Brand book

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BRAND BOOK

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Questo brand book è stato realizzato per un corso al Politecnico di Milano. L'obbiettivo era creare il brand pack di un'azienda ormai fallita, Lesa, immaginando di riportarla in vita ai giorni nostri.

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“A fine anno veniva assegnato agli operai un premio al merito, per l’Epifania si distribuivano dolci da portare ai bambini, si era motivati e si lavorava con piacere.LESA pensava alle famiglie, alle mogli, ai figli.”

(Edgardo Magnaghi, progettista LESA)

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Quarant’anni di storia La produzione L’ascesa Il declino

Heritage

I. Eccellenza High-end equipment Produzione artigianale

II. Eleganza Legno e alluminio Design essenziale

III. Italianità Made in Italy Colori caldi

IV. Affidabilità Durata del prodotto Solidità dei materiali

Indice

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Quarant’annidistoriaMilano, 1929.

In via Bergamo Nello Meoni e Luigi Masseroni fondano LESA (Lavorazioni Elettro-meccaniche Società Anoni-ma), una piccola impresa artigianale di componenti elettromagnetici.

I primi anni sono difficili ma l’azienda, gestita da sole cinque persone, riesce a superare il difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale. Nel secondo dopoguerra inizia l’età d’oro e in pochi anni LESA diventa leader assoluta nella produzione di componenti elettromagnetici dei quali rappresenta il 60% della produzione italiana.

Durante gli anni sessanta, la produzione cresce e si espande fino a toccare vette di produzione del calibro di 10 milioni di potenziometri, oltre 400.000 giradischi e 100.000 cambiadischi all’anno, arrivando a commercializzare quasi tutti gli apparecchi elettrici domestici: dai frullatori agli aspirapolvere, dai ventilatori ai televisori ai phon.

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La produzioneIl fiore all’occhiello di LESA sono però gli impianti fonografici, in particolare i giradischi, veri gioielli tecnologici dal design armonico e ricercato. Nel corso degli anni LESA si specializza in giradischi portatili: le fonovaligie sono diventate leggenda e un vero e proprio oggetto cult degli anni del boom economico.

La prerogativa aziendale rimane sempre e comunque la qualità senza compromessi ed è proprio questo che ne determina i grandi risultati commerciali.

L’amministrazione giunge infatti alla decisione di trasferire la sede produttiva fuori Milano per evitare che le vibrazioni del traffico cittadino compromettessero la qualità produttiva.

Inoltre, LESA si espande al di fuori dei confini nazionali e apre dipartimenti nei maggiori stati europei e mondiali. Nascono allora LESA of America, LESA Deutschland, LESA France e LESA Electra Svizzera.

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L’ascesaI valori aziendali, incentrati sulla prerogativa della qualità, portano la LESA ad acquisire fama di livello mondiale grazie all’articolo della famosa rivista statunitense High Fidelity che nell’Agosto del 1970 menziona il giradischi PRF-6 come primo grande esempio di alta fedeltà italiana sul mercato USA e ne sottolinea l’altissima qualità produttiva, la perfezione sonora e l’estrema facilità di utilizzo.

La parte finale dell’articolo recita infatti “Considerato nel suo insieme: funzionamento, estetica, costruzione e impressione generale, ci togliamo il cappello di editori davanti alla gente di Milano che ha creato questo nuovo prodotto LESA”.

L’azienda conta, all’inizio degli anni ‘70, oltre duemila dipendenti ma è proprio in questo decennio che inizia l’importazione in massa dei prodotti dello stesso tipo di fabbricazione giapponese.

Il declino

Proposti a prezzi concorrenziali, rosicchiano piano piano crescenti fette di mercato alla LESA che finisce in amministrazione controllata.

Nel 1972 viene dichiarato il fallimento e l’azienda viene rilevata dalla SEIMART e successivamente rinominata in PANTA. La situazione tuttavia non migliora e la produzione viene interrotta definitivamente nel 1984.

LESA rimane, tutt’oggi, uno dei rari esempi di eccellenza italiana nel campo degli apparecchi fonografici.

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Perché far rivivere la marca LESA?

Anzitutto perché la produzione di quest’azienda non ha avuto eguali nella storia del made in Italy. In un paese in cui l’eccel-lenza si è sempre declinata all’interno di aziende di piccola e media dimensione, il caso LESA è stato un unicum nel quale un’azienda con più di duemila dipendenti è riuscita a man-tenere un’attenzione alla qualità e al dettaglio tipiche della produzione artigianale. Per questo motivo LESA rappresenta una vera pietra miliare nella storia industriale italiana che non può e non deve rimanere nascosta.

Questo approccio al progetto dell’azienda milanese ha gene-rato una fama che oggi rappresenta una spinta decisiva per la rinascita del brand.

La qualità produttiva ha infatti creato, al tempo, dei veri e propri oggetti cult di quella generazione, come le leggendarie fonovaligie, che hanno segnato un’epoca e precorso di de-cenni i moderni dispositivi di musica portatile. Questi mitici apparecchi sono passati alla storia come simboli di una gene-razione, alla stregua di una bottiglia di Coca-Cola sulla tavola apparecchiata.

Tutti questi fattori hanno creato un vero e proprio esercito di nostalgici e appassionati di musica che tutt’oggi stanno ancora aspettando l’alta qualità fonografica made in Italy. Alta qualità che LESA, dall’alto dei suoi 25 anni di esperienza nel settore, può garantire.

Heritage

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eccellenzaQualità senza compromessi.

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eccellenza

Miles Davis

Perché suonare tutte queste note quando possiamo suonare solo le migliori?“ „

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high−endequipment

produzioneartigianale

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L’armonia delle forme.eleganza

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eleganza

Franco Zeffirelli su Maria Callas

La congiunzione di stelle avvenuta per creare un astro così perfetto non potrà ripetersi mai più.

“„

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legnoealluminio

designessenziale

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italianitàUno stile inconfondibile.

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italianità

Andrea Bocelli

C’è musica classica talmente bella da diventare popolare e leggera, e c’è musica leggera talmente bella da diventare classica. Quando la musica è bella è bella e basta.

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madeinitaly

coloricaldi

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affidabilitàLa garanzia di essere in buone mani.

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affidabilità

Daniel Barenboim

Se suoni il violino e non ascolti allo stesso tempo il clarinetto non si può far musica.

“„

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duratadelprodotto

soliditàdeimateriali

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Un ringraziamento a Edgardo Magnaghi per la gentilezza e la disponibilità con cui ci ha raccontato la sua esperienza personale e al figlio Giorgio che ci ha fornito prezioso materiale di repertorio.

Melissa AlvarezChiara BallabioDaniele Bellè

Mara CominardiSamuele Schiatti

KILLERPINGUÌ

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