C asse capovo Bus a scuo - ITE Enrico Tosi, Istituto ... · Confucio, con l’inserimento ......

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di Federico Bianchessi D opo la scuola delle prote- ste, dopo i fuochi del 68 e il 77, dopo le tante riformee controriforme calate a pioggia dalle scrivanie ministeriali a ogni cambiodi governo, è par- tita da sola, nelle aule, la rivolu- zione silenziosa. Addio noiose lezioni con il prof in cattedraa tentare di stipare nozioni nelle menti riluttanti e distratte dei ragazzi. Addio pomeriggi curvi a spalare tonnellate di esercizi, cercando di rifilare i famigerati compiti a casaa genitori o fra- telli maggiori. Ci sono già scuole dove non funziona più così, dove lo schema della pubblica istruzio- ne da Gentile alla Gelmini è stato letteralmente ribaltato. Con successo e soddisfazione di tutti: studenti, docenti, fami- glie. Sono ancora poche, anzi pochissime, ma è su queste che sono puntatii fari di molte altre che cercano di risalire dal baratro sempre più ampio tra i metodi tradizionali e le attitudi- ni allapprendimentodella ge- nerazione web, ma soprattutto mirano a recuperare lhandi- cap con il mondo dellavoro e delle professioni. Uno dei tre epicentri della scuola italiana del futuro si trovaa Busto Arsi- zio (gli altri due sono a Piacen- za e a Padova), in un istituto con 62 anni di storia sulle spal- le dove cè una capacità di co- municare con i teenager che al- trove sembra fantascienza, lIte (Istituto tecnico economico) «Enrico Tosi». Regista delle iniziative davan- guardia - dal progetto regiona- le Generazione Web alle Aule Confucio, con linserimento del cinese come seconda lin- gua, al ruoloorganizzativodel- le Olimpiadi Internazionali di Informatica - è la preside Na- dia Cattaneo . Al timone dal settembre 2010, sta energica- mente tenendo fede allimpe- gno annunciato alla nomina, ci- tando Aldous Huxley, lo scritto- re del «Mondo nuovo» a «cerca- re quei rifornimenti di vita e di saggezza che arrivano nei so- gni». «In realtà, la cifra della no- stra scuola, findalla sua nasci- ta, è sempre stata quella di non restare ferma, di rinnovarsi. Si dice che la scuola italiana sia un elefante, pesantee ancorata alla tradizione, ma noi credia- mo che la tradizione ci offra le risorse per leggere i tempi e ag- giornarci». Mentre staandando in porto a Roma la riduzione, da lei pro- posta e propugnata, da cinque a quattro anni della durata dei corsi - «Non per stringere sui programmi o ridurre i costi, ma per sfruttare meglio i tempi at- traverso le nuove metodologie e offrire maggiore flessibilità -, il progetto più avanzatonellin- cubatrice si chiama flipped clas- sroom, la classe rovesciata. Un metodo inventato negli anni 90 ad Harvardda Eric Mazur , un professore di fisica, che si è diffusonel mondo anglosasso- ne, soprattuttonegli Stati Uniti, e del quale in Italia ci si è accor- ti da pochissimo. Il primo libro a parlarnuscito alliniziodel- lanno, «La classe capovolta», di Maurizio Maglioni e Fabio Bi- scaro (Erickson editore). Al Tosi è già prassi normale in tutte le prime (venticinque clas- si) e in una decina di seconde, coinvolgendo complessiva- mente circa un terzodei duemi- la studentiiscritti). Il rovescia- mento, il «flip» termine che de- scrive il lanciodi una moneta come anche il colpetto che si dà nei flipper per lanciare la pallina riguarda limpostazio- ne dello studio e la ripartizione dellimpegno tra lavoro in clas- see fuori, a casa o altrove. Il bustocco Massimo Tosi , 51 anni, docente diitaliano e sto- ria, spiega la rivoluzione di cui, nellIte, è diventato il puntodi riferimento: «Non si tratta natu- ralmente di ribaltare i tradizio- nali ruoli educativi, ma di cam- biare lapprocciodidattico. Gli elementi della classe rovescia- ta sono sostanzialmente tre: a casa lo studente si preparaalla C l asse capovo l t a : C l asse capovo l t a : Bus t o f a scuo l a Bus t o f a scuo l a a TTUAL I 6 Lombardia Oggi 16 Marzo 2014

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di Federico Bianchessi

D opo la scuola delle prote-ste, dopo i fuochi del ’68

e il ’77, dopo le tante riforme econtroriforme calate a pioggiadalle scrivanie ministeriali aogni cambio di governo, è par-tita da sola, nelle aule, la rivolu-zione silenziosa. Addio noioselezioni con il prof in cattedra atentare di stipare nozioni nellementi riluttanti e distratte deiragazzi. Addio pomeriggi curvia spalare tonnellate di esercizi,cercando di rifilare i famigeraticompiti a casa a genitori o fra-telli maggiori.Ci sono già scuole dove nonfunziona più così, dove loschema della pubblica istruzio-ne da Gentile alla Gelmini èstato letteralmente ribaltato.Con successo e soddisfazionedi tutti: studenti, docenti, fami-glie. Sono ancora poche, anzipochissime, ma è su questeche sono puntati i fari di moltealtre che cercano di risalire dalbaratro sempre più ampio tra i

metodi tradizionali e le attitudi-ni all’apprendimento della ge-nerazione web, ma soprattuttomirano a recuperare l’handi-cap con il mondo del lavoro edelle professioni. Uno dei treepicentri della scuola italianadel futuro si trova a Busto Arsi-zio (gli altri due sono a Piacen-za e a Padova), in un istitutocon 62 anni di storia sulle spal-le dove c’è una capacità di co-municare con i teenager che al-trove sembra fantascienza, l’Ite(Istituto tecnico economico)«Enrico Tosi».Regista delle iniziative d’avan-guardia - dal progetto regiona-le Generazione Web alle AuleConfucio, con l’inserimentodel cinese come seconda lin-gua, al ruolo organizzativo del-le Olimpiadi Internazionali diInformatica - è la preside Na-dia Cattaneo . Al timone dalsettembre 2010, sta energica-mente tenendo fede all’impe-gno annunciato alla nomina, ci-tandoAldousHuxley, lo scritto-re del «Mondo nuovo» a «cerca-

re quei rifornimenti di vita e disaggezza che arrivano nei so-gni». «In realtà, la cifra della no-stra scuola, fin dalla sua nasci-ta, è sempre stata quella di nonrestare ferma, di rinnovarsi. Sidice che la scuola italiana siaun elefante, pesante e ancorataalla tradizione, ma noi credia-mo che la tradizione ci offra lerisorse per leggere i tempi e ag-giornarci».Mentre sta andando in porto aRoma la riduzione, da lei pro-posta e propugnata, da cinquea quattro anni della durata deicorsi - «Non per stringere suiprogrammi o ridurre i costi, maper sfruttare meglio i tempi at-traverso le nuove metodologiee offrire maggiore flessibilità -,il progetto più avanzato nell’in-cubatrice si chiama flipped clas-sroom, la classe rovesciata. Unmetodo inventato negli anni’90 ad Harvard da Eric Mazur ,un professore di fisica, che si èdiffuso nel mondo anglosasso-ne, soprattutto negli Stati Uniti,e del quale in Italia ci si è accor-

ti da pochissimo. Il primo libroa parlarne è uscito all’inizio del-l’anno, «La classe capovolta», diMaurizio Maglioni e Fabio Bi-scaro (Erickson editore).Al Tosi è già prassi normale intutte le prime (venticinque clas-si) e in una decina di seconde,coinvolgendo complessiva-mente circa un terzo dei duemi-la studenti iscritti). Il rovescia-mento, il «flip» – termine che de-scrive il lancio di una monetacome anche il colpetto che sidà nei flipper per lanciare lapallina – riguarda l’impostazio-ne dello studio e la ripartizionedell’impegno tra lavoro in clas-se e fuori, a casa o altrove.Il bustocco Massimo Tosi, 51anni, docente di italiano e sto-ria, spiega la rivoluzione di cui,nell’Ite, è diventato il punto diriferimento: «Non si tratta natu-ralmente di ribaltare i tradizio-nali ruoli educativi, ma di cam-biare l’approccio didattico. Glielementi della classe rovescia-ta sono sostanzialmente tre: acasa lo studente si prepara alla

C lass e c a p o v o lta:C lass e c a p o v o lta:Bust o fa scu o laBust o fa scu o la

aT T U A L I T À

6 ● Lombardia Oggi 16 Marzo 2014

A c asa si p r e p arala l e zi o n e sul ta b l e t,

in class e ci si e s e rcitas o tt o la g ui d a

d e g li ins e g n a nti:e cc o la

«fli p p e d classr o o m»,il m e t o d o d i stu d i o

a m at o d a llaG e n e ra zi o n e W e b

e a d o ttat o d a 3 istitutiin Ita lia , tra cui il T o si.

C e n e p arla la p r e si d eN a d ia C arc a n o

lezione, affrontando da solo glielementi fondamentali utiliz-zando le spiegazioni che rice-ve sul tablet o attraverso altricanali, da slide show a video;secondo momento, a scuola, cisi dedica a una ricerca attivasull’argomento, a chiarire i dub-bi, a fare esercizi, sempre construmenti diversificati che in-cludono anche i testi tradizio-nali su carta; terzo momento,la valutazione, che grazie al la-voro svolto nelle due fasi pre-cedenti diventa molto più riccae razionale, perché si votanodei processi, l’impegno e l’effi-cacia. Sono gli studenti stessi adiventare attori protagonistidella lezione, a confrontarsicon gli altri e con l’insegnante».Risultato? «Un recupero straor-dinario dimotivazione. Oggi, ilproblema dilagante di tutte lescuole è la perdita di interesse

e di motivazione dei ragazziverso l’insegnamento. La con-correnza informativa con laquale deve fare i conti ogni in-segnante è enorme», a voltespiazzante.Il capovolgimento del metodoclassico passivo - ascolto ascuola, mi esercito a casa, tor-no in classe a farmi valutare -permette di dare agli studentiun ruolo attivo, stimolando lacuriosità, l’interesse a diventa-re protagonista della lezione.Si potrebbe fare anche con i li-bri tradizionali, con dispense earchivi, ma Tosi evidenzia lostretto rapporto con l’avventonella scuola dei nuovi strumen-ti mediatici:«L’impiego di sup-porti informatici è strategico inquesto capovolgimento», maquesto comporta anche una at-tenzione a «non lasciarsi travol-gere dagli strumenti, perché ci

si accorge presto di come la tec-nologia abbia una sua forzache tocca al docente di piegareal metodo, altrimenti può sfug-gire di mano».La pentola magica non richiedearti da apprendisti stregoni, maformazione sì, rimarca la presi-deCattaneo: «Da quando la Re-gione ha lanciato il programmaGenerazioneWeb offrendo perun anno i tablet in comodatod’uso, abbiamo avviato subitola formazione dei docenti, chedevono essere preparati nonsolo all’impiego meccanico de-gli strumenti, che è la parte piùfacile, ma a gestire i contenuti.Ora che il programma regiona-le è sospeso, abbiamo decisodi continuare con il pieno con-senso delle famiglie che hannoacquistato i tablet per i ragazzi.Questo ci consente anche disviluppare la partecipazione al-l’altro innovativo progetto in-formatico, quello del Book InProgress».Si tratta di una piattaforma online sulla quale vengono pub-blicati testi didattici realizzatida ottocento insegnanti di tuttaItalia e resi disponibili su tutti itablet connessi in rete. Dellaprovincia varesina partecipanoalla iniziativa anche l’IsisNewton di Varese, l’istitutocomprensivo statale «BeatoContardo Ferrini» di OlgiateOlona, i licei classico e scientifi-co diGallarate, l’Istituto profes-sionale «Pietro Verri» a BustoArsizio, le superiori dell’Istitu-to «Carlo Alberto Dalla Chiesa»di Sesto Calende. Una collabo-razione importante per svilup-pare una didattica più moder-

na, attenta alle esigenze del ter-ritorio e sempre più svincolatadalle gabbie dei libri di testotradizionali, che potrebberopresto diventare facoltativi.Il rischio che la classe capovol-ta mandi a gambe all’aria unprofessore esiste, inutile negar-lo. È una rivoluzione, e va ma-neggiata con cura perché nonesploda tra le mani. «Il docentedeve sempre più diventare uncoach, l’allenatore dei suoi stu-denti», avverte ancora il pro-fessor Tosi, il che vuol direun impegno diverso, più perso-nale e su misura di ogni caso.Un videproiettore interattivo ei tablet non bastano, ovviamen-te, se a tirare i fili e a connetter-li ai cervelli dei giovani non c’èuna mano attenta e preparata.Ma probabilmente occorre an-che una revisione degli orari edei calendari di vecchio tipo,che con le loro rigidità rendo-no a volte difficile capovolgerele abitudini.C’è attenzione delministero al-la «flipped school»? «Sì, l’atten-zione c’è - risponde ancora lapreside Cattaneo - ma moltodipende anche da noi. Io, peresempio, mi sto dedicando aincontrare docenti del proget-toBook in Progress, a diffonde-re concetti come quelli di clas-se aperta e altre metodologienuove che stanno diventandosempre più necessarie per pre-parare i ragazzi in modo piùadeguato al mondo di oggi».È una sfida da seguire, chissàse la classe capovolta riuscirà araddrizzare un’Italia scolasticasempre più sbilenca rispetto alresto del mondo.

Nadia Cattaneoè la presidedell’Istituto«Enr ico Tosi»di Busto Arsizio.Sopra, i ragazzidurante lacoloratacer imoniadel diplomae al lavoroal computernelle aule(foto Blitz)

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