Bortolo Balduzzi
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Bergamo, 4 maggio 2007
PROGETTARE L’ACCESSIBILITA’
5 INCONTRI DI APPROFONDIMENTO TECNICO
BARRIERE ARCHITETTONICHE E
SICUREZZA ANTINCENDIO NEGLI EDIFICI
by Bortolo Balduzzi
LA DIRETTIVA EUROPEA 89/106/CEE (1)DIRETTIVA MATERIALI DA COSTRUZIONE RECEPITA IN ITALIA CON
D.P.R. n° 246 del 21.04.93
1. resistenza meccanica e stabilità;
2. sicurezza in caso d’incendio;
3. igiene, salute e ambiente;
4. sicurezza di utilizzazione;
5. protezione contro il rumore;
6. risparmio energetico e isolamento termico.
LA DIRETTIVA EUROPEA 89/106/CEE (2)REQUISITO 2: sicurezza in caso d’incendio
“Le costruzioni devono essere progettate e costruite in
modo tale che , nel caso di sviluppo di un incendio:
1 - la capacità portante delle strutture sia garantita per
un determinato periodo di tempo;
2 - la produzione e la propagazione di fiamme e di fumi
all’interno delle costruzioni sia limitata;
3 - la propagazione dell’incendio alle costruzioni vicine
sia limitata;
4 - gli occupanti possano abbandonare la costruzione o
essere messi in salvo;
5 - la sicurezza delle squadre di soccorso sia presa in
considerazione;
CHE COS’E’ L’INCENDIO ?
“..combustione dei materiali, autoalimentata, che
si sviluppa senza controllo nel tempo e nello
spazio.” (D. Min. 14 settembre 2005)
Espressioni del tipo:
C + O2 ! (2CO) C O2 + 406 kJ"
H2 + !02 ! H2O + 283 kJ"
S + O2 ! SO2 + 290 kJ"
etc………non sono sufficientemente rappresentative
dell’evento che qui si vuole studiare e codificare.
TRIANGOLO DI Kinsley
RISCHIO DA INCENDIO - LOSS
L1- PERDITA DI VITE UMANE;
L2 - PERDITA INACCETTABILEDI SERVIZIO PUBBLICO;
L3 - PERDITA DI PATRIMONIOCULTURALE INSOSTITUIBILE;
(L4 - PERDITA ECONOMICA).
perdita inaccettabile
di servizio pubblico
event of fire
deficienza
di O2
caloregasfumi
nocivi e
tossici
corrosivivisibilità
ridotta o
impedita
combustibili danni e
perdite
fuga
ritardata
o
impedita
perdita di
conoscenza
e morte per
anossia
perdita di
conoscenza e
morte per
intossicazione
ustioni
e morte
perdita di
vite umane
perdita di
patrimonio
culturale
insostituibile
perdita
economica
EFFETTI DEL CO (carbon monoxide)
SULL’ORGANISMO UMANO
RILASCIO
TERMICO
E DISPERSIONE
AMBIENTE D
possibilita’ di
incendio.
CARICO D’INCENDIO NOMINALE SPECIFICO
(D. Min. 09 marzo 2007)
qf Carico specifico nominale d’incendio (MJ/m2)
giMassa dell’i-esimo materiale combustibile (kg)
HiPotere cal. inferiore dell’i-esimo materiale combustibile (MJ/kg)
mi
Fattore di partecipazione del materiale (0,8 per il legno o altri materiali di
natura cellulosica, 1 per altri materiali combustibili)
!iFattore limitativo della combustione (0 per contenitori res. al fuoco, 0,85 per
contenitori non combustibili, 1 altri contenitori)
A Superficie in pianta lorda del compartimento (m2)
CARICO D’INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
(D. Min. 09 marzo 2007)
qf,d Carico specifico nominale d’incendio di progetto (MJ/m2)
#q1
Fattore che tiene conto del rischio di incendio in funzione della superficie A
del compartimento (1< #q1< 1,8 per 500 < A < 10.000; #q1= 2 per A ! 10.000
m2)
#q2
Fattore che tiene conto del rischio di incendio in funzione della pericolosità
dell’attività: #q2=0,8 basso rischio, #q2 =1,00 rischio moderato, #q2 = 1,20
rischio alto e propagazione veloce.
#n
Fattore che tiene conto delle differenti misure di protezione (sistemi
automatici di estinzione, EFC, sistemi autom. di rivelazione, rete idrica
antincendio….)
!=
=
=9i
1i
ninää
Il carico specifico d’incendio (secondo la “agonizzante” circ. n° 91/61) è stato sino
ad oggi espresso in:
La legna standard ha p.c.i. convenzionalmente pari a 4.400 kcal/kg per cui si ottiene:
Ovvero:
Es.: un carico specifico d’incendio di 600 MJ/m2 corrisponde a
600x0,054 = c.ca 30 kg/m 2 di legna standard.
2m
standardlegna di kg
2
6-
2 m
MJ41,18 10 9,8 427 400.4
m
l.s. kg1 =!!!=
22 m
.s.l kg 0,054
18,41
1
m
MJ 1 ==
VELOCITA’ DI COMBUSTIONE - INCENDIO
PIENAMENTE SVILUPPATO E CONTROLLATO
DALLA VENTILAZIONE (Kawagoe & Sekine)
HA330V fC =
VC Velocità di combustione (kg/h)
Af Area superfici ventilanti (m2)
H Dato dall’espressione: (m)
AiArea di ventilazione i-esima (m2)
Hi Altezza della i-esima superficie ventilante Ai (m)
FATTORE DI VENTILAZIONE
v Fattore di ventilazione (m ")
H Dato dall’espressione: (m)
At Area superficie totale compartimento (pareti, soffitto , pavimento) (m2)
Af Area superfici ventilanti (m2)
VC IN FUNZIONE DI q E DI v
(curve sperimentali di Heselden) - 1968
Incendio controllato
dalla ventilazione Incendio controllato
dal combustibile
Sek ine) & (Kaw agoe HA 5 ,5 V fc =
CURVA TEMPERTURA TEMPO
(naturale, mod. monozona)
ESPRESSIONI ANALITICHE DELLE CURVE
TEMPERATURA TEMPO (curve post flashover)
$g(t) Temperatura dei gas prodotti dall’incendio al tempo t (°C)
$max Dato dall’espressione:
tmaxDato dall’espressione:
qf,d Carico specifico d’incendio legna standard (kg/m2)
v Fattore di ventilazione del compartimento (m ")
a, b, c, d,
m, n ,vDipendono dal tipo di compartimento
( )( ) ( )vnm
df,
vd
maxq1,63e1cbè
!!!
!+=
va
q1,63
df,
maxt =
CURVA DELL’ INCENDIO CONVENZIONALE NOMINALE
STANDARD SECONDO UNI ISO 834 (D. Min. 09 marzo 2007)
ISO 834
tempo (min)
tem
pera
tura
(°
C)
CURVE TEMPERATURA TEMPO
q =10, 45, 90 kg/m2 – v = 0,02 m 1/2
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
0 30 60 90 120 150 180 210 240
tempo (min)
tem
pera
tura
(°C
)
q=90q=10 q=45
ISO 834
CURVE TEMPERATURA TEMPO
q =10, 45, 90 kg/m2 – v = 0,04 m 1/2
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
0 30 60 90 120 150 180 210 240
tempo (min)
tem
pera
tura
(°C
)
q=45q=10 q=90
ISO 834
CURVE TEMPERATURA TEMPO
q =10, 45, 90 kg/m2 – v = 0,06 m 1/2
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
0 30 60 90 120 150 180 210 240
tempo (min)
q=10
q=45
q=90
ISO 834
CURVA T-T (curve sperimentali di Geilinger &
Kolbrunner) - Zürich, 1950
ALTRE CURVE D’INCENDIO T-T
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
0 30 60 90 120 150 180
tempo (min)
tem
pe
ratu
ra (
°C)
Holland curve for tunnel
Hydrocarbon curve
Slow heating curveISO 834
External fire curve
MODELLO D’INCENDIO A DUE ZONE
plume
ingresso aria fresca
uscita gas caldi
strato inferiore
strato caldo
MODELLO D’INCENDIO A CAMPO
plume
ingresso aria fresca
uscita gas caldi
Rate of Heat Released RHR (1)
i
n
i
c, iHtV tRHR !
=
=1
)()(
RHR(t) Potenza termica rilasciata dall’incendio (kW)
Vc, i Velocità di combustione dell’i-esimo materiale combustibile (kg/s)
Hi Potere cal. inferiore dell’i-esimo materiale combustibile (kJ/kg)
Sperimentalmente si è determinato che, fino alla condizione di
flashover, RHR varia con legge quadratica in funzione di t; per
consentire valutazioni analitiche, si sono introdotte 4 curve di
sviluppo di incendio ognuna caratterizzata dal tempo tg che
corrisponde al tempo in cui l’incendio raggiunge uno sviluppo di
potenza pari a 1.000 kW.
Rate of Heat Released RHR (2)
2t á (t ) H VRHR(t) c ==
Tipo di incendio attesoTempo di sviluppo della
potenza di 1.000 kW tg (s)
ULTRAFAST75
0,1777
FAST150
0,0444
MEDIUM300
0,0111
SLOW600
0,0277
)s
kW(
2
t
. á
g
2
0001=
Rate of Heat Released RHR (3)
po
ten
za
(k
W)
tempo (s)
ULTRAFAST
FAST
MEDIUM
SLOW
Rate of Heat Released RHR (4)
AttivitàSviluppo atteso
dell’incendio
Potenza termica
massima specifica
rilasciata (kW/m2)
tg (s) " (kW/s3)
Uffici MEDIUM 200÷250 300 0,0111
Centri commerciali FAST 500 150 0,0444
Camere di
ospedaleMEDIUM 250 300 0,0111
Camere di albergo MEDIUM 250 300 0,0111
Biblioteche FAST 500 150 0,0444
Appartamenti MEDIUM 250 300 0,0111
Aule scolastiche MEDIUM 250 300 0,0111
Cinema e teatri FAST 500 150 0,0444
Rate of Heat Released RHR (5)Con questi dati di input è possibile determinare:
1.La massima potenza termica rilasciata dal compartimento;
2.Il tipo di sviluppo atteso [ultrafast (75 s) , fast (150 s), medium
(300 s), slow (600 s)];
3.Il tempo di raggiungimento del flashover;
4.La durata dell’incendio.
RHR
(kW)
t (s)
1
2
3 4
FIRE SAFETYENGINERING
misureprecauzionali
gestionalid’esercizio
Protezioneattiva
Protezionepassiva
Prevenzionepropriamente detta
FREQUENZA MAGNITUDO
Protezione
MISURE DI PROTEZIONE (1)
MISURE DI PROTEZIONE (2)
-Protezione attiva: misure che richiedono
un’azione diretta dell’uomo o di un impianto !
impianto di rilevazione dell’incendio, impianto di
estinzione, impianto E.F.C., scelte progettuali,
misure organizzative al fine di rendere veloce
l’evacuazione…….
-Protezione passiva: misure che non
richiedono un’azione diretta dell’uomo o di un
impianto, hanno lo scopo di minimizzare i danni
dopo il flash over ! REI degli elementi del
compartimento, reazione al fuoco dei materiali,
distanze di sicurezza…..
lato esposto all’incendio
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
lato non esposto all’incendio
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
PERDITA STABILITA’
CALORE
FIAMME
VAPORI, GAS CALDI
R (…)
CALORE
R E (…)
REI (…)
! media < 150°C
(circ. 91- 14.09.61)
! max- !0< 180°C
! med- !0< 140°C
(UNI 9502)
!0
LA PROCEDURA DI PREVENZIONE INCENDI
Il D. Min. Int. 16 febbraio 1982 elenca 97 attività “soggette alle visite ed ai controlli
di prevenzione incendi” di cui il “responsabile dell’attività” ha l’obbligo (giuridico) di
richiedere il “Certificato di Prevenzione Incendi” che ha durata di 3, 6 anni o u.t.
Es.:
-43) Depositi di carta, cartoni……con quantitativi superiori a 50 q.li;
………
-83) Locali di spettacolo e di trattenimento in genere con capienza superiore a 100 posti;
………
-85) Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie e simili con oltre 100 persone presenti;
………
-89) Aziende ed uffici nei quali siano occupati oltre 500 addetti;
-90) Edifici pregevoli per arte o storia e quelli destinati a contenere biblioteche …..o comunque
oggetti di interesse culturale….di cui al R.D. 07.11.1942 n° 1564;
-91) Impianti per la produzione del calore…..con potenzialità superiore a 100.000 kcal/h (116 kW);
-92) Autorimesse private con più di 9 autoveicoli, autorimesse pubbliche, ricovero natanti, ricovero
aeromobili;
………….
Non per tutte le 97 attività esiste una norma tecnica: per quelle “scoperte” si
applicano in via deduttiva e analogica quelle esistenti applicabili od altre norme.
La disciplina dei procedimenti di prevenzione incendi è stabilita con D.P.R. 12
gennaio 1998 n° 37 e con D.M. 4 maggio 1998 secondo il seguente schema:
ADEMPIMENTORESPONSABILE
ATTIVITA’
PROFESSIONISTA
ABILITATO
(all’esercizio della
professione)
PROFESSIONISTA
ISCRITTO NEGLI
ELENCHI
MINISTERIALI EX
LEGE 818/84
COMANDO PROV.LE
VV.F.
PARERE DI
CONFORMITA’
(esame progetto)
Presenta al Comando prov.le VV.F.
domanda di parere di conformità su
progetti di nuovi impianti o di
modifica di quelli esistenti; alla
domanda sono allegati la
documentazione tecnico-
progettuale e l’attestato di
versamento.
Predispone la documentazione
tecnico progettuale in conformità
all’all.to I del D.M. 04.05.98; la
documentazione comprende:
-scheda informativa
-relazione tecnica
-elaborati grafici.
Esamina il progetto e si pronuncia
entro 45 gg. o, in casi complessi, entro
90 gg. previa comunicazione
all’interessato. Ove non si esprima
entro i termini prescritti il progetto si
intende respinto (silenzio-diniego).
RILASCIO DEL
C.P.I.
Presenta al Comando prov.le VV.F.
domanda di sopralluogo; in attesa
del soprall. può presentare
dichiarazione attestante il rispetto
della norm. antincendio, che
costituisce autorizzazione
provvisoria all’esercizio. Alla
domanda di sopralluogo o alla
dichiarazione di inizio attività
(D.I.A. solo ai fini della P.I.) vanno
allegati:
- copia del parere del Comando VV.F.
sul progetto;
- dichiarazioni e certif. secondo l’all.to
II del D.M. 04.05.98;
- attestato di versamento.
- Redige la cert.ne di res. al fuoco di
elementi strutturali in caso di valut.
tabellare.
- Firma la dich. di corrisp. dell’elem. in
opera con quello certificato qualora il
grado di resistenza al fuoco sia
fornito da tabella.
- Predispone il progetto, riferito ad
eventuali norme di prodotto o
prescrizioni tecniche vigenti (EN,
UNI, UNI-VVF, CEI..) degli impianti di
protezione antincendio e di
protezione dalle cariche atmosferiche
non ricadenti nella L. 46/90.
- Redige la cert.ne di resistenza al
fuoco di elementi strutt. in caso di
valut. analitica.
- Firma la dich. di corrispondenza
dell’elemento in opera con quello
certificato qualora il grado di
resistenza al fuoco non sia fornito
da tabella.
- Certifica, in mancanza di progetto,il
corretto dimens. e funzionamento
degli impianti di protez. antincendio
e di protezione contro le scariche
atm., non ricadenti nell’ambito
applicativo della L. 46/90.
Entro 90 gg. dalla presentazione della
domanda effettua sopralluogo; il
termine può essere prorogato di 45 gg.
previa comunicazione all’interessato:
Entro 15 gg. dal sopralluogo viene
rilasciato il C.P.I. Il sopralluogo
effettuato da Organi collegiali (es.
C.P.V.L.P.S.) è da ritenere
comprensivo degli accertamenti di cui
sopra : pertanto i termini da rispettare
sono quelli vigenti per gli Organi in
parola.
RINNOVO DEL
C.P.I.
Presenta al Comando prov.le VV.F.,
in tempo utile, domanda di rinnovo
corredata da:
- copia C.P.I. in scadenza;
- dichiarazione di situazione immutata
dal momento del rilascio del C.P.I.;
- perizia giurata sull’efficienza dei
sistemi di protezione attiva.
Redige la perizia giurata secondo il
modello riportato in all. V al D.M.
04.05.98 attestante l’efficienza dei
dispositivi, sistemi ed impianti di
protezione attiva antincendio (ad
esclusione delle attrezzature mobili
di estinzione, p. es. estintori a
polvere portatili).
Entro 15 gg. dalla data di
presentazione della domanda
provvede, sulla base della
documentazione prodotta e quindi
senza obbligo di sopralluogo, al rinnovo
del C.P.I. in scadenza.
DEROGHE
Predispone la doc. tecnica da
allegare alla domanda secondo
quanto previsto dall’all.to I del D.M.
04.06.98 integrata da una valut. del
rischio aggiuntivo conseguente al
mancato rispetto normativo e delle
misure tecniche adottate per
compensare detto rischio
Esamina la domanda e la trasmette,
entro 30 gg., con proprio motivato
parere al Direttore Regionale.; il Dir.
Reg.le, sentito il C.T.R. di prevenzione
incendi, si pronuncia entro 60 gg. dalla
ricezione dandone comunicazione al
Comando prov.le VV.F. ed al
richiedente.
Presenta domanda motivata per la
deroga al rispetto delle disposizioni
normative antincendio; alla domanda
sono allegati:
- documentazione tecnica a firma di
tecnico abilitato;
- attestato del versamento.