Camminiamo Insieme 09-2014

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CAMMINIAMO INSIEME Bollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi Settembre 2014 - n. 391 pro manuscripto

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CAMMINIAMOINSIEMEBollettino della Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereolo - Lodi

Settembre 2014 - n. 391pro manuscripto

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Poiché tutto tace, a me ancora il com-pito di iniziare, insieme con voi, un nuovo anno pastorale per il no-stro bene e perché la nostra comunità parrocchiale con-tinui con sempre nuovo slancio la

sua missione a favore del nostro quartiere. Noi infatti viviamo e siamo chiamati a spenderci proprio per questi due scopi. Per noi l’impegno consiste nel diventare sempre più santi, per la nostra comunità nel continuare a rendere visibi-le e credibile l’amore del Signore. Guardando a questi due impegni dobbiamo dire che

NON C’E’ NIENTE DI NUOVOPer quanto riguarda noi stessi, dobbiamo dire che ogni anno che passa ci è donato dal Signo-re, perché abbiamo a diventare quello che sia-

mo per grazia di Dio. Noi infatti in forza del Battesimo siamo santi, ma non basta averlo ri-cevuto un giorno. Gli anni di vita che ci sono donati devono servirci a far sì che questo germe di santità trasfiguri tutta la nostra esistenza. In una parola siamo chiamati, giorno per giorno, a diventare santi nel nostro stile di vita, e cioè nel rapporto con Dio nostro Padre col lasciarci amare e amandolo sempre di più, nel rapporto con noi stessi cercando di vivere sempre da figli, nei rapporti con gli altri cercando la vera fra-ternità, in quanto sono nostri fratelli e sorelle. Ogni anno quindi dovrebbe servirci a crescere in santità di vita per essere pronti, quando Dio vorrà, per la gioia che non conosce tramonto: il paradiso. Per quanto riguarda la comunità parrocchiale dovrebbe, ogni anno che passa, divenire sem-pre meglio un segno vivo e concreto, amabile e soprattutto significativo, dell’amore della santa Trinità per tutto il quartiere. E questo per la co-munità vuol dire servire spiritualmente coloro che frequentano, ma essere segno dell’amore di

E COSI’ INIZIAMO UN NUOVO ANNO PASTORALEdi don Giuseppe Raimondi - parroco

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Dio per tutti i sanfereolini che per diversi moti-vi non la frequentano o appartengono ad altre religioni.

MA TUTTO E’ NUOVOPer chi crede veramente nel Signore Gesù, il vivere un nuovo anno pastorale non vuol dire sobbarcarsi la stessa sinfonia noiosa e stancante degli anni passati. Se lo si vede e lo si vive così, è segno che si è capito poco o nulla della vita in genere e soprattutto della vita cristiana. Per la fede che portiamo nel cuore, per l’amore che nutriamo per il Signore Gesù, ogni anno pasto-rale che iniziamo dovrebbe farci sussultare di vera gioia, potenziare la speranza cristiana, farci crescere nell’amore verso il Signore, la sua Chie-sa e verso i fratelli. In tutto questo sta la vera e sempre nuova novità cristiana. Il cristiano infat-ti è chiamato ogni anno, e di conseguenza ogni giorno, a inabissarsi nella stessa novità di Dio. Più ci si sprofonda spiritualmente in Lui più si scoprono cose nuove, si vive la vita nuova, si cammina verso il meglio che un uomo e una donna possano desiderare.

QUESTA NOVITA’ CI MANCASe non percepiamo e soprattutto se non viviamo questa novità spirituale che ogni nuovo anno pastorale ci porta, è segno allora che siamo vec-chi nel profondo del nostro cuore. Ciò che dà origine a questa vecchiaia anche se siamo gio-vani, sta nel fatto che la fede cristiana non ci

Inizieremo l’anno pastorale con la S. Mes-sa nel cortile dell’oratorio alla presenza dei fedeli e di tutti i gruppi impegnati in parrocchia. Nell’aprire il nuovo anno pa-storale invocheremo l’aiuto del Padre che vuole vederci figli uniti e impegnati a cre-dere, a sperare e ad amare. E’ infatti da Lui che aspettiamo la forza per rinnovarci, ma anche per dare sempre più un volto nuovo alla nostra comunità parrocchiale.Insieme all’aiuto del Signore non deve però mancare la nostra buona volontà. Lui infatti non si sostituisce mai alle nostre re-sponsabilità.

Domenica 21 Settembre - ore 10

APERTURA DELL’ANNO PASTORALE

San Fereolo, viale Europa

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La nostra parrocchia in tutti questi anni ha sem-pre svolto, ogni anno, un suo particolare pro-gramma pastorale. Mentre viviamo continua-mente il mistero della nostra salvezza, abbiamo ogni anno o focalizzato un aspetto della nostra fede o approfondito i diversi doni che il Padre celeste, il suo Figlio Gesù e lo Spirito Santo non si stancano mai di offrirci per la nostra vita spi-rituale di figli. Dopo gli anni in cui ci siamo soffermati a instaurare nella comunità, ma so-prattutto ad assumere come singoli fedeli, un vero spirito evangelizzatore per essere al servi-zio del quartiere secondo la volontà del Signore Gesù, siamo passati poi ad approfondire i doni dei sacramenti. Nell’anno della fede abbiamo ri-visitato il dono del Battesimo, scoprendo così la bellezza di essere figli di Dio. Siamo poi passati a prendere coscienza dell’Eucarestia: nell’anno che abbiamo appena concluso ci siamo resi con-to che il Signore Gesù ci vuole coinvolti sempre più nel suo mistero di salvezza per crescere e maturare nella fede, nella speranza e nella ca-rità. Terminato quell’anno di grazia, vogliamo impegnarci a scoprire, per poi vivere, un altro dono di Dio nostro Padre. Quale?

IL DONO DELLO SPIRITO SANTOCon questo nuovo programma pastorale in-tendiamo riesaminare l’ultimo dono che fa dei battezzati dei cristiani maturi. La Cresima, con il dono dello Spirito Santo, rende maturi, com-

dice più nulla, è sopportata, il Signore sembra scomparso. La speranza cristiana è sepolta, non ci fa più alzare benevolmente e gioiosamente gli occhi al cielo, non ci fa attendere più nulla di bello. L’amore, sia verso il Signore che verso fratelli, si è inaridito e non si è più capaci di sen-tire sussultare il cuore fino a piangere di gioia per aver conosciuto maggiormente l’amore del Padre e per aver scoperto che chi ci sta accanto non è un nemico, ma un fratello.

CI AIUTI IL SIGNOREConsapevoli che non sarà facile far tesoro del nuovo anno pastorale per la crescita della nostra vita spirituale e per una missione sempre più si-gnificativa della nostra comunità parrocchiale a favore del quartiere, ci affidiamo al Signore e alla nostra Maria Bambina. Con loro non dob-biamo temere. Essi sono più di noi interessati e impegnati al nostro vero bene e alla missione della comunità parrocchiale. Da parte nostra apriamo ancora una volta il cuore al Signore che non si stanca mai di com-piere meraviglie in chi si abbandona totalmente a Lui con fiducia e amore.

San Fereolo, piazza Omegna

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pleti, perfetti i figli di Dio. Dopo questo dono di grazia, il battezzato non ha più niente da ri-cevere per essere un vero cristiano. Avrà certo bisogno della misericordia del Signore nel sa-cramento della Penitenza, ma questo sarà per correggere i suoi errori e quindi per rimettersi di nuovo in armonia con Dio Padre. Potrà aver bisogno, secondo la propria vocazione cristiana, dei sacramenti del Matrimonio o dell’Ordine. E infine di quello dell’Unzione degli ammalati per essere in grado di affrontare l’ultima battaglia della vita.Il dono dello Spirito è quindi un grande dono, che noi non sempre prendiamo seriamente in considerazione.

VOGLIAMO CONOSCERLONon deve sembrare strano a nessuno se diciamo a questo proposito che noi tutti, del dono dello Spirito, sappiamo poco o nulla. Non conoscen-dolo, non ne facciamo tesoro. E così la nostra vita spirituale di figli di Dio rimane povera, non ha slancio, non cresce in santità. Ecco allora il nostro primo e fondamentale impegno: cono-scere lo Spirito. Sotto questo aspetto avremo l’opportunità di partecipare ai Centri di Ascolto della Parola di Dio che avranno come tema il dono dello Spirito Santo. Ogni mese il nostro bollettino parrocchiale riporterà degli articoli su questo dono. Le catechesi che terremo al grup-po adulti, pensionati e anziani avranno sempre come tema la vita cristiana sostenuta, animata e guidata dallo Spirito Santo. Come già abbiamo fatto in questi anni del Battesimo e dell’Eucare-stia, vivremo su questo tema dei momenti par-ticolari sia in parrocchia che nelle iniziative di evangelizzazione del quartiere. Altre iniziative pastorali nasceranno poi dalla buona volontà di tutti, consapevoli che in tutti parlerà questo

dono del Padre, il quale nella sua bontà ce le indicherà.

PER VIVERE VERAMENTE L’obiettivo di questa fatica pastorale è appun-to quello di aiutare tutti a conoscere lo Spirito Santo per vivere veramente in pienezza la vita cristiana. Infatti Dio Padre non ci vuole come figli anchilosati, ma pienamente realizzati. Non ci vuole figli a metà, ma pieni di vera vita. Nem-meno tristi e rassegnati sotto il peso della soffe-renza e della croce, ma sereni e ricchi di speran-za. Non deboli e flosci, ma forti della sua stessa fortezza. Con questo lavoro pastorale noi desi-deriamo quindi dare alla nostra vita il suo vero senso, infonderle la sua vera speranza, renderla forte per vivere ogni avversità, ma anche aprir-la a sempre nuovi orizzonti. Siamo più che mai convinti che la bellezza della vita stia tutta qui.

IMPEGNIAMOCI TUTTIAll’inizio di questa nuova fatica pastorale, che facciamo ancora e ben volentieri, perché noi crediamo fermamente nel suo frutto, sentiamo il dovere di invitare tutti a non aver paura di coinvolgersi in questa proposta pastorale. Se ci coinvolgeremo seriamente e con costanza, ne ricaveremo frutti abbondanti. Diciamo questo perché ne siamo convinti fermamente. Il Signo-re infatti non obbliga, e nemmeno il parroco. Sappiamo però che tutto questo è ciò che vuole il Signore. Infatti ci ha detto: “Siate santi, per-ché io sono santo”. Ha però detto anche: “Senza di me non potete far nulla”. Ci ha detto inoltre: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. A noi allora il dovere di rispondergli e di sperimentare la sua gioia che ha il potere di riempire veramente il nostro cuore.

IL NOSTRO NUOVO LAVORO PASTORALE

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L’estate non è solo tempo di evasione, ma offre anche momenti di crescita sia nel corpo che nel-lo spirito. Gli oratori infatti, attraverso esperien-ze più che mai significative, aiutano i ragazzi e gli adolescenti a crescere nella fraternità e nella vita spirituale. I numerosi Grest e i campi scuola offrono questa felice possibilità. Anche il nostro oratorio non è da meno di tanti altri.

IL NOSTRO GREST Quest’anno ha avuto un aumento di presenze. Siamo contenti. E’ un segno, e lo speriamo vera-mente, che i genitori abbiano scelto il loro ora-torio per i figli. Siamo infatti convinti che se i figli frequentano il loro oratorio sia per la cate-chesi, sia per la vita oratoriana, sia per lo sport, vivono la parrocchia senza saperlo, crescono in-sieme ai loro amici di caseggiato e di quartiere.

Un’uscitaIl nostro Grest ha realizzato anche un’uscita speciale per un’esperienza particolare e per un incontro con una persona singolare. I ragaz-

zi sono andati a visitare la libreria delle Suore Paoline e poi hanno avuto un incontro con le suore e con alcune animatrici nel giardino del nostro Vescovo. A un certo momento è sceso anche lui, il Vescovo. E’ stato bello vedere come tutti si sono trovati bene insieme. Basta guarda-re la foto a destra.

A S. AngeloE’ possibile fare il Grest in parrocchia perché ci sono le forze disponibili. Il sacerdote da solo non è sufficiente. Ecco allora la necessità di un gruppo animatori. Sono validi adolescenti che con pazienza e con buona volontà, sotto la gui-da di don Roberto, organizzano giochi, seguo-no i ragazzi in piscina e nelle diverse uscite. Si divertono i ragazzi, ma anche loro. E così un giorno sono partiti con due pullman di ragazzi per la Festa Grest a S. Angelo. Riportiamo qui il loro volto luminoso (foto sotto) e pieno gioia alla festa Grest.

Pensieri & parole sull’esperienza del Grest (da “Il Cittadino”)

CRONACHE ESTIVE

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Mi permetto il lusso di prendermi questo spazio per mettere un po’ di ordine tra i tanti pensieri che mi frullano in testa. Qua e là spuntano al-cune immagini particolarmente significative che voglio condividere con voi.La prima riguarda senza dubbio i bambini, in particolare quelli che per la prima volta parte-cipano all’esperienza del Grest. Il primo gior-no girano disorientati per l’oratorio, cercando magari il viso di qualche compagno di classe, stentano a staccarsi dalla gonna della mamma o della nonna che li ha accompagnati, qualcu-no versa qualche lacrima. Quando tre settimane dopo li saluti, ti sembra davvero che anche un tempo così breve li abbia aiutati a crescere un po’: sono molto più tranquilli e sicuri, hanno preso confidenza con l’ambiente che li circonda, si sono buttati nei giochi e nei balli del Grest (anche i maschietti più reticenti!), si portano a casa tanti sorrisi, ginocchia e gomiti sbucciati, sudore e nuove amicizie.Il secondo fotogramma ritrae gli animatori (per-mettetemi: i miei animatori!) dietro le quinte dello spettacolo finale, nell’attesa di andare in scena. Emozionati, tesi, tutti presi a preparare i costumi dei bambini, gli oggetti di scena, a ri-passare battute e passi dei balli. “Totali” come solo gli adolescenti sanno essere: non conosco-no mezze misure, ti danno il 200% o niente;

devi passare la giornata a scuoterli, poi all’im-provviso diventano vulcanici e devi arginarli; una cosa è magnifica o è una tragedia. Il Grest è una bellissima opportunità per passare del tem-po con loro, conoscerli meglio, coltivare i rap-porti…non sprechiamo l’occasione! La terza immagine è quella di una mamma che ci ringrazia per la bella esperienza che i suoi bambini hanno fatto al Grest. È una mamma egiziana, musulmana. Mi ha confidato che al-cune sue conoscenti le avevano sconsigliato di mandare i bambini, perché al Grest si prega, ma lei ha scelto di iscriverli comunque e ne è sta-ta molto felice. I nostri Grest ormai sono anche multiculturali e interreligiosi: possiamo fare in modo che i ragazzi crescano sapendo che vivere insieme in pace e rispettandosi reciprocamente è possibile!Il quarto fotogramma non è spensierato e alle-gro come gli altri. Si tratta di un ragazzo che sta seguendo la partita di calcio dei suoi com-pagni dall’esterno dell’oratorio, aggrappato al cancello. È uno di quei ragazzi che definiremmo difficili, ha partecipato al Grest la prima setti-mana, poi ci sono stati problemi e di comune accordo si è deciso che era meglio che rimanesse a casa. Forse pensava di essere troppo grande per il Grest, ma il fatto che se ne stia appeso al cancello mi convince che forse a casa o in giro

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per le strade non si diverte poi molto…Situazioni come questa, come tante altre anche peggiori, complicate e a volte anche drammatiche, fanno riflettere. Qualcuno sostiene che i nostri Grest somiglino sempre più a dei centri sociali. Io pre-ferisco credere che per tanti bambini siano oc-casione di fare, almeno per tre settimane, una vita serena in un contesto pulito, normale, ricco di valori positivi… anche se significa per noi un impegno maggiore, perché questi bambini spes-so sono difficilissimi da gestire e faticano a stare insieme agli altri.L’ultima immagine è quella di un gruppo di una settantina di bambini e animatori che passano per le vie del centro di Lodi. Tutte le persone che vedono passare quel corteo colorato e rumoro-so sorridono e salutano. Ecco, il Grest è anche questo: siamo una testimonianza, un segno per tutta la comunità! Il Grest di quest’anno ci ha fatto riflettere su quanto sia bello aprire la pro-pria porta agli altri, condividere e impegnarsi per rendere migliore il mondo in cui viviamo. Vogliamo che tutti possano dire che “al Piano-

terra la vita è bella”!

I CAMPI SCUOLAI campi scuola sono un’altra esperienza comu-nitaria di grande valore. Realizzati lontano da casa e vissuti assieme in gioiosa fraternità, in momenti non solo di svago nelle diverse pas-seggiate, ma anche di riflessione e di preghiera, lasciano un segno di bene nel cuore di chi vi partecipa.

Il campo dei ragazziEcco quanto hanno scritto per il campo scuola delle medie Marta Santagostino e Gaia Colladio.Il campo scuola aveva come tema la Chiesa e in questa settimana abbiamo parlato delle sue parti. Abbiamo fatto anche diverse passeggiate come quelle al Lago Loz e al Lago Blu. Abbiamo visto da vicino il monte Cervino e, per salirci, abbiamo usato l’ovovia. In queste escursioni ci hanno sempre accompagnato i due “don” (don Roberto e don Marco) le due suore (suor Agnese e suor Anna), la novizia Laura, gli animatori

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Erik, Cesare, Riccardo e il seminarista Ernest. Ogni giorno abbiamo svolto attività ogni volta diverse, incentrate sulla generosità, sul donare

prima di ricevere, suoi nostri pregi e sui nostri difetti e sulle persone a cui vogliamo bene.In questa settimana abbiamo alloggiato al “Villa del Seminario” di Aosta in Valtournanche, in stanze da quattro, e ci siamo trovate benissimo. Poi un giorno è venuto a trovarci il Vescovo, Monsignor Giuseppe Merisi, abbiamo pranza-to insieme a lui e abbiamo celebrato la Messa. Grazie a questa nuova esperienza abbiamo fatto molte nuove amicizie importanti. Ma la cosa più importante è che ci siamo divertite tantissimo (foto a sinistra)!

Il campo degli adolescentiPer queste nostre speranze è stata realizzata un’esperienza particolare. Una casa in mezzo alle colline marchigiane ha ospitato l’esperienza estiva del gruppo adolescenti. Sedici giovani ra-gazzi, accompagnati da don Roberto e da alcuni adulti, hanno vissuto l’esperienza di un campo estivo un po’ diverso dal solito, così come già da qualche anno stiamo sperimentando(foto sotto). Otto giorni di visita ad alcuni luoghi significati-vi nei dintorni di Macerata: l’abbazia di Fiastra, piccolo gioiello con il suo parco naturale, la cit-tà di Camerino, sede della prestigiosa universi-tà, il santuario di Loreto per una piccola sosta spirituale, tanto per citare alcuni dei luoghi che

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hanno accompagnato la nostra esperienza. Senza dimenticare un tuffo al mare per qualche momento di meritato relax.Un clima molto bello arricchi-to da momenti di preghiera e riflessione a partire da alcune pagine degli Atti degli Aposto-li che aiutano sempre a pensa-re alla Chiesa e al nostro impe-gno di cristiani.Un grazie particolare agli adulti (Sergio, Silene, Cinzia e Patrizia) che ci hanno accudi-to con prelibati piatti e tanta attenzione e cura, e un arrivederci al prossimo anno per scoprire qualche altra perla del nostro paese, nella bel-lezza di condividere in amicizia qualche giorno che rimarrà sempre dentro al cuore.

ANCHE NOI ALLA CAGNOLALa nostra parrocchia vive sempre svariati mo-menti di amicizia e di vera fraternità con tutti. E’ toccato a un gruppo di giovani - adulti par-tecipare ai “giochi senza frontiere” organizzati per gli ospiti della “casa circondariale” di Lodi.Come parrocchia non vogliamo dimenticare nes-suno. Se appena ci viene chiesto qualcosa per il

carcere, subito vi rispondiamo generosamente. Molto spesso purtroppo non sappiamo cosa fare. E così questa volta siamo andati a giocare alla Cagnola. Riportiamo qui sotto la foto. Tra i par-tecipanti si vedono molto bene numerosi sanfe-reolini felici e contenti dell’esperienza fatta.

I PENSIONATI A BELLARIADa alcuni anni si ripete l’esperienza comunita-ria di vacanze a Bellaria. Si è trattato di una settimana di serenità in fraterna compagnia. Il posto è sempre bello, la cucina ottima. Durante le giornate sono stati ricordati, nella celebrazio-ne delle Messe, tutti coloro che in questi ultimi anni avevano partecipato e che ora ci guardano dal cielo.

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Per chi crede e vuole veramente realizzare la sua vita, si tratta di un vero tesoro. Di che cosa si tratta? Dei Centri di Ascolto della Parola di Dio. Qualcuno dirà subito che non ser-vono per la nostra vita. E’ vero! Se pensiamo che per la vita sia neces-sario soprattutto avere i soldi, una buona salute, non avere problemi, dobbiamo dire che i Centri di Ascolto della Parola di Dio non servono. In-fatti non danno i soldi e nemmeno ci insegnano ad au-mentare il conto in banca. Non ci allontanano le malattie, non risolvono i problemi quotidiani della vita, ne siamo più che mai convinti. E tut-tavia diciamo che sono un tesoro. Per vederli sotto questo aspetto dobbiamo guardarli con uno sguardo particolare e soprattutto parteci-parvi fedelmente.

PER VEDERLIOccorrono degli occhi speciali, ma anche una sensibilità particolare. Queste qualità sono pos-sibili a tutti, ogni uomo le porta nel profondo del suo cuore. Le ha impresse Dio con il dono della vita. Sono state poi riqualificate e poten-ziate con il dono dello Spirito ricevuto nel Bat-tesimo. Si tratta allora di avere un cuore aperto alla grazia e soprattutto occhi pieni di fede per vedere tante cose belle della vita cristiana e, in questo caso, considerare i Centri di Ascolto del-

la parola di Dio come veri tesori per la nostra vita. E’ necessario superare la superficialità e l'egoismo che ci fanno ritenere inutili o anche

solo secondari gli aiuti che Dio Padre continuamente ci offre per la nostra crescita spirituale.Nella misura in cui supereremo que-sti ostacoli, noi potremo vedere i Centri di Ascolto come veri tesori che, mentre ci fan-no crescere nella fede cristiana, ci aiutano a scopri-re quanto siamo

amati da Dio e come la nostra vita possa diven-tare sempre più bella e significativa.

SONO UN VALIDO AIUTOSe partecipiamo a questi Centri di Ascolto e ci lasciamo raggiungere dalla Parola di Dio che in essi viene annunciata e sulla quale si riflette co-munitariamente, noi scopriamo il volto di Dio e veniamo a conoscere il suo progetto d’amore,

Ritornano i Centri di Ascolto

C’E’ UN TESORO PER TUTTI

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Vogliamo iniziare i nostri incontri sulla Parola ritrovandoci tutti insieme da-vanti al Signore per chiedergli aiuto per questa nostra crescita spirituale.Invocheremo quindi lo Spirito Santo perché ci illumini, ci sostenga e ci tra-sfiguri in Cristo Signore.

Domenica 21 settembre ore 16,30

Incontro per i partecipanti ai Centri di Ascolto

su ciascuno di noi e sull’umanità. Tutto questo porta senz’altro a esultare nel cuore, ma anche a vivere in un modo diverso, cioè da veri figli di Dio E oggi abbiamo più che mai bisogno di questo slancio e di questa visione della vita. Proprio perché non ci lasciamo plasmare dalla Parola di Dio, noi siamo poveri, non gustiamo il dono della vita e tantomeno gioiamo di essere cri-stiani. Quanto più ci allontaniamo da Dio, tanto più cresce il nostro disagio interiore e speri-mentiamo quanto sia dura la fatica del vivere quotidiano.

CI VUOLE PERO’ PAZIENZAPartecipando agli incontri dobbiamo però dire che i frutti che intendono offrire richiedono pa-zienza. Il Signore non si può conoscere in un attimo, i suoi doni non si comprendono in un batter d’occhio e tantomeno si è in grado di ac-coglierli velocemente.Ci vuole tanta buona volontà che si concretizza in molta costanza e quindi in tanta pazienza. Il Signore infatti nella sua opera educativa non ci offre delle buone caramelle, ma richiede fatica e continuità.I frutti senz’altro verranno, perché il Signore è il primo a volerceli dare e perché cerca sempre il nostro vero bene.

PARTECIPIAMOEcco allora l’invito che non ci stanchiamo mai

di rivolgere a tutti i fedeli del-la parrocchia. Se occorrerà superare fatica e stanchezza, non scoraggiamoci: i frutti verranno. Ce lo assicura il Si-gnore stesso quando dice che la sua parola è come la neve e la pioggia che scendono dal cielo e poi di nuovo risalgo-no a lui compiendo nella terra il loro dovere. La sua parola quindi scenderà adagio adagio e porterà senz’altro quei frutti che lui stesso desidera offrirci per la nostra vita di figli.

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A CHE SERVE LA CARITAS PARROCCHIALE?Siamo convinti che molte persone, oltre a non conoscere tutto il lavoro che la Caritas fa con-tinuamente in parrocchia, non sanno nemmeno perché esista.La maggior parte di loro la vede solo nell’aspetto umanitario, di aiuto concreto. Anche questo è vero, ma non è la motivazio-ne più profonda e significati-va. Siamo infatti convinti che nella misura in cui si cono-scono i veri motivi della sua esistenza, si è poi capaci di vederne la necessità e soprat-tutto di farne tesoro. E voglia il cielo che si decida anche di aiutarla nel suo servizio.

E’ UN SEGNOLa Caritas, sia in una parroc-chia che altrove, è in primo luogo un segno, e come tale vuole indicare, manifesta-re, far vedere, senza tanta pompa, ma anche educare al valore della carità frater-na, all’amore reciproco. Poiché stiamo parlando della Caritas parrocchiale dobbiamo allora dire che è il segno vivo e concreto della comunità a favore di tutti, ma in modo particolare dei pove-ri, dei bisognosi, degli ultimi.Per comprendere quindi il motivo della sua esi-stenza e del suo servizio dobbiamo salire più in alto.La Caritas non è un ente a sé stante, essa nasce, vive e opera per conto della Parrocchia.

LA PARROCCHIAInfatti la parrocchia è nel quartiere il segno vivo dell’amore di Dio per tutti i suoi figli. Essendo

figli del Dio che è amore, essi devono crescere sempre più nel reciproco amore, nell’aiuto vi-cendevole. In una parola devono, sia singolar-mente che comunitariamente, manifestare e far vedere il volto d’amore del loro Padre. E’ questo un compito non sempre facile, ma oltremodo

fondamentale. Se non si vive la carità, se non ci si aiuta vicendevolmente, se non si cresce nella fraternità, non si è né cristiani e nemmeno la comunità del Signore. Lo leggiamo molto bene nella prima lettera di S. Giovanni apostolo: “Chi è generato da Dio, ama i fratelli. Chi non ama non è generato da Dio”. E noi tutti siamo stati gene-rati da Dio mediante il Bat-tesimo. Se quindi ci manca questa fraternità, quest’aiuto vicendevole, specialmente verso i poveri e gli ultimi, non siamo in comunione con il Padre, non diciamo nulla

del suo amore a chi ci vede e la comunità non è segno del suo amore.

PER EDUCARE ALLA CARITA’Il primo e fondamentale compito della Caritas è quello di educare i fedeli, ma anche chi appar-tiene ad altre confessioni, alla fraternità e all’a-iuto vicendevole. Tutti dobbiamo essere educati. In questo non saremo mai perfetti. Il modello dell’amore è Dio stesso. Ma come la Caritas edu-ca? Con i suoi messaggi, con le sue iniziative caritatevoli, con l’offerta dei suoi servizi. Educa quindi facendo. Educa invogliando i fedeli a la-sciarsi coinvolgere in gesti di fraternità. Sotto

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questo aspetto educativo, di cammino ne dob-biamo fare. Chi può dirsi perfetto nella carità e nella fraternità? Siamo tutti bisognosi di esse-re educati alla fraternità: dal parroco all’ultimo operatore della Caritas, ma anche chi viene a chiedere aiuto.

AIUTARE CONCRETAMENTESe l’opera educativa è fondamentale per la Ca-ritas, non di meno sono necessari anche i suoi

Poiché la Caritas è espressione della parrocchia e non vive senza l’apporto dei fedeli e di tutti gli uomini di buona volontà, chiediamo aiuto. Sono due gli aiuti di cui ha bisogno.

In primo luogo servono forze. I servizi che svolge hanno bisogno di volontari. Pensiamo in modo particolare all’ambulatorio. Qui servi-rebbero infermieri per misurare la pressione…. E quanti di questi sono in pensione! Si tratta, nel limite del possibile, di un’ora una volta la settimana. Abbiamo bisogno anche di volon-tari per il doposcuola. Si tratta di aiutare i ra-gazzi delle medie e delle elementari. In questo caso è necessario mettersi a disposizione un pomeriggio alla settimana. E poi ci sono tanti altri servizi…. Chi intende rendersi disponibile per qualche servizio si rivolga al parroco.

In secondo luogo servono aiuti concreti. Pensiamo al cesto Caritas generi alimentari in Chiesa a S. Fereolo. Vediamo con grande nostra edificazione che diverse persone porta-no qualcosa con una certa frequenza, alcuni anche una volta alla settimana. E’ un gesto semplice, ma altamente significativo. Esse non pensano soltanto a mangiare loro, ma anche a quelli che fanno fatica ad avere qualcosa sulla tavola. Il cesto è sempre presente e di volta in volta verranno rinnovati i messaggi che il Si-gnore indirizzerà a tutti. C’è poi un altro aiuto che nel silenzio continua. E’ l’iniziativa “Fa-

miglie x famiglie”. Piccole gocce di generosità per aiutare chi fa fatica ad andare avanti. Il proprio contributo lo si può dare al parroco con l’indicazione “Famiglie x famiglie” oppure lo si può versare in banca sul conto della par-rocchia, come già alcune famiglie fanno, ma anche attraverso i gruppi che si raccolgono per l’ascolto della Parola di Dio. Un grazie di cuore quindi a tutti. Aiutare il povero, soccorrere chi ha bisogno, equivale ad aiutare e soccorrere il Signore stesso. E’ sempre valido quello che leggiamo nel Vangelo di Matteo: “quello che avete fatto a uno di questi piccoli, lo avete fat-to a me”. A chi vorrà aiutarci, diciamo fin da ora il nostro grazie.

Aiutiamo la Caritas

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Abbiamo sperimentato ancora una volta la loro grande generosità. A loro dicia-mo grazie di cuore. Con il loro aiuto fi-nanziario il servizio Famiglie x Famiglie va avanti con una certa serenità. E così con questa loro generosità sono vicini anche a chi è lontano dalle loro terre. Li ricordiamo al Signore perché sia an-che Lui generoso di benedizioni nei loro confronti.

Un grazie agli amici del Marajò

servizi. Educare è il primo obiettivo, il servire ne è la conseguenza concreta. Alle parole bel-le e sante di volerci bene, deve seguire il ge-sto concreto che dica che veramente vogliamo bene a chi ci sta davanti e ci chiede un aiuto. Ecco perché la nostra Caritas ha diversi servizi. Con queste attività noi desideriamo manifestare l’amore della parrocchia a tutti e, nello stesso tempo, desideriamo aiutare i volontari a vivere l’accoglienza verso chi viene a chiedere aiuto. E se poi riusciamo, con i mezzi materiali che la provvidenza ci dona, ad aiutare concretamente, la fraternità cresce e la serenità affiora sul volto di chi abbiamo aiutato.

E’ OPERA DI TUTTICi fa molto piacere quando, parlando della par-

rocchia e della Caritas, si sente dire “la nostra Parrocchia” oppure “la nostra Caritas”. Secon-do noi quel “nostra” vale un tesoro, innalza la persona che la pronuncia a un livello elevato di maturità spirituale perché manifesta concre-tamente che ha capito che la sua vita è stretta-mente legata alla comunità parrocchiale e sente che il lavoro della Caritas gli appartiene o alme-no è nel suo cuore. Quando invece manca quel “nostra”, e lo si avverte quasi sempre, allora sia-mo ben distanti dall’appartenere alla famiglia parrocchiale, siamo estranei al lavoro caritativo

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della Caritas. Consapevoli del valore della Cari-tas in una parrocchia, non ci stancheremo mai di promuoverla, di sostenerla, di qualificarla sempre meglio. Noi abbiamo la ferma speranza che gli operatori della Caritas, come pure i fede-li della parrocchia, diano generosamente il loro contributo affinché questa nostra realtà svolga sempre meglio il suo servizio al quartiere.

Perché la Caritas possa aiutare chi versa in necessità, ha bisogno di aiuti concreti. Questo Mercatino vuole essere una raccolta di fondi affinché la Caritas con i suoi impegni di aiuto possa continuare a compiere i suoi servizi. In-vitiamo allora non solo a guardare, ma anche a prendere qualcosa. Un piccolo contributo per un grande gesto di bontà.

20 e 21 settembre davanti alla chiesa

Mercatino a favore della Caritas

Chi ha una certa età si ricorda molto bene come veniva celebrata la S. Messa prima del Concilio: il celebrante iniziava ai piedi dell’altare e solo il chierichetto rispondeva (perché era in latino), mentre i fedeli iniziavano la recita del S. Rosa-rio, interrotto solo al momento della consacra-zione e ripreso poi fino al termine.... Era neces-sario un cambiamento!L’anziano papa, S. Giovanni XXIII, illuminato ed incoraggiato dallo Spirito, per “aggiornare” la Chiesa, convoca il Concilio Ecumenico Vati-cano II che ha la soddisfazione di aprire il gior-no 11 Ottobre 1962 con uno stupendo discorso che iniziava con le parole: “Oggi la santa Madre Chiesa gioisce, perché, per singolare dono della Provvidenza divina, è sorto il giorno tanto de-siderato in cui il Concilio Ecumenico Vaticano II qui solennemente inizia, presso il sepolcro di S. Pietro, con la protezione della Vergine san-tissima, di cui oggi si celebra la dignità della Maternità divina”.Il primo argomento sul quale i padri concilia-ri sono stati invitati a discutere è stato proprio quello sulla Sacra Liturgia, perché, “è ardente desiderio della Madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgi-che, che è richiesta dalla natura stessa della Li-turgia e alla quale il popolo cristiano ha diritto e dovere in forza del Battesimo”. Sulla S. Messa, si afferma: “... la Chiesa si preoccupa che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene per mezzo di riti e preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano istruiti nella Parola di Dio, si nutrano alla mensa del Corpo del Signore, ren-dano grazie a Dio, offrendo l’ostia immacolata non solo per le mani del sacerdote, ma, insieme a lui, imparino ad offrire se stessi, e, di giorno in giorno, per mezzo di Cristo Mediatore, sia-no perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, in modo che Dio sia tutto in tutti”. Vivendo la S. Messa in questo modo, i cristiani (non solo quelli dei primi secoli, ma tutti) vedono nell’Eu-caristia il loro Gesù che anima e rafforza la loro

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L’anno dell’Eucarestia: la S. Messa

CONCLUSIONI E SUGGERIMENTIdi don Marco Avogadri

vita, riempiendola della gioia della Risurrezione.Quanto più un cri-stiano partecipa alla S. Messa, tanto più perfeziona se stesso, preparan-dosi all’incontro finale col Reden-

tore e questo viene ricordato ogni volta che ri-sponde alle parole del Celebrante: “Mistero della fede” con: “Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta!”. Partecipando in modo giusto alla S. Messa, si fa la migliore preparazione alla mor-te che è la cosa più importante di cui dobbiamo preoccuparci in questa vita. Ecco perché Gesù, quando ha istituito l’Eucaristia, ha raccoman-dato: “Fate questo in memoria di me!”; ed ecco perché i primi cristiani (ma dovrebbe essere così anche per noi) dicevano che non potevano vive-re senza “celebrare il giorno del Signore”. Non partecipare alla S. Messa nel giorno del Signore è come essere uno studente che, pur vedendo che si avvicina sempre di più il tempo degli esa-mi, tuttavia si preoccupa solo dello svago e non di prepararsi per essere promosso. Sentite cosa dice un’animatrice di un gruppo di cresimandi: “Eucaristia significa ‘grazie!’ È una parola che noi cristiani dovremmo ricuperare, perché è importante ringraziare Dio per tut-to quello che ci circonda e che noi siamo, ed il modo migliore e sicuramente a Lui gradito è l’Eucaristia. Molte volte sono stata tentata di non andare a Messa perché la notte prima ero rimasta fuori fino a tardi con gli amici, ma sono sempre riuscita ad alzarmi in tempo per arriva-re alla celebrazione. Devo ammettere che non

tutti i giorni ho la stessa voglia di partecipare all’Eucaristia, per qualche problema domestico o per gli amici o per il lavoro ma, se riesci a mantenere un dialogo con Lui, senza volerlo ti lasci coinvolgere dalla celebrazione. La pausa che noi cristiani facciamo durante la settimana, la facciamo con l’Eucarestia, è il momento in cui chiediamo a Dio perdono per le mancanze com-messe, gli chiediamo la forza per poterlo seguire meglio nella prossima settimana, lo preghiamo per la pace, per la Chiesa, ascoltando il suo mes-saggio che ci viene dalla Bibbia, ed accettando il suo invito al Banchetto Eucaristico. L’Eucarestia è un sacramento e noi cristiani non dobbiamo sottovalutarlo anche perché, per mezzo suo, ve-diamo la mano di Dio Padre sul mondo. Grazie all’Eucarestia e vivendola in comunità posso re-cuperare le forze per seguire meglio Gesù e ri-cordare che Egli ci ha reso possibile credere che esiste una vita nuova, se mettiamo in pratica ciò che ci ha insegnato!”.Un giovane universitario di 24 anni dice:“Per me, l’Eucarestia è un luogo d’incontro, un momento speciale per entrare in relazione con Gesù, la cui vita, morte e risurrezione sentia-mo importante per noi, anche se siamo annoiati,

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stanchi, Lui c’è sempre. E’ un incontro con il Dio, padre di tutti, che ci mostra Gesù che muore e risorge per noi.E’ un incontro con i fratelli per essere comunità credente e cristiana che si relaziona con il suo Dio. E’ anche un incontro con noi stessi, perché questa relazione con Gesù, questo incontro con Dio e con i fratelli, ci trasformi, ci aiuti a ma-turare e a migliorare sia come persone sia come credenti.E’ da questa esperienza di incontro che scaturi-sce per me la convinzione dell’andare a messa non come obbligo, ma come necessità, come il mangiare.” AIl’Eucarestia domenicale noi portiamo la vita della settimana che abbiamo appena concluso e riceviamo la forza per la nuova settimana che inizia.Ogni domenica riceviamo forza dalla parola del Signore, dalla comunione con il corpo e sangue di Cristo e dalla compagnia dei fratelli di fede.E così, rinnovati, ringiovaniti, torniamo alla nostra vita di tutti i giorni, per ripetere nei nostri ambienti i gesti di Gesù che abbiamo ricordato, tornia-mo alla nostra vita rafforzati, pronti ad essere come Gesù!La messa domenicale è una pentecoste in cui lo Spirito di Dio ci dona vigore ed energìa per essere testimoni di Cristo morto e risorto, perché, quan-do si esce dalla chiesa, dopo aver partecipato alla S. Messa, il sacrificio di Gesù è termina-to, ma inizia il nostro. E il nostro sacrificio è quello di continuare la missione di Gesù nel mondo d’oggi, e sappiamo che la missione di Gesù è quel-la di “andare contro corrente” come, del resto, Gesù stesso ci ha avvisato: “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stes-so, prenda la sua croce e mi segua”....Facendo quello che farebbe

Gesù se fosse al nostro posto, noi diventiamo sempre più simili a lui e, passando gli anni della nostra vita, noi arriviamo al termine con una somiglianza talmente fedele a lui che il Padre ci riterrà degni di entrare nella sua casa (il Pa-radiso).Quindi la vita di un cristiano che frequenta la Chiesa nella Messa domenicale non deve essere continuamente impostata nella ricerca delle co-modità, nell’illusione di renderla più facile; Gesù ci ha dato un altro esempio: “Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stes-so, assumendo la condizione di servo, divenen-do simile agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte ed alla morte di croce. Per questo, Dio lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome...” I santi sono diventati tali perché hanno avuto il coraggio di seguire l’esempio di Gesù, rinun-ciando a tanti loro “diritti”. Un esempio molto

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chiaro l’abbiamo in papa Francesco: ha rinun-ciato a tanti privilegi ai quali aveva diritto ed ha scelto di vivere a contatto con tutti e, quan-do appena può, anche con quelli più poveri ed emarginati.Queste scelte le compie perché si chiede sempre: “Se Gesù fosse al mio posto, cosa farebbe? Cosa direbbe? Come si comporterebbe?”.Cari cristiani, se veramente vogliamo salvare la nostra anima, dobbiamo avere anche noi il co-raggio di rinunciare a certi diritti, più presunti che reali. Anche papa Francesco aveva diritto alle sacrosante ferie, ma vi ha rinunciato, può benissimo riposarsi (le ferie devono solo servire a questo!) stando a Roma, rinunciando a certi impegni non proprio necessari: scelta condivisa da Gesù!L’abbiamo sentito in questo anno dedicato all’Eucarestia, che Gesù ha istituito l’Eucarestia proprio per aiutarci a vivere la nostra vita come la vivrebbe lui se fosse al nostro posto. S. Paolo diceva: “Vivo io, ma non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me!” Chi ci osserva, do-vrebbe poter capire che noi siamo figli di Dio, di passaggio su questa terra ma diretti verso la Patria celeste. Le persone di altre religioni che la Provvidenza ha attirato nelle nostre comunità per motivi economici, ci osservano e, se vedono in noi dei buoni esempi, possono anche veni-re attirati dalla nostra Religione. Gesù ci invita, quindi, ad essere missionari nelle nostre comu-nità multiculturali, cerchiamo di non tradire questa fiducia e ricordiamo quello che diceva S.Agostino: “Animam salvasti, animam tuam praedestinasti” cioè “Hai salvato un’anima, hai predestinato la salvezza della tua” (cfr. Javler M. Suescum: Mi annoio a Messa! Ed. Paoline)Dopo un anno sull’Eucarestia, penso che si po-trebbero tirare delle semplici conclusioni prati-che:• Quando veniamo in Chiesa non per fare una

semplice visita, ma per partecipare alla S. Messa, dovremmo essere presentabili, come se andassimo ad un’udienza con un perso-naggio importante (papa o vescovo).

• Mentre ci si reca in Chiesa, è necessario pre-parare il proprio cuore a questo appunta-mento così importante con Gesù.

• Cercare di arrivare sempre con qualche mi-nuto di anticipo.

• Scegliere un posto più vicino all’Altare e, possibilmente non vicino a persone che si conoscono per evitare chiacchiere inutili e distruttive.

• Inginocchiarsi, alzarsi e sedersi assieme agli altri per dimostrare che l’Assemblea forma un corpo solo.

• Ricevuta la S. Particola, approfittare degli istanti di silenzio per ascoltare e parlare con Gesù, chiedendogli gli aiuti per la prossima settimana.

• Ricevuta la benedizione finale della S. Mes-sa, se si ha tempo, ci si può benissimo fer-mare ancora qualche minuto in Chiesa.

• Entrando in Chiesa, casa di Dio, la prima cosa da fare è quella di salutare il Padrone di casa (il Signore) perché è lui che ci ha chiamato ed è anche segno di educazione...

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Domenica 14 settembre

LA FESTA DI MARIA BAMBINALa devozione a Maria Bambina nella nostra co-munità parrocchiale è sempre grande. E’ vero, la Madonna è sentita e pregata un po’ da tutti. Ci sentiamo infatti più o meno suoi figli. Ma la piccola Madonnina riscuote devozione al di là di ogni aspettativa. Infatti vediamo tanta gente che passa volentieri davanti alla sua nicchia per una preghiera, per accendere una candela o per fare la sua offerta. Chissà quante suppliche avrà ascoltato e quante grazie avrà implorato da suo figlio Gesù per i suoi devoti.

ONORIAMOLAConsapevoli della grande devozione dei sanfe-reolini, ecco allora il momento per manifestarla comunitariamente. In settembre ricorre infatti la festa della natività della Vergine Maria e noi vo-gliamo, come già abbiamo fatto in questi anni, ritrovarci insieme sia per pregare che per im-parare da lei a vivere da veri figli di Dio. Maria Bambina non vuole altro che questo da noi. Lei sa che la grazia più grande di cui tutti abbia-mo bisogno è di essere veri cristiani, veri figli di Dio. Se lo saremo, di conseguenza diventeremo anche suoi veri figli.

LA PREPARAZIONEDa lunedì 8 settembre a sabato 13 a ogni Mes-sa reciteremo una preghiera particolare a Ma-ria Bambina. Alla Messa delle ore 18 terremo un breve pensiero di meditazione sulla Vergine per imparare da lei a vivere da veri figli di Dio. Apriremo il nostro cuore alla Vergine Bambina e le chiederemo di benedire tutte le nostre fa-miglie.

LA PROCESSIONEDomenica 14 settembre alla sera, con inizio alle ore 20,45, ci troveremo all’inizio di via Marchi.

Dopo una preghiera introduttiva, percorreremo via S. Fereolo, viale Pavia, via Raffaello, entra-ta in oratorio, dove ascolteremo la riflessione e concluderemo con la preghiera. La partecipazio-ne a questo momento è sempre stata numerosa. Ci auguriamo che anche quest’anno non venga meno.

ILLUMINIAMO LE VIEIl gesto di illuminare le vie non deve essere visto come un’ostentazione, un farsi vedere, ma come un gesto di fede e di vera devozione a Maria Bambina. Per questo invitiamo tutti coloro che abitano in queste vie a onorare il passaggio di Maria Bambina, accendendo lumi e addobbando con nastri e fiori. Siamo più che mai convinti che la Vergine gradirà tutto questo e che il suo Gesù sarà felice di vedere onorata sua Madre, sapendo molto bene che lei non tiene nulla per sé, ma porta tutti al suo cuore di Salvatore.

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LA VOSTRA GENEROSITA’

Giorno dopo giorno le gocce della generosità continuano a cadere. E scendono più o meno consistenti.Ma questo non importa. È determinante che scendano liberamente e con tanta fede, con la consapevolezza poi che tutto va a irrigare il terreno arido e secco dei nostri debiti. Presto o tardi anche questo terreno diventerà un giardino dove la generosità di tutti sarà vista e magnifi-cata.In questi mesi abbiamo ricevuto (importi in euro): 30; 30; 20; 10 dalla comunione anziani; 10; 50 dalla comunione anziani; 20 per uso fur-gone; 40; 10; 50 per l’oratorio; 100 offerta per la cera;10; 35 dalla comunione anziani; 396 dal torneo “Torchia”; 50 per l’oratorio; 30 per uso furgone; 20; 30.

PER I DEFUNTIIn occasione del funerale di Cassinelli Sergio sono state consegnate alla parrocchia in suo suffragio 60 euro da parte dei vecchi compagni di scuola; 100 euro da parte dei cugini Asti – Cassinelli – Negri; 20 euro da una persona, 50 euro da parte del reparto rianimazione dell’O-spedale Maggiore. Le offerte sono state conse-gnate alla Caritas parrocchiale per le famiglie povere. Abbiamo fatto questo in quanto il de-funto aveva sempre un’attenzione alle opere della nostra Caritas. Questo gesto, rivolto in suo nome al Signore, otterrà per lui la sua miseri-cordia. Il Vangelo infatti ci dice che la Carità ottiene sempre la misericordia del Signore.Gli inquilini del palazzo via S. Fereolo 11/A hanno offerto 75 a suffragio della defunta Tassi Carla. La Messa sarà celebrata il 10 settembre alle ore 18 a S. Fereolo.Gli inquilini di via Salvo D’acquisto 2 hanno of-ferto 95 euro a suffragio della defunta Nella De

Bettin ved. Briocchi. La Messa sarà celebrata il 10 settembre alle ore 17 al S. Cuore.I condomini di viale Europa 11 hanno offerto 50 euro per il defunto Gardi Giovanni. La Messa sarà celebrata il 22 settembre alle ore 17 al S. Cuore.

PER LA CHIESA DEL S. CUORE(Importi in euro): 100; 70; 50; 50; 50; 5000; 1175 dalla giornata di raccolta fondi del mese di giugno; 820 dalla raccolta del mese di luglio; 50; 45.

GRAZIECome sempre il mio grazie è unito alla preghie-ra. Più vado avanti nella mia vita di prete, mag-giormente mi convinco che la vita della comu-nità parrocchiale procede sostenuta da due mani particolari.La prima mano è quella di Dio. E’ Lui infatti che sostiene le attività pastorali, che concede grazie e benedizioni, che converte i cuori e santifica le nostre anime. C’è poi la mano della generosità dei fedeli che amano la propria comunità par-rocchiale. Se si fanno delle iniziative, se si intra-prendono dei lavori, se si cerca di non far man-care nulla alla parrocchia di ciò che è necessario alla sua vita, è grazie alla generosità dei fedeli.Dico allora grazie al Signore che, nella sua bon-tà senza limiti, manda avanti con la grazia del suo Spirito la comunità di S. Fereolo, nonostan-te le povertà del suo parroco.Dico grazie di cuore e sinceramente a tutti co-loro che non si stancano mai di aiutare, con le loro piccole o grandi gocce, la loro Chiesa per-ché le sue strutture siano sempre efficienti.Il Signore, che vede e capisce tutto questo, bene-dica tutto quello che facciamo per la sua gloria e per la gioia dei sanfereolini.

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CARO GSO

Questa volta ti voglio scrivere una lettera in qua-lità di parroco che ti sostiene sotto tanti aspetti. Questo scritto nasce dall’affetto che nutro per te e per quanti condividono la tua vita, la tua atti-vità e soprattutto per chi condivide il modo con il quale svolgi il tuo servizio ai ragazzi e agli adole-scenti che ti frequentano. Ma anche e soprattutto nasce dall’affetto per quei genitori che ti portano i figli e non chiedono altro che di farli giocare, giocare bene, di farli divertire, ma senza mai far germogliare, o meglio pompare in loro, i possibili germi di superiorità. E’ allora una lettera confidenziale con la quale ti apro il mio cuore di padre, che vuole che si conservino bene le strutture nelle quali vivono e giocano le nuove generazioni, che in buona parte ha generato alla fede e portato ai sacramenti, ma che anche e soprattutto desidera grandemente che

lo sport, che tu svolgi in queste nostre realtà, ser-va sempre per la loro crescita armoniosa in tutti i loro valori.Caro G.S.O., non sei una mia creatura. Ti ho tro-vato già vivo e cresciuto quando sono arrivato 22 anni fa. Anche se non sono troppo sportivo, ti ho accolto a cuore aperto come se tu fossi una mia creatura. Un parroco infatti accoglie tutte le per-sone, ma si prende a cuore anche le strutture. Ho cercato di rinnovare la tua palestra e so io quanto è costata e quanto costa tenerla in piedi e ben or-dinata. Anche i tuoi campi hanno sempre bisogno di manutenzione. Hai anche avuto gli spogliatoi nuovi a Robadello. Il tuo campo allo Spezzafferri, in affitto dal comune, è sempre curato a perfezio-ne. Sembra quasi che debba giocare una squadra di serie A. Di lavoro quindi ne è stato fatto, se ne sta facendo e si continuerà a farne. A me sembra

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proprio che non ti manchi nulla. Caro G.S.O., se le strutture nelle quale svolgi la tua attività sportiva ti fanno onore e sono invi-diate da altri gruppi, tu esisti però per un altro scopo ben preciso. Sono infatti convinto che le strutture sono necessarie per le tue attività, anche se però, lo sai bene, sono nate e devono vivere per un scopo ben più grande. Sei infatti nato e continui a esistere perché le nuove generazioni, facendo sport sui tuoi campi, crescano in salu-te, in umanità, in amicizia e soprattutto in modo armonico, facendo tesoro di tutte le dimensione della vita. E allora ti dico: non stancarti di abilita-re questa nostra gioventù piccola e grande nel mi-gliore dei modi agli sport che proponi, di educare al rispetto reciproco tra atleti e allenatori, tra vin-citori e vinti. Fa’ anche in modo che nella vita e nella testa di questi ragazzi e di questi adolescenti non ci sia soltanto il pallone del calcio e della pallavolo, non ci siano soltanto gli allenamenti più o meno lunghi e stressanti, fa’ che desiderino sì la vittoria, il che è più che naturale, ma che sia ottenuta da tutti i giocatori, gli allenatori e i dirigenti con un comportamento corretto sia nelle parole che nei gesti.In questo modo farai una buona cosa. Ma proprio

perché ti voglio bene e desidero ancora maggior-mente il bene di questi ragazzi e ragazze, lo sport che proponi non sia l’idolo da adorare, non sia vissuto come il trampolino di lancio per le vette delle alte categorie. Un pallone gonfiato fa bella figura, ma ciò che ha dentro, se non è autentico, presto o tardi andrà in fumo. Di palloni gonfiati ne abbiamo già tanti.Caro G.S.O., ho però un vivo desiderio da espri-merti. E’ ciò che porto in cuore da sempre: non impegnarti soltanto a proporre gli allenamenti e le partite di calcio e di pallavolo, ma con i tuoi allenatori e dirigenti proponi a chi viene a fare sport da te anche i cammini di fede, i momenti spirituali, i sacramenti, la vita oratoriana, gli im-pegni caritativi. Ricordati sempre che lo sport, an-che se praticato bene, anche se può generare dei campioni, è sempre e soltanto una parte piccola della vita. Se mancano gli altri valori, la vita non è vissuta in pienezza. E allora ti dico, anche a questo proposito: va’ avanti, non aver paura di fare queste proposte formative cristiane e di portarle avanti, favorendo e permettendo ai tuoi atleti di parteciparvi; acqui-steranno preziose qualità e autentica serietà, ma anche maggior generosità. In questo modo saran-

Ecco la squadra della terza categoria del nostro G.S.O. Giovedì 17 luglio è stata presentata nel nostro oratorio.Complimenti e avanti con coraggio: le vittorie siano tante!

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Un post su Facebook:”chiamare Paolo Ghet-ti!”... E tutto è cominciato!Mattinata frenetica al lavoro, uno sguardo al volo al cellulare, uno a Facebook per legge-re gli ultimi pettegolezzi degli amici e tra le tante notifiche trovo quella di una dirigente - mamma del G.S.O. San Fereolo; apro e trovo la foto del suo cellulare con un biglietto che dice: “chiamare Paolo Ghetti!”, lasciato poco prima dal figlio di otto anni, iscritto nella no-stra squadra di piccoli amici.La sera stessa, infatti, avrebbe esordito allo stadio della Dossenina nell’ormai tradizionale torneo intitolato ad Angelo Mazza, e ci tene-va a tal punto che fossi presente, che fossi lì ad applaudirlo e a sostenerlo, insieme a tutti i suoi compagni, da lasciare in bella vista il promemoria alla mamma!Temeva che senza il suo bigliettino, la sua raccomandazione, la mamma avrebbe potuto dimenticare di avvisarmi!Sono in questa società sportiva da ormai vent’anni e, ovviamente, fin da bambino guardavo quelli più grandi di me, chi giocava in prima squadra o comunque in una catego-ria sopra la mia, sperando, un giorno, di arri-varci; ma essere “cercato” dai più piccoli non mi era mai successo ed è una sensazione bel-lissima, mi ha fatto veramente molto piacere.Ti si apre letteralmente il cuore perché, al di là dei risultati puramente sportivi, riten-go siano queste le vere soddisfazioni per chi svolge attività di volontariato in una realtà sportiva oratoriana; significa che quel che hai fatto, e stai facendo, ha un senso, un se-guito: e’ un messaggio che vorrei trasmette-re a tutte le persone che, come me, mettono a disposizione dei ragazzi tempo ed energie in maniera completamente gratuita, in uno sport troppo spesso intaccato e rovinato da interessi economici.

Un promemoria che cambia la giornata di Paolo Ghetti

no in maggior misura abilitati anche nell’attività sportiva che svolgono.E da ultimo, caro G.S.O., ti dico che in questi mesi ti sono particolarmente vicino. So che stai soffrendo. Anch’io sto soffrendo con te. Alcuni poi temono un inizio di campionato difficile. Non importa. Noi con la scelta fatta di volere un certo tipo di sport sui tuoi campi, siamo in linea con il Signore. Il corpo non è un idolo da adorare e da lanciare, ma è da servire in tutti i suoi aspetti. Noi pratichiamo lo sport, ma per la persona, per-ché questa si sviluppi armonicamente con tutti i valori che il Signore le ha seminato nel cuore. Se non facessimo sport in questo modo, tradiremmo il Signore e non faremmo il vero bene delle nuo-ve generazioni. Siamo più che mai convinti che educare vuol dire soffrire, e noi vogliamo soffrire perché vengano generati dai nostri oratori, anche mediante l’attività sportiva, veri uomini e auten-tiche donne, ricchi di virtù umane e cristiane. Ci spiace che alcuni genitori non comprendano il valore di questa nostra scelta. Ognuno però è li-bero di fare quello che vuole. A noi preme il vero bene della nostra gioventù come vuole il Signore.Carissimo G.S.O. S. Fereolo, vai avanti, non sco-raggiarti, i frutti verranno. Forse noi non li ve-dremo, ma chi verrà dopo di noi li potrà vedere senz’altro, senza bisogno di andare sui campi o nelle palestre di primo grado. Il vero bene è sem-pre nascosto. Ciò che importa è che lo veda il Si-gnore e che la nostra gioventù, diventando adul-ta, sia contenta dei valori ricevuti facendo anche sport suoi tuoi campi. Tutto il resto va in fumo.E allora, concludendo questa mia apertura di cuo-re, ti assicuro che, come prego sempre per tutta la gioventù del quartiere, così continuerò a pregare perché quanto vai facendo porti buoni frutti, ma anche perché i tuoi allenatori, i tuoi dirigenti, chi lavora in segreteria, chi pulisce e riordina, non si scoraggino in mezzo a queste difficoltà, ma ab-biamo consolazioni dal Signore e dai genitori che comprendono il valore della scelta fatta. A te e a tutti il mio più sentito grazie e il mio più sincero augurio per una tua presenza sempre più significativa nel quartiere continuamente impe-gnata per la vera formazione umana e cristiana della nostra gioventù piccola e grande. Non avere paura: il Signore vede ed è contento di quello che sei e di quello che fai.Don Peppino

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CATECHESI• RAGAZZIInvitiamo i genitori dei ragazzi di elementari e medie a ritirare in oratorio da domenica 14 set-tembre i moduli per iscrivere i propri figli alla catechesi.La catechesi inizia:- sabato 27 settembre ore 10 dalla prima alla quarta elementare;- domenica 28 settembre ore 14,30 quinta ele-mentare e medie• ADOLESCENTI e GIOVANIVedere bacheca in oratorio.

CELEBRAZIONI• Preparazione e festa di Maria Bambina

vedere: programma a pag. 20• Apertura anno pastorale: domenica 21 set-

tembre ore 10 S. Messa in oratorio

INCONTRI• Consiglio pastorale parrocchiale: giovedì

18 settembre ore 21• Volontari Caritas parrocchiale: giovedì 11

settembre ore 15,30 • Animatori Centri di Ascolto della Parola:

venerdì 5 settembre ore 21• Mandato del Vescovo ai catechisti: venerdì

19 settembre ore 21 in Duomo: • Famiglie ospitanti i Centri di Ascolto della

Parola di Dio: domenica 21 settembre ore 16,30 momento di preghiera in Chiesa a S.

Fereolo

ADORAZIONI• Dalle ore 16 alle 17 al S. Cuore ogni venerdì • Dalle ore 16,30 alle 18 a S. Fereolo ogni

venerdì • Dalle ore 21 alle 22 a S. Fereolo ogni mar-

tedì

ATTIVITA’• 21a Straoratorio: domenica 14 settembre• Mercatino a favore della Caritas parroc-

chiale: sabato 20 e domenica 21 settembre

BATTESIMILa celebrazione dei battesimi in questo mese si tiene domenica 7 settembre alle ore 16. I genito-ri sono pregati di passare dalla casa parrocchiale per ritirare i moduli per l’iscrizione.Nel prossimo mese la celebrazione si terrà do-menica 5 ottobre alle ore 15,30.

FIDANZATII prossimi corsi per la preparazione alla celebra-zione del matrimonio cristiano iniziano martedì 9 settembre alle ore 21; proseguono sabato 18 ottobre alle ore 15, e poi mercoledì 29 ottobre alle ore 21.I fidanzati interessati sono pregati di passare

VITA PARROCCHIALE

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dalla casa parrocchiale per il foglio di presenta-zione al corso.

MARTEDI’ – VENERDI’:APPUNTAMENTI CON IL SIGNORE

Durante i mesi estivi non ci sono state ferie per i nostri appuntamenti con il Signore. Infatti la preghiera silenziosa del martedì a S. Fereolo e l’adorazione del venerdì al S. Cuore non hanno avuto soste. Ora, con il ritorno dalle ferie e con la ripresa della vita pastorale, vengono di nuovo riproposte a tutti. Vogliamo vivere questi mo-menti con il Signore perché sappiamo che senza di Lui non possiamo far niente. Ce lo ha detto Lui stesso: “Senza di me non potete far nulla”. Noi crediamo fermamente in questa verità del Signore. E allora ecco il nostro invito: sostiamo con il Signore. Ne ricaveremo luce per capire qualcosa di più del suo amore, riceveremo forza per la battaglia della vita, ma soprattutto faremo l’esperienza del suo amore. Per chi lo deside-ra, saranno come sempre disponibili, di volta in volta, dei fascicoli per aiutare la preghiera per-sonale. Ognuno può farne tesoro oppure lasciar-si aiutare da qualche altro libretto personale.Ecco allora gli orari: - martedì sera dalle ore 21 alle 22 preghiera si-lenziosa a S. Fereolo- venerdì dalle ore 16 alle 17 adorazione al S. Cuore- venerdì dalle ore 16,30 alle 18 adorazione a

S. Fereolo.A questi appuntamenti non è richiesta la pre-senza per tutta l’ora. Ogni fedele può intratte-nersi con il Signore quanto desidera.Al venerdì, al termine dell’adorazione, verrà ce-lebrata la Messa.

Domenica 5 ottobre a San FereoloCELEBRIAMO GLI ANNIVERSARI DI MATRIMONIOÈ una ricorrenza che ogni anno ritorna con sem-pre nuovo slancio e soprattutto con la volontà di testimoniare alle nuove generazioni che è pos-sibile vivere l’unità matrimoniale al di là delle inevitabili difficoltà.La celebrazione è molto semplice. Si tratta di ri-trovarsi attorno all’altare per la Messa domeni-cale durante la quale le coppie iscritte rinnova-no la loro promessa di continuare nel cammino di vita matrimoniale con sempre nuovo slancio.

SONO ATTESEIn modo particolare le coppie di 10, 15, 20, 25, 30 anni di matrimonio e oltre. C’è posto per tutti. Non si abbia timore di partecipare a que-sta celebrazione. Non si tratta di ostentazione e nemmeno di orgoglio, ma solo di dire grazie al Signore che continua a sostenere le coppie di sposi.Subito dopo la Messa, nel cortile dell’oratorio, ci sarà un aperitivo per tutte le coppie. Sarà l’oc-casione per fare quattro chiacchiere.

VITA PARROCCHIALE

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VITA PARROCCHIALEATTENDIAMOAlcune coppie hanno già dato la loro adesione. Ne aspettiamo altre. Sono infatti molti quelli che vivono queste date. Per l’iscrizione basta passare in casa parrocchia-le per lasciare i propri dati e quindi la propria adesione.

Domenica 14 settembreECCO LA 21a STRAORATORIOSiamo arrivati alla 21a Straoratorio. Non è solo una corsa, ma una camminata per le vie del nostro quartiere. La corsa sarà dei giovani, la camminata per chi ha qualche anno in più nelle gambe. È quindi un appuntamento di gioia e di vita. Di gioia e di vita per il fatto che ci ritrovia-mo insieme, piccoli e giovani, adulti e anziani, con la volontà di esprimere la vita che più meno giovanilmente pulsa nel nostro cuore e nel no-stro corpo, anch’esso dono del Signore. Sarà pure un segno che dice a tutto il quartie-re che a S. Fereolo esiste l’oratorio, che sempre si pone al servizio delle nuove generazioni, per formarle alla vera vita.Anche per quest’occasione, è stata preparata una nuova maglietta con un nuovo simbolo. Indos-sandola diremo a tutti che la vita è un cammino sostenuto dalle braccia amorose di un Padre che ci conduce come Lui solo sa fare. Le magliet-

te saranno vendute sabato 6 e domenica 7 set-tembre, prima e dopo le Messe, ma anche nella stessa mattinata del 14, prima della Straoratorio.Il programma: alle ore 9,30 raduno nel cortile

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VITA PARROCCHIALE

dell’oratorio per la celebrazione della S. Messa. Subito dopo, lo sparo per la partenza.Il percorso si svolgerà come in questi anni per le vie del nostro quartiere e potrà essere ripetuto una seconda volta. In oratorio ci sarà anche un punto ristoro.Al termine, verso le ore 11,45 circa, la premia-zione.

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LE S. MESSE DEL MESEA SAN FEREOLO

Lunedì 1 ore 8,30 Milesi Eugenioore 18,00 Fam. GrossiMartedì 2 ore 8,30 ore 18,00 Intenzione personaleMercoledì 3 ore 8,30 Fam. Occhiatoore 18,00 Bertolotti AssuntaGiovedì 4 ore 8,30 ore 18,00 Ufficio per tutti i defunti della parrocchiaVenerdì 5 ore 8,30 Massari Piera - Domenicoore 18,00 Miragoli GianniSabato 6 ore 8,30 Buschi Pietroore 18,00 Invernizzi Maria - Antonio - GiulianaDomenica 7 ore 8,00 Fam. Lupiore 10,00 ore 11,30 Angelucci Luigiore 18,00 Coppi LucioLunedì 8 Festa liturgica di Maria Bambinaore 8,30 Bignamini Marioore 18,00 Messa ad onore di Maria BambinaMartedì 9 ore 8,30 Oppizzi Giulio - Elenaore 18,00 Giacomo - Luisa e f.lli LupiMercoledì 10 ore 8,30 Per tutti gli iscritti alle Messe Perpetueore 18,00 Tassi CarlaGiovedì 11 ore 8,30 ore 18,00 Zenere PietroVenerdì 12

ore 8,30 Codeghini Vittorioore 18,00 Bonelli LuigiSabato 13 ore 8,30 Ferrari Maria - Gaetiore 18,00 Fam. Molinari - SaraDomenica 14 ore 8,00 Fam. Zilli - Zoncadaore 9,30 Si celebra in cortileore 11,30 Calzari Elena - Vittorioore 18,00 Fam. InvernizziLunedì 15 ore 8,30 ore 18,00 Raimondi Luigia - CarloMartedì 16 ore 8,30 Intenzioni offerenteore 18,00 Cremonesi AlessandroMercoledì 17 ore 8,30 ore 18,00 Fugante - Gaggiani MariaGiovedì 18 ore 8,30 ore 18,00 Crozi GiorgioVenerdì 19 ore 8,30 ore 18,00 Suor Virginia OpizzioSabato 20 ore 8,30 ore 18,00 Fam. Bignamini - BertolettiDomenica 21 APERTURA DELL’ANNO PASTORALEore 8,00 Bassano - Enioore 10,00 Per tutta la comunità parrocchialeore 11,30 ore 18,00 Monti Giberto - TeresaLunedì 22 ore 8,30 Fam. Molti - Colomboore 18,00 Fam. MaraschiMartedì 23 ore 8,30 ore 18,00 AnnaMercoledì 24 ore 8,30 ore 18,00 Torchia Marco

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LE S. MESSE DEL MESEGiovedì 25 ore 8,30 Maria ore 18,00 E’ sospesaore 21,00 Don Peppino MoggiVenerdì 26 ore 8,30 Fam. Callegari - Schelliniore 18,00 Cernuschi Antonio - Elvira - PieroSabato 27 ore 8,30 ore 18,00 Ferrari LinaDomenica 28 ore 8,00 ore 10,00 Salvaderi Mario – Maria – Eraldoore 11,30 Edelli Giuseppinaore 18,00 Cucchetti Luigi - Augusto - AdeleLunedì 29 ore 8,30 ore 18,00 Martedì 30 ore 8,30 Fam. Pernumianore 18,00

A ROBADELLO

Lunedì 1 ore 17,00 Martedì 2 ore 17,00 Fam. BramatiMercoledì 3 ore 17,00 Giovedì 4 ore 17,00 Venerdì 5 ore 17,00 Callegari PieroSabato 6 ore 17,00 Fam. Abbondio - CanaveroDomenica 7 ore 9,00 Filomena - Cosimo - Nicola - Crescenzaore 10,30 Per i ragazzi

Con settembre riprendono gli orari abituali delle S. MesseGiorni feriali a S. Fereolo - ore 8,30

- ore 18,00 al S. Cuore- ore 17,00

Giorni prefestivi- ore 18,00 a S. Fereolo- ore 17,00 al S. CuoreGiorni festivi

S. Fereolo- ore 8,00

- ore 10,00- ore 11,30- ore 18,00

S. Cuore- ore 9,00

- ore 10,30

Lunedì 8 ore 17,00 Abbondio GiovanniMartedì 9 ore 17,00 Samarati MathieuMercoledì 10 ore 17,00 De Bettin Nella ved. BriocchiGiovedì 11 ore 17,00 Per tutti gli iscritti alle Messe PerpetueVenerdì 12 ore 17,00 Scotti GiovanniSabato 13 ore 17,00 Fam. Invernizzi - ZanoniDomenica 14 ore 9,00 Fam. Tamagni - Della Noceore 10,30 E’ sospesaLunedì 15 ore 17,00 Fam. Zilli - Ghidoni

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LE S. MESSE DEL MESE IL PERCORSO DELLA VITABATTESIMI• CURTI SVEVA MARIA LIBERA di Stefano e

Garbarini Paola Giovanna• PALMIERI GIULIA di Domenico e Marconi

Candida• BIANCHINI GLORIA di Andrea e Manzito

Alessandra

MATRIMONI• CURTI STEFANO e GARBARINI PAOLA

GIOVANNA

DEFUNTI• GIAMBRUNO FILIPPO di anni 79• FORNITI GABRIELLA di anni 69• URSO CARMELA di anni 94• TRAVERSONI LUISA di anni 86• GARDI GIOVANNI di anni 78• MARCIANO’ PASQUALE di anni 57• TIRELLI ERMES di anni 66

MESSE PERPETUESono stati iscritti: Cassinelli Sergio, Abbiati Gio-vanni, Bricchi Giovanni, Forlani Maria.

Tassi Carladi anni 71

Martedì 16 ore 17,00 Perondi EnricoMercoledì 17 ore 17,00 Maurizio - Italo - FrancoGiovedì 18 ore 17,00 Baini Ettore - PieraVenerdì 19 ore 17,00 Urso CarmelaSabato 20 ore 17,00 Bernazzani MaddalenaDomenica 21 ore 9,00 Fam. Mariettiore 10,30 E’ sospesaLunedì 22 ore 17,00 Gardi GiovanniMartedì 23 ore 17,00 Carlo - ElisabettaMercoledì 24 ore 17,00 Fam. CapelliGiovedì 25 ore 17,00 Don Peppino Moggi - Don Virginio AndenaVenerdì 26 ore 17,00 CarlaSabato 27 ore 17,00 Piccoli EurosioDomenica 28 ore 9,00 Vaccari Gabriella - Beppeore 10,30 Per i ragazziLunedì 29 ore 17,00 Vaccari Gabriella - BeppeMartedì 30 ore 17,00 Don Luigi Bottani - Sante

Maestroni Cesarinadi anni 98

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Parrocchia dei Santi Bassiano e Fereoloviale Pavia 41, Lodi ▪ tel. 0371-30658

per contattarci: don Peppino: tel. 0371-30658don Roberto: tel. 0371-36345don Marco: tel. 0371-438540Caritas parrocchiale: via della Marescalca 3 tel. 0371-430885Gruppo Sportivo Oratorio: via Salvemini 5 tel. 0371-31964 Coordinatore Sportivo: Roberto Folletti tel. 339-1452918 e-mail: [email protected] web: www. sanfereolo.ite-mail Caritas Parrocchiale: [email protected]

i servizi della Caritas parrocchiale:Ambulatorio infermieristico lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 10Doposcuolamartedì - giovedì dalle 17 alle 18,30mercoledì - venerdì dalle 14,30 alle 16Distribuzione vestitimartedì – giovedì dalle ore 9 alle 11Servizio anziani ammalati e infermimercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11,30Aiuto generi alimentariuna volta al meseCentro d’ascoltoMercoledì – venerdì dalle ore 9 alle 11Servizio pratiche A.C.L.I.Secondo e quarto mercoledì del mese dalle 9,30 alle 11Prenotazione esami e visite medichemercoledì dalle 9 alle 10 - venerdì dalle 9 alle 11