacrò la sua mente vasta e il suo cuorecandidissimo», «Egli – scrive il canonicoGiacinto Pannella – vive con i volumi dellesante memorie della patria, che con ogni stu-dio e amore seppe mettere insieme disseppel-lendo persone e cose offese da lungo e imme-ritato oblìo. Amò virtù e sapere, e solamentesapere e virtù furono le vicende della sua vita.Con questi due aromi divini, che conservanoincorrotti gli animi, condì quaggiù i suoi gior-ni operosi».La cultura teramana ancora oggi fa riferimen-to alla sua opera nella ricerca della propriaidentità.

    Ingresso del giardino pensile di casa Palma a Teramo

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    I lavori per l’ampliamento della Strada StataleAprutino-Picena (SS 81) a cura dell’Anas, pres-so il Fosso dello Stregone in contrada VillaPasso di Civitella del Tronto, hanno portato al-la luce una nuova necropoli italica. Sono almomento 11 tombe Italiche scavate e altret-tanto individuate da portare alla luce, di tipoPretuziano che vanno dal VI al IV-III secolo a.C.circa. Due tombe hanno un discreto corredo di armi,tipo punte di lancia, spade e pugnali in ferro,più vasi in terra cotta e frammenti di bacili dibronzo. Tracce carbonizzate fanno pensare aoggetti di legno nel corredo funebre. Altretombe maschili hanno come corredo uno “stri-gile” in metallo (nell’antichità greco-romana,arnese di metallo o d’osso con cui gli atleti de-tergevano la pelle dall’olio e dalla polvere do-po la lotta).Nelle tombe femminili oltre al corredo di vasel-lame e “fibule” metalliche (spille) sono presen-ti “ fuseruole” usate per la filatura.Secondo il dottor Glauco Angeletti, archeolo-go ispettore per la Provincia di Teramo, l’inte-resse per tale scoperta è quello «di conoscereche anche al di fuori della necropoli diCampovalano è possibile rinvenire reperti simi-li, che anche questi tipi di cimiteri possonoestendersi fino al confine con la provincia diAscoli».La cosa rilevante, di straordinaria importanzasono i resti di un maiale macellato, tagliato aquarti e non mangiato, adagiato sicuramentesopra una tomba. Sono i resti di un sacrificio

    funebre di rito Italico, il primo nel suo generetrovato in Abruzzo.Il maiale collocato accanto al defunto è unasorta di tributo per agevolare il passaggio ver-so l’Oltretomba, che probabilmente si ricollegaal culto di Demetra e Kore, poi diffusosi in am-bito Italico nel corso del IV secolo a.C. Pertantoi quarti di suino, cosce e costato, sono porzioninobili di carne offerte per il sacrificio celebratodopo la morte e per il banchetto immaginarionell’Aldilà.Il rito di Villa Passo, in senso lato, potrebbe ri-chiamare anche il sacrificio dei suovetaurilia (osuovitaurilia): un rito di purificazione a carat-tere anche apotropaico praticato nell’anticaRoma, ma di origine indoeuropea, con cui si in-tendeva invocare la protezione delle divinità.Consisteva nella consacrazione di un maiale(sus), di un montone (ovis) e di un toro (taurus)generalmente al dio Marte e ad altre divinità.A questo punto come non ricordare nella ne-cropoli di Campovalano la tomba femminile n.243, dell’Età del Ferro, contenente una ollacon frammenti cranici di quattro piccoli maialio i maiali allevati nel villaggio di Coccioli tre-mila e cinquecentoanni fa?Il sacrificio di maialiè documentato altre-sì nella CapuaSannitica di V-IV sec.a.C. in occasione dialcuni particolari fu-nerali e, ancora inAbruzzo, nella tom-ba 172 della necro-poli di Capestrano,sepultura di unadonna con il suo pic-colo nascituro ancorain grembo.I resti archeologici diVilla Passo ci restitui-scono reperti chepossono farci capiremeglio la ritualità ela religiosità del po-polo Pretuzio.

    La necropoli di Fosso dello Stregone originaria-mente era più estesa, ma nonostante l’evolger-si del tempo, della viabilità e dell’urbanizzazio-ne, quella oggi rimasta è utile percomprendere meglio l’estensione del pretuzio.L’antico cimitero aveva una visibilità evidenteperchè collocato su un pendio collinare, quasia marcare il confine di un territorio con l’evi-denza di alcune tombe esternamente ricoperteda un tumulo di grosse pietre. Nel sito, poi, esi-ste una specie di massicciata muraria artificialeforse con la funzione di accesso o terrazza-mento per alcune tombe. Il luogo sembra pro-prio un confine tra il Piceno e il Pretuzio, come

    ancora oggi tra l’ascolano e il tera-mano: lo stesso nome di VillaPasso (per i locali “il Passo”) do-vrebbe far riflettere.La volontà è quella di far conosce-re i reperti restaurati, insieme almaiale sacrificale, in una mostraorganizzata alla Fortezza diCivitella, prima di esporli definiti-vamente al Museo ArcheologicoNazionale di Campli. Nell’ambito dei lavori del nuovopercorso stradale si sono alternatigli archeologi Roberta Leuzzi,Debora La Gatta e Luca Cherstich.Quest’ultimo è quello che più de-gli altri ha recuperato le tombe,sotto la direzione del dottorAngeletti della SoprintendenzaArcheologica per l’Abruzzo, con ifunzionari Giampaolo Di Virgilio,Loredana Cocchi e il sottoscritto.

    Nicolino Farina

    A Villa Passo i resti archeologici di un antico rito funebre Pretuziano

    Nuova necropoli italica a Civitella

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    Il 21 aprile 2012 è una data importante per ilMuseo di Campli, sezione del MuseoArcheologico Nazionale d’Abruzzo. Dopo 24anni la struttura museale camplese, ospitatanell’ex convento francescano risalente alla fi-ne del Duecento, si è rinnovata per rendere il

    percorso espositivo più ricco e didatticamentefruibile.Il Museo raccoglie ed espone gli eccezionalicorredi funerari recuperati nel corso di qua-rant’anni d’indagini nella vicina necropoli diCampovalano.Il nuovo allestimento, realizzato grazie al

    contributo dellaFondazione Tercas, vieneora arricchito dalla presen-tazione di reperti archeolo-gici inediti e da un rinnova-to apparato didascalico eillustrativo che consenteuna lettura tematica dellediverse classi di materiali.Nei ricchi corredi sono fre-quenti le armi, gli ornamen-ti personali (spesso realizza-ti anche in materie preziosecome oro, ambra e pasta vi-trea), i bacili e le situle inbronzo e i complessi di vasifittili tra i quali compaionofrequentemente oggettid’importazione dall’areaetrusca. Sono anche ecce-zionalmente presenti carrida guerra e oggetti impor-tati dall’area celtica o dal vicino Oriente.La documentazione archeologica permette ditracciare per questa necropoli un ampio arcocronologico, che ha inizio nell’età del bronzofinale (XIII-XI sec. a.C.), conosce il suo apicedurante l’età Orientalizzante e Arcaica, perpoi concludersi nel II secolo a.C. Gli oggetti esposti consentono di apprezzareil carattere guerriero delle genti diCampovalano e la ricchezza e la raffinatezzadell’aristocrazia locale, che amava farsi sep-pellire in tombe a tumulo di grandi dimensio-ni, la cui ricostruzione è possibile ammirarenel vicino Parco Archeologico, dove è stata ri-costruita una tomba dal ricchissimo corredo.La visita al Museo, tra qualche settimana, saràcorredata da un’agile guida a stampa, an-ch’essa realizzata grazie alla generosità dellaFondazione Tercas.Se il museo è anche un centro di cultura percerti versi imperfetto, perché le opere conser-vate sono sradicate dal loro contesto origina-rio (in questo caso le tombe degli antichiPretuzi), è altrettanto vero che il suo effettodi “concentrazione” trasmette la percezionedi una storia coerente e accattivante comenessun’altra istituzione.L’effetto di “concentrazione” delle opere con-

    servate nel museo, inculca lapercezione di una storia co-erente e accattivante. La sto-ria di una narrazione di for-me, gusti, tecniche,materiali, funzioni e principidi una civiltà nella sua visio-ne più ampia. Per questiprincipi dobbiamo credere epuntare molto sui nostri mu-sei che non devono diventa-re “cattedrali nel desertodelle idee”, privi di qualsiasiprogetto culturale, ma tra-sformarsi in un’avventuradella conoscenza alimentatadall’amore e dalla cura ditutte le persone sensibili.Il Museo ArcheologicoNazionale di Campli è capa-ce di emozionare, di tra-smettere la forza evocativa

    della grande civiltà dei Pretuzi, a noi apparte-nuta. L’istituzione museale, l’unica a caratterenazionale della provincia, qualifica il nostroterritorio, per questo bisogna amarla e farlaconoscere.

    Museo Archeologico Nazionale di Campli si rinnova con il contributo della Fondazione Tercas

    Nuovi percorsi espositivi di Nicolino Farina

    La sede del Museo camplese insiste su unodegli edifici storici più antichi della città. Sitratta dell’ex convento di S. Francesco co-struito nella seconda metà del XIII secolo co-me ci testimonia un tipico elemento archi-tettonico dell’epoca: l’ingresso e le duebifore dell’originaria Sala Capitolare (oggiingresso della Sala Didattica-mostre).Il chiostro dell’antico convento fu parzial-mente demolito nel 1933 per far spazio al-l’attuale piazza.Le preziose bifore e l’intera muratura al mo-mento sono appena fatte restaurare a curadella Soprintendenza per Beni Archeologicidell’Abruzzo di Chieti, perché l’ossido di car-bonio dei gas di scarico delle auto hannodanneggiano fortemente i manufatti; inparticolare le bifore realizzate con una durapietra tufacea (probabilmente della cava diJoanella), rischiano di trasformarsi in unafragile struttura gessosa per effetto dellosmog atmosferico causato soprattutto daimotori a benzina e a gasolio.L’intero edificio, poi è stato dotato di sofisti-cate apparecchiature di sorveglianza, di sal-vaguardia e di antincendio, collocate sia al-l’interno che all’esterno della strutturamuseale.

    La sede del MuseoLe MostreIl Museo archeologi-co Nazionale diCampli, in occasioneella nuova inaugura-zione ha ospitatoanche mostre digrande interesse cul-turale, come quelladedicata ai gioielli,intitolata “Il piaceredi piacere - archeo-logia e realtà, cheha permesso un confronto tra, gioielli a ”ce-ra persa”, dello stilista Roberto Cavalli conquelli delle donne Pretuziane.In occasione della XIV Settimana dellaCultura del MiBAC il Museo ArcheologicoNazionale di Campli e il Comune di Camplihanno organizzato la mostra “Antichi PopoliAntiche Carte - il disegno della geografia”.Sono state in mostra importanti e rare carti-ne geografiche e atlanti. Cartine dell’epocaromana (ristampate dal Cinquecento in poi)confrontate con stampe di famosi cartografiveneziani, genovesi, partenopei, francesi, te-deschi e inglesi, tutte della ricchissima colle-zione cartografica di Gianni Brandozzi. Lamostra, visitabile gratuitamente, è stataesposta, fino a giugno, nei locali a piano ter-ra del Museo e in un locale di PalazzoFarnese.

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    Il caffè è certamente una delle bevande piùamate e più consumate nel nostro Paese. Macome comportarsi nel caso capiti che essoavanzi e come riutilizzare in maniera furba ifondi di caffè? Vi presentiamo alcuni suggeri-menti in proposito, che potranno esservi utilinella pulizia della casa, in cucina, nella curadella vostra bellezza e dei vostri animali do-mestici, nonché del vostro giardino fiorito.Insomma per il caffè, i suoi chicchi e per quan-to riguarda ciò che resta dopo la preparazio-ne di questa bevanda, esistono numerosi ri-utilizzi alternativi, che a volte potrebberoaiutarvi ad evitare che piccole quantità di ri-fiuti finiscano direttamente nel bidone dell’u-mido.1) Deodorante per il frigoLa polvere di caffè, come il bicarbonato di so-dio, possiede la capacità di assorbire i cattiviodori all’interno del vostro frigorifero. Vi ba-sterà riporne alcuni cucchiai in un piccolo con-tenitore per tenere a bada la formazione dieventuali odori sgradevoli, che scompariran-no quasi per magia.2) Ridurre la celluliteLe creme comunemente in vendita contro lacellulite annoverano spesso tra i loro ingre-dienti la caffeina, in grado di agire positiva-mente nei confronti della circolazione capilla-re e dei ristagni di liquidi. Potrete ottenere lavostra crema fai-da-te mescolando del caffè inpolvere con dell’olio di mandorle dolci.Massaggiate il composto ottenuto sui punticritici prima della doccia.3) Cancellare i cattivi odori dalle maniTritando dell’aglio, sbucciando una cipolla oaffettando dei porri, vi potrebbe capitare cheil loro odore si trasferisca in maniera persi-stente sulle vostre mani. Sfregatele dunquecon un pochino di polvere di caffè (anche re-cuperata da un fondo) prima di passarle sottol’acqua per risolvere il problema.4) Compost casalingoCaffè avanzato o fondi di caffè possono esse-re utilizzati per arricchire il vostro compost oil terriccio da utilizzare per le vostre piante almomento del travaso, soprattutto nel caso es-se necessitino di terreni piuttosto acidi, carat-teristica che il caffè sarà in grado di donareloro grazie alla capacità di rilasciare nitroge-no nel suolo.5) Per capelli splendentiSe avanzate del caffè, lasciatelo raffreddaree diluitelo con acqua e applicatelo sui capel-li con l’aiuto di un contenitore spray primadel lavaggio. Lasciate agire per una ventina diminuti e poi passate allo shampoo. Ripetete iltrattamento una volta alla settimana per ot-tenere risultati sempre migliori. Il trattamen-to, se effettuato regolarmente, potrà regalareai capelli delicati riflessi color caffè.6) Tintura naturaleDel caffè molto forte potrà essere utilizzatoper la tintura di stoffe e tessuti in lino o in co-tone, che dovranno essere lasciati immersi nelliquido, con aggiunta di acqua e portato adebollizione, per una notte. Il trattamento po-trà essere ripetuto a seconda della tinta che sidesidera ottenere.7) PortaspilliUna piccola quantità di caffè in polvere o deichicchi di caffè potranno essere utilizzatiper comporre l’imbottitura di unportaspilli realizzato a mano con degli scam-poli di stoffa recuperati. Il caffè proteggerà

    inoltre i vostri spilli ed aghi dalla ruggine.8) Pulizia del caminettoLa rimozione della cenere dal caminetto puòessere facilitata cospargendo su di essa deifondi di caffè che vi faciliteranno nella sua ri-mozione facendo in modo che essa non si sol-levi al momento di agire con secchio e palettao con l’aspirapolvere.9) Scrub naturalePotete realizzare uno scrub naturale per ilcorpo, che vi aiuterà nella rimozione delle cel-lule morte, mescolando un cucchiaio di caffèin polvere e mezzo cucchiaio di olio d’oliva.Amalgamate e massaggiate sulla pelle primadella doccia.10) Allontanare le formichePer allontanare le formiche dai punti di entra-ta della vostra casa, cospargete al suolo

    dei fondi di caffèprecedentemente lasciatiasciugare. Potete fare lo stesso nelle vicinanzedel formicaio, anche versando direttamentedel caffè. Il suo odore dovrebbe scoraggiarle.11) Fertilizzare le pianteLe piante che amano suoli acidi vi ringrazie-ranno se cospargerete nelle vicinanze delleloro radici dei fondi di caffè usati. Potete uti-lizzate inoltre i rimasugli di caffè rimasti nelletazze, dopo averli diluiti. I nutrienti presentinel caffè favoriscono la crescita e la fiorituradi azalee, rododendri e cespugli di mirtilli.12) Detergente abrasivoPotrete trasformare del comune detergenteper i piatti in una crema abrasiva da utilizzareper la pulizia di superfici dure o per rimuove-re lo sporco ostinato da pentole e fornelli. Vibasterà aggiungere del caffè in polvere, an-che già utilizzato e lasciato asciugare, ad unapiccola quantità di detersivo ed amalgamareprima dell’uso.13) Deodorante per autoSe amate l’odore del caffè, potete realizzareun prodotto fai-da-te deodorante e profuma-to per l’auto utilizzandolo per riempire unpiccolo sacchetto realizzato recuperando deltulle o il tessuto di vecchi collant.14) Coltivare funghiMolti non ne sono a conoscenza, ma i fondi dicaffè possono essere utilizzati per la coltiva-zione dei funghi, pratica che la start-up cali-forniana Bttr Ventures ha trasformato inun vero e proprio business sostenibile. Deisemplici kit per l’autoproduzione difunghi che si avvalgono dell’utilizzo di fondidi caffè sono acquistabili online.15) AntipulciI fondi di caffè sono considerati un ottimo re-pellente per le pulci. Potranno essere strofina-ti sul pelo del cane dopo il bagno. Il pelo do-vrà essere spazzolato una volta asciutto.L’odore dei fondi di caffè sarà molto meno fa-

    stidioso di quello di molti comuni antipulci.16) Pulizia degli scarichiI fondi di caffè possono essere diluiti in acquae versati lungo gli scarichi di lavandini, vascheda bagno e wc in modo da assicurare la loropulizia e da tenere a bada la formazione dicattivi odori persistenti.17) Conservare lo zucchero o il saleUna manciata di chicchi di caffè potrà esseredisposta sul fondo della zuccheriera o del ba-rattolo in cui conservate lo zucchero in mododa prevemire la formazione di una eccessivaumidità. Un analogo suggerimento vale an-che nel caso del sale.18) Nutrire i lombrichi della vostra compostieraSe avete deciso di realizzare una compostierada balcone che per la formazione del compostsfrutti l’azione dei lombrichi inseriti all’internodi essa, non abbiate timore di gettarvi i vostrifondi di caffè. Pare infatti che i lombrichi li ap-prezzino parecchio e che grazie ad essi possa-no aumentare la propria efficienza.19) Cancellare i graffi dai mobiliSe possedete dei mobili o dei serramenti in le-gno scuro che appaiono irrimediabilmentegraffiati, provate a immergere un panno odun pennellino in una tazza di caffè solubile ead utilizzare la bevanda come una tintura na-turale finché la parte graffiata riprenderà unatonalità il più possibile simile a quella dellasuperfice circostante.20) Ingrediente segretoUtilizzate il caffè come ingrediente segreto incucina per la preparazione di granite, sorbet-ti, torte casalinghe, creme, biscotti e dolci divario tipo. Regalerete ad essi un inaspettatotocco in più. C’è chi ha provato addirittura adutilizzarlo come ingrediente inaspettato nellapreparazione del risotto. Sperimentare nuovericette non guasta mai!

    Fonte: greenme.it di Marta Albé

    Come riutilizzare in maniera furba i fondi di caffè

    20 usi alternativi del caffè

    Tanti auguri don Antonio Don Antonio Mazzitti arcidiacono dellaParrocchia della Cattedrale di Santa Mariain Platea di Campli ha festeggiato sessan-t’anni di sacerdozio, circondato dall’affetto-della comunità dei fedeli e della famiglia.Campli Nostra Notizie augura a donAntonio di camminare ancora per lungotempo per la strada dell’evangelizzazioneche lo ha sempre distinto.

  • C N N Anno X - Numero 47 Speciale estate 2012 pagina 15

    La Stevia, una pianta della famiglia dei crisan-temi (Asteracee) originaria del Paraguay, pre-senta delle foglie che hanno un potere dolcifi-cante quaranta volte superiore a quello dellozucchero. La “Stevioside” estratta dalla piantaè, a sua volta, trecento volte più dolcificantedello zucchero con zero calorie! Gli indiani Guaranì utilizzaronoquesta “erba dolce” fin dai tempiprecolombiani per dolcificare laloro bevanda principale, il màte. Questa pianta, per il grandissimopotere dolcificante delle sue fo-glie, attualmente è coltivata ecommercializzata in Paraguay, inMessico, in Brasile, in Giappone - dove è pre-sente nel 50% dei prodotti dolcificanti - inCina, in Malesia e in Corea del Sud, è usata co-me complemento alimentare negli Stati Unitima è... proibita in Europa. Le sue foglie sono lasciate seccare per esserepoi ridotte a una polvere più o meno raffina-ta, che può essere verde o bianca. Il suo suc-cesso commerciale in quei paesi è dovuto algrande potere dolcificante conferitole dalcomposto molecolare “stevioside” che rappre-senta all’incirca il 10% della materia secca del-la pianta.Per la Commissione Europea la Stevia , “piantae foglie secche”, non può essere messa sulmercato come “alimento o ingrediente ali-mentare” o come edulcorante, non per unasua presunta tossicità, ma per mancanza di da-ti disponibili, anche se nulla ne vieta la com-mercializzazione come pianta ornamentale.In pratica, la decisone della Commissione haportato ad un quasi totale abbandono dellevarie iniziative in favore della Stevia in Europae in particolare di un programma di col