Brochure Fano adriano

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Tra storia e leggenda Cenni storici Il nome del paese Le sette effe Siti di interesse culturale Chiesa dei SS. Pietro e Paolo Chiesa dell’Annunziata La Cannalecchia I Grignetti Chiesa di San Rocco Chiesetta dell’Alpino Presepe artistico Chiesa di Sant’Egidio Abate Museo etnografico delle tradizioni po- polari Tradizioni ed eventi Canto della Pasquetta Sant’Antonio abate e il canto tradizio- nale San Valentino Domenica delle palme Cerimonie del periodo pasquale (Can- to del Perdono, Processione del Cristo morto) Ottava di Pasqua (domenica successi- va alla Pasqua, attualmente in disuso) Concorso di interpretazione organistica Festa dell’Alpino La scurpellata, festa della scurpella e dei sapori antichi ArsinFano San Rocco San Valentino San Martino, festa di castagne cornuti e vino La notte di Natale e la magia del fuo- co Presepe vivente Capodanno, mezzanotte di fuoco Natura L’Abruzzo dei Parchi, regione verde d’Europa Il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga Le bellezze del Parco Flora e fauna Laghi e fiumi Turismo Escursioni e trekking Sport invernali Sentieri Carte stradali Informazioni (scheda allegata) SOMMARIO Impaginazione e grafica: PML grafica di Pirolli Maria Letizia Via Giacomo Leopardi, 7 - 00010 Setteville di Guidonia (RM) e-mail: [email protected]

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Fano Adriano

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� Tra storia e leggendaCenni storiciIl nome del paeseLe sette effe

� Siti di interesse culturaleChiesa dei SS. Pietro e PaoloChiesa dell’AnnunziataLa CannalecchiaI GrignettiChiesa di San RoccoChiesetta dell’AlpinoPresepe artisticoChiesa di Sant’Egidio AbateMuseo etnografico delle tradizioni po-polari

� Tradizioni ed eventiCanto della PasquettaSant’Antonio abate e il canto tradizio-naleSan ValentinoDomenica delle palmeCerimonie del periodo pasquale (Can-to del Perdono, Processione del Cristomorto)Ottava di Pasqua (domenica successi-va alla Pasqua, attualmente in disuso)Concorso di interpretazione organistica

Festa dell’AlpinoLa scurpellata, festa della scurpella edei sapori antichiArsinFanoSan RoccoSan ValentinoSan Martino, festa di castagne cornutie vinoLa notte di Natale e la magia del fuo-coPresepe viventeCapodanno, mezzanotte di fuoco

� NaturaL’Abruzzo dei Parchi, regione verded’EuropaIl Parco del Gran Sasso e Monti dellaLagaLe bellezze del ParcoFlora e faunaLaghi e fiumi

� TurismoEscursioni e trekkingSport invernaliSentieriCarte stradali

� Informazioni (scheda allegata)

SOMMARIO

Impaginazione e grafica:PML grafica di Pirolli Maria Letizia

Via Giacomo Leopardi, 7 - 00010 Setteville di Guidonia (RM)e-mail: [email protected]

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Cenni storici. Situato nella Valle Siciliana,Fano Adriano sorge probabilmente sui re-sti di un antico insediamento romano. Risul-ta che il paese abbia avuto per molti secolisolo la denominazione di Fano per poi as-sumere quella di Fano Adriano o Troiano. Ilcrollo dell’Impero Romano, seguito dalle in-vasioni barbariche e dei Saraceni, ridussequesta area in uno stato di completo isola-mento aggravato dalla scomparsa della ViaCecilia, via di co-municazione traquesta zone e Romadi cui rimangonotracce lungo la exstrada statale n.80.Anche Fano Adria-no visse questo sta-to di isolamento,che da una parte fuutile a preservare lazona da ulteriori in-vasioni, ma dall’al-tra lasciò il paese, etutta la zona monta-na dell’Abruzzo Teramano, in uno stato diarretratezza che perdurò fino al XX secolo.Il Teramano, dopo aver fatto parte del Du-cato di Spoleto ed aver attraversato il perio-do di anarchia feudale dell’Alto Medioevo,entrò a far parte del Regno di Napoli. Fa-no Adriano, sotto la signoria di Pardo Or-sini, fece parte del Marchesato della ValleSiciliana che aveva la sua capitale a Tossi-cia e seguì le vicende del Regno fino all’u-nità d’Italia.Interessante è il centro storico, raccolto at-

torno alla Chiesa madre, che conserva ca-ratteri architettonici cinquecenteschi, special-mente nella zona detta “del Coro” e a Piaz-za Prato, dove è possibile ammirare un’abi-tazione privata che presenta anche un esem-pio di “gafio”, elemento architettonico di de-rivazione longobarda tipico dell’alta valledel Vomano e testimonianza dell’apparte-nenza al ducato longobardo di Spoleto.Il paese ha, col passare del tempo, ingloba-to il nucleo di abitazioni denominato Villa

Moreni, originaria-mente separato edotato di una suapropria chiesa intito-lata a San Rocco chepresenta caratteriseicenteschi.Il comune di FanoAdriano comprendeuna unica frazione,Cerqueto paese que-sto posto a circa 15Km. Cerqueto sorseprobabilmente nel

periodo delle invasioni barbariche. L’abitatoconserva notevoli caratteri di antichità, so-prattutto nella parte alta (rione Castello) do-ve si incontrano esempi del caratteristico bal-cone ligneo detto “gafio”.

Il nome del paese. Secondo gli storici le ori-gini di Fano sono ignote per via di una so-stanziale mancanza di fonti. Anche la deri-vazione del nome del paese non è comple-tamente chiarita: certamente Fano derivadal latino fanum (tempio) mentre sull’appel-lativo Adriano esiste una difformità di inter-

FANO ADRIANO, TRA STORIA E LEGGENDA

Il castello triturrito, simbolo del paese.

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pretazione. Secondo alcuni storici il nome,dapprima Fano Troiano o Traiano (fino al1800) e successivamente Adriano, derive-rebbe dal nome dell’imperatore romano se-condo la cui volontà sarebbe stato erettol’antico tempio sulla sommità del Colle SanMarcello dove ora sorge l’Eremo dell’An-

nunziata. Secondo altri storici l’origine delnome è da mettere in relazione ad Atri (an-tica Hadria) e quindi alla regione Adriana(Ager Hadrianus) sotto la cui diocesi e giu-risdizione si trovava Fano. Una ulteriore in-terpretazione vede la denominazione lega-ta invece al Dio Hatrianus (o Hadrianus),dio della guerra e del fuoco, nume tutelare

della stirpe italica, venerato durante la do-minazione dei Siculi (II secolo a.C.): a que-sto Dio sarebbe quindi stato dedicato il tem-pio sito in Fano per le riunioni religiose e ci-vili della popolazione sicula.

Le sette effe. Si tratta di un antica e miste-riosa epigrafe la cui derivazione e il cui si-gnificato sono ancora sconosciuti. Diversesono le versioni circa il significato el’interpretazione è stata affidata fino adoggi perlopiù a giochi di parole. Nell’im-maginario popolare, essa rappresenta una

esortazione ai cittadini fanesi: quella co-munemente accettata è “Fanesi Furono For-ti Fatevi Forti Figli Fanesi”. Nell’interpreta-zione degli studiosi tale epigrafe invece po-trebbe essere riferita ai sette templi (F staper Fanum, cioè tempio) dell’anfizionia re-ligiosa dell’Ager Hatrianus (nell’antica Gre-cia l’anfizionia rappresentava una lega dicittà vicine a scopo di culto); il tempio sitoin Fano sarebbe stato dedicato al dio Adra-no e, situato sul colle più alto (m. 1000),sarebbe stato il primo in ordine di impor-tanza.

L’epigrafe “sette F”.

Veduta aerea.

Veduta di Fano sotto la neve.

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Chiesa dei SS. Pietro e Paolo. La Chiesa deiS.S. Pietro e Paolo, eretta nel 1335 sui restidi un tempio romano, presenta forme cin-quecentesche. La facciata è costruita conblocchi di arenaria locale, diversi dal mate-riale di costruzione del corpo dell’edificio eidentici alla parte più antica della chiesa del-l’Annunziata da cui probabilmente proven-gono. Il portale in pietra del 1693 è orna-to da una lunetta in ceramica di Castelli, raf-figurante i santi Pietro e Paolo, ed è affian-cato da due piatte lesene che le conferisco-no un aspetto che ricorda da vicinol’impianto delle chiese aquilane. Il cornicio-ne che taglia in due la facciata, posto al disopra dell’oculo, le dà un notevole slancioascensionale. La loggia sul fianco sinistro èdatabile al XVI se-colo grazie ad uncapitello che reca ladata della battagliadi Lepanto (1571)mentre il porticatosul retro è frutto diun restauro sette-centesco (1741 cir-ca). Il campanile, abase quadrangola-re, è in pietra lavo-rata a bugnato ru-stico ed irregolareed è datato 1658.L’interno, diviso intre navate, è scan-dito da una serie diarchi a tutto sestoaffrescati con moti-vi geometrici e figu-

re di santi (1592) che presentano, come lacappella di sinistra del 1556, caratteri po-polari. Pregevoli sono i soffitti lignei seicen-teschi, in particolare quello della navata cen-trale, datato al 1608 ma di impianto anco-ra rinascimentale, a cui furono aggiunte del-le tele nel tardo Seicento e poi nel Settecen-to. La presenza di un’immagine di San Do-menico inserisce anche questo soffitto nell’in-tensa opera educativa condotta dai Dome-nicani, a partire dal Seicento, attraverso ladecorazione degli edicifi sacri delle aree pe-riferiche abruzzesi. Gli altari lignei barocchipropongono una mescolanza di elementi ete-rogenei che vanno dall’impianto rinascimen-tale della struttura, mescolato ad ascenden-ze berniniane (da accertare è ancora il ruo-

lo dell’intagliatoreCarlo Riccioni, cheaveva fatto partedelle maestranzeutilizzate da Berni-ni per le sue realiz-zazioni nella Basi-lica di San Pietro inRoma), all’elemen-to popolare testi-moniato dall’usodel legno e dall’i-conografia delleparti decorative.L’organo, realizza-to nel 1756 daAdriano Federi erecentemente re-staurato è conside-rato uno dei gioiel-li del Teramano.

SITI DI INTERESSE CULTURALE

Veduta della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

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Chiesa dei SS. Pietro e Paolo: navata centrale e altari lignei.

Chiesa dei SS. Pietro e Paolo: organo delFederi.

Chiesa dei SS. Pietro e Paolo: dettaglio del portale e rosone.

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Chiesa dell’Annunziata. Situata sul ColleSan Marcello in uno scenario molto sugge-stivo, la Cona dell’Annunziata, così come sipresenta ora è databile al XVI secolo, gra-zie ad un blocco di pietra riutilizzato in unodegli ingressi laterali. La chiesa ingloba nel-la parte corta settentrionale i resti di un mu-ro di grossi blocchi di arenaria locale, squa-drati regolarmente che, secondo alcuni, ap-parterrebbero ad un distrutto tempio paga-no che avrebbe dato il nome al paese (fa-

num = tempio). E’ possibile che si tratti, in-vece, di una costruzione medievale, unastruttura fortificata, sorta in un luogo strate-gico da cui si domina la valle del Vomanoo una chiesa precedente la cui esistenza èattestata da un’epigrafe menzionata nei re-gistri parrocchiali e datata al 1473.Interessanti sono i numerosi ex-voto conser-vati all’interno dell’edificio e l’altare ligneodi stile barocco.

Chiesadell’Annunziataprima del restauro.

Chiesadell’Annunziatadopo il restauro.

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La Cannalecchia. Fuori dall’abitato la fontedella Cannalecchia offre al turista una pia-cevole meta di passeggiate ed un’ottima ac-qua leggera e dalle note proprietà diureti-che. Nel passato la fonte è stata prevalente-mente utilizzata per il bucato e il beveraggio

degli animali. La vasca originale con deco-razioni del XIV secolo è attualmente conser-vata nella Chiesa di SS. Pietro e Paolo. La va-sca attualmente in uso è una copia mirabile,scolpita nelle pietra locale, che riporta la no-ta epigrafe fanese “FFFFFFF” (sette effe).

I Grignetti. Si tratta di vasche scava-te nella pietra situate in una zona po-co fuori il paese denominata le VeneRosse. Furono probabilmente antichipigiatoi per la vinificazione che alcu-ni fanno risalire al periodo preistori-co e stanno a testimoniare il perdura-re attraverso i secoli di una attività eco-nomica che è ora scomparsa.

La fonte della Cannalecchia.

Uno dei Grignetti.

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Chiesa di San Rocco. Sita nel sobborgo det-to Villa Moreni, presenta caratteri seicente-schi che tuttavia il tempo ha minato in mo-do grave (un porticato antistante è andatoperduto nel corso dell’ultimo restauro intor-no agli anni ‘50, la struttura ha subito negliultimi anni diversi danni legati al tempo eall’incuria). Grazie ad un comitato ad hocche ha curato un programma di restauro, lachiesa è stata recentemente ristrutturata. Inquesta chiesa si tiene ogni anno la celebra-zione dedicata al santo.

Chiesetta dell’Alpino. Inaugurata nel 1977,è sita alla sommità del Colle Abetone (1775s.l.m.), tra un fitto bosco di faggi, nello splen-dido scenario di Monte Corvo. Seppur dipiccole dimensioni, è una chiesa molto sug-gestiva ed è dedicata agli alpini e ai cadu-ti di tutte le guerre. La tradizionale celebra-zione dedicata agli alpini viene tenuta ognianno a fine Luglio.

Presepe artistico. Collocato in uno dei loca-li più suggestivi e nascosti del complesso ar-chitettonico delle Chiesa dei Santi Pietro ePaolo, rappresenta un vero gioiello di tec-nica e sensibilità artistica. Si distingue inparticolar modo per i materiali nativi concui è stato realizzato (pietra e legno forgia-ti in un preciso lavoro di miniatura) e per lacaratteristica di riprodurre gli scorci più sug-gestivi di Fano perfettamente integrati nelloscenario tipico del presepe.

Chiesa di Sant’Egidio Abate (Cerqueto). Diepoca medioevale, nota dal 1324, è statarestaurata e ampliata nel sec. XV per volon-tà di Eugenio IV. La struttura della chiesa piùantica è visibile sul retro dove appare par-zialmente murata una loggia. Il portale inpietra è datato 1585 ed è affiancato dallostemma del paese raffigurante una quercia.L’interno è diviso in due navate e la secon-da, probabilmente aggiunta dopo il 1432,custodisce un affresco dell’Annunciazionedel sec. XV. Nella navata principale affre-schi più popolari sono probabilmente dellostesso secolo. Nei secoli XVI-XVII l’internosubì nuovi abbellimenti: del 1616 è l’affrescodella Madonna del Rosario e settecenteschisono gli altari lignei barocchi e il soffitto li-gneo a lacunari. La chiesa è stata ulterior-mente restaurata nel 1979/80.

Museo etnografico delle tradizioni popola-ri (Cerqueto). Fondato nel 1964, il museoraccoglie strumenti di lavoro, attrezzi perl’attività pastorale e per la tessitura, ma an-che ex voto e oggetti legati ai culti popola-ri della zona, testimonianze della culturamateriale dell’Ottocento.

Chiesetta dell’Alpino.

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Chiesa di Sant’Egidio Abate (Cerqueto).

Dettagli della Chiesa di Sant’Egidio Abate (Cerqueto).

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Canto della Pasquetta (5 Gennaio, attual-mente in disuso). Si tratta di un tradiziona-le canto che un gruppo di persone eseguedinanzi alle case degli abitanti del posto nel-la sera che precede l’Epifania. Coloro chericevono i cantori, se soddisfatti dell’esibi-zione, contraccambiano con un’offerta co-stituita nel passato da alimenti di diverso ti-po e più recentemente da denaro. E’ unausanza tipica della regione ma differisce neivari paesi per il testo che tuttavia è simile intutti i casi per metrica e contenuto. Le fontistoriche parlano di “canti con accompagna-mento di strumenti musicali si odono fino altardi nella sera della vigilia dell’Epifania -Pasquetta, la Bbuffanija, la Puffanija, la Bbof-fa -; i cantori e le cantatrici, nella mattinaseguente, hanno mance dalle case felicita-te da quelle musiche..”

Sant’Antonio abate e il canto tradizionale(notte del 16 Gennaio). Rappresenta unadelle manifestazioni più caratteristiche e sug-gestive della tradizione popolare abruzze-se. Si tratta di un canto in onore di San An-tonio Abate eseguito porta a porta dinanzialle case dei paesani la sera precedente ilgiorno dedicato al santo. I cantori (i sandan-doniari così come vengono indicati in alcu-ni posti) sfilano in corteo per le vie del pae-se con strumenti e campanacci, travestititicon costumi caratteristici secondo la tradi-zione “una persona vestita di camice, conbarba di stoppa, mitra di carta, bordonecon campanello, accompagnata da cantorie suonatori, rappresenta San Antonio. Qual-che volta un demonietto segue il santo e glidà noie… La brigata, col seguito immanca-

bile dé monelli e dé curiosi, va alle portedelle case, che possono far grazie…”. Do-po il canto, in segno di ringraziamento, labrigata riceve da parte dei paesani una of-

ferta costituita attualmente da denaro, nelpassato da cibarie. Le versioni del canto de-dicato al santo sono moltissime ma condivi-dono quasi tutte la metrica (per lo più in te-trastici e giambi dimetri) ed i contenuti. Il te-sto tradizionalmente adottato a Fano è quel-lo noto come “Nel deserto dell’Egitto”.

TRADIZIONI ED EVENTI

Sant’Antonio, il Diavolo e i sandandoniari.

I sandandoniari alla porta di una casa.

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San Valentino (14 Febbraio, celebrazionereligiosa). Patrono di Fano Adriano, vienecelebrato nel giorno tradizionale in modostoricamente dimesso: la celebrazione è co-stituita infatti solo dalle funzioni religiosesenza alcuna festa pagana. Questo è giu-stificato dalla presenza assai esigua di per-sone nel periodo invernale (sostanzialmen-te solo i residenti). La festa è stata quindi nelpassato spostata in Agosto quando Fanogode di maggiori presenze oggi legate alflusso turistico, un tempo giustificate dal ri-entro dei pastori negli spostamenti dellatransumanza. Recentemente è stato “trasfe-rito” in paese il pranzo (o la cena) tradizio-nale che i fuori sede avevano istituito nelpassato per una simbolica celebrazione ro-mana di San Valentino.

Domenica delle palme. Il giorno della Do-menica delle Palme, finita la celebrazionereligiosa, era in uso che i ragazzi offrisse-

ro alla ragazza amata il rametto d’ulivo; laragazza solitamente contraccambiava il ge-sto offrendo a sua volta un dolce (tipicamen-te un ciambellone) preparato con le propriemani.

Cerimonie del periodo pasquale. Nell’am-bito delle manifestazioni della settimana san-ta si distinguono, per intensità e carica emo-tiva, il Canto del perdono e la processionedel Cristo morto. Il primo prevede un canto,a strofe alternate, eseguito in chiesa, la se-ra del Giovedì santo, da due gruppi di per-sone, uno esclusivamente maschile che si col-loca nella sagrestia, l’altro esclusivamentefemminile che risponde dalla navata princi-pale. La seconda manifestazione, la Proces-sione del Cristo morto, non diversa dalle no-te versioni della tradizione religiosa, preve-de un corteo di fedeli a seguito delle sacrestatue, il Cristo morto e la Madonna addo-lorata, che sfila nelle strade del paese.

Ottava di Pasqua (domenica successiva al-la Pasqua, attualmente in disuso). Dopo unasettimana dalla Pasqua era abituale una pas-seggiata alla volta del Colle San Marcellodove, una volta arrivati, veniva celebrata lasanta messa nell’Eremo dell’Annunziata. Fi-nita la messa, si era soliti fare un pic-nic inaperta natura a seguito del quale iniziavaun folkloristico rituale di fratellanza e reci-proca solidarietà: si diventava infatti “com-pari” o “comari” (secondo la tradizione “sefaciav a cummare”). Il cerimoniale prevede-va che una persona, posta la mano sul ca-po della persona a cui voleva legarsi comecompare o comare, girasse intorno a tuttotondo a questa stessa persona ripetendo laformula “cummà me vu bene?”. In caso dirisposta affermativa si diveniva quindi com-

Momento della processione dedicata a San Valentino.

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pari o comari e lo stretto rapporto affettivoperdurava solitamente per tutta la vita.

Concorso di interpretazione organistica (me-se di Giugno). Recentemente istituito, taleconcorso è stato concepito per la valorizza-zione del mirabile organo settecentesco rea-lizzato da Adriano Federi e sito nella Chie-sa dei SS Pietro e Paolo. La manifestazioneprevede la partecipazione di giovani musi-cisti che si cimentano nell’interpretazione dibrani più o meno noti della produzione or-ganistica e dell’arte organaria.

Festa dell’Alpino (mese di Luglio). Questafesta è una tradizionale manifestazione de-dicata agli Alpini che prevede una comme-morazione presso il monumento dei Cadu-ti in Piazza della Vittoria (già Parco dellaRimembranza) e quindi la celebrazione diuna messa proprio nella chiesetta dell’Alpi-no sul Colle Abetone. La solennità dell’even-to viene solitamente sottolineata dai branimusicali eseguiti dalla fanfara degli Alpinio da altre bande militari. L’appuntamentosolitamente richiama un gran numero di exmilitanti molto numerosi in questa zonamontana.

La scurpellata, festa della scurpella e deisapori antichi (primi quindici giorni di Ago-sto). Questa data tradizionale è un auten-tico tributo a quello che sicuramente è il pro-dotto gastronomico più tipico della nostratradizione popolare: la scurpella. Sicura-mente importata dalla tradizione francesedurante i contatti nei vari secoli (essa rap-presenta una variante della crepés), è rea-lizzata con un impasto di acqua, uova e fa-rina ed è conosciuta con il termine di cre-spella in provincia dove è utilizzata preva-

lentemente per la preparazione di piatti ti-pici tra cui le crespelle ‘mbusse (cioè ba-gnate, in brodo) ed il timballo. La scurpel-la fanese (il termine è stato verosimilmentemodificato dalla rivisitazione popolare), piùsottile e morbida, si distingue invece per es-sere un alimento di dignità propria: si man-gia infatti con un poco d’olio senza ulterio-ri condimenti o guarnizioni. Seppur piattosemplice ed umile, la sua corretta realizza-zione prevede grandi capacità tecniche edanni di pratica. Il motivo della sua radica-ta presenza nella tradizione popolare è le-gato alla sua sorprendente capacità di con-servarsi a lungo: probabilmente per questomotivo costituiva l’elemento base, sostituti-vo del pane, dell’alimentazione dei pasto-ri quando, a seguito degli armenti, rimane-vano anche per mesi nei pascoli di monta-gna.

In agosto una festa intitolata a questo ali-mento, la scurpellata, offre la possibilità didegustarlo nella sua versione popolare oguarnito in modo diverso; questo grandeappuntamento estivo, oltre che per le tema-tiche enogastronomiche, si distingue inoltreper la promozione ed il rilancio delle attivi-tà della tradizione popolare quali la prepa-razione dei prodotti della pastorizia.

Un momento della preparazione delle scurpelle.

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ArsinFano (primi quindici giorni di Agosto,solitamente abbinata alla scurpellata). Lamanifestazione, nel passato chiamata “L’estrodei Fanesi”, prevede una vetrina di “artisti”dilettanti locali, provenienti cioè da Fano epaesi limitrofi dell’Alta Valle del Vomano. Inquesta area è infatti alto il numero di per-sone che trovano nel tempo libero lo stimo-

lo per dedicarsi ad attività artistiche di va-rio genere; esse includono poesia/prosa,pittura, scultura, fotografia, altri generiespressivi. La manifestazione è articolata indue giorni durante cui gli artisti espongonole loro opere negli scorci più suggestivi diFano occupando chiaramente le vie e lepiazze del paese.

San Rocco (16 Agosto). La celebrazione diquesto santo, tenuta nella omonima chiesasita in Villa Moreni, costituisce un momentodi grande intensità: la messa infatti compren-de una particolare benedizione a tutti i bam-bini che, sfilando in ordine di fronte al par-roco, vengono cosparsi di acqua santa. Ta-le benedizione è propiziatoria ed assicuraai bambini una buona e duratura salute. Ap-pendici profane alla celebrazione sono lacosiddetta “guerra dei catelli” battaglia che

prevede il lancio dei catelli - piccoli frutti diuna varietà locale di cardo - che aderisco-no tenacemente agli abiti) e la popolare fe-sta serale, sempre dedicata al santo, forte-mente sentita dagli abitanti di Villa Morenidetti li Merenell (libagioni, musica e balli).

San Valentino (Ultima domenica di agosto,celebrazione religiosa e festa pagana). IlSanto patrono di Fano viene festeggiato contutti gli onori solitamente in agosto quandole vacanze offrono la possibilità ai tanti fuo-ri sede di tornare al paese natio. Solitamen-te i festeggiamenti prevedono una serie dicelebrazioni religiose (il Triduo) che termi-nano l’ultimo giorno (tipicamente una Do-menica) con la santa messa ed una proces-sione a seguito del santo lungo le vie delpaese. Durante la processione vengono suo-nate a festa tutte le campane. Suonare lecampane il giorno della festa costituisce untradizionale appuntamento, vissuto conestrema devozione: un gruppo di personesi riunisce infatti direttamente sul campani-le per scampanare (afferrando direttamen-te il batacchio) in modo armonico e coordi-nato (le più tipiche scampanate sono il ca-rillon e l’allegrezza).

San Martino, festa di castagne cornuti evino (11 Novembre). La festa dedicata aSan Martino è uno degli appuntamenti piùtradizionali della cultura popolare abruzze-se (sebbene non sia diffusa in tutte le pro-vince). Secondo le fonti storiche San Marti-no è sinonimo di abbondanza “Ce sta lusande Martine…ce n’è molto, c’è copia…onde il saluto che si fa nell’arrivare dove sifa il pane, il mosto, il sapone, l’olio, ecc., èSande Martine! Probabilmente per ragionedella cornu copiae - già simbolo dell’abbon-

ArsinFano.

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danza - si riconosce a San Martino il patro-nato dei becchi bipedi”.Nel nostro paese è oramai usanza consoli-data dedicare al santo una festa profanache si tiene tipicamente in Piazza Prato, unodegli scorci più caratteristici di Fano. La fe-sta prevede abbondanti libagioni (salsiccealla brace, pecora alla callara - piatto tipi-co della pastorizia locale -, bruschette, pa-sta al sugo di pecora) accompagnate da mu-

sica popolare. Protagonisti assoluti dell’e-vento sono tuttavia le castagne arrostite edil vino novello: la castagna, frutto tipico del-la stagione autunnale, è sempre stata tenu-ta in buon conto nella cultura popolare rap-presentando il “pane dei poveri”; il vino nuo-

vo è tradizionalmente legato ai giorni di SanMartino periodo in cui vengono spillate lebotti “Inseguito dai nemici, San Martino cer-cò ricovero nella casa di un contadino. Que-sto buon uomo, non avendo dove meglio,lo fece nascondere in una botte vuota. Ar-rivati, gli sbirri lo cercarono anche in canti-na; ma trovarono che tutte le botti, vuote daanni, erano piene. Peggio per le botti! Bev-vero, bevvero tanto che caddero briachi fra-dici, e il santo, senza molestia alcuna, potéandare pè fatti suoi. Ecco perché San Mar-tino è protettore del vino e nel dì della suafesta si spillano le botti”.Anche il clima di baldoria ed allegria checontraddistingue l’evento ha tracce antichetraendo verosimilmente origine da un cor-teo festoso dedicato al santo: la processio-ne era aperta da un cerimoniere con un om-brello a cui pendevano sardelle e prevede-va una sosta ed un canto tematico proprioinnanzi alle case dei presunti cornuti.

La notte di Natale e la magia del fuoco(notte del 25 Dicembre, attualmente in dis-uso). Nella notte di Natale, subito primadella messa di mezzanotte, era tradiziona-le il rituale pagano dei “faoni” (li faune).Questi ultimi erano costituiti da torce rudi-mentali costruite con pezzi di corteccia diciliegio essiccati, infilati in un pezzo di fer-ro o di legno, e fatti roteare ardenti nell’a-ria. Quella dei faoni costituisce una tradi-zione che verosimilmente si perde nella not-te dei tempi: il termine stesso deriva con tut-ta probabilità dal Fuoco di Fauno (FauniIgnis) cerimonia propiziatoria ancora oggitenuta in Atri che prevede una processionecon fasci di canne in fiamme (Fauno anti-co re del Lazio, figlio di Pico, nipote di Sa-turno e padre di Latino, era venerato come

Castagne sul fuoco a San Martino.

San Martino a Piazza Prato.

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dio delle selve). La cerimonia, nel passatopropiziatoria (raccolti o armenti), è statasuccessivamente rivisitata dall’immaginariopopolare (fuochi per “scaldare il BambinoGesù” nella versione sacra o in alternativa“per allontanare le streghe” nella versioneprofana). L’accensione di fiaccole e torcenella sera di Natale è tipica anche in altriposti della regione (nel chietino sono chia-mate farchie).

Presepe vivente (26 Dicembre, Cerqueto).La rievocazione del presepe è una manife-stazione tenuta a Cerqueto ogni anno in unosplendido scenario proprio a ridosso delpaese. I protagonisti della natività sono tut-ti i cittadini che, senza eccezioni, partecipa-no all’evento con grande devozione. L’ am-biente particolarmente suggestivo costitui-sce una cornice di unica bellezza; i giochidi luci, la scenografia ed i testi (dalla gene-si fino alla natività) rendono il presepe diCerqueto inimitabile nel suo genere.

Capodanno, mezzanotte di fuoco (31 Di-cembre). E’ divenuto ormai un appuntamen-to tradizionale il capodanno in piazza contutti i paesani raccolti intorno al caratteristi-co falò preparato in piazza S. Pietro. Il gio-co di luci ed ombre creato dalle fiamme sul-la facciata della chiesa costituiscono uno

scenario unico per la Processione della Pu-pazza, cerimoniale pagano caratterizzatoda un corteo con fiaccole e tamburi al se-guito di un fantoccio che rappresenta sim-bolicamente il vecchio anno. La Pupazza (o

Vecchia) è un’usanza già comune in altri po-sti; la processione al suo seguito è inveceuna tradizione, recentemente rilanciata, cheaffonda le sue radici in un canto auguraleche nel passato si teneva la notte di capo-danno. Al cerimoniale seguono quindi ilbrindisi di mezzanotte con spumante e dol-ci, gli auguri tradizionali, il rituale della pre-parazione e degustazione del vin brulè edelle salsicce. Chiudono la serata, in temacon il falò, i fuochi pirotecnici sempre mol-to spettacolari e suggestivi.

Il Presepe vivente di Cerqueto.

La processione della Pupazza e il falò di Capodanno.

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L’Abruzzo dei Parchi, regione verded’Europa. Oltre alle bellezze artistiche Fa-no offre un panorama invidiabile ed è com-preso nel territorio del Parco Nazionale delGran Sasso e Monti della Laga. Dal paesesi dipartono una serie di sentieri accessibi-li a tutti, ma è anche possibile percorreresentieri di alta montagna che raggiungonole vette del Massiccio del Gran Sasso. Loscenario naturale e l’ambiente di incompa-

rabile bellezza fanno della zona un’oasi diassoluto interesse e offrono la possibilità diun contatto diretto con la natura incontami-nata. Qui infatti la natura regna incontra-stata con il bianco dell’inverno, la policro-mia della primavera, il verde dell’estate el’ocra dell’autunno.Il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Mon-ti della Laga. Costituito nel 1991, compren-de una vasta superficie ed un’ampia area diriserva integrale. Il territorio del Parco, se-condo un modello organizzativo invidiato da

tutta l’Europa, è articolato in undici “distret-ti ambientali storico-culturali”. I confini “vir-tuali” di questi distretti sono stati concepiti perl’individuazione di aree omogenee nelle qua-li operare interventi coordinati di valorizza-zione e di gestione del flusso turistico. Fanoè compreso nel distretto della “Strada Mae-stra” nome questo coniato per indicare e va-lorizzare l’ex strada statale 80: un percorsodi assoluta bellezza che ricalca peraltro unantico tracciato risalente all’epoca romana,la Via Cecilia.

Le bellezze del Parco. Il Parco Nazionaledel Gran Sasso e Monti della Laga è unadella aree protette più grandi d’Europa. Puòvantare la vetta più alta dell’Appennino, ilCorno Grande, da dove è possibile scorge-re il Mar Tirreno da un lato e il Mare Adria-tico dall’altro. Incastonata nel poderoso mas-

NATURA

Il territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Mon-ti della Laga.

I distretti del Parco Nazionale del Gran Sasso e Montidella Laga.

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siccio del Gran Sasso, domina i pascoli ster-minati di Campo Imperatore da una partee si stacca con il Paretone verticale sul ver-sante teramano. Questo è il regno delle ne-vi perenni, delle rocce e del vento. Il lago diCampotosto che ospita il passaggio di mi-gliaia di uccelli migratori, è l’ingresso all’al-tro aspetto, completamente diverso, di que-sto Parco: la dolce catena dei Monti dellaLaga. Qui imperano i secolari boschi di fag-gio, di castagno e perfino di abete bianco.Ma è l’acqua a fare da regina scorrendo insuperficie e creando ruscelli e torrenti chescivolano sulla roccia impermeabile, forman-do di frequente cascate spettacolari che,ghiacciando nella stagione più fredda, as-sumono forme magiche e bizzarre. In que-

sta magnifica cornice naturale, sono inoltreincastonati moltissimi paesi e borghi di as-soluta bellezza ed interesse che la politicaprogrammatica dell’Ente Parco sta cercan-do di valorizzare.

Flora. Il territorio di Fano Adriano rispec-chia, dal punto di vista floristico e vegeta-zionale, le caratteristiche tipiche degli oriz-zonti collinari e montani del Gran Sasso. Lafascia compresa tra i 500 e i 900 m s.l.m.,è quella tipica dell’orizzonte delle quercecaducifoglie. Vi dominano la roverella e piùraramente il cerro. Nei querceti a roverella

sono spesso rinvenibili anche altre speciecome l’acero campestre e l’acero opalo, ilcarpino nero, la carpinella e l’orniello. Lun-go i corsi d’acqua e comunque nelle zonepiù umide, la vegetazione ripariale è ca-ratterizzata da comunità arbustive pionie-re a salice bianco, salicone, salice ripaio-lo, pioppi e ontani. Interessante è la pre-senza di un nucleo di castagni sul versan-te occidentale di Colle San Marcello in lo-calità “Le Fosse”.La formazione caratterizzante il piano mon-tano è senz’altro la faggeta. Mentre alle quo-te inferiori, tra i 900 e i 1200 m s.l.m., ilfaggio forma aspetti misti con acero di mon-

Monte Corno.

La faggeta.

La catena del Gran Sasso dai Monti della Laga.

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te, carpino nero, tigli e cerri, più in quotaesso diventa, con l’accentuarsi di un climafresco-umido, il dominatore incontrastato.Questo accentuato monofitismo è interrottosolo dalla sporadica presenza di tasso, agri-folio e abete bianco. Non è rara la bella-donna, alta erba che può superare i due me-tri di altezza, nota per la mortale tossicitàdelle bacche nere. Nelle radure di una lu-minosità tutta particolare si possono ammi-rare, nella tarda primavera ed in estate, lafioritura di campanule, genziane, garofani-ni e peonie. Oltre il limite del bosco, sui ver-santi nord, prima di giungere sulle cime, siattraversano relitte brughiere a mirtilli.

Fauna. Il territorio di Fano Adriano, comedel resto tutta la fascia del Gran Sasso, è si-curamente interessante dal punto di vistafaunistico dal momento che sono presentimolte specie endemiche e relitti biogeogra-fici, in particolare tra gli invertebrati. Tra glierbivori è frequente il capriolo, mentre allealte quote è possibile incontrare il camosciod’Abruzzo. Tra i mammiferi più comuni e

facili da incontrare possiamo annoverare ilcinghiale, la volpe, oltre ai mustelidi comeil tasso, la martora, la faina, la donnola ela puzzola. Più difficili gli incontri con il lu-po, il cervo (animale questo recentementereinserito nelle nostre montagne) ed il gattoselvatico.Tra i rapaci meritano di essere segnalatel’aquila reale e la poiana. Tra i corvidi dif-fusissimi sono la gazza, la ghiandaia, lacornacchia e, alle più alte quote, il gracchiocorallino.

Laghi e fiumi. Nell’area è possibile raggiun-gere, percorrendo la ex strada statale n. 80,tre laghi molto suggestivi, tutti artificiali, di

grande interesse naturalistico oltre che sto-rico (lago di Piaganini, lago di Provviden-za, lago di Campotosto). Rappresentano in-fatti i bacini di approvvigionamento idricodi una delle più importanti centrali idroelet-triche d’Europa, la centrale di San Giaco-mo. Quest’ultima, realizzata negli anni ‘50e successivamente ampliata, è divenuta ne-gli ultimi anni un sito di interesse turistico eculturale. E’ infatti possibile visitarne la strut-tura operativa situata proprio nel cuore del-la montagna dove regna l’acqua con il suoLupo appenninico.

Lago di Campotosto.

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continuo movimento, indispensabile per laproduzione di energia elettrica. Tra i laghisuddetti di assoluto rilievo è il lago di Cam-potosto, il più grande dei tre: in una splen-dida cornice di cime montane offre la pos-sibilità di balneazione e di pratica di sportacquatici oltre che la possibilità di degusta-re piatti tipici con pesce di lago.A pochi Km da Fano è possibile raggiunge-re, attraverso un sentiero interessante per

l’antico selciato di verosimile origine roma-na e per i caratteristici muretti in pietra a sec-co (tipici della tradizionale cultura rurale), ilfiume Vomano, che offre numerosi tratti bal-neabili oltre che la possibilità di praticaresport acquatici. Lungo in suo corso è possi-bile visitare diversi mulini, alcuni dei qualirecentemente ristrutturati, che rappresenta-no le vestigia mirabili della tradizione rura-le e grande patrimonio storico-culturale.

Monte Corvo.

Il bosco, risveglio di primavera. Pizzo Intermesoli.

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Trekking ed escursioni. Inserita nello splen-dido scenario del Gran Sasso, Fano offrestraordinarie opportunità per il turismo “ver-de” e per il contatto con un natura inconta-minata. La posizione favorevole del paeseinfatti facilita attività di vario tipo (trekking,mountain bike, turismo ippico) che includo-no passeggiate nelle zone limitrofe all’abi-tato ma anche più impegnative escursioniper esperti. La rete sentieristica a breve per-correnza dal centro del paese appare par-ticolarmente interessante per l’opportunitàdi apprezzare alcuni siti di interesse stori-co-culturale nel contesto di scorci molto sug-gestivi.Il paese è dominato da un mirabile bosco,la Selva, costituito da un grande variabili-tà di alberi che durante la stagione autun-nale offrono un scenario unico perl’esplosione di colori che lo contraddistin-gue. Attraverso una serie di sentieri all’in-terno della vegetazione e possibile raggiun-gere nelle immediate vicinanze i Merlettiautentici ricami di roccia che, tra picchi eguglie, annoverano un grande arco natu-

rale, il Cammello, ed un antro rupestre, laGrotta delle fate.Sempre molto vicino al paese si trovano leVene Rosse, rilievi rocciosi dal colore carat-teristico (da qui il nome) che si ergono inmodo maestoso dalla fitta vegetazione cir-costante. Nel loro contesto sono collocati IGrignetti, tre vasche scavate nella roccia edutilizzate per la vinificazione in età antica.

Proprio su una delle più belle guglie delleVene Rosse è stata recentemente realizzatauna palestra di roccia con un via, denomi-nata il Pasto Nudo, dove è possibile arram-picare (il livello non è consigliabile ai prin-cipianti) proprio partendo dai Grignetti edarrivando alla sommità dove si può goderedi una splendida visuale.Uno dei più suggestivi sentieri che si dipar-tono dal paese, conduce attraverso un bo-sco artificiale di conifere, al Colle San Mar-cello alla sommità del quale è posto l’Eremodell’Annunziata.A pochi Km da Fano è possibile raggiunge-re, anche in questo caso attraverso un anti-co sentiero immerso nel verde, il fiume Vo-mano, che offre numerosi tratti balneabili

TURISMO

Palestra di Roccia.

La scacchiera nel verde della Selva.

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oltre che la possibilità di praticare la canoa.Nell’ambito delle escursioni nel comprenso-rio del comune meritano menzione alcunetra le mete più caratteristiche della zona:Pratoselva, la Vallata ed il Rifugio del Mon-te, la Valle del Crivellaro, Monte Corvo.Nell’area è tuttavia possibile raggiungerefacilmente altre mete di grande interesse tracui Pietracamela, Prati di Tivo, Monte Cor-no con i suoi scorci e le sue vette (le più al-te di tutta la catena degli Appennini).

Sport Invernali. La zona di Fano Adrianosi distingue per la possibilità di praticareattività sportive invernali di vario genere.Sci, Snowboard, Fondo, Sci alpinismo, Sled-dog (escursioni in slitta trainata da cani) eSnowshoeing (escursioni con ciaspole) rap-presentano solo una parte dell’offerta turi-stica delle vicine stazioni di Prato Selva ePrati di Tivo, dove l’offerta turistica si co-niuga con il rispetto ambientale in un pa-norama mozzafiato.

Pratoselva (a soli 9 Km dal pae-se) rappresenta una accoglientestazione sciistica con 4 impiantidi risalita inserita nello scenariodi Monte Corvo: da segnalare lapista dell’Abetone lunga circa 2Km (servita da una seggiovia adue posti), l’atmosfera estrema-mente familiare del posto e la fa-vorevole esposizione che consen-te di godere del sole sugli impian-ti di risalita e anche sulle piste.Situata a circa 15 Km dal paese,

La Valle del Crivellaro, uscita con le ciaspole.

La Valle del Monte e il suo rifugio.

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Prati di Tivo rappresenta una località di as-soluto rilievo nel contesto dell’intera Italiacentrale e meridionale. Offre infatti un am-pia scelta di piste, impianti di risalita (recen-temente rinnovati), percorsi escursionistici(trekking, arrampicate) ed una eccezionalericettività alberghiera nel contesto di unoscenario “dolomitico” realmente unico.Nell’ambito degli sport invernali, va infinesottolineato come sito di assoluto interessela Valle del Crivellaro: questa è infatti unameta ambita per la pratica dello sci-alpini-smo ed è riconosciuta dagli esperti di taleattività come area di rilevanza europea.

Sport acquatici. Percorrendo per qualcheKm la ex strada statale 80 è possibile rag-giungere tre laghi artificiali, molto interes-santi dal punto di vista naturalistico oltre cheturistico e sportivo. Tra di essi di assoluto ri-lievo per dimensione e scenario è il lago diCampotosto, il più grande dei tre. Posto inuna splendida cornice di cime montane in-nevate fino a tarda primavera, il lago diCampotosto offre la possibilità di balnea-zione e pratica di sport acquatici. E’ meta

degli appassionati di Windsurf e Kitesurf ditutto il centro ed il sud Italia che sfruttano ilvento sempre presente in alcuni rami del la-go esposti in maniera particolarmente favo-revole. Da segnalare infine l’ottima ricettivi-tà turistica offerta da camping, alberghi, re-sidence e mini appartamenti di recente co-struzione, oltre che la possibilità di degusta-re piatti tipici a base di pesce di lago (core-gone) nei numerosi ristoranti e trattorie dis-seminati lungo il perimetro del lago.Poco distante da Fano è invece il fiume Vo-mano, che offre a sua volta numerose op-portunità turistiche sportive e ricreative. Si-tuato in una stupenda gola la cui imponen-za ricorda a tratti scenari vagamente cana-desi, il fiume è raggiungibile da Fano in po-chi minuti percorrendo un suggestivo sentie-ro.Il Vomano, che presenta numerosi tratti bal-neabili, offre la possibilità di praticare di-versi sport ed è ben noto agli appassionatidi attività nautiche fluviali in acque vive co-me Rafting, Canoeing ed Hydrospeed, chevi affluiscono numerosi anche dalle regionilimitrofe. Per chi preferisce invece attivitàmeno dinamiche il fiume offre la possibilitàdi rilassanti sessioni di pesca alla trota.Sleddog a Prato Selva.

Lago di Campotosto.

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Da Fano si dipartono diversi sentieri per rilas-santi passeggiate nelle zone limitrofe ma an-che per escursioni più impegnative in alta mon-tagna. Riportiamo alcuni dei sentieri e dei per-corsi più classici.

SENTIERI A BREVE PERCORRENZA

Fano Adriano – Colle S. Marcello (tavola A,verde). Difficoltà: Escursionistica. Percorso age-vole ed accessibile a tutti, non è richiesto unparticolare equipaggiamento. Dislivello: 220m. Tempo di percorrenza: in salita 40 minuti– in discesa 30 minuti. Note del percorso: Per-correndo un’agevole sentiero che si dipartedalla zona alta del paese, le “Case di sopra”,e dopo aver attraversato un bosco artificialedi conifere, si raggiunge il Colle San Marcel-lo alla sommità del quale è posto l’Eremo del-l’Annunziata. Dal Colle San Marcello si ha unasplendida veduta di tutta la Valle del Vomanoe delle catene montuose del Gran Sasso e deiMonti della Laga. Il percorso è, inoltre, riccodi riferimenti legati alle antiche tradizioni po-polari.

Fano Adriano – Oliva (tavola A, blu). Difficol-tà: Escursionistica. Percorso agevole ed acces-sibile a tutti, non è richiesto un particolare equi-paggiamento. Dislivello: 269 m. Tempo di per-correnza: in salita 50 minuti – in discesa 35minuti. Note del percorso: Lungo il percorso èpossibile apprezzare l’antico selciato di vero-simile origine romana e i caratteristici murettiin pietra a secco, tipici della tradizionale cul-tura rurale. Il percorso conduce in prossimitàdi un tratto balneabile del fiume Vomano.

Fano Adriano – Vene Rosse – Le Vignole (ta-vola A, rosso). Difficoltà: Escursionistica. Per-corso agevole ed accessibile a tutti, non è ri-chiesto un particolare equipaggiamento. Dis-livello: 87 m. Tempo di percorrenza: 40 minu-ti. Note del percorso: La prima parte del per-corso si sviluppa lungo la strada asfaltata checollega i paesi di Fano Adriano ed Interme-soli.Diverse sono le attrattive del percorso tra cuila fonte della Cannalecchia e proseguendo, leVene Rosse, un arco naturale in pietra (il “Cam-mello”) e la “Grotta delle Fate”.In località Le Vene Rosse è possibile, infine, ap-prezzare “I Grignetti”, antichi pigiatoi scava-ti nella roccia, adibiti alla vinificazione delleuve provenienti dalle locali viti.Dai “Grignetti”, attraverso un percorso imper-vio su un sentiero non ancora attrezzato è pos-sibile raggiungere il Colle San Marcello el’Eremo dell’Annunziata.

Fano Adriano - Selva – Scacchiera (tavola A,viola). Difficoltà: Escursionistica. Percorso age-vole ed accessibile a tutti, non è richiesto unparticolare equipaggiamento. Dislivello: 90 m.Tempo di percorrenza: 40 minuti. Note del per-corso: il sentiero si diparte dalla vecchia viaper raggiungere la fonte della Cannalecchia(località detta “il muretto”) e sale verso la Sel-va, il bosco sovrastante il paese, lasciandosisulla sinistra le guglie rocciose delle Vene Ros-se. Dopo una iniziale ascesa, il sentiero tornapianeggiante e si inoltra nella fitta vegetazio-ne fino ad arrivare ad una “scacchiera” scol-pita nella roccia locale, da cui il sito prende ilnome.

SENTIERI

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Tavola A - Sentieri a breve percorrenza.

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SENTIERI A MEDIA-LUNGA PERCORRENZA

Pratoselva (1370) – Incodara (1664) – C.ledelle Monache (1942) (tavola B, rosso). Diffi-coltà: Escursionistica. Percorso agevole ed ac-cessibile a tutti, non è richiesto un particolareequipaggiamento. Dislivello: 572 m. Tempo dipercorrenza: 2 h. circa. Carta IGM: foglio 140IV S.O. Pietracamela; foglio 140 III N.O. GranSasso d’Italia. Note del percorso: Dopo la ri-salita lungo i prati di Campo dei Venti si attra-versa la faggeta di Incotto Forcone e Incoda-ra, percorrendo una comoda carrozzabile.Dalla fonte di Incodara, abbandonato il bo-sco, risalendo sui prati di “Incodaretto” si hauna suggestiva veduta panoramica della Val-le del Crivellaro, meta abituale degli appas-sionati di sci alpinismo. Costeggiando sulle de-stra le pendici di Monte Corvo, si risale gra-dualmente per il Colle delle Monache dal qua-le si può godere dello splendido panorama deiMonti della Laga e del Lago di Campotosto.

Pratoselva (1370) – C.le Abetone (1775) –Rif.° del Monte (1614) (tavola B, blu). Difficol-tà: Escursionistica. Percorso agevole ed acces-sibile a tutti, non è richiesto un particolare equi-paggiamento. Dislivello: in salita 405 m. – indiscesa 161 m. Tempo di percorrenza: 1 h. 45’circa. Carta IGM: foglio 140 IV S.O. Pietraca-mela; foglio 140 III N.O. Gran Sasso d’Italia.Note del percorso: Costeggiando il percorsodella seggiovia si risale fino al Colle Abetonedove è possibile visitare la Chiesetta dell’alpi-no, graziosa costruzione adibita al culto, co-struita negli anni settanta.Attraversando, do-po un brevi saliscendi, le località Macchia Pe-trana e Prati di San Pietro, il percorso ridiscen-de alla volta della suggestiva Valle del Monte,dominata dagli scorci rocciosi di Male Cupo eMonte Corvo. Fra le mete di interesse natura-listico si segnala il bosco di Fonte Novello, ap-prezzabile per la presenza di numerosi faggisecolari di grosse dimensioni e facilmente rag-giungibile attraverso il Vadillo (a circa 30 mi-nuti dal Rifugio del Monte).

Pratoselva (1370) – Rif.° del Monte (1614) –C.tta Venaquaro (2001) (tavola B, verde). Dif-ficoltà: Escursionistica per esperti. Percorsoagevole, presenta difficoltà esclusivamente inordine alla distanza ed al dislivello.Dislivello: 631 m. Tempo di percorrenza: 4 h.circa. Carta IGM: foglio 140 IV S.O. Pietraca-mela; foglio 140 III N.O. Gran Sasso d’Italia.Note del percorso: Dopo aver raggiunto il Rif.Del Monte, attraverso il percorso descritto inprecedenza, si risalgono le pendici di MonteCorvo, verso sinistra, in direzione delle Rena-re, passaggio caratterizzato da suggestivi di-rupi che raccomandano particolare prudenzadurante l’attraversamento. Discendendo versola Valle del Venaquaro è possibile apprezza-re la caratteristica “vena di Fano” dalla qualesgorga acqua freschissima. Da qui, deviandoverso destra, si risale leggermente verso la C.tae la fonte di Venaquaro, rifugio e ristoro deipastori. In prossimità della C.ta di Venaquaroè ancora oggi possibile riconoscere i murettiin pietra a secco che delimitavano gli antichistazzi dei pastori.

Pratoselva (1370) – C.le Andreole (1887) –Valle Crivellaro (2000) – M. Corvo (2623) (ta-vola B, viola). Difficoltà: Escursionistica peresperti. Percorso agevole, presenta difficoltàesclusivamente in ordine alla distanza ed aldislivello. Dislivello: 1253 m. Tempo di percor-renza: 4 h. circa. Carta IGM: foglio 140 IVS.O. Pietracamela; foglio 140 III N.O. GranSasso d’Italia. Note del percorso: Si raggiun-ge la Piana di San Pietro attraverso il percor-so descritto in precedenza (n° 2). Da quil’ascesa prosegue verso il Colle Andreole e suc-cessivamente, dopo aver deviato a destra, cisi immette nella straordinaria cornice della Val-le Crivellaro. Risalendo lungo questa Valle sipiega a sinistra, lasciandosi alle spalle “il Moz-zone”, per giungere, attraverso la cresta cen-trale, alla sella di M. Corvo. Di qui è agevolela salita alla vetta.

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Tavola B - Sentieri a media-lunga percorrenza.

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Come arrivare

Da TeramoFano Adriano è facilmente raggiun-gibile da Teramo da cui dista circa30 Km.Dal centro di Teramo seguire laS.S. 80 in direzione L’Aquila, su-perare Montorio al Vomano pro-seguendo sulla ex S.S.80 delle Ca-pannelle in direzione dell’Aquilafino al bivio per Prato Selva e Fa-no Adriamo. Il paese dista 5 Kmdalla ex S.S.80.

Da L’AquilaSeguire la ex S.S.80 delle Capan-nelle in direzione Teramo, supera-re il valico delle Capannelle, il pic-colo centro di Ortolano, e dopo po-chi Km si troverà sulla destra il bi-vio per Prato Selva e Fano Adria-no.

Dall’autostrada A24 Teramo - Ro-maLasciare l’autostrada all’uscita “Iso-la del Gran Sasso” o alternativa-mente all’uscita “Val Vomano” e se-guire le indicazioni per Montorioal Vomano. Da Montorio al Voma-no proseguire sulla ex S.S.80 in di-rezione dell’Aquila fino al bivio perPrato Selva e Fano Adriano.

CARTE STRADALI

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La realizzazione di questa brochure è stata curata dall’Associazione cul-turale I Grignetti. Si ringraziano per la collaborazione ed il contributo:

Amministrazione Comunale di Fano Adriano

Provincia di Teramo

Regione Abruzzo

Comunità Montana “Zona 0”

Ente Parco Nazionale del Gran Sassoe Monti della Laga

Consorzio dei Comuni del Vomano e TordinoBacino Imbrifero Montano