Booklet #ifoamobility 2014

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ifoa.booklet

#ifoamobility 2014

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Il booklet #IFOAMOBILITY2014 che stai per sfogliare

raccoglie esperienze etestimonianze di percorsi formativi

di mobilità internazionale.Giovani e adulti dell'Emilia­

Romagna (ma non solo) che hannorealizzato uno stage all'esteropresso un'azienda, un'impresa,un'associazione o un ente dovepoter sviluppare competenze

professionali in linea col proprioprofilo formativo.

Alcune tra le mete principali:Francia, Belgio, Irlanda, Grecia,

Germania, UK, Spagna,Portogallo, Polonia, Danimarca e

Olanda... e tra quelle extra­europee: India e Stati Uniti.La durata dell'esperienza

all'estero varia a seconda delledisponibilità e degli obbiettivi: da

2 settimane a 6 mesi.I progetti che hanno reso possibili

queste esperienze sono statifinanziati principalmente dalla

Regione Emilia­Romagna e dallaCommissione Europea:

Sismobility, European Experience,ITS Europe, Competitività eInnovazione, Emilia Makers,

Formazione in Circolo ed ErasmusYoung Entrepreneurs, col supporto

di partner internazionali e deinetwork Q­Placements e iMove.

infowww.ifoa.it/mobility

www.ifoa.it/blog ­ #ifoamobilitygruppo FB ­ "IFOA mobility"

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Sono Claudia. Sono nata sullalinea di confine tra Italia eSlovenia, a Gorizia, città dovetutt’ora anche se i confini sonoabbattuti, ci sono fioriere che nericordano il segno e stereotipi chene impediscono l’evoluzione.Amo intrecciare e intrecciarmioltre che complicarmi perchénell’essere poliedrica trovo la miasemplicità.Ho frequentato la scuola per“maestre”, poi architettura, poidesign. Ho sempre lavorato, indiversi campi, e alla fine horaccolto tutte le informazioni (e leemozioni) che avevo e ho aperto lamia attività che non poteva chechiamarsi Doppio Filo: doppio filocome il lavoro che faccio a cavallotra materiale e immateriale, doppiofilo come il mio essere un po’schizzofreneticamente indecisa edisordinata, doppio filo come me e

le mie origini.Questo essere in moto perpetuoanche quando sono ferma mi haportato in Bretagna, grazie aIFOA e al progetto europeo GangCréatif, coordinato e ospitatodall’Association Intercultura diDinan.Quando mi hanno detto il nomedel progetto pensavo fosse unoscherzo… oggi penso che mai glifu dato nome più adatto. Siamostati una Gang… una banda, una diquelle che puoi incontrare perstrada, inquieta nel suo esseremultietnica, riconoscibili per inostri saluti, gesti, simboli e frasida completare… Siamo stati unaGang criminale nel suo essereCreativa. Si, perché la strada sucui marciavamo uniti era quelladella creatività. Non che questonon abbia portato scontri,ovviamente dialettici, sulle disputesempiterne belle delleterminologie, uno dei grandi malidel mondo. La Gang Créatif comeogni gang che si rispetti aveva unBoss, il suo nome, Fabrice, unboss dalla maglia a righe rosse e lacuffia a righe blu… già questo cidice tutto. Il Boss non imponeva…suggeriva, non obbligava…consigliava, non sgridava…sottolineava, non criticava…accettava, non parlava… si

Claudia in Bretagnacon Gang Creatif

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esprimeva. Insomma el mehor inuna Gang composta da italiani,portoghesi, spagnoli, francesi,belgi, rumeni e polacchi…parevamo quasi i personaggi diuna barzelletta. Come quandosai… “C’erano un italiano, duespagnoli e un polacco chevolevano andare su un’isola…”.Ah sì l’Isola. Luogo di perdizione,di svago, di grigliate, di incontri escontri, di animali rari come iconigli bianchi tanto numerosi danon vederne nessuno, di finestreche danno sull’oceano e cucinecon pentole ancora sui fornelli cheaspettano. Sì, perché l’Isolaaspetta, aspetta e si lascia aspettarea ritmo della marea che sale escende e regola così gli ingressicome il migliore deimaggiordomi… Didier e i suoi dueguardiani, tutti guardiani diun’isola che c’è e non c’è, chepare grande e lontana anche agliocchi del Boss.Nei migliori libri illustratiquest’isola ha al centro un castelloe le chiavi per aprirla sono solodue: una piccina piccina e unagrande, di ferro, grossa e possentecome le mura che la proteggono.Era così anche fuori dalle paginedi quel libro illustrato.La Gang ha lasciato il suo segno.Non solo sull’isola, ma anche sulla

spiaggia, sui terrazzi dai pavimentiin movimento del campeggio, sultavolo allungabile del Gitegiocando a Tak­tik, sulle strade diSaint Malo percorse dai pirati,sulla scalinata del portomangiando le ostriche e suonandomotivetti schiacciando leconchiglie con le scarpe, sullascogliera scolpita da un’eremita,sui muri dei bunker della secondaguerra mondiale, sulle rocce astrapiombo sul mare, sulle baiecolor senape, sulle onde del pacatoe rumoroso oceano, sullebancarelle del vide granier (localemercatino delle pulci) doveabbiamo comprato le cose piùimprobabili come una valigia colorarancia.Nei suo movimenti e nei suoiviaggi la Gang ha sempremantenuto chiara la sua rotta…cercare la creatività e capire comequesta possa essere applicata,trovata, ricercata nelle cose piùsemplici come nei giochi disquadra e nel cibo. Le condizionisono perfette, c’è del vino, c’è lacucina di François e Gianluca, c’èl’aria di mare e il gusto di cavolorosso in agrodolce… come puoinon essere creativo con queicolori? E poi c’è il gioco,condizione per eccellenza deimeccanismi di scambio multi­

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personale. Ci sono i leader, ci sonoi silenziosi, ci sono i simpatici e iriflessivi, ci sono i fantasiosi, cisono i realisti, ci sono gli attenti eci sono i distratti, ci sono gliordinati e i disordinati… ma sicrea attività, si crea e basta.Molte personalità nel gruppo, manon ce n’è una uguale all’altra.Questa è la sua forza, come è lasua forza non parlare la stessalingua. Gli scambi avvengono piùsemplicemente e con menopreoccupazioni perché sai non c’èchi ti critica per la tua pronuncia oper i tuoi strafalcioni… almassimo ci si può costruire soprauna vignetta per il report o farciuna grossa risata.Nel corso del progetto abbiamoanche ricevuto la visita deidelegati dell’Agenzia Nazionalefrancese che per una giornatahanno preso parte alle nostreattività e sono ripartiti entusiasti esoddisfatti!!Cosa manca nel mio paese? Forseun po’ di tutta questa irreale realesettimana. Certo, la Gang Créatifha agito in un contesto irreale, inuna condizione privilegiata e quasielitaria, ma quello che si è fatto là,si può farlo ogni giorno nellaquotidianità del proprio paese contutte le contraddizioni del caso.Io sono Claudia. Sono nata sulla

linea di confine tra Italia eSlovenia, a Gorizia, città dovetutt’ora anche se i confini sonoabbattuti, ci sono fioriere che nericordano il segno e stereotipi chene impediscono l’evoluzione.Sono Claudia, sono stata inBretagna e la parola confine nonso più che significato abbia.E’ il 5 giugno 2014 e sono passati2 giorni dal mio rientro.

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beatrice in portogallocon eu experience

Ciao Beatrice, raccontaci un po'di te...Mi chiamo BeatriceTedeschi, hoquasi 22 anni, segno zodiacaleleone, non mangio pizza causaintolleranza al lattosio (ma miabbuffo di cioccolato fondente) eamo viaggiare!!!!!!!!!!!!!!!!!!Sono nata a Trento, vivo a QuattroCastella (RE), ma mi considerocittadina del mondo. Ho vissuto invari posti (Costa Rica, Galles,Germania, Italia ora Portogallo) edevo ancora trovare quello cheposso chiamare casa. Al momentosono soddisfatta di questa mia vitain continua ricerca e non credo chemi fermerò a breve.Dove ti ha portata “Europeanexperience”?Grazie al progetto della RegioneEmilia Romagna “Europeanexperience”coordinato dallaFondazione Enaip, e realizzato da

IFOA e CFP Bassa Reggiana, mitrovo a Lisbona, in Portogallo elavoro presso RATO­adcc.,un’organizzazione giovanileportoghese dedicata allapromozione dell’informazione.Dormo in una specie di letto nelMargem Sul di Lisbona,considerato da tutti come il terzomondo, ma è un’esperienza. Peruscire e trovarmi un posto decenteci metto un’ ora ma anche questofa parte dell’avventura! Vivo conaltri ragazzi che fanno parte delprogramma di volontariatoeuropeo, un macedone e unaspagnola e insieme ce laspassiamo!In cosa consiste il tuo stage?In RATO­adcc. mi occupoprincipalmente dell’aggiornamentodi un sito di mobilità per ragazzi.Mi ritengo abbastanza espertanella conoscenza di questo generedi esperienze per cui è un bel po’divertente.Ho lavorato a progetti di pubblicitàsul tema della mobilità nellescuole, facendo presentazioni ininglese nonostante il mio livellolinguistico sia ancora pessimo e hosvolto anche un’esperienza discambio interculturale eintergenerazionale per qualchegiorno.. un’esperienza molto bellache mi ha fatto conoscere

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tantissime persone!Le serate si passanoprincipalmente a casa ma nelweekend gite a go go: si conoscetanta gente andando nella zonadella città più frequentata daigiovani, facendo le 6 del mattinoperché, dopo l’1, è solo a quell’orache parte il primo traghetto perattraversare il fiume e tornare acasa. I colleghi sono supersimpatici e giovani!Perché hai scelto di andareall’estero?Amo imparare le lingue esoprattutto conoscere nuoveculture. Penso che sia l’unicomodo per ampliare la mente ediventare realmente tollerante edisponibile verso il diverso. Credoche un’esperienza di tre mesiall’estero valga più di un anno dilavoro nell’azienda di fianco acasa.Cosa manca in Italia secondo te?Secondo me ‘manca’ non è laparola giusta. Semplicemente leculture sono differenti. ‘Manca’qualcosa qui così come anche inItalia. Penso che la mancanza siarelativa ai bisogni insoddisfatti cheognuno di noi sente.Personalmente credo chel`attrazione verso qualcosa dinuovo e ignoto sia, in un certosenso, il requisito fondamentale

che può spingere un ragazzo acambiare paese. D’ altra parte leprospettive per una vita ed unlavoro in Italia sono ben note.Quale realtà hai trovato aLisbona?Allooooooora. Qui vivo in unazona problematica, in una di quelleche si chiamano ‘quartieri sociali’,appositamente costruiti per dareaccoglienza ai più poveri. Viverequi mi fa capire come, con poco, sipossano aiutare le persone equanto bene ciascuno, anche dasolo, può fare nel mondo. In Italiavivo in una zona benestante equindi lo shock dato dalla diversitàè notevole. Ma è proprio questoimpatto che mi ha aiutata e spintaa dare il massimo in quello chefaccio. Mi hanno proposto direalizzare un corso di italiano peruna decina di ore che dovrebbeiniziare il prossimo mese e questoper me sarebbe fantastico! nonvedo l’ora!IFOA… come ci sei arrivata?Conoscevo IFOA da tempo, ma hoscoperto questa opportunità grazieall Universitá di Bologna dovestudio interpretazione etraduzione. Sono partitanonostante dovessi sostenere gliesami perché era un’occasioned’oro e non me ne sono pentita!!

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ilaria in ukcon sismobility

Ilaria chi?Sono Ilaria Braghiroli, unastudentessa in ingegneria edile earchitettura. La mia città natale èMirandola (MO), vi ho vissutofino a 2 anni fa quando ilterremoto ha reso inagibile la miacasa. Da allora sono ospite a casadi uno zio a Bologna.Dove ti ha portata“Sismobility”?Ora, grazie al progetto dellaRegione Emilia Romagna“Sismobility”, coordinato erealizzato da IFOA, sono aLiverpool, città dei Beatles. Vivoin uno splendido monolocaleall`interno di uno studentato,praticamente in centro cittá.A Liverpool perché?Lavoro in uno studio diarchitettura e mi sto occupando, inmaniera praticamente autonoma,di un piccolo progetto riguardante

un quartiere residenziale fuoricittà. In ufficio sono tutticarinissimi e ci sono un sacco diragazzi giovani provenienti dadiverse nazioni. Pranziamo sempreinsieme e questa è una bellissimaoccasione di socializzazione. Ilvenerdì sera andiamo anche tuttiinsieme a fare l`aperitivo in unlocale vicino all`ufficio. Ilprossimo sabato ci guarderemoinsieme la partita di calcio deimondiali: Italia vs Inghilterra!!!Perché hai scelto di andareall’estero?Ho sempre amato viaggiare evisitare nuovi posti, e non mi sonomai lasciata perdere un`occasioneper farlo! Poi questa è la primavolta che vivo/ dormo da soladopo il terremoto. Prima ero moltopiù indipendente ed ora stofinalmente riacquisendo quellafiducia in me stessa che la paurami aveva fatto perdere. Essereall`estero e quindi parlare un`altralingua è certamente difficile ma èl`unico modo per impararladavvero e in poco tempo. Lacomponente ‘crescita personale’ èsenz’altro quello a cui puntomaggiormente.Cosa manca in Italia secondo te?Veramente devo rispondere? Credoche sarei troppo poco patriottica seelencassi tutto. Mi limiterò a dire

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che un pochino di organizzazionein più non farebbe male!Da Liverpool a Mirandola cosaci passa?Beh, a casa la routine è certamentedifferente anche perché studiare èun’ altra cosa. Non so come potròriabituarmi agli spazi così piccolidi Bologna ora che ho unmonolocale tutto per me! Per quelche riguarda il lavoro, qui stoutilizzando un programma didisegno, “Archicad”, che è moltopiù efficiente e multitaskingrispetto a quello comunementediffuso e insegnato in Italia ecredo che d’ora in poi me neservirò anch’io in modo esclusivo!Al ritorno quello che mi mancheràdi più sarà probabilmentel`indipendenza acquisita. Non èimprobabile che dopo la laurea iopossa tornare e vivere qui.IFOA… come ci sei arrivata?Ho fatto un’estenuante ricerca webper trovare qualche bando dimobilità all’estero che potessecalzarmi a pennello. Alla fine hotrovato il bando “Sismobility” e hofatto domanda sperando con tuttame stessa di essere accettata.

fabio in poloniacon eu experience

Fabio chi?Sono Fabio Parenti, ho 23 anni,sono nato e vivo a Modena.

Dove ti ha portato il progetto“European Experience”?Grazie al progetto della RegioneEmilia Romagna “Europeanexperience”coordinato dallaFondazione Enaip, e realizzato daIFOA e CFP Bassa Reggiana, sonopartito il 10 Giugno del 2014 perla Polonia, esattamente per la cittàdi Lodz. E’ un bel posto, si vivebene e c’è’ molto verde. E’ definitacome la Manchester della Polonia,per via del comparto tessile moltosviluppato e per la progressivadiffusione che ha avuto nel XIXsecolo. Molto suggestiva edinteressante e’ Ulica Piotrowska,via principale della citta’, che siestende per quasi tre chilometri edè molto attrattiva.A Lodz per fare cosa?

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Lavoro come stagista sia presso laFRP “Fundacja RozwojuPrzedsiebiorczości” che pressouno studio legale “KancelariaAdwokacka MalgorzataMaslowska”. In FRP mi occupoprincipalmente di redigererelazioni riguardanti il rapporto traItalia e Polonia e fra Modena eLodz. Nello studio legale invecemi occupo di contabilità’ (dalmomento che in Polonia non esisteuna figura assimilabile al.commercialista), registrazionefatture e traduzione di letterecommerciali dall’ingleseall’italiano. Sto ancheapprendendo un po’ dellalegislazione polacca, soprattutto inmateria di lavoro.Perché hai scelto di andareall’estero?Ho scelto di andare all’esteroperché volevo mettere prima ditutto in gioco me stesso, volevovedere nuove culture, nuovementalità e nuovi modi di vivere lavita. Inoltre sono dell’idea che algiorno d’oggi si debba esseresempre più aperti ed“internazionalizzati” a nuoveesperienze di vita.Cosa manca in Italia secondo te?Posso girare la domandarispondendo su ciò che manca adun italiano all’estero, ovvero i

familiari, gli amici, gli affetti piùcari, ma anche cose venali quali lapasta, il pomodoro, il caldo ed ilsole.Differenze tra Modena e Lodz?Qui il tempo cambia spesso; unmomento c’e’ il sole e quello doponuvolo e pioggia. Non si sa maicosa mettersi e, nonostante siaestate, fa abbastanza freddorispetto all’Italia. Inoltre, adifferenza di Modena, qui a Lodznon ci sono rotatorie.IFOA… come ci sei arrivato?Ho trovato il bando IFOA quasiper caso, navigando in rete hotrovato alcuni bandi interessanti.Via via che proseguivo nellanavigazione ho trovato questobando EU Experience e devo direche sono particolarmentesoddisfatto e contento di essermibuttato in questa esperienza.Ringrazio infinitamente IFOA,l’Unione Europea e la RegioneEmilia­Romagna per avermiconcesso questa opportunità.

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marzia in franciacon erasmus y. e.

Marzia Gallo, laureata in direzioneaziendale a Catania, lavora comeexport manager per una cantinasiciliana ed è nel settore del vinoda circa 2 anni!Nata e cresciuta in un piccolopaese di provincia… Pachino,famoso per il ciliegino al quale sisente legata per amici e famigliama in cui non vive più da parecchianni.Ha viaggiato in giro per il mondo evissuto in EU… ma la Siciliasempre nel cuore!Marzia, dove ti ha portato ilprogetto “Erasmus GiovaniImprenditori”?Grazie a IFOA, che è enteintermediario per l’Italia di EYE –Erasmus per Giovani Imprenditori,il programma europeo chepermette ai giovani con un’ideaimprenditoriale di lavorareall’estero a fianco di un

imprenditore esperto, sono inFrancia, a Bordeaux, da qualchemese.Esperienza unica, paese che vaiusanze che trovi e con ilfrancese…anche a gesti alla fine cisi capisce!Bordeaux è una città piena distudenti…fatta a misura d’uomo, eper chi come me è nel mondo delvino…è decisamente unincubatore di idee.A Bordeaux perché?Collaboro con un’ azienda che sioccupa di vini francesi dacollezione, Gran Crù, BigChateau…e nel frattempo continuoa lavorare in remoto per la miacantina e al mio progetto! Iweekend è festa…giro deglichateau e amici!Perché hai scelto di andareall’estero?Viaggiare e conoscere altrepersone, confrontarsi con altrerealtà e cercare di migliorarsiattraverso le esperienze lavorativee di vita! imparare una nuovalingua e scoprire quanti dei luoghicomuni su altri paese sono falsi equanti invece sono veri!Cosa manca in Italia secondo te?La mia risposta non è su cosamanca in Italia ma su cosa mimanca del mio paese:beh…diciamo che riesco a trovare

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un pezzetto di Italia in ogni paesein cui mi trovo…ma amici efamiglia a parte…la cosa che mimanca di più è il caffé dellamattina!!Un'opinione su Bordeaux?Bordeaux è il cuore pulsante delsettore vitivinicolo d’Europa,quindi un continuo stimolo allacrescita professionale, cerco diimparare ciò che posso per poisfruttarlo il più possibile per la miaterra!IFOA… come ci sei arrivata?Ifoa per caso…professionalità,sostegno e precisione è quello cheho trovato con il mio referenteDavide Orlandini!

simone in spagnacon eu experience

Mi chiamo Simone Bonvicini, ho21 anni e sono dell’Acquario. Nonpotrei riuscire a vivere senza lamia chitarra che suono da 9 anni.È da un anno che non ho i capellidel mio colore: prima grigi scuri,poi grigi chiari successivamentebianchi e ora blu.Vivo a S.Vittoria un paesino vicinoa Gualtieri, in provincia di ReggioEmilia. S.Vittoria, paese deibraccianti, paese di gente che hasudato, faticato e che si è unita percreare cooperative e molto altro.Paese anche dei cento violini. Miocugino, l’ultimo ad essere ancorain vita come liutaio, è statocontrabbassista negli anni passatialla Rai di Milano. Mio nonno,Vincenzo Bonvicini, è stato ilprimo sindaco più giovane di Italiadel dopoguerra. Su Santa Vittoriaci sarebbe tanto da dire dariempire fogli interi di storie, ma

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passiamo ad altro ;­). In famigliasiamo in 4: mia mamma miopadre e mio fratello.Andalusia dove?E’ con il l progetto della RegioneEmilia Romagna “EuropeanExperience” coordinato dallaFondazione Enaip, e realizzato daIFOA e CFP Bassa Reggiana, chesono partito per Siviglia, inSpagna.Condivido un’ appartamento conuna ragazza francese e un ragazzocinese. Dormo in una singolaspartana ma carina. Sono moltovicino al centro e questa cosa mi fapiacere ma sono un po’ menocomodo per il lavoro. Siviglia nonè una città caotica, anzi, è moltotranquilla e si vive bene, almenoper ora. In estate qui fa un caldoinfernale: oggi 1 Luglio ci sono 38gradi. Beh c’è sempre una birraper ristorarsi e alla sera mi trovocon altri ragazzi sulla terrazza diun ostello che si trova vicino acasa mia per fare l’aperitivo: cisono tanti giovani, anche italiani,che qui a Siviglia lavorano comeme. Ovviamente ho portato lachitarra e ho già iniziato a suonarein pubblico, nelle serate, tra lagente ;­) .Barbiere di Siviglia?Sì, qui a Siviglia cominceròprobabilmente domani a lavorare

come parrucchiere daEladiopeluquero.Ancora non so cosa prevedaesattamente il mio stage, ma direiche farò tutto quello chequotidianamente fa unparrucchiere, tinture escluse,perché sono allergico.Indubbiamente sto migliorando nelvivere da solo, mi sono reso contodi saper stare con me stesso neimomenti di felicità e nei momentidi tristezza e difficoltà, hoscoperto il senso della gratitudine,sto in piedi con le basi che la miafamiglia e gli amici mi hanno datoma conto solo su me stesso.Qui è bello: questo fine settimanapenso che farò una gita al mare, inPortogallo, dove il mare dovrebbeessere bellissimo (sperom! ). Lacosa straordinaria di questaesperienza sta nel fatto che conoscitantissime persone di tantissimenazionalità e vivi il confronto convarie culture e abitudini.Perché hai scelto di andareall’estero?Andare all’estero per merappresentava una vera sfida,anzitutto personale. Riuscire astaccarmi da tutte le persone checonosco, da amici e famigliari èstata dura. Io penso però che ne siavalsa assolutamente la pena perchéquesto mi porterà ad una crescita

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personale altissima. Andareall’estero significa aprire i propriorizzonti a molto altro che non siail proprio paesino o città. Significasaper prendersi cura di sé. Poi fratre mesi saprò raccontare moltealtre cose sul perché di questascelta e sui risultati ottenuti ;­)Cosa manca in Italia secondo te?Io, in Italia, sinceramente sto bene.Una critica che potrei fare,parlando della mia esperienzapersonale, riguarda la burocrazia,che in Italia è pesante, non è facileda capire e non è semplice daapplicare alla vita quotidiana. Iocome parrucchiere devo fare 5anni di apprendistato pagato unacavolata e 3 anni di scuola perpoter aprire un negozio. Ora sonod’accordo con l’apprendistato e lascuola, ma 5 anni di sfruttamentodove lo stato mi prende metà dellostipendio mi sembranoun’esagerazione. Poi ci sono moltecose che non vanno in Italia, manon mi va di fare il moralizzatore.Quello che penso è che io, nel miopiccolo ho fatto tanto e mi stoimpegnando per fare ancora di più:credo che sia questol’atteggiamento giusto che tuttidovrebbero avere, quello diimpegnarsi personalmente, invecedi piangere continuamente al barattorno a un tavolino.

Riesci a immaginarti come saràil tuo ritorno a casa?Quando tornerò a casa non soquello che farò. Ora lascio che lecose attorno a me fluiscanonaturalmente e alla fine di tutto,quando mi volterò indietro, allorasì che capirò molto di più. Adessonon sono in grado di dire in modoveritiero quello che farò una voltaa casa.IFOA… come ci sei arrivato?Ho scoperto IFOA, che ringrazioper questa opportunitá, tramite unamail che mio padre mi ha girato.Era una mail che parlava di questapresentazione al CFP di Guastalladi un percorso chiamato EU­Experience.Secondo me IFOA offre grandiopportunità alle persone: sono lepersone che successivamentedevono avere il coraggio di partire,andare, provare e osare. Fino aquando si vive con le proprieabitudini, ci si sente al sicuro e laroutine ci protegge. I probleminascono quando si deve uscire dalguscio, rompere la propria routine,cambiare le proprie abitudini eprovare, fuori di casa, a crearsiqualcosa di diverso e di piùgrande. Si tratta di osare perché ilterreno là fuori è sconosciuto enon è sempre sicuro: lo descrivereicome un campo pieno di buche ma

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dove è possibile trovare,ascoltandosi, la propria via e unavolta individuata percorrerla.

catalina in andalusiacon sismobility

Catalina raccontaci un po' di te?Mi chiamo Catalina Triboi, ho 19anni e il mio segno zodiacale èbilancia, ed è forse per questo chesono spesso indecisa. Pratico ilping pong al livello professionaleda 10 anni e mi piace ascoltare lamusica.Sono nata a Chisinau, la capitaledella Moldavia, dove ho abitatoper 9 anni. Successivamente misono trasferita in un piccolopaesino al confine con la Romaniaper altri 7 anni e lì ho finito lascuola media. Vivo in Italia da 3anni e frequento la scuolasuperiore Giuseppe Luosi aMirandola.

Dove ti ha portato il progetto“Sismobility”?E’ con il progetto della RegioneEmilia Romagna “Sismobility”coordinato e realizzato da IFOA,che mi trovo a Siviglia, in Spagna.È una città meravigliosa: a causadel caldo estivo questa città viveprincipalmente nelle ore notturne.Dormo in una splendida posizioneperché il mio alloggio è situatovicino alla cattedrale e sonocircondata da vari parchi, giardinie piazze stupende.Il tuo stage a Siviglia?Lavoro presso INCOMA(International Consulting andMobility) un’agenzia che opera nelsettore della formazione e sonoimpegnata in diverse attività: mioccupo del lavoro d’ufficio,corrispondenza, ricerche, data basee accompagno anche i ragazzistranieri al loro lavoro ecc. Inquesto periodo sto imparando adessere responsabile, indipendente ea superare diversi ostacoli che mimettono alla prova ogni giorno.Le serate nel weekend hannoqualcosa di speciale perché c’è lapossibilità di conoscere gentenuova e fare molte amicizie.Perché hai scelto di andareall’estero?Ho scelto di andare all’esteroprima di tutto perché adoro

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viaggiare. Sono interessata alleculture degli altri paesi e non soloa quella del mio paese natale.Inoltre sono appassionata dellelingue e non vedo l’ora dimigliorare le mie competenzelinguistiche.Quali sono le differenze tra lì ecasa?Siviglia è fantastica e sfrutto ogniminuto libero per scoprirla.Rispetto al piccolo paesino doveabito in Italia qui c’è molto piùvita e movimento. E al mio rientrosicuramente darò più peso allelingue per studiarle meglio perchého capito che, per ottenere unlavoro, le lingue sono moltoimportanti.IFOA… come ci sei arrivata?Sono arrivata ad IFOA grazie allasegnalazione della mia scuola, laG. Luosi di Mirandola. Sonocontenta di aver trovato questaopportunità e aver colto lapossibilità di andare all’ estero:sarà un’esperienza umana elavorativa che servirà sicuramenteper il mio futuro.

greta in belgiocon eu experience

Greta Alessandra Zangoli ha 22anni. Risiede a Cesena, sua cittànatale, anche se da tre anni, permotivi di studio, è domiciliata aFerrara, dove ha frequentatol’ultimo anno di Economia pressol’Università.Dove ti ha portato il progetto“European Experience”?Con il progetto della RegioneEmilia Romagna “EuropeanExperience”coordinato dallaFondazione Enaip, e realizzato daIFOA e CFP Bassa Reggiana, sonopartita per il Belgio. Ora vivo aGent, vicino alla stazione SintPieters, in una casa che mi chiedocome faccia a rimanere ancora inpiedi… :­D. Durante questo stagemi occupo principalmente diaspetti di marketing e inparticolare aiuto la mia tutoraziendale con il lancio di unanuova linea di prodotti. La cosa

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bella è che l’azienda è abbastanzapiccola e quindi il mio lavoro nonriguarda esclusivamente il“marketing”, ma è molto flessibilee c’è molto da imparare in ogniambito.Ero partita con l’idea di migliorareil mio inglese, mi sono trovata inun’azienda davvero internazionalee sto mettendo in pratica anche lospagnolo, rispolverando francese etedesco e imparando più o menoqualche parola di fiammingo.Perché hai scelto di andareall’estero?Credo che ogni 3 o 4 anni siaimportante cambiare in modoradicale qualcosa nella propriavita. Dopo il liceo ho cambiatocittà per l’università e ora, che hoquasi terminato l’università,sentivo il bisogno di cambiarepaese. Questa esperienza mipermette di “prendere una pausa”di tre mesi. Così posso capire – oalmeno cercare di capire – cosaaspettarmi da me stessa dopol’università.Quali sono le differenze rispettoa casa?Inanzitutto devo dire che in questomomento non mi mancaparticolarmente l’Italia e, non soperchè, ma il “distacco” da amici eparenti non è stato così traumaticoe difficile come di solito si

racconta. Sarà forse perché sonopassate solo 3 settimane e ancoranon sento nostalgia..Quello che mi ha colpito è che quitutti quelli con cui ho avuto mododi parlare, giovani,adulti e anziani,sanno parlare oltre al fiammingo,loro lingua ufficiale, l’inglesecome seconda lingua. Non ho maiavuto problemi a chiedereinformazioni o ad avereconversazioni con chiunque, cosache secondo me in Italia nonaccade molto frequentemente,visto che difficilmente gli italianidi tutte le fasce di età sannointeragire con gli stranieriutilizzando una lingua straniera.Quasi tutti i colleghi di lavoroparlano fluentemente almeno 3 o 4lingue diverse ed è bello cambiare“stato” tra una scrivania e l’altra e,ogni tanto, “tornare a casa”.IFOA… come ci sei arrivata?Sono arrivata a IFOA cercando inInternet, tra i mille bandi diprogetti europei per i giovani,quello che poteva fare per me.

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soufiane in poloniacon sismobility

Soufiane parlaci di te...Mi chiamo Soufiane e sono dasempre un cosmopolita. O per lomeno era quello che pensavo finoa poco tempo fa. Mi è bastatoessere nato in un paese e cresciutoin un altro per autodefinirmicittadino del mondo.La verità è che sto avendo unpiccolo assaggio del verosignificato della parola“cosmopolita” solo in questesettimane. Vivo in un piccolopaesino della bassa modenese etutto a un tratto mi sono ritrovatonella fredda ma calorosa Polonia!!In quale città della Polonia ti haportato il progetto“Sismobility”?Mi trovo a Łódź. E’ il primoviaggio che compio in totaleautonomia e come tale ammetto dinon essermi preparato molto bene

prima di partire. Avevo unacertezza quasi assoluta che la vitaqui, a Łódź, sarebbe stata in unqualche modo identica alla vita inItalia, ma mi sbagliavo di grosso.Sono stato molto sorpreso nelvedere che tutto quello mi sipresentava davanti, era diverso dacome me lo ero immaginato. Maimi era successo nella vita, adesempio, di fare così tanta fatica,come nei primi giorni qui, a fareuna normalissima e comunissimaspesa al supermercato! Forse miappoggiavo al fatto che la Poloniafosse membro della UE e quindiero certo che non sarebbe stata un’impresa compiere i primi passi inquesto paese.Ho cominciato a lavorare fin dasubito nella mia compagnia, lecose da fare in azienda sonodavvero tante e molto varie ;­)Al momento sto frequentando deitraining courses che mipermetteranno di progredire econoscere meglio l’ambientelavorativo che mi circonda,assieme a dei colleghi incredibili,cordiali e sempre pronti aspiegarmi ogni cosa, anche sehanno un po’ di difficoltà conl’inglese.Perché hai scelto di andareall’estero?Viaggiare è la cosa più gratificante

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che esista. Sono tante le cose chemi piacerebbe vedere in Polonia,l’unico problema è il tempo! Ilmio tempo libero è tuttoconcentrato nel weekend e i luoghida visitare sono innumerevoli.Ma siccome ne vale la pena,troverò modi e tempi per viaggiaretra le meraviglie di questoincredibile posto.Quali sono le differenze rispettoa casa?Come ogni ragazzo mi mancanodiverse cose, dal semplice cibo aimiei amici, e soprattutto provo unenorme nostalgia per la miafamiglia che non vedo l’ora diriabbracciare.Certo che è proprio strano questoposto: qui non si pranza e pensareche davo per scontato che le 2orette dopo le 12 fosseroun’usanza universale! Invece lagiornata lavorativa polacca haritmi completamente diversi dainostri: si lavora per 8\9 ore di filaalternando diverse soste di pochiminuti per sorseggiare un po’ dithè. I polacchi assumono thè inquantità industriale e con sorpresapenso che superino gli inglesi!IFOA… cosa ne dici?Sono davvero contento di questafantastica occasione che IFOA èriuscita a darmi, UNESPERIENZA UNICA!! :­)

giulia in irlandacon sismobility

Giulia Gambuzzi di San Felice sulPanaro (MO) è partita per l'Irlandae vive nella cittadina di Cork, inuno studentato.A Cork Giulia sta svolgendo unostage che ha ottenuto grazieall’opportunità offerta dal progettodella Regione Emilia Romagna“Sismobility”, coordinato erealizzato da IFOA, che haconosciuto attraverso lapromozione fatta nella sua scuola.Lavora come receptionist econtabile in una palestra maaggiunge ”in realtà faccio moltealtre cose ed è molto bello!”Diversi sono gli obiettivi di Giulia:migliorare l’inglese, ma ancheimpegnarsi in una nuovaesperienza che per le suecaratteristiche la porteràsicuramente a crescere dal punto divista professionale e umano.In Irlanda Giulia ha avuto modo diguardare l’Italia a distanza ed

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esprimere un punto di vista che èanche una riflessione econstatazione sul diverso valoreche viene attribuito al lavorogiovanile in contesti europeidiversi: “In Italia si nega lapossibilità ai giovani diaffermare le loro capacità e noisul lavoro siamo spessoconsiderati solo dei numeri. Quiinvece – continua Giulia – sento diessere percepita come unlavoratore a tutti gli effetti e noncome una casuale stagista che nonlascia segno dopo il suo passaggio.Non c’è dubbio che in Irlanda èmaggiore la fiducia nei giovani”.

riccardo in irlandacon sismobility

Riccardo Sbardellati, 24 anni elaurea triennale in IngegneriaInformatica, da Mirandola, il paesein cui vive e lavora come webdeveloper presso una web agency,è partito per Limerick, Irlanda, conil programma Sismobility dellaRegione Emilia Romagna.Insieme al gruppo di amici partiticome lui dall’Italia, Riccardo hatrascorso i primi due weekendirlandesi a Cork, che descrivecome “una città più viva eaccattivante di Limerick”.Alloggia presso una famiglia a 3km dal centro città e raggiunge illavoro pedalando su una biciclettadi fortuna che ha avuto in prestito.“Come Web Developer mioccupo della gestione e creazionedi siti internet per i clienti pressoVipWeb/Translit. Ho giàesperienza in questo campo per cuinon ho difficoltà a portare atermine i compiti che mi vengono

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assegnati, di fatto nulla di nuovo”,racconta Riccardo.“ Ho scelto di andare all’esteroperchè mi attira l’innovazione. Ilmio obiettivo era quello di fare untirocinio in un’aziendaspecializzata in web e digitaleperché sono convinto cheall’estero si possa trovare moltainnovazione in termini ditecnologia, strumenti e approccioal lavoro. La mia intenzione èquella di imparare cose nuove dapoter inserire nel mio bagagliodi conoscenze e mettere in praticauna volta tornato in Italia. Laproposta dell’azienda irlandese perora non è del tutto in linea con lemie aspettative, vediamo…Se nonaltro con l’inglese me la cavobene”.C’è un atteggiamento checaratterizza il paese Italia cheRiccardo rileva con accento critico“In Italia manca la propensioneall’innovazione. Ovviamentequesto dipende dai contesti e dallepersone e per fortuna il mio campoè uno di quelli meno toccati daquesto aspetto. La burocrazia adesempio dovrebbe essere moltopiù snella: vedo anche qui tutta lacarta italiana che sommerge la miaazienda ospitante cui vienerichiesta la compilazione diun’infinità di documenti, moduli,

stampati sul mio stage”.Non è più tenero il confronto conl’Irlanda “Qui ho trovatoun’attitudine all’igiene piuttostoscarsa, non mi riferisco tanto aquello personale quanto all’igienedelle cose e delle case, sprofondatein un disordine generalizzato ecaratterizzate da poca attenzione aidettagli. Però, – aggiunge – lepersone sono in genere moltogentili e disponibili, qualitàdavvero apprezzabili. Comunquepreferisco l’Italia come posto incui vivere, anche se qui hanno ilwifi sugli autobus”.A Riccardo è sembrato moltointeressante il bando Sismobilitydella Regione Emilia Romagnache offriva la possibilità di stareall’estero tre mesi con ilfinanziamento di parte delle spese“Il mio obiettivo principale eral’ambito lavorativo e la possibilitàdi crescita che quest’esperienzaavrebbe potuto darmi. Almomento, però, considerandocom’è andata e come sta andando– conclude Riccardo – mi sento didire che l’elemento fondamentaleè la scelta della destinazione deltirocinio che va fatta interpretandocon attenzione le necessità deisingoli partecipanti… forse alcunispunti che avevo fornito non sonopoi stati seguiti o compresi come

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mi sarei aspettato”.A Riccardo auguriamo diprogredire nell’inserimento dellarealtà irlandese e di scoprire comegestire al meglio le regole diquesto nuovo gioco.

gabriele a corkcon sismobility

Gabriele Pignatti di San Felice SulPanaro, Modena, si trova con ilprogramma Sismobility dellaRegione Emilia Romagna a Cork,in Irlanda.Vive con un suo amico presso unasignora irlandese molto gentile esimpatica e in 10 minuti puòraggiungere a piedi il centro diCork, una città vivace che “nelweekend si riempie di gente e

dove i pub diventano stracolmi. Misto divertendo nelle serate, anchese esiste il limite, che nonconoscevo, dei 21 anni compiutiper poter entrare nei pub e nellediscoteche”.Dell’impegno lavorativo Gabrieledice: “A dir la verità mi aspettavoqualcosa di più dallo stage che stosvolgendo. Sono in una ditta fuoridal centro, per cui teoricamentedovrei prendere il treno e farealmeno 6 km in bicicletta perraggiungere il lavoro e 6 pertornare a casa. In queste 3settimane fortuna vuole che abbiatrovato un passaggio in auto. Ildiscorso della distanza però sipotrebbe superare se svolgessi unlavoro che mi coinvolgessemaggiormente. Nella ditta, Epi­Light Ltd, svolgo la mansione diassemblatore, anche se in realtàfaccio i lavori che nessuno vuolefare, ripetitivi e noiosi. Non stannomigliorando quindi le mieconoscenze nel settore meccanico,nel quale mi sono specializzato. Lepersone sono comunque gentili edisponibili”.Gabriele che ha deciso di fareun’esperienza all’’estero non soloper ampliare le sue abilitàprofessionali ma anche, sottolinea,“per migliorare il mio inglese,ampliare il mio bagaglio

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personale, vedere nuovi posti epersone, insomma, fareun’esperienza unica”, vive questomomento della sua vitariconoscendo che Cork è “un postocarino e che si differenzia dal suopaesino italiano per la moltitudinedi gente che si può incontrare eche ha tantissima voglia didivertirsi”.Poi pur rammaricandosi di come inItalia manchino oggi” la gentilezzae l’onestà delle persone”, rimanefedele al suo paese che ritienemigliore rispetto all’ Irlanda “unpaese che ha iniziato il suosviluppo da poco e non ha la storiaitaliana”.

saverio in irlandacon sismobility

Saverio Pellacani è del segno delloScorpione, suona la chitarra egioca a pallavolo a Cavezzo, unposto in provincia di Modena che“definirlo città sarebbe un po’esagerato, ma lì vivo con la miafamiglia e i miei amici e quindi vabene!”.Saverio ha conosciuto il progettoSismobility della Regione EmiliaRomagna grazie alla sua scuola eall’orientamento svolto da IFOAed è partito per Cork, la secondacittá per grandezza dell’Irlanda.Dorme in uno studentato inperiferia e quindi si è attrezzatocon una bicicletta per andare incentro: essendo solo diciottennegli è vietato l’ingresso ai pub mapuò incontrare fuori dai localimolte persone che affollano lacittà.Saverio racconta: “Il lavoro in

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questo momento è la nota dolentedell’esperienza dato che insostanza non faccio nulla che mipossa servire in futuro: per oradevo solo navigare su internet allaricerca di società di energiarinnovabili… Comunque ho sceltodi venire all’estero perché è unsogno che ho da ormai moltianni, volevo anche vedere comeme la sarei cavata da solo, volevomettermi alla prova e fareun’esperienza sia lavorativa chelinguistica. Nonostante vi sianoalcuni lati negativi, sono contentodi avere fatto questa scelta eprobabilmente la rifarei, perchésono convinto che fare il maggiornumero di esperienze diverse siaimportante”.Anche le differenze più banaliservono a crescere e Saverioelenca una serie cambiamenti chesta vivendo” Le diversità che hocolto subito sono riferite al tempoe al cibo. L’estate è più freddarispetto a quella italiana ma per finqui il tempo è stato bello e quindinon mi lamento. Il cibo in Irlandacosta molto e non ha la qualitàitaliana, non tutto perlomeno.Bisogna adattarsi a mangiarequello che si può, per fortuna ilrimborso spese non è esiguo e nonsi rischia certo di morire di fame.Man mano che mi sono addentrato

nella cultura irlandese, fatta di pubsemibui e gente che canta perstrada, mi sono reso conto che gliirlandesi, probabilmente anche perle grosse quantità di alcool cheassumono, sono personeveramente amichevoli con le qualisi può passare una serata o anchesolo qualche minuto, così per caso.Questa apertura verso glisconosciuti, per fortuna, non èdovuta soltanto alla birra: anche imiei coinquilini sono sempremolto disponibili a fare duechiacchere. É solo venendo inIrlanda – aggiunge Saverio – chemi sono reso conto che l’Italia, cheviene sempre insultata e ritenutanon a livello degli altri paesi, èavanti anni luce su molti aspetti.Se devo rimproverare qualcosa almio paese posso dire che ritengomanchi un po’ di culturainternazionale. Credo ad esempioche nelle scuole bisognerebbeinsegnare maggiormente l’ingleseperché questa sarà una linguasempre più necessaria, poidovrebbe essere obbligatorio lostudio di una seconda lingua, masoprattutto dovrebbero essere datemaggiori possibilità agli studentiche vogliono fare un’esperienzaall’estero, magari limitandol’accesso solo ai più motivati. E’solo viaggiando un po’ che si

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cresce davvero, e adesso che hoprovato cercherò di continuare afarlo il più possibile”.

vittorio a Ashbournecon sismobility

Vittorio Bui, un giovane diNovellara, cittadina dellaprovincia di Reggio Emilia, con ilprogetto della Regione EmiliaRomagna “EuropeanExperience”coordinato dallaFondazione Enaip, e realizzato daIFOA e CFP Bassa Reggiana, èpartito per Ashbourne, una piccolacittadina della Contea irlandese diMeath, che si trova a circa 30minuti da Dublino.“Grazie al progetto EuropeanExperience – racconta Vittorio –svolgo un tirocinio di tre mesipresso Bookabed.ie unacompagnia di grossisti per agenziedi viaggi. Ho scelto di fare questa

esperienza all’estero per vederecose nuove e lasciare il “nido”.L’unico modo per vedere il mondoè viverlo”.Le prime impressioni di Vittoriosul mondo irlandese nascono dalconfronto con la realtà italiana” Mimancano le temperature e il ciboma soprattutto il fatto di uscire perincontrarsi in piazza: non ci sonopanchine in città che invitino allasosta e alla conversazioneall’aperto! Sarà che il concetto diagorà qui non esiste e il pub è illuogo prediletto, per non direunico, dove si può fareconoscenza. Comunque la città ècarina ed è tutta nuova, ma è unpo’ asettica visto che tutti abitanoqui perché costa relativamentemeno, ma si spostano per lavoro etempo libero a Dublino. Purtroppomuoversi con i mezzi pubblici èproblematico perché costoso: 30minuti di autobus per raggiungereDublino costano 8€”.Vittorio è arrivato alla conoscenzadi European Experience per caso,ma conosceva IFOA già da tempoavendo frequentato un corso disistemista di reti specializzatonella sede di Bologna.

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francesco in irlandacon sismobility

Francesco Cilia di Mirandola(MO), 18 anni, ha terminato laquarta Liceo Scientifico, suona ilpianoforte, ascolta un sacco dimusica e adora la Nutella.Ora, con il progetto Sismobilitydella Regione Emilia Romagna sitrova a Cork, “la cittá che con isuoi circa 120mila abitanti,dovrebbe essere la seconda/terzapiú popolata d’Irlanda”.Francesco racconta conentusiasmo: ”Vivo in unappartamento condiviso con altritre ragazzi in uno studentato a dueminuti dal centro. La sistemazioneè fantastica, ognuno ha la suastanza poi ci sono cucina,soggiorno e bagni condivisi. Siparla e si scherza spesso e nellostudentato ogni weekend è festacon party che si alternano nei treappartamenti. Cork è una cittàdavvero accogliente, con servizi,

negozi e locali per ogni necessità,mi ci trovo molto bene”.Confessa scherzando che è venutoa Cork per “ Berebirraaaaaaaaaaaa!… cercando dientrare in ogni pub della cittá”. Inrealtà il suo tirocinio si svolge inuna palestra in centro ”Il mio ruoloprevede attività generiche:accogliere nuovi clienti, scrivereemail, assicurarsi che tutto sia inordine. All’inizio ero un po’scettico, credevo che un impiegosimile potesse darmi davveropoco. Devo riconoscere che è ilcontrario: essendo la mia primaesperienza lavorativa imparonuove cose ogni giorno, ho lapossibilità di relazionarmi con lepersone e questo significaconversare molto e ovviamente ininglese. Gli Irlandesi poi ingenerale mancano diorganizzazione quindi il lavoro quiè potenzialmente infinito proprioperché c’è sempre qualcosa chepuò essere migliorata”.Lo scopo di questa esperienzariguarda non solo la sferaprofessionale ma si rivela comeuna possibilità per arricchire sestesso ”Voglio migliorare il mioinglese, fare nuove amicizie,esperienze interessanti in unambiente diverso dal solito. Miofratello aveva partecipato ad un

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progetto di mobilità l’estate scorsae mi aveva incuriosito parecchio.Per questo ho deciso di cercarequalcosa di simile, non importavatanto dove andassi a finire, volevosolo andare fuori dall’Italia per unpo’ e vedere cosa c’era fuori “adaspettarmi. In realtá – continuaFrancesco – ancora niente mi halasciato a bocca aperta ma sonofiducioso e credo sia soloquestione di tempo… Più che altrociò che apprezzo in questomomento sono la miaindipendenza e libertà. Mi devocompletamente autogestire equesto, oltre che ad essere unasfida impegnativa (gestire tutto,dalla spesa alle lavatrici, senzacombinare qualche disastro puóessere impegnativo all’inizio),regala soddisfazioni e tantodivertimento. Credo sará difficilepoi tornare a casa e riabituarsi allavita di prima”.Dall’Irlanda Francesco volge losguardo all’Italia e la distanza loaiuta a delineare con idee moltochiare un profilo nitido “Hosempre l’impressione che all’Italianon manchi niente. Non hoviaggiato molto (ci sto lavorando),sono italiano (e quindi di parte),ma per quel poco che ho vissutonegli altri Paesi, sono sempretornato a casa convinto che qui

avessi sempre qualcosa di più, chefosse il bidet in bagno o il buonpiatto di pasta a pranzo, il risultatonon cambia. Qualcosaeffettivamente manca, esicuramente l’Italia deve risolverealcuni problemi che la tormentanoda lungo tempo, prima tra tutti lapolitica. Idee e linee di governopiù aperte potrebbero dare alnostro Paese quello che ora c’è maviene trascurato, come il mondodella ricerca”.

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alessandro in irlandacon sismobility

Alessandro Fiorini di ReggioEmilia sta vivendo con IFOAMobility un’esperienza di lavoroall’estero, in Irlanda.In una cittadina dell’Irlanda stasvolgendo uno stage che haottenuto grazie all’opportunitàofferta dal progetto della RegioneEmilia Romagna “Sismobility”,coordinato e realizzato da IFOA.Alessandro conosceva già IFOA edopo aver frequentato un corso diformazione ha tenuto monitorato ilsito in cerca di nuove opportunitàed ha conosciuto il progetto di IfoaMobility.Durante il suo stage in Irlandalavora come graphic designer,ma gli obiettivi che lo hannospinto a partecipare a questoprogetto sono molti: migliorarel’inglese, conoscere nuove

culture e modi di vivere, maanche impegnarsi in una nuovaesperienza che per le suecaratteristiche lo porteràsicuramente a crescere dal punto divista professionale e umano.Come a tenti anche ad Alessandrodell’Italia manca soprattutto ilcibo, mentre dell’Irlanda lo hacolpito molto la grande ospitalità,un po’ meno il tempo e la pulizia,che giudica davvero pessimi.

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maryna in poloniacon sismobility

Maryna è una studentessa dellafacoltà di Economia “MarcoBiagi”, ucraina di origine eaffezionatissima a Modena, suacittà di adozione. Con#Ifoamobility ha trovato alcunerisposte al suo essere “una personamolto attiva a cui piace faretantissime cose diverse, conoscerepersone e fare esperienze nuove”.Maryna, con il progettoSismobility della Regione EmiliaRomagna, si trova in Polonia nellagrande città industriale euniversitaria di Łódź, situata nelcuore del paese, tra Cracovia eVarsavia che “ a differenza diModena è sempre molto viva. Quitutti lavorano e trovano tempo perstaccare a tutte le ore!.”“Vivo in un appartamento spaziosoe luminoso, in una zona comodadalla quale posso raggiungere

facilmente con i mezzi 24 su 24via Piotrkowska , il luogo piùamato dai nativi e non”, continua araccontare Maryna. “Lavoro per 3giorni alla settimana presso lasede polacca di un’aziendaitaliana di packaging dove seguola procedura di rinnovo dellacertificazione ambientale ISO ealtri 2 giorni lavoro pressol’ufficio contabilità & finanzadella fondazione che si occupadello sviluppo diimprenditorialità. I compiti sonoattinenti al mio percorso di studioe quindi sto imparando moltoseguendo diversi aspetti pratici enel frattempo faccio centinaia didomande (ove barriere linguistichelo permettano!) sullo stile di vita,cultura, lavoro che mi permettonodi conoscere direttamente questopaese. Posso dire che il tempo stavolando senza che me neaccorga!”Per Maryna #ifoamibility è stata lapossibilità di rispondere a unbisogno maturato nel tempo “Hosentito che mi avrebbe fatto beneprendere e partire, ma nonsemplicemente per un viaggio dipochi giorni o per una vacanza. E’stato il desiderio di integrarsi inun’ambiente diverso dal propriocon tutto quello che comporta, ilmovente principale che mi ha

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spinto verso questa esperienza,perchè è questo un modo permettere alla prova le diverse abilitàe la capacità di problem solving. Acasa mia, sicuramente non sarebbestato esattamente lo stesso!”Non mancano le considerazionisulle diversità dell’ambientesociale e lavorativo “Italia ePolonia sono due paesi diversisotto molti punti di vista. L’ Italia èun paese con economia matura eun mercato di lavoro pocopromettente, soprattutto per igiovani. In Polonia si respiraun’aria diversa, è come un fioreche si schiude. Al decimoanniversario dell’entrata nell’Unione Europa, la Polonia è unpaese che pone molta fiducia nelfuturo, ci sono molti investimenti,flessibilità del mercato di lavoro,prospettive di crescita salariale. Illavoratore è molto tutelato, costodel lavoro e peso fiscale sonoaccettabili per espandere attivitàproduttive in serenità. Anche lamentalità è diversa in quantosicuramente risente del passatostorico, ma vi sono molti slanci diapertura e voglia di instaurarerelazioni con gli altri paesi! LaPolonia non è un paeseMediterraneo e con questo dicomolto! Persone sono molto gentilie propositive, con spiccato senso

civico e di rispetto delle regole mamanca quella solarità spontanea!Tante volte mi chiedono perchésono di buon umore, sorrido, ridovisto che per loro è naturale avereun’ apparenza seria. In compensoreagiscono al “mal tempo” delclima continentale molto bene enon si lamentano mai.Nell’ambiente di lavoro sonomolto intensivi e attenti..menomale che esistono pause the’altrimenti si farebbero 8 ore dilavoro di fila (non esiste una pausapranzo che superi 15 min.!) senzabattere ciglio”.Maryna ha conosciuto#ifoamobility consultando ilportare della regione Emilia­Romagna mentre cercavainformazioni su vari argomenti”E’stata una ‘scoperta’ veramenteinteressante, da tenere d’occhioper opportunità di studio, mobilità,imprenditorialità ecc. e con unostaff giovane e molto disponibile!:)”.

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chiara micol in portogallocon eu experience

#ifoamobility continua araccontarsi con la voce di ChiaraMicol Lugli, 23 anni a giugno,laureata in Scienzedell’Educazione all’Università diBologna, che vive tra Rolo eCorreggio , nella Bassa Reggiana“una terra ricca di storia e distorie, di luoghi e di persone,quelle di cui si parla in famiglia:storie di rivendicazioni, diritti ecooperativismo, e quelle che sistudiano sui libri”.La sua casa? due letti, duespazzolini da denti, duegatti….Rolo è una piccola realtà eChiara, che da circa 5 anni fa partedell’associazione “Onlus Rock inRolo”, insieme agli associati, fa ilpossibile per vivacizzare il paesedi circa 4000 anime ma a volte,anche questo, non basta.#ifoamobility è scegliere un paesee partire per alcuni mesi. Grazieal progetto della Regione Emilia

Romagna “European­Experience”,coordinato dalla FondazioneEnaip, e realizzato da Ifoa e CFPBassa Reggiana, Chiara ora sitrova a Lisbona, in Portogallo.“Più precisamente vivo nellaperiferia della città, vicino aCorroios. Condivido casa e lavorocon Bea, Lara e Ivo: come nellebarzellette “…eravamo io,un’italiana, una spagnola e unmacedone…”; in casa nostra siparla un misto di Italo­anglo­portoghese ecc… ma ci capiamobene! e cerchiamo di trovare ognimomento buono per conoscercimeglio! C’é chi gira in mutande,c’é chi non vuole mai andare aletto e chi deve studiare. Siamo unbel branco! E di sera, quando nonsi puó uscire perché la cittá élontana (circa un’ora di strada tratraghetto e bus) ci concediamo unabirra o un bicchiere di vino nellanostra cucina gialla e blu!”#ifoamobility è lavorareall’estero. Chiara racconta“Lavoro per l’associazione RATO­ADCC che si occupa diinformatica e di formazioneinformale. Durante l’anno svolgeprogetti con le scuole ed è in primalinea per incentivare la mobilitàeuropea dei giovani. Ora,purtroppo per me, che non sonoesattamente un’esperta di

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computer, non ci sono progetti inatto, ma ci sono molti siti daaggiornare con le passate attività,per questo a volte non mi sentomolto utile nell’ambiente dilavoro, ma cerco di imparare il piùpossibile e di capire come la miaformazione possa essere utileall’associazione. Per fortuna cisono i fine settimana: le gite fuoriporta e i locali in centro, le ondedell’oceano, il vento, il sole e levie colorate e piene di musica!”#ifoamobility è anche sfidare ilcambiamento: “Durantequest’anno ho deciso di farequalcosa per me, scegliere io perprima qualcosa per la mia vita,così ho inviato la domanda ad Ifoa.Una sfida personale. Ne é valsa lapena, ma sono qui da sole duesettimane e non mi sembra di avergià superato tutte le difficoltàiniziali. Primo grande scoglio perme è stato ed è la lingua, ma sonofortunata: sia a casa che sul lavorosono tutti molto pazienti edisponibili”.#ifoamobility è riflettere ecogliere le differenze:” All’ Italiamanca, secondo me, il sapervalorizzare ciò che possiede, tuttociò che il resto del mondo ciinvidia e che noi italiani rischiamotroppo spesso di dare per scontato.Bellezze uniche e personalità

stravaganti vengono abbandonate ese ne vanno all’estero cercando unposto che le accolga per quello chesono. E temo che il circolo viziososia appena cominciato…IlPortogallo è stata una sorpresa (intutti i sensi): colori, storia,l’oceano e le strade che ti portanoin angoli che non immaginerestimai. Ovviamente abitare in unposto più centrale mipermetterebbe di vedere molte piùcose, e persone diverse, ma facciotesoro dei momenti liberi per farepiù cose possibili! Una volta che siparte credo che si inneschi inognuno di noi un meccanismo dicuriosità e fame di cose nuove percui, personalmente, sto giàfacendo progetti per il prossimoviaggio!”#ifoamobility è anche tornare “InItalia mi aspetta il colloquio perl’ammissione all’Accademia diBelle arti di Bologna e poi, spero,l’inizio delle lezioni”.Ci si può imbattere in#ifoamobility così “Quando hotrovato su internet il bando perpartire stavo cerando altro, nonpropriamente un’esperienzaall’estero, ma piuttosto qualchecorso post­laurea, invece eccomiqui. Non sono ancora convinta chesia il posto giusto per me, ma civuole tempo per capire tutto, per

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capire come stare bene lontanodalle proprie sicurezze e comeentrare a far parte di altro”.

francesca nelle fiandrecon sismobility

#ifoamobility dà la parola aFrancesca Zanni ­ 26 anni, diCarpi, la cittadina in provincia diModena “un tempo famosa per lamaglieria, ultimamente più per ifenomeni sismici”. Francesca dopouna laurea triennale in Storiaorientale, durante la quale hacercato di imparare anche un po’di arabo, e una in CooperazioneInternazionale, ha fatto due diverseesperienze lavorative ma,racconta” la crisi e la situazionegenerale in Italia me le hannosottratte. Così, in attesa di unfuturo migliore, o meglio, percostruirne uno, dato che non credoche niente caschi dal cielo, hodeciso di partire per un’esperienza

di lavoro all’estero”.#ifoamobility, destinazione Gent- “Con il programma Sismobilitydella Regione Emilia Romagna,coordinato da IFOA, sono partita il22 Agosto 2014 per Gent, nelleFiandre Orientali, in Belgio. Hotrovato un alloggio tramite il sitoAirbnb e finora mi sono trovataveramente molto bene. Abito a 10minuti di bici da lavoro che è nelcentro città, quindi è davverocomodissimo, dato che la ragazzache mi affitta la camera mi prestaanche una bici. Il centro di Gent èveramente bellissimo: mi perdo acamminare tra le tante chiesegotiche del centro medievale dellacittà, mangiando cuberdons ewaffle o sedendomi lungo il fiumea bere una birra. Tutti, ma davverotutti, parlano inglese, quindi anchese la lingua ufficiale è l’olandesecomunicare non è davvero unproblema”.Imparare lavorando all’estero -

“Lavoro alla Voka Kamer vanKoophandel, la Camera diCommercio delle FiandreOrientali, che è anche enteintermediario del progettoSismobility. I miei compiti sonodiversi: aiuto nel management dialcuni progetti europei,nell’organizzazione dei meeting edegli eventi che la Camera

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promuove, nella chiusura erendicontazione dei progetti. Stoimparando un sacco di cose nuovesui progetti europei e sullerelazioni internazionali, sia per ilfatto di essere all’estero, e quindiconoscere una realtà di lavorodiversa, sia perchè la Camera diCommercio mi dà la possibilità dilavorare con le aziende delterritorio e con quelle estere. Laparte delle relazioni internazionaliha davvero un ruolo predominante.Questo mi permette di conoscerele attività della camera dicommercio, di imparare amuovermi sul lavoro e anche dipraticare le lingue che conosco:Inglese, Francese, Spagnolo grazieal fatto che il contatto con leaziende è costante per le attivitàdei progetti”.#ifoamobility per conoscersimeglio - “Ho passato più di unanno lavorando presso la Provinciadi Reggio Emilia, e uno dei mieicompiti era la gestione dei progettidi mobilità Leonardo. Hoconosciuto un sacco di ragazzi eragazze della mia età che partivanotramite i nostri progetti enonostante fossi contentissima diavere un lavoro, un po’ liinvidiavo, dato che a me sarebbesempre piaciuto partire, ma peruna serie di eventi avevo sempre

rimandato l’idea di farlo. Cosi’, hodeciso di fare domanda anche io esono passata dal “dietro le quinte”al vivere io stessa una di quelleesperienze. Ne vale sicuramente lapena, non solo per quello che siimpara dal punto di vistalavorativo, ma anche per quelloche il vivere all’estero comportasemplicemente dal punto di vistadell’insegnamento umanamente.Avevo voglia di prendermi un po’di tempo per me, per capire cosavoglio e posso davvero fare, capirequali sono i miei limiti e per usciree vedere il mondo in primapersona”.Italia e Belgio sotto la lente - “InItalia manca la voglia di investiresui giovani. E’ vero, i giovani nonpossono aspettarsi che il lavoro ele opportunità cadano dal cielo. Iosono stata fortunata, ho lavoratodal giorno dopo la laurea e non misono mai fermata. Mi sono sempredata da fare, ho fatto tanti lavoridiversi, ognuno bellissimo nellasua peculiarità, ma comunque nonè stato sufficiente per l’agognatocontratto. Qui in Belgio l’ufficiodove lavoro è in gran partecostituito da giovani, con contrattiveri. Tutti loro vivono da soli, sisono emancipati dalla famiglia giàdai tempi dell’università eriescono a mantenersi. Sono molto

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invidiosa delle loro opportunità, inItalia è davvero molto diverso.Gent è una città bellissima:innanzitutto essendo una cittàuniversitaria è piena di giovaninon solo originari di qui maprovenienti un po’ da tutta Europa,poi è piena di posti nuovi dascoprire, sentieri diversi dapercorrere. Tutti si spostano inbici, sempre, qualsiasi sia lacondizione atmosferica o laquantità di pioggia che cade. Unadelle cose che ancora misconvolgono è il clima. Capirecome vestirmi la mattina èun’impresa, e comunque azzeccarel’abbigliamento è raro. Maiguardare come sono vestiti gliautoctoni, o meglio, si può fare,ma se sei italiano aggiungi un paiodi maglie a quello che indossanoloro! Non sapevo bene cosaaspettarmi dall’ambiente di lavoroma sono molto soddisfatta, tuttisono gentili e la collaborazione èsempre piacevole e fruttuosa.L’ambiente è rilassato nonostanteci siano sempre tante cose da fare,e la gerarchia non è molto marcata.Sono rimasta stupitapositivamente: il primo giorno dilavoro è stato il Managing Directora spiegarmi cosa fa la Camera diCommercio e a darmi ilbenvenuto!”

#ifoamobility, da tempo c’eral’idea - Francesca si è avvicinata a#ifoamobility con una certapreparazione, maturata anchegrazie al suo percorso di studi e dilavoro ”Diciamo che quando hofatto domanda conoscevoabbastanza bene la realtà deiprogetti di mobilità che eranoofferti in Regione dato che eraanche il mio lavoro, ma inparticolare ho trovato il bandoSISMOBILITY direttamenteonline, sul portale di IFOA.IFOA mi ha dato una grandepossibilità, che sicuramentesfrutterò al meglio e sarà una diquelle esperienze che difficilmentedimenticherò nella mia vita…”

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enrico in sassoniacon its europe

Enrico Sasdelli Leone èromagnolo e vive a MassaLombarda, in provincia diRavenna. Con ITS Europe, uno deiprogetti finanziati dalla RegioneEmilia Romagna che fanno partedi #ifoamobility, la linea di attivitàIFOA dedicata alla mobilitàgiovanile, Enrico è partito persvolgere uno stage in Germania.Vive in Sassonia, ad Anhalt­Wernigerode, in un appartamentopresso una famiglia, che è ancheun sostegno nei momenti dibisogno.Una work experience all’esterocon #ifoamobility: “Sono addettoalle vendite nel settore elettrico diun negozio di fai­da­te e di tanto intanto aiuto anche il settore che sioccupa di materiale da costruzioneedile. Il mio stage prevedeessenzialmente il rapporto con la

clientela e questo mi aiuta moltonel miglioramento della linguatedesca specie nell’uso deivocaboli utilizzati nel settore.Sicuramente la mia esperienza disvariati anni in questo ruolo mi staaiutando nel compito diallestimento della zona vendita”.#ifoamobility è un’opportunità:“Soprattutto per migliorare lalingua tedesca, cosa che risultanaturale con le interazioniquotidiane anche perché, a partealcuni rari casi, ho trovato moltadisponibilità da parte dei locali aspiegarmi vocaboli che nonconoscevo o a suggerirmi modi piùimmediati per costruire le frasi, acorreggermi anche nella miapronuncia “un po’ romagnola” conle esse molto accentuate, mentre iltedesco richiede esse e zeta moltopiu’ nette.. Ho ricevuto anche tanticonsigli per visitare luoghiinteressanti, senza spenderetroppo.”#ifoamobility porta a valutare lesituazioni: “Ogni paese ha i suoipregi e i suoi difetti. L’Italiarimane sempre nel mio cuore, ma èvero che qui ci sono molte piùinfrastrutture, più servizi. Aesempio nel piccolo paese in cuivivo ci sono tantissime palestre:questo mi fa pensare che, chissà,forse mi iscriverò in palestra al

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ritorno in Italia”.Enrico ha conosciuto#ifoamobility nel corso biennaleITS che ha frequentato a Ravenna:ha avuto così la possibilità di fareall’estero la seconda workingexperience prevista dal corso.

amine in irlandacon sismobility

Ciao Amine, puoi presentarti inpoche parole?“Ciao! Mi chiamo Amine Laksir,ho 18 anni, quasi 19. Sono nato il18 agosto, e quindi il mio segnozodiacale è leone, che a dirla tuttaforse rispecchia un po’ la miapersonalità. Sono nato a Carpi,vivo a Modena, ma i miei genitorisono originari del Marocco.La cucina italiana mi piace moltoma se c’è una cosa che mi fa

impazzire sono le lasagne, nemangerei a kili! La mia pizzapreferita è la margherita, vado sulclassico ahah… Ho finito lesuperiori quest’anno, e quindi oraposso definirmi un perito, macredo che continuerò sperando didiventare un ingegnere.”Dove ti ha portato questaesperienza di mobilità?“Sono in Irlanda, precisamente aCork. La prima settimana sonostato a Bandon, poi mi hannotrasferito qua da una signora moltogentile e la accomodation è ottima,anche perché sono a 10 minuti dalcentro a piedi… Spesso andiamonei pub, perché in discoteca sotto i21 anni non ti fanno entrare :( quami trovo benissimo, granesperienza!”…E che cosa fai a Cork?“Lavoro all’epi light situata inLittle Island, un azienda checostruisce pannelli, tensor e sioccupa principalmente del campoelettronico ed elettrotecnico. Il mioruolo è quello di aiutare gliimpiegati, e mi vengono affidatediverse mansioni, tra le quali, sedevo essere sincero, alcune sononoiose, ma del resto tutto bene.L’azienda è pulita e il lavoro non èforzato, anzi, puoi lavorare intranquillità e serenità.”Perchè hai scelto di andare

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all’estero?“Ho scelto di andare all’esteroperché è un esperienza lavorativain tutti i casi, imparo molto megliol’inglese in quanto a contatto conmolti irlandesi, e in più potrebbeessere un punto a mio favore nelcurriculum in quanto è unesperienza professionale.Indubbiamente ne vale la pena, ela consiglio a chiunque, in quantopuò tornare molto utile in unfuturo prossimo”E dopo aver fatto questaesperienza, puoi dirci secondo tecosa manca in Italia per igiovani?“In Italia manca la voglia diimparare e di conoscere, manca lacuriosità e i giovani vengonocresciuti in modo troppo viziato,nel senso che tutto ciò che si vuolelo si ottiene, ma come ho potutoconstatare io stesso, la realtà esoprattutto il mondo del lavoro éuna cosa molto diversa. In Italianon si puoi dire che manchil’istruzione, in quanto i professori,soprattutto quelli universitari,offrono un istruzione ottima, e nonper altro la laurea italiana èriconosciuta in tutto il mondo.”Ma raccontaci qualcosa in piùdell’Irlanda dal tuo punto divista…“Qua una cosa che risalta subito

all’occhio è il costo della vita, inquanto una normale spesa a paritàdi beni acquistati, risulta essere piùcostosa dell’Italia, ma d’altrocanto gli stipendi sono molto piùalti, e il tasso di disoccupazione èmolto basso. È un paese moltointeressante, ma a mio parere deveancora evolversi sotto alcuniaspetti, soprattutto se parliamo diarchitettura, e in questo campol’Italia straccerebbe 10 a 0l’Irlanda. La gente qui é moltosimpatica, amichevole e gentile, econ la maggior parte stringiamicizia subito, e la vita qui, ètutta dentro i pub. Quando torneròin Italia farò l’università e chi losa, magari in un futuro potreianche tornare in Irlanda.”E in IFOA come ci sei arrivato?“Ho deciso di intraprendere questoprogetto dopo una comunicazioneletta in classe, e dopo essermiinformato su cosa bisognasse fareper risultare tra i 20 candidatiammessi, ho deciso di provare,sperando di andare in un paesedove si parlasse inglese, e a quantopare mi é andata bene.Sono arrivato qui il 29 giugno, estarò fino al 7 settembre, in quantosono stabilite 10 settimane dilavoro per un totale di 360 ore.Sono entusiasta di essere statoaccettato e soprattutto di svolgere

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questo tirocinio, e ringrazio ifoa el’unione europea per darne lapossibilità ai giovani”.

ana in spagnacon sismobility

Ana raccontaci, dove ti trovi oracon #ifoamobility?Sono partita per la Spagna conSismobility, il progetto di mobilitàdella Regione Emilia Romagnacoordinato da IFOA e mi trovo aSiviglia. Vivo in un appartamentoche condivido con altre persone didiverse nazionalità. Vorrestesapere cosa si fa qui quando si è incompagnia ? Si beve birra ad ogniangolo, ma io sono un’eccezioneperché non bevo.La tua esperienza lavorativaall’estero in cosa consiste?

Sto lavorando in un ostello,l’Oasis Backpackers Palace. Sonoaddetta alla reception. Il miolavoro prevede molti compiti tracui dare il benvenuto agli ospiti efornire loro suggerimenti einformazioni sul luogo disoggiorno e… sempre col sorrisosulle labbra.Quali ragioni ti hanno spinta adintraprendere questo viaggio e avivere questa avventura?Ho scelto di andare all’esteroperché ho voglia di conoscere ilmondo, di scoprire nuove cose, diarricchire la mia conoscenza sullacultura dei diversi paesi.Direi che serve per ampliare il tuoorizzonte, magari cambiare la tuavisione del mondo che è quelloche penso mia stia accadendo. Disicuro sarà utile per il domani eper il mio futuro. Se ne vale lapena? Al 100% Sì. Mi sonoinnamorata di questa città, diSiviglia. Mi sono innamorata dellacultura spagnola. Sono sicura chequesto succede alla maggior partedelle persone. Immergendoti inuna nuova città, vieni assorbito daun mondo mai conosciuto prima,quindi cresce la voglia di esplorareogni piccola stradina, ogniangolino ….Qui è fantastico. Sole,caldo, persone felici, turisti e moltipensieri positivi sono le cose che

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mi circondano ogni giorno.Ora che sei lontana ti sei fattaun’idea di cosa manca ai giovaniin Italia?Cosa manca in Italia?Sinceramente? Adoro l’Italia. Peril momento a me non manca nulla,forse con il passare degli anni saròcapace di rispondere a questadomanda.Finito questo periodo di mobilitàe una volta a casa cosacambierai della tua vita?Adesso sono molte le cose chevorrei fare cui non avevo pensatoprima. Vorrei viaggiare in tutto ilmondo, vorrei conoscere ognipaese, vorrei immergermi nellavita di ogni persona che incontro eassaporarne la vitalità, ma questoper il futuro. Adesso, pensando alpresente, vorrei solamente, al miorientro, visitare tutta l’ Italia,perché mi rendo conto che vivo lìda molto tempo e ancora non hovisitato il sud e il centro del miopaese. La vera novità è che qui iostessa sono molto cambiata. Hocambiato il mio modo di vedere lepersone e se prima non misoffermavo a pensare cosa muovele persone ad agire in un modo onel altro, adesso sì. Ho cambiato lamia visione sul mondo: non loconsidero più come qualcosa disconosciuto, ma come una parte di

me.Ana, per terminare, ci vuoi direcome ti sei imbattuta in IFOA?Ehhhh. Una lunga storia. Sonoarrivata per caso ad IFOA, quindiniente di programmato, ma sonocontenta di questo gioco deldestino.

imane in belgiocon eu experience

Ciao Imane, puoi presentarti inpoche parole?“Mi chiamo Imane Kharmouch,segno zodiacale cancro, pizzapreferita: ai funghi anche se nonsono un amante della pizza…Abito a Parma ma vengo dallalontana e bellissima Agadir, inMarocco”.Dove ti ha portato questaesperienza di mobilità?“Con il progetto EU­Experience,

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finanziato dalla Regione EmiliaRomagna e coordinato da IFOA,ora mi trovo in Belgio,precisamente a Gent, dove dormoin camera mia, bevo il mio caffè…[ho comprato la Moka e il caffè elo faccio a casa ;) ]“.… E che cosa fai a Gent?“Mi occupo di Accounting e graziea questa esperienza stosviluppando competenze incommercio estero e anche nelsettore finanziario, e stomigliorando molto le lingue e laconoscenza della microeconomia.Devo dire che Gent è davverobellissima, in particolar modo dinotte, durante i weekend mi piacegirare in città o scoprire nuovelocalità vicine.”Perchè hai scelto di andareall’estero?“Perchè era ora ;) Desideravo damolto tempo fare un’esperienza diquesto tipo ma c’era semprequalcosa che me lo impediva(lavoro, studio…). Ora finalmentece l’ho fatta e tutto questo, ne sonocerta, mi servirà per svilupparenuove competenze, impararelingue, conoscere e integrarsi innuovi contesti e sfidare i mieilimiti.”E dopo aver fatto questaesperienza, puoi dirci secondo tecosa manca in Italia per i

giovani?“Me lo sono sempre chiesta… amio parere manca soprattutto einnanzitutto un sistema scolasticocompetente che ti dia possibilitàanche di lavorare all’estero, serveuna riforma del sistemauniversitario (troppa bibliografia eniente laboratorio), serve che lagente inizi a viaggiare e conoscaanche altri modi di vivere e dipensare, aldilà dell’Italia! Serveuna classe politica che riesca arispecchiare le capacitàdell’economia reale del Paese, chedia fiducia ai titoli italiani nelmercato mondiale, mancano lepari­opportunità, la trasparenza, lameritocrazia, e soprattutto mancauna coesione sociale e unaconoscenza dei propri diritti, e nonper ultimo un’apertura almulticulturalismo che tutti i paesistanno sperimentando …”Ma raccontaci qualcosa in piùdel Belgio dal tuo punto divista…“Sono qui soltanto da duesettimane e sento che mi sono giàadattata bene a questo posto, mipiace tutto qui ( a parte il cibo),tanto che vorrei viaggiare escoprire tutti i luoghi qui mapurtroppo non posso per mancanzadi tempo!”E in IFOA come ci sei arrivata?

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“Mi sono iscritta alla Newsletter diIFOA per essere aggiornataperiodicamente su tutte le attivitàproposte e tra queste ho trovatoIfoa Mobility… il resto della storialo sapete già ;)”

chiara a bruxellescon eu experience

Destinazione Bruxelles per ilpercorso #ifoamobility di ChiaraMarraffa, una ragazza neolaureatain International Management cheha lasciato Galliera, il paese in cuivive in provincia di Bologna, perquesta esperienza all’estero.Bruxelles: cosa ci raccontiChiara del tuo arrivo nellacapitale europea?Sono partita per il Belgio, indirezione di Bruxelles, colprogetto European Experience

della Regione Emilia Romagnacoordinato da IFOA. Prima delmio arrivo conoscevo ben pocodella città, e ancor meno dellacultura belga in generale. Ma dopoquasi tre settimane qui stoiniziando a capire almeno tre cose:la difficile situazione di questoPaese nella sua ripartizionelinguistica tra il francese ed ildutch,le mille opportunità chevengono date alle startup e aigiovani con idee nuove, ed infine,ma non meno importante,apprezzare la birra belga.In cosa consiste il tuo tirocinio?Per 3 mesi lavorerò in un’impresache si occupa di organizzare eventiintra­aziendali. Nonostante siaancora una startup, Of”cores hasede sia a Bruxelles che a Gent. Ilmio ruolo è quello di Marketingand Communication Coordinator,quindi tutto ciò che è creazione deisiti per gli eventi, oppurerealizzazione di brochure persponsorship o ancora relazioni coifornitori e clienti. Grazie allagiovane età di Of”cores e allafiducia del mio capo, hol’opportunità di sperimentare eagire con molta autonomia,insegnando al mio stesso tutorl’utilizzo di programmi nuovi a meprima sconosciuti.Qual è stato il motivo che ti ha

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spinta a fare questa esperienza?La scelta di andare all’estero èstata dettata sia dalla situazionelavorativa in Italia, dove unalaurea magistrale in managementnon è più sufficiente. Al giornod’oggi bisogna lottare per trovareun lavoro, sia all’interno dell’Italiache fuori, e per essere piùcompetitivi ed appetibili nelmercato internazionale èindispensabile una conoscenza didiverse lingue e culture. Vivereall’estero ha sempre rappresentatonel mio immaginario una sorta diregalo, anche nel caso in cui nonsoddisfacesse tutte le mieaspettative. Rimaneva comunquequalcosa di nuovo ed eccitante.Penso che siano proprio i problemia cui si va incorno abitando in unpaese straniero e l’ingegnoimpiegato per trovarne le soluzioniche mi abbia spinto a spostarmi aldi fuori della mia nazione. Lacuriosità nel conoscere culturediverse ed il continuo mettersi ingioco con se stessi credo siano lemotivazioni fondamentali deigiovani che partono per andare avivere all’estero.Come giudichi la situazione inItalia per i giovani?Penso che in Italia manchi lafiducia nei giovani e quindi leopportunità per farsi valere

lavorando per un mercato con unpotenziale inestimabile. Bastipensare al Made in Italy, copiato eammirato in tutto il mondo, natograzie alle piccole­medie impreseche hanno fatto di tradizioni equalità un marchio diffuso in tuttoil mondo. A mio modesto parere,l’Italia avrebbe bisogno di unosvecchiamento poiché non potràsopravvivere a lungo vivendo diluce riflessa degli anni passati.L’arrivo delle grandimultinazionali ha inevitabilmentealterato il mercato italiano,pregiudicando la chiusura unaporzione sempre maggiore diquelle piccole­medie imprese chefino ad ora ci hanno fatto brillare,distinguendoci dagli altri paesi.E invece le tue valutazioni sulBelgio?Sicuramente il Belgio lo definireiun punto nevralgico per tutte lepersone che vogliono creare unproprio business. A differenzadell’Italia, qui lo Stato crede moltonei giovani ed è pronto asupportarli offrendo loro unaquantità incredibile di bandi doveviene messa a disposizione unimportante somma di denaro.Soprattutto a Bruxelles, lacreatività e l’energia dei giovani èpalpabile in tutta la città e indiversi campi. Dalle imprese tech

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all’arte, tutto è in continuaevoluzione e, nonostante io vivaqui da poche settimane, non possonon essere travolta da quest’ondadi determinazione e voglia di fare.Infine raccontaci: come seiarrivata ad IFOA?Ad IFOA sono arrivata per caso,proprio mentre cercavo dei bandiper poter effettuare un tirocinioformativo all’estero.

luca in belgiocon sismobility

Il cammino con #ifoamobility diLuca Salini, 26 anni, parte dallaprovincia parmense, esattamenteda Noceto: in tasca una laurea inRelazioni Internazionali e nelcuore una vocazione cosmopolita,visto che si porta dietro qualcosadi tutti i luoghi in cui gli è capitato

di studiare o lavorare in questianni: Siena, Málaga, Toronto,Parma, ora a Bruxelles e (prossimatappa) Vienna. La vera difficoltàsta nel far sì che tutte questelocalità non siano cartoline isolate,ma tappe di un percorso lineare!Luca come si leggenell’introduzione a questaintervista la tua anima ècosmopolita: dove è approdatacon #ifoamobility?Con il programma Sismobilitydella Regione Emilia Romagna,coordinato da IFOA, sono partitoper il Belgio e mi trovo a Ixelles,appena a sud­est del centro diBruxelles. Ho trovato sistemazionein una delle zone più fortunatedella capitale belga, a pochi passidagli incantevoli stagni e da PlaceFlagey, uno dei centri nevralgicidella vita notturna, nonché dalcampus universitario di VUB eULB, le università rispettivamenteneerlandofona e francofona.Non è stato facile trovare unasistemazione per un breve periodoa condizioni accettabili, ma condeterminazione, un po’ di sanafaccia tosta e un pizzico di fortunaanche questa sfida è stata vinta.Ora vivo in un appartamentocondiviso con altri 2 ragazzi: ungiovane professionista di originekuwaitiana e uno studente

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libanese. Cerchiamo quanto piùspesso possibile di ritargliarciqualche momento da trascorrereinsieme, anche se durante lasettimana non è sempre facile farcoincidere i nostri orari!A Bruxelles di cosa ti staioccupando?Lavoro alla Federation of BelgianChambers of Commerce,sull’ottocentesca Avenue Louise: imiei compiti spazianodall’assistenza ai project managernella gestione dei progetti a cui laFederazione partecipa in primapersona alla comunicazione(preparazione di infografiche epresentazioni).Iinoltre, stoseguendo l’organizzazione di unevento che si terrà ad ottobre alParlamento Europeo e la raccoltadei dati per un’inchiesta diopinione sullo stato dell’economiaeuropea, coordinando in questicasi l’attività svolta dalle singoleCamere belghe presso i loroassociati. Si tratta di un lavorosicuramente stimolante edinamico, che mette alla prova lecompetenze linguistiche e spinge acolmare eventuali lacune, ma dàanche gratificazioni e possibilità difare network non comuni.Ne sto anche approfittando permigliorare la mia conoscenza delfrancese attraverso un corso serale

in uno dei tanti istituti chepropongono corsi di lingua aprezzi molto competitivi. E poi c’ètutto il resto: dalle serate trascorsecon altri expat o con amici divecchia data ai weekend fuori città(rispetto all’Italia le distanze sonoveramente brevi e i bigliettiscontati durante i fine settimana,un peccato non approfittarne!),oppure in giro per Bruxelles traparchi e musei. Se si hanno adisposizione tempo ed energie asufficienza, si riesce sempre atrovare qualcosa di interessante dafare!Tu hai già fatto diverseesperienze all’estero: cosa, oltrealla vocazione cosmopolita, ti hamotivato a partire?In effetti non è la prima volta checolgo al volo l’opportunità dipartire e non sarà l’ultima, perchéognuna di queste esperienze haampliato i miei orizzonti, nutrito lamia naturale curiosità e abbattutoqualche pregiudizio. Per questo,mi sento nella posizione giusta perpromuovere i progetti di mobilità einvitare calorosamente tutti igiovani (e non solo!) che cileggono a prendervi parte: netornerete molto più arricchiti diquanto diranno il vostrocurriculum e il vostro portafoglio.Che opinione ti sei fatto sulla

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situazione dei giovani in Italia?È un tema che meriterebbe diessere approfondito a parte, noncredo sia nemmeno troppo correttoazzardare grandi generalizzazionia partire dalla propria esperienzapersonale. Quello che mi sento dirimproverare alle istituzioni e allefamiglie italiane è la tendenza aderesponsabilizzare i giovani e aritardare il loro ingresso in società,che fa sì che tanti miei coetaneinon spicchino mai il volo dal nidoe non realizzino per intero il loropotenziale. Credo invece che unavolta raggiunta la maggiore età sidovrebbe essere messi davanti alleproprie responsabilità in modo piùnetto: “adesso tocca a terimboccarti le maniche e darti dafare per migliorare questo mondo”.Questo richiederebbe, però, anchegaranzie per i giovani di poterraggiungere l’indipendenzaeconomica e di poter essereartefici della propria vita, anzichésubirla passivamente rimanendo inbalìa di condizionamenti esterni.Purtroppo, invece, nel modelloitaliano la famiglia supplisce allemancanze dello Stato e dei datoridi lavoro. Credo che anche questofaccia la sua parte nel mantenereun clima ingessato e pocopropenso all’innovazione nelpaese.

E il confronto con il Belgio?Il multilinguismo è una dellecaratteristiche più importanti diBruxelles: con questo non miriferisco solo al suo status bilingueall’interno del Belgio, masoprattutto al fatto che la cittàraduna al suo interno tutti imaggiori idiomi del continentegrazie alla sua condizione dicapitale de facto dell’UE. Viverequi vuol dire quindi sentirsi parteintegrante della famiglia europeaed entrare in contatto nella propriavita quotidiana con i temi di piùstretta attualità: può capitare tantodi gioire assieme agli amiciciprioti per le sorti della lorosquadra del cuore, quanto diperdersi in lunghe discussioni suimovimenti indipendentisti diScozia o Catalogna…Lavorare a stretto contatto conpersone che magari parlano 6 o 7lingue è anche un forte stimolo anon sedersi mai sugli allori, acercare continuamente dimigliorarsi. Purtroppo ladimensione con cui si è abituati afare i conti nella provincia italianaè ben diversa e non sempre aiuta acrescere a livello personale eprofessionale.Passando invece a problemi piùpratici, non si può certo dire cheBruxelles sia una città che non

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dorme mai! Gli orari di apertura diuffici ed esercizi commerciali sonopiuttosto ridotti ed è oltremodocomune ritrovarsi a fare la spesa dicorsa o dover rimandare al finesettimana ogni attività che sidiscosti un minimo dalla norma. Inquesto non guasterebbe un po’ diflessibilità in più.Infine, come sei arrivato alleopportunità offerte dai percorsi#ifoamobility?Il portale della regione Emilia­Romagna sulla mobilitàinternazionale è stata una dellefonti che ho consultato dopo lalaurea, quando mi sono messo allaricerca di nuove esperienzeprofessionali all’estero: così sonoentrato per la prima volta incontatto con IFOA e le suenumerose attività. Una voltapassata la fase di selezione, il teamdi IFOA si è dimostrato moltoattivo nel propormi opportunitàadatte ai miei interessi enell’agevolare la mia partenza: neapprofitto per ringraziarli delladisponibilità.

sara in irlandacon eu experience

Sara, per iniziare a conoscerti,cosa ci racconti di te?Sono un metro e un soldo di caciodi energia. Curiosa, con un unico“must”: IMPARARE. Mi piacecucinare (e mangiare…), stare acontatto con la gente e vedereposti nuovi. Non riesco a staresenza fare niente e ODIO perderetempo! Ho studiato Architettura aParma e lavorato come gelataia ebarista per mantenermi gli studi.Vivo a Reggio Emilia. Per chi nonlo sapesse e`una graaaaaaandemetropoli tra Parma e Modena, inEmilia Romagna. La mia famigliaè originaria di questa città ed èquasta la città in cui finora hosempre vissuto e abitato. Vivo conmamma, fratello e nonna, nella“countryside”, ma molto vicina alcentro­città. Mi piace Reggio; adalcuni può sembrare piccola e

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monotona, ma la monotonia non èun problema per noi che viabitiamo…è un problema di chi èabituato alla city!Ed ora con #ifoamibility eccotiqui! Dove ti trovi esattamente?Con il progetto EU­Experiencedella Regione Emilia Romagna,coordinato da IFOA, sono inIrlanda. Dopo le prime duesettimane trascorse in un paesinodi nome Bandon, vicino a Cork,sono finita in quello che credo siala terza città più grande d’Irlanda:Limerick. Città sul fiume, conpoche vie principali. Per il resto lacittà è tutta da scoprire nei suoi“monumenti­murales” che siincontrano tutt’ a un trattocamminando a piedi. A piedi, ecco:in effetti non ho mai camminatotanto. Qui in Irlanda i trasporticostano davvero molto e così ci siarma di scarpe da running e “viache si va!”. Vivo in una casapiccola, calda e confortevole, maun po’ lontana sia dal centro chedall’università, quindi la sera è unproblema uscire, per due motivi:non ho ancora conosciuto nessunocon cui potermi gustare una birrala sera in città e se anche fosse,sarebbe molto dispendioso tornaretutte le volte in taxi e mi è statosconsigliato nelle ore notturne difare la strada a piedi.

Speriamo che questo latomigliori….Di cosa ti occupi nel tuo stageirlandese?Sono Architect Assistant. E`moltobello che sia riuscita a trovare untirocinio che mi permetta dimettere a frutto quello per cui hostudiato. Nei weekend per ora nonmi sposto per i motivi che ho giàdescritto. Ma durante la settimanami godo una città nuova, connuove abitudini e nuovi volti. Illavoro è per ora abbastanzainteressante, l’orario èimpegnativo e ho tutto daimparare! Spero prossimamente dipotere allargare il mio campo diattività occupandomi anche diarchitettura industriale e non solodi progetti residenziali comequelli che sto attualmenteseguendo.Che cosa ti ha spinto versoquesta esperienza all’estero?La voglia di viaggiare e di vedereposti nuovi. La sete di conoscenzadi culture diverse dalla mia. Ilbisogno di incontrare nuova gentee di confronto con altre persone.La consapevolezza che senzal’inglese “non vai da nessunaparte”. Infine la necessità dicominciare a pianificare una vita aldi fuori del nucleo famigliare:perché non cominciare proprio con

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un’ esperienza all’estero che primanon avevo avuto la possibilità difare?Quali sono, secondo te, gliaspetti più carenti dell’Italia,verso i giovani?Penso che in Italia manchiinnanzitutto la fiducia nei giovani.Il mondo sta cambiando però: oranoi giovani non siamo più dispostia rinunciare a ciò per cui abbiamotanto sudato/studiato. Da qui lacosiddetta “fuga dei cervelli”.Credo che se avessimo unaminima possibilità di realizzarcinella nostra madre patria, unabuona parte di noi resterebbe inquello che è considerato il più belpaese al mondo!!!E dell’Irlanda, quale opinione tisei fatta?Quello che mi ha colpito è inprimis la “minor densità”. Mispiego: tutto è meno intasato, piùdiluito. Dai ritmi più lenti, allaminor fretta, al tempo pazzo esovrano che decide quando fartifermare e bloccarti in casa per unatempesta. In Italia ero abituata ariempirmi la vita di impegni, dilavori, ma mi mancava il tempoper me stessa; qui riesco ad averlosenza fatica. Sicuramente la miapiccola lezione sarà di ritagliarmisempre un piccolo spazio da ora inpoi e quando tornerò a casa…chi

lo sa? Voglio tenermi tutte lestrade aperte!Come sei arrivata a conoscere iprogrammi #ifoamobility?Tramite un amico che mi haavvisato di questo progetto IFOA:era l’ultimo giorno utile dicandidatura!

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martina a corkcon eu experience

Martina Rinaldi, 25 anni, vive aFerrara. Nel segno zodiacale deltoro sta l’origine del suo essereuna persona determinata. Laureatanel febbraio 2014 in Strategiccommunication and graphicdesign, ha lavorato per un anno emezzo come graphic designernell’ufficio comunicazione emarketing presso un’azienda diPadova. Ora vorrebbe concentrarsisul mondo dell’event management.Martina hai lasciato Ferrara perquale destinazione europea?Grazie al progetto della RegioneEmilia Romagna “European­Experience” sono partita il 7Settembre 2014 con destinazioneIrlanda. Ho trascorso le prime duesettimane a Bandon, cittadina dicirca 6000 abitanti nella contea diCork. Successivamente horaggiunto la mia destinazione

finale spostandomi verso il centrodell’isola presso Ballinasloe.Nel cuore dell’Irlanda di cosa tioccupi?Lavoro presso AOIFE(Association of Irish FestivalEvents) che si occupaprincipalmente di fornire serviziper Festival ed Eventi che sisvolgono in tutta Irlanda. Inoltreda non molto si sta occupando dirilanciare il turismo e l’economiadella cittadina attraverso il teatro.Il mio ruolo di event assistant èquindi di seguire l’organizzazionedegli eventi all’interno del TownHall Theatre, di conferenze eseminari, mantenere contatti con iclienti e cercare nuovi potenzialimercati in Europa.Cosa ti ha spinto ad andareall’estero?Desideravo da molto tempo vivereun’esperienza all’estero. Ho sceltodi andare all’estero innanzituttoperché mi piace viaggiare,conoscere nuove culture e modi divivere. Inoltre è un’ottimaopportunità per migliorarel’inglese e affrontare una nuovaesperienza di vita e lavorativa.Secondo te cosa manca in Italia ecome vivi il confronto conl’Irlanda?Ancora non ho capito esattamentecosa manchi in Italia. Quello che

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ho percepito finora qui in Irlanda èche il sistema scolastico è moltopiù rigido, le persone sono piùrispettose dell’ambiente e deglispazi comuni, l’ambiente di lavoroè rilassato nonostante ci sianosempre tante cose da fare però si èliberi di gestire l’orario d’ufficioanche sulla base delle proprieesigenze senza sacrificare la vitaprivata.Il tempo qui cambiaspesso: un momento c’è il sole equello dopo nuvolo e pioggia. Lepersone sono molto ospitali eamichevoli. La cosa bella di questaesperienza è che puoi conoscerepersone di altre nazionalità evivere il confronto con culture eabitudini diverse.E IFOA, come ci sei arrivata?Ho conosciuto IFOA el’opportunità di questa esperienzaper caso attraverso il comune diFerrara. Ringrazio IFOA, l’UnioneEuropea e la Regione Emilia­Romagna per avermi dato questaopportunità.

behrudin in spagnacon its europe

Ciao Seadinovsky, puoiraccontarci qualcosa di te?“Ciao, sono Behrudin Seadinovski,ho 19 anni e frequento il corso ITSdi Ravenna. Le mie origini sonoMacedoni, ma vivo ormai da 16anni in Italia, in provincia diRavenna.”Ed ora grazie al progetto dimobilità dove ti trovi?“Con il progetto ITS EUROPE –Work Experience sono partito perSalamanca in Spagna. La città èbella, grande e ricca di cattedrali,Università ( una delle più anticherisale al 1200), musei, ponti etorri.”Che cosa ci fai in Spagna?“Il mio principale obiettivo èquello di fare un’ esperienza

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lavorativa nel settore delle energierinnovabili. Nell’impresa dove stofacendo lo stage ci occupiamodella manutenzione e riparazionedi impianti fotovoltaici ed eolici.Per adesso mi sono occupato piùdel fotovoltaico, con la riparazionedi pannelli, inverter e sistemi diposizionamento automatico. Ognigiorno c’è sempre qualcosa dinuovo da vedere ed imparare.Vengo trattato molto bene, propriocome un Tecnico che staapprendendo. Oltre all’aspettopratico sto imparando arelazionarmi e a rispettare ericonoscere i ruoli dei colleghi edei capi. Ed ho visto che è unaspetto molto importante, alla basedi tutto direi, che non miaspettavo.”Come mai hai scelto di andareall’estero?“”Ho deciso di fare la miaesperienza di Stage proprioall’estero perchè già immaginavoche potessero offrirmi di piùrispetto all’ Italia, perlomenodurante un periodo di Stage.Anche se all’inizio non pensavo divenire proprio in Spagna, ringrazioDio e sopratutto le organizzazioniIFOA e UNISER di avermi trovatoquesta Azienda, immersa propriobene nel settore delle energierinnovabili.

Infine devo dire che nonostante siapartito principalmente permigliorare l’aspetto professionale­lavorativo, mi sono dovutoricredere, perchè anche l’aspettoculturale si è dimostratoimportante. Infatti nei week­endabbiamo avuto modo di visitaremolti luoghi culturali qui in città efuori (Ad esempio Avila è una cittàvicina bellissima circondata damura su cui si può salire epasseggiare).”E dopo aver fatto questaesperienza, puoi dirci secondo tecosa manca in Italia per igiovani?“All’Italia non mancanosicuramente attrazioni culturali,uniche ed inimitabili, madobbiamo ricordare che nonservono a niente se non le si sannofar fruttare creando, ad esempio,occupazione. Noi in Italiafacciamo crollare e distruggiamomonumenti, scavi archeologici etutto quello che abbiamo solo noi eche il Mondo intero ci invidia.Penso che quello che più manca inItalia sia un governo stabile esopratutto che dia seguito a quelloche promette, e mancano inoltrecittadini coscienti di quello che staveramente accadendo.“E del tuo rientro dalla Spagnainvece cosa puoi dirci?

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“Al mio rientro continuerò adimpegnarmi e studiare bene altrelingue. Oltre che ad impegnarmisempre di più a migliorare l’ Italia,perchè spesso molti italiani non sirendono conto che qualcosa vacambiato e migliorato. Un occhioesterno ci vuole! Un saluto a tuttiquanti, spero torniate in Italia conun “”bagaglio”” più ricco e connuovi obbiettivi da Aggiungerealla vostra lista!”In IFOA come ci sei arrivato?“Ho partecipato alla presentazioneprogetto di mobilità ifoamobilitynella mia scuola e spero di poterpartecipare anche ad altreiniziative di IFOA in futuro.

alessandro in cataluniacon sismobility

Alessandro, puoi dirci chi sei inpoche parole?“Alessandro Tazzioli, di Mirandola(Modena), nato in febbraio, segnozodiacale pesci, amante dell’acquae dei posti che sono circondati daessa. Amante dei cibi e semprepronto a sperimentare nuovi gustie nuovi piatti.”Dove ti ha portato questaesperienza di mobilità?“Sono a Terrassa, a 40 minuti daBarcellona, ho trovato unasistemazione negli appartamentiuniversitari locali.Circondato da ragazzi provenientida tutta la Spagna, alla sera ci sidirige tutti insieme in uno dei varibar che vi sono nei dintorni. Al barc’è chi prende qualcosa da bere echi cena, non tutti cenano verso le21:30 ma qui per i ragazzi e lepersone del posto è una cosa del

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tutto normale.”… E di che cosa ti occupi lì?“Lavoro alla CIRCUTOR, misuroi consumi di impianti elettrici eprogrammo i software deidispositivi di misurazione. Stomigliorando nell’utilizzo distrumentazioni e nel linguaggiotecnico, miglioro nella linguainglese e spagnola.Nei weekend ci spostiamo tuttiverso Barcellona per visitarla eritrovarsi con gli altri ragazziitaliani che sono in zona.”Perchè hai scelto di andareall’estero?“Ho scelto di andare all’estero percapire come funziona il mondo dellavoro fuori dall’Italia. Se michiedete perchè proprio la Spagna,vi rispondo perchè mi è semprepiaciuta sia il luogo che la lingua.Per quanto mi riguarda servetantissimo andare all’estero, perimparare a diventare responsabili,maturare psicologicamente ecrescere.Non si dipende più dai genitori odalle persone che ti stanno vicino,dipendi da te stesso e questo aiutaad organizzarsi per il futuro. Nevale davvero la pena: l’inizio è unpochino difficile ambientarsi, macome ci si “”scioglie”” e si prendeconfidenza con il posto e lepersone poi diventa tutto un altro

mondo ;).”E dopo aver fatto questaesperienza, puoi dirci secondo tecosa manca in Italia per igiovani?“In Italia secondo me mancanotante cose, grandi zone verdi dovela gente possa stare comodamentenei pomeriggi più caldi dell’estateo dove possa svolgere attivitàsportive, l’organizzazione degliorari di lavoro e del lavoro stesso.La scuola, gli orari di inizioscolastico…qui i giovani vanno ascuola alle ore 09:00 ed un ora inpiù aiuta la mente a riposarsi e ad“”attivarsi”” gradualmente.”Ma raccontaci qualcosa in piùdella Spagna dal tuo punto divista…“Terrassa, città grande con piccolocentro dove si riuniscono lepersone, piena di bar e diristorantini, è bella come città mapreferisco molto di più Barcellonauna vera e propria città situata sulmare. Tantissime cose da visitare etantissime persone da poterconoscere ed incontrare, tantiluoghi dove potersi divertire.”E in IFOA come ci sei arrivato?“Ho partecipato alla presentazioneprogetto di mobilità Sismobilitynel mio paese, a Mirandola, e da lìè iniziato tutto…”

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martina in franciacon eu experience

Martina di cosa ti occupi nel tuostage francese e perché ti troviqui?Sto lavorando per un IncomingTravel Agency, un’ agenziaturistica di Tolosa, dove ho lapossibilità di migliorare il miofrancese e tenere allenato il mioinglese. Sono qui perché credo chequesta sia una bella esperienzaformativa, che mi possa insegnarea vivere e che deve fare parte delmio bagaglio culturale.Ora che sei all’estero una tuaopinione sull’Italia?Io amo l’Italia, anche se possonoesserci tanti problemi a livellopolitico e poco lavoro per i giovani(credo che la situazione sia più omeno comune), non posso parlare

male di un paese nel quale hodeciso che, nonostante tutto,voglio stabilirmi e dove penso dicostruire il mio futuro.:)E Tolosa come ti sembra?Tolosa è città d’arte e culturale.Una città bellissima e piena dicose da fare e vedere.Con IFOA hai potutopartecipare al programma EUExperience: cosa pensi di questeopportunità per i giovani?IFOA ha pensato proprio ad un belprogetto per i giovani e vorreiringraziare questo centro diformazione. Iscrivendomi anchealla newsletter ho notato quantebelle iniziative per i giovani cisono, tra master e corsi post­diploma/laurea a corsi diformazione. Bello ed interessante.

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cecilia in spagnacon sismobility

Ciao Cecilia, cosa ci racconti dite?Mi chiamo Cecilia Ganzerli, sononata il 21 aprile del 1994 e il miosegno zodiacale è il toro, mi piacela musica e andare a ballare. Sononata a Mirandola e attualmentevivo a Medolla con la miafamiglia.In quale pese europeo ti trovicon #ifoamobility?Grazie al progetto Sismobilitydella Regione Emilia Romagna,sono in Spagna in un paese vicinoBarcellona chiamato Terrassa.Solitamente durante il giorno c’èmolta gente per strada e di sera lacittà si spegne e il weekendandiamo a visitare Barcellona.Lavoro nell’ufficio amministrativodi un hotel e ho il compito dielaborare dati di fatture per poiinserirli sul computer utilizzandodiversi programmi (come excel) e

valutare se sono corretti o dasistemare.Come mai questa scelta di unostage all’estero?Fin da piccola ho sempre amatoandare all’ estero in vacanza con imiei e visitare tanti paesi diversi.Questa è stata un opportunità dacogliere al volo per me in quantopenso che possa essere utile perimparare una lingua diversa, farenuove esperienze e conoscere tantepersone di altre nazionalità!Cosa pensi dell’Italia e comeimmagini il tuo rientro?Secondo me in Italia mancanoparchi dove si possa girare anchealla sera in tutta sicurezza, unritrovo per noi giovani e lastabilità per quanto riguarda ilmondo del lavoro. So che il miorientro sarà difficile perché dopo 2mesi passati in un altro posto hocreato storia e nuove amicizie, e inquesta esperienza ho potuto averedel tempo per me stessa perriflettere sul mio futuro e ciò chevorrò fare.Quale aiuto ti ha dato IFOA nelrealizzare questa esperienzaall’estero?IFOA ha reso questa opportunitàuna realtà e come per me così pertanta altra gente!

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claudia in greciacon sismobility

Claudia aiutaci a capire chi sei...Sono nata e cresciuta nellanebbiosa campagna ferrarese.Sognatrice e viaggiatrice hosempre amato le arti e lo stare suun palcoscenico. Il mio segno ègemelli, in me confluiscono altre7/8 personalità e adoro la pizza ditutti i tipi.Da Ferrara a Creta, davvero unbel cambiamento. Dove ti troviesattamente?Attualmente, con il progettoSismobility della Regione EmiliaRomagna, mi trovo a Rethymno,una delle cittadine dell’isola diCreta, piccola e vivibilissima cittàsul mare. Gente ospitale dallaparlata improbabile..!!!! Inizio acapire qualche parola ma perimparare il greco devo farne di oredi scuola!!! (scusate la rima ma mi

sentivo ispirata… qui gli studentigreci sono tutti molto colti e“latinisti”). Qui faccio di tutto:lavoro, esco, incontro gente,esploro un po’ l’isola, un po’ daturista un po’ da abitante,lasciandomi guidare da chi l’isolasa viverla davvero. Non miinteressa rientrare la mattina alle 6o la sera alle 20. L’importante èaver aggiunto un tassello di“qualcosa” alla mia giornata ;)Perchè questa decisione ditrascorrere un periodoall’estero?Nonostante i miei numerosi viaggidi questi ultimi 2 anni con l’headquarter che ha colpito anchela mia città, sentivo che una partedi me era vogliosa di qualcosa dinuovo. Al momento cercomeraviglia, scopro nuove cose,posti, luoghi, cibi, persone conreale curiosità. Vorrei viaggiare efar sì che il mondo posso rendermiricca dentro, fuori e tutto intorno esoprattutto mi aiuti a diventare lapersona che voglio diventare. Percui questo è solamente l’inizio delpercorso, non la fine.Secondo te l’Italia penalizza igiovani?In Italia mancano le possibilità.Non si da fiducia ai giovani.Manca la possibilità di investire ecredere in qualcosa. Da una parte

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mi stupisco perché vedo edincontro quotidianamente personevalide che vogliono aiutare eformare i giovani ma vi è semprequalche impedimento dovuto aterzi, al tempo, alle circostanze, aisoldi…E a Creta come stanno le cose?Il posto è familiare. Le vie, iprofumi, i volti delle persone miricordano casa ed i miei luoghi, maallo stesso tempo non lo sono. Nonpercepire mai il suono di paroleconosciute (a parte l’espressione“Bravo” che è internazionale!!!) avolte mi spiace a volte mi solleva,la stessa cosa è sapere chedifficilmente mentre esco dalcinema o dalla palestra potròincontrare qualcuno che conoscoda tempo per scambiare 4chiacchere in tranquillità. Ma lostimolo di conoscere nuova gente èforte, anzi fortissimo. Al miorientro penso che avrò voglia diripetere l’esperienza in un luogodiverso, nuovo ed esaltante.Come hai preso parte a questoprogramma?Ho riposto la mia fiducia in unbando che offriva maggioripossibilità ai giovani e ci hoprovato. Punto.

giulia a lisbonacon competitivita' e innov.

Mi chiamo Maria Giulia Lenzi esono del segno dell’Ariete, motivoper cui so essere abbastanzatestarda e mi fisso su ciò chevoglio ottenere. La mia pizzapreferita è con mozzarella dibufala, un classico! Devoammettere che mi sta mancando lavera pizza italiana! Sono nata aBologna ma ho sempre vissuto aSan Lazzaro di Savena, unquartiere che dista a meno dimezz’ora dal centro. Ho studiato 3anni a Forlì e ho svolto unErasmus nel nord del Portogallo,ad Aveiro.Dopo Erasmus la partecipazionea #ifoamobility: dove ti troviora?Di nuovo in Portogallo, a Lisbona,

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e questo esprime tutto il mioamore per questo Paese. Vivo nellazona di Benfica, vicino allo stadio,in un appartamento che condividoal momento con 2 ragazze e 1ragazzo. Sono tutti portoghesi,quindi ho la possibilità di faresempre pratica nel parlare. Fino adora non ho ancora fatto niente dispeciale, ma spero di conoscerequalcuno con cui uscire ogni tanto.In cosa consiste il tuo stage?Sto lavorando presso una scuola dilingue che si chiama AFB. I mieicompiti sono quelli di revisionareglossari, fare traduzioni quandooccorre, ordinare e creare eserciziper corsi di lingua (fino ad ora holavorato con l’inglese, ilportoghese e il francese). Penso siauna bella esperienza eun’occasione per imparare piùcose non solo in ambito linguisticoma anche informatico, dato chedevo sempre lavorare con ilcomputer.Quali sono per te gli aspettipositivi dell’esperienzaall’estero?Credo che le esperienze all’esteroci possano far capire tante cose sunoi stessi, sui nostri limiti, suquanto riusciamo a cavarcela dasoli, e anche sulle culture di altripaesi, su come si comportano lepersone e su quanto ci sentiamo

davvero legati alla nostra dicultura. Questo tipo di esperienzesono tutte utili a farci crescere e ciportano a fare riferimento su noistessi e a contare sulle nostreforze, ma allo stesso tempo ilcontatto con altre persone ci faanche capire che non siamo maidavvero soli e che qualcuno saràsempre disposto ad aiutarci.Che opinione hai dell’Italia?Credo che in Italia manchino tantedi cose. Prima di tutto l’efficienza.Non tutto funziona propriamente,in primis la politica. Sono stata inAustria e ho visto cosa vuol diredavvero avere un supporto da partedello stato, cosa vuol dire avereservizi che funzionano sul serio.Ho visto cosa vuol dire avererispetto per la città in cui si vive,cosa che per esempio a Bolognanon esiste dato che le personelasciano sempre sporche le strade,utilizzandole anche come “bagnipubblici”.E del Portogallo cosa pensi?Quali differenze noti tra i duepaesi?Anche qui in Portogallo mancanotante cose, essendo una realtà che,a mio parere, è rimasta un po’arretrata rispetto agli standardeuropei, però vedo tanto rispettoda parte delle persone per il paesein cui vivono. In Italia ce ne

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freghiamo di tante cose epensiamo solo a noi stessi, a comeingannare gli altri per avere piùsoldi. In tanti altri paesi c’è lostesso problema ed è sempre colpadei politici che danno il bruttoesempio. Quindi in sostanzanessuno stato è perfetto. Quantoalla città in cui mi trovo non è ilmassimo: mi aspettavo di più daLisbona essendo la capitale. Hotrovato città al nord molto piùbelle. È comunque una cittàgradevole e ci sono tante cose dafare e da vedere.Non sto trovando molte differenzerispetto a casa. Avendo vissutofuori per 3 anni sono abituata avivere in una casa diversa e concoinquilini, a dover fare la spesa,far da mangiare e pulire. L’unicagrande differenza è che non possotornare a casa il weekend. E chequi non ci sono i miei amici. Maspero di trovarne presto qualcuno.IFOA, come ci sei arrivata?Ho trovato IFOA grazie a unacompagna di corso e a un amicoche mi hanno parlato molto benedei corsi e degli scambi operati daloro. Per il momento mi stotrovando bene e sto pensando difare al mio ritorno il masterproposto in marketinginternazionale e commercio estero.

cristina a berlinocon sismobility

Cristina, noi diremmo una ‘nonsolo mamma’, ma cosa puoiaggiungere su di te?Sono sposata, ho 3 figli tuttirigorosamente maschi: Ivan,Kristian, Bryan che se la stannocavando benissimo a casa, inItalia, con il papà. Ho un DiplomaUniversitario in MarketingInternazionale. Per alcuni anni holavorato come SviluppatriceSoftware, ho fatto una pausalavorativa per crescere i miei figlie ora mi sto rimettendo in giocodopo aver frequentato un corso diprogrammazione C# OOP perriaggiornarmi. Mi impegno almassimo in ciò che faccio,apprezzo molto la correttezza dellepersone e la chiarezza.Quindi rimettersi in giocoinvestendo in un’ esperienzalavorativa lontana da casa?Vengo da un paesino della bassa

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parmense, dove sono cresciuta edove tutt’ora risiedo con la miafamiglia. Questa occasione è unapiccola/grande parentesi all’esteroalla ricerca di nuove opportunitàed esperienze. Ho un’ammirazioneparticolare per i paesi nordici,dove per nordico intendo tutto ciòche in Europa sta completamente anord delle Alpi, mi piace inparticolare il mondo D.A.CH.Fortemente orientata allaGermania, che adoro, sono partitaper Berlino, dove vive anche miasorella. Frequento un corsointensivo di tedesco perché è divitale importanza spiaccicarealmeno qualche parola e vedo chesto migliorando molto. Sono moltele cose che mi piacciono diBerlino, anche della gastronomia:sto provando tanti tipi di panediverso (e ogni tanto mi concedoqualche piccolo dolce…)Di cosa ti occupi a Berlino?Ho una funzione di WebDeveloper e mi sto occupandoinsieme al mio capo, il miticoMarcel, di reingenierizzare il sitoweb di una software house, sia dalpunto di vista concettuale che dalpunto di vista applicativo.Oltre alla ricerca di nuoveopportunità cosa ti ha spinto afare questa scelta berlinese?Bella domanda… diciamo per

assaggiare cosa voleva direlavorare in una realtà diversa siadal punto di vista organizzativoaziendale che statale. E perverificare se ciò che leggevofossero falsi miti o realtà.Un confronto con l’Italia daquesto tuo osservatorio?Posso iniziare dicendo cosa c’è dipiù qui rispetto all’Italia: latranquillità delle persone, lapuntualità dei mezzi di trasporto, ilrispetto e l’aiuto reciproco inambiente lavorativo, moltissimaorganizzazione anche nelle piccolecose. Sicuramente ho trovato unasuper accoglienza nel posto dilavoro! Premetto, è una aziendatradizionale, dove i lavoratori sonotutti tedeschi e di tutte le età,soprattutto uomini, molti giovani.Ho anche trovato moltissimadisponibilità da parte loro in ognisituazione e molta cordialità espirito di collaborazione. Inoltreun’azienda con ottimi rapportiumani, dove si può anche ridere escherzare. Di tanto in tanto ;)Ad IFOA come sei arrivata?Conoscevo IFOA da decenni:questa è la mia terza esperienzacon IFOA e sono veramenteorgogliosa di essere stata inclusanel progetto. Per questo vorreiringraziare tutto lo staff dellaselezione, a partire da Davide

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Orlandini che con molta umanità edisponibilità, monitora come unregista passo a passo l’andamentodell’esperienza!

andrea in spagnacon ITS europe

Andrea per introdurre la tuaesperienza con #ifoamobility,raccontaci un po’ di te.Mi chiamo Andrea Lusetti, ho 27anni. Sono nato a Bologna il 15marzo, segno zodiacale pesci,pizza preferita alle verdure freschedi stagione, ovvero conmelanzane,peperoni,zucchine,pomodori,patate al forno,mozzarella dibufala, bella farcitainsomma…Vivo con i mieigenitori a Bologna e sonoorgoglioso di questa mia

bellissima città, dove ha origini lamia famiglia e dove finora hosempre abitato. Mia madre è un’insegnante di sostegno in unascuola elementare, mio padrelavora da più di 35 anni in bancamentre mio fratello frequenta il 3’anno di Economia e Marketing aBologna. Bologna è una cittàfantastica: si vive benissimo, cisono tantissimi giovani cheprovengono da tanti paesi di tuttoil mondo e quindi si può fareconoscenza e venire a contatto connuove culture. Mi piacemoltissimo andare a mangiarefuori coni i miei amici nei tantiristoranti, nei locali per unaperitivo e andare a ballare nellediscoteche o nei pub nella zonauniversitaria. Sono molto legato aquesta città..Hai lasciato Bologna per qualedestinazione?Con il progetto ITS Europe:Employability , finanziato dallaRegione Emilia Romagna ecoordinato da IFOA, mi trovo inSpagna a Barcellona.Condivido l’appartamento con unamia compagna del Corso ItsTurismo e Benessere che hofrequentato a Rimini. Anche leicome me lavora tramite ilprogetto.A Barcellona di cosa ti occupi?

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Sto svolgendo il tirocinioall‘Inside Travel ( Feel Free Tour),un tour operator locale cheorganizza camminate gratuite ealtri tour nel centro e nellaperiferia di Barcellona.Per 2 mesi e mezzo lavorerò inquesta agenzia, occupandomi ditante attività: rispondere alle emailche arrivano ogni giorno per leprenotazioni dei tour, promozioneturistica, marketing strategico,pubblicità sui Social Media inparticolar modo Facebook,accompagnatore turistico. Nelleprime 2 settimane ho trovatodifficoltà nel comunicare con icolleghi e così ho decisoseriamente di iscrivermi ad uncorso di spagnolo privato.Perchè questa scelta diun’esperienza all’estero?La scelta di andare all’estero èstata dettata sia dalla situazionelavorativa in Italia, dove undiploma o una qualifica in unospecifico settore non sono piùsufficienti. Per me questa è la miaprima esperienza all’estero.Quando ho partecipato 6 mesi fa albando per accedere al progetto ItsEurope non vedevo l’ora diiniziare questa avventura anche sesapevo benissimo di incontraredelle difficoltà. Direi che questoperiodo all’estero serve per

ampliare il mio orizzonte, magaricambiare la mia visione del mondoche è quello che penso mia stiaaccadendo. Appena sono arrivatoin questa grande metropoli, hofatto fatica ad ambientarmi, ma poicon il passare dei giorni,recandomi in centro storico, hocominciato ad ammirare conparticolare attenzione imonumenti, a vedere musei, acapire la storia di questa città, ascoprire posti nuovi, a conoscerela cultura, a fermarmi per negozi opasticcerie tipiche. Tutto ciò mi hamolto aiutato ad ambientarmi.I mezzi di trasporto sono moltoefficienti e sono sempre puntuali,io poi ho fatto l’abbonamentomensile della metro e devo direche sono molto soddisfatto. Se nevale la pena di fare questaesperienza? Sì certo al 100%.Penso che tutto questo mi possaservire in futuro e che risultiinteressante per trovare un’opportunità lavorativa. Certo èche passare da una città comeBologna a una metropoli comeBarcellona non è semplice eall’inizio fai fatica ad orientarti.Cosa manca secondo te in Italia,soprattutto guardando aigiovani?Io sono nato in una città italiana e,prima cosa, sono contento di

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essere cittadino italiano.Mi dispiace tanto parlare male delmio paese, ma ormai già da 7 annii giovani una volta usciti dallesuperiori o dalle università convari titoli di studio fanno tantafatica a trovare un lavoro con uncontratto duraturo o a tempoindeterminato. Io sono moltodeluso dal sistema politico perchémolti politici fanno le riforme contante difficoltà e investendo male isoldi, sono poco interessati acreare nuovi posti di lavoro per igiovani. Parlano tanto e non fannomai nulla di concreto. Si sente damolti anni l’aria del cambiamentoin politica ma ancora oggi non ècambiato nulla. Siamo un paeseche sta andando male sotto ognipunto di vista: le piccole medieimprese chiudono a causa dellacrisi economica o per le speseelevate da pagare allo stato (tasse),l’istruzione è poco considerata egode di scarsi investimenti mentreall’estero le scuole e le universitàsono all’avanguardia. Nel 2014 ilnostro paese ha registrato un 42%di disoccupazione giovanileQuesto dato elevato fa venire ibrividi solo a guardarlo. Tantissimigiovani preferiscono andareall’estero per fare una bellaesperienza. Il punto è che prima opoi il cambiamento dovrà avvenire

per migliorare la situazione. Ormaii cittadini non si fidano più delleistituzioni o della politica e questanotizia fa molto riflettere.Chissàdove andremo a finire noi giovani?E in Spagna come ti trovi?L’appartamento dove alloggio èmolto piccolo, le camere però sonotenute bene, sono sempre pulite, enell’insieme è confortevole.Ho fatto fatica adambientarmi…rispetto a casa miaè tutta un’ altra cosa. I primi giornisoffrivo per la mancanza della miacasa, ero abituato ai miei spazi, adavere la privacy. Ora è tutto nuovoper me..l’appartamento è situato inun quartiere in periferia a 10minuti dal centro storico. Quivicino ci sono tanti supermercati enegozi che sono molto utili pernoi.Finito l’esperienza sicuramenteavrò imparato ad essere piùautonomo e questa è una cosaimportante perchè ti permette dicapire come è difficile vivere incompleta autonomia senza l’aiutodei genitori.IFOA, come l’hai conosciuta?Ho conosciuto IFOA tramite ilcorso Its Turismo e Benessere cheho frequentato a Rimini dove 8mesi fa si è tenuto un primoincontro di presentazione delprogetto ITS Europe:

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Employability.Ho partecipato al bando uscitoverso la fine di marzo e sono statochiamato per un primo colloquio.Una volta superato il colloquio,sono stato 2 volte in IFOA aReggio Emilia per seguire il corsoin preparazione allo stage e sonostato selezionato per un tirocinio di2 mesi e mezzo. Sono arrivato aBarcellona il 20 settembre erimarrò fino al 5 dicembre, perchélo stage consiste in 10 settimane dilavoro per un totale di 420 ore.Sono entusiasta di essere statoaccettato e soprattutto di potersvolgere questo tirocinio.Ringrazio tantissimo IFOA el’Unione Europea perl’opportunità che mi ha dato. Saràsicuramente una bellissimaesperienza!

cristina in germaniacon competitivita' e innovaz.

Ecco Cristina, qualche parolaper dirci chi sei?Ciao! Sono Cristina Varone, adorola piscina, stare coi miei amici (seson nuovi sempre meglio) ecucinare. Sono residente aCattolica in provincia di Rimini.Ho studiato 6 anni a Bologna.Sono nata a Milano e i mieigenitori sono campani. Sonoitaliana praticamente!Con il progetto Competitività eInnovazione dove ti trovi ora?Sono a Jülich una piccola cittadinain Germania, vicino Colonia.Essendo un piccolo villaggio cisono spesso feste in casa e fiere dipaese dedicate alla birra e aiwürstel soprattutto! Saràsicuramente molto caratteristico

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nel periodo dei mercatini di natalee non vedo l’ora che arrivi ilmomento :)Di cosa ti occupi in questo stagein Germania?Lavoro presso un centro di ricercae sono impegnata dalla mattinapresto fino alle 5 del pomeriggio.Durante la settimana ho pocotempo per le avventure sociali chelascio al venerdí e sabato seraGermania e Italia, come tisembrano i due paesi aconfronto?Ero giá stata in Germania e mipiace l’aria che si respira qui, dirispetto e pulizia. Se non fosse perla moda e la pizza sarebbe il paeseperfetto! Un’opinione sull’Italia?Dal momento che questo spazio ètroppo “stretto ” per dire ciò chesecondo me davvero manca inItalia dirò solo “semplicemente lameritocrazia”. Il clima che sirespira qui a differenza dell’Italia èche tutto cerca di venirti incontrosenza metterti per forza i bastonitra le ruote e farti sentire che staicombattendo con i mulini a vento.

mariangela a parigicon competitivita' e innovaz.

Mariangela anche tu una delletante giovani che hanno aderitoa #ifoamobility: cosa ci raccontidi te?Mi chiamo Mariangela Di Corato,segno zodiacale capricorno, quindicome dicono gli esperti unapersona concreta, non sonoimpulsiva, cui piace“sperimentare” cose semprenuove. Mi piacciono i colori, lapizza napoletana e ascoltare lestorie d’amore. Sono d’originipugliesi, la mia famiglia è tutta lì:genitori, sorelle, nonna, zii, cuginie gli adorati nipotini. Ho scelto difrequentare l’università a Bolognae da allora sono molto legataall’Emilia Romagna. Bologna è lamia seconda città e mi piace

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ritornarci non appena mi sipresenta l’occasione.Ora con il progettoCompetitività e Innovazionedella Regione Emilia Romagnadove ti trovi?Sono atterrata in Francia, a pochichilometri da Parigi, città cheadoro e nella quale passo il miotempo libero. Lavoro inun’azienda di medie dimensioni edho difficoltà a memorizzare nonsolo i nomi delle persone maqualche volta anche il viso, ancoraadesso saluto chiunque incontriper i corridoi senza sapereesattamente chi sia… Abito in unappartamento con dei francesi eduna tedesca, la casa è statasoprannominata “maison europe”non a caso… Il fine settimana lodedico alle visite a Parigi o neidintorni: le spiagge dello sbarco inNormandia ed il rinnovato museodi Picasso saranno impressi nellamia memoria per molto moltotempo.Di cosa ti occupi?Affianco il responsabile marketingnella redazione di contenuti sia perla comunicazione internaall’azienda sia per lacomunicazione esterna: mi occupodella gestione di newsletter, deicontenuti del nuovo sito internet edel materiale informativo

riguardante i prodotti dell’azienda.Il tempo scorre troppovelocemente e le attività sisusseguono senza sosta. Comunicocontinuamente con le altre filialidel gruppo in Polonia, inGermania e in Brasile e il che mifa sentire parte di una squadrainternazionale.L’dea di fare questa esperienzaall’estero da dove nasce?Mi piace fare esperienzeinternazionali perché penso che cisia sempre qualcosa da imparare aprescindere dal paese in cui si va edall’attività che si svolge.Confrontarsi con persone chehanno abitudini e modi di faredifferenti dai propri è un modo perguardare con occhi diversi ilproprio modo di fare e di lavorare.Per i giovani, cosa manca inItalia?Dal mio punto di vista in Italiamanca la fiducia nei giovani, inquello che pensano e in quello chesono in grado di fare, e dall’altraparte ai giovani manca laconsapevolezza delle propriepotenzialità e la capacità diprendersi delle responsabilità, dirischiare e di osare sul lavoro.Quali cambiamenti porterai conte in Italia dopo questaesperienza?Al mio rientro cercherò di

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mettermi in discussione sul lavoro,e cercherò di esporre le mie ideesenza avere troppa pauradell’opinione altrui. Porterò inoltrela voglia di affrontare il lavoro inmaniera creativa e più giocosaperché penso che il divertimentosul lavoro sia molto più efficacedella serietà e della rigidità.E IFOA come l’hai conosciuta?Ci sono arrivata mentre cercavoopportunità di lavoro all’estero,volevo immergermi nella vitalavorativa in un altro Paese egrazie a questo programma ci sonoriuscita in pieno.. Peccato per labreve durata del progetto, abituarsiin un nuovo Paese con una linguastraniera richiede dei tempi diadattamento e 3 mesi mi sembraun periodo troppo breve permettere davvero a fruttol’esperienza.

nicolo' in danimarcacon competitivita' e innovaz.

Nicolò, in quale città ti trovi con#ifoamobility?Sono partito per la Danimarca,precisamente per la città diAarhus. I primi 10 giorni hosoggiornato in una casa, doveavevo affittato una stanza tramiteil sito Airbnb. In seguito mi sonospostato a casa di un ragazzodanese e ora condivido la casa conlui ed un’ altra ragazza. La città èmolto bella, piccola, mamovimentata avendo una grandeUniversità.In cosa consiste il tuo stage?Svolgo un tirocinio pressoDanitacom, Associazione dellaCamera di Commercio Italiana inDanimarca. Ho diversi compitima, principalmente, mi occupo di

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Web Marketing: è un lavoro moltodiversificato perché ci sonosempre nuovi progetti da curare.L’ambiente è molto stimolante edinamico. L’atmosfera è stupenda,mi trovo molto bene con i colleghiche mi ascoltano e mi assistonodurante le giornate lavorative. Sesi vuole uscire i posti migliori perpassare la serata sono dentro alcampus universitario dove ognimartedì e venerdì vengonoorganizzate feste, e nei pub delcentro di AarhusPerché questa esperienzaall’estero?Tre sono i principali motivi per cuiho scelto di fare questa esperienza.Per un motivo professionale, cioèvivere il mondo del lavoro e capirecosa vuol dire far parte di unaazienda.Per un motivo culturale, capire evivere una cultura diverse e comeviene vissuto il mondo del lavoroall’estero.Per un motivo personale, metterealla prova me stesso, vedere comesi vive lontani da casa.E’ una esperienza bellissima checonsiglierei a chiunque. Ti facrescere ed aprire gli occhi versoun mondo che è diverso rispetto aquello da cui si proviene.Qualche differenze che hai coltotra Italia e Danimarca?

Mi sono accorto di 2 coseprincipalmente: il sistemascolastico è molto diverso. InItalia, in alcune facoltà, si è piùorientati a studiare materieteoriche, qui a fare della teoriapratica Un esempio mi è statoportato dagli studenti che hoconosciuto che mi hannoraccontato dei molti progetti e casipratici che svolgono da soli o ingruppi. Penso che questa modalitàdi insegnamento sia molto validaperché già prima di entrare nelmondo del lavoro, un ragazzo/aimpara a “fare”, a scontrarsi conogni tipo di problematica e atrovare un modo per risolverle.Inoltre penso che in Italia manchila mentalità giusta. Cioè esserefieri di far parte di un qualcosa elottare per far crescere nel miglioredei modi la realtà propria e di tutti,senza pensare solo ai propriinteressi.Ifoa, come ci sei arrivato?Ad Ifoa ci sono arrivato un po’ percaso. Devo dire che ringrazio quelmomento in cui ho potutoconoscere Ifoa :)

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luigi in franciacon competitivita' e innovaz.

Luigi per conoscerti meglio cosapuoi dirci di te?Sono Luigi Lonardo, laureando ingiurisprudenza, 24 anni. Mi sentoprivilegiato ad essere europeo.Non differentemente da altriragazzi che prendono parte aquesto progetto, credo chel’Unione Europea ci faccia un belregalo a permetterci di spenderequesti mesi all’estero. Sono nato aReggio Emilia, ho studiato legge aBologna e Londra, e vissuto aModena, Inghilterra…e grazie aquesto progetto a Bordeaux!Ora, dopo altre tappe in Europa,l’arrivo in Francia…Sì, mi trovo nel sud­ovest dellaFrancia, in un paese che si chiamaArtigues près Bordeaux, che sorge

su una collina soleggiata dove èsituato il mio ufficio. Dormo nellostesso paese a casa di una collega,alloggio che è stato fornito senzaprendere troppo in considerazionela mia ‘voce’, ma nel quale per orami trovo sufficientemente bene.Non mi è ancora capitato di bereuna birra, ma questo è imputabileall’affezione, se non vera e propriaossessione, che le popolazionilocali nutrono nei confronti delvino. Bordeaux è raggiungibile intram in una decina di minuti e,essendo una città universitaria, èben attrezzata per la vitaserale/notturna. I colleghi mihanno spiegato che negli ultimianni la città ha subito un’opera dipulizia capillare, il che la rende,oggi, a dir poco spettacolare. Unapiccola Parigi senza lo stress deituristi e della tentacolarità dellametropoli.Di cosa ti occupi?Il mio stage prevedeva compitiestremamente vaghi quindi non misorprende che per ora miassegnino delle ricerche in materiealquanto disparate, per esempiooggi devo controllare perché aicosti sostenuti da un dipendentenel corso di un progetto europeo èstato rifiutato il rimborso.Comunque sono io a sollecitareche mi vengano assegnati dei

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compiti perché il mio capo haripetuto un paio di volte di essereestremamente impegnata in questoperiodo e di non avere tempo perseguirmi: lo trovo perfettamentecomprensibile e questo mi stainsegnando che se ci si mostraattivi e interessati alle attivitàdell’impresa, qualcosa da fare lo sitrova.Per esempio ho ottenuto ilpermesso di partecipare alleriunioni finale di un progettoeuropeo con sei partner stranieri (ecene annesse). Sono stati duegiorni molto belli e utili!Ho anche molto tempo per leggerecon calma i progetti europei esvolgere ricerche sull’argomento,in modo da formarmi una piccolacultura personale che sono sicuromi tornerà utile in futuro.Come mai hai scelto di farequesta esperienza di lavoroall’estero?Dopo aver studiato in Inghilterravolevo tornare a vivere all’esteroper ragioni sostanzialmentepersonali: mi piace l’idea che lecose succedano in una linguadiversa dalla mia. Mi fa sentire piùa mio agio. In secondo luogo,volevo migliorare il francese.Vivere in Francia non assicura eoipso un miglioramento della lingua(non sto frequentando un corso di

francese), ma sicuramentegarantisce che ad un certo punto siraggiunga un discreto livello difluidità. Non parlare francese qui èimpossibile perché è l’unica linguache conoscono.Infine, credo che un’esperienza dilavoro all’estero possa essere unbuon biglietto da visita che miaiuti nella ricerca di un impiego.Veniamo all’Italia: cosa senti chemanca nel nostro paese?Povera Italia, perché le deve perforza mancare qualcosa? In ogniPaese manca qualcosa – a parte inNorvegia, dove tutto è perfetto.Naturalmente sto scherzando, inogni posto qualcosa funziona equalche altro aspetto potrebbeessere migliorato.Quello che ho constatato in Italia(ma che succede anche in questoufficio in Francia) è chel’organizzazione soffoca piuttostoche premiare, che il lavoro disquadra è un ostacolo e non unostrumento. Ho avutoun’impressione diversa inInghilterra ma non si trattava delmondo del lavoro.E della Francia cosa apprezzi dipiù?La cosa che mi piace di più diBordeaux non sono i tramontispettacolari sul fiume o i piatti diostriche col vino bianco, ma la

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diffusione capillare dei cinema. LaFrancia è un paese imprescindibileper un appassionato di cinemacome me e sono ammirato dallapresenza che i film hanno nellavita e nella conversazione deifrancesi. Neanche a Londra eracosì facile andare al o parlare dicinema. Questo posto eprobabilmente questo Paese ingenerale è pervaso da un’eleganza,intesa come gusto per la bellezza epiacere di vivere, che sicuramenteporterò con me anche al mioritorno. Spero di poter proseguire imiei studi in Francia perché sonoestremamente contento dellaqualità della vita a Bordeaux.Come hai conosciuto questoprogetto?Sono arrivato a conoscenza diquesta eccellente opportunitàofferta da IFOA tramitepassaparola, e ci tengo aringraziare chi ha reso il mio stagepossibile.

Simone in UKcon ITS europe

Simone, chi sei, da dove vieni edove ti trovi ora con#ifoamobility?Sono Simone Mazzotti e vengo daBulgarnò, una frazione del comunedi Cesena. A proposito di Cesena,l’unico ragazzo inglese che hoincontrato che la conosceva mi hachiesto : “The one with the rubbishfootball team?”. Ora con ilprogetto ‘ITS Europe:Employability’, finanziato dallaRegione Emilia Romagna, mitrovo a Portsmouth, UK.Portsmouth si trova in unapenisola nella costa suddell’Inghilterra. 1h e 30 di treno daLondra e 10 minuti di motoscafoper la famosa isola di Wight chesicuramente chi come me ha igenitori che hanno vissuto gli anni70, avrà già sentito nominare.A Portsmouth di cosa ti occupi e

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come passi il tuo tempo?Lavoro in un’agenzia dicomunicazione. Mi occupo più chealtro di sviluppo di siti internet, maogni tanto mi affidano qualchecompito che sfida le mie mediecompetenze di programmazione.#ChallengeAccepted . Durante lasettimana si passano le serate neipub, che ti coccolano con prezziche in sterline sembrano ancorapiù convenienti di quello che inrealtà sono, e nelle 3 discotechepiù frequentate dei dintorni. Icompagni di avventure sono icoinquilini provenienti da tutto ilmondo, e qualche amico italianoconosciuto in giro.Perchè hai scelto di andareall’estero?Era un esperienza che mimancava. Non ero mai statoall’estero abbastanza per capire leabitudini di un’altra culturavicinissima alla nostra, ed erostanco di sentire dire da chi silamenta dell’Italia la solita frase“questa roba la facciamo solonoi!”, senza sapere se fosse laverità o no.E da Portsmouth cosa vedi chemanca in Italia?Manca la forza e la possibilità perle aziende di investire in diversecose: nei giovani, nello sviluppo,nella formazione, nella

comunicazione. E sono tutte coseche per uno studente dicomunicazione e nuove tecnologiecome me sono molto importanti.Portsmouth conta 180.000 abitanti.Non è una metropoli, e potrebbeessere tranquillamente una tipicacittà italiana, ha solo quel“qualcosa” in più. Qualcheprospettiva in più, persone un po’più cordiali, trasporti un po’ piùefficienti… Mi piacerebbe vederel’Italia cercare di recuperare il gapche gli manca per raggiungere glialtri stati europei.Come hai conosciuto#ifoamobility?Ho frequentato un corso ITS, dopoil quale c’era un’opportunità difare questo stage all’esterofinanziato dalla regione EmiliaRomagna e gestito da IFOA. Nonme lo sono lasciato scappare.

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Giulia in Spagnacon Competitivita' e Innovaz.

Nome Giulia, cognomeBellettato. Possiamo iniziare aconoscerti meglio chiedendoti:chi sei?Chi sono? Di certo con unadomanda più difficile non sipoteva iniziare;­) facciamo parlareciò che mi accompagna da ben 25anni. Ginn­asta (ok forse più cheasta è meglio dire poltrona)Iperemotiva…avete presente quelrossore sulle gote che ti si accendenei momenti meno opportuni e cheancora non riesci a controllare? Unpo’ troppo sognatrice (ad occhiaperti, chiusi, tristi, sereni…)Lenta, insomma, ognuno ha i suoitempi ;) Innovativa, dai almeno

qualche pregio me lo possoattribuire :­) Amica, quel valore esentimento fondamentale, senza ilquale la mia vita non sarebbecolorata! Mi piace definire ilmondo come “mio” luogo diprovenienza. Ma ad essere realistiil tassello basilare del puzzle èstato creato in un minuscolopaesino in provincia di Rovigo,Fratta Polesine! Poi si sono sparsipezzi tra Venezia, Londra, Ferrara,Reggio Emilia e ..beh.. la zonaattuale, alla prossima domanda!Con il progetto competitività eInnovazione della RegioneEmilia Romagna dove seisbarcata?Se dicessi oceanografic, ciudad delas artes y las ciencias? O altristereotipi come sangria, botellon,paella… però Valencia è anchemolto molto altro. Chi dice chedorma??:­)A Valencia per fare cosa?Da un iniziale export departmentsono passata ad attività piùspecifiche di marketing ecomunicazione. Ho avuto lafortuna di collaborare con personemeravigliose, premurose e solari.Devo riportare però una cosa chemi ha davvero colpita e che non miaspettavo…… ma perché anche glispagnoli iniziano così presto alavorare? ;­)

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La scelta di andare all’estero:perché?Per darvi una risposta potreiscrivere un libro. Mi limito a direche già feci l’Erasmus a suo tempoa Londra e che quell’esperienza miha interamente cambiato il mododi vivere e vedere le cose.Un’esperienza all’estero, sia essadi studio, lavoro o piacereprolungato è qualcosa che tiplasma e ti apre la mente. Questa èsicuro una di quelle scelte che sepotessi tornare indietro nel tempofarei e rifarei un milione di volte econsiglierei a chiunque.Chiaramente ha i suoi lati difficili,ma conoscere nuove persone,tradizioni e abitudini differenti,lingue, culture, come potrebbetutto questo non attrarre?Estero,viaggio: sono due “parole”apparentemente semplici ma cheracchiudono quella che è l’essenzastessa del mio essere, quellamedicina che ogni tanto deviprendere per poter star meglio!Una tua idea su ciò che mancain Italia per i giovani?In Italia non mancherebbe niente,se solo fosse gestito il tutto un po’diversamente. Però non è miaintenzione dar vita a una classicacritica politica, quindi mi limito adire ciò che ho vissutodirettamente: lo stage. Questa

forma ormai da noi sovrautilizzatae sottovalutata, nell’impresa chemi opsita qui in Spagna è vistadavvero come un’esperienzaformativa e costruttiva: si tratta diun mutuo scambio da ambo leparti, come mi sono sentita direesplicitamente dal tutor aziendale.Quindi mi auguro che questa“teoria” inizi a espandersi semprepiù anche in Italia, comed’altronde sembra stia iniziando aprendere piede… (o sogno?…)Come hai conosciuto iprogrammi di #ifoamobility?IFOA… girovagando per internet!Ed è stato un regalo dal cielo! Laclassica occasione giusta almomento giusto. Mi ha trasmessomolto e perché no, spero avràancora molto da dare;) Grazie!

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Giulio in Indiacon Emilia Makers

Giulio Bellecca, ti definiscicittadino del mondo. Da dovevieni e dove ti trovi con#ifoamobility?Sono di Reggio Emilia, una citta’molto carina ma troppo spessolimitante. Con il progetto EmiliaMakers, finanziato dalla RegioneEmilia Romagna sono partito perMumbai, ex Bombay, India.Dormo in una stanza in affitto a 5minuti a piedi dall’ufficio (perconservarmi sano mentalmente).A fare?Il mio stage prevedel’affiancamento al managerindiano di Project Forwarding (unturnkey per progetti di grandidimensioni). Una delle cose belleche mi è capitata è stato all’arrivoin aeroporto dove un tassista stavacercando di farmi la “cresta” e un

passante si è fermato, litigandoci,dicendo che gli stranieri non vannotrattati così. Che impatto!Perché all’estero?Mi attraggono soprattutto le sfide.Vale sempre la pena sia viaggiareche uscire dalla routine quotidiana,fa bene alla mentalità e alla formamentis. Cercare di capire gli altrici rende molto più forti sia dalpunto di vista lavorativo chepersonale. La possibilità dicambiare ambiente è sempreutilissima perchè prepara a gestireeventuali imprevisti nel luogo dilavoro.Cosa ti manca dell’Italia e cosahai trovato in India?Dell’Italia mi manca un po’ tutto,ma le classiche cose (anche un po’stereotipate) sono sempre le stesse:cibo, famiglia, amici. Una cosache non mi manca affatto sono legrigie giornate autunnali e per dipiù padane. Qui ci sono 30­35gradi tutti i giorni! L’India è ilpaese delle contraddizioni…sicuramente vivere qui fa rifletteremolto sia sulla miseria che sullaricchezza ma soprattutto sul mododi trattare gli altri. E’ moltostimolante vedere come un paesedel terzo mondo si stia evolvendo,sviluppandosi sia dal punto di vistaeconomico che sociale.Come hai conosciuto questo

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percorso #ifoamobility?Ci sono arrivato facendo unconcorso per uno stage all’estero..ed eccomi qua a Mumbai! I casidella vita…

Simone in UKcon Emilia Makers

Simone Torlai, segno zodiacaletoro, pizza capricciosa,appassionato di musica, cinemae... sport ma dal divano!E cos’altro su di te Simone?Ho sempre vissuto a CastelnovoMonti (RE) e lì ho frequentatotutte le scuole dell’obbligo. Hovissuto a Reggio Emilia il mioperiodo universitario, e mi sono

laureato alla Facoltà di Economia“Marco Biagi” di Modena.Dove ti trovi ora con#ifoamobility?Con il progetto Emilia Makers,sono a Morecambe nel Lancashire,nord ovest dell’Inghilterra. Dopo ilprimo mese passato in un B&B,ora condivido un enormeappartamento con due ragazzeitaliane che stanno realizzando unperiodo di stage nella stessaazienda in cui lavoro io. Lacittadina è così così, ma èaffacciata sull’Atlantico e la vistadalla “Promenade” (la stradaparallela alla spiaggia) èveramente fantastica, soprattutto altramonto. Inoltre Lancaster èmolto vicina e molto carina eLiverpool, Manchester e la Scozianon sono molto distanti.Di cosa ti occupi e come sono letue giornate?Sono all’interno dell’ufficio“Customer Service” della dittaGVS UK Filter Technology. Sononel dipartimento “BuildingFiltration” e il mio principalecompito è quello di inserire nelsistema gli ordini provenienti dagliagenti aziendali o direttamente daiclienti (da tutta la Gran Bretagna).Mi occupo anche di diverse altreattività correlate che riguardanosoprattutto l’elaborazione o

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l’archiviazione di dati. Le seratesono poco interessanti e un pocomonotone, ma le miglioro con lavisione di film (adesso hoveramente il tempo di dedicarmi aquesta mia passione) o qualchelunga telefonata su Skype conamici e parenti. I week end lisfrutto soprattutto per riposare eper visitare città o luoghi turisticilocali e girare un po’ queste zonecon le mie coinquiline.Come mai la scelta di questaesperienza all’estero?Sono diversi i motivi che mi hannoportato qui. Volevo migliorare ilmio scarso inglese, fareun’esperienza che mi facessecrescere a livello lavorativo e alivello umano e staccare(momentaneamente) dalla miaordinaria vita “castelnovese”.Credo valga la pena vivereun’esperienza di questo genere, macredo che tutto debba essere benpianificato prima di partire inmodo da evitare sorprese oincomprensioni all’arrivo in terrastraniera. Questo riguardasoprattutto il rapporto e lerelazioni con l’azienda ospitante. Eattenzione: questa esperienza nonè un Erasmus…Cosa ti manca dell’Italia? Cosapensi dell’Inghilterra?Dell’Italia mi mancano la famiglia,

il cibo, gli amici e alcune attività opersone che ho dovuto mettere daparte per qualche mese per poteressere qui. Mille cose ci sarebberoda dire e sarebbe meglio farlo avoce. Il posto in cui mi trovo non èiper­stimolante, ma qui attorno neesistono diversi che possonoessere veramente interessanti perstudenti (delle superiori ouniversitari) o giovani lavoratori.L’Inghilterra è un paeseinteressante, diverso, in cui si puòvivere più facilmente sotto alcunipunti di vista, ma checontemporaneamente ti portaanche ad apprezzare alcunebellezze che abbiamo a casa.Cambierò sicuramente alcune coseal mio rientro, nel mio stile di vitae nel mio modo di interpretare evivere ciò che mi circonda. Credodi essere in crescita e spero dicambiare qualcosa di me stesso,altrimenti partire non avrebberoavuto senso…E Ifoa come ci sei arrivato?Ci lavora un mio famigliare. Misembra un istituto interessante chesta cercando di dare opportunità aigiovani in un paese in cui aigiovani non viene concesso quasinulla. E durante il mio periodobritish il loro sostegno non è maimancato.

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Questo booklet che hai sfogliato ele testimonianze che hai letto sono

state raccolte grazie allacollaborazione di Silvia Lodesani,Elena Farina, Davide Orlandini,

Salvatore Giametta eCosetta Soragni.

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Europe needs to expand the numbers of people who havequalifications at medium or higher levels.By 2020 the number of jobs employing people with low(or no) formal qualifications is expected to declinerapidly. Jobs for medium and highly skilled people willrise by around 4 and 16 million respectively by 2020.If we do nothing, the gap between the supply and thedemand for skills will widen. How can we bridge this"skills gap"? One key to the puzzle is making sure thatworkplace experience becomes an integral part ofeducation and training, both for vocational learners andfor higher education students.Work placements, traineeships, internships – call themwhat you will, this type of "work based learning" is thebridge between theory and practice, developing both thesoft skills and the specific professional skills which arecrucial for a successful first step into the labour market.

Xavier Prats MonnéWe Mean Business launch speech