Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi...

44
Queste frasi dell’inno pasquale mi tornano alla mente quando esco dalla penombra della chiesa sul sagrato il- luminato dal sole. Siamo entrati nella chiesa buia portando la luce di Cristo risorto nella notte del sabato Santo, siamo usciti dopo aver sentito l’annuncio pa- squale, per vivere da ri- sorti e per raccontare a tutti la gioia della Pa- squa. Al mattino di Pa- squa si rinnova questo annuncio come la cosa più grande e bella di tut- ta la nostra vita. Ora noi viviamo da risorti e guardiamo al paradiso come nostra meta. Esco sul sagrato illuminato dal sole e vedo questo luogo come il simbolo di una nuova evangelizza- zione. L’anno scorso, ab- biamo rinnovato il sagra- to pensando bene al suo significato nella storia del paese e al presente. Il sagrato un tempo era il cimitero del paese. Là sotto stanno i nostri antena- ti e il posto non era scelto a caso, pri- ma delle leggi napoleoniche. Era at- torno ad ogni chiesa perché fosse più chiara la realtà della comunione dei Santi, di quella intima unione affettiva e di fede con coloro che ci hanno pre- ceduti e che vivono nel Signore Risor- to in attesa del suo ritorno per la pie- na risurrezione. Così si univa un dia- logo con i propri defunti, con la preghiera e l’ascolto della parola di speranza del Vangelo e con l’Eucari- stia che fa di noi lo stesso corpo di Cristo risorto. Quanto si celebrava in chiesa era partecipato anche a coloro che aspettavano, attorno alla chiesa dopo aver concluso il loro cammino terreno, la piena manifestazione del Regno di Dio nella risurrezione dei corpi al ritorno del Signore. In questo, sagrato e chiesa erano una cosa sola. Ecco perché abbiamo riproposto, di- segnata con le antiche pietre, una grande croce centrale come ingresso alla chiesa e come crocevia che racco- glie da ogni direzione la comunità che attraverso il cammino della storia di fede dei propri cari che riposano lì giunge alla chiesa per rivivere il do- no di salvezza e di comu- nione che si rinnova nel- la preghiera, nell’ascolto del Vangelo e nei Sacra- menti. Poi quattro picco- le croci nei quattro riqua- dri, ci ricordano che in quel luogo riposano i “resurrecturi” (coloro che stanno per risorgere). Queste croci sono dise- gnate con le pietre che un tempo erano il pavimen- to interno della chiesa stessa e anche questo è significativo. Lo spazio rimanente è fatto con una pietra più chiara, moderna, non liscia e adatta a correre e giocare perché ora il sagrato è il luogo preferito del gioco dei bam- bini e dell’incontro per i genitori. Nei giorni e nelle sere d’estate, è bello ve- Aprile 2011 - n. 60 • Duilio Corgnali - Direttore Responsabile • Aut. Trib: Tolmezzo n.° 165 del 3.5.2006 • Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa (Ud) • Poste italiane - Sped. in a. p. D. L. 353/2003, (conv. in L. 27. 2. 2004, n. 46) art.1, comma 2 - DCB Udine Tassa pagata - Taxe perçue • E-mail: [email protected] • C. C. P. n° 14001333 intestato a “Parrocchia della B. V. del Rosario e S. Daniele Profeta” - Ampezzo GUARDANDO IL SAGRATO Buona Pasqua segue a pag. 2 Il sagrato di Ampezzo. “Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri...”

Transcript of Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi...

Page 1: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

Queste frasi dell’inno pasquale mitornano alla mente quando esco dallapenombra della chiesa sul sagrato il-luminato dal sole. Siamo entrati nellachiesa buia portando la luce di Cristorisorto nella notte del sabato Santo,siamo usciti dopo aversentito l’annuncio pa-squale, per vivere da ri-sorti e per raccontare atutti la gioia della Pa-squa. Al mattino di Pa-squa si rinnova questoannuncio come la cosapiù grande e bella di tut-ta la nostra vita. Ora noiviviamo da risorti eguardiamo al paradisocome nostra meta. Escosul sagrato illuminatodal sole e vedo questoluogo come il simbolo diuna nuova evangelizza-zione. L’anno scorso, ab-biamo rinnovato il sagra-to pensando bene al suo significatonella storia del paese e al presente. Ilsagrato un tempo era il cimitero delpaese. Là sotto stanno i nostri antena-ti e il posto non era scelto a caso, pri-ma delle leggi napoleoniche. Era at-torno ad ogni chiesa perché fosse piùchiara la realtà della comunione dei

Santi, di quella intima unione affettivae di fede con coloro che ci hanno pre-ceduti e che vivono nel Signore Risor-to in attesa del suo ritorno per la pie-na risurrezione. Così si univa un dia-logo con i propri defunti, con la

preghiera e l’ascolto della parola disperanza del Vangelo e con l’Eucari-stia che fa di noi lo stesso corpo diCristo risorto. Quanto si celebrava inchiesa era partecipato anche a coloroche aspettavano, attorno alla chiesadopo aver concluso il loro camminoterreno, la piena manifestazione del

Regno di Dio nella risurrezione deicorpi al ritorno del Signore. In questo,sagrato e chiesa erano una cosa sola.Ecco perché abbiamo riproposto, di-segnata con le antiche pietre, unagrande croce centrale come ingressoalla chiesa e come crocevia che racco-glie da ogni direzione la comunità cheattraverso il cammino della storia di

fede dei propri cari cheriposano lì giunge allachiesa per rivivere il do-no di salvezza e di comu-nione che si rinnova nel-la preghiera, nell’ascoltodel Vangelo e nei Sacra-menti. Poi quattro picco-le croci nei quattro riqua-dri, ci ricordano che inquel luogo riposano i“resurrecturi” (coloroche stanno per risorgere).Queste croci sono dise-gnate con le pietre che untempo erano il pavimen-to interno della chiesastessa e anche questo èsignificativo. Lo spazio

rimanente è fatto con una pietra piùchiara, moderna, non liscia e adatta acorrere e giocare perché ora il sagratoè il luogo preferito del gioco dei bam-bini e dell’incontro per i genitori. Neigiorni e nelle sere d’estate, è bello ve-

Aprile 2011 - n. 60 • Duilio Corgnali - Direttore Responsabile • Aut. Trib: Tolmezzo n.° 165 del 3.5.2006 • Stampa: Arti Grafiche Friulane / Imoco spa (Ud) • Poste italiane - Sped. in a. p. D. L. 353/2003, (conv.

in L. 27. 2. 2004, n. 46) art.1, comma 2 - DCB Udine Tassa pagata - Taxe perçue • E-mail: [email protected] • C. C. P. n° 14001333 intestato a “Parrocchia della B. V. del Rosario e S. Daniele Profeta” - Ampezzo

GGUUAARRDDAANNDDOO IILL SSAAGGRRAATTOO

BuonaPasqua

segue a pag. 2

Il sagrato di Ampezzo.

“Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti,dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri...”

Page 2: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

dere la corsa e il gioco dei bambiniche, sotto lo sguardo degli adulti inquello spazio protetto e ad un tempolibero, all’ombra del campanile e da-vanti alla chiesa, con lo sfondo dellapiazza, della strada e delle case, espri-mono la loro vitalità che ci fa ben spe-rare per il domani. Vederli lì mi dàgioia perché li sento in familiarità con

il cuore del paese. Poi, ogni tanto en-trano e vanno ad accendere una can-dela e a fare una preghiera davanti alSignore o alla Madonna. I genitorigiustamente insegnano anche questo.Il sagrato è anche il luogo d’incontrotra la chiesa e il mondo laico, tra il sa-cro e il profano, è uno spazio di tutti eper tutti, pur distinguendosi, per quan-

to ho appena detto, da una piazzaqualsiasi del paese. Per me è anche ilsimbolo di uno stile di evangelizza-zione che richiede il momento attuale.Come era la piazza di Atene, l’Areo-pago, per San Paolo. Un luogo di in-contro di confronto e di annuncio li-bero e proposto senza vincoli o costri-zioni. A volte, vedendo tante personeanche adulte sedere sulle gradinatedella chiesa e pensando al momentostorico che stiamo vivendo, spiritual-mente e materialmente, mi ricordo diquei versi di un recital composto tem-po fa, che dicono “Seduti sulle gradi-nate del tempio di Dio, stanchi di mil-le attese, speranze, solitudini…”. Co-sì, ora, uscendo dalla chiesa, nellaluminosità del sagrato che conduce al-le vie del paese e alle case, ci tengoche si renda visibile, con il nostro vol-to, la nostra anima, la nostra vita e conla nostra voce l’annuncio pasquale.Annuncio destinato a tutti, in pienagratuità e libertà, come il Signore loha donato a noi vogliamo per amoredonarlo agli altri. Quando passate peril sagrato, ricordatevi delle cose che viho descritto.

Buona Pasqua a tutti.Mons. Pietro

DALLA PRIMA DALLA PRIMA DALLA PRIMA DALLA PRIMA

2

“Non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto come aveva detto”. (Mt 28,5-6); sono pa-role udite. Inattese. Annuncio della Pasqua di risurrezione. Sigillo divino e messaggio che solcando i secoli ci rag-giunge, a conferma che Pasqua non è un mito né una storia del passato, ma è storia d’oggi. È Vangelo, cioè buona no-tizia per l a nostra esistenza. È annuncio di una condizione di vita nuova, che niente e nessuno può strapparci, né pec-cato, né sofferenza, né morte.Auguro a voi, carissimi fratelli e sorelle, vicini e lontani di cogliere la grandezza e l’attualità di questo annuncio disalvezza e di sentire che il Cristo risorto vi accompagna sempre e vi ha preparato un posto nel suo Regno. Per questonoi camminiamo tra le cose della terra con lo sguardo rivolto al cielo.

COME VIVERE OGGI LA PASQUAIl tempo di grazia che ci è dato vivere esige presbiteri e comunità evangeliz-zanti, capaci cioè di accompagnare il Vangelo fino al cuore stesso di una cul-tura. Presbiteri e comunità in ascolto continuo della Parola che il Padre ci haconsegnato nel Libro, ma anche di quella che quotidianamente pronuncianella Vita dei piccoli e degli impoveriti. Presbiteri e comunità che sanno ab-bracciare in un unico sguardo il Crocifisso e il mondo, che tornano a narra-re e a narrarsi Gesù, la sua morte e risurrezione come salvezza per il mondo,le sue parole come senso della vita e realizzazione piena dell’uomo. I tempiche corrono esigono chiese che sanno trasformarsi da luogo di riparo solidoper coloro che da sempre le frequentano, in tende leggere che offrono spe-ranza e salvezza ai troppi che da tanto o da sempre ne sono rimasti fuori.Questo richiede presbiteri e comunità cristiane in stato di esodo permanente,liberi dalla paura del nuovo, coraggiosi nello sperimentare, appassionati del-le strade. Del resto, Lui di sé non ha detto che è Strada?

INNOSfolgora il sole di Pasqua,

risuona il cielo di canti,

dagli abissi della terra

Cristo ascende vittorioso

assieme agli antichi padri.

Accanto al sepolcro vuoto

invano veglia il custode,

il Signore è risorto.

O Gesù, re immortale unisci

alla tua vittoria

tutti i rinati nel battesimo.

Page 3: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

3

Cronaca parrocchiale 2010CGENNAIOL’anno inizia con buoni auspici di

auguri e di festa; in chiesa si cominciacon il canto del “Veni Creator Spiri-tus” nella messa dell’aurora mentre siaggirano ancora gli ultimi superstitidella notte di capodanno. Il giorno do-po, per grazia di Dio anche questonuovo anno posso iniziarlo con il tra-dizionale pellegrinaggio invernale aMaria Luggau con gli sci. In quel San-tuario, così carico di ricordi dalla miainfanzia, affido al Signore e alla Ma-donna tutti i progetti, le prospettive, lesperanze del nuovo anno per me e perle mie comunità.

Con L’epifania iniziano le benedi-zioni delle famiglie, prima a Sauris epoi ad Ampezzo. Un momento impor-tante per l’incontro con tutti. Avevoscritto sul foglio settimanale: “Albumdi famiglia e l’ottavo sacramento” Dal18 al 25 gennaio si svolge la settima-na di preghiera per l’unità dei cristianie una raccolta di solidarietà per i ter-remotati di Haiti.Il 19 gennaio c’è laS. Messa nella cappella di Cima Cor-so in onore di S. Antonio Abate. Il 24gennaio ha luogo la 42ª assemblea an-nuale dei donatori di sangue di Am-pezzo. Una sezione attiva e con moltigiovani che coltivano nella disponibi-lità la tradizione del dono per chi neha bisogno.

Nelle domeniche pomeriggio, agruppi i bambini e i ragazzi vanno apattinare a Sappada concludendo conla cena a casa di mons. Pietro assiemeai genitori e amici. Nel tempo di car-nevale viene organizzata dai giovani lamascherata.

FEBBRAIOConcluse le benedizioni delle fami-

glie, prima della quaresima, il parrocosi ritira una settimana in baita Il 12febbraio tutti i bambini sono in ma-schera presso la scuola materna congiochi e merenda per tutti.

Il 17 febbraio, mercoledì delle cene-ri inizia la Quaresima con una discre-ta partecipazione della comunità. Il 17febbraio, Sua Ecc. Mons. Andrea Bru-no scrive una lettera quaresimale allaSanta Chiesa di Udine: “Laceratevi ilcuore e non le vesti!” un accorato ap-pello alla vera conversione. Sulla co-pertina appare un personaggio noto

con la sua croce di ritorno da Luggausui monti di Sauris.

Il 19 si svolge a Udine la veglia dipreghiera per i giovani mentre il gior-no seguente, nella sala dell’asilo c’èuna serata dedicata alla missione inBolivia. Il 22 febbraio iniziano gli in-contri settimanali con don StefanoRomanello sulle lettere di San Paolo.Un appuntamento quaresimale di for-mazione al quale partecipano personeda tutta la forania. Si riunisce in que-sto periodo il gruppo Caritas per leiniziative di solidarietà mentre i sacer-doti in congrega cominciano a prepa-rare la visita pastorale di sua Ecc.Mons. Andrea Bruno Mazzoccato. Ilgiorno 27 febbraio,nella sala dell’asi-lo, su iniziativa del gruppo ANA diAmpezzo viene presentato il libro “Epartiremo ancor con la tristezza incuor” di Giovanni Cattapan. Animanola serata il coro “Sot la Nape” di VillaSantina e il coro “Sorgenti del Piave”di Sappada.

MARZOIn questo tempo di quaresima, ogni

anno viene riproposto l’appuntamentoper la riconciliazione sacramentale epuntualmente, ogni anno devo chie-dermi: “Perché non ci si confessapiù?”. Quest’anno ho detto alcune co-se ma voglio riproporre quanto vi ave-vo detto l’anno scorso in modo più ar-ticolato: PERCHÉ NON CI SI CON-FESSA PIÙ?

Gesù aveva detto ai suoi: “Andatein tutto il mondo e predicate il Vange-lo ad ogni creatura, a chi rimetterete ipeccati saranno rimessi a chi non li ri-metterete resteranno non rimessi”. Daallora, in diversi modi la Chiesa portala gioia del perdono e della rinascitanell’amore del Signore risorto. Oggi,sembra non ci sia più bisogno dellagrazia della riconciliazione! Perché?Non c’è qui lo spazio per parlare del-la storia e del modo in cui attualmen-te la chiesa vive il sacramento dellariconciliazione, anche se ha la suaimportanza, ma parlo della sostanza,pur senza esaurire l’argomento cosìvasto e complesso. Io vedo tre causeprincipali:

1) Si è affievolito il senso del pecca-to, come allontanamento da Dio e ma-le fatto a noi stessi, e al prossimo. Nonci si confronta più con i comandamen-ti e soprattutto con il comandamentodell’amore. Non si fa seriamente, conil Vangelo in mano l’esame di co-scienza accostando la nostra vita al-l’insegnamento del Signore. Da que-sto scaturisce il pentimento e il desi-derio di cambiare, di tornare a Lui conil cuore. Questi sentimenti non posso-no nascere senza una riflessione seria.

2) Si è affievolita la fede nel mes-saggio di salvezza del Vangelo. Quel-la fede che ci dice che siamo salvati egiustificati gratuitamente e per amoreda quel Gesù che ha preso su di sé tut-to il male del mondo “inchiodandoloin sé stesso sulla croce” e aprendo conil dono di Grazia, scaturito dalla risur-rezione, la porta del Paradiso, del suoregno promesso e donato.

3) Si è affievolito il senso ecclesia-le. Spesso, anche dove c’è la fede,siamo convinti di regolare personal-mente i nostri rapporti con il Signore

Salendo verso il passo Sesis.

F A T T I E R I F L E S S I O N I D A L F O G L I O S E T T I M A N A L E

Page 4: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

senza la mediazione della Chiesa,ignorando quel mandato consegnatoda Gesù agli apostoli e continuato dailoro successori. Così, succede che iconfessori, nelle nostre chiese, inquesto tempo di quaresima, prendonofreddo nel corpo e nell’anima aspet-tando invano dei penitenti, pensandoallora che forse la strada migliore perritrovare questo Sacramento è pro-prio quella di diventare, loro stessi,più santi.

Mons. Pietro

Il 14 Marzo, nel duomo di Ampez-zo c’è una manifestazione importan-te con la rappresentazione della ViaCrucis di Liszt con la partecipazionedei coro Zahre, Tita Copetti, il SanteSabide, il coro Val Pesarina e il cor-po bandistico G. Rossini. Il presbite-rio della chiesa, attrezzato a gradoniper l’occasione offre uno scenariobellissimo per una serata di arte e dipreghiera.

Nella settimana di Passione, primadella settimana Santa si ricorda il“Vexilla Regis”

Vexílla Regis pródeunt,fulget crucis mystérium,quo carne carnis cónditorsuspénsus est patíbulo…O crux, ave, spes única!Hoc passiónis témporeáuge piis iustítiamreísque dona véniam.Te, summa, Deus, Trínitas,colláudet omnis spíritus;quos per crucis mystériumsalvas, rege per saécula.

Un giorno una persona mi chiese:”Perché non cantano più il Vexilla Re-gis?”. Un inno che per lei aveva se-gnato la Domenica di Passione e il Ve-nerdì Santo. Senza quel canto manca-va un qualche cosa di significativo chetoccava l’anima e io ho promesso chelo avrei pubblicato. Così questa setti-mana vi riporto l’inizio e la conclusio-ne dell’inno in latino e la completatraduzione in italiano. È una poesia difede nata dalla contemplazione delmistero della Croce. Noi tutti abbiamoun ricordo, una preghiera un motivomusicale che in modo speciale rievocauna esperienza profonda di fede. LaChiesa sapientemente ha saputo scan-

dire i tempi liturgici con ritornelli edinni, che sono entrati profondamentenell’animo dei credenti. In questotempo che ci avvicina alla settimanaSanta soffermiamoci a pensare allo“Stabat Mater, al “Parce Domine...” al“Miserere” per giungere poi al vero“Exultet...” al Victime Pascalis”, adun’“Alleluia” che sgorga dal cuore.Con o senza latino è importante aiuta-re anche le nuove generazioni ad ave-re dei riferimenti significativi per lafede personale ed ecclesiale, nella mu-sica e nei testi. Se non diamo questaricchezza, quale ricordo vero potràriemergere un domani per esprimerestoria di fede, di emozioni, di sensodella vita che scaturiscono dagli avve-nimenti di Cristo e del suo Vangelo esono espressi,annunciati e celebratidalla Chiesa? Ci dice il Signore “Ogniscriba, divenuto discepolo del Regno,trae dal suo tesoro cose nuove e coseantiche” (Nova et vetera) Così voglia-mo fare anche noi.

Mons. Pietro

Il 24 marzo il C.P.A.E. approva ilrendiconto dell’anno precedente eprogramma i lavori per l’anno in cor-so. Il più urgente è rinnovare il sagra-to e nel duomo, rinnovare l’impiantodi amplificazione e perfezionare l’il-luminazione.

APRILEI primi giorni di Aprile viviamo il

centro di tutto l’anno liturgico nel tri-duo Pasquale. La Lavanda dei piedi e ilricordo dell’istituzione dell’Eucaristiasono vissuti nella sera del Giovedì San-to; il venerdì alle 15 c’è l’adorazionedella Croce con la lettura della passio-ne, alla sera la Via Crucis e la proces-sione per le vie del paese. Un tempoquesto momento ad Ampezzo era mol-to più partecipato. Il Sabato la grandeveglia pasquale, il momento più bello epiù grande di tutto l’anno. Risuona l’al-leluia pasquale! Amore e scritture in-troducono alla fede pasquale, allora co-me oggi! Dall’omelia pasquale…”.Questo è il grande annuncio e insegna-mento della Pasqua. Ogni vero disce-polo ama, vede dei segni, ascolta leScritture e crede. Origene aveva indivi-duato quattro incorporazioni del Verbodi Dio: in Gesù di Nazareth, nella scrit-tura, nell’Eucaristia e nella Chiesa.Scomparso il corpo di Gesù di Nazaret,il corpo della Scrittura interviene perprimo a conferirgli il suo contenuto in-telligibile e simbolico per la fede; maquesto avviene solo nell’amore. Perquesto è Giovanni, il discepolo che Ge-sù amava a fare per primo realmentel’esperienza della verità della Pasqua.

È la fede nella Parola del Signore enel suo amore che consente di iniziaree continuare a credere la risurrezione in

4

VEXILLA REGIS

Ecco il vessillo del R, risplende il mistero della Crocepatibolo della carne del Salvatore.

Straziata fin nelle viscere, inchiodata mani e piedi,la grazia della redenzione immolata si offre per noi.

Un colpo di lancia crudele trafigge il santo petto; il sangue e l’acquasgorgano per lavare i nostri peccati. S’adempie ciò che Davide,

predisse un giorno ai popoli: «Iddio regnò dall'albero».Albero ornato e fulgido, cui sangue regio imporpora, scelto da cepponobile per sostenere le sante membra. I tuoi rami soppesano il prezzoaltissimo del mondo: il corpo che a te fu appeso riscattò la preda agliinferi! Da te si effondono profumi, più dolci del nettare; sei generoso

di frutti e applaudi al vincitore.Salve altare della Vittima, gloria della passione di Colui che

offrendosi alla morte restituì la vita agli uomini.O Croce, unica speranza, salve! In virtù della tua passione moltiplica

le grazie a chi ti supplica e cancella i crimini dei peccatori.O Trinità, unico Dio, ti adorino i tuoi credenti unanimi; li hai redenti

con il mistero della Croce, salvali per l’eternità.

Page 5: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

mezzo agli innumerevoli segni di mor-te che attraversano la nostra vita e il no-stro mondo. Credo che vivere la fedecome fede di essere amati dal Signore,come fede nel suo amore per noi, è al-la base della fede nella nostra risurre-zione: il suo amore per noi non terminacon la nostra morte. Dietro al discepo-lo amato vi è infatti ogni discepolo diGesù nella storia chiamato a entrarenella fede del Dio che lo ama. L’atto dientrare nel sepolcro da parte di Pietro epoi del discepolo amato ha un valoresimbolico: Noi entriamo nella nostravita, in numerosi luoghi di morte (lutti,separazioni, abbandoni, fine di relazio-ni e di amicizie, incomunicabilità) e la-sciamo anche entrare la morte dentro dinoi, divenendo noi luoghi di morte pergli altri (chiusura egoistica, arroganza,abuso, violenza, manipolazione, indif-ferenza). La fede nella risurrezione,che è al cuore della fede cristiana, noncoincide con una semplice fiducia nel-la vita, ma crede la vita che nasce dallamorte grazie alla forza dell’amore diCristo. Essa consente di entrare nellesituazioni di morte guardando oltre lamorte e vivendo la risurrezione, ovveroamando o cercando di amare come Cri-sto ci ha amato e, soprattutto, credendoal suo amore per noi.”…

Parte un nuovo impegno nella co-munità nel tempo pasquale: il rinnovodel Consiglio pastorale parrocchiale.In ogni famiglia viene consegnata unascheda contenete la spiegazione delruolo del consiglio pastorale e la pro-posta per esprimere la propria disponi-bilità a collaborare in questo servizioalla comunità.

5

Sacerdoti in congrega nel cortile della canonica di Ampezzo.

PROPOSTE PER IL RINNOVO DEI CONSIGLI PASTORALI DI AMPEZZO E SAURIS

Iniziamo in questo tempo di Pasqua a preparare il rinnovo del Consiglio Pastorale Parroc-chiale. Ricordiamo che il Consiglio parrocchiale pastorale è composto da un gruppo di per-sone che affiancano il parroco nel decidere, scegliere e sostenere tutte le attività di forma-zione, di catechesi, di carità e di preghiera, che fanno parte della vita di una comunità cri-stiana. Negli ultimi anni, nello spirito del Concilio Vat. II e del sinodo Udinese V, non si parlasolo di collaborazione ma anche di corresponsabilità nella vita della Chiesa.Dopo sette anni è bene proporre un rinnovamento. Tutti siamo parte della Chiesa, popolo diDio in cammino, tutti siamo protagonisti nella testimonianza cristiana secondo i doni ricevutidal Signore e c’è l’esigenza di persone che assieme guardino alle varie realtà del nostro pae-se proponendo itinerari di testimonianza evangelica che rispondano alle attese e alle situa-zioni della nostra gente. Ciascuno può sentirsi portato per collaborare in uno dei vari ambiti ecompiti della Pastorale: nella Catechesi, nella Carità, nella Liturgia, nella pastorale dei giova-ni, della Famiglia, nelle missioni. Basta la buona volontà di camminare assieme agli altri, co-me cristiani, vedere quello che vorremmo per la nostra comunità cristiana e attivarsi, sempreinsieme, facendo del bene nella direzione scelta. In modo particolare auspichiamo una rinno-vata disponibilità anche tra i giovani. Procederemo in tre fasi:1) Distribuzione in ogni famiglia delle schede che contengono una breve spiegazione e ilmodulo per una eventuale disponibilità a collaborare con il nuovo consiglio pastorale (que-sta settimana).2) Raccolte le adesioni, (entro il 25 aprile) si valuterà come procedere alla composizionedel Consiglio Pastorale: a) per elezione b) per nomina; a seconda del numero delle adesioni(entro il 2 maggio).3) Con il nuovo Consiglio si lavorerà subito per un programma pastorale che partirà conl’autunno prossimo, anche in vista della visita pastorale dell’Arcivescovo che avrà luogonella nostra forania dal 10 al 12 settembre. Normalmente la durata di un consiglio pastorale è consigliata per cinque anni.Domenica 25 aprile, festa di San Marco si svolge anche la festa dei chierichetti a Udine.Con l’ultima domenica di aprile, inizia la spedizione del foglio settimanale via e.mail a quan-ti forniscono un indirizzo di posta elettronica e desiderano ricevere il nostro foglio settima-nale. Si inizia con 52 indirizzi. Chi vuole aggiungersi deve solo comunicare il proprio indi-rizzo di posta elettronica a [email protected]. Anche il bollettino parrocchiale verrà in-viato in formato pdf a tutti gli indirizzi che ricevono il foglio settimanale.COLLABORAZIONE IN PARROCCHIA E CONSIGLIO PASTORALE: OGGI, DOMENICA 25APRILE ULTIMO GIORNO PER LA CONSEGNA DELLE SCHEDE DI ADESIONE. IN CHIESA OIN CANONICA.Ancora un invito a tutte le persone di buona volontà a proporsi per una collaborazione attivanella comunità cristiana. Sono state distribuite in ogni famiglia le schede per esprimere la pro-pria disponibilità a collaborare nei vari ambiti pastorali. Se qualcuno avesse bisogno dellascheda, può trovarla nella chiesa, vicino al cestello per la raccolta delle adesioni. Domenica25 aprile concludiamo questa fase di raccolta delle adesioni.

Page 6: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

MAGGIOCon l’attesa delle risposte per la rin-

novata collaborazione in parrocchiainizia il mese di maggio,mese dedica-to alla Madonna, mese di fioritura.

MESE DI MAGGIOVedo dalla finestra del mio studio il

pero carico di fiori bianchi. Questemiti e belle giornate hanno fattoesplodere la primavera. È un alberovecchio, carico di muschio, ma orasembra l’esplosione della vita. Secambia il tempo o viene pioggia, fred-do e vento, so che ben pochi fiori di-venteranno frutto, ma se rimane unpo’ protetto e le api fanno il loro lavo-ro lo vedremo carico di frutti quest’e-state, come l’ho visto già tante volte.

Lo guardo e penso alla mia parroc-chia, carica di storia, con i segni deltempo che come il muschio sull’albe-ro, dicono la lotta delle stagioni e diquesta epoca, ma, alla luce della Pa-squa so che sempre avviene un’esplo-sione di vita, una nuova fioritura, senoi lo vogliamo e crediamo in questoimmenso mistero di vita. Penso allafioritura come nuova disponibilità ditante persone che accettano di cammi-nare assieme alla luce del Vangelo perdire con fatti e parole che il Signore èrisorto e noi viviamo in Lui nell’amo-re e dico al Signore: manda giornatemiti per ogni anima, manda le condi-zioni giuste perché ogni albero, ognifiore, ogni persona esprima il suo do-no; manda il calore dello Spirito San-to che come il sole rinvigorisca e illu-mini e donaci la capacità di dialogoper incontrarci. Il dialogo è come il la-voro delle api nei fiori perché tutti ab-biamo bisogno dell’altro per esprime-re noi stessi. Questo mese di maggioci parla della primavera e di Maria; èlei che ci è maestra nell’ascolto, neldialogo, nell’accoglienza e nel dono.Concludo con una preghiera di MadreTeresa:“Maria, madre di Gesù,dammi il tuo cuore,così bello, così puro, così immacolato,così pieno d’amore e umiltà:rendimi capace di ricevere Gesùnel pane della vita,amarlo come lo amasti e servirlosotto le povere spogliedel più povero tra i poveri.Amen”

Mons. Pietro Piller

Ed ecco il risultato dopo le spogliodelle schede per il rinnovo del Consi-glio Pastorale: Collaborazione inParrocchia e Consiglio Pastorale.

Abbiamo iniziato per la Parrocchiadi Ampezzo questa settimana lo spo-glio delle schede sulla collaborazionein Parrocchia e disponibilità per ilnuovo consiglio pastorale. Sono stateraccolte 28 schede così suddivise:Gruppo liturgico 5 adesioni. Cateche-si 6 adesioni, Caritas, 9 adesioni, Mis-sioni 7 adesioni, Gruppo per la pasto-rale familiare 1 adesione, per la pasto-rale giovanile 2 adesioni e per ilgruppo gestione chiese 11 adesioni.Diverse persone hanno riferito chenon consegnano la scheda ma dannola loro disponibilità.

Sappiamo che possiamo contare sumolte persone e in questo vive ancoraquella bella solidarietà di paese perogni iniziativa di bene, materiale e spi-rituale. Questa disponibilità costitui-sce la sostanza della vita nella comu-nità cristiana e civile, l’anima di unpaese.

Tuttavia oggi c’è un’esigenza,un’urgenza che si è affacciata in mo-do prepotente di fronte all’evolversidella società. È l’urgenza della dispo-nibilità al dialogo per esaminare as-sieme dove siamo, dove vogliamo an-dare, che cosa ci sta a cuore, che co-sa vogliamo ricercare, verso quale

meta vogliamo camminare e qualistrade nuove e vecchie possiamo per-correre. Questo compito di scrutare itempi e di cercare risposte concrete,mettendosi in gioco, in spirito diascolto del Vangelo e dell’uomo, è lospecifico di un Consiglio PastoraleParrocchiale. I settori dove siamomaggiormente costretti alla riflessio-ne e al confronto sono il mondo gio-vanile con il suo domani e la realtàdelle famiglie con tutte le situazioninuove. Come illuminare con il Van-gelo questi ambiti? Proprio in questisettori la risposta alla disponibilità eall’impegno è stata minima. Rinno-verò allora l’invito nell’incontro per-sonale perché non possiamo fare ameno di affrontare questi temi nellanostra pastorale. Il nostro stile vorràsempre seguire la schiettezza e lasemplicità nella libertà e nel rispettodi tutti, animati dal desiderio di por-tare la luce della Pasqua in ogni si-tuazione.

In parrocchia e in forania vengonoproposte le date per i campeggi e l’i-niziativa del gruppo di volontariatoche andrà in Bolivia il prossimo me-se di ottobre. In ogni chiesetta si re-cita il Santo Rosario ritrovandosiuna volta alla settimana in un cortileo una piazzetta del paese per la reci-ta del Rosario. Il 16 maggio pressola scula materna di Ampezzo si svol-

6

Martina, Giorgia, Annalita e Anastasia il giorno della prima comunione.

Page 7: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

GIUGNONella solennità del Corpus Domini

anche a Sauris sette bambini ricevonola prima comunione.

Per tre giorni i sacerdoti si ritrovanoa Lignano con l’arcivescovo per l’in-contro annuale. Iniziano ad Ampezo ilavori per il rifacimento del sagrato. Siaccede alla chiesa solo per la porta la-terale. Il lavoro, progettato dall’archi-tetto E. Dal Santo viene eseguito dalladitta “L’Unione” di Enemonzo ed èparzialmente finanziato da un contri-buto regionale.

L’11 giugno si conclude l’anno sa-cerdotale.

Il 18 giugno si svolge l’assemblea difine anno con i genitori dei bambinidell’asilo.

E il 25 giugno presiede la celebra-zione eucaristica ad Ampezzo donSergio de Cecco che è stato ordinatosacerdote proprio ad Ampezzo 25anni fa.

25° DI DON SERGIO DE CECCO

Carissimi amici di Ampezzo, è congrande gioia che accolgo l’invito didon Pietro e di tutti voi a festeggiareinsieme i miei 25 anni di sacerdozio. Esì, sembra ieri, tanto è vivo il ricordo,ma sono già passati 25 anni da quellasera del 23 giugno 1985 in cui, nellanostra bella chiesa di Ampezzo, sonodiventato sacerdote per l’imposizionedelle mani di mons. Battisti, circonda-to da tanti altri sacerdoti ed da tantiamici. Era festa per me, ma – si senti-va – era la festa di tutti.

In questi anni una frase del Vangelomi ha sempre accompagnato: “stradafacendo annunciate che il regno di Dioè vicino. Gratuitamente avete ricevuto,gratuitamente date”. Di strade in effettine ho percorse tante in questi anni e in-contrato persone le più diverse, tuttimomenti ed incontri importanti, che mihanno arricchito come uomo e sacerdo-te. Ma, per quanta strada uno faccia, iprimi passi sono sempre quelli più im-

7

IL 30 MAGGIO NELLA PIEVE DI CASTOIASI CONCLUDE L’ANNO PASTORALECHIUSURA ANNO PASTORALE

NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLOSPIRITO SANTO, così iniziamo con fede la nostra giorna-ta, la nostra preghiera,ogni nostro lavoro perché in questomodo diciamo al Signore ”ogni cosa abbia in Te il suo inizioe in Te il suo compimento”. Domenica 30, come program-mato all’inizio dell’anno catechistico, i sacerdoti, gli opera-tori pastorali e quanti potranno essere presenti concludono ilcammino pastorale dell’anno 2009-2010 nella pieve di Ca-stoia. Si ricorda anche la Solennità della Santissima Trinità,mistero di amore e di comunione. Il cristiano è chiamato ariconoscersi nell’immagine di Dio che Gesù ha comunicato,e costruire se stesso e le comunità in cui vive secondo questa immagine fondata su una circolazione d’amore. La di-mensione trinitaria della sua fede lo impegna ad una esistenza caratterizzata da comunione, comunicazione, dialogo.In questo momento di incontro, di racconto e di preghiera ricorderemo anche i tratti salienti della nostra pastorale conle situazioni del nostro tempo e riflettendo su quanto abbiamo vissuto e sulle prospettive future della testimonianza edell’annuncio del Vangelo con fatti e con parole in questi nostri paesi. I rappresentanti dei vari ambiti racconteranno in sintesi quanto è stato fatto, i doni di Dio e le nostre attese e difficoltà.È significativo che le nostre comunità camminino assieme pur nella loro diversità, sentendosi una sola chiesa in cam-mino. La pastorale di comunione ci porta a tenerci per mano per conoscerci meglio e sostenerci mettendo in comunei vari doni. La diversità nella Chiesa non è fonte di divisione ma di ricchezza. Questo incontro ci porta a focalizzareciò che è essenziale nel cristiano: La fede nel Signore risorto, la speranza e attesa del compimento del suo Regno e lacarità (l’amore vero) come stile di vita. Volgeremo lo sguardo anche al futuro, in sintonia con la chiesa italiana parlando della scelta dei nostri vescovi, met-tendo al centro l’urgenza educativa nei confronti delle nuove generazioni. Ci dicono i vescovi: “Servono luoghi cre-dibili come la famiglia, la scuola, la Parrocchia. Resta decisiva la qualità della nostra testimonianza”.

Mons. Pietro

Le chiese della forania.

ge la “festa della famiglia” con la re-cita dei bambini; appuntamento sem-pre molto apprezzato da genitori enonni. Il mese di maggio si concludecon la gita pellegrinaggio a Barbana.Durante il mese di maggio vieneproposta la raccolta di indumenti e laraccolta del ferro per la Caritas.Molti collaborano attivamente inqueste iniziative. Prima dell’Ascen-sione ci sono le Rogazioni. Non si fapiù la processione ma vengono cele-brate le Sante Messe nella cappelladel cimitero, nella cappella degli al-pini sopra il villaggio, e in duomo.La preghiera di benedizione al paesee l’aspersione con l’acqua benedettaconcludono le nostre invocazioniperché il Signore doni un anno di se-renità e di frutti di opere buone. Inquesto periodo si incontrano le per-sone che si sono rese disponibili neivari ambinti della pastorale. Il 23maggio ci sono le Prime Comunioniad Ampezzo.

Page 8: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

portanti, quelli che ti segnano in modoindelebile, e questi primi passi li abbia-mo fatti insieme, da ragazzo, da giova-ne, da prete. È per questo che sento tan-ta gratitudine nei vostri confronti e perquesto vorrei che ci trovassimo a far fe-sta insieme con tanta gioia. Quando so-no diventato sacerdote don ErmannoNigris mi ha inviato una poesia dellesue, dal titolo “PREDIS DI DIMPEÇ”,mi piace ricordarne la conclusione:

Vestu? Un moment in ta la glesiagrandaIostu? Lis ciandelis dutis cumòimpiadisSintistu? Il to “es sacerdos” al cor sul organo.Avonda. Al ven il Signor: al si cjapa par man:da Dimpeç a si vierc il mont.Mandi. Nin. Cun Lui. Bon viaç

Così ho cercato di fare da Dimpeçviers il mont, cercando di dire a tuttiche il Signore ci è vicino e camminacon noi. Dal profondo del cuore ungrazie a Dio ed a voi tutti.

Mandi

Sabato 26 giugno iniziano i festeg-giamenti della sagra di San Pietro. Co-me ogni anno è stata preparata, da ungruppo di volontari, la pesca di benefi-cenza a sostegno della scuola materna.

Con venerdì 25 giugno la scuolaMaterna chiude per ferie. Non si puòtralasciare i più affettuosi e sinceri rin-graziamenti che nascono dal cuoregrato di tutta la comunità e arrivanoalle nostre suore, alla maestra e allacuoca per il loro instancabile e prezio-so operato.

Il 27 giugno inizia il primo turno delcampeggio per i bambini a Sappada.

LUGLIO60º DI MONS. MARINO PAIANIIl 9 luglio ricorre il sessantesimo an-

niversario dell’ordinazione sacerdota-le di don Marino Paiani. Il suo mini-stero sacerdotale è stato interamentededicato alla parrocchia di Enemonzoe in seguito anche quella di Preone.Una vita intera dedicata ad una comu-nità di cui certamente ha condiviso econosce la storia di più generazioni,dagli anni cinquanta ad oggi. Rappre-senta veramente quel modello di pasto-re che dedica tutta la sua vita ad unacomunità. Era questo il modello pasto-

8

Don Sergio.

Inaugurazione della ferratadedicata a Simone Piller Hoffer

Domenica 27 giugno, alle ore 9,30 presso il Passo dell’Arco a Sappa-

da verrà celebrata una S. Messa e inaugurata la via ferrata Simone, che

risale il Creton dell’Arco congiungendosi al Creton di Culzei. Una nuo-

va via attrezzata per ravvivare i nostri affetti, i ricordi e per guardare an-

cor meglio al cielo.

S. Messa in Ciamp Saveitcon gli alpini.

Page 9: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

rale dei suoi tempi quando normal-mente un parroco si dedicava a quellasua comunità fino a quando il Signoregli donava le forze. Oggi, le nuove esi-genze hanno portato ad una maggioremobilità anche nei parroci. Ma mons.Marino rimane per noi un esempio didedizione totale, per una vita, allastessa comunità. Per questo, nel giornodel suo anniversario, venerdì 9 luglio,con la presenza di Sua Ecc. Mons. Pie-

tro Brollo, dei sacerdoti della forania,di altri sacerdoti e di tanti amici so-prattutto dalla nostra vallata, monsMarino celebrerà solennemente nelduomo di Enemonzo, alle ore 20,30 ilsuo sessantesimo anniversario di ordi-nazione sacerdotale. Mons. PietroBrollo che è stato suo vicario foraneo esuo vescovo terrà l’omelia per l’occa-sione; il Coro Foraniale animerà laSanta Messa. Anche il Sindaco di Ene-

monzo, un rappresentante del Consi-glio pastorale e un sacerdote della fo-rania, rivolgeranno il loro augurio edesprimeranno la riconoscenza dellacomunità e di tutta la vallata a mons.Marino. Nella comunità di Preoneverrà celebrata una S. Messa domeni-ca 11 luglio alle ore 9,30. Tutti coloroche ne hanno la possibilità, sono invi-tati a partecipare a questo momento dipreghiera e di festa.

FESTA DI S. GIACOMO: Le co-munità di Oltris e di Priuso insieme aquella di Forni di Sopra, si preparanoa celebrare la festa del loro santo Pa-trono nei prossimi sabato e domenica24-25 luglio.Giacomo, il Maggiore fu uno dei pri-mi chiamati a seguire Gesù col fratel-lo Giovanni e divenuto uno dei 12apostoli a dare per primo la vita colmartirio.I cristiani delle nostre parrocchie s’in-contreranno nella Messa festiva peronorare il Santo apostolo e chiederglile grazie necessarie per una vita piùforte e fervente.A Oltris il comitato locale organizzerài festeggiamenti del paese.

Un breve commento a conclusionedel campeggio di Sappada. Peccatonon ci fossero state telecamere a im-mortalare le scene di lacrime che mol-ti dei partecipanti al campeggio al“Ochsen Hütte” non son riusciti atrattenere a causa del momento, trop-po presto sopraggiunto, di tornare acasa. Tanto infatti è stato l’entusiasmoe il desiderio quotidianamente soddi-sfatto di esperienze forti di condivisio-ne, amicizia, avventura, lavori digruppo, camminate ecc… che ha con-

9

Mons. Marino Paiani. 60º di Don Marino - 9 luglio 2010.

PRIMA LETTERA PASTORALE:“ASCOLTA FIGLIO LE MIE PAROLE”“PER ESSERE UNA CHIESA GUIDATA DALLA PAROLA DI DIO”

Saper ascoltare: una virtù sempre meno diffusa nella società della comu-nicazione dove invece tutti cercano di imporre il proprio punto di vista. E fi-guriamoci se la voce da ascoltare è quella dello Spirito Santo che parla at-traverso la Sacra Scrittura... Parte proprio da questa constatazione il primopasso del magistero di mons. Andrea Bruno Mazzocato alla guida della no-stra Chiesa Udinese. Domenica 11 luglio, alle 20.30 in Cattedrale a Udinenel corso dei primi Vespri della festa dei Santi Patroni Ermacora e Fortuna-to,consegnerà a tutti i fedeli friulani (clero, consacrati e laici) la sua primalettera pastorale intitolata «Ascolta figlio le mie parole. Per essere una Chie-sa guidata dalla Parola di Dio». Si tratta della presentazione del tema e del-le linee d’azione del prossimo anno liturgico 2010/11. Il primo interamente«impostato» da mons. Mazzocato. Indicazioni preziose per i 124 operatoriforaniali che riceveranno o rinnoveranno il mandato di referente pastorale. Eanche per quanti hanno a cuore l’annuncio del Vangelo oppure anche solo,magari da non credenti, il futuro del Friuli...

Page 10: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

traddistinto la vita sia dei ragazzi, co-me degli animatori e delle cuochequanto l’arricchimento spirituale eumano che insieme ognuno ha saputoinfondere a tutti e ricevere da tutti asua volta. Mentre altrove si prediligel’aspetto ludico e si torna a casa stan-chi “e basta”, quando vi si associanoanche quello umano e spirituale (nonsono mai mancate serate attorno alfuoco e S. Messe) è normale che tuttoacquisti un altro sapore e colore nonspiegabili a parole.

Il 27 luglio viene fatto il giro di be-nedizioni nelle malghe del bacino diSauris. Un appuntamento atteso datutti coloro che lavorano nei nostri al-peggi.

AGOSTOIl mese delle feste e delle ferie vede

tanti appuntamenti religiosi, culturalie di sagre. Ogni fine settimana traSauris, Ampezzo, Socchieve e frazio-ni, in un paese o l’altro ci sono feste.I nostri paesi si popolano di personeche rientrano per le ferie estive e divilleggianti. La solennità dell’Assun-ta aiuta tutti ad avere un pensiero diparadiso nello svago delle ferie. Il 16agosto c’è la festa di San Rocco a Vol-tois. Nel frattempo continuano gli in-contri in preparazione per il mese divolontariato in Bolivia. Il 21 agosto sisvolge il pellegrinaggio dei tre popo-li, friulani, carinziani e sloveni a Ma-ria Worth in Austria. Il 22 Agosto inCaprizi c’è la festa alpina organizzatadagli alpini di Ampezzo, Socchieve eSauris. Festa dedicata alla Madonnadella Pace e all’incontro delle personeoriunde dei casolari di Caprizi. Alla

fine di agosto ci si incontra per la pro-grammazione parrocchiale e foranialee per il calendario della visita forania-le.

Il 28 settembre da sua Ecc. Mons.Pietro Brollo, viene inaugurata la rin-novata casera Colmjer.

Programmazioneper l’anno pastoraleAnche quest’anno, prima di iniziare

l’anno pastorale, tutti i catechisti, icomponenti dei Consigli pastorali, glioperatori pastorali, sono invitati adincontrarsi per programmare assiemeun itinerario di formazione, un cam-mino di fede, a livello foraniale, in-terparrocchiale e parrocchiale. Il te-ma dell’anno, proposto dalla nostraDiocesi è incentrato sull’ascolto del-la Parola di Dio; un tema a noi caroe davvero centrale per la fede e l’e-

vangelizzazione. Gli incontri sonoprevisti per sabato 28 e domenica 29agosto, dalle ore 14,30 alle 17,00presso la saletta dell’asilo di Ampez-zo. Chi ha la possibilità di partecipa-re per dare il suo contributo di idee eproposte per il nuovo anno pastoraleè vivamente invitato ad essere presen-te, almeno ad uno dei due incontriproposti.

SETTEMBRESettembre inizia con tante novità at-

tese ma anche impegnative per tutti.Suor Luciana lascia Ampezzo per

andare a Cavazzo e arriva Suor An-namaria Borsato come nuova supe-riora delle suore di Ampezzo.

Dopo nove anni di servizio nella no-stra Scuola Materna e come superioradella piccola comunità religiosa, pre-zioso segno di testimonianza del Re-gno di Dio nella comunità di Ampez-zo, suor Luciana, secondo le regoledei religiosi, ora ci lascia. A lei espri-miamo tutta la nostra gratitudine per ildono della sua presenza energica eschietta, per tutto il bene che ha fattoai nostri bambini e alle loro famiglie eauguriamo di poter continuare, nellacomunità dove andrà, a testimoniare ildono di sé nel nome del Signore. Gra-zie suor Luciana.

Accogliamo con riconoscenza suorAnnamaria e le auguriamo di sentirsiveramente in famiglia, nel camminareassieme testimoniando il Vangelo, se-condo le mansioni e i doni che il Si-gnore ci ha dato.

10

In malga San Giacomo.

Mons. Pietro e Suor Lucia con i bambini di Ampezzo.

Page 11: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

Benvenuta suor Annamaria.TRASFERIMENTI ALLASCUOLA DELL’ INFANZIAQuando i superiori mi hanno propo-

sto di venire ad Ampezzo, ho avutocerto qualche perplessità (sapevo ciòche lasciavo e potevo solo immagina-re ciò che avrei trovato): due realtàcompletamente diverse! Eppure quasisubito ho avuto la certezza che era be-ne così ed ero serena. Per noi consa-crate- per noi Suore Francescane Mis-sionarie del Sacro Cuore l’obbedien-za, la disponibilità, la provvisorietà,sono aspetti che ci aiutano a vivere difede e a cogliere la Volontà di Dio inogni avvenimento, in ogni luogo,quindi anche ad Ampezzo.

Qui mi sono sentita subito accolta efar parte di questa porzione di chiesadella Carnia. Ciò che sento in questomio servizio è di poter collaborarenella scuola, in parrocchia e nellerealtà che si presentano dal personaledella scuola, dalla maestra Elisa misono sentita accolta e sento in ciascuncomponente il grande desiderio colla-borare.

È questa una mia modalità coglierequanto di bello c’è con la sua realtà.Certo qui assume una caratteristicaparticolare: un paese dove la preroga-tiva dev’essere quella della famiglia,(non certo la critica o il giudizio) tut-tavia dove ci si aiuta, si colgono tuttele doti belle che ogni persona possie-de. Questo primo periodo dell’annoscolastico vissuto accanto ai vostribambini mi ha permesso di conoscerlie iniziare a conoscere le loro famiglie.Avverto in loro un grande desiderio divivere con serenità. Lo avete dimo-strato il giorno della castagnata.

Quando poi abbiamo coinvolto ge-nitori e bambini per questa 2ª unità diapprendimento “conoscenza dell’am-biente e natura che ci circonda” c’èstata collaborazione, nel portare quan-to di bello la nostra realtà ci offre; ca-stagne, foglie, funghi ecc… semprepensando che tutto è dono di Dio, anoi l’amore,il rispetto,la lode e il rin-graziamento.

Altri momenti significativi la casta-gnata e tante altre attenzioni che pianopiano emergono dalle attività che stia-mo svolgendo.

Ora inizia l’Avvento con una atten-zione particolare alla preparazione delS. Natale. Stimo facendo un cammi-no parallelo, “scuola e famiglia” pertentare di migliorare il nostro stile divita ed arrivare al Natale accogliendo“Gesù luce del mondo”.

Suor Annamaria

Il 6 settembre inizia in nuovo annoper la scuola materna di Ampezzo.Tutti augurano un buon lavoro a suorAnnamaria, appena arrivata ad Am-pezzo, ad Elisa, a Liliana, a suor Ada,a suor Carmelisa e a Martina che ciaiuta anche da parte della FISM.

L’8 settembre si svolge il pellegri-naggio diocesano a Castelmonte.

VISITA PASTORALENei giorni 10 11.12. settembre, sua

Ecc. Mons. Andrea Bruno Mazzocatosarà presente nella nostra forania perla sua prima visita pastorale. È un ap-puntamento importante che avrà alcu-ni momenti forti; vi anticipo già il fit-to calendario di questa visita:

VENERDÌ 10 SETTEMBREOre 9,00 Ampezzo in canonica in-

contro con i sacerdoti. Ore 12,00 Salu-to alla Casa di riposo di Ampezzo. Ore12,30 pranzo. Ore 15,00 Oltris-Voltoise si prosegue per Pani. Ore 16,00 Col-za Maiaso, Tartinis Fresis. Ore 17,00Raveo S. Messa. Cena. Ore 20,00 Soc-chieve, in Castoia Veglia con i giovani.

SABATO 11 SETTEMBRE Ore 9,00 Socchieve, San Martino e

giro delle frazioni. Ore 11,00 Sauris diSotto, S.Messa e Sacramenti della Ini-ziazione Cristiana. Pranzo. Ore 15,30Ampezzo, presso l’asilo, incontro congli operatori pastorali della forania.Ore 17,00 Ampezzo, in canonica, in-contro con i sindaci della vallata. Ore18,30 Forni di Sopra S. Messa e bene-dizione della restaurata Chiesa dellaMadonna della Salute.

11

Suor Annamaria, Suor Ada e Suor Carmelisa in cappella.

Don Fabio chiamato a svolgereil compito di Vicario Parrocchiale a Tolmezzo

Era già nell’aria la voce e ora è il momento di renderla ufficiale. È vero,Don Fabio va a Tolmezzo mentre don Alessio ricoprirà nuovi incarichi nel-la diocesi come direttore della catechesi e responsabile dell’ufficio cultura.In questi tempi di miseria di pre-ti siamo sempre pronti a questicambiamenti. È un bene che nonsia andato tanto lontano e certa-mente, soprattutto con i giovani,continuerà ad aiutarci. Gli augu-riamo di poter esprimere piena-mente i tanti doni che il Signoregli ha dato e gli dimostriamo tut-ta la nostra gratitudine per quan-to ha operato in mezzo a noi.

Page 12: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

DOMENICA 12 SETTEMBREOre 9,00 Forni di Sotto. Ore 11,00

Enemonzo S. Messa, conferimento delSacramento della Confermazione aigiovani di Ampezzo, Socchieve, Ene-monzo e Raveo; ricordo del 60º di or-dinazione presbiterale di Mons. Mari-no Paiani. Ore 15,30 Esemon di Sotto.Ore 16,00 Preone. Ore 18,00 Ampez-zo, in duomo, Solenne S. Messa econclusione della visita pastorale conla celebrazione dei Sacramenti dellainiziazione cristiana per Petris Stefa-no di Sauris.

Lunedì 13 settembre, nella Parroc-chia di San Quirino a Udine si svolgo-no i funerali di don Battista Sburlino;alle 14,00 in duomo ad Ampezzo vieneaccolta la Salma e celebrata una S.Messa prima della tumulazione nellacappellina dei sacerdoti nel cimiterodi Ampezzo.

Dal 16 al 21 settembre si svolge ilpellegrinaggio a Maria Luggau daForni di Sopra a Sauris, a Sappada, aMaria Luggau e ritorno. Domenicauna corriera di pellegrini raggiunge ilgruppo a Maria Luggau.Foto

Domenica 26, nel pomeriggio, par-tono i dieci volontari per la Bolivia,due sono già partiti due settimane faper predisporre i posti e il cantiere.Soprattutto in questi ultimi tempi, an-che durante il pellegrinaggio versoMaria Luggau, abbiamo sentito la vi-cinanza di tante persone e diverse co-munità per questa iniziativa missiona-ria. Gli aiuti concreti da portare in Bo-livia sono cresciuti in una misura chesolo la Provvidenza possiede. La soli-

darietà esprime molte cose, confermache davvero siamo i rappresentanti ditante altre persone e comunità. Questasolidarietà esprime fiducia, condivi-sione, partecipazione, sensibilità aipiù poveri, senso universale dellachiesa e anche tanta amicizia fatta difatti e di poche parole. A volte mi so-no commosso quando qualcuno congesto discreto metteva il suo contribu-to che aveva tutte le caratteristiche diquell’obolo piccolo della vedova per-ché, come racconta il Vangelo, facevaparte di quanto serviva per vivere.Racconteremo questo alla gente cheincontreremo. Noi andiamo per unmese a condividere nel sevizio, nel la-voro, mettendo a disposizione noistessi, la vita di quelle comunità, deimissionari e delle suore che donano lavita laggiù. Quando torniamo raccon-teremo la nostra esperienza per gioireassieme del bene che fa fiorire l’amo-re cristiano. Ogni settimana invieremouno scritto per tenervi aggiornati e persentire maggiormente la vostra vici-nanza.

Prime impressionie aggiornamenti dalla BoliviaQuando, salutati gli amici, l’aereo si

alza da terra provi una forte emozionementre la terra diventa più lontana. Tiproietti all’arrivo, a chi ti aspetta là,ma senti più forte il legame con tuttoquello da cui ti stai allontanando. Senti il legame delle radici, della quo-tidianità, delle cose grandi e piccole edelle tante persone che ami e conosci.Improvvisamente, tutto quello che

sembrava improrogabile, irrinunciabi-le, quello che ti catturava dall’inizio diogni giornata lo lasci e ti accorgi cheanche questo è possibile. È possibile ene sei contento, ma ti dispiace…

Noi quest’anno facciamo una casaper un catechista che abita e lavora inun villaggio nella foresta. Una piccolaabitazione di due stanze e un atrio,complessivamente m. 6x6. Facciamouna piccola casa per un uomo, un con-tadino, che con moglie e sette figli an-che piccoli, trova il tempo per la for-mazione e la cura della comunità cri-stiana… Prima di giungere adAjacucho ci siamo fermati a San Car-los, a salutare i missionari e abbiamocelebrato la S. Messa. poi abbiamopernottato presso le suore Rosarie, do-ve in una prima riunione abbiamo ri-cordato lo scopo del nostro mese divolontariato e deciso a grandi lineecome distribuire tutti i vostri aiuti trale varie realtà. Su questo vi aggiorne-remo. Per ora, un caro saluto a tutti. Viricorderò in modo speciale il giornodella Madonna del Rosario che cele-brerò con Messa e processione a S. Fe’de Iapacanì sostituendo don Ermanno.

Tutti gli amici vi salutano

OTTOBRELa festa della Madonna del Rosa-

rio viene celebrata solennemente adAmpezzo dove presiede don Carlo ea Santa Fe’ in Bolivia, dove presiedemons. Pietro Piller.

Sabato 23 ottobre suor FrancescaFiorin, che qualche anno fa era adAmpezzo ha fatto nella chiesa di Tre-viso, la sua “Professione solenne”.

8 ottobre 2010 Sono le quattro del mattino ma il

computer segna le ore 10. Quando quicominciano a cantare i galli, da voi ilsole è già alto. Volevo scrivervi a no-me di tutti due parole per raccontareche cosa stiamo facendo e come orga-nizziamo le giornate. Siamo alloggiatia Casa Betania, ad AYacucho dove donErmanno ospita le ragazze che vengo-no dalla foresta per andare a scuola.Con loro e con le due suore condivi-diamo qualche serata di canti e rac-conti. Durante la giornata un gruppova a mezz’ora di macchina verso la fo-resta, al 4 de Marzo,dove costruiamola casetta per la famiglia del catechistamentre Licio, Despina con alcuni del

12

Epigrafe in ricordo dei nostri missionari.

Page 13: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

gruppo, a turno, vanno nei villaggi.Licio visita gli ammalati e poi si in-contrano vari gruppi di persone, pervisitare le famiglie delle adozioni, perdistribuire gli aiuti a seconda delle ur-genze più grandi e secondo le indica-zioni dei missionari. Don Ermannocontinua la sua corsa tra i vari villaggie lo vediamo di tanto in tanto per unbreve momento assieme. Alla sera ciritroviamo per la S. Messa, per la cenae per raccontare esperienze ed impres-sioni. Siamo in salute e in buona ar-monia e questi sono doni grandi.

La domenica della Madonna delRosario abbiamo festeggiato a S. Fe’ricordando le nostre parrocchie e lafesta d’inizio dell’anno pastorale. Igiorni passano veloci e colmi di espe-rienze sempre nuove che fanno cre-scere in umanità e spiritualità. Le oredel mattino e della sera ci dicono chesiamo in una dimensione diversa,senza particolari impegni e senza te-levisione, con tutto il tempo di dialo-gare, di pensare e anche di parlarecon il Signore. Io ripercorro mental-mente ogni sera qualche contrada deinostri paesi o qualche vicenda chestate vivendo e questo mi dice comesi vive in comunione anche se si èlontani, mi dice di una presenza an-che se siamo a migliaia di chilometri.Questo mi aiuta a capire le dimensio-ni più vere degli affetti e dell’essereamici, comunità, Chiesa. Un salutospeciale ai catechisti e ai bambini eragazzi che hanno appena iniziato gliincontri. Un saluto alle suore e a tuttii collaboratori, un saluto a tutti. Ungrazie sincero a nome di questa gente

per il bene che avete contribuito arendere possibile con il vostro aiuto eil vostro generoso impegno. Avremotempo e spazio per raccontare con pa-role e immagini tante cose che sonouna grande ricchezza soprattutto perquesti giovani che quest’anno ci ac-compagnano.

Mons. Pietro

Il 25 ottobre rientra il gruppo dallaBolivia assieme a don Ermanno Nigrische si fermerà qualche mese tra noi.

NOVITÀ IN FORANIAL’arcivescovo Mons. Andrea Bruno

ha nominato don Valentino MartinParroco di Coseano e Cisterna, vicinoa San Daniele, mentre a Socchieveverrà don Marco Visentini. Preparan-doci a questi avvicendamenti, accom-pagniamo con la preghiera sacerdoti ecomunità.

NOVEMBREInizia con la Festa dei Santi e la

Commemorazione dei Defunti.

FIESTE DAI SANZ O FIESTE“DA LIS MUARS”?Qui ad Ampezzo i bambini fanno un

po’ di confusione, e non solo loro,an-che i grandi. Certo è molto suggestivauna festa nella penombra delle contra-de antiche del paese con un po’ di car-nevale, rievocando fantasmi e consu-mando prelibatezze; aiuta a dimenti-care tante cose.

Ma alla vigilia dei Santi è fuori luo-go e non posso fare a meno di ribadir-lo. Per noi cristiani questi giorni sono

di contemplazione del cielo, per guar-dare a quella speranza che ci vienedalla risurrezione, attesa e meta dellavita. Per noi è il momento del ricordoin famiglia dei nostri cari, dei raccon-ti su di loro, delle preghiere per sentir-ci in comunione e del coinvolgimentoanche emotivo che rinsalda il legamecon le nostre radici e con i fratelli. Tut-to questo ha bisogno di calma, di calo-re di casa, di affetti vissuti assieme, dipreghiera, di mistero, nella chiesa enel cimitero. Ha bisogno della Paroladi Colui che ci dice “Io sono la risur-rezione e la vita, chi crede in me nonmorirà in eterno” e ci invita a contem-plare la “Gerusalemme Celeste”, com-pimento del Suo Regno. In Lui noiprofessiamo: “Credo la Comunionedei Santi, la risurrezione della carne ela vita del mondo che verrà”. Questodà la vera pace e la vera gioia; la vi-sione cristiana della vita, questa è lavera anima della festa dei Santi e del-la commemorazione di tutti i defunti.Come diceva Gesù: “Chi può capire,capisca”.

DON ERMANNO NIGRISÈ TORNATOPER QUALCHE MESECon il gruppo dei volontari è torna-

to anche don Ermanno Nigris, per fer-marsi un periodo nel paese natale. Co-sì ci racconta l’ultimo mese con ilgruppo dei volontari in Bolivia: “Al’èsol biel vè cun sé int ca vul lavorà e avul mostrà cemut ca si ha di volè ben.Questa è l’impressione che ritorna nelcuore, ricordando i giorni di lavorocon mons. Pietro e i volontari, che mihanno accompagnato in Bolivia, nellaparrocchia di San Carlos, per fare unacasa a un “catechista del campo”, os-sia a una persona che dà parte dellasua vita alla evangelizzazione dei suoicompaesani. Abbiamo ammirato,io, lamia gente del paese di Ayacucho e de“4 de Marzo” (Il villaggio di don Pa-blo, catechista del luogo) e le mie ra-gazze di casa Betania, la capacità cheavevano di lavorare, stare allegri,con-dividere tutto: allegria preghiera egrazia di Dio. Il GRAZIE va al Signo-re che è capace di costruire personecome loro, come il dott. Licio e signo-ra Despina, che ci hanno fatto capirequanti ci vogliono bene e come le per-sone buone sono quelle che vincononel mondo. Grasia di cur, Signor”.

13

Page 14: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

SALUTO A DON VALENTINO,ACCOGLIENZADI DON MARCOCastoia, 28.11.10“Paroikos” colui che è di passag-

gio. Questo significa la parola grecae questo si vive nell’esperienza pra-tica. Non solo nei primi tempi dellaChiesa quando l’annuncio correvacon l’ansia missionaria di coinvol-gere tutti nella novità del Vangelo,ma è così anche oggi, nelle concretesituazioni della nostra Chiesa udine-se. Lo sappiamo, tutti siamo di pas-saggio, ma quando giunge il mo-mento concreto di lasciare una co-munità, uno stile di vita per iniziareun altro sevizio, un altro dono, in unambiente nuovo e diverso, allora sisperimenta sulla propria pelle, nellapropria anima che cosa significa vi-vere con libertà il dono di sé stessiper annunciare il Regno di Dio allepersone alle quali la provvidenza timanda. Allora ci si accorge quantoil nostro animo è legato all’espe-rienza con quelle persone, con quel-la casa, con quei borghi, con le lorostorie e con le loro stagioni, ai mo-menti di incontro ufficiali e infor-mali,alla vita concreta di tante per-sone, ai ritmi che scandiscono ognigiorno il nostro vivere. Tutto questocambia, per una novità, che ancoranon conosci, intuisci ma non cono-sci. Una cosa rimane fissa: non lofacciamo per noi ma per il Signore.Per Lui mettiamo in gioco la nostraumanità e rispondiamo: “eccomi”,pronti a guardare negli occhi nuovepersone, nuove situazioni, con il so-lo desiderio di portare una testimo-nianza, una luce del Vangelo di Ge-sù. Con la consapevolezza che noisacerdoti siamo inviati perché laGrazia di Dio, nei Sacramenti e nel-la Parola con la forza dello SpiritoSanto, attraverso la nostra umanità,con tutti i suoi pregi e difetti, edifi-chi la Chiesa di Dio durante questocammino terreno, sempre in vistadella meta, quando non saremo piùdi passaggio ma abiteremo nella de-finitiva pienezza dell’amore che sal-va. Diceva Bonheoffer, quando sta-va cambiando comunità: “Che im-porta se un pastore viene e uno va,purchè Cristo venga predicato”. Lodiceva forse per alleviare il doloredel cambiamento ma diceva tuttavia

una cosa essenziale: “Purchè Cristovenga predicato”. Noi aggiungiamoanche purchè venga accolto e amatoe vissuto nelle persone e nella co-munità.

Questa per me è la necessaria corni-ce per porgere il mio saluto a don Va-lentino e per accogliere don Marco.

Don Valentino che cinque anni diapostolato a Socchieve e negli altripaesi della Forania, dopo cinque annidi vita assieme nella canonica di Am-pezzo, ci lascia per trasferirsi nellaforania di San Daniele a vivere assie-me ad altri sacerdoti e a svolgere ilsuo ministero nelle parrocchie di Co-seano e Cisterna. Inizialmente nonsembrava così, io già pregustavo l’ul-teriore presenza di don Marco comeun aiuto per tutti dopo la partenza didon Fabio, ma poi il Vescovo ha de-ciso diversamente, perché gli mancapersonale.

Don Valentino era presente, ognigiorno, con fedeltà nelle varie frazio-ni di Socchieve; tutti avete sperimen-tato il suo dono di semplicità, di zelo,di desiderio di bene, l’assiduità nellavisita alle famiglie, soprattutto aglianziani. Tutti abbiamo avvertito il suosincero interesse per la comunità eapprezzato la sua buona volontà inogni cosa. Le parole che ci ha rivoltonell’ultimo foglio settimanale diconotante cose. Io ho vissuto assieme a luinella canonica di Ampezzo, con quel-la familiarità di chi è fratello all’altroper la missione e per l’amore al Si-gnore e alla gente e, in questa ottica,condivide diversità di carattere, distoria personale, di sensibilità, dicompetenze, arricchendosi a vicenda.In forania ha seguito la parte della ca-techesi assieme ai laici, informando esollecitando ai vari appuntamenti coninsistenza e tappezzando le nostre ba-cheche con ogni tipo di proposte vici-ne e lontane. Ora per lui è tempo dicambiare: non più borgate sperdutema le rigogliose comunità collinari alcentro del nostro Friuli. Gli auguria-mo di esprimere sempre il suo dono,così come il Signore vuole, di non di-menticarsi di queste comunità dimontagna ma di fare tesoro dei ricor-di, dei sacrifici e delle soddisfazioni,poche o molte che siano state non im-porta, perché senz’altro sono staticinque anni importanti nel suo cam-mino sacerdotale. Gli auguriamo, a

nome dei sacerdoti e dei laici di tuttele nostre comunità di iniziare conamore e con libertà la sua nuova mis-sione e di voler bene come lui è capa-ce, a tutte le persone che incontrerà edi non cambiare nel nuovo stile di vi-ta quella particolare testimonianzaevangelica che assieme alle altre ci hadato; ed è questa: “se non diventeretecome bambini non entrerete nel re-gno dei cieli”. Ti vogliamo bene donValentino, grazie di tutto.

E siamo qui anche per accoglieredon Marco, perché lo stile dellaChiesa ci chiede di vivere assiemequesti momenti che non appartengo-no all’uno o all’altro o a una partedella comunità ma a tutti. Special-mente i sacerdoti, secondo me devo-no vivere questo passaggio di conse-gne con fratellanza e amore, grati perl’operato di ciascuno, di chi va e dichi viene; consapevoli che, come di-ce San Paolo, uno ara il terreno, unopianta, uno irriga, uno raccoglie, machi fa crescere il Regno di Dio è ilSignore Risorto. Noi siamo qui perdiventare suoi strumenti in questaSua opera di salvezza. Dopo tanti an-ni di lontananza nella pastorale, donMarco ritorna a lavorare nella nostrazona, a Socchieve che lo ha visto, an-che se per poco, come giovane cap-pellano e nella forania di Ampezzo,dove ha vissuto assieme a me e amons, Pietro Brollo gli ultimi, bellis-simi anni della formazione al sacer-dozio nei fine settimana, in quello diAmpezzo e dove, nella Parrocchia diForni di Sopra è stato parroco per ot-to anni. Quanti ricordi indelebili ciaccomunano di quando facevamo ichierici itineranti, con mille iniziati-ve con la gioventù di allora. Tempi dimiseria ma di grande entusiasmo.Con quei giovani, oggi padri e madridi famiglia e spesso con ruoli di re-sponsabilità nelle comunità, condivi-diamo ancora oggi ricordi belli edamicizie. Don Marco ritorna in unarealtà che certamente per diversiaspetti è cambiata ma che oggi, forsepiù di allora ha bisogno di proposte,di testimonianze cristiane forti e cre-dibili, capaci di rispondere alle esi-genze dei nostri tempi, alla ricercadel senso della vita, alla caparbia vo-lontà di non voler vedere lentamentemorire i nostri piccoli paesi con tuttii loro valori umani e cristiani. Le sin-

14

Page 15: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

gole persone hanno bisogno di pre-senza e di ascolto, le comunità hannobisogno di riferimenti. Lavoreremonuovamente assieme, pur mantenen-do in ogni parrocchia la nostra pre-senza, il nostro riferimento; certa-mente il futuro sta nell’aiuto vicen-devole, nella comunione tracomunità, nel valorizzare le ricchez-ze di ciascuno a vantaggio di tutti.Abbiamo già unito il catechismo deibambini e dei ragazzi tra Socchieveed Ampezzo; un foglio settimanale fada collegamento tra diverse comu-nità, il coro “Foraniale” dona la suapresenza a diverse comunità... I cam-panili sono ancora solidi, e sono an-che un bene, ma deve emergere laChiesa, la comunità dei credenti chenon guarda ai confini, che a volte siriconosce come un resto, come il lie-vito nella massa, come il piccolo se-me di senapa destinato a crescere.Questa Chiesa si riconosce primanella fede, nella speranza e nella ca-rità e poi come territorio nel quale èincarnata e vive, senza rinchiudersiin sé stessa. Carissimo don Marco, tiaccogliamo con gioia presentandotiquesta visione ampia e grande perchéil cantiere è grande in questa nostraamata terra, che è terra di missione,in trasformazione ma carica di spe-ranze e radicata profondamente inuna secolare storia di fede, di cuiquesta pieve di Castoia, alla qualetutti vogliamo particolarmente bene,è visibile testimonianza. Benvenutotra noi don Marco. Tralasceremo lecerimonie di consegne varie tra noisacerdoti, riassumendo tutto nell’ab-braccio di pace dopo la comunione.Invece, nella preghiera dei fedeli enell’offertorio verrà riassunto quantovogliamo affidare a te e al Signore.

Mons. Pietro Piller

LE PAROLE DI DON MARCOALLA COMUNITÀDOPO IL SUO INGRESSO.SPACCANDO LA LEGNA…A molti, spaccando la legna, sarà

capitato sotto la scure uno di queiciocchi che hanno le fibre attorci-gliate e qualche nodo: un “conastri”,come comunemente si dice in friula-no. Viene allora la voglia di ingag-giare una lotta con quel pezzo di le-gno. Gli si da un colpo, poi un altro,un altro ancora, ma quello rimane in-

tatto: i colpi di scure si susseguonocon sempre maggiore ostinazione,poi, se non basta, si impiegano i cu-nei con la mazza e alla fine il cioccorimane lì in due pezzi. In quel mo-mento anche se si è sudati e le brac-cia sono indolenzite, se la scure hariportato nella lotta un “dente” inpiù, siamo soddisfatti e contenti. Do-po aver esaminato la venatura del le-gno, riprendiamo con soddisfazioneil lavoro per creare dei listelli atti adessere bruciati nella stufa. Nella no-stra vita ci si misura però anche conaltri tipi di “conastri”.

Riflettevo proprio su questo, questigiorni, mentre ero intento a prepara-re listarelle da un pezzo di faggio,che non voleva assolutamente essereridotto a quel modo. Pensavo agli uo-mini e come spesso ragionano: tal-volta nè i loro simili, nè, sfortunata-mente Dio, li può intaccare. Il PadreEterno però non si perde d’animo,continua paziente il suo lavoro e cosìla sua parola, che, come leggiamonella lettera agli Ebrei, è come unaspada a doppio taglio che entraprofondamente nell’intimo degli uo-mini, come la scure di buon acciaio,pian piano anche se con fatica pene-tra tra le pieghe più riposte della no-stra anima. Non avviene tutto in ununico momento, ma lentamente e,quando sembra ci sia ancora resisten-za, allora si compie il miracolo: ilduro cuore, attorcigliato dal male, sifende per l’azione della parola e perpermettere che essa entri profonda-mente in lui. È forse allora, più chemai, che ci apriamo a ricevere labontà e i doni di Dio e ci sentiamopiccoli piccoli, con il forte desideriodi rendere più limpida la nostra co-scienza. Ma Dio è lento all’ira, èbuono, paziente e nella sua infinitamisericordia continua a perdonarci,ma soprattutto continua con la scuredella sua grazia un’opera incessante,finché il male dentro di noi è ridottoa piccoli listelli. Essi, per mezzo del-la grande bontà che Dio ha verso dinoi, non si trasformano in scheggeinutili, ma in un fascio di buona vo-lontà, che servirà ad accendere ilfuoco dell’amore umano verso Dio everso il prossimo.Io penso che que-sto avvenga in ciascuno di noi e inciascuna comunità e che sia operaesclusiva di Dio. Nonostante tutto

ciò che il mondo va predicando, perquest’azione divina, anche nelle no-stre piccole comunità “si tiene anco-ra duro” nonostante la crisi religiosadei nostri tempi. È vero che ci siamosentiti smarriti dopo il rinnovamentodel Concilio Vaticano II, delusi so-cialmente e politicamente dal ’68 inpoi, che ci sembra che nei nostri tem-pi tutto si sfasci, ma questo non devefarci avvilire, ma deve farci ricercareancora gli antichi valori, partendo daquelli più autenticamente umani qua-li l’amicizia, la famiglia, la solida-rietà ed altri ancora. Se possediamoquesti fondamenti, la scala per rag-giungere il Cielo è fatta di pochi pio-li! Con questi pensieri torno, dopo 28anni, tra voi, dove appena ordinatosacerdote, giovane e inesperto, questivalori e una fede senza chiacchiereavevo trovato, apprezzato, mai di-menticato e ricordato sovente contanta nostalgia in tutti questi lunghianni. Nella meravigliosa chiesa diCastoia, quando ci ritroveremo, pen-sate a questo: un chiesa bella, pulitae ordinata, i giovani nostra speranzache cantano, i fedeli riuniti, le cam-pane che suonano a festa, la gioia diritrovarsi per la preghiera e nell’ami-cizia... sono essi soltanto il fruttodella nostra bravura, del nostro sensodi festa, o del gusto di qualcosa chesi rinnova, nuovo, e ci fa sentire cri-stiani veri? Il “nuovo” e il “senso difesta” sono Cristo presente in mezzoa noi. È lui, il risorto dalla morte, vi-vo tra i vivi, che da bravo boscaiolodelle anime, entra nel bosco fitto delnostro cuore e nella nostra comunità.

Ognuno di noi è un piccolo rametto,una foglia, un fiore, un pezzetto dicorteccia di un unico tronco che è lanostra comunità. Il Signore con som-ma sapienza li dispone sul focolaredella grande famiglia che è la Chiesa,perchè, una volta acceso, brilli di unaluce che illumina chi non vuol vederee riscaldi chi non vuol lasciare il gelodelle proprie sicurezze e del proprioegoismo.

In questi anni di cammino assiemeauguriamoci di non voltare mai lespalle all’azione di grazia di Dio innoi: non deludiamo Chi tanto ci do-na gratuitamente... no stin a lassàche il Signôr al disuci la So manariedibant!

Don Marco

15

Page 16: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

PER LA FESTADEL RINGRAZIAMENTO

Ci hanno insegnato fin da piccoli aringraziare, a dire sempre grazie congarbo e gentilezza, quando si ricevequalche cosa in dono. Ci hanno inse-gnato ad iniziare il giorno dicendograzie a Dio per esistere, per la fede,per la giornata che comincia. Ricor-date? “Ti adoro mio Dio, …ti ringra-zio di avermi creato, fatto cristiano,conservato in questa notte…” Dav-vero saper dire grazie è vivere unadimensione profondamente umana ereale della nostra esistenza. Che co-sa abbiamo noi che non ci sia statodonato? La vita, gli affetti, l’intelli-genza, la salute, l’ambiente, la fami-glia, le amicizie, le capacità. Anchequello che realizziamo e riteniamonon come dono ma come nostra ope-ra,si realizza grazie ai doni ricevuti.Saper dire grazie è davvero espres-sione di sapienza e di verità. Il primograzie va a Dio che ci ha creati e re-denti per essere suoi figli, va a Luiper tutto quello che siamo, che pos-sediamo e che possiamo realizzare.La Chiesa per questo celebra la gior-nata del ringraziamento, per coltiva-re questa visione dell’esistenza, del-le cose e del lavoro. Poi il grazie vaalle persone che ci sono nella nostravita, dai genitori ai fratelli, agli ami-ci, ai compaesani, a quelli che incon-triamo, a quelli ai quali ci dedichia-mo perché ciascuno di loro ci rivelauna ricchezza della vita. Quando di-co buongiorno a qualcuno, lo vivocome un grazie per la sua esistenza.È bello il saluto perché esprime l’at-tenzione all’altro e lo valorizza comeparte di me. Dove non si saluta ilmondo è triste e anonimo tanto cheanche nella folla della città dovequesto saluto sembra non esistere,mi sento in dovere di rivolgere alme-no uno sguardo a chi mi passa ac-canto e in silenzio dire grazie augu-rando il bene. Non a caso togliere ilsaluto vuol dire: “tu per me non esi-sti” e anche negare ogni grazie perquello che l’altro è. Gran brutta co-sa, se mai ci è possibile dobbiamocombatterla. Diceva San Paolo: “perquanto dipende da voi, vivete in pa-ce con tutti”… e “in ogni cosa ren-dete grazie”.

Mons. Pietro

Inizia il tempo di avventoSabato 18 dicembre 2010 ore

15.00 Nel Centro Balducci di Zu-gliano nella Sala “mons. Luigi Pe-tris” vengono ricordate, in occasio-ne del quinto anniversario dellamorte, la figura e l’opera di Mons.Luigi Petris. Purtroppo, per la im-provvisa nevicata anche in pianura,qualche relatore non può esserepresente e si segue il seguente pro-gramma.

Interventi di salutoAugusto Failutti, presidente del

Centro Balducci, Riflessioni• La presenza viva di don Luigi

PetrisPierluigi Di Piazza, responsabile del

Centro Balducci• Luigino: presente nell’affetto dei

familiariCarlo Petris, fratello. Gli altri inter-

venti previsti non si sono svolti perchéla neve aveva impedito la presenza deipiù lontani.

Ad Ampezzo la celebrazione alleore 18.30 di martedì21 dicembre.

Inizia la novena del santo Natalecon il canto del Missus. Con i bambi-ni e ragazzi del catechismo si orga-nizzano lavoretti per qualche iniziati-va di carità.

Solennemente si celebra il SantoNatale.

Il dono di salvezza inizia nella tene-rezza della nascita, si compie nell’e-stremo dono della croce e porta lagloria della vita vera e della pace,cantate dagli angeli fin dall’inizio,nello splendore della notte di Nataleche culmina nella luce della notte diPasqua.

Voglio riportare una poesia di JosifBrodskij:

Per un miracolo, quali gli ingre-dienti? Il vello del pastore, un pizzi-co appena di presente, un briciolo diieri, e alla manciata del giorno cheverrà aggiungi a occhio una fetta dicielo più quell’assaggio di pura va-stità.

E si compie il miracolo. Perché i mi-racoli, attratti dalla terra, serbano gliindirizzi, anelano talmente a svolgerela prescritta funzione da giungere adestinazione perfino nel deserto.

E se vai via di casa-accendi, al mo-mento del commiato, le quattro cande-

le di una stella perché illumini unmondo vuoto di realtà, mentre ti seguecon lo sguardo per l’eternità.

Josif ritiene che al presente, al pas-sato e al futuro, cioè alla storia, an-che personale, è necessario aggiuge-re un “assaggio di vastità”. Ecco ilpunto. A volte le nostre vite sonogrette, chiuse, piccine: manca l’am-piezza, la vastità, la profondità. Nonc’è “deserto” per il miracolo, né lan-da desolata. La fede è la stella acce-sa che illumina il mondo, il quale al-trimenti appare cavo e vuoto, desti-nato a perire, a finire, mentre il suotempo è l’eternità.

Mons. Pietro

Con i giorni di vacanza si concludel’anno solare e inizia con tanti buoniauspici il 2011. Il “Te Deum” finale eil “Veni creator Spiritus” per l’iniziodel nuovo anno esprimono la nostravisione di fede per il dono del tempomentre siamo in cammino verso l’e-ternità.

16

Rorate coeli desuper et nubespluant iustum.

Peccavimus et facri sumus tamquam immundus nos, et cecidimusquasi folium universi; et iniquita-tes nostrae quasi ventus abstule-runt nos, abscondisti faciem tuama nobis et allisisti nos in manu ini-quitatis nostrae Rorate…

O cieli fate scendere come ru-giada…

Abbiamo peccato e siamo diven-tati cosa immonda e siamo caduticome le foglie e le nostre iniquitàci hanno portato via come il ven-to. Hai nascosto a noi il tuo voltoe ci hai abbandonati in mano allenostre iniquità...

O cieli fate ... scendere comerugiada…

Page 17: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

TEMPORATEMPORE TEMPERANon è un gioco di parole, è un pro-

gramma di impegno e una sapientevalutazione riguardante l’uso del do-no di cui possiamo disporre nella no-stra vita: il tempo. Traduco il mottolatino partendo dalla fine:”modellacon l’uso del tuo tempo questi tem-pi”. In altre parole spetta a te model-lare, trasformare forgiare,con l’usodel tempo le situazioni che l’oggi tipresenta, frutto del tuo essere e dellastoria degli uomini e del mondo. For-giare il tempo, ecco l’immagine giu-sta del fabbro che modella un attrezzoper dargli una forma e con sapienza safare il giusto cambio di temperaturaimmergendo nell’acqua, nell’olio onella terra, per dargli la “tempera” de-siderata. Così dobbiamo fare con lanostra vita, con il tempo che ci è dato.Primo avere un’idea chiara di che co-sa vogliamo realizzare, poi, riscaldar-la per renderla malleabile, poi for-giarla con la sapienza, la decisione el’energia giusta, infine darle la consi-stenza voluta che richiama una dellequattro virtù cardinali, la temperanza.Che cosa vogliamo fare della vita ci èdetto dal Signore e ci è confermatonella fede: Siamo su questa terra per“conoscerlo, amarlo e servirlo nei fra-telli” Il calore ci è dato dalla carità,dall’amore che ci rende aperti a Dio eagli altri e duttili ad essere modellatidagli altri e da Dio, secondo i disegnidella provvidenza nella storia di ognigiorno, lì dove ci troviamo. La consi-stenza ci viene dall’essere immersi, inmodo personalizzato, in Colui che so-lo può darti le caratteristiche perchétu svolga il tuo compito. La consi-stenza viene dall’essere immersi nelSignore, a modo nostro. Pensieri unpo’ controcorrente ai nostri giorni,non vi sembra? Eppure gli auguri giu-sti devono avere tutti questi ingre-dienti. Noi dobbiamo preoccuparci divivere il tempo che passa per legarlo aciò che non passa. Noi sappiamo chesolo ciò che facciamo per amore e perfede, solo questo valorizza il tempo,perché aggancia il tempo all’eternità.“I cieli e la terra passeranno, ma lemie parole non passeranno”. (Lc.21,33) La nostra vita è un dono, e undono deve diventare. Tanti auguri peril nuovo anno.

Mons. Pietro

17

Forania di Ampezzo- Parrocchie popolazione, sacerdoti chiese e strutture parrocchiali.- Vita ecclesiale nelle Parrocchie e nella forania.- Situazione socio-economica e demografica.

PARROCCHIE POPOLAZIONE, SACERDOTI E CHIESELa forania si estende lungo l’alta val Tagliamento per trentacinque chilometri da Ene-monzo a Forni di Sopra mentre Sauris ne dista diciotto da Ampezzo. Ad eccezione diSocchieve e Sauris che sono formate da frazioni distanti, le altre parrocchie sono for-mate da centri abbastanza vicini con qualche frazione poco lontana. La forania di Am-pezzo è composta da nove parrocchie e attualmente vi operano otto sacerdoti.- Enemonzo con 1026 abitanti dove è parroco residente mons. Marino Paiani (85 anni)

presente da 60 anni e parroco da 50 anni, con quattro chiese, una canonica e un ora-torio.

- Preone con 291 abitanti dove è parroco mons. Marino Paiani da 40 anni, con due chie-se e una canonica.

- Maiaso con 343 abitanti dove è parroco residente da 48 anni, don Primo Degano (78anni) con tre chiese una canonica e una sala multifunzionale.

- Raveo con 491 abitanti dove da sei anni è amministratore Parrocchiale mons. PietroPiller (57 anni) e collabora per la pastorale mons. Rino Marta, (69 anni) con due chie-se, una canonica e un edificio polifunzionale.

- Socchieve con 957 abitanti dove è parroco in solidum da cinque anni don ValentinoMartin (46 anni) e parroco moderatore mons. Pietro Piller con undici chiese e una ca-nonica con sala parrocchiale. (Don Valentino abita nella canonica di Ampezzo).

- Ampezzo con 1096 abitanti dove è parroco residente da otto anni mons Pietro Pillercon il vicario Parrocchiale don Fabio Filiputti (32 anni, ora trasferito a Tolmezzo) concinque chiese, una canonica e una scuola materna con sala teatro.

- Sauris con 421 abitanti dove è parroco mons. Pietro Piller da 15 anni con quattro chie-se e due canoniche.

- Forni di Sotto con 675 abitanti dove è parroco residente da 31 anni don Ando Lenar-duzzi (75 anni) con quattro chiese, una canonica e una sala teatro.

- Forni di Sopra con 1066 abitanti dove è parroco residente da 11 anni padre RenzoBon, (78 anni), missionario saveriano, con cinque chiese e una canonica.

In Forania sono presenti due piccole comunità religiose: Ad Ampezzo tre suore missio-narie francescane di Gemona, che operano nella scuola materna e nella pastorale; a For-ni di Sopra due suore indiane salesiane che operano con il centro anziani in collabora-zione con il Comune e aiutano il parroco nella pastorale.Ad Ampezzo, vivono tre sacerdoti (attualmente) Gli altri vivono nelle rispettive parroc-chie e quasi tutti hanno chi li aiuta nella vita domestica.

VITA ECCLESIALE NELLE PARROCCHIE E NELLA FORANIAOgni parrocchia, ha una sua vita ecclesiale organizzata con il proprio parroco, il consi-glio pastorale o un gruppo di collaboratori impegnato nelle attività ed iniziative parroc-chiali. In ogni parrocchia opera il Consiglio Parrocchiale per gli affari Economici.I sacerdoti della Forania si ritrovano in congrega in media ogni tre settimane escluso ilperiodo estivo. Il Consiglio pastorale foraniale si ritrova solamente due volte all’anno.

BREVE RELAZIONEPER LA VISITA PASTORALE 2010

segue a pag. 18

Incontro dell’Arcivescovo con i sindaci della vallata.

Page 18: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

18

Ora, in ogni parrocchia si sta rinnovando ilConsiglio pastorale e, secondo le indicazionidell’Arcivescovo, entro ottobre i nuovi consigliverranno nominati ufficialmente. In diverseparrocchie è stata distribuita una scheda invi-tando i fedeli a rendersi disponibili ad una col-laborazione in parrocchia ed eventualmente afar parte del Consiglio pastorale.

CATECHESIIn ogni parrocchia si svolge la Catechesi, dallapredicazione domenicale agli incontri di forma-zione per i bambini i giovani e gli adulti. I catechisti della forania si ritrovano qualche volta all’anno per unconfronto e uno scambio di esperienze per un sostegno comune.Gli incontri di formazione sono fatti in collaborazione con la Fo-rania di Tolmezzo. Da anni si è aperti ad una collaborazione traparrocchie nella catechesi, specie dove mancano catechisti. C’èuna certa difficoltà nel reperire nuovi catechisti. La frequenza agliincontri di catechesi è alta tra i bambini e cala progressivamentecon i preadolescenti, gli adolescenti e i giovani. Con gli adole-scenti e i giovani si opera anche a livello interparrocchiale. Il cam-mino di preparazione alla Cresima è concordato a livello forania-le e prevede una preparazione di due anni con la celebrazione co-mune della Cresima a turno nelle diverse Parrocchie. C’è unreferente foraniale per la catechesi, Lozza Claudia di Forni di So-pra e per la pastorale giovanile, Ermano Emiliano di Ampezzo eGianni Comador di Socchieve (Le loro relazioni sono allegate).Per gli adulti, in alcune parrocchie viene proposto un incontro set-timanale (esclusi i mesi estivi) sulla Parola di Dio della domenica.Ogni anno nei tempi forti si fa a livello foraniale una serie di in-contri sulla parola di Dio e sulla famiglia chiamando qualcuno daicentri diocesani. Nel periodo estivo si dedicano tre settimane aicampeggi con i bambini sempre a livello foraniale. Ogni parrococura la visita alle famiglie anche perché i numeri lo permettonoancora e in quasi tutte le parrocchie si fa la benedizione annualedelle famiglie.

CARITASLa CaritàS vede molte persone disponibili in varie iniziative.L’ambito concreto della caritas è quello più consono alla nostragente più abituata alle cose pratiche. Nei nostri paesi vive ancoraquella solidarietà e quell’attenzione al vicino che sono una ric-chezza per tutta la comunità. Dai Parroci è stato concretizzato unpiccolo fondo foraniale per le esigenze della formazione e dellacarità.Anche l’attività missionaria trova risposta e sostegno in ogni co-munità e vi sono iniziative lodevoli come il gemellaggio con laBolivia, (Socchieve, Ampezzo, Sauris, Raveo) l’aiuto costante agliamici dei lebbrosi,(Maiaso) il legame con altre realtà di missione(Enemonzo, Forni di Sopra e di Sotto). Per la Caritas è referenteforaniale Massimo Salvi e per le missioni Despina Ritzu. (Le lororelazioni sono allegate).

LITURGIAPer la Liturgia. Nelle parrocchie più numerose la S. Messa vienecelebrata ogni giorno mentre nelle più piccole o lontane come inalcune frazioni,vengono fissate una o due S. Messe infrasettima-nali. Sempre si celebra una S. Messa vespertina della vigilia e unao più S. Messe domenicali. La frequenza alle S. Messe domenica-li si aggira normalmente attorno al 15% e la media dell’età deipartecipanti è piuttosto alta. Sono presenti in ogni parrocchia i sa-cristi, anche per le chiese più piccole, il coro o un gruppo di per-sone che sostiene il canto, dei lettori e ministranti. Sono presentiin forania solo due ministri straordinari dell’Eucaristia, (a Ene-monzo e a Raveo, oltre alle religiose) anche perché realmente non

si presenta ancora l’esigenza. Due Sacramentisono quasi scomparsi: la Riconciliazione el’Unzione degli infermi. Pur fissando orari edisponibilità, la richiesta rimane minima. Soloa Forni di Sopra si celebra L’unzione degli in-fermi in forma comunitaria il giorno della do-menica “In albis”.Ogni settimana viene stampato e distribuitoun foglio contenente gli orari delle S. Messe edelle varie attività, gli avvisi, una parola dispiritualità o di attualità e le letture della do-menica. Ogni parrocchia personalizza unaparte di questo foglio che ha carattere fora-niale come si vede dall’intestazione.A livello foraniale opera anche un coro compo-

sto da cantori appartenenti alla zona più bassa della forania. Il co-ro foraniale anima le feste patronali, specialmente dove c’è biso-gno di un sostegno e le celebrazioni che scandiscono l’inizio, laconclusione o qualche momento particolare dell’anno pastorale.Per le solennità ogni parrocchia provvede con le proprie forze adanimare la liturgia. Continua in qualche parrocchia la tradizione diportare la S. Comunione ad Anziani e ammalati il primo venerdìdel mese; in questa occasione si celebra anche la S. Messa nellacasa di riposo di Ampezzo. Non c’è a livello foraniale nessun re-ferente laico ufficialmente incaricato per la Liturgia.

SITUAZIONE SOCIO ECONOMICA E DEMOGRAFICADa decenni i nostri paesi soffrono di un costante spopolamento do-vuto alla emigrazione per la mancanza di lavoro, soprattutto di la-voro qualificato, in loco. Nelle relazioni elaborate dal gruppo“Cristiani per la montagna” si trovano statistiche e numeri di que-sto fenomeno che impoverisce tutta la montagna Tuttavia in ognipaese esistono piccole fabbriche e attività artigianali come piccoleimprese edili, boschive agricole e di altro genere. Esiste un pendo-larismo verso Tolmezzo e Villa Santina. Fanno eccezione i paesiche hanno sviluppato il turismo o qualche attività specifica comeForni di Sopra e Sauris. Conoscono una certa stabilità anche i pic-coli paesi a fondovalle, più vicini a Tolmezzo. Ampezzo, in questiultimi anni soffre in modo particolare per il numero esiguo di bam-bini in età scolare. (Pluriclassi nelle scuole elementari). La situa-zione economica delle nostre famiglie è per lo più modesta e nonmancano situazioni di difficoltà specialmente in questo periodo dicrisi economica a livello generale.

PER UNA LETTURA PIÙ VERASono convinto che alcuni dati, alcune situazioni, come le frequen-ze alla S. Messa domenicale, la poca presenza del mondo giovani-le, o delle famiglie, denotano certamente una carenza dei valori cri-stiani e ci fanno guardare ai nostri paesi come a una terra di mis-sione. Vorrei aggiungere una riflessione sulle caratteristiche umanedella nostra gente, legate all’eredità dell’ambiente e della storia deipaesi di montagna e all’impatto con la modernità. Hanno una gran-de umanità ma sono chiusi, hanno una difficoltà a vivere in comu-nità, ad esprimere assieme agli altri ciò che vivono intimamente. Unsegnale di una religiosità molto personale sono gli innumerevoli se-gni di fede (Croci, immagini, ancone) disseminati lungo le strade, isentieri, sulle montagne Molti di questi sono recenti o recentemen-te restaurati. Poi c’è un retaggio sociale ereditato da secoli che por-ta ad una indipendenza, ad un velato fondo di anticlericalismo, chenon tocca tanto le persone dei sacerdoti quanto la vita della chiesacome si esprime nella sua veste ufficiale. Devo dire che noi sacer-doti sperimentiamo stima e anche amicizia da parte di tanti, ma ilvenire in chiesa è un’altra cosa, l’ascoltare la Parola di Dio e il pre-gare assieme, sono un’altra cosa. C’è allora un catalogare le perso-ne tra quelle di chiesa (poche) e quelle non di chiesa. Queste ulti-me vivono questa etichetta (non so quanto consapevolmente) conun certo compiacimento, come un senso di libertà e senza nessunaipotesi di ripensamento anche se sanno bene che nei momenti fon-

continua da pag. 17

Page 19: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

19

damentali della vita in chiesa ci sono. Ilbattesimo è richiesto da tutti; rarissimesono le eccezioni. La frequenza ai fune-rali è molto numerosa come pure la ri-chiesta dei Sacramentali o la presenza inalcune celebrazioni per occasioni parti-colari. (Raduni alpini ecc.) Molti sonopresenti a Natale e a Pasqua.Noi dobbiamo tenerne conto nel pensa-re l’annuncio del Vangelo, sapendo chespesso la via più accessibile è quellanon ufficiale, ma quotidiana, quasi ca-suale e spesso in un clima di lavoro o dimontagna o anche di sport. L’impattocon la modernità ha distolto le personeda quegli ordinari appuntamenti chescandivano la vita di fede limitando co-noscenza ed esperienza. Il pensiero re-lativista come in tutto il mondo occi-dentale sta determinando la visione divita. Il più grande cambiamento lo sinota nel mondo femminile. Il ruolo del-la donna nella famiglia e nella trasmis-sione del patrimonio di fede era grandenei nostri paesi. Ora il mondo femmini-le stenta a svolgere questo compito edesprime spesso superficialità e adegua-mento ai nuovi modelli di vita propostidalla nostra società. La crisi della fami-glia interessa in modo significativo lenostre comunità.C’è comunque una onestà e una genui-nità di fondo anche nei nostri giovaniche ci induce a guardare con ottimismoal domani. Non conosciamo grandi de-vianze come delinquenza e criminalità.Non siamo esenti dal pericolo dell’al-cool e anche della droga, ma in misuramolto circoscritta. Si può parlare di unambiente sano.

PRIORITÀ DA AFFRONTARE- La frequesza agli incontri domenicali.- La prospettiva del calo dei sacerdoti

e la futura organizzazione delle no-stre comunità.

- La scarsa presenza dei giovani nellavita della chiesa.

- La fragilità e complessità delle situa-zioni familiari.

- Il compito più incisivo dei consiglipastorali e del consiglio foraniale.

MOTIVI DI SPERANZA- Un ambiente ancora complessiva-

mente sano.- La stima per i sacerdoti e l’operato

della Chiesa. - Una generosità e apertura al volonta-

riato.- Una tradizione che ha forti radici sto-

riche.- L’amore per le testimonianze buone

del passato.- Il desiderio forte di far rivivere i no-

stri paesi.

Ampezzo, 3 settembre 2010

Mons. Pietro Piller

Ampezzo 12 settembre 2010

Inizio anno pastorale 2010-11 con il Vescovo Andrea Bruno Mazzocato

AMBITO CARITÁMi consenta di chiamarla padre; mi è troppo difficoltoso colloquiare con

un’eccellenza, mentre mi viene spontaneo riconoscerla quale padre spirituale.Quindi caro padre le illustro sinteticamente e spero in modo esaustivo il per-

corso della nostra Caritas foraniale; con una doverosa premessa: prima di darvita a questo ambito ogni parroco, ogni parrocchia era e sono autonomamenteattivi sia a livello di vicinanza che di sostegno economico nei confronti di chiviveva e vive vari stati di difficoltà e di sofferenza. Così come parroci e par-rocchie erano e sono attivi a livello missionario. Poi un giorno di oltre 6 annifa, per aiutare un uomo provato da varie vicissitudini quattro laici e quattroparroci diedero vita ad un fondo foraniale di circa 8000 euro. Così nacque laCaritas foraniale. Questo uomo, che nel frattempo si è trasferito, è tuttora se-guito e sostenuto.

Vede padre, sul nostro territorio, sino ad ora, le povertà sono numericamentee quantitativamente diverse da quelle dei grandi centri. Il sostegno economicoche viene richiesto è ancora contenuto ed è sollecitato per lo più da persone dipassaggio mentre sono numerose le situazioni di sofferenza affettiva, emoziona-le, psichica e di varie dipendenze, non ultima quella del gioco d’azzardo che staespandendosi. Vi sono poi situazioni di sofferenza fisica. Mi sento in dovere ri-cordare l’impegno e il sostegno dei servizi sociali e delle assistenti, guai se nonci fossero, ma spesso questo impegno deve essere integrato da una vicinanza chesolo l’amore cristiano sa offrire.

Nel luglio 2007 mons. Brollo, nel Duomo di Udine, consegnava i mandati fo-raniali d’ambito. Il mio considerava l’impegno di costituire un gruppo Caritasforaniale che, sospinto da un entusiasmo comune sapesse superare gli atavicicampanilismi e i più recenti individualismi per dar corpo ad una testimonianzaadeguata verso coloro che, vivendo un momento di difficoltà, necessitano di unsostegno fraterno e disinteressato. Un gruppo aperto ad ogni bisogno, un grup-po che considera ogni singola persona, chiunque essa sia e a qualunque reli-gione o filosofia aderisca, come immagine e presenza di Dio creatore.

Questi tre anni ci hanno visti attivi su più fronti; dal sostegno psicologico edeconomico in diverse esperienze, all’aver dato ospitalità, in un appartamentodella canonica di Socchieve, a due uomini sudanesi per alcuni mesi, (un’espe-rienza veramente interessante effettuata in collaborazione con Don Di Piazza)dando inizio attraverso una sorta di autotassazione (1 euro per ogni parroc-chiano) ad un fondo che ne consentiva il sostentamento. Progetto al quale han-no aderito con spontanea sensibilità tutti i parroci della forania.

Mons. Andrea Bruno visita gli anziani nella casa di riposo di Ampezzo.

segue a pag. 20

Page 20: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

20

In questi tre anni, durante le mie visitenelle parrocchie, ho visto una crescita eduna presa di coscienza del ruolo dei cate-chisti. È stata una sorpresa nel trovare tan-to lavoro, cura, amore verso i più piccoli esoprattutto corresponsabilità con i sacer-doti. Se permette descrivo i lavori nelleparrocchie:1. catechisti che si incontrano per una cor-

retta programmazione in modo che ogniincontro sia diverso dal precedente,per-ché questi appuntamenti diventino un ri-flesso per la famiglia e per costruire as-sieme ai genitori uncammino di fede;

2. attenzione agli anziani con la preparazio-ne di canti per animare la Santa Messa

alla casa di riposo, dove le due fragilitàsi incontrano;

3. attenzione alle Missioni (in Bolivia inparticolar modo), dove molti volontari,non con parole ma con i fatti, e la testi-monianza filmata di religiosi che opera-no sul campo sono stati un esempio con-creto per i nostri ragazzi;

4. spendere tempo per preparare tanti og-getti, venderli e mandare i soldi alleMissioni, insegnando così a donare e aguardare un po’ più in la del cortile dicasa propria;

5. portare i ragazzi delle scuole medie in Dio-cesi a Udine con un giardino per cresceregiocando assieme a loro (non è poco).

Questo è quello che si fa,ma il catechistadeve solo fare? Il compito del catechista èsolo tenere occupati i ragazzi affidatigli?

Il Suo tema dell’anno, caro Monsignore,arriva a proposito, un ritorno all’essenzialeall’ascolto della Parola perché è questoquello di cui abbiamo bisogno tutti,più chebisogno c’è sete della Parola del Signore,perché solo il Signore parla chiaro e chi losegue non verrà tradito.

I catechisti, da quasi dieci anni si prepa-rano a Tolmezzo con dei corsi di formazio-ne per rispondere al rinnovamento sia dellasocietà che delle intenzioni della Chiesa:togliere il luogo comune di scuola-catechi-smo, catechismo-programma, catechismo-

Con periodicità bimestrale il gruppo fo-raniale (circa 15 persone rappresentanti levarie parrocchie) si è riunito per mettere incomunione le richieste e le risposte da of-frire a coloro che ci hanno interpellato, maanche per crescere insieme e formarci inquesti tempi che richiedono sempre piùuna presenza laica, appassionata e prepa-rata a collaborare con i nostri sacerdoti al-la costruzione della Chiesa del futuro. In-contri sempre caratterizzati da un climafraterno e costruttivo che ci hanno visto te-si ad offrire con passione il meglio delle personali caratte-ristiche e competenze. Incontri che iniziano col tenerci permano mentre recitiamo il Padre nostro. Ci teniamo per ma-no per gioire dello stare insieme, per superare le antichesuggestioni dell’individualismo. Quattro di noi hanno poipartecipato ad un interessante percorso di formazione checontinuerà anche nel prossimo anno.

Nella casa di accoglienza di Socchieve dal 1º di gennaioè alloggiato Hassan, un bravo Marocchino che 20 giorni faha festeggiato il ricongiungimento con sua moglie. Abbiamosostenuto e sosterremo varie difficoltà occasionali sia a li-vello individuale che di carattere familiare. Da poco è ter-minato il nostro aiuto ad una famiglia (genitori e 4 bambi-ni) kossovara, domiciliata in Ampezzo, che ha rappresenta-to per tutti noi un impegno anche di coscienza.

Nel mese di maggio, per la prima volta, abbiamo attivatola raccolta del ferro, che ha visto una significativa rispostada parte di tutta la forania e ci proponiamo di migliorarnel’aspetto organizzativo. Altre attività, come la raccolta divestiario ecc. fanno parte ormai di una tradizione forte-mente radicata.

Termino questo excursus notando che mai come in questoperiodo la paura e la speranza sono state sensazioni cosìpresenti e diffuse. C’è un senso di precarietà diffuso, è co-me se fossimo appesi ad un filo con la paura che si spezzi.È la paura di non farcela che spesso diventa una preoccu-pazione costante che molte volte sfocia in ansia e depres-sione. Ma la speranza di ricominciare, di riuscire a credere

che un mondo migliore è a portata di ma-no, è in ogni cuore. Allora l’impegno diogni operatore è in primis quello di offrirevicinanza e comprensione, per animare lasperanza umana e cristiana e, quando è ilcaso, intraprendere insieme un itinerarioeducativo e non solo solidaristico, perchésempre e ripeto sempre è possibile alzarela testa e respirare il cielo, perchè credia-mo in un Dio che è gioia, vita e amore; unDio che privilegia l’abbraccio e il perdonoalle regole e alle punizioni.

Nel futuro il nostro impegno continueràin questa direzione, possibilmente avendo

in ogni consiglio parrocchiale una persona sensibile a tuttele povertà per poter conoscere anche quelle sofferenze chenon vengono rese manifeste. Questo anno vorremmo anchecostruire e mantenere una particolare vicinanza con coloroche soffrono, che sono negli ospedali e nei ricoveri per farsentire loro che sono sempre parte della nostra comunità eche non sono stati dimenticati.

Inoltre a gennaio dovrebbe rendersi di nuovo libero l’ap-partamento dedicato all’accoglienza e allora salvo imprevi-sti ricontatteremo don Pierluigi per rinnovare la nostra di-sponibilità.

A lei Padre vorrei chiedere, oltre alla condivisione ed alricordo nella preghiera due attenzioni particolari. La primaè rappresentata da una richiesta di formazione decentratasul territorio come abbiamo sperimentato negli anni passa-ti, la seconda è una sollecitazione ai suoi sacerdoti di unasollecita costituzione dei consigli pastorali ed economiciparrocchiali (sono ormai passati 45 anni dalla chiusura delconcilio). Consigli effettivi e non di facciata, per offrireun’immagine di trasparenza reale, per regalare, soprattuttoai giovani, l’occasione di un confronto che può rappresen-tare un esempio appetibile e trascinante.

Sono convinto che si sogni ancora un mondo migliore, piùgiusto, più equanime dove il mettere in comune le persona-li caratteristiche e diversità finalizzandole al bene sia an-cora attraente e realizzante.

E… grazie per questa sua visita!Massimo

continua da pag. 19

RELAZIONE AMBITO CATECHESI FORANIA DI AMPEZZO 2007-2010

Page 21: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

21

lezione. Volendo questo è molto più sem-plice e tradizionale,ma poco efficace so-prattutto con i preadolescenti(sempre piùpresto anche dopo la I Comunione) e gliadolescenti.

A Tolmezzo ci prepariamo a diventarecatechismo-accoglienza, questo rinnova-mento è sempre in corso, non ci sentiamomai abbastanza preparati, la strada è assolu-tamente nuova e la voglia di ritornare allavecchia dottrina è sempre presente.

La collaborazione con la famiglia è indi-spensabile, sono aumentati gli impegni deigenitori verso i figli e tra questi c’è anche ilcatechismo, i bambini vivono in un mondoche non comprende nè Dio né la tradizionecristiana,ma io ho grande speranza nei ge-nitori che non possono volere che il beneper i loro figli così desiderati, ritorno al di-scorso sulla sete della Parola del Signore,sono sempre più frequentati (non grandinumeri ma costanti) i corsi di catechesi pergli adulti.

Punto dolente: l’abbandono dei giovanidopo la Cresima(attenzione qualcuno re-sta,non parliamo sempre male dei giovani)è fisso in loro il luogo comune che finiti gliimpegni con la scuola dell’obbligo sianoterminati anche gli impegni con la Chiesa.Cosa dobbiamo fare?

La mia opinione, è di aspettare che passiil periodo dell’adolescenza per fare un beldiscorso con persone adulte e consapevolianche se poche,ma i genitori non sono d’ac-cordo. O hanno ragione i genitori e noi ca-techisti così facendo facciamo omissione disoccorso?

La religione cristiana non è più religionedi massa, però noi siamo il lievito, non pos-siamo né fare “setta”, né presentareun’“agenzia di servizi” dobbiamo comun-que accogliere tutti negli insegnamenti delVangelo, e, mi ripeto, il Suo tema cade pro-prio in maniera perfetta.

Dio ci benedica.

Con tanto affetto Claudia Lozza Referente ambito catechesi

Forania di Ampezzo

Forania di AmpezzoLe parrocchie che formano la nostra Forania sono: Forni di Sopra, Forni di Sotto, Sauris,Ampezzo, Socchieve, Enemonzo, Colza, Raveo e Preone.I referenti per la Pastorale Giovanile sono Emiliano Ermano e Gianni Cimador.

La situazione generale dei giovani nelle nostre comunità rispecchia quella di molte altrerealtà della Carnia, un territorio che inevitabilmente ha una forte specificità, con aspetti eproblematiche che lo rendono molto diverso rispetto alle altre zone del Friuli.I punti di forza sono l’esigenza di coerenza, la capacità di affetti autentici, di passioni eschiettezza, che rende i giovani raramente indifferenti, anche alla proposta religiosa, la fa-me di relazioni, di compagnia, di amicizie intense, la semplicità e genuinità, la persisten-za del senso di appartenenza al paese, la sobrietà nelle pretese, l’adattamento a quello cheoffre il territorio. Si tratta certo di personalità forti, non facilmente omologabili, determi-nati e capaci, se lo vogliono, di arrivare ad alti livelli, con una forte spinta a rendersi au-tonomi, non solo economicamente anche nel modo di pensare, a “fare da sé”, e quindispesso riservati e “chiusi”.I punti deboli sembrano per certi versi contraddire le qualità positive, ma le differenze so-no sottili e molte volte coesistono, anche perché oggi i giovani sono “di tutto, di più”.I problemi di fondo sono l’insicurezza affettiva, la mediocrità dei modelli e delle aspira-zioni, la debolezza del senso religioso e, più in generale, del concetto di sé, della propriaautostima: le idee su come realizzarsi e immaginare il futuro sono troppo limitate, di fia-to corto, ci si accontenta, non si coltivano i sogni e progetti di lungo periodo. In questosenso, si possono leggere anche, di riflesso, lo scarso spirito imprenditoriale del nostroterritorio, che porta a privilegiare le rendite sicure e immediate piuttosto che gli investi-menti e i programmi di lungo periodo, e il fatto che i giovani rischino poco, preferendoun posto più o meno sicuro in fabbrica, anche se i nostri paesi, rispetto alla popolazioneresidente, hanno un alto numero di studenti universitari e di laureati che spesso si distin-guono al di fuori della nostra realtà.L’incapacità di custodire i rapporti crea conflittualità e difficoltà a convivere con gli altri.Lo spiccato individualismo, tipico dei carnici, determina ancora barriere rigide e sospet-tosità: chi non corrisponde a certi “canoni” viene escluso e giudicato male. È ancora mol-to forte il senso identitario di appartenenza al paese, anche se la diminuzione della popo-lazione scolastica sta creando classi “miste”, in cui i ragazzi si confrontano.La qualità dei punti di ritrovo più abituali è discutibile: c’è poca scelta, e l’appartenenzaal Bar può far scivolare nella dipendenza dall’alcol, via di fuga dai problemi dell’insod-disfazione ma anche parametro di accesso e di legame al gruppo.Molti avvertono la scarsità di opportunità, di offerte per l’aggregazione giovanile anche solorispetto a Tolmezzo: questo suscita un “pendolarismo” non solo scolastico ma anche delle re-lazioni e delle esperienze; i gruppi di paese non sono più uniti e compatti come un tempo,anche se in alcune realtà come Ampezzo, Raveo, Forni di Sopra e Colza è forte un associa-zionismo giovanile che si occupa di organizzare eventi culturali o ricreativi per la comunità.Come nel resto della Carnia, anche nella nostra zona è rilevante il ruolo svolto dai Clubcalcistici a livello dell’aggregazione giovanile: la maggior parte dei maschi entra nellesquadre del “Campionato carnico”, una realtà con la quale le parrocchie hanno difficoltàa comunicare e a progettare insieme percorsi di crescita educativa.I valori più sentiti sono la fedeltà e la sincerità, e persiste il senso acuto di alcune diffi-coltà come quella degli spostamenti sul territorio, che rende difficile, o impossibile, lacontinuità dei rapporti o anche solo la possibilità di dedicarsi a qualcosa che appassiona,e quella dell’altrettanto difficile (e fisiologico) confronto con gli adulti: in genere i gio-vani amano la specificità della loro comunità, sanno apprezzare i vantaggi di un rapportoprivilegiato con la natura, non sono frustrati nel confronto con il modello “cittadino”, an-zi spesso vogliono diversificarsi, ma questa predisposizione di fondo positiva si scontracon l’incapacità del territorio di offrire risposte ai loro sogni e alle loro aspirazioni, percui l’eventuale trasferimento è il più delle volte costretto più che scelto e non impedisceil mantenimento di un forte legame.Nella nostra Forania, la progettazione e l’organizzazione di una Pastorale Giovanile si so-no sviluppate nell’ultimo decennio, anche grazie agli stimoli fondamentali dell’UfficioDiocesano di Pastorale Giovanile diretto da don Ivan Bettuzzi e all’esperienza per noi al-trettanto centrale del Laboratorio di pastorale giovanile della Carnia, animato a Tolmezzoa partire dal 2002 da don Alessio Geretti e da don Maurizio Michelutti (che ha operato daseminarista nella parrocchia di Socchieve tra 1993 e 1995, contribuendo alla formazione

RELAZIONESULLA PASTORALE GIOVANILE

segue a pag. 22

Page 22: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

22

di un gruppo di animatori ancora oggi impegnati) : questa secondaesperienza è stata a nostra memoria il primo tentativo di creare unarete di operatori parrocchiali nel settore giovanile in Carnia, conl’obiettivo di metterci in dialogo, di farci conoscere le caratteristi-che del territorio per poi poter operare in esso con efficacia. A que-sto progetto, che nel tempo ha perso vigore, abbiamo fortementecreduto, anche perché ci ha aiutato a mettere insieme le risorse e adavere quell’entusiasmo che spesso le nostre situazioni di parrocchiaci diminuiscono, dovendo le stesse persone farsi carico di più am-biti e trovando scarsa disponibilità da parte dei giovani a collabora-re nell’animazione.Siamo fermamente convinti che si debba potenziare un coordina-mento della Pastorale giovanile nella zona dell’Alto Friuli, perchéper le nostre comunità è più naturale confluire a Tolmezzo che aUdine, percepita come lontana ed effettivamente più difficilmenteraggiungibile: a prova di questa esigenza condivisa è l’alta frequen-za dei partecipanti agli incontri per catechisti e animatori organizza-ti dalla parrocchia di Tolmezzo all’inizio di ogni anno pastorale.Con l’Ufficio di Pastorale Giovanile Diocesano il rapporto è ormaiintenso e consolidato negli anni, anche se non sempre riusciamo atrasmettere nel territorio l’importanza di partecipare a esperienze ec-clesiali che si svolgono al di fuori dei nostri ristretti confini: pur nonottenendo sempre i risultati sperati, ci sia-mo impegnati molto per coinvolgere i gio-vani a partecipare alla GMG di Colonia nel2005, all’incontro dei giovani col Papa aLoreto nel 2007, alle Veglie in Cattedrale aUdine, al Convegno di Pastorale Giovaniledi Lignano. Spesso l’eccessiva identifica-zione dei più giovani con le nostre comu-nità di appartenenza crea in loro dei disagia confrontarsi con le altre realtà, mentre al-trove questa apertura è ricercata: anche perquesto è importante ridare peso a esperien-ze come quelle del Laboratorio di pastoralegiovanile della Carnia, che ha prodotto, tra l’altro, due grandi incon-tri dei giovani della Carnia nel 2003 e nel 2004 e gli appuntamenti iti-neranti delle veglie di avvento e di veglie in altri periodo dell’anno.Nelle riunioni presso l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, acadenza mensile, viene data voce a tutti, la “fitta” corrispondenza ele e-mail contribuiscono a mantenere i contatti e a informare chinon c’era di quello che è stato deciso: è un contatto che per noi harappresentato un vero e proprio salto di qualità, perché sentiamol’esigenza di un supporto esterno, anche metodologico. Sono stativissuti molto intensamente i momenti di formazione, preghiera,programmazione e verifica.Quello che, a nostro avviso, manca, è un appoggio più convinto daparte di molti dei nostri sacerdoti alle proposte diocesane: ad ecce-zione del Foraneo, spesso ci troviamo da soli a promuovere e soste-nere le iniziative che vanno oltre i confini della parrocchia. Tuttoquesto è legato anche al fatto che noi referenti non incontriamoquasi mai i sacerdoti: l’unica occasione che ci vede riuniti è la pro-grammazione di inizio anno pastorale, che spesso rappresenta l’u-nico consiglio foraniale durante l’anno.Paradossalmente c’è più comunicazione con gli Uffici diocesani chefra parrocchie e ambiti diversi: per questo bisogna ottimizzare il ca-lendario esistente e chiarire quali sono le priorità. Sicuramente pesala mancanza dei referenti della Pastorale familiare e della Liturgia.Nonostante l’opportunità di una importante presenza salesiana aTolmezzo, non siamo ancora riusciti a creare un dialogo con essa ea stimolare una ricaduta significativa nelle nostre parrocchie, se sifa eccezione della Festa dei ragazzi della Montagna o dei Musicalallestiti dalla Compagnia teatrale dell’Oratorio, eventi che comun-que si svolgono sempre a Tolmezzo: i giovani che fanno esperienzein Oratorio il più delle volte interrompono il rapporto con la par-

rocchia di origine e non mettono al servizio di essa il patrimonioche li ha arricchiti. Sentiamo la necessità di una maggiore disponi-bilità dei salesiani ad aiutarci nelle nostre realtà parrocchiali, vistala loro straordinaria competenza nel settore giovanile e visto che,anche per quanto riguarda le strutture e la disponibilità di animato-ri, partiamo sicuramente sfavoriti.Soprattutto ad Ampezzo e nell’ambito delle attività estive, la par-rocchia ha favorito una proficua collaborazione con gli operatoridei Centri estivi finanziati dal Comune e registriamo la disponibi-lità a collaborare da parte degli operatori della coperativa “Itaca” diTolmezzo, coordinati dalla dottoressa Paola Dario e promotori di si-gnificative esperienze di aggregazione giovanile e di animazione aidisabili: anche nell’ottica di una promozione di stili di vita “sani”(è forte la mitologia dell’alcol), sentiamo l’urgenza di collaborarecon gli altri soggetti educativi.Nell’ambito della Forania, esiste una collaborazione ormai trenten-nale nelle varie realtà legate ai trascorsi sacerdotali di Mons. PietroPiller (cappellano ad Ampezzo prima, poi sacerdote a Socchieve ea Sauris, infine monsignore e vicario foraneo ad Ampezzo a parti-re dal 2002). I legami con le altre comunità sono invece più deboli.La nostra difficoltà principale, non ancora superata, è di trovare al-meno un referente laico per ogni Parrocchia e poter così costituireuna sorta di Consulta giovanile foraniale che ci consentirebbe unampio dibattito sui progetti, una “ottimizzazione” delle risorse e

delle iniziative, la possibilità di avere unriferimento in ogni paese per informare igiovani e stimolarli: non è stato perciòpossibile ancora fare un lavoro continuati-vo, proprio perché mancano le persone.A Forni di Sopra ci fa da tramite la refe-rente foraniale per la Catechesi (ClaudiaLozza), a Raveo collaboriamo con la cate-chista dei ragazzi delle medie (Luisa Zu-liani), molto sensibile ai progetti foraniali.A Enemonzo c’è Matteo Rupil, un ragaz-zo non vedente che ha seguito i giovanicresimandi e che ora si appresta a iniziare

il noviziato presso i Salesiani. A Forni di Sotto, Sauris, Preone e Col-za non abbiamo nessun aggancio. Questa mancanza e il fatto di nonavere dei referenti ufficiali compromettono le comunicazioni e larealizzazione dei progetti comuni. A parte l’impegno di singoli, que-sta necessità di “mettersi in rete” è avvertita poco dalle comunità, afronte dei problemi interni sempre più urgenti.Altre due difficoltà che incontriamo sono i numeri e le distanze.Siamo penalizzati dalla denatalità: ci sono annate nelle quali il nu-mero delle nascite non consente neppure di formare una classe sco-lastica. Se questa tendenza può variare e va affrontata con ottimi-smo, lo stesso non si può dire per le distanze, sia tra le nostre co-munità (15-20 chilometri di strada di montagna l’una dall’altra, conmaggiori difficoltà nel periodo invernale), sia fra noi e Udine (dai70 ai 100 chilometri per i più lontani).Vivere ai margini della Diocesi spesso preclude la partecipazione amolte proposte come le serate “Arché” di Codroipo, il Convegno diLignano, incontri di formazione e Veglie di preghiera: anche perquesto sottolineiamo la necessità di un occhio di riguardo per la no-stra situazione, molto più svantaggiata nel suo complesso, anchedal punto di vista “strutturale” e dalle inevitabilmente minori pos-sibilità di proposte che aiutino i giovani a esprimere i loro talenti.Un altro fattore problematico è il coinvolgimento dei giovani dopo laCresima, quando si verifica il quasi totale abbandono di una praticareligiosa continuativa: è un’emorragia dovuta anche al destino di chisi qualifica e si diploma. Gli studenti che scelgono l’Università nonsono più presenti nella realtà ecclesiale, anche per ragioni di impos-sibilità: spesso questi giovani sono i più sensibili ai discorsi religiosie sono quelli che potrebbero dare una testimonianza più attiva nel-l’animazione, ma inevitabilmente perdiamo la maggior parte di essie non siamo in grado di progettare percorsi più personalizzati, in

continua da pag. 21

Page 23: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

23

quanto mancano dei leader propositivi, coerenti, che sappianoprendersi delle responsabilità, figure che il carattere dei carnicinon agevola, anche per la tendenza a sottostimarsi.Ancor più complesso è il rapporto con i giovani operai che spes-so esprimono una spiccata sensibilità per l’associazionismo (peresempio negli Alpini e soprattutto nella Protezione Civile), masono lontani dalla Chiesa: percepiamo in molte occasioni unaforte attenzione da parte loro e una disponibilità a collaborare ne-gli aspetti pratici, ma nello stesso tempo un senso di inadegua-tezza, di disagio nei confronti del modo di operare in ambito par-rocchiale. Siamo molto in difficoltà quando si tratta di pensare ainiziative e percorsi che si rivolgano ai giovani lavoratori, più in-teressati forse ai dati dell’esperienza che a discorsi teorici: in-dubbiamente rischiamo spesso di progettare in un’ottica troppoelevata e chiusa al nostro punto di vista, ma i tentativi di aprirsie capire meglio la situazione si sono spesso rivelati improduttivi,anche perché non è facile scrollarsi di dosso una certa etichetta“clericale” che nei nostri paesi rende già impossibile all’inizio unconfronto sulle proposte.Riteniamo perciò inevitabile privilegiare i rapporti di amicizia,facilitati dalla dimensione familiare del nostro contesto, anche seè per noi motivo di grande sofferenza vedere che la fascia deigiovani tra i 20 e i 30 anni, quella con il potenziale di energie edi idee più alto, non partecipa attivamente alla vita ecclesiale,con un debole ritorno soltanto nel caso di esperienze familiari(Battesimo, Comunione dei figli): in questo caso, c’è forse ancheun limite nei linguaggi con cui la parrocchia si avvicina ai gio-vani, sentiti come “vecchi”, e certo anche la possibilità di un si-to internet foraniale potrebbe produrre qualche buon risultato ecoinvolgere i giovani più sensibili al discorso informatico.In questi ultimi anni abbiamo puntato soprattutto su alcune attività:- L’apertura e chiusura dell’anno pastorale a livello foraniale, non

solo tra operatori ma con tutta la comunità (una domenica nellaquale la Messa delle 10.30, animata dai ragazzi, si celebra in unasola parrocchia, ogni anno diversa, dove tutti confluiscono).

- La partecipazione al gioco/percorso catechistico diocesano(soprattutto per quanto riguarda le parrocchie di Ampezzo,Socchieve e Raveo).

- L’unione di classi catechistiche di parrocchie limitrofe perquanto riguarda i ragazzi delle Medie, che favorisce l’unionedelle forze, dei ragazzi, e un maggiore entusiasmo.Gli incontri di catechesi itineranti per i giovani nei tempi forti,che ci hanno permesso di renderci conto delle comunità con igruppi più collaudati.

- La “Cine/Cena”, ovvero il film più la cena, un’iniziativa pertutti i giovani della Forania, organizzata nella Canonica di Soc-chieve che ci sembra lo spazio più adatto anche per progettareun’esperienza di oratorio foraniale, nel quale però è richiestauna sinergia tra animatori e una mobilità sul territorio che nonsempre sono facilmente sostenibili.

- I campeggi estivi a Sappada, un’esperienza ormai collaudatis-sima grazie all’impegno di Mons. Pietro Piller e di alcuni ani-matori molto motivati.

- Le Veglie per i giovani della Montagna, sempre itineranti sulterritorio.

Sicuramente il quadro delineato avrebbe bisogno di ulteriori spe-cificazioni e di una maggiore attenzione per le sfumature. Ci ren-diamo conto delle grandi potenzialità che i giovani del nostro ter-ritorio hanno, della necessità di avere in loco persone che faccia-no un lavoro di lungo periodo, perché ogni piccola conquista siperde con grande facilità. Ci rendiamo conto della necessità diavere competenze per creare percorsi diversi in una società sem-pre più frammentata. Contiamo tuttavia sulle grandi risorse di so-brietà, genuinità, attenzione alle cose che valgono, che i giovanidella nostra terra non mancano di manifestarci.

Emiliano Ermano e Gianni Cimador

Abbiamo cominciato nel lontano 1994 con il primo viaggio delmonsignor Pietro con un gruppo di volontari per un’esperienza in Bo-livia, ad Ayacucho (Santa Cruz della Sierra), presso la missione di pa-dre Ermanno Nigris nostro conterraneo.

Nel 2000 un nuovo gruppo di15 persone sempre guidato dal nostroparroco, parte per la missione ma le cose non si fermano lì; al nostroritorno dopo aver toccato con mano le necessità, abbiamo pensato didare un aiuto concretto e continuativo, a questa gente semplice e ras-segnata al loro destino.

Un cammino che ha fatto germinare gesti di dono, di condivisione,di accoglienza e di presenza.

Le comunità sono cresciute nella consapevolezza di essere aperte almondo; le persone hanno sperimentato la gioia di dare una mano a chiha bisogno, il povero ha potuto comprendere il linguaggio dell’amoree della solidarietà. La condivisione ci fa sentire appartenenti alla stes-sa famiglia di Dio, senza confini, che fa carico di ogni fratello e simette con gioia a camminare con chi incontra.

In questi anni molte persone delle nostre parrocchie hanno accoltonel cuore il messaggio della solidarietà e sono impegnate in varie at-tività, facendo pesche di beneficenza, mercatini, donando tempo e de-naro per sostenere i missionari nelle loro opere.

Non si fanno progetti megagalattici ma cerchiamo di venire incontroalle loro necessità. I passi sono piccoli, però nella vita delle persone c’èsempre un momento per incominciare, basta dare a loro la spinta giustadel “via”, ma anche saper aspettare e capire il loro mañana (domani).

Si è creata un’amicizia reciproca, un dialogo, e abbiamo comincia-to a comprendere e apprezzare i loro usi e costumi.

Nel corso degli anni le persone sono cresciute, partecipano ai pro-getti, condividono le comuni problematiche ed insieme trovano solu-zioni,:non si limitano a ricevere passivamente gli aiuti ma cercano dicollaborare con chi tende loro una mano.

La carità è silenziosa, non ha bisogno di parole e riconoscimenti,ma in quest’ occasione è giusto dare un reso conto di quanto è statorealizzato in questi anni, ma la cosa più importante è che abbiamo la-sciato un segno di speranza,e affiancato gli ALTRI nel non facileviaggio verso la dignità.

Nella missione di padre Nigris abbiamo avviato un progetto di soste-gno a distanza, creati laboratori di taglio e cucito, corsi di alfabetizza-zione, economia domestica, progetti salute, coltivazioni di orti comuni-tari, costruite scuole, chiese, e case in sostituzione delle malsane ca-panne, partecipato alla costruzione di una casa di accoglienza perragazze, e annualmente nostri volontari prestano servizio in missione.

Inoltre i nostri aiuti sono suddivisi anche per altri progetti già in at-to: il Progetto pane e latte e l’orfanotrofio delle suore Rosarie, i cam-pesiños di suor Fulvia, i bambini denutriti del centro di San Carlosdelle suore della Provvidenza, i bambini di strada di padre Brunelli, lascuola per piccoli sordomuti Virginia Madriz.

Ma la cosa più importante è che non portiamo solo aiuti per i biso-gni materiali, ma sentiamo il dovere di trasferire a loro anche buonisentimenti affinché possano costruire la loro società nel modo che ri-teniamo migliore, quello cristiano. Abbiamo dimostrato di essere ca-paci di donare speranza in modo che le ingiustizie della vita non pos-sono demolire i sogni di nessuno.

Tra poco torniamo a partire per quella terra da noi tanto amata, do-ve il sole scalda alla dismisura, le fatiche sono grandi ma alla sera rin-grazi il Signore per averti dato questa passibilità di poter condividereanche per poco la vita con questi nostri fratelli dimenticati.

Despina Ritsou – referente gruppo missionario

RREELLAAZZIIOONNEEDDEELL GGRRUUPPPPOO MMIISSSSIIOONNAARRIIOODDEELLLLAA PPAARRRROOCCCCHHIIAA DDII AAMMPPEEZZZZOO,,SSAAUURRIISS EE SSOOCCCCHHIIEEVVEE

Page 24: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

24

Lodevole l’iniziativa del locale Gruppo Alpini che ha pensatodi rivisitare le antiche ancone, già riportate all’antico splendore,restaurandole, negli anni scorsi. Esse si trovano nel comprenso-rio comunale posto sul lato sinistro del torrente Lumiei e più inparticolare dal “Puinton” (il ponte sul Lumiei) alla forca di Pa-ni, nel territorio circostante gli abitati di Oltris e Voltois.

La visita-pellegrinaggio alle antiche “maine” si è svolta, inuna mattinata di sole, sabato 3 luglio ed è culminata con la ce-lebrazione della S. Messa presso il “Crist da la Riuta” a cui hapartecipato un folto gruppo di fedeli. Crocifisso di notevoli di-mensioni, collocato su un piedistallo dove inizia la salita cheporta a Oltris e, nel desiderio dei nostri padri, posto a prote-zione di entrambe le frazioni di Ampezzo (Oltris e Voltois).

Per far conoscere l’iniziativa ed illustrare il percorso denomi-nato “sentiero delle maine”, è stato prodotto e distribuito un de-pliant essenziale, con l’immagine fotografica di ogni singola an-cona, la descrizione e l’ubicazione sul percorso turistico-cultu-rale ove i padri le hanno erette. Alcune di esse sembrano uninvito ad allargare lo sguardo alla contemplazione del paesaggiocircostante, altre si mostrano quasi a conclusione di uno sforzoe fatica nel salire alla sommità di un’erta, altre ancora stanno al-la confluenza di più sentieri nel luogo privilegiato per ritrovarsi,attendersi o soffermarsi per elevare una preghiera.

Ma è soprattutto sul significato di questi singolari manufat-ti votivi “maine” che è importante riflettere e meditare. Ac-cenniamo solo ad alcuni spunti. Le ancone sono dedicate aCristo, alla Vergine, ai Santi cari alla devozione cristiana ed in

“Da pît da la Cleva, davant dal Crist da la Riuta”

questo contesto esse sono segni e testimonianze di una reli-giosità popolare antica. Riproponendole all’attenzione deicontemporanei del posto o dei turisti che visitano questi luo-ghi sovente nei mesi estivi, certamente si è voluto dare visibi-lità ad un patrimonio culturale e religioso dei nostri paesi epiccoli borghi di montagna. Restaurandole, gli alpini hanno in-teso allungare la loro vita sottraendola all’incuria ed usura deltempo. Esse sono pagine aperte che parlano della fede, del la-voro, della vita dei nostri padri. Raccontano storie ed espe-rienze umane intessute di sacrifici, fatiche, disagi ma anche dicoraggio e di volontà di non arrendersi. Esse parlano ancora:ognuna di esse ha una storia, un messaggio da affidare all’e-terno, sarebbe una perdita grave se queste storie e messaggiandassero dimenticati. Ai loro piedi i nostri padri hanno sosta-to, pregato, ripreso forza, deponendo i loro zaini, le loro slitte,i loro arnesi da lavoro… Di quante fatiche, speranze e lacrimeesse sono testimoni!

Il depliant, certo, è una piccola utile guida per i turisti chehanno privilegiato i nostri paesi per le loro ferie ma, prima epiù ancora, è un invito per tutti noi residenti, spesso distratti esuperficiali, a riflettere su un patrimonio umano affidatoci dainostri padri.

Nello spirito del tempo che stiamo ora vivendo (l’Avvento),ci sembra che anche esse (ancone) rivelino a noi pellegrini sul-la terra il senso cristiano della vita. Per dirla con don Erman-no “ognun i vin un troi di fâ, cul rosari in man, cul flât qualchivolta a bon, qualchi volta a curt …”.

Page 25: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

25

Agli alpini che hanno dato la loro opera per la buona riusci-ta di questa nobile iniziativa, un corale e sentito grazie da par-te di tutti. Essi sì che trovano sempre nuovi modi e motivi peressere vicini alla loro comunità e attaccamento alla loro terra.“Bravi Alpini”!

don Rino

“AMPEZZO NEL NOVECENTO”COMPLETA LA STORIA

DEL NOSTRO PAESEIl 9 gennaio 2010, nella Sala principale della Scuola Mater-

na, si è formalmente concluso il percorso di ricerca e di divul-gazione a carattere scientifico sulla storia di Ampezzo, che iDimpecins a Udin hanno avviato e condotto in unità d’intenticon le Amministrazioni comunali avvicendate in successione,e che ha portato alla realizzazione di uno strumento conosciti-vo del paese, che ben poche località possono vantare.

Quindici anni fa, con manifestazione analoga avvenuta nelmedesimo luogo, era stato presentato un primo volume, “Am-pezzo Tempi e Testimonianze”, entrato poi in ogni famigliaampezzana e diffuso ampiamente anche fuori di qui.

Vi sono raccolti i risultati degli studi compiuti da un gruppodi ricercatori dell’Università di Udine sulle vicende e sui pro-blemi della storia di Ampezzo dall’alto medioevo fino agli ini-zi dell’età contemporanea (gli inizi del Novecento), conseguiticon l’assistenza e sotto il coordinamento di un Comitato Scien-tifico interdisciplinare di docenti della stessa Università.

Si tratta di dieci capitoli densi di notizie che, riguardo a quelperiodo, forniscono un quadro ricco e mosso del nostro paesee della sua gente, attraverso l’illustrazione dei principali aspet-ti geografici, toponomastici, linguistici, demografici, sociali,politici ed ecclesiastici, senza tralasciare le strutture ammini-strative, l’economia e l’arte.

Più di recente, la ricorrenza dei vent’anni della perdita di Sa-ra Spangaro, figlia di Gjovanin e di Loretta, avvenuta nel 1988ad appena 23 anni d’età – al cui ricordo già era dedicato il pri-mo volume – ha fornito l’occasione per riprendere il progettoiniziale e portarlo alla sua naturale conclusione, con l’indagareanche le vicende e le mutazioni che hanno caratterizzato il No-vecento ampezzano, ricco di eventi tali e di tanto significato,da legittimare la convinzione che la storia di Ampezzo può es-sere assunta a paradigma della società del ’900 carnico e, perdeterminati aspetti, di quella alpina.

Il lavoro svolto si è prolungato per oltre due anni, ha tenuti im-pegnati intensamente gli studiosi autori della ricerca, apparte-nenti ancora all’Università di Udine e sempre guidati da ungruppo di docenti del medesimo Ateneo, ed ha coinvolto in mi-sura diversa l’intero paese, quale fonte primaria d’informazione.

È stato così possibile produrre un secondo volume di 480 pa-gine complessive, “Ampezzo nel Novecento”, pure dedicato aSara. È costituito da 18 capitoli frutto di 20 diversi autori, or-ganizzati all’interno di cinque rubriche principali (storica, so-ciale, economica, ambientale, culturale) e comprende oltre 260immagini illustrative per lo più inedite, note e bibliografia ra-gionata per ciascun tema trattato, riassunti in lingua italiana,inglese, friulana e in variante dimpecina.

I relativi costi, di ricerca e di stampa, hanno trovato copertu-ra integrale grazie ai finanziamenti reperiti presso soggetti edenti privati e pubblici, cosicché per la comunità locale l’opera-zione si è conclusa in tempi relativamente rapidi, senza doversostenere in pratica alcun onere.

La presentazione ufficiale della monografia è potuta così av-venire appunto nella serata del 9 gennaio scorso, attraversol’efficace sintesi che ne ha effettuato il prof. Fulvio Salimbeni,del Dipartimento di Scienze Storiche e Documentali dell’Uni-versità di Udine, davanti al pubblico ampezzano che gremiva

segue a pag. 26

Page 26: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

26

continua da pag. 25

l’aula. Erano presenti – tra gli altri – e sono intervenuti a com-mentare l’evento il Presidente della Giunta regionale RenzoTondo, il Sindaco di Ampezzo Michele Benedetti, il prof. An-drea Zannini in rappresentanza del Rettore dell’Università friu-lana Cristiana Compagno, e mons. Pietro Brollo, Arcivescovoemerito di Udine e già parroco ad Ampezzo.

La manifestazione ampezzana era stata preceduta da una an-ticipazione in Udine il 19 novembre 2009, quando il professorSalimbeni aveva illustrato i contenuti principali dell’opera nel-la sala Convegni della Fondazione CRUP affollata di gente.

Fin dal suo apparire, il libro ha trovato ampio riscontro nellastampa locale, che ha presentato un nutrito repertorio dei suoicontenuti ed espresso su di esso pieno apprezzamento. Non siè mancato di sottolineare come Ampezzo abbia conseguitaun’opera, che possiede tutte le caratteristiche per suscitare l’in-teresse del pubblico più vasto e si pone quale pietra miliare nel-la tradizione culturale del paese, con l’obbiettivo ultimo di con-tribuire alla salvaguardia della sua identità e alla sua più diffu-sa conoscenza.

In realtà, il risultato del lavoro compiuto si presenta ora al-l’esame più impegnativo, la valutazione dei Dimpecins che,avuto il libro tra le mani e prendendo visione del contenuto,meglio di chiunque altro possono giudicare nel merito peresperienza diretta su una materia, quella trattata, che per ragio-ni di prossimità è ricca di rimandi a più intense memorie per-sonali e familiari.

Ciò che la monografia descrive è naturalmente una dellepossibili rappresentazioni di Ampezzo e della sua gente lungoil corso del XX secolo, un affresco non certo esaustivo dellarealtà, che ad alcuni può anche rivelarsi sbiadita o incompleta,per qualche aspetto. Coloro che hanno dato in questo modol’avvio, hanno fatto del loro meglio, profondendo al riguardo ilmassimo impegno, ben consci che altri possono continuarelungo questa linea: a nessuno è proibito di fare qualcosa di piùcompleto e di ancora migliore. L’augurio che ci facciamo è in-fatti che “Ampezzo nel Novecento” diventi “il nostri libri”, illibro cioè che appartiene a ciascuno di noi, quello che apriamocon frequenza, non solo per trovare nel passato le ragioni delnostro essere attuale, ma per individuare anche motivi di fidu-cia, che ci guidino nell’avvenire.

Eros Martin

“DA 150 ANNI... SUI PASSIDELLA DIVINA PROVVIDENZA”

“Dal Signore è stato fatto questoed è meraviglioso ai nostri occhi”

Con questo spirito gioioso le Suore Francescane Missio-narie del Sacro Cuore annunciano il loro giubileo di fonda-zione.

Nella casa Generalizia “Asisium” Roma, il giorno 14 no-vembre 2010 e lo stesso giorno in Casa Madre S. Maria de-gli Angeli di Gemona c’è stata la solenne apertura dell’an-no giubilare con un ampio e significativo Simposium e conuna celebrazione liturgica.

Noi suore che operiamo qui ad Ampezzo chiediamo allacomunità di unirsi a noi nella preghiera per ringraziare ilSignore per i tanti benefici ricevuti un questi 150 anni dipresenza e servizio nella chiesa e nel mondo.

La nostra celebrazione Giubilare si protrarrà per tuttol’anno e ci donerà la gioia di rivisitare la luminosa storiadella nostra Congregazione guidata sempre dai segni dellaDivina Provvidenza.

Fare memoria del passato richiede anche un grande im-pegno, quello di ravvivare la fiamma del carisma nella no-stra vita personale e in quella di quanti avviciniamo.

Chiediamo a Dio Provvidente che continui a benedire eda proteggere l’Istituto con il dono di vocazioni alla vita diminorità e letizia francescana.

Grazie per tutto quello che fate con noi e con la chiesa diAmpezzo e per le preghiere che quotidianamente elevate.

Il Dio fatto Bambino esaudisca ogni vostro desiderio. Avoi tutti auguriamo Pace e Bene.

Le suore

La pubblicazione di Ampezzo nel Novecento promette di avere rica-dute importanti per la promozione del nostro territorio.Una delle principali tematiche che la monografia ha richiamato al-l’attenzione, quella della breve ma intensa esperienza della Zona li-bera della Carnia e dell’Alto Friuli, che nel 1944 ha avuto in Ampez-zo il suo capoluogo, ha infatti ora motivato l’Università di Udine apromuovere un progetto culturale di ampio respiro, incentrato propriosu tale vicenda, che presenta elementi storici paradigmatici e antici-patori di scelte democratiche realizzate più oltre e culminate con lapromulgazione della Castituzione della Repubblica italiana.Sono annunciati fondamentalmente quattro momenti forti del proget-to, che dovrebbe svilupparsi tra Ampezzo, Tolmezzo e Udine nel corsodel 2011, in concomitanza con le celebrazioni per i 150 anni dell’u-nità d’Italia: un convegno scientifico di alto profilo, per analizzarequel periodo storico alla luce del rapporto tra Resistenza e popola-zione; un film-documentario, per la ricostruzione dei momenti storicidella Zona libera; un percorso didattico, dedicato alle scuole; un per-corso di turismo culturale, che della Carnia permetta in sostanza difar conoscere non solo la storia.L’iniziativa ha ricevuto il sostegno della Regione Friuli Venezia Giu-lia e il patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Consigliodei Ministri.

Page 27: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

27

La lampada del 150º nella cappella di Ampezzo. Alcune suore rosarie vicino al busto del fondatore.

SI È SPENTO PADRE RENZO BONÈ mancato improvvisamente. Era parroco a Forni di Sopra

FORNI DI SOPRA (21 febbraio, ore 15.15) - Chiesa friulana in lutto. Padre RenzoBon, 79 anni di Udine, è stato trovato morto nella sua canonica di Forni di Sopra, ilpaese che aveva adottato dopo tanti anni passati in missione in Congo.Saveriano, padre Bon è stato ordinato il 16 marzo 1957. Dal 1997 al ’99 ha prestato ser-vizio come vicario parrocchiale a Latisanotta e prima, per 5 anni, con lo stesso incari-co a Paderno. «Era una persona riservata a cui tutto il paese era molto affezionato an-che perché è importante la presenza di un sacerdote nelle nostre comunità», affermaClaudia Lozza, catechista e stretta collaboratrice di padre Renzo. A Radio Spazio 103Lozza ha raccontato anche del grande impegno missionario del Saveriano e della sua

attenzione per la liturgia, del suo impegno per ripristinare celebrazioni andate in disuso, come le rogazioni e la pro-cessione del Corpus domini.«Il suo sogno era di sistemare la Madonna della Salute – ricorda Aurelia Cella, da 45 anni sacrestana a Forni –, dice-va sempre che una volta realizzato avrebbe potuto andarsene, e così è stato».I funerali di padre Renzo Bon saranno celebrati dall'Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato giovedì 24 febbraio,alle ore 10, nella chiesa di Forni di Sopra.

Page 28: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

28

NELLA LUCE DEL CRISTO RISORTOLettera pasquale alla comunità di Forni di Sopra

to per il suo arrivo nella casa del Pa-dre. Il cristiano vive questo parados-so alla luce della risurrezione: pian-ge per chi non è più fisicamente pre-sente con tutta l’umanità che gli èpropria, ma gioisce, con la luce del-la fede, perché contempla la sua pre-senza accanto al risorto nella nostrapatria vera.

Questa è la forza, la gioia e la lu-ce della Pasqua. So che non sentiròpiù quella quasi giornaliera telefo-nata, non c’è più quella sua vitalitànelle nostre congreghe come nellavita della nostra comunità, ma soche ho un altro intercessore in cielo,so che abbiamo un fratello che haraggiunto la meta.

Ci ha passato il compito di conti-nuare ad essere testimoni della ri-surrezione e di vivere pienamente ilnostro ruolo nella Chiesa. I suoiconfratelli saveriani, per ora hannoraccolto il testimone nel ministeropastorale con la comunità di Fornidi Sopra e lo Spirito che guida laChiesa porterà consiglio a loro e alnostro Arcivescovo per il domanidella nostra comunità. Per quelloche mi compete, come vicario fora-neo e secondo le direttive dell’arci-vescovo, anch’io vi sarò più vicino,assieme a don Aldo. Un compitogrande spetta ora al consiglio pa-storale e a quello per gli affari eco-nomici.

Questi consigli sono investiti diuna responsabilità per l’evangelizza-zione, la vita spirituale e la gestionedelle incombenze pratiche dellaChiesa che è in Forni di Sopra. Devodire che ho trovato tutti veramentedisposti ad assumere il proprio com-pito, con generosità e con fede. Ave-te poi la preziosa presenza di duesuore che si dedicano alla comunità.

Il Vicario generale mons. GuidoGenero ci ha detto che l’Arcivesco-vo intende provvedere in modo sta-bile ad un pastore per la comunità diForni di Sopra entro l’anno. Noidobbiamo pregare perché questo di-venti possibile e nel frattempo conti-nuare il nostro cammino con quegliappuntamenti, quelle attività forma-tive, nell’ambito della catechesi, del-la liturgia, della carità, della pastora-

le giovanile e familiare e con le ini-ziative per la comunicazione setti-manale e periodica che hanno fun-zionato fino ad oggi. Lo stile missio-nario di Padre Bon puntava moltosulla cooperazione e corresponsabi-lità dei laici in ogni settore.

Sono convinto che dal cielo guar-da compiaciuto l’impegno della suagente e con il suo spirito ci sostienenel vivo ricordo di quanto ha fattoperché il Vangelo sia conosciuto evissuto tra noi. D’altra parte noi ab-biamo notato come negli anni avevaalimentato un vero affetto per Fornidi Sopra, per la sua gente, per le suechiese come per le sue montagne.In qualche mattinata bella sia d’in-verno che d’estate mi telefonavadescrivendomi lo splendore dellaneve fresca o la bellezza delle mon-tagne, oppure i bei momenti di festanelle principali ricorrenze della co-munità.

Si, in cielo abbiamo un altro pa-store che ci vuole bene. Io ricorderòsempre alcuni momenti speciali, co-me quello del pellegrinaggio diLuggau con il suo saluto e la sua ac-coglienza, la festa della Madonnadella Salute alla quale spesso miaveva invitato e la solennità dell’As-sunta, dove accompagnavo ormai daanni l’arcivescovo di Gorizia assie-me a quello di Udine per celebraresolennemente nella parrocchiale diForni di Sopra. Concludo rinnovan-do a tutti voi l’augurio di viverequesto momento personale e comu-nitario della nostra storia alla lucedella Pasqua.

Il nostro sguardo abbracci le vi-cende della diocesi e del mondo inun desiderio vivo di fede, di speran-za e d’amore per tutti.

Un augurio speciale a tutte le per-sone che hanno particolarmente bi-sogno di una parola di speranza co-me gli ammalati, coloro che sonocolpiti dalla durezza della vita o dal-lo smarrimento interiore. Un augu-rio a tutti coloro che sono lontanidalla propria casa. La luce della San-ta Pasqua illumini tutti.

Con stima ed affetto.

Mons. Pietro Piller

La Pasqua illumina la nostra vita ela nostra morte con la visione del Pa-radiso. Diceva Massimo di Torino(Discorsi 53,1-2): “In questo giorno,per opera della risurrezione di Cristogli inferi aperti restituiscono i morti,la terra rinnovata fa germogliare ri-sorti, il cielo dischiuso accoglie chisale. I corpi dei Santi entrano nellacittà santa (Mt. 27,53) i morti ritor-nano tra i vivi (Mt. 27,52) e in uncerto senso tutti gli elementi alla ri-surrezione di Cristo progrediscono esi innalzano. Gli inferi inviano in al-to quanto racchiudono, la terra inviaal cielo quelli che ha sepolti, il cielopresenta al Signore quelli che acco-glie e, con una sola operazione, laPassione del Signore innalza dalprofondo, solleva dalla terra e collo-ca nell’alto dei cieli.

La risurrezione di Cristo è infattivita per i morti, perdono per i pecca-tori, gloria per i Santi”. Mi piace ri-correre alle espressioni di quei gran-di uomini di fede come i padri dellachiesa, che riescono a descrivere, nelcommento alla Parola del Vangelo,ciò che nessuna nostra espressioneriesce ad esprimere. Solo l’affida-mento pieno della fede al Signore cipuò aiutare in questo. La gioia dellaPasqua è immensa e illumina la vitae la morte cantando nella gioia iltrionfo della vita nella potenza dellarisurrezione.

In questa luce della Pasqua noileggiamo anche gli avvenimenti del-la nostra vita, della vita dei nostri ca-ri, della vita della nostra comunità.Quest’anno la vita della nostra co-munità è segnata dalla improvvisamorte di Padre Renzo. Colui che tranoi aveva il compito degli apostoli;di rendere presente con la predica-zione del Vangelo e con i Sacramen-ti la gioia della Pasqua, è stato chia-mato a partecipare di quella realtàche ha annunciato nella sua vita, danoi e in terre lontane, concludendo igiorni della sua presenza fisica inmezzo a noi. Gli abbiamo cantatocon tono mesto “l’ultim salut” maanche l’“Exultate Deo”. Qualcunoha versato qualche lacrima e non mivergogno di dire che anch’io ero traquelli, ma nella fede abbiamo esulta-

Page 29: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

29

P. Renzo Bon ci ha salutati definitivamente in questa vita terrena.Lo incontreremo ancora nella vita che Gesù ha aperto al di là dellamorte e che dona a chi cammina secondo la sua volontà e si affida al-la sua misericordia. Siamo riuniti nella chiesa parrocchiale di Forni diSopra per invocare per p. Renzo la grazia di essere accolto da Gesù ri-sorto e chiediamo di ottenere anche noi questa grazia quando arriveràil nostro turno. Così potremo ancora salutarci con p. Renzo e con tan-ti altri cari e stare ancora assieme con una gioia che per ora non ci èdato nemmeno di immaginare.

Certo che p. Renzo ci ha lasciato in modo improvviso e inatteso.Proprio come Gesù preannunciava nel Vangelo, il Signore è passato dinotte quando p. Renzo era solo e ha preso con sé il suo servo che hatrovato ancora fedelmente al posto di lavoro nonostante l’età e qual-che acciacco di salute. Ci vien da dire che Gesù non poteva che trova-re così p. Renzo perché egli è stato veramente un servo fedele ed en-tusiasta con nel cuore lo spirito del missionario che si spende senzacalcoli e senza prevedere riposi o pensioni.

Il suo cuore missionario lo aveva portato, dopo alcuni anni nel semi-nario diocesano di Udine, ad entrare nell’Istituto dei Padri Saveriani ededicarsi, dopo l’ordinazione sacerdotale, per molti anni alla missione inAfrica. Ma di p. Renzo saveriano e missionario parlerà il suo superiore.

A nome anche dei confratelli vescovi e del clero diocesano, lo ri-cordo per il grande servizio che ha svolto nella nostra diocesi, in par-ticolare come parroco di Forni di Sopra.

Con grande generosità accettò questo incarico, per vari motivi im-pegnativo e faticoso. Portò anche nel ministero di parroco la caricaumana, spirituale e sacerdotale che aveva maturato nella sua esperien-za missionaria in Africa e alla quale rimase sempre profondamente le-gato perché lì era rimasta parte del suo cuore.

In questo momento, i cristiani di Forni di Sopra, provati dal doloreper la perdita del loro pastore, possono testimoniare la passione perCristo, per la comunità cristiana e per le persone che p. Renzo ha pro-fuso in mezzo a loro negli undici anni di parroco.

Con il suo carattere a volte anche un po’ irruento, si è dedicato ani-ma e corpo al bene spirituale delle persone, all’animazione della vitadella comunità cristiana, alla pastorale a favore dei turisti, all’educa-

zione delle nuove generazioni, alla formazione dei laici collaboratori,all’attenzione per i deboli e i sofferenti. Ci ha messo il cuore p. Ren-zo e un cuore ricco di umanità e di carità pastorale che traspariva fa-cilmente sotto un velo di ruvidità.

L’attenzione verso i malati e i sofferenti è stata una sua sensibilità par-ticolare che lo ha portato a collaborare sempre con l’UNITALSI nei pel-legrinaggi a Lourdes che faceva con frequenza anche più che annuale.

Lourdes significava anche legame privilegiato con Maria per la qua-le p. Renzo ha coltivato una devozione di grande intensità. Amava laMadonna e sono stato personalmente testimone della tenacia con cui haportato a termine il restauro della chiesa della Madonna della Salute edella passione con cui ha preparato e vissuto l’inaugurazione e la be-nedizione con una S. Messa che ho avuto la gioia di presiedere e con-celebrare con lui in una chiesa piena di fedeli.

Dopo il mio ingresso come Arcivescovo di Udine, p. Renzo è statouno dei sacerdoti che immediatamente ha creato un dialogo con me sianelle occasioni che abbiamo avuto di incontrarci sia attraverso brevilettere. Il suo è stato un dialogo gratuito nel quale desiderava sempli-cemente manifestarmi la sua vicinanza, il suo sostegno, l’apprezza-mento per i primi passi del mio ministero episcopale. Mi ha fatto benela sua premura e gliene sono riconoscente.

Ugualmente credo siano riconoscenti a p. Renzo molti sacerdoti, spe-cialmente quelli della forania di Ampezzo. Era fedele agli incontri per-ché ci teneva alla comunione tra sacerdoti e ha dato sempre il suo con-tributo per animarla. Possiamo dire che voleva bene ai sacerdoti comeha sempre continuato a voler bene e rimanere unito ai fratelli saveriani.

Ci lascia un sacerdote, un missionario e anche un amico che credotutti sentivamo vicino con la sua umanità schietta e sensibile.

Con lo stesso entusiasmo con cui è vissuto tra noi ora è andato in-contro a Gesù che è stato ed è al centro della sua fede e del suo amo-re e ha incontrato, accanto al Figlio, la Madre così amata.

Lo prendano in mezzo a loro e lo accompagnino nella comunione deiSanti perché, come ci assicurava S. Giovanni nella prima lettura, p. Ren-zo era già passato dalla morte alla vita per come ha donato la vita per ifratelli.

S.E. Rev.ma Mons. Andrea Bruno Mazzocato - Omelie

OMELIA NELLE ESEQUIE DI PADRE RENZO BON1 Gv 3,14-16 Lc 12,35-40

Quando il Signore chiama uno dei nostri sacerdoti, chiama uno di famiglia. Noi guardiamo al cielo, così luminoso in questi giorni, vero sim-bolo del paradiso, ma il nostro animo vive, come tutti in queste occasioni, il dolore di un distacco, l’assenza di un amico, di un confratello. Per-sonalmente lo sento con particolare intensità. La fede Pasquale illumina la nostra preghiera nella comunione dei Santi, e l’assenza di un sacer-dote ci porta a riorganizzare la nostra missione di chiesa che vive e testimonia la risurrezione del Signore. I Confratelli Saveriani hanno assicu-rato la loro presenza nella parrocchia di Forni di Sopra dal venerdì alla domenica, almeno fino dopo pasqua, nel frattempo si cercherà unasoluzione definitiva. Anche mons. Pietro e don Aldo faranno tutto quanto è necessario per affiancare i Saveriani e il Consiglio pastorale nelle va-rie incombenze. Sicuramente non lasceremo sola la comunità di Forni di Sopra. Un Grazie sincero a nome di tutta la comunità per la numerosapresenza di sacerdoti, confratelli saveriani e fedeli accanto a Sua Ecc. Mons Andrea Bruno, sua Ecc. Mons. Alfredo e sua Ecc. Mons. Pietro Brol-lo, per le esequie di padre Renzo. Le sue spoglie riposano nella tomba dei sacerdoti nel cimitero di Forni di Sopra, il suo spirito vive nel ricordodei suoi insegnamenti e nella comunione dei santi. Riporto il saluto del Consiglio pastorale, letto durante le esequie.

Mons. Pietro PillerCaro Padre Renzo,nel giorno in cui la comunità fornese si raduna a pregare il suo ritorno alla Casa del Padre, noi del Consiglio Pastorale vogliamo ricordare a

tutti i cristiani presenti i messaggi che ci ha lasciato e che rappresentano i compiti del nostro incarico e di tutti coloro che si sentono parte diuna comunità cristiana.

Innanzitutto il suo richiamo ad un impegno misurato, sincero e gratuito (ognuno secondo le proprie possibilità), il suo continuo invito alla spi-ritualità da vivere nel quotidiano, il suo incoraggiamento ad operare insieme con una partecipazione attiva, la sua determinazione nell’afferma-re che la Chiesa “non è solo il Parroco” ma è fatta da tutti i cristiani e in questo senso ci ha sempre spinto a prenderci le nostre responsabilitàin vista di un futuro dove la possibilità della mancanza di un sacerdote in una comunità è sempre più forte e pressante.

Non da ultimo vogliamo ricordare che, sotto la sua scorza di uomo, si celava un animo semplice aperto al dialogo e al confronto anche concoloro che pur non professandosi cristiani, lo sono nell’opera quotidiana della vita.

Caro Padre Renzo,noi oggi ci siamo ritrovati tutti insieme certi della sua presenza qui, ora, come Lei ha sempre asserito quando ci diceva “i morti sono qui con

noi” per dimostrarLe e testimoniare quanto è grande la nostra Chiesa anche se siamo una piccola comunità di montagna.A Padre Carmelo e Padre Lorenzo un particolare ringraziamento per aver compreso tutto questo e a Monsignor Mazzocato una sola preghie-

ra: “NON CI LASCI MAI SOLI”.Il Consiglio Pastorale

Page 30: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

30

Il mese di ottobre 2010 è stato vissuto dalla nostra parroc-chia con spirito missionario. Mons. Pietro con gruppo di vo-lontari ha preso parte alla “spedizione” in terra di Bolivia, nel-le missioni di padre Nigris e delle suore Rosarie. Un bel grup-po, eterogeneo ma equilibrato. Adulti e giovani, ognuno con lesue competenze e peculiarità. Tutti uniti dallo spirito con cui èbene vivere la missione: la condivisione delle gioie e dei do-lori della gente che si visita, nello spirito di fratellanza, senzala pretesa di cambiare il mondo. E così è stato: non ci siamolimitati alla realizzazione della casetta il cui progetto, portatoa buon fine, ci era stato proposto da padre Ermanno, ma ab-biamo vissuto in vera sintonia e, anche se solo per un mese,camminato assieme alla gente di Bolivia e ai missionari e mis-sionarie che dedicano ogni giorno della loro vita al prossimo.Assieme al lavoro nel cantiere, abbiamo potuto verificarequanto fatto negli anni passati e quanto ancora bisognerebbefare. Abbiamo vissuto un mese intenso, sereno, a tratti forteanche per la vita di ciascuno di noi e del gruppo nel suo in-sieme. Nelle righe che seguono, la testimonianza dei giovaniche così riassume questa esperienza.

Come raccontare una esperienza di vita in una manciata dirighe? Difficile. Le cose si complicano se si tratta di un viag-gio oltreoceano e il tempo di permanenza va oltre il fine set-timana, allungandosi ad un intero mese.

Si potrebbe iniziare descrivendo le curiosità, le paure e lavoglia di conoscere nuovi orizzonti che accompagnano viaggicosì lunghi e particolari. Però non sarebbe questa la rotelladell’ingranaggio che fa girare tutto il progetto Bolivia dellaparrocchia di Ampezzo.

Certo, appena sceso all’aeroporto di Santa Cruz le cose chevede un viaggiatore giunto per la prima volta in Sud Americasono davvero varie, le paure e la voglia di conoscere prendo-no forma e colore, a partire dall’odore acre, un misto di fumo,terra e sporcizia; passando per la barocca maniera con cui itaxisti decorano la propria vettura: tende, statuine, panni colo-rati, pubblicità e scritte ovunque; fino alle donne che vendonopompelmi sbucciati in prossimità dei caselli stradali. Tuttavianon è questo l’ingranaggio.

Anche se la curiosità è molta ed i luoghi sono sconosciuti,chi parte per la missione conosce il lavoro che lo aspetta: lavoglia di fare e di vivere tutto in pienezza gli bastano per in-

terpretare ciò che vede attraverso una luce particolare, le suepaure fanno presto a trasformarsi in stupore. Però, si diceva,non è questo l’ingranaggio fondamentale.

Raccontare questa esperienza di vita, si potrebbe descrive-re ciò che con quotidiana dedizione realizzano i missionarinella terra che viene loro affidata. Ciononostante, il luogo pertali dettagliate descrizioni non è questo. Siamo alla ricerca diqualcosa che dia senso a tutto, un ingranaggio o qualcosa delgenere. Spesso, descrivendo il lavoro delle suore che ognimattina si svegliano prima dei numerosi galli boliviani per da-re una colazione ai bambini del paese, raccontando la pazziadi un uomo che a ventisette anni ha deciso di laurearsi in me-dicina solo per trasferirsi sull’altipiano e curare gli ultimi e gliabbandonati, oppure parlando dell’amore con cui sono realiz-zati e gestiti orfanotrofi, comunità, collegi, opere di assisten-za, di fronte a tutte queste storie c’è chi si chiede da dove pro-venga tanta energia e quale sia la molla che fa scattare tantadedizione, c’è chi si chiede il “perché?”.

Dunque, si potrebbe iniziare descrivendo i motivi della mis-sione. Infatti, per quanto importanti, la voglia di vedere com’èfatta la strana terra sud americana, o la storia di chi ha dedi-cato una vita intera alla propria vocazione di carità non basta-no ad individuare “l’ingranaggio che fa girate tutto il progettoBolivia della Parrocchia di Ampezzo”.

Probabilmente la parola chiave dietro la quale si nascondetale ingranaggio è “condivisione”. In Bolivia si dice “compar-tir” e per un italiano che non bazzica affatto lo spagnolo, il ter-mine, ascoltato per la prima volta, fa venire in mente qualco-sa come “partire insieme”. Andando in missione si impara apartire insieme. Se si trattasse di un semplice viaggio turisticobasterebbe una sola persona ed eventualmente una macchinafotografica, uno strumento che simbolicamente divide il cu-rioso mondo degli indigeni amazzonici fotografati e l’incurio-sito mondo occidentale che guarda attraverso un obiettivo:“obiettivamente là c’è povertà” e “obiettivamente quello stra-no modo di vivere ha bisogno di una mano”. Partire insieme,invece, significa fare una autentica esperienza di Chiesa, inte-sa nel suo senso universale. Partire insieme è vivere nella econ la vita di chi parte assieme a te ma non solo. Significa an-che vivere e conoscere le gioie, le paure, le prospettive e glistili di vita di chi si incontra. Significa partire per un viaggio

Bolivia. Missione... possibile

Battesimi in Bolivia. Il dottor Licio visita in un cortile.

Page 31: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

31

che ti insegna a vedere il mondo come una unica Casa, dovenon ci sono ospiti ma familiari più o meno vicini a te.

Quell’ingranaggio fondamentale, così, si rivela essere lo sti-le di condivisione con cui parte un missionario. Non si trattasolo di conoscere cose nuove, non è solo il “dare una mano”,ma più semplicemente imparare a vivere con occhi sempre at-tenti all’altro.

Davide Perissutti

Qui Bolivia. O per lo meno questo sarebbe il desiderio... si,perché da quando siamo tornati dalla missione in Bolivia unasensazione comune tra noi è la nostalgia. Nostalgia non di unbel viaggio o di qualcosa di esotico, ma delle emozioni e del-le sensazioni che abbiamo potuto vivere e condividere. Comediceva bene Davide, quando siamo partiti sapevamo cosa sa-remmo andati a fare con la costruzione della casa, ma ignora-vamo le cose che avremmo visto e soprattutto le persone cheavremmo conosciuto. E questo è invece ciò che ora portiamonel cuore, che ci ha fatto crescere e che è quanto di più belloabbiamo potuto portare a casa con noi.

Nonostante diverse fossero le curiosità e le domande che mironzavano per la testa, mi sono imposto di partire senza pre-concetti.. non volevo essere prevenuto davanti a quello che infondo era un sogno che si stava avverando. Così, tranne cheper gli aspetti logistici, con un po’ di sana incoscienza e laconsapevolezza di essere in buone mani mi sono affacciato aquesta esperienza.

È stato bello, e forse troppo difficile da descrivere, poter vi-vere e condividere un mese così intenso. Nelle nostre riflessio-ni sotto le stelle dell’emisfero sud, con una ‘guitarra’ di sot-tofondo, spesso abbiamo commentato come stessimo vivendodue esperienze parallele: quella di noi singoli individui e quel-la del gruppo. E si può davvero dire che è stato intenso, perchéil tema di tutto è stato la condivisione a partire dalle piccole co-se di ogni giorno. Siamo entrati in sintonia con le persone cheabbiamo incontrato, chiamandoci per nome e affiancandoci inun tratto di cammino assieme. Con i nostri occhi abbiamo po-tuto vedere sofferenza e povertà, ma anche la bellezza e la se-

renità del quotidiano, come quando preparavamo assieme alleragazze di casa Betania il pranzo o nei tanti momenti spensie-rati di “recreo”, con balli e canti.

La vita nelle zone di Ayacucho e Santa Fè è ancora legata to-talmente ai ritmi di una Natura che manifesta tutta la forza e labellezza dell’Amazzonia. Una Natura che però è violentata daltaglio forse sconsiderato della foresta vergine, per approfittaredel legname di pregio e far posto a coltivazioni industriali. Neivillaggi di capanne, come a “4 de Marzo” dove abbiamo lavo-rato alla casa di don Pablo, si vive ancora senza luce elettrica, lestrade e i cortili sono popolati da pollame, maiali e altri anima-li che vivono in libertà e che offrono sostentamento alla popo-lazione, così come lo offrono le piante spontanee che cresconorigogliose in ogni angolo: banani, agrumi, manghi, ananas..

Condividere è stato anche mangiare tutti assieme quantopreparato dalla moglie del catechista, ogni giorno sotto allacapanna; veder ammazzare il maiale e prepararlo a pochi me-tri da dove il dottor Licio visitava alcuni pazienti. Così comeandare con Pablo “a prendere la carne” e scoprire che la man-za stava ancora pascolando beata, improvvisandoci quindi ma-cellai. Ma anche questo, che a noi sembrava forse più una pro-va di iniziazione di quelle che si studiano a scuola, è stato con-dividere le loro usanze, la loro vita.

In un mese abbiamo potuto conoscere grandi persone che datempo hanno fatto la scelta di dedicarsi totalmente a questa gen-te, i missionari... a partire dal padre Nigris, che ci ha colpiti perla grinta e la costante fretta per i molteplici impegni, ma ancheper il legame con la nostra terra manifestato con l’attenzione perle gesta dell’udinese. E abbiamo conosciuto davvero grandidonne. Come madre Felicita che assieme alla giovane Rosita se-gue casa Betania ad Ayacucho, un ‘internado’ per 22 ragazzeche altrimenti non potrebbero studiare. O come le suore rosariea Santa Fe, che si spendono totalmente e giornalmente per ilprogetto pane e latte e nelle attività della parrocchia; suor Ma-ria Josè delle suore della Provvidenza di san Luigi Scrosoppiall’“ospedale del bambino denutrito” a San Carlos; e poi la ma-

Il gruppo di volontari ha quasi ultimato la casetta per la famiglia di Pedro.

segue a pag. 32

Page 32: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

32

dre Maddalena a Sacaba, una grande mamma, unica e specialeper le 44 bambine dell’orfanotrofio; e poi suor Fulvia delleFrancescane del Sacro Cuore che ci ha portato sull’altipiano aconoscere la sua gente povera ma dignitosa. Per me è stata unesperienza unica, con segni di fede e di servizio che mi serveper la mia crescita personale in questo nostro mondo pieno ditutto e di niente.

Mandi... alla prossima.Alessio Angeli

Un viaggio durato un mese, carico di nuove sensazioni,gioie, tristezze, emozioni, per le quali non bastano poche righedi descrizione.

Al nostro arrivo in Bolivia, veniamo accolti da Padre Nigris esuccessivamente dalle Suore Rosarie di Santa Fe. L’aria ha unprofumo diverso da quella che respiro nella mia Sappada, e ilsole si nasconde dietro alla cappa di fumo causata dai persistentiincendi delle foreste. Le strade sono di terra battuta, tutto intor-no campi e, qua e là, qualche abitazione di legno e paglia.

In breve tempo mi rendo conto di essere in un nuovo mon-do: la Bolivia.

La seconda tappa è Ayacucho e Casa Betania, gestita daSuor Felicidad che con l’aiuto di Don Ermanno ospita gratui-tamente le ragazze delle lontane foreste dando loro la possibi-lità di studiare.

La giornata di queste ragazze comincia molto presto: fannoil bucato, aiutano la madre nei lavori domestici e nell’orto. Poivanno a scuola e dopo il pranzo si dedicano ai compiti. Nelpomeriggio si rimboccano nuovamente le maniche: alcunefanno a turno al pozzo per prelevare l’acqua dell’orto, altre sidedicano all’orto e altre ancora preparano la cena.

La Santa Messa non può mancare e alla sera, finalmente, sigodono il meritato svago assieme a noi, con canti, balli ed in-dovinelli.

Casa Betania ci fa da base per il cantiere che andremo a co-struire: al mattino partiamo per “4 de Marzo”, villaggio pocodistante dove, giorno dopo giorno, abbiamo costruito una mo-desta casetta destinata ad una famiglia povera. Si nota prestoil loro desiderio di ringraziarci e fin da subito consumiamo as-sieme a loro il pranzo.

Noi ragazze approfittiamo del cantiere aperto per trascorre-re qualche giorno all’ospedale del bambino malnutrito, gesti-to dalle Suore dell’Opera della Provvidenza, le quali si preoc-cupano di aiutare nella crescita i bambini colpiti dalla malnu-trizione causata dall’abbandono delle mamme, piuttosto chedalla povertà o talvolta dall’ignoranza sul campo dell’alimen-tazione. Passando del tempo con questi bimbi percepisco su-bito non solo il bisogno di una corretta alimentazione, ma an-che un forte desiderio di affetto, di qualche coccola.

Approfittiamo della domenica, giorno di riposo forzato (DonPierino ci tiene!) per visitare i villaggi nelle foreste, attraver-sando strade fangose e disastrate a causa del passaggio deigrossi camion che trasportano il legname. Monsignor PietroPiller celebra diverse messe, per portare la parola di Dio anchein quei villaggi in cui purtroppo è raro l’arrivo di un Sacerdo-te dal momento che Don Ermanno ha una zona piuttosto vastada servire. Organizziamo anche il Santo Sacramento del Bat-tesimo per sette nuovi figli della Chiesa Cattolica.

Intanto le settimane passano, concludiamo la costruzioneper il catechista con la benedizione della casa e di tutti gliabitanti del villaggio, ed infine una bella festa ed il pranzo:“grigliata” per tutti!

LE OPERE...SENZA OMMISSIONI

Il viaggio del “Gruppo Ampezzo” in Bolivia èabbastanza conosciuto tra i lettori di questo bol-lettino. Rimane utile una breve cronaca di ciò chequest’anno è stato fatto. Perché ogni esperienzaporta con sè delle piccole grandi novità. Ne sonotestimoni Licio e Despina che ogni anno partono:sono passati dieci anni e ancora conservano lastessa grinta e la stessa voglia di partire.

Una delle novità di quest’anno è l’obiettivoarchitettonico che padre Nigris ha proposto a“quelli di Ampezzo”. Le missioni precedentierano finalizzate alla costruzione di una Chie-setta, luogo utilizzato dalle comunità dei villag-gi amazzonici sia per la sua funzione sacra siacome luogo di incontro. Quest’anno ai volonta-ri è stata affidata la costruzione di una piccolacasa. E qualcuno, laggiù, si era anche preoc-cupato: “saranno dei bravi cristiani questi chenon costruiscono chiese ma case?”. Effettiva-mente, il ragionamento non è sbagliato per lapragmatica mente di un boliviano: le cose diCesare a Cesare, quelle dello Spirito sonoun’altra faccenda. Poi però tutti si sono resiconto che la Chiesa cristiana non è là dove c’èuna chiesa, ma là dove c’è una comunità.

L’esile dimensione della casa ha permesso algruppo due obiettivi. Innanzitutto la soddisfazio-ne di portare a termine un lavoro, perché a nes-suno piace iniziare e non finire. In secondo luogo,edificare un pezzo di Chiesa. Se infatti il gruppodi Ampezzo non ha costruito materialmente unedificio in mattoni chiamato con questo nome,ha però costruito relazioni.

Finita la costruzione della casa, realizzata per ilcatechista del piccolo villaggio amazzonico, coni soldi avanzati sono state create connessioniumane, aiuti di beneficenza. Con il pretesto del-l’aiuto umanitario si è fatto qualcosa di più, sonostate create reti di amicizia e di condivisione.Partito dalle zone amazzoniche di padre Nigris, ilgruppo ha raggiunto la grande Città di Cocha-bamba. Là la povertà ha un’altro odore, ma l’es-sere umano è sempre lo stesso, con le medesi-me fragilità e uguali potenzialità. Qui il “GruppoAmpezzo” non ha più pala e cazzuola perché lemani servono a stringere altre mani, le braccia adabbracciare. Vari sono i luoghi visitati e sostenu-ti finanziariamente dal gruppo: l’orfanotrofio diSacaba, una piccola cittadina limitrofa, l’operaparrocchiale delle Suore Rosarie, gli ultimi del-l’altipiano, troppo poveri per permettersi un cuc-chiaio con cui mangiare la minestra.

Dunque una missione, quella di quest’anno,che non ha costruito chiese ma Chiesa.

continua da pag. 31

Page 33: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

33

Ci spostiamo allora a Cochabamba, una città a circa 2500 mdi altitudine in un altipiano sulla Cordigliera delle Ande. L’ac-coglienza di Suor Bruna, missionaria Rosaria che vive da an-ni a Cochabamba e delle novizie della sua comunità ci ha co-municato subito senso di gioia e fratellanza grazie alla loro fe-de, quella fede che grazie a Cristo fa sentire vicini e uniti. Ilprimo mattino a Cochabamba comincia sempre con le Lodi ela S. Messa celebrata da Monsignor Piller nella piccola e cu-ratissima Cappella delle Suore. La città è molto estesa ma so-lo una parte di questa assomiglia ad una tipica città europeamentre tutto il resto appare come una sterminata favela in cuila gente trascorre l’intera giornata: mangia, commercia e svol-ge le attività quotidiane.

Le realtà che visitiamo facendo base a Cochabamba, sonomolte, tutte grandi testimonianze di umanità, tutte frutto dellafede dei missionari.

Visitiamo Anzaldo, un villaggio di poche anime distante piùdi due ore dalla città in cui l’italiano Dott. Pietro Gamba costruìcon la moglie boliviana una clinica chirurgica che opera graziealle donazioni ma anche grazie ad un’altra importante medici-na: l’amore, la luce di Cristo che è nel suo cuore.

Facciamo visita anche ad Aristide, un focolarino emilianoche si prende cura delle famiglie malate di HIV attraverso ilsostegno morale e materiale. Lui mette a disposizione degliammalati un asilo infantile, una scuola materna e delle abita-zioni, responsabilizzandoli nella cura di queste e nell’autono-mia gestionale delle importantissime risorse come acqua edenergia elettrica.

Suor Maddalena dirige l’hogar, una casa famiglia per bam-bine abbandonate o che hanno subito maltrattamenti. Lei sem-bra la mamma di tutte e la sua preziosa opera missionaria èun’oasi di pace e serenità che si distingue nella confusione cit-tadina. I sorrisi e gli abbracci con cui veniamo accolti ci mo-strano il bisogno di affetto di tutte quelle bambine che graziealla bontà e alla fede di Suor Maddalena, possono finalmentesorridere alla vita.

L’ultima realtà che Suor Bruna ci propone di conoscere, èmolto forte ed ha un impatto indelebile su di noi. Nei villaggia 4000 m. di altitudine infatti, le condizioni di vita sono estre-mamente complicate. Veniamo accompagnati a bordo di unToyota, da un’autista dalla guida rapida e spericolata: è SuorFulvia, una missionaria piena di vita che parla un simpaticis-simo spagnolo dall’accento veneto. Salendo di quota vediamocambiare la vegetazione: tutto ciò che cresce a quelle altitudi-ni sono le patate e la pacabrava (il cibo dei lama); l’acquascorre in finissimi rigagnoli, e non è mai abbastanza per sop-perire a tutte le necessità della popolazione. Sotto i sedili del-l’auto, siamo carichi di viveri da distribuire: Suor Fulvia suo-na il clacson affinché i bambini escano dalle casupole di fan-go e paglia correndo per salutarci e raccogliere i sacchetti dipasta e biscotti da noi lanciati dal finestrino. Le signore ci mo-strano come, con scheletrici telai di legno e l’ausilio di ossa dilama, siano in grado di tessere la famosa e coloratissima stof-fa chiamata aguayo che viene poi utilizzata sulle spalle per iltrasporto dei bambini o di viveri.

Questa magnifica esperienza ci ha lasciato la consapevolez-za che le sovrastrutture mentali che viviamo noi occidentali ciallontanano spesso dal rapporto vero con Cristo, e mentre cirendiamo conto di essere semplicemente viziati, rimaniamosconvolti dalla freschezza spirituale che si percepisce in que-sti luoghi. La purezza nella fede che respiriamo nel poveropaese sudamericano, rimarrà per sempre nel nostro bagagliodi viaggio.

Elisa

Si è spento don Battista Sburlino 81 anni, ha vissuto più di 20 anniaccanto ai malati

UDINE (13 settembre,ore 12) - Lutto nellachiesa udinese: venerdì10 settembre si è spentodon Battista Sburlino,aveva 81 anni. Il sacer-dote, che da 5 anni vive-va alla Fraternità sacer-dotale di Udine, era ri-coverato da alcunigiorni in ospedale dopol’amputazione di unagamba.

Nativo di Ampezzo, èstato caporedattore del settimanale diocesano «la VitaCattolica» e cappellano a Tarcento e all’ospedale psichia-trico di Sant’Osvaldo, a Udine. Ha vissuto più di 20 anniaccanto ai malati. «Con loro aveva un rapporto stupen-do», spiega l’economo di allora dell’ospedale, Enzo Fili-puzzi.

«Pregheremo per don Sburlino perché lui ha pregatoper tutti noi fino all’ultimo minuto di vita», dice don Sa-verio Mauro, direttore della Fraternità sacerdotale.

I funerali sono stati celebrati lunedì mattina dall’Arci-vescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato

Omelia dell’Arcivescovo, mons. Mazzocato,al funerale di don Battista Sburlino Is 25,6-9:Mt 11,25-30

Il legame di fraternità di noi Vescovi e sacerdoti condon Battista Sburlino e il legame di stima e amicizia conlui di tanti di voi laici ci ha portati a questa S. Messa diesequie in suffragio della sua anima dopo che la morte,anche un po’ inattesa, ce lo ha portato via.

Il suo fisico, già provato in questi anni da diversi disa-gi, non ha retto all’ultima prova alla quale è giunto cer-tamente purificato dalle sofferenze fisiche e morali.

Conoscendo il carattere vivace e attivo di don Battistanon ci è difficile comprendere come gli ultimi anni di pro-gressiva inabilità siano stati un tempo di impegnativa pu-rificazione che Dio gliha chiesto e che lui hasaputo vivere con spiri-to di fede e di affida-mento, anche trasfigu-rando la sua sofferenzain offerta per la Chiesa;quasi un ultimo atto delsuo sacerdozio che louniva al sacrificio re-dentore di Cristo.

Ha sentito sulle spalleil giogo di Gesù che sichiama croce e lo haportato, trovando quel

segue a pag. 34

Page 34: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

34

ristoro spirituale che Gesù stesso promette a quanti sonoaffaticati e oppressi e si affidano a Lui. In questa debolez-za evangelica don Battista ha concluso la sua esistenzaumana e sacerdotale che lo aveva visto sempre molto vita-le e anche originale nel suo modo di proporsi.

Aveva ricevuto doni di acutezza intellettuale e di sensibi-lità per il bello che don Battista ha sviluppato in modo uti-le agli altri. Tanti ricordano la sua competenza e passioneper la musica che lo hanno portato anche ad un’attività dicritico nota e apprezzata. La sua fine capacità critica si èespressa per anni in un’efficace attività di pubblicista nelsettimanale diocesano e in altri quotidiani.

Se queste sono state le espressioni più appariscenti delle ca-pacità di don Battista, ben altre sono state le forme in cui egliha donato le sue doti e il suo animo cristiano e sacerdotale.

È stato un buon samaritano, straordinariamente fedeleall’interno dell’ospedale psichiatrico. Per lunghi anni si èfatto compagno di viaggio e pastore dal cuore grande pertante persone segnate da malattie e da debolezze che mi-navano la loro autosufficienza e dignità. Veramente ha scel-to di stare tra gli ultimi e a loro dedicare le migliori risor-se del suo animo e della sua intelligenza sia assicurandol’assistenza spirituale che promuovendo iniziative di ani-mazione di vario genere.

L’identica fedeltà, unita ad una genuina sensibilità spiri-tuale, lo hanno portato ad essere, con Mons. Moretti e ungruppo di laici, promotore della nascita e della crescita delMonastero “Carmelo di Gesù di Nazareth” di Montegnac-co. A questo Monastero si è dedicato fino a quando la sa-lute glielo ha permesso. In don Battista le monache hannotrovato un sacerdote e un amico affidabile in ogni momen-to, pronto ad interessarsi per ogni loro necessità e a soste-nerle anche di tasca propria.

Anche tante altre persone hanno goduto della carità didon Battista, fatta sempre con estrema discrezione per nonpesare e offendere; segno di un animo sia generoso che no-bile e delicato.

In don Battista c’era una particolare attenzione alla spi-ritualità. Essa si è rivelata nel suo impegno a favore delMonastero delle Carmelitane con cui condivideva la forteesperienza di preghiera e contemplazione. Si è rivelata, an-cora, nella direzione della Casa di esercizi spirituali di Tri-cesimo, presso il Santuario della Madonna Missionaria. Aquel tempo essa era un vero centro propulsore di esperien-ze di ritiri ed esercizi per sacerdoti e laici. In essa don Bat-tista ha messo le sue capacità di organizzazione e inventi-va e il suo cuore spirituale e sacerdotale.

Ho creduto di ricordare con pochi cenni alcune caratte-ristiche della personalità umana e sacerdotale di don Bat-tista Saburlino; quelle che ho raccolto dalla testimonianzadi chi lo ha avuto vicino, spesso godendo del suo animosensibile e della sua generosità.

A me, che l’ho conosciuto solo nei suoi ultimi mesi di vi-ta in Fraternità sacerdotale, sono sembrate più che suffi-cienti per riconoscere che don Battista è stato un dono perla nostra Diocesi e per il nostro presbiterio del quale inquesto momento di estremo commiato vogliamo essere ri-conoscenti.

E vogliamo esprimere la nostra riconoscenza con un’u-nanime preghiera di suffragio della quale certamente inquesto momento don Battista ci è a sua volta riconoscente.

Preghiamo per lui con le parole del profeta Isaia: Il Si-gnore liberi don Battista dalla coltre della morte e lo ac-compagni al banchetto della vita che per tanti anni ha ce-lebrato nei segni della Santa Eucaristia e che ora può go-dere al di là dei veli in una gioia eterna.

Mons. Andrea Bruno Mazzocato,Arcivescovo di Udine

continua da pag. 33

Le esequie di Don Battista Sburlino nella chiesa di San Quirino.

Page 35: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

35

Il ministero pastorale di mons. Luigi Mar-tin ad Ampezzo è stato caratterizzato da unafioritura straordinaria di vocazioni sacerdo-tali. Dopo Mons Leone G.B. Nigris Vescovodi Filippi ed il nipote don Leo, seguendo leorme di don Mario Toller, docente presso ilSeminario Arcivescovile Maggiore di Udineed eminente personalità della cultura friula-na, una nutrita schiera di entusiasti giovanidel luogo ha abbracciato quel ministero.

Per lo più è stata udita ed accolta la chia-mata in terra di missione, com’è avvenutoper i defunti don Giovanni Bullian e don Er-nesto Schneider, che hanno dedicato la loroesistenza nell’apostolato in America Latina;o per Mons. Luigino Petris, direttore genera-le della fondazione Migrantes.

In Bolivia opera tuttora con grande dedi-zione don Ermanno Nigris, ormai unicoesponente rimasto tra i viventi di quell’origi-nario gruppo di sacerdoti straordinari.

Anche un altro dei componenti,infatti, si èunito a quelli che più non sono in mezzo anoi.

Don Battista Sburlino è deceduto il 10 set-tembre scorso, per il complicarsi d’una in-fermità che lo aveva costretto alcuni giorniprima a subire un intervento chirurgico.Avrebbe compiuto 82 anni il 13 di novem-bre.

Da 5 anni don Sburlino viveva alla “Fra-ternità sacerdotale” di Udine.

Ordinato sacerdote il 30 dicembre 1951,cominciò subito dopo la sua opera comecappellano. Lo ricordano a Tarcento, Zirac-co, alla parrocchia udinese di San Quirino invia Gemona, a Villalta di Fagagna. Successi-vamente è stato incaricato per tre anni comerettore alla casa per gli esercizi spirituali diTricesimo mentre l’ultimo ventennio, tra-scorso come cappellano all’Ospedale psi-chiatrico, è stato forse quello che ha lasciatoil segno più profondo in Udine e in tutta laprovincia friulana.

L’Arcivescovo Mons. Mazzocato, che congli Arcivescovi emeriti Mons. Battisti eMons. Brollo ha presieduto la solenne ceri-monia funebre concelebrata nella chiesa diS. Quirino con molti altri sacerdoti, ha benricordato come all’interno di quell’ospedaledon Battista sia stato un buon samaritanostraordinariamente fedele. Per lunghi anni siè fatto compagno di viaggio e pastore dalcuore grande per tante persone segnate damalattie e da debolezze che minavano la lo-ro autosufficienza e dignità. Ha scelto di sta-re tra gli ultimi e di dedicare loro le miglioririsorse del suo animo e della sua intelligen-za, sia assicurando l’assistenza spirituale chepromuovendo iniziative di animazione e diriscatto umano, come l’istituzione dellaCooperativa “Partecipazione”.

Le stesse ragioni lo guidarono ad ideare,in collaborazione con la Caritas di mons.

Don Battista Sburlino, in memoria

Angelo Zanello, quel “Progetto Paese”, cheproponeva di trasformare il luogo di deten-zione del paziene psichiatrico in un vero eproprio quartiere della città di Udine.

L’identica fedeltà, unita ad una genuinasensibilità spirituale, lo aveva portato adessere, con mons. Moretti e un gruppo dilaici, promotore della nascita e della cre-scita del Monastero “Carmelo di Gesù diNazareth” di Montegnacco. A questo Mo-nastero si è dedicato fino a quando la salu-te glielo ha permesso e le monache, chepartecipavano della sua forte esperienza dipreghiera e di contemplazione, hanno tro-vato in lui un sacerdote e un amico affida-bile in ogni momento, pronto ad interessar-si per ogni loro necessità e a sostenerle –anche in forma diretta.

La sua particolare attenzione alla spiritua-lità si è rivelata, ancora, nella direzione della“Casa di esercizi spirituali” di Tricesimo,presso il Santuario della Madonna Missiona-ria. A quel tempo essa era un vero centropropulsore di esperienze di ritiri ed eserciziper sacerdoti e laici, ed in essa lui ha profu-so le sue capacità di organizzazione e inven-tiva, e il suo grande cuore.

Tante sono le persone che hanno godutodel suo affetto, espresso in una maniera chepoteva sembrare burbera o rude, secondo unsuo personale modo di proporsi, che molti ri-ferivano al paterno casato Denelùt, ma chesignificava invece sempre estrema discrezio-ne per non pesare e offendere, segno di unanimo generoso, nobile e delicato.

Aveva ricevuto doni superiori di acutezzaintellettuale e di sensibilità per il bello, dalui esercitati costantemente a beneficio de-gli altri.

Sono risapute infatti la sua competenza ela sua passione per la musica, che lo hannoportato anche ad un’attività di critico nota eapprezzata. Grande è stata poi la sua dispo-nibilità per il tesoro musicale di don AlbinoPerosa, di cui è stato esecutore testamenta-rio, oltre che estimatore e propugnatore: maisono mancate lodi ed apprezzamenti suoi,nei tanti omaggi alle qualità artistiche di quelmusicista e compositore friulano.

La sua fine capacità critica si è espressaper lungo periodo anche in una efficace atti-vità di pubblicista, nel settimanale diocesano“La vita cattolica”, di cui è stato caporedat-tore, e come redattore e collaboratore delquotidiano “Il Gazzettino”.

Divideva così la sua opera sacerdotale esociale con la musica, il giornalismo, e unamai celata passione sportiva. Tanti lo ricor-dano sulle tribune dello stadio “Friuli” e sulparquet del “Carnera”, legato a quell’epopeadi Zico e della prima Snaidero, di cui resta-no sue memorabili cronache, sostenute certodalla passione ma sostanziate da un coltotessuto intellettuale.

Il suo fisico, in questi ultimi anni, è statoprovato da diversi disagi. Conoscendone ilcarattere, vivace e attivo, non è difficilecomprendere come la progressiva inabilitàabbia rappresentato per lui un tempo di im-pegnativa purificazione, temperata dalla co-scienza di conservare una mente lucida e se-rena, legata alle memorie di una vita opero-sa, spesa a beneficio del prossimo.

Per Ampezzo, don Battista ha sempre nu-trito un affetto “geloso” e per certi aspettiesclusivo. Dopo gli anni della giovinezza,trascorsi da chierico nei mesi d’estate e neiperiodi festivi all’ombra del campanile, tra ilduomo di mons. Martin e la canonica disciora Mina, e dopo la consacrazione sacer-dotale, la sua presenza in paese si è andatadiradando, per l’assunzione crescente di im-pegni ministeriali e il contemporaneo dissol-versi dei legami familiari locali. Ma il paeseè rimasto nel suo animo, e lui nel suo intimone ha vissuto con intensità le vicende, parte-cipando dei momenti lieti e condividendo leamarezze degli episodi tristi.

È stato tra i soci fondatori del nucleo ori-ginario dei Dimpecins a Udin, il 18 maggio1980, ed ha sempre inteso e voluto che l’isti-tuzione dell’associazione risultasse atto d’a-more reso al paese d’origine da chi è costret-to a residenza lontana: Ampezzo come valo-re costitutivo, elemento di aggregazione perun ritorno ideale.

Per questo ha propugnato ogni iniziativasocietaria, che avesse a finalità qualcosa diconcreto per Ampezzo, come l’esecuzione diquel ciclo di studi sulla storia ampezzana,che ha portato alla pubblicazione di “Am-pezzo Tempi e Testimonianze” e di “Ampez-zo nel Novecento”. Ancor prima, il suo im-pegno si era profuso nel realizzato progettodi restauro dell’antico organo parrocchiale.

Ora si ritrova con gli altri sacerdoti dellaparrocchia nella cappella Sgjàrdul del nostrocimitero.

Cun Gjò, pre Tita.E. M.

Page 36: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

Da quattro anni seguo i bambini negli incontri di ca-techismo. Mi occupo della classe del 2001, cinquebambini fra cui mia figlia.

Qui ad Ampezzo si comincia in prima elementare, amio avviso l’anno più bello perché a quell’età i bam-bini sono pronti a capire ogni cosa con fantasia e stu-pore.

I primi tre anni sono trascorsi velocemente, ma ègiunto il momento in cui, per noi, come per altre co-munità, comincia ad emergere il prblema dei numeri:siamo in pochi e questo ci penalizza.

Nelle varie istituzioni sorgono problemi di orga-nizzazione e di gestione perciò l’orientamento in fu-turo è volto alle unioni. La prima a partire è stata lascuola che ha unito i due plessi di Ampezzo e Me-

36

CATECHESI AI BAMBINI

Domenica 21 Novembre 2010 ilvescovo, Sua Eccellenza AndreaBruno Mazzoccato, ha voluto in-contrare personalmente i catechistie gli animatori che operano nellaDiocesi di Udine.

In più di mille abbiamo accoltol’invito dell’Arcivescovo, nel Duo-mo di Udine, ci siamo ritrovati perpregare assieme e per ascoltare le

parole che l’Arcivescovo ha dedicato ad ognuno di noi.Nella lettera ai catechisti ed animatori, che ha conse-

gnato personalmente, ha tracciato le linee di una cate-chesi di incontro con piccoli e grandi.

Il dialogo intrapreso è il dialogo fra l’Arcivescovo,primo catechista, e tutti coloro che hanno il compito ditrasmettere la fede e formare le coscienze cristiane dibambini, preadolescenti, adolescenti, giovani e adulti.

Prendendo spunto dalla parabola “Il lievito e il buonpane” (Mt.13,33) ha tracciato il percorso catechistico diavvicinamento alla fede. La farina della parabola sono ibambini, avidi di conoscere ed apprendere, che anelanoad essere accolti con interesse e disponibilità; esigenti esperanzosi di trovare negli adulti che li seguono un cuo-re compassionevole come quello di Gesù che diceva aidiscepoli: “Lasciate che i fanciulli vengano a me”(Mt.19,14).

Quindi nostro primo impegno come catechisti è quel-lo di aggregare i piccoli e non.

A questo punto è necessario unire alla farina – i ra-gazzi – il buon lievito: questo è il Signore Gesù.

Tutti i nostri itinerari di catechesi e di formazionehanno un unico obiettivo: creare momenti favorevoli perrappresentare in modo unico e vero la persona e l’espe-rienza di Gesù davanti agli occhi, alle menti e ai cuori dipiccoli e non.

Ai catechisti – Vescovo, sacerdoti, consacrate, laici – laChiesa consegna il mandato di introdurre i suoi figli adun rapporto vivo e di autentica amicizia con Gesù.

Per fare ciò è necessario che noi per primi abbiamovisto, udito, contemplato per trasmettere ciò che ha con-quistato il nostro cuore.

In concreto, a chi nella chiesa ha il mandato di cate-chista ed educatore della fede è chiesto di crescere con-tinuamente nella conoscenza e nell’esperienza di Gesùe di guidare all’incontro con Lui.

All’impasto del pane poi, oltre alla farina e al buonlievito, sarà messa l’acqua. Gesù definisce lo SpiritoSanto come “acqua viva” che opera nell’animo di colo-ro che hanno ricevuto la fede e i Sacramenti. È l’acquaviva che impasta la mente e il cuore dell’uomo con ilbuon lievito del cuore di Gesù.

In sostanza queste le parole dell’Arcivescovo.Con l’augurio di continuare a dialogare, a riflettere

e a pregare insieme ha indicato le direttrici sulle qua-li camminare insieme, nell’opera di formazione dellenuove generazioni cui tutti siamo resi responsabili.

Come catechista apprezzo e condivido le intenzionidell’Arcivescovo ed auspico che il cammino di crescitae confronto continui.

Una catechista

UN DONO GRANDE

diis; mossa senza alcun dubbio vincente e necessariaallo stesso tempo.

Anche mons. Pietro Piller quest’anno ha deciso diunire per il catechismo i bambini di Ampezzo e Soc-chieve nelle rispettive classi quarta e quinta. Io comecatechista posso affermare che in nove si sta sicura-mente meglio che in cinque; c’è più scambio, confron-to, dialogo, condivisione, curiosità e anche risate!!!

Inoltre questi bambini fanno già parte della stessaclasse anche a scuola. L’auspicio è che le nostre co-scienze si orientino sempre più verso questo spirito dicollaborazione e condivisione vera e sincera, per fa-vorire l’unione e la crescita dei nostri figli, delle no-stre famiglie e delle nostre comunità.

Temi

IL LIEVITO E IL BUON PANE

Page 37: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

37

La scorsa settimana un gruppo di genitori si è incon-trato all’asilo per confrontarsi assieme a Don Pietro,suor Anna Maria sul delicato tema dell’essere genitorie dell’essere famiglia.L’ambizioso obiettivo è quello di creare un dialogo co-struttivo su temi importanti come il futuro dei nostribambini e delle nostre famiglie, riscoprendo quei valo-ri fondamentali di rispetto e sostegno reciproco cheognuno deve coltivare dentro di sé.

La speranza di questi genitori è quella di collaborareattivamente con la parrocchia, a fianco del consigliopastorale, per offrire a tutta la comunità ampezzana(credente e non) una serie di iniziative sociali, di mo-menti di formazione e di confronto che, senza dubbio,possono migliorare la qualità della nostra vita e chespesso mancano nella routine del nostro quotidiano.

Una mamma

Page 38: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

38

Grande soddisfazione da parte dimolti genitori di Ampezzo e dei Co-muni limitrofi presenti alla “scuolaaperta” tenuta presso la scuola ma-terna paritaria di Ampezzo.

Alla presenza del presidente del-la scuola mons. Pietro Piller e delSindaco Michele Benedetti le mae-stre suor Anna Maria ed Elisa han-no illustrato le numerose attivitàche la scuola propone; in primoluogo la novità per Ampezzo di una“sezione primavera” per dare lapossibilità ai bambini dai due ai treanni di partecipare e condividereassieme ai compagni più grandi lenumerose attività che in quellascuola si fanno.

Tanti i genitori che hanno accoltoe condiviso l’iniziativa in quanto, ol-tre a dare loro la possibilità di anda-re a lavorare, lasciano i loro bambiniin una struttura straordinariamenteorganizzata con innumerevoli inizia-tive e con degli obbiettivi ben preci-si: lo sviluppo armonico del bambi-no aperto ai valori e stimolato a re-lazionarsi con tutti; la maturazione

di un’identità personale; la conqui-sta dell’autonomia e lo sviluppo del-le competenze. Tutto ciò avviene inun ambiente scolastico confortevole,accogliente ed attrezzato e con unparco giochi esterno attrezzato.

L’attività didattico-educativa com-pleta di educazione religiosa e diqualificati laboratori sempre apertaa tutte le iniziative del territorio so-no quel qualcosa di più che la scuo-la materna di Ampezzo dà ai bambi-ni che la frequentano.

La collaborazione tra insegnanti,bambini e genitori si è vista giovedìgrasso quando è stato organizzato unriuscitissimo carnevale che ha vistotutti coinvolti in una bellissima rap-presentazione.

I genitori, sia di Ampezzo che deicomuni limitrofi, consapevoli di da-re ai loro figli un giusto indirizzo so-no stati molto contenti delle nume-rose attività che si organizzano inquesta scuola e che per l’anno scola-stico 2011-2012, ha già raggiunto ilnumero per l’apertura della sezioneprimavera.

CONFORTEVOLE ED ACCOGLIENTE LA SCUOLA MATERNA DI AMPEZZOCHE AVRÀ LA SEZIONE PRIMAVERA

LAVORI INPARROCCHIA

Nel 2010 è stato rinnovato ilsagrato del duomo di Ampezzo.Su progetto dell’architetto Ema-nuela Dal Santo, il lavoro è statoeseguito dalla ditta “L’Unione diEnemonzo” Importo del lavoro,€ 105.000,00 coperti con i ri-sparmi della Parrocchia e concontributo regionali.

Amplificazione nel duomo diAmpezzo e potenziamento dell’il-luminazione interna. Con una spesadi € 35.000,00 è stato eseguita l’in-stallazione di un nuovo impianto diamplificazione eseguito dalla dittaElettrica Friulana. Ora la Parola diDio risuona veramente bene.

Impianto di videosorveglianza.La regione aveva messo a disposi-zione dei fondi per installare lavideosorveglianza nelle chieseper la salvaguardia delle opered’arte ivi conservate. La doman-da della parrocchia di Ampezzo èstata immediatamente finanziatae così ora la chiesa è dotata di vi-deosorveglianza collegata anchealla canonica. Il lavoro è statoeseguito dalla ditta “Install” perun importo di € 14,000,00 intera-mente coperti dal contributo.

Mentre il gruppo di volontaricon il parroco era in Bolivia, l’am-ministrazione comunale ha prov-veduto a tinteggiare la cappella delcimitero.

È stata inoltrata una domanda dicontributo alla Regione per la si-stemazione del piano terra e primopiano della casa Bullian, acquistatidalla Parrocchia, per adeguare glispazi alle esigenze dell’attivitàgiovanile e della catechesi.

È stata inoltrata una domanda dicontributo alla provincia per la si-stemazione dei pavimenti di duestanze della scuola materna e perla sostituzione e messa a norma dialcuni serramenti.

Page 39: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

39

IN UN FUNERAL TA UN PAJSC DA LA CJARGNA

Page 40: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

40

ENTRATEFONDI € 1.200,00FONDI DESTINATI € 1.200,00

FONDO CARITAS € 1.200,00

ENTRATE ORDINARIE € 41.487,38OFFERTE IN CHIESA € 12.510,35

OFFERTE DOMENICALI DUOMO € 10.635,59OFFERTE DOMENICALI OLTRIS € 361,96OFFERTE DOMENICALI VOLTOIS € 998,76OFFERTE DOMENICALI S. ANTONIO € 514,04

CANDELE VOTIVE € 4.620,91CANDELE VOTIVE CERI E LUMINI € 4.620,91

OFFERTE PER SERVIZI € 8.939,00OFFERTE BATTESIMI € 1.100,00OFFERTE MATRIMONI € 200,00OFFERTE FUNERALI € 1.300,00BUSTE FAMIGLIE € 6.339,00

ENTRATE PER ATTIVITA’ PARR.LI € 5.805,79BOLLETTINO ENTRATE € 1.030,57PESCA DI BENEFICENZA ENTRATE € 4.775,22OFFERTE DA ENTI E PRIVATI € 5.150,43OFFERTE DA PRIVATI € 5.150,43

INTERESSI DA CAPITALE € 4.446,80INTERESSI SU C.C.B. € 110,14INTERESSI SU C.C.P. € 3,26INTERESSI SU TITOLI € 4.333,40

VARIE 14,10ENTRATE VARIE € 14,10

ENTRATE STRAORDINARIE € 21.396,38OFFERTE ED ENTRATE STRAORDINARIE € 7.348,19

RACCOLTE LAVORI STRAORDINARI € 7.348,19PRESTITI - MUTUI € 14.048,19

PRESTITI DA PRIVATI € 14.048,19

ENTRATE PARTITE DI GIRO € 650,00GIORNATE E COLLETTE IMPERATE € 650,00

ENT. UNIVERSITÀ CATTOLICA € 25,00ENT. CARITÀ DEL PAPA € 25,00ENT. CASA ESERCIZI € 25,00ENT. SEMINARIO € 100,00ENT. UN PANE PER AMOR DI DIO € 100,00ENT. GIORNATA MISSIONARIA € 300,00ENT. INFANZIA MISSIONARIA € 50,00SCUOLE DIOCESANE € 25,00

Totale entrate € 64.733,76Saldo attivo al 01/01/2010 € 54.592,20TOTALE € 119.325,96

USCITEFONDI € 1.150,00DEBITI VARI € 1.150,00

DEBITI PARTITE GIRO NON VERS. € 1.150,00

USCITE ORDINARIE € 31.880,35IMPOSTE TASSE ASSICURAZIONI 2.967,55

TARSU 182,00IMPOSTE E SPESE SU CCB E CCP 698,13ASSICURAZIONI 1.892,11IMPOSTE VARIE 195,31

SPESE DI CULTO 3.258,16SPESE PER LIBRI 942,94SPESE PER FIORI 324,50PARTICOLE VINO CANDELE OLIO 1.990,72

RENDICONTO 2010(A NORMA DEL CAN. 1287 § 1)

della Parrocchia B.V. del Rosario - Ampezzo

Page 41: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

41

SPESE GESTIONALI PARROCCHIA 10.316,05LUCE DUOMO 1.100,53ACQUEDOTTO 240,00GAS CANONICA 2.248,24GASOLIO DUOMO 4.248,15TELEFONO 1.148,73GAS OLTRIS 68,00LUCE CASA CANONICA 595,79LUCE CHIESA DI VOLTOIS 325,26LUCE CHIESA OLTRIS 341,35

SPESE ATTIVITÀ PARROCCHIALI 4.878,20BOLLETTINO SPESE 1.638,00STAMPA CATTOLICA SPESE 1.045,04SUSSIDI CATECHISTICI SPESE 26,10PESCA DI BENEFICENZA SPESE 1.844,89VARIE PER ATT. PASTORALI SPESE 324,17

MAN. ORD. FABBR. E ACQUISTO ATTR. 8.234,91RIPARAZIONI TINTEGGI PULIZIE 3.681,59ATTREZZATURE UFF PAR 2.477,37MANUTENZIONE ATTREZZATURE 2.075,95

CONTRIBUTO ATTIVITÀ DIOCESANE 724,00CONTRIBUTO ATTIVITÀ DIOCESANE 724,00

VARIE 1.501,48CANCELLERIA 48,00VALORI BOLLATI 422,80VARIE DI CURIA 749,00SPESE VARIE 281,68

USCITE STRAORDINARIE € 94.572,00SPESE E USCITE STRAORDINARIE € 94.572,00

SPESE STRAORDINARIE € 94.572,00

USCITE PARTITE DI GIRO € 650,00GIORNATE E COLLETTE IMPERATE € 650,00

USC. UNIVERSITA’ CATTOLICA 25,00USC. CARITA’ DEL PAPA 25,00USC. CASA ESERCIZI 25,00USC. SEMINARIO 100,00USC. UN PANE PER AMOR DI DIO 100,00USC. GIORNATA MISSIONARIA 300,00USC. INFANZIA MISSIONARIA 50,00SCUOLE DIOCESANE 25,00

CONTRIBUTI ECCLESIALI € 870,00VERS.ALL’IST.SOST.CLERO € 870,00

VERS.ALL’I.D.S.C. € 870,00

Totale uscite € 129.122,35Saldo passivo al 01/01/2010 € 0,00TOTALE € 129.122,35Saldo passivo al 31/12/2010 € 9.796,39

STATO PATRIMONIALEATTIVITÀ Situazione al: 01/01/2010 31/12/2010

CASSA 36,56 676,93BANCO DI BRESCIA 21.958,48 7.035,26

C.C.P. NUM. 066003/14001333 859,06 753,32TITOLI DI STATO 60.000,00 10.000,00

Totali: 82.854,10 18.465,51PASSIVITÀ

AVANZO (DISAVANZO) ANNI PREC. 81.704,10 81.704,10FONDO CARITAS 0,00 1.200,00

DEBITI PARTITE GIRO NON VERS. 1.150,00 0,00Totali: 82.854,10 82.904,10

SCUOLA MATERNA 2010

ENTRATE 80.095,48

USCITE 82.595,66

Page 42: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

42

A N A G R A F Ea l 3 1 m a r z o 2 0 1 1

N a s c i t eLollato Veronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nata il 23.12.2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Alessandro e Petris Susi)

Candotti Fiammetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nata il 31.01.2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Giacomino e Damiani Arianna)

Bhatti Rea . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nata il 12.02.2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Sunil e Bhatti Alizbeth)

Lucchini Lorenzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nato il 10.04.2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Paolo e Coradazzi Marilena)

Ziraldo Eros . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nato il 21.05.2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Massimo e Fachin Michela)

Zatti Gabriel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nato il 31.10.2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Mauro e Zazinovich Daniela)

Martinis Teresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nata il 16.03.2011 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (di Pietro e Guarente Alessandra)

B a t t e s i m iBelluco Giovanni di Cristiano e Petris Caterina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 14.02.2010

Di Santolo Massimo di Walter e KKralj Rebecca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 10 03 2010

Nanette Andrasikova di Rudolf e Sykorova Andrasikova Lubica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzata il. . . . . . . . . . . . 17.04.2010

Sala Melissa di Lorenzo e Sala Laura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzata il . . . . . . . . . . . 17 07.2010

Oberto Leon di Claudio e Burba Jennifer. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 29.08.2010

Fachin Apichat Alex di Massimo e Khun In-Kalaya. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 18.08.2010

Rabassi Alex di Rabassi Debora. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 05.09.2010

De Monte Giorgia di Rudy e Marsili Monica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzata il. . . . . . . . . . . . 05.09.2010

Petris Stefano di Giuseppe e Schneider Licia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 12.09.2010

Roseano Julia Beth di Luca e Gorog Michelle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzata il. . . . . . . . . . . . 15.09.2010

Mian Mattia di Massimo e Del Fabbro Loredana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 06.11.2010

Del Fabro Keyra di Loris e VillegasLuzFeney . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzata il. . . . . . . . . . . . 04.12.2010

Alzate Vilegas Melisa di Yuly Andrea Alzate Vilegas e Vilegas Luz Feney . . . . . . . . . . . . . battezzata il. . . . . . . . . . . . 04.12.2010

De Monte Lukas di Severino e Cambo Edit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 15.12.2010

Lucchini Lorenzo di Paolo e Coradazzi Marilena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . battezzato il . . . . . . . . . . . 11.12.2010

Lollato Veronicanata il 23.12.2009

(di Alessandro e Petris Susi)

Ziraldo Erosnato il 21.05.2010

(di Massimo e Fachin Michela)

De Monte Lukasnato il 21.07.2010

(di Severino e Cambo Edit)

Page 43: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

43

CI HASALUTATOVIGJITI

Il 16 marzo 2010 ci ha salutatoLuigi Spangaro, per tutti Vigjiti, il“nonnino” di Voltois e di tutto ilComune di Ampezzo in quantoaveva da pochi giorni raggiunto losplendido traguardo dei 103 anni.

Vigjiti era nato il 25 febbraio1907 a Voltois di Ampezzo nellanumerosa famiglia “da la Balda” eaveva trascorso in paese tutta lasua vita lavorando come casaro innumerosi paesi e malghe dellaCarnia. Il 12 marzo 1932 si erasposato con Angelina Spangaro,da cui ha avuto tre figli, e questaunione è stata coronata nel 2002

dal raggiungimento dello straordi-nario traguardo dei 70 anni di ma-trimonio; recentemente avevaavuto anche l’onore di diventaretrisnonno. Egli ha trascorso la sualunga vita umilmente, acconten-tandosi dei frutti di un onesto stiledi vita e dando tutto il suo amoree la sua dedizione alla famiglia.Nonostante fosse ultimamenteospitato nella casa di riposo diTolmezzo, Vigjiti ha avuto fino al-l’ultimo una buona salute, compa-tibilmente con l’età.

A riguardo è interessante notareche la piccola frazione di Voltois,nonostante le poche decine di abi-tanti, ha potuto vantare ben 4 ul-tracentenari in poco più di venti-cinque anni, tutti naturalmentecon cognome Spangaro, una per-centuale da primato che certamen-te non è frequente trovare non so-lo in regione ma anche in un’areapiù vasta.

DS

CINQUE GENERAZIONI: Katiuscia, Roberta, Asia, Maria, Anita.

Matrimonio di Vanessa e Manuel.

M a t r i m o n iPetris Tiziano e Eder Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .il 13/02/2010 in Ampezzo

Spangaro Manuel e Tonizzo Vanessa . . . . . . . . . . . . . . . .il 22/05/2010 in Ampezzo

Di Centa Evaristo e Mancino Assunta . . . . . . . . . . . . . .il 21/08/2010 in Ampezzo

Fachin Manuel e Fachin Stefania . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .il 12/09/2010 in Ampezzo

Polo Gabriele Luca e Petris Germana . . . . . . . . . . . . . . .il 10/10/2010 in Ravascletto

Del Missier Marco e Spangaro Carla . . . . . . . . . . . . . . .il 29/01/2011 in Ampezzo

Page 44: Buona Pasqua - ampezzo.org · Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, dagli abissi della terra Cristo ascende vittorioso assieme agli antichi padri. Accanto al sepolcro

I NOSTRI

CARI

DEFUNTICandotti Candido

n. in Ampezzo il 13/10/1924dec. in Ampezzo il 14/03/2009

Martinis Marian. in Ampezzo il 27/09/1926

dec. in Tolmezzo il 21/02/2011

Martinis Francon. in Ampezzo il 26/08/1930

dec. in Tolmezzo in 13/11/2010

Luca Marion. in Ampezzo il 22/09/1922

dec. in Ampezzo il 20/12/2009

Fachin Felicitan. in Ampezzo il 3/07/1927

dec. in Ampezzo il 22/01/2011

Fachin Alfion. in Ampezzo il 22/03/1955

dec. in Tolmezzo il 13/06/2010

Martinis Egidion. in Ampezzo il 04/08/1932

dec. in Ampezzo il 11/03/2010

D e c e s s iANNO 2009Candotti Candido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 13/10/1924 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 14/03/2009Candotti Clelia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 10/12/1919 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. a Basilea il 29/11/2009Luca Mario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 22/09/1922 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 20/12/2009Benedetti Elodia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 22/11/1930 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Gorizia il 21/12/2009Miurin Cristina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. il 7/9/1947 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. a Roma il 16-04.2009

ANNO 2010Alzetta Bruna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Venezia il 31/08/1924 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Venezia il 11/02/2010Martinis Egidio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 04/08/1932 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 11/03/2010Spangaro Luigi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 25/02/1907 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 16/03/2010Ornella Renzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 15/08/1946 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Udine il 25/03/2010Spangaro Luciana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Udine il 04/09/1942 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Udine il 05/04/2010Petris Giorgio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 01/03/1944 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Cividale del Fr. il 18/05/2010Fachin Alfio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 22/03/1955 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 13/06/2010Candotti Pasquale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 22/01/1927 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 10/07/201Domini Ido . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Romans d’Is. il 13/05/1928. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 27/08/2010Spangaro Terzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 01/09/1926 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 01/09/2010Sburlino Battista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 13/11/1928 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Udine il 10/09/2010De Monte Pasquale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Forni di Sotto il 03/06/1937 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 11/10/2010Schneider Caterina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Sauris il 30/07/1916 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 28/10/2010Petris Sergio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzoil 21/11/1938 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 29/10/2010Philippe Genevieve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Francia il 24/12/1945. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Francia il 02/11/2010Martinis Franco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 26/08/1930 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo in 13/11/2010Spangaro Daniele . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Tolmezzo il 17/08/1987. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 05/12/2010Fachin Gabriella . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 27/08/1941 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 21/12/2010Bearzi Vincenzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 18/09/1939 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 25/12/2010

ANNO 2011...Passudetti Ennio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 26/05/1935 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Roma il 10/01/2011Fachin Felicita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 3/07/1927. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 22/01/2011Spangaro Luigia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 05/10/1916 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Udine il 18/02/2011Martinis Maria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 27/09/1926 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Tolmezzo il 21/02/2011De Marco Ida . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 08/10/1917 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Ampezzo il 22/02/2011Nigris Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. in Ampezzo il 13/10/1924 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . dec. in Udine il 22/02/2011