Brochure Gruppo Rossi Parete Ventilata
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facciate ventilate
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Company Profile
La facciata ventilata: “build tight and ventilate right”
Coibentazione esterna e fenomeni termoenergetici
Tecnologia di ancoraggio in tema di facciate ventilate
Tipologie di rivestimenti
Rivestimenti in pietra: marmi, graniti e pietre naturaliRivestimento in cotto
Gres porcellanato
Granito ceramico
Frangisole in cotto
Rivestimento in Aluminium Composite Panels Reynobond
Rivestimento in zinco titanio
Rivestimento in fibrocemento
Realizzazioni del gruppo Rossi
Alcuni clienti e partners di Rossi
Sommario
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Rossi nasce da un’esperienza trentennale del suo fondatore nel settore “ fissaggio” e si specializza nella realizzazione difacciate ventilate, in cui la tecnologia di ancoraggio gioca un ruolo essenziale, pregiudiziale e di primaria importanza.
Riunire in un unico soggetto progettazione, produzione e posa in opera non è certamente un’operazione alla portata
culturale di tutti: è una strategia di marketing mix, nella più ampia e moderna accezione del termine, cioè nel senso di una
assoluta ottimizzazione delle risorse a disposizione, sia interne che esterne, di mezzi e di uomini, protesa ad accreditarci un
riconoscimento di mercato che, pur nelle difficoltà giornaliere e settoriali, dia un senso ai nostri sforzi di essere, ancor prima
di apparire.
Company Profile
Banca Lombarda - Brescia
Scuola elementare - Serle
Centro commerciale - Carpi
Progetto Bicocca “Le Torri” - Milano
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La lunghissima esperienza, intesa quale costante confronto con realtà operative sempre diverse e quindi come continuo
arricchimento, è alla base di un fortissimo e r iconosciuto know-how tecnico e progettistico: Rossi progetta e produce
direttamente sottostrutture, staffaggi e tasselli, studiando sistemi di ancoraggio ad hoc, in funzione delle specifiche esigenze
tecniche rilevate direttamente su cantiere nella sua pluriennale esperienza di posa in opera.
L’avere realizzato opere di grandissima importanza, di cui tutti noi andiamo fieri, ha giocato, per Rossi, un ruolo decisivo nella
formazione di un know-how difficilmente eguagliabile
Nuovo head quarter Gruppo Pirelli - Milano
Nuovo head quarter Gruppo Pirelli - particolare del rivestimento in granito ceramico
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La facciata ventilata: “build tight and ventilate right”
Questa espressione anglosassone, che tradotta significa“costruisci ermeticamente e ventila nel modo giusto”
esprime assai bene i dettami della legge 10/91 in
materia di risparmio energetico. Tuttavia, anche nel
contesto di tale concetto costruttivo, si devono fare i
conti con le inevitabili dispersioni termiche dovute alla
naturale migrazione del calore dalle zone calde a
quelle più fredde.
La “facciata ventilata” è espressione dello stato
dell’arte di un’edilizia moderna. Considerarla come
unica possibilità di riduzione di dette dispersioni non
è assolutamente azzardato, se solo si pensi alla sua
caratterizzazione tecnica. La facciata ventilata, infatti,
nella sua più moderna accezione, comprende sia
il paramento esterno (il quale, oltre ad una funzione
architettonica, ha anche funzione di sbarramento
alle irradiazioni solari), sia la retrostante coibentazione
esterna dell’edificio, demandata essenzialmente ad
una funzione di coibenza termica ed acustica.
Va sottolineato come, in ossequio ai dettami in materia
di risparmio energetico, la facciata ventilata, integrata
da una coibentazione termica “a cappotto”, costituisca
la più sicura ed evidente soluzione tecnologica per la
riduzione dei ponti termici, specialmente nel contesto
della ristrutturazione e riqualificazione di vecchi edifici,
ove maggiormente si riscontrano, ancor più se disabitati
da tempo, importanti formazioni di macchie di umidità
saliente e conseguenti muffe. E’ sufficientemente noto,
infatti, come il naturale fluire del calore dall’interno
verso l’esterno sia foriero di condense e conseguenti
formazioni di muffe.
Ciò è causato dalla disomogeneità dell’isolamento,
determinata dai cosiddetti “ponti termici”, cioè dagli
interstizi dovuti alle diverse dilatazioni termiche dei vari
materiali costruttivi in contatto fra loro.
Una drastica riduzione di questi ponti termici può
ottenersi esclusivamente con un’attenta ed integrale
cappottatura dell’edificio, nel contesto di un
rivestimento a “facciata ventilata”, la cui peculiarità
tecnica è quella di costituire un paramento esterno,
distanziato dalla struttura portante, in modo tale
da consentire, oltre che una buona coibentazione
esterna, la formazione di un’intercapedine idonea allo
scorrimento di un flusso d ’aria ad “effetto camino”.
Banca Lombarda - Brescia
Banca Lombarda - Brescia
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Centro commerciale - Carpi Stazione FS Centrale - Bologna
Teatro degli Arcimboldi - Milano
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Coibentazione esterna e fenomeni termoenergetici
La coibentazione termica esterna deve essereirrefutabilmente considerata parte integrante della
connotazione tecnica di una facciata ventilata.
Questa soluzione di isolamento esterno “a cappotto”
può certamente ritenersi la più idonea, infatti, a
risolvere il noto problema dei “ponti termici”, cioè di
quegli interstizi dovuti alle discontinuità geometriche
ed alle differenti dilatazioni termiche dei diversi
materiali impiegati nelle costruzioni, che portano
inequivocabilmente ad una più o meno accentuata
dispersione del calore.
In passato, questa eventualità veniva compensata,
da parte dei Progettisti, con una maggiorazione della
potenza termica calcolata, cosa che, alla luce delle
vigenti normative in materia, non è più possibile.
Alla suddetta dispersione del calore attraverso i
ponti termici vanno ascritti gli ineluttabili fenomeni di
condensa nelle zone più fredde, con conseguente
formazione di muffe.
Da questo quadro si può facilmente dedurre come la
cappottatura del fabbricato debba essere considerata
come parte integrante della tecnologia della facciata
ventilata, nella quale, in sintesi, l’isolamento esterno “acappotto” ha la funzione di correggere i ponti termici
ed il paramento esterno ha, oltre che una funzione
architettonica, la funzione, da un lato, di costituire uno
sbarramento all’irradiazione solare e, dall’altro, quella
di consentire la formazione di un’intercapedine studiata
per lo scorrimento di una lama d’aria, ad effetto
camino, finalizzata a mantenere asciutto l’involucro
dell’edificio, che risulterà quasi ovattato in una sorta di
microclima permanente.
Non è nostro compito valutare se sia migliore un
isolamento in fibra di vetro, lana di roccia, polipropilene,
polistirene o altri materiali.
Convinti per altro che sia utile fornire un quadro tecnico
dei fenomeni termoenergetici, quanto meno ad uso e
consumo degli addetti ai lavori, ai fini di una oculata e
calcolata scelta di materiali e spessori, riteniamo utile
rinviarVi ad una attenta lettura di quanto riportato
sul nostro sito web www.facciateventilate.it nella
engineering zone sub “La coibentazione esterna
– cappotto e fenomeni energetici”.
La scelta del tipo di materiale di isolamento presumela conoscenza di nozioni basilari di fisica applicata alle
costruzioni edili.
In particolare, le caratteristiche distintive di un
isolamento termico, come si è visto, sono date:
• dal coefficiente di conducibilità termica a 20° C
ed espresso con I(W/mK), che definisce la quantità di
calore che fluisce attraverso 1 mc di materiale con una
differenza di 1° C di temperatura tra interno ed esterno;
• dal grado di idrorepellenza e di impedenza al
passaggio del vapore acqueo, espresso in µ(m);
• dal coefficiente di trasmittanza U(W/mK), che indica
la quantità di calore ceduta dall’ambiente interno
attraverso una superficie di 1 m2 a temperature costanti
e con differenza temperatura pari ad 1K
• dalla inattaccabilità da muffe, insetti, roditori, agenti
atmosferici, spore batteriche ecc,
• dalla massa volumica e capacità di abbattimento del
calore irradiato, dal grado di incombustibilità, ecc.
Edificio residenziale via Montesanto - Milano
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Caratteristiche tecniche indicative di alcuni materiali di coibentazione
Materiali Peso specificoY (Kg/m3)
Permeabilità al vaporeda(Kg/ms/Pa) du(Kg/ms/Pa)
UR ≤ 50% UR > 50%
Conduttività termical (W/m °C)
Fibre minerali – Feltri resinati 30 – 35 150 150 0,045 – 0,044
Fibre minerali – Pannelli semirigidi 40 – 55 150 150 0,042 – 0,040
Fibre minerali – Pannelli rigidi 80 – 125 150 150 0,039 – 0,038
Polivinilcloruro espanso in lastre 30 – 40 0,5 – 1 1 – 2 0,039 – 0,041
Polivinilcloruro estruso non reticolato 30 – 50 - - 0,050 – 0,060
Polivinilcloruro estruso reticolato 33 – 50 - - 0,48 – 0,058
Polistirene espanso senza pelle 30 – 50 0,6 – 2,2 0,6 - 2,2 0,041 – 0,034
Polistirene estruso in lastre da blocchi 20 – 30 2,5 – 6 2,5 – 6 0,041 – 0,040
Poliuretano in lastre da blocchi 25 – 50 1 – 2 1 – 2 0,034 – 0,032
Dal punto di vista applicativo, ciò che maggiormenteci interessa è il sistema di posa migliore per eliminare
quanto più possibile i cosiddetti “ponti termici”
che si formano sempre in zone interstiziali, nei
punti di congiunzione fra strutture diverse, come in
corrispondenza dei giunti tra solette e tamponamenti e
tra questi ed i pavimenti o tra tamponamenti e pilastri
dell’edificio.
Risultano pertanto importanti: da un lato, l’uniformità di
posa dei pannelli di coibentazione (che devono essere
possibilmente battentati); dall’altro, un posizionamento
a sbalzo della sottostruttura metallica rispetto alla
coibentazione, sia pure a cantatto con la stessa.
I disegni in formato dwg che Rossi allega alle sue offerte,
quali proposte esecutive, tengono conto anche di
questo aspetto, poiché siamo fermamente convinti che
una buona coibentazione a cappotto sia pregiudiziale
al perseguimento della destinazione funzionale, oltre che
architettonica, cui si ispira il progetto di una facciata
ventilata.
Si è calcolato che su nuove costruzioni una corretta
progettazione ed un corretto isolamento possano ridurreil fabbisogno energetico fino ad ri spetto a quello di
vecchi edifici mal costruiti, mentre d’altro canto si è
valutato che al calo di un grado della temperatura di
riscaldamento necessaria consegua un risparmio del 6%
sulle relative spese.
N.B.: dati tecnici riportati da norma UNI 11018. Rossi s.r.l. declina ogni responsabilità per eventuali inesattezze, anche se
dovute ad errori di trascrizione
Edificio residenziale via Montesanto - Milano
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Tecnologia di ancoraggio in tema di facciate ventilate
Riguardo al primo, sono certamente preferibili importantifughe orizzontali fra le lastre, ben visibili a distanza, ma
è opportuno che, ad altezza uomo e sotto una certa
angolatura, non risultino visibili gli staffaggi, effetto
certamente ottenibile con speciali accorgimenti, quali
scalinatura delle lastre o interposizione di bandelle
decorative o scuretti.
L’aspetto tecnico consiste nel fatto che, pur non
essendovi normativa in materia, quanto meno nelle
nuove costruzioni, si debbano presumere spinte derivanti
da assestamenti del fabbricato, movimenti tellurici in
eventuali zone sismiche ecc.
Tutte queste spinte devono essere assorbite, in modo
tale da non creare pericolose colonne di carico, che
renderebbero vacui tutti i dimensionamenti.
Il nostro consiglio è di prevedere fughe orizzontali fra
le lastre non inferiori a 6 mm. e comunque superiori
allo spessore delle staffe o dei profili portanti, che non
devono assolutamente appoggiarsi sulle lastre inferiori;
in verticale, che siano previsti giunti non inferiori a 3 mm.
Per quanto concerne la sigillatura dei giunti, possiamo
solo dire che, trattandosi di scelta architettonica,
è essenziale che vengano usati prodotti elastici areticolazione neutra, resistenti a grandi escursioni
termiche.
I sistemi di ancoraggio, in facciata, possono essere ascomparsa o a vista, puntiformi o su sottostruttura metallica,
con staffaggi o con sostegno delle lastre a carico di correnti
continui.
Sistemi di ancoraggio su sottostruttura metallica, quali
utilizzati da Rossi, sono caratterizzati da una doppia
orditura formata da montanti verticali, saldamente
e meccanicamente ancorati alle strutture portanti
dell’edificio, e correnti orizzontali posti a sostegno e ritenuta
delle lastre.
Il dimensionamento del sistema avviene in conformità
della normativa in materia e pertanto tiene conto, per
la determinazione del carico verticale, del peso proprio
della lastre rapportato a distanza (momento) e, per quanto
concerne le spinte orizzontali (compressione e depressione
del vento), delle variabili rapportate alla zona, all’altezza,
alla forma e all’esposizione dell’edificio.
L’entità di queste spinte rende assolutamente necessaria
una verifica statica che tenga conto dei diagrammi di
sollecitazione risultanti da un’analisi computerizzata dei
carichi verticali, delle spinte del vento, del carico termico,
con preciso calcolo delle frecce, delle deformate, dei
momenti flettenti, torcenti ecc.
Fasi preliminari al montaggio
Allo scopo di ottenere una buona complanarità della
facciata e di evitare errori che ne comporterebbero lo
smontaggio, la posa in opera deve assolutamente essere
preceduta da un tracciamento dei punti di riferimento.
Prima di posare il rivestimento, è necessario che tutti i
contorni dei serramenti risultino impermeabilizzati, poiché,
in caso contrario, eventuali infiltrazioni di acqua piovana
finirebbero fatalmente per rivolare attraverso gli inevitabili
interstizi tra muratura e serramenti stessi.
Giunti fra le lastre e sigillatura
Va ricordato che un cattivo sigillante può produrre quegli
imbrattamenti e macchie che purtroppo, a volte, si vedono
in facciate non sigillate con la dovuta accuratezza.
Per quanto concerne i giunti fra le lastre, vanno considerati
due aspetti fondamentali: l’uno di carattere architettonico,
l’altro di carattere tecnico.
Edificio “Pie Discepole del Divin Maestro” - Cinisello Balsamo - Mi
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Tolleranze indicative di lavorazione (UNI 11018 – 7.4)Per quanto attiene alla qualità della posa in opera, i contratti di appalto o subappalto hanno sempre fatto riferimento ad un
concetto di “esecuzione a regola d ’arte”, ancorché non se ne sia mai stato definito il significato.
La genericità di tale concetto, invocato spesso a giustificazione di contestazioni del tutto strumentali, è stata oggetto di
molte diatribe sul piano strettamente giuridico.
Finalmente, ora, la UNI 11018, al punto 7.4 (che riportiamo integralmente), è intervenuta a definire, sia pure indicativamente,
le tolleranze di esecuzione, ai fini di valutazione dell’opera finita.
Scostamento dalla verticalità (UNI 11018 – 7.4.1)
E’ normale uno scostamento totale dalla verticalità (fuori piombo) pari al maggiore dei due seguenti valori:
a) 5 mm per ogni interpiano successivo
b) 1/1000 per ogni interpiano successivo.
L’indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dalla verticalità pari a 5 mm per interpiani alti fino a 5 m e ad
un scostamento massimo pari ad un millesimo dell ’interpiano stesso per altezze superiori a 5 m.
Scostamento dall’orizzontalità (UNI 11018 – 7.4.2)
E’ normale uno scostamento totale dall’orizzontalità per le fughe delle lastre di rivestimento ( fuori livello) pari al maggiore dei
due seguenti valori:
a) 5 mm per pareti larghe fino a 10 m
b) 1/2000 (un duemillesimo) della larghezza del prospetto.
L’indicazione equivale a richiedere uno scostamento massimo dall’orizzontalità pari a 5 mm per prospetti larghi fino a 10 m
e scostamenti pari a un duemillesimo della larghezza della facciata per larghezze della stessa maggiori di 10 m.
Scostamenti parziali (UNI 11018 – 7.4.3)
Per ogni misurazione effettuata su campiture parziali della facciata, quali ad es. le aree di rivestimento tra le finestre del
prospetto, la dimensione misurata non deve differire da quella nominale corrispondente per uno scostamento maggiore di
1/500 della stessa.
Tale scostamento deve essere recuperato nella porzione successiva della facciata, in modo che, per più campiture
consecutive, lo scostamento totale si intende tendente a zero.
Lippage (UNI 11018 – 7.4.4)
E’ ammissibile uno scostamento della planarità per lastre adiacenti (lippage) pari a non più di della larghezza (A) del
giunto nominale di separazione tra le due lastre interessate dalla misurazione.
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Tipologie di rivestimenti
Rivestimenti in pietra: marmi, graniti e pietre
naturali
Dal punto di vista architettonico, non v ’è dubbio che le
facciate in pietra siano le più prestigiose.
La disomogeneità delle venature ed anche cromatica
che normalmente si riscontra nei vari blocchi conferisce a
queste facciate un fascino particolare, mentre le possibilità
di accostamenti sono infinite.
Né si può trascurare il fascino del tempo: marmi e graniti,
da un punto di vista architettonico, costituiscono certamen-
te un rispetto della tradizione e, spesso, delle risorse locali,
ma non si può negare come il loro continuo utilizzo sia
legato al gusto ed al fascino del naturale, la cui bellezza,
nel caso, è indiscutibile.
Dal punto di vista tecnico, riteniamo utile una descrizionedelle varie pietre, che ai fini di una classificazione di tipo
geologico si dividono in:
1. rocce di origine eruttiva, divise a loro volta in intrusive
(quali graniti, dioriti ecc.) ed effusive (quali trachiti, basalti
ecc.)
2. rocce di carattere sedimentario, quali arenarie, calcaree,
brecce, travertini, alabastri ecc.
3. rocce di carattere metamorfico, quindi connotate da
profonde trasformazioni nel tempo, quali marmi, ardesie,
serpentini, lavagne ecc.
Formati
Il formato di questi rivestimenti non è vincolato a standard
produttivi e si può definire in fase di progettazione.
Vengono di seguito presentati i materiali che Gruppo Rossiimpiega per la maggior parte delle sue realizzazioni.
La progettazione delle facciate può prevedere, a
discrezione del professionista, l’accostamento di materiali
differenti. I tecnici saranno di supporto per la scelta del
sistema di ancoraggio adeguato ad ogni soluzione.
La scelta dell’una o dell’altra è basata innanzi tuttosull’effetto cromatico e sulla caratteristica superficiale
(levigatura, bocciardatura, lucidatura ecc.), ma non
può prescindere da valutazioni anche di carattere
squisitamente tecnico, quali:
• resistenza alla compressione
• resistenza alla flessione ed all’urto
• coefficiente di dilatazione termica lineare
• grado di conducibilità termica
• porosità e coefficiente di imbibizione
• lavorabilità e resistenza nel tempo.
Per quanto concerne il peso specifico, vi è una certa
equivalenza all’interno di ogni classe.
Centro commerciale - Carpi
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Rivestimento in cottoSe le facciate in pietra esprimono il “colore” della natura,
quelle in cotto esprimono decisamente il “calore”
della terra. Affacciatosi abbastanza recentemente nel
settore dei rivestimenti ventilati, il cotto si è dimostrato
un materiale certamente idoneo dal punto di vista della
resistenza, oltre che dal punto di vista estetico.
Derivato dell’argilla, il cotto ritrova il suo DNA ai tempi
dell’antica Etruria ed il suo splendore nell’epoca
rinascimentale.
Se il classico mattone può arrogarsi a ragione il titolo
di portatore del passato e della tradizione, il cotto, dal
punto di vista architettonico, ne rappresenta la degna
evoluzione, l’evoluzione funzionale da muro portante a
vero e proprio scudo esterno.
Si è detto, riteniamo giustamente, che l’architettura
del cotto opera in direzione della enfatizzazione delle
superfici, sostituendo la tradizione (ed aggiungeremmo
la cultura) del muro con l’idea dello schermo, dello
scudo protettivo, contrastando l’appiattimento
espressivo con l’esaltazione della geometria.
In questo senso, la peculiare modellabilità dell’argilla,
nel contesto di una tecnologia industriale avanzata,
ben si presta all’esaltazione delle forme e dei volumi
architettonici.
Così come per le pietre naturali, anche per il cotto lo
spessore in facciata è importante, ma esistono anche
soluzioni rinforzate a spessore ridotto.
Per l’impiego in facciata, l’attuale tecnologia di
produzione garantisce manufatti di assoluto interesse
in senso qualitativo e prestazionale, nonché formati e
forme di ottimo livello architettonico.
Ottimo l’accostamento con altri materiali, quali le pietre
naturali.
Esempio di sottostruttura Rossi in alluminio
Sistema Rossi in acciaio
Formati
25 x 50 cm
25 x 60 cm
30 x 60 cm Vista d’assieme sistema Rossi montanti e traversi
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ll gres porcellanatoTrattasi di un impasto ceramico (non smaltato e costituito da
materie argillose, sabbie quarzifere e materie feldspatiche,
che gli conferiscono una notevole compattezza), prodotto
ad altissima temperatura (1100-1300° C).
Il suo valore dipende dal fatto che si tratti di gres
porcellanato a “tutta massa” o di prodotto smaltato
(prodotto povero).
Sotto l’aspetto architettonico, la tecnologia produttiva ha
raggiunto livelli qualitativi decisamente interessanti, sia
in senso cromatico, che quale imitazione tipologica di
materiali più pregiati, quali marmi e graniti.
La sua compattezza, quando si tratti di gres porcellanato
a tutta massa, gli conferisce un coefficiente di imbibizione
tra lo 0.1% e lo 0.5% (che classifica in B1 questo materiale
secondo EN 87), rendendolo più durevole e più antigelivo.
Per quanto ne concerne la durezza e la resistenza alla
flessione, il loro valore soddisfa la stessa norma UNI EN 87
che ne stabilisce un valore superiore a 27 N/mm2.
Il peso risulta pari a circa 24 Kg/m2 per ogni cm di spessore.
Il granito ceramicoLe facciate in granito ceramico, per quanto ci è stato
dato di valutare, costituiscono una splendida alternativa
alle facciate in pietra naturale, cui la produzione si
ispira.
Per chi la richieda, trattandosi di prodotto industriale, il
prodotto garantisce una assoluta uniformità cromatica.
Inoltre, proprio perché trattasi di prodotto industriale,
ne è possibile una produzione anche in grandi formati.
Come il gres porcellanato è caratterizzato da spessori
ridotti, ma può essere fornito anche di spessore 24 e 33
mm.
Al di sotto di un certo spessore, pertanto, appartiene
anch’esso alla categoria dei rivestimenti leggeri (pur
avendo un notevole peso specifico), per la cui posa
devono essere utilizzati sistemi appositamente studiati.
Caratteristiche tecniche
• resistenza alla flessione: 57,3 N/mm2
• coefficiente di imbibizione: 0,04%
• coefficiente di dilatazione termica lineare:
a= 6,7 x 10-6 °C-1
• inalterabilità nel tempo delle superfici lucide emaggiore resistenza agli agenti chimici ed atmosferici,
agli sbalzi termici ed alla gelività.
Entrambi i rivestimenti possono essere applicati a vista o
a scomparsa, come illustrato nei disegni.
Formati
30 x 60 cm
60 x 60 cm
60 x 120 cm
Fissaggio a scomparsa sistema Rossi
Fissaggio a vista sistema Rossi
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Frangisole in cottoLe pareti frangisole vedono il loro utilizzo laddove non si
vogliano creare elementi netti di chiusura tra l’ambiente
interno e quello esterno.
Più che di pareti possiamo parlare di diaframmi che
spesso vanno a sovrapporsi ad elementi trasparenti o
vuoti come vetrate e aperture.
Questi schermi permettono di creare interessanti
texture architettoniche dove la luce gioca un ruolo
fondamentale valorizzando, inoltre, la matericità e la
calda colorazione del cotto.
Gli elementi in cotto danno anche la possibiltà di
disegnare pareti curve e di essere posizionati secondo
direzioni orizzontali o verticali.
Le potenzialità costruttive ed espressive di queste lamelle
permettono una notevole libertà progettuale.
Formati
moduli di 5 x 50 cm e multipli fino a luci di 250 cm.
moduli di 10 x 50 cm e multipli fino a luci di 250 cm
moduli di 15 x 50 cm e multipli fino a luci di 250 cm
moduli di 5 x 60 cm e multipli fino a luci di 240 cm
moduli di 10 x 60 cm e multipli fino a luci di 240 cm
moduli di 15 x 60 cm e multipli fino a luci di 240 cm
Altri formati e tipologie su progetto
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Centro commerciale - Carpi
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Alle diverse temperature, testato in un ciclo di -50°C
+80°C, il pannello Reynobond® non ha manifestato
alcun cambiamento delle caratteristiche (test di
invecchiamento).
La dilatazione lineare è definita pari a 1,4 mm per metroin un campo di variazione della temperatura pari a 60°C
di escursione (es.: da - 20 a + 40°C).
Per quanto attiene alla classificazione di resistenza al
fuoco, il pannello Reynobond ® risulta classificato in
classe 1.
Le caratteristiche tecniche riportate sono suffragate da
certificazioni rilasciate dai più importanti Istituti americani
ed europei.
La verniciatura, a doppio strato, garantisce una grande
stabilità negli anni, per quanto attiene a colore,
brillantezza, resistenza agli ambienti salini, corrosione,
abrasione e sfarinamento.
La componibilità cromatica abbraccia tutta la scala di
colori RAL e oltre.
Rivestimento in Aluminium Composite PanelsReynobond®
La presenza sul mercato italiano di rivestimenti in alluminio
risale ormai agli anni ‘80 e pertanto la relativa tecnologia
può dirsi del tutto consolidata.
Il prodotto da noi preso in considerazione è il pannello
Reynobond®, un pannello multistrato composto da due
lamiere in lega di alluminio 3005 H 46 di spessore 0,5
mm preverniciate ed incollate a caldo su un’ anima in
polietilene.
L’aderenza tra i componenti viene ottenuta tramite una
doppia azione, chimica e meccanica, che conferisce a
questi pannelli un grado di resistenza alla delaminazione
assolutamente straordinario (valore minimo di legame = 70
N/cm).
Reynobond®, oltre che marchio regi strato, è un prodotto
esclusivo della Alcoa Architectural Produts Merxheim.
Caratteristiche tecniche
• una assoluta resistenza alla corrosione
• eccezionale resistenza agli urti ed alla compressione
• elevata resistenza a flessione
• ridotta dilatazione lineare
• peso ridotto rispetto a altri materiali compositi, puressendo caratterizzato da una notevole rigidità
• assoluta modellabilità
• resistenza al fuoco: classe 1
Il pannello Reynobond® attutisce le vibrazioni con
un’efficacia superiore 9 volte rispetto a quella del solo
alluminio, proponendo valori medi di vibrazione in dB pari a
0,0066 per frequenze di 30 Hz, 0,0072 per frequenze di 200
Hz e 0,0138 per frequenze di 500 Hz.
Valori di assorbimento medio del suono (STC) da 25 a 28
dB a seconda dello spessore, fanno sì che il pannello
Reynobond®, nel contesto di una facciata ventilata con
previa cappottatura dell’edificio, apporti un valore aggiunto
in termini di isolamento termoacustico.
Il pannello Reynobond® agisce anche come schermo
protettivo dalle onde elettromagnetiche, con
un’attenuazione superiore a 80 dB per una gamma di
frequenza tra 1 MHz e 1 GHz.
Per quanto concerne le caratteristiche elettrotecniche, per
un pannello di spessore 4 mm, si hanno:
• resistenza: p = 1,3 x 1017 V cm
• rigidità dielettrica: Ed = 20 kV/mm
• tensione di contorno: U = 3 kV
Esempio di sottostruttura Rossi “cassette” in alluminio
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Sistema di ancoraggioIl sistema di ancoraggio dei pannelli Reynobond® è stato
studiato dal Produttore e può definirsi di consolidata
affidabilità. Una particolare prerogativa del sistema è
costituita dalla smontabilità dei singoli pannelli senza
interferenza sul il resto della facciata.
Formati
Per questo rivestimento sono da definirsi in sede di
progetto considerando la dimensione massima della
lastra 100 x 300 cm.
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Rivestimento in zinco titanioIl sistema prevede l’utilizzo di doghe in zinco titanio.
I componenti della lega sono: zinco 99,99%, rame 0,08% e
titanio 0,06%.
L’unione di questi tre metalli ha consentito alla produzione
di realizzare lamiere molto lunghe. Ciò ha favorito una
maggiore versatilità nell’impiego di questo rivestimento per
la realizzazione delle facciate.
L’utilizzo dello zinco in edilizia si attesta da oltre 150 anni
per le coperture degli edifici, in particolare nell’Europa del
Nord.
Le prestazioni, come la modellabilità e l’adattabilità a
linee curve, la resistenza alle deformazioni nel tempo e la
durevolezza ne fanno un materiale molto affidabile.
Se esposto agli agenti atmosferici lo zinco titanio forma una
patina naturale che ne preserva le caratteristiche tecniche
nel corso degli anni, in sostanza si autoprotegge. La sua
durata, stimata fino a 100 anni e più, ne consente l ’utilizzo in
ogni tipo di ambiente e sito.
La lega è conforme alle norme Europee EN 1179 e EN 988.
Posa delle doghe
Nel caso delle facciate ventilate i profili possono essere
posati in orizzontale o in verticale, in base alle scelteprogettuali del professionista.
Il sistema viene messo in opera con sottostruttura in acciaio
zincato.
Caratteristiche tecniche indicative dello zinco titanioDensità 7,18 g/cm3
Conduttività termica 109 W/(m x k)
Punto di fusione 418 °C
Temperatura di r icristal lizazione 300 °C
Dilatazione termica longitudinale 0,022 mm/m x °C (nella direzione della laminazione)
Peso approssimativo 5 Kg/m2
Centro commerciale - Carpi
Formati
I profili sono disponibili in tre moduli base, con interasse di 20 / 25 / 30 cm.
La lunghezza delle doghe varia da un minimo di 20 ad un massimo di 600 cm.
La larghezza della fuga tra i due profili oscilla da 0,5 a 2 cm.
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Rivestimento in fibrocementoLe lastre in fibrocemento della Rossi trovano largo impiego in particolare nell’edilizia convenzionata e nella riqualificazione di
edific i IACP.
Si tratta di lastre piane silicocalcaree rinforzate con fibre mineralizzate di cellulosa e totalmente esenti da amianto.
Questa tipologia di rivestimento viene proposta con un sistema di fissaggio alla parete esistente in acciaio zincato o in
alluminio. L’ancoraggio alla sottostruttura può essere risolto con aggancio a vista o tramite incollaggio, come illustrato nei
disegni.
La gamma dei colori comprende: grigio, verde, giallo e bianco. Altri colori si ottengono mediante verniciatura.
Le lastre sono prodotte in conformità alla norma UNI EN 12467/2002
Sistema Rossi a scomparsa con tecnica adesiva
Sistema Rossi a vista con viti o chiodi
Formati max
120 x 250 cm
120 x 300 cm
Gli spessori vanno da 8 a 30 mm.
Per minimizzare gli sfridi è consigliabile progettare i formati
entro il foglio base.
Caratteristiche tecniche indicative del fibrocemento
Peso specifico allo stato secco > 1,6 kg/dm3
Assorbimento acqua max 30%
Umidità allo stato naturale 10-15%
Dilatazione in condizioni estreme di temperaturae umidità -5°C+100 % °C; 20+90%
1.5 mm
Conducibilità termica 0,35 kcal/mh°C
Coefficiente dilatazione termica 0,0001 °C-1
Reazione al fuoco classe 0
Resistenza al gelo ottima
Resistenza olii, acidi, basi, sali buona
Impermeabilità all’acqua assoluta
Resistenza all’usura buona
Resistenza rottura a flessione perpendicolare alle fibre 250 kg/cm2
Res is tenza rottura a flessione paral le la al le fibre 180 kg/cm2
Resistenza a compressione 400 kg/cm2
Resilienza 2 kg/cm/cm2
Modulo di elasticità 120.000 kg/cm2
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Lavori pubbliciLa consolidata tecnologia di ancoraggio e la disponibilità
di squadre di posatori dipendenti ci ha contraddistinti nella
realizzazione di importanti opere pubbliche, quali, in parte,
sotto riportate.
Stazione FS Centrale di Bologna
Superficie totale: 2.200 mq
Rivestimento: cotto imprunetino
realizzazione chiavi in mano.
Nuovo Palazzo di Giustizia di Brescia
Superficie totale: 19.300 mq
Rivestimento: marmo botticino + paramano ventilato
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio e posa in opera.
Nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo
Superficie totale: 12.000 mq
Rivestimento: granito
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio.
Nuovo Municipio di Montichiari
Superficie totale: 2.250 mq
Rivestimento: ricomposto cementizio
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in opera.
Nuova stazione A.T.B. di Bergamo
Superficie totale: 2.500 mqRivestimento: marmo botticino + paramano ventilato
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in opera.
Nuovo Presidio dell’arma dei C.C. di Rieti
Superficie totale: 3.300 mq
Rivestimento: marmo botticino + paramano ventilato
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in opera.
Nuova mensa e biblioteca facoltà di Ingegneria
Università di Trento
Superficie totale: 2.000 mq
Rivestimento: marmo
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio.
Realizzazioni del Gruppo Rossi
Head Quarter In collaborazione con prestigiosi Studi di Architettura,
abbiamo realizzato facciate ventilate su edifici destinati
a Direzione Generale di importanti società.
Nuova sede Gruppo Banca Lombarda in Brescia
Superficie totale: 8.500 mq
Rivestimento: pietra d’Istria
Fornitura sistemi di ancoraggio e posa in opera.
Nuovo Head Quarter Gruppo Pirelli S.p.A. in Milano
Superficie totale: 8.000 mq
Rivestimento: Mirage granito cramico
Posa in opera.
Nuovo Head Quarter Pompea Calze S.p.A. in Medole
Mn
Superficie totale: 400 mq
Rivestimento: marmo Trani bocciardato
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in
opera.
Nuovo Centro Logistico Pittarello S.p.A.
Superficie totale: 600 mq
Rivestimento: pietra di Vicenza
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa inopera.
Etisalat Administration &. Telecomunication Building
in Abu Dhabi – Dubai U.A.E.
Superficie totale: 14.000 mq
Rivestimento: granito
Engineering
Central Bank – Mosca - Russia
Superficie totale: 600 mq
Rivestimento: pietra di Vicenza
Fornitura sistemi di ancoraggio
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Edifici residenziali/ commerciali/ industrialiInnumerevoli sono le facciate ventilate realizzate da
Rossi su edifici destinati a servi zi o a civile abitazione.
Ne citiamo alcuni.
CTE Edison Torviscosa - Udine
Superficie totale: 9.120 ml
Schermatura con grigliati in cotto
Carpenteria base in HEA
Realizzazione chiavi in mano.
Nuovo Centro Commerciale CIBA in Milano
Superficie totale: 4.500 mq
Rivestimento: marmo + cotto
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio e posa in
opera.
Nuovo Centro Commerciale di Carpi
Superficie totale: 3.500 mq facciate ventilate in cotto;
1.600 mq frangisole in cotto
Realizzazione chiavi in mano.
Hotel Savoy Palace in Gardone Riviera – Bs
Superficie totale: 2.000 mq
Rivestimento: marmi vari
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio e posa inopera.
Residence Parco Farnese in Parma
Superficie totale: 900 mq
Rivestimento: pietra del Cardoso
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in
opera.
Residence S. Gioachimo in Milano Porta Nuova
Superficie totale: 2.100 mq
Rivestimento: marmo santafiora
Fornitura sistemi di ancoraggio, posa in opera.
Residence Via Palazzolo ang. Via Calvi - Bergamo
Superficie totale: 2.200 mq
Rivestimento: granito verde Fontaine – bianco Kristal
Engineering fornitura sistemi di ancoraggio, posa in
opera.
Residence Ferraris in Saronno – Va
Superficie totale: 2.200 mq
Rivestimento: peperino rosa
Engineering, fornitura sistemi di ancoraggio, posa in
opera.
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Alcuni clienti e partners di Rossi
Foto di copertina: nuovo Head quarter Gruppo Pirelli - Milano
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GRUPPO ROSSI
Sede legale:
Tel.:
Fax amministrazione:
Fax gare/preventivi:
E-mail:
Sito web:
Progetto grafico:
Via Baioni 5/a - 24124 Bergamo
(+39) 035/575260
(+39) 035/571493
(+39) 178/2278435
www.facciateventilate.it
www.rossicomunicazione.com
www.facciateventilate.it