SENTINELLE DEL GUSTO

COLLI DI BERGAMO

LA COOPERATIVA

BUON VINO ETICODal sogno all’inizio degli anni Novanta alla realtà, grazie alle Acli, di un progetto di reinserimento sociale che coinvolge quasi 500 persone. Il Consorzio La Cascina a Villa d’Almè, una taverna, vigneti bio. E si vendemmia nella valle di Astino

TESTO DI SILVIA TROPEA MONTAGNOSIFOTOGRAFIE DI MARCO MAZZOLENI

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Non è facile parlare di sogni e far sì che diventino realtà. Spesso restano sogni. A meno che non ci sia un’idea giusta

fondata su valori non effimeri. Ed ecco allora che alla vendemmia di questi giorni nella valle d’Astino, tra i colli di Bergamo, che darà vino di qualità e tutto bio si arriva dal sogno di due amici, Vincenzo Bonandrini e Gianfranco Sab-badini. Li univa il comune impegno nelle Acli (Associazioni cristiane dei lavoratori italiani), e agli inizi degli anni Novanta decisero di acqui-stare, con l’aiuto di persone e di enti, una cascina diroccata a Villa d’Almè lungo una strada, la via Ronco Basso, dalle origini molto antiche, do-ve passavano le carovane e i traffici della valle Brembana. I due amici non hanno potuto vedere

completato il loro progetto, che era di dare una casa, un luogo dove vivere a persone, soprattut-to giovani, in difficoltà per il loro reinserimento sociale e al tempo stesso creare un luogo di ag-gregazione e di cooperazione tra diverse forze del territorio attive nell’ambito della disabilità, della formazione e dell’occupazione lavorativa. Altri ora tengono la barra del timone ferma sugli obiettivi che si erano prefissati e in particolare Giovanni Frigeni, memoria storica di questo lungo viaggio di cooperazione e di «rete» tra diverse realtà.Attualmente sono 500, un centinaio con disa-bilità e disagio, le persone riunite nel consorzio La Cascina, con varie strutture e diverse coope-rative. Le prime sono state «Lavorare Insieme»,

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che opera nell’ambito dei servizi alla persona, e «Koinè», che si occupa dell’inserimento la-vorativo. La Cascina non è una realtà chiusa: ci sono spazi utilizzati anche dalla comunità di Villa d’Almè per corsi di ginnastica, riunioni, momenti formativi e convegni. In più sono pre-senti un ristorante, «La taverna dei golosi» e la cantina della cooperativa «Oikos» dove vengo-no lavorate esclusivamente le uve coltivate dalla cooperativa secondo il metodo biologico. È una bella realtà questa di Oikos, cooperati-va sociale di tipo B con lo scopo di ampliare e rafforzare le possibilità di inserimento socio-la-vorativo di persone in difficoltà attraverso attivi-tà legate alla terra e con la valorizzazione degli ambienti del Parco dei colli di Bergamo. Nei due

I VIGNETI IN GESTIONESONO PIÙ DI UNODA MOZZO A VILLA D’ALMÈIl vigneto di villa Masnada, a Mozzo, la «porta» del Parco dei colli di Bergamo: è un appezzamento storico gestito da tempi relativamente recenti da Oikos. Sotto: Alex Zanotti, uno degli operatori della struttura, mentre vendemmia; la raccolta dell’uva alla vigna del Ronco di Villa d’Almè, che si trova proprio alle spalle dell’edificio sede della cooperativa sociale Oikos e del consorzio La Cascina. Pagine precedenti: grappoli di uva merlot appena colti e destinati a diventare vino di qualità.

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Fiorenzo Gervasoni è responsabile del settore vitivinicolo del consorzio La Cascina. Sta selezionando l’uva da mettere nel torchio e in questa operazione è coadiuvato da Silvano Cortesi. A fianco: gli operatori di Oikos seguono tutte le fasi della coltivazione, produzione e distribuzione; Bruno Barossi è incaricato dell’etichettatura delle bottiglie.

DAL GRAPPOLO AL VINOTUTTE LE OPERAZIONI

AVVENGONO IN CASCINA

ettari di terreni adiacenti alla cascina di Villa d’Al-mè e nei vigneti di Brembate di Sopra vengono coltivate uve merlot e cabernet con cui si pro-ducono due tipologie di vino: «Valcalepio rosso doc Cascina del Ronco bio», dal bel colore rosso rubino con profumo intenso e persistente e note di frutti di bosco e marasca e «Valcalepio rosso doc Cuore bio», ottenuto dai vitigni delle terraz-ze alte e con aggiunta di uve di moscato di Scan-zo qui prodotte. Quest’ultimo viene maturato in barrique e si presenta rosso porpora con nuances

granata: al naso è molto intenso, persistente, fine con sentori di confettura di sottobosco, prugne, liquirizia e spezie. Oltre a questi due vitigni, a Mozzo, nel vigneto storico di villa Masnada vengono coltivate uve riesling per un igt bergamasco bio fragrante e fruttato dal piacevole retrogusto mandorlato, uve schiava sempre bio per confezionare l’omo-nimo vino igt da sempre presente sul territorio. Dal 2017 viene imbottigliato anche un merlot in purezza prodotto con uve di barbine di oltre

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quarant’anni. Potente ed equilibrato, un gran vino che si rivelava già durante la maturazione in barrique.Più di dieci ettari di vigneti che comprendono anche quelli recentemente piantati ad Astino dove, proprio in questi giorni, si sta procedendo alla prima vendemmia di Chardonnay, mentre l’altro uvaggio presente, l’«Incrocio Manzoni», sarà vendemmiato soltanto a partire dal 2018. Ne risulta una piccola produzione totale di circa 14.000 bottiglie, cui si aggiungono 400 bottiglie di grappa estratta dalle vinacce bio di Oikos nel-la distilleria Peroni in Franciacorta, con l’antico sistema discontinuo a vapore. Fiorenzo Gervasoni è il responsabile del settore vitivinicolo: controlla lo stato di salute dei vi-gneti allevati a cordone speronato e, in minima

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parte a Mozzo, con pergola, e i processi di vini-ficazione in cantina. Ex operaio, ha esperienza, passione e cuore, come il nome di uno dei suoi vini. Segue personalmente tutte le fasi in canti-na e si avvale della consulenza di un agronomo di grande fama: Angelo Divittini, dello studio Sata di Brescia. I risultati sono stupefacenti, sia in qualità sia di conseguenza in consenso, come ci spiega il direttore di Oikos, Marco Crippa. È un vino bio e, cosa non assolutamente scontata, è davvero piacevole al palato e anche allo spiri-to per le finalità stesse della cooperativa. Oikos

in greco significa «famiglia, casa, unità di base della società», luogo quindi di accoglienza e di aggregazione anche dei più deboli. Il nome, in questo caso, rappresenta la realtà. Giulio Mauri, «ambasciatore» di Oikos, sottoli-nea le finalità della cooperativa: «Nel cammino di vita delle persone il lavoro è un elemento in-sostituibile. La gente deve poter lavorare nelle condizioni giuste secondo le proprie capacità fisiche e mentali. Oltre a produrre vino bio – prosegue Mauri – ci occupiamo della manuten-zione di giardini, parchi e spazi verdi sia pub-

Il consorzio La Cascina ha un vigneto anche a Bergamo, nella valle di Astino con al centro l’antico monastero. Si tratta dell’impianto più recente: proprio in questi giorni si sta procedendo alla prima vendemmia di Chardonnay, mentre l’altra vigna, un «Incrocio Manzoni», comincerà a dare vino dal prossimo anno.

DIECI ETTARI DI VIGNECOMPRESE QUELLE

NELLA VALLE DI ASTINO

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IL QUARTIER GENERALEÈ A VILLA D’ALMÈSono 500, un centinaio con problemi di disabilità o di di-sagio, le persone che fanno capo al consorzio sociale La Cascina. La sede (così come per la cooperativa Oikos) è a Villa d’Almè, in via Ronco Basso 13, adiacente a una delle vigne in cui si coltivano le uve utilizzate dal consorzio per la produzione del proprio vino. In un anno sono circa 14 mila le bottiglie che vengono messe in commercio e altre 400 sono quelle di grappa che escono da Oikos. La vendita di vino e grappa avviene nella struttura di via Ronco Basso e sul sito internet www.oikoscoop.it dove vengono presentati i prodotti e il percorso di reinseri-mento sociale condotto da Oikos.

INDIRIZZI:Oikos cooperativa sociale a r.l., via Ronco Basso 13Villa d’Almè, tel. 0365.635029Consorzio La Cascina, via Ronco Basso 13Villa d’Almè, tel. 0365.635028

blici sia privati. Eseguiamo potature anche con la tecnica del “tree climbing”, realizziamo opere di riqualificazione ambientale, manutenzione e ripristino di sentieri, percorsi di educazione am-bientale ed educazione alla ruralità per scuole e gruppi. Siamo fattoria didattica accreditata», conclude con l’orgoglio di chi sa di operare be-ne, con onestà e per obiettivi giusti. La gente lo recepisce: tutti i vini pronti per il commercio vengono venduti immediatamente in cantina o nei negozi segnalati sul sito. Non ci sono avanzi di magazzino e la domanda aumenta del 12% all’anno. Un bel successo di cui saranno contenti i due amici sognatori, Vincenzo e Gianfranco, a cui si aggiunge l’orgoglio di tutti coloro che lavorano in questa grande rete, compresi i nu-merosi volontari di questa bella realtà.

Silvia Tropea Montagnosi