Bloody Daily 5

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Il quinto numero del Bloody Daily

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direttore editorialeJessica Pignaffo

vicedirettoriRudy Leveni, Innocenza Anna Maria Bruno

articolistiAnna Bells, Simona Fonda, Alice Pasqualato, Letizia Amato, Caterina Paternicola

editorLaura D’Este, Simona Fonda

grafici

Raffaella Rotunno, Sabrina Simotti

area giochiMicaela Patacchiola

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Eccoci al quinto numero del Bloody Daily. Per esigenze di redazione e impegni vari, questo numero giunge un po’ in ritardo rispetto alle nostre iniziali previsioni ed è anche… come dire… più “slim”, ma siamo certi che lo apprezzerete comunque. Non mancano le rubriche più affezionate, come “Il personaggio del mese”, l’Angolo dei giochi, ma soprattutto resta invariato il nostro marchio di fabbrica: tanti articoli originali pen-sati per stuzzicarvi e farvi riflettere su alcuni aspetti della serie.

Abbiamo voluto dedicare la cover di questo numero e diverse delle sue pagine a uno dei perso-naggi cardine di The Vampire Diaries che recentemente è uscito di scena: KATHERINE. Non poteva essere altrimenti, soprattutto visto che la prima parte della quinta stagione l’ha vista (quasi) indiscussa protagonista. Katherine è sicuramente stata una figura controversa nel mondo di TVD, qualcuno l’ha amata, molti l’hanno odiata, ma in qualsiasi modo la vediate è innegabile che a Mystic Falls ha lasciato il segno.

Non vi trattengo oltre e vi auguro buona lettura! Non dimenticate di farci sapere cosa ne pensate attraverso la nostra Pagina Facebook, i suggeri-menti sono sempre ben accetti!

Editoriale di Jessica Pignaffo

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I siti che partecipano al progetto

LOVELYSUCKS.IT

"L'amore morde" questa frase è ormai diventata parte della nostra vita, da quando The Vampire Diaries ha fatto prepotentemente irruzione in TV. Ed è proprio per l'importanza e il significato di questa frase che Rudy Leveni ha deciso di chiamare lovelysucks il suo sito, un sito curato graficamente dal fratello Stefano, che sta preparando in questi giorni la nuova grafica dedicata alla quarta stagione. Il Lovely vede al suo interno trenta colla-boratori, tra articolisti e traduttori. Ogni giorno vengono postate notizie dall'Italia e dal mondo, commenti, opinioni, gossip, spoiler e tutto il materiale possibile sul nostro show preferito. Il Lovely da molto spazio alla fantasia e gli articolisti del sito settimana dopo settimana inventano articoli capaci di incuriosire i propri lettori, sempre nuovi e originali. Il portale nasce nel 2010 dopo la trasformazione del forum in sito.

THE VAMPIRE DIARIES LOVE

The Vampire Diaries Love nasce nel 2010 dalla penna e dalla fantasia di Jessica Pignaffo. Doveva essere un semplice blog, ma l'interesse dei lettori e il crescente successo del-la serie l'hanno trasformato in un sito a tutti gli effetti, che in poco tempo è diventato un riferimento italiano per i fan della serie. Il nostro principale obbiettivo è creare una community, un posto in cui tutti gli appassionati possano rifugiarsi e condividere la loro passione. Anche il Love conta uno staff nutrito, che giorno dopo giorno, si impegna per tenere aggiornati fan a 360° sul mondo di The Vampire Diaries. Perchè la passione per questa serie ci scorre nelle vene.

THE VAMPIRE DIARIES ITALIA

Il The Vampire Diaries Italia, noto come TVD Italia, nasce nel 2009 fondato da Biam. Pri-mo fan-site ad imporsi nel panorama nazionale e internazionale di The Vampire Diaries, nasce con l’intento di creare un centro di condivisione per gli appassionati della serie e dei libri: news, spoiler, recensioni, opinioni, concorsi, centri di discussione, un viaggio a 360 gradi nel mondo di TVD e dei suoi protagonisti, una vetrina per autori emergenti e per semplici appassionati di scrittura. Negli anni ha stretto collaborazioni con la casa editrice Newton, con reti televisive, organizzazioni, eventi, al fine di migliorare la qualità delle notizie offerte ai propri utenti. Il TVD Italia vanta uno staff di circa trenta persone tra autori, traduttori e amministratori: una famiglia che lavora per tutti i fan della serie. Il TVD Italia siete voi!

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Indice

3 EDITORIALE Novita’ del progetto

6 INDICE Sommario articoli

8 IL PERSONAGGIO DEL MESE: DAMON SALVATORE Questo mese il protagonista della nostra rubrica è Damon. Scopri il perchè.

10 THE VAMPIRE DIARIES AI PEOPLE’S CHOICE AWARDS Ancora una volta la serie sbaraglia la concorrenza e si porta a casa...

12 L’EVOLUZIONE DI THE VAMPIRE DIARIES NEGLI ANNI Sono passati cinque lunghi anni dall’inizio dello show. Ripercorriamoli.

16 GUEST STAR: MY NAMES IS. . . . ENZO ! La guest star che ha conquistato il pubblico!

18 GOODBYE, KATERINA Sembra che i giochi siano finiti per Katherine Pierce. Noi vogliamo ricordarla così..

28 IRRESISTIBILI BAD BOY: I CATTIVI MESSI A CONFRONTO Sì sa, i cattivi intrigano sempre. Mettiamo a confronti quelli di Mystic Falls con altri celebri “cattivoni” della TV.

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30 AREA GIOCHI Gioca con noi e sfida i tuoi amici.

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42 PHOTOSHOOT: IAN SOMERHALDER. LA MODA È IL SUO MARCHIO DI FABBRICA. Parliamo di modo e del fascino irresistitibile di Mr. Somerhalder. Tutto per i vostri occhi.

36 HAYLEY E ELIJAH: CONTRO OGNI REGOLA E CONTRO IL DESTINO Una delle coppie più amate e allo stesso contrastate di The Originals. Troveranno un equilibrio tra famiglia e destino?

38 REBEKAH MIKAELSON: LA DELICATA ROCCIA DI THE ORIGINALSClaire Holt lascia, forse, lo show che la vede protagonista e TO perde una parte importante di sè.

34 UNA LEZIONE DI CONVIVENZA DA THE ORIGINALS A volte la convivenza può rappresentare una sfida difficile..lo sanno bene gli abitanti di New Orleans.

THE ORIGINALS: l ' inserto

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di Anna Bells

più facile cedere alla propria parte oscura o è più facile cedere all’amore e al dolore che ne derivano?

Scrivere del proprio personaggio preferito spesso è una lama a dop-pio taglio, non riesci mai ad essere completamente estranea alla cosa, come se tu fossi legata con un filo invisibile alle sue vicende, quasi come se quelle vicende avessero colpito anche te, in un certo qual modo. Il personaggio del mese è Damon Salvatore. Quando penso a Damon la prima parola che mi viene in testa è oscu-rità e non per una cattiveria intrinseca che credo abbia questo perso-naggio fantastico, né per le sue azioni, talvolta discutibili, ma perché è proprio l’oscurità che ha segnato lui, i suoi sentimenti ed il suo cuore.

Oscurità come sinonimo di dolore, sconfitta, rassegnazione. Sinonimo di una miscela di amore, di passione, di bene che questo personaggio ha da sempre, ma dalla quale, forse, fugge, lasciando che quella sua parte buia, testarda e menefreghista verso il mondo intero prenda il sopravvento. E’ più facile, più semplice, ma terribilmente doloroso, perché è consapevole che quella parte è capace di far superare una linea invisibile, che potrebbe segnare un punto di non ritorno.

Damon è senza dubbio il personaggio che ha avuto l’evoluzione più netta nel corso di cinque stagioni... la sua strada ha preso deviazioni inaspettate, passi in avanti e corse indietro, fino a condurlo “ad avere la ragazza” ma a scappare da lei subito dopo a causa delle sue insicu-rezze, delle sue incertezze, di quella oscurità che ha permesso a Ka-therine di giocare con lui e d’ingannarlo in modo, forse, irreparabile.

E’

In questa nostra rubrica oggi guarderemo a quelle sfaccettature immense e affasci-nanti di questo personaggio e a quelle pic-colezze sorprendenti che lo caratterizzano e che l’hanno trasformato in uno dei più amati del nostro show.

DAMON & STEFAN

Partiamo da questo rapporto, perché è questo il centro totale del nostro telefilm. Damon, penso, ha provato qualsiasi senti-mento esistente per il fratello: il rancore, la rabbia, l’odio, la gelosia, ma tutti que-sti sentimenti “negativi” hanno sempre avuto un contorno netto, visibile anche se non dimostrato, ovvero il bene. Quel le-game indissolubile che da sempre li tiene uniti e che da sempre li divide mettendoli alla prova, prima con Katherine e poi con Elena. Tuttavia, se Katherine era riuscita a dividerli, trasformandoli in vampiri ed in-taccando un rapporto sincero e vero che avevano da umani, Elena non ha fatto al-trettanto. E questo perché nonostante tut-to, nonostante il dolore, il sentimento per la stessa donna, nonostante Damon abbia amato Elena in segreto per tanto tempo, egli è sempre stato vicino al fratello, pron-to a dare la vita per lui, anche con quel sorriso strafottente e quelle battute ironi-che sempre pronte. Damon è stato vicino a Stefan anche con quelle frecciatine e quel-le prese in giro tipiche, che hanno spesso messo il fratello minore, la sua dieta, i suoi capelli e i numerosi diari. Inoltre, Damon ha alternato momenti dove il desiderio di vendetta verso quel fratello che l’ha indotto a vivere per sempre lo lo-gorava, per poi passare a momenti dove, parliamoci chiaro: “Se qualcuno deve ucci-dere Stefan quello sono io”, e questa frase va ben oltre il significato delle parole. Damon ha saputo allontanarsi quando era il momento giusto, ha saputo quando avvi-cinarsi per promettere secoli di sofferenza, ma ha saputo anche quando era arrivato il momento di combattere insieme e di cambiare e di mettere da parte il passato perché insieme, e lui lo sa, sono quasi in-vincibili.

IL PERSONAGGIO DEL MESE: D A M O N S A L V A T O R E

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“Adesso c’è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando”.

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Quando Damon ha conosciuto Elena è rimasto immediatamente colpito dalla sua somiglianza con Katherine, ma poi è proprio il fatto che lei non fosse Katherine che l’ha fatto inna-morare così velocemente ed irrime-diabilmente. All’inizio con lei ha tenuto un atteg-giamento strafottente, uscendo con una delle sue migliori amiche e com-portandosi (passatemi il termine) da vero stronzo. Egli giocava con lei per colpire suo fratello senza accorgersi che si stava innamorando. Elena ha distrutto Damon, forse più di quanto Katherine abbia mai fatto, ed ogni volta che lui soffriva, dicia-mo la verità, combinava qualche ca-sino. Quando uccideva Jeremy (con la scusa dell’anello), quando spezza-va il collo ad Alaric gratuitamente, quando si azzuffava con suo fratello e quando la obbligava a bere il suo sangue per salvarle la vita. Il punto è che Damon, quando si tratta di Ele-na, non è mai completamente lucido, rasenta sempre la follia, è come se lei fosse l’interruttore che lo tiene lonta-no ma che allo stesso tempo lo avvi-cina all’autodistruggersi. Lui che l’ha conquistata ma che sen-tiva di non meritarla, lui che ha fatto l’amore con lei ma era convinto poi che fosse tutto effetto del Sirebond, lui che non le ha detto della finta morte di Bonnie, passando per il cat-tivo. Quello che ha seguito Enzo ver-so la strada sanguinosa del suo esse-re completamente vampiro.... perché senza di lei che senso avrebbe il tut-to? Damon è se stesso con Elena in ogni sua parte, la parte che lo vede con i “buoni” e la parte che lo vede bere sangue ed uccidere (non senza senso di colpa, chiariamo). Elena è la cosa migliore per lui, ma delle volte si trasforma nella peggiore.

E’ senza dubbio il legame più forte che Damon abbia avuto nel corso dello show, diverso da quello con Elena (d’amore) e quello con Stefan (da fratelli). In un certo senso, Alaric e Damon si completavano, erano lucidità e schi-zofrenia, calma e pazzia, forza e co-raggio, il tutto a formare un’amicizia forte. Certo, Damon ogni tanto decide-va che per Alaric era il momento di farsi un giretto nell’aldilà, ma que-sto non ha mai veramente intaccato il legame di questi due compagni di bevute, nonché di vita. Damon ha sempre tenuto molto in considera-zione i pensieri di Alaric ed Alaric ha sempre cercato di tenere a freno gli istinti, talvolta pericolosi, dell’amico. Egli ha visto lui ed Elena innamorar-si, l’ha visto cambiare per lei, trasfor-marsi, l’ha visto sbagliare, sbagliare e sbagliare, ma non l’ha mai giudicato o additato, è sempre rimasto al suo fianco. Il Dalaric manca terribilmente a tutti, ma sopratutto ci chiediamo: le cose sarebbero andate a questo modo se Damon avesse avuto il suo migliore amico vicino a tenerlo a freno ancora una volta?

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Non possiamo parlare di Damon e non accennare minimamente a que-sto fatto ed in questo caso non par-liamo solo dell’attore che presta il volto al maggiore dei Salvatore, ma di quello che Ian ha saputo fare, ren-dendo Damon irresistibile. Damon fa di quel modo di fare, di at-teggiarsi, di muoversi e di guardare la sua forza; lo comprendi subito, lo senti subito, quasi come un pugno nello stomaco. Qualsiasi cosa faccia, qualsiasi sguardo o parola, riesce a rendere tutto carico di adrenalina e sensuali-tà. Risulta sexy nelle scene più “cru-deli” in modo particolare, ma anche nelle scene dove tutto sembra filare liscio (per gli standard di Mystic Fal-ls) accende l’aria in modo irrepara-bile; per non parlare della sua ironia, delle battute, di quelle frasi che han-no fatto la storia dello show, che ci hanno fatto sorridere con le farfalle nello stomaco ed i brividi sulla pel-le. Damon è semplicemente un for-te brivido prolungato nello stomaco, con labbra morse annesse.

DAMON & ELENA DAMON & ALARIC

DAMON E QUELLA SENSUALITÀ A DIR POCO

SPAVENTOSA

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AI PEOPLE’S CHOICE AWARDST H E VA M P I R E D I A R I E S

di Anna Bells

Ammettiamolo, è sempre un’emozio-ne vedere i membri del nostro cast salire su un qualsiasi palco a ritirare un qualsiasi premio, ma i PCA han-no un qualcosa di speciale che ci ha sempre attirato in modo particolare. Infatti, mentre i TCA sono diventati pressoché un appuntamento fisso per il nostro show, i PCA ci hanno fatto penare un po’ di più, ma non quest’anno. La prima vittoria risale al 2010 quan-do il nostro show conquistò la cate-goria (ed i fans di tutto il mondo) “Mi-glior nuova serie TV Drama”, dando così il via al fenomeno The Vampire Diaries. Dopo un inizio spettacolare, però, dovemmo attendere due anni per tornare a vedere l’ambito premio essere alzato da un membro nel no-

stro cast: l’edizione del 2012, quando una Dobrev vestita di verde speranza e visibilmente emozionata vinse nel-la categoria “Migliore attrice dram-matica”. Secondo premio che TVD è riuscito a portarsi a casa dopo ben nove nominations andate a vuoto tra il 2010 ed il 2012.

Quest’anno lo show all’inizio delle competizione risultava candidato in quattro categorie. Al termine delle votazioni è riuscito a portarsi a casa due premi. Per uno di questi, da quel-lo che è stato riportato, si è scatena-ta una vera e propria “lotta all’ultimo voto” tra fandom per eleggere la Mi-

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AI PEOPLE’S CHOICE AWARDST H E VA M P I R E D I A R I E S

glior Chimica sullo Schermo, che Ian Somerhader e Nina Dobrev (Damon e Elena) si sono aggiudicati con un numero impressionate di voti.

Quest'anno è stato anche l'anno di Ian Somerhalder, che ha ricevuto il premio nella categoria “Miglior at-tore in una serie Sci/Fi” durante la diretta del red carpet, anche lui dopo anni di attesa e tre candidature non vittoriose. Non è finita, a portare alti i colori del nostro show ci ha pensato anche Jo-seph Morgan, che ha vinto nella ca-tegoria “Miglior attore in uno nuovo show”, grazie allo Spin-Off di TVD, The Originals.

Di seguito trovate la tabella di tutte le nomination e i premi vinti dal no-stro show ai PCA:

Scopri tutti i vincitori dei

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R I F L E S S I O N I

I CINQUE ANNI DI T H E VA M P I R E D I A R I E S

di Simona Fonda

Quando, quasi cinque anni fa, The Vampire Diaries ebbe ini-zio, la maggior parte di noi, avendo letto i libri, si aspettava di assistere prevalentemente ad una tragica storia in cui due fratelli (per di più vampiri e, quindi, immortali) sono innamo-rati della stessa donna.Ciò a cui abbiamo assistito, invece, è molto più di questo. The Vampire Diaries, infatti, si è rivelato una storia molto più complessa, profonda ed intricata.Parliamo un po’ di come si è evoluto nel corso degli anni e non solo dal punto di vista della trama.

Come si diceva, la storia dello show è diversa da quella dei romanzi. E’ rimasto, per così dire, il nucleo centrale, ovvero Elena al centro della contesa sentimentale tra i due fratelli Damon e Stefan Salvatore, ma è cambiato il resto, a partire dalla famiglia della giovane, per passare al ruolo di alcuni dei suoi amici e, via, via, per allargarsi alla trama nella sua inte-rezza, coinvolgendo, pertanto, anche gli altri personaggi (ad esempio gli Originari).Gli sceneggiatori, dunque, hanno deciso di prendere solo qualche spunto dalla saga letteraria da cui lo show è tratto, creando la loro storia, diversa.

Le critiche, negli anni, non sono mancate, ma se ci fermiamo a riflettere ci rendiamo conto che così facendo, nonostante alcuni errori in cui possono essere incappati, gli sceneggia-tori hanno migliorato, e di molto, questa storia, rispetto ai romanzi.I personaggi sono diventati più complessi e sfaccettati, i rapporti più profondi, la trama, giustamente, più complicata.Tutti i protagonisti della storia hanno ottenuto, infatti, ca-ratteri maggiormente approfonditi, sia da un punto di vista personale che di vissuto. E hanno, altresì, avuto percorsi più interessanti, che hanno comportato una crescita nonostante gli errori (inevitabili, sono comunque persone).

L’esempio più evidente di tutto ciò è proprio Elena, la cui storia è stata resa molto più drammatica e commovente e, dunque, anche coinvolgente.

Inoltre, è stata introdotta in modo massiccio la componente mitologica, sfruttata in modo migliore e più lineare rispetto a quanto aveva fatto Lisa Jane Smith, autrice dei romanzi.

Un esempio, in merito, è rappresentato pro-prio dai Vampiri Originari.

Creati da L.J. Smith (ed introdotti nel quarto romanzo della saga, La Messa Nera, uno dei migliori con il terzo, La Furia), la quale pro-prio grazie a Klaus, in un monologo tutt’altro che banale, ci fornisce le basilari informazio-ni su questi Primi Vampiri (sono antichi quasi quanto la storia umana, non possono essere uccisi e sono vari, nonostante non si sappia il numero preciso), spariscono poi dal quinto libro per far posto, inspiegabilmente, ai demo-ni giapponesi kitsune. L’introduzione di questi ultimi porta a situazioni francamente ridicole ed umilianti anche per un personaggio come Damon.

Gli sceneggiatori dello show, per fortuna, han-no invece compreso il potenziale dei Primi Vampiri (tanto da crearne per loro uno pro-prio, visto il successo ottenuto) e lo hanno sfruttato quanto più hanno potuto all’interno di The Vampire Diaries, per poi dare loro tutto lo spazio che meritano.Indubbiamente, anche a questo riguardo al-cune scelte avrebbero potuto essere migliori (pensiamo a Mikael ed Esther, e a Kol, perdu-ti troppo presto), ma nonostante questo non può essere negato che sia stata data vita ad un qualcosa di profondo, affascinante, mera-viglioso e potente.

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Ad esempio nella 3x14 “Dangerous Liasons” quei minuti in cui Elijah dà il benvenuto agli ospiti sono particolarmente emblematici. Rappresentano, infatti, una scala gerarchica che emana e sottolinea potenza pura e devastante, piena-mente colta da Damon e Stefan (“You see what I see?” chie-de Damon al fratello minore, che risponde con un sospiro “Oh yes”): ai piedi della scalinata ci sono gli umani ed i po-chi vampiri comuni (Stefan, Damon e Caroline), lungo essa, invece, si trovano i Fratelli Originari, rappresentati da Elijah, che sta facendo il discorso di benvenuto. Gli Originari guar-dano dall'alto la folla dei loro invitati. Ciò sottolinea che essi hanno quella città, ma potenzialmente il mondo, nelle loro mani e che potrebbero schiacciare chiunque solo stringen-do il pugno, senza il minimo sforzo, poiché per loro, per il loro potere, non vi è differenza fra umani e vampiri comuni, sono tutti esseri che essi possono spazzare via in un istante.

Più in alto degli Originari troviamo Esther, che rappresenta l’apice della scala gerarchica: lei è, infatti, la potente strega che li ha creati. Esther rappresenta la magia, che abbiamo scoperto essere l’artefice di tutto il sovrannaturale. Sopra la magia non vi è nulla, niente è più potente di essa e proprio quest’ultima potrebbe spazzare via tutto, dagli Originari alle altre creature sovrannaturali, fino ad arrivare agli umani.Col tempo, infatti, abbiamo scoperto che fra le molte cose, The Vampire Diaries è una storia di magia e questo proprio grazie all’uso della mitologia da parte degli autori.Questo è solo uno degli elementi per i quali gli sceneggiatori si sono ispirati all’opera di Anne Rice, richiamandone quanto più possibile i toni e le caratteristiche in tutta la storia (ed ora attingendovi a piene mani in The Originals).

La complessità della storia e dei personaggi, alcuni dei quali hanno la caratteristica di avere identico aspetto fisico, hanno costituito vere sfide per gli attori protagonisti. Essi, infatti, da “semplici” esseri umani hanno dovuto dare vita a creatu-re immortali dai vasti poteri, dalle esperienze inimmaginabili per un mortale e dalle personalità oltremodo sfaccettate.Col procedere delle stagioni, la drammaticità degli eventi è andata aumentando sempre più, portando con sé un cam-biamento (in merito alla natura fisica ma non solo) dei perso-naggi, mettendoli dinanzi a situazioni che rappresentavano anche un bivio: evolvere, migliorando, o restare nell’oscu-rità? Tutto ciò è stato ben rappresentato dai protagonisti, regalando a noi momenti di notevole intensità.Alcuni di loro, come si diceva, hanno dovuto affrontare la sfida ulteriore di interpretare due personaggi... per qualcuno può essere stato più “semplice”, dato il materiale esistente nei romanzi cui poter prendere spunto, ma il risultato è sem-

pre stato molto più che lodevole.

Il livello recitativo si è poi ulteriormente innal-zato con l’ingresso nel cast di Daniel Gillies e Joseph Morgan, che con il loro semplice ap-parire hanno saputo creare personaggi iconi-ci, cui, col tempo e grazie al loro talento indi-scutibile, hanno dato sempre più spessore e fascino.

Tutto questo, inoltre, ha permesso sviluppi in-teressanti anche in altri ambiti, quali le sceno-grafie ed i costumi, ad esempio.Dalla casa di Elena e da quelle dei suoi amici, Caroline e Matt, dal liceo di Mystic Falls, sia-mo passati, infatti, alla splendida Salvatore’s Mansion, oscura e luminosa al tempo stesso, fatta di grandi vetrate (anche colorate) che ri-chiamano quelle di una cattedrale gotica (con tutto il simbolismo che ne deriva), coperte da pesanti tendaggi rosso sangue, e colma di og-getti preziosi, come i famigerati tappeti per-siani di cui Damon ha parlato più di una volta. Il rosso è il colore dominante a casa Salvatore e si abbina ai colori scuri dei muri in legno, dei pesanti tavoli e delle librerie colme di anti-chi volumi. Un’ambientazione splendida e ric-ca di simbolismo che risulta perfetta per due personaggi dal passato così illustre e nobile e dalla natura così ambivalente e pericolosa.

Con l’inserimento degli Originari, poi, siamo stati introdotti in un’altra, splendida, residen-za. Anche quest’ambientazione è improntata al lusso e alla ricchezza, in modo ancora più

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spiccato rispetto alla casa dei Salvatore. Villa Originaria è più elegante, sfarzosa e ancor più ambivalente: presenta, infatti, un’entrata chia-ra, ampia e luminosa, così come lo è la sala da ballo. Tuttavia, le “camere private”, come quelle che costituiscono gli appartamenti di Klaus, sono sì eleganti, ma scure. Una chiara scelta stilistica, che simboleggia anche la fac-ciata di rappresentanza che permette ai per-sonaggi di inserirsi nel mondo umano... dietro la quale si nasconde la vera realtà.

spiccato rispetto alla casa dei Salvatore. Villa Originaria è più elegante, sfarzosa e ancor più ambivalente: presenta, infatti, un’entrata chia-ra, ampia e luminosa, così come lo è la sala da ballo. Tuttavia, le “camere private”, come quelle che costituiscono gli appartamenti di Klaus, sono sì eleganti, ma scure. Una chiara scelta stilistica, che simboleggia anche la fac-ciata di rappresentanza che permette ai per-sonaggi di inserirsi nel mondo umano... dietro la quale si nasconde la vera realtà.

Grazie alla complessità della storia, costituita da misteri che si dipanano nel corso dei seco-li, abbiamo potuto osservare parti del passato di questi esseri immortali. Abbiamo assistito a bellissimi flashback curati nei più piccoli det-tagli, che ci hanno dato modo anche di osser-vare differenti ambientazioni, giochi di luce e fotografia. Questo ci ha permesso di vedere la scelta e la realizzazione di splendidi costumi, ad esempio quello di Katerina nel 1864 (nella prima stagione), per poi arrivare a quelli nel 1492 (nella seconda), altrettanto belli e son-tuosi, così come quelli degli uomini (Elijah e Klaus) e, ancora, a quelli nell’Italia del 1112, di Rebekah, Elijah e Klaus (nella quarta). Tutti questi abiti sono stati realizzati con attenzio-ne ai particolari e meravigliosi tessuti, quali seta, broccati e velluto nei colori che in quelle epoche erano tipici del rango nobiliare, quali rosso, blu e verde.

In questi anni abbiamo anche compreso come le scelte musicali, sempre più raffinate nel cor-so delle stagioni, fossero oculate e mirate a sottolineare il particolare momento e stato

emotivo dei personaggi.

Tutto questo è stato lo show nelle prime quattro stagioni, ove la storia è andata in crescendo con passaggi introduttivi inevitabili. In particolare, la prima e la terza stagione sono servite a tale scopo. La prima parte della prima stagione ha dovuto “carburare” un poco, come suol dirsi, poiché aveva lo scopo di introdurre situazioni e personaggi, per poi arri-vare a Katherine, la quale, a sua volta, aveva la funzione di introdurre gli Originari ed i misteri ad essi legati. La terza stagione, che peraltro vanta moltissimi episodi notevoli, ha introdotto i temi poi sviluppati nella quarta: ad esempio, i Cacciatori, introdotti tramite Mikael. Tuttavia, questa quin-ta stagione sembra aver invertito la tendenza. Al momento, non si riesce ancora a intravedere lo scopo ultimo della linea narrativa che coinvolge la società segreta con sede Whit-more College, per quanto essa sia, potenzialmente, ricca di spunti interessanti. La domanda è: verranno sfruttati? Il punto più dolente riguarda ciò che si è scoperto nella prima parte della stagione; infatti, la spiegazione dei dopplegan-gers-copie ombra sembra aver creato un enorme contrasto con quanto raccontatoci in precedenza e questa parte della storia pare essere stata creata senza tenere alcun conto di ciò che è stato narrato negli anni scorsi. I personaggi di Si-las e Amara (palesemente ispirati, ancora una volta, a quelli di Anne Rice), che avevano un grande potenziale (Silas in particolare), hanno avuto vita breve e non sono stati svilup-pati a sufficienza (uno dei difetti che, a volte, si è presentato anche nelle passate stagioni: alcune cose sono state troppo celeri). Ora, può essere che vi sia una spiegazione a tutto questo... vedremo. Allo stato attuale delle cose, bisogna dir-lo, il rischio di fallimento della storia esiste, poiché essa non è una storia d’amore, bensì è un racconto di lotta e scelte in cui anche l’amore, in tutte le sue forme, ha il suo ruolo.Speriamo che ci forniscano questa spiegazione che rimetta a posto tutti i pezzi del puzzle, come accadde per la Male-dizione del Sole e della Luna nella seconda stagione. E dav-vero è il caso di augurarselo, poiché sarebbe un peccato che uno show così amato e che ha avuto un crescendo nelle pri-me quattro stagioni mostrasse un calo così radicale proprio nelle ultime.

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G U E S T S T A R :

M Y N A M E I S . . E N Z O !G U E S T S T A R :

M Y N A M E I S . . E N Z O !

Egli ha attirato da subito simpatie e odio e un vero e proprio sclero collettivo per quel suo modo sensuale di parlare e agire, che ha man-dato in subbuglio buona parte del fandom. Il suo nome è entrato ufficialmente a far parte di quei personaggi guest, che magari avranno vita breve e non diventeranno regular ma che comunque la-sceranno traccia di se stessi per tutta la durata del-la serie, al pari di personaggi fondamentali e mai dimenticati come Jenna, Lexi, Rose e tanti altri... chi non vorrebbe rivederli anche solo per un minuto o due?

Abbiamo conosciuto Enzo e già ne siamo invaghiti, an-che se c’è chi vorrebbe vederlo con un paletto nel cuore seduta stante. Diciamo la verità: mentre il Denzo è già diventato un trend tra le fans e mentre ci domandiamo i piani di que-sto psicotico “amico” di occhi di ghiaccio, non possiamo che catapultare il nostro interesse da Enzo a Michael Ma-larkey, l’attore che lo interpreta. E se trovare la sua data di nascita in rete è impresa ardua, possiamo comunque dire che è nato nel 1983, dunque ha 31 anni. Michael ha ottenuto una parte da protagonista (Principe Maxon) nello show tv “The Selection” (tratto dall’omonimo romanzo), del quale è stato girato il pilot e che la CW ha deciso poi di bocciare ancora prima che venisse trasmesso (peccato non trovate?), non inserendolo nel proprio palinse-sto, per il secondo anno consecutivo.

di Anna Bells

Nel preciso istante in cui la sua faccia “stra-fottente” è apparsa nel nostro show per la prima volta, avevamo già capito tutto: quel personaggio malandato e al limite delle for-ze, compagno di prigionia di Damon, avreb-be lasciato, indubbiamente, il segno e così è stato.

Michael si è sposato nel 2009 con la collega attrice Nadine Lewington.

La sua carriera d’attore ha avuto inizio poco più di 4 anni fa, nel 2010, quando ha debuttato in tv e in teatro. Egli è nato a Beirut, in Libano, da madre ingle-se e padre irlandese-americano ed è cresciuto a Yellow Springs, per poi trasferirsi a Londra del 2006, dove ha studiato all’LMDA (Aca-demy of Music & Dramatic Art).

Sembra che sul set abbia legato prati-camente con tutti, come è testimoniato dalle numerose foto che ci arrivano di-rettamente dal suo account Instagram; foto che al momento ci fanno intende-re che Michael si trova ancora sul set dello show e che il suo personaggio è ancora in vita, anche se non sap-piamo per quanto durerà. Sappiamo, tuttavia, che il cast è alle prese con il copione dell’episodio 19... che Enzo riesca a raggiungere la season finale di questa quinta stagione?

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G U E S T S T A R :

M Y N A M E I S . . E N Z O !G U E S T S T A R :

M Y N A M E I S . . E N Z O !

Michael si è sposato nel 2009 con la collega attrice Nadine Lewington.

La sua carriera d’attore ha avuto inizio poco più di 4 anni fa, nel 2010, quando ha debuttato in tv e in teatro. Egli è nato a Beirut, in Libano, da madre ingle-se e padre irlandese-americano ed è cresciuto a Yellow Springs, per poi trasferirsi a Londra del 2006, dove ha studiato all’LMDA (Aca-demy of Music & Dramatic Art).

Sembra che sul set abbia legato prati-camente con tutti, come è testimoniato dalle numerose foto che ci arrivano di-rettamente dal suo account Instagram; foto che al momento ci fanno intende-re che Michael si trova ancora sul set dello show e che il suo personaggio è ancora in vita, anche se non sap-piamo per quanto durerà. Sappiamo, tuttavia, che il cast è alle prese con il copione dell’episodio 19... che Enzo riesca a raggiungere la season finale di questa quinta stagione?

Filmografia di Michael Malarkey:

I suoi lavori a teatro• Il grande Gatsby (2012): Jay Gatsby

• L’intervento (2012): Jed

• Million Dollar Quartet (2011): Elvis Presley - Original Cast Londra, West End

• Beyond The Horizon (2010): Robert - National Theatre, London

• Spring Storm (2010): Arthur - National Thea-tre,Londra

• Pollici Apart (2009): Lee

Cortometraggi • Impirioso (2012): Bruno

• Ghost In The Machine (2010): Cowboy

• Contrazioni (2009): protagonista maschile

• Buongiorno Rachel (2009): Peter

I suoi lavori in TV• The VampireDiaries (2013): Enzo

• Mr Sloane (2013): Craig

• Raw 5 (2013): Anthony

• The Selection (2013): il principe Maxon

• Dark Matters (2012): Frank Geyser / Alter

• Inside TheTitanic (2010): Milton

Per seguire Michael su Twitter ecco il suo profilo: @mkmalarkeyLa sua pagina ufficiale Instagram: http://instagram.com/mkmalarkey

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Bloody Daily18 Bloody Daily18

di Jessica Pignaffo

Pensavo che non avrei mai dovuto scrivere

quest’articolo, o almeno lo speravo.

Nel mondo di The Vampire Diaries an-che solo restare vivi è un’impresa ardua e

ogni personaggio può morire, in qualsiasi mo-mento. Lo sappiamo, lo accettiamo, ma quando

il sipario cala su uno dei personaggi che ami di più… beh è comunque qualcosa di difficile da elaborare.

All’inizio Katherine ci è stata presentata come un amore perdu-to, una donna affascinante, maliziosa, manipolatrice. La cattiva del-

la storia. Una vampira egoista, incapace di amare. Dietro questa ma-schera però abbiamo scoperto un personaggio complesso, una persona

ferita, che per tanti secoli ha semplicemente cercato di sopravvivere. Forse non nel modo più giusto o più corretto, ma in un modo che sicuramente per 500

anni ha funzionato. Katherine Pierce, se dovessimo etichettare il suo personaggio, è una sopravvissuta.

Io personalmente ho sempre cercato di capirla, di immaginare le sue ragioni, e soprattutto ho sempre desiderato di conoscerla di più. E in questa quinta stagione è successo. Dopo quattro anni di

sporadiche apparizioni più o meno brevi, gli autori di The Vampire Diaries hanno reso Katherine protago-nista di una storyline tutta sua. Storyline che ho amato, almeno fino al 100° episodio. I tre episodi successivi

GOODBYE,

K A T E R I N A

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Bloody Daily 19

T O :

mi han-no lascia-

to piuttosto insoddisfatta, ci

hanno mostrato il peggio di lei: in quelle

scene c’era ben poco del-la Petrova che abbiamo cono-

sciuto negli anni, così patetica-mente ossessionata da Stefan.

Fortunatamente vedere sua figlia Nadia in un punto di morte l’ha fatta tornare in sé. In “Gone Girl” ce l’han-no data indietro, così che le potes-simo dire addio. Inutile dirlo, avrei preferito che restasse nello show in qualche modo. Ma in fin dei conti la sua morte è qualcosa che posso accettare. A volte far morire un per-sonaggio è un male necessario. Ma quello che non posso assolutamen-te accettare è il dopo. Katherine che non riesce a passare nell’Altro Lato e viene risucchiata nell’oblio. Pensa-re che questa sia la sua ultima scena, è qualcosa che mi lascia veramente l’amaro in bocca.

Probabilmente gli autori hanno vo-luto provare qualcosa di nuovo, per lasciarci stupiti, a bocca aperta. Per mandare a chiare lettere il messag-gio: i giochi sono finiti. Katherine è morta. Se questo era l’intento hanno fatto sicuramente centro, ma questo non significa che tutto ciò debba an-che soddisfare i fan. O per lo meno i fan di questo personaggio.

Non fraintendetemi, Katherine ha fatto cose orribili. La lista è così lun-ga che probabilmente dovremmo restare qui a parlarne per anni, ma in che cosa è diversa da Stefan, Da-mon, Klaus e altri vampiri che abbia-mo conosciuto? Nei loro momenti più bui non hanno commesso anche loro azioni terribili? Klaus non ha for-se ucciso a sangue freddo la mamma di Tyler? Damon non ha assassina-to Aaron? Stefan non ha passato gli anni 20 a squartare corpi di persone innocenti? Le risposte le conoscete. Ma guarda un po’ solo Katherine fini-sce dritta all’inferno. Qual è la ragio-ne? Qual è il vero significato di que-sta scelta? Almeno per il momento non c’è.

Quindi se le cose stanno realmente

così, se Katheri-ne è davvero mor-

ta e non ritornerà mai più come ha rivelato la

Dries in un’intervista, io scel-go di cancellare dalla mia mente

quegli ultimi istanti di lei.

Perché non voglio ricordarla per la sua morte, ma per la sua vita.

All’inizio era solo un fantasma del passato. La vampira, tanto bella quanto pericolosa, che nel lontano 1864 aveva trasformato Damon e Stefan in creature della notte, dopo averli trascinanti in un triangolo di amore, tormento e gelosia apparen-temente senza fine. Era colei da sal-vare, proteggere e poi in un battito di ciglia è diventata la cattiva della storia, la manipolatrice per eccellen-za, che per 145 anni era riuscita a far credere a tutti di essere morta, com-presi coloro che diceva di amare. Malvagia, ma con stile. In poco tempo Katherine Pierce è diventata l’antagonista che tutti vo-levamo conoscere. E quando è arri-vata in città, cogliendoci tutti di sor-presa nel finale della prima stagione, abbiamo avuto esattamente ciò che volevamo.

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Katherine ha movimentato un po’ le cose nella serie: ha messo di nuovo Stefan e Damon l’uno contro l’altro, ha trasformato Caroline in vampiro (e non finiremo mai di ringraziarla per questo), ha portato Tyler ad atti-vare la maledizione della licantropia, ha messo a dura prova Elena. Ha di-chiarato a Stefan tutto il suo amore, ammettendo di averlo soggiogato, ma solo dopo che lui aveva scoperto la sua natura di vampiro. I suoi senti-menti erano veri.

un disonore per la famiglia. Ragione per la quale viene anche cacciata e costretta a lasciare la Bulgaria.

Da quel momento Katherine ha cer-cato di collaborare con Stefan, Da-mon e il resto della banda di Mystic Falls, li ha traditi, mettendo nuova-mente se stessa al primo posto, ma è tornata comunque indietro per portare la cura e salvare la vita di Damon, alla fine, dimostrando nuo-vamente di non essere poi davvero senza cuore.

E i flashback del 1864 ci svelano che anche quelli di Katherine lo erano, sebbene nel corso della serie la vam-pira abbia reso molto chiaro di aver sempre tenuto a entrambi i fratelli Salvatore. Già in questo momento iniziamo a renderci conto che quello della Pierce è un personaggio a tut-to tondo, ben più profondo di quello che sembra all’apparenza.

L’episodio cardine per il suo perso-naggio è però il nono della seconda stagione, intitolato “Katerina”, nel quale il passato di Katherine viene svelato per la prima volta al pubbli-co. Nel 1490, a solo 17 anni, la giova-ne Petrova dà alla luce una bambina, che le viene subito strappata dalla braccia dal padre, che la considera

Percorso che la spingerà dritta ver-so Klaus e tutto quello che sappia-mo ciò ha comportato. Lei sceglie di diventare un vampiro per sfuggire al suo destino, ma questa scelta ha un prezzo molto alto. Se vuoi sopravvi-vere, l’unica persona a cui puoi pen-sare sei tu stesso. E questo spiega perché Katherine è la persona che conosciamo e perché si compor-ta così. E’ il solo modo che trovato per sopravvivere. Diventare spietata, egoista, fredda. Ma nel profondo in Katherine c’è ancora un briciolo di umanità. Lo vediamo nei suoi occhi, in quella singola lacrima che le scen-de lungo la guancia mentre, nel fina-le dell’episodio, ripensa al suo passa-to, alla sua famiglia.

La terza stagione non l’ha vista in-vece molto presente sullo schermo, anche se sappiamo che ha passato quasi tutto il tempo a tenere d’oc-chio Stefan e a cercare di riportarlo sulla retta via.

KATHERINE A STEFAN: “Lo so che hai spento la tua umani-tà e non te ne importa niente, ma c’è solo una soluzione. Fa che t’importi, fa che t’importi abbastanza da salvare Damon. Perché io tornerò di là e an-drò fino in fondo con il piano, Klaus verrà ucciso e tu riavrai la tua liber-tà ma Damon sarà morto. Tuo fratello sarà morto. Almeno che tu non faccia qualcosa per impedirlo”.

STEFAN: “Volevi Klaus morto da 500 anni. Per-ché avresti rischiato di rovinare tutto

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solo per salvare la vita di Damon? Katherine: “Non volevo salvare solo la vita di Damon, volevo salvare te, la tua umanità. [...] L’umanità è la più grande debolezza di un vampiro. Non importa quanto sia facile spegnerla. Continua a lottare per cercare di ri-affiorare. A volte lascio che accada”.

Se dovessi stilare una top ten delle mie scene preferite della serie, que-sta ci sarebbe sicuramente. Le pa-role della vampira non potrebbero essere più veritiere. A volte sembra che vampirismo e umanità facciano parte di due mondi completamen-te diversi, ma in realtà il primo non esiste senza il secondo. Lei ne è pie-namente cosciente. Una cosa che ho sempre apprezzato di Katherine è la profondità con cui a volte dimostra di conoscere se stessa. Può mentire, manipolare, fingere ma in fondo quando si guarda allo spec-chio, sa esattamente chi è la perso-na che ci vede riflessa. Pregi e difetti compresi.

remy. Una delle sue azioni più crude-li. Del resto per Katherine il giovane Gilbert era semplicemente un osta-colo che la separava dalla sua libertà, un’altra vita umana da sacrificare.

KATHERINE (A REBEKAH): “Klaus e io in fondo siamo uguali. Sia-mo soli e odiamo esserlo”.

Questo episodio però ci prova anche quanto lei tiene a Stefan, quanto lo conosce. Sa che perdere suo fratello lo distruggerebbe. Sa qual è il tasto giusto per motivarlo e spingerlo ad agire. C’è sempre stata una connes-sione tra i loro personaggi, nono-stante tutto quello che hanno passa-to, a volte si trovano a condividere momenti come questo, mettendo da parte tutto il resto.

Ma ogni volta che pensiamo di esse-re vicini a scoprire qualcosa di più di Katherine, di vederla in azione, beh lei ha la tendenza a scomparire. La rivediamo solamente dopo una tren-tina di episodi quando arriva sull’iso-la per cercare la famosa cura per il vampirismo, da barattare con la sua libertà nei confronti di Klaus. E per ottenere il suo scopo, lei uccide Je-

Ma forse la parte più interessante è data dalla sua breve storia con il vam-piro Originale Elijah. Dai flashback abbiamo appreso che nel XV secolo, Elijah si era innamorato, forse ricam-biato, dell’umana Katerina. Tra i due c’era sicuramente un’intesa e a quan-to pare i secoli non hanno spezzato questo legame. Tuttavia qualcosa è cambiato: Katherine. Ed Elijah non riesce ad accettarlo. Lui la vede an-cora come quella ragazza innocente che lei non è più. La Katerina che dis-se “Se non crediamo nell’amore, qua-le altra ragione abbiamo per vivere?” non è scomparsa del tutto ma lei or-mai è diventata persona diversa.

Dopo la loro rottura, nella seconda parte della quarta stagione, gli auto-ri hanno scelto, con grande piacere della sottoscritta, di approfondire un po’ il personaggio, ci mostrano la vita che conduce lontano da Mystic Falls e ci regalano diverse scene in-trospettive molto importanti:

SCENA 1

REBEKAH (A KATHERINE): “Sai, è divertente. Sono sempre stata un po’ invidiosa della leggendaria Ka-therine Pierce, del modo in cui riesci a legarti gli uomini al dito. Elijah ha tradito Klaus per te. I fratelli Salvatore sono impazziti per te. Ed eccoci qui, dopo tanti anni, in una città in cui devi soggiogare le persone per farti piace-re. Mi dispiace, è triste non diverten-te.”

SCENA 2

REBEKAH:“E questa è davvero la tua vita. Maga-ri questa non è neppure casa tua”.

DAMON: “Non sembra tipica della Katherine che conosco.”

KATHERINE: “Forse non conosci affatto Katherine, hai mai pensato che forse non hai idea di chi sono veramente?”

SCENA 3

ELENA:“Sei come della merce danneggiata, ci credo che Elijah ti ha lasciato”.

KATHERINE: “Si, ho fatto cose davvero terribili per sopravvivere, ma a differenza di te, po-vera, fragile Elena, io non spengo le mie emozioni. Ci faccio i conti.”

Rebekah in un certo senso ha perfet-tamente ha ragione. La vita di Kathe-rine non è forse poi tanto divertente,

SCENA 4

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è più una triste illusione, una bugia che racconta da così tanto tempo che ormai le è difficile ammettere la verità anche con se stessa. Perché la verità fa male, la verità fa paura. Come vampiro può esserne consa-pevole, può lasciare che la tormenti di tanto in tanto per poi ricacciarla nel profondo.

Ma la sua ossessione per l’immorta-lità e per la vita di Elena, che invidia perché è tutto ciò che ha sempre de-siderato senza mai riuscire ad otte-nerlo, la portano su una strada molto pericolosa: quella dell’umanità. Dopo aver perso Elijah, la possibilità di scambiare la cura con la sua libertà e l’immortalità in stile Silas, Katherine sfoga la sua frustrazione su Elena e cerca di ucciderla. Ma proprio quan-do sta per strappare il cuore alla sua doppelganger, Elena la costringe a ingoiare la cura.

sulle decisioni prese. E la porta a ca-pire che forse la sua vita sarebbe mi-gliore se avesse scelto diversamente.

Ma la più grande svolta di questa sta-gione è l’introduzione del misterioso personaggio di Nadia e la rivelazione che lei è la figlia di Katherine.

La quinta stagione si apre mostran-doci una Katherine completamente stravolta rispetto a quella che cono-scevamo. L’essere umana l’ha resa fragile, vulnerabile e lei è spaventata. Ha molti nemici dai quali ora non può più difendersi e forse per la prima volta in vita sua è costretta a chie-dere aiuto. A Damon, a Matt, perfino a Elena. E per quanto sia divertente vederla alla prese con i problemi di tutti i giorni, senza perdere la sua lin-gua tagliente e i suoi inimitabili modi di fare, la parte più affascinante è il percorso di cambiamento, in parte redenzione, che inizia ad affrontare. Questo cambiamento radicale, che inizialmente rifiuta, la costringe a mettersi in discussione, a riflettere

KATHERINE: “Come pensi che abbia fatto a soprav-vivere per 500 anni? Non mi sono mai voltata indietro”.

JEREMY: “Ecco perché tutti ti trattano come un oggetto e non come una persona.”

Ma forse non è troppo tardi per cam-biare. Per avere una vita vera, con ac-canto amici veri. Qualcosa nelle pa-role del giovane Gilbert le fa scattare una molla, che la spinge a voltarsi indietro, questa volta per salvargli la vita.

Episodio dopo episodio, l’abbiamo vista costruire delle connessioni, per esempio con Matt e con Caroline, che non sarebbero mai state possi-bili prima.

Ho sempre voluto che approfondis-sero questa parte della storia, il suo essere madre. Ed eccola qui, Nadia Petrova, sua fi-glia. La figlia che non ha mai dimen-ticato, che ha cercato di villaggio in villaggio nel lontano 1498, e che ora può far parte della vita. Suonerebbe quasi come un lieto fine se non fosse che dopo essere stata quasi dissan-guata da Silas e privata della cura che scorreva nelle sue vene, Katheri-ne va incontro a un rapido e anomalo processo di invecchiamento, al quale sembra non esserci rimedio. Neppu-re il sangue di vampiro funziona, in quanto il suo corpo lo rifiuta. E ora che non può soggiogare e ma-nipolare le persone, la Petrova è co-stretta ad affrontare le sue paure, i suoi sentimenti. E a gestire situazio-ni per lei completamente estranee, comprese la MORTE e la MATERNI-TA’.

Ovviamente il suo istinto primario è quello di (soprav)vivere, ma allo stesso tempo Katherine sembra ras-segnata al suo destino e cerca di ri-sparmiare la sua morte a Nadia.

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KATHERINE: “Ti sto facendo un favore, Nadia. Non posso esserci per te. Quindi guardami bene, perché non mi rivedrai mai più”.

problemi o li affronti. Io ho scelto l’op-zione numero tre”

STEFAN: “E quale problema ti ha spinto a but-tarti dalla torre dell’orologio”

KATHERINE: “Sto morendo Stefan. Sto morendo di vecchiaia. La cura ha fatto qualcosa che ha accelerato l’intero processo di invecchiamento”

STEFAN: “Tu sei Katherine Pierce. Accettalo”

na bellissima che gli ha spezzato il cuore, lo ha ingannato, lasciandogli addosso un segno indelebile. E da quando Katherine è tornata a far parte della sua vita momenti, gesti, circostanze hanno contribuito a far evolvere il loro rapporto, tingendolo di affetto e rispetto.

C’erano così tante parole non dette in quelle stanza. Katherine non ha idea di cosa significhi essere madre, è uno status che implica amore, af-fetto, fiducia e tutta una serie di cose che sono molto lontane da lei e da quelle che è stata la sua esperienza di vita, ma tuttavia l’istinto materno la spinge a proteggere Nadia, anche se non nel modo più convenzionale.

Penso che per quanto una parte di lei desiderasse conoscere Nadia, un’al-tra parte fosse terrorizzata dall’idea che le aspettative di entrambe po-tessero essere deluse. E considerate le circostanze scappare è ancora una volta la sua scelta, perché in qualsia-si modo vogliate chiamarlo, uccider-si è solo un altro modo di scappare, quando siamo stanchi di combattere per qualcosa che non potremmo mai vincere.

KATHERINE: “Cara Nadia, mi dispiace di aver do-vuto uccidere il tuo fidanzato, ma era una cosa materna da fare. Il suicidio, tuttavia, non è un gesto molto mater-no. Sono scappata dai miei nemici per 500 anni, e poi, un giorno, mi sono fermata. Ora c’è un nuovo nemico che mi vuole morta. Certo, potrei scappare dal Travelers, ma c’è sempre un ne-mico dal quale non potrò mai fuggire, il tempo. Quindi chiamalo orgoglio o vanità, ma dopo la vita che ho con-dotto, mi rifiuto di invecchiare. Addio Nadia.”

KATHERINE: “Te l’ho detto Stefan. O scappi dai tuoi

Ancora una volta quella connessione, tra Katherine e Stefan. Quella com-prensione. Entrambi seppur in modo diverso, hanno vissuto esperienze molto traumatiche, hanno difficol-tà a gestire alcuni aspetti legati alla loro umanità e per questo in un certo senso si compensano a vicenda.

Per Katherine, Stefan è l’unico vero amore.

Stefan invece ha cercato di convin-cersi per molto tempo che lei appar-tenesse al passato, che nulla di quel-lo che aveva provato per lei fosse reale, ma questa non è la verità. Lui era innamorato di questa don-

STEFAN: “Katherine cosa ti aspetti? Che dimen-tichi tutto quello che mi hai fatto pas-sare in 147 anni in una notte?”

KATHERINE: “Guardami, sto morendo. Cos’altro deve passare una persona per essere perdonata?”

STEFAN: “147 anni sono troppi da perdonare in una notte”.

KATHERINE: “Una notte, un’eternità. Non mi guar-derai mai come guardi Elena, non è vero?”

STEFAN: “Mi dispiace che tu stia morendo”

KATHERINE: “Credimi, dispiace anche a me”

Stefan ama Elena. E’ ancora preso da lei e lo sarà sem-

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pre. Questa è una certezza che fa partire in modo quantomeno svan-taggiato qualsiasi interesse amoroso capiti sulla sua strada. E per quanto fosse una storia de-stinata a concludersi tragicamente, sono felice che gli autori abbiano dato spazio al rapporto tra Stefan e Katherine. Erano due persone sole, che in un certo periodo della loro vita hanno trovato esattamente quello di cui avevano bisogno l’uno nell’altro.

Katherine ha aiutato Stefan a uscire da un luogo molto oscuro e lui l’ha supportata, l’ha incoraggiata e le è stato vicino anche sul letto di morte.

KATHERINE: “Sei così dolce con me. Perché?”

STEFAN: “Stai morendo. Credo che sia giusto provare un po’ di compassione”.

Credo che non saprei trovare parole migliori di quelle che ha usato Stefan in “500 years of solitude”. Per quan-to si possa criticare Katherine, in fin dei conti tutto si riduce a questo. E’ una persona danneggiata, e per certi aspetti questo mi ricorda altri per-sonaggi della serie, tra cui proprio Klaus.

In quello che sembrava essere il suo ultimo giorno, la sua mente è torna-ta indietro al momento in cui scoprì che Klaus aveva ucciso tutta la sua famiglia. Il giorno più brutto del-la sua vita, le cui conseguenze non l’hanno mai abbandonata. Così come il senso di colpa. Non è mai riuscita davvero a lasciarsi alle spalle quella tragedia, ha sempre creduto di es-sere responsabile, colpevole, fino al punto da convincersi di non meritare di nuovo l’amore. Stefan in qualche modo cerca di farle avere quel per-dono e quella pace che lei non si è mai saputa dare.

Un’altra parte molto emotiva e com-movente è stata quella che ha visto protagoniste Katherine e Nadia:

KATHERINE: “Lasciare che mio padre ti strappasse dalle mie braccia è stato il più grande rimorso della mia vita. Avrei dovuto lottare più duramente per tenerti, ma non l’ho fatto. E ho trascorso i succes-sivi 500 anni facendo in modo di non commettere più lo stesso sbaglio. Ho lottato per tutto. E nel processo, ho avuto una vita lunga e piena. E ho an-che potuto conoscere la mia bellissima figlia. Tu hai passato gli ultimi secoli a cercarmi. Non perdere un altro minuto con me. E’ il tuo turno di vivere.”

NADIA: “Non posso farlo…”

KATHERINE: “Lasciami, ho preso decisione egoisti-che per tutta la mia vita. Lasciami fare la cosa giusta per una volta”.

STEFAN: “Nel 1864 Katherine si trasferì a casa mia, mi fece innamorare, sedusse mio fratello, ci fece bere sangue di vampiro e scatenò una guerra che ci uccise en-trambi. Ma secoli prima era solo una ragazza innocente, ripudiata dalla sua famiglia e per 500 anni tentò l’impos-sibile e non fece che mentire per poter sopravvivere e ci riuscì. Ha sempre lot-tato. E’ alla salute di quella ragazza che voglio brindare”. Credo che non

L’istante, nel sogno creato da Stefan, in cui Katherine ha sentito piangere la sua bambina, il modo in cui le si è illuminato il viso, è stato davvero toc-cante, così come il bacio d’addio che Stefan le ha dato sulla fronte, dopo averle detto che niente di quello che era successo era colpa sua, sulle note di Illusory Light di Sarah Blasko.

Questo momento ha avuto un signi-ficato decisamente forte.

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Le parole di entrambe, le loro inten-zioni venivano dal cuore, erano vere. In quel frangente non potevano sa-pere cosa sarebbe capitato dopo, quello poteva davvero essere la loro ultima occasione di stare insieme, di stabilire un legame, di dire certe cose.

In un certo senso una parte di Kathe-rine è morta in questo episodio.

Non voglio soffermarmi sulle pun-tate seguenti, sul modo patetico e ossessivo in cui Katherine ha cercato di conquistare Stefan, o su come ha trattato Nadia. Ho già detto all’inizio cosa ne penso.

GIRL GONE

Dopo giorni passati a fingersi Elena e a cercare di far cadere Stefan tra le sue braccia, Katherine deve affron-tare una drammatica realtà: Tyler ha morso Nadia, e come sappiamo il morso di un lupo mannaro ha effetti fatali sui vampiri. Nadia sta morendo. Katherine capisce di aver già spreca-to troppo tempo con lei e dopo aver “reclutato” Wes per trovare una cura, le promette che quando sarà guarita lasceranno Mystic Falls insieme e che lei farà di tutto per essere una madre migliore. Purtroppo Wes non ha nes-suna intenzione di trovare una cura al veleno di licantropo, vuole solo usarlo per rendere il suo virus ancor più letale. E come se non bastasse Damon lo uccide. Quando Katheri-ne scopre il suo cadavere, realizza di aver perso la sua unica chance di salvare la figlia, comprende che è fi-nita. Anche per lei. Ora è una madre e non c’è nulla di peggio al mondo per un genitore che sopravvivere ai propri figli. Quando Stefan la chia-ma, mettendola di fronte alla scelta di scappare o di stare vicino a Nadia fino alla fine, Katherine in realtà ha già scelto. Ha scelto sua figlia.

NADIA: “Sei tornata per me”

KATHERINE: “Non ti lascerò di nuovo”

NADIA: “Hai trovato un modo per salvarmi?”

KATHERINE: “Il sangue di Klaus ti avrebbe salvato, se io glielo avessi chiesto.”

NADIA: “Lui ti avrebbe ucciso.”

KATHERINE: “Ma tu saresti sopravvissuta, e ora è troppo tardi”

KATHERINE: “Buona notte Nadia. Dormi bene. La tua mamma ti vuole bene”

come una persona incapace di ama-re o di pensare a qualcuno che non fosse lei stessa. Ma ora sappiamo tutti che questa era una bugia. Lei è capace di amare. E in questo episodio quell’amore ha trapassato lo schermo. Era palpabile e lo sapevano tutti in quella stanza. Nessuno escluso.

Ancora una volta quello sguardo, quella profonda consapevolezza. Katherine sa di essere un’assassina, una manipolatrice e di meritare mol-to di quello che gli altri pensano di lei. Sa che se fosse stata meno egoi-sta fin dall’inizio Nadia avrebbe po-tuto avere una possibilità di vivere. Le mostra come sarebbe dovuta es-sere la sua vita, la loro vita insieme come una famiglia e le dice quanto l’ha amata. Tante volte Katherine è stata dipinta

E dopo aver perso l’unica persona a cui volesse davvero bene, l’unica ra-gione per la quale in fondo valesse la pena vivere, Katherine è pronta ad accettare la propria morte. Come lei stessa ha detto, potrebbe scappare e nascondersi per altri 500 anni, ma a quale scopo?

Ho apprezzato molto il fatto che gli autori abbiano fatto uscire di scena Katherine permettendole in qualche modo di essere l’unica indiscussa protagonista di quel momento e che lei stessa abbia ricordato a tutti - gli altri personaggi e il pubblico - che molti dei fatti che sono accaduti nel-la serie si sono verificati solo grazie a lei. Katherine Pierce in un certo è il fattore zero, da cui tutto il resto ha avuto inizio.

KATHERINE: “Damon. Nulla ti darebbe più piacere

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che trapassarmi per bene con quella lama..”

DAMON: “L’abbiamo già fatto, Kitty Kat. Ti ho già detto tutto quello che avevo da dire”

KATHERINE: “Lo so ma io non sono mai riuscita a dirti tutto quello che avevo da dire. Mi dispiace. Tu dai la colpa a me per la persona che sei, e mi dispiace. Mi dispiace di averti trasformato, mi di-spiace che tu non sia morto come uno sconosciuto dimenticato su un campo di battaglia intriso di sangue e che tuo padre non abbia dovuto vivere un altro giorno vergognandosi di te. Mi dispia-ce di aver dato uno scopo alla tua vita, passione, spinta, desiderio. Mi dispia-ce che tu sei la persona che sei, perché sono io quella che ti ha insegnato ad amare”.

DAMON: “Ci vediamo all’inferno Katherine”

Cosa succede poi lo sappiamo: Ka-therine rivela a Bonnie di aver lascia-to a Elena un letale regalo d’addio e poi viene risucchiata in una specie di buco nero, non riuscendo a passare nell’altro lato per ricongiungersi a Nadia.

Ho impiegato diversi giorni a scrive-re questo articolo e nel processo ho avuto tempo di pensare e elaborare. Il luogo oscuro in un cui è finita Ka-therine può essere visto come una sorta di limbo, in cui lei è stata de-stinata per espiare i propri peccati (anche se continuo a credere che guardando al quadro generale que-sto lasci comunque un grande punto interregativo, visto che creature so-vrannaturali peggiori di lei sono riu-scite a passare nell’altro lato) o qual-cosa del genere. Lei di colpe da espiare ne ha sicura-mente un bel po’, ma in fin dei conti è un personaggio che è sempre ri-masto coerente con se stesso. Non hanno approfondito il suo per-corso di crescita abbastanza da poterci aspettare qualcosa di diver-so. Se Katherine se ne fosse andata

Nell’episodio precedente, Katheri-ne era pronta a far uccidere Damon, senza esitazione, pur di avvicinarsi a Stefan. Una parentesi narrativa che non ho proprio compreso. Non solo per i sentimenti che ha ammesso di aver provato per lui un tempo, ma per il modo in cui in altre occasioni ha dimostrato di saper comprende-re il legame tra i due fratelli. Il fatto che all’improvviso possa anche solo pensare che Stefan potrebbe ucci-dere Damon e superarlo, beh è sem-plicemente un grosso buco narrativo nella trama.

Inoltre, per alcuni sfaccettature, i personaggi di Damon e Katherine non sono poi tanto diversi. E in un certo senso ho trovato giusto che il loro rapporto di amore/odio, attra-zione/disgusto si sia concluso con questo messaggio d’addio.

KATHERINE: “Stefan. Sai mi sono sempre chiesta come sarebbe stato essere amata da te. Devi ammetterlo, in quel momen-to fugace i tuoi sentimenti erano reali. Questo è stato davvero il ruolo della tua vita. Ti amo Stefan, ti ho sempre amato. E direi che è così che finisce la nostra storia d’amore”

Alcune persone sono rimaste sor-prese del fatto che sia stato Stefan a pugnalare Katherine, hanno scritto che doveva essere Damon. O qual-cun’altro. Io invece l’ho trovata la scelta più sensata a livello di storyline, anche se un po’ scontata (almeno per me era abbastanza prevedibile come fi-nale).Katherine e Stefan avevano ancora degli affari in sospeso e così gli au-tori penso abbiano voluto chiudere il cerchio, creando un parallelismo con la scena della puntata 2x01 “Il Ritor-no” nella quale Katherine pugnalava Stefan dicendogli che quello le sem-brava l’inizio di una storia d’amore, non la fine. Stefan non ha detto nulla questa vol-ta, del resto credo abbia detto abba-stanza durante il 100° episodio. È lampante che lui non fosse più in-namorato di Katherine, ma la lascia comunque morire tra le sue braccia, dopo un ultimo bacio, perché una parte di lui non può dimenticare la donna che ha amato, anche se ora appartiene definitivamente al passa-to.

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compiendo una buona azione, una parte di noi sarebbe rimasta delusa, no? Senza contare che alla base del suo gesto c’è comunque una motiva-zione: VENDETTA. Sua figlia è morta per colpa di Tyler e nessuno ha provato nemmeno a scu-sarsi per questo, quindi non si tratta solamente di una sorta di malefica perversione nei confronti di Elena.

Al recente Paleyfest che si è tenuto a New York, la scrittrice e produttri-ce Caroline Dries ha risposto alla do-manda “Allora non vedremo mai più Katherine, in nessun modo?” con uno sfuggevole “Mai dire mai nel nostro show”. Quindi credo che mi aspet-terò sempre di rivederla, da qualche parte, nell’oscurità. Insomma è diffi-cile pensare di potersi sbarazzare di qualcuno come Katherine Pierce una volta per tutti, ma se invece è così io credo che lei passerà alla storia come Katerina Petrova. A survivor. Non potrebbe essere altrimenti.

K A T H E R I N EVIDEO TRIBUTO

K A T H E R I N E P I E R C E“I FORGIVE YOU”

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C U R I O S I T À

IRRESISTIBILI BAD BOY : I C AT T I V I M E S S I A C O N F R O N TO

di Anna Bells

Misteriosi, affascinanti, irresistibili. Sono semplicemente loro: i bad boy degli show più amati. Quelli che novantanove su cento ci rapiscono fin da subito e non potrebbe essere altrimenti. In questo nuovo numero del nostro magazine li metteremo a confronto, peculiarità e tratti distintivi dei cat-tivi con la C maiuscola, ma come sempre con una piccola parte pronta alla redenzione. Non è proprio questa loro par-ticolarità, questa predisposizione a cambiare, che trasforma un personaggio “perfido” nell’eroe la cosa che ci affascina di più? Ecco i “nostri” cattivi messi di fronte agli altri cattivi degli show più amati.

KLAUS (The Originals)

VS GOVERNATORE

(The Walking Dead)

Il primo è un ibrido quasi invincibile, l’altro uno spietato e paranoico umano durante un’apocalisse di zombie. Eppure questi due personaggi si nutriranno anche di cose diverse ma risultano profondamente simili sotto certi punti di vista. Per uno che uccide gli zombie è buffo essere messo a con-fronto con un vampiro originale che si nutre di sangue, an-che se decisamente più bello e con una voce alquanto più sensuale dei versi dei mostri di TWD. Cosa li accomuna? Semplice, la fissazione del concetto di “casa”, di potere, e di comando, fissazioni maniacali che de-rivano, anche in questo caso dai medesimi o quasi problemi famigliari. Klaus lo vediamo alle prese con la ri-conquista di New Orleans, il governatore prima lo vediamo a capo di una piccola cittadina scampata agli zombie e poi alla conquista della prigione dove risiedono i protagonisti della serie. Altro tratto accomunante? Sono sempre pronti ad uccidere, se questo vuol dire portare a compimento i loro progetti di potere e comando. I punti deboli? Le figlie. Se il primo ancora

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deve diventare padre che già vacilla quando si tratta di lei, l’altro ha perso definitivamente la testa quando l’ha vista diventare zombie, tan-to da tenerla con sé, chiusa e legata in una stanza senza la forza di lasciarla andare.

Vi starete chiedendo il motivo di questa scel-ta. Per quanto la loro fisicità e la loro natura sia diversa, unire questi due personaggi è sta-to una specie d’istinto. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: questi due sbattono i piedi entrambi, come due bambini, se non ottengono quello che vogliono e se le persone non fanno quello che vogliono. Ma soprattutto la loro più gran-de paura è sempre stata quella d’invecchiare e morire. Giovani e bambini per sempre, che sia la ma-gia o il vampirismo a concederlo importa poco. Vogliono quello che vogliono e non im-porta se sono costretti a tradire per ottenerlo. Altro tratto distintivo? I figli. Entrambi li han-no abbandonati, per poi ritrovarli, cambiati, diversi, irriconoscibili. Katherine inizialmente “usa” Nadia per i suoi scopi (come ha sempre fatto con tutti) per poi trovarsi a comprendere però che l’ha sempre amata in modo profon-do e vero. Peter Pan, invece, non ha mai visto Tremotino come un figlio ma come un osta-colo perenne alla giovinezza, alla libertà, alla spensieratezza. Un figlio cambia, ti fa crescere e lui voleva semplicemente restare bambino per sempre. Tremotino per Peter Pan era una minaccia da estirpare subito, senza ripensa-menti, prima che si trasformi in una ruga sul volto. Per finire non possiamo dire che questi due sono entrambi senza redenzione, senza sensi di colpa ma soprattutto fondamental-mente e quasi completamente egoisti, fino alla fine, anche in punto di morte.

KATHERINE (The Vampire Diaries)

VS PETER PAN

(Once Upon a Time)

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Entrambi dotati di un fascino misterioso e te-nebroso, entrambi spinti nel bene o nel male delle loro azioni (da quale spesso non si torna indietro) dall’amore per una donna. Istintivi, vendicativi, spietati quanto basta, an-che se si tratta di trovarsi faccia a faccia con i loro fratelli di vita (di sangue o meno: vedi Stefan e Oliver). Entrambi hanno giurato “anni di sofferenza” a queste due persone terribilmente importanti per loro. Damon a Stefan, a quel fratello che l’ha trasformato, che ha fatto prendere Ka-therine dal padre, quello che Katherine aveva amato davvero. Ci è voluto del tempo perché la rabbia e il rancore di Damon per suo fratello scivolassero da lui. Quei sentimenti negativi che lasciavano spazio al legame vero e pro-fondo e a quel bene infinito che li ha sempre, in realtà legati. Slade? Idem. Innamorato della stessa donna di Oliver, quella donna che aveva scelto però il suo amico. Quell’amico che, invece, aveva permesso la morte di Shado per salvare la vita a Sara. Oliver che inietta nel suo corpo la Mirakuru, salvandolo dalla morte ma condan-nandolo al tempo stesso a un cambiamento radicale e profondo nel corpo e nella mente. Volenti o nolenti sia Damon che Slade sono stati trasformati in quello che sono dalle due persone che amavano di più, di cui si fidava-no di più. Una trasformazione che ha sancito una rottura, l’alzarsi di barriere e di vendette promesse. Il sangue che cambia, i sentimenti che rimangono e fanno male: “Non si riduce sempre tutto all’amore per una donna?”. Per-ché quando il cuore si spezza, cambia tutto in modo profondo e irreversibile, che sia una donna o il proprio fratello a provocare la rot-tura.

DAMON (The Vampire Diaries)

VS DEATHSTROKE

(Arrow)

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AreaGiochiby LaPiciuli

“A numero uguale corrisponde sempre lettera uguale, mentre ad ogni casella nera corrisponde lo spazio tra una parola e un’altra. Al completamento dello scherma, potrete leggere una frase della Prima Stagione.”

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- LABIRINTO PETROVA -

Che strada deve percorrere Nadia Petrova per potersi ricongiungere con sua madre Katherine?

SOLUZIONE CRITTOBLOODY

“Pensavo ci fosse una speranza. Che da qualche parte, nel profondo, ci fosse ancora un lato umano in Damon. Normale. Ma mi sbagliavo. Non è rimasto più niente di umano in Damon. Non c’è bontà, ne gentilezza, ne amore. C’è solo un mostro. Che deve essere fermato.”

(Stefan 1x03)

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di Caterina Paternicola

Essere diversi dalla persona che ci sta vicino è anche quello che ci rende unici e importanti. Se allarghia-mo il contesto anche all’appartenenza ad una nazione piuttosto che ad un’altra, vediamo come le tradizioni con cui veniamo a contatto sono qualcosa che ci ren-de l’individuo che siamo. Se è bello dunque possedere una propria identità e viverla come motivo di orgoglio, è anche vero che la mia ricchezza deriva anche dalla mia capacità di saper interagire con chi è diverso da me, con chi ha abitudini diverse dalle mie e fare tesoro del suo patrimonio come se fosse una pietra dal valore inestimabile. Max Pezzali diceva “impara tutte le lin-gue che puoi, senza mai scordarti di quelle che sai” l’invito è il medesimo di imparare da tutto quello che ci circonda senza mai scordarci di quello che siamo .

Quando questa voglia però di connettersi con il diver-so inaspettatamente incontra il mondo di The Origi-nals, tutto si tinge realmente di magico.

Questo desiderio di interagire con chi è cresciuto in maniera differente da noi si può riscontrare su due li-velli diversi sul set di The Originals: l’aspetto della fin-zione e l’aspetto della realtà.

LA FINZIONE.

Se dovessimo pensare ad un luogo dove etnie diver-se si incontrano potremmo benissimo scegliere New Orleans.

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T O : L ’ I N S E R T O

La città ospita vampiri, licantropi, streghe e umani in modo che essi siano alla ricerca del continuo equili-brio tra loro. In maniera allegorica e anche abbastanza estrema, lo show porta in scena un messaggio pro-fondo di ricerca di convivenza e di tolleranza verso il prossimo. Siamo partiti in un momento in cui l’equilibrio era dato dall’abuso di potere dei vampiri e adesso vedia-

mo come le forze, che inizialmente si sono opposte tra di loro, collaborano per salvarsi a vicenda. Vediamo Sophie, strega, compiere il rituale che salverà New Orleans dalla distruzione, ma compie il rito perché Marcel, un vampiro, decide di collaborare e in tutto questo processo entrano in gioco gli Originari come Klaus che interagisce con padre Kieran, la parte umana, per salvare i licantropi. In una maniera che non ci aspetteremmo da uno show sul sovrannaturale, abbiamo un messaggio contorto di convi-venza tra chi, per propria natura e per propria educazione, è stato portato ad agire in maniera diversa e il processo non è senza dubbio indolore e comporta sacrifici, ma sul-lo schermo vediamo che quando le forze collaborano si ottengono i risultati migliori. Ovviamente siamo sempre in uno show televisivo basato sulla finzione e questo pro-cesso di convivenza non ha gli stessi risvolti che potrebbe avere nella vita reale, ma guardare ogni tanto il bicchiere

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U N A L E Z I O N E D I C O N V I V E N Z A D A T H E O R I G I N A L S

U N A L E Z I O N E D I C O N V I V E N Z A

mezzo pieno può solo portarci a vivere la vita in maniere migliore e non c’è ragione per non trarre un messaggio positivo da ciò.

LA REALTA’.

Se il discorso sulla convivenza tra specie soprannaturali diverse vi sembrerà sfuggire ogni messaggio di applica-bilità alla realtà, sarà bello ricordare come sul set di The Originals convivano attori di nazionalità differenti. Di origine straniera sono Claire Holt e Phoebe Tonkin, nate e cresciute in Australia e amiche da molto prima di reincontrarsi sul set. Anche Daniel Gillies è cresciuto in Australia anche se è nato in Canada dove si è nuovamente trasferito da adulto per cercare lavoro prima di stabilirsi a Los Angeles. Joseph Morgan, se il suo accento e il suo modo inconfondibile di pronunciare “sweetheart” non par-

lassero per lui, è nato e cresciuto a Londra. America-na doc Danielle Campbell nata e cresciuta in Illinois. Charles Micheal Davis è afroamericano, ma la madre ha origine filippine essendo nata a Manila. Tutti i no-stri amati protagonisti, quindi, hanno sangue multiet-nico e un bagaglio di esperienze e tradizioni diverso, ma questo permette loro di arricchire i colleghi con usanze e tradizioni che altrimenti rimarrebbero celati e sono la dimostrazione di come la provenienza da luoghi diversi non impedisca una grande intesa fuori e dentro il set.

Questa piccola esplorazione sulle differenza dei pro-tagonisti di una delle migliori novità televisive di que-sta stagione americana è la dimostrazione per coloro che ancora non credono nel prossimo, per coloro che danno spazio all’odio verso chi non è uguale a noi, che la diversità esiste e, come ho detto in apertura, ci rende unici e speciali. Ma nessuna diversità e migliore della diversità dell’altro e tutti noi dobbiamo imparare dal nostro prossimo e convivere in maniera pacifica. Il set di The Originals e la serie in sé sono un esempio di come la vita dovrebbe andare, di una convivenza che trova intoppi, ma ha come spirito quello di pro-vare a capire chi abbiamo di fronte e di amarlo per quello che è.

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T O : L ’ I N S E R T O

H A Y L E Y E E L I J A H : CONTRO OGNI REGOLA E CONTRO IL DESTINOH A Y L E Y E E L I J A H :

di Letizia Amato

ampiri e lupi non possono convivere, si sa, sono due razze diverse se non opposte e, soprattut-to, due specie arcinemiche dai tempi dei tempi.

Ma dopo Caroline e Tyler in The Vampire Diaries, anche nello Spin-Off “The Originals” abbiamo una coppia che va contro tutti gli schemi tradizionali: un vampiro (per di più un vampiro Originale) e un’affascinante lupa dal passato tormentato. Hayley e Elijah hanno conquistato in pochissime puntate i cuori dei cosiddetti Shipper, che fra l’altro ad oggi sono rimasti ancora a bocca asciutta, perché fra i due innamorati non c’è stato nemmeno un bacio.

tragicità nelle loro vicende intrecciate che coinvolge in modo sorprendente, nonostante non siano una coppia di fatto e non siano affatto convenzionali. D’altronde, seguendo anche TVD, siamo abituati alle coppie che si mescolano, si separano e si incontrano di nuovo. Non possiamo avere certezze, quindi, così come non possia-mo avere subito la passione consumata, dobbiamo ne-cessariamente attendere sviluppi nella trama, anche se l’attesa ci consuma!

Eh sì, in quasi metà stagione, non abbiamo avuto ancora nulla, se non qualche occhiata, scambi di battute dolci, abbracci e baci protettivi sulla fronte. La loro è una cop-pia sfortunata fin dal principio, ma se non c’è un po’ di “drama” a noi non piace, quindi ci tocca, inequivocabil-mente, soffrire.

I due hanno conquistato i cuori anche di chi solitamen-te quando guarda un telefilm non si interessa alle cop-pie; c’è un mix di passione inespressa, sentimento, quasi

“The Originals”, contrariamente alle tradizioni degli ulti-mi Telefilm marchiati CW, non è partito subito come uno show di ‘coppia’. Non abbiamo avuto subito una coppia per cui tifare (pensate a The Vampire Diaries in cui già dalla prima puntata avevamo Stefan ed Elena). Questa è stata una serie incentrata più sulla famiglia Originale, sul legame che la tiene unita e sulla loro storia prima del loro arrivo a Mystic Falls. In quindici puntate abbiamo visto evolversi il rapporto tra i fratelli, abbiamo fatto un excursus sulla loro vita passata, abbiamo scoperto alcu-ne delle loro relazioni che però facevano solo da sfondo alla trama principale.

È questo il bello della serie, non abbiamo la coppia, non abbiamo la ship, abbiamo solo una trama incentrata su

V

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una famiglia, sull’amore fraterno e filiale, sulla lotta per la sopravvivenza e per il dominio di una città come New Orleans. Non c’è un triangolo, ci sono un paio di relazio-ni ostacolate e difficili, ma non ne sappiamo quasi nul-la, e vengono esplorate solo sommariamente all’interno del telefilm. Niente amore, niente passioni, ad eccezione di due coppie che si sono scoperte solo nel corso del-le puntate, una delle quali non è assolutamente baciata dalla fortuna perché destinata inevitabilmente al falli-mento.

Sembra una storia da tragedia greca, ma è così che si conclude momentaneamente la loro vicenda, lasciando il cuore di noi poveri fan letteralmente distrutto e san-guinante. Hayley durante la prossima luna piena riavrà indietro il suo branco, tornerà alla sua famiglia, ed è pro-babile che non rivedrà più Elijah, o almeno è ciò che sap-piamo fino ad adesso.

Chissà se avremo nuovi sviluppi, chissà quanto ci faran-no attendere prima di mettere i due personaggi insieme e farli essere felici. In tanti sperano in un happy ending per Hayley ed Elijah, sono i fan delle coppie che non possono stare insieme e che “bruciano” lentamente ali-mentando la loro storia passo dopo passo, senza dare mai troppo per scontato. Ma non sappiamo se questa è la strada che prenderà la trama, in telefilm come questi non è facile avere coppie fisse; i fan stanno comunque con il cuore in fermento, in fervida attesa che fra i due succeda qualcosa.

Già conosciamo coppie che vanno contro il proprio de-stino, chissà che anche loro non ci stupiscano e facciano esultare, emozionare e piangere di gioia.

Stiamo parlando del lupo e dell’Originale, ovviamente.La prima con un passato tormentato e una famiglia da ri-trovare e ricomporre, il secondo con dei fratelli da tenere d’occhio e decisamente altri pensieri per la testa. Ma è evidente che fra i due la passione è sbocciata; trovando-si a perseguire uno scopo comune e a dover cammina-re sullo stesso percorso, si sono trovati catturati in una trappola che non lascia via d’uscita.

Anche la bella Celeste, strega millenaria ed ex fiamma di Elijah, è riuscita a fare ammettere al vampiro i senti-menti verso la lupa, ma il suo scopo era quello di divi-derli e di far soffrire il vampiro, vendicandosi della sua delusione d’amore, avvenuta qualche centinaio d’anni prima. E probabilmente Celeste è riuscita nel suo scopo nel momento in cui Hayley è entrata in possesso del-la pozione che spezzerà la maledizione del suo branco: come ha predetto la strega, la lupa farà ritorno al suo branco impedendo così all’Originale di poterla vedere in alcun modo, facendogli dunque perdere il suo amore per sempre. La sua vendetta, pur essendo attualmente una strega morta, sembra completa.

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di Alice Pasqualato

Presentata al pubblico di The Vampire Diaries agli

inizi della terza stagione, Re-bekah Mikaelson è uno dei per-

sonaggi femminili più significativi nella storia dello show ed è interpretato

dall’attrice australiana Claire Holt, nonché uno dei protagonisti del popolare spin-off The

Originals.

T O : L ’ I N S E R T O

REBEKAH MIK

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T O :

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Rebekah si inserisce

nella trama come sorella del

temuto Klaus Mika-elson, nei confronti del

quale si dimostra da subito leale ma subordinata, special-

mente nell’ambito delle scelte sen-timentali. Viene, infatti, inizialmente presentata come interesse amoroso di Stefan Salvatore, per amore del quale viene pugnalata dal fratello e tenuta in una bara per decenni.

vedono protagoni-

sta, arrivando a definirsi “the

girl who loved too easily” (la ragazza che

amava troppo facilmente), tratto che diventerà fondamen-

tale nella storia del personaggio. La fragilità di Rebekah, come tutte le debolezze che caratterizzano i Fra-telli Originari, è dovuta alla difficile situazione familiare vissuta in età in-fantile; se nel caso di Klaus è, però, il ruolo del padre Mikael ad essere de-terminante, in quello di Rebekah è la perdita della madre, uccisa dal fratel-lo, ad influenzare significativamente la personalità del personaggio.

Tuttavia, se i sentimenti nei confron-ti del giovane Salvatore sembrano dapprima essere fondamentali nel delineare il personaggio di Rebekah, dopo qualche episodio diventa chiaro quanto la giovane si faccia facilmen-te coinvolgere dalle relazioni che la

In The Vampire Diaries il ruolo in-terpretato dalla Holt è sempre stato relativamente marginale, ma in The Originals gli autori hanno avuto la possibilità di approfondire le diverse sfaccettature di questo personaggio, concentrandosi in particolar modo sul suo rapporto con i fratelli, centra-le nello svolgersi degli eventi.

Rebekah torna a New Orleans per stare accanto alla propria famiglia, ma si dimostra fin da subito abba-

stanza riluttante nell’appoggiare il

tentativo di redenzio-ne che Elijah ha in mente

per il fratello Klaus. L’arrivo di Rebekah in città pare

abbastanza forzato e per i primi epi-sodi dello spin-off non è chiaro se il personaggio abbia intenzione di rimanerci o meno. Insomma, nono-stante le premesse abbastanza in-certe, la figura di Rebekah finisce per essere integrata a 360 gradi nella vita di New Orleans, dove conoscerà nuovamente l’affetto di una famiglia e l’amore di Marcel, principale inte-resse amoroso del personaggio.

Il rapporto più interessante da ana-lizzare è, però, quello che Rebekah ha con il fratello Klaus, da sempre conflittuale ma caratterizzato da un forte e sincero affetto. Fin dalla ter-za stagione di The Vampire Diaries, infatti, i due personaggi vivono nel limbo tra amore e odio, arrivando a vere e proprie pugnalate alle spalle, complotti e macchinazioni. Rebekah ama profondamente il fratello, ma la sua lealtà non sembra essere rico-nosciuta da Klaus, sempre pronto a mettere potere e sete di vendetta al primo posto. In una straziante scena della 4x01 Rebekah arriva a dire: “Sono sempre stata IO. Non Finn, non Elijah. Ti ho voluto bene nonostante tutto, e a te non è mai importato.”

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Questa situazione viene amplificata in The Originals, dove il conflitto tra i due fratelli porterà Rebekah a do-ver lasciare New Orleans. Fino all’ul-tima scena è chiaro quanto sia forte l’affetto che lega questi due perso-naggi, irrimediabilmente danneg-giati dalla crudeltà del loro passato ma destinati a tenere l’uno all’altro “always and forever”.

gio di Rebekah possa far ritorno nei prossimi episodi e nelle prossime stagioni, per apparizioni occasionali.

La partenza di Rebekah ha lasciato attonito il pubblico di The Originals, ormai abituato alla presenza di una protagonista femminile e affezionato alla forza, alla determinazione e alla sprezzante ironia di “Barbie Klaus”. Pare che la partenza del personag-gio non sia stata una decisione presa dagli autori dello spin-off, ma dall’at-trice Claire Holt che, dopo tre anni all’interno del cast di The Vampire Diaries, avrebbe deciso di lasciare. La Holt era stata l’ultima del trio a confermare la propria presenza come protagonista dello show e, da quanto è emerso nelle ultime setti-mane, il suo contratto era vincolante solo per i primi 13 episodi della prima stagione. Non sono chiare le moti-vazioni che hanno portato l’attrice a voler lasciare il cast di The Originals, ma non si esclude che il personag-

L’uscita di scena di Rebekah ha spez-zato il cuore di moltissimi fans, ma il sorriso sfoggiato nella sua ultima scena, mentre si dirige fuori da New Orleans al volante della sua auto, fa sperare in un lieto fine per questo personaggio, che verrà sicuramen-te ricordato come uno dei più amati nella storia di The Vampire Diaries.

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M O D A

P H O T O S H O O T : I A N S O M E R H A L D E R LA MODA E’ IL SUO MARCHIO DI FABBRICA

di Anna Bells

E’ nato come modello delle più grandi marche co-nosciute. Ha iniziato così a muovere i primi passi nel mondo dello “spettacolo”. Adesso indossa giubbini di pelle e maglie monocolore quando interpreta Damon Salvatore, ma davanti ai flash delle macchine fotogra-fiche si trasforma in un elegante e sensuale uomo che irradia fascino e attrattiva ad ogni singolo scatto. Stiamo parlando del nostro Ian Somerhalder, che spesso è protagonista delle copertine più glamour e dei servizi fotografici più fashion. Andiamo, dunque, a vedere gli ultimi usciti, i vestiti, le pose, gli sguardi e quegli occhi che non passano sicu-ramente inosservati .

Iniziamo con il primo servizio, ovvero quello primave-rile della rivista CBS Watch Magazine. Scatti che ve-dremo nel numero di Aprile, accompagnati da un’in-tervista dove Ian parla dell’ISF, della moda e dalla sua carriera di attore.

A me gli occhi. Sembrano dire questo le foto del servizio fotografico (Marzo 2014) di Ian per Esquire China. L’attenzione è catalizzata sullo sguardo, non tanto sul colore degli occhi, bensì sullo sguardo in sé, come se ci fosse una specie di richiamo nascosto.

In queste foto Ian trova il suo massimo splendore nella scelta dei colori, con il celeste metallico della giacca capace di mettere in risalto i suoi occhi, così come la camicia color ghiaccio, che catalizza l’attenzione sul volto e i lineamenti marcati. Il tutto avvolto dal nero dello sfondo, che sottolinea maggiormente i tratti dei colori e la lucentezza di essi. Ian in questi scatti trasmette sicurezza e determinazio-ne, nonché l’immagine di un uomo di successo, auto-i-ronico, fascinoso e sexy, capace di attirare l’attenzione, lo sguardo, il contatto visivo. L’eleganza dello stile è nel suo DNA; spesso l’abbiamo visto posare con vestiti così “gessati”, che, tuttavia, con le pose e le movenze Ian è sempre riuscito a smorzare, ad alleggerire, non perdendo, però, la compostezza data dalle camicie strette o dalle cravatte.

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Gli stylist hanno scelto per lui colori scuri, in alcune occasioni contrastati dal bianco dello sfondo, scale di grigi che si mescolano a un solo colore predominate. Un abbigliamento intrappolato tra l’elegante e lo spor-tivo, come se delineasse una rottura degli stili prede-finiti. Nero e blu sono i colori scelti; giacca di pelle e giacca elegante, camicia dentro i pantaloni, cravatta e sguardo d’attesa.

Azzaro Pour Homme: Qualche ritocco di troppo alla prima foto ufficiale per questo spot tanto atteso. La scorsa estate Ian ha fatto tappa sul lago di Como per girare la pubblicità del profumo Azzaro, accompa-gnato dalla splendida modella Ana Beatriz Barros. Una chimica mozzafiato e un balcone romantico come location. Un uomo che prende la sua donna, senza in-dugi, che la protegge e la desidera. Lei vestita di un bianco candido, con un abito che lascia intravedere le forme, dolcezza ma anche sensualità, le spalline che cadono, le mani tra i capelli. Lui elegante nel completo scuro, intrigante e sicuro di sé. Uno spot che dove-rebbe vedere la luce il prossimo Aprile, per la gioia di tutte noi

L’intera gallery del servizio

fotografico di Ian realizzato

per Azzarro Pour Homme.

GUARDA

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Nuovi Episodi8/7c

17 Aprile 2014

15 Aprile 2014

5 X 1 8 “ R E S I D E N T E V I L ”

1 X 1 8 “ T H E B I G U N E A S Y ”