Bollettino Parrocchiale - luglio 2014

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COMUNITÀParrocchia di Ludriano San Fialstrio

Periodico di informazione e cultura cattolicadella parrocchia di S. Filastrio in Ludriano (BS)

Anno XIV n° 41 - Luglio 2014A cura di don GIANCARLO ZAVAGLIO

Direzione e Amministrazione:P.zza Vittoria, 425030 Ludriano (BS)Tel. e Fax 030.7090162E-mail: [email protected]

Impaginazione e stampa:SELESCAN 3 S.n.c.Via Giordano Colombo, 1/B20063 Cernusco s/n (MI)Tel. 02.23167663 - Fax [email protected] - www.selescan3.it

In copertina:Paolo VI.In 2° di copertina:Gennaio 1964: Paolo VI nel Cenacolo a GerusalemmeIn 4° di copertina:Luglio 1967, Paolo VI, riceve il PatriarcaAtenagora, a Istanbul

Foto:Angelo TrevisaniOrzinuovi

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Le confidenze del Parroco

Paolo VI: dono e impegno per la Comunità19 ottobre beatificazione di Paolo VI

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Quando una persona è espostaal vaglio critico della notorietà

o al dramma della scelta continua amotivo delle alte responsabilità dicui è investita o al dovere di diffon-dere, difendere e testimoniare glialti valori spirituali di cui è chiama-to a farsi interprete, corre il rischiodi essere come sottratta alla norma-lità della vita ordinaria e di essereidentificata solo con la responsabi-lità straordinaria di cui è investita.Per cercare di dimostrare il contra-rio, che cioè si può essere personag-gi straordinari anche dentro le real-tà ordinarie, vorrei evidenziarecome in Paolo VI ogni fatto di cro-naca quotidiana o di paese diventaoccasione di riflessione, di confron-to, di rilettura sapienziale della sto-ria. Per comprendere e valutare ilpontificato di Paolo VI può essereutile tenere presenti alcuni "prima-ti" che lo caratterizzano.A fondamento di tali "primati" sitrovano comunque la sensibilitàpersonale del Papa bresciano e lasua non comune capacità di legge-re a fondo la realtà sia della Chiesa che dell'umanità.

• Paolo VI fu il primo Papa dopoS.Pietro a tornare in Palestina,sulle orme di Gesù di Nazareth.Accadde nei primi giorni di gen-naio del 1964. Fu un viaggio chia-ramente simbolico da tutti seguitocon sorpresa e sincero apprezza-mento. Decidendolo, Paolo VIesprimeva il suo mondo interiore,la sua spiritualità e teologia, le sue convinzioni più intime. Compiendolo, voleva dare unsegno eloquente - sei mesi dopol'elezione al pontificato mentre erain corso un concilio ecumenico -di come la Chiesa avrebbe potutoritrovare pienamente se stessa eorientarsi nella grande transizionein atto nella convivenza umana.Iniziando in Palestina la stagionedei viaggi papali, Paolo VI volevadire che la Chiesa non può appar-tarsi dai crocevia più intricanti edifficili della storia contemporanea.Voleva però affermare una cosaancora più importante. La Chiesacattolica può essere autentica ecompiere la missione che le è pro-pria, soltanto se ricalca le orme diCristo. Il criterio di verifica di ciò

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che è e di ciò che fa non dev'esse-re per lei nè la modernità, nè ilprogresso, e nemmeno, in sensorigoroso, i bisogni storicamenteemergenti dell'umanità; ma innan-zitutto la fedeltà al suo Fondatore.Rinnovarsi, per lei, è un doverecontinuo: a condizione che il rin-novamento s'identifichi con laconversione. È questo il valore del ritorno alle origini.

• Paolo VI fu il primo Papa a de-porre la tiara e a rinunciare all'usodi essa. Era un segno di giurisdi-zione e di potere che risaliva più dimille anni fa. Nel Pontificale Ro-mano del 1596 la tiara o triregnoveniva indicata come l'insegna dichi, essendo Vicario di Cristo, èpadre dei re e reggitore delmondo. Paolo VI se la tolse dalcapo pubblicamente il 13 novem-bre 1964. Non poteva certo rinun-ciare alla sua autorità, sarebbestata una fuga dal dovere e dalleresponsabilità. Voleva fare inten-dere che l'autorità del Papa non vaconfusa con un potere di naturapolitica. Poche settimane dopoavrebbe compiuto il viaggio inIndia, che tanto influenzerà il suomagistero sociale. Rinunciandoalla tiara voleva dire che i poveri,anzi i miseri, vanno accostati con

rispetto, come nostri pari. Soltantocosì si può evitare la più aberrantedeformazione: quella di usare ipoveri come pretesto per crescere nel proprio potere.

• Paolo VI fu il primo Papa a var-care la soglia dell'Onu, istituzioneallora traballante ma pur sempresignificativa in senso mondiale.Era il 4 ottobre 1965. Non fu unviaggio facile. Non mancarono lecritiche. Si sa che gli interessi poli-tici possono stravolgere qualsiasiretta intenzione. Ma il Papa neuscì bene. Il suo discorso fu diportata strategica. Si presentòcome un messaggero che final-mente, dopo aver camminato due-mila anni, riesce a consegnare lalettera da lui affidata a tutti i desti-natari. In questo caso, ai rappre-sentanti di tutti i popoli della terra.La lettera è il Vangelo di pace diCristo, e il Papa seppe trovarepensieri e stile per presentarne il contenuto, il valore, il metodo.

• Per quanto riguarda la pace,Paolo VI raggiunse primati signifi-cativi. Istituì la giornata della paceil 1° gennaio di ogni anno, alloscopo di avviare un'opera, certa-mente lenta ma capace di mutaregli animi, di educazione perma-

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Paolo VI durante un'udienza generale

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nente alla pace. Parlò per primo,nel 1967, di sviluppo di tutto l'uo-mo e di tutti gli uomini come del"nuovo nome della pace". Fuancora il primo, alla fine del 1965,ad indirizzare a Mao un telegram-ma ufficiale riguardante la tragicavicenda del Vietnam, quando laCina non era riconosciuta e am-messa alle Nazioni Unite.

• Paolo VI fu il Papa che decise diabolire la "corte pontificia" e disciogliere i corpi armati pontificicon un discorso alla nobiltà romanache piacque assai poco ai destinata-ri. E ancora lui, quando già la suagiornata terrena stava declinando,fu il primo Papa ad inginocchiarsidavanti a delinquenti per implorarea favore di un innocente, se non lapietà, almeno un sussulto di umanacoscienza. Gli assassini di AldoMoro non tennero in considerazio-ne le sue parole. Sono, questi, alcu-ni "primati" di Paolo VI. L'elencopotrebbe allungarsi soprattutto se aquelli ricordati si aggiungessero ipiù strettamente legati alla vitainterna della Chiesa. Ma più checontinuare nelle citazioni, può esse-re importante cercare di capire ilperché di tali "primati", a qualelogica obbediscano, se vi sia un filo

che li congiunge e li riporta all'uni-tà. La spiegazione si trova nellaprima lettera enciclica di Paolo VI,denominata "Ecclesiam suam",pubblicata il 6 agosto 1964. In essasi legge questa affermazione: "laChiesa si fa parola". Non è unafrase ad effetto. Contiene una deicardini della visione montiniana. LaChiesa non soltanto ricorre alleparole, ossia parla, trasmette inse-gnamenti, esorta, proclama, con-forta, ma la Chiesa è essa stessaparola. Quelli che abbiamo chia-mato "primati", per Paolo VI nonerano che "segni" di un linguaggionon verbale o scritto, ma propriodella vita in se stessa. Il Papa bre-sciano capì in modo acuto il dram-ma del linguaggio che non lasciaindenne nemmeno la Chiesa.Questa può parlare ed essere alme-no ascoltata dall'umanità d'oggi,soltanto se la sua vita è un "segno"e quindi una testimonianza. Ilmondo non ha bisogno di maestri,ma di testimoni. E se crede aimaestri è perché sono testimoni.Questa frase di Paolo VI esprime ilnostro impegno nell'ascoltare eseguire Papa Francesco che diPaolo VI si fa interprete ed erede coraggioso.

Don Giancarlo

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La Chiesa in cammino

La preghiera in Vaticano per la pacein Medio Oriente

"Costruire la pace è difficile, mavivere senza pace è un tormento".Poche parole per dire la sempliceverità che ha portato in Vaticano idue presidenti di Israele e dellaPalestina. Troppi morti, troppeingiustizie, troppa paura in unaterra che dovrebbe essere quella diarmonia ed esempio di conviven-za. Ne sono convinti ancheShimon Peres e Mahmoud Abbas(Abu Mazen) che hanno accettatol'invito di papa Francesco, vincen-do anche le resistenze interne aipropri schieramenti, per venire adabbracciarsi e a parlarsi. Insiemeper invocare il dono della pace"cui più di una volta siamo stativicini, ma che poi il maligno, condiversi mezzi, è riuscito a impedi-re", è l'ammonimento di papaFrancesco. I due leader arrivanoseparatamente, ma poi si abbrac-ciano prima nella hall di SantaMarta, poi ancora sul prato deiGiardini vaticani e ancora nellaCasina Pio IV dove si fermano perun colloquio privato a quattr'oc-chi. Nessuno si illude che "scoppiimprovvisamente la pace" per usa-

re le parole di padre PierbattistaPizzaballa, custode di Terra Santae "tessitore" dell'incontro che havisto l'8 giugno le delegazioni deidue Paesi provare, con la preghie-ra, a riaprire spiragli di dialogo inun processo da troppo tempo are-nato. Eppure qualcosa è cambiatotra il prima e il dopo l'incontro.Quando si è visto il piccolo alberodi ulivo e papa Francesco, ilpatriarca ortodosso Bartolomeo e idue leader politici che hannopreso in mano le quattro pale perpiantarlo a dovere sono risuonatenelle menti dei presenti le paroleche Bergoglio aveva da poco pro-nunciato:"occorre essere artigianidella pace". Lo aveva già dettoanche in Terra Santa, che la pacenasce dai piccoli gesti. Piccoli gestiche fanno la storia. Non hannonascosto nulla i due presidenti:"Lapace non viene facilmente", hadetto Shimon Peres nella sua invo-cazione, "Ma noi dobbiamo ado-perarci con tutte le nostre forzeper raggiungerla. Per raggiungerlapresto. Anche se ciò richiede sacri-fici o compromessi.

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Due popoli - gli israeliani e i pale-stinesi - desiderano ardentementela pace. Le lacrime delle madri suiloro figli sono ancora incise neinostri cuori. Noi dobbiamo mette-re fine alle grida, alla violenza, alconflitto. Noi tutti abbiamo biso-gno di pace. Pace fra eguali". EAbu Mazen, dal canto suo, riba-dendo che "Il popolo dellaPalestina desidera ardentementeuna pace giusta, una vita degna e lalibertà" ha pregato perché "Il

nostro popolo e i popoli del MedioOriente e il mondo intero possanogodere il frutto della pace, della stabilità e della coesistenza".Una pace per la quale ci vuole"Coraggio più che per fare la guer-ra", ha insistito papa Francesco,ma che può diventare possibilequando ci si riconosce figli di uno stesso Padre.

Annachiara Valle

8 giugno 2014, giardini vaticani: preghiera per la pace

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Gli ambasciatori di Papa Francesco

In una tiepida serata di fine otto-bre dello scorso anno Papa

Francesco era atteso in Aula PaoloVI per un concerto di musica clas-sica. Per lui sarebbe stato il primodi una serie di intrattenimentimusicali, aperti al pubblico, chelungo il corso dell’anno vengonoofferti al Sommo Pontefice daStati od Enti vari. Ma il Papa allafine non si è presentato, alimen-tando le solite dietrologie deimezzi di informazione. Cos’erasuccesso? Francesco aveva convo-cato in quel periodo i cosiddetti“Nunzi Apostolici” operanti nelleNunziature, le Ambasciate dellaSanta Sede sparse in tutto ilmondo. L’incontro era terminato,ma qualche Nunzio era statointrattenuto dal Pontefice peressere ascoltato su questioni concarattere di urgenza. E Francescoaveva attribuito a quei colloquiuna valenza maggiore della pre-senza ad un bel concerto. Quelgesto, di fatto, rivalutava la figuradei circa cento Ambasciatori dellaSanta Sede, alcuni dei quali accre-ditati in più Stati, in gergo canoni-co chiamati per l’appunto NunziApostolici, tutti rivestiti di caratte-re episcopale.

Nel 1948 il filosofo franceseJacques Maritain, Ambasciatoredella Francia preso la Santa Sede,legato da lunga amicizia conGiovanni Battista Montini, il futu-ro Paolo VI, scriveva: “Una delleconseguenze dell’estenuazione delpotere temporale dovuta agliaccordi del Laterano è stata di

Mons. Vittorio Formenti

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accrescere considerevolmente l’im-portanza rivestita dal Corpo diplo-matico agli occhi del Papato, chevede nella corona di Ambasciatori edi Ministri da cui è circondato unatestimonianza insostituibile dellasua sovranità”. Parole ancora oggiattuali e che sottolineano la straor-dinaria importanza dell’attivitàdiplomatica della Santa Sede e ladelicatezza di tale missione estre-mamente complessa e speciale.

Nel corso dei secoli i SommiPontefici si sono serviti in conti-nuazione del diritto di inviare ipropri “Legati” al fine di stabilireaccordi, comunicare leggi canoni-che, partecipare a Concili localioppure come intermediari per sta-bilire trattati di pace o altro. Con ilmutare dei secoli e delle circostan-ze storiche, politiche ed ecclesiali,tale diritto ha subito evoluzioni oceduto il passo a nuove istituzioni.È a partire dal secolo XVI che siconsolida la rappresentanza pressol’autorità degli Stati da parte delPapa con la costituzione delleNunziature, affidando ai Nunzicompiti di natura ecclesiale epastorale oggi regolati da precisenorme del Diritto Canonico. Perantica consuetudine confermatadal Congresso di Vienna del 1815e successivamente dalla Conven-zione di Vienna del 1961, i Nunzisono anche Decani del Corpo

Diplomatico in tutti gli Stati chericonoscono tale incarico di onoree prestigio, anche se non a maggio-ranza cattolica.

È ben risaputo che le Ambasciaterappresentano sovente fonte diraccolta di notizie riservate, se nondi autentico spionaggio. Non èquesto il caso delle Nunziature,per due motivi. Il primo: la SantaSede non è interessata a rapporticommerciali né militari con gliStati ove ha la sua Rappresentanza.Questo è di vitale importanza. Ilcompito principale dei Nunzi è quello di rappresentare in concre-to la presenza del Santo Padre nelseguire lo sviluppo dell’evangeliz-zazione. I Nunzi si recano in conti-nuazione nelle diocesi e nelle par-rocchie locali, pregano con i catto-lici seguendone le vicende umanepromuovendo iniziative di soli-darietà concreta e partecipano aincontri interreligiosi. Cito fra i tanti un caso emblematico. L’ottimo Nunzio Apostolico adHaiti, un mite e coraggioso Arci-vescovo filippino, ha promosso inprima persona una serie di iniziati-ve di soccorso alla popolazione col-pita dal recente, devastante sisma,quando anche l’Arcivescovo dellacapitale Port-au-Prince ha perso lavita sotto le macerie della Catte-drale. Ogni Nunzio poi deve averele sue antenne costantemente sinto-

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nizzate con la gerarchia locale,dovendo valutare la preparazione el’attendibilità finalizzate alla nomi-na dei vescovi, segnalando al Papa ipossibili candidati all’episcopato.Il secondo motivo è dato dall’esi-guità delle strutture. Le Ambascia-te degli Stati hanno sedi e persona-le in abbondanza, di norma concentinaia di addetti e la presenzaanche di personale militare pro-prio. La Santa Sede è presente nelmondo solo con dignitose sedi econ personale risicatissimo: oltre alNunzio, uno o due segretari, solita-mente due o tre religiose che aiuta-no per i servizi, un autista tuttofare.E gli stipendi sono lontani anniluce da quelli dell’analogo perso-nale diplomatico degli Stati. E adifendere le Nunziature, quandonon sono mancati anche in tempirecenti attacchi armati, non vieneimpiegata alcuna Guardia Svizzera,ma si nutre solo tanta fede nella Provvidenza.

Certo, i Nunzi rappresentano loStato più piccolo del mondo, mafanno riferimento ad una realtàsovrannazionale e trasversale com-posta da oltre un miliardo e due-cento milioni di battezzati nellaChiesa cattolica. Rivestono un’au-torità morale derivata dalla figuracarismatica del Papa alla qualefanno riferimento un po’ tutti icolleghi Ambasciatori, anche non

credenti, i quali trovano nel Nun-zio un consigliere fidato. Sembrerebbe una battuta, ma lascelta celibataria preserva il Nun-zio dalla comprensibile tentazionedi raccontare notizie riservate aduna moglie, alimentando possibilie pericolosi pettegolezzi tra donnenei frequenti ricevimenti ai qualigli Ambasciatori sono invitati. Gliarchivi delle Nunziature docu-mentano una serie interminabile difrizioni tra Stati risolti con lapaziente e discreta mediazione dei Nunzi.

Sfogliando gli Annuari Pontificiapprendiamo che lo sviluppo mag-giore delle Nunziature si è avutocon i Pontefici Paolo VI e SanGiovanni Paolo II. Da poche deci-ne fino agli anni sessanta, ora sono180 gli Sati accreditati dalla SantaSede con scambio reciproco di rappresentanti diplomatici. Manca, purtroppo, la grande Cina,dove i cattolici sono solo pochimilioni, ma dove vengono docu-mentate istanze religiose che,anche con la presenza di unRappresentante Pontificio, trove-rebbero nell’annuncio evangelicorisposte esaustive, come nel restodel mondo. Una sfida per PapaFrancesco: c’è da scommettere che la vincerà.

Mons. Vittorio Formenti

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Calendario liturgico

La Comunità

LUGLIO

Venerdì 4 Primo venerdì del meseComunione agli ammalatiOre 19.30: S. RosarioOre 20.00: S. Messa

Domenica 6 S.S. Messe orario festivo

Domenica 13 S.S. Messe orario festivo

Domenica 20 S.S. Messe orario festivo

Domenica 27 Festa patronale di S. FilastrioOre 8.00 e 18.30: S. Messe in parrocchiaOre 18.30: S. Messa solenne presieduta da Mons. Gabriele Filippini,Rettore del Seminario Diocesano di BresciaSegue la processione accompagnata dallaBanda dei “Santi Gervasio e Protasio”, per le vie:piazza Vittoria, via Camozzi, via Villanuova,via Fornace Vecchia, via Battisti, via Camozzi

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AGOSTO

Venerdì 1 Primo venerdì del meseComunione agli ammalatiOre 19.30: S. RosarioOre 20.00: S. Messa

Domenica 3 Indulgenza del perdon d’AssisiS.S Messe orario festivo

Mercoledì 6 Festa della Trasfigurazione del Signore35° Anniversario della morte del servo di DioPapa Paolo VIOre 20.30: S. Messa

Domenica 10 S.S. Messe orario festivo

Venerdì 15 Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine MariaS.S Messe orario festivoOre 18.00: S. Rosario

Domenica 17 S.S. Messe orario festivo

Domenica 24 S.S. Messe orario festivo

Domenica 31 S.S. Messe orario festivo

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Sabato 14 giugno, alle ore 18.30,si è svolta nella nostra chiesa

parrocchiale, una celebrazioneeucaristica del tutto particolare:sono state rese grazie a Dio peri 40 anni di Ordinazione di don Franco Tortelli.Ricordare cristianamente un anni-versario é affermare che il tempodella nostra vita si sottrae alla sem-plice categoria del tempo per assu-mere quella dell' evento. È ricono-scere che Dio chiama ciascuno,con la vocazione che gli è propria,ad essere suo collaboratore inprima persona nella storia dellasalvezza, mettendo a frutto i doni ricevuti.Un anniversario é innanzitutto tempo di memoria.Il ricordare ha un significato ricconella Sacra Scrittura, non limitatoal richiamare alla mente un fatto,ma implicante il cordiale rendi-mento di grazie al Signore ed ilrinnovato coinvolgimento dell' esi-stenza personale, familiare, socia-le, in obbedienza ai suoi disegni.È per questo che la nostra Co-munità si è unita a don Franco perla celebrazione del suo 40° anni-versario di Ordinazione sacer-dotale.

Durante la celebrazione è statobenedetto un busto bronzeo raffi-gurante Papa Paolo VI. Questodono prezioso offerto da donFranco rimarrà nella nostra chiesaparrocchiale a ricordo del Papa bresciano.Dopo la celebrazione eucaristicaparenti ed amici di don Franco sisono trovati in oratorio per unacena di fraternità ricordando imomenti felici del cammino vissu-to insieme.

40° di Ordinazione di don Franco Tortelli

Don Franco Tortelli

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Il busto bronzeo di Papa Paolo VI, dono di don Franco

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Gesù perdona1 giugno 2014, solennità dell'Ascensione

Daniel Bracca, Laura Franzelli, Roberto Pè, Prandini Simone,Davide Roverselli, Linda Tomasoni

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Lo Spirito confermae Gesù si dona

8 giugno 2014, solennità di Pentecoste

Alessandro Carini, Simone Cavati, Alessandra Cazzago, Christian Massa, Marco Prandini, Stefano Sias

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Grest 2014

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Ancora...Grest!

Con il nome di Grest, chesignifica gruppo estivo, chia-

miamo quella straordinaria espe-rienza che l’oratorio offre ai bam-bini e ai ragazzi durante il perio-do estivo. Il Grest non ha solouna valenza sociale ma anche unaecclesiale: in esso si compie latestimonianza della carità, si rin-nova così il volto della Chiesastessa che trova sempre nuovimodi per mettersi al servizio deipiccoli. Volgersi verso chi è nelbisogno è un elemento essen-ziale dell’identità ecclesiale. Prendersi cura dei bambini e deiragazzi durante il periodo estivo èquindi molto più che un serviziosociale: è un modo per vivere ilVangelo oggi, nelle contraddizionie nelle opportunità che il nostrotempo ci può dare. Anche se il

Grest si presenta come un tempodi gioco, ha la possibilità di essere davvero un tempo speciale."Piano terra", è il tema dei Grestregionali di quest’anno. Si trattadella scoperta dell’abitare dentroil Grest, dentro un contesto socia-le, dentro un Paese, un villaggio,un’esperienza che coinvolge ognibambino nel corso della sua vita. Proprio così dal 9 al 27 giugno,dalle ore 10.00, alle ore 18.30,125 ragazzi suddivisi in quattrosquadre hanno partecipato alGrest parrocchiale accompagnatida quindici animatori e dallacoordinatrice Elena Bulla sotto laguida di don Giancarlo. Questameravigliosa avventura si é con-clusa il 27 giugno con una coin-volgente serata per i ragazzi e lefamiglie.

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Squadra: “Fuoco”

Squadra: “Acqua”

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Squadra: “Aria”

Squadra: “Terra”

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10 maggio 2014: festa della mamma

22 giugno 2014: pellegrinaggio Sotto il Monte

Album parrocchiale

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03 - 22 giugno 2014: torneo di beach volley

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Pellegrinaggio

Eremo di S.Caterina del Sassosul lago Maggiore

Programma:• Ore 7.00: partenza dalla piazza della chiesa• Visita guidata dell’Eremo e S.Messa• Pranzo• Visita alla Rocca Borromeo

• Quota per il pullman e la guida: euro 25,00• Pranzo libero, oppure in un ristorante: euro 20,00• Il viaggio si effettuerà al raggiungimento di 40 persone

Iscrizioni: Don Giancarlo - Cell. 339.3926991

Domenica 7 settembre

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Libri

Giovanni Battista Montinie la Comunità di Ludriano

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Anagrafe parrocchiale

Sono entrati a far parte della Chiesacon il Sacramento del Battesimo:

• Bonizzi Giada, di Marco e Martinelli Michela.• Lonati Sofia, di Floriano e Ghirardi Manuela.• Alessandrini Mia Maria, di Steven e Ferraresi Lara.• Pedrali Anna, di Paolo e Orlesi Federica.• Fassoli Melissa, di Cristian e Bosio Antonella.

SommarioLE CONFIDENZE DEL PARROCO - Paolo VI: dono e impegno per la Comunità pag. 01

LA CHIESA IN CAMMINO- La preghiera in Vaticano per la pace in Medio Oriente pag. 05- Gli ambasciatori di Papa Francesco pag. 07

LA COMUNITÀ- Calendario Liturgico pag. 10- 40° di ordinazione di don Franco Tortelli pag. 12- Gesù perdona pag. 14- Lo Spirito conferma e Gesù si dona pag. 15- Ancora...Grest! pag. 17

ALBUM PARROCCHIALE- 10 maggio 2014: festa della Mamma pag. 20- 22 giugno 2014: pellegrinaggio Sotto il Monte pag. 20- 03 - 22 giugno 2014: torneo di beach volley pag. 21

PELLEGRINAGGIO- Eremo di S.Caterina del Sasso sul lago Maggiore pag. 22

LIBRI- Giovanni Battista Montini e la Comunità di Ludriano pag. 23

ANAGRAFE PARROCCHIALE pag. 24

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CASSA RURALE ED ARTIGIANADI BORGO SAN GIACOMOCREDITO COOPERATIVO

Piazza Vittoria, 4 - 25030 Ludriano (BS) - Tel. 030 7090205

PIZZERIA D’ASPORTOMELODY

Via San Filastro, 10 - 25030 Ludriano (BS) - Tel. 030 7090008

ONORANZE FUNEBRILA PACE E ORCEANA

di Simone Stablum e Carmela

Via Donzellini, 21 - 25034 Orzinuovi (BS) - Cell. 338 6205190

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