BUON NATALE - Salesiani Lombriasco · 2019. 8. 16. · Buon Natale! Don Marco Casanova IL SALUTO...

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A.S. 2018 - 2019 n.2 BUON NATALE e Felice Anno Nuovo

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A.S. 2018 - 2019

n.2

BUON NATALEe Felice Anno Nuovo

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IL SALUTO DEL DIRETTORE

“Le cose belle prima si fanno e poi si pensano”

Carissimi/e, un paio di anni fa gli insegnanti della casa salesiana, dove ero stato direttore per quattro anni, mi hanno mandato una felpa con questa scritta. Insieme ad alcune classi, di una sezione staccata del centro di formazione professionale, ne avevano fatte realizzare una serie riprendendo un’espressione usata tante volte da uno dei formatori nel parlare ai ragazzi. Mi è tornata in mente riprendendo in mano quella felpa e ho pensato potesse essere bella anche per noi.

Una frase di don Oreste Benzi che ha dato vita alla Comunità Giovanni XXIII oggi presente in tante località ed anche in Piemonte, innescando una catena di carità formidabile nel servizio a tante persone con maggiori difficoltà esistenziali. Una esperienza che merita di essere conosciuta come espressione della Chiesa capace di rinnovarsi e di rispondere, nel nome del Signore Gesù, a tante situazioni di povertà che interrogano la società. Lui lo ha fatto creando dal niente un progetto gigantesco convinto che se c’è del buono in quello che fai, se c’è amore, tutto si genera da sé.

Don Oreste Benzi ha vissuto così tutta la vita realizzando ogni giorno quella frase che ha pronunciato. Cosa fare in certe situazioni complesse, come agire quando ci si sente divisi, a che cosa dare la priorità? Da che cosa lasciarsi guidare nella vita quotidiana? La risposta è lì: nel fare, semplicemente, le cose belle. Dove bello sta per ciò che è ricco di valore, di forza generatrice, di amore per Dio e per il prossimo. Qualcosa, fondamentalmente, di profondamente giusto. Dentro di noi, lo sappiamo cosa è bene, se sappiamo considerare ciò che viviamo con onestà. Anche se siamo preadolescenti o adolescenti attratti da mille proposte, immersi in una società che non sempre ci propone ciò che è vero, giusto, buono, bello. Certo serve fatica. Fatica nel guardarci dentro senza sconti ma anche riconoscendo tutto il nostro valore, fatica nell’accettare che a volte il giusto vale il prezzo di una rinuncia e la conquista quello del lavoro duro. Anche a scuola, perché poi sarà così un domani.

Certo per scegliere le cose belle un po’ bisogna esserci allenati. Dobbiamo esercitarci a distinguere ciò che è giusto da ciò che ci conviene. Bene comune, servizio: sembrano concetti così distanti oggi … È scandaloso se dico che servirebbe solo più Amore nel fare le cose? Nell’assumersi un impegno, nello svolgere un lavoro, nelle

discussioni in famiglia, nel crescere i figli … in tutto. Una buona decisione, una ‘cosa bella’, alla

fine la si riconosce da questo: ha l’amore dentro. Nient’altro.

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Il pensiero va subito anche a don Bosco che in fondo ha vissuto un’esperienza così, mossa dall’amore

per Dio per i giovani. Dall’incontro di Dio nei giovani senza pensarci troppo, senza teorizzare eccessivamente. Non che don Bosco fosse uno sprovveduto. Non voglio dire che non facesse progetti per la sua vita e per quella dei giovani, tutt’altro. Sognava, sognava cose belle e le viveva giorno per giorno. Ma agiva facendo e aiutando i ragazzi a fare cose belle con concretezza.

Per questo se c’è amore nelle nostre decisioni possiamo prima agire e poi pensare: perché la vita non potrà che venirci incontro. Per queste persone è stato così. Hanno dimostrato che tutto può essere un’occasione, anche il peggio, anche i fallimenti e le sconfitte della vita.

Mi auguro che possa essere così anche per noi, che la nostra scuola salesiana sia sempre lo spazio per sognare cose belle e viverle prima che pensarle. Mi auguro che sia così nelle nostre famiglie. Perché le cose belle prima si fanno e poi si pensano. Perché non può esserlo anche per noi? Buon Natale!

Don Marco Casanova

IL SALUTO DEL PRESIDE

CONOSCENZE, COMPETENZE ED OPPORTUNITÀ del comparto dell’Agroindustria e dell’Agroalimentare.

“…mettiamo i giovani in condizione di conoscere per poter scegliere…”.

Da quando iniziai ad operare come giovane insegnante a Lombriasco, presso il nostro Istituto Tecnico Agrario, sono passati 35 anni. Nel corso di questo lungo periodo ho visto il susseguirsi di molteplici interventi normativi rivolti alla Scuola italiana; tutti finalizzati a migliorare la qualità della scuola e a perseguire una completa preparazione delle nuove generazioni. Siamo partiti da un insegnamento che aveva come obiettivo prioritario quello di trasmettere ai giovani studenti tutte quelle CONOSCENZE necessarie per accrescere la loro cultura, attraverso l’acquisizione di nozioni

ritenute il punto di partenza per inserirsi nel mondo del lavoro o per affrontare i successivi studi universitari.

In un secondo tempo si è cominciato a mettere in discussione questa impostazione, partendo dall’idea

che le sole conoscenze non erano più sufficienti. Infatti, non bastava più un “bagaglio di nozioni” per

un valido inserimento occupazionale, ma occorreva disporre delle COMPETENZE per saperle applicare. Ovviamente, la Scuola italiana ha dovuto modificare i suoi programmi di insegnamento al fine di perseguire questo nuovo obiettivo: istruire ed educare le nuove generazioni a saper applicare sul campo le nozioni acquisite nel corso dell’anno scolastico.

Bene, ancora una volta siamo consapevoli che tutto questo oggi non è più sufficiente.

In un mondo in continua evoluzione, dove le distanze si accorciano e le comunicazioni viaggiano nell’etere con una velocità un tempo impensabile, i nostri giovani ci chiedono qualcosa di più. La società stessa ci chiede qualcosa in più. Ancora una volta siamo tutti chiamati a pensare ed attuare un salto di qualità! Personalmente penso che, ancora una volta, sia proprio la scuola che debba farsi carico di questo salto di qualità.

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Unitamente alle CONOSCENZE e alle COMPETENZE oggi la Scuola deve farsi carico di garantire delle OPPURTUNITÀ. Cerco di chiarire meglio il mio punto di vista.

La recente normativa relativa agli obblighi imposti alla Scuola italiana con l’Alternanza Scuola-Lavoro, ci aiuta a capire meglio di cosa stiamo parlando e ci apre la strada per questo “salto di qualità”.

Il nuovo obiettivo che la Scuola oggi deve perseguire, in aggiunta a quanto precedentemente ricordato, circa l’acquisizione delle opportune CONOSCENZE e COMPETENZE, sarà quello di generare OPPORTUNITÀ per i nostri giovani. In particolare, per il nostro Istituto Tecnico Agrario “don Bosco”, stiamo parlando dell’esigenza di far conoscere ai nostri giovani quali saranno le opportunità del mondo del lavoro nel comparto dell’Agroindustria e dell’Agroalimentare. Far loro conoscere in quali direzioni si potranno proiettare le future potenziali scelte imprenditoriali, con un occhio particolarmente attento alle richieste dei consumatori, sarà l’obiettivo prioritario che il nostro Istituto Tecnico Agrario “don Bosco” dovrà perseguire nei prossimi anni. Una particolare attenzione

dovrà essere prestata, fin dall’inizio, nella stesura dei Piani di Lavoro di ogni singola Disciplina

scolastica, i quali dovranno essere pensati con l’obiettivo di garantire ai giovani studenti quelle

CONOSCENZE e quelle COMPETENZE che permetteranno loro di identificare, già durante il corso degli studi superiori, quali saranno le OPPORTUNITÀ di inserimento nel mondo del lavoro.

Tengo a precisare che ciò di cui stiamo parlando non è un progetto del quale occorra ancora discutere al fine di valutarne la veridicità, ma si tratta di una realtà ormai riconosciuta che si sta sviluppando e si sta evolvendo, giorno dopo giorno, in una visione di contesto “mondiale”, in un progetto “globale”.

Un contesto nel quale è ben chiara la comune esigenza sentita da ogni essere vivente del pianeta: GARANTIRE CIBO SANO PER TUTTI.

Questo nuovo contesto, nel quale ci troviamo inevitabilmente a ragionare, apre nuovi scenari che mi permetto di definire entusiasmanti per i nostri giovani studenti di Agraria, i quali si apprestano ad operare nel contesto Agroindustriale e Agroalimentare. Ma è nostra la responsabilità di prepararli e di indirizzarli.

Generare OPPORTUNITÀ. Questo è un compito che spetta alla scuola, un compito da realizzare in stretta collaborazione con gli imprenditori che operano nel comparto Agroindustriale e Agroalimentare, ma che spetta alla scuola.

Mi piace riassumere questo ragionamento in una frase: “… mettiamo i giovani in condizione di conoscere per poter scegliere …”.

Il nostro Istituto Tecnico Agrario “don Bosco” di Lombriasco, grazie all’invito che ci è stato rivolto

dall’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, ha avuto l’opportunità di presentare, presso lo Stand della Regione Piemonte, allestito al Salone del Gusto di Torino nello scorso mese di settembre 2018, alcune proposte che intende realizzare ed adottare come linea programmatica per i prossimi anni. Provo brevemente a sintetizzarli:

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1°) Garantire ai nostri giovani studenti di Agraria, la possibilità di effettuare il periodo di Alternanza Scuola-Lavoro con scambi di esperienze lavorative anche all’Estero, in paesi Europei ed Extraeuropei.

Già nel corso dell’anno scolastico 2017-2018, un gruppo di 25 studenti di Agraria hanno vissuto una esperienza di Alternanza Scuola-Lavoro in Argentina presso l’Istituto Agrario Salesiano di Mendoza

e di Rio Quarto e altri 10 studenti in Francia presso l’Istituto Agrario Salesiano di Ressins.

A loro volta, studenti provenienti dagli stessi Istituti Francesi ed Argentini, hanno vissuto una medesima esperienza presso il nostro Istituto Tecnico Agrario di Lombriasco.

Sono in programma altre iniziative di scambio con altre realtà, le quali si sono dimostrate molto interessate a questo progetto di interscambio di esperienze, non solo scolastiche ma anche imprenditoriali. Una richiesta particolarmente interessante, sulla quale stiamo lavorando, proviene dai nascenti Istituti di Agraria della Mongolia.

2°) Generare delle opportunità di inserimento nel mondo del lavoro con la creazione di Eventi, con cadenza temporale stabile, durante i quali i giovani studenti di Agraria si possano confrontare col mondo del lavoro e dell’imprenditoria operante nel comparto Agroindustriale e Agroalimentare nel

senso più ampio del termine, dalla produzione, alla trasformazione, alla commercializzazione, alla valorizzazione di tutte le produzioni tipiche nazionali.

In questa ottica, nel corso del mese di ottobre del corrente anno, in occasione della festa patronale del Comune di Lombriasco, in accordo con la stessa Amministrazione Comunale, presso il cortile centrale del nostro Istituto, si è tenuta la prima edizione del “Cortile don Bosco”. Tutti i nostri allievi

ed ex-allievi hanno avuto la possibilità di esporre i prodotti delle loro aziende e/o i servizi legati alle loro attività imprenditoriali o professionali. Tra gli espositori erano presenti delegazioni di allievi ed ex-allievi provenienti dall’Argentina, dalla Mongolia e dalla vicina Francia. L’idea è quella di

“istituzionalizzare” l’evento, con cadenza annuale, e farlo diventare un momento di incontro tra gli

studenti dei nostri Istituti Tecnici di Agraria e delegazioni di studenti degli Istituti di Agraria

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provenienti da altri Stati Europei ed Extraeuropei, il tutto con la presenza fattiva delle imprese agricole ed i loro prodotti.

3°) Proporre ai nostri giovani studenti di Agraria “laboratori innovativi” dove poter fattivamente

cominciare ad interloquire col mondo del lavoro con nuove modalità di comunicazione, al fine di far conoscere ai consumatori, ma non solo a loro, cosa si produce, come si produce e come fare per potere accedere al mercato dei prodotti alimentari che vengono proposti. Già nel corso dell’evento “Cortile

don Bosco”, ed in particolare la domenica 7 ottobre alle ore 17,30, presso l’Aula Magna del nostro

Istituto è stato presentato il progetto “E-COMMERCE”.

Il Progetto prevede la possibilità di costituire una piattaforma World Wide Web che permetterà di interagire non solo per la commercializzazione di beni e servizi sul territorio nazionale, ma anche con scambi in realtà territoriali di tutto il mondo sfruttando, per così dire, il circuito degli ex-allievi sparsi nei vari paesi. Pensiamo di attivare tale “laboratorio” con l’aiuto di un gruppo di nostri ex-allievi e cominciare a coinvolgere anche gli attuali allievi che frequentano l’ultimo anno del corso di studi.

Nel concludere la presentazione di queste linee programmatiche che il nostro Istituto Tecnico Agrario “don Bosco” di Lombriasco intende perseguire per il futuro, ho ancora voluto sottolineare il fatto che queste idee, naturalmente se condivise, potranno essere realizzate in collaborazione con altri Istituti Tecnici Agrari operanti sul territorio italiano.

Ogni Istituto Tecnico Agrario avrà l’opportunità di mettere “in rete” le strutture, le competenze e le

conoscenze di cui dispone.

Chi avrà le strutture per l’ospitalità, chi avrà le competenze in settori specifici, chi avrà i collegamenti

con realtà imprenditoriali estere. Questo darà il vero senso del fare “rete”. Il successo di questo

progetto, se condiviso, ci darà, ancora una volta, l’opportunità di fare la differenza.

Ma dovranno essere soprattutto i nostri giovani allievi a fare la differenza. Allievi che saranno gli imprenditori e i tecnici del domani e noi tutti abbiamo bisogno che facciano come tali la differenza, magari cercando anche di porre rimedio agli errori commessi in passato, seppure inconsciamente, dai tecnici e dagli stessi imprenditori agricoli che ci hanno preceduto.

A noi Docenti ed Educatori rimarrà sicuramente la soddisfazione di aver compiuto il nostro dovere, ma questo se volete è il minimo che dobbiamo ai nostri giovani, ma resterà qualcosa di ben più grande: aver istruito ed educato i nostri giovani a creare un mondo migliore, un mondo nel quale la qualità della vita parte dai campi, parte dal cibo che, non dimentichiamolo, è un bene che il Padre Eterno ha previsto essere “bene di tutti” ma soprattutto un “bene per tutti”.

Un caro ed affettuoso saluto a tutti voi allievi del nostro Istituto e alle vostre famiglie, unitamente agli auguri di buon Natale e di un sereno anno nuovo.

Marziano Bertino

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“ESSERE O APPARIRE, QUESTO È IL DILEMMA!”

Spunti positivi per una vita buona

Il 2 novembre, giornata tradizionalmente dedicata alla memoria di tutti i defunti, passando per le vie di un paese della Pianura Padana mi è capitato di vedere alcuni uomini piazzare le luci e gli addobbi natalizi. Al di là della possibile discussione circa l’opportunità o meno di compiere tale operazione in quella ricorrenza, è sotto gli occhi di tutti il fatto che viviamo in una società dove l’apparenza

sembra avere il sopravvento. Giovani e adulti a volte faticano a distinguere la realtà oggettiva da quella virtuale e non sono pochi coloro che trascorrono una larga fetta del loro tempo immersi in quegli spazi offerti dai mezzi tecnologici più avanzati.

Nel noto romanzo “Il piccolo principe” la volpe, nella veste di astuta consigliera, ricorda al

protagonista che l’essenziale è invisibile ai nostri occhi. Ed è proprio così, nel percorso di formazione della propria personalità coincidente con le fasi di crescita dalla fanciullezza alla giovinezza, è necessario andare in profondità, facendo affiorare le proprie qualità ed orientandole nella giusta direzione.

Ogni essere umano sente il bisogno di entrare in comunicazione con i suoi simili, ma una relazione autentica non è la conseguenza di un semplice “clic” eseguito sul portatile, bensì è frutto di una

conoscenza diretta al livello interpersonale. Lo sforzo per comprendere lo stato d’animo dell’altro,

l’apertura reciproca nell’ascolto, la pazienza nel sintonizzarsi con il passo di chi mi sta affiancando,

la sincerità verso il prossimo sono elementi di un esercizio a volte faticoso, che richiede un lavoro instancabile su sé stesso, dimenticando il proprio egoismo e ponendo un freno all’orgoglio che spesso

avvelena i rapporti vicendevoli. Molto più facile è la strada di chi si limita all’apparenza perché essa

non ti obbliga a metterti in gioco, non richiede che tu ti sporchi le mani, ti mantiene su un livello superficiale nei contatti con l’umanità e con le situazioni quotidiane.

Quelli che coniugano il verbo apparire nei comportamenti abituali non possono permettersi dei legami profondi e duraturi, praticano il “mordi e fuggi” nel frequentare le altre persone e, non di rado, accumulano esperienze sentimentali esibendole come trofei di caccia, rendendo banali i sentimenti propri ed altrui.

I soggetti che impostano in questo modo il loro esistere sciolgono le redini alla loro presunta furbizia, ma non esercitano quell’attitudine ad approfondire la realtà, che è una costante di chi ha cura del

proprio essere.

Chi sono io? Che cosa ci sto a fare in questo mondo? Che cosa posso fare per rendere migliore l’angolo dell’universo in cui mi trovo? Queste sono domande che pongono a loro stessi quei giovani

che hanno la mente ed il cuore aperti al Bene e sono animati da ideali grandi, di un respiro molto più ampio rispetto alla fanghiglia che sporca le strade del nostro piccolo pianeta verde.

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La questione che pone l’alternativa tra essere ed apparire non è di poco conto, riguarda l’impostazione

di tutta la propria vita. Ciascuno ha l’opportunità di approfondire la conoscenza del proprio io,

mettendo a fuoco le fragilità e cogliendo le proprie risorse di mente e di cuore, individuando le motivazioni più giuste nella prospettiva di un cammino positivo per sé stesso e per i propri compagni di viaggio.

Con l’augurio a tutti di essere buoni, sinceri e generosi, vi saluto fraternamente.

Paulus Agricola (docente e prevosto)

I NUOVI INSEGNANTI!!

TEACHER THE NEW ENGLISH Hello, my name is Gabi and I am the new English mother tongue teacher at your school. I was born in Watford, north of London from Italian parents. I lived in many different places before landing in Turin: Bologna, Limoges, Rome, London, Canberra and Melbourne. My family travelled for work and I followed, when they stopped… I kept going! Living in different countries is a great life experience, you get to know new people, acquire new habits, meet new ideas and cultures. It helps you understand that there isn’t only one way of living, there are many! But to fully enjoy your experience you need to communicate with people and understand what’s around you. This is why English is not important, it’s essential for your future both professional and personal. Now I am going to tell you a sweet but true story: when I was little I was the luckiest girl in my school. Why? Because my family was the first to invent a door-to-door ice-cream delivery. It was called Toni Bell and consisted in a pink van equipped with a bell that would call the children out of their houses to get a fresh, soft ice-cream. So, when they heard the bell, they knew the van was coming so they would rush out with a coin in their hands screaming with joy. I REALLY LIKE THE SALESIANI SCHOOL IN LOMBRIASCO, THE PEOPLE HERE ARE VERY FRIENDLY. I AM LOOKING FORWARD TO A GREAT YEAR IN YOUR COMPANY! Here a picture of the van and….

Gabriella Pignatelli

… this is a picture of the book that was written to tell the sweet story of my family.

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Ciao! Sono Federico, il nuovo insegnante di Educazione Musicale delle scuole medie.

Sono un pianista diplomato al Conservatorio di Novara nel 2001, successivamente mi sono specializzato in "Arti digitali per il multimedia" alla Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo che mi ha permesso di conoscere più a fondo la musica leggera e le nuove tecnologie musicali che utilizzo quotidianamente nei settori musicali in cui lavoro oltre alla didattica musicale che insegno in diverse scuole e istituti musicali. Suono in svariate situazioni, da accompagnatore di solisti e cori, band di diverso genere musicale, oltre a lavorare come arrangiatore e fonico live e studio. Il mio è un gradito ritorno alla scuola media di Lombriasco in cui avevo già insegnato dal 2008 al 2011. Buono studio e buon anno scolastico a tutti!

Federico Bersia Mi chiamo Giulia Bertino, sono un architetto e, da quest’anno, anche l’insegnante di Arte e Immagine

nella scuola media di Lombriasco. Amo gli animali, in particolare i miei cani, le piante e i fiori. Mi rilassa passare del tempo in giardino, curare l’orto e osservare i cambiamenti della natura. Scontato dire che sono cresciuta in campagna …

La fotografia e l’illustrazione sono due altre grandi passioni: con esse mi esprimo, mi diverto e

osservo gli altri.

Questi sono alcuni tratti della mia persona, per il resto penso e spero che avremo modo di conoscerci strada facendo!

Giulia Bertino

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Le esperienze estive di alcuni allievi delle scuole medie e superiori

UN VIAGGIO EMOZIONANTE

Quest’estate, con la famiglia ed alcuni amici, ho intrapreso un viaggio un po’particolare: radunare i

propri bagagli (pochi se possibile) in poche borse e partire con la bicicletta da Parigi per arrivare in una settimana a Londra!

Noi abbiamo deciso di provare questa esperienza insieme, per poter ridere e scherzare anche nei momenti di difficoltà. Con il veloce treno TGV abbiamo raggiunto Parigi e la mattina successiva ci hanno consegnato delle bellissime biciclette (che poi abbiamo riconsegnato a Londra).

I primi giorni in Francia sono stati facili anche se non mi ero ancora abituata a stare in sella tutto il giorno, percorrendo circa una sessantina di km, con qualche salita qua e là.

Mi è piaciuto molto assaporare i colori e i profumi della natura che ci circondava, anche perché è stata proprio quella che ci ha accompagnati per la maggior parte del viaggio, salvo qualche paesino sperduto nel quale ci fermavamo ogni tanto per prendere un gelato.

I paesi in cui facevamo tappa per la notte invece erano abbastanza grandi; di questi mi ricordo che nei bei centri storici, la sera, dopo una lunga e faticosa giornata, ci fermavamo a mangiare in qualche ristorante o birreria che però erano così colmi di turisti che a volte ci facevano aspettare più di un’ora

prima di goderci finalmente una meritata cena …

Mi ricordo soprattutto della meravigliosa pista ciclabile quasi nuova che sembrava fatta apposta per noi. Per non sbagliare strada dovevamo seguire dei piccoli adesivi formati da una freccetta arancione su sfondo nero, che mi sono divertita molto a cercare.

Tra i ricordi più belli c’è sicuramente l’arrivo al mare sulla costa della Normandia, dove abbiamo

preso un traghetto che ci ha sbarcato a Newhaven, finalmente sul suolo inglese.

Qui dopo un paio di tappe siamo giunti nelle vicinanze di Londra, e dopo avere ammirato dei meravigliosi campi di lavanda (che emanavano un profumo incomparabile) si è rotta la catena di una delle nostre biciclette e dopo aver contattato il nostro tour operator per la sostituzione, poco più avanti si è inspiegabilmente rotta un’altra catena … ma alla fine siamo riusciti a riparare il guasto e giungere all’albergo.

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Anche le difficoltà e gli imprevisti fanno parte del viaggio, che alla fine è stato di oltre 350 km, una impresa che non credevo possibile!

La parte che in assoluto ho preferito però è stato l’arrivo a Londra: dopo un susseguirsi di parchi ci siamo trovati di fronte l’Abbazia di Westminster e il vicino Big Ben, questo enorme orologio con la

sua magnifica torre, che mi ha sempre affascinato, forse per la fiaba di Peter Pan e tutta la magia che l’avvolge. Abbiamo quindi riconsegnato le bici e a sorpresa il nostro ultimo hotel era il lussuoso Plaza, un grattacielo di vetro proprio tra il Big Ben e il London Eye, dove ci siamo rilassati nella Spa.

Siamo poi entrati un po’ di più nel cuore della città e siamo stati letteralmente “travolti” da un fiume

di persone, pressati come in una scatoletta di tonno quasi da non respirare …

Durante i giorni successivi abbiamo visitato diversi luoghi di Londra (Tower Bridge, Torre di Londra, Buckingham Palace, Windsor) e abbiamo proseguito il viaggio esplorando la Cornovaglia, la regione più pittoresca dell’Inghilterra.

Per me arrivare alla fine di questo viaggio è stata una vittoria e la gita in Cornovaglia è stato il premio.

Ho trascorso parecchie altre vacanze con la bicicletta, un turismo lento che ti fa apprezzare da vicino i luoghi visitati, ma questo viaggio mi è rimasto nel cuore e lo consiglio a tutti.

Melissa Avataneo (II media B)

ALLA CONQUISTA DI LONDRA!

Sono partito per le vacanze estive i primi di agosto … Destinazione: Londra! Nell’arco di alcuni

giorni ho visitato il London Eye, la Tower Bridge, la Torre dell’orologio, gli Studios di Harry Potter,

lo Stamford Bridge e Buckingham Palace.

Dal momento che il mio sport preferito è il calcio, non potevo non recarmi presso lo stadio del Chelsea, dove ho acquistato il completo di Eden Hazard! Sono rimasto affascinato da questo luogo, nel quale si sono avvicendate le cosiddette leggende del calcio; mi piacerebbe un giorno poterci tornare, magari sotto un’altra veste: quella del calciatore professionista.

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È stata una vacanza arricchente ed emozionante che mi ha permesso di cimentarmi con la lingua inglese. Penso sia fondamentale infatti sin da piccoli avere l’opportunità di viaggiare, perché in tal

modo si possono conoscere culture diverse dalla propria ed avere quindi una mente aperta.

Edoardo Lorini (II media A)

SARDEGNA: CHE MERAVIGLIA!

L’estate per me è iniziata svolgendo qualche compito al mattino, mentre al pomeriggio approfittavo

del tempo libero per divertirmi in compagnia di alcuni amici. Ho poi partecipato per ben tre settimane all’estate ragazzi di Lombriasco: sono stati giorni trascorsi in grande armonia con alcuni miei

compagni di classe e non solo. Consiglio questa esperienza perché permette di consolidare rapporti instauratisi durante l’anno scolastico e di crearne altri, che si spera possano essere altrettanto duraturi.

Finalmente il giorno della tanto sospirata partenza per la Sardegna si avvicinava; ero sempre più in trepidazione! La mia famiglia ed io siamo partiti da Genova con il traghetto, per arrivare a destinazione alcune ore più tardi. In questa stupenda isola ho avuto l’opportunità di visitare numerose

spiagge, tra cui Cala Brandinchi, definita “la piccola Tahiti a San Teodoro” e non per niente anche la mia preferita. Non sono inoltre mancate le escursioni nelle principali grotte della regione. Nonostante siano trascorsi pochi mesi dalla nostra vacanza, ne sento già un’immensa nostalgia!

Manuel Pinna (II media A)

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VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI SÉ STESSI

Spesso noi giovani siamo portati a pensare che la fede, la religione e tutto ciò che ha a che fare con essa sia un qualcosa di noioso, di “superato”, inappropriato per la nostra età e più adatto ad adulti e

anziani, ma come molti giovani hanno potuto apprendere nella settimana del cammino sinodale 2018, non è così. Infatti dal 7 al 13 agosto si è svolto il cammino sinodale dei giovani, un’iniziativa salesiana

(Movimento Giovanile Salesiano) che ha visto come protagonisti giovani provenienti da Piemonte e Val d’Aosta. A rappresentare Lombriasco vi erano i professori Paolo Remogna e Don Danilo Allasia,

Bergese Matteo, Carpegna Sofia Erika, Chiesa Stefano, Gallo Erika, Zucchi Cristina e Bongioanni Luisa. L’incontro era previsto a Valdocco, punto di partenza del nostro viaggio, organizzato dalla pastorale giovanile dei salesiani Piemonte. La nostra prima tappa è stata Firenze, centro culturale e artistico del Medioevo, riconosciuta come una delle culle dell’arte e dell’architettura. Qui abbiamo avuto occasione di visitare il famoso Duomo - al cui interno c’è stato un momento di riflessione personale guidato da novizi - la chiesa di Santa Croce e, a fine giornata, abbiamo celebrato l’eucarestia

nella chiesa di San Lorenzo, durante la quale il diluvio universale si è abbattuto su di noi, con pioggia, vento e grandine all’interno della chiesa stessa: qualcuno aveva lasciato le finestre aperte! Abbiamo

inoltre visitato il museo del Duomo, piazza della Signoria, dove grazie ad un gioco abbiamo potuto approfondire le nostre nuove amicizie con i ragazzi di Valsalice, nostri compagni di pullman. Successivamente insieme all’ispettore Don Enrico Stasi siamo saliti verso la chiesa di San Miniato al

Monte, da cui si godeva di una splendida vista della città.

Dopo il soggiorno a Firenze ci siamo recati ad Assisi: il primo giorno giunti alla nostra destinazione ci siamo suddivisi in tre gruppi, ognuno dei quali, a diversi orari l’uno dall’altro, ha visitato la Basilica di S. Francesco, S. Damiano, S. Maria degli angeli e Rivotorto. È poi stata celebrata l’eucarestia nella

Basilica superiore, momento molto suggestivo perché circondati dagli affreschi di Giotto. A fine giornata siamo ritornati a Gualdo Tadino, luogo presso il quale abbiamo dormito (finalmente in letti!) e mangiato. Il giorno seguente, dopo una faticosa camminata, siamo saliti all’Eremo delle Carceri,

luogo di preghiera e meditazione di S. Francesco, costituito da una magnifica boscaglia di alberi secolari, e dalla costante presenza di un qualcosa, tanto semplice, quanto prezioso: il Silenzio; si poteva infatti respirare una tranquillità quasi indescrivibile.

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Qui, noi, duecento ragazzi dal Piemonte e dalla Val d’Aosta, sparsi nei boschi dell’Umbria siamo

riusciti a riflettere sul percorso che stavamo facendo e che avremmo concluso da lì a due giorni, con l’incontro di Papa Francesco.

Dopo la visita all’Eremo ci siamo goduti un po’ di sano relax in quella che è la magnifica città di

Assisi: stradine storiche, qualche souvenir e, perché no, un buon gelato da godersi con gli amici! Ritornati a Gualdo Tadino, dopo esserci rifocillati e dopo qualche partita a pallavolo o calcio, siamo andati a letto stanchi, ma felici…

Ore 6:00, sveglia!!! E sì, il viaggio è lungo, per arrivare alla nostra meta più importante, fulcro del nostro percorso: Roma. Ovviamente la sorte era della nostra parte: il pullman “due” (quello di Lombriasco) funzionava a meraviglia, mentre il pullman “uno” si è bloccato dopo poco dalla partenza. Così ci siamo tutti fermati ad un punto di ristoro lì vicino in attesa di un mezzo di ricambio; per quanto possa sembrare strano, tutti insieme, siamo riusciti a far passare il tempo giocando, chiacchierando e mangiando!

Arrivati al Testaccio, (il nostro nuovo “Gualdo Tadino”) ci siamo sistemati e preparati per recarci al Circo Massimo dove il Papa avrebbe risposto ad alcune domande poste dai giovani. In tarda serata, concluso il discorso del Papa, abbiamo visto, almeno esternamente, il famoso Colosseo. Nella giornata seguente invece abbiamo avuto occasione di celebrare l’eucarestia con il Papa in piazza S.

Pietro, momento tanto intenso quanto … afoso!

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Partiti da Roma, ci siamo recati verso la nostra tappa finale, Loreto, uno dei luoghi mariani per antonomasia.

La felicità è un qualcosa che è difficile da descrivere, poiché essa è in molte cose, ed è molto personale, ma tutti noi possiamo dire di aver provato quella felicità che è nelle piccole cose, nei momenti passati insieme, nelle sfacchinate di tre ore in salita sostenendosi l’un l’altro, nel dormire

tutti insieme ammassati in una palestra con i sacchi a pelo, insomma tutti noi eravamo semplicemente stanchi, ma felici.

Sofia Carpegna e Stefano Chiesa (IV ITA)

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I CONSUETI RITIRI SPIRITUALI DI INZIO ANNO

LA GITA SUI PASSI DI DON BOSCO

Venerdì 5 ottobre, molto felici, ci siamo recati, noi ragazzi della seconda media A insieme a quelli

della seconda media B, a Chieri per un ritiro spirituale sui passi di don Bosco ed in particolare sulla

sua adolescenza. Alle otto, come di consueto, siamo entrati in studio per la preghiera mattutina, terminata la quale

siamo partiti in pullman verso la nostra meta, accompagnati dalle nostre insegnanti Brone e Donetto

e dal professor don Nanni. Durante il tragitto, quest’ultimo ci ha interpellato singolarmente per

leggere alcuni episodi riguardanti la vita di don Bosco. Arrivati a Chieri, ci siamo recati nella scuola salesiana, per poi percorrere le principali strade della

città e visitare le varie chiese. Durante questa gita abbiamo avuto l’opportunità di scoprire interessanti

aneddoti sulla vita dell’uomo grazie al quale è stato fondato il nostro Istituto. Anche il rientro in pullman è stato molto gradevole perché abbiamo coinvolto le nostre insegnanti

con alcune canzoni dell’estate da poco conclusa.

Irene Dimasi e Beatrice Guerci (II media A)

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UNA GIORNATA PER LA NOSTRA FEDE: RITIRO A CARIGNANO!

La mattina di venerdì 21 settembre varcò la porta dello studio Don Danilo che, dopo aver

bonariamente rimproverato tutti per la confusione, chiamò gli alunni della seconda superiore per

raggiungere la fermata e prendere il pullman diretti a Carignano. Una volta giunti a destinazione, si

iniziò con la preghiera per poi passare ad analizzare il tema del ritiro: la fede. Tutti furono sorpresi

quando vennero menzionati Vasco Rossi e i The Sun. Chi mai si sarebbe potuto immaginare che Vasco

perse la fede all’età di quindici anni in una scuola salesiana? Ebbene sì, ma lasciamo perdere il

motivo, prima che qualcuno si ispiri alle sue vicissitudini. Per i The Sun invece fu il contrario: si

avvicinarono alla fede cambiando anche genere musicale. Seguì il momento di riflessione personale e poi l’atteso lavoro a gruppi. Fu poi la volta delle

confessioni e delle prove di canto tanto amate da don Danilo! Non appena venne pronunciata la parola “pranzo”, si videro persone mangiare con voracità in ogni

luogo (immancabile ovviamente la toma di Matteo Osella). Seguì la partita a calcio e quindi un momento libero per interagire e divertirsi. Non poté mancare il

momento finale di riflessione ed infine la messa. Stanchi, ma arricchiti interiormente abbiamo fatto

ritorno a Lombriasco.

Elia Leone (II ITA)

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TEMPO DI RIFLESSIONI PER LA IV ITA

Martedì 25 settembre la scuola di Lombriasco ha organizzato un ritiro spirituale nell’oratorio di

Moretta per la quarta agraria, che vi ha preso parte con grande entusiasmo.

La classe è partita dall’Istituto alle ore 8.15 per arrivare a Moretta alle 8.40 circa.

I ragazzi inizialmente si sono cimentati in un gioco a coppie che ha permesso di consolidare i rapporti di amicizia preesistenti.

Alle ore 9.30 si sono trasferiti nel campo da calcio in erba sintetica dove sono stati invitati a fare una lunga riflessione sugli amici, parenti, compagni, professori e altri educatori.

A seguire, c’è stato un breve intervallo durante il quale i ragazzi si sono calati nei panni di provetti calciatori.

Alle 10.30 è stata proposta un’attività con uno spago, in modo tale da creare una ragnatela con le estremità attaccate al collo di ognuno per dimostrare il reciproco legame.

Successivamente, ci sono state le confessioni, sebbene tutti fossero già con la mente rivolta all’imminente pranzo!

La giornata si è conclusa con una messa nella chiesa di Moretta.

Anche il professor Magliano, che ci ha accompagnati, si è detto soddisfatto dell’andamento della

giornata.

Lorenzo Ballario (IV ITA)

MUZZANO 2018:

DUE GIORNATE DI ESERCIZI SPIRITUALI E NON SOLO

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Lunedì 15 e martedì 16 ottobre la classe quinta dell’Istituto agrario di Lombriasco si è recata presso la casa salesiana di Muzzano per svolgere gli esercizi spirituali con i coetanei del liceo scientifico “Don Bosco” di Novara. Queste attività sono ormai da alcuni anni realizzate per

gli studenti dell’istituto agrario e ritenute molto importanti dal punto di vista educativo. Durante

l’anno, infatti, vengono organizzate tre giornate separate nelle quali si affrontano diversi temi per

la formazione educativa dei ragazzi. Queste esperienze, sin dalla prima superiore, prevedono

momenti di attività svolte singolarmente o in gruppo e momenti di gioco utili per unire la classe.

Normalmente questi ritiri vengono svolti nell’arco della giornata, solo per l’ultimo corso di studi il

primo ritiro prevede la durata di due giorni in una casa salesiana con altri coetanei provenienti da

un'altra scuola. Gli esercizi sono stati organizzati da Don Fabiano Gheller e Suor Paola con i

volontari Novella e Nicolas, collaboratori che aiutavano durante l’animazione dei ragazzi. Sono state

organizzate diverse attività alcune di gioco e altre di confronto tra le due diverse scuole salesiane. La

tematica del ritiro era “desiderosi di mettere radici in cielo”. È stato affrontato il tema del desiderio

sia spirituale che non, sono state poste diverse domande ai ragazzi che facevano riflettere sui

comportamenti dei propri coetanei e anche delle diverse attività organizzate dai due istituti. Nel liceo

di Novara infatti i ritiri spirituali vengono da sempre fatti una volta nell’anno e hanno una durata di

due o tre giorni. Sono stati molti i momenti di svago concessi ai ragazzi per conoscersi e creare

nuove amicizie, molti i giochi organizzati dagli animatori per far mettere in gioco i diversi studenti

in svariati ambiti. Altre attività prevedevano invece un momento di riflessione personale che

terminava poi con la condivisione in piccoli gruppi di ciò che era emerso dalle singole esperienze. Il

tutto veniva messo a confronto e, dalle diverse situazioni narrate, si potevano trarre dei consigli utili.

L’esperienza più significativa è stata il disegno di un fiume, usato come metafora per racchiudere

tutti i singoli percorsi di vita. Nello schizzo infatti erano utilizzati molteplici simboli come: dighe,

cascate, laghi o altri elementi per simboleggiare precisi momenti della vita di ciascuno di noi. Non

sono mancati i momenti di preghiera e di silenzio, non eccessivi rispetto al tempo a disposizione.

Dopo si è svolta la serata organizzata dagli animatori per intrattenere e far divertire i ragazzi, dove si

sono fronteggiate quattro squadre in diversi giochi che mettevano in mostra l’agilità, la forza e lo

spirito di squadra. Prima di andare a dormire è stata data la buonanotte da Don Danilo, preceduta da

un piccolo momento di preghiera. Al pomeriggio del secondo giorno, come saluto e ringraziamento

dei momenti trascorsi insieme, è stata organizzata una messa di condivisione. In questo momento,

durante la predica, Don Fabiano ha augurato ad ogni ragazzo di vivere al meglio ogni momento

senza sprecare nessuna occasione. Per far ciò, ha usato la metafora di un pennarello indelebile

scarico che una volta finito il suo compito viene buttato. Ai ragazzi ha invece voluto far passare il

messaggio di vivere tutto ciò che è stato concesso e di far tesoro delle esperienze, tutte, sia piccole

che grandi. È stata un’esperienza sicuramente positiva che ha unito molto la classe quinta. Inoltre ha

fatto ricordare i momenti più belli e più memorabili dei cinque anni trascorsi insieme in un breve

momento concesso per la ricostruzione di tutti i ritiri affrontati.

Camilla Calavita (V ITA)

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GLI APERICENA DI INIZIO ANNO

Giovedì 4 ottobre, gli alunni delle classi di seconda media hanno avuto l’opportunità di ritrovarsi al

di fuori dell’orario scolastico, in concomitanza dell’incontro fra genitori ed insegnanti per l’elezione

dei rappresentanti di classe e la presentazione del programma previsto per l’anno 2018-2019. Ogni

studente aveva l’impegno di portare, a propria discrezione, vivande, cibi o vettovaglie per

accompagnare il momento di svago stabilito al termine del già citato colloquio. Le famiglie, appena arrivate in Istituto, fra un saluto e l’altro, hanno riposto il cibo in un salone adibito

all’apericena. A questo punto, i genitori si sono riuniti nell’aula verde, dove si sono trattenuti solo gli

interessati alla sezione A, mentre la riunione della B è avvenuta in sala insegnanti. Nel frattempo, attendendo la conclusione delle riunioni, gli alunni presenti hanno pasteggiato e

giocato negli spazi aperti dell’Istituto. Terminate le formalità, è seguito il convivio in cui si sono potute assaporare le delizie messe a

disposizione da tutti. Stuzzicando e confrontandosi, l’apericena è trascorso velocemente, favorito

anche dal tempo che ha regalato una serata fresca e piacevole. Qualche gioco notturno ha concluso

l’incontro in allegria. La scuola salesiana di Lombriasco regala anche piacevoli momenti di svago.

Giuditta Favrin e Ginevra Murano (II media A)

LE ATTIVITÀ FORMATIVE DELLA SCUOLA MEDIA

Sono numerose le attività formative offerte dal nostro Istituto per la scuola media. Ogni giovedì

mattina, dopo la preghiera ed il discorso del preside, i ragazzi delle medie si dividono nei vari gruppi

per partecipare alle svariate attività, tra cui quella di cineforum (riservata alle terze e guidata dal

professor Massucco) durante la quale vengono proiettate ed in seguito commentate alcune pellicole

cinematografiche; agrimodellismo (con il direttore ed il professor Remogna) in cui gli alunni creano

modellini in scala di fattorie, stalle ed appezzamenti di terreno. Non meno importante è il gruppo de

I Don Bosco boys con la supervisione del professor Forestello. Il gruppo diretto da suor Simona si

occupa della creazione di lavoretti destinati alla vendita sui mercatini di Natale (per ora sono state

realizzate formine di gesso profumate, barattoli di vetro come portacandele …). Nel gruppo

missionario, diretto dal professor Magliano, si riflette invece sul significato della parola “missione”

mediante scenette e video a tema. Immancabile infine è il gruppo che si occupa della lettura, analisi

e commento di libri e poesie. Auspichiamo che ciascun gruppo possa vedere i risultati degli altri al

termine dell’anno scolastico.

Ingrid Aresio, Matteo Fauda, Davide Gallo e Michele Viotti (II media B)

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L’ANGOLO DELLE POESIE

Amarezza

Sembra la nebbia che cola d’estate mentre il tempo scorre tra le dita. Le lacrime si riflettono nella rugiada che scivola dai petali di un fiore delicato esprimendo il dolore che si allontana dal viso ma l’espressione rimane immutata.

Gli occhi rivelano la luna pallida e lontana stelle che brillano nella notte. Il cuore si indurisce come una gemma scarlatta che risplende nell’animo buio della sofferenza.

Voler isolarsi per contemplare l’amarezza di ciò sotto le acque del mare guardando il mondo mutare senza che nessuno paia mai sorpreso o solidale.

La voce della malinconia s’insinua nella mia mente facendomi sognare di sprofondare in un vortice di bollicine che ritraggono il viso riluttante dell’agonia soffocare nella mia stessa tristezza.

Inizio a immaginare …

Essere leggera priva di sensi, nella bellezza dell’oblio dimenticando che per via di una semplice sconfitta ho finito per perdere la ragione. Ma quando osservo del mio volto le curve vedo la loro ferrea presa che tiene ferme le mie labbra in una smorfia di sofferenza

il mio incubo peggiore nel non vedere nei suoi occhi lo stesso mio amore.

Ginevra Murano (II media A)

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Oh! Sento

il mare infrangersi sulla battigia, ed il ricordo dell’estate sbiadisce pian piano … La tristezza mi rapisce ed il tuo dolce sguardo mi stupisce,

mentre la luce del sol a poco a poco cala dal ciel.

M.C.

Il mio cuore è un mandala

Il mio cuore è un mandala infinito e profondo nel suo centro ci sono le gioie ed i dolori del mondo. Tu, o Terra, sei la madre somma della vita! In te ogni spirito si nutre e trova rifugio; ma non è nulla senza di te, padre Universo che infinito regni su ogni cielo! Ogni giorno mi sveglio e la mia anima esulta di gioia, si prostra nelle lacrime di fronte al tuo miracolo. Però ogni giorno vedo anche i miei simili devastare l’equilibrio della tua bellezza e porre fine crudelmente alla vita delle tue creature più amate. Finché avrò respiro, combatterò per te: sono il tuo soldato e difensore più fedele, o Terra.

Federico Valinotto (V ITA)

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GIOVANI SOGNATORI

Mi ha fatto piacere leggere recentemente un pensiero del teologo e musicista italiano Pierangelo

Sequeri che dice: “La buona notizia è questa: ogni generazione viene al mondo con i fondamentali

che deve avere; sono idealisti come noi, goffi come noi, teneri come noi, stupidi come noi che

volevamo cambiare il mondo in ogni momento. La cattiva notizia è questa: trovano noi. E noi siamo

un po’ cambiati”. Alla fine del mio percorso liceale, ma soprattutto negli anni universitari, sono stata

una fervente contestatrice, manifestando attivamente per la difesa dei miei diritti e delle idee che

allora rappresentavano tutto il mio mondo e che ora, con un po' più di maturità, talvolta mi fanno

sorridere. Non ho cambiato il mondo, anche se allora ci credevo profondamente, ma anzi è stato

spesso il mondo, col passare del tempo, a cambiare me e il mio modo di pensare. Questo significa

che mi sono pentita delle scelte di allora, del mio fervore, della mia “rabbia” giovanile? Mai,

nemmeno per un secondo: quello era ciò per cui, allora, vivevo. Per questo motivo, più che per curiosità personale, negli scorsi giorni ho chiesto ad alcuni di voi di

prendere un foglietto e scriverci sopra ciò per cui vale la pena vivere per un giovane di oggi. Una

domanda non certo semplice, accolta da alcuni con una risata imbarazzata, da altri con un po' di timore

e spaesamento. Sono state molte le risposte, talune anche divertenti (per il cibo, per la mia squadra

del cuore, per il mio cane o gatto), altre più “romantiche” (per vedere la neve a Natale, per godermi i

tramonti), altre ancora più idealiste (la libertà, lasciare una mia traccia, fare del bene, conoscere il

mondo). Tuttavia, tra queste bizzarre minoranze, spicca il dato che accomuna tutti i giovani di ogni

tempo e luogo: si vive per l'AMORE e per raggiungere la FELICITÀ, fine ultimo delle nostre

esistenze passeggere. Ho fatto questa sorta di “esperimento” perché sono piuttosto stanca di leggere

e sentire notizie che parlano delle nuove generazioni come un branco di persone svogliate e

demotivate. Certo, una parte sarà anche così, ma ci si sofferma troppo poco sulla parte di ragazzi

sognatori, pronti a battersi per le loro idee, impegnati nel bene. I giovani sognano ed è giusto che sia

così: vogliono cambiare il mondo, ma forse noi, ormai un po' più maturi e sicuri nelle nostre abitudini,

non siamo preparati ad accogliere quest'onda di progresso, dimenticandoci che un tempo anche noi

eravamo esattamente così. Pronti a giudicare l'apparente pochezza delle nuove generazioni, sarebbe

meglio chiedersi: quanti di noi hanno concretamente chiesto a loro cosa sognano? Quanti hanno avuto

la pazienza di ascoltare i loro pensieri a volte sgangherati ed incoerenti? Se lo facessimo, sono sicura

che ritroveremmo quegli stessi valori che appartengono anche a noi, ma che abbiamo smesso di

ascoltare. Concludo con il mio personale augurio di Natale a tutti voi, piccoli e grandi sognatori, con la speranza

di vedervi sempre feroci nella difesa delle vostre idee, ma anche quella che possiate imbattervi in

adulti pazienti e volenterosi di ascoltarvi. Valentina Cravero

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IL SALUTO DI DUE SUPER EX-ALLIEVE

UN NUOVO MONDO

Università. È una parola che suscita diverse idee su come potrebbe presentarsi questo nuovo mondo. Molti la associano allo studio, orari, esami … ma per comprendere il vero significato della parola

“università” è necessario viverla, perché dietro di sé cela davvero un mondo. È un lungo percorso impegnativo ma che ognuno di noi ragazzi, ormai quasi adulti, dovrebbe intraprendere con la speranza che sia l’imboccatura fondamentale per il proprio futuro.

Da parte mia posso dire di non essermi ancora abituata a questa “nuova vita”, più frenetica, che

richiede maggiori responsabilità ed organizzazione. Non che sia una cosa negativa perché a un certo punto ciascuno di noi desidera farsi carico delle responsabilità che comportano l’essere adulto; ma

dopo aver frequentato la scuola di Lombriasco dove i professori ti seguivano, ti aiutavano nello studio e al termine dei cinque anni erano diventati dei veri e propri mentori, ci si sente un po’ spaesati.

Frequentare la Scuola Salesiana di Lombriasco era come far parte di una grande famiglia in cui durante i cinque anni di studio avevi la possibilità di crescere e formarti sia a livello didattico sia come persona.

E il salto più difficile è spiccare il volo per affrontare il mondo con le proprie forze e lasciare quel nido sicuro. Perché alle superiori ci si sente ancora un po’ bambini, che hanno bisogno di costante attenzione, mentre l’inizio dell’università segna il passaggio all’età adulta. Adesso infatti, grazie a Lombriasco, che ha contribuito al mio passaggio da ragazza a donna, sto frequentando l’università di

Grugliasco indirizzo “agrario”. Seppur sia un ambiente diverso rispetto a quello cui ero abituata, dove le lezioni sono più impegnative ed intense, so che è la mia strada e grazie al bagaglio di nozioni, emozioni ed esperienze che mi porto da Lombriasco so di poterla percorrere con maggiore sicurezza e fiducia nel futuro e in me stessa.

Nicol Astesano

Cari studenti di Lombriasco, ho il piacere ma soprattutto l’onore di partecipare anche io a quest’iniziativa del giornalino della scuola. Sono un’ex-allieva e vorrei lasciarvi il mio pensiero sul “post-Lombriasco”. Tempo fa sostenevo che non avrei sentito la mancanza delle scuole medie e superiori, ma ovviamente mi sbagliavo. All’inizio di questo nuovo anno scolastico universitario infatti qualcosa è cambiato… ho sentito una sensazione di nostalgia: non riprendere le lezioni, non incontrare i compagni ed i professori; spesso mi vengono in mente tutte le bellissime esperienze passate a Lombriasco, e ho così capito perché a differenza delle altre scuole questa mi “manca” … Lombriasco non è una scuola, ma una casa formata da una grande famiglia. Per quanto riguarda il percorso universitario, fortunatamente, avevo già le idee ben chiare: dopo aver superato il test d’ingresso ho intrapreso gli studi di tecnologie alimentari. Anche se sono passati pochi

mesi, posso dirvi che questo nuovo mondo è molto diverso da come me lo aspettavo, qui gli insegnanti hanno altre aspettative, i concetti vengono spiegati in modo molto complesso e non esiste più quel bellissimo rapporto presente a Lombriasco tra alunni e professori. Posso dirvi che all’università si

entra a far parte del “mondo dei grandi” non sentendoti più protetto, capito e aiutato, ma sei solo e semplicemente un numero!

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Vorrei concludere augurando a tutti di vivere un’esperienza più che positiva a Lombriasco, e anche se ora vi è difficile comprendere alcuni atteggiamenti degli educatori, non preoccupatevi: tutto viene fatto unicamente per il vostro bene! Lascio infine un saluto particolare ai ragazzi di quinta che dovranno affrontare proprio da quest’anno

il “nuovo esame” … IN BOCCA AL LUPO!! Buona continuazione di anno scolastico a tutti voi!

Francesca Celesia

“CARO DIARIO, TI SCRIVO PERCHÉ …” Rubrica delle riflessioni

Caro diario,

ti scrivo perché vorrei dirti quanto mi piace frequentare questa scuola. Tutti quanti ci impegniamo quotidianamente affinché la nostra classe sia coesa; la caratteristica che differenzia questa scuola dalle altre è il rapporto d’amicizia tra noi studenti, ma anche con gli insegnanti.

Possiamo contare gli uni sugli altri, vantando un forte legame. L’amicizia è infatti quel rapporto che

ci porta ad essere sempre uniti e che ci consente di superare con facilità i rari momenti di disaccordo.

Tutti quanti sappiamo scherzare ed essere anche molto autoironici: le naturali differenze caratteriali, e non, sono il nostro punto di forza!

Alyssa Perrone (II media B)

Caro diario, ti scrivo perché ho un grande problema che mi tormenta ormai da alcuni giorni, e ho tanto bisogno di

parlare con qualcuno di cui mi possa fidare ciecamente. So che con te posso stare tranquilla e che

quindi non rivelerai i miei segreti ad alcuno. Beh, il punto è che mi piace un ragazzo. Il suo nome è D., ed è il più bello, simpatico, divertente e

dolce tipo che io abbia mai visto; ha occhi azzurri come il mare, mi saluta sempre e fa battute

divertenti. Il problema è che non frequentiamo la medesima classe, siamo in due sezioni diverse,

quindi ci vediamo poco, ma nonostante questo quando lo incontro, sono felicissima. La questione però non è così semplice perché D. piace molto anche ad una mia carissima amica. Io

non le avevo ancora parlato della mia “cotta”, perché un po’ mi vergognavo, anche se mi piaceva già

da molto tempo prima che lei me lo rivelasse. L’altro giorno però, al termine delle lezioni, ha detto

che doveva confidarmi un segreto, ossia la sua grande simpatia per D. Speravo non parlasse del mio

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D., invece sì. Non so proprio come comportarmi. Prima di tutto perché voglio molto bene alla mia amica e non

vorrei ferirla; mi ha anche chiesto di aiutarla con lui, come posso fare? Sono proprio in difficoltà, spero che si risolva tutto velocemente. Nel frattempo, mi ha fatto bene poter parlare e confidarmi con te.

Gaia Defina (II media A)

Caro diario, ti scrivo per raccontarti cosa mi è successo oggi. Dopo aver svolto i consueti compiti, avevo in

programma di uscire per fare una bella passeggiata nei campi dietro casa mia, in compagnia dei miei

cani. Mi sono cambiata, ho indossato un paio di scarpe da ginnastica adatte, la tuta, le cuffiette per

ascoltare della buona musica ed ovviamente i guinzagli. Quando sono uscita, però, non ho trovato la piccola Lola. Mi sono spaventata molto, allora con l’aiuto

degli altri due cani ho cercato ovunque: in casa, in giardino, in magazzino … sono andata perfino nel

recinto dei conigli e nella cuccia del gatto, ma di Lola nemmeno l’ombra. Mi sono seduta sul muretto

di casa ed accarezzando gli altri due cani mi stavo per mettere a piangere, quando all’improvviso, da

lontano, ho scorto mia zia con Lola! L’aveva portata dal toelettatore e, per non disturbarmi mentre

svolgevo i compiti, non mi aveva avvertita. Ero così felice di rivedere la mia cagnolina che non mi

sono nemmeno arrabbiata con mia zia; di lì a poco, abbiamo finalmente fatto tutti insieme la nostra

passeggiata pomeridiana (con Lola in braccio per il timore di smarrirla una seconda volta).

Caterina Monticone (II media A)

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IL DELICATO TEMA DEL CYBERBULLISMO AFFRONTATO DALLA

POLIZIA POSTALE

Mercoledì 14 novembre presso il nostro Istituto sono venuti due agenti della Polizia Postale di Torino,

per parlare a noi alunni delle seconde e terze medie e al biennio delle superiori del fenomeno del

bullismo, e metterci in guardia su quello sempre più crescente del cyberbullismo. Un agente illustrava

il problema supportato da alcune diapositive e da video significativi. Uno dei filmati che mi ha colpito maggiormente mostrava la simulazione di un “mentalist” che faceva

credere di leggere nella mente di alcune “cavie” ingenue, quando invece aveva raccolto tutte le

informazioni molto personali su Internet. L’agente che spiegava ci ha messo in guardia sui pericoli derivanti dal navigare in rete. Ci ha

consigliato di accertarci dell’identità della persona con cui stiamo chattando, perché potremmo essere

adescati da qualche malintenzionato che facilmente può crearsi un falso profilo facendosi credere chi

non è. Se abbiamo dei dubbi o qualche sospetto dobbiamo subito chiedere aiuto ai genitori e, in casi

più gravi, far intervenire gli agenti della Polizia Postale. Già il “vecchio” bullismo fisico e verbale era un grave problema, soprattutto degli adolescenti, e oggi

è peggiorato con il cyberbullismo o bullismo on line, che continua a crescere con l’aumento dei social

network e con la libertà di accesso dei ragazzi, anche di giovanissima età, a tutti i dispositivi e a tutte

le piattaforme senza regole o limiti.

Un consiglio che il poliziotto ci ha dato è stato quello di mantenere sempre sui social il profilo privato,

così che possano accedervi solo le persone di cui ci fidiamo. Ci ha anche invitati a non accettare

l’amicizia da soggetti di cui non si conosce l’identità, anche se sono amici dei nostri amici, perché

potrebbero approfittare della nostra disponibilità. Spesso la cronaca riporta casi molto gravi, anche di suicidio, di ragazzi vittime di inauditi atti di

bullismo e cyberbullismo, che per debolezza o per vergogna non hanno chiesto aiuto e hanno trovato

in un gesto estremo l’unica soluzione. Quest’incontro è stato molto interessante, ci ha dato modo di riflettere su questo problema che

riguarda la nostra generazione, è stato uno spunto per riflessioni in classe e per uno scambio di

opinioni. Davide Gallo (II media B)

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INTERESSANTI INIZIATIVE EXTRASCOLASTICHE

METTERSI IN GIOCO SUL PALCOSCENICO

Giovedì 20 dicembre, alle ore 21, si concluderà, in occasione delle imminenti festività natalizie, l’esperienza del Laboratorio di teatro per la scuola media con la messa in scena da parte dei ragazzi

dello spettacolo liberamente tratto dalla Carica dei 101, il famosissimo film Disney con protagonisti i celeberrimi cani dalmata.

Il progetto, che da ormai 15 anni è uno dei Laboratori più gettonati nelle scelte che i ragazzi compiono ad inizio anno, è una delle tante proposte pomeridiane facoltative che la nostra Scuola media offre insieme a tante altre attività come il corso di scacchi, il corso di fotografia, ecc. Eppure, mai come in questo caso, c’è sempre bisogno di mettere un numero limitato ai partecipanti, dovendo compiere una selezione (dolorosa) tra le tante richieste.

Perché succede questo? Perché, nonostante tanti discorsi sui giovani poco interessati alla cultura e all’arte, molti ragazzini scelgono proprio un corso di teatro dedicando due ore alla settimana a quest’arte? Beh, innanzitutto un motivo importante è da rintracciare sicuramente nel conduttore di

tutto questo lavoro: i novelli attori, infatti, sono seguiti e guidati da Franco Abba, attore professionista e insegnante di teatro da tutta una vita, che riesce a trasmettere ciò che davvero il teatro rappresenta, non uno stantio baraccone ma gioco, divertimento e allegria come lui stesso ama ripetere spesso ai ragazzi; da due anni ho il piacere, ma soprattutto la fortuna, di aiutare Franco con le attività del Laboratorio e nella messa in scena dello spettacolo finale. In secondo luogo, il teatro aiuta: aiuta chi è più timido a esprimersi e a trovare quel coraggio per superare le incertezze, tipiche di questa età; aiuta chi magari è individualista a lavorare in gruppo, a imparare a dialogare con gli altri; aiuta a staccarsi da una realtà che è sempre più dominata dal virtuale e a ricongiungersi con le relazioni autentiche, vere e umane; e potrei andare avanti così, trovando altre mille buone ragioni.

Come funziona, dunque, il Laboratorio? Dopo il primo incontro di presentazione e alcuni cenni sul lavoro dell’attore a teatro con esercizi pratici sulla voce e su come ci si comporta sul palcoscenico, il

momento tanto atteso: la scelta del testo e le prove vere e proprie, tra battute, monologhi, musiche, balletti e chi più ne ha, più ne metta. Un lavoraccio, insomma! Fino allo spettacolo finale, per ricongiungerci a ciò che si diceva all’inizio, al quale Vi invito per vedere le meraviglie compiute da

questi ragazzi, ai quali, approfittando di questo spazio, dico già grazie per tutto l’impegno e la voglia

messi in questi mesi. E grazie a Franco che in questi anni ha sperimentato l’impossibile (dai Promessi sposi al Re leone, dalle Laudi di Iacopone da’ Todi alla Divina Commedia) ottenendo dai ragazzi quanto di più bello si può grazie all’Arte!

Appuntamento, quindi, a giovedì 20 dicembre, ore 21, presso il Teatro delle Scuole Salesiane di Lombriasco! Non mancate!

Nicolò Massucco

ADOTTA UNA PAROLA

LIBRO: s. m. [dal lat. liber –bri, che indicava originariamente la parte interna della corteccia che in

certe piante assume aspetto di lamina e che, disseccata, era usata in età antichissima come materia

scrittoria; di qui il sign. Divenuto poi più comune]. – 1. A. Complesso di fogli della stessa misura,

stampati o manoscritti, e cuciti insieme così da formare un volume, fornito di copertina o rilegato. “Libro” è la parola che ho adottato sul portale della lingua italiana promosso dalla Società Dante

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Alighieri “Beatrice” e che mi impegnerò a diffondere il più possibile (più di quanto già faccia) per

tutto l’anno a venire. È un’iniziativa interessante: accedendo al sito

https://beatrice.ladante.it/index.php?pg=31&id=147 , potrete scegliere di adottare voi stessi la vostra

parola preferita. L’adozione è completamente gratuita e vi verrà rilasciato un attestato, dopo avervi

chiesto la motivazione della scelta e la citazione preferita in cui compare la parola. Per Natale,

facciamo anche un regalo alla nostra bella lingua italiana, depredata ed impoverita da ignoranza ed

anglicismi: adottiamo e diffondiamo parole!

Valentina Cravero

LEGGERE FA BENE AL CUORE!

Uno dei tanti progetti pensati per il corrente anno scolastico ha per titolo “Un libro per la vita”. Con

questa iniziativa ci proponiamo di avvicinare i ragazzi alla lettura di libri che possano aiutare a

riflettere e che siano uno strumento di crescita e maturazione. Alla lettura seguirà il confronto in classe con i compagni ed i docenti e, in alcuni casi, con gli autori

stessi per approfondire meglio i temi trattati. Altro non aggiungiamo per non rovinare la sorpresa!

Maria Clara Monchiero

CORSI DI LINGUA INGLESE A.S. 2018/2019

Anche quest’anno la nostra scuola ha deciso di offrire ai propri studenti, agli ex-allievi e a tutti coloro

che desiderano partecipare la possibilità di frequentare corsi di lingua inglese che hanno come

obiettivo la preparazione per varie certificazioni internazionali. Tali certificazioni sono riconosciute

in tutta Europa e, oltre ad essere immediatamente spendibili sul mercato del lavoro, sono anche

riconosciute a livello universitario. Gli incontri si propongono di ottimizzare le conoscenze degli

allievi in vista del superamento dei test. Ecco le nostre proposte:

per la terza media e per la prima superiore una serie di incontri per preparare l’esame KET (livello

A2) che si terranno nel primo pomeriggio dalle 14.30 alle 16.20 a partire dalla fine di gennaio.

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Per il triennio della scuola superiore una serie di cinque incontri per preparare l’esame PET (livello

B1) a cominciare dal mese di febbraio dalle 14.30 alle 16.20.

I corsi verranno tenuti dalle proffessoresse Capello e Saccheggiani, alle quali ci si può rivolgere per

ulteriori informazioni.

Gli esami si terranno nel mese di maggio presso la nostra scuola. Margherita Capello ed Elena Saccheggiani

IL SIGNIFICATO DEL NATALE

Il Natale è alle porte: è una festa che celebra la nascita di Gesù, ma al contempo dovrebbe ricordare

ad ognuno di noi la possibilità di “rinascere” (o in qualche modo ricominciare) da una parte di noi

che fatichiamo a superare, un sospeso che rimandiamo continuamente. È vero, il Natale nel nostro immaginario collettivo significa doni, luci, sorprese, albero di Natale e

Presepe … il tutto, però, senza famiglia ed affetti non avrebbe alcun senso. Il 25 dicembre ricordiamoci di condividere quello che abbiamo con chi amiamo, ma anche con chi ha

meno di noi, senza abbandonare il vero significato dell’essere cristiano, misericordioso e caritatevole. Abbandonando i pregiudizi ed accogliendo anche chi è diverso da noi, possiamo apprendere molto e

a nostra volta dare altrettanto. Non dimentichiamoci di ringraziare la nostra famiglia sulla quale siamo certi di poter sempre contare!

Federico Masante (II media A)

FURTO REGALI?! PENSATE SE LA MATTINA DI NATALE NON CI FOSSERO REGALI SOTTO

L’ALBERO … QUALE SAREBBE LA VOSTRA REAZIONE?

Oggigiorno i regali sono il simbolo del Natale, la sua vera essenza svanisce, risucchiata in un buco

nero per emergere sottoforma di universo parallelo. La gente si rallegra davanti ad un mero regalo,

mentre sembra aver scordato la calda presenza dell’amore familiare. È complesso da spiegare,

sembrerebbe una delle solite noiose morali ma questa è la realtà. La vivete anche voi che state

leggendo queste poche righe. Bisognerebbe avere un unico pensiero in grado di togliere quel velo

d’ignoranza e di finzione, pensando alla vera purezza, quella divina, l’inizio del mondo, della storia

cristiana: un inno di gioia eterna! Cosa siamo noi paragonati all’immensità dell’universo per perderci in simili inutilità? L’attimo

fugge … Provateci anche a Natale, rubate attimi e regalate il vostro tesoro a chi vi sta a cuore, siate

ladri di felicità! Buon Natale.

Sveva Caso, Giuditta Favrin, Caterina Monticone, Ginevra Murano (II media A)

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L’ESSENZA DEL NATALE

Il Natale è una festa che viene vissuta in modo differente a seconda dell’età: i bambini ne sono

completamente affascinati, per loro è sicuramente il momento più emozionante dell’anno, pieno di

magia e soprattutto carico di regali e giocattoli nuovi da sfoggiare con gli amici. Per gli adulti invece

spesso il Natale è una festa già vista e rivista, che ha perso quella meraviglia che scaturisce nei

bambini e che viene vissuta o in modo rilassato ma quasi disinteressato, oppure in modo frenetico,

per la paura di non riuscire a trovare tutti i doni richiesti nella chilometrica letterina per Babbo Natale

dei loro figli. E poi c’è una terza categoria di persone, i giovani, che vivono il periodo natalizio in un

modo ancora differente. Per i ragazzi, il Natale, ma in particolare tutto il periodo che lo comprende,

è vissuto come un tranquillo momento di vacanza, durante il quale rilassarsi e passare una ventina di

giorni a casa da scuola e finalmente recuperare qualche ora di sonno persa dall’inizio dell’anno

scolastico; la presenza del giorno di Natale in mezzo a questi giorni di completo riposo è quasi

superflua anche se è comunque un’occasione per chiedere ai genitori quel regalo che si desidera da

tanto o per ricevere qualche busta di denaro dai parenti che non si vedono mai, ma che si fanno vivi

durante le feste. Ci sono chiaramente delle eccezioni, ma in generale il Natale, dai giovani, viene

percepito in questo modo, perché dopo i primi tre mesi di scuola sono in pochi ad avere la voglia di

mettersi ad addobbare l’albero di Natale o a fare il presepe, e di festeggiare con gli eterni pranzi e le

infinite cene organizzate con tutti i familiari; è molto meglio mettersi nel letto sotto al piumone a

dormire o uscire con gli amici e rilassarsi. Chiaramente, non bisogna scordarsi il cardine fondamentale del Natale: giovani, adulti e anziani

vivono questa festività con uno speciale legame alla tradizione non prettamente commerciale e

consumista, ma impegnandosi in un percorso spirituale che festeggia la nascita di Gesù bambino. C’è dunque da chiedersi se sia giusto percepirlo così il Natale, oppure se sarebbe meglio ritrovare,

sia per gli adulti che per i giovani, un po’ di quella magia e spensieratezza con la quale i bambini

passano questa festa, divertendosi e svagandosi, cercando di non renderla pesante, monotona e banale,

ma sempre gioiosa e leggera, come era e dovrebbe essere. Ginevra Ramondetti (III ITA)

QUALE NATALE?

Sempre più, negli ultimi anni, il Natale sta diventando una festa commerciale che si paragona al periodo dell'anno nel quale i centri commerciali ed i negozi sono illuminati. In realtà nella notte quando è nato Gesù, una sola cosa brillava: la cometa.

Questa festa sembra quasi essere diventata pagana, perché il Natale lo si associa ad un signore dalla barba bianca lunga ed un vestito rosso. Quasi non si spiega più ai bambini il vero significato: la nascita di Colui che ha lasciato la vita per l'immenso bene che ci vuole e vorrà sempre.

Dovrebbe essere un giorno di pausa, di riflessione.

In realtà ogni giorno dovremmo riflettere sul Natale ed essere più ''buoni'' perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta:

" È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano.

È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l'altro.

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È Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.

È Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.

È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e le tue debolezze.

È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri.

È Natale ogni volta che permetti a Dio di amare gli altri attraverso di te... sì, è Natale ogni volta che sorridi ad un fratello e gli tendi la mano."

Insomma, sì, questa festa è bella perché stiamo con i nostri parenti, i nostri amici più stretti, ci sentiamo amati, siamo contenti perché è come se fossimo in un mondo "magico", ma ciò si dovrebbe ripetere ogni giorno dell'anno.

Cristina Zucchi (IV ITA)

RICETTE NATALIZIE

Il Natale è la festa più bella di tutto l’anno, durante la quale puoi ricevere numerosi regali, ma soprattutto è l’occasione che permette a grandi e piccini di cimentarsi a preparare prelibatezze dolci

e salate.

Una classica tradizione è quella di cucinare i piatti di Natale la vigilia, con tutta la famiglia riunita: la mamma prepara gli antipasti, il papà i piatti caldi e ai bambini spettano i dolci, il loro cibo preferito.

Io, ad esempio, adoro supportare mia mamma e mia sorella nella preparazione minuziosa dei vari piatti, cerco di carpire con rapidità tutte le informazioni utili (le giuste dosi di farina e zucchero, il numero delle uova, la tipologia di cioccolato più adatta).

Quello che auspico è di diventare presto un bravo cuoco, perché mi appassiona stare a contatto con gli alimenti e con i fornelli!

Amedeo Albertengo (II media B)

Dal momento che i ragazzi del triennio tra qualche mese si recheranno in Sicilia per la gita, nonché per l’alternanza scuola-lavoro, abbiamo pensato di proporre alcuni piatti tipici della cucina siciliana, presenti anche durante le festività natalizie. Tra i numerosi cibi caratteristici non possono mancare le crispelle “c’anciova”, la pasta cresciuta, fritta e fragrante, la pasta al forno (non molto light!) a base di ragù, uova, melanzane e cacio in abbondanza e il ripiddu nivicatu, una riproduzione dell’Etna in

eruzione (non chiamatelo “risotto al nero di seppia” perché è molto di più). Molto buona è anche la

ricotta fresca leggermente scottata su forme di ghisa intrise d’olio, che funge da neve nel piatto

insieme ad una colata di lava rossa, salsa di pomodoro insaporita da una manciata di peperoncino.

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Domina inoltre il baccalà in pastella fritto. La carrellata di Natale prosegue con il falsomagro, ossia carne (ovviamente non magra!): si tratta più precisamente di un rotolo contenente salsiccia, formaggio, prezzemolo, cipollotti, il tutto su una fetta di mortadella o di pancetta. Immancabili i dolci: cuccia, buccellato, cobaita, nucatuli, mostaccioli, dolcetti con i fichi, cous cous dolce e la cassata. Buon appetito!

Lorenzo Guzzon, Luigi Raso, Vittorio Vaschetti (II media B)

I festeggiamenti del Natale nei vari Paesi del mondo sono tutti diversi tra loro: in ciascuno si possono trovare tante usanze e tradizioni differenti dalla nostra, che però hanno in comune l’aspetto più importante: la nascita di Cristo.

Dal momento che la casa salesiana di Lombriasco è sempre in contatto con quella di Ressins, abbiamo pensato di proporvi una carrellata di tradizioni natalizie tipiche della Francia; qui i festeggiamenti iniziano il 5 dicembre con San Nicola, ma il momento più saliente è la vigilia di Natale. Le campane delle chiese e le voci dei cori intonano canti francesi chiamati “Noëls”. Il giorno di Natale le famiglie

vanno in chiesa e partecipano poi ad una festa ricca di piatti succulenti che terminano con il tradizionale “Buche de Noël”, una crema di burro glassato a forma di torta.

Per quanto concerne invece l’Italia ci piace ricordare che nostra è la tradizione del presepe: il primo

della storia (un presepe vivente!) fu allestito da San Francesco a Greccio nel 1223, tuttavia scene di natività si riscontrano già a Napoli nel 1025. In Italia si sono poi diffuse tradizioni regionali, come quella del presepe bolognese, genovese ed ovviamente napoletano.

Ingrid Aresio e Melissa Ureche (II media B)

UN CALOROSO AUGURIO DI BUONE FESTE!

I MEDIA

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II MEDIA A II MEDIA B

III MEDIA A III MEDIA B

I ITA II ITA

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III ITA IV ITA

V ITA

SOGNARE: superare le barriere della realtà, viaggiare con la mente oltre il possibile pur conoscendo i propri limiti. È la base dell’evoluzione interiore dell’uomo, perché in fondo sono proprio i sogni a

dare la voglia di superare gli ostacoli per realizzarsi; i sogni ci infondono la speranza per credere in un mondo che si prospetta migliore.

ESSERE: essere persone buone, con gli amici, la famiglia, essere felici, soddisfatti, consapevoli dei propri limiti.

RISPETTARE: considerare quelli che ci circondano, che ci aiutano, che ci vogliono bene: i genitori, i fratelli e le sorelle, gli amici ed i professori.

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LOTTARE: la vita è un po’ come una battaglia, una al giorno, ognuno ne esce a suo modo vittorioso.

Non si vince con brutalità, perché il vero vincitore è la persona che non permette agli altri di scalfire o ferire il proprio ego, è la persona che ama la pace.

CREARE: trasformare un pezzo di carta in un aeroplanino che viaggia per tutto il cosmo oppure far diventare una lattina un robot in cerca di un sorriso.

SORRIDERE: è un verbo allegro, fa pensare a momenti sereni, spensierati, con gli amici, in allegria. Un bel film, una canzone, una telefonata gradita, incontrare gente: con il sorriso tutto è più bello.

AMARE: una vita in assenza di persone che si amano è una vita negativa; tutto ruota intorno all’amore. L’amore è una delle sensazioni più belle che esistano; che mondo sarebbe senza persone che si amano, che si accettano, che si rispettano …?

AIUTARE: cercare di fare il proprio piccolo, provando a non sprecare il cibo, trattare bene l’ambiente ed aiutare le famiglie più in difficoltà. Non si dovrebbe aspettare di ricevere per dare, ma bisognerebbe dare per ricevere in cambio anche solo di un sorriso che riscalda il cuore.

Vi starete domandando il motivo per cui questi verbi impiegati quotidianamente da ciascuno di noi siano qui, uno di seguito all’altro. Il motivo è molto semplice: alcuni giorni fa, leggendo La Lettura – inserto de Il Corriere della Sera - sono venuta a conoscenza di una manifestazione dedicata al libroe alla lettura, tenutasi dal 16 al 19 novembre nella città di Milano, dall’eloquente titolo Bookcity. Arrivata a scuola, ho parlato ai miei alunni della II media A di questa iniziativa, facendo una delle mie abituali digressioni sull’importanza della scrittura e della lettura nella vita di ogni individuo.

Alzando lo sguardo dall’articolo, ho iniziato a percepire un certo entusiasmo, peraltro molto frequente

in loro, rivolto proprio a ciò che avevo appena concluso di leggere … Senza riflettere troppo, certa

che avrebbero compreso all’istante la mia richiesta, ho proposto loro di seguire l’esempio degli

studenti lombardi, che si erano cimentati nell’attribuzione di un significato personale a quei verbi

ritenuti fondamentali nell’arco della vita. La settimana seguente, ho trovato i miei alunni trepidanti nel volermi consegnare i tre verbi senza cui non potrebbero vivere; alcuni si sono addirittura cimentati nel creare neologismi (tra i quali non posso non citare vacanzare: racchiude tre verbi al suo interno ossia ballare, sorridere e nuotare. Mi fa venire in mente il mare, i viaggi in famiglia, i fine settimana con gli amici, i momenti felici nei quali appunto si sorride, si balla e si nuota. Ed ancora equitare, verbo scelto da un’amante dell’equitazione; baskettare per un vero intenditore ed appassionato di pallacanestro …). È stato semplice per me associare ciascun verbo ai singoli allievi, li avrei

riconosciuti tra mille, perché è anche grazie a questi lavoretti che, giorno dopo giorno, imparo a conoscere i loro stati d’animo, le loro peculiarità caratteriali, le loro debolezze… Dico grazie a

ciascuno di loro perché sanno trasmettere quella vitalità che in noi adulti talvolta viene meno. Ringrazio tutti gli allievi che hanno collaborato alla buona riuscita di questo giornalino, perché sono stati capaci di scrivere con il cuore, in modo spontaneo, senza filtri. Sono grata ad ognuno di loro perché insieme siamo riusciti a realizzare un piccolo progetto a cui – come loro sanno- tengo molto. Diceva Anna Frank “Posso scrollarmi di dosso tutto mentre scrivo; i miei dolori scompaiono, il mio

coraggio rinasce”; cimentiamoci anche noi nella scrittura, magari di un breve testo o solo di qualche pensiero, ma che provenga dal cuore.

Un sincero augurio per un sereno Natale! Marta Donetto

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