Breve manuale per l’utilizzo del gas-cromatografo …GC...La dinamica di risposta lineare di...
Transcript of Breve manuale per l’utilizzo del gas-cromatografo …GC...La dinamica di risposta lineare di...
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Breve manuale per l’utilizzo del gas-cromatografo
HRGC 5300
Elementi principali del gas-cromatografo HRGC 5300
SISTEMA DI ALIMENTAZIONE GAS DI TRASPORTO: si tratta di bombole di gas inerte (azoto,
elio, argon), talvolta può essere utilizzato anche l’idrogeno. Lo scopo principale è quello di
trascinare i componenti della miscela in analisi lungo la colonna cromatografica
SISTEMA DI ALIMENTAZIONE DEI GAS PER IL RIVELATORE FID: utilizzando questo
rivelatore è necessario alimentare un combustibile ed un comburente (ad esempio idrogeno ed aria).
COLONNA CAPILLARE: Le colonne capillari sono sottilissimi tubi di silice di diametro
generalmente non superiore agli 0,53 millimetri e di lunghezza non inferiore ai 10 metri avvolte a
spirale su un supporto metallico. La fase stazionaria è spalmata in maniera uniforme sulla superficie
interna della colonna, dove forma un film di spessore costante che, a seconda del potere risolutore
della colonna, varia generalmente tra 0,5 e 2,5 µm. Il film è spesso costituito da metil-siliconi
modificati su cui sono inseriti vari gruppi funzionali, in funzione della classe di composti da
analizzare.
CAMERA TERMOSTATICA: camera nella quale è alloggiata la colonna. In genere queste camere
è a circolazione di aria calda per assicurare una buona stabilità di temperatura. Un dispositivo (in
questo caso il programmatore MFC 500) permette all’operatore di fissare la temperatura , la quale
può essere mantenuta costante per tutta la durata d’analisi (isoterma) oppure fatta variare
(programmata).
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
CONTROLLO MULTI FUNZIONE MFC 500: questo strumento è la stazione di controllo del gas-
cromatografo HRGC 5300 MEGA SERIES con il quale vengono determinati tutti i parametri
cromatografici necessari ad una buona analisi.
RIVELATORE FID: un rivelatore a ionizzazione di fiamma si dice distruttivo in quanto i
componenti della miscela in analisi, separati dalla colonna cromatografica e trascinati dal gas di
trasporto, solitamente azoto, vengono miscelati ad una debole corrente di idrogeno e quindi avviati
al rivelatore dove vengono combusti all’uscita di un ugello ai cui lati sono disposti due elettrodi. Fra
i due elettrodi viene applicata una differenza di potenziale di 150-300 V attraverso un’alta
impedenza connessa con un amplificatore elettrometrico. La microfiamma viene mantenuta dal
flusso di idrogeno che brucia in atmosfera d’aria. La debolissima corrente ionica che ne deriva
viene opportunamente elaborata da un amplificatore elettrometrico (E) che la preleva ai capi di una
resistenza ad altissimo valore R e quindi inviata sotto forma di tensione ad un registratore V che ne
traccia le variazioni. Quando nella fiamma oltre all’idrogeno e al gas di trasporto passa un
componente della miscela la ionizzazione aumenta notevolmente per cui si ottengono elevatissime
risposte con ottima stabilità della linea di base.
La sensibilità di questo rivelatore viene espressa in Coloumb/g ed è di circa mille volte superiore a
quella dei rivelatori a conducibilità termica. La dinamica di risposta lineare di questo rivelatore è la
più ampia di tutti i rivelatori fino ad ora conosciuti, infatti la fiamma produce ioni in proporzione
diretta fino a quantità di sostanza nell’ordine di 10-5
g/sec e, tenendo presente che possono essere
rivelate quantità dell’ordine di 10-13
, ne risulta una dinamica di 108.
INIETTORE: ha la funzione di assicurare l’istantanea vaporizzazione del campione, iniettato
attraverso una micro siringa. L’uso di colonne capillari, però, richiede che la quantità di campione
da iniettare è all’ordine dei nanolitri e misurare queste quantità con siringhe è praticamente
impossibile. Per questo motivo, spesso, si utilizza lo split, che consente di far entrare effettivamente
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
in colonna solo una parte (ad esempio 1/100) del liquido iniettato. La camera di iniezione è
corredata da un sistema di resistenze variabili attraverso le quali è possibile fissare la temperatura
ritenuta più adatta per la vaporizzazione della miscela. L’introduzione del campione viene effettuata
con un’iniezione su un apposito disco di gomma al silicone, posto tra una ghiera metallica e il
dispositivo di attacco alla colonna.
CAMPIONATORE AUTOMATICO: ha la funzione di campionare automaticamente le miscele da
analizzare, velocizzando le analisi in serie e permettendo una notevole diminuzione dovuto
all’utilizzo della siringa manuale.
CONTROLLO CAMPIONATORE AUTOMATICO HS CONTROL Mod. 250: ha la funzione di
programmare tutti i parametri riguardanti il campionatore, come tempo di iniezione o temperatura
della siringa.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
ELETTROMETRO EL Mod. 580: questo strumento ha lo scopo di amplificare la debolissima
corrente ionica derivante dal FID, trasformarla in tensione elettrica e di inviarla ad un registratore.
INTEGRATORE: il segnale in uscita dal rivelatore passa ad un registratore che ha il compito di
realizzare il tracciato cromatografico. Lo strumento è corredato anche di un integratore che permette
il calcolo automatico delle aree dei picchi, operazione indispensabile per effettuare analisi di tipo
quantitativo.
Impostazione dei parametri per l’analisi
CONTROLLO MULTI FUNZIONE MFC 500
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Sullo strumenti sono presenti: tasti di funzione, tasti di controllo e tasti numerici.
I tasti di funzione sono i seguenti:
TIME SB : Tempo di standbay, cioè tempo di ottimizzazione dello strumento.
SB & TEMP 1: Tempo di ottimizzazione della temperatura
TEMP 1: Primo livello di temperatura programmabile
TIME 1: Tempo di utilizzo di TEMP 1
RATE 1: Prima programmazione di temperatura della prima rampa
TEMP 2: Secondo livello di temperatura programmabile
TIME 2: Tempo di utilizzo di TEMP 2
RATE 2: Seconda programmazione di temperatura della prima rampa
TEMP 3: Terzo livello di temperatura programmabile
TIME 3: Tempo di utilizzo di TEMP 3
RATE 3: Terza programmazione di temperatura della prima rampa
TEMP 4: Quarto livello di temperatura programmabile
TIME 4: Tempo di utilizzo di TEMP 4
RATE 4: Quarta programmazione di temperatura della prima rampa
TIME 5: Tempo utile per il condizionamento e per la preparazione del sistema per un nuovo ciclo
Queste funzioni vengono utilizzate per impostare la programmata, quindi le temperature del forno
nelle rampe e nelle isoterme. Per fare ciò, tenendo premuto il tasto del parametro da inserire,
digitare le nuove impostazioni e confermare con ENTER.
I tasti di controllo sono i seguenti:
START: consente di far partire l’analisi dal punto iniziale o, continuandolo a premere, da qualsiasi
altro punto della programmata.
RESET: premendolo contemporaneamente a ENTER, consente di fermare l’analisi senza alterare i
parametri immessi in precedenza e di tornare all’inizio della programmata. Per far ripartire l’analisi
nuovamente, premere START.
SB COOL: ad analisi terminata, premendolo contemporaneamente a ENTER, consente di
raffreddare in tempi brevi la camera termostatica. E’ possibile attivarlo anche durante un’analisi
resettando prima il programma in corso.
ZONE 1: consente di inserire la temperatura desiderata dell’iniettore di sinistra.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
ZONE 2: consente di inserire la temperatura desiderata dei 2 rivelatori FID.
ZONE 3: consente di inserire la temperatura desiderata dell’iniettore di destra.
ZONE POWER: consente di attivare il riscaldamento delle 3 zone, premendolo
contemporaneamente a ENTER. Conseguentemente si accende una luce rossa che indica che la
funzione si è attivata.
LIST: mostra le temperature e i tempi della programmata.
ACTUAL TEMP: mostra le temperature attuali del forno e delle 3 zone.
I tasti numerici sono i seguenti:
Da 0 a 9: consentono di inserire i parametri nelle varie funzioni.
CLEAR: permette di modificare i parametri inseriti scorrettamente.
K: consente di visualizzare le temperature in Kelvin.
CHRONO: permette di attivare e disattivare il cronometro in secondi. Per azzerarlo premere il
tasto CLEAR.
Ogni funzione ha il proprio display, che indicano i vari parametri attuali. In particolare è utile
descrivere il display della camera termostatica, formato da luci (LEDS) che indicano le sue
condizioni, tra cui:
READY LED informa che si trova alla temperatura impostata;
COND LED informa che sta raggiungendo la temperatura impostata;
COOL LED informa che si trova nella fase di raffreddamento.
Inoltre altri LED particolari sono i READY LEDS, che si accendono nel momento in cui anche le
tre zone hanno raggiunto i parametri impostati.
CONTROLLO ELETTROMETRO EL Mod. 580
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Il EL-580 comprende i seguenti controlli mostrati nella figura sovrastanti, essi sono:
- Il controllo d’ATTENUAZIONE viene effettuato attraverso le frecce (1); è possibile
impostare 11 diversi parametri (da 20 a 2
10), il valore impostato è visibile sul display (2).
- Il RANGE 10n (3) permette di cambiare l’input inviato all’integratore; è possibile impostare
quattro diversi parametri (3). Il valore impostato è visibile sul display (4).
- Il controllo del BACK-OFF READ (5) è attivabile per valutare e misurare il rumore di
fondo del sistema cromatografico.
- Il controllo ZERO OFFSET (6) è attivabile per spostare la linea di base in posizioni più
convenienti. Quando questa funzione è attiva il led corrispondente (10) è acceso.
- Il controllo AUTOZERO serve per eliminare il rumore di fondo tramite un potenziometro
automatico, ottenendo così un aggiustamento della linea di base. Quando il tasto di
AUTOZERO viene premuto il led (8) si accende e dopo il tempo necessario per la
correzione della linea di base (da 2 a 10 set) si spegne.
- Il tasto IGNITION (9) serve per accendere la fiamma nel FID. Il led corrispondente (11) si
accende quando il tasto è premuto.
CONTROLLO CAMPIONATORE AUTOMATICO HS CONTROL Mod. 250
Il campionatore automatico consente di effettuare analisi in modo ripetitivo e autonomo. E’
costituito dalle seguenti parti:
- Un piatto rotante portacampione termostatato, nel quale si possono inserire fino a 40 vials
(tipo di provetta).
- Un braccio pneumatico con siringa, anch’essa termostatata.
- Un controllo per la pressione dei pistoni (il campionatore automatico viene mosso con aria
compressa, il cui valore ottimale è di circa 3 atm.).
- Un modulo che consente di impostare tempi e temperature.
Il modulo è alloggiato sopra al controllo del forno e possiede i seguenti tasti di controllo:
- SYRINGE TEMP: imposta la temperatura della siringa, fino ad un massimo di 199°C
- BATH TEMP: imposta la temperatura del bagno, fino ad un massimo di 199°C (c’è anche la
possibilità di controllare il bagno tramite un sistema esterno). Questi due controlli, che
possono essere esclusi se non necessari, sono molto utili sia per l’analisi di miscele viscose
sia per la tecnica dello spazio di testa.
- TURNTABLE: ruota il piatto portacampioni di una posizione.
- CONDITIONING TIME: imposta il tempo di condizionamento, cioè il tempo d’attesa prima
dell’ inizio dell’analisi.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
- ANALYSIS TIME: imposta la durata dell’analisi, al termine della quale ricomincerà un
nuovo ciclo condizionamento-analisi (con il campionatore è possibile eseguire molte analisi
in successione in modo automatico).
- CLEAN STROKES: imposta i cicli di pulizia che affronterà la siringa prima di prelevare il
campione (da 1 a 7)
Sono inoltre presenti una serie di led che indicano:
- BATH TEMP READY: si accende quando la temperatura del bagno è raggiunta.
- SYRINGE TEMP READY: si accende quando la temperatura della siringa è raggiunta.
- READY: si accende quando tutti i parametri impostati sono raggiunti (l’analisi stessa non
parte se questa spia non è accesa).
Altri pulsanti sono collegati a led e permettono di :
- EVEN: analizzare il contenuto dei vials pari.
- ODD: analizzare il contenuto dei vials dispari.
- STOP: fermare il campionatore.
- MAN: far partire il campionatore con modalità manuale, cioè effettuare soltanto un’analisi.
- AUT: far partire il campionatore con modalità automatica in isoterma (dopo aver
precedentemente impostato i tempi di analisi e di condizionamento).
- REM: far partire il campionatore in modalità automatica con temperatura programmata
(dopo aver precedentemente impostato i tempi di analisi e di condizionamento).
CONTROLLO INTEGRATORE
Al momento dell’accensione (tramite un tasto posto dietro l’integratore stesso) è necessario inserire,
come richiesto dallo strumento, data e ora confermando con ENTER.
Per effettuare un’analisi gas-cromatografica è necessario conoscere i seguenti controlli:
- ZERO: forza la linea di base verso sinistra.
- CHT SP (CHART SPEED): imposta la velocità della carta, con valori da 0,1 a 20 cm al
minuto.
- ATTEN (ATTENUATION): imposta l’attenuazione del segnale in ingresso. I valori sono
potenze di 2 (più il valore è basso minore sarà l’attenuazione e, pertanto, il picco sul
cromatogramma avrà un’altezza maggiore).
- PT EVAL (PEAK THRESHOLD EVALUATION): consente di capire se vi è un buon
rapporto segnale-rumore. Premendo PT EVAL, dopo alcuni secondi verrà stampato un
valore: se questo è compreso tra 12 e 200 l’analisi può partire, se invece ha un valore
maggiore è necessario reimpostare la linea di base.
- INJ A, INJ B: fa partire l’analisi della linea A oppure della linea B; premendolo una seconda
volta ferma l’analisi riportando in tabella i picchi trovati e le loro aree
- ABORT A, ABORT B: ferma l’analisi della linea A oppure della linea B.
- REPORT: alla fine dell’analisi, premuto dopo ABORT, riporta in tabella i picchi trovati e le
aree.
- TIME: riporta l’ora.
- RUN TIME: riporta il tempo trascorso dall’inizio dell’analisi.
- TFN: consente di visualizzare co precisione l’inizio e la fine dei picchi. Questa funzione
risulta molto utile nel caso in cui ci sono 2 picchi uniti. Per attivarla premere in sequenza i
seguenti tasti: TFN, P, M, ENTER, 1, ENTER.
Abbiamo riportato solo alcune funzioni dell’integratore indispensabili per effettuare un’analisi; tutte
le altre sono consultabili sul manuale dell’integratore stesso sito nel laboratorio di analisi tecniche
strumentali.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Principio della gas-cromatografia
La gas-cromatografia si basa sulla diversa ripartizione di diverse sostanze tra una fase stazionaria ed
una fase mobile, in funzione dell'affinità di ogni sostanza con la fase mobile, costituita da un gas
inerte.
I meccanismi di separazione e le prestazioni delle numerose varianti oggi in uso della GC sono
determinati non tanto dalla fase mobile, quanto dalle caratteristiche chimico-fisiche della fase
stazionaria e della forma in cui essa è presente nella colonna. Questa tecnica conserva una posizione
di primo piano fra le tecniche di separazione di miscele anche molto complesse, infatti è possibile
analizzare campioni gassosi, liquidi o solidi, purchè siano opportunamente solubilizzato e possono
essere vaporizzati. Il gas-cromatografo è praticamente indispensabile in qualsiasi laboratorio di
ricerca e per il controllo di qualità in quanto può essere applicata in tutti i campi della tecnologia e
della ricerca.
Per classificare le tecniche gas-cromatografiche, si usano perlopiù due criteri. Uno fa riferimento
allo stato fisico della fase stazionaria e distingue così fra:
cromatografia gas-solido: il principio di funzionamento è l’adsorbimento, in cui la fase
stazionaria è un solido sulla cui superficie si trovano dei siti attivi in grado di stabilire una
serie di legami secondari (dipolo-dipolo, ponte idrogeno, Van der Waals, dipolo-dipolo
indotto, ecc.) con le diverse molecole della miscela da risolvere.
cromatografia gas-liquido: il principio di funzionamento è ripartizione in cui la fase
stazionaria è liquida nella quale si verifica una vera e propria solubilizzazione delle sostanze
nella fase stazionaria che si ripartiscono tra le due fasi immiscibili.
Il secondo prende in considerazione le caratteristiche geometriche della colonna e la collocazione
della fase stazionaria di quest’ultima; si distinguono principalmente così le seguenti varianti:
- GC su colonne impaccate, in cui la fase stazionaria è formata da un solido granulare poroso
o da un liquido depositato su un supporto costituito da particelle porose e inerti, che occupa
tutto il volume disponibile nella colonna. Il carrier percorre la colonna passando attraverso
gli spazi lasciati liberi dalle particelle di riempimento;
- GC su colonne capillari, in cui la fase stazionaria viene depositata sotto forma di film
sottilissimo sulle parete interne di un capillare con diametro di 0,1- 0,75 mm e lungo da 15 a
100 m. Il carrier percorre il canale centrale lasciato libero dalla fase stazionaria; questo
agevola il flusso del gas e consente un migliore contatto tra le due fasi.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Le prestazioni di un sistema cromatografico vengono valutate in base a:
SELETTIVITA’: è la capacità di un sistema cromatografico di eliminare specie chimiche diverse a
velocità il più possibile diverse in modo che siano l’una separata dall’altra.
EFFICIENZA: è la capacità di un sistema di eliminare tutte le particelle di una stessa sostanza con
la stessa velocità in modo da vere picchi stretti.
ASIMMETRIA PICCHI: una buona separazione deve fornire picchi simmetrici senza code. Le
cause più probabili di asimmetria sono:
1. introduzione troppo lenta della miscela
2. adsorbimento irreversibile della sostanza sulla fase stazionaria
3. reazioni chimiche in colonna
4. sovraccarico, saturazione dei siti attivi.
5. variazione dalla Kc.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Tutte le separazioni cromatografiche si concludono con la registrazione del cromatogramma, ovvero
del tracciato che descrive l’andamento del segnale del rivelatore in funzione del tempo o del volume
di eluente a partire dall’istante in cui la miscela viene introdotta nella colonna.
Al passaggio del solo eluente (o del gas di trasporto “carrier”) il segnale è bassissimo, quindi
avremo la linea di base. Al passaggio delle sostanze in esame il segnale amplificato ed il tracciato si
inclina, raggiunge un massimo e ritorna alla linea di base. Ognuno di questi è detto picco
cromatografico.
Il suo andamento in condizioni ideali è quello di una Gaussiana.
h: l’altezza del picco, indica la distanza fra il punto di massimo e la tangente alla linea
di base.
Wb : larghezza del picco: è uguale alla lunghezza delle due tangenti ai punti di flesso.
Wh : larghezza a metà altezza, è uguale alla larghezza a metà altezza del picco (50%
altezza).
A: indica l’area totale ed è proporzionale alla concentrazione o quantità di sostanza
separata. L’area ABCDE corrisponde a circa il 95 % dell’area del picco.
Tr (tempo di ritenzione): è il tempo impiegatola ciascuna sostanza per scorrere nella
colonna (dall’iniezione al punto di max)
Vr: volume di ritenzione questo valore si può misurare ed è tipico di ogni sostanza.
[Digitare il testo]
Mauro Sabella ISIS Ponti Gallarate/ITIS Facchinetti www.smauro.it
Altri parametri fondamentali sono:
Tm: indica il tempo morto e corrisponde al tempo di ritenzione di una sostanza che non viene
trattenuta dalla fase stazionaria.
Tempo di ritenzione corretto: indica il tempo di contatto di ogni sostanza con la fase stazionaria e
si calcola T1
R= TR-TM
Costante di distribuzione: durante il passaggio delle sostanze nella colonna si stabilisce un equilibrio fra fase mobile e
stazionaria, se indichiamo con C la concentrazione avremo:
CM CS
cui corrisponde una costante di equilibrio detto anche coefficiente di distribuzione.
KC= CS/CM
KC dipende dalla natura della fase mobile e stazionaria ma anche dalla temperatura di lavoro (è una
grandezza termodinamica).
Se KC è grande, significa che Cs CM quindi la sostanza è molto affine con la fase stazionaria.