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12 dicembre 2010 Claudia Koll durante l’intervista “BISOGNA PREGARE M

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dicembre 2010

Claudia Koll durante l’intervista

“BISOGNA PREGARE M

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dicembre 2010

intervista

a Claudia Koll

H A UN COGNOME D’ARTE DAL SAPORE TEDESCO, QUARAN-TACINQUE ANNI, UN FIGLIO ADOTTIVO ORFANO DELLAGUERRA IN BURUNDI, UN CAGNOLINO E UN AMORE SMI-SURATO PER DIO. E’ LA CARTA DI IDENTITÀ DI CLAUDIACOLACIONE, ALIAS CLAUDIA KOLL, LA BELLA E BRAVA ATTRICE

ORIGINARIA DI ROMA, OGGI “SORELLA” DI QUELLA CHE NEL 1992 TOCCÒ ILPICCO DELLA NOTORIETÀ NEL MONDO DEL CINEMA ITALIANO COME PRO-TAGONISTA DEL FILM EROTICO COSÌ FAN TUTTE DI TINTO BRASS. UN “ERROREDI GIOVENTÙ”, COME CI SPIEGHERÀ CLAUDIA, LE CUI CONSEGUENZE FURO-NO PESANTI, SOPRATTUTTO A LIVELLO LAVORATIVO.

Nella sua brillante carriera Claudia ha avuto modo di farsi apprezzare in numerosefiction televisive tra cui Linda e il brigadiere, Valeria medico legale e Amiche. Intensae particolarmente apprezzata anche la sua attività teatrale, come pure riscosse grandiconsensi come presentatrice, insieme a Pippo Baudo e Anna Falchi, nel Festival diSanremo del 1995. Insomma, tanta roba: successo, denaro, lusso e notorietà. Quellaposizione di assoluto privilegio che, per capirci, accompagna i sogni di tante persone.Però - nelle storie belle ce n’è sempre uno - la strada che conduce dalla terra al cielo,come diceva Seneca, non è agevole. Così quel cielo che sembrava potesse toccare conun dito, per Claudia invece era terribilmente distante. La sua vita interiore era tutt’altroche nastrini e luccichii, il suo cuore inquieto la stava consumando a poco a poco e ladisperazione aveva quasi preso il sopravvento. Ma il buon Dio, però, non ci lascia maisoli. Ecco, allora, in fondo a quel tunnel buio e angosciante farsi strada il bagliore di unaluce, quella della conversione. Il riavvicinamento con la fede, con quel Dio messo pertroppo tempo fuori la porta del suo cuore. La chiesa, allora, torna a essere una preziosaalleata e con essa i sacramenti. Claudia inizia a toccare con mano la gioia della solida-rietà, dell’aiuto ai bisognosi, del volontariato, dell’apostolato. Incomincia, in pratica, a“sporcarsi le mani” spendendosi per il prossimo. L’Africa diventerà la sua seconda casa,con la porta sempre aperta ai poveri e agli orfani. Questa sterzata improvvisa, però, nonle fa abbandonare l’amore per la sua professione. Ovviamente, però, ruoli e contenutid’ora in poi viaggeranno di pari passo con la sua “nuova vita”. Come le superbe inter-pretazioni nei film Maria Goretti, San Pietro, Una cosa in mente e Il mio Francesco.

Da quasi tre anni, poi, Claudia è direttrice artistica di Star Rose Academy, un’ac-cademia di spettacolo per la formazione di giovani artisti (per informazioni: tel.06-871179489; www.starroseacademy.com; [email protected]). L’ha volutafortemente per aiutare i giovani a formarsi al meglio dal punto di vista professionale.Da qui la scelta di docenti di assoluto valore. Da quello di danza classica provenien-te dal teatro Bolshoi di Mosca a Franco Simone, Tiziana Rivale e Pina Magri per ilcanto. Tre anni di duro lavoro prima di essere “accompagnati” nel difficile mondo

di GGiinnoo CCoonnssoorrttii

[email protected]

“ESCORT E FESTINI?NOI DEL MONDO

DELLO SPETTACOLO- OSSERVA

L’ATTRICE ROMANA - SAPEVAMO DI CERTI

PETTEGOLEZZI,PERÒ NON

CONOSCEVAMO I DETTAGLI…

AUGURO A TUTTI DI VIVERE UN

NATALE IN FAMIGLIACON AFFETTO

E AMORE, SENZAPERÒ DIMENTICARSI

DI CHI NON HA LE NOSTRE STESSE

COMODITÀ”

MOLTO PER I NOSTRIPOLITICI…”

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dello spettacolo.Adesso è giunto il momento di ascol-

tare Claudia. Prima, però, ci piace svela-re un piccolo aneddoto sul suo grandeamore per Gesù. Anche perché c’è lozampino di san Gabriele... Anni fa, inoccasione di una sosta al santuario di SanGabriele, Claudia Koll visitò una mostrasulla sindone esposta nel museo Stauros.“Mi ricordo - osserva l’attrice romana -che da devota della coroncina dellaDivina misericordia ho iniziato a recitarela coroncina guardando le immagini dellamostra. A un certo punto sono arrivatadinanzi a un volto di Gesù di cui mi sonoimmediatamente innamorata. Oggi quelvolto ce l’ho con me in camera, mi aiutaa immergermi nella preghiera. Attual-mente abbiamo formato dei gruppi dipreghiera in tutt’Italia e insieme preghia-mo la coroncina della Divina misericor-dia e meditiamo la passione di Cristoattraverso la parola di Dio. Questo graziea san Gabriele”.

Come e quando ha capito che que-sta era la strada giusta per la sua vita?

va. Prima una liberazione, cioè tutto ilpeso che avevo addosso, tutta la preoccu-pazione, l’ansia, l’angoscia erano venutimeno, e al tempo stesso, avvertivo unagrande pace che mi avvolgeva. In quelfrangente ho sperimentato un padre chemi consolava senza giudicarmi. Da lì hoiniziato un percorso di ricerca autenticadi Dio. Ho voluto cercare di capire, diconoscerlo.

In che modo lo ha fatto?Pian piano sono ritornata a frequenta-

re la chiesa, ho iniziato a incontrarlo neisacramenti. Per me la chiesa è importan-tissima perché è dentro la chiesa che ilSignore mi ha guarita, mi ha liberatadonandomi una nuova vita.

Cosa significa per lei essere cat-tolica?

Appartenere a Gesù.Oggi la sua giornata da cosa è scan-

dita?Sicuramente dalla preghiera e da

tanta attività. C’è poi la messa quotidianadove sull’altare porto tutti gli impegnidella giornata, tutte le mie debolezze, le

Di quale strada parla?Quella della conversione …Gesù è la via, se lo incontri trovi la

strada.E quando ha incontrato Gesù e

quindi la strada?Nove anni fa.C’è un episodio particolare a cui è

legato il suo cambiamento?E’ legato a un periodo di sofferenza in

cui ho capito che a salvarmi e ad aiutarminon sarebbero stati i soldi, né gli amiciimportanti che avevo. Ho quindi speri-mentato la mia impotenza. Dal miocuore, allora, è partito un grido di richie-sta di aiuto a Dio, nonostante non fre-quentassi più la chiesa, non fossi una cri-stiana praticante e soprattutto non fossiuna buona cristiana.

A cosa si riferisce?A tante mie scelte lontane da Dio.

Mentre recitavo un Padre nostro strin-gendo in mano un crocifisso ho sentito laconsolazione di Dio.

Cioè?Ho avvertito una pace che mi invade-

foto

di E

lena

Bon

o

Giovani e docenti dell’Accademiadiretta da Claudia Koll (al centro)

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mie fragilità e anche le richieste di pre-ghiere che in tanti mi chiedono. Mi faccio“portavoce” di tanti sofferenti.

E prima dell’incontro con le fede,invece, com’erano le giornate diClaudia Koll?

Mi alzavo a seconda degli impegni.Se dovevo girare un film ero in piedianche alle cinque di mattina; se non lavo-ravo, invece, mi svegliavo intorno alledieci e mi veniva servita la colazione incamera su un vassoio d’argento, insiemeai quotidiani in modo da restare in con-tatto con il mondo. Quindi il lavoro, lapalestra, i massaggi.

Faceva vita mondana?Non troppo, non sono stata mai una

persona mondana, la sera uscivo rara-mente.

Da giovane, a differenza di tantesue colleghe, a gioielli, vestiti, supercare case ha preferito investimenti profes-sionali studiando danza, musica, reci-tazione, lingue straniere...

Sì, questo è vero, ma è altrettantovero che dopo mi sono tolta le mie soddi-sfazioni acquistando ciò che mi piacevavisto che guadagnavo molto bene.Compresi tanti vestiti, tanti tappeti. Illusso e le comodità, comunque, facevanoparte della mia vita.

Adesso che rapporto ha con ildenaro?

Certamente non lo disprezzo, ancheperché con i soldi si può fare del bene,però lo condivido con gli altri. Anche nelpiccolo…

Cioè?Se ho qualcosa da mangiare o qualco-

sa che mi viene donato preferisco condi-viderlo. La gioia è nella condivisione.

Rimpiange qualcosa della “prima”Claudia Koll?

Non so nemmeno se quella fosse laprima… Forse la prima era quella bambi-na appena venuta al mondo. Negli annidel successo ho ricevuto anche moltesoddisfazioni, non butto via tutto dellamia precedente esperienza.

Non rinnega proprio nulla?Certamente se potessi tornare indietro

tanti errori non li ripeterei.Il primo?Tardi ti ho amato, diceva sant’Ago-

stino… Ecco il mio rimpianto principaleè quello essermi dimenticata di Dio e diaverlo messo fuori dalla mia porta di

Sì, sicuramente ci perdo meno tempo.Tra festini, bunga bunga, escort e

via dicendo, che idea s’è fatta delmondo della politica?

Nel mondo dello spettacolo tantecose si sapevano già…

Mi faccia capire, voi dello spettaco-lo eravate da tempo a conoscenza dideterminati “vizi” di certi personaggidella politica...?

Sì, sapevamo di certi pettegolezzi.Però non conoscevamo i dettagli…

E che ne pensa?Bisogna pregare molto per i politici

affinché guardino veramente al benedelle persone, del paese tutto.

Se le offrissero un posto in parla-mento accetterebbe?

No.Qualcuno ci ha già provato? Sì, mi fu chiesto una decina di anni

fa. E io rifiutai.Perché?Non ero e non sono interessata, anche

se mi sono sempre occupata di temisociali.

A votare ci va?Certamente.E’ stata un’elettrice di Rifonda-

zione comunista…Sì, in passato ho votato Bertinotti.

Ero suo amico, lo stimavo.Vi frequentate ancora?No, non abbiamo più avuto modo di

rivederci.Chiuda gli occhi per un attimo e

s’immagini capo del governo. Qual è laprima cosa che farebbe?

Pregherei il Signore di illuminarmisulle cose da fare.

E’ giusto che la chiesa si occupi dipolitica?

E’ giustissimo che parli alle coscien-ze, la chiesa ha una responsabilità. Nellasacra scrittura il profeta se non denunciail peccato del popolo di Israele si mac-chia dello stesso peccato, diventa compli-ce. Fa bene, dunque, a intervenire suigrandi temi della vita, su quello cheriguarda la coscienza delle persone.

Alcuni giudicano la chiesa troppoclericale, altri, invece, riferendosi aitanti movimenti laicali e al loro opera-to, muovono delle critiche rimprove-randole una certa “manica larga”. Leia quale gruppo appartiene?

Amo profondamente la chiesa e quin-

casa, che poi è la porta del cuore. Fuoridalle scelte che, ovviamente, non posso-no portarti la felicità.

Tra queste scelte c’è quella di gira-re un film con Tinto Brass?

Sicuramente se tornassi indietro ilfilm di Brass non lo rifarei. Dal punto divista umano, senza toccare l’aspettomorale, quella pellicola non mi portòassolutamente bene. Dopo quel film nonho lavorato per tanti anni…

Come mai?Perché i registi italiani mi avevano

comunque etichettata come un’attricesuperficiale, una che faceva un certogenere di film. Quindi anche se oggi nonavessi incontrato Dio non consigliereimai a nessuno di avere un approccio delgenere nel cinema. Inoltre, non portaneanche la gioia e la felicità perché senon hai rispetto del tuo corpo non rispet-ti neanche gli altri.

E’ vero che il mondo dello spettaco-lo è fatto di compromessi?

Ci sono tante situazioni in cui puoiscegliere di accettare o meno il compro-messo…

A lei è capitato di dover scegliere?Mi scusi, ma non sono qui per rac-

contare i miei peccati…Non chiedevo certo questo, comun-

que ritiro la domanda. Ricorda l’ulti-ma volta che ha perso le staffe?

Le racconto una cosa che non sa nes-suno. Anni fa rilasciai un’intervista a unagiornalista, ma quando lessi l’articolopubblicato mi arrabbiai moltissimo.C’era scritto che ero diventata suoradando una versione molto diversa daquella che avevo detto alla giornalista.Ero furiosa, per la rabbia rovesciai alcuniscatoloni e da uno di questi uscì fuoriun’immagine con il volto di Gesù miseri-cordioso… Mi resi conto, allora, che ilSignore mi chiamava alla misericordia. Adistanza di anni incontrai nuovamente,senza riconoscerla, quella giornalista. Mifece un’altra intervista ma questa voltaciò che pubblicò fu bellissimo. Inoltredurante la nostra chiacchierata mi riempìdi complimenti. Mi sembrò proprio che ilSignore avesse operato anche su di lei...

Con lo specchio che rapporto ha?Lo specchio è utile perché uno non

può uscire disordinato…Ma rispetto a prima l’uso è cam-

biato?

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San Pietro a pregare e il mio amore perGiovanni Paolo II è profondo. L’hoincontrato in tre udienze del mercoledì epur non avendo avuto grande spazio perparlare con lui quel poco mi è bastato. Misono innamorata di lui. Oggi la mia vita èpiena della sua presenza. L’accademia, adesempio, è fondata sulla lettera agli artistidi Giovanni Paolo II. Noi leggiamo quel-la lettera come testo d’ispirazione, maanche il discorso agli artisti dell’attualepapa Benedetto XVI.

Di cosa si occupa l’associazioneonlus Le Opere del Padre da lei fon-data?

L’associazione è fondata sulla con-sapevolezza che il dono ricevuto varestituito. Io sono stata consolata dal

di non potrò mai parlarne male. Credofermamente che la storia la guidi Dioattraverso lo Spirito Santo. E se la chiesasi è mantenuta salda in duemila anni èperché ha una guida infallibile. Portogrande rispetto al santo padre e a tutti isuoi ministri.

Lei si definisce una figlia del giubi-leo. Perché?

Perché ho attraversato la porta santa aSan Pietro. Quando lo feci ero semplice-mente l’accompagnatrice di una miaamica straniera giunta a Roma per questogrande evento. In quel momento erototalmente inconsapevole, ma la miavocazione è partita da lì. Ed è per questoche oggi nutro un grande amore perPietro e per il santo padre. Vado spesso a

Alcune immagini di Claudia Koll in Africa

foto

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Signore quindi a mia volta devo conso-lare gli altri. Visitiamo gli ammalati,coloro che sono in carcere, aiutiamo ipoveri. La spiritualità è quella della divi-na misericordia.

In particolare la vostra attenzione èrivolta all’Africa…

Sì, assistiamo la chiesa locale offren-do un aiuto a tanti bambini orfani. Lisosteniamo a distanza per mandarli ascuola, per pagare le medicine. Gli orfanisono i più fragili, hanno anche problemipsicologici. Ora stiamo costruendo unacasa per curare i disabili, la PiccolaLourdes. Ci stanno aiutando molti artisti,ad esempio Ron, Amedeo Minghi, Povia,Annalisa Minetti, Antonella Ruggero.Recentemente si è aggiunto anche Paolo

Se utilizzati bene sono dei mezzipotenti di comunicazione.

Anche di evangelizzazione?Certamente, ed è per questo che le

porte spesso si chiudono a chi annuncia ilSignore… Ma Dio è potente, passa anchenel piccolo. Le racconto un episodio illu-minante. Durante una trasmissione televi-siva non ero riuscita quasi a parlare e lagran parte del tempo l’avevo trascorsapregando. Nonostante questo c’è statauna persona che dopo avermi vista intelevisione e ascoltate quelle mie pocheparole si è convertita. Dopo la trasmissio-ne mi scrisse una lettera e oggi è una dellepersone che mi aiuta nelle opere. E’ Dio,dunque, a operare, noi siamo solo lo stru-mento.

Tanti giovani, oggi, vivono lontanidalla chiesa. Qual è il segreto per inna-morarsi di Gesù?

Innanzitutto una testimonianza auten-tica, gioiosa e coerente. I giovani hannobisogno di avere dei punti di riferimento,qualcuno che dia loro delle risposte sanedove possano trovare una direzione percome vivere la vita. Il problema, infatti, èche nessuno insegni loro a vivere aman-doli. Ecco perché i giovani adoravanoGiovanni Paolo II. Anche gli artistidovrebbero rendere gloria a Dio, ma nonin maniera bacchettona bensì con unatestimonianza autentica. Vedo Nek, adesempio, che dell’inno alla carità ne hafatto una canzone molto bella. Ha ilcoraggio di pregare e di renderlo pubbli-co. C’è bisogno del coraggio di questiartisti.

Lei ha adottato un ragazzo afri-cano…

Sì, si chiama Jean Marie. Ha 18 anni,è del Burundi, all’epoca dell’adozione neaveva 16.

Che ne pensa di Medjugorje?Ci sono stata recentemente insieme a

Paolo Brosio, ho già nostalgia di queiluoghi. Medjugorje è nel mio cuore.

Qual è l’augurio di Claudia Kollper il Natale ormai alle porte?

Di viverlo in famiglia, con affetto,amore, senza però dimenticarsi di chi nonha le stesse nostre comodità. E poi didonare qualcosa a chi è povero perchésignificherebbe veramente trascorrere ilNatale, accogliere Gesù che ha scelto diessere povero tra i poveri. Occorre fare delbene e non dimenticarsi dei poveri.

Brosio con la sua associazione.Cosa rappresenta l’Africa per lei?Mi ha permesso di arrivare all’essen-

ziale. Io vivevo nel lusso e il Signore miha portata in Africa per rendermi consa-pevole che dall’altra parte del mondo c’e-rano bambini che morivano di fame. Nonpotrò mai dimenticare un bambino cheaveva gli occhi chiusi. Non riusciva avedere, non perché fosse malato ma per-ché i suoi occhi erano sporchi e cisposi enon c’era l’acqua per aprirglieli... Allorapiano piano gli ho bagnato gli occhi conun fazzoletto e alla fine è riuscito adaprirli. Nello stesso momento, però, ilSignore li apriva a me…

In che modo?Una volta tornata in Italia ho iniziato

a riflettere sulla la mia vita comoda, suimiei tanti capricci. E’ stato allora che hocapito che era arrivato il momento didiventare adulta, responsabile. Ero chia-mata anch’io a cambiare, non solo peròandando in televisione a chiedere i fondima facendo anche qualcosa con le miemani... Capire, ad esempio, che il cibonon va sprecato, che non si devono spen-dere i soldi tanto per il gusto di farlo masoprattutto scegliere di condividere conchi non ha niente. Oggi porto i giovani afare un’esperienza di missione in Africaperché desidero aprire i loro occhi.

Televisione e internet, come giudi-carli: amici o nemici?