BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E SCUOLA DELL’INFANZIA.

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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E SCUOLA DELL’INFANZIA

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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E

SCUOLA DELL’INFANZIA

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI OSTIGLIA

FORMAZIONE INFANZIA

La scuola

fa bene a tuttiCi sono persone rotonde (…), ci sono

bambini

a forma, diciamo, di triangolo, perché no,

e ci sono… ci sono bambini a zig zag!

(D. Grossman, 1996)

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"Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA”

DECRETO 17 APRILE 2013 MIUR E MINISTERO SALUTE DSA

Interventi per I'individuazione del rischio e la prevenzione dei DSA nella scuola dell'infanzia

La comunità scientifica concorda nel considerare lo sviluppo

atipico del linguaggio come indicatore particolarmente

attendibile per l'individuazione del rischio di DSA, assieme ad alcuni aspetti della maturazione delle competenze

percettive e grafiche.La rilevazione delle potenziali difficoltà di apprendimento può iniziare, quindi, con discreta efficacia, soltanto nell'ultimo anno della scuola dell'infanzia.

In tale contesto, particolare attenzione andrà posta alle

difficoltà che i bambini anticipatari possono incontrare, che

possono derivare dalla necessità di ulteriori naturali tempi di

maturazione e non da difficoltà di apprendimento né tanto

meno da disturbi.

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Per quanto riguarda il rischio di dislessia, gli indicatori più

sensibili sono riferiti allo sviluppo del linguaggio (capacità di

comprensione e di espressione, alterazioni fonologiche

significative, capacità percettivo-uditive, competenze di

manipolazione consapevole dei suoni all'interno delle parole).

Per quanto riguarda il rischio di disturbi di scrittura,

accanto agli indicatori linguistici già descritti per la lettura,

vanno considerati quelli legati alla maturazione delle

competenze visuo-costruttive (ci si riferisce a costruzione di

strutture bitridimensionali quali puzzle, costruzioni con

mattoncini in legno o plastica e/o ad operazioni quali

allacciare, abbottonare) e di rappresentazione grafica.

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Per quanto riguarda l'area del calcolo, gli indicatori di rischio

sono riferiti alla difficoltà nella rappresentazione delle quantità,

nel loro confronto e manipolazione (aggiungere e sottrarre) e

nella capacità di astrazione della numerosità al di là del dato

percettivo dell'oggetto o degli oggetti.Le difficoltà eventualmente emerse dalle attività di

identificazione non debbono portare all'invio dei bambini al

servizio sanitario, ma ad un aumento dell'attenzione ed alla

proposta di specifiche attività educative e didattiche. Si

sottolinea, al riguardo, che nella scuola dell'infanzia non è

previsto effettuare invii al servizio specialistico per un

sospetto di DSA.

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Un discorso a parte può essere fatto per quei bambini che presentano già un disturbo del

linguaggio conclamato o altri disturbi significativi, che possono o meno avere come

evoluzione un DSA: in questi casi i bambini dovranno essere avviati ad un percorso

diagnostico e ad eventuale presa in carico specialistica prima dell'ingresso nella scuola

primaria.

L’attività di potenziamento, costruita sulla base degli indicatori

utilizzati per la rilevazione del rischio è da attuarsi sull'intero gruppo

di bambini e può costituire un contesto di osservazione sistematica

utile a identificare eventuali ulteriori ritardi di sviluppo nonché a

realizzare un percorso formativo progettuale in continuità con il

successivo ordine scolastico.

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L'identificazione delle difficoltà di sviluppo può essere attuata attraverso

lo strumento dell'osservazione sistematica. In ogni caso, la realizzazione

di percorsi formativo-progettuali per l'intero gruppo di bambini, che va

anteposta alla segnalazione alle famiglie per l'invio ai servizi sanitari,

deve comunque costituire materia di dialogo e di scambio educativo con

le famiglie stesse, al fine di individuare e di condividere i percorsi

migliori per ciascun singolo bambino.Gli studi hanno evidenziato come esista una stretta correlazione tra i DSL

(Disturbi Specifici del Linguaggio) che si manifestano in età prescolare e i DSA che

emergono in età scolare, pertanto qualunque disturbo del linguaggio non deve

essere mai sminuito, il genitore, prima dell'insegnante stesso, deve prestare attenzione

all'evoluzione linguistica del proprio bambino portandolo il più precocemente possibile a

un controllo specialistico.

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“Un alunno con DSA potrà venire diagnosticato solo

dopo l'ingresso nella scuola primaria, quando le

difficoltà eventuali interferiscano in modo significativo

con gli obiettivi scolastici o con le attività della vita

quotidiana che richiedono capacità formalizzate di

lettura, di scrittura e di calcolo.

Linee guida allegate al Decreto attuativo 12/7/2011

Tuttavia, durante la scuola dell'infanzia l'insegnante potrà osservare

l'emergere di difficoltà più globali, ascrivibili ai quadri di DSA, quali

difficoltà grafo-motorie, difficoltà di orientamento e integrazione spazio-

temporale, difficoltà di coordinazione oculo-manuale e di coordinazione

dinamica generale, dominanza laterale non adeguatamente acquisita,

difficoltà nella discriminazione e memorizzazione visiva sequenziale,

difficoltà di orientamento nel tempo scuola, difficoltà nell’esecuzione

autonoma delle attività della giornata, difficoltà ad orientarsi nel tempo

prossimale (ieri, oggi, domani)…”

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“Non c’è peggior ingiustizia

che far parti eguali

tra diversi”

(Don Milani, «Lettera a una professoressa»)

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• la disponibilità a recepire

• la capacità di selezione dello stimolo

e concentrazione

• la capacità personale legata all’interesse e al

desiderio di apprendere

• la capacità di ascolto e comprensione del messaggio

• la motivazione

• la memoria.

L’ATTENZIONE COMPRENDE:

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L’ATTENZIONE SOSTENUTA: abilità di dirigere e

mantenere l’attività cognitiva su stimoli specifici.

Comprende tre stadi:

- attivazione dell’attenzione

- mantenimento dell’attenzione

- caduta dell’attenzione

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La DIS-ATTENZIONE

I sintomi relativi alla disattenzione possono essere:

- evidente difficoltà a prestare attenzione su uno stesso compito

per un periodo prolungato;

- disorganizzazione nello svolgimento di attività;

- difficoltà di concentrazione;

- passaggio da un’attività all’altra senza averne completata

nessuna.

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ATTENZIONE ED APPRENDIMENTO

Possibili relazioni causali:

• Le difficoltà di apprendimento determinano disattenzione e

impulsività.

• Le difficoltà di attenzione determinano ritardi di apprendimento

in quanto la scarsa focalizzazione dell’attenzione e l’impulsività

inducono facilmente l’alunno in errore.

• Le difficoltà di apprendimento e di attenzione coesistono a causa

di un generalizzato problema neuropsicologico che investe le aree

linguistiche e le aree anteriori del cervello.

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⊛ DIRETTIVA MINISTERIALE del 27 dicembre 2012 «Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione

territoriale per l’inclusione scolastica»

LA DIRETTIVA E’ UN DOCUMENTO TECNICO

⊛ CIRCOLARE MINISTERIALE n.8 del 6 marzo 2013 «Indicazioni»

LA CIRCOLARE E’ UN DOCUMENTO TECNICO-POLITICO

⊛ NOTA 2563 del 22 novembre 2013“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013-2014.

Chiarimenti”

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OSSERVAZIONE ED INTERVENTO PRECOCE

Obiettivo

• No etichetta diagnostica

• Rinforzare le abilità che consentiranno un approccio positivo agli apprendimenti scolastici

Realizzazione

• Per i 3-4 anni: approccio osservativo e qualitativo degli apprendimenti di base per sviluppare armonicamente le funzioni cognitive

• Per i 5 anni: osservazione e valutazione iniziale dei prerequisiti seguita da attività di rafforzamento delle componenti rivelatesi più deboli

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“L’uomo è come un albero.Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla.Ma curalo in ogni momento, liberalo dal superfluo e tienilo pulito … ed esso, a tempo debito, comincerà a crescere.Lo stesso vale anche per l’uomo:l’unica cosa che gli serve è superare lacci e impedimenti, e non mancherà di svilupparsi e crescere.Ma è sbagliato esaminarlo in continuazione per scoprire quanto sia cresciuto”.

M. Buber “Racconti Chassidici” in “I dieci gradini della saggezza”, Edizioni Red, Como, 1997

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BUON LAVORO