Buone notizie dal pianeta Terra

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Capitolo 1 MODA USA E GETTA Come cambiare la moda per cambiare il mondo Capitolo 2 IL PIANETA HA FAME! Come nutrirsi bene senza... affamare il pianeta Capitolo 3 PIANETA TECNOLOGICO La nuova tecnologia ci aiuta ma può inquinare la Terra Capitolo 4 ENERGIA, GENTE, ENERGIA! Dalle scale che fai ai rifiuti che produci... TU sei energia! I N T R O D U Z I O N E INDICE ANALITICO p. 64 Per Kip, Esmé, Katherine, James, Matthias, Lucas, Alanna, Fiona, Marielle e Sylvie

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di Elin Kelsey; ill. Clayton Hanmer. Attenzione: questo non è il solito libro sull’ambiente! Infatti non è pieno di messaggi catastrofici sullo stato del pianeta, non ti fa sentire in colpa per il cambiamento del clima e non parla di complicatissimi problemi. Tranquillo, la parola “estinzione” quasi non appare, e ci sono buone possibilità che leggendolo ti sentirai pieno di speranza… forse persino felice! Scopri di più: http://www.editorialescienza.it/it/libro/buone-notizie-dal-pianeta-terra.htm

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Capitolo 1 MODA USA E GETTACome cambiare la moda per cambiare il mondo

Capitolo 2 IL PIANETA HA FAME!

Come nutrirsi bene senza... affamare il pianeta

Capitolo 3 PIANETA TECNOLOGICOLa nuova tecnologia

ci aiuta ma può inquinare la Terra

Capitolo 4 ENERGIA, GENTE, ENERGIA!Dalle scale che fai ai rifiuti che produci... TU sei energia!

INTRODUZIONE

INDICE ANALITICO p. 64

Per Kip, Esmé, Katherine, James, Matthias, Lucas, Alanna, Fiona, Marielle e Sylvie

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Capitolo 1MODA USA E GETTA

È arrivato il momento di rallentare!

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Cavoli, che ore sono? Arriverai in ritardo a scuola! Ti trascini fuori dal calduccio del letto e apri i cassetti con uno strattone.

Ehi! Cos’è successo qui dentro? Batuffoli di fibre bianche, setose e soffici come codini di conigli si dondolano sui loro steli, lì dove dovrebbero trovarsi jeans e T-shirt! Sul fondo del cassetto dei calzini si è raccolta una chiazza di petrolio viscido, che gocciola anche dagli attaccapanni dell’armadio. Dove sono finiti i tuoi vestiti???

Anche se è difficile da credere, i vestiti provengono da cose che una volta erano vive. T-shirt e jeans cominciano la loro vita come piante di cotone, in India o nel Sud degli Stati Uniti. Calzini, costumi da bagno, camicie, pigiama e giubbotti contengono atomi di minuscoli organismi acquatici che hanno nuotato nei mari della preistoria. Queste microscopiche forme di vita sono morte, sono state sepolte dal fango e infine compresse e trasformate in petrolio nelle profondità della Terra. E ora, centinaia di milioni di anni dopo, noi esseri umani pompiamo questo “oro nero” fino in superficie e lo mandiamo alle raffinerie, dove viene trasformato in tessuti sintetici come l’acrilico e il poliestere.

Metà dei tessuti che si trovano oggi in commercio deriva dal petrolio.

Ogni anno nel mondo vengono spesi circa mille miliardi di dollari in abbigliamento. È probabile che tu abbia molti più vestiti di quelli che avevano i tuoi genitori quando erano ragazzi. Per arrivare al peso dei vestiti che ogni bambino della tua classe compra in un anno, dovresti mettere sulla bilancia un cane di grossa taglia. La moda cambia velocemente e la tentazione di comprare è oggi molto più forte di quanto sia mai stata. In un solo giorno guardi più pubblicità di tutta quella che i tuoi nonni hanno visto nell’intera loro vita.

Ma proprio come il fast food non fa bene alla salute, troppa moda usa e getta non fa bene alla Terra. Tutti quei vestiti che usi per una sola stagione e poi butti via, divorano le materie prime più velocemente di quanto il pianeta impieghi a rimpiazzarle e tracannano petrolio che non potrà mai più essere sostituito. Inoltre, per fare abiti così a buon mercato, le aziende spesso tagliano le spese per la sicurezza ambientale o sottopagano chi coltiva e produce per loro. Il problema è che non vedi questi aspetti negativi mentre, per esempio, compri una camicia, perché fra la coltivazione e il negozio ci sono molti passaggi: la raccolta, la fabbrica, il trasporto, il distributore.

Prima che tutti questi discorsi ti inducano ad andare in giro senza vestiti (brrrrrr!), considera questo: ci sono esperti che in tutto il mondo stanno progettando nuovi materiali per realizzare indumenti più sicuri e salutari, e per trasformare quelli che non mettiamo più in modi che non puoi neanche immaginare! Quindi infilati qualcosa di comodo e gira pagina…

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La T-shirt “perfetta”Tenendo presente i problemi ambientali, alcuni stilisti hanno lanciato un concorso per creare la T-shirt “perfetta”, cioè fatta con materiali che danneggino il meno possibile il pianeta. Quale sceglieresti di indossare? Andiamo a incontrare i concorrenti!

T-shirt A: BambùQuesta pianta raggiunge il pieno sviluppo in tre o quattro anni senza pesticidi e necessita di meno acqua del cotone.

Ma: i procedimenti per trasformare il bambù in una T-shirt richiedono una gran quantità di sostanze chimiche tossiche.

T-shirt B: Canapa Anche la canapa cresce molto velocemente, ha bisogno di molta meno acqua e di minor terreno del cotone.

Ma: per molti la canapa non andrebbe coltivata perché è parente della marijuana, una droga illegale. La coltivazione della canapa per uso industriale è legale in Italia, in parte dell’Europa, in Cina, in India... ma non negli Stati Uniti.

SAI QUANTO BEVE UNA T-SHIRT?Cosa dobbiamo fare perché il guardaroba di tutti sia ecocompatibile e alla moda?

Lo stile, il colore, la comodità, il prezzo… certo quando vai a far compere non pensi a quanto “bevano” i tuoi vestiti, ma molti degli abiti che indossi hanno una sete quasi inestinguibile! Ogni anno, nel mondo, vengono vendute circa 2,5 miliardi di magliette. Jeans e T-shirt, diversamente dai tessuti sintetici come il pile, sono di cotone. Tradizionalmente, il cotone è coltivato in modo intensivo perché la resa sia massima (ossia perché si possa ottenere il massimo raccolto da ogni appezzamento di terreno). Inoltre questa pianta ha una gran sete: infatti, ci vogliono ben 25 vasche da bagno piene d’acqua per ottenere un’unica T-shirt. Serve anche un sacco di petrolio per alimentare le macchine agricole, per i fertilizzanti e per produrre l’incredibile quantità di pesticidi chimici usati per impedire che insetti, topi e altri animali possano danneggiare il raccolto.

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T-shirt D: VintageComprare magliette nei negozi dell’usato è il modo perfetto per evitare di produrre nuove T-shirt... perché sono già fatte! Sono convenienti, uniche e bellissime.

Ma: i contrari dicono: “Ne voglio una nuova!”.

Il tuo armadio è rispettoso dell’ambiente?Far sì che il tuo armadio sia “ecorispettoso” non è poi così difficile, è probabile che tu stia già facendo più di quello che pensi. Leggi e assegnati un punto ogni volta, se:

• haivestitipassatidaifratelliocomprati in un negozio dell’usato

• indossivestitivecchipiùdiunanno

• tifaiprestarelagiaccadasciinvece di comprarne una nuova che useresti poco

• nonlaviivestitiognivoltacheliindossi

• faiasciugarelatuarobasullostendibiancheria

• haialmenounindumentoprodottoconuntessuto biologico

• haiqualcosacheèstatoaggiustatooricucito

• nontimettirobapulitapergiocareall’aperto

• hairegalatogliabitimacchiatioconsumati a un’azienda che fa stracci

Per i tuoi vestiti: ecologia e puliziaLe lavatrici consumano la maggior parte dell’elettricità per scaldare l’acqua. Ogni volta che selezioni “lavaggio a freddo”, il mondo intero ti ringrazia. Se tutti gli italiani, per esempio, lavassero gli indumenti con acqua fredda, l’emissione di anidride carbonica (CO2) diminuirebbe come se ogni anno ci fossero 2 milioni e mezzo di automobili in meno in circolazione. In molte città del mondo è proibito far asciugare la biancheria all’aperto: tutti quei panni stesi sembrano brutti, ma oggi in tanti paesi, per ridurre le emissioni di CO2, è nuovamente permesso. Asciugatrici succhia energia... addio!

T-shirt C: Cotone biologicoI sostenitori di questo tipo di cotone ne sono entusiasti perché il più delle volte non viene irrigato ma si disseta con la pioggia, quindi ha bisogno di molta meno acqua del cotone tradizionale. Per fertilizzare o proteggere i raccolti dai parassiti, i coltivatori di prodotti biologici possono usare soltanto sostanze chimiche di provenienza naturale, come piante e minerali. L’agricoltura biologica usa la rotazione delle culture, che arricchisce il terreno e offre un habitat agli uccelli, alle api e agli altri animali selvatici.

Ma: i contrari ritengono che la resa del biocotone sia troppo bassa, quindi per produrre lo stesso numero di T-shirt è necessario disboscare molti più alberi. E il prezzo di una maglietta è più alto. Inoltre sostengono che biologico non significa necessariamente privo di pesticidi e che molte sostanze chimiche di origine naturale usate dagli agricoltori biologici sono ugualmente tossiche.

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GLI ECOTESSUTI STANNO SPUNTANDO OVUNQUE!

Fascino bio

Fino a poco tempo fa, la moda ecologica faceva pensare solo a pantaloni per lo yoga in cotone bio e magliette in canapa senza forma. Oggi, sia i grandi stilisti come Versace, Diesel, Stella McCartney, sia alcuni stilisti di nicchia stanno creando linee di moda molto raffinate e nello stesso tempo rispettose dell’ambiente. Usano fibre naturali ecosostenibili come il bambù, o nuovissimi tessuti come il lyocell: una morbida fibra derivata dalla cellulosa di alberi provenienti da foreste rinnovabili e da carta riciclata.

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Uno spuntino in voloSoia,banana,germoglidibambùealtriortaggi... molti tessuti biologici ti fanno quasi venir voglia di mangiarli. E in effetti potresti sgranocchiare davvero il rivestimento dei sedili di alcuni aerei della Lufthansa! Lo sviluppo di questi straordinari tessuti cominciò quando il governo svizzero richiese che i residui tessili fossero trattati come rifiuti tossici, a causa della grande quantità di sostanze chimiche pericolose che contenevano.

Piuttosto di seguire il costoso procedimento per l’eliminazione dei rifiuti tossici o la strada meno etica di spostarsi in un altro paese dove le leggi per la protezione dell’ambiente e per la salute pubblica sono meno rigide, la compagnia Rohner Textil AG ha progettato un ecotessuto non tossico! Ha dovuto cambiare molte cose, dalle sorgenti delle materie prime ai procedimenti di fabbricazione, ma è riuscita a fare tutto così bene che l’acqua usataperlaproduzioneèpiùpulitaquando esce dalla fabbrica di quando entra! Sebbene questo ecotessuto non sia stato pensato per essere mangiato, è così sano che potresti farlo per davvero!

Salvare le penne… per un tessuto

Chimici a una sfilata di moda?! Eh sì, sono proprio loro i protagonisti della recente esplosione dei nuovi tessuti ecologici. Cercando alternative meno tossiche e rinnovabili alle fibre sintetiche e al cotone, stanno inventando tessuti partendo dalle cose più strane. Un gruppo di ricercatori del Nebraska, per esempio, ha elaborato una combinazione di sostanze chimiche ed enzimi per produrre una fibra che assomiglia alla lana usando le piume di pollo, e un tessuto del tutto simile al cotone usando la paglia del riso. Con i milioni di tonnellate di piume di pollo e di paglia del riso che le fattorie avicole e i coltivatori buttano ogni anno, queste nuove creazioni potrebbero essere... la gallina dalle uova d’oro!

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Oggi Le lontre marine mangiano i ricci di mare e altri invertebrati che si nutrono di kelp (un’alga), così le “foreste” di kelp crescono rigogliose.

COME LE LONTRE MARINE SONO COLLEGATE AI BASTONCINI DI PESCEChe cosa ha a che fare la moda dei tempi passati con il cibo che hai nel freezer? Scoprilo qui!

1700-1800 I ricconi amano indossare elaborati cappelli, grandi colletti e polsini di pelliccia.

1750-1900 La grande quantità di lontre marine della costa occidentale del Nordamerica attira i cacciatori di pellicce.

1750-1900 I cacciatori di pellicce fanno soldi a palate... ma la popolazione di lontre marine scende da 300 000 esemplari a 2000.

1911 Trattato internazionale contro lo sterminio delle lontre marine. Le pellicce passano di moda.

Lentamente, le lontre marine tornano in quelli che erano sempre stati i loro habitat: Canada, Stati Uniti e Russia.

Elin ti

spiega

Beh, questo sì

che è un bel mantello!

Benvenuti amici!

Vomitevole! Ignobile! Bentornate a casa!

Cappello di pelliccia finta

Grazie! Gnam!

Salve ragazzi!

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Le foreste di kelp sono il nido subacqueo per i pesci appena nati.

I pesci crescono e vengono mangiati dai predatori, come il nasello bianco. I pescatori catturano i naselli.

I naselli e altri tipi di pesce diventano i bastoncini croccanti che sono nel tuo freezer.

Una pesca intensiva di naselli e di altri pesci significa meno cibo per leoni marini e foche, che diminuiscono; le orche che una volta si nutrivano di questi animali cominciano a cibarsi di lontre.

Scarica le liste dei prodotti ittici sostenibili, cioè che si possono mangiare senza creare danni all’ambiente. Li trovi, per esempio, sul sito del WWF o di Slow Food…

… e scegli questi, per farti una buona scorpacciata di pesce! La loro cattura avviene senza danneggiare l’ecosistema dell’oceano, e questo migliorerà la vita di orche e lontre marine.

Invita pura a una cena a base di pesce una lontra marina... ma mi raccomando, non metterti un cappello di pelliccia!

Ma tu sai come aiutare i naselli e le lontre marine!

Tranquilla... è falsa!