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BOLLETTINO SETTIMANALE

DOMENICA 7 MAGGIO 2017

TEMPO DELLA RESURREZIONE

QUARTA SETTIMANA

***

ORARIO SANTE MESSE IN PARROCCHIA

Festivi: Ore 11.00

Feriali: Ore 13.30

***

LETTURE DELLA DOMENICA

TEMPO DELLA RESURREZIONE QUARTA SETTIMANA

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* Lettera agli Ebrei: 13:18-25

* Santo Vangelo di Giovanni: 21:1-14

"Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e

troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran

quantità di pesci."

***

RECITA DEL SANTO ROSARIO NELLE FAMIGLIE

con l'inizio del mese di maggio, mese mariano,

la nostra parrocchia organizza la recita del Santo Rosario nelle famiglie.

Chiunque volesse mettere a disposizione la propria abitazione

è invitato a contattare il nostro Cappellano Mons. Tony Gebran

ed accordarsi con lui per un appuntamento.

***

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Carissimi Parrocchiani ed Amici,

con profondo dolore annunciamo la scomparsa della signora

AGHAVNI SIMONIAN VEDOVA BEDOYAN

madre del nostro parrocchiano Armen Bedoyan

i funerali avranno luogo in Roma

SABATO 6 MAGGIO 2017

alle ore 11

presso la Chiesa di San Nicola da Tolentino

Via di S. Nicola da Tolentino, 17.

L'eterno Riposo dona a Lei o Signore e Splenda a Lei la luce perpetua

riposi in pace. Amen.

***

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PROGRAMMA

ore 10:00

Forum presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore

“Comunità migranti, Chiesa e Città di Roma: donne in dialogo per l’integrazione tra i

popoli”

ore 12:30

Santa Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Presiede SER Monsignor Augusto Paolo Lojudice

animazione liturgica delle Comunità Cattoliche di Roma

ore 13:30

Festa dei Popoli nella Piazza di San Giovanni in Laterano

Danze, canti e cibo etnico preparato dalle Comunità

***

APERTURA DEL MESE MARIANO PRESSO

LA NOSTRA COMUNITÀ MARONITA DI ROMA

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Domenica 30 aprile scorso la nostra comunità maronita in Roma ha celebrato l'apertura

del mese mariano di maggio in due momenti molti belli ed importanti. Durante la Santa

Messa delle ore 11.00 presso la Chiesa di San Marun il nostro Cappellano Mons.Tony

Gebran, ha invitato tutti i partecipanti a pregare Maria Santissima, esortandoli ad

organizzare la recita del Santo Rosario nelle famiglie durante questo mese di maggio,

particolarmente dedicato alla Madonna. Dopo la comunione Mons. Gebran ha

ringraziato il piccolo chierichetto Paolo Dahdah, per un gesto molto bello e generoso

che ha compiuto. Durante la festa di Santa Barbara di dicembre scorso, la nostra

parrocchia aveva consegnato a tutti i bambini dei salvadanai da riempire e riportare in

Parrocchia per così poterli dare ai bambini poveri che hanno bisogno di aiuto. Il nostro

caro Paolo ha riportato il salvadanaio pieno dei suoi risparmi, affinché sia consegnato

ai bambini bisognosi. Mons. Tony ha voluto esprimere così la gratitudine di tutta la

parrocchia per questo spirito generoso ed altruista. La celebrazione si è conclusa con

il canto mariano "Ya Oum Allah" durante il quale Mons.Tony ha benedetto tutti i fedeli

con l'icona di Maria Santissima. Nella tarda serata della stessa domenica, alle ore

19,00, un nutrito gruppo di persone si è riunito presso il Convento di Sant'Antonio Abate

dell'Ordine Maronita Mariamita sito in Piazza San Pietro in Vincoli, per la recita del

Santo Rosario. Alla preghiera mariana erano presenti Sua Eccellenza Reverendissima

Mons. François Eid, Procuratore Patriarcale Maronita, il nostro Cappellano Mons. Tony

Gebran, il Rev.do Padre Abate Semaan Abou Abdou OMM, i Procuratori Generali degli

Ordini Religiosi Maroniti, Padre Maged Maroun O.A.M., Padre Miled Tarabay O.L.M, il

sig. Albert Samaha, Incaricato d’Affari Ambasciata del Libano presso la S. Sede, Sua

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Eccellenza il Sig. Jean Cornet D'Elzius, Ambasciatore del Belgio presso la Santa Sede,

il Signor Ameer Baboun, Secondo Segretario dell'ambasciata della Palestina presso la

Santa Sede, i Procuratori Generali degli Ordini Religiosi Maroniti, Padre Maged Maroun

O.A.M., Padre Miled Tarabay O.L.M. Il Rev.do Superiore del Convento,Padre Elias

Zakhia O.M.M., nel suo dare il benvenuto a tutti quanti ha detto che "La presenza di

Maria continua a rimanere qui con noi e cresce sempre di più in questo mese dedicato

a lei nostra Madre Santissima,e di cui festeggiamo l'inizio[...]In questo mese di maggio

onoriamo dunque ed amiamo Maria, ed in questi giorni si accresca il nostro amore per

la Vergine Bella, per la Nostra Madre dolcissima!". Dopo la recita del Rosario si è svolta

una piccola processione con la statua della Madonna, al termine della quale Sua

Eccellenza Mons. Eid ha benedetto i partecipanti con un'icona mariana.

***

IL PATRIARCA RAI IN VIAGGIO PER ROMA

RITORNA SUL TEMA DELLA LEGGE ELETTORALE

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Il Patriarca Maronita il Cardinale Béchara Raï, ha espresso apertamente il suo parere

personale per il progetto di legge elettorale sviluppato dall’ ex ministro degli Interni

Marwan Charbel e adottato dal governo Nagib Mikati. Il capo della Chiesa maronita ha

espresso questa posizione prima della sua partenza per Roma, lo scorso 2 maggio,

dove sta partecipando ai lavori della Segreteria per le Comunicazioni Sociali alla quale

appartiene e ha ricevuto ufficialmente il titolo Honoris Causa di “Avvocato Rotale”

conferitogli dal Tribunale Apostolico della Rota Roma. "Io non ho mai detto che non

sono a favore della legge del 1960, ha ribadito il Patriarca, ha detto alla stampa presso

la sala d’onore dell'Aeroporto Internazionale Rafic Hariri a Beirut. Ho solo detto che

senza promulgazione di una nuova legge, e se il termine di scadenza dell’attuale

parlamento si compisse senza che una nuova legge elettorale sia stata approvata,non

ci sarebbe nessuna giustificazione alla proroga poichè la legge elettorale c'è e non c'è

alcuna giustificazione in questi casi che il mandato del Parlamento debba essere

esteso, in nome della continuità delle istituzioni." " Tuttavia, il Patriarca ha aggiunto “

ho ascoltato le spiegazioni del presidente Hussein Husseini (ex presidente della

Camera), che ritiene che la Legge elettorale 1960 non è valida perché, promulgata sotto

il mandato del presidente Fouad Chéhab (1958-1964), è stata modificato al momento

della presenza siriana in Libano, e la sua “ratio” non è più compatibile con lo spirito del

progetto originario. " " Non sto dicendo che sono per la legge del 1960, ha aggiunto il

Patriarca, ma io dico di evitare l'estensione (del mandato della Camera) ed evitare un

vuoto (un paese senza Camera dei Deputati). Ma non è mio compito commentare la

legge proporzionale o qualsiasi altra forma; Ai blocchi politici e parlamentari si consiglia

di votare per una legge elettorale che darà il valore che merita alla voce dei libanesi, in

base al principio che il popolo è la fonte di tutti i poteri, e che è lui che chiede e fornisce

la responsabilità ai deputati. L'altro principio che difendiamo è che ogni libanese ha il

diritto di candidarsi alle elezioni. Quindi, trovare la legge elettorale che garantisca il

rispetto di questi due principi, e bisogna rifiutare tutto il resto. "

***

IL PATRIARCA MARONITA RAI: PORTO AL PAPA L'INVITO

DEI PATRIARCHI E DEI VESCOVI CATTOLICI A VISITARE IL LIBANO

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Il Patriarca maronita Bechara Boutros Rai ha riferito che in occasione della sua corrente

permanenza a Roma trasmetterà a Papa Francesco un invito ufficiale a visitare il

Libano, a nome di tutti i Patriarchi e i Vescovi cattolici presenti nel Paese dei Cedri.

L'intenzione di consegnare al Papa l'invito è stata comunicata dal Patriarca Rai ai

giornalisti libanesi che martedì 2 maggio gli hanno rivolto alcune domande all'aeroporto

di Beirut, mentre il Capo della Chiesa Maronita si apprestava a partire per Roma, dove

prende parte in questi giorni alla plenaria della Segreteria vaticana per la

comunicazione. Nel giugno 2016, davanti al sacerdote maronita Rouphael Zgheib,

Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Libano, che gli chiedeva

quando avrebbe compiuto una visita apostolica in quel Paese del Medio Oriente, Papa

Francesco si smarcò con una contro-domanda: “E voi libanesi” replicò il Vescovo di

Roma “quando eleggerete il vostro Presidente?”. La vacatio della carica presidenziale

nel Paese dei cedri è durata quasi due anni e mezzo, e i protocolli diplomatici vaticani

escludono viaggi papali in nazioni bloccate da una simile paralisi istituzionale. Ma

adesso quell’argomento usato da Papa Francesco non vale più. Da lunedì 31 ottobre

2016, il Libano ha scelto come nuovo Presidente l’ex generale Michel Aoun, cristiano

maronita. Il Presidente Aoun è stato ricevuto da Papa Francesco in Vaticano lo scorso

16 marzo. Dopo l'incontro con il Vescovo di Roma, Aoun ha scritto sul suo account

twitter che il Papa gli aveva espresso la volontà di visitare il Libano, assicurando la sua

costante preghiera per quel Paese.(Agenzia Fides 4/5/2017).

***

PAPA FRANCESCO: ALLE AUTORITÀ D’EGITTO, “RAFFORZARE E

CONSOLIDARE LA PACE REGIONALE”. IL RICORDO DELLE

VITTIME DEGLI ATTACCHI ALLE CHIESE

L’Egitto, “terra di antichissima e nobile civiltà”, che rappresenta molto “per la storia

dell’umanità e per la Tradizione della Chiesa” occupa “un ruolo insostituibile nel Medio

Oriente e nel contesto dei Paesi che cercano soluzioni a problemi acuti e complessi i

quali necessitano di essere affrontati ora, per evitare una deriva di violenza ancora più

grave. Mi riferisco a quella violenza cieca e disumana causata da diversi fattori: dal

desiderio ottuso di potere, dal commercio di armi, dai gravi problemi sociali e

dall’estremismo religioso che utilizza il Santo Nome di Dio per compiere inauditi

massacri e ingiustizie”. Così Papa Francesco ha salutato i membri del Governo e del

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Parlamento, in testa il Presidente Al Sisi, nel suo discorso alle Autorità del Paese. Una

terra definita ospitale e generosa come testimoniano l’accoglienza data duemila anni fa

alla Santa Famiglia e oggi a milioni di rifugiati provenienti da diversi Paesi, tra cui

Sudan, Eritrea, Siria e Iraq. “Questo destino e questo compito dell’Egitto costituiscono

anche il motivo che ha portato il popolo a sollecitare un Egitto dove non manchino a

nessuno il pane, la libertà e la giustizia sociale” ha detto il Pontefice riferendosi alla

rivoluzione del 2011. Un obiettivo possibile “se tutti insieme avranno la volontà di

trasformare le parole in azioni, le valide aspirazioni in impegno, le leggi scritte in legge

applicate, valorizzando la genialità innata di questo popolo”. Per il Papa “il compito

singolare” dell’Egitto è “rafforzare e consolidare anche la pace regionale, pur essendo,

sul proprio suolo, ferito da violenze cieche. Tali violenze fanno soffrire ingiustamente

tante famiglie – alcune delle quali sono qui presenti – che piangono i loro figli e figlie”.

Il pensiero del Papa è andato a tutte le persone che, negli ultimi anni, “hanno dato la

vita per salvaguardare la loro Patria: i giovani, i membri delle forze armate e della

polizia, i cittadini copti e tutti gli ignoti caduti a causa di diverse azioni terroristiche.

Penso anche alle uccisioni e alle minacce che hanno determinato un esodo di cristiani

dal Sinai settentrionale. Penso altresì a coloro che sono stati colpiti negli attentati alle

chiese xopte, sia nel dicembre scorso sia più recentemente a Tanta e ad Alessandria.

Ai loro familiari e a tutto l’Egitto vanno il mio più sentito cordoglio e la mia preghiera al

Signore affinché dia pronta guarigione ai feriti”. Il Pontefice ha incoraggiato “l’audacia

degli sforzi per la realizzazione di numerosi progetti nazionali, come anche le tante

iniziative che sono state prese in favore della pace nel Paese e al di fuori di esso” e

ricordato che “lo sviluppo, la prosperità e la pace sono beni irrinunciabili che meritano

ogni sacrificio”. Si tratta, ha rimarcato, di obiettivi che richiedono “lavoro serio, impegno

convinto, metodologia adeguata e, soprattutto, rispetto incondizionato dei diritti

inalienabili dell’uomo”. Tra questi “l’uguaglianza tra tutti i cittadini, la libertà religiosa e

di espressione, senza distinzione alcuna. Obiettivi che esigono una speciale attenzione

al ruolo della donna, dei giovani, dei più poveri e dei malati”. “Lo sviluppo vero – ha

spiegato il Papa – si misura dalla sollecitudine che si dedica all’uomo, alla sua

educazione, alla sua salute e alla sua dignità; infatti la grandezza di qualsiasi nazione

si rivela nella cura che essa dedica realmente ai più deboli della società: le donne, i

bambini, gli anziani, i malati, i disabili, le minoranze, affinché nessuna persona e nessun

gruppo sociale rimangano esclusi o lasciati ai margini”.

***

COMMENTO AL VANGELO

UNA PESCA SIGNIFICATIVA

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Ora Pietro a un certo punto dice: “Vado a pescare” e gli altri risposero: “E noi veniamo

con te” e salirono sulla barca. Quando venne l’alba, Gesù si presentò ai discepoli i quali

non lo riconobbero e chiese loro: “Figlioli, avete qualcosa da mangiare?”. Risposero:

“No”. Non avevano preso nulla quella notte. E Gesù a loro: “Gettate la rete dalla parte

destra della barca e troverete”. La gettarono e la rete si riempì di centocinquantatré

grossi pesci e non si ruppe. Su questo numero, nella storia della Chiesa si sono avute

varie interpretazioni. La più suggestiva può essere quella che vede il numero come la

somma di 76 + 77 ossia del valore numerico delle parole Simon e Ichthys (pesce).

Quindi un’identificazione fra Pietro e Gesù, indicato dal simbolo del pesce. Un’altra

interpretazione si rifà al testo del profeta Ezechiele (capitolo 47) che vede un fiume

uscire dal Tempio di Gerusalemme per irrigare tutta la Palestina portando una quantità

incredibile di pesci; i pescatori stanno presso il mare a En-eglaim e gettano le reti: il

valore numerico delle consonanti ebraiche di En-Eglaim è 153. Noi oggi sappiamo che

nel mondo antico non è mai stato attribuito, né dai pagani, né dai rabbini, un particolare

valore simbolico a questo numero. Per cui la sua presenza in questo testo deve avere

un significato del tutto particolare. Un significato oscuro, tanto che ha fatto dire a

Sant’Agostino che questo numero è «un grande mistero», oppure ha un significato così

semplice che sfugge alle interpretazioni contorte che si sono avute nel corso dei secoli.

Orbene, l’origine di questo numero così preciso (altre volte Giovanni fa sempre

precedere l’espressione “circa” davanti all’uso dei numeri), probabilmente, va ricercata

nella volontà di richiamare l’attenzione sul fatto che quanto è stato riferito è il rapporto

di un testimone oculare che indica il numero esatto di una pesca decisamente

abbondante. Ed è per questo che di fronte a tutto ciò, il discepolo che Gesù amava

disse a Pietro: “È il Signore”. Pietro si strinse la sopravveste e si gettò in acqua per

arrivare prima. Ma Gesù non gli fece caso; forse era una prova, e continuò a parlare a

tutti. Lì sulla spiaggia c’era un fuoco acceso con del pesce sopra e anche del pane. Il

fuoco. Il fuoco che è acceso sulla spiaggia è un fuoco di carbonella. Il termine usato è

molto raro. Solo in Giovanni 18,18 al momento del tradimento di Pietro, Giovanni usa

questo termine per indicare il fuoco presso il quale Pietro si era seduto. Un riferimento

al momento del tradimento? Certo è che il Gesù che Pietro vede presso il fuoco la notte

dell’arresto è il Gesù abbandonato e di lì a poco, sfigurato, ora è il Gesù glorioso e

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risorto che convoca i suoi per inviarli nel mondo. Inoltre, è anche il Gesù che,

abbandonato, ora chiama alla comunione con Lui, all’intimità del convivio, all’affettuosa

amicizia che solo l’Amore trafitto può offrire all’uomo. Per questo, Gesù disse: “Portate

un po’ del pesce che avete preso. Lo dice a tutti, ma è il solo Pietro che va e trae fino

a terra la rete. Ciò che non fu possibile a tutti, fu possibile a uno: È lui il Pescatore. Del

resto la barca era sua. Qui si compie la promessa di Gesù: è davvero pescatore di

uomini qui simboleggiati dai pesci. “E la rete non si ruppe”. È lui nella comunità il centro

visibile dell’unità della Chiesa e lo sarà finché avrà portato a termine la totalità degli

uomini: senso simbolico del numero 153. Compiuto ciò, segue il banchetto, simbolo del

banchetto eterno quando Gesù ci farà sedere a mensa nel suo regno e ci servirà (Lc

12,37; 22,30). Qui prende il pane e lo dà, come ha fatto quando moltiplicò i pani e si

era come qui presso il mare di Tiberiade (6,1-15). Nel capitolo 20, Gesù era il

dispensatore dei doni: pace e Spirito Santo. Ora il Risorto dispensa la vita e tutti lo

vedono e non è più il tempo di fare delle domande. Giovanni usa un verbo assai raro

che indica: indagare, interrogare. Se si pensa che la domanda. «Chi sei?», viene rivolta

a Gesù dai Giudei in 8,25 e che ora i discepoli non osano più fare questa domanda, si

deve concludere che l’impatto della scena è decisamente forte. Ora i discepoli non

conosco più Gesù come lo avevano conosciuto prima, ora sono entrati con lui in una

nuova relazione. Se prima anche loro dubitavano ed erano incerti, ora nessuno di loro

osa domandare, perché, come insegnavano i rabbini, quando ci si trova dinanzi a Dio

solo lo stolto rivolge delle domande a Dio. Ora, invece, tutto è chiaro: Gesù vive davvero

in mezzo a loro. Lui è il Signore, il Risorto dai morti!

***

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8 MAGGIO FESTA DELLA NATIVITA’ DI SAN CHARBEL

CHI È QUESTO SANTO PREGATO ANCHE DAI MUSULMANI

Preghiera: “Dio infinitamente glorificato nei tuoi santi, tu che ispirasti San Charbel di

seguire la vita eremitica della perfezione, ti supplichiamo la grazia di amarti e servirti

seguendo il suo esempio; e tu, che hai manifestato il potere della sua intercessione

concedendo numerosi miracoli e grazie, concedici la grazia che imploriamo (chiedere

la grazia) attraverso la sua mediazione e secondo la tua volontà. Amen.”

Giuseppe Makhluf, nacque nel villaggio di Biqa ’Kafra il più alto del Libano nell’anno

1828. Rimasto orfano del padre a tre anni, passò sotto la tutela dello zio paterno. A 14

anni già si ritirava in una grotta appena fuori del paese a pregare per ore (oggi è

chiamata “la grotta del santo”). Egli pur sentendo di essere chiamato alla vita

monastica, non poté farlo prima dei 23 anni, visto l’opposizione dello zio, quindi nel

1851 entrò come novizio nel monastero di ‘Annaya dell’Ordine Maronita Libanese.

Cambiò il nome di battesimo Giuseppe in quello di Sarbel che è il nome di un martire

antiocheno dell’epoca di Traiano. Trascorso il primo anno di noviziato fu trasferito da

‘Annaya al monastero di Maifuq per il secondo anno di studi. Emessi i voti solenni il 1°

novembre 1853 fu mandato al Collegio di Kfifan dove insegnava anche Ni’matallah

Kassab la cui Causa di beatificazione è in corso. Nel 1859 fu ordinato sacerdote e

rimandato nel monastero da ‘Annaya dove stette per quindici anni; dietro sua richiesta

ottenne di farsi eremita nel vicino eremo di ‘Annaya, situato a 1400 m. sul livello del

mare, dove si sottopose alle più dure mortificazioni. Mentre celebrava la s. Messa in

rito Siro-Maronita, il 16 dicembre 1898, al momento della sollevazione dell’ostia

consacrata e del calice con il vino e recitando la bellissima preghiera eucaristica, lo

colse un colpo apoplettico; trasportato nella sua stanza vi passò otto giorni di sofferenze

ed agonia finché il 24 dicembre lasciò questo mondo. A partire da alcuni mesi dopo la

morte si verificarono fenomeni straordinari sulla sua tomba, questa fu aperta e il corpo

fu trovato intatto e morbido, rimesso in un’altra cassa fu collocato in una cappella

appositamente preparata, e dato che il suo corpo emetteva del sudore rossastro, le

vesti venivano cambiate due volte la settimana. Nel 1927, essendo iniziato il processo

di beatificazione, la bara fu di nuovo sotterrata. Nel 1950 a febbraio, monaci e fedeli

videro che dal muro del sepolcro stillava un liquido viscido, e supponendo

un’infiltrazione d’acqua, davanti a tutta la Comunità monastica fu riaperto il sepolcro; la

bara era intatta, il corpo era ancora morbido e conservava la temperatura dei corpi

viventi. Il superiore con un amitto asciugò il sudore rossastro dal viso del beato Charbel

e il volto rimase impresso sul panno. Sempre nel 1950 ad aprile le superiori autorità

religiose con un’apposita commissione di tre noti medici riaprirono la cassa e stabilirono

che il liquido emanato dal corpo era lo stesso di quello analizzato nel 1899 e nel 1927.

Fuori la folla implorava con preghiere la guarigione di infermi lì portati da parenti e fedeli

ed infatti molte guarigioni istantanee ebbero luogo in quell’occasione. Si sentiva da più

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parti gridare “Miracolo! Miracolo!”. Fra la folla vi era chi chiedeva la grazia anche non

essendo cristiano o non cattolico.

***

CALENDARIO LITURGICO

E

RICORRENZE SETTIMANALI

12 MAGGIO

SAN PANCRAZIO

Sull’Ardeatina e sull’Aurelia sono stati sepolti i tre martiri Nereo e Achilleo, e Pancrazio.

Benchè ricordati tutti e tre al 12 maggio, il loro culto è stato sempre separato, come

precisano gli estensori del nuovo calendario: «La memoria dei santi Nereo e Achilleo e

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la memoria di san Pancrazio vengono celebrate separatamente con formulari propri

secondo l’antica tradizione romana». La storia di san Pancrazio, morto in giovane età

sotto Diocleziano, è stata arricchita di tanti elementi leggendari dalla sua tardiva

«Passio» che è ben difficile isolare le reali vicende storiche di questo che è stato uno

dei santi più popolari non solo a Roma e in Italia, ma anche all’estero: è patrono dei

Giovani di Azione Cattolica. A lui sono stati dedicati chiese e monasteri: quello di Roma

venne fondato da san Gregorio Magno e quello di Londra da sant’Agostino di

Canterbury. Il suo sepolcro si trova a Roma nel cimitero di Ottavilla al secondo miglio

della via Aurelia, dove Papa Simmaco costruì una basilica in suo onore. (Avvenire)

13 MAGGIO

B.V.M. DI FATIMA

Il 13 maggio si celebrano le apparizioni della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo nel

1917. A tre pastorelli, Lucia di Gesù, Francesco e Giacinta, apparve per sei volte la

Madonna che lasciò loro un messaggio per tutta l’umanità. Il vescovo di Leiria, nella

sua lettera pastorale a chiusura del cinquantenario, ha affermato che messaggio di

Fatima "racchiude un contenuto dottrinale tanto vasto da poter certamente affermare

che non gli sfugge alcuno dei temi fondamentali della nostra fede cristiana...".

***

SACRAMENTI

BATTESIMO

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I modi e tempi sono da concordare con la Segreteria Parrocchiale, per la

preparazione dei genitori, per la scelta adeguata dei padrini e delle madrine,

per la presentazione dei documenti richiesti; per il battesimo degli adulti sarà

richiesto un percorso individualizzato

CONFESSIONI

Le confessioni sono disponibili in Parrocchia DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ prima e

dopo la Santa Messa delle 13.30 e OGNI DOMENICA dalle ore 10.00 alle ore

13.00.

CRESIMA

Al termine del cammino di preparazione (iniziazione cristiana),

si potrà accedere al sacramento della Confermazione in data e modalità da

concordare col Parroco.

COMUNIONE AI MALATI

Per le persone trattenute in casa da una lunga o invalidante malattia si prega

di contattare la Segreteria Parrocchiale per la visita del sacerdote a portare

l’Eucaristia nelle case.

UNZIONE DEGLI INFERMI

l’Unzione è chiesta in caso di malattia di lunga durata o in pericolo di vita, in

questi casi si prega di contattare il Parroco h24 .

CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE (FUNERALI)

La data e l'ora della celebrazione delle esequie sono fissate d'intesa coi

familiari, previo contatto con la Segreteria .

MATRIMONIO

per ricevere informazioni circa le pratiche civili e Parrocchiali, richieste dalla

disciplina del sacramento è necessario rivolgersi alla

Segreteria Parrocchiale, almeno 6 MESI prima della data prevista per la

celebrazione del matrimonio. La Parrocchia ogni anno predispone dei corsi per

fidanzati.

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