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Es. riportato nel libro edifici antisismici in Cemento Armato GHERSI-LENZA
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CALCOLO STRUTTURA C.A.
CONFRONTO CON L’ESEMPIO RIPORTATO NEL LIBRO
Edifici Antisismici in Cemento Armato GHERSI-LENZA
Vogliamo calcolare l’edificio i cui grafici significativi sono riportati sotto.
Nel libro citato, è stato fatto il confronto del calcolo effettuato con la
nuova normativa (stati limite) e la vecchia (tensioni ammissibili). Noi
vogliamo confrontare il nostro calcolo con quello riportato nel libro.
Si presume che si sia letto l’articolo che cosa fa il software Cj.
Dopo aver avviato il software Cj, ed aver dato un nome al cantiere, non
tenendo conto del torrino delle scale, così come fanno gli Autori nel loro
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calcolo, i dati essenziali sono 5 impalcati ed un Tronco Pilastro unico
perché i pilastri hanno identica sezione a ogni piano. Queste due
variabili, oltre che per il dimensionamento, caratterizzano in modo
essenziale la struttura da calcolare.
Le altre variabili sono per il dimensionamento. Non è strettamente
necessario modificarle perché essendo quasi sicuramente maggiori di
quelle effettive, aumenteranno solo il numero di variabili da
inizializzare.
Carichiamo i dati geologici.
Sono quelli indicati a pag.256 del libro.
Dall’indagine in sito sono stati rilevati 7 strati di terreno. Dobbiamo
immettere i dati caratteristici rilevati.
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Così come indicato nel libro, anche Cj ci dice che è un sottosuolo Ctg. C
Intanto vengono resi visibili i grafici significativi sull’argomento
prelevati dalla bibliografia.
Per il calcolo di un eventuale plinto di esempio, dell’abbassamento di
una trave elastica su suolo elastico, e di eventuale un palo, dobbiamo
immettere i dati misurati, o scelti dalla esperienza consolidata,
visualizzata anche in abachi e figure caratteristiche; nonché dal tooltip
se vengono sfioriate col mouse le caselle interessate.
Caricando la piastra di prova sul piano di posa superficiale in sito e
misurandone l’abbassamento, dobbiamo correggere i valori suggeriti.
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Cj calcola la costante di sottofondo che ci servirà se sceglieremo una
fondazione su travi rovesce.
Completando la immissione dei dati è anche possibile calcolare la
pressione sul terreno e il cedimento di un singolo plinto isolato nonché
la portanza e il cedimento di un singolo palo.
Questa finestra è accessibile anche dal menù utilità.
La procedura PLINTI sarà applicata in automatico, alla fine del calcolo,
per calcolare per ogni successiva approssimazione dimensionale del
plinto e per ogni pilastro, lo scarico sul piano di posa che sarà
confrontata con la tensione massima ammissibile, anch’essa calcolata in
modo iterativo per ogni dimensione aggiornata dell’impronta, fino ad
ottenere la pianta dei plinti.
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Pianta che, anche se non la vogliamo utilizzare, è utile per capire se
abbiamo commesso degli errori in elevazione.
Scegliendo tipologia e dimensione di un Palo, con l’utilizzo guidato di
una sequenza di ABACHI che rappresentano l’esperienza consolidata, si
ottengono per un ipotetico palo, i carichi orizzontali e verticali; sempre
da controllare con prove di carico in sito, che può sopportare il palo, ed il
relativo cedimento del palo sotto il carico verticale massimo
ammissibile.
Questi risultati, che l’Utente può personalizzare facendo più prove per
varie dimensioni del palo, alla fine porteranno alla scelta del palo i cui
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risultati unitari, saranno poi i dati per calcolare la palificata se alla fine
del calcolo si sceglierà una fondazione su pali.
Anche i dati sismici sono quelli indicati nel libro Ghersi-Lenza.
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Abbiamo immesso il fattore di struttura suggerito, pari a 5.85 in
entrambe le direzioni e ci viene restituito lo spettro di risposta elastico.
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Naturalmente non avendo ancora immesso i dati della struttura non
conosciamo ancora il periodo proprio di vibrazione.
Scegliamo ora 4 solai. Il primo ad uso abitazione dal peso di 5 + 2 di
sovraccarico= 7 KN/mq, il secondo ad uso balconi 4 + 4 = 8 KN/mq, il
terzo 5 + 4 = 9 KN/mq per la scala a soletta rampante e infine il quarto
per uso copertura non accessibile 5 + 0.5 per il cornicione. I valori dei
pesi calcolati da Cj sono stati adattati a quelli indicati nel libro perché
vogliamo confrontare le masse calcolate automaticamente da Cj con
quelle calcolate manualmente nel libro. Il calcolo delle masse, ovvero dei
pesi sismici a ogni impalcato, sembrerebbe una cosa semplice, ma in
effetti non lo è. Fatto più volte dalla stessa persona porta quasi sempre
a risultati differenti. Figuriamoci poi se il calcolo è fatto da persone
differenti.
Quando un solaio viene scelto, subito ne viene restituito il disegno della
sezione in un grafico.dxf in cui sono riportati anche i dati
caratterizzanti. Il solaio è un elemento portato, non fa parte della
struttura intelaiata spaziale. Deve però essere idoneo a far definire
l’impalcato come rigido nel suo piano.
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Finita la fase preliminare, incominciamo a definire la struttura spaziale
importando le coordinate dei pilastri dal file.DXF
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Vengono letti 27 pilastri, a video in giallo, le cui coordinate, visibili se
sfiorati col mouse, indicano l’asse baricentrico. Li dobbiamo organizzare
in strutture sismoresistenti collegandoli fra loro in telai piani.
Passiamo quindi a definire i Telai Piani in pianta.
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Cliccando su un telaio, viene evidenziato in blu.
Vengono così a crearsi gli unifilari delle travi dei Telai piani visti
dall’alto in pianta.
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Ora definiamo gli interpiani come indicati nella sezione dell’edificio
riportata all’inizio. Cj ci indica la quota dei pilastri al tetto che non
modifichiamo perché il tetto è piano.
Terminato con gli unifilari, passiamo a definire effettivamente i pilastri
assegnando una sezione rettangolare 300x700 mm.
Assegniamo prima questa sezione con una inclinazione in pianta di 0° a
tutti i pilastri, e poi, dopo aver scelto la stessa sezione inclinata in
pianta con un angolo di 90°, correggiamo cliccando sul numero giallo che
rappresenta il pilastro cui vogliamo assegnare la nuova sezione.
Ad ogni clic una correzione subito visibile dal tootip.
Appena terminato con le correzioni, pigiando sul bottone OK il software
subito ci restituisce il grafico.DXF che dobbiamo controllare col nostro
programma di grafica e che dobbiamo accettare prima di andare avanti.
Il grafico ci restituisce in modo preciso le coordinate e il disegno della
sezione dei pilastri che ha in memoria. Se i dati non sono esatti, tutti i
disegni successivi saranno errati.
La precisione è importante perché ad esempio il collegamento bullonato
di precisione in una struttura in acciaio ha una tolleranza di 0.3 mm.
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Spesso, con i pilastri in c.a., è necessario spostare leggermente qualche
pilastro per rispettare degli allineamenti.
Il CAD, con estrema facilità, ci consente di controllare queste cose dal
DXF che viene restituito aggiornato a ogni correzione.
In Cj, cliccando su un pilastro, esce una finestra che mostra le
coordinate baricentriche che è possibile affinare. Vediamo il DXF …
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Accettati i pilastri, Cj vuole acquisire il contorno degli impalcati.
Rispondiamo di volerli importare dal DXF.
Cj va a leggere il contorno dall’architettonico in cui in precedenza
abbiamo aggiunto una polilinea che lo definisce.
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Cliccando sul file manipolato, il contorno dell’impalcato viene letto e ne
viene subito calcolata l’area.
Abbiamo eseguito questa procedura per tutti e 5 gli impalcati più il
contorno a quota 0 sulle fondazioni. Questi contorni ci serviranno dopo il
calcolo per vedere come si muove l’edificio con le sollecitazioni di base.
Ad es. se con la sola FsismicaX gli impalcati ruotano vistosamente, non
è un buon segno. Significa che le rigidezze delle strutture sismo
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resistenti non sono ben bilanciate. Se gli impalcati sono sollecitati con le
sole Fx e ruotano in senso orario bisogna rafforzare le rigidezze delle
strutture sismo resistenti al di sotto del baricentro delle masse degli
impalcati; oppure indebolire quelle al di sopra del baricentro. Dipende
dagli spostamenti massimi di interpiano. Se sono grandi si deve
rafforzare. Se sono piccoli si può indebolire.
Terminato con i pilastri ed i contorni degli impalcati, dobbiamo definire
le travi così come indicate nel libro.
In maggioranza le travi in c.a. sono 30x60cm, all’ultimo impalcato 30x50
e alcune travi interne sono a spessore di solaio 60x22cm. Sono i dati
riportati nel libro che adottiamo anche noi per poter confrontare i
risultati restituiti da Cj con quelli indicati nel libro.
Come primo dato scegliamo, dalla finestra in cui sono raggruppate tutte
le sezioni, la trave rettangolare 30x60 che sarà subito assegnata a tutte
le travi in tutti i telai. Poi ai telai 4, 10 e 11 assegniamo la trave a
spessore dal menù immissione singolo telaio, e poi, dopo aver definito la
carpenteria tipo, ove saranno definite anche le travi a sbalzo in pianta,
cambieremo le travi emergenti con travi a spessore di solaio ove è
indicato; all’ultimo piano e dove serve, dal menù cambia qualche trave.
Anzi adottiamo questo metodo anche per cambiare le travi ai telai 4, 10
e 11.
Al 5° impalcato le travi emergenti devono assumere la sezione
30x50cm.
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La prima sezione immessa sarà applicata a tutte le travi.
Copriferro ed interferro, sono assegnati singolarmente per solai, pilastri
e travi perché potendo essere la struttura anche prefabbricata, il
calcestruzzo può avere qualità differenti per ogni tipologia.
Il primo dato immesso, la sezione rettangolare in cemento armato di
qualità C25/30 con dimensione 300x600mm è assegnata a tutte le travi
in tutti telai.
Cj effettua la numerazione automatica dei nodi e delle aste (visibili
successivamente dal DXF restituito) per il modello agli elementi finiti
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assegnando contemporaneamente le relative proprietà a ogni asta
ritto, trave e alla diagonale a croce di S.Andrea se c’è, in tutti i telai
piani.
I pilastri già sono stati definiti. Già è stata definita la sezione dei
pilastri con la sezione rettangolare in c.a. 300x700mm. Ora le relative
sezioni vengono assegnate a tutti i ritti in tutti i telai.
Di solito ogni pilastro appartiene a 2 telai piani fra loro ortogonali e
quindi nei telai, Cj assegna ai ritti, una inerzia pari a Jx se hanno l’asse
forte, l’asse più Rigido della sezione del pilastro, nella stessa direzione
del telaio piano. Ad altri assegna Jy, se l’asse debole, quello più
Flessibile, è nel piano del telaio.
Se, in qualche caso, nessuno dei due assi principali di inerzia della
sezione del pilastro è nel piano del telaio, sarà calcolato un momento di
inerzia J Obliquo quale intersezione, del piano del telaio passante per il
baricentro del pilastro, con l’ellisse principale di inerzia della sezione del
pilastro.
Per una immediata lettura, nel grafico di controllo dei Telai restituito in
DXF, il ritto avrà il nome del pilastro preceduto da R_ se ha Jx nel piano
del telaio, da F_ se ha Jy nel piano del telaio o da O_ se il momento di
inerzia del ritto è stato calcolato in modo obliquo.
Man mano che si va avanti nella definizione della struttura, dopo aver
controllato ed accettato il lavoro, conviene salvare la struttura in una
cartella/cantiere derivata per avere dei punti di ripristino se poi si vuole
calcolare la struttura con altre tipologie di sezioni per le aste dei telai.
Ad esempio dopo vogliamo ricalcolare questa struttura con gli stessi
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pilastri ma col calcolo doppio: una piccola trave metallica annegata in
travi in c.a. aventi altezza pari allo spessore dei solai in cemento
armato. Per vedere il diverso comportamento negli spostamenti degli
impalcati e nelle sollecitazioni.
Avendo definito e controllato coordinate e sezione dei pilastri, e, avendo
importato i contorni degli impalcati ora salviamo il lavoro in un’altra
cartella; però continuiamo nello stesso cantiere.
Chiusa la parentesi, incominciamo a correggere assegnando le travi a
spessore dal menù immissione singolo telaio ai telai 4, 10 e 11. Saranno
assegnati a tutti gli impalcati perché il Tronco Pilastri è unico.
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Scegliamo la trave 220x600mm avendo cura di indicare che l’asse forte è
ruotato di 90° rispetto alla verticale. In questo modo, nel Telaio, la base
sarà 600 e l’altezza 220mm.
La stessa cosa per i telai 10 e 11. In questa finestra bisogna scegliere: la
sezione della trave, il materiale con cui è costruita la trave e la tipologia
del collegamento della trave al pilastro.
Poiché l’unifilare delle travi collega il baricentro delle sezioni dei due
pilastri cui sono collegate, cosa esatta ma non sempre applicata per le
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strutture in cemento armato, prima di definire la carpenteria tipo,
dobbiamo rettificare le coordinate delle estremità delle travi così come
disegnate nella carpenteria originale riportata nel libro. Dobbiamo
correggere i fili fissi delle travi così come indicati nella carpenteria
riportata nel libro.
Dal seguente menù …
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Ci viene richiesto di immettere il numero di un impalcato, dopodiché il
video mostra la rappresentazione dell’unifilare in memoria …
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Entrati con questo menù, quando su di un pilastro c’è il Nodo
Carannante e le travi in esso confluenti sono inclinate, cliccando sul
pilastro, consente di ottimizzare la rotazione del Nodo svincolandolo
dalla rotazione del pilastro perché di default ha le 4 vie coincidenti con
gli assi principali di inerzia della sezione del pilastro.
Cliccando invece su un terminale, l’estremità della trave che vogliamo
rettificare, in questo caso il 4 del pilastro 1, esce questa finestra che ci
consente di rettificarne le coordinate. Per facilitare le correzioni, a
sinistra sono indicate le coordinate dell’altro estremo della trave che non
sono modificabili, a destra le coordinate del terminale in esame che si
possono cambiare. Nel nostro caso, la Y è esatta, mentre per allineare la
trave, il valore X=200 deve essere 0; uguale alla coordinata dell’altro
estremo. Per velocizzare, il valore immesso può essere applicato
all’impalcato in esame, al tronco pilastro che contiene l’impalcato in
esame, o a tutti gli impalcati. E’ l’ultima opzione che adottiamo.
Come si vede sotto, l’unifilare della trave 26 si è allineato con le travi 25
e 24. Dobbiamo fare la stessa cosa con la trave 23 e con tutte le altre
travi che vogliamo allineare. Se la trave è di estremità viene spostato
anche il terminale che può accettare uno sbalzo.
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A ogni variazione, per controllo, in tempo reale, ci viene restituito se lo
vogliamo, il file.DXF aggiornato.
Alla fine otteniamo
Poiché stavamo guardando il disegno precedente col CAD e non lo
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abbiamo chiuso, invece di andare in errore, il programma, che stava
tentando di ridisegnare lo stesso disegno aggiornato, ci chiede di
provvedere… Alla fine otteniamo…
E in DXF
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Terminato con l’allineamento delle travi, incominciamo a definire la
carpenteria tipo immettendo le travi a sbalzo.
Per le travi cui bisogna cambiare la sezione, non si interverrà dal menù
immissione telaio singolo ma dal menù Cambio Trave dopo aver
immesso anche le travi a sbalzo cliccando sul terminale da cui partono.
Le travi a sbalzo assumono le stesse proprietà delle travi di cui ne sono
il naturale prolungamento. Se non è così bisognerà cambiarle.
Immettiamo la lunghezza dello sbalzo dal filo del pilastro, pari a 1550
mm. Nelle 3 caselle in alto a destra, e per ogni sbalzo vengono indicate
le coordinate X,Y,Z che assume l’estremo della trave a sbalzo e che è
possibile modificare. Incominciamo dallo sbalzo ancorato al terminale 3
del pilastro 14; la estremità del balcone.
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alla fine otteniamo…
Passiamo ora ad ordire i solai …
Appena entrati in questa procedura, ai pilastri perimetrali vengono
eliminate le vie non interessate da sbalzi; le vie che non servono.
Notare che in analogia al calcolo con i Nodi Carannante, l’innesto per le
travi al pilastro 1 è a 2 vie, al pilastro 4 è a 3 vie…
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Avendo per lo sbalzo sinistro immesso una misura diversa da 0, al di
sopra della casella che ne riporta il valore, esce un menù a tendina in
cui è necessario scegliere una fra le tipologie di solaio che abbiamo scelto
all’inizio e che sarà assegnata allo sbalzo.
Ogni campo solaio è numerato ed assume il color senape.
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Notare che la sequenza di immissione del solaio continuo 3 costituito dai
campi 5, 6 e 7, è stata immessa da destra verso sinistra e non viceversa
perché la luce della trave di destra è più grande e quindi genera più
travetti. Più travetti significa più scarico sulle travi.
Andiamo ad inserire gli sbalzi laterali cliccando su una sola trave e sul
fondo nero terminando la sequenza di immissione del solaio.
Il solaio sarà a bilancia su una sola trave.
In questo caso la misura del solaio a sbalzo sarà prelevata dalla casella
in cui si indica la lunghezza dello sbalzo di sinistra.
Poi andiamo ad immettere i solai continui con doppio sbalzo ed infine il
solaio a soletta rampante che porta la scala. Il ballatoio di riposo delle
scale, dovrà essere appeso alla trave 3 a quota dell’impalcato superiore o
appoggiato con dei pilastrini isolati all’impalcato inferiore. In questo
modo non si interrompe la continuità della trave 3 appartenente al
telaio 1.
In questa fase, oltre ad ottenere il disegno della carpenteria, Cj
determina anche gli scarichi dei solai e dei tompagni sulle travi che per
controllo vengono riportati anche nei DXF delle carpenterie in appositi
layer che all’occorrenza vanno spenti. Il DXF restituito aiuta a farci
vedere se abbiamo eseguito tutto correttamente.
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La procedura sbalzi, solai e tompagni è unica; però è possibile ripeterla
con la possibilità di cambiare qualche cosa.
Alla fine otteniamo…
Passiamo ora ad immettere gli sbalzi d’angolo.
Abbiamo indicato uno sbalzo di 1700 ed ¼ della circonferenza da portare
in conto per il calcolo delle masse.
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Immettiamo ora i tompagni larghi 300 mm dal peso di 2.5 KN/mq.
La presenza del tompagno è rappresenta col cambio del colore della
linea che rappresenta la trave; da rossa diventa gialla se c’è tompagno.
Un ulteriore clic sulla trave, annulla l’operazione.
La larghezza serve ad eliminare il sovraccarico dalla superficie occupata
dall’impronta del tompagno nel calcolo delle masse. Sulla superficie
occupata dal tompagno non può esserci sovraccarico.
Il carico da tompagno può essere diverso per ogni trave; per ogni clic.
Controlliamo ora i carichi G1/G2/Q che Cj ha assegnato a ogni trave
sfiorando col mouse il numero che identifica la trave.
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Cliccando sul numero che identifica una trave, esce una finestra con
tutti i carichi G1, G2, Q distinti in: caratteristici, amplificati in assenza
di sisma, e, ridotti in presenza di sisma. Dati che l’Utente può
personalizzare.
Dopo aver definito la carpenteria tipo, è necessario correggere dal menù
immissione carpenteria singola il 1^ impalcato perché non ci sono i
balconi…
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ed il 5^ impalcato dove metteremo il cornicione applicandovi il solaio
non calpestabile ed un tompagno parapetto da 1 KN/ml sul contorno. Il
torrino delle scale è stato simulato immettendo un tompagno da
10KN/ml.
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Ora dobbiamo correggere le sezioni delle travi che hanno dimensioni
diverse da 30x60 dal seguente menù …
Dobbiamo sostituire alcune travi emergenti con travi a spessore, poi
all’ultimo piano, le travi emergenti, invece di essere 30x60 devono
essere 30x50cm. Invece di modificare alcuni telai singoli per cambiare le
travi, può essere più conveniente cambiarle da questo menù.
Questo è un edificio realizzato molti anni fa. Oggi queste piccole
variazioni progettuali non si fanno più, si tende a standardizzare e a
non inficiare la regolarità strutturale, la 1^regola antisismica.
All’uopo questo stesso edificio è stato calcolato anche col calcolo multiplo
col sistema costruttivo Carannante. Una piccola trave a doppioT
vincolata col Nodo Carannante annegata assieme ai Nodi nella trave in
c.a. a spessore del solaio in cemento armato H=220mm è sufficiente a
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portare i solai prefabbricati nella fase di montaggio. I profili metallici ed
i Nodi, sono tutti uguali per favorire l’industrializzazione della
costruzione. Saranno i tondini metallici che completano l’armatura delle
travi composte in cemento armato che adegueranno la resistenza di ogni
singola trave alle varie sollecitazioni.
La trave metallica interna, collegata a completo ripristino della
resistenza, conferirà alla struttura la duttilità e quella maggiore
rigidezza che consente di sostituire tutte le travi emergenti in c.a. con le
travi composte in c.a. a spessore di solaio. Il tutto per la gioia di ogni
Progettista architettonico, strutturale. del Costruttore e anche del
Proprietario perché la pianta sarà libera da vincoli strutturali. Non ci
saranno problemi di manutenzione e di protezione contro il fuoco per gli
elementi metallici che non saranno nemmeno visibili guardando la
struttura. Dall’esterno, l’edificio è in c.a..
Tornando al nostro calcolo in c.a. che ora ha in memoria tutte travi
emergenti 30x60cm e scegliamo la trave a spessore di solaio H=22 cm.
220x600mm ruotata di 90°: base=600 e altezza=220mm. Le proprietà
della trave scelta vengono caricate nella finestra cambio trave per poter
poi essere applicate ove richiesto.
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Caricata la sezione scelta, appena è immesso: il n.di telaio, la campata e
l’impalcato dove intervenire, Cj rende visibile la trave in memoria.
La sezione 600x220 va applicata alle prime 3 campate del telaio 2, alle
prime 2 campate del telaio 3 e a tutte le travi a sbalzo che abbiamo
definito come prolungamento di travi emergenti, nonché alle due
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campate dei telai 4, 10 e 11 se non sostitute dal menù telaio singolo. A
tutti gli impalcati.
Ora scegliamo la trave 300x500 che deve essere utilizzata in
sostituzione delle travi 300x600 solo all’ultimo piano.
Dobbiamo sostituire le travi 300x600 con questa sezione 300x500 al
telaio 1 campate 1-6, al telaio 2 campate 4-6, al telaio 3 campate 3-6,
telaio 5 campate 1-2, al telaio 6, 7, 8 campate 1-4 ed infine ai telai 9. 12
campate 1-2; solo al 5°impalcato.
Controllato dalle carpenterie.DXF restituite da CJ che le sezioni delle
travi e i carichi che devono portare sono esatti, si passa a trasferire il
tutto ai telai in elevazione dall’apposito menù.
Cj ci avvisa che…
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Terminata la fase di immissione dei dati, la procedura successiva è
automatica se non si interviene per rettificare qualche cosa.
Facciamo eseguire il calcolo ed osserviamo i risultati.
Cliccando sulla apposita voce di menù, tutti i carichi sulle travi in
carpenteria vengono trasferiti sulle corrispondenti travi nei telai piani.
Il calcolo è fatto per telai piani.
Le travi a sbalzo non sono indicate nei telai. Sono sostituite dallo scarico
verticale col relativo momento flettente che ha trasportato il peso dello
sbalzo al centro del pilastro. Lo sbalzo è quindi riportato come forza e
momento concentrati nel telaio che contiene la trave di cui lo sbalzo ne è
il naturale prolungamento; al nodo intersezione della trave col ritto. I
valori delle forze e momenti applicati sono visibili dai DXF dei telai
restituiti; uno per carichi concentrati nei nodi e un altro per carichi
distribuiti sulle aste.
Cj ci informa che…
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Andiamo a vedere il calcolo delle masse…
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Vengono calcolati i pesi degli impalcati, leggermente superiori a quelli
indicati nel libro, e la loro incidenza a mq pari a 10.19 KN/mq agli
impalcati intermedi.
Controlliamo che i pesi unitari sono compresi nei limiti fra 8 e 10
KN/mq. Esperienza consolidata per gli usuali edifici in cemento armato.
Pag. 160 del libro.
Il torrino all’ultimo impalcato è stato simulato con un tompagno dal
peso di 10KN/ml inserito da immissione carpenteria singola.
Non pochi rompicapi per capire che il 4^ impalcato è leggermente più
pesante perché le travi emergenti del 5^ impalcato sono 30x50 e quindi
il tompagno sottostante, è leggermente più alto e quindi più pesante.
Guardando la carpenteria generata all’ultimo impalcato, si vede che
oltre al nome delle travi, sono indicati, in un apposito layer, che può
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essere facilmente oscurato, anche i carichi di competenza G1/G2/Q;
caratteristici, con sisma e senza sisma, per un controllo immediato.
Questo perché potrà sembrare strano, ma il calcolo delle masse, anche
se banale, è la cosa più scocciante e difficoltosa. Fatta più volte, anche se
dalla stessa persona, vengono sempre valori leggermente differenti.
Figuriamoci se fatto da persone differenti.
Il ogni caso il Progettista della struttura può sempre arrotondare i
valori suggeriti.
I campi solai sono numerati come campo solaio, come solaio continuo e
come campata appartenente al solaio continuo.
Tutti questi dati sono immessi in dei layer diversi che vanno spenti se
interessa solo il disegno.
Con l’analisi statica vengono calcolate le forze sismiche
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si ottiene:
Al 5° impalcato 535.52 contro i 506.4 indicato nel libro a pag. 293; valori
dal calcolo degli Autori del libro.
Al 4° impalcato 440.74 contro i 435.9
Al 3° impalcato 333.04 contro i 330.2
Al 2° impalcato 226.41 contro i 224.6
Al 1° impalcato 105.83 contro i 105.6
Effettuato il calcolo, otteniamo subito gli spostamenti degli impalcati …
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Vediamo come si spostano gli impalcati con le sollecitazioni base.
Nei precisi grafici in DXF restituiti, sono indicati anche il Baricentro
delle masse e il Centro delle Rigidezze a ogni impalcato.
Il contorno dell’impalcato al piano terra è disegnato nel layer 0, quello
dell’impalcato 1 nel layer 1 …
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Passiamo a calcolare e disegnare le travi in cemento armato.
Vengono quindi richiesti i dati preferenziali dell’Utente e calcolate le
armature per le travi in cemento armato.
Subito dopo ne sono disegnate le sezioni con le relative armature.
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In alto e in modo corrispondente è disegnato il grafico con le aree di
ferro necessarie ed effettive con la indicazione numerata di tutte le
sezioni in cui è stata fatta la verifica.
Le armature effettive vengono immagazzinate ed usate per calcolare i
momenti resistenti alle estremità delle travi, dove devono crearsi le
cerniere plastiche sotto sisma distruttivo.
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E nel particolare …
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Il menù successivo Eventuale rettifica manuale armatura incastro Travi
c.a., consente al Progettista di personalizzare le armature dopo aver
visto il DXF restituito.
Al fine di consentire una eventuale personalizzazione delle armature
delle travi, e, per acquisire i momenti resistenti alle estremità delle
travi, esce questa finestra in cui è possibile rettificare l’area affettiva.
Dalla differenza dei momenti flettenti calcolati con l’area effettiva e
l’area necessaria troviamo la sovra resistenza nel punto che sarà
utilizzata per amplificare i momenti ai ritti PRIMARI.
Nella ipotesi che non tutti i pilastri siano PRIMARI contro l’azione
sismica, il menù successivo Gerarchie Resistenze: individuazione dei
Pilastri da ritenersi 'SECONDARI' contro l'azione sismica ci informa
che…
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L’Utente può intervenire immettendo i ritti che vorrà definire
SECONDARI e a cui non si applicherà la Gerarchia delle Resistenze.
Continuiamo non definendo nessun ritto SECONDARIO.
l menù successivo Gerarchia Resistenze: moltiplicatori dei Momenti
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Flettenti ai Ritti/Pilastri 'PRIMARI' trova i moltiplicatoriGR per
incrementare i momenti flettenti del calcolo elastico ai pilastri.
La procedura per trovare i moltiplicatori è eseguita a Sx e a Dx, e, Sopra
e Sotto, in ogni campata. 4 moltiplicatori per ogni campata e per ognuno
di essi c’è il corrispondente DXF che descrive come è stato ricavato.
Procedura eseguita.
Nell’esempio, che non appartiene a questo calcolo, dai
150KNm=Momento Resistente nella sezione dove dovrà formarsi la
cerniera plastica sotto sisma distruttivo, sottraendo 106.8 che è la
sollecitazione massima prevista col sisma di progetto, ricaviamo 43.2
che è la sovra resistenza. Poiché i carichi verticali sono fissi ed è il solo
sisma che aumenta, aggiungendo i 43.2 al solo sisma, otteniamo 130.87
che è il momento nel punto scelto per il cedimento in cerniera plastica
quando questa si formerà. Dalla similitudine dei triangoli ricaviamo X,
il corrispondente momento flettente sulla trave al centro del pilastro e
dividendolo per 134.32 che è il momento del calcolo elastico nel punto,
otteniamo il moltiplicatoreGR che sarà applicato ai momenti flettenti
agenti sul ritto. Se il pilastro resiste al proprio momento amplificatoGR,
che come momento sollecitante in asse sezione è un poco più grande del
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momento a filo pilastro, quando si forma la cerniera plastica sulla trave
dove previsto, il pilastro non si rompe. La cerniera plastica sulla trave si
crea dopo il tratto più rigido; in celeste nel grafico. La dimensione del
tratto celeste, utilizzato nella similitudine dei triangoli, è pari a metà
larghezza del ritto interessato + 10mm se non c’è, come in questo calcolo
il Nodo Carannante oppure è pari alla lunghezza del Nodo Carannante
+ 10mm se il Nodo c’è. Il procedimento è lo stesso.
Ogni calcolo di moltiplicatore è restituito in dettaglio nel file DXF
corrispondente lungo il telaio piano per poi essere combinato come
preferisce l’Utente in ...
E quindi…
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Calcolata l’armatura e fatte le verifiche…
Essendo tutto OK, andiamo a disegnare i pilastri …
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E nel particolare
Guardiamo i diagrammi dei momenti maggiorati ai ritti per effetto della
Gerarchia delle Resistenze.
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Nel grafico.DXF sono riportati tutti i valori dei Momenti Flettenti
leggibili ed evidenziabili direttamente dal CAD.
I diagrammi dei momenti flettenti ai ritti sono amplificati dai
moltiplicatoriGR.
Infatti entrando nel particolare…
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In giallo e in rosso sono indicati ed evidenziati i momenti flettenti come
dal calcolo elastico rispettivamente al ritto superiore ed inferiore. In
ciano è indicato l’ingombro in larghezza della metà sinistra del ritto che
interseca in altezza l’ingombro della trave; praticamente evidenzia la
lunghezza del tratto infinitamente rigido alle estremità delle travi e dei
pilastri così come è stato trasmesso al TelSpa che ne tiene conto nel
calcolo.
Il menù solai, calcola e disegna tutti i solai continui in cemento armato
così come sono stati definiti nella carpenteria.
Il menù tirafondi disegna la dima per il posizionamento delle barre di
attesa in fondazione utilizzando un piccolo profilo metallico. I profili da
annegare nel massetto possono essere utilizzati come armatura di
collegamento dei plinti isolati o su pali. I profili metallici utilizzati come
dima potrebbero integrare anche le armature delle travi rovesce.
Dal menù plinti vengono calcolati e disegnati i plinti isolati.
Dal menù Travi rovesce vengono calcolate e disegnate le travi rovesce
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La lunghezza del tratto rigido determina un piccolo plinto di raccordo
delle travi al pilastro. Il Qv preminente sulla trave indica che sulle travi
rovesce è applicato qualche carico che può anche essere quello calcolato
nella carpenteria all’impalcato 0 se, immesso da carpenteria singola,
sulle travi rovesce è poggiato un solaio.
Questi dati sono applicati a tutte le travi ma si può cambiare qualche
trave rovescia dalla finestra successiva…
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Per l’aleatorietà dei dati geotecnici, il calcolo e le verifiche di resistenza
sono effettuate utilizzando una fascia di costanti di sottofondo ricavata
da quella definita quando sono stati immessi i dati geotecnici. Il
moltiplicatore immesso dall’Utente ne diminuisce e ne aumenta il valore
creando la fascia. Per i cedimenti e la pressione sul terreno, è utilizzata
la sola costante di sottofondo originaria.
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Dima
travi rovesce
ed il corrispondente reticolo.
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Per la relazione di calcolo, oltre al listato ci sono in modo sintetico i
DXF…
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Nel libro a pag.293, l’ultima colonna della tabella 8, riporta delle
forze sismiche ricavate stimando il periodo in modo più affidabile con la
formula di Rayleigh che si avvicina di più all’analisi modale.
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Periodo più basso significa forze sismiche più grandi…
Torniamo ai dati sismici e selezioniamo l’analisi modale.
Ripetendo il calcolo con l’analisi modale…
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Gli spostamenti orizzontali aumentano leggermente e al pilastro 9 piano
2 e 3 l’armatura necessaria supera, come evidenziato, per un tondino
quella massima.
Scegliendo il tondo da 16 l’armatura viene superata solo a un piano.