bozza IL FANTAGIORNALINO 21x29,7 APRILE 2018 · cosa, li aiutò e così anche la terza promessa fu...

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il F A N T A GIORNALINO Aprile 2018 1 1 1 Natale è il profumo di resina che si diffonde dagli alberi di natale viventi. È quell’aria ricca di emozione che fa fremere i nostri cuori. È quel senso di attesa di qualcosa di importante che sta per arrivare. È la luce, il colore, generati dagli addobbi che abbelliscono le vie delle città. È la bellezza delle parole, dei sentimenti che si trasformano diventando più umani e dimenticano il brutto che talvolta è in noi. Natale è qui, ora, mentre siamo tutti insieme. È uno spirito che aleggia tra le seggiole e le pareti di questo locale. Siamo noi, qui riuniti per cantare, per ballare, per ascoltare e applaudire. Siamo noi bambini, che con il nostro entusiasmo siamo capaci di farvi dimenticare le pene del cuore e sorridere sentendoci tutti uniti. Natale è…il nostro spettacolo per voi! Natale E’... C L I L PROJECT “FOOD AND NUTRITION” CLIL è un acronimo che significa “CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEAR- NING”. Con questa sigla si intende una metodologia didattica che prevede l’insegnamento di una disciplina in una lingua straniera. Le foto mostrano un’attività svolta nella pluriclasse IV/V con l’obiettivo di riflettere sui principi legati alla sana alimentazione e, al contempo, arricchire la conoscenza di vocaboli legati all’argomento. Tale attività ha permesso agli alunni di utilizzare la lingua inglese in ambiti diversi, di sviluppare un sistema integrato di collegamento con le altre discipline, di stimolare in loro interesse, curiosità e motivazione all’apprendi- mento. PROGETTO NUOTO Anche quest’anno la scuola primaria Felice Bogliolo ha organizzato, con la collaborazione delle rappresentanti di classe, il progetto nuoto, presso la piscina comunale di Tortona. Quest’anno, su richiesta dei genitori, parteciperanno gli alunni dalla classe seconda alla quinta. Gli alunni verranno accompagnati da due docenti e da due genitori che, alternandosi, aiuteranno i bambini negli spogliatoi. Il corso avrà inizio il 27 febbraio e terminerà nel mese di maggio, per un numero complessivo di dieci lezioni tenute dagli istruttori Paolo Torti, Francesca Pastore e Delia Dematti, che creeranno dei gruppi tenendo conto dei differenti livelli di abilità degli alunni. Sviluppare fin da piccoli un buon rapporto tra il nostro corpo e l’elemento acqua, vincere le proprie paure e sperimentare, attraverso il gioco, nuove forme di movimento, incoraggiare attraverso lo sport acquatico il naturale bisogno di muoversi del bambino, indirizzandolo a percepire una positiva immagine di sé come unità psicofisica nel rapporto con gli altri e l’ambiente e contrastare la crescente abitudine alla sedentarietà sono alcune delle numerose finalità per le quali genitori e docenti, con l’approvazione e il sostegno del Dirigente scolastico, hanno deciso alcuni anni fa di intraprendere questo percorso progettuale.

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il FANTAGIORNALINOAprile 2018

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Natale è il profumo di resina che si diffonde dagli alberi di natale viventi.È quell’aria ricca di emozione che fa fremere i nostri cuori.È quel senso di attesa di qualcosa di importante che sta per arrivare.

È la luce, il colore, generati dagli addobbi che abbelliscono le vie delle città.È la bellezza delle parole, dei sentimenti che si trasformano diventando più umani e

dimenticano il brutto che talvolta è in noi. Natale è qui, ora, mentre siamo tutti insieme.È uno spirito che aleggia tra le seggiole e le pareti di questo locale.Siamo noi, qui riuniti per cantare, per ballare, per ascoltare e applaudire.Siamo noi bambini, che con il nostro entusiasmo siamo capaci di farvi dimenticare le pene del cuore e sorridere sentendoci tutti uniti. Natale è…il nostro spettacolo per voi!

Natale E’...

C L I L P R O J E C T “FOOD AND NUTRITION”

CLIL è un acronimo che significa “CONTENT AND LANGUAGE INTEGRATED LEAR-NING”. Con questa sigla si intende una metodologia didattica che prevede l’insegnamento di una disciplina in una lingua straniera. Le foto mostrano un’attività svolta nella pluriclasse IV/V con l’obiettivo di riflettere sui principi legati alla sana alimentazione e, al contempo, arricchire la conoscenza di vocaboli legati all’argomento.Tale attività ha permesso agli alunni di utilizzare la lingua inglese in ambiti diversi, di sviluppare un sistema integrato di collegamento con le altre discipline, di stimolare in loro interesse, curiosità e motivazione all’apprendi-mento.

PROGETTO NUOTOAnche quest’anno la scuola primaria Felice Bogliolo ha organizzato, con la collaborazione delle rappresentanti di classe, il progetto nuoto, presso la piscina comunale di Tortona.

Quest’anno, su richiesta dei genitori, parteciperanno gli alunni dalla classe seconda alla quinta. Gli alunni verranno accompagnati da due docenti e da due genitori che, alternandosi, aiuteranno i bambini negli spogliatoi.

Il corso avrà inizio il 27 febbraio e terminerà nel mese di maggio, per un numero complessivo di dieci lezioni tenute dagli istruttori Paolo Torti, Francesca Pastore e Delia Dematti, che creeranno dei gruppi tenendo conto dei differenti livelli di abilità degli alunni.

Sviluppare fin da piccoli un buon rapporto tra il nostro corpo e l’elemento acqua, vincere le proprie paure e sperimentare, attraverso il gioco, nuove forme di movimento, incoraggiare attraverso lo sport acquatico il naturale bisogno di muoversi del bambino, indirizzandolo a percepire una positiva immagine di sé come unità psicofisica nel rapporto con gli altri e l’ambiente e contrastare la crescente abitudine alla sedentarietà sono alcune delle numerose finalità per le quali genitori e docenti, con l’approvazione e il sostegno del Dirigente scolastico, hanno deciso alcuni anni fa di intraprendere questo percorso progettuale.

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Titolo: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

Autore: Luis Sepulveda

Editore: GuandaPagine 157

Anno prima pubblicazione: 1996RiassuntoIl racconto parla di un gatto di nome Zorba a cui è stato affidato un ovetto da un gabbiano che gli chiese di mantenere tre promesse: non mangiarsi l’uovo, tenerlo al sicuro e, per finire, insegnargli a volare.

Zorba, con l’aiuto dei suoi amici gatti, mantenne sia la prima che la seconda promessa, ma quando venne il momento di realizzare la terza promessa,

pensò proprio di non farcela.Allora violò la legge dei gatti e parlò con un uomo. L’uomo, anche se scioccato da questa

cosa, li aiutò e così anche la terza promessa fu mantenuta e la gabbianella volò con i suoi simili.Giudizio del lettore: dieci

Consiglieresti la lettura di questo libro? Perché? Si, perché mi piace come l’autore riesce a trasmettere le proprie emozioni.

Lettore: Alma Garbagna

Titolo: La gara dei supercuochi

Autore: Geronimo Stilton Editore: PiemmeGenere: racconto fantasticoPagine 117

Anno prima pubblicazione: 2017RiassuntoEra l’alba quando Geronimo Stilton fu svegliato da suo cugino Trappola per andare alla gara dei supercuochi. Geronimo non voleva andare ma, essendo l’unico amico disponibile, dovette andare.Partirono con un camper per Rocca Stracchina, nella regione di Saltimbocca, dove si sarebbe tenuta la gara che sarebbe durata sette giorni. Ogni giorno Trappola presentava un piatto prelibato e vinceva il primo premio, mentre a Geronimo dava da mangiare delle schifezze. Geronimo si chiedeva come fosse possibile ciò, ma non riusciva a capirlo. Quando si giunse alla fine della gara, Geronimo scoprì il mistero ascoltando una telefonata fra Trappola e zia Lippa: la zia aveva cucinato e Trappola aveva messo le pietanze in un congelatore che teneva in una valigia. Geronimo ammutolì: il cugino era un imbroglione!Durante la notte un temporale fece rimanere il paese senza luce e il cibo nel congelatore andò a male; Trappola per salvarlo scivolò rompendosi una gamba. Geronimo fu costretto a sostituirlo proprio nell’ultimo giorno di gara. Non sapendo cosa fare decise di preparare una cosa semplice e genuina: la Topopizza al Top.Dopo mille peripezie per trovare gli ingredienti ( i negozi erano tutti chiusi) finalmente in una fattoria trovò tutto quello che gli serviva e potè preparare la sua pizza. Neanche a farlo apposta vinse il primo premio per la sua semplicità e genuinità. Giudizio del lettore: dieciConsiglieresti la lettura di questo libro? Si, perché è divertente e avventuroso.Lettore: Lorenzo Lovazzano

I LIBRI DEL MESE

L’8 marzo è un giorno di allegria e di festa, ma anche di riflessione e di solidarietà. E' una ricorrenza riconosciuta in molti paesi e definita “Giornata internazionale della donna”, nota comunemente come “Festa della donna”.Nata all'inizio del XX secolo, la festività celebra le conquiste sociali, politiche ed economiche del genere femminile. Tutte le donne “grandi” e “piccole” della Scuola Primaria di Villalvernia vogliono ringraziare l’amministrazione comunale, i bambini e le insegnanti della scuola dell’Infanzia per i pensieri, le parole e i regali di cui ci hanno omaggiato l’8 marzo in occasione di questa ricorrenza.

noi, come gli impressionistinoi, come gli impressionisti

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L’Impressionismo è una corrente artistica nata a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, precisamente tra il 1860 e il 1870, e durata fino ai primi anni del Novecento.Punto cardine dell’arte impressionista è la pittura “en plein air” (all’aria aperta). Gli artisti impressionisti abbandonano il chiuso degli atelier per dipingere la realtà “dal vivo” e cogliere così l’infinita varietà della sfumature che compongono i colori.Questo nuovo approccio alla pittura è reso possibile anche grazie all’invenzione del “cavalletto da campagna” (portatile) e dei colori in tubetto, più pratici da usare negli spostamenti e più immediati, visto che non costringono l’artista a mescolare i pigmenti per formare i colori.Le opere degli impressionisti non rappresentano la realtà così com’è, ma in base a come viene percepita dall’occhio dell’artista nel momento in cui la dipinge. I colori non sono più mescolati sulla tela, ma vengono semplicemente accostati, dando vita a spettacolari contrapposizioni cromatiche e a immagini quasi sfocate.Alcuni degli artisti impressionisti, in particolare Monet e Renoir, spesso pongono i loro cavalletti uno di fianco all’altro per dipingere lo stesso paesaggio e confrontare le opere una volta ultimate.I più grandi esponenti dell’impressionismo sono Édouard Manet, Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Alfred Sisley, Camille Pissarro , Paul Cézanne e Jean-Frédéric Bazille.La prima mostra di questo gruppo di artisti si tiene a Parigi il 15 aprile 1874, ma non incontra il favore della critica; i primi tempi per gli impressionisti sono davvero difficili. Fondamentale, per la sopravvivenza degli impressionisti fu l’intervento dell’imprenditore francese Paul Durand-Ruel, uno dei pochi a credere in quel gruppo di giovani artisti fin dall’inizio. Tra il 1891 e il 1922, Durand comprò circa 12 mila opere di Monet, Manet, Pissarro, Degas, Renoir... Monet, a proposito di Durand, disse: “Senza Durand saremo morti di fame tutti noi impressionisti, gli dobbiamo tutto”.Durand, ebbe ragione, infatti nel 2011 una delle cinque versioni dell’opera ”I giocatori di carte” di Paul Cézanne è stata venduta per 250 milioni di dollari. Lo stesso nome “impressionismo” deriva dal giudizio poco lusinghiero del critico d’arte Louis Leroy che, prendendo spunto dall’opera di Claude Monet ”Impressione. Levar del sole” fece dell’ironia sul modo di dipingere di quel giovane gruppo di artisti, considerando le loro opere incomplete, poco più che “impressioni”, appunto. Tra i quadri più noti dell’impressionismo possiamo ricordare: Colazione sull’erba di Manet, The dance class di Edgar Degas (1874), La colazione dei canottieri di Renoir (1881), I giocatori di carte di Cézanne (1894) o le famose Ninfee blu di Monet (1916-1919).

1) Edgar Degas, The dance class, 1873–1876, olio su tela.

2) Pierre-Auguste Renoir, Il pranzo dei canottieri, 1880-1882,

olio su tela, 129,5×172,5 cm,

Phillips Collection, Washington

3) Claude Monet, Impressione, levar del sole, 1872,

olio su tela, 48×63 cm,

Musée Marmottan Monet, Parigi

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INTERVISTAall’Apicoltore

Nel corso dell’anno scolastico, la scuola Primaria e la scuola dell'Infanzia di Villalvernia hanno pensato, voluto e realizzato un progetto intitolato “In viaggio verso la scuola primaria”, concepito per creare un ponte didattico-educativo per i nuovi alunni in arrivo alla scuola Primaria, attraverso una condivisione di obiettivi, interessi e itinerari alla scoperta del territorio.Il nostro progetto di continuità si pone l’obiettivo di creare occasioni educative di incontro, in cui i bambini siano i protagonisti di un viaggio alla scoperta del mondo magico e affascinante delle api.Condurre i bambini alla scoperta del mondo delle api vuol dire avvicinarli ad un mondo naturalmente strutturato, ad una società vera e propria, organizzata con ruoli e regole precise per un ottimale funzionamento. Questo permette di accompagnarli ad una riflessione generale sul ruolo che ciascuno ricopre in un gruppo, sullo spirito collaborativo e sul senso profondo del concetto di solidarietà.Proprio per rispondere alle curiosità dei bambini emerse durante il nostro progetto e per dare voce al nostro territorio, cercando di valorizzare le importanti risorse che esso ci offre, abbiamo voluto realizzare un’intervista ad un apicoltore locale, per scoprire una professione antica, che ricorda tempi lontani, quelli dei nonni e delle cascine, ma anche un mestiere che rende tangibile il contatto con la natura e con i suoi tempi.Abbiamo chiesto un contributo al signor Marcello Pernecco, professionista da molti anni dedito all’apicoltura, attività che porta avanti con grande passione e competenza.La sua presenza ci ha permesso di approfondire e arricchire le nostre conoscenze, ma anche di scoprire molti segreti e curiosità di questo mestiere.Marcello ha voluto raccontare ai bambini della Scuola Primaria e ai bambini della Scuola dell’Infanzia cosa si nasconde dietro questa sua grande passione, che traspare da ogni sua

parola rivolta a questa piccola e preziosa creatura. Dal racconto della nascita del suo amore per l’apicoltura alla descrizione dell’importanza dei ritmi della natura, degli strumenti e dei passaggi salienti per ottenere il miele.Hervè e Romeo: “Come fanno le api a produrre il miele?”Le api hanno la capacità di estrarre una piccola goccia di nettare contenuto dentro ai fiori; il nettare è una sostanza zuccherina che si trasformerà in miele grazie al prezioso lavoro delle api.La bocca delle api funziona come una cannuccia, che permette loro di succhiare il nettare una volta entrati all’interno dei fiori. Sempre attraverso questa cannuccia il nettare scende nella gola e viene raccolto in piccoli sacchetti. Dopo questo raccolto, le api ritornano a casa e riversano il nettare all’interno della cassetta. Le api riescono a portano pochissimo nettare alla volta ed è proprio per questo motivo che devono fare tantissimi viaggi per produrre un vasetto di miele. Le api producono il miele perché devono mangiare e soprattutto perché devono nutrire l’ape regina, che è la mamma di tutte le api. Filippo: “Quante volte al giorno mangiano le api?”Le api si nutrono tutti i giorni e più volte al giorno: ogni volta che fanno un trasporto mangiano una goccia di nettare e ne conservano due.D’inverno, quando non hanno il miele sono io che mi occupo del loro nutrimento, attraverso una sostanza a base di acqua e zucchero.Stefano: “Le api volano vicino o lontano dalle casette?”L’ape vola e va a cercare i fiori e il nettare fino a tre chilometri di distanza. Lavora tutto il giorno dall’alba al tramonto, mentre di notte dorme e si riposa.Alessandro: “Le api fanno il miele tutto l’anno o solo in alcuni mesi?”Le api non fanno il miele tutto l’anno perchè i fiori con il nettare sono presenti solo in alcune stagioni. La produzione del miele inizia ad aprile,

prosegue nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, anche se a causa del caldo la produzione rallenta. Ricomincia a pieno ritmo nei mesi più freschi di settembre e ottobre.Quando non fanno il miele le api fanno pulizia, perché amano stare nel pulito. Nell'alveare tutto è sempre in ordine, specialmente l'interno delle celle; per esempio prendono le briciole di miele secco e le portano fuori. Tommaso e Thudor: “Quali fiori contengono il nettare? Tutti o solo alcuni? Quali sono i loro fiori preferiti?”Alice e Gianluca: “Esistono diversi tipi di miele?”Tutti i fiori contengono al loro interno il nettare, ma non tutti nella stessa quantità: infatti, alcuni ne contengono poco, altri invece ne contengono di più.I fiori preferiti dalle api sono: il fiore di acacia, molto profumato e dolce, il fiore del ciliegio, il fiore dell’albicocco, il fiore del pesco, il fiore del mandarino, il fiore del limone e il fiore del castagno. A seconda del fiore da cui viene succhiato il nettare si ottiene un miele diverso per sapore, colore e profumo. Il nettare di cui è composto il miele può provenire prevalentemente da un solo tipo di fiore, in questo caso si dice che il miele è monoflorale. Se invece le api visitano più fiori e nessuno prevale, il miele è detto Millefiori.Emilia e Daniele: “Come nasce l’ape?”L’ape nasce da un piccolo uovo, talmente piccolo che è necessaria una lente di ingrandimento per vederlo. Questo uovo viene messo dall’ape regina dentro una celletta, come se fosse un lettino. L’ape regina depone tantissime uova, circa tremila al giorno, le quali dopo tre settimane diventano api. Alcuni definiscono le api ”la famiglia del numero tre” : ape regina, ape normale e fuco, che è il maschio. Arianna: “Come si toglie il miele dalle cassette?”Le casette delle aspi si chiamano arnie. Hanno la forma di una scatola e sono divise in due parti: il nido, dove le api conservano le riserve di cibo, miele e polline e il melario, nel quale le api immagazzinano il miele e da dove gli apicoltori lo raccolgono quando è

maturo. All’interno si trovano i telai, strutture mobili in legno.Le api, nel periodo di abbondante raccolta, spostano il nettare immagazzinato dal nido al melario per fare scorte e per far posto al nuovo nettare.Tra il nido ed il melario è possibile trovare una specie di griglia di metallo o di plastica, che serve per impedire che la regina vada nel melario e deponga lì le uova. Le dimensioni di questa griglia permettono il passaggio solo alle api operaie per poter spostare il miele. La regina ed i fuchi, essendo più grossi, non riescono a passare quindi non possono salire sul melario. Usando questo strumento l’apicoltore è sicuro che il melario contenga solo miele.Quando il miele è pronto prelevo i telai dal melario e li porto in laboratorio. Dopo di che taglio con un coltello o spatola la cera che chiude le celle e protegge il miele. Tutti i telai vengono quindi inseriti nella smielatrice, un grande contenitore circolare che girando velocissimo permette al miele di uscire dai telai. Il miele raccolto sul fondo dello smielatore viene filtrato e lasciato riposare per poi essere raccolto nei vasetti attraverso un imbuto che si trova sul fondo.

Carmen: “Il miele si raccoglie tutti i giorni?”Il miele si raccoglie alla fine della stagione. Per mangiarlo bisogna attendere un mese, affinchè possa perdere l’acqua. Per fare in modo che questo avvenga si riversa dentro un altro contenitore con un setaccio: attraverso questa operazione il miele pesante si deposita sul fondo e l’acqua, più leggere, rimane in superficie.Miriana e Erika: “Si usa una tuta particolare? Le api pungono quando si prende il miele dalle cassette?”Le api pungono per difendersi nelle parti più morbide dove riescono a infilare il pungiglione, quindi soprattutto sulle mani, sulle braccia o sul collo. Per questo motivo dobbiamo proteggerci con una tuta particolare, con un cappuccio e una rete per proteggere il viso. Il colore è in genere chiaro, bianco o giallo perché sono i colori che passano più inosservati alle api, le infastidiscono meno e di conseguenza diminuisce il rischio di essere punti. Indosso anche dei guanti spessi sopra la tuta, che possono essere corti o lunghi fino al gomito.Gaia e Leonardo: “Che carattere hanno le api?”L’ape ha un carattere dolce, non è cattiva, tra di loro sono

bravissime, lavorano tutte insieme per la comunità e sono molto generose. Nella colonia delle api, il ruolo di ciascun’ape è dedicato alla necessità dell’alveare e ogni ape è disposta, senza esitazione, a dare la propria vita per difendere le altre. Le api pungono solo per difendere la loro famiglia o loro stesse, non sono affatto aggressive o litigiose.Nives e Samuele: “Fa bene mangiare il miele?”Il miele fa molto bene, per loro una goccia di miele è come per noi un piatto di pastasciutta. Il miele è molto nutriente; in molte medicine mettono una sostanza che si chiama propoli, utilizzata per le sue proprietà antibatteriche, antisettiche, antifungine.Claudia: “Conosci il signor Luciano Cristoferone che produce anche lui il miele?” Lo conosco di vista, perché l’apicoltura è una passione che accomuna molti abitanti del nostro territorio, passione che si lega strettamente ad un forte amore per la natura e per la salute dell’ambiente in cui viviamo.

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Nel corso dell’anno scolastico, la scuola Primaria e la scuola dell'Infanzia di Villalvernia hanno pensato, voluto e realizzato un progetto intitolato “In viaggio verso la scuola primaria”, concepito per creare un ponte didattico-educativo per i nuovi alunni in arrivo alla scuola Primaria, attraverso una condivisione di obiettivi, interessi e itinerari alla scoperta del territorio.Il nostro progetto di continuità si pone l’obiettivo di creare occasioni educative di incontro, in cui i bambini siano i protagonisti di un viaggio alla scoperta del mondo magico e affascinante delle api.Condurre i bambini alla scoperta del mondo delle api vuol dire avvicinarli ad un mondo naturalmente strutturato, ad una società vera e propria, organizzata con ruoli e regole precise per un ottimale funzionamento. Questo permette di accompagnarli ad una riflessione generale sul ruolo che ciascuno ricopre in un gruppo, sullo spirito collaborativo e sul senso profondo del concetto di solidarietà.Proprio per rispondere alle curiosità dei bambini emerse durante il nostro progetto e per dare voce al nostro territorio, cercando di valorizzare le importanti risorse che esso ci offre, abbiamo voluto realizzare un’intervista ad un apicoltore locale, per scoprire una professione antica, che ricorda tempi lontani, quelli dei nonni e delle cascine, ma anche un mestiere che rende tangibile il contatto con la natura e con i suoi tempi.Abbiamo chiesto un contributo al signor Marcello Pernecco, professionista da molti anni dedito all’apicoltura, attività che porta avanti con grande passione e competenza.La sua presenza ci ha permesso di approfondire e arricchire le nostre conoscenze, ma anche di scoprire molti segreti e curiosità di questo mestiere.Marcello ha voluto raccontare ai bambini della Scuola Primaria e ai bambini della Scuola dell’Infanzia cosa si nasconde dietro questa sua grande passione, che traspare da ogni sua

parola rivolta a questa piccola e preziosa creatura. Dal racconto della nascita del suo amore per l’apicoltura alla descrizione dell’importanza dei ritmi della natura, degli strumenti e dei passaggi salienti per ottenere il miele.Hervè e Romeo: “Come fanno le api a produrre il miele?”Le api hanno la capacità di estrarre una piccola goccia di nettare contenuto dentro ai fiori; il nettare è una sostanza zuccherina che si trasformerà in miele grazie al prezioso lavoro delle api.La bocca delle api funziona come una cannuccia, che permette loro di succhiare il nettare una volta entrati all’interno dei fiori. Sempre attraverso questa cannuccia il nettare scende nella gola e viene raccolto in piccoli sacchetti. Dopo questo raccolto, le api ritornano a casa e riversano il nettare all’interno della cassetta. Le api riescono a portano pochissimo nettare alla volta ed è proprio per questo motivo che devono fare tantissimi viaggi per produrre un vasetto di miele. Le api producono il miele perché devono mangiare e soprattutto perché devono nutrire l’ape regina, che è la mamma di tutte le api. Filippo: “Quante volte al giorno mangiano le api?”Le api si nutrono tutti i giorni e più volte al giorno: ogni volta che fanno un trasporto mangiano una goccia di nettare e ne conservano due.D’inverno, quando non hanno il miele sono io che mi occupo del loro nutrimento, attraverso una sostanza a base di acqua e zucchero.Stefano: “Le api volano vicino o lontano dalle casette?”L’ape vola e va a cercare i fiori e il nettare fino a tre chilometri di distanza. Lavora tutto il giorno dall’alba al tramonto, mentre di notte dorme e si riposa.Alessandro: “Le api fanno il miele tutto l’anno o solo in alcuni mesi?”Le api non fanno il miele tutto l’anno perchè i fiori con il nettare sono presenti solo in alcune stagioni. La produzione del miele inizia ad aprile,

prosegue nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, anche se a causa del caldo la produzione rallenta. Ricomincia a pieno ritmo nei mesi più freschi di settembre e ottobre.Quando non fanno il miele le api fanno pulizia, perché amano stare nel pulito. Nell'alveare tutto è sempre in ordine, specialmente l'interno delle celle; per esempio prendono le briciole di miele secco e le portano fuori. Tommaso e Thudor: “Quali fiori contengono il nettare? Tutti o solo alcuni? Quali sono i loro fiori preferiti?”Alice e Gianluca: “Esistono diversi tipi di miele?”Tutti i fiori contengono al loro interno il nettare, ma non tutti nella stessa quantità: infatti, alcuni ne contengono poco, altri invece ne contengono di più.I fiori preferiti dalle api sono: il fiore di acacia, molto profumato e dolce, il fiore del ciliegio, il fiore dell’albicocco, il fiore del pesco, il fiore del mandarino, il fiore del limone e il fiore del castagno. A seconda del fiore da cui viene succhiato il nettare si ottiene un miele diverso per sapore, colore e profumo. Il nettare di cui è composto il miele può provenire prevalentemente da un solo tipo di fiore, in questo caso si dice che il miele è monoflorale. Se invece le api visitano più fiori e nessuno prevale, il miele è detto Millefiori.Emilia e Daniele: “Come nasce l’ape?”L’ape nasce da un piccolo uovo, talmente piccolo che è necessaria una lente di ingrandimento per vederlo. Questo uovo viene messo dall’ape regina dentro una celletta, come se fosse un lettino. L’ape regina depone tantissime uova, circa tremila al giorno, le quali dopo tre settimane diventano api. Alcuni definiscono le api ”la famiglia del numero tre” : ape regina, ape normale e fuco, che è il maschio. Arianna: “Come si toglie il miele dalle cassette?”Le casette delle aspi si chiamano arnie. Hanno la forma di una scatola e sono divise in due parti: il nido, dove le api conservano le riserve di cibo, miele e polline e il melario, nel quale le api immagazzinano il miele e da dove gli apicoltori lo raccolgono quando è

maturo. All’interno si trovano i telai, strutture mobili in legno.Le api, nel periodo di abbondante raccolta, spostano il nettare immagazzinato dal nido al melario per fare scorte e per far posto al nuovo nettare.Tra il nido ed il melario è possibile trovare una specie di griglia di metallo o di plastica, che serve per impedire che la regina vada nel melario e deponga lì le uova. Le dimensioni di questa griglia permettono il passaggio solo alle api operaie per poter spostare il miele. La regina ed i fuchi, essendo più grossi, non riescono a passare quindi non possono salire sul melario. Usando questo strumento l’apicoltore è sicuro che il melario contenga solo miele.Quando il miele è pronto prelevo i telai dal melario e li porto in laboratorio. Dopo di che taglio con un coltello o spatola la cera che chiude le celle e protegge il miele. Tutti i telai vengono quindi inseriti nella smielatrice, un grande contenitore circolare che girando velocissimo permette al miele di uscire dai telai. Il miele raccolto sul fondo dello smielatore viene filtrato e lasciato riposare per poi essere raccolto nei vasetti attraverso un imbuto che si trova sul fondo.

Carmen: “Il miele si raccoglie tutti i giorni?”Il miele si raccoglie alla fine della stagione. Per mangiarlo bisogna attendere un mese, affinchè possa perdere l’acqua. Per fare in modo che questo avvenga si riversa dentro un altro contenitore con un setaccio: attraverso questa operazione il miele pesante si deposita sul fondo e l’acqua, più leggere, rimane in superficie.Miriana e Erika: “Si usa una tuta particolare? Le api pungono quando si prende il miele dalle cassette?”Le api pungono per difendersi nelle parti più morbide dove riescono a infilare il pungiglione, quindi soprattutto sulle mani, sulle braccia o sul collo. Per questo motivo dobbiamo proteggerci con una tuta particolare, con un cappuccio e una rete per proteggere il viso. Il colore è in genere chiaro, bianco o giallo perché sono i colori che passano più inosservati alle api, le infastidiscono meno e di conseguenza diminuisce il rischio di essere punti. Indosso anche dei guanti spessi sopra la tuta, che possono essere corti o lunghi fino al gomito.Gaia e Leonardo: “Che carattere hanno le api?”L’ape ha un carattere dolce, non è cattiva, tra di loro sono

bravissime, lavorano tutte insieme per la comunità e sono molto generose. Nella colonia delle api, il ruolo di ciascun’ape è dedicato alla necessità dell’alveare e ogni ape è disposta, senza esitazione, a dare la propria vita per difendere le altre. Le api pungono solo per difendere la loro famiglia o loro stesse, non sono affatto aggressive o litigiose.Nives e Samuele: “Fa bene mangiare il miele?”Il miele fa molto bene, per loro una goccia di miele è come per noi un piatto di pastasciutta. Il miele è molto nutriente; in molte medicine mettono una sostanza che si chiama propoli, utilizzata per le sue proprietà antibatteriche, antisettiche, antifungine.Claudia: “Conosci il signor Luciano Cristoferone che produce anche lui il miele?” Lo conosco di vista, perché l’apicoltura è una passione che accomuna molti abitanti del nostro territorio, passione che si lega strettamente ad un forte amore per la natura e per la salute dell’ambiente in cui viviamo.

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Festadel Papà

Giovedì 22 febbraio gli alunni della scuola primaria Felice Bogliolo di Villalvernia hanno invitato il Dirigente scolastico, Prof.Stefania Continillo, per un’intervista. I bambini hanno liberamente preparato le domande da rivolgere secondo le loro personali curiosità, alle quali il Dirigente, senza conoscerne il contenuto, ha risposto con entusiasmo e grande spontaneità, a misura di bambino, come si vedrà dalle risposte riportate fedelmente (anche se ridotte) permettendoci di conoscerla in modo più approfondito sia nella sua vita privata e familiare che professionale. E’ stata una bellissima esperienza sia per noi adulti che per i bambini che si sono calati nella veste di piccoli giornalisti. Le domande sono state moltissime e di varia natura, riportiamo di seguito alcune tra quelle proposte.Hervè ha aperto l’intervista con la seguente domanda: “Che cosa significa per lei la spilla a forma di ragno che indossa sempre?Dirigente:”La spilla significa molto per me;

mi ricorda la mamma di mio marito, una signora molto gentile, che aveva ricevuto la spilla da un ragazzo che voleva farle una dichiarazione d’amore e la mise all’interno di un uovo di Pasqua. Lei non lo aprì subito, ma dopo tempo, scoprendo all’interno al spilla. Si fidanzarono e si sposarono. Alla fine della sua vita la regalò a me come segno di affetto che ci legava.”Ancora Hervè:” Ha nostalgia di casa?”Dirigente:”Si, la sento perché nella mia casa ci sono cose che mi ricordano tutta la mia vita e vicino alla mia casa c’è tutta la mia famiglia, mia sorella…però vado spesso con il treno nella mia città”.Stefano:” Dove abita?”Dirigente:”Abito a Tortona vicino al Municipio, al secondo piano di una palazzina. E’ molto comodo e mi muovo a piedi.”Ancora Stefano:”Qual era la sua materia preferita da alunna?”Dirigente:”A me piaceva tantissimo andare a

scuola, era divertente, quando ero malata ero dispiaciuta di non poterci andare. La mia materia preferita era Italiano. La mia maestra mi faceva studiare bellissime poesie. Ho legato sempre il ricordo della poesia e della letteratura alla mia maestra. Mi piaceva leggere tanto.”Alice:” Ha fratelli o sorelle? Dov’è nata? Ha dei figli?Dirigente:”Si, un fratello più grande, professore universitario e una sorella maggiore.”“Sono nata a Napoli, una bella città da visitare, ci sono molte cose da vedere e si raggiunge in treno in circa sei ore.”“Si, ho due figli, ragazzi grandi. Il primo si chiama Pasquale come il nonno, detto Pachi. Ha 30 anni e lavora come professore in un liceo, insegna filosofia e storia.Andrea ha 27 anni ed è maresciallo della

Guardia di Finanza.”Tommaso e Gaia:”Cosa fa nel tempo libero?”Dirigente: “Cammino tanto, faccio lunghissime passeggiate perché fa bene alla salute. Per camminare di più ho scelto il supermercato più lontano dalla mia casa.Lavoro a maglia, faccio cappellini, sciarpe e centrini a uncinetto…” Alessandro: “Da piccola era una brava alunna?”, “Quali sono le sue passioni?”, “Quale consiglio darebbe a noi alunni?”Dirigente:”Si, ero una brava alunna, avevo sempre dieci. Leggevo tanti libri, leggere rende facile tutto, come per magia. Non mi sentivo stanca, tutto merito della lettura.”“Ce n’è una a cui non mi posso dedicare perché ho poco tempo: il tango. Dovrei andare a scuola, ma appunto non ho tempo, così lo pratico un po’ con mia sorella e mio marito”.“Leggete tante storie, tanti libri belli che vi facciano sognare. C’è sempre un libro che vi regala idee, immagini, emozioni.”Arianna:”Quale genere di film le piace?, “Ha degli hobby?”Dirigente:”Il genere di film che mi piace è quello sentimentale e quelli in bianco e nero. Quelli in bianco e nero erano bellissimi perché per raccontare la storia non avevano colori ed era più difficile, bisognava essere molto bravi e gli attori dovevano essere bravissimi”.“Lavoro a maglia e a uncinetto.”“La mia non è proprio una collezione, ma una raccolta. Collezione è di un solo tipo di oggetti; la mia raccolta è di documenti e oggetti appartenuti alla mia famiglia come lettere, fotografie, oggettini vari (un pettinino, un borsellino…). Credo che quegli oggetti debbano essere considerati molto cari…”Miriana: “Qual è il suo libro preferito?”Dirigente: “Ce ne sono tanti, uno dei miei libri preferiti è “La storia infinita” poiché è una storia che insegna molto.”Gaia: “Che musica le piace?”Dirigente: “Ho gusti vari: classica, ma non troppo difficile, con tanta melodia come Chopin , poi alcuni cantautori e la musica del tango.”Nives ed Emilia: “Prima di diventare Dirigente ha fatto la maestra?”Dirigente: “Ho insegnato nella scuola primaria a 21 anni e vi ho lavorato per nove anni, poi ho insegnato Italiano, Storia e Geografia come professoressa nella scuola secondaria di primo grado per sei anni e al liceo, filosofia e storia, per altri nove anni”.Alessandro C.:“Quando faceva l’insegnante le piaceva il suo lavoro?”Dirigente:”Si, molto, ero contentissima di stare con i bambini e i ragazzi. Ho lasciato l’insegnamento su suggerimento di mio papà che mi aveva consigliato di fare il Dirigente perché avrei potuto fare molte cose buone. “Stefano B.: “Quando era docente di scuola primaria quale materia insegnava?”Dirigente: “Ho insegnato sia l’area linguistica che quella logico matematica ed anche Inglese.”Alberto:”In quali scuole ha insegnato e dove?”Dirigente:”Ho insegnato per alcuni anni in un paese chiamato Falconara Marittima, in provincia di Ancona, nella regione Marche,

poi a Napoli”.Miriana: “Ha sempre sognato di fare la Dirigente?”Dirigente: “Non sempre, ho iniziato a pensarci quando mio padre me lo ha consigliato; ora gli sono molto grata.” Stefano e Alma: “Quando ha scelto di diventare Dirigente? Che cosa l’ha spinta a diventare Dirigente scolastico?Dirigente:”Undici anni fa ho fatto questa scelta; la prima spinta fu il consiglio di mio padre, altri motivi li ho trovati in me stessa. Quando ero insegnante chiedevo ai miei Dirigenti di poter fare dei laboratori, uscite didattiche, progetti che mi venivano negati. Così pensai che se il Dirigente fossi stato io avrei potuto dire di sì e far realizzare ai miei insegnanti i loro progetti“. Erica e Lorenzo:” Come si diventa Dirigente scolastico? Il concorso è stato semplice o complesso? In che cosa consisteva? Quanto è durato?”Dirigente: “E’ stato difficilissimo. Il concorso di undici anni fa è stato il più difficile della storia d’Italia, infatti subito dopo lo hanno cambiato. Bisognava superare una prima prova scritta di composizione, senza indicare il proprio nome, della durata massima di otto ore. Il giorno dopo una seconda prova. Aspettare la correzione. Se non si superavano entrambe le prove non si poteva accedere alle prove orali. Superati gli scritti ho sostenuto le due prove orali: al mattino con una Commissione di sette persone, al pomeriggio un’altra di tre. Superate tutte le prove ho sostenuto un anno di formazione: al mattino insegnavo e al pomeriggio facevo l’alunna. Al termine dell’anno un altro esame: una tesi di circa 120 pagine.Nives, Erica e Simone: “E’ un lavoro impegnativo fare il Dirigente? Quante scuole dirige? Come si svolge la giornata di un Dirigente scolastico? Quali sono i compiti di un Dirigente?”Dirigente: “E’ un lavoro impegnativo, perchè devi organizzare tanti docenti, che sono centodue e parlare con loro, ascoltarli, dare consigli. Le scuole che dirigo sono otto…Verso le 8.15/8.30 organizzo tutto il lavoro fino alle 13.30 poi faccio la pausa pranzo e rientro intorno alle 15 e lavoro in ufficio fino alle 17/18.30.A casa, dopo cena, guardo la posta elettronica e rispondo alle mail. Sabato e domenica mi riposo. Oltre alla gestione degli insegnanti devo scrivere, leggere e ascoltare tante persone…”Stefano B. e Filippo: “Da quanto tempo svolge la professione di Dirigente scolastico? Da quanto tempo è a capo di questo Istituto scolastico?”Dirigente: “Sono arrivata il 1 settembre 2014. Questo è il quarto anno scolastico. In tutto, come Dirigente, sono 11 anni”.Alessandro C.: “Quale grado di scuola le piace di più come Dirigente?”Dirigente: “Mi piacciono tutte e tre; ogni scuola è speciale, non ho preferenze”Erica: “Quanti sono i bambini delle sue scuole?”Dirigente: “Più di 1000, circa 1050 perché

quasi ogni giorno qualcuno arriva e qualcuno va via.”Tommaso: “Si potrebbero fare due intervalli a scuola?”Dirigente: “Ci voglio pensare perché effettivamente nella giornata lunga… Aspetto una proposta…”Alexandra: “Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro?”Dirigente: “Aspetti positivi: lavorare nella scuola significa rimanere sempre giovani, in un ambiente pieno di vita, stare insieme ai giovani per tanti tanti anni…voi portate la vita!Aspetti negativi: il mio compito non sempre può riuscire perché a volte mancano gli elementi, per esempio i soldi. Però dove c’è l’allegria…”Claudia e Carmen: “Che cosa migliorerebbe nella scuola di oggi?”Dirigente: “Migliorerei la situazione dei supplenti, facendoli diventare tutti definitivi. Se potessi migliorerei la qualità delle strutture, stanze per il gioco, una palestra vera, una biblioteca in ogni scuola…”Carmen: “Qual è la soddisfazione più grande che ha avuto come Dirigente?” “Qual è la cosa che la preoccupa di più come Dirigente?”Dirigente: “La soddisfazione più grande a Napoli, dopo tre anni di duro lavoro sono riuscita a far trasferire in una vera scuola gli alunni che facevano scuola in un garage. Il giorno dell’inaugurazione è venuto il Sindaco di Napoli per tagliare il nastro e ha detto:” Questa scuola esiste grazie all’impegno della prof.ssa Continillo…”. “Mi preoccupa molto che voi stiate bene, che vi troviate a vostro agio.”Alberto: “Ci racconta un episodio particolare che le è accaduto come Dirigente?”Dirigente: “Non ne ricordo uno in particolare, rilevante, ci devo pensare…poi ti risponderò.”Lorenzo: “Qual è stata la decisione più difficile della sua carriera?”Dirigente:”Trasferirmi da Napoli a Tortona, perchè dovevo cambiare tutto della mia vita, ma sono contenta di averlo fatto. Ho deciso nel 2013 seguendo mio marito che aveva ricevuto un’offerta di lavoro a Rivalta Scrivia all’Interporto, come medico”Alma:”Ha mai pensato di abbandonare la carriera da Dirigente?”Dirigente:”Si, a Napoli, in un periodo molto difficile in cui ho scoperto cose che non mi piacevano e non riuscivo a risolvere dei problemi, ma la mia famiglia mi ha sostenuto.”Filippo, Matilde, Arianna: “Ha dei collaboratori o lavora da sola? Chi sono? E’soddisfatta del lavoro dei suoi collaboratori?”Dirigente:”Ho dei collaboratori bravissimi. Non si può mai lavorare da soli, bisogna aiutarsi, sempre insieme, in squadra, in gruppo, aiutarsi. I miei collaboratori sono tanti …non posso fare a meno di loro e li ringrazio.”Alexandra:”Le piace il rapporto con gli insegnanti e gli alunni?”Dirigente:”Si, molto perché gli insegnanti sono bravi, eccezionali, lavorano tanto e sono persone che mi fanno sentire sicura. Con gli alunni ho un buon rapporto…sono contenta.”

INTERVISTA AL

DIRIGENTESCOLASTICO

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Giovedì 22 febbraio gli alunni della scuola primaria Felice Bogliolo di Villalvernia hanno invitato il Dirigente scolastico, Prof.Stefania Continillo, per un’intervista. I bambini hanno liberamente preparato le domande da rivolgere secondo le loro personali curiosità, alle quali il Dirigente, senza conoscerne il contenuto, ha risposto con entusiasmo e grande spontaneità, a misura di bambino, come si vedrà dalle risposte riportate fedelmente (anche se ridotte) permettendoci di conoscerla in modo più approfondito sia nella sua vita privata e familiare che professionale. E’ stata una bellissima esperienza sia per noi adulti che per i bambini che si sono calati nella veste di piccoli giornalisti. Le domande sono state moltissime e di varia natura, riportiamo di seguito alcune tra quelle proposte.Hervè ha aperto l’intervista con la seguente domanda: “Che cosa significa per lei la spilla a forma di ragno che indossa sempre?Dirigente:”La spilla significa molto per me;

mi ricorda la mamma di mio marito, una signora molto gentile, che aveva ricevuto la spilla da un ragazzo che voleva farle una dichiarazione d’amore e la mise all’interno di un uovo di Pasqua. Lei non lo aprì subito, ma dopo tempo, scoprendo all’interno al spilla. Si fidanzarono e si sposarono. Alla fine della sua vita la regalò a me come segno di affetto che ci legava.”Ancora Hervè:” Ha nostalgia di casa?”Dirigente:”Si, la sento perché nella mia casa ci sono cose che mi ricordano tutta la mia vita e vicino alla mia casa c’è tutta la mia famiglia, mia sorella…però vado spesso con il treno nella mia città”.Stefano:” Dove abita?”Dirigente:”Abito a Tortona vicino al Municipio, al secondo piano di una palazzina. E’ molto comodo e mi muovo a piedi.”Ancora Stefano:”Qual era la sua materia preferita da alunna?”Dirigente:”A me piaceva tantissimo andare a

scuola, era divertente, quando ero malata ero dispiaciuta di non poterci andare. La mia materia preferita era Italiano. La mia maestra mi faceva studiare bellissime poesie. Ho legato sempre il ricordo della poesia e della letteratura alla mia maestra. Mi piaceva leggere tanto.”Alice:” Ha fratelli o sorelle? Dov’è nata? Ha dei figli?Dirigente:”Si, un fratello più grande, professore universitario e una sorella maggiore.”“Sono nata a Napoli, una bella città da visitare, ci sono molte cose da vedere e si raggiunge in treno in circa sei ore.”“Si, ho due figli, ragazzi grandi. Il primo si chiama Pasquale come il nonno, detto Pachi. Ha 30 anni e lavora come professore in un liceo, insegna filosofia e storia.Andrea ha 27 anni ed è maresciallo della

Guardia di Finanza.”Tommaso e Gaia:”Cosa fa nel tempo libero?”Dirigente: “Cammino tanto, faccio lunghissime passeggiate perché fa bene alla salute. Per camminare di più ho scelto il supermercato più lontano dalla mia casa.Lavoro a maglia, faccio cappellini, sciarpe e centrini a uncinetto…” Alessandro: “Da piccola era una brava alunna?”, “Quali sono le sue passioni?”, “Quale consiglio darebbe a noi alunni?”Dirigente:”Si, ero una brava alunna, avevo sempre dieci. Leggevo tanti libri, leggere rende facile tutto, come per magia. Non mi sentivo stanca, tutto merito della lettura.”“Ce n’è una a cui non mi posso dedicare perché ho poco tempo: il tango. Dovrei andare a scuola, ma appunto non ho tempo, così lo pratico un po’ con mia sorella e mio marito”.“Leggete tante storie, tanti libri belli che vi facciano sognare. C’è sempre un libro che vi regala idee, immagini, emozioni.”Arianna:”Quale genere di film le piace?, “Ha degli hobby?”Dirigente:”Il genere di film che mi piace è quello sentimentale e quelli in bianco e nero. Quelli in bianco e nero erano bellissimi perché per raccontare la storia non avevano colori ed era più difficile, bisognava essere molto bravi e gli attori dovevano essere bravissimi”.“Lavoro a maglia e a uncinetto.”“La mia non è proprio una collezione, ma una raccolta. Collezione è di un solo tipo di oggetti; la mia raccolta è di documenti e oggetti appartenuti alla mia famiglia come lettere, fotografie, oggettini vari (un pettinino, un borsellino…). Credo che quegli oggetti debbano essere considerati molto cari…”Miriana: “Qual è il suo libro preferito?”Dirigente: “Ce ne sono tanti, uno dei miei libri preferiti è “La storia infinita” poiché è una storia che insegna molto.”Gaia: “Che musica le piace?”Dirigente: “Ho gusti vari: classica, ma non troppo difficile, con tanta melodia come Chopin , poi alcuni cantautori e la musica del tango.”Nives ed Emilia: “Prima di diventare Dirigente ha fatto la maestra?”Dirigente: “Ho insegnato nella scuola primaria a 21 anni e vi ho lavorato per nove anni, poi ho insegnato Italiano, Storia e Geografia come professoressa nella scuola secondaria di primo grado per sei anni e al liceo, filosofia e storia, per altri nove anni”.Alessandro C.:“Quando faceva l’insegnante le piaceva il suo lavoro?”Dirigente:”Si, molto, ero contentissima di stare con i bambini e i ragazzi. Ho lasciato l’insegnamento su suggerimento di mio papà che mi aveva consigliato di fare il Dirigente perché avrei potuto fare molte cose buone. “Stefano B.: “Quando era docente di scuola primaria quale materia insegnava?”Dirigente: “Ho insegnato sia l’area linguistica che quella logico matematica ed anche Inglese.”Alberto:”In quali scuole ha insegnato e dove?”Dirigente:”Ho insegnato per alcuni anni in un paese chiamato Falconara Marittima, in provincia di Ancona, nella regione Marche,

poi a Napoli”.Miriana: “Ha sempre sognato di fare la Dirigente?”Dirigente: “Non sempre, ho iniziato a pensarci quando mio padre me lo ha consigliato; ora gli sono molto grata.” Stefano e Alma: “Quando ha scelto di diventare Dirigente? Che cosa l’ha spinta a diventare Dirigente scolastico?Dirigente:”Undici anni fa ho fatto questa scelta; la prima spinta fu il consiglio di mio padre, altri motivi li ho trovati in me stessa. Quando ero insegnante chiedevo ai miei Dirigenti di poter fare dei laboratori, uscite didattiche, progetti che mi venivano negati. Così pensai che se il Dirigente fossi stato io avrei potuto dire di sì e far realizzare ai miei insegnanti i loro progetti“. Erica e Lorenzo:” Come si diventa Dirigente scolastico? Il concorso è stato semplice o complesso? In che cosa consisteva? Quanto è durato?”Dirigente: “E’ stato difficilissimo. Il concorso di undici anni fa è stato il più difficile della storia d’Italia, infatti subito dopo lo hanno cambiato. Bisognava superare una prima prova scritta di composizione, senza indicare il proprio nome, della durata massima di otto ore. Il giorno dopo una seconda prova. Aspettare la correzione. Se non si superavano entrambe le prove non si poteva accedere alle prove orali. Superati gli scritti ho sostenuto le due prove orali: al mattino con una Commissione di sette persone, al pomeriggio un’altra di tre. Superate tutte le prove ho sostenuto un anno di formazione: al mattino insegnavo e al pomeriggio facevo l’alunna. Al termine dell’anno un altro esame: una tesi di circa 120 pagine.Nives, Erica e Simone: “E’ un lavoro impegnativo fare il Dirigente? Quante scuole dirige? Come si svolge la giornata di un Dirigente scolastico? Quali sono i compiti di un Dirigente?”Dirigente: “E’ un lavoro impegnativo, perchè devi organizzare tanti docenti, che sono centodue e parlare con loro, ascoltarli, dare consigli. Le scuole che dirigo sono otto…Verso le 8.15/8.30 organizzo tutto il lavoro fino alle 13.30 poi faccio la pausa pranzo e rientro intorno alle 15 e lavoro in ufficio fino alle 17/18.30.A casa, dopo cena, guardo la posta elettronica e rispondo alle mail. Sabato e domenica mi riposo. Oltre alla gestione degli insegnanti devo scrivere, leggere e ascoltare tante persone…”Stefano B. e Filippo: “Da quanto tempo svolge la professione di Dirigente scolastico? Da quanto tempo è a capo di questo Istituto scolastico?”Dirigente: “Sono arrivata il 1 settembre 2014. Questo è il quarto anno scolastico. In tutto, come Dirigente, sono 11 anni”.Alessandro C.: “Quale grado di scuola le piace di più come Dirigente?”Dirigente: “Mi piacciono tutte e tre; ogni scuola è speciale, non ho preferenze”Erica: “Quanti sono i bambini delle sue scuole?”Dirigente: “Più di 1000, circa 1050 perché

quasi ogni giorno qualcuno arriva e qualcuno va via.”Tommaso: “Si potrebbero fare due intervalli a scuola?”Dirigente: “Ci voglio pensare perché effettivamente nella giornata lunga… Aspetto una proposta…”Alexandra: “Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro?”Dirigente: “Aspetti positivi: lavorare nella scuola significa rimanere sempre giovani, in un ambiente pieno di vita, stare insieme ai giovani per tanti tanti anni…voi portate la vita!Aspetti negativi: il mio compito non sempre può riuscire perché a volte mancano gli elementi, per esempio i soldi. Però dove c’è l’allegria…”Claudia e Carmen: “Che cosa migliorerebbe nella scuola di oggi?”Dirigente: “Migliorerei la situazione dei supplenti, facendoli diventare tutti definitivi. Se potessi migliorerei la qualità delle strutture, stanze per il gioco, una palestra vera, una biblioteca in ogni scuola…”Carmen: “Qual è la soddisfazione più grande che ha avuto come Dirigente?” “Qual è la cosa che la preoccupa di più come Dirigente?”Dirigente: “La soddisfazione più grande a Napoli, dopo tre anni di duro lavoro sono riuscita a far trasferire in una vera scuola gli alunni che facevano scuola in un garage. Il giorno dell’inaugurazione è venuto il Sindaco di Napoli per tagliare il nastro e ha detto:” Questa scuola esiste grazie all’impegno della prof.ssa Continillo…”. “Mi preoccupa molto che voi stiate bene, che vi troviate a vostro agio.”Alberto: “Ci racconta un episodio particolare che le è accaduto come Dirigente?”Dirigente: “Non ne ricordo uno in particolare, rilevante, ci devo pensare…poi ti risponderò.”Lorenzo: “Qual è stata la decisione più difficile della sua carriera?”Dirigente:”Trasferirmi da Napoli a Tortona, perchè dovevo cambiare tutto della mia vita, ma sono contenta di averlo fatto. Ho deciso nel 2013 seguendo mio marito che aveva ricevuto un’offerta di lavoro a Rivalta Scrivia all’Interporto, come medico”Alma:”Ha mai pensato di abbandonare la carriera da Dirigente?”Dirigente:”Si, a Napoli, in un periodo molto difficile in cui ho scoperto cose che non mi piacevano e non riuscivo a risolvere dei problemi, ma la mia famiglia mi ha sostenuto.”Filippo, Matilde, Arianna: “Ha dei collaboratori o lavora da sola? Chi sono? E’soddisfatta del lavoro dei suoi collaboratori?”Dirigente:”Ho dei collaboratori bravissimi. Non si può mai lavorare da soli, bisogna aiutarsi, sempre insieme, in squadra, in gruppo, aiutarsi. I miei collaboratori sono tanti …non posso fare a meno di loro e li ringrazio.”Alexandra:”Le piace il rapporto con gli insegnanti e gli alunni?”Dirigente:”Si, molto perché gli insegnanti sono bravi, eccezionali, lavorano tanto e sono persone che mi fanno sentire sicura. Con gli alunni ho un buon rapporto…sono contenta.”

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Commemorazione del 1 dicembre 2017Venerdì 1 dicembre io e i miei compagni siamo andati in chiesa per ricordare le vittime del bombardamento di Villalvernia avvenuto il 1dicembre 1944. (Simone)Erano presenti tutti i Sindaci locali, i rappresentanti del Comune di Villalvernia, i parroci, il Vescovo, il Prefetto, la nostra Dirigente scolastica, i Carabinieri con il loro Comandante. (Lorenzo)Io e alcuni miei compagni siamo andati sull’altare a fare i chirichetti; alcune persone del paese hanno letto i nomi dei caduti e l’età; purtroppo tra questi c’erano tanti bambini e questo mi ha reso molto triste. (Alessandro C.)Io e Filippo abbiamo tenuto un copricapo a forma di corona e un bastone da pastore che ogni tanto

dovevamo dare a un prete che a sua volta li portava al Vescovo. (Stefano)Mio nonno mi ha raccontato che era un venerdì pomeriggio come quest'anno, una bella giornata di sole, ma ad un tratto il cielo si oscurò a

causa delle bombe sganciate dagli aerei americani che avevano colpito le case anziché il ponte (Alberto) della ferrovia per interrompere le comunicazioni tra Genova e Milano (Lorenzo).Dopo la messa il Sindaco ha fatto un discorso molto importante dal quale estrapoliamo una piccola parte:”...In conclusione, mi rendo conto che l'analisi di un infausto evento storico non servirà a mitigare quel sentimento di rabbia e di dolore di chi ha subito perdite così devastanti. Ma sono sicuro che la cosidetta verità storica sia un importante momento di riflessione utile a tutti noi, affinchè possiamo capire, una volta per tutte, che la guerra non guarda in faccia a nessuno e quindi sarà sempre più necessaria una collaborazione multilaterale imprescindibile per raggiungere una definitiva pace universale.”Quando siamo usciti dalla chiesa i vigili hanno deposto una corona d'alloro ai piedi del monumento ai caduti e poi un signore ha suonato”Il Silenzio” con la tromba.(Alessandro)Infine abbiamo scattato una foto con il Vescovo.(Stefano).

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