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2 www.gazzettino.it Venerdì 7 Settembre 2018 La mediazione di Conte sulle misure Tria al lavoro per spuntare flessibilità CONTI PUBBLICI ROMA Giù le tasse sull’Irpef, un punto in meno, a cominciare dall’aliquota più bassa. Lega al lavoro per dare corpo alla rifor- ma fiscale che, nei progetti del vicepremier Matteo Salvini, nel giro di un triennio, dovrà ridise- gnare il sistema tributario italia- no con l’introduzione della Flat tax. Un vertice economico tra i sottosegretari del Carroccio Massimo Bitonci, Armando Siri e Massimo Garavaglia ha messo a punto una prima bozza di pro- poste economiche volute dal partito da sottoporre al mini- stro dell’Economia, Giovanni Tria, e agli alleati pentastellati. Secondo i progetti di Via Belle- rio, la prima cosa da fare è co- minciare a ridurre le imposte sulle persone fisiche per alimen- tare la ripresa dei consumi e la crescita. E così, dal 2019, per ef- fetto della legge di Bilancio in preparazione, l’ultima delle 5 aliquote, oggi fissata al 23%, do- vrebbe scendere a quota 22%. Così stando le cose, in assenza di dettagli ancora da mettere a punto su detrazioni e deduzio- ni, tutti i contribuenti con reddi- ti superiori a 15 mila euro (13,5 milioni, pari al 34% del totale) si vedrebbero ridurre le imposte di 150 euro l’anno. Ovviamente il beneficio, per chi ha redditi in- feriori a 15 mila euro, si ridur- rebbe in maniera progressiva (ad esempio a quota 10 mila eu- ro di reddito c’è uno sconto di tasse da 100 euro) fino ad annul- larsi a quota 7.500 euro, laddo- ve parte la no tax area dei contri- buenti (quasi 14 milioni) che versano zero imposte. L’opera- zione avrebbe un costo di circa 2 miliardi di euro e costituireb- be, nei fatti, un embrione della Flat tax a tre aliquote che ha in mente Salvini. Altro punto mes- so a fuoco nel vertice di ieri è quello di applicare l’aliquota unica del 15% sulle partite Iva con un volume d’affari fino a 65 mila euro all’anno. L’aliquota salirebbe al 20% sulla parte ec- cedente 65 mila euro fino a 100 mila. LE STIME Questa operazione coinvolge- rebbe circa 1,5 milioni di contri- buenti che godrebbero in que- sto modo di uno sconto fiscale di 1,5 miliardi di euro. Quanto al- le imprese, l’ipotesi alla quale si lavora prevede la riduzione dell’aliquota Ires (attualmente al 24%) a quota 15%, a patto che le aziende reinvestano gli utili per assumere personale o per realizzare investimenti in mac- chinari. Intanto prende forma anche la cosiddetta “pace fisca- le”. Si punta a un saldo e stralcio per il passato e a una semplifica- zione del contenzioso. L’opera- zione sarà molto ampia e com- prenderà tutte le liti, le cartelle esattoriali ed anche i contenzio- si in stato embrionale. Di fatto l’intenzione è quella di chiudere tutti i conti con il passato offren- do aliquote vantaggiose (6-12-25% su quanto dovuto) in- cassando 3,5 miliardi di euro. Chi si sta occupando del dossier, ovviamente, spiega che l’opera- zione sarà messa a punto in mo- do da non sovrapporsi con la Rottamazione-bis delle cartelle Equitalia, per la quale il prossi- mo anni sono in programma al- cune rate. Sempre sul fronte ma- novra, il governo sta anche met- tendo a punto un pacchetto di norme in favore delle imprese. Appare praticamente certo un taglio, da circa 500 milioni, dei contributi Inail a carico delle imprese, mentre è possibile una proroga, forse biennale, delle decontribuzioni al 100% per chi assume lavoratori al Sud e una riedizione del piano Industria 4.0. che verrebbe essere esteso anche alle Pmi che investono in innovazione. Tra gli obiettivi an- che il trasferimento di tecnolo- gie tra comparti. La decontribu- zione dovrebbe entrare nel me- nù della manovra senza troppi problemi, non presentando pro- blemi di coperture. Il taglio dei contributi ai neo assunti nel Mezzogiorno ha infatti un costo contenuto, circa 500 milioni, ma soprattutto è finanziata con i fondi europei. Dunque non ag- grava il disavanzo e non interfe- risce sul deficit, elemento che piace al ministro dell’Econo- mia, Tria. Michele Di Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA IL CASO ROMA «Saremo abili nel trovare le coperture. Un po’ di pazienza». Al secondo incontro in due gior- ni sulla manovra, Giuseppe Con- te ammette qual è il problema che assilla l’esecutivo. Cosa met- tere nel Def e nella manovra è scritto nel contratto di governo, ma non cosa togliere. Tagliare le riforme dei precedenti governi - in testa gli 80 euro - permette di recuperare risorse, ma rischia di non essere indolore per molti. LE RICHIESTE Le dichiarazioni delle ultime ore di Salvini e Di Maio - molto meno bellicose delle precedenti nei confronti dell’euro e della Ue - hanno rassicurato i vertici del Fondo Monetario Internaziona- le come quelli della Commissio- ne. Eppure la lista della spesa dettata da Di Maio e Salvini resta ancora molto lunga anche per il primo anno di legislatura. Ieri il vertice a palazzo Chigi si è occu- pato più dei tagli di spesa che del- le nuove riforme. Conte e Tria so- no riusciti ad imporre un meto- do che dovrebbe costringere i due vice e i ministri a prendere prima atto delle disponibilità e a ragionare solo dopo delle cose che si possono aggiungere. All’incontro però i due vice non c’erano. Matteo Salvini era ben rappresentato dal sottosegreta- rio Giancarlo Giorgetti e Di Maio dalla sottosegretaria all’Econo- mia Laura Castelli arrivata alla riunione con i ministri Giovanni Tria e Paolo Savona, con un fal- done contenente tutte le richie- ste del M5S. Anche se i toni sono cambiati e Lega e M5S hanno smesso di at- taccare a destra ea sinistra, l’elenco è ancora molto corposo e c’è attesa per il vertice Ecofin che oggi e domani si svolgerà a Vienna. Il report che farà il mini- stro Tria al suo ritorno sarà im- portante per capire quali margi- ni di manovra avrà il presidente del Consiglio. Malgrado Conte abbia nei giorni scorsi assistito con qualche perplessità e ap- prensione agli affondi dei suoi due vice contro Bruxelles, toc- cherà proprio a lui cercare in Eu- ropa le sponde giuste per spunta- re flessibilità. Un lavoro non facile e che dovrà rimontare più di un sospetto sul- la reale volontà del governo gial- loverde di tenere l’Italia aggan- ciata alla moneta unica. Rassicu- rati dalle parole del ministro Tria ieri si sono detti i tecnici del Fondo Monetario che sono stati in via XX settembre già un paio di volte. Sulla stessa linea di sod- disfazione per le ultime dichiara- zioni del governo è il presidente della Commissione Ue Juncker. Persino il falco Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissio- ne Ue, ha elogiato Di Maio e Sal- vini per le ultime dichiarazioni, «ma ora aspettiamo un testo scritto». A Vienna Tria proverà a tastare il terreno per capire quali siano gli spazi di finanza pubblica in cui potersi muovere pur rispet- tando le regole Ue. La questione sembra ormai essere quella se raggiungere o meno nel 2019 il 2% nel rapporto deficit-Pil. Mol- to dipenderà da come si chiude- rà il 2018. Nel frattempo ieri si sa- rebbe trovato un accordo per do- tare il reddito di cittadinanza di una decina di miliardi. Allo stu- dio anche quota 100 per le pen- sioni e un percorso di avvicina- mento alla flat tax divenuta “pro- gressiva” perchè le aliquote sa- ranno tre o cinque. IL CALO Occorrerà quindi attendere an- cora qualche settimane per vede- re quanto degli ambiziosi proget- ti - che per certi versi sono la somma di due programmi di go- verno di due diversi “schiera- menti” - verrà realizzato e quan- to rinviato al secondo anno di le- gislatura. Il calo dello spread de- gli ultimi giorni conferma che i segnali mandati dal governo hanno per ora convinto gli inve- stitori ad arretrare, ma l’incer- tezza permane perchè non è an- cora chiaro quale sarà il punto di caduta della politica economica del governo. Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA Verso la manovra Continua la flessione dell’indice di fiducia degli italiani iniziata nel primo trimestre 2018. Tra aprile e giugno è calato di 4 punti rispetto al trimestre precedente, fermandosi a 62, in linea con le rilevazioni Istat e con la diminuzione della fiducia mondiale ma in controtendenza rispetto alla stabilità dell’indice in Europa. Lo rileva la ricerca condotta ogni tre mesi da Nielsen. Consumi, ancora in calo la fiducia degli italiani FMI E COMMISSIONE APPREZZANO IL CAMBIO DI PASSO DEI DUE VICE SUL RISPETTO DEI PARAMETRI IERI MINI-VERTICE DELLA SQUADRA ECONOMICA DELLA LEGA CON I SOTTOSEGRETARI SIRI, BITONCI E GARAVAGLIA Le cifre delle misure in cantiere Il costo della revisione della legge Fornero sulle pensioni con l’introduzione di «quota 100» senza paletti Fornero 8 La somma necessaria per cancellare le clausole di salvaguardia sull’Iva e le accise che scatterebbero dal primo gennaio Iva 12,5 Le coperture necessarie a finanziare il reddito di cittadinanza. L’idea sarebbe di partire con uno stanziamento di 3 miliardi Reddito 17 Il gettito che secondo le stime della Lega, potrebbe arrivare grazie alla “pace fiscale” e la sanatoria di tutte le cartelle fiscali Sanatoria 3,5 Quanto serve per introdurre la "flat tax" al 15% per i professionisti e partite Iva con un reddito fino a 65mila euro (20% per i redditi fino a 100mila) "Flat tax" 1,5 ECONOMIA Il ministro Giovanni Tria VIENE CONFERMATA LA FLAT TAX AL 15% PER LE PARTITE IVA DECONTRIBUZIONE PER LE ASSUNZIONI NEL MEZZOGIORNO Rilevazione Nielsen SI LAVORA AI TAGLI DI SPESA NECESSARI PER TROVARE LE COPERTURE, MA LA STRADA RESTA IN SALITA Primo Piano ` Il prelievo del 23% per i redditi fino a 15mila euro ridotto al 22% La sede del Ministero dell’Economia a via XX settembre ` Taglio del cuneo fiscale attraverso la diminuzione dei contributi Inail Irpef, spunta il taglio della prima aliquota Sgravi alle imprese (C) Ced Digital e Servizi | ID: 00890372 | IP: 79.19.51.68 sfoglia.ilgazzettino.it

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www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

La mediazione di Conte sulle misureTria al lavoro per spuntare flessibilità

CONTI PUBBLICI

ROMA Giù le tasse sull’Irpef, unpunto in meno, a cominciaredall’aliquota più bassa. Lega allavoro per dare corpo alla rifor-ma fiscale che, nei progetti delvicepremier Matteo Salvini, nelgiro di un triennio, dovrà ridise-gnare il sistema tributario italia-no con l’introduzione della Flattax. Un vertice economico tra isottosegretari del CarroccioMassimo Bitonci, Armando SirieMassimoGaravagliahamessoa punto una prima bozza di pro-poste economiche volute dalpartito da sottoporre al mini-stro dell’Economia, GiovanniTria, e agli alleati pentastellati.Secondo i progetti di Via Belle-rio, la prima cosa da fare è co-minciare a ridurre le impostesulle persone fisiche per alimen-tare la ripresa dei consumi e lacrescita. E così, dal 2019, per ef-fetto della legge di Bilancio inpreparazione, l’ultima delle 5aliquote, oggi fissata al 23%, do-vrebbe scendere a quota 22%.Così stando le cose, in assenza

di dettagli ancora da mettere apunto su detrazioni e deduzio-ni, tutti i contribuenti con reddi-ti superiori a 15 mila euro (13,5milioni, pari al 34%del totale) sivedrebbero ridurre le impostedi 150 euro l’anno. Ovviamenteil beneficio, per chi ha redditi in-feriori a 15 mila euro, si ridur-rebbe in maniera progressiva(ad esempio a quota 10 mila eu-ro di reddito c’è uno sconto ditasse da 100 euro) fino ad annul-larsi a quota 7.500 euro, laddo-ve parte la no tax area dei contri-buenti (quasi 14 milioni) cheversano zero imposte. L’opera-zione avrebbe un costo di circa2 miliardi di euro e costituireb-be, nei fatti, un embrione dellaFlat tax a tre aliquote che ha in

mente Salvini. Altro puntomes-so a fuoco nel vertice di ieri èquello di applicare l’aliquotaunica del 15% sulle partite Ivacon un volume d’affari fino a 65mila euro all’anno. L’aliquotasalirebbe al 20% sulla parte ec-cedente 65 mila euro fino a 100mila.

LE STIMEQuesta operazione coinvolge-rebbe circa 1,5 milioni di contri-buenti che godrebbero in que-sto modo di uno sconto fiscaledi 1,5miliardi di euro. Quanto al-le imprese, l’ipotesi alla quale silavora prevede la riduzionedell’aliquota Ires (attualmenteal 24%) a quota 15%, a patto chele aziende reinvestano gli utili

per assumere personale o perrealizzare investimenti in mac-chinari. Intanto prende formaanche la cosiddetta “pace fisca-le”. Si puntaaun saldo e stralcioper il passato e a una semplifica-zione del contenzioso. L’opera-zione sarà molto ampia e com-prenderà tutte le liti, le cartelleesattoriali ed anche i contenzio-si in stato embrionale. Di fattol’intenzione èquella di chiuderetutti i conti con il passato offren-do aliquote vantaggiose(6-12-25% su quanto dovuto) in-cassando 3,5 miliardi di euro.Chi si sta occupandodel dossier,ovviamente, spiega che l’opera-zione saràmessa a punto inmo-do da non sovrapporsi con laRottamazione-bis delle cartelleEquitalia, per la quale il prossi-mo anni sono in programma al-cune rate. Sempre sul frontema-novra, il governo sta anchemet-tendo a punto un pacchetto dinorme in favore delle imprese.Appare praticamente certo untaglio, da circa 500 milioni, deicontributi Inail a carico delleimprese,mentre è possibile unaproroga, forse biennale, delledecontribuzioni al 100% per chi

assume lavoratori al Sud e unariedizione del piano Industria4.0. che verrebbe essere estesoanche alle Pmi che investono ininnovazione. Tra gli obiettivi an-che il trasferimento di tecnolo-gie tra comparti. La decontribu-zione dovrebbe entrare nel me-nù della manovra senza troppiproblemi, non presentando pro-blemi di coperture. Il taglio deicontributi ai neo assunti nelMezzogiorno ha infatti un costocontenuto, circa 500 milioni,ma soprattutto è finanziata coni fondi europei. Dunque non ag-grava il disavanzo e non interfe-risce sul deficit, elemento chepiace al ministro dell’Econo-mia, Tria.

MicheleDiBranco

©RIPRODUZIONERISERVATA

IL CASO

ROMA «Saremoabili nel trovare lecoperture. Un po’ di pazienza».Al secondo incontro in due gior-ni sullamanovra, Giuseppe Con-te ammette qual è il problemache assilla l’esecutivo. Cosa met-tere nel Def e nella manovra èscritto nel contratto di governo,ma non cosa togliere. Tagliare leriforme dei precedenti governi -in testa gli 80 euro - permette direcuperare risorse, ma rischia dinonessere indolorepermolti.

LE RICHIESTELe dichiarazioni delle ultime oredi Salvini eDiMaio -moltomenobellicose delle precedenti neiconfronti dell’euro e della Ue -hanno rassicurato i vertici delFondo Monetario Internaziona-le come quelli della Commissio-ne. Eppure la lista della spesadettatadaDiMaioeSalvini restaancora molto lunga anche per ilprimo anno di legislatura. Ieri ilvertice a palazzo Chigi si è occu-pato più dei tagli di spesa che del-

le nuove riforme. Conte e Tria so-no riusciti ad imporre un meto-do che dovrebbe costringere idue vice e i ministri a prendereprima atto delle disponibilità e aragionare solo dopo delle coseche si possono aggiungere.All’incontro però i due vice nonc’erano. Matteo Salvini era benrappresentato dal sottosegreta-rioGiancarloGiorgetti eDiMaiodalla sottosegretaria all’Econo-mia Laura Castelli arrivata allariunione con i ministri GiovanniTria e Paolo Savona, con un fal-done contenente tutte le richie-stedelM5S.Anche se i toni sono cambiati eLega e M5S hanno smesso di at-taccare a destra e a sinistra,

l’elenco è ancora molto corposoe c’è attesa per il vertice Ecofinche oggi e domani si svolgerà aVienna. Il report che farà ilmini-stro Tria al suo ritorno sarà im-portante per capire quali margi-ni di manovra avrà il presidentedel Consiglio. Malgrado Conteabbia nei giorni scorsi assistitocon qualche perplessità e ap-prensione agli affondi dei suoidue vice contro Bruxelles, toc-cherà proprio a lui cercare in Eu-ropa le sponde giuste per spunta-re flessibilità.Un lavoro non facile e che dovràrimontare più di un sospetto sul-la reale volontà del governo gial-loverde di tenere l’Italia aggan-ciata allamoneta unica. Rassicu-rati dalle parole del ministroTria ieri si sono detti i tecnici delFondo Monetario che sono statiin via XX settembre già un paiodi volte. Sulla stessa linea di sod-disfazione per le ultime dichiara-zioni del governo è il presidentedella Commissione Ue Juncker.Persino il falco Jyrki Katainen,vicepresidente della Commissio-ne Ue, ha elogiato Di Maio e Sal-

vini per le ultime dichiarazioni,«ma ora aspettiamo un testoscritto».A Vienna Tria proverà a tastareil terreno per capire quali sianogli spazi di finanza pubblica incui potersi muovere pur rispet-tando le regole Ue. La questionesembra ormai essere quella seraggiungere o meno nel 2019 il2% nel rapporto deficit-Pil. Mol-to dipenderà da come si chiude-rà il 2018. Nel frattempo ieri si sa-rebbe trovato un accordo per do-tare il reddito di cittadinanza diuna decina di miliardi. Allo stu-dio anche quota 100 per le pen-sioni e un percorso di avvicina-mento alla flat tax divenuta “pro-gressiva” perchè le aliquote sa-

ranno tre ocinque.

IL CALOOccorrerà quindi attendere an-cora qualche settimane per vede-re quanto degli ambiziosi proget-ti - che per certi versi sono lasomma di due programmi di go-verno di due diversi “schiera-menti” - verrà realizzato e quan-to rinviato al secondo anno di le-

gislatura. Il calo dello spread de-gli ultimi giorni conferma che isegnali mandati dal governohanno per ora convinto gli inve-stitori ad arretrare, ma l’incer-tezza permane perchè non è an-corachiaroquale sarà il puntodicaduta della politica economicadel governo.

MarcoConti

©RIPRODUZIONERISERVATA

Verso la manovra

Continua la flessionedell’indicedi fiduciadegliitaliani iniziatanelprimotrimestre2018.Traaprileegiugnoècalatodi4puntirispettoal trimestreprecedente, fermandosia62,in lineacon lerilevazioni Istatecon ladiminuzionedellafiduciamondialema incontrotendenzarispettoallastabilitàdell’indice inEuropa.Lorileva la ricercacondottaogni tremesidaNielsen.

Consumi, ancora in calola fiducia degli italiani

FMI E COMMISSIONEAPPREZZANOIL CAMBIO DI PASSODEI DUE VICESUL RISPETTODEI PARAMETRI

IERI MINI-VERTICEDELLA SQUADRAECONOMICA DELLA LEGACON I SOTTOSEGRETARISIRI, BITONCIE GARAVAGLIA

Le cifre delle misure in cantiere

Il costo della revisione della legge Fornero sulle pensioni con l’introduzione di «quota 100» senza paletti

Fornero8

La somma necessaria per cancellare le clausole di salvaguardia sull’Iva e le accise che scatterebbero dal primo gennaio

Iva12,5

Le coperture necessarie a finanziare il reddito di cittadinanza. L’idea sarebbe di partire con uno stanziamento di 3 miliardi

Reddito17

Il gettito che secondo le stime della Lega, potrebbe arrivare grazie alla “pace fiscale” e la sanatoria di tutte le cartelle fiscali

Sanatoria3,5

Quanto serve per introdurre la "flat tax" al 15% per i professionisti e partite Iva con un reddito fino a 65mila euro (20% per i redditi fino a 100mila)

"Flat tax"1,5

ECONOMIA Il ministro Giovanni Tria

VIENE CONFERMATALA FLAT TAX AL 15%PER LE PARTITE IVADECONTRIBUZIONEPER LE ASSUNZIONINEL MEZZOGIORNO

Rilevazione Nielsen

SI LAVORA AI TAGLIDI SPESA NECESSARIPER TROVARELE COPERTURE,MA LA STRADARESTA IN SALITA

Primo Piano

`Il prelievo del 23% per i redditifino a 15mila euro ridotto al 22%

La sede del Ministero dell’Economia a via XX settembre

`Taglio del cuneo fiscale attraversola diminuzione dei contributi Inail

Irpef, spunta il tagliodella prima aliquotaSgravi alle imprese

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www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

C’è il pressing di Draghidietro la svolta dei leader

`La triangolazione di Tria con Quirinalee Bankitalia «per evitare scenari da 2011»

`Il rapido cambio di toni di Salvini e Di Maioe l’alert della Bce sull’acquisto di titoli italiani

IL RETROSCENA

La svolta soft in politica eco-nomica dei due vicepre-mier Di Maio e Salvinicoincide con il rientro dal-la Cina del ministro Gio-vanni Tria. Domenica

scorsa il responsabile di ViaXX Settembre atterra a Romavisibilmente contrariato per lebordate che i leader di Lega eM5S da giorni rifilano alle re-gole europee, per i continui an-nunci sulle misure da inserirenella legge di bilancio e per i ri-baditi proclami di sforamentodelparametrodel 3%. Il rischiodella tempesta speculativa per-fetta, a suo tempo annunciatadal sottosegretario GiancarloGiorgetti, potrebbe diventarepiù concreto anche per le esu-beranti dichiarazioni dei duevicepremier che parlano di«autunno caldissimo», tuona-no contro «la dittatura della fi-nanza» e si dicono pronti a cer-care soldi in Cina e Russia «senonce li darà laUe».

LA FINEDa Pechino il ministro Triaparla più volte con il premierGiuseppe Conte e il sottosegre-tario Giorgetti. Molto preoccu-pato è il presidente SergioMat-tarella e il Quirinale “insegue”più volte Tria in Cina e Contenegli Usa. In allarme è ancheVia Nazionale. Nella sede dellaBanca d’Italia si seguono consorprendente sconcerto le af-

fermazioni di fine agosto dimolti esponenti del governoche portano pericolosamenteil Paese sul ciglio di quel «bur-rone» a suo tempo evocato dalgovernatore Ignazio Visco. DaFrancoforte chiedono spiega-zioni a Via Nazionale. MarioDraghi ha buon gioco nel ricor-dare a Palazzo Chigi ciò chequalche settimana prima erastato anche oggetto dell’incon-tro con il ministro delle politi-che comunitariePaoloSavona.Ovvero che i tempi per la finedel Quantitave easing verran-no rispettati e che da settem-bre Francoforte comincerà acomprare meno titoli di Stato.Quindi da dicembre i paesi

dell’Eurozona, Italia in testa,dovranno trovarsi da soli gli in-vestitori pronti a sottoscrivereil loro debito pubblico. Dal Qui-rinale c’è chi ricorda a Di Maioe Salvini che i rissosi toni con-troBruxelles e laCommissionenon aiutano perché la campa-gna elettorale per le elezionieuropee del prossimo annonon c’è solo in Italia. E’ infattiforte sul Colle il timore di un ir-rigidimento della Commissio-ne Ue e che l’Italia possa ritro-varsi più sola quando si dovràtrattare quella flessibilità cheDiMaio invoca come diritto ci-tando la Spagna, Paese che pe-rò è appena uscito da un pro-gramma di aiuti gestito dalla

Troika. Sicché lunedì, nella riu-nione a Palazzo Chigi, tocca alministro Tria tratteggiare neldettaglio aDiMaio e Salvini i ri-schi del “burrone” dentro ilquale l’Italia rischia di finire in-sieme al governo. Scenari da2011 accentuati dal fatto che al-lora erano tutti i Paesi europeia subire in vario modo la crisipost Lehman-Brothers, men-tre oggi l’Italia è il Paese del G7che crescemeno.L’incertezza per le conse-

guenze che a breve ci sarannoa seguito della fine dell’ombrel-lo della Bce, la sfiducia deimer-cati per le misure “crapulone”del governo, lo scontro conl’Europae imisteriosi piani B, i

dazi, le crisi in Turchia e Ar-gentina che possono tradursiin una nuova tempesta finan-ziaria sull’Italia, compongonounamiscela esplosiva i cui pri-mi effetti sono stati l’allarmelanciato da Fitch, lo spread vo-lato nei dintorni di 300 e l’astadei Btp con rendimenti sopra il3,2%. Senza contare che inmancanza di una decisa corre-zione di rotta, imprenditori eoperai - dell’Ilva ma non solo -rischiano di ritrovarsi insiemein piazza contro il governo delmetodo costi-benefici, dei rin-vii continui e di quattromesi diattività con alle spalle un solovero provvedimento: il discus-so “decretodignità”.

LA SVOLTAIl rischio del boomerang impo-ne il cambio di rotta che avviaDiMaio con l’intervista a PresaDiretta e cheSalvini perfezionarilasciando al Sole24ore dichia-razioni in netta controtenden-za e che contribuiscono alla di-scesa dello spread. Una lineamoderata che permette a Triadi partecipare all’Ecofin senzasentire colpi di piccone da Pa-lazzo Chigi. La strada verso lamanovra èperò ancora lunga ela lista della spesa sulla qualeinsistono i due vicepremier an-che.Non resta cheattendere.

MarcoConti

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I conti attesiPrevisioni degli espertidel Ministero dell’Economia nel Def di aprile 2018

2017 2018 2019

0,00

0,75

1,50

Pil

Debito/Pil

Deficit/Pil

+1,5+1,5+1,4

0,00

1,25

2,50

123

128

133

1,6

0,8

2,3

131,5130,8

128

Primo Piano

LA FINE DELL’OMBRELLO

DI FRANCOFORTE

E I TIMORI CHE

UN IRRIGIDIMENTO

DELLA COMMISSIONE UE

DANNEGGI L’ITALIA

LA BANCA

CENTRALE

EUROPEA

Il presidentedella BceMario Draghi(foto ANSA)

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www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

L’intervista Giulio Centemero

Il processo sui fondi

IL VERDETTO

GENOVA Adesso toccherà allaprocura diGenova eseguire il se-questro. I soldi della Lega po-tranno essere congelati a parti-re da oggi «ovunque e pressochiunque», fino al raggiungi-mento della cifra di 49 milionidi euro, ammontare dei fondiper i quali l’ex leader UmbertoBossi e l’ex tesoriere FrancescoBelsito, insieme a tre ex revisoricontabili del Carroccio, sonostati condannati per truffa ag-gravata ai danni dello Stato. IlTribunale del Riesame ha accol-to gli argomenti della procura erespinto in toto il ricorso dei le-gali del partito, che avevano in-vocato anche la Convenzioneper i diritti dell’uomo e una que-stione di legittimità costituzio-nale. Lavicenda riguarda i fondiincassati tra il 2008 e il 2010, imagistrati hanno verificato cheil denaro incassato per le speseelettorali era stato trasferitocon investimenti in Tanzania ea Cipro, o utilizzato per le spesedella famigliaBossi.La furia del segretario del Car-

roccio Matteo Salvini non si faattendere: «Temete l’ira dei giu-sti», dice. E se il partito incassala solidarietàunanimedi tutto ilcentrodestra, è lo stesso pre-mier Giuseppe Conte a interve-nire: «Non ci saranno ripercus-sioni per il governo,maèchiaroche per un partito diventa diffi-cile svolgere attività politica senonci sono risorse».

CONTINUITÀL’attuale Lega, secondo il Tribu-nale di Genova, non può dirsiestranea a quanto accaduto inpassato. Si legge nella sentenzadepositata ieri: «Non può invo-carsi l’estraneità del soggettopolitico Lega Nord rispetto allapercezione di somme confluitesui suoi conti e dalle quali ha,pertanto tratto cospicui vantag-gi patrimoniali». Per i giudicianche laquestionedi legittimitàcostituzionale invocata dalla Le-ga è del tutto infondata: anzi ilsequestro tutela proprio gli or-

gani costituzionali, parti civilinel processo. Si legge nellemoti-vazioni: «La confisca obbligato-ria è finalizzata al fine legittimoe conforme ai principi dell’ordi-namento giuridico interno e so-vranazionale di assicurare alloStato il profitto del reato ricer-candolo ovunque e pressochiunque, rammentandosi sulpunto che le parti civili del pre-sente procedimento sono glistessi organi costituzionali del-lo Stato (nella fattispecie la Ca-mera dei deputati e il Senato),con conseguente esclusione diogni possibile travalicamentodel provvedimento ablatorio direcupero a giustizia di sommeindebitamente percepite dai di-rigenti protemporedel partito».

E il collegio del Riesame diGenova boccia anche l’ultimoargomento dei legali del Carroc-cio: il riferimento al pronuncia-mentodellaGrandeChambrediStrasburgo in merito al seque-stro, dichiarato illegittimo,dell’ecomostro di barese di Pun-ta Perotti. Scrivono i giudici:«LaGrandeChambre si pronun-cia sul caso concreto, senza sta-bilire principi validi in astrat-to».Salvini non ha intenzione di

arrendersi. La polemica con imagistrati è aperta. Tanto daspingere il procuratore di Geno-va Francesco Cozzì a una battu-ta: «Vi prego di separare la vi-cenda Lega dalle indagini sulPonte Morandi, anche se qual-che politico tende ad accostar-le». Ma il leader del Carrocio,che in questi giorni ha più voltesollecitato la procura a occupar-si del crollo anzichédei soldi delsuopartito, commenta: «Lavoroper la sicurezza degli italiani emi indagano per sequestro dipersona (30 anni di carcere), la-voro per cambiare l’Italia e l’Eu-ropa e mi bloccano tutti i conticorrenti, per presunti errori didieci anni fa. Se qualcuno pensadi fermarmi o spaventarmi hacapitomale, io nonmollo e lavo-ro con ancora più voglia. Sorri-dente e incazzato».

ValentinaErrante

©RIPRODUZIONERISERVATA

«Anche i giudici possono sbagliarema serve una riforma della giustizia»

Giulio Centemero

IL TESORIERE LEGHISTA:I SOLDI? ABBIAMO GIÀFATTO UNA CAMPAGNAFRANCESCANA, AVANTICON I SOCIALL’ESECUTIVO NON RISCHIA

IL RETROSCENA

ROMA Perfino uno pacato comeGiorgetti è su tutte le furie. «Que-sti pm non li controlla nessuno,bisogna fare qualcosa». La rea-zione dei Matteo Salvini non sa-rà a caldo,ma la Lega è intenzio-nata a riformare la giustizia«per non permettere – dice unodei big – che un giudice possamandare all’aria il governo». IlpremierConte e il viceDiMaio sisono affrettati a dire che la sen-tenza del Tribunale del Riesamenon avrà ripercussioni sul go-vernoma nel partito di via Belle-rio si teme che lo scontro tral’ala ‘dura’ M5S guidata da Fico(ma nel mirino dei leghisti ci so-no ancheDi Battista e Bonafede)possa far saltare il banco, crean-do ulteriori fibrillazioni sul per-corsodell’esecutivo.Dal canto suo Salvini non ha

intenzionedimandareall’aria lalegislaturama il braccio di ferrocon la magistratura è solo agliinizi. L’escamotage per aggirarel’operazione sul sequestro deifondi è pronto. Nella sostanzaunpartitonuovoanche senoncisarà alcuna rivoluzione. Già igruppi parlamentari hanno la

dicitura ‘Lega per Salvini pre-mier’. Alle Europee si andrà co-sì. Con una tappa dal notaio percertificare il passaggio della Le-ga da partito del Settentrione apartito nazionale. Una mossanon semplice, perché non potràessere solo fittizia. Salvini nonha ancora dato l’ok definitivo alprogettoma l’input dato daGior-getti ai big del Carroccio è quellodi seguire il corso portato giàavanti al Sud. Ogni regione avràla sua “Lega per Salvini pre-mier”: tutte risponderanno allaholding che sarà ovviamentesempre capitanata dal segreta-rio, non ci sarà bisogno di alcuncongresso fondativo, il nome inpratica resterà lo stesso mentre

la Lega nord si trasformerà inun’associazione con una nuovanatura giuridica. Ilmodello cita-to è la piattaformaRousseau, ca-pace - ecco il punto - di raccoglie-re donazioni.

IL MARCHIO«Io il marchio non lo cambieròmai», il refrain del ministrodell’Interno che ha bocciato sen-za se e senzama anche il proget-to del partito unico: «Così arri-viamo al 40%», ripete in questeore. Del resto lo stesso Berlusco-ni (con Salvini non si è sentitoma in privato è solidale conMat-teo), temendouna fuga di ammi-nistratori locali e di parlamenta-ri, ieri ha messo nero su biancoche l’idea di unmatrimonio nonesiste. Il problema è che da oggicomincerà la caccia dei pm aifondi della Lega. «Rovisterannoanchenei cassetti», si preparanoi lumbard, e occorrerà fare inmodo, per esempio, che i tremi-la euro che versano deputati esenatori alla casamadre non va-dano nelle casse della Giustizia.Il vicepremier da una parte

ostenta calma («sono tranquilloe sto lavorando per le espulsionidimigliaia di irregolari indeside-rati. Gli avvocati fanno il loro la-voro. Io – il suo primo commen-to alla sentenza - non sono tur-bato perché si tratta di fatti didieci anni fa. I processi alla sto-ria nonmi affascinano. Se ci tol-gono tutto lo facciano pure, gliitaliani sono con noi»), dall’altrapromette fuoco e fiamme.

SFIDA ALLA PROCURA«LaProcuradiGenova – rilancia- si impegni su temi come ildrammatico incidente del pon-te». Più di un big ricorda come ilpmCozzi sia stato uno dei prota-gonisti della Tangentopoli geno-

vese e che poi sia diventato uncollaboratore di Flick. La tesidunque è che la giustizia si stiamuovendo ad orologeria. «Vo-gliono farci fuori, vogliono chechiudiamo», il pensiero di Gior-getti. Ragionamenti condivisianche da FI, ma non da tutti gliesponenti del Movimento 5Stel-le. DiMaio è categorico: «La sen-tenza fornisce ai magistrati tuttigli strumenti per reperire i soldi.Il tema è se ci siano oppure no.La vicenda riguarda il periodoantecedente alla gestione Salvi-ni, quindi si va avanti». «Ma DiMaio controlla tutto ilMovimen-to? E’ questo che ci preoccupa»,allarga le braccia un esponentedi peso del Carroccio. In matti-nata anche il premier Conte si e’soffermato sulla vicenda dei fon-di della Lega: «Non ci sarannoconseguenze ma certo che di-venta difficile svolgere l’attivitàpolitica nel momento in cui nonc’è la possibilità di avere risorsefinanziarie». Parole che Salviniha decisamente apprezzato. Mail clima, anche nella maggioran-za, non è dei più sereni in attesadi capire se e come questo ver-detto cambierà gli equilibri gial-lo-verdi.

EmilioPucci

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Lega, sì al sequestro dei contiSalvini: temete l’ira dei giusti

«Mi ricordo una canzonedi Nanni Svampa, l’Er-ba matta. Noi continue-remo a crescere come

l’erba. Usciremo rafforzati. Nonci spaventano queste difficoltà».Giulio Centemero è tesoriere del-laLegadal settembre2014.Sarà difficile portare avantiuna gestione del partito senzasoldi?«Ci stiamo attrezzando. E comun-que già in campagna elettorale cisiamo comportati da francesca-ni. La nostra attività non si fer-merà».La sentenza del tribunale delRiesame parla di sequestri an-chesuversamenti futuri.«Troveremo altre strade ma in

ogni caso faremo subito ricorso.Andremo inCassazione eperfinoaStrasburgo.E’ però assurdo cheper una cosa italiana, aggiungosenza senso, dobbiamo andare achiedere aiutoall’Europa».Comegiudica la sentenza?«Contraddittoria. E’ tutto un po’surreale. Ricordo che si è inno-centi fino all’ultimo grado di giu-dizio. Tra l’altro sottolineo chenon siamo imputati ma parte le-sa eppure ci trattano da colpevo-li».Vi sentiteperseguitati?«Anche i giudici possono sbaglia-remaci sono tantimagistrati checombattono per cause giuste. Inogni caso ci vorrebbe una rifor-ma della giustizia. E’ difficile ac-

cettare la decisione di voler pro-seguire nel sequestrare sommecon cui i cittadini hanno libera-mente contribuito alla vita delpartito. Considerarle profitto ille-cito di reati commessi oltre 10 an-ni fa è un nonsenso logico, oltreche giuridico. Evidente a tuttiche ha l’effetto di ledere i dirittifondamentali del cittadino».Secondo lei perché c’è un acca-nimentocontro laLega?«Capisco il concetto della conti-nuità che hanno evidenziato igiudici. L’associazione è semprela stessama Salvini non ha tocca-to un centesimo di quei 49milio-ni. E comunque il finanziamentopubblico ai tempi veniva erogatoin base ai voti presi. A nessun

partito è mai stato contestato al-cunadempimento formale».Secondo i giudici del Riesamela Lega ha tratto vantaggio dal-le somme contestate in quantoconfluite sui conti correnti enon può ora invocare estranei-tà.«Si ricorda la vicenda Lusi? E’ lastessa cosa. L’allora tesoriere del-la Margherita fu condannato edovette restituire ilmaltolto. Tut-ta la vicenda avrebbe dovuto ve-dere semmai la condanna di Bel-sito che a quei tempi, con la pro-babile complicità di alcune ban-che, ha cercatodi spostare soldi aCipro per poi trasferirli in Tanza-nia».Intanto però cercherannodi se-questrarvi tutto.«Il denaro non è necessario perogni cosa. Noi non abbiamo le tvma la comunicazione diretta e isocial».Questa sentenza avrà ripercus-sioni sul governo?«Assolutamente no. Andremoavanti conmaggior vigore».

E.P.

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`Il Riesame conferma la condanna pertruffa: possibile rivalersi per 49 milioni

`Solidarietà di Berlusconi e centrodestraConte: difficile fare politica senza risorse

Le contromosse di Matteo: nuovo nomee un’associazione per drenare contribuiti

IL PROGETTO DIUNA “LEGA PERSALVINI PREMIER”DIVERSA IN OGNIREGIONE, COORDINATADA UNA HOLDING

IlPpe«chiarisca le sueposizioni» suimigranti e sulrispettodello statodidiritto,poichécontemporaneamente«nonpuòstaredallapartediMerkeledallapartediOrban».Così ilpresidentefranceseEmmanuelMacron,all’indomanidelladiscesa incampodiManfredWeberallaCommissioneEuropea.Unacandidaturachepotrebbespostareadestral’assedeipopolari europeidopo il votodel 2019.

«Il Ppe deve sceglieretra Merkel e Orban»

Macron

L’APPREZZAMENTO PERLA SOLIDARIETÀ DELPREMIER, MA I LEGHISTITEMONO RIPERCUSSIONISULLA TENUTADEI PENTASTELLATI

Primo Piano

MatteoSalviniSopra,Bossie Belsito

LE ACCUSE RISALGONOALLA GESTIONE BOSSIBELSITO, MA ADESSOLA PROCURA INTENDERIVALERSI SULLEFINANZE DEL CARROCCIO

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www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

IL CASO

ROMA Sui vaccini prosegue il fre-netico balletto che ha causatoconfusione e disorientamentotra le famiglie. L’ultimo passo dimerengue è il ritorno dell’auto-certificazione. E la tensione è al-tissima, tanto che per ottenere ilritiro del famoso emendamentoal Milleproroghe approvato alSenato che eliminava l’obbligodei vaccini, la ministra della Sa-lute, Giulia Grillo, ha alzato la vo-ce, arrivando a minacciare di di-mettersi. Il presidente del Consi-glio, Giuseppe Conte, sembradarle ragione: «Sui vaccini c’erastato quell’emendamento cheaveva contribuito a un’incertez-za, adesso dobbiamo risolverlaquesta incertezza, serve un inter-vento sistemico».

MILLEPROROGHEMa cosa è successo ieri? Lamag-gioranza ha presentato un altroemendamento al Milleproroghein commissione che introduce,dandole forza di legge, l’autocer-tificazione, rinviando a marzol’obbligo delle famiglie di presen-tare i certificati dell’avvenutavaccinazione. Di fatto è l’ammis-sione dell’errore commesso que-st’estate, quando i ministri dellaSalute, Giulia Grillo (M5S) edell’Istruzione, Marco Bussetti(Lega) in una circolare scrisseroche sarebbe stata sufficiente l’au-tocertificazione per iscrivere ibambini a scuola. I presidi fece-ronotare che la leggedice altro enon può essere una circolareuna semplice circolare a cancel-larla. Ecco, allora che ieri i duerelatori dimaggioranza, Giusep-pe Buompane e Vittoria Baldino,M5s, hanno proposto l’emenda-mento al Milleproroghe in com-missione per dare forza di leggeall’autocertificazione. Significache il problema è risolto? No.Perché fino a quando ilMillepro-roghe non finirà il suo percorsoinParlamento (per ora è stato ap-

provato al Senato, ma non allaCamera) la legge Lorenzin valesenza se e senza ma. Lo confer-mano anche i presidi, che denun-ciano: così aumenterà il caos.Antonello Giannelli, presidentedell’Associazione nazionale pre-sidi: «Di legge ce n’è una sola,quando entrerà in vigore un’al-tra ne parleremo. Ma un’inver-sione di rotta ad anno già inizia-to di certo aumenterebbe la con-fusione». Che la maggioranzasui vaccini si sia incartata è diffi-cilmente smentibile, visto in po-chi mesi ha varato strumenticontraddittori. Il sottosegretarioalla Salute, Armando Bartolozzi,ieri in commissione se ripetuto

che «l’obbligo vaccinale non è in-taccato» e «che l’informazionedistorta è la causa del caos». Ègia un buon punto di partenza,perché quanto meno ammetteche il caos esiste.Rivediamo al rallentatore co-

me è stata gestita la vicenda: lalegge Lorenzin, tutt’ora in vigo-re, prevedeper i bambini da0a6anni l’allontanamento da scuolase non in regola con le vaccina-zioni; i ministri Bussetti e Grilloa luglio firmano una circolareche consente l’autocertificazio-ne, subito scoppia la rivolta deipresidi che spiegano che in basealle leggi vigenti non si può fare;agosto, prima della pausa estiva,

nuova capriola, questa volta inSenato passa un doppio emenda-mento firmato sia daM5S (PaolaTaverna), sia dalla Lega che faslittare l’obbligo di un anno: al-cuni esponenti dei Cinquestellesi dissociano, la Grillo s’innervo-sisce perché lei punta tutto suuna nuova legge sui vaccini (chesarà poi depositata, quella chevorrebbe introdurre l’obbligoflessibile). In questa girandola diiniziative, è difficile spiegare allefamiglie che in realtà non è cam-biato nulla, che è ancora in vigo-re la legge Lorenzin, perché ilMilleproroghe non ha ancoraconcluso il percorso parlamenta-re e perché la legge di riforma

del sistema avrà un iter moltolungo. Arriva settembre e in duegiorni riparte la rumba: primal’emendamento che aboliva l’ob-bligo viene ingloriosamente riti-rato in commissione (mercole-dì), poi la maggioranza ne pre-senta un altro (ieri) che rafforzal’opzione dell’autocertificazio-ne. Ieri nella maggioranza nonsonomancati i momenti di scon-forto: sul parere della Commis-sione Sanità, la leghista RossanaBoldi ha votato no alla prorogadell’autocertificazione, GiorgioTrizzinodiM5sèuscitodall’aulaindissenso.

MauroEvangelisti©RIPRODUZIONERISERVATA

`Dopo il primo dietrofront sul rinviodell’obbligo, un nuovo emendamento

La circolareAluglio iministridell’IstruzioneedellaSalutefirmanounacircolare:per leiscrizionibastal’autocertificazione.Replicanoipresidi:no, la leggedicealtro.

EmendamentoAgosto, inSenatoemendamentoalMilleprorogherende inutilel’autocertificazione: rinvial’obbligodeivaccini;mancaperò il passaggioallaCamera

RetromarceSettembre, incommissione lamaggioranza faautocrititcaeritira l’emendamentosulrinviodell’obbligo (chedunqueresta)manepresentaunaltrosull’autocertificazione

IL FOCUS

ROMA I numeri li ha ufficializzatila ministra della Salute, GiuliaGrillo, parlando dei controlli deicarabinieri nelle scuole. Devonoscovare coloro che hanno dichia-rato il falso a proposito delle vac-cinazione dei figli al momentodell’iscrizione. Dice la Grillo:«Dal 4 settembre, il Nucleo Anti-sofisticazione dei Carabinieri haavviato controlli a tappeto nellescuole di tutto il Paese per accer-tare la veridicità delle dichiara-zioni e delle autocertificazionipresentate all’avvio di quest’an-no scolastico. Nei primi due gior-ni di attività sono già stati moni-torati 513 istituti, esaminate15.402 tra certificazioni (7.088) eautocertificazioni (8.314) e rileva-te 22 infrazioni (ossia lo 0,14%).Rispetto all’emendamento suivaccini presentato in commissio-ne nell’ambito del decreto Mille-proroghe, sono fiduciosa che il

Parlamento riesca a individuare,grazie al lavoro dellamaggioran-za e dei relatori, una soluzioneequilibrata». L’obiettivo è svolge-re duemila controlli al giorno, so-prattutto in quelle regioni dove èforte la presenza no-vax, comenel Riminese, nelle Marche, maanche inVeneto eLombardia.

LO SPUNTOIn provincia di Brescia, quasi unmese fa lamadre di una bimba diunasilo di Esine si eravantata suisocial di aver falsificato la certifi-cazione: «Ti è rimasto un fogliomandato dall’Asl con le vaccina-zioni che devi fare? Ecco, io hofatto così: l’ho preso, scanneriz-zato, cambiatodata e portato allamaterna, fine. Mi sono fatta fur-ba così». Partendo da quel caso,sono scattati i controlli dei Nasche tra ieri e oggi hanno interes-sato istituti di tutta Italia e cheproseguiranno anche nelle pros-sime settimane. Da sapere dun-que: la caccia riguarda non sono

solo le autocertificazioni in cui sidichiara il falsoma anche le certi-ficazioni taroccate. A Venezia so-lo mercoledì sono state indivi-duate 20autocertificazioni false..GRANDI CITTÀSe si concentra l’attenzione sullegrandi città, si scopre che a Ro-ma e provincia gli istituti passatial setaccio sono già stati 190, con3.263 autocertificazioni e quasi666 certificazioni. Il totale dei ge-nitori romani che hanno menti-to, sulla base di questo campio-ne, è comunque basso, visto chesono in tutto 7. Simili i numeri diNapoli, dove gli istituti visitatidai carabinieri dei Nas sono stati168, visionate 3.777 autocertifica-zioni e 1.487 certificazioni, in to-tale sono 12 le irregolarità scoper-te. A Milano, infine, tre i falsi ve-nuti alla luce.Ma cosa succede alle famiglie

che hanno dichiarato il falso?Per i genitori c’è la segnalazioneall’autorità giudiziaria che poideciderà se procedere, tenendoconto che dichiarare il falso è unreatodi tipopenale.

M.Ev.©RIPRODUZIONERISERVATA

Vaccini, si ricambia:autocertificazioneper andare a scuola

diLorenaLoiacono

Lo scontro sulla salute

Le tappe

Controlli dei Nas in 14 mila istitutiAltri atti falsi dopo quelli di Venezia

No vaxChe accade a chinon si vaccina?

PASSATI AL SETACCIOCENTINAIA DIISTITUTI SOPRATTUTTONELLE GRANDI CITTÀE IN ROMAGNA, MARCHEE LOMBARDIA

Per l’iscrizioneall’anno scolastico2018-2019 è sempre confermato invigorel’obbligo vaccinale dazeroa 16anni,previstodalla leggeLorenzin. I diecivaccini previsti dalla leggeper lafrequenza in classe sonol’anti-poliomielitica, l’anti-difterica,anti-tetanica, anti-epatiteB,anti-pertosse eantiHaemophilusinfluenzaedi tipoB, i vaccini contro ilmorbillo, la parotite, la rosolia e lavaricella. L’obbligatorietà riguarda tutteledosi necessarie per questevaccinazioni e tutti i richiamiprevisti nelcorsodegli anni. La leggeè in vigoreper ilsecondoannoconsecutivo.

Iscrizioni Quali profilassiservono?

Perattestare l’avvenuta vaccinazionedeipropri figli è necessariopresentare icertificatimedici almomentodell’iscrizione. Le famiglie sonocomunque in tempoper iscrivere i proprifigli, sarà sufficiente portare a scuola ilcertificatodell’avvenuta vaccinazione.Non solo, inbase adunemendamentopresentato ieri dai relatori nelleCommissioniBilancio eAffaricostituzionali, fino al 10marzo2019 saràpossibileper le famiglie presentareun’autocertificazioneche attesti le 10vaccinazioni fatte. Dopo il 10marzo lefamiglie dovrannoportare il certificatodelleAsl.

DocumentiServe comunqueun certificato?

I bambini dazero a6anni, che chiedonodi frequentare l’asilonidoo la scuolamaterna, devono essere vaccinatialtrimenti nonverrannoammessi negliistituti. I presidi delle scuole infatti nonpossonoaccettare all’asilounbimbononvaccinato.Altrodiscorsovale inveceper gli

studenti delle scuole elementari,medie esuperiori finoa 16anni per i quali restavalido l’obbligo vaccinale daattestareconcertificatoma, frequentando lascuoladell’obbligo, non rischianodiessere allontanati dalla classe: per loro èprevista quindi una sanzionepecuniariada 100a 500euro.

SanzioniCosa rischiachi imbroglia?

I carabinieri delNas sonogià a lavoronegli asili, in tutta Italia, per verificarel’autenticitàdi quanto riportatonelladocumentazionepresentatadallefamiglie inmerito alle vaccinazioniobbligatorie. I controlli sono statiavviati duegiorni fa e andrannoavantineiprossimi giorni anchenelle scuoledell’obbligo, scelte a campione: leverifichenon riguarderanno solo leautocertificazioni firmatedai genitorimaanche i certificati forniti dalle asl dicompetenza, chepotrebbero esserestati contraffatti. In casodidichiarazionimendaci scatterà ladenunciapenale.

Adesso che succede? Domande & risposte

Primo Piano

Giulia Grillo, ministro della Salute (foto ANSA)

`Grillo minaccia le dimissioni permantenere la profilassi obbligatoria

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Venerdì 7Settembre2018

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LA VERTENZA

ROMA L’Ilva avrà un futuro. Ormainonci sonopiùdubbi: la garanonsarà annullata e il 15 settembre lechiavi del gruppoedel più grandestabilimento siderurgico d’Euro-pa passeranno al colossomondia-le ArcelorMittal, principale azio-nista della newco Am InvestcoItaly che ha vinto l’asta. Dopome-si di trattative e di polemiche, diaccuse tra vecchio e nuovo gover-no sulla gestione della gara, final-mente l’accordo è stato raggiun-to. ArcelorMittal ha alzato l’asti-cella delle assunzioni nella new-co: saranno 10.700 subito (8.200aTaranto). E alle stesse condizioni

contrattuali che hanno avuto fi-nora con la vecchia Ilva, salario,scatti, premi e articolo 18 compre-so. Gli altri (attualmente lavora-no in Ilva 13.522 dipendenti diret-ti,ma circa 2.500 sono in cassa in-tegrazione) saranno gestitidall’amministrazione straordina-ria che si occuperà dell’attuazio-ne del piano ambientale. Il gover-nomette a disposizione un fondodi 250 milioni per gli incentiviall’esodo. Alla fine del 2023 ed en-tro il 2025, se ci fosse ancora qual-che lavoratore a spasso, Arcelor-Mittal lo assorbirà nella nuova Il-va. L’accordo di programma per i1.474 lavoratori dello stabilimen-to genovese è confermato e poi cisono i miglioramenti sul piano

ambientale, a partire dall’antici-po della copertura dei parchi mi-nerali e dagli impegni sulle emis-sioni di polveri.

SODDISFAZIONELo sciopero dell’11 settembre è re-vocato e ora l’intesa sarà illustra-ta in fabbrica e poi sottoposta avoto referendario. Entro il 13 set-tembre i risultati saranno comu-nicati a governo e azienda. Manessuno dei leader sindacali chehanno partecipato alla lungama-ratona finale partita mercoledìscorso e durata 18 ore, ha dubbisull’esito positivo del risultato. Inconferenza stampa volti stanchima soddisfatti. Il leit motiv è uno:«Abbiamo raggiunto il massimo

possibile». «È stata una delle ver-tenze più difficili e complicate. Intutti questimesi non sonomanca-ti i momenti di scoramento» diceil leader Uilm, Rocco Palombella.«Sembrava quasi impossibile ar-rivare a un’intesa. E invece abbia-mo raggiunto un accordo di gran-de rilievo che dimostra a cosa ser-ve il sindacato» aggiunge il nume-ro uno Fim-Cisl, Marco Bentivo-gli. E così la leader Fiom-Cgil,Francesca Re David: «Abbiamoportato a casa tutti gli obiettivi:zero esuberi, nessun taglio a sala-ri e diritti, salvaguardia dell’am-biente. È un ottimo accordo». Isindacati ammettono: la strategiadi DiMaio ha funzionato. L’accor-do è migliorativo rispetto all’ulti-

ma proposta avanzata daArcelor-Mittal al tavolo con l’ex ministroCarlo Calenda. «Il ministro LuigiDiMaio ha svolto un ruolo fonda-mentale nelmomento chiave del-la trattativa. È lui che ha sblocca-to i 10.700 assunti subito» rivelaReDavid.

FIATO SUL COLLODal canto suo Di Maio sottolinea:«È stato raggiunto ilmiglior risul-tato possibile nelle peggiori con-dizioni possibili». Gli fa eco il col-lega dell’Ambiente, Sergio Costa:«Abbiamo lavorato ventre a terraper strappare ad ArcelorMittal lemigliori garanzie ambientali». DiMaio comunque rimarca: «La ga-ra era viziata». Ma l’intesa rag-

giunta èmigliorativa, non ci sonopiù altri gruppi o cordate interes-sate a rilevare l’Ilva quindimancal’interesse pubblico concreto e at-tuale per annullarla. Per Tarantonon finisce qui: è in arrivo unalegge speciale. Un messaggio ri-volto a tenere buoni soprattutto i5stelle che scalpitano e avverto-no: «Staremo con il fiato sul collodiArcelorMittal per vigilare sugliimpegni ambientali».

GiusyFranzese©RIPRODUZIONERISERVATA

Verrannoassuntisubito 10.700lavoratori.Tra il 2023e il 2025

ArcelorMittal si èpoiimpegnataadassumerequellirimastinell’amministrazionestraordinaria

Sono250 imilionistanziatidalgovernopergli incentiviall’esodoconcui

potrebberouscire inunannoanche1.500 lavoratori.L’incentivovale finoacirca100milaeuroa lavoratore

Inbaseall’intesa, ilavoratori sarannoassunti con l’articolo18.Unadelle richieste

dei sindacati era infattimantenere le condizioniprecedential Jobsact

Per la coperturadeiparchimineraridell’Ilva, rispettoallascadenza inizialedel2021,portataa

febbraio2020daCalenda, èstatoottenuto l’anticipoallafinedell’ultimotrimestre2019

Ilva a Mittal senza esuberisubito le 10.700 assunzioni

Ftse Italia Mid CapFtse Italia All Share Fts e Italia StarFtse Mib

1 =1 = 1 = -0,12% 1 =

Euro/Dollaro

0,89824£ 1,1275 fr

22.763,37 20.527,22 36.857,32

1,1634 $-0,56% 129,55 ¥ +0,29%

+0,45%

40.685,38-0,24% -0,27% -0,13% +0,41%

V MG GML V MG GML V MG GML V MG GML

`Firmato il protocollo tra sindacati e nuovisoci. Di Maio: «Il miglior risultato possibile»

Economia

Anticipata la coperturadei parchi minerari

2

Subito l’assunzionedi 10.700 lavoratori

Incentivi all’esodoper 250 milioni

Niente Jobs act, verràmantenuto l’articolo 18

1

3

4

ASSICURAZIONI GENERALI,NEGOZIATI IN ESCLUSIVACON GLI AZIONISTIDI SYCOMOREASSET MANAGEMENTPER LA MAGGIORANZA

I punti dell’intesa

`I lavoratori conserveranno articolo 18 e scattidi anzianità. Anticipata la copertura dei parchi

IL CASO

NEW YORK Un noto short seller hadeciso di fare causa a Tesla e aElon Musk. Si tratta di AndrewLeft di Citron Research. Il ribas-sista, sostiene Cnbc, ha deciso dilanciare un’azione legale - a cuipunta a fare ottenere lo status diclass action - per le informazionifalse diffuse daMusk con i tweetdel 7agosto scorso, quandodissedi volere effettuareundelisting eche i fondi erano garantiti. Cosìnon è stato. E infatti Musk, dasempre contro coloro che scom-mettono su una svalutazione deltitolo, ha archiviato il piano.

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LA RICERCA

ROMA Alla disaffezione che staemergendo nell’ultimo periodo,con i giovani che scelgono altrisocial giudicando Facebook unapiattaforma «da vecchi» si ag-giungono i timori per la privacy,soprattutto dopo gli scandali diqualche mese fa. Il risultato èuna fuga dal social network piùpopolare, che comeha certificatoil Pew Research Center ha porta-to un quarto degli utenti a toglie-re la app di Mark Zuckerberg dalcellulare. L’indagine è stata con-dotta su un campione di circa4600 utenti sopra i 18 anni. Metàdegli intervistati (il 54%) ha affer-mato di aver cambiato le impo-stazioni della privacy nell’annoprecedente, quattro su dieci si so-no presi una pausa dal social per

almeno qualche settimana e il26% ha dichiarato di aver disin-stallato la appdal telefonino. E intotale il 76% degli utenti ha presoqualche iniziativa per rafforzarelaprivacy. «È interessantenotare- sottolineano gli autori dell’inda-gine - che il 44% degli utenti tra18 e 29 anni ha cancellato la app,quasi quattro volte quelli di 65 eoltre».Il sondaggio è stato fatto lo

scorso giugno, due mesi dopo loscandalo Cambridge Analyticain cui si è scoperto che la societàdi consulenza aveva raccolto i da-ti di milioni di utenti senza auto-rizzazione.

PRIMATO INSIDIATOSempre il Pew Research Cen-

ter in un altro studio ha trovatoche nella fascia degli utenti piùgiovani Snapchat e Instagramstanno ormai insidiando il pri-matodi popolaritàdi Facebook, ela stessa casa diMenlo Park ha vi-sto alla fine del 2017 il primo calosensibile sia delle ore passate sul-la piattaforma che degli utenti at-tivi, scesi di 700mila unità. Un de-clino condiviso con Twitter. IeriaWall street Facebook è arrivataaperdere finoal 4%.

R.e.f.©RIPRODUZIONERISERVATA

Facebook, utenti in fuga

SONO SOPRATTUTTOI GIOVANI A LASCIAREIL SOCIAL NETWORKA FAVORE DI ALTREREALTÁ. ANCHE TWITTERPERDE QUOTA IN BORSA

Tesla, azionelegale controMusk sui tweet

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www.gazzettino.itVenerdì 7 Settembre 2018

`L’ex vice ministro Zanetti:«Accertamenti a tappetoper chi detrae le perdite»

LA RIFORMA

ROMA Negozi chiusi la domenica.Per legge. È stata incardinata inCommissione Attività Produttivedella Camera, ieri, la proposta dilegge a prima firma di BarbaraSaltamartini per rivedere le nor-me sulle aperture domenicali de-gli esercizi. Il nuovo “piano per laregolazione degli orari di apertu-ra e di chiusura degli esercizicommerciali” individua «i giornie le zone del territorio nei qualigli esercenti possono derogareall’obbligo di chiusura domenica-le e festiva».

DICEMBRE APERTOIl calendario delle aperture è ri-

goroso e decisamente ridotto.Prevede, infatti, «le domenichedel mese di dicembre, nonché ul-teriori quattro domeniche o festi-vità nel corso degli altri mesidell’anno». In totale, dunque, ottogiornate all’anno. Saranno poi leregioni, sentiti gli enti locali, amettere a punto il nuovo quadrodelle regole,ma il “tetto” di giorniè stabilito. Questa l’idea della Le-ga. Sullo stesso tema e con la me-desima finalità, una propostaM5S, che affida alle Regioni la de-finizione del quadro di regole mastabilisce che i negozi non potran-no essere aperti per più di una do-

menica al mese. Dunque, per unmassimo di 12 giornate all’anno.Entrambe le soluzioni hanno co-me obiettivo abrogare la liberaliz-zazionedelle aperture dei negozi,introdottadal governoMonti.

CHIUSURENon si escludono deroghe per

gli esercizi nelle località turisti-che che saranno definite nelleprossime settimane. All’esameanche un provvedimento a firmadi Gianluca Benamati, che ripro-duce il testo unico approvato nel-la scorsa legislatura a Montecito-rio. A dare l’annuncio della defi-nizione dell’iter del ddl in Com-missioneè stato il sottosegretarioMichele Dell’Orco: «Tuteleremochi lavora nei centri commercialie i piccoli negozianti distrutti dal-la grande distribuzione. Una bat-taglia iniziata nel 2013 che final-mente prende forme definite».«Le liberalizzazioni introdottedal Governo Monti nel Decreto

Salva Italia non hanno prodottogli effetti sperati», spiega GiorgiaAndreuzza, capogruppo Lega inCommissione Attività Produttivedella Camera: «Occorre dunqueuna rivisitazione della normativache da una parte non penalizzi ilcommercio, in particolare quellodi prossimità e le botteghe stori-che e, dall’altra, restituisca ai cit-tadini e alle famiglie una dimen-sione socio-economica più a mi-sura d’uomo, riscoprendo il gu-sto e il valore della domenica edelle festività». Protestano le op-posizioni. E pure i Consumatori.

Il Codacons definisce la propostauna «condanna a morte per mi-gliaia e migliaia di piccoli eserci-zi».

CINQUE MILIARDI PERSIAperti al dialogo gli imprendi-

tori. Confesercenti sottolinea chele aperture non hanno prodottogli effetti sperati: «Nel 2017 le ven-dite del commercio al dettagliosono state inferiori di oltre 5 mi-liardi ai livelli del 2011, ultimo an-noprimadella liberalizzazione».

ValeriaArnaldi

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IL CASO

VENEZIA ExPopolari venete, arri-vano gli accertamenti del Fiscoper chi ha detratto le perditesulle azioni in portafoglio. L’exvice ministro all’economia ve-neziano Enrico Zanetti lancial’allarme: «Oltre al danno delleazionidal valore azzerato, c’è labeffadei controlli fiscali per chiha detratto le perdite». Un allar-me subito rimbalzato in Parla-mento con un’interrogazionedel vice presidente del CopasirAdolfo Urso (Fratelli d’Italia),mentre il deputato di Forza Ita-lia Pierantonio Zanettin ha de-positato una proposta di leggeper risolvere il problema.

CAOS«Siamo al caos, ci sono giun-

te sollecitazioni da parte dimol-tissimi commercialisti - avverteZanetti - stanno iniziando ad ar-rivare gli accertamenti fiscalisulle aziende che hanno detrat-to le perdite sulle partecipazio-ni inPopolareVicenzaeVenetoBanca. Stiamo parlando di mi-gliaia di imprese, in alcuni casiper importi rilevanti». Zanettisottolinea: «È necessario chel’Agenzia delle Entrate modifi-chi la circolare interpretativadel 2003 rivedendo la sua impo-stazione peraltro non supporta-ta da nessun dato normativo,quantomeno per il particolaris-simo caso delle Popolari venetein liquidazione coatta per leggedal giugno 2017». L’Agenzia del-le Entrate 15 anni fa conuna cir-colare fissò il principio: quandoc’è un concordato la perdita sul-le partecipazioni può essere de-dotta solo alla fine della proce-dura. «Maquesta è solo un’indi-cazione operativa, la normanonentranel dettaglio - avverteZanetti -. Se l’Agenzia non mo-dificherà la sua impostazione,dovrebbe intervenire il Parla-mento».Il deputato veneto di Forza

Italia Pierantonio Zanettin nelluglio scorso ha depositato unaproposta di legge per renderededucibili le perdite per tutti gliex azionisti delle due ex Popola-ri venete, persone fisiche e im-prese, che bloccherebbe gli ac-certamenti di oggi: «Sono titoliche praticamente valgono zeroe che non hanno nessun tipo dimercato ma se anche lo trovas-sero, l’operazione verrebbe con-

testata dal Fisco perché eviden-temente fittizia o artificiosa -spiega Zanettin - per questo hoproposto di introdurre una leg-ge per prevedere una misurastraordinaria di deducibilitàdelle minusvalenze prodottedalla crisi di Veneto Banca e Po-polare di Vicenza attraverso ilrilascio di apposita certificazio-ne da parte degli intermediaripresso cui le azioni ed obbliga-zioni subordinate sono deposi-tate o trasferite».

CERTIFICATO«Il problema è gravissimo e

interessa in maniera evidentegli ex azionisti e le imprese del-le banche venete, ma anche chiha investito nelle quattro ban-chedel Centro Italia - dichiara ilsenatore di Fratelli d’ItaliaAdolfoUrso, in passato vicemi-nistro allo Sviluppo economico- ho presentato un’interrogazio-ne in Commissione finanze a ri-sposta immediata su questo te-ma dopo essere stato il primo achiedere in Senato di varareuna nuova commissione d’in-chiesta sulle banche. E sto stu-diando anche un provvedimen-toper i crediti deteriorati».Chiusura sulle polemiche

per il fondo da 100 milioni per iristori agli ex azionisti: «Sonoper attivare subito il fondo, as-surdo aspettare. Si fa sempretempo a rimpolparlo», dice Za-netti. Invece alla Camera si di-scute già di far slittare il termi-ne per la presentazione del de-creto attuativo dal 31 ottobre afine gennaio 2019 con dueemendamenti presentati incommissione dai relatori, en-trambi del Movimento 5 Stelle.«La cosa peggiore è che si affac-cia un criterio di risarcimentodel 30% con tetto di 100.000 eu-ro mentre il testo di decretopronto sul tavolo del Governonon prevede questi paletti - av-verte Franco Conte del Coda-cons Veneto che ha lanciato unappello alle forse politiche ve-nete -. Ma la cosa peggiore è laconferma dell’intenzione di af-fondare il ristoro integrale deldanno ingiusto come previstodalla legge».

MaurizioCrema

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IL CASO FINISCEIN PARLAMENTO:INTERROGAZIONE DI URSO,PROPOSTA DI LEGGESALVA CONTRIBUENTIDEL VICENTINO ZANETTIN

COMMERCIO MENO LIBERO In Parlamento Lega e M5stelle vogliono limitare fortemente le aperture domenicali dei negozi

PADOVA Nuovo direttore per laFederazioneVenetadelleBcc:èPieroCollauto, giàfunzionariodell’organismocheriunisce lebanche localiregionali.CollautosuccedenelladirezioneaGianandreaSalaeaMarcoPistritto, exdirettoregeneraleecondirettore, entrambipassati a IccreaBancadal 1settembrescorsoall’internodelprevistopercorsodiriorganizzazionedettatodall’attuazionedella riforma

delCreditoCooperativocolvarodiduegruppicooperativi. «LaFederazioneVenetadelleBcccontinueràaessere la casacomunedelcreditocooperativo - spiega ilpresidente IlarioNovella -. Éstatoancheraggiuntounimportanteaccordoanchecon leparti sindacali.Moltiservizi sarannoassuntidalleduecapogruppocuiaderiranno le22Bccvenete.Tutelati tutti i postidilavoro».

Nuovo direttore, funzioni alle capogruppo

Bcc del Veneto

LE DEROGHEPER LE LOCALITÀTURISTICHESARANNO DEFINITENELLE PROSSIMESETTIMANE

Ex Popolari,il Fisco “bastona”le imprese

Economia

Stop alle domeniche “aperte”`Parte l’iter della legge propostadalla Lega: abrogare la norma Monti

`Allarme dei consumatori: «A rischiomigliaia e mgliaia di piccoli negozi»

CAMBI IN EURO Prezzo Var. % Min. Max Quantità chiu. pr.chiu. anno anno trattate

Prezzo Var. % Min. Max Quantità chiu. pr.chiu. anno anno trattate

Prezzo Var. % Min. Max Quantità chiu. pr.chiu. anno anno trattate

Quotaz. Var.%

Dollaro Usa 1,1634 0,449Yen Giapponese 129,5500 0,294Sterlina Inglese 0,8982 -0,558

Franco Svizzero 1,1275 -0,115Fiorino Ungherese 326,4900 -0,403Corona Ceca 25,7150 -0,120Zloty Polacco 4,3183 -0,153

Rand Sudafricano 17,8233 -0,930Renminbi Cinese 7,9451 0,408Shekel Israeliano 4,1706 -0,449Real Brasiliano 4,7918 -0,922

Denaro Lettera

Oro Fino (per Gr.) 32,15 34,05

Argento (per Kg.) 342,50 426,00

Sterlina (post.74) 241,80 262,25

Marengo Italiano 189,45 205,60

FTSE MIB

A2a 1,510 0,27 1,402 1,687 719852

Atlantia 18,160 5,55 17,398 28,43 404151

Azimut H. 13,625 -1,20 13,090 18,990 95887

Banca Mediolanum 6,105 -0,57 5,723 8,002 83624

Banco Bpm 2,134 -0,84 1,957 3,170 2299409

Bper Banca 4,134 0,19 3,817 5,138 390669

Brembo 11,160 0,09 11,022 13,568 49873

Buzzi Unicem 17,610 -0,09 17,243 24,51 66461

Campari 7,410 -0,94 5,765 7,773 189609

Cnh Industrial 10,025 0,00 8,600 12,338 201228

Enel 4,378 2,05 4,245 5,383 5299041

Eni 15,826 -0,84 13,331 16,768 832900

Exor 55,40 -0,25 50,82 65,43 31571

Fca-fiat Chrysler A 14,400 -1,18 13,578 19,896 634740

Ferragamo 20,05 -1,86 18,919 25,23 36200

Finecobank 10,855 0,00 7,979 10,912 226431

Generali 14,825 0,24 14,126 16,995 323076

Intesa Sanpaolo 2,300 -1,35 2,135 3,189 8735394

Italgas 4,706 -0,21 4,300 5,346 127214

Leonardo 9,768 -0,93 8,302 11,323 198123

Luxottica 54,60 -2,01 48,41 58,00 60427

Mediaset 2,462 -0,40 2,473 3,378 159849

Mediobanca 8,682 -0,87 7,710 10,426 309222

Moncler 37,10 0,32 25,12 42,20 100574

Poste Italiane 7,012 -0,62 6,277 8,239 275083

Prysmian 21,57 -0,64 20,33 29,39 63816

Recordati 30,05 -1,44 27,85 38,74 20651

Saipem 4,490 -3,30 3,098 4,752 738056

Snam 3,636 0,00 3,458 4,138 748183

Stmicroelectr. 16,230 -1,52 16,268 22,64 377890

Telecom Italia 0,5234 1,16 0,5245 0,8774 13154287

Tenaris 13,780 -0,83 12,753 17,071 287254

Terna 4,675 -0,34 4,444 5,040 403408

Ubi Banca 3,609 -0,85 3,108 4,380 845755

Unicredito 13,088 -1,07 12,459 18,158 1467523

Unipol 3,742 -0,58 3,283 4,512 170136

Unipolsai 1,989 -0,38 1,851 2,251 249694

NORDEST

Ascopiave 3,115 0,32 2,856 3,676 7586

B. Ifis 22,36 -0,97 20,13 40,76 9318

Carraro 2,490 1,22 2,355 4,355 15499

Cattolica Ass. 7,140 -2,06 7,015 10,601 45612

Danieli 22,15 -0,45 19,846 23,86 1470

De’ Longhi 27,40 -0,80 22,67 28,22 7129

Eurotech 2,665 10,12 1,307 3,057 36424

Geox 2,180 -1,80 2,124 2,984 13157

M. Zanetti Beverage 6,890 0,29 6,729 7,810 1308

Nice 2,970 -0,67 2,906 3,735 286

Ovs 2,502 0,64 2,363 6,145 90600

Stefanel 0,1338 1,21 0,1308 0,1895 19168

Zignago Vetro 7,900 2,20 7,618 8,582 5226

DIRITTI

Pierrel Axa 0,0100 0,00 0,0002 0,0100 N.R.

La Borsa

ORO E MONETE

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www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

L’intervista Fortunato Ortombina

«IL DESTINOLO HA PORTATO VIAPROPRIO NEI GIORNIIN CUI LA FENICEGLI STAVARENDENDO OMAGGIO»

INTERRUPPEGLI STUDI IN LEGGEPER QUELLACHE CHIAMAVA«LA CENERENTOLADELLA CULTURA»

«Dobbiamo essere tuttigrati a Claudio Scimo-ne perché è riuscitonegli anni a valorizza-

re come nessun altro la culturamusicale veneta ea fare di questaintuizione un brand il cui valoreè stato riconosciuto in tutto ilmondo». Con queste parole For-tunatoOrtombina, Sovrintenden-te del Teatro La Fenice, ricordacon emozione il ruolo crucialesvolto dal direttore d’orchestrapadovano. «Scimone ha riunitoattorno a sé i migliori interpretiveneti, memore di quanto lescuole strumentali della nostraregione abbiano fornito nel cor-so della storia i loro musicisti atutte le corti d’Europa. Alla loroguida ha fatto conoscere neimag-giori teatri le opere dei nostri più

illustri compositori ed è stato co-sì alacre nel lavoro quotidiano diricercadaportare il suogruppo adiventare un punto di riferimen-to assoluto per l’autenticità delsuonocheha saputo trarre».

Un esempio che ha fatto poiscuola, dando vita a esperienzesimili inOlandae Inghilterra. Ilrapporto tra Scimone e la Feni-

ceè sempre stato strettissimo.«È vero. Proprio questa sera an-drà in scena Il Barbiere di Sivigliache era stato allestito per la pri-ma volta a Padova, nel 2002, sot-to la sua direzione. Il teatro pado-vano fu tra i primi a soccorrerciospitando la nostra stagione do-po l’incendio della Fenice e con-servo ancora vivido il ricordo del-le sue prove con i registi e i can-tanti, un’autentica lezione didrammaturgia musicale. È dav-vero una beffa che il destino loabbia portato via in questi giorniin cui gli stiamo idealmente ren-dendo omaggio. Questa sera, pri-ma dello spettacolo, lo ricordere-moconaffetto».

Molti strumentisti della Fenicecollaborano stabilmente con “I

SolistiVeneti”.«Ci sembra importantenel segnodi una tradizione che desideria-momantenere viva».

Qualè il suoricordo?«Ho assistito a un suo concertoper la prima volta a 12 anni aMantova e ne sono rimasto folgo-

rato. Era unuomo curioso, in gra-do di affrontare repertori anchemolto diversi da quelli compostinel ‘700 e gli artisti che sono statiguidati da lui, per esempio, inopere pucciniane, sostengono diaver avuto rare volte una direzio-ne così attenta e coinvolgente.Era dotato di una profonda umil-tà e di una straordinaria capacitàcomunicativa. Se devo trovareun altro musicista paragonabileper generosità e semplicità nelmodo di porsi posso affiancarglisoloLeonardBernstein».

Ora si apre il problema dellacontinuità.«Auguro alla città di Padova e atutti noi veneti di trovare unachiave per interpretare questomomento tragico così da garanti-re continuità a un patrimoniochenonpuòandaredisperso».Ieri la Fenice ha esposto la ban-diera a mezz’asta e prima dellarappresentazione di MadamaButterfly, ha osservato un minu-todi silenzio.

LetiziaMichielon

©RIPRODUZIONERISERVATA

IL COMMENTO

MarioMessinis

ClaudioScimoneè stato ilpiù fervidodivulgatoredel Settecento venezianoeveneto con i Solisti che

fondònel 1959. I Virtuosi diRomae iMusici erano i duecomplessi che loavevanoprecedutodi qualcheannonella esplorazionedellaciviltàbarocca.Ma l’impegnodi Scimone fumoltopiùampionello studio enellaripropostadi repertoridesueti, sia comepresenzaconcertistica, sia per leinnumerevoli propostediscografiche.Comedirettore si prodigònonsoltanto con i Solisti veneti,maanche conorchestresinfonichee internazionali.Inparticolare si deve a lui larinascita rossinianadi “MosèinEgitto”, “Maometto II” ed“EdipoaColono” al Festivaldi Pesaro.Come interprete credeva

fermamentenelle possibilitàcomunicativedellamusica.Conoscitoreprofondodeimanoscritti e delle fontitipograficheoriginali, nonamavaperò le così detteprassi esecutive d’epoca, lequali, specie agli esordi tra glianniCinquanta eSessanta,rischiavanoa suoparerel’aridità esecutiva. Ilmusicologo si giovavadiillimitate conoscenze (nonsicontano le revisioni e letrascrizioni),ma il direttoresi teneva lontanodallareviviscenza letteraledell’antico. La suadizioneerasempre soggettiva eappassionata. Si dedicòmolto alla diffusionedeimonumenti storici delSettecento, a cominciaredaAlbinoni eVivaldi, nonsoltantonell’integraleproduzioneconcertisticamacon l’attenzioneanche alteatro. Insommaunsapientepioniere inogni campodelsaperedell’etàbarocca.Scimoneera in ogni senso

una figura generosa eunorganizzatore avveduto.Diresseper quasi untrentennio il ConservatorioPollini con saggezza elungimiranzadimostrandounacuriosità ancheper lamusica contemporanea.Talvolta si dilettava apresentare lavori nuoviaccantoai testi prediletti, tracui figuravapure ildemoniacoTartini.Preminente inClaudioScimone l’ardorepassionalee la volontà di rendereaccessibile lamusicaa larghipubblici; giunseaproporreanchePinoDonaggio.ConScimoneabbiamo

persounamicodella primagiovinezzaeunpuntodiriferimentoper le suecontinue e spesso segretecuriosità culturali.

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IL LUTTO

Ripeteva sempre: «In Italiala musica è la cenerentoladella cultura, si investe po-co per la formazione so-prattutto delle giovani ge-nerazioni». E per quasi ses-

sant’anni Claudio Scimone, fon-datore e direttore de I Solisti Ve-neti, con invidiabile energia einarrestabile entusiasmo, hacombattuto perché la musica -quella classica, nei primi anniSessanta ancora molto elitaria edistante dal pubblico - fosse vera-mente “di tutti e per tutti”, linfaper una società capace di cresce-re e di migliorarsi anche attra-verso le note dei compositori delpassato. Se n’è andato senza chequel sogno, così fortemente volu-to e realizzato dai suoi Solisti Ve-neti, sia diventato patrimoniodel sapere nell’Italia della gran-demusica. Si è spentonellanottetramercoledì e ieri a Verona, do-ve si trovava in ferie. Una decinadi giorni fa era caduto e si erafratturato un paio di costole. Nul-la di grave, pareva. Poi l’improv-viso aggravarsi delle condizioni,forse il subentrare di complican-ze polmonari, fino all’inattesodecesso. Nulla faceva presagireil precipitare della situazione.Costantemente in contatto con isuoi più stretti collaboratori, ave-va continuato a “dirigere” l’attivi-tà della sua orchestra. Avrebbecompito 84anni il 23dicembre.

LA GRANDE AVVENTURANel giorno del lutto è stato de-

finito un “gigante”, “ambasciato-re della musica veneta nel mon-do”, “figura storica della culturamusicale italiana”. Quando il 24ottobre del 1959, nella casa di fa-miglia in piazzale Pontecorvo aPadova - papà stimatissimo me-dico e docente universitario,mamma di origini ebraiche - siera tenuta la prima prova dei So-listi Veneti, forse neppure Scimo-ne pensava ai trionfi che la suaorchestra “made in Veneto”avrebbe conquistato in ogni par-tedel globo. Il debuttoduegiornidopo a Vicenza, e da lì un conti-nuo crescendo. Attentissimo ri-cercatore e studioso del baroccoitaliano, Scimone riportò all’at-

tenzione mondiale la musica ve-neta non solo di Antonio Vivaldie Giuseppe Tartini e con i suoiSolisti fu sempre aperto alle no-vità. Negli anni ecco le collabora-zioni e gli incontri conLucio Dal-la, Pino Donaggio (che proprionei Solisti iniziò la sua carriera),GiovanniAllevi,MassimoRanie-ri e tanti altri. Ma anche con icompositori dell’oggi che inmol-ti hanno dedicato all’orchestrapadovana le loro composizionicome lo stesso Donaggio, Ales-sandro Cadario e Nicola Campo-grande. Scimone era del suo tem-po anche nell’aprirsi ai nuovimezzi di comunicazione.Memo-rabile la partecipazione a Canzo-nissima con l’Adagio di Benedet-to Marcello o la vittoria al Festi-valbardel 1970grazie alla quale i

Solisti totalizzarono 350 mila“gettonature”nei jukebox.

LA CARRIERAPer accontentare il padre, in-

traprese gli studi di Giurispuden-za - laurea poi conferita ad hono-rem dall’Università di Padovanel 2012 -ma ben presto capì chenon era la sua strada. Dopo glistudi con Dimitri Mitropoulos eFranco Ferrara, diresse orche-stre sinfoniche che lo portaronoalla notorietà internazionale.Seimila concerti in 90 Paesi delmondo, 350 titoli con le più im-portanti formazioni e i più im-portanti interpreti (Uto Ughi, Ja-mes Galway, Salvatore Accardo,Katia Ricciarelli, Josè Carreras evia elencando), una sfilza di pre-mi e riconoscimenti tra i quali

l’onorificenza di Cavaliere diGran Croce al Merito della Re-pubblica.Musicista ma anche didatta.

Scimone credeva nel potere for-mativo, educativo e sociale dellamusica (intensa la collaborazio-ne con la fondazione di Josè An-tonio Abreu) e fu il primo in Ita-lia a proporre i concerti nellescuole. Per 27 anni ha diretto ilConservatorio Pollini di Padovae a lungo è stato docente dellaClasse di Orchestra del Conserva-toriodiVenezia.Innumerevoli lemanifestazio-

ni di cordoglio: parole di tristez-za e di stima dalla presidente delSenato Maria Elisabetta Casella-ti Alberti, dal governatore del Ve-neto Luca Zaia, dal consigliereregionale Roberto Ciambetti, il

sindaco di Padova SergioGiorda-ni e infiniti altri.Chiusa nel riserbo la famiglia

delmaestro, in particolare lamo-glie, la flautista olandese Cle-mentine Hoogendoorn. L’attivi-tà dei Solisti però non si ferma esarà tutta dedicata al suo fonda-tore. Ieri sera l’Ensemble Vivaldiha regolarmente tenuto il suoconcerto a Battaglia Terme, inquello del 21 settembre a Padovaa sostituire Scimone sarà il gran-deUtoUghi. E conferme delle da-te sono arrivate anche dall’este-ro, comeAteneeMosca.Domanialle 10, in quella chiesa degli Ere-mitani che tante volte lo ha vistoprotagonista sul podio, l’ultimosalutoall’uomoeall’artista.

MariaGraziaBocci

©RIPRODUZIONERISERVATA

Il sapientepionieredell’etàbarocca

Era caduto e dopo la frattura di due costole non si è più ripreso: addio al direttore d’orchestra padovano che con i suoiSolisti ha esportato Vivaldi (e non solo) in tutto il mondo. Seimila concerti in 90 Paesi in sessant’anni di intensa attività

Una vita sul podiotra le note venete

«Un uomo umile e generosoE per questo straordinario»

Scimone

Musica

VOLEVA RENDERELA MUSICAACCESSIBILEA LARGHI PUBBLICI:ARRIVÒ A PROPORREPINO DONAGGIO

83 ANNI Claudio Scimone alla guida dei suoi “Solisti” in uno dei tanti concerti

SOVRINTENDENTE FortunatoOrtombina

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II

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L’INTESA

TREVISO Le superiori di Trevisoscoppiano. Mentre molte auledelle elementari e delle medie so-no semivuote. É l’effetto del calodemografico. E ora si è deciso difare di necessità, virtù. Ieri Pro-vincia e Comune si sono sedutiallo stesso tavolo per iniziare adefinire un piano di ridistribu-zione degli studenti negli edificidi proprietà dei due enti. IlSant’Artemio gestisce le superio-ri. Il Comune le elementari e lemedie. Dall’inizio del prossimoanno scolastico, questo è l’oriz-zonte, si metterà di fatto tutto as-sieme per dislocare classi dellesuperiori anche negli stabili dielementari e medie in base allenecessità.

ATTORNO AL TAVOLOIl presidente Stefano Marcon

e il sindaco Mario Conte sono giàd’accordo. Ieri, assieme a Dome-nico Presti, consigliere provin-ciale delegato all’edilizia scolasti-ca, hanno incontrato in Provin-cia i prèsidi di Riccati-Luzzatti,Besta, Giorgi-Fermi e Duca degliAbruzzi, gli istituti più in difficol-tà sotto il profilo logistico. E’ sta-to il primo passo. «Le classi sonopiene e le casse sono vuote –alla-rga le braccia Marcon riferendo-si al Sant’Artemio– in un periodoin cui le risorse economiche di-sponibili sono state drasticamen-te ridotte, si rende necessario va-lutare attentamente altre solu-zioni». C’è anche lo spauracchiodi vedere le scuole superiori co-strette a organizzare doppi turniper fare lezioni a tutti. «Un ri-schio che va scongiurato –sottoli-nea Marcon– dando la massimapriorità alla didattica». «Il trenddelle iscrizioni scolastiche, che èin calo nelle scuole primarie, è inaumento negli istituti superiori–aggiunge– la diminuzione inquesto grado scolastico si potràavvertire solo a partire dal 2023.Ci impegniamo a trovare soluzio-ni che possano tamponarel’emergenza ma anche a conti-nuare con un monitoraggio chepreveda prospettive a medio ter-mine».

VALUTAZIONIIeri tutti i prèsidi hanno con-

cordato sulla necessità di valuta-re la disponibilità di aule nellescuole elementari e medie. Orasi tratta di definire il piano neidettagli. Il Duca degli Abruzzi,tra la sede centrale e il campus diSan Pelajo, conta quasi 1.900 stu-denti. Il Besta arriva a mille, travia Cavour e lo stesso campus,tra cui una quarantina di studen-ti con disabilità. Discorso simileper il Riccati-Luzzatti. Oggi lascuola di piazza Vittoria è alla ri-cerca di 4 nuove aule. Il Gior-gi-Fermi, infine, conta addirittu-ra 4 sedi: via Terraglio, via Ghira-da e due a San Pelajo. «Ha già sa-turato il piano aule», fanno sape-re dal Sant’Artemio. Nel campusdi San Pelajo, però, non ci sono

altre aule disponibili. Al momen-to ce ne sono solo due libere nel-la sede di via Ghirada. Insomma,si è al limite. Davanti a questa si-tuazione, Conte ha idealmenteaperto le porte degli edifici scola-stici comunali che possono acco-gliere altri studenti.

CONFRONTO«Gli istituti superiori, pur ge-

stiti dalla Provincia, non sonomai stati corpi estranei per la cit-tà –mette in chiaro il sindaco–voglio mettere a disposizione inostri istituti per migliorare ilservizio dell’istruzione nel no-stro territorio a livello generale.Mi confronterò con gli uffici co-munali per definire un’attentariorganizzazione che guardi aiprossimi dieci anni». Senza stra-volgimenti. «Gli spostamenti siportano dietro nodi come quellodella viabilità, del trasporto pub-blico locale e dell’impegno deigenitori –sottolinea– dobbiamotrovare un punto di equilibrio.Tutti, però, hanno capito che la

Provincia non ha più risorse dainvestire negli istituti scolastici.Mai come ora è necessario lavo-rare in sinergia».

NEL RESTO DELLA MARCANel giro di un mese Provincia,

Comune e istituti scolastici tor-neranno a incontrarsi per valuta-re possibili soluzioni. «Con l’aiu-to dei tecnici troveremo una so-luzione rimodulando l’organiz-zazione e travasando classi –co-nferma Conte– senza alterare leabitudini esistenti, ma miglio-rando il servizio nelle scuole og-gi sovraffollate». Sempre ieri si èdiscusso anche della situazionedi Conegliano. Al Marconi non cisono grossi problemi. Mentre ilCerletti, che già utilizza 7 aulenello stabile parrocchiale Pio X e4 nella media di Brustolon, ha bi-sogno di altre due stanze. Ancheil sindaco Fabio Chies, presentea sua volta al Sant’Artemio, haconfermato la disponibilità a da-re una mano alla Provincia.

MauroFavaro

LE VERIFICHE DEL NAS

TREVISO Nessuna situazione parti-colare. E i casi di bambini non inregola con l’obbligo vaccinale,condizione indispensabile per po-ter accedere alle scuole materne,non sono numericamente rile-vanti. I primi controlli fatti dalNas dei carabinieri in provinciadi Treviso non destano insommaparticolari allarmi.

RISPETTO DELLE NORMECome in tutto il resto d’Italia,

sono scattate in questi giorni leverifiche per controllare il rispet-to della norma sull’obbligo deivaccini. In particolare, l’attenzio-ne dei militari si è concentratasulle scuole e sulle autocertifica-

zioni prodotte dai genitori che de-vono essere conformi alle disposi-zioni ministeriali. Questo per evi-tare che si verifichino anomalie ofalsi, come si è visto in alcune par-ti d’Italia. Nella Marca, al momen-to, non risultano episodi partico-larmente gravi. I militari nonhanno setacciato a tappeto tuttele scuole trevigiane, ma si sonomossi con controlli a campione. Eil quadro che ne esce, a quel pocoche filtra da parte di chi sta con-ducendo l’operazione, pare positi-vo. I numeri ufficiali delle even-tuali infrazioni verranno dirama-ti nei prossimi giorni. Ogni nu-cleo del Nas impegnato nelle veri-fiche non è autonomo per quantoriguarda la diffusione dei dati.

I risultati dei controlli effettua-ti verranno comunicati, a caden-

za giornaliera, ai Nas di Roma do-podichè avrà inizio il controllodella documentazione incrocian-do i dati raccolti.

LE POLEMICHEL’obbligo vaccinale, dopo mesi

di discussioni, è stato conferma-to. Alle scuole materne e negli asi-li nido potranno essere ammessisolo quei bambini in regola con il

percorso vaccinale previsto perlegge. È sufficiente presentareun’autocertificazione che, però,deve essere conforme a quanto in-dicato dal ministero. L’azione delNas è stata richiesta dopo che, inalcune regioni italiane, sono statiscoperti casi di false autocertifica-zioni: in alcuni casi si è tratto,semplicemente, di documentazio-ni incomplete più che false; masono stati trovati anche documen-ti completamente falsi. E questoha convinto il ministero a chiede-re il controllo dei carabinieri.

Nella Marca non risultano epi-sodi particolarmente gravi, matutta l’operazione è ancora coper-ta da un certo riserbo. Solo neiprossimi giorni si avranno datipiù certi.

P.Cal.

I nodi della scuola

CONTINUA L’OPERAZIONE

DEL NAS DEI CARABINIERI

IMPEGNATO

A VERIFICARE

LE AUTOCERTIFICAZIONI

PRESENTATE DAI GENITORI

PrimoPiano

Rotazione delle auleper aiutare le superiori` Vertice fra Provincia, Comune e i presidi dei 4 istituti con difficoltà di spaziin caso di emergenze verranno messe a disposizione le classi delle primarie

IL SINDACO Conte “batte il cinque” con una studentessa: «Loro sono il nostro futuro»

Controlli sull’obbligo vaccinale: pochi i bimbi non in regola

GIORNATE di intenso lavoro per i carabinieri del Nas che stannoandando nelle scuole di quasi tutta la provincia

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V

www.gazzettino.itVenerdì 7Settembre2018

ACCOGLIENZA

TREVISO Tutto congelato. Il ban-do per assegnare la gestione delcentro d’accoglienza all’ex ca-serma Serena si ferma ancorauna volta. Il prefetto Maria Ro-saria Laganà vuole capire comeinciderà la circolare emanatadal ministro dell’Interno Mat-teoSalvi, che invita a rivedere lecondizioni con cui vengono co-struiti questi bandi. Ilministerovorrebbe la riduzione dei servi-zi offerti e, con essi, il costo digestione delle strutture. Il tuttoha, ovviamente, un solo obietti-vo: arrivare a una progressivachiusura dei grandi centri, pri-mi fra tutti il veneziano Cona el’ex Serena. Ma le direttive arri-vate da Roma hanno creatogrande scompiglio. Il bando tre-vigiano eragià abuonpunto: gliuffici della Prefettura stavanoultimando la verifica delle offer-te presentate, ma adesso si de-vono fermare in attesadi capirecomeripartire.«Non sappiamo molto di più

di quello che abbiamo letto sui

giornali - ammette il prefettotrevigiano Laganà - forse saran-no da rifare i capitolati d’appal-to per adeguarli alle nuove esi-genze, ma anche noi aspettia-mo indicazioni più precise daparte del ministero. Intanto,per la Serena, continua la ge-stione inproroga».

LA TAVOLA ROTONDAIeri in Prefettura si sono riu-

niti tutti i prefetti veneti, man-cavano all’appello solo quellodi Verona, che ha mandato ilsuo vicario, e quello di Rovigo,rappresentato però dal collegadi Belluno. Il tema in discussio-ne è stata l’accoglienza dei ri-chiedenti asilo in tutta la Regio-ne. Ne è uscito un quadro positi-vo, non ci sono criticità a partela situazione dei bandi. E se Tre-viso deve fare i conti con quelloper l’ex Serena, Venezia ha lagrana Cona: in questo caso lacircolare Salvini è arrivataquando ormai si stava per uffi-cializzare l’assegnazione dellagestione. Anche in laguna si èfermato tutto e il prefetto Vitto-rio Zappalorto si è e rivolto di-

rettamente all’Avvocatura diStato per capire come procede-re. Dalle risposte che arriveran-no dipenderà la gestione dell’ac-coglienzanei prossimimesi.

IL TRAGUARDOL’obiettivo resta comunque

quellodella chiusura dei grandicentri. E i prefetti confermanoche lo svuotamento sarà pro-gressivo anche se nessuno par-la di tempi: «Rispetto allo scor-so anno i numeri sono dimezza-ti - chiarisce la Laganà - e nonsono previsti trasferimenti di ri-chiedenti asilo da una provin-cia all’altra. Quelli di Cona, perintenderci, non verranno allaSerena e non andranno negli al-tri centri trevigiani. Ogni pro-

vincia si gestirà la propria situa-zione in base al turn-over cheriuscirà a fare. Fortunatamenteil quadro, negli ultimi mesi, èmolto tranquillo. Non ci sonostati nuovi arrivi e questo ci per-

mette di lavorare con più sere-nità». Questo non vuol dire chela strada sia in discesa. A partela cruciale questione bandi,Zappalorto e tutti i prefetti arri-vati a Treviso hannomanifesta-to preoccupazione per quantosta accadendo inLibia, in Siria enelle zone più calde del Medi-terraneo: l’incubo che gli sbar-chi riprendano è sempre pre-sente.

LA VISITA

Alla fine del vertice Zappalor-to, assieme al prefetto trevigia-no, ha voluto fare un’ispezioneall’ex caserma Serena: «Nientedi particolare - ha precisatoZappalorto - mi hanno sempreparlato bene della gestione e, vi-sto che chi gestice la Serena po-trebbe prendere delle gestionianchenel veneziano (Nova Faci-lity potrebbe vedersi assegnataCona ndr), mi piacerebbe vede-reda vicinouna sua struttura. Epoi c’è sempre da imparare nelvisitare centri che funzionano».

Paolo Calia

LA POLEMICA

TREVISO «Il ministro dice che con25 euro si può garantire l’acco-glienza?Ha ragione: noi lo faccia-mo già, con 27,85 euro al giorno,da cui vanno detratti 2,50 euro dipocket money per gli ospiti. Perquesto sono disposto a girare lequote societarie di Nova Faciilityrelative al ramo accoglienza mi-granti al Ministero dell’Interno,così costi e ricavi sarebbero com-pletamente a beneficio pubblico.Know-how altissimo e massimatrasparenza». Così GianlorenzoMarinese risponde alla circolaredel Viminale sul riconteggio del-la quota destinata alla prima ac-coglienza dei migranti in arrivonelle prefetture. Una misura cheblocca il meccanismo dell’asse-gnazionedei bandi.«Abbiamo fatto ogni cosa con

l’obiettivo di mantenere la digni-

tà degli ospiti e di creare condi-zioni concrete per il loro inseri-mento nella società. Ora si vuoleridurre la quota? Noi diciamo:l’abbiamo già ridotta. Imparatedanoi, anzi cedo lequotediNovaFacility: facciamo diventare que-sta strutturapubblica».

AL CENTRO DEL MIRINOUna proposta, non una provo-

cazione, sottolinea il presidentedi Nova Facility. Che tuttavia dàrisposta anche al sospetto di busi-ness dell’accoglienza. «Siamostanchi di essere accostati amon-di grigi e di sentir parlare di busi-ness dell’immigrazione. Se lequote societarie vengono affida-te a un ente pubblico non si puòpiù parlare di lucro. L’azienda di-venta pubblica, i lavoratori ven-gono pagati dallo Stato e la presi-denza cessa di esistere» ribadi-sce. La struttura nata a Treviso èoggi formata da circa 150 perso-

ne che gestiscono l’accoglienzastraordinaria alla Caserma Sere-na (437 posti secondo il bando)alla Zanusso di Oderzo (280 po-sti) e all’hotelWinkler di VittorioVeneto (68 posti). A questo si ag-giungono i bandi vinti per Cona ePordenone, oggi congelati dallenuovedirettivedelMinistrodegliInterni. «Abbiamo acquisito unknow-how altissimo che mettia-mo volentieri a disposizione delMinistero». Lapresadi posizionediMarinese arriva dopo le dichia-razioni del ministro Salvini, chedi fatto ridisegnano lo schemaper la prima accoglienza dei mi-granti in Italia. «Che sia lo Stato agestire l’azienda» propone alloraNova Facility. La gestione dell’excaserma Serena è insommadesti-nata a continuare in proroga an-che per i prossimi mesi in attesadel bando. Si rischia di arrivarealla primavera 2019, prima chevenga assegnato il nuovo bando,

contenente regole diverse daquelle seguite dalla prefettura diTreviso come aveva confermatonei giorni scorsi il nuovoprefettoMaria Rosaria Laganà. Ieri in unvertice in prefettura i prefetti delVeneto hanno discusso la circola-re in arrivo. Il documentodi fattocongela lo status quo fino a chenon saranno diramate nuove di-rettive per la gestione. Per NovaFacility il danno è importante so-prattutto riguardo all’assegnazio-ne della gestione del centro di Co-na che ha necessitato di 10 mesiper preparare il bando da 16 mi-lioni di euro per la gestione dei789 richiedenti asilo all’hub. Lenuove regole, infine, rischiereb-bero di non garantire agli ospitinulla più che il vitto e l’alloggio,con conseguenze sociali tutte dacalcolare.

SCELTA DELICATA«Non vediamo possibile il ta-

glio dei servizi necessari all’inte-grazione e dubitiamo che parteci-peremo a bandi di gara che nonci consentirebbero di renderli.Pertanto, a tutela degli accolti edeimoltissimi dipendenti, auspi-chiamo che si possa in questomodo continuare a garantire di-ritti e dignità ad ospiti e lavorato-ri» conferma. Come a dire: senzale attività di integrazione, istru-zione e professionalizzazione,non si può garantire un’autono-mia agli ospiti che si traduce poiin oggettivo beneficio sociale.Duegiorni fa il nuovoprefetto e ilsindaco hanno effettuato una vi-sita alla Caserma Serena. Incon-tro, a detta delle parti, soddisfa-cente e utile a comprendere il li-vello di efficienza della gestionetargata Nova Facility. «Sono perla trasparenza massima. Auspi-co che non vi sia più il problemadellaquota». Elena Filini

Gestione Serena: il bando è congelato` Ieri a Treviso c’è stato il vertice di tutti i prefetti del VenetoIn Veneto nessun problema, ma si teme la ripresa degli sbarchi

PRESIDENTE Gianlorenzo Marinesealla guida di Nova Facility

Nova Facility: «Basta accuse, piuttosto cediamo le quote»CONTESO Il centro d’accoglienza all’ex caserma Serena: il bando per affidare la nuova gestione è stato congelato dalla nuove norme emanate dal Ministero dell’Interno

` Le nuove direttive del Ministero dell’Interno bloccano tuttoLaganà: «Aspettiamo di capire come dobbiamo muoverci»

PREFETTOMaria Rosaria Laganà

LE COOPERATIVE

TREVISO «Non credo si arriverà auna immediata chiusura dei cen-tri di accoglienza. Penso piutto-sto che il ministero abbia volutoguadagnare tempo in attesa chearrivi il decreto Sicurezza. Inmodo da poter poi ridefinire itermini dei bandi senza troppedifficoltà». A parlare è GiorgioGallina di Confcooperative Tre-viso. Non entra nel merito dellaprovocazione lanciata da GianLorenzo Marinese, guida dellasocietà Nova Facility, che si èdetto pronto a girare le quote so-cietarie al ministero dell’Inter-no. E anche se ora non scendenei dettagli solo pochi giorni faConfcooperative aveva parlatopropriodiNovaFacility.

MODELLI«Sul tema dell’accoglienza –

ha detto EugenioAnzanello, pre-sidente di Confcooperative Fe-dersolidarietà di Treviso e Bellu-no – rispettiamo il lavoro delleaziende profit.Ma ilmodello del-lenostre cooperative sociali è unaltro». L’associazione teme chepossa esserci una generalizza-zione che non accetta. «Comedi-mostra la crescita economica dialcune società e imprese profit,si veda l’esempio di Nova Facili-ty srl, a volte erroneamente de-scritta come una coop, il settorenon è monopolizzato dalle coo-perative», ha spiegato. Anzanel-lo ha sottolineato con forza la di-versità delmodello di servizio diaccoglienzadei profughi seguitoda Federsolidarietà rispetto aquello su cui si sono spesso orga-nizzate le imprese profit. «Que-st’ultimomodello si caratterizzaper le forti concentrazioni instrutture pubbliche, spesso ca-serme, con una logica organizza-tiva di tipo “industriale”, in cui ilrisultato economico si ottienegrazie alle economie di scala –evidenziano dall’associazione –il modello di servizio indicatodalla nostra associazione, inve-ce, è diverso. È quello contenutonella cosiddetta Carta della buo-na accoglienza, che si riassumenel principio piccoli numeri,grande integrazione».

Mauro Favaro

«Non è facilechiuderequei centriin tempi celeri»

ALLA FINE DELL’INCONTRO

IL RAPPRESENTANTE

DEL GOVERNO

DI VENEZIA ZAPPALORTO

HA VOLUTO VISITARE

L’EX CASERMA

Treviso

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` Zampese sull’accordoper rifare viale Battisti«È un pasticcio»

LA PROTESTA

TREVISO Garantiscono un tesoret-to di circa 80mila euro: sono gliabbonati dello Spisal, il macrocircolo che riunisce tutti i Craldei dipendenti pubblici. «Stiamovalutando di abbonarci a Mestree aConegliano». Il pubblicodellaprosa vuole emigrare. Anche gliabbonati dei circoli dipendenti,strutturati e fedeli nel tempo, dasempre legati al Teatro Comuna-le da consuetudine e affetto. Oraperò di fronte al quasi inesorabi-le destino della stagione di pro-sa, che rischia di saltare, e allamancanza di comunicazione,stanno riflettendo sull’opportu-nità di effettuare il carnet deglispettacoli altrove.

SCELTA SOFFERTALucio Zanette da molti anni è

segretario dello Spisal, gestiscepersonalmente tutti i rinnovi Eparla chiaro. «Siamo disorienta-ti da questa situazione. Ho cerca-to di tenere gli abbonati calmi,ma ora hanno paura di saltare lastagione. Non c’è più tempo».Perdere 80 mila euro in abbona-menti non è uno scherzo. Soprat-tutto perchè queste doglianze siassommano alle prese di posizio-ne di altri storici abbonati. Inol-tre è in atto un tam tam telefoni-co tra gli iscritti per provare ad

ipotizzare una raccolta firme. Ilpubblico chiede insommadi con-tare qualcosa e di non esseresemplicemente una macchinada biglietti. «Il pubblico dei Cral-prosegue Zanette- è indirizzatoprioritariamente verso laprosa ela lirica. Per noi rimanere instand by su questo è un proble-maenorme. Ci siamodati ancoraun paio di giorni, poi decidere-mo».

L’ALTERNATIVAI teatri alternativi che sono

emersi sono Mestre e Coneglia-no. «Entrambi vantano un’otti-ma stagione di prosa, e questopotrebbe compensare. A Mestreè interessante anche il cartellonemusicale e potrebbe accontenta-re gli appassionati.Manca la liri-ca, che si potrebbe continuare avedere a Treviso». Insomma unpiano b abbastanza complicato,che nessuno vuole davvero. In-somma se da un lato la politicacerca di ricucire la tela per porta-re a casa un risultato, dall’altrogli abbonati riscoprono il sensodi appartenenza. E protestano.«Una vera caduta di stile - com-mentava qualche giorno fa Ma-ria PaolaMurino, dando voce al-le lamentele di molti palchettisti- Possiamo capire che vi sianoproblemi economici: ma perchènon renderci partecipi?Gli abbo-nati sono un po’ la famiglia del

teatro. Invece estromessi del tut-to». Spesso, negli ultimi anni, sot-tolineano inmolti l’adesioneallastagione era stata un atto di fidu-cia, nata dalla volontà di mante-nereaperto il Comunale. «Anchea livello economico, abbiamosempre cercato di fare la nostraparte per affermare un princi-pio: questo teatro deve vivere,perchè è l’anima della città. Perquesto riteniamo di essere statitraditi ed esclusi: Teatri Spa cideve convocare ed illustrarci lasituazione. Perchè, in fondo, sia-moanchenoi unpo’ soci».

LO STALLOIl silenzio, è evidente, non è si-

nonimo di stasi. Tutti si stannomuovendo, anche i privati. Cheperòpare vogliano capire le realiintenzioni della Giunta. Perchè,a conti fatti, il Comune non puòrischiaredi voler imporre in totola sua linea a fronte di un investi-mento di 200mila euro, chieden-done perlomeno altrettanti aglisponsor senza dar loro alcunavoce in capitolo rispetto all’asset-to programmatico della struttu-ra.

ElenaFilini

IL PROGETTO

TREVISO «La convenzione non èstata firmata e scoprirlo è statauna sorpresa. Sono certo chetutti i protagonisti dell’accordomanterranno gli impegni, manon essere arrivati alla firma èuna cosa fatta comunque ma-le».

I DUBBISandro Zampese, assessore

ai Lavori Pubblici, è perentorio.Tocca a lui risolvere il «pastic-cio» - come lo definisce - dellaconvenzione concordata tra Ca’Sugana e la società Numeriaproprietaria dell’ex Provincia elasciata in eredità dalla giuntaManildo. In cambio della possi-bilità di abbattere il vecchio edi-ficio e ricostruire un condomi-nio di super lusso, la società do-vrebbe ridare alla città, comeoneri di urbanizzazione, la ri-qualificazione di viale CesareBattisti, un’area verde attrezza-ta e un parcheggio da 17 posti invia di San Liberale per il restau-ro dell’ex salaMarton e un’altrasala da destinare a uso pubbli-co: interventi importanti, dal va-lore di oltre 5 milioni di euro.Ma la mancanza della firma se-mina molti dubbi perché ri-schia di non vincolare Numeriaaquantogarantito. Zampese e ilsindaco Mario Conte sono pre-occupati anche se ripetono diavere piena fiducia degli accor-di presi, però hanno anche fissa-to un incontro con la società pri-vata per chiarire ogni dettaglio.«Se c’è la possibilità che cambiqualcosa rispetto a quanto con-cordato nella convenzione? Sin-

ceramente non lo so - ammetteZampese - dobbiamo fare delleverifiche e parlare con Nume-ria. Ma, ripeto, sono sicuro cheverrà rispettatoogni accordo».

L’ACCUSADetto questo, Zampese pren-

de di mira la vecchia ammini-strazione: «Le convenzioni diquesto tipo vanno chiuse - sotto-linea - non si può lasciarle in so-speso. Magari non cambieràniente, ma rimane un vero pa-sticcio. È molto discutibile lascelta di mandare avanti il pro-getto (Numeria ha tutte le auto-rizzazioni per poter andareavanti con i lavori ndr) senzaprima firmare la convenzione,che invece avrebbe dovuto esse-re propedeutica per i passaggisuccessivi». Zampese è semprestato molto critico per come lagiunta Manildo ha gestito lapratica: «Già durante lo scorsomandato, dai banchi dellamino-ranza, avevamo contestato ilmodo con cui stavano portandoavanti l’operazione ex Provin-cia. Abbiamo evidenziato latroppa facilità con cui è stato ab-battuto un edificio che aveva lasua storia e la sua particolarità.Loro hanno portato progetto edelibera per ben due volte inConsiglio Comunale. E adessola sorpresa della firma cheman-ca. Sinceramente, qualcuno del-la vecchia maggioranza potreb-be pensare di aver votato allacieca».

P.Cal.

LA DENUNCIA

TREVISO Rifatta nel 2011 chiuden-do l’aeroporto per seimesi, siste-mata solo l’anno scorso e oggiancora da rivedere. Sembra nonesserci proprio pace per la pistadel Canova. A rivelare le condi-zioni di precarietà del nastro diasfalto dove decollano e atterra-no gli aerei è Zeno Giuliato. L’exmembro del consiglio di ammi-nistrazione di AerTre, società digestione dello scalo controllatadalla veneziana Save, ha scrittouna lettera aperta direttamenteal presidente del cda della stessaSave, EnricoMarchi.

PROBLEMI IRRISOLTI«Non vuoi prendere atto che

la pista è stata sbagliata nel suonascere – hamesso nero su bian-

co – gli inerti di recupero usati eil compattamento forzoso delfondo, con l’uso abnorme di ce-mento, hanno determinato un“moloch” di 2.500 metri di lun-ghezza: un blocco unico e rigido,che con il rullaggio e il pesodegliaerei si spacca e si fessura in pro-fondità». Un’immagine inquie-tante. «È questa la ragione percui dopo sei anni la pista nuova,garantita dai contratti pervent’anni, nel 2017 era così ma-landata che si è dovuto tentare diaggiustarla con la riasfaltatura eoggi, nove mesi dopo, la pistapresenta le stesseproblematicheprecedenti». Non sarebbe cam-biato nulla: le fessurazioni conti-nuerebberoa correre.

I DANNISecondo Giuliato, Save avreb-

be fatto bene a imboccare le vie

legali contro le ditte cheavevanocostruito la pista e contro gli in-gegneri che dovevano controlla-re l’andamento dei cantieri. «Iproblemi gravi permangono. Amio avviso riducono i parametridi sicurezza, che in un aeroportodevono essere eccellenti al 100per cento – sottolinea – la certifi-cazione che l’attuale pista nonpresenta fattori di insicurezza al-cuna, la deve timbrare ilministe-ro dei Trasporti, l’Anac, e non itecnici di Save o di AerTre». «Tirammento che Save opera in re-gimedi convenzione con loStatoItaliano, comeBenetton sulle au-tostrade – conclude – il compro-messo al ribasso di AerTre con icostruttori della pista raggiuntonel 2017 si dimostra fallace dalpunto di vista dei problemi dellastessapista edella sicurezza».

MauroFavaro

«CI VEDREMOCON NUMERIASONO SICUROCHE ALLA FINE TUTTIRISPETTERANNOQUANTO CONCORDATO»

NON C’E’ PACE per il teatro comunale Del Monaco: ora gli abbonati minacciano di andarsene

POLEMICA Lo stato della pistadel Canova fa ancora discutere

«L’appuntamentocon ilsindacoè imminente.Giàmesso inagenda,manonancoraconfermato».CosìGianfrancoGagliardi,presidentediTeatrieUmanesimoLatinospa lanciaunmessaggiodistensivo.«Comprendoperfettamente ildibattito intornoal futurodelteatro,benechestaacuoreatutti.Prestoavremounincontro.Ecosìpotremochiarircie chiarirealpubblicole linee future».Ampie

rassicurazioniarrivanodatutte leparti: sindaco,Teatrispa,Regione. Il silenziononancora interpretabileèquellodiFondazioneCassamarca.Che,neigiorni scorsi, halasciato intenderedinonpotermetteresulpiattofinanziamentiulteriori. Iprimigiornidellaprossimasettimanasarannodecisivi.Del resto il termineultimofissatodalpresidenteGagliardiera il 15 settembre.

EF

«Presto un incontro con il sindaco»

Il presidente

IL NUOVO COMPLESSO che dovrebbe sorgere sulle ceneridell’ex Provincia in viale Cesare Battisti

«Non firmarela convenzioneè stato un errore»

Giuliato: «Canova, pista disastrata, lavori da rifare»

VIABILITÀ

TREVISO Manutenzione ordina-ria della sede centrale delle Po-ste. Il 16 settembre dalle 7 alle12 la via degli Scaligeri, nel trat-to compreso tra vialeDeGaspe-ri e Piazza della Vittoria, saràchiusa alla circolazione e suglistalli di sosta - contrassegnatidal n. 3385 al n. 3391 (a paga-mento) e n. 9048 e 9049 (riser-vati al carico e scarico) e su n. 5stalli regolamentati a disco ora-rio - sarà istituito il divieto disosta con rimozione coatta deimezzi. Dalle 13 alle 19 via Bres-sa nel tratto compreso Piazzadella Vittoria e viale De Gaspe-ri, sarà chiusa alla circolazionee sugli stalli di sosta compresi

dal n. 3350 al n. 3356, sarà isti-tuito il divieto di sosta con ri-mozione coatta deimezzi. Con-temporaneamente alla chiusu-radi viaBressa, sarà invertito ilsenso di marcia della Bretelladi Piazza della Vittoria postafronte l’ufficio postale. Nei gior-ni prima dell’intervento saràposizionato preavviso di chiu-sura con dicitura “via degli Sca-ligeri chiusa” su via Roma, pri-ma dell’intersezione con viaLungosile Mattei, e segnaleticadi deviazione su ponte SanMartino e Corso del Popoloall’intersezione con viale Ca-dorna. Compatibilmente con lostato dei lavori sarà garantitoai residenti e ai frontisti di acce-dere alle rispettive proprietà.

EF

Lavori alla sede delle Postetraffico deviato e vie chiuse

Treviso

Teatro: 80mila euro in fuga` Gli abbonati del Comunale prontia “trasferirsi” a Mestre e a Conegliano

` La stagione di prosa è a rischio«Ma nessuno ci ha mai coinvolto»

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IL PROTAGONISTA Il trevigiano Marco Goldin nel giorno della presentazione al pubblico la mostra dedicata a Rodin a Santa Caterina nella nuova sala Ipogea che venne inaugurata per l'occasione

Marco Goldin racconta i suoi esordi come curatore: «E dire che da bambino sognavo di fare il calciatore: finito il liceo ho venduto il mitico manuale Argan, non mi era piaciuto l'insegnamento». A novembre uscirà il suo primo romanzo

<<L'arte? Ora ve la scrivo>> Il PERSONAGGIO TREVISO Da piccolo Marco Goldin sogna­va di fare il calciatore e sui banchi di scuola la storia dell'arte non era la sua materia preferita. Cosa cambiò nella vita di quello che è diventato uno tra i più im­portanti critici d'arte e curatori di mo­stre a livello internazionale? Incontri "fa­tali" con persone straordinarie, convinte che l'espressione artistica nasca dall'ani­ma e all'anima ritorni per nutrir la.

L'esordio nel mondo dell'arte risale a ...

<<Veramente la prima cosa che decisi, appena finito il liceo classico, fu quella di vendere il manuale di storia dell'arte, il mitico Argan. Non mi era piaciuto l'inse­gnamento della materia a scuola. Invece, il professor Aldo Piccoli, che non era il mio docente ma aveva tenuto un corso di approfondimento sulla letteratura italia­na del Novecento per i maturandi del li­ceo Canova, aveva saputo con le sùe pa­role entrare in una parte meno visibile di me. Ascoltavo molta musica, amavo i te­sti dei cantautori italiani, e così capitò che nell'ultima fila in alto della splendi­da aula sernicircolare del Canova, ascol­tando Piccoli che ci raccontava di Monta­le, scrivessi i miei primi versi».

Inizi letterari, dunque? <<In realtà già a partire dal1981 avevo

iniziato a scrivere d'arte, recensendo le mostre che si svolgevano a Treviso. All'epoca c'erano molte gallerie private e ci andavo sfrecciando con la mia Vespa blu notte. Una splendida palestra per un

ragazzo di vent'anni che si divideva tra rapporto saldo, e più vicino di età, confi­l'attività di calciatore, gli studi universi- dente, con Gemin e Pedrocco. Mi sem­tari e appunto le recensioni. Scrivevo per brava di sognare. Avevo capito che "La Vita del Popolo", sotto la direzione amando sempre di più la pittura, la vole­del caro don Lino Cusinato, con il quale vo raccontare con la bella parola. E in­mantengo ancora oggi un saldo rapporto - tanto avevo conosciuto Pari se, N aldini, di amicizia. Era sempre molto critico nei Testori e i -dialoghi con loro mi corner­miei confronti e non mi risparmiava nul- mavano che la pittura non si spiega, ma la. Ancora oggi mi dice sempre che lo fa- si racconta••. ce'{a per il mio bene (ride, ndr)••. Rispondeva a una passione, intere-s-

E stato un successo o al di sotto delle se, necessità? _aspettative? · <<Come tutto ciò che ho fatto, corri-

<<Ricordo quegli anni come la meravi- spondeva a queste cose insieme. Da bam­glia profumata e silenziosa della scoper- bino ero molto più concentrato sul voler ta. Perché poi all'università a Ca' Foscari diventare un calciatore. E' stato attorno venivo incontrando professori straordi- ai vent'anni che l'arte ha cominciato a di­nari, che mi hanno mostrato una strada. ventare per me una necessità interiore, Chepermeèsemprestatadiconoscenza quando ho capito che non era vuoto no­ed emozione insieme. Ripenso ancora zionismo ma necessità dell'anima. Respi­oggi alle stupefacenti lezioni, in aula Atti ro emozionato>>. Accademici affacciata sul Canal Grande, I suoi genitori erano felici o l'hanno del professor Baratto sul teatro di Piran- ostacolata? dello, del professor Co letti sullà poesia di <<Come è comprensibile, i miei genito­Ungaretti, del professor Guidorizzi su ri, soprattutto mio papà, quando banno Goethe e la sua idea di natura. o-a: quelle capito che volevo intraprendere la stra-

da che poi è stata la mia, non sono stati a San Sebastiano di Ortalli, Galimberti, propriamente felici. Pensavano a una vi-Mazzariol, Pignatti, Michelini Tocci. Il ta di nessuna certezza. Consideriamo

«LA STORIA DELL'ARTE NON LA APPREZZAI TRA l BANCHI SOLO INTORNO Al 20 ANNI HO CAPITO CHE ERA UNA NECESSITA DELL'ANIMA E NON MERO NOZIONISMO,

che da parte di mamma venivo da una fa­miglia di medici da generazioni e che la mia strada doveva essere quella. Ero affa­scinato dalla figura di mio nonno, il pro­fessar Menenio Bortolozzi, e vedevo in lui il modello al quale ispirarmi. Mio pa­pà poco per volta ha capito ed è stato poi sempre il mio primo tifoso••.

A quali lavori delle origini è partico­larmente legato?

<<Beh certamente la mia prima mostra

La carriera

Lo spettacolo a Milano e un libro in arrivo Marco Goldin è nato a Treviso nel 1961. Due gli ambiti del suo studio e della sua riflessione critica: la pittura italiana del '900 fino alla contemporaneità e l'arte del XIX e XX secolo in Europa e in America. A entrambe queste aree ha destinato, come curatore, molte mostre di grande successo. Tre esempi tra i tanti: nel2007 "America! Storie di pittur a dal Nuovo mondo", nel2010 "Munch e lo spirito del Nord" e-nel 2016 "Storie dell'impressionismo". A Santa Caterina ha chiuso in giugno una grande mostra ù dedicata a Rodin. _Da alcuni anni ha cominciato a scrivere per il teatro, esperienza che è nata dal desiderio di evocare grandi figure della pittura accanto ad attori, musicisti e cantanti, da FraJ:}co Battiato ad Antonella Ruggiero; Ne-12017 ha avviato progetti cinematografici con due docufilm ispirati a V an Gogh.

La.Si.

in assoluto, ottobre 1984 nel convento di San Pietro sopra la piazza di Asolo. Un'esposizione dedicata all'incisione e al disegno nella Marca Trevigiana. Faceva seguito alle- mie quasi quotidiane fre­quentazioni di quel luogo ma~ico che è stata la Galleria del Barbacan m via San Nicolò, dove incontravo Barbisan e de Giorgis, de Roberto e Ciarrocchi, oltre ai più giovani come David, Martina e Mi­chielin••.

Quanti anni aveva? <<Ventitré. Svolgevo il servizio militare

in Distretto a Treviso facendo il segreta­rio al colonnello Carmagnola, che mi permetteva di lavorare alla prepar-azio-ne della mia mostra inaugurale da cura­tore. Avevo fatto il primo mese a Fano e siccome dovevo continuare a scrivere il -catalogo, ogni giorno alle 18 prendevo il treno e arrivavo a Pesaro, dove andavo a casa di Andrea Gracis, mio compagno di classe al liceo e grande gioc~tore di ba­sket della Scavo lini e della nazionale. Lì ·scrivevo sulla niia Olivetti 32•• .

Nuovi debutti all'orizzonte? <<A novembre uscirà il mio primo ro­

manzo, per Solferino, la nuova casa edi­trice del "Corriere della Sera". Basato sui fatti realmente accaduti, racconta nel mio modo la vita e l'amicizia tra V an Go­gh e Gauguin. Poi il19 novembre, al Tea­tro Nazionale di Milano, ci sarà la prima del mio racconto/spettacolo "La grande storia dell'impressionismo", nel quale sarò in scena assieme al pianista Remo Anzovino, con delle bellissime scenogra­fie video di laquone e Attilii, grazie al so­stegno del Gruppo Baccini di Treviso>>.

Laura Simeoni