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  • PERIODICO MEN-SILE PER I COO-PERATORI DELLEOPERE E MISSIONIDI S. GIO. BOSCO

    BOLLETTINOSALESIANO

    Anno LX - N . 12

    DICEMBRE1936 - XV

    SOMMARIO : L'eloquenza d'una statistica . - Sotto la cupola dell'Ausiliatrice . - Il Giubileo di diamante dell'Operasalesiana in Argentina . - In famiglia : Italia - Perù . - Dalle nostre Missioni : Matto Grosso (Brasile) - San-gradouro (Matto Grosso) . - Grazie attribuite all'intercessione di M. A. e di S . Gio . Bosco . - Lettera di DonGiulivo ai giovani . - Necrologio . - Indice generale dell'annata 1936 .

    L'eloquenza d'una statistica .Abbiamo sott'occhio la statistica degli alunni

    dei nostri otto Istituti missionari - Bagnolo,Castelnuovo D . Bosco, Cumiana, Gaeta, Ivrea,Morialdo-Becchi, Penango, Torino « ContiRebaudengo » - distinti per provincia e dio-cesi ; ed amiamo chiudere l'anno col segnalareai nostri Cooperatori il largo contributo ap-portato dall'Azione Cattolica. Nell'anno sco-lastico decorso, 1935-36, l'Azione Cattolica ciha regalato ben 355 dei suoi giovani migliori,provenienti rispettivamente dalle seguenti dio-cesi : Milano 42, Torino 41, Ivrea 39, Vicenza 36,Padova 29, Asti 27, Casale 27, Alba 19, Con-cordia 19, Brescia 15, Saluzzo 14, Treviso 14,Vercelli 13, Como 12, Udine 11, Gaeta 10 ,Mondovì 9, Bergamo 8 . . .

    È cosa assai consolante! E, nello stesso tempo,una prova molto eloquente della sodezza edefficacia della formazione cristiana che si dànelle file dell'Azione Cattolica, secondo le di-rettive del Santo Padre. I parroci, gli assistentiecclesiastici, i dirigenti, che lavorano con pu-rezza d'intenzione e con tanto spirito di sacri-ficio per la cura di quella che il Papa consideracome la pupilla degli occhi suoi, si possono ral-legrare: frutti così preziosi pagano abbondan-temente le fatiche dell'apostolato .

    I genitori poi devono sentirsi incoraggiati adiscrivere per tempo ipropri figli alle associa-zioni di Azione Cattolicache dànno tanto affida-mento . Tutti infine, spe-cialmente i nostri Coo-peratori, hanno a trarrenuovo conforto per col-laborare generosamentecolla Gerarchia nel-l'Azione Cattolica: piùdirettamente e prati-

    camente, con spirito salesiano, al ministeropastorale dei propri Parroci, soprattutto inquest'anno in cui la Chiesa raccomanda conparticolare insistenza la vita parrocchiale .

    La nostra statistica rientra in quella con-statazione generale del cammino fatto dall'A-zione Cattolica in questi tre ultimi lustri,cui il Santo Padre accennava parlando agliAssistenti Ecclesiastici il 24 luglio u . sc . :

    «Cammino magnifico da togliere ogni possibi-lità di degnamente ringraziare la divina bontà etale da dover dire che ogni previsione umana, fattacon gli elementi che sono a nostra disposizione, èstata superata dal progresso fatto dall'AzioneCattolica, dal suo sviluppo, anzitutto nella san-tificazione delle singole anime dei suoi iscritti epoi nell'immenso frutto di apostolato, di parolaparlata, scritta, stampata, con una vera ric-chezza di produzione e una varietà che costitui-scono un dono preziosissimo di azione e di vita» .

    Coll'inizio del nuovo anno orientiamo dun-que sempre meglio anche noi la vita all'A-zione Cattolica secondo le direttive del Papa,il quale osservava nella stessa occasione che :

    «È proprio nella sostanza vera dell'azione lavita, la vita soprannaturale, vissuta da ciascunapostolo prima, e poi trapiantata negli altri,primo prodotto e vera espressione dell'azione che

    si identifica colla carità .E che cosa sarebbe la vitasenza l'azione e l'azionesenza la vita? L'azioneinfatti e la vita spiri-tuale vanno di pari pas-so, riuscendo tanto piùefficaci e preziose in quel-l'opera di carità che gua-dagna i cuori e che trovale vie del cuore all'in-telligenza » .

    Il Sac. PIETRO RICALDONEIV SUCCESSORE DI S. GIOVANNI BOSCO

    i Salesiani e le Figlie di Maria Ausilia-trice colla gioventù alle loro cure affidatapresentano ai benemeriti Cooperatori ealle benemerite Cooperatrici i più fervidiauguri di Buon Natale e Capodanno in-vocando su lutti le più elette benedizioni .

  • SOTTO LA CUPOLADELL'AUSILIATRICE

    Ai primi dì ottobre anche gli studenti tor-narono dalle vacanze e, coi nuovi, affollaronola loro sezione allietando l'Oratorio con ottimedisposizioni .

    Il giorno 2 giunse da Lione il compiantoCardinale Arcivescovo Luigi Maurin, checelebrò, l'indomani, all'altare del Santo, e vi-sitò i lavori di ampliamento del Santuario, ac-compagnato dal signor Don Ricaldone e daiSuperiori . Il giorno 4, convennero all'Oratorioi Poligrafici della città di Torino per iniziare laloro festa sociale, ascoltando la santa Messa ce-lebrata dal sig . Don Fascie nella cappella delleReliquie. Dopo Messa visitarono la nostra ti-pografia e quella della S .E.I. Il giorno 8, unabreve visita di S . E. Mons. Ferdinando Taddei,vescovo di Sacareginho nel Brasile . Il giorno12, al mattino, convegno dei chierichetti dell'Ar-chidiocesi partecipanti alla gara annuale dicerimonie che si svolse nella cappella di SanFrancesco, dopo la Messa ascoltata nel San-tuario; nel pomeriggio, convegno degli Aspi-ranti di Azione Cattolica per un trattenimentomissionario. Attivissima la « Giornata mis-sionaria » preparata nel teatro dell'OratorioFestivo per le Associazioni diocesane da unabella conferenza di P . Enrico Gallo . Il 23,visita di S. E. Mons. Costantini, vescovo diLa Spezia, che celebrò all'altare dell'Ausilia-trice .

    Numerosi pellegrini alla spicciolata, quasi

    tutti i giorni del mese, specialmente nei giornipiù belli. L' Istituto missionario «Conti Re-baudengo » e l'Istituto « Savio Domenico » perorfani, di Sassi, diedero al loro pellegrinaggiocarattere di propiziazione per l'inizio del nuovoanno scolastico con devote funzioni. Partico-lare solennità alle feste del S . Rosario, dellaMaternità di Maria e di Cristo Re. Solen-nissime le SS. Quarantore predicate efficace-mente da Don Luzi . Col triduo tradizionalestudenti ed artigiani hanno ripreso tutto ilfervore del nuovo anno scolastico-professio-nale .

    Arrivi e partenze .

    Il 24 settembre fece ritorno a Torino il sig .D. Tirone, Direttore Spirituale Generale dellaSocietà Salesiana, il 4 novembre, il sig . DonSerié, Consigliere Generale, ed il 5 il sig .Don Berruti, Prefetto Generale, che hannocompiuto la visita delle Case e Missioni diAmerica. II 28 ottobre, partì invece il sig .Don Candela, Direttore Generale delle ScuoleProfessionali ed Agricole, per la visita delleCase d'Oriente. Nello stesso mese salparono77 Salesiani diretti al Portogallo, alla Palestina,all'Egitto, alle Repubbliche di Haiti e di Cuba,alle missioni del Matto Grosso, dell'Equatore,del Cile, della Colombia, del Perù, dell'India,della Cina, del Siam e del Giappone.

    Contemporaneamente partirono anche unasettantina di Figlie di Maria Ausiliatrice, checompletarono la spedizione missionaria di set-tembre raggiungendo il centinaio .

    II 31 ottobre giunse, graditissimo, il Dele-gato Apostolico delleIsole Filippine, S . E .Mons. Guglielmo Piani,salesiano, che celebrò,il giorno dei Santi, al-l'altare di Maria Ausi-liatrice e si trattennecon noi alcuni giorni .

    S. E., prima Ispettoredelle nostre Case delMessico, parlò ai gio-vani nel grande salone--teatro delle condizionireligiose di quella Re-pubblica e del fervorespirituale delle isoleFilippine che si prepa-rano al prossimo Con-gresso Eucaristico In-ternazionale .

  • Lo stesso giorno dei Santi, gli ex-allievicommemorarono i gloriosi compagni cadutinella grande guerra e nell'A . O. I. con unadevota funzione di suffragio in Basilica ed unasolenne cerimonia patriottica nel salone-teatro .P. Robotti, dei Predicatori, rievocò la nobile

    eroica figura di Padre Reginaldo Giuliani,medaglia d'oro.

    S. E. MONS. EMANUELVescovo di Castellammare di Stabia .

    Gratissima è giunta alla Casa-madre la no-tizia del trasferimento di S . E. Mons. FedericoEmanuel alla chiesa Cattedrale di Castellamaredi Stabia ove abbiamo un fiorentissimo colle-gio. Consacrato nell'anno della Beatificazionedi Don Bosco e deputato Ausiliare dell'Em .moCard. Sbarretti nelle Diocesi di Sabina e Pog-gio flirtato, Mons. Emanuel crebbe giovinettoall'Oratorio di Torino godendo le predilezionidel Santo fondatore e, fatto salesiano e sacer-dote, resse importanti Istituti con finissimotatto . Ora egli porta alla nuova Diocesi tuttoil fervore della sua anima salesiana, e la Dio-cesi, apprezzando il dono del Santo Padre, siprepara ad accoglierlo con grandi feste .

    Noi l'accompagniamo affettuosamente collenostre preghiere e coi migliori auguri .

    Ad multos annos!

    I lavori di ampliamento :la cupola del presbiterio .

    Ritmo accelerato, tutto il mese di ottobre,in vista specialmente della cruda stagione . Ul-timate le superfici inclinate del tetto, si viderobalzare in pochi giorni i solidi pilastri chereggeranno la cupola del presbiterio di cuianticipiamo una rapida descrizione.

    Costituita internamente in cemento armato,la cupola propriamente detta consisterà inuna calotta semisferica esterna, che si appog-gerà ad un traliccio semisferico interno, con-centrico ad essa. Entrambe queste struttureinsisteranno inoltre su un comune anello d'im-posta .

    La calotta esterna sarà costituita da una so-letta dello spessore di 8 cm . armata secondo iparalleli e i meridiani . Essa presenterà unazona intermedia, con aperture in vetro ce-mento, in corrispondenza di vetrate istoriate cheverranno collocate nella cupola interna . Que-sta verrà costituita da un traliccio semisferico,formato da 16 nervature meridiane e due ner-vature parallele, oltre l'anello d'imposta equello di chiave. Le aree a forma di quadrilaterisferici, tra esse racchiuse, verranno in parteriempite per essere utilizzate a motivi decora-tivi, parte rimarranno vuote per accoglierele vetrate istoriate .

    Per provvedere alla manutenzione di questepreziose vetrate, è già stata praticata, tra le duecalotte, un'intercapedine . La calotta esternas'appoggerà quindi a quella interna non se-condo linee estese, ma soltanto per punti :per questo si sono creati dei pilastrini radiali disezione 30 X 30 cm. nei punti d'incontro trale nervature della cupola interna . La cupolaesterna si appoggerà agevolmente su di essi .

    L'anello d'imposta delle due cupole è so-stenuto da 16 pilastri già visibili i quali costi-tuiscono nel loro insieme il tamburo cilindrico .Essi poggiano su una trave a pianta circolareche è inserita in una grande trave a piantaquadrata, a sua volta sostenuta nei vertici daquattro piloni della sezione di 1,25 X 1,25 m.La struttura resistente, dalle fondazioni alledue cupole, ha comportato l'impiego di 500 mc.di conglomerato e 480 quintali di ferro .

  • IL GIUBILEO DI DIAMANTEDELL'OPERA SALESIANA IN ARGENTINA

    Con feste indimenticabili ed indescrivibileentusiasmo l'Opera Salesiana in Argentina hacelebrato il suo Giubileo di diamante richia-mando autorità e popolo al lontano novembre1875, quando S . Giovanni Bosco inviava daTorino i suoi primi figli sotto la guida del fu-turo Cardinal Cagliero, e prospettando attra-verso ad eloquenti commemorazioni, presie-dute dallo stesso Presidente della RepubblicaGen. Justo, la rapida affermazione e l'ammira-bile incremento, fino all'odierno sviluppo :quattro Ispettorie Salesiane con 77 Case, e laMissione della Pampa con 11 Residenze ; dueIspettorie delle Figlie di Maria Ausiliatricecon 34 Istituti .

    La commemorazione ufficiale al TeatroColón alla presenza del Presidentedella Repubblica .

    Il programma delle celebrazioni, ritardate alluglio u. s . per l'attesa presenza del PrefettoGenerale della Società Salesiana, rappresentanteil Rettor Maggiore, e di altri due Superiori delCapitolo, si iniziò colla commemorazione uf-ficiale nel Teatro Colón la sera del giorno 7 .All'ora stabilita, il primo Teatro della Capitaleera letteralmente gremito di autorità e per-sonalità, cooperatori, ex-allievi ed amici dell'O-pera Salesiana . L'Inno Nazionale salutò l'in-gresso del Presidente della Repubblica, Ge-neral Agostino P . Justo e della gentile sua Si-gnora, scortati dal 1° battaglione degli Esplo-ratori «Don Bosco » del nostro Collegio edOratorio S. Francesco di Sales di BuenosAires. Facevano corona al Capo dello Statole LL. EE. Rev.me il Nunzio ApostolicoMons. Filippo Cortesi, l'Arcivescovo di Salta,Mons. Roberto J . Tavella, salesiano, il Vescovoausiliare dell'archidiocesi di Buenos Aires,Mons. Fortunato J . Devoto, il Vescovo diSantiago dell'Estero, Mons . Audino Rodri-guez y Olmos, il Vescovo di Viedma, Mons .Nicola Esandi, salesiano, Mons. Michele deAndrea, Vescovo titolare di Temno e, tra lepersonalità civili, il Rettore della Universitàdi Buenos Aires, dottor Vincenzo C. Gallo .L'Ispettore Don Reyneri accompagnava il

    rev.mo signor Don Pietro Berruti, Prefetto

    Generale della Società Salesiana, rappresentanteil Rettor Maggiore, ed i due Capitolari, il signorDon Tirone, Direttore Spirituale Generale,ed il signor Don Serié, Consigliere Generale .

    Offerto dai nostri Esploratori un superbomazzo di orchidee all'Ecc .ma Signora del Pre-sidente, S . E. Mons. Audino Rodriguez y Ol-mos, vescovo di Santiago e il Rettore Magnificodell'Università, dott . Vincenzo Gallo, si succe-dettero a cantare le glorie dell'Opera di DonBosco in Argentina, esaltando le Missioni dellaPatagonia ed il sistema educativo del Santo .I nostri alunni e le alunne delle Figlie di MariaAusiliatrice allietarono quindi l'eletto uditoriocon canti, declamazioni e quadri allegorici dimagnifico effetto. Diamo la traduzione deldiscorso di S . E. Mons. Audino che è la sin-tesi più completa dell'attività salesiana nei6o anni trascorsi.

    Il discorso di Mons . Audino.L'Opera sviluppata dai figli di Don Bosco nella

    Repubblica Argentina - egli disse - durante i 6o annitrascorsi dall'arrivo dei primi Salesiani, se la voles-simo abbracciare in tutta la sua magnifica ampiezza, intutta la sua meravigliosa grandiosità, non si potrebbecontenere nei limiti di questo mio discorso, comenon si protrebbe adeguatamente dimostrare dallemanifestazioni, pur tanto splendide e straordinarie,indette in questi giorni . È un'epopea: ci vorrebbeun poeta per cantarla ; e un giorno, questo poeta,certamente, si rivelerà!

    Quest'epopea racchiude la gloria delle più inclitegesta ; perchè, per la sua realizzazione, ci vollela virile possanza delle più ardue imprese, con-giunta a un sublime ideale di redenzione presonel più profondo dei cuori, alimentato e infiammatoda un amore così forte, che non vi fu violenza ditempeste capace di sradicarlo . Anzi, le radici s'affon-darono sempre più nel cuore di questi eroi da leg-genda .

    IL CAMPO DI AZIONEIl loro principale campo di lavoro fu il Sud Ar-

    gentino, ed è necessario anzitutto conoscere lo sce-nario su cui l'azione si svolse .

    Rifacciamoci a sessant'anni addietro . È BahiaBlanca l'ultimo baluardo della civiltà, che la preveg-genza di Juan Manuel de Rosas fondò per contrap-porre alla barbarie indomita . La sua popolazioneconta poco più di mille abitanti. Oltre Bahia, siprotende il deserto fosco e misterioso: immenseestensioni di sabbie mobili, che il pampero solleva

  • in vortici turbinosi . Più oltre, una selva impenetra-bile di lussureggiante vegetazione, irta di spine,acute e laceranti come artigli . Deserto uniforme emonotono, nella cui immensità il piede umano s'af-fatica e si perde e il cuore resta oppresso dalla scon-finata solitudine. A distanze enormi, ecco apparirestagni di acqua sporca e pozzanghere, ecco fiumi che,straripando, vengono assorbiti dall'arsura dellasabbia, resa calcinosa dai raggi infocati del sole .E così per un'estensione di più di quattrocentoleghe.

    Verso la cordigliera il paesaggio cambia repenti-namente d'aspetto, trasformandosi in un meravi-glioso incantevole quadro . Laghi divini, in cui sem-brano compendiarsi tutte le bellezze, si susseguono,gli uni agli altri, con doviziosa profusione, per leghee leghe, fra giaggioli e araucarie, in mezzo a boschistupendi, circondati da strettissimi passaggi e gole,da vulcani che illuminano come torcie gigantesche

    l'oscurità delle loro notti, e da montagne con le cimericoperte di neve, dalle falde meravigliosamentevariopinte dalla policromia di tutti i fiori .

    Questo il quadro . La solitudine sconfinata del de-serto e il silenzio secolare dei suoi laghi misteriosison turbati, così, soltanto dallo stridulo acuto gridodel selvaggio, che ha piantato il suo miserabilebaraccamento lontano dal consorzio civile . Non co-nosce altra legge che la guerra e la rapina . Moltevolte ha invaso i villaggi dei cristiani seminando lospavento, la desolazione, la morte . Molte sono letribù, e vivono perennemente in lotta le une controle altre . In una cosa sola vanno d'accordo : nell'odioalla civiltà e, soprattutto, nell'odio al cristiano .

    I banditori del Vangelo molte volte han cercatodi ammansire la loro ferocia, ma tutti gli sforziriuscirono inutili . Ancor non è spento il ricordoorribile delle barbare crudeltà di cui furori vittime imissionari Gesuiti, che dal Cile eran giunti fino aNahuel-Huapi . I selvaggi, penetrando fulminea-mente nella Cappella provvisoria, decapitarono spie-tatamente sacerdoti e fedeli, donne e bambini, earrossarono del sangue delle loro vittime tutto ilpavimento e persino l'altare ove si stava celebrandol'incruento Sacrificio .

    IL SOGNO DI DON BOSCO

    Ecco il territorio scelto da Don Bosco .In un sogno misterioso egli aveva contemplato,

    in tutti i suoi dettagli, quella immensa distesa diterra così bisognosa della luce del Vangelo . Avevanotato le ricchezze del suo sottosuolo : il petrolio, lacui esistenza venne accertata poi cinquant'anni dopo,e i ricchi minerali contenuti nelle viscere delle suemontagne: scoperta - questa - che la Provvidenzariserba alle generazioni future . Vide stendersi lelinee ferroviarie fino allo Stretto di Magellano e,lungh'esse, opulente città, piene di vita intensa, conla Croce redentrice eretta sempre sulle torri dei lorotempli e sugl'innumeri Collegi, fondati dallo zelodei suoi figli, e brulicanti di gioventù irrequieta .

    LE PRIME FONDAZIONIInviò quindi colà i suoi figli, i suoi figli migliori, i

    prediletti del suo cuore . Nell'anno 1879 i Salesianifondavano il loro primo Collegio in Carmen dePatagones, essendo a capo della Missione quell'il-lustre personaggio che divenne poi Cardinale, donGiovanni Cagliero, senza nessuna preoccupazionedella scarsezza dei mezzi, senz'alcun timore dell'in-dio crudele e sanguinario, senza spaventarsi dellaimmensa distanza che li separava dai centri civiliz-zati nè della mancanza di comunicazioni e di strade,avendo dinanzi a sè il deserto cupo e inospitale,insensibili al pericolo degli avversi elementi dellanatura e all'affanno dell'incerto domani .

    La prima fondazione si consolidò molto bene inpochi mesi, e l'anno successivo si staccava in Viedmaun altro gruppo di eroici Missionari, costituendoquesta Residenza nel centro delle Missioni patago-niche. Cominciarono quindi a espandersi per tuttele direzioni « e con passo sicuro giunsero, a poco apoco, sino alle falde delle Ande in Chos Malal eJunin ; sino all'estremo sud del continente in Chu-but, Santa Cruz e Puerto Gallegos ; sino al CapoPeñas della Tierra del Fuego ; costeggiarono il RioColorado e il Rio Negro con le loro Missioni inFortin Mercedes, Coronel Pringles, Conesa e ChoeleChoel e penetrarono nelle immense pianure dellaPampa da Bahia Bianca, fondando le loro Missioniin General Acha, Santa Rosa de Toay e Victorica » .

    L'OPERA DEI COLLEGI

    Collegi e Missioni . Gli Ateniesi ritenevano che leloro istituzioni dovessero esser governate da personeanziane, perchè la piena virilità porta con sè maggiorponderatezza e prudenza . Gli Spartani, invece, eranconvinti che la patria dovesse attender la sua salvezzadalla gioventù, la quale è sinonimo di entusiasmo,calore e forza, ed è appunto la forza che brandiscele armi e soggioga i popoli . Gesù fondò decisamenteil suo regno sopra i fanciulli . Infatti egli ammoni-sce: « Se non vi farete piccoli come fanciulli, nonentrerete nel mio regno » . Fra Gesù e i fanciullinon esiste separazione nè distanza . Essi compren-dono e accettano la sua Dottrina, pura e sublime,senza difficoltà, senza sforzo . Le tempeste della vita

  • ancòra non han corrugata la loro tersa fronte, nè ilfuoco delle passioni brutali ha ancòra offuscato illoro candore. «Ti ringrazio, o Signore, di averoccultato queste cose agli uomini sapienti e prudenti,e di averle invece rivelate ai fanciulli » . Per questoappunto il Collegio è l'opera più importante di re-denzione .

    Ma i Collegi salesiani significano, oltre a questo,riabilitazione del lavoro, significano coltura artistica,significano patriottismo .

    a) Riabilitazione del lavoro . Infatti, disseminandoper il vasto territorio della Patagonia i loro Collegi diArti e Mestieri, i Salesiani han dato modo all'indio

    di conoscere le proprie attitudini e di provvedereonoratamente al proprio avvenire . Essi portaronoall'indio le prime tipografie e gli insegnarono, in-sieme col mestiere, anche il modo di comunicare aglialtri i propri pensieri . Piantarono le prime Colonieagricole, fondando stabilimenti agrari e organiz-zando allevamenti di bestiame, che diedero uno stra-ordinario impulso al progresso della regione .

    b) Significano coltura artistica . Lo attestano le loroproduzioni drammatiche, i loro cori, le loro bande .I ragazzi indigeni, che si credettero un tempo inca-paci di elevarsi fino alla bellezza ideale, son riuscitia conseguire e ad assimilare a perfezione tuttoquanto c'è di delicato e di complesso nell'arte.Questa stessa città di Buenos Aires ebbe occasionedi applaudire e di ammirare le manifestazioni arti-stiche date dagli abbronzati figli del deserto .

    c) E significano patriottismo . Insegnarono all'in-dio ad amare la Patria comune, ad osservare le

    meravigliose sue istituzioni e a celebrare le sue glorie .E sopra le antenne dei loro Collegi sventolò per laprima volta l'amata Bandiera, che accolse tra lesue pieghe l'indio diseredato con struggimento digiubilo e con amore di madre . E le loro bande lan-ciarono al cielo, a salutare il sole, la musica vibrantedell'inno della Patria, che ruppe il silenzio mille-nario dell'immenso deserto e che le stesse Ande, dalontano, ascoltarono commosse. Tutta la gente indi-gena avrebbe cessato di essere feroce e omicida, sel'opera dei Salesiani non fosse stata intralciatadalle ingiustizie e dalle crudeltà di altri, che venneroin abito di persone civilizzate ad ingannarla .

    L'OPERA DELLE MISSIONI .

    Collegi e Missioni. Le Missioni sono la realizza-zione del precetto del Divino Maestro : «Andate eammaestrate tutte le genti . . . fino agli ultimi confinidella terra » . E, letteralmente fino agli ultimi confinidella terra, si spinsero i Missionari salesiani . Ma,chi conosce tutto questo vasto territorio ? - avranpotuto pensare i primi Missionari . - Vi son forse deisentieri praticabili ? Non è, inoltre, da tutti risaputoche chi si avventura nelle immense solitudini deldeserto sterminato, muore di fame e di sete? E ifiumi opulenti, e le gole impraticabili, e gli elementidella natura spaventosamente avversi ? E poi, anchevolendo fare astrazione da tutto questo, è mai possi-bile affrontare il furore dell'indio e l'odio che questinutre contro il cristiano, per attendere paziente-mente il momento propizio e indurlo a deporre isuoi istinti sanguinari ?

  • Gli Apostoli di Dio non seguirono mai i consiglidell'umana prudenza . A cavallo, esplorando a pocoa poco la regione, patendo la fame e la sete, solcandofiumi e scalando montagne, affrontando le più dureprivazioni, essi portarono la luce del Vangelo intutta la Patagonia . Parecchie volte Mons . Caglieropercorse tutta la Patagonia fino a Magallanes . IlPadre Milanesio, sempre a cavallo, attraversò ven-tisette volte le pericolose vette andine e, in diciottoanni di apostolato, percorse 65 .270 chilometri . IlPadre Pedemonte fa testimonianza, nella sua rela-zione all'Arcivescovado di Buenos Aires, che in unsolo anno furono percorse 4000 leghe . E così inseguito. Non c'è ostacolo, in tutto l'orbe terracqueo,capace di arrestare lo zelo degli Apostoli del Signore .E l'indio ? Egli comprese assai bene, vinta la selvaggiadiffidenza del suo istinto primitivo, lo spirito di sa-crificio dei suoi civilizzatori, e amò sinceramente ilMissionario. « Padre degli indi » essi stessi chiamaronocon effusione e tenerezza, il Padre Milanesio . Eancor oggi, nelle veglie familiari, i nonni cadenti,con voce tremula, raccontano ai loro nipoti, colmidi riconoscenza, con quanto amore quell'uomobianco aiutò i figli del deserto nelle loro necessitàe li soccorse nelle loro miserie, con quanto disinte-resse ne asciugò le lagrime e li difese contro la ti-rannia dello sfruttatore o del capotribù ingiusto . . .

    Le Missioni salesiane furono e sono redenzionespirituale . Fecero, degli indi, uomini morigerati eonorati . In mezzo a quella razza, che Darwingiudicò la più abbietta del mondo, sorsero animeincantevoli, spiriti sublimi, gigli fragranti di vergi-nità, nei cui petti divampò la fiamma del perfettoamore. Come quella Maria Luisa Ona, che vollerecarsi fino a Torino per ringraziare, a viva voce, DonBosco di aver dato alla sua tribù i più bei doni delCielo per mezzo dei suoi figli . E il santo Fondatoresi intenerì fino al pianto . Come quella Maria Pa-cifica, che a sette anni implorava piangendo di essereammessa alla Prima Comunione, e quando le an-nunciarono che avrebbe ricevuto il suo Dio, il suogiubilo fu così grande che, nel bacio divino dellasua Prima Comunione, consegnò l'angelica sua animaall'amato Bene, come la fiammella di un cero che,levandosi in alto verso il cielo, lascia nell'ombra ilcero stesso da cui ha vita . Come quel RaimondoDiaz, che fu singolarmente amato dalla sua tribùper l'ottimo carattere e per lo spiccatissimo ingegno,e al quale la stessa Madre di Dio apparve per dirgliche voleva celebrare in sua compagnia nel Cielola Festa della Immacolata Concezione . E come ilmedesimo Namuncurà, Signore della Pampa, che dalsuo esilio della Cordigliera, all'età di 86 anni, mandòin cerca di Mons . Cagliero, e attorniato dalla suafamiglia e da tutta la sua tribù, come Clodoveo, redei Franchi, chiese per tutti la grazia del Battesimo,perchè voleva morire contento. Oh, come dev'esserestato gradito a Dio questo episodio, se inculcò nelcuore di uno dei figli del famoso cacico la vocazionesacerdotale!

    Le Missioni salesiane furono redenzione, ma fu-rono anche beneficenza, progresso e scienza .

    Che furon beneficenza, son lì a dimostrarlo gli

    Ospedali di Viedma, Rawson e Bariloche, il primodei quali ebbe a Direttore il Padre Evasio Garrone,medico eccezionale, cuor d'oro e mente elevata .

    Furono progresso . Il telegrafo pose in comuni-cazione col resto del Paese le remote regioni pata-goniche ; la luce elettrica illuminò i suoi nascentivillaggi, e le filande provvidero di vestiti i figli deldeserto. Si aprirono strade in tutte le direzioni, ele navi solcarono quei fiumi che l'indimenticabileMons. Fagnano aveva esplorato .

    La bassa valle del Rio Negro è un giardino in fiore .Ma colà, commisti al limo della terra feconda, vison pur cosparsi a profusione i sudori e le lagrimedel Padre Stefenelli . Da esperto naturalista, egli ri-conobbe subito le risorse di quella terra ; ma eranecessario irrigarla convenientemente . Lavorandoinsieme con i suoi ricoverati, tracciò un piccolocanale, che risultò insufficiente, cagionando la per-dita dei raccolti con il conseguente avvilimento deicoloni . Acquistò allora, con grandi economie esacrifici, un motore per far azionare una pompa aforza centrifuga, capace di produrre la elevazionedi 300.000 litri d'acqua all'ora. Ma siccome nonaveva mezzi per trasportare il macchinario da Pata-gones fino alla Colonia General Roca, si mise perso-nalmente a dirigere il trasporto ; ed ecco l'insignenaturalista adattare la sua macchina, aggiogare trepaia di buoi e viaggiare, così, lungo il deserto perpiù di un mese, seduto al timone del carro, fino acoprire le 120 leghe che separavano le due località.E fu in questo modo che la Colonia ebbe acqua inabbondanza e venne trasformata in un vero giardino .

    Le Missioni salesiane diedero grande incrementoanche alla scienza, e in sommo grado . La terra scono-sciuta potè venir apprezzata in tutti i suoi aspettisolo per il lavoro e l'intraprendenza degli insignipionieri che realizzarono cotanta impresa. Fu resanota la sua geografia dai confini fino allora nonancor definiti. Venne così conosciuta la sua geologiae la sua paleontologia . Venne profondamente stu-diata la sua meteorologia . Destò grande ammirazionela sua fauna e la sua flora . Le tribù col loro linguaggioe le loro caratteristiche locali vennero sapientementeillustrate in libri interessantissimi .

    Il mondo conobbe la Patagonia dopo la pubblica-zione dell'opera del Padre Carbajal, intitolata ap-punto La Patagonia e compendiata in quattro splen-didi volumi. Nel libro Por el Alto Neuquén dellostesso autore, il lettore assiste sbigottito all'odisseadi quest'uomo di ferro che percorse tutta la regione,superando altitudini di 2.ooo metri, fino a raggiun-gere il culmine del Picco Domuyo a 4.299 metri sullivello del mare .

    Senza sentieri, senza rifugi, senz'aiuto d'altriuomini, in mezzo al terrificante silenzio degli abissi,esplorò il Padre De Agostini la Tierra del Fuego,superando spaventosi precipizi e scalando impres-sionanti pareti di granito, aiutato solo dalla sua stra-ordinaria abilità e sangue freddo . Egli scoperse dueprofondi crepacci per dove, spaccate le rupi nelcorso dei secoli, ora il mare si addentra nel continente .E sopra il Picco più alto dell'inaccessibile MonteOlivia, ebbe il vanto di potere inalberare la ban-

  • diera azzurra e bianca . Il suo magnifico libroI miei viaggi della Terra del Fuoco, in cui fotografienitidissime pongono in luce le grandiose orride bel-lezze di quella regione, è stato tradotto in tedesco,in inglese, in magiaro e in italiano .

    La lingua, i costumi e le tradizioni degli indi Shelk-nam son trattati assai bene nell'apprezzatissimo librodel Padre Beauvoir Gli Shelknam . E la etnografia eil folklore dei Fueghini, sono stati sapientementeesposti nell'opera del Padre Cojazzi Gli Indi del-l'Arcipelago Fueghino .

    Rari, eccezionali, esotici, unici al mondo, sono iMusei di Punta Arenas e di Fortin Mercedes, checontengono la Mineralogia, la Fauna e la Flora dellaPatagonia .

    Ma l'attività scientifica salesiana di maggior rilievoè forse la rete di Osservatorii meteorologici, sparsiin tutta la Patagonia . Il Comitato Internazionaledi Meteorologia Polare aveva riconosciuto l'impor-tanza di collocare Stazioni meteorologiche nellaregione più australe del globo, come consigliava ilsuo illustre Presidente Padre Denza nel CongressoMeteorologico di Venezia del 1881. Attenendosiquindi a queste direttive, i Salesiani impiantaronoi loro Osservatorii meteorologici in questa regione,quando tal genere di opere era appena conosciuto, eriuscirono - come affermava lo stesso Padre Denza- a far annoverare uno di questi, quello di PuntaArenas, tra i più importanti del globo .

    LE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

    Tutto questo è indubbiamente prodigioso . Lastoria di ciascuna missione, di ciascun collegio, diciascuno di questi eroici operai evangelici, è veramentestraordinaria . Ma, quando si scriverà il poema diquesta epica conquista, il canto più delicato e piùsoave, sarà quello che celebrerà le gesta delle Figliedi Maria Ausiliatrice .

    Esse seguirono le orme insanguinate del Missio-nario ; penetrarono, come lui, nel cuore del desertoe fondarono i loro Collegi, sostenendoli in mezzo aprivazioni, a miserie e a inauditi sacrifici con la co-stanza e l'amabilità del loro cuore squisito . E allefanciulle indigene fu dato di godere le dolcezze dellaloro materna bontà, di imparare a levàr verso ilcielo gli occhi supplichevoli e di dedicare tutta laloro attività al lavoro che nobilita . Sorsero così animebelle e incantevoli, come le Agnesi e le Cecilie delleCatacombe, come gli angeli della Giudea che ilMaestro accarezzò con le sue mani divine .

    L'APOSTOLATO NELLE ALTRE PARTI DELPAESE

    L'apostolato salesiano non si è limitato, come bensapete, alla sola Patagonia. Abbraccia tutto il Paese .Ma quest'apostolato è sufficientemente da voi cono-sciuto . Occorre tuttavia ricordarlo, almeno in unarassegna sintetica .

    Dopo sessant'anni, la Repubblica Argentina anno-vera, nel proprio territorio, 111 Collegi salesiani, dicui 77 per giovani, diretti da Sacerdoti, e 34 perfanciulle, diretti dalle Figlie di Maria Ausiliatrice .

    Il numero degli allievi nel corrente anno è salitoa 24.855 giovani, e a 16 .059 fanciulle . Pensate qualericchezza di bene e di virtù apporteranno tuttiquesti giovani e tutte queste ragazze nella societàargentina, in tutti i ceti sociali, nella famiglia, nellaclasse operaia, nelle classi dirigenti, nelle scuole,nell'esercito, nelle istituzioni cattoliche . È il lievitodel Vangelo che trasforma tutta la massa .

    E perchè il bene della scienza e quello della fedenon soffrano scambievole danno, la Società Sale-siana ha incorporato nell'Insegnamento governativodieci dei suoi Collegi, con valenti Professori diplo-mati, scelti tra distinti Sacerdoti salesiani, che hannoapprofondito lo studio delle scienze umane e dellescienze divine dell'umiltà e della modestia, e hannoconseguito onorificenze e lauree segnalandosi splen-didamente nelle giostre universitarie .

    Questo sistema di penetrazione della verità edel bene, venne esercitato, inoltre, dai libri e dalleriviste nei Circoli e nelle Associazioni di vario genere,dove non può giungere l'influsso della scuola . Tutte lesue Tipografie, da sessant'anni a questa parte, senzafermarsi un sul giorno, e sotto l'attenzione vigile deisuoi instancabili operai, van disseminando la ve-rità in libri innumerevoli, in molteplici riviste, e inuna nube, o meglio in una pioggia benefica di opu-scoli e foglietti volanti .

    Infine, dove non arriva nè scuola nè stampa,arrivano gli Oratorii festivi . « Assediate le città conOratorii festivi », aveva consigliato Don Bosco . Ecinte così le città come da un nastro candido, vennedi molto rialzato il livello morale di parecchi rioniperiferici cittadini ; e quelle mani, che prima brandi-vano armi omicide in disprezzo ad ogni autoritàe disciplina, furono indotte a impugnare il ramoscellod'olivo, simbolo della pace, e la torcia incandescente,simbolo del progresso .

  • CONCLUSIONESignori! Il problema di questi giorni, grigi e ma-

    ligni, che pur siamo costretti a vivere, non è piùche uno solo : far sì che ritorni Cristo al cuore in-fermo dell'umanità che si contorce in uno spasimo diagonia, perchè sente la mancanza della vita divina,per la quale fu creata, la vita divina che è Cristo .« Tutti hanno bisogno di tè - scrisse Papini -anche quelli che non lo sanno ; anzi quelli che non losanno, molto più di quelli che lo sanno . L'affamatocrede di cercare il pane, e ha fame di te ; l'assetatocrede di anelare l'acqua, e ha sete di te . L'amma-lato si lusinga con l'ansia della salute, e il suo malenon è altro che la mancanza di te . Colui che cercala bellezza nel mondo, cerca, senz'accorgersene, te,che sei la bellezza intera e perfetta ; colui, che neisuoi pensieri persegue la verità, desidera, senza vo-lerlo, te, che sei l'unica verità degna d'esser cono-sciuta ; e colui che s'affanna in cerca della pace,non cerca che te, la sola pace in cui possono ripa-rare i cuori più irrequieti . Essi ti chiamano senzasaperlo, e il loro grido è indicibilmente più dolorantedel nostro ».

    Ebbene, Cristo ritornerà, perchè Egli solo sa quantogrande è la nostra desolazione e la nostra miseria ;perché è impossibile che si risolva in nulla tuttaquesta spasmodica nostra ansietà ; e perchè il nostrogrido e le nostre lagrime non è possibile che s'in-frangano per sempre nel cielo come contro unamuraglia di piombo .

    E ritornerà quando la santa carità di Don Boscoinvaderà, come irrompente cascata, i cuori di tuttigl'insegnanti, di tutti i maestri, di tutti gli educatori ;quando tutti i fanciulli saran trasformati dallosguardo luminoso di Don Bosco . Ritornerà quandotutti gli operai col braccio, con la mente e col cuoreforgeranno da se stessi, lavorando, l'ideale che additòloro Don Bosco ; quando tutti gli uomini vivrannola vita di bontà, di giustizia e di fratellanza che DonBosco amò .Afrettiamo intanto, col nostro sforzo, col nostro

    proposito e con la nostra instancabile sollecitudine,l'alba di questo giorno, del giorno che attendiamo,del giorno di Cristo, del giorno della giustizia edell'amore .

    Il Magnifico Rettore dell'Università, colfascino irresistibile della più nobile eloquenzaha esaltato il sistema educativo del SantoFondatore. Avremo forse occasione di darnepresto i tratti più salienti . Gli applausi scro-sciavano quasi ad ogni periodo, elevandosial colmo dell'entusiasmo quand'egli proclamòsolennemente che, negli anni del suo Ret-torato, le lauree più belle furono riportatedai figli di Don Bosco .

    Un corteo di 15 .000 giovani .L'indomani tutta la Capitale fu commossa

    da uno spettacolo meraviglioso. Quindicimilatra giovani e giovinette dei nostri Istituti e di

    quelli delle Figlie di Maria Ausiliatrice sfila-rono in superbo corteo, nel pomeriggio, perle vie principali di Buenos Aires, al Palazzo delGoverno ed al Palazzo Arcivescovile, con mu-siche e vessilli in un tripudio di giovinezza,fra le entusiastiche acclamazioni della folla,che riandava col pensiero al modesto perquanto cordiale ingresso dei primi dieci Sale-siani nel novembre del 1875 . Al balcone delPalazzo del Governo era il Presidente dellaRepubblica, Gen . Justo colla sua signora AnnaBernal ; i Ministri della Giustizia e della Pub-blica Istruzione e dell'Interno, il Segretariodella Presidenza, il Decano navale, ed altrialti funzionari dello Stato ; gli Ecc.mi Mons .Esandi, vescovo di Viedma col Vicario Gene-rale Mons. Borgatti, e Mons. Serafini, ausiliaredell'Arcivescovo della Plata ; il Governatoredel Chubut ; il Rettore dell'Università di Bue-nos Aires ; il Senatore Santa Marina colla Si-gnora ed il fior fiore della Dame dell'aristo-crazia . Al nostro Prefetto Generale Don Ber-ruti facevan corona il Direttore Spirituale DonTirone, il Consigliere Generale D . Serié, gliIspettori D. Reyneri, D. Manachino, D . Ali-berti, D . Puertas, D. Picabea, D. Vaula,D. Cabrini . Al Palazzo Arcivescovile assistevaSua Eminenza Reverendissima il signor Car-dinale Luigi Copello, Arcivescovo di BuenosAires, con canonici, prelati ed ufficiali dellaCuria.

    Ci limitiamo ad indicare i gruppi che sfi-larono nel corteo :

    Collegio Pio IX di Arti e Mestieri ; Esplora-tori di Don Bosco Battaglione 1° e Collegio SanFrancesco di Sales ; Battaglione 3° e CollegioD. Bosco ; Battaglione 4° e Collegio Santa Ca-terina ; Battaglione 5° e Collegio San Gio-vanni Evangelista ; Battaglione 2° e CollegioLeone XIII di Arti e Mestieri ; Battaglione6° e Collégio di Bernal ; Battaglione 10° e Col-legio de La Plata ; Battaglione 13° e CollegioSan Isidoro ; Battaglione 7° e Collegio di Ro-sario; Battaglione 19° e Collegio San Nicola ;Battaglione 14° e Collegio di la Ensenada ;Battaglione 15° e Collegio Sant'Antonio ; Bat-taglione 21° di Mar del Plata ; Battaglione 24°di Lanús ; Battaglione 27° di Bahía Bianca ;Battaglione 33° di Paranà (Entre Ríos) ; RamosMejía; Salta; Córdoba ; Tucumàn ; Viedmae Patagonia . Scuole Agricole Del Valle e LaTrinidad. Collegi di Maria Ausiliatrice : diAlmagro, Barracas, Boca, Garay 556, Soler5942, Avellaneda, Bernal, Ensenada, La Plata,Morón e San Isidoro .Chiudeva la colonna lo squadrone della

    polizia a cavallo .

  • Un banchetto di 6oo Ex-allievi .A sera, nell'ampio « Salone bianco » del Club

    Italiano, gli ex-allievi vollero offrire un ban-chetto al rappresentante del Rettor Maggioreed ai Superiori, per aver agio di dire tutto illoro affetto e la loro riconoscenza pei Salesianiche curarono, nel nome e collo spirito di SanGiovanni Bosco, la loro giovinezza . Organiz-zato con quell'abilità che è propria della se-zione argentina, gli ex-allievi convennero daivari Centri della Repubblica in numero dioltre seicento, intonando subito l'ambientead una cordialità squisitamente salesiana .L'Inno Nazionale e l'Inno di Don Bosco aper-sero e chiusero l'agape fraterna . Il Presidentedel Segretariato Regionale, Giuseppe Fereccio,e numerosi rappresentanti dei vari « Centriex-allievi » elevarono quindi nobili discorsi diomaggio, rievocando care figure di antichisuperiori ed esaltando soprattutto il mirabileapostolato del Card . Cagliero, di Mons . Fa-gnano, di Mons . Costamagna e di D. Vespi-gnani. Risposero applauditissimi D . Serié, eD. Berruti .

    Triduo solenne ed incoronazione dellastatua di Maria Ausiliatrice .Ma le celebrazioni civili non furono che una

    preparazione alle grandi feste religiose culmi-nate colla solenne incoronazione della statuadi Maria SS . Ausiliatrice nel nostro Tempiomonumentale di San Carlo .

    Dal 23 al 25 luglio predicò il triduo il rev.moMons. Giuseppe Borgatti, vicario generale dellaDiocesi di Viedma, attirando ai santi Sacra-menti folle straordinarie di allievi, ex-allievi ecooperatori. Quindi, il giorno 26, il sig. DonBerruti celebrò la Messa della Comunionegenerale per gli alunni del Collegio Pio IX edil Nunzio Apostolico S . E. Mons. Cortesi,per i Cooperatori, ex-allievi, e Associazioni par-rocchiali . Alle 10,30, salì poi l'altare il sig . DonTirone, per la Messa di ringraziamento ; e,dopo una fervida allocuzione del sig . DonSerié, Sua Eminenza Reverendissima il Car-dinale Arcivescovo e Primate Luigi M . Co-pello iniziò il sacro rito della solenne incoro-nazione della statua della Madonna Ausilia-trice, che si svolse magnifico fra uno splendoredi luci e profumi di fiori, al palpito ardentedella fede e della pietà filiale di migliaia e mi-gliaia di anime . Facevano corona -all'Eminentis-simo Cardinale gli Ecc .mi Vescovi Mons. De-voto, Mons . Esandi, Mons . Tibiletti e Monsi-gnor Serafini, coi Superiori suddetti, prelati,dignità e personalità del clero e del laicato .

    La scuola salesiana di Bernal eseguì magistral-mente il seguente programma musicale : Bossi,gran coro, per organo ; LAMBRUSCHINI, Tu essacerdos, a solo per tenore ; PAGELLA, Virgo Po-tens, antifona a 4 voci miste ; BACH, preludioper organo ; PAGELLA, Magnificat, a 4 vocimiste ; Te Deum, more sixtino, di autore ano-nimo; DUBOIS, toccata per organo .

    L'imponente cerimonia chiuse il ciclo deifesteggiamenti lasciando nel cuore di tutti lepiù care impressioni ed animando Salesiani,Figlie di Maria Ausiliatrice; Cooperatori edExallievi a nuovo slancio di apostolato per lacristiana educazione della gioventù, speranzadella Chiesa e della Patria, per le fortune deldomani .

    IN FAMIGLIAITALIA - LUZZOGNO. - Il primo pon-

    tificale di S. E. Mons. De Giuli ad onoredi San Giovanni Bosco.S. E. Mons. Raffaele De Giuli, vescovo di

    Capaccio Vallo, appena consacrato nella suabella prepositurale di Domodossola, fu invitatoal paese natio di Luzzogno pel suo primo ponti-ficale. E fu ad onore di S . Giovanni Bosco .La popolazione venne preparata da un triduopredicato da Don Nigra, ed offerse all'illustresuo concittadino, ex-allievo salesiano, la grandegioia di una festa tutta improntata allo spiritodi Don Bosco, dalla comunione generale finoalle cordiali manifestazioni di giubilo e di ve-nerazione per l'alta dignità cui venne elevatodalla fiducia del Santo Padre . Don Boscoaccompagni ed assista l'ottimo Pastore nellasua diocesi e benedica largamente le sue faticheepiscopali .

    MONSAMPIETRO MORICO. - Il Po-destà cav. uff. avv. Francesco Amici ha pro-clamato S . Giovanni Bosco concittadino e pa-trono del Comune, provvedendo una bellastatua del Santo ed una artistica cappellinache perpetuino il- fervore suscitato durante lefeste da lui promosse e preparate quest'annodal triduo predicato da D . Marinangeli .

    NOVI LIGURE. - Dal giorno della bea-tificazione è tutto un fervore di devozione aSan Giovanni Bosco . Le feste annuali curateaffettuosamente dal Prevosto di S . Pietro DonTraverso, hanno favorito l'entusiasmo degliex-allievi e della popolazione che sta costruendo

  • una bella chiesa ad onore del Santo, mentresi sistema la via a lui dedicata. Quest'annodecorò le funzioni S. E. Mons. Capettini .

    PONTICELLI . - Il 25 ottobre u . sc . ilParroco ha benedetto l'Oratorio dedicato aS. Giovanni Bosco, chiudendo nel modo piùproficuo le feste del Santo decorate dalla pre-senza dell'Ispettore Salesiano di Napoli echiuse da un'ottima conferenza dell'avv. pro-fessor Di Stefano sull'opera degli Oratori .

    SAN BENEDETTO PO . - Anche a SanBenedetto Po una pia persona ha regalato allaparrocchia una bella statua di Don Bosco edil popolo ha tributato al Santo grandiosi fe-steggiamenti resi più solenni dalla presenza diS. Ecc. Mons. Bertazzoni, Vescovo di Po-tenza e Marsico Nuovo, già parroco dellacittà. Durante la Messa solenne, S . E., che ebbela fortuna di conoscere il Santo negli ultimianni della sua vita e fu alunno dell'oratorio diValdocco, tenne per circa un'ora avvinta l'at-tenzione del pubblico che gremiva l'immensabasilica, rilevando le singolari virtù dell'uomodi Dio e tratteggiando con tocchi rapidi emagistrali le vaste opere di Don Bosco. Nelpomeriggio, coll'intervento di tutte le Associa-

    zioni cattoliche e di gran pubblico di fedeli,la statua del Santo percorse in processionele vie della cittadina resa ancor più graziosadalla festa di drappi e di fiori che offrivanofinestre e poggiuoli .

    PERU' - LIMA. - Ad onore del NunzioApostolico .Prima che S. E. Mons. Gaetano Cicognani

    lasciasse la Nunziatura di Lima per quella diVienna, Salesiani ed alunni gli vollero tributareun affettuoso omaggio di venerazione e di grati-tudine pei benefizi ricevuti nel corso della suamissione diplomatica nella Repubblica Peruana .

    Accolto all'ingresso dell'Istituto dalla bandae dai Giovani Esploratori, S . E. venne accompa-gnato dal Direttore nel salone-teatro, ove imille alunni gli offersero un riuscitissimo tratte-nimento musico-letterario . L'Ispettore DonManachino ringraziò il Nunzio Apostolicodella paterna benevolenza prodigata ai figli diDon Bosco, ed all'omaggio dei Salesiani diLima si associarono le rappresentanze delCollegio di Callao e della Casa di formazionedi Magdalena del Mar . S. E. rispose con com-mosse parole di addio e di benedizione, assi-curando anche oltremare il suo paterno ricordo .

  • DALLENOSTRE

    MISSIONI

    MATTO GROSSO (Brasile) .

    Sulle tracce delle nostre vittime . . .(Continuazione: vedi numero precedente).

    La comitiva si componeva, oltre ai tre Sa-lesiani, di altre tre persone per tutto il fab-bisogno e di un indio Carajàs, antica cono-scenza di D . Colbacchini, che si offerse adaccompagnare i missionari . Compagnia pre-ziosissima questa dell'indio per la sagacia esensibilità straordinaria dei figli della selva, inquello che è, si può dire, il loro regno .

    Celebrata la santa Messa, fatto uno spuntinoe ripreso il viaggio, la navigazione scorsetranquilla, allo spettacolo incantevole della ver-gine natura tropicale . Verso mezzogiorno so-starono in un tratto ombreggiato dalla forestariposando e sonnecchiando in attesa della me-ridiana refezione .

    FUOCO NELLA SELVA.Quand'ecco l'indio Carajàs scatta in piedi,

    fiuta l'aria, guarda in giro, scruta l'oriz-zonte e lo fissa immobile ; quindi dà unavoce, ed indicando colla mano un puntoall'orizzonte, con parola quasi monosillabica :«Là . . . - dice - fuoco. . . selvaggi. . . Chavantes . . .fumo . . . si, fuoco . . . i Chavantes sono là . . . cihanno visto». Tutti spingono lo sguardo versoil punto indicato, e notano infatti distinta-mente una leggera nube che, a guisa di co-

    lonna si alzava al cielo. . . Era realmente fumo .« È il segnale, è il segnale! - ripeteva a scattil'indio Carajas - Essi ci hanno visto ed av-visano i loro compagni che vi è pericolo » . . .D. Colbacchini ricordò allora ciò che i vecchiBororos gli avevano più volte raccontato . Glipareva di sentire anche la cupa voce del suoamico indimenticabile il cacico Michele Uke-wagúu: « Quando nel nostro territorio, uno dinoi scorge qualche cosa di anormale ne dà su-bito avviso ai compagni ignari e sparsi, facendoalzare al cielo una colonna di fumo, nell'orain cui il sole si trova proprio in mezzo . Èsegnale di un pericolo, è l'ordine di riunirsitosto, la chiamata a raccolta . .. per comuni-carsi gli eventi e decidere sul da farsi» . Usa-vano veramente così: visto un pericolo, unselvaggio si arrampicava fino alla sommità diuno dei più alti Burity, una palma che sislancia al cielo per oltre 20 metri, portandoritta in alto la sua venusta chioma (mauritiavinifera) . Là sulla cima, ammucchiava un granfascio di foglie secche della stessa palma, dierbe, di rami e d'altro combustibile e vi ap-piccava il fuoco . Subito si alzava al cielo labianca leggera colonna di fumo che diceva atutti il pericolo e invitava tutti all'adunata .

    I nostri si guardarono in faccia senza dirparola. Ma l'indio insisteva : « Ci hanno visti,non c'è dubbio! Vedremo che cosa pensano .Se oggi o domani vedremo un altro segno di

  • fuoco, bisognerà stare in guardia: è segno diguerra, cattivo segno » . Era la realtà. Non po-tevano più illudersi: erano veramente entratinel territorio dei terribili Chavantes. Questisi erano accorti della loro presenza ed, avvi-sandosi vicendevolmente, davano ai nostri ilsegnale di sfida. Là dunque, a destra, a pocadistanza, era il nemico ch'essi cercavano tantoansiosamente di farsi amico . . .

    Fecero la frugale refezione, e poi ripreseroil viaggio . Ma il pensiero e l'occhio erasempre là dove avevano visto innalzarsi alcielo la bianca colonna di fumo .

    IL REGNO DEI CHAVANTES.La tribù dei Chavantes domina nella più

    assoluta indipendenza una superficie di oltre100.000 chilometri quadrati: la grande meso-potamia, compresa tra l'Araguaia a levantee lo Xingù a ponente, attraversata nel mezzodal Rio das Mortes . Essi vivono nell'immensazona del tutto inesplorata, senza che alcunofinora abbia mai potuto sapere chi essi sianorealmente e che cosa facciano . Ogni tentativodi contatto fu inesorabilmente frustrato . Deipochi che li poterono avvicinare, non tornòindietro nessuno : tutti lasciarono la vita sottole terribili clave dei barbari. È la tragedia chemescolò di lagrime e tinse di sangue il fiumedi dolore e di morte che porta il nome ma-

    laugurato. Le più ardite congetture farebberoderivare i Chavantes dalla tribù dei Cerentes,che abitava il basso Rio Tocantins ed affluenti .8o o 100 anni fa all'incirca la grande tribùmadre si sarebbe divisa in due parti . I piùnon volendo o non potendo sottostare alle ves-sazioni dei civilizzati, refrattari a qualunqueinnovazione di vita e di costumi, cercarono ri-fugio in altri lidi coll'emigrazione e andaronovagando fino a che giunsero alle rive dell'Ara-guaia. Ma non sentendosi ancora ben sicuri,lo attraversarono e si internarono nella vastaregione tra l'Araguaia e lo Xingù, stabilendo

    la loro sede nell'immensa zona . Il mistero cheli avvolge e che si estende a tutta la regione,la fama d'una ferocia sanguinaria formò an-che tra i Bororos ed i Carajàs come già tra icivilizzati un largo tessuto di fantastiche imma-ginazioni e stravaganti supposizioni. La lorotattica è l'imboscata: attaccano a tradimento,piombano sulle povere vittime, con formidabilicolpi di clava, ne fracassano il cranio, ne de-nudano i corpi, lasciano per lo più, sui cada-veri i randelli usati e fuggono come fantasmiscomparendo per l'oscuro dedalo della foresta .Non si sa altro dei Chavantes che erano cosìvicini ai nostri in quel momento . La naviga-zione procedette senz'altre sorprese fino a sera .A sera s'accamparono per prudenza sulla riva

  • destra del fiume. I selvaggi avean dato l'al-larme alla sinistra ; non era prudente scenderesulla stessa sponda . I Chavantes per fortunanon hanno canoe ; il nuoto, oltre ad esser fa-ticoso, di notte specialmente è assai pericoloso :l'acqua del fiume offriva quindi un elementodi sicurezza e di tranquillità .

    DI NUOVO FUOCO: SEGNO DI OSTI-LITÀ.Intorno, nulla di anormale . Il fumo era

    scomparso, l'orizzonte era ben chiaro. Le lorointenzioni si sarebbero capite all'indomani . Lanotte infatti passò senza incidenti straordinari .Non mancò la noia delle zanzare e il turnodi veglia forzata pei temibili ed implacabilicoccodrilli. ; ma le ore di riposo in complessotrascorsero abbastanza tranquille . Ripresa lanavigazione all'alba, fino alle dieci nessuna sor-presa. Alle dieci un nuovo allarme . L'indioCarajàs, che stava al timone, indicava allasua destra un altro fuoco . Nel terso azzurrodel cielo, si delineava una nera colonna difumo, che si alzava lenta e, spinta dal vento,dilatavasi, piegando verso ponente . Poco apoco, il fuoco invase l'arida steppa e preseproporzioni fantastiche, con nubi giganti, get-tando fosche ombre sul fiume e sulla foresta .All'ora della refezione meridiana, il fuocoera a breve distanza dai nostri ; verso sera,sull'imbrunire e per tutta la notte le fiammecontinuarono a sprigioniarsi crepitando in se-gno di aperta minaccia . I Chavantes non solonon temevano più d'indicare la loro presenza ;ma sembravano disposti a qualcosa di grave .Indubbiamente seguivano le mosse dei nostriaccompagnandoli nascosti tra il fitto fogliamedel bosco. Con quali intenzioni? Sferrare ad-dirittura un attacco o, piuttosto, sorprenderliin un'imboscata? Tutto era possibile. Ma comeindovinare? Non c'era che accrescere la vigi-lanza e la prudenza . I nostri si accamparonopertanto in un'isola del fiume . Dalle tenebreoscure si distaccava nell'orizzonte il rosso cupodel fuoco che ardeva nella foresta e nella steppa.La notte tuttavia trascorse senza alcun inci-dente. L'abbondante rugiada chiuse la via alfuoco e lo soffocò. Al mattino il cielo era se-reno e limpido che incantava. Coll'ansia digiungere al luogo in cui vennero barbara-mente trucidati D . Fuchs e D. Sacilotti, inostri ripresero decisamente il viaggio .

    È tradizione che, circa cent'anni or sono, ilCappuccino Padre Sigismondo di Taggia siastato il primo a tentare di evangelizzare le tribùdei Chavantes, ma senza alcun successo. Nell'ul-timo tentativo spintosi dall'Araguaya fino al

    Rio das Mortes, sfuggì al massacro per un purocaso ; ma parecchi dei suoi compagni rimaserovittime della ferocia degli indigeni .

    Dopo di lui, nessuno aveva mai più tentatod'avvicinare i selvaggi, finchè non si deciseroD. Fuchs e D . Sacillotti, che finirono come noisappiamo. « Come mai l'antico e più che secolarecontatto dei selvaggi coi civilizzati cristiani,può aver gettato sì profonde radici di odiocontro la nostra santa religione ed il suo au-gusto Segno, da sentirlo ancor oggi ? L'odioverso il civilizzato è realmente nel sangue delselvaggio, passa e si perpetua di generazionein generazione ; ma contro la nostra Religionenon si saprebbe spiegare senza ricorrere a qual-che diabolica suggestione ». Così pensavano inostri mentre proseguivano il viaggio acco-standosi sempre più alla zona sospirata .

    Navigarono quasi otto giorni sul Rio dasMortes, e verso il tramonto del 9 agosto giun-sero al luogo sospirato bagnato dal sangue deiconfratelli . A destra del fiume si alzava rittae nuda un'alta sponda ; a sinistra invece sistendeva una bianca spiaggia di finissima sab-bia. Davanti al loro sguardo si apriva il luogoove i nostri Missionari il 1° novembre 1 934,scorti due selvaggi sulla riva, erano approdati .Si vedeva l'erta sponda per la quale erano sa-liti, e donde non erano più ritornati! Prepa-rarono l'accampamento nella vasta spiaggia chesi spingeva libera quasi ad angolo acuto nellacurva del fiume, per essere più sicuri da qual-siasi sorpresa . Ma i loro occhi, e più il lorocuore erano al di là del fiume, al luogo ove icari Confratelli avevano generosamente of-ferto a Dio il sacrificio della loro vita .

    LA « BARREIRA DO MARTYRIO » .Il sole gettava alle loro spalle quasi oriz-

    zontalmente sulla riva opposta i suoi raggivermigli, destando un quadro di sangue im-pressionante. Sembrava che l'alta riva rigidae nuda, sorgesse dalle acque come da unbagno di sangue. Il fiume, la terra, le sabbie, ilverde stesso del bosco, tutto sembrava tintodi rosso ; tutto ricordava che di sangue si tin-sero, un giorno non lontano, quelle verginizolle, e pareva di udire una voce che ripetesse :« Questo è il luogo del Martirio » . L'impres-sione fu tanta che spontaneamente suggerì ilpensiero di battezzare e tramandare alla storiaquel luogo col nome di «Martirio » . Lo chia-marono adunque « Barreira do Martyrio »,giacchè in quel punto le rive del fiume si er-gono oltre il punto massimo delle maggioripiene, come in tutte le « barreiras ». Sebbeneprossimo il tramonto, i nostri vollero salire

  • subito a baciare quella terra consacrata dalsangue degli eroici confratelli, ed attraversa-rono il fiume in una piccola canoa .

    Metter piede sopra quella riva, toccare quellaterra fu un sol brivido di commozione . Parevadi vederli i due cari confratelli arrampicarsiper la ripida ascesa coll'ansia nel cuore diraggiungere e di abbracciare il fiero figlio dellaforesta e dargli nel nome santo di Cristo ilbacio di pace . . . La triste scena si ricomponevaspontaneamente davanti allo sguardo in tuttii suoi particolari. Raggiunta l'altura sull'orloche cade quasi a picco sulle acque del fiume,

    trovarono una piccola e rozza croce: segnavail luogo ove morirono ed ebbero la prima se-poltura i due Missionari . Si inginocchiaronosu quella terra che aveva ricevute le stanchee martoriate membra dei due apostoli e si rac-colsero in preghiera . Nonostante la corrosionedelle acque, che aveva fatto precipitare moltaterra nel fiume, si vedevano ancora ben chiaree distinte le due superficiali escavazioni cheraccolsero in un primo tempo i corpi delle duevittime. Di fronte a loro si ergeva la piccolae rozza croce, più sotto il fiume maestoso, e, al-l'estremo orizzonte, il sole coi suoi ultimi raggi .

    (Continua)

  • SANGRADOURO (Matto Grosso)

    Venticinquesimo della Missione delleFiglie di Maria Ausiliatrice .

    Venticinque anni! Presto detto; ma, qualecumulo di sacrifizi, specialmente agli inizi diuna Missione! Sacrifizi nascosti nell'alta soli-tudine delle foreste del Matto Grosso ; sacri-fizi umili noti solo al Signore . È bene tuttavia,almeno ogni tanto, gettare su di essi qualchesprazzo di luce, affinché gli uomini ne dianolode a Dio .

    Il giorno dell'Assunta di venticinque anni

    or sono si iniziava questa Missione delle Figliedi Maria Ausiliatrice di San Giovanni Bosco .Di quel primo gruppo ricordiamo la Diret-trice, Suor Rosa Kiste, accompagnata dall'Ispet-trice, Suor Teresa Giussani, già chiamata alpremio celeste. Donna di raro talento seppeimpostare l'opera così bene, che si sviluppòrapidamente a prò dei Bororo e dei civiliz-zati. La Residenza delle Suore prese ad am-pliarsi ed a migliorare fino a divenire unavera oasi di carità cristiana nel gran deserto . Ilpiccolo Bororo vi trovò tante buone mamme ;l'adulto la buona parola per lo spirito ed il

    pronto rimedio per il corpo ammalato . Poile Suore presero a passare di casa in casaBororo, con la cassettina dei medicinali, cu-rando a domicilio corpi ed anime . La casabenedetta risuona dei trilli delle piccole Bororo,che ora fraternizzano con le piccole alunnecivilizzate ; nella scuola le bimbette sono istruitee imparano gli uffici della vita pratica .

    I Bororo apprezzan l'opera delle «buoneSuore», che fin dai primi tempi circondaronodi un'aureola di affettuosa venerazione . Scendela sera e dalla Casa delle Suore si elevano levoci argentine a salutare il giorno che muoree a diffondere soave allegria nei cuori .

    Il Sangradouro saluta il venticinquesimo chese ne va, e augura ancora molti anni di frutticopiosi e santi alle buone Suore Figlie diMaria Ausiliatrice .

    Sangradouro, Festa dell'Assunta 1936 .Sac . CESARE ALBISETTI . Miss. Salesiano .

  • G R A Z I Eattribuite all'intercessione di

    MARIA SANTISSIMA AUSILIATRICEe di San Giovanni Bosco .

    Raccomandiamo vivamente ai graziati, nei casi diguarigione, di specificare sempre bene la malattia e lecircostanze più importanti, e di segnare chiaramentela propria firma. Non si pubblicano integralmente lerelazioni di grazie anonime, o firmate colle sempliciiniziali .

    Salvato da certa morte! - Ero in bicicletta eavevo appena iniziata la discesa di una strada ripidaselciata a ciottoli quando i freni improvvisamentecessarono di funzionare ed io feci una volata di 150metri prima di poter sterzare verso una casa . Mifermai, trattenuto da una mano misteriosa, senzaaver riportato la minima ferita e senza aver procuratodanno alcuno ai viandanti che in quell'ora facevanola mia stessa strada . Tutti quelli che assistettero almio volo dissero che solo un miracolo m'aveva potutosalvare illeso!

    Avevo con me un'immagine del S. Cuore di Gesùche mi ottenne, per intercessione di Maria Aus . e diS. Gio. Bosco, la salvezza.

    Castellarano, 10-IX-1936.BERTOLANI ALFONSO.

    Guarisce da un tumore cerebrale. - Da un annosoffrivo di emicrania acuta . Sottoposta a consultosi trovò la causa del male in un tumore cerebralegià avanzato che mi procurava ripetute e dolorosis-sime crisi durante le quali rimanevo per più ore instato comatoso e allarmante . Il prof. Balado diBuenos Aires ebbe a dichiarare che sarei mortaqualora non fossi riuscita a superare un interventochirurgico .

    Prima di affidare la mia vita ai dottori volli, uni-tamente ai miei cari, invocare l'aiuto della potenteAusiliatrice dei Cristiani e del suo fedel servo DonBosco Santo promettendo la pubblicazione dellagrazia se l'operazione fosse riuscita bene .

    Per ben quattro ore rimasi sul tavolo operatorio esempre sveglia perchè le mie speciali condizioninon permettevano la narcosi . Mi vennero ammini-strati i Santi Sacramenti e . . . dopo due soli giorniil professore potè dichiararmi fuori pericolo, assi-curando che ero scampata alla morte proprio permiracolo. Ora sono guarita e godo perfetta salute .Ricorderò sempre la bontà dei miei Intercessori .

    Bella Vista (R . Argentina), 7-V-1936 .TABBIA ANGELA.

    Guarita da tumore maligno. - Il 23 settembre1935, assai sofferente, fui ricoverata d'urgenza al-l'ospedale di Brescia ove mi fu riscontrato un tu-more maligno, e il mio stato generale tolse ai me-dici ogni speranza di salvarmi . Che fare? Mi affidaialla bontà materna di Maria Ausiliatrice e alla po-tente intercessione di Don Bosco Santo e fidandonella loro assistenza, il 30 settembre, mi misi nellemani dei chirurghi che tentarono l'operazione . Gra-

    zie a Dio, ebbe un esito felicissimo . Il dottore Gae-tano Dossena mi disse che potevo portare un belquadretto ai miei intercessori perchè era proprioun miracolo ch'io fossi scampata alla morte .

    Montirone, 3-X-1936 .

    In fedeSCALMATI CATERINA .

    Mi salvano il bambino da certa morte. - Il nostroStefanino di anni 7 fu colpito il 16 agosto u . s . daun impressionante mal di capo con crisi di vomito daimpedirgli qualunque nutrizione. Persistendo ilmale, con continuo deperimento del bimbo, fummocostretti a chiamare il medico, il quale sospettandola gravità non volle pronunziarsi e chiamò un con-sulto . L'esame del liquido encefalo rachidiano diedeappunto la temuta constatazione ; il caro nostro Ste-fanino nel giudizio dei due dottori, era ormai spe-dito : il morbo inesorabile, la meningite, avrebbereciso quella tenera pianta, gioia della nostra vita .L'estrema debolezza del bimbo e la veemenza delmale avrebbero spento quanto prima quel primofiore del nostro giardino . Ma se sulla terra era pro-nunziata la sentenza di morte, questa non era ancorapronunziata in cielo . E se Iddio, che è tanto buono, hafatta felice una madre col darle una bella creatura,non è già per gettarla nella tristezza riprendendogliela .Con quanta fiducia quindi io e mio marito abbiamoincominciato subito una novena a Maria Ausilia-trice e a Don Bosco, il grande protettore della gio-vinezza! Potevano essi rimanere indifferenti nontanto alle preghiere, quanto alle veementi lacrimedi un papà e di una mamma? E bisogna dire, chequeste furono ben eloquenti, perchè il caro angiolettoentrò subito in un sensibile miglioramento, tantoche il medico per il primo ne fu grandemente stu-pito, e non potendo umanamente spiegare il fatto,dovette ammettere un intervento celeste. Ora ilnostro caro Stefanino è in piena convalescenza epresto sarà il vispo bambino di prima . È dunque conparticolare riconoscenza che inviamo la piccola of-ferta per l'erigendo santuario di Maria Ausiliatrice .

    Breolungi (Mondovì) 8-IX-36 .Coniugi BARTOLOMEO e MARIA GRISERI .

    Sollecito intervento . - Il 15 settembre 1936 alle2 di notte mi sorprese una violenta emorragia chemi ridusse in fin di vita . L'intervento medico ritenneil caso disperato e quasi inevitabile un'operazione .Mi rivolsi allora a San Giovanni Bosco perchè

    intercedesse con Maria Ausiliatrice presso il Signoreonde evitare l'operazione . Fui esaudito subito . IImiglioramento continuò, e, dopo soli 20 giorni,potei recarmi in persona al santuario di Maria Au-siliatrice a ringraziare e porgere l'offerta promessa .

    Torino, 5-X-1936 .PIOLA GIUSEPPE .

    Guarito da ascesso renale. - Un'infezione prodottada calcolosi vescicale mi aveva causato un ascessorenale, la cui gravità si era talmente accentuata, dafar giudicare dagli stessi medici imminente la set-ticemia .

    Dopo l'intervento chirurgico per l'estrazione delpus pareva inevitabile una seconda operazione perl'asportazione del rene che era stato leso .

  • In mezzo alle sofferenze mi rivolsi fiducioso aMaria SS. Ausiliatrice e a S . Giovanni Bosco, im-plorando la loro protezione per la guarigione . L'in-vocazione mia e quella dei buoni che si interessa-vano del mio caso fu esaudita : la lesione del renescomparve con sorpresa degli stessi medici, ed io,dopo breve convalescenza, godo buona salute enon avverto più neppure i disturbi vescicali, cheprima mi affliggevano .

    Coll'animo pieno di riconoscenza verso la nostraMadre Celeste e S. Giovanni Bosco per la graziaconcessami, invio l'offerta promessa per l'amplia-mento del Santuario di Maria Ausiliatrice .

    Milano, 24-X-1936-XIV .GAETANO SERMATTEI .

    Maria Ausiliatrice protegge i suoi devoti. - Tantevolte abbiamo esperimentato i benefici effetti dellamaterna protezione di Maria SS . Ausiliatrice ; maspecialmente pochi giorni or sono, quando scampòdalla morte una nostra oratoriana, un angioletto dellapia Unione delle Figlie di Maria .

    Domenica 4 ottobre, solennità del S . Rosario, lesue compagne di Congregazione, indossata la divisa,s'avviavano alla chiesa per partecipare alla proces-sione in onore della Madonna ; invece Fernanda,una piccola sui 10 anni, con un pretesto qualunque,riuscì a scappare in piazza .

    Mentre attraversava la strada provinciale e cer-cava un nascondiglio per non essere vista dalla di-rettrice e dalle compagne, venne investita da un'au-tomobile che la lanciò a circa 2 metri di altezza .

    Poteva essere sfracellata ! Invece non riportò chepiccole fratture e leggere contusioni . Io attribuiscola grazia all'intercessione della Madonna che invocaicon gran fede mentr'ero spettatrice del fatto .

    Riconoscente, con la piccola e la famiglia, ringraziodi cuore la nostra Mamma celeste, supplicandola dicontinuarci la sua potente protezione .

    Vigonovo, 15 -X -36 .Suor GIUDITTA SPOTTI .

    Felice ritorno . - Nel gennaio del 1935 mio nipoteLuigi, tenente pilota aviatore, ex-allievo del CollegioManfredini di Este, fu mandato in A . O. per pre-parare e partecipare alle azioni belliche . Facevaparte della « Disperata », con quale pericolo è facileimmaginare. In tanta trepidazione, mi rivolsi aMaria SS . ed a Don Bosco, mettendo il nostro carosotto la loro valida protezione, e promettendo tuttala mia riconoscenza ed un'offerta, se mi avesseroottenuto la grazia di restituircelo sano e salvo.Fummo esauditi ! Compiuto tutto il suo dovere,

    egli è tornato dopo due anni senza aver sofferto nulla .Alla Vergine Santa e a Don Bosco, validi protet-

    tori, la riconoscenza mia e di tutta la mia famiglia .Bagnoli di Sopra (Padova).

    ELISA CAPUZZO .Salva il nostro bambino. - Il nostro unico bimbo

    Mulassano Lino di anni cinque, nel mese di giu-gno 1935 si ammalò gravemente di polmonite consetticemia . Costernati, passammo 5 giorni e 5 nottinella più angosciosa trepidazione, quand'ecco percolmo di sventura, manifestarsi anche un'apostema .Lo si dovette portare d'urgenza all'ospedale ove

    Coniugi MULASSANO .

    Ringraziano ancora della loro interces-sione Maria SS . Ausiliatrice e S. Gio-vanni Bosco :Ghiretti Frida (Cortina d'Ampezzo) per una inaspettata

    guarigione .Cooperatrice salesiana (Torino) per l'ottenuto impiego

    del figlio, avvenuto il 31 gennaio, anniversario della mortedi San Giovanni Bosco .

    Cavalli Giuseppe (Desenzano) per la guarigione dagrave infezione.

    Trussardi Giovanni (Bergamo) per una segnalatissimagrazia ricevuta .

    Bersezio Caterina ved. (Peveragno) per l'assistenza e ilconforto avuto in una penosissima circostanza .S. C . (Roma) pel felice esito di esami .Fea Maria per la gioia di poter ancora insegnare alle

    sue scolare .lacono Giuseppina F. M. A . (Catania) pel ristabilimento

    in salute del fratello e per evitata operazione chirurgica .Sandro e Lucio (Firenze) per l'ottenuta guarigione del

    nonno e pel felice esito dei loro studi .Rossetti Ortensio (Pontasserchio) per un grande favore

    ricevuto .Michilli Sac . Carlo (Chieti) per l'ottenuta guarigione

    della mamma che scansò una polmonite.N. N . pel ritorno della pace in una famiglia desolata .Basso Cesare (Torino) per essere stato preservato da

    un attacco di peritonite.Fiora Eugenio e Benilde (Castell'Alfero) per la guari-

    gione della figlia Elide .Priori Liberina (S . Giovanni in Marignano) pel felice

    esito degli esami finali dell'Istituto Magistrale Superiore .Cotti Elena (Artogne) per essere stata preservata da

    una grave operazione .G. V . (Torino) per la guarigione del figlio .Valente Benvenuto (Bessica di Loria) per l'ottenuta

    completa guarigione da ernia dopo la terza operazione .G . Curtino, per una grazia ricevuta, in attesa di un'altra .T. G . (Castellazzo Bormida) per la guarigione di una

    figliuoletta colpita da uno sfogo incurabile .A . B . (Frassinetto Po) perla protezione del figlio soldato,

    evitandogli pure un'operazione per ciste .Giromini Giovanni e Camilla coniugi (Vergano di Borgo-

    manero) per aver potuto salvare in tempo il piccolo Marinocaduto in una cisterna piena d'acqua .

    Famiglia Triulzi (Torino) pel felice esito di un concorso,attendendo la grazia completa .

    Verdiglione Giuseppe e fam . (Serra San Bruno) per laguarigione dei genero Giofrè Francesco colpito da pleuritedoppia.Margherita Ritano per un grande conforto avuto in

    famiglia.Beltramo Apollonia (Bosconero) per aver potuto ria-cquistare la primiera saluteDivizia Amelia (Alassio) per l'ottenuto miglioramento

    in salute .

    venne operato. Grazie a Dio sopportò con forzastraordinaria la grave operazione e le dolorose me-dicazioni, facendo stupire anche il professore cu-rante.

    In quei dolorosi giorni, mente i medici disperavanopersin di salvarlo, una Cooperatrice salesiana ciportò una reliquia di S . Giovanni Bosco esortan-doci a raccomandare il nostro caro bambino all'in-tercessione del Santo. Così facemmo e, dopo averpregato tanto, potemmo constatare un leggero mi-glioramento che preluse alla completa guarigione .

    Riconoscenti, adempiamo il voto fatto, inviandola nostra offerta per il nuovo altare di S . GiovanniBosco che preghiamo a voler sempre proteggere ilnostro caro bambino .

    Savigliano, giugno 193 5 .

  • Lettera di Don Giulivo ai giovani.

    Carissimi,

    poche parole, questo mese, ma sul tema piùcaro : l'abbonamento alle Letture Cattoliche .Già sapete che nel mese di aprile u . s. hannosegnato una pietra miliare sul glorioso camminocui furono avviate da Don Bosco Santo nel 1853 .Col nuovo anno, grazie al concorso di valenticollaboratori, con una specialissima _benedizionedel Rettor Maggiore, IV Successore di Don Bo-sco, il signor Don Ricaldone, svolgeranno un pro-gramma ancor più interessante, della massimaattualità .

    Devono quindi entrare in tutte le vostre fami-glie . All'opera : fate propaganda anche tra i vo-stri amici e conoscenti per la più ampia diffu-sione .

    Inviate il prezzo di abbonamento : L . 12,50all'Amministrazione LETTURE CATTOLI-CHE S. E. I., Corso Regina Margherita, 176TORINO 109 .

    E state allegri. Buon Natale e buon Anno dalvostro aff.mo

    DON GIULIVO .

    NECROLOGIO

    S . Em. Rev.ma il sig . Card. LUIGI MAURINArcivescovo di Lione e Primate di Francia .

    È morto improvvisamente la notte del 15-11 u. sc.dopo una giornata di intensa attività pastorale . Aveva77 anni di età . Consacrato nel 1911 vescovo di Greno-ble, fu promosso a Lione nel 1916 . Era il tipo del"buon pastore!" . Zelantissimo del bene delle anime,aveva cuore per tutti ed era amato da tutti . Pei Sale-siani dell'Archidiocesi era un vero padre . Venne appo-

  • sitamente a Torino per le feste della canonizzazione diDon Bosco ed ancora ultimamente sostò all'Oratorioper celebrare all'altare del Santo il 3 ottobre u . s .Don Bosco gli affretti la gloria del Cielo .

    Salesiani defunti :SANNA Don EFISIO, sac . da Cagliari, † a Saharan-

    pur (India) il 1-VII-1936 a 46 anni di età .Missionario nell'Assam, fu direttore della casa di Gau-

    hati e poi a Calcutta, finendo i suoi giorni nella missionedi Krishnagar ove iniziò con amore e successo, fra innu-merevoli sacrifizi, l'orfanotrofio di Saharanpur, benedettoda tutti .BOWLER RAIMONDO, ch. da San Francisco (Cali-

    fornia), † a Holy Cross (New Mexico), il 2-VII-1936 a26 anni di età.

    Cooperatori defunti :S.E. Rev.ma Mons. GIOVANNI GARIGLIANO,

    Vescovo di Biella † il 10 ottobre u . s. a 64 anni di età .Vescovo a 39 anni, resse prima l'archidiocesi di Aquila

    come Amministratore Apostolico, quindi la diocesi diBiella, profondendo, nei cinque lustri di fecondo episco-pato, tesori di saggezza e dì prudenza, dominati da unabontà paterna e da austera semplicità di vita . Sollecitodella formazione spirituale del clero, dell'apostolato mis-sionario e dell'organizzazione dell'azione cattolica ebbecure speciali per la classe operaia. Cooperatore salesianonutriva per Don Bosco una fervida divozione e per leopere nostre costante, cordiale benevolenza .

    Gr. Uff. AUGUSTO CIRIACI, Presidente Generaledell'Azione Cattolica Italiana † a Roma il 3 settembre u . s .a 48 anni di età.

    Exallievo e primo Presidente dell'Unione del Testaccio,crebbe nello spirito di Don Bosco a quella fedeltà ed at-taccamento alla Sede Apostolica che fecero di lui il Pre-sidente ideale dell'Azione Cattolica: il Servo buono efedele della Chiesa e della Patria, nell'armonia degli af-fetti più puri e d'uno zelo generoso, prudente ed illumi-nato. Figlio del popolo, amò la sua classe colla vera caritàdi Cristo prodigandosi pei birichini di Don Bosco nelfiorente Oratorio del popoloso quartiere di Roma, col-laboratore sollecito dei salesiani .

    Il Circolo di Santa Maria Liberatrice fu il suo primocampo di apostolato, ove si distinse presto per quellalarghezza di, vedute, quella fermezza di volontà realizza-trice, quel sano equilibrio interiore che son sempre statele sue doti dominanti e che, illuminate da una fede vivae da una devozione continua, lo resero giovanissimo unodei più apprezzati dirigenti . Percorse quindi gradino pergradino tutta la via gerarchica dell'Azione Cattolica finoalla Presidenza Generale .S. E. l'On . Gr. Uff. Dott. ATTILIONob.FONTANA

    † a Roma il 14 giugno u . s. a 6o anni di età . Letterato,politico, pubblicista, è tra le più fulgide e care figure deinostri exallievi. Deputato e Sottosegretario di Stato servìla Patria e la Chiesa con ammirabile fedeltà e dedizione,cattivandosi la stima e la simpatia universale per le sin-golari virtù dell'animo, temprato alla scuola di DonBosco, nel collegio di Lanzo, dall'indimenticabile ed a haicarissimo professore Don Puppo. Due righe delle ultimepagine del suo diario dicono l'altezza raggiunta nella suaspirituale elevazione che curò con amore in tutti i giornidella sua vita, coordinandovi sapientemente attività estudi, preghiera ed apostolato: a Siate sempre benedetto,oh Signore, per ciò che mi avete fatto soffrire e per ciòche mi fate gioire. E fate ch'io sia o meglio diventi tuttovostro » .

    La Società Salesiana era per lui una seconda famiglia .Conte prof. cav. LUIGI TARABINI CASTELLANI

    † a Modena il 4 ottobre u . s . a 61 anno di età .In Duomo, mentre pregava, fu sorpreso improvvisa-

    mente da un malore che lo trasse alla tomba mentre ve-niva trasportato alla sua abitazione . Nobilissima figuradi cattolico, laureato in medicina all'Università di Padova,svolse dapprima una mirabile attività professionale nellastessa Padova, a Fonzaso, a Verona e a Recoaro. Chiamato

    a Modena per coprire il posto di assistente di ClinicaMedica Generale della Regia Università, nel 1913 fu me-dico primario dell'Ospedale Congregazionale e durantela guerra disimpegnò alla direzione dell'Ospedale di iso-lamento apprezzata e coraggiosa opera, che gli valse lamedaglia d'oro al merito .

    La Famiglia salesiana l'ebbe affezionatissimo coopera-tore e l'Istituto locale, più che medico, padre .ALESSIO PRETTO † a Santa Croce di Bassano il

    31 agosto u . s . a 64 anni di età .Uomo di antica fede, . di nobili sentimenti, di vita in-

    temerata, dal tratto gentile e dignitoso, dalla serenitàvirtuosa, fu, con Don Rinaldi di s . m., fondatore delCircolo D . Bosco, di cui tenne fa presidenza per parecchianni, assiduo sempre nel portare il sussidio del suo in-tervento, del suo consiglio, della sua parola in ogni mani-festazione di azione cattolica, specie salesiana .

    Poco prima della sua morte, quasi la prevedesse, lasciavaquesto scritto : a Signor mio Gesù Cristo, io depongo nelvostro Cuore Sacratissimo tutte le mie miserie ed i mieibisogni spirituali . Mi abbandono completamente allaVostra Santa Volontà credendo all'Amore, sperando nellaMisericordia e confidando nella Provvidenza del vostroSacratissimo Cuore » .GIO. BATTISTA CAPELLINO † in Genova-Quinto

    il 9 settembre u . s .Tutta la sua vita non fece che beneficare generosamente

    e silenziosamente le Opere Salesiane . Basti dire che fondòben otto Borse Missionarie coi suoi risparmi . Legato cosìall'imperitura gratitudine dei futuri apostoli che sorge-ranno dalla sua carità, noi lo raccomandiamo particolar-mente ai suffragi dei nostri Cooperatori cui lo additiamocome nobilissimo esempio .Marchesa IRENE CORSI BECCARLO INCISA di

    SANTO STEFANO † il 27 settembre u. s .Patronessa del Comitato Centrale, crebbe alle nobili

    tradizioni di famiglia nell'apostolato della carità generosa,coltivando una tenera devozione a Don Bosco Santoed un grande affetto alle Opere salesiane .ROSA PAPALE DISTEFANO † a Catania il 15

    agosto u . S.Fervida cooperatrice salesiana e grande ammiratrice

    di Don Bosco e delle sue opere, le beneficò sempre concuore di madre ed ebbe tenerezze materne per tutte lesventure e per tutte le miserie .

    Giovanissima ancora, tra le sollecitudini della casa edella numerosa famiglia, seppe consacrare larga partedella sua attività e del suo apostolato ai poverelli chealla luce della fede riguardò ed amò sempre come la suaseconda famiglia.

    Altri Cooperatori defunti :Alloatti Sorelle, Chieri(Torino)-Alvisini Emidio,

    Spedino (Rieti) - Arturo Pietro, Carmagnola (Torino) -Assalto Teresa Ved. Maffei, S. Maurizio Canavese (To-rino) - Bacci Olga, Montecastello (Pisa) - Baragno Mad-dalena, Ranzi Pietra (Savona) - Bensi Tommaso, Quar-gnento (Alessandria) - Billa Giuseppina, S. Vincent (Ao-sta) - Bosco Lucia, Torino - Brunetti Angela, Cuneo -Celli Francesco, S. Agata Feltria (Pesaro) - CeloriaCarlo, Omegna (Novara) - Cerchio Tancredi, Torino -Covatta D. Carlo, Limosano (Campobasso) - DabbeneGiovanna, S. Vittoria D'Alba (Cuneo) - Daghino Mar-gherita, Torino - Dal Santo Angela, Caltrano (Vicenza) -Decio Augusto Colonn ., Saluzzo (Cuneo) - Falciola MariaBusto Arsizio (Varese) - Fattore Giacomo, Tezze Val-sugana (Trento) - Frate Antonio, S- Andrea Givo (Son-drio) - Giannantonio Antonietta, Limosana (Campobasso)- Gorelli Olimpia, Portomaggiore (Ferrara)- GrazianiCarolina, Cotignola(Ravenna)-Grosso Teresa,Man-talenghe (Aosta) - Issoglio Maddalena, Cumiana (Torino)- Marotto Caterina, Vercelli - Pacchiani Bernardo, Bes-rito (Bergamo) - Palazzolo Dott. Secondo, Torino -Pennati D . Francesco, Albano S . Alessandra (Bergamo) -Pizzotti Giuditta, Bindo (Como) - Quaglia Antonio, To-rino - Rovere Regina, Pescincanna (Udine) - StorionGiovanni, Conegliano (Treviso) - Zappa Teresa, Maggia-nico (Como) .

  • Indice generale dell'annata 1936NOTIFICAZIONI E DOCUMENTI .

    Don Bosco, una grazia di Maria Ausiliatrice e le offertedei Cooperatori

    L'estensione della festa di Don Bosco alla Chiesa Univer-sale e l'introduzione della Causa di Beatificazione eCanonizzazione del suo primo successore il Servo diDio Don Michele Rua . . . . 57

    La « Storia d'Italia , capolavoro di Don Bosco 9 1La festa di San Giovanni Bosco fissata al 31 gennaio 129L'ottantesimo compleanno di S . S . Pana Pio XI . 153Don Bosco fra gli insegnanti . . . . 177L'Encilica del Papa sul Cinematrografo . . . 206L'eloquenza d'una statistica273

    PER L'AMPLIAMENTO DEL SANTUARIO DIMARIA SS. AUSILIATRICE E PER L'ALTARE

    A S. G. BOSCO .Dalla lettera del Rev .mo Sig. Don Pietro Ricaldone ai

    Cooperatori Salesiani . . . 3Plebiscito di amore alla Vergine Ausiliatrice . . 105Un'altra gara aperta alla carità dei nostri Cooperatori

    e alla pietà filiale dei divoti di Maria Santissima Au-siliatrice

    NOTIZIE RIGUARDANTI LO SVILUPPO DEILAVORI DI AMPLIAMENTO .

    Vedi pagine : 3, 50, 73, 87, 105, 106, 139 . 147. 159, 161,179, 181, 202, 212, 230, 236, 249, 256, 26o, 261 e 276

    IN FAMIGLIAIl Rev.mo Sig . Don Pietro Ricaldone ai Cooperatoridi San Giovanni Bosco

    .

    iNuovi Cardinali di Santa Romana Chiesa eletti da

    Pio XI nel Concistoro del 16-XII-1935 . . . . 8Mons. Stefano Ferrando, Vescovo di Shillong . 18Mons. Vincenzo Scuderi, amministratore Apostolico di

    Krishnagar 18Sulle orme del Padre . Il Servo di Dio Don Rua 81II successo di una iniziativa . . . . 34Mons. Enrico Mourao traslato alla Chiesa cattedrale

    di Cafelandia . . 44La festa del Rev.mo Sig . Don Pietro Ricaldone . . 18oSotto la Cupola dell'Ausiliatrice vedi pagine: 7, 40,63,

    86, 107, 136, 157, 179, 202, 230, 255 e 274 .La Consacrazione del Tempio di M . SS . Ausiliatricein Roma . . 183

    L'Udienza Pontificia all'Istituto Pio XI di Roma . 187Comunicazioni del Rev .mo Sig. Rettor Maggiore circa

    la situazione dell'Opera Salesiana in Spagna . . 201La visita del Card . Boetto a Torino-Valdocco 251 . 255Il Giubileo di diamante dell'Opera salesiana in Ar-

    gentina . 277Commemorazione del Prof . D. Ubaldi a Catania.90Premio della R . Accademia d'Italia alla spedizione scien-tifica di Don Deagostini .

    L'Esposizione mondiale della Stampa Cattolica . 11oLe a Letture Cattoliche »..111Confisca di tutte le Case salesiane del Messico . 166Il discorso del Papa ai profughi Spagnuoli . . 226Un'anticaglia che sostiene una istituzione mondiale 242Suffraghiamo i nostri morti .

    OMAGGI A DON BOSCO SANTO .Nuova chiesa ad onore di San Giovanni Bosco a Ma-

    naos (Brasile) 27Don Bosco è asceso . . 33, 68, 69Nuovo altare dedicato al nostro Santo in Cuba (Avana) 44L'inaugurazione della statua di San Giovanni Bosco

    nella Basilica di S . Pietro . 58Don Bosco all'Accademia delle Scienze di Torino 66Scuola intitolata a San Giovanni Bosco a Venezia . 109Una statua di S . Gio . Bosco a Toronto (Canadà) 109Una via intitolata a San Giovanni Bosco ad Ivrea . 204Luzzogno - Monsampietro Morico - Novi Ligure 285S. Benedetto Po 286

    COOPERAZIONE SALESIANA .Per la Conferenza salesiana .

    . .

    16Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice . .

    16

    Come cooperare .

    50Azione Salesiana 108, 204

    CROCIATA MISSIONARIA .Borse Missionarie vedi pagina 2a della copertina di

    tutti i mesi .MISSIONI .

    Per le Missioni Salesiane

    . .

    1901 195Missioni e Missionari 225Partenze di Missionari 256Argentina : Rawson, 44 .Assam : Fra le tribù del Mongoldai, 211 - Cherrapunjee,

    143 - Dibrugarh, 144 - Gauhati, 143 - Shillong, 141-142 - Tezpur, 144 - Tura, 144.Brasile : Matto Grosso - Sulle traccie delle nostre vittime . ..,

    259,287 - Jauareté, 113 - Porto Velho e Rio Negro -Dopo vent'anni di lavoro sulle sponde dell'Amazzoni,231 - Taracuà, 114 - Sangradouro, 291 .

    Cina : Hong-Kong, 119 - Lin Chow, 167 e 21o - Macau,116 - Namkim, 28 - Shanghai, 95 - Tsak Tsi T'am, 118 .

    Equatore : Indanza, 20 - Limon, 235 - Macas, 95 e 191 .Giappone : La statistica può dirci qualche cosa . . ., 240 -Relazione di Mons . Cimatti, z66 - Miyazaki, ti, 67 e193 - Tokio, 15, 168, 216 .

    India : Gli «intoccabili» - Che cosa avverrà? 73 .Paraguay : Puerto Napegue, 72 .Siam : Bang nok-khuek, iq - Bari Pong, 97 e 169 .Venezuela : Alto Orinoco, 115 .PER INTERCESSIONE DI MARIA SS . AUSILIA-

    TRICE E DI SAN GIOVANNI BOSCO .Vedi pagine: 24, 31, 52, 74, 100, 123 . 148, 173, 196, 221,

    245, 27o e 292 .PER INTERCESSIONE DEL VEN. DOM. SAVIO .Vedi pagine: 246 e 271 .

    FIGURE DEGNE DI MEMORIA .Don Calogero GusmanoComm. Pietro Bernardi

    DALLE NOSTRE CASE .Aquila, 256 - Alicante, 45 - Barcellona (Spagna), 205 -

    Bari, 109 - Borgo S . Lorenzo, 42 - Buenos Aires(S. Carlo), 181 - Buenos Aires (S . Caterina), 43 -Castelnuovo D . Bosco, zo2 - Cuenca, 23 - Foglizzo,16o - Haiti, 163 - La Paz, 88 - Lauradorp-Waubach,90 - Lima, 46 e 181 - Madrid, 39 - Milano, 16o -Mussolinia di Sardegna, 65 - Olimpo, 90 - Quito(D. Bosco), 181 - S. José del Valle, 45 - Sant'Agatadi Militello, 42 - Siviglia, 45 - Sondrio, 257 - Torino(S. Paolo), 87 e 203 - Trento, 64 - Valparaiso, 89 -Vieux Héverlé, 88 - Lima, z86 .

    NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI M. AUSIL .La Causa di Beatificazione di Maria Mazzarello . 9Posa della prima pietra dell'Istituto delle F . di M. A. aManaos 44

    La Congregazione Generale per l'eroicità delle virtù diMadre Mazzarello 107

    Suor Rosalia Pestarino . 127Proclamazione delle virtù eroiche della Venerabile Ma-

    ria Domenica Mazzarello130LETTERE DI DON GIULIVO AI GIOVANI .

    Vedi pagine: 23, 49, 78, 94 . 121, 145, 176, 200, 224,247, 258 e 294.

    IN FIDUCIOSA ATTESA DI GRAZIE .Vedi 3a pagina della copertina di tutti i numeri .

    SALESIANI DEFUNTI .Vedi pagine: 32, 55, 79, 103, 127, 151, 176, 199,

    247, 272 e 294 .COOPERATORI DEFUNTI .

    Vedi pagine: 32, 55, 79, 104, 127, 151, 176, 199,248, 272 e 294 e seg .

    TESORO SPIRITUALE .Indulgenza del Lavoro santificato : vedi pagina 1a della

    copertina del numero di gennaio . In seguito vedicopertine .

    BIBLIOGRAFIA .Da mihi animas... Il Cardinale Raffaele Merry del Val(Mons. Pio Cenci) 78