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Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

Bilancio consolidato 2016

Gruppo Bancario Banca d'Alba

BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI ALBA LANGHE ROERO E DEL CANAVESE società cooperativa

Capogruppo del Gruppo bancario Banca d'Alba iscritto all'Albo dei Gruppi bancari n. 8530.8

Sede legale: via Cavour, 4 - 12051 Alba (CN)

Registro delle Imprese C.C.I.A.A. di Cuneo n. 00236570040 – REA 44644

Iscritta all'Albo nazionale delle Banche n. 205.50. - Codice ABI n. 8530/8

Iscritta all'Albo delle società cooperative n. A 161532

Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, al Fondo Nazionale di Garanzia,

al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti e al Fondo di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo

Sito Internet: www.bancadalba.it

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Cariche Sociali, Direzione e Società di Revisione alla data di approvazione del Progetto di Bilancio

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Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

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9 SALUTO DEL PRESIDENTE

11 INDICATORI

Principali indicatori di sintesi del Gruppo bancario

15 RELAZIONE SULLA GESTIONE DEL GRUPPO BANCARIO

Lo scenario economico e creditizio

La gestione mutualistica

L'andamento reddituale

Le grandezze operative e la struttura

La gestione e il controllo dei rischi

L'evoluzione prevedibile della gestione

67 RELAZIONI

Relazione del Collegio Sindacale

Relazione della Società di Revisione

73 SCHEMI DI BILANCIO CONSOLIDATI

Stato patrimoniale consolidato

Conto economico consolidato

Prospetto della redditività consolidata complessiva

Prospetto delle variazioni di patrimonio netto consolidato

Rendiconto finanziario consolidato

81 NOTA INTEGRATIVA

Parte A – Politiche contabili

Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato

Parte C - Informazioni sul conto economico consolidato

Parte D – Redditività complessiva consolidata

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato

Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’aziende

Parte H – Operazioni con parti correlate

Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Parte L – Informativa di settore

Allegato 1 – Informativa al pubblico Stato per Stato

Indice

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Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

Carissimi Soci, è con grande piacere che Vi scrivo per porgerVi il mio personale invito, unito a quello di tutto il Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale, alla Assemblea dei Soci di Banca d’Alba che si terrà domenica 21 maggio ad Alba. Un momento di democrazia finanziaria unico nel suo genere, nel quale la Vostra presenza aumenta ogni anno e fornisce un chiaro segnale della fiducia sempre maggiore che riponete in Banca d’Alba. Nella scorsa Assemblea siete stati chiamati ad eleggere i nuovi organi sociali ed avete premiato la continuità riconfermando il gruppo di amministratori che vi avevano rappresentati nell’ultimo triennio, non prima di nominare all’unanimità Felice Cerruti quale Presidente Onorario. Ed è proprio a lui che va il mio primo saluto oltre che la mia gratitudine per tutto ciò che mi ha trasmesso in questi anni passati insieme nel Consiglio di Amministrazione: da lui ho raccolto una eredità importante, difficile e stimolante; da subito ho lavorato duramente cercando di fare tesoro di quanto condiviso, avvicinandomi quotidianamente a Voi Soci, dialogando, ascoltando i Vostri suggerimenti e le Vostre esigenze. Intensificando il mio rapporto con Voi ho compreso ancora di più quanto di straordinario è stato creato negli anni: una grandissima comunità fatta di persone unite, di comunanza di intenti e di grande legame verso i nostri meravigliosi territori. È con orgoglio che Vi presento i risultati dell’ultimo esercizio, che vede tutti gli indicatori in crescita:

8,4 miliardi di volumi (+3%) composti da 2,7 miliardi di impieghi e 5,7 miliardi di raccolta, un patrimonio che si attesta a 316 milioni ed il Tier 1 che è cresciuto sino al 13,5%.

Vorrei però soffermarmi su due indicatori in particolare: il numero dei Soci e l’utile di esercizio.

Infatti all’inizio del mio mandato, insieme a tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione abbiamo fissato l’obiettivo “cinquanta” che abbiamo raggiunto su entrambi i fronti: i Soci hanno infatti superato le cinquanta mila unità (50.360 per l’esattezza), confermando il primato italiano di Banca d’Alba nel Credito Cooperativo, ed i cinquanta milioni di utile nel triennio. L’esercizio si è infatti concluso con un utile di 13 milioni di euro, che assommati a quelli dei due esercizi precedenti portano ad un totale di 51 milioni di euro negli ultimi tre anni. Questi due risultati in particolare costituiscono il cuore e l’anima della nostra banca, divenuta ormai una grande comunità dove i Soci vedono crescere le proprie famiglie ed imprese, grazie al supporto di una realtà seria, patrimonializzata e solida come Banca d’Alba. Banca d’Alba ha saputo supportare costantemente i territori in cui opera, esercitando cittadinanza attiva sostenendo le attività extra bancarie che contribuiscono a generare benessere sociale: dalle cure socio sanitarie dei centri medici al rispetto per l’ambiente, dal sostegno alle associazioni locali ai progetti sociali condotti in prima persona. Alla prossima Assemblea avremo il piacere di presentarvi il nostro bilancio sociale,

in cui

emergono tutte queste attività che abbiamo svolto con voi e per voi. Nei mesi scorsi ho letto il libro sulla storia di Banca d’Alba e sono rimasto colpito da uno scritto di Lorenzo Tarditi del 1899 il quale, parlando di una delle tre Casse Rurali e Artigiane che poi avrebbero dato vita a Banca d’Alba, scriveva così: «L’influenza salutare della istituzione è generale. Le nostre famiglie hanno aperto il loro cuore alla speranza d’un benessere che altre volte non avrebbero neanche osato concepire. I Soci parlano con emozione del giorno di là a venire quando la cassa rurale, possedendo un capitale proprio, che essa avrà accumulato goccia a goccia, potrà venire in aiuto dei soci a condizioni sempre più favorevoli; essi pensano con ragione che questo patrimonio collettivo sarà una grande risorsa per i loro figli ed eredi». Credo proprio di trovare il vostro consenso nel dire che, goccia a goccia, in oltre 120 anni di lavoro, ciò che i primi Soci della banca auspicavano si sia avverato e potrebbero essere estremamente fieri di quanto noi Soci, ormai oltre cinquantamila, siamo riusciti a costruire tutti insieme. Tutto questo è stato possibile grazie a Voi ma anche, consentitemelo, grazie a tutte le risorse di Banca d’Alba, in primis la Direzione Generale, che ogni giorno hanno saputo tramettervi quei valori di rapporto personale, fiducia, servizio e serietà, che rendono ancora attuale quanto scrivevano i pionieri di questo meraviglioso progetto cooperativo. Ringrazio Banca d’Italia per la disponibilità ed i suggerimenti che ci forniscono continuamente; ringrazio inoltre la Federazione locale delle Banche di Credito Cooperativo per il prezioso e quotidiano contributo fornitoci. Ma il ringraziamento più grande, a nome del Consiglio di Amministrazione e di tutto il personale di Banca d’Alba, permettetemi di rivolgerlo, con tanta amicizia, a tutti Voi Soci, in attesa di avere il privilegio di salutarvi di persona il 21 maggio alla nostra grande Assemblea.

Saluto del Presidente

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Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

2

-

10

GIOVEMARI
Casella di testo
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INDICATORI DI BILANCIO

Principali indicatori di sintesi

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GIOVEMARI
Casella di testo
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Bilancio Consolidato 2016 | Principali indicatori di sintesi del Gruppo bancario

Principali indicatori di sintesi

euro/mln %

euro/000 %

assolute %

Variazioni

dic 2016/dic 2015

Variazioni

dic 2016/dic 2015

Variazioni

154

221

-28,9%

6,8%

dic 2016/dic 2015

2,8%

2,4%86

Attività finanziarie gestite per conto della clientela

- raccolta diretta

- raccolta indiretta

Crediti verso clientela

Totale volumi operativi intermediati

68 3,4%

67 2,5%

Margine di interesse -4.083 -6,4%

2,7%

Risultato netto della gestione finanziaria -1.645 -1,9%

Margine di intermediazione -9.152 -7,1%

-6.032 -27,8%

Spese amministrative -2.121 3,0%

VOLUMI OPERATIVI (euro/mln)

DATI ECONOMICI (euro/000)

STRUTTURA OPERATIVA

Utile netto -5.299

Costi operativi -4.377

Utile dell'operatività corrente

Dipendenti

Filiali e Sedi distaccate 0

0 0,0%

0,0%

2016

2015

8.432

8.211

2.729

2.662

2.094

2.026

3.609

3.523

5.703

5.549

13.041

18.340

15.634

21.666

-69.040

-64.663

-73.562

-71.441

84.660

86.305

120.546

129.698

59.270

63.353

457

457

70

70

2016

2015

2016

2015

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Bilancio Consolidato 2016 | Principali indicatori di sintesi del Gruppo bancario

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euro/000 %

euro/000 %

-0,62

-2.320

INDICATORI DI EFFICIENZA

INDICATORI SOLIDITA' PATRIMONIALE

Volumi operativi per dipendente

Raccolta totale / Numero dipendenti

Crediti verso clientela / Numero di dipendenti

Margine di intermediaz. per dipendente

Leverage

Totale Spese amministrative / Margine di

intermediazione

Totale Spese amministrative per dipendente

- di cui Spese per il personale per dipendente

Patrimonio netto (euro/000)

3,2%

- di cui Altre spese amministrative / Margine di

intermediazione

Costi operativi / Margine di intermediazione 7,4%

- di cui Altre spese amministrative per dipendente

Risultato netto gestione finanziaria / Numero

dipendenti

Costi operativi / Numero di dipendenti

- di cui Spese del personale / Margine di

intermediazione

525 2,9%

3,0%364

-6,9%

2,8%

Variazioni

dic 2016/dic 2015

Variazioni

dic 2016/dic 2015

2,6%

5,9%

7,0%

-1,7%

3,7%

2,6%

-0,7%

160

-19

5

10

-4,0%

3,3%

2

4

-3

5.972

5.812

12.480

12.116

18.452

17.928

151

141

185

188

86

83

75

73

161

156

264

283

57,3%

49,9%

32,8%

29,4%

28,2%

25,6%

61,0%

55,1%

316.159

318.479

15,21

15,84

2016

2015

2016

2015

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%

%

Variazioni

dic 2016/dic 2015

ROE = Utile netto / Patrimonio netto

Scaduti sconfinanti netti / Crediti verso clientela

Risultato netto gestione finanziaria / Totale attivo

0,1%

Sofferenze nette / Crediti verso clientela

Redditività complessiva / Patrimonio netto

Crediti verso clientela / Raccolta diretta

Rettifiche di valore specifiche (1) scaduti sconf /

Scaduti sconf lordi

Rettifiche di valore specifiche totali / Deteriorati

lordi

Rettifiche di valore di portafoglio (2) / Crediti in

bonis

Rettifiche di valore specifiche (1) inadempienze

probabili /Inadempienze probabili

INDICATORI ECONOMICO FINANZIARI E INDICATORI

DI PERFORMANCE

Crediti deteriorati netti / Crediti verso clientela

Rettifiche nette su crediti / Margine di

intermediazione

Rettifiche di valore specifiche (1) sofferenze /

Sofferenze lorde

Inadempienze probabili / Crediti verso clientela

INDICATORI DI QUALITA' CREDITI VERSO CLIENTELA

-0,1%

-1,0%

0,6%

-0,5%

Variazioni

dic 2016/dic 2015

2,6%

0,1%

-0,2%

-2,2%

-1,1%

-5,6%

0,0%

-1,6%

2,6%

(1) Rettifiche di valore specifiche = fondo svalutazione analitico(2) Rettifiche di valore di portafoglio = fondo svalutazione collettivo

75,6%

75,6%

-0,3%

5,3%

4,1%

5,8%

1,8%

1,7%

0,5%

0,4%

46,7%

44,1%

3,6%

3,8%

26,0%

23,4%

59,0%

60,1%

29,5%

31,7%

9,8%

10,3%

0,3%

0,4%

4,7%

5,6%

4,8%

4,2%

2016

2015

2016

2015

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RELAZIONE SULLA GESTIONE DEL

GRUPPO BANCARIO

Lo scenario economico e creditizio

La gestione mutualistica

L'andamento reddituale

Le grandezze operative e la struttura

La gestione e il controllo dei rischi

L'evoluzione prevedibile della gestione

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GIOVEMARI
Casella di testo
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Relazione sulla gestione del gruppo | Lo scenario economico e creditizio

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Premessa

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 è redatto in conformità ai criteri di valutazione e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standards (IFRS) e dagli International Accounting Standards (IAS) – emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) ed adottati dalla Comunità Europea secondo la procedura di cui all’art. 6 del Regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 luglio 2002 – e secondo le disposizioni della Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione e successivi aggiornamenti e modifiche.

Il Regolamento comunitario ha trovato applicazione in Italia per mezzo del D.Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, entrato in vigore il 22 marzo 2005, il quale ha previsto l’applicazione obbligatoria dei suddetti principi internazionali ai bilanci individuali delle banche a partire dal 2006.

Nell’ambito di tale contesto normativo, il Gruppo bancario ha redatto il bilancio consolidato al 31 dicembre 2016 in ossequio ai nominati standard internazionali IAS/IFRS e nel rispetto delle citate disposizioni che la Banca d’Italia ha emanato nell’ambito dei poteri regolamentari ad essa attribuiti in materia di “forme tecniche” dei bilanci bancari.

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Relazione sulla gestione del gruppo | Lo scenario economico e creditizio

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Lo scenario economico e creditizio

Il panorama internazionale

Nel 2016 è proseguito il percorso di crescita moderata dell’andamento dell’economia mondiale. Le economie avanzate sono tornate ad offrire un contributo positivo e talvolta migliore delle attese, i paesi emergenti, che hanno rappresentato il driver principale degli ultimi anni, hanno ulteriormente sofferto.

Negli Stati Uniti, la crescita annualizzata del PIL in termini reali ha evidenziato un’accelerazione nella seconda metà del 2016 (rispettivamente +3,5% e +1,9% nel terzo e quarto trimestre) facendo registrare una crescita media dell’1,9% (in linea con quella del 2015). L’attività economica è stata persistentemente in calo su base annua lungo tutto il 2016, ad eccezione proprio di dicembre (+0,5% annuo, -1,0% di media annua).

In chiusura d’anno, l’inflazione al consumo annua è tornata ad attestarsi al di sopra del livello obiettivo fissato dalla Federal Reserve (+2,1% il tasso complessivo, +2,2% il tasso di inflazione principale, ovvero al netto delle componenti più volatili quali prodotti energetici ed alimentari), mentre i prezzi alla produzione a dicembre sono aumentati dell’1,6% annuo (-1,0% a dicembre 2015).

Sul mercato del lavoro, la creazione di nuovi posti è rimasta robusta a dicembre e in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione si è consolidato su un livello di poco inferiore al 5,0% (4,7%, 4,9 di media annua dal 5,3% dello scorso anno), mentre il tasso di sottoccupazione è sceso dal 4,9 al 4,5%.

Il rallentamento della congiuntura cinese si è stabilizzato su una dinamica annua del prodotto interno lordo di poco inferiore al 6,0%, la riduzione dei prezzi petroliferi registrata a partire dal 2014 (il prezzo al barile del Brent era sceso da oltre 100 a poco più di 20 dollari) ha invertito la tendenza riportandosi su un livello ancora basso in prospettiva storica (poco sopra i 50 dollari al barile).

Questi cambiamenti congiunturali favorevoli non sono stati in grado di compensare gli effetti negativi della attesa restrizione di politica monetaria americana, solo avviata tra dicembre 2015 e dicembre 2016.

In termini prospettici, nell’ultimo trimestre del 2016 l’indice mondiale complessivo dei responsabili degli acquisti relativo al prodotto ha toccato il punto di massimo da oltre un anno a questa parte a 53,3 punti. Il commercio mondiale, nonostante un leggero calo ad ottobre del 2016, è tornato a salire in modo significativo a novembre (+2,7% annuo, +2,8% mensile).

L’economia dell’area euro

Nella Zona Euro il prodotto interno lordo ha segnato nel terzo e quarto trimestre del 2016 un rialzo rispetto alla prima metà dell’anno (+1,8% in entrambi, +1,7% a marzo, +1,6% a giugno). I consumi privati hanno continuato ad offrire un contributo positivo, come confermato anche dalla dinamica favorevole delle vendite al dettaglio (+1,1% su base annua a dicembre, +1,9% di media annua). La produzione industriale si è intensificata da agosto del 2016 a novembre (+1,3% di crescita media nei primi undici mesi dell’anno, nel 2015 era cresciuta del 2,0%).

L’inflazione dell’area, misurata come tasso di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata allo 0,9% in chiusura d’anno, come a dicembre 2015 ma dopo aver toccato il punto di minimo dello 0,7% ad aprile del 2016. I prezzi alla produzione hanno chiuso il 2016 in aumento del 2,3% annuo (-2,2% nel 2015).

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L’andamento del sistema bancario europeo nel 2016 è stato guidato da diverse tendenze. Da un lato, seppur con il fisiologico scarto temporale, la domanda ed offerta di credito sembrano aver beneficiato della ripresa della congiuntura macroeconomica dell’Eurozona. Dall’altro lato, permangono alcuni fattori di criticità legati al rischio di credito ed alle operazioni di pulizia di bilancio, tuttora in essere, che hanno interessato i principali istituti bancari europei.

Dal lato degli impieghi, nel 2016 si è invertito il trend negativo che aveva caratterizzato i prestiti alle società non finanziarie, con una contrazione che aveva interessato quasi tutti i paesi dell’Eurozona. A livello europeo, gli impieghi a società non finanziarie, dopo essere scesi dell’1,4% nel 2014, sono diminuiti dello 0,3% nel 2015, per poi risalire a partire dal primo trimestre del 2016 (0,8%). La crescita si è poi consolidata nei due trimestri successivi (+1,3% nel II e +1,5% nel III), per poi arrivare, nell’ultima rilevazione disponibile (novembre 2016) a 4.322 miliardi di euro. L’incremento ha interessato maggiormente gli impieghi con durata compresa tra 1 e 5 anni (+6,7% la variazione su base annuale nel III trimestre del 2016) e superiore ai 5 anni (+1,8%), a fronte di una contrazione di circa 3 punti percentuali della componente con durata inferiore ad 1 anno.

Per quanto riguarda la raccolta, dopo aver registrato una sostanziale riduzione durante la crisi, i depositi delle istituzioni bancarie europee sono tornati ad aumentare ed hanno confermato il trend positivo del 2015. I depositi di società non finanziarie sono cresciuti su base annua del’8% nel II trimestre e del 7,4% nel III trimestre del 2016, dopo l’incremento di 4,4 punti percentuali sperimentato nel 2015, grazie al contributo dei depositi a vista (+9,9% rispetto al III trimestre 2015), nonostante la contrazione registrata dai depositi con durata prestabilita inferiore ai 2 anni (-1,3% nel III trimestre del 2016) e dai pronti contro termine (-8,5%, sempre su base annuale).

Parallelamente, i depositi delle famiglie sono saliti del 4,2% nel I trimestre e del 4,6 nel II trimestre, per poi crescere del 5,1% nei tre mesi successivi fino ad arrivare, nell’ultima rilevazione disponibile relativa a novembre 2016, a circa 6.029 miliardi di euro. Anche in questo caso, l’aumento è stato guidato dalla crescita dei depositi a vista (+10,4% su base annua nel II trimestre del 2016 e +10,6% nel trimestre successivo).

L’economia italiana

In Italia, il prodotto interno lordo è tornato a crescere più delle attese, anche se in misura ancora moderata. Il dato reale di chiusura del 2016 è stato maggiore dell’1,1% rispetto a quello di dicembre 2015. Contestualmente si sono manifestati segnali coerenti di una certa intensificazione dell’attività economica. La produzione industriale a dicembre è aumentata addirittura del 6,6% annuo (+1,9% in media da +1,0% del 2015).

Il raffreddamento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori (entrambi quasi continuativamente al di sopra della soglia di espansione di 100 punti nel corso del 2016, ma in calo rispetto all’anno precedente) è condizionato dalla perdurante fragilità del mercato del lavoro. La disoccupazione, che frena l’espansione dei salari (-1,0% annuo i salari lordi a settembre 2016), del reddito disponibile (+1,3% annuo) e dei consumi (+0,8% annuo, ma -0,7% mensile, le vendite al dettaglio a novembre 2016) è tornata al 12,0%.

L’inflazione, misurata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, ha gradualmente recuperato (+0,6% annuo a dicembre).

Il sistema bancario italiano

Nel corso del 2016 la qualità del credito delle banche italiane ha beneficiato del timido e ancora incerto miglioramento del quadro congiunturale. Il Governo ha autorizzato il finanziamento di eventuali interventi di concessione di garanzie o di rafforzamento patrimoniale a sostegno di banche o gruppi bancari italiani; procederà alla ricapitalizzazione precauzionale chiesta da Banca Monte dei Paschi di Siena, nel rispetto del quadro europeo in tema di risanamento e risoluzione delle crisi bancarie e di aiuti di Stato.

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Nel 2016 la dinamica del credito è stata complessivamente fiacca; negli ultimi mesi dell’anno si è registrata una certa espansione del credito al settore privato non finanziario, con un aumento anche dei prestiti alle imprese; la crescita resta però modesta e limitata ad alcuni settori e comparti. I finanziamenti alle famiglie consumatrici hanno registrato una variazione annua particolarmente positiva (+1,5%). Con riguardo alle forme tecniche dei finanziamenti, è proseguita la crescita dei prestiti personali, dei prestiti contro cessione di stipendio e dei finanziamenti tramite carta di credito, sostenuti dalla positiva dinamica del reddito disponibile, sia quella dei mutui per l’acquisto di abitazioni (+1,4% alla fine del III trimestre dell’anno), in linea con l’ulteriore rialzo delle compravendite.

Nell’ultimo scorcio dell’anno il trend dei prestiti alle imprese è stato marginalmente positivo (leggera crescita su base trimestrale). Permangono differenze legate al settore di attività economica: il credito alle società dei servizi e al comparto del commercio ha fatto registrare una certa ripresa; i prestiti destinati alle aziende manifatturiere si sono lievemente ridotti; la contrazione dei finanziamenti alle imprese edili si è di nuovo accentuata. Il credito alle società con 20 e più addetti ha sostanzialmente ristagnato, mentre si è attenuata la flessione dei finanziamenti alle imprese di minore dimensione. Tra agosto e novembre la raccolta complessiva delle banche italiane è rimasta sostanzialmente stabile; l’aumento dei depositi dei residenti e il maggiore ricorso alle operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema hanno compensato il calo delle obbligazioni detenute dalle famiglie. È proseguita la contrazione delle obbligazioni collocate presso intermediari e investitori istituzionali.

Le banche intervistate nell’ambito dell’indagine trimestrale sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey) hanno segnalato politiche di offerta pressoché invariate nel 2016.

Il costo del credito si colloca su livelli minimi nel confronto storico.

A dicembre 2016 i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie sono stati pari al 2,32%; quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono scesi al 7,64%. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,54% (1,56% nel mese precedente); quelli su importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,27% quelli su importi superiori a tale soglia all’1,12%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono rimasti stabili.

Il timido miglioramento delle prospettive dell’economia si è riflesso favorevolmente sulla qualità del credito delle banche italiane. Nel terzo trimestre del 2016 il flusso dei nuovi crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno, è sceso di tre decimi di punto (al 2,6%). L’indicatore è diminuito di quattro decimi per i prestiti alle imprese (al 4,1%) e di due per quelli alle famiglie (all’1,7%).

Con riguardo agli aspetti reddituali dell’industria bancaria, nei primi nove mesi del 2016 la redditività dei gruppi significativi è diminuita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: il rendimento annualizzato del capitale e delle riserve (ROE) è sceso all’1,4 % (dal 3,8% di fine 2015). Si sono ridotti sia il margine di interesse sia gli altri ricavi. I costi operativi sono aumentati, prevalentemente per gli oneri straordinari connessi con i piani di incentivazione all’esodo di parte del personale e con le contribuzioni ai fondi di garanzia dei depositi e di risoluzione. Il risultato di gestione è diminuito di circa un quinto. Le rettifiche di valore su crediti sono cresciute del 20,6%, a seguito del significativo incremento dei tassi di copertura delle esposizioni deteriorate da parte di alcuni intermediari.

L’economia di Piemonte e Liguria

Per quanto riguarda il Piemonte, il 2016 ha restituito segnali positivi sul fronte della produzione industriale e una sostanziale stabilità su quello della natalità imprenditoriale.

L’aumento ha interessato tutti i principali settori di specializzazione e anche le aziende di dimensioni più piccole, che avevano fatto registrare cali per nove semestri consecutivi. L’incremento più sostenuto ha riguardato i mezzi di trasporto, cresciuti del 20,3%, grazie soprattutto alla forte crescita registrata dalla

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produzione di autoveicoli: nei primi 9 mesi dell’anno le immatricolazioni di autovetture in Italia sono salite del 17,4%.

In aumento più della media piemontese anche la produzione delle industrie elettriche ed elettroniche (+3,2%), mentre in linea con il dato regionale appare il risultato manifestato dalle industrie alimentari e delle bevande (+2,7%). Dinamiche positive hanno accompagnato anche le imprese del comparto dei metalli (+2,1%), quelle meccaniche (+1,7%) e della filiera tessile (+1,1%). Stabile il comparto della chimica gomma plastica (+0,0%) e quello del legno e del mobile (-0,1%), mentre in flessione risultano le altre industrie manifatturiere (-3,8%).

Conferme positive sullo stato di salute del comparto manifatturiero piemontese arrivano anche dalla maggior parte degli altri indicatori. Gli ordinativi risultano pressoché stabili sul mercato interno (-0,1%), mentre registrano un incremento su quello estero (+4,7%). In crescita anche fatturato e grado di utilizzo degli impianti (aumentato di oltre il 70%).

L’attività di investimento delle imprese ha continuato a espandersi a ritmi moderati. Secondo il sondaggio della Banca d’Italia, i piani di investimento per il 2016 formulati a inizio anno, che indicavano un aumento della spesa, sono stati rivisti al rialzo da poco più di un quarto delle imprese e confermati da oltre il 60%. Da una recente rilevazione interna condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sulla rete dei gestori del Gruppo, emerge come i maggiori ostacoli ai piani d’investimento delle imprese piemontesi siano l’incertezza dei mercati e la burocrazia, la dotazione infrastrutturale italiana, il livello di domanda atteso, l’età dell’imprenditore e il livello di redditività aziendale.

Nel 2016 il valore delle esportazioni piemontesi di merci ha raggiunto gli 11 miliardi di euro, in lieve aumento (+0,8%) rispetto al corrispondente periodo del 2015. La dinamica evidenziata è stata differenziata a seconda dei settori. Il comparto dei metalli ha subìto una flessione dell’1,1% delle vendite oltre confine. Una crescita modesta delle esportazioni ha caratterizzato il comparto meccanico ed un incremento più sostenuto è stato realizzato dai mezzi di trasporto (+1,5%), che avevano subìto forti flessioni nei due trimestri precedenti, e dall’alimentare (+2,5%).

L’Ue 28 si è confermata la principale area di riferimento per le esportazioni regionali, convogliando il 55,3% delle vendite sui mercati esteri, a fronte del 44,7% diretto al resto del mondo. La dinamica positiva ha coinvolto i due principali partner dell’Unione europea (Germania +3,3% e Francia +3,6%), mentre un calo ha caratterizzato le esportazioni verso la Spagna (-1,7%), il Regno Unito (-1,6%) e la Polonia (-2,0%). Sul fronte dei mercati Extra-Ue 28 segnano ancora un calo gli Stati Uniti (-26,3%), la Svizzera (-13,0%) e il Brasile (-5,2%), mentre raddoppiano le esportazioni verso la Cina e crescono del 28,5% quelle dirette in Turchia.

Nella prima parte del 2016 la congiuntura nelle costruzioni è rimasta debole: i tenui segnali di miglioramento emersi nei primi mesi dell’anno non sono stati confermati nei periodi più recenti.

Nel comparto della realizzazione di nuove abitazioni non sono emersi segnali di ripresa, come emerge dai dati più recenti sui permessi di costruire di fonte Istat. La significativa accelerazione delle compravendite di immobili residenziali (25,1% su base annua nel primo semestre, secondo i dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate, OMI) continuerebbe infatti a interessare soprattutto immobili usati, per i quali gli acquirenti hanno maggiori margini di contrattazione sul prezzo rispetto a quelli delle abitazioni nuove.

Il settore dei servizi ha continuato a beneficiare del graduale recupero dei consumi, come emerge anche dalle indicazioni sulle vendite delle imprese del comparto del commercio e della ristorazione del campione della Banca d’Italia. Tra i beni di consumo durevoli, le immatricolazioni di auto in regione sono ancora aumentate (19,3% nei primi 9 mesi dell’anno; 9,2% nel 2015).

Un contributo positivo è venuto anche dal comparto turistico: in base ad elaborazioni su dati provvisori della Regione Piemonte, nei primi 8 mesi del 2016 sia gli arrivi sia le presenze di turisti sono nuovamente

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saliti, soprattutto per la componente nazionale. Il numero dei passeggeri transitati negli aeroporti piemontesi è ulteriormente cresciuto (7,5% nei primi 8 mesi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; 3,5% nel 2015), grazie anche alla ripresa dei transiti di passeggeri italiani (10,1%; -1,2% nel 2015). Il traffico aeroportuale di merci ha, invece, continuato a contrarsi.

Nel 2016 il numero degli occupati in Piemonte ha superato le 1.800 mila unità. Il comparto delle altre attività dei servizi accoglie il 46,6% degli occupati, seguito dall’industria in senso stretto, con un quarto degli occupati totali, e dal comparto che raggruppa le attività del commercio, alberghi e ristoranti (18,6%). Il peso delle costruzioni e dell’agricoltura si attesta rispettivamente al 5,2% e al 3,2%.

Anche la dinamica dei principali indicatori riferiti al mercato del lavoro piemontese conferma un quadro in miglioramento rispetto al 2015. Il tasso di occupazione sale al 65,0 % circa, mentre il tasso di disoccupazione scende al 8,5%.

Nella prima parte dell’anno in corso il credito bancario alla clientela residente in regione è tornato a crescere, seppur debolmente (0,5% nei dodici mesi terminanti a giugno del 2016). Vi hanno contribuito l’accelerazione dei prestiti alle famiglie consumatrici e la ripresa di quelli alle imprese, concentrata tra le aziende con almeno 20 addetti. Su queste dinamiche hanno influito, secondo la rilevazione della Banca d’Italia presso i principali intermediari che operano in Piemonte (Regional Bank Lending Survey, RBLS), sia l’ulteriore crescita della domanda sia condizioni di offerta distese.

L’espansione della domanda di prestiti da parte delle imprese è proseguita nella prima metà del 2016. L’incremento è ancora riconducibile alle aziende manifatturiere e del terziario, mentre la domanda di finanziamenti del comparto edile è rimasta debole. Le richieste di nuovi prestiti sono state indirizzate principalmente al sostegno del capitale circolante e al finanziamento degli investimenti produttivi; si è invece attenuato il contributo delle ristrutturazioni di posizioni debitorie pregresse.

Il proseguimento della fase congiunturale moderatamente positiva ha favorito un ulteriore graduale miglioramento della qualità del credito in regione. L’andamento è riconducibile alle imprese di tutti i comparti di attività, incluse le costruzioni nelle quali l’indicatore rimane comunque su livelli assai elevati. Il rapporto riferito alle famiglie consumatrici è rimasto sostanzialmente invariato.

Nel 2016 la domanda rivolta alle imprese industriali liguri si è innalzata. Secondo il sondaggio congiunturale condotto in settembre dalla Banca d’Italia su quasi 130 aziende industriali con almeno 20 addetti, i casi di aumento del fatturato hanno prevalso su quelli di diminuzione.

L’aumento delle vendite ha permesso un miglioramento della redditività netta dell’industria regionale, che aveva conseguito un progresso già nel 2015.

Con riferimento ai settori merceologici il clima di fiducia tra le aziende della cantieristica navale continua ad essere positivo, con aspettative ottimistiche su un più elevato livello occupazionale nel prossimo futuro, dettato da una maggiore produzione, trainata dall’export. Elevata fiducia si respira anche nel settore dell’industria alimentare; nonostante una prevedibile contrazione dell’export, produzione, ordinativi e fatturato sono indicati in aumento. Bene anche l’occupazione. Le aziende metalmeccaniche vedono ridursi sensibilmente l’ottimismo sinora dimostrato circa un’ulteriore espansione delle esportazioni: l’indicatore cala sino a assestarsi appena sopra la parità. Ciò influenza sia le attese circa la produzione industriale sia riguardanti il fatturato. Il livello di fiducia per quanto riguarda gli ordini rimane invece sui livelli precedenti, bilanciato da un maggior contributo di quelli derivanti dalla domanda interna. Un moderato ottimismo caratterizza il sentiment delle aziende operanti nell’automazione, elettronica e telecomunicazioni. Lo stesso avviene tra le aziende tessili e dell’abbigliamento e tra quelle della carta, cartotecniche, dell’editoria e delle arti grafiche.

Nel settore dell’impiantistica si registra un aumento degli ordinativi e del fatturato, stabili invece tutte le altre voci. Le note negative riguardano l’attività produttiva delle aziende della plastica e gomma, attesa in diminuzione e accompagnata dalla stagnazione di ordini e fatturato. Anche le aziende chimiche e

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farmaceutiche denunciano aspettative in peggioramento per quanto riguarda il proprio giro di affari, essendo prevista una contrazione del volume di ordini.

Continuano le difficoltà degli operatori attivi nell’estrazione di ardesia e materiali da costruzione, che segnalano un calo di tutte le voci analizzante a maggior riprova delle difficoltà che la filiera delle costruzioni, soprattutto edili, sta continuando ad attraversare.

Permane un modesto ottimismo circa le nuove assunzioni: anche nel 2016, infatti, l’occupazione a tempo indeterminato continua a rimanere privilegiata, incentivata dalle norme introdotte dal Jobs Act e dalla riconferma degli sgravi contributivi, seppur per importi e durata inferiori rispetto a quelli vigenti per il 2015.

Nel primo semestre del 2016 le esportazioni liguri a prezzi correnti sono rimaste invariate rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Sulla stagnazione delle vendite estere ha influito il calo, pari a un terzo, dei prodotti petroliferi raffinati, anche per effetto della diminuzione delle relative quotazioni; vi si è contrapposto il risultato positivo della cantieristica navale, caratterizzata da prolungati cicli di produzione.

Le importazioni a prezzi correnti hanno continuato a diminuire (-4,8%), ma in misura attenuata rispetto a quanto osservato nel 2015 (-7,0%). Gli acquisti dall’estero di prodotti petroliferi sono scesi di oltre il 30%, quelli di prodotti in metallo di quasi il 20%, anche a causa del calo dei prezzi di acquisto; essi sono stati in parte bilanciati dall’aumento delle importazioni di mezzi di trasporto, connesso alla ripresa delle immatricolazioni di autoveicoli.

Nella prima parte del 2016 l’attività nel settore edile in Liguria è rimasta debole. Il numero di imprese di costruzioni in Liguria si è ridotto dell’1,0% sui dodici mesi.

Nei primi nove mesi dell’anno, in base ai dati ANFIA, le immatricolazioni di autovetture in Liguria hanno registrato un aumento dell’11,3%, al di sotto del dato medio nazionale (17,4%). Secondo i dati Infocamere-Movimprese riferiti allo scorso mese di giugno, il numero delle imprese commerciali attive è leggermente diminuito nei dodici mesi; la riduzione ha interessato sia le aziende del commercio all’ingrosso, sia quelle al dettaglio.

Nel primo semestre del 2016 il traffico mercantile complessivo presso i porti della Liguria ha registrato un decremento del 3,9% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Tale riduzione ha riguardato tutte le tipologie di merci (rinfuse liquide e solide e merci varie).

In base ai dati cumulati fino al mese di agosto, il movimento di passeggeri presso l’aeroporto di Genova è diminuito dell’8,4%, in controtendenza rispetto all’aumento del 4,3% registrato in Italia.

Secondo i dati forniti dalla Regione, nei primi sette mesi del 2016 le presenze di turisti in Liguria sono cresciute del 5,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente; l’incremento è riconducibile in misura maggiore ai turisti stranieri (8,6%), mentre la componente nazionale è aumentata del 4,1%. L’aumento delle presenze è stato più elevato nelle province di La Spezia e di Genova (rispettivamente 11,6% e 7,8%), seguite da Savona e Imperia (4,8% e 1,4%). I turisti hanno accresciuto i pernottamenti soprattutto presso le strutture extralberghiere (8,1%).

Secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nel primo semestre del 2016 la ripresa del mercato del lavoro in Liguria si è sostanzialmente arrestata: la crescita degli occupati si è limitata allo 0,2% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, a fronte di un aumento più vivace nel Nord Ovest e in Italia (intorno all’1,5%).

Nel primo semestre del 2016 i prestiti bancari al settore privato non finanziario ligure sono tornati ad aumentare: nei dodici mesi terminanti a giugno sono cresciuti dello 0,7%. L’incremento è stato maggiore per i finanziamenti alle famiglie consumatrici; il credito alle imprese è invece aumentato marginalmente, e

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solo per quelle di maggiori dimensioni. Nei mesi estivi la crescita nei confronti del settore privato non finanziario si è leggermente rafforzata (1,1% ad agosto).

Nel primo semestre del 2016 si è interrotta la riduzione del credito al settore produttivo ligure. Tenendo conto non solo dei prestiti bancari, ma anche di quelli delle società finanziarie, il tasso di variazione su base annua dei finanziamenti è stato pari allo 0,2% (-2,4% a dicembre 2015). Tale dinamica ha riflesso l’aumento del credito al comparto manifatturiero (16,1%), che ha beneficiato del fabbisogno connesso a operazioni di finanza straordinaria di imprese di grandi dimensioni. Hanno invece continuato a ridursi, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto alla fine del 2015, i finanziamenti al terziario e alle costruzioni (rispettivamente -1,5% e -2,7%). Le condizioni economiche applicate dalle banche al comparto produttivo hanno continuato a riflettere l’orientamento fortemente espansivo della politica monetaria dell’Eurosistema; anche le imprese industriali e dei servizi con almeno 20 addetti contattate per il sondaggio della Banca d’Italia ne hanno segnalato un miglioramento.

Nello stesso periodo la crescita dei prestiti delle banche e delle società finanziarie alle famiglie consumatrici si è leggermente rafforzata (1,2% su base annua a giugno; 0,9% a dicembre 2015), riflettendo sia l’accelerazione del credito al consumo (5,1%), sia il ritorno a tassi di variazione positivi dei mutui (1,0%), dopo una riduzione che si protraeva dal 2012.

Per quanto riguarda la qualità del credito, il flusso di nuove sofferenze rettificate in rapporto ai prestiti vivi si è sostanzialmente stabilizzato, portandosi al 2,5%. Il dato riferito alle imprese è calato al 3,4%, mentre quello relativo alle famiglie consumatrici è aumentato marginalmente, portandosi all’1,4%; entrambi i valori si collocano al di sotto delle rispettive medie nazionali. Le costruzioni si confermano essere il comparto connotato da maggiore rischiosità.

A giugno 2016 i depositi bancari delle famiglie e delle imprese liguri, che insieme con i titoli a custodia costituiscono la principale componente del risparmio finanziario, hanno ripreso ad aumentare (1,0%), dopo la stagnazione registrata a fine 2015. depositi delle sole famiglie consumatrici, che rappresentano oltre i quattro quinti del totale e ne costituiscono la componente più stabile, hanno accelerato (3,8%). In un contesto caratterizzato da elevata volatilità dei mercati finanziari e da rendimenti molto contenuti, la preferenza per la liquidità espressa dai risparmiatori si è riflessa in un sostenuto incremento dei conti correnti; le forme tecniche vincolate o a scadenza protratta hanno invece continuato a ridursi. Il valore di mercato dei titoli detenuti dalle famiglie consumatrici in custodia e amministrazione presso il sistema bancario è diminuito del 9,6%. Il calo, che riflette anche la flessione delle quotazioni, ha riguardato tutte le principali categorie di attività finanziarie; le quote di fondi comuni di investimento, che rappresentano oltre il 40% del totale e che per tutto il 2015 erano aumentate in maniera significativa, sono diminuite del 4,5%.

Il settore del credito cooperativo

A dicembre 2016 si registrano 335 BCC-CR (pari al 54,8% del totale delle banche operanti in Italia), con 4.311 sportelli (pari al 14,9% del sistema bancario). Nel corso degli ultimi mesi il numero delle BCC-CR è diminuito significativamente in seguito a operazioni di aggregazione tra BCC-CR e di acquisizione di BCC in crisi da parte di Banca Sviluppo s.p.a.

Ciò ha comportato significative conseguenze sulle statistiche aggregate (strutturali e patrimoniali) delle banche della categoria. Le BCC-CR sono presenti in 101 province e in 2.660 comuni e in 573 comuni le BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria. Il numero totale dei soci è pari a dicembre 2016 a 1.250.922 unità, con un incremento dello 0,2% su base d’anno. Tale dinamica è il risultato della crescita dello 0,4% del numero dei soci affidati, che ammontano a 487.495 unità e della sostanziale stazionarietà del numero di soci non affidati, che ammontano a 763.427 unità.

I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del 2016 a 30.475 unità, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-2,9%); alla stessa data nella media dell’industria bancaria si registra una contrazione degli organici pari al -1,6%. I dipendenti complessivi del Credito Cooperativo, compresi quelli delle società del sistema, approssimano le 36.000 unità.

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Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR sono pari a dicembre a 132,9 miliardi di euro (-0,8%, a fronte del -0,6% registrato nell’industria bancaria). A livello territoriale la situazione appare diversificata: nell’area Centro si rileva una crescita degli impieghi a residenti (+1,9%). La quota di mercato degli impieghi delle BCC-CR, invariata rispetto alla fine del III trimestre, è pari al 7,2%. I finanziamenti alle imprese erogati dalle BCC-CR sono pari 81,7 miliardi di euro (-3,1% contro il -2,3% del sistema bancario complessivo). La quota di mercato delle BCC-CR per questa tipologia di prestito è del 9,5%. Le informazioni riferite a dicembre 2016 evidenziano una modesta riduzione su base d’anno dello stock di impieghi a clientela in linea con quanto registrato nell’industria bancaria (-0,8% contro -0,6%). Gli impieghi BCC crescono sensibilmente nell’area Centro (+1,9%).

Con riferimento ai settori di destinazione del credito degli impieghi a residenti, si registra una variazione positiva degli impieghi a famiglie consumatrici (+3%), superiore a quella registrata nella media di sistema (+1,6%). Gli impieghi a famiglie produttrici sono in diminuzione (-2,7% contro -3,4% della media di sistema). Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito permangono molto elevate: 17,9% nel credito a famiglie produttrici, 8,6% nel credito a famiglie consumatrici, 8,5% nei finanziamenti a società non finanziarie. Risulta molto elevata anche la quota BCC nel mercato dei finanziamenti al settore non profit: 13,5%.

Con riguardo alle aree geografiche di destinazione del credito, si sottolinea la crescita rilevante dei finanziamenti alle famiglie consumatrici nell’area Centro (+4,9%) e nell’area Nord Ovest (+4,4%). A dicembre 2016 dei circa 95 miliardi di mutui erogati dalle BCC-CR, 39 miliardi sono mutui destinati all’acquisto di immobili residenziali (il 41,6% del totale, percentuale leggermente superiore a quanto rilevato nell’industria bancaria).

I mutui destinati all’acquisto di immobili residenziali risultano per le BCC-CR in crescita del 5,4% a fronte dello 0,6% rilevato nella media del sistema bancario.

La crescita di tale tipologia di mutui risulta più marcata per le BCC del Nord-Ovest (+8,3%). L’88,4% dei mutui erogati dalle BCC-CR per acquisto immobili residenziali è in bonis (90,1% nella media di sistema). L’evidenza riscontrata per il sistema è influenzata dalle politiche di cartolarizzazione dei mutui residenziali non performing frequentemente poste in essere dalle grandi banche.

A dicembre 2016 lo stock di sofferenze lorde delle BCC-CR è pari 15,9 miliardi di euro (compresi gli interessi di mora), in leggera diminuzione rispetto al precedente trimestre. Su base d’anno si rileva un tasso di incremento del 3,8%, in controtendenza con sostanziale stazionarietà rilevata nel sistema bancario complessivo (-0,03%). Le inadempienze probabili sono pari a 9,5 miliardi (compresi gli interessi di mora), in progressiva diminuzione negli ultimi dodici mesi. Il rapporto sofferenze lorde/impieghi delle BCC, in leggero contenimento rispetto a settembre, è pari per le banche della categoria al 12% (10,9% nell’industria bancaria). Il rapporto inadempienze probabili/impieghi, in progressiva sensibile diminuzione negli ultimi dodici mesi, è pari al 7,1% (6,3% nel sistema bancario).

I dati di dicembre 2016 confermano la progressiva attenuazione nella dinamica della crescita complessiva del credito deteriorato rilevata nel periodo più recente. A dicembre i crediti deteriorati complessivi lordi della BCC-CR ammontano a 26,5 miliardi di euro in riduzione del 2,5% su base d’anno e inferiori di oltre

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1 miliardo rispetto a quanto rilevato alla fine del precedente trimestre. Il rapporto crediti deteriorati totali/impieghi , in sensibile contenimento rispetto a settembre, è pari al 19,9%.

A dicembre 2016 si segnala una lieve riduzione dello stock di sofferenze lorde delle BCC-CR rispetto alla fine del III trimestre dell’anno. Su base d’anno si rileva ancora una sensibile crescita (+3,8%), in controtendenza con la sostanziale stazionarietà registrata nella media dell’industria bancaria (-0,04%). La crescita delle sofferenze è più pronunciata nell’area Centro. Il rapporto sofferenze/impieghi passa dal 12,1% di settembre al 12% di dicembre e risulta ancora superiore di 1 punto percentuale alla media dell’industria bancaria (10,9%, in leggera crescita dal 10,8% di settembre). Si mantiene piuttosto contenuto, in contenimento rispetto alla fine del III trimestre 2016 e inferiore all’industria bancaria nel suo complesso il rapporto sofferenze/impieghi alle famiglie consumatrici (rispettivamente 5,8% per le BCC-CR e 7,1% per il sistema bancario complessivo). Risulta in riduzione e significativamente più basso per la Categoria rispetto alla media di sistema anche il rapporto sofferenze/impieghi alle famiglie produttrici (10,8% contro 18%).

Nell’ultimo trimestre dell’anno la provvista delle BCC-CR ha fatto registrare una certa ripresa, determinata dalla crescita della componente costituita dalla raccolta da clientela. A dicembre 2016 la provvista totale delle banche della categoria è a 195 miliardi di euro, in crescita di quasi 2 miliardi rispetto alla fine del III trimestre dell’anno. Su base d’anno la variazione permane lievemente negativa (-0,9% a fronte del +0,3% rilevato nell’industria bancaria). Alla stessa data la raccolta da clientela delle BCC-CR ammonta a 160,7 miliardi, in crescita rispetto a settembre (+1,3% nel trimestre), ma in diminuzione su base d’anno (-0,7% in linea con –0,6% rilevato per il complesso delle banche).

Le componenti della raccolta da clientela più liquide fanno registrare un trend positivo, sia su base trimestrale che su base d’anno, mentre la raccolta a scadenza mostra una decisa contrazione. In particolare, i conti correnti passivi sono cresciuti dell’11,2% su base d’anno, in linea con la media dell’industria bancaria, e del 7% solo negli ultimi tre mesi. Le obbligazioni emesse dalle BCC presentano, al contrario, una significativa contrazione (-24,8% contro il -16,4% dell’industria bancaria). La raccolta da banche delle BCC-CR è pari a dicembre 2016 a 34,2 miliardi di euro (-1,9% contro il +2,6% dell’industria su base d’anno). La provvista complessiva delle banche della categoria risulta composta per l’82,2% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il 17,8% da raccolta interbancaria. La composizione risulta significativamente diversa per la media dell’industria dove l’incidenza della raccolta da banche è notevolmente superiore, pari al 28,7% alla fine del III trimestre dell’anno in corso.

All’interno della raccolta da clientela delle BCC-CR l’incidenza dei conti correnti passivi, dei C.D. e delle obbligazioni permane superiore alla media delle banche.

Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, l’aggregato “capitale e riserve” (da flusso di ritorno –dati statistici mensili) è pari a dicembre 2016 a 19,9 miliardi di euro (-1,8 %).

Il Tier1/CET1 ratio ed il Total Capital Ratio delle BCC sono pari a dicembre 2016 rispettivamente al 16,9% ed al 17,3%.

La riforma del credito cooperativo

Il 2016 la riforma per il Credito Cooperativo è stato segnato da tre passaggi particolarmente significativi, tutto sommato “storici”:

• l’approvazione del decreto legge di Riforma il 14 febbraio, • l’emanazione della legge di conversione l’8 aprile, • la pubblicazione delle disposizioni attuative della Banca d’Italia il 2 novembre, con l’aggiornamento

della Circolare n. 285, del 17 dicembre 2013.

Il Consiglio Nazionale di Federcasse aveva individuato, a partire dalla primavera del 2015, undici grandi obiettivi strategici da raggiungere nel confronto con le Autorità. Dieci di essi sono stati conseguiti:

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1. salvaguardare il protagonismo delle basi sociali e l’autonomia (se meritata) delle Assemblee dei Soci;

2. rendere più stabili e competitive le BCC integrandole in un Gruppo Bancario di natura e finalità cooperativa;

3. prevedere un sistema di garanzie incrociate basato sull’efficacia della prevenzione di gestioni incapaci e azzardate;

4. basare l’integrazione delle BCC nel Gruppo sul contratto di coesione, prevedendo regole modulate in ragione del grado di rischiosità della singola BCC (una proporzionalità ancorata all’approccio risk based);

5. costruire un assetto della Capogruppo e una strategia di governance ispirati ad una logica di servizio alle BCC;

6. aprirsi a capitali esterni senza cedere il controllo della maggioranza delle azioni della Capogruppo che necessariamente doveva essere una società per azioni;

7. valorizzare la dimensione territoriale del Credito Cooperativo; 8. stabilire requisiti qualitativi e dimensionali del Gruppo e della Capogruppo al fine di poter contare

su risorse adeguate per garantire stabilità e investimenti in competitività; 9. puntare all’unità del Credito Cooperativo anche con una soglia di capitale della Capogruppo

sufficientemente elevata e di salvaguardare le specificità delle Casse Raiffeisen; 10. prevedere uno strumento temporaneo finalizzato ad agevolare, nella fase transitoria, i processi di

consolidamento e aggregazione fra BCC.

La “piattaforma” del Credito Cooperativo prevedeva anche due ulteriori obiettivi: evitare che venisse stabilita una soglia minima di capitale per le BCC e che la singola azienda perdesse la propria licenza bancaria: entrambi sono stati pienamente raggiunti.

Il 2 novembre scorso la Banca d’Italia ha emanato le Disposizioni sul Gruppo Bancario Cooperativo, dopo la fase di consultazione conclusasi il 13 settembre.

L’Autorità di Vigilanza ha accolto in diversi ambiti le indicazioni e proposte formulate dalla Federazione Italiana delle BCC a nome del Sistema, anche in termini di “chiarimenti”, avviando così la costruzione di una importante base interpretativa delle Disposizioni.

Con riferimento alle caratteristiche proprie delle Banche di Credito Cooperativo e al loro scopo mutualistico, la Banca d’Italia osserva che le finalità mutualistiche permangono e costituiscono un obbligo in capo a tutti i membri del Gruppo bancario cooperativo.

Di rilievo appare, inoltre, la sottolineatura della Banca d’Italia secondo la quale, al di fuori degli ambiti prudenziali richiamati dalle Disposizioni, proprio al fine di salvaguardare l’autonomia contrattuale e la libertà imprenditoriale dei soggetti vigilati, le parti hanno la piena facoltà “di definire i contenuti e le soluzioni organizzative del gruppo per perseguire legittime finalità d’impresa cooperativa”.

Per la Banca e per tutto il Credito Cooperativo, dunque, nel 2016 si è conclusa la definizione della cornice normativa della Riforma, che è pertanto passata alla sua fase attuativa.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

La gestione mutualistica

La Banca dei Soci

La natura cooperativa del Gruppo bancario Banca d’Alba si fonda su principi imprescindibili quali il primato e la centralità della persona, lo sviluppo sostenibile, il bene comune.

Per soddisfare le esigenze della compagine sociale serve una banca solida e dinamica, che offra sempre maggiori opportunità, anche nel campo extrabancario.

Prendersi cura è il modo migliore per far crescere il rapporto di fiducia con i Soci: da oltre vent’anni il Gruppo bancario Banca d’Alba ha puntato sulla tutela della salute, ma è pronta anche a sostenere i progetti di comune interesse e utilità nei vari territori in cui opera, oltre a proporre sempre nuove iniziative per il tempo libero delle persone di ogni età.

Il Gruppo bancario Banca d’Alba indirizza la propria attività prevalentemente a favore dei Soci per valorizzare la ricchezza dove viene generata, per dare opportunità e spazi di sviluppo economico e umano a chi sul territorio risiede e opera.

Il territorio lo sa e risponde: oggi il Gruppo bancario Banca d’Alba è un riferimento costante per una comunità che cresce ogni giorno.

Informazioni sulle ragioni delle determinazioni assunte con riguardo all’ammissione dei nuovi soci ai sensi dell’art. 2528 del codice civile

L’esercizio 2016 ha segnato un momento importante per il Gruppo bancario Banca d’Alba, con il supe-ramento dei 50.000 Soci, risultato che consolida ulteriormente il primato italiano nel movimento del Cre-dito Cooperativo.

È una comunità nella comunità, un riferimento costante sia a livello economico che a livello sociale per il territorio.

Il momento annuale dell’Assemblea, con una partecipazione unica in Italia a livello numerico, è l’esempio più concreto del legame tra il Gruppo bancario e i Soci, che ne condividono i principi ed i valo-

ri, cosi come i diritti ed i doveri, come enunciato dall’articolo 9 dello statuto che prevede l’obbligo di col-laborare al buon andamento del Gruppo bancario, operando in modo significativo con essa.

Ogni giorno le nostre 70 filiali in Piemonte e Liguria ricevono richieste di ammissione alla compagine so-ciale, un segnale che evidenzia quanto la nostra comunità cooperativa sia apprezzata per dinamismo e so-lidità.

All’atto dell’ammissione, i Soci sono tenuti al versamento, oltre che del valore nominale dell’azione, pari a euro 2,58, del sovrapprezzo invariato dal 2004 che ammonta a euro 217,42.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

È proseguito il costante incremento dei partecipanti al capitale della Banca, passati dai 7.399 del 1998 – anno di nascita del Gruppo bancario dalla fusione delle tre Casse Rurali di Diano d’Alba, Gallo Grinzane e Vezza d’Alba - ai numeri attuali.

Al 31 dicembre 2016 i Soci erano 50.360, in crescita netta di 2.520 (+5,3%) rispetto al 2015.

I Soci usciti nel 2016 sono stati 632: 547 persone fisiche e 85 persone giuridiche.

Evoluzione quantitativa dei soci nel 2016

Il 95% dei Soci è rappresentato da persone fisiche; in particolare, gli ingressi del 2016 hanno riguardato per il 97% persone fisiche e quindi per un totale di 3.057 ammissioni su 3.152 totali.

Distribuzione % Soci per classi di età

Al fine di realizzare un continuo rinnovamento della compagine sociale, prosegue per i giovani con meno di 24 anni di età la particolare agevolazione all’ingresso, deliberata dall’Assemblea ordinaria di maggio 2009: coloro che presentano domanda di ammissione entro il giorno di compimento del 24° anno di età, possono infatti diventare Soci pagando solo il valore nominale dell’azione e sono esentati dal pagamento del sovrapprezzo.

L’iniziativa per under 24 anni nel 2016 ha visto l’adesione di 1.015 giovani pari al 32% sul totale di 3.152 nuove ammissioni. Se estendiamo il calcolo ai giovani under 30, le adesioni aumentano a 1.230 nell’anno per arrivare ad un totale di oltre 9.184, che rappresenta il 19% della compagine sociale costituita da per-sone fisiche (48.082).

totale

di cui

persone

fisiche

% su tot

di cui

persone

giuridiche

% su tot

Soci al 31/12/2015 47.840 45.572 95% 2.268 5%

Soci ammessi nel 2016 3.152 3.057 97% 95 3%

Soci usciti nel 2016 632 547 87% 85 13%

Soci al 31/12/2016 50.360 48.082 95% 2.278 5%

Variaz. 2016/2015 2.520 2.510 100% 10 0%

Variaz. % 2016/2015 5,3% 5,5% 0%

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

Ripartizione Soci persone fisiche per genere

Le ammissioni nel 2016 sono rappresentate per il 47% dalle donne mantenendo così la presenza femmini-le nella compagine sociale al 44% del totale dei Soci.

Età media della compagine sociale

L’età media dei Soci è aumentata a 49,5 anni ed è sostanzialmente omogenea tra le aree storiche del Gruppo bancario. Nel Torinese troviamo la media di età più giovane (47,8), mentre nel Canavese la media più alta (50,5).

L’età media dei soci entrati nel 2016 è di 38,4 anni (34,8 anni nella zona Albese), mentre quella dei soci usciti è di 58,3 anni.

Soci al 31/12/2016 per area territoriale

Con riferimento all’area territoriale, si evidenzia che il 52% dei Soci opera con le filiali delle aree storiche di Al-ba, Langhe e Roero ed il 19% con le filiali dell’Astigiano; la restante quota è distribuita tra il Torinese (9%), il Po-nente Ligure (8%) il Canavese (5%), l’Alessandrino (4%) e il Verbano Cusio Ossola (3%).

Criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 L.59/92 e dell’art. 2545 c.c.

Il momento culmine della vita democratica della grande comunità dei Soci è l’Assemblea: l’ultima si è tenuta ad Alba il 29 maggio 2016, ed ha visto la partecipazione di ben 14.073 Soci in prima per-sona e 109 Soci tramite delega, per una presenza complessiva pari al 30% del totale dei 47.984 Soci aventi diritto di voto alla data dell’Assemblea. Come ormai tradizione sono state assegnate tre borse di studio a studentesse universitarie che hanno elaborato una tesi di laurea sul Gruppo bancario Banca d’Alba ed è stata premiata la socia più giovane.

La giornata ha registrato un momento importante con il discorso del Presidente, Felice Cerruti, che ha deciso per ragioni personali di non ricandidarsi dopo una esperienza cinquantennale nel Credito Coopera-tivo, di cui 36 alla presidenza del Gruppo bancario Banca d’Alba.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

L’Assemblea, alla presenza dei massimi vertici del movimento cooperativo italiano, ha approvato il conferimento del titolo di Presidente Onorario del Gruppo bancario Banca d’Alba a Felice Cerruti “per il suo ruolo fondamentale al successo ed alla crescita del Gruppo bancario Banca d’Alba negli anni”.

Dopo aver approvato all’unanimità un bilancio molto positivo, i Soci sono stati chiamati a votare per eleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione e il nuovo Collegio Sindacale.

L’esito delle votazioni, giunto nel tardo pomeriggio dopo attenta verifica degli scrutatori mediante lettura ottica elettronica, ha sancito la scelta della compagine sociale di premiare la continuità, confermando la lista proposta dal Consiglio di Amministrazione uscente.

Pochi giorni dopo l’Assemblea, è stato convocato il Consiglio di Amministrazione, nel quale gli ammini-stratori hanno deciso all’unanimità: il nuovo Presidente del Consiglio di Amministrazione è Tino Corna-glia, il Vice Presidente è Pierpaolo Stra, nominato Presidente del Comitato Esecutivo e Amministratore con deleghe per rappresentare la Banca in tutte le fasi del processo di riforma del Credito Cooperativo e la conseguente costituzione del nuovo Gruppo Bancario.

Sempre molto apprezzata in Assemblea è la presenza di stand commerciali su temi di interesse quali il fondo pensione, i mutui casa, il telepass e il nuovo sistema di pagamento elettronico Satispay, la nuova App del Gruppo bancario Banca d’Alba (già scaricata da oltre 20.000), l’agricoltura, le carte di pagamento, il comparto assicurativo, che si sono aggiunti ai tradizionali spazi riservati all’Ufficio Soci, ai centri medici gestiti dalla Cooperativa Sociale Centotorri e alla Fondazione Banca d’Alba.

Terminata l’Assemblea ed il buffet riservato ai Soci presenti, l’attenzione si è spostata nel centro storico con animazioni ed eventi per tutta la popolazione, i turisti ed i curiosi. La novità as-soluta è stata la presenza in tutto il centro cittadino di stand alle-stiti da cooperative locali, che hanno dato vita ad un pomeriggio incentrato sul tema “Cooperare”, che ha dato nome all’iniziativa.

Oltre all’Assemblea vi sono stati nell’anno ulteriori occasioni di incontro con la compagine sociale: domenica 10 aprile si è tenuta

nel Canavese a Vische un incontro plenario che vede coinvolti tutti i Soci canavesani di Banca d’Alba.

Altro appuntamento importante nella vita del Gruppo bancario si è tenuto a Verduno (Cn) domenica 10 luglio, dove come consuetudine il Gruppo bancario ha premiato la fedeltà, festeggiando e ringraziando i Soci Benemeriti, ovvero coloro che vantano oltre trentacinque anni di par-tecipazione alla compagine sociale.

Durante la cerimonia è stata effettuata la consegna degli omaggi a ben 137 Soci: tra di essi 85 sono Soci da 35 an-ni, 45 da 40 anni e 7 da ben 50 anni. Sono stati inoltre invitati alla festa 22 Soci che appartengono alla compagi-ne sociale da oltre 50 anni. A seguire il momento conviviale del pranzo, occasione di aggregazione e di festa.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

Ma il rapporto tra il Socio e la Banca continua ogni giorno in filiale, così come attraverso il sito internet, che conta milioni di visualizzazioni ogni anno e altri importanti canali di dialogo, quali la rivista “Cento Torri”, pubblicazione che ha come protagonista e destinatario il singolo associato: su ogni numero infatti compaiono racconti e storie di Soci che svolgono attività o coltivano passioni particolari; a corredo la Banca capogruppo informa tutti i destinatari della rivista sulle attività extrabancarie che il Gruppo bancario Banca d’Alba sviluppa e realiz-za per il proprio territorio di competenza.

Con riferimento all’offerta di servizi culturali e di assistenza, occorre innanzitutto evidenziare che lo stretto rapporto con i territori in cui il Gruppo bancario opera ha consentito di supportare quelle iniziative che promuovono la crescita sociale e culturale, favoriscono la coesione e producono benessere e valore per la collettività. Sono stati 512 gli in-terventi, le erogazioni di contributo e per sponsorizzazioni in cui, a fronte della promozione del nome della Banca, sono state sostenute iniziative e manifestazioni ricreativo-culturali, per un totale di 334.000 euro.

Il Gruppo bancario Banca d’Alba ha presentato nel 2016 una serie di percorsi formativi che hanno visto coinvolti gli istituti scolastici locali, con migliaia di bambini e ragazzi delle scuole elementari, medie e su-periori che hanno potuto avvicinarsi a temi di assoluta attualità, proposti con un taglio decisamente inno-vativo.

Gli appuntamenti proposti sono stati di altissimo livello formativo, sfruttando l’originalità per creare maggiore consapevolezza tra i bambini su temi importanti: dal risparmio al cyberbullismo, dalla fisica spiegata attraverso la giocoleria alla socialità dei giovani all’epoca dei Pokemon Go.

Prosegue il trend positivo di RuotaLibera, l’associazione dei giovani Soci del Gruppo bancario Banca d’Alba nata quattro anni fa in seno all’Assemblea, riservata ai giovani appartenenti alla compagine sociale la cui fascia di età sia compresa tra i 18 e i 30 anni. Al 31 ottobre del 2015 i numeri parlavano di 8.494 Soci, che nel corso degli ul-timi dodici mesi sono diventati 8.881, sfiorando quota 9.000. Un bel traguardo, che racconta di una realtà dinamica e in movimento, che sta radicandosi in tutti i territori in cui il Gruppo bancario Banca d'Alba opera. Oltre alle aree storiche di Langhe e

Roero (che insieme all'Astigiano possono contare su circa 1.650 giovani Soci ciascuna), portano il segno positivo anche Torinese e Liguria (rispettivamente, 675 e 609 Soci), seguiti a ruota da Canavese, Alessan-drino e Verbano-Cusio-Ossola. Il segreto di questa partecipazione sta nel riuscito mix tra momenti ludici e formativi: chiudendo l'anno con un'insolita “Cena con delitto”, si è spaziato dalla consueta presenza all’Assemblea dei Soci del Gruppo bancario Banca d'Alba e al festival agri-rock “Collisioni “di Barolo all'appuntamento sportivo di “Corri sotto le Torri”, corsa non competitiva per la città di Alba, fino alla partecipazione al Forum Nazionale Giovani Soci Federcasse, a Firenze, solo per citare qualche appunta-mento. Senza dimenticare le gite: l'ultima in calendario è stata quella del 6 novembre con una giornata tra-scorsa in Franciacorta tra visite alle cantine e degustazioni di vini tipici della zona, mentre il 2017 si è aperto con l'escursione in montagna per sciatori e ciaspolatori, appuntamento fisso ormai da parecchio tempo. Inoltre, nei primi mesi del nuovo anno, verranno intensificati gli eventi organizzati in collabora-zione con il Gruppo bancario Banca d’Alba – sul territorio torinese, potenziando le attività proposte an-che nel Canavese e nel VCO. Parallelamente verrà proposto un convegno ad Alba (sulla stregua di quanto fatto lo scorso anno parlando di Social Media Marketing, toccando quindi un tema di stretta attualità), allo scopo di offrire ai giovani strumenti sempre aggiornati per confrontarsi con il mondo del lavoro.

Anno ricco di appuntamenti per la Fondazione Banca d’Alba, la cui mission consiste nella promo-zione di iniziative al fine di migliorare la qualità di vita della popolazione.

Sensibilizzare e prevenire sono le azioni che descrivono a pieno le diverse attività di successo realizzate nel corso del 2016.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

Marzo 2016: Fondazione Banca d’Alba, in collaborazione con la Consulta delle Pari Opportunità del Co-mune di Alba, ha promosso ed organizzato un evento legato alla prevenzione dell’Endometriosi: più di cento donne hanno partecipato al convegno per diffondere la conoscenza di questa malattia. L’iniziativa si è conclusa con una camminata per le vie del centro albese.

Maggio 2016 è stato un mese ricco di proposte: la sera del 6 maggio Palazzo Banca d’Alba ha ospitato i ragazzi dell’Associazione “Con Volontà Puoi” per promuovere il libro scritto a più mani da un gruppo di adolescenti che hanno de-scritto la loro esperienza nel superare la malattia; l’evento è sta-to organizzato in collaborazione con l’associazione La Collina degli Elfi.

Sabato 7 maggio Fondazione Banca d’Alba, in collaborazione con L’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato, ha organizzato il convegno “Un dono per la vita” per discutere e diffondere l’importanza del te-ma della donazione degli organi.

Giugno 2016: La Casa di Cura “la Residenza” di Rodello (Cn) ha ospitato il Convegno ECM organizzato da Fondazione Banca d’Alba in collaborazione con ASLCN2, Diocesi di Alba ed il Comune di Rodello dal titolo “Nuove Frontiere nelle Neuroscienze: Neuroplasticità e riabilitazione”.

Fondazione Banca d’Alba nelle giornate del 16,17 e 18 settembre 2016 ha promosso l’iniziativa legata alla prevenzione e cura della nutrizione dei bambini fino ai 1000 giorni di vita: Il convegno ECM “Take care of Children – prendersi cura dei bambini” con il patrocinio della Regione Piemonte, Università deg li studi di Torino, Aslcn2 e Comune di Alba ha ospitato relatori e moderatori di valore scientifico riconosciuto a livello internazionale ed ha ottenuto un rilevante consenso, con 118 persone in sala e numerose autorità intervenute.

Novembre 2016: per il quinto anno consecutivo è stata realizzata “la Giornata Mondiale del diabete” in collaborazione con il servizio di Diabetologia dell’ASLCN2 e grazie alla quale 415 persone sono state sottoposte a screening per valutare il rischio di sviluppare il diabete.

Il 25 novembre, in collaborazione con la società scientifica SIFACT (Società italiana di farmacologia clinica e terapia) e ASLCN2, è stato organizzato il con-vegno accreditato ECM dal titolo: “Gestione dell’anemia: un approccio multidi-sciplinare”.

Nel mese di Dicembre 2016 Fondazione Banca d’Alba, presso i locali del nuovo Centro Medico di Cooperativa Sociale Cento Torri sito in Torino, ha promosso l’iniziativa di “Prevenzione Osteoporosi”: 415 donne sono state sottoposte

all’esame di screening.

L’attività sanitaria specialistica erogata nei Centri Medici Fisioterapici gestita da Cooperativa Sociale Cento Torri nel 2016 ha raggiunto numeri molto positivi.

La convenzione che Banca d’Alba ha stipulato con la Cooperativa ha permesso a circa 6.578 soci di fruire del servizio gratuito per un totale di visite e terapie pari a 111.201.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

Un numero significativo di pazienti privati e di familiari di Socio si sono rivolti ai Centri Medici per un totale di 818 persone. La mission principale è volta a garantire un servizio erogato di quali-tà dove l’attenzione alla salute del paziente è il motore dell’attività.

Gli ottimi risultati sono riconducibili alla grande competenza del personale, sempre in continuo aggiornamento professionale, che opera nelle quattro strutture operative: Vezza d’Alba, Gallo Grinzane, Asti e Albenga.

Gli operatori fisiatri e fisioterapici possono inoltre contare di apparec-chiature all’avanguardia al fine di garantire trattamenti di ultima genera-zione e ad altissimo livello. Perseguendo tale finalità nell’ultimo anno sono state acquistate nuove apparecchiature per la somministrazione di Onde d’urto e Diatermia nonché di ecografi in supporto all’attività fi-siatrica.

La vera novità del 2016 è stata l’apertura del Centro Medico di Torino, in via Nizza 170, in seguito all’autorizzazione n° 534 del 12-09-2016 dell’Assessorato Sanità-Regione Piemonte. Nel corso di questi mesi, infatti, il Centro si è rivelato essere una nuova ed efficace realtà sul territorio tori-nese riscontrando, fin da subito, apprezzamento tra i Soci per la precisione ed efficacia del servizio offerto unito alla cortesia ed affabilità del personale che in esso vi opera.

Nel campo più ludico del tempo libero, l’Ufficio Soci nell’arco dell’anno 2016 ha incrementato e diversificato le proposte di viaggi, soggiorni ed eventi culturali, ot-tenendo così ottimi riscontri da parte dei Soci. Oltre 800 hanno partecipato alle varie iniziative, apprezzando la qualità ed il servizio offerto. Oltre ai consueti e consolidati soggiorni invernali ad Alassio e termali ad Ischia ed Abano Terme, so-no state inserire proposte di villeggiatura dedicate alle famiglie, cuore pulsante della nostra compagine sociale, proponendo soggiorni mare in Sardegna in strutture

adeguate per bambini e ragazzi e crociere; anche per i più giovani sono state dedicate proposte che hanno riscontrato particolare interesse, quali la gita al Salone dell’Auto di Ginevra, a cui hanno partecipato oltre 100 Soci, e concerti musicali.

Decisamente apprezzata anche la pubblicazione della nuova brochure “I nostri viaggi” contenente la programmazione semestrale delle nostre iniziative, stam-pata in 10.000 copie e distribuita in tutte le filiali e centri medici, con lo scopo di migliorare la divulgazione dei nostri viaggi, organizzati con lo scopo di ac-crescere l’aggregazione e la socializzazione della clientela e della compagine so-ciale.

Rimanendo nella sfera socio-sanitaria Banca d’Alba ha donato all’Ospedale “San Lazzaro” di Alba uno strumento e un software che permettano di migliorare e rendere molto più efficaci il monitoraggio e il referto di chi ha problemi di cuore. Grazie alla do-nazione della Banca, l’Ospedale di Alba può effettuare la risonanza magnetica cardiaca, un esame diagnostico avanzato che permette di studiare in modo approfondito tutte le strutture cardiache e, in partico-lare, il miocardio (la parte muscolare del cuore), il suo movimento, la

sua perfusione e la sua vitalità.Questo esame consente di valutare malformazioni e tumori cardiaci, car-diomiopatie, la fibrosi cardiaca dopo un infarto del miocardio, le malattie del pericardio e offre la possibi-lità di studiare l’apparato valvolare cardiaco, l’aorta e i vasi polmonari.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione mutualistica

Salute e cultura sono gli indirizzi che hanno im-pegnato, anche nel 2016, la Fondazione Banca del Canavese sul territorio di riferimento.È in-fatti proseguito il percorso finalizzato alla pre-

venzione delle malattie. Sono stati effettuati gratuitamente circa 600 esami ecocardiografici, grazie alla col-laborazione con l’associazione Amici del cuore Piemonte Onlus, presso le Filiali di Banca d’Alba di Chi-vasso, Volpiano, Tonengo di Mazzè, Caluso, Ivrea, Strambino e Vische. «La Fondazione ci tiene al benes-sere di tutti i Soci – dichiara il presidente della Fondazione, Giovanni Cucco – e siamo fieri di continuare su questo percorso ormai tracciato».

Il supporto all’orientamento scolastico e professionale hanno caratterizzato la maggior parte delle attività messe in campo dalla Fondazione Banca del Canavese. Il progetto di educazione alimentare che coinvolge le classi della scuola primaria della Direzione Didattica di di Caluso e Vische, mirato alla creazione di un cammino di ricerca e tutela delle risorse naturali, stimolando nelle giovani generazioni le buone prassi ver-so l’ecologia ha visto coinvolte molte giovani famiglie con notevole apprezzamento da parte di tutti. Ancora, in ambito scolastico, il “Premio Gianni Regis”, con gli studenti che hanno ricevuto premi e atte-stati dalle mani dell’ing. Piera Levi-Montalcini, presidente dell’associazione Levi-Montalcini, e dalla prof. Lidia Dematteis, Responsabile del Centro di Orientamento di Caluso. Iniziative analoghe sono state sostenute nella zona di Ivrea collaborando con l’Associazione Gessetti Co-lorati dove visto coinvolti circa 1.000 alunni delle diverse scuole Primarie eporediesi. Infine, il successo delle attività sportive sostenute ci ha spronati a continuare su tale linea. Migliaia sono stati i partecipanti a “camminate della salute”, camminate culturali con il FAI e gare di atletica leggera con ASAS di Strambino. Cultura è anche territorio con le sue radici: Carnevale di Ivrea e Festa del vino Erbaluce di Caluso hanno contribuito a rendere visibile di quanto una “Banca di Territorio” si avvicina ai propri Soci e alle comuni-tà.

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’andamento reddituale

L’andamento reddituale

L’esercizio si è chiuso con un utile di 13.041 migliaia di euro, in diminuzione del 28,9% rispetto al 2015.

Il margine di interesse

Il margine di interesse al 31 dicembre 2016 si è attestato a 59,3 milioni di euro in diminuzione del 6,4% rispetto al 2015.

La riduzione di 4,1 milioni di euro (-6,4%) è dovuta a minori interessi attivi per 18,0 milioni di euro (-16,4%) motivati da minori interessi su attività finanziarie disponibili per la vendita per 7,1 milioni di euro (-26,0%), su crediti verso clientela per 9,6 milioni di euro (-12,1%) e su crediti verso banche per 1,6 milioni di euro (-46,5%) parzialmente bilanciati da un incremento degli interessi attivi su titoli detenuti fino a scadenza per 0,3 milioni di euro. Gli interessi passivi si sono ridotti

di 13,9 milioni di euro (-29,8%) per decremento interessi passivi su debiti verso clientela per 5,3 milioni di euro (-29,0%), titoli in circolazione per 8,3 milioni di euro (-29,7%), debiti verso banche centrali per 0,3 milioni di euro (-61,5%).

euro/000

% var. in €

Interessi attivi e proventi assimilati 92.165 110.187 -16,4% -18.022

Interessi passivi e oneri assimilati -32.895 -46.834 -29,8% 13.939

MARGINE DI INTERESSE 59.270 63.353 -6,4% -4.083

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’andamento reddituale

Il margine di intermediazione

Il margine di intermediazione è pari a 120,5 milioni di euro, in dimi-nuzione di 9,2 milioni di euro (-7,1%) rispetto al 2015.

Le commissioni nette sono cresciute del 7,5% attestandosi a 33,1 mi-lioni di euro. La cessione/riacquisto di strumenti finanziari registra un effetto netto positivo di 27,4 milioni di euro costituito da 28,7 mi-lioni di euro di utile da cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita, 0,4 milioni di euro di perdite da cessione/riacquisto di passività finanziarie, 0,9 milioni di euro di perdite da cessione di cre-

diti.

La restante operatività finanziaria ha generato 0,8 milioni di euro.

Il rapporto margine di interesse/margine di intermediazione è salito a 49,2% rispetto al 48,8% nel 2015.

euro/000

% var. in €

MARGINE DI INTERESSE 59.270 63.353 -6,4% -4.083

Commissioni attive 41.231 40.933 0,7% 298

Commissioni passive -8.142 -10.159 -19,9% 2.017

Commissioni nette 33.089 30.774 7,5% 2.315

Dividendi e proventi simili 280 272 2,9% 8

Risultato netto dell'attività di negoziazione 647 363 78,2% 284

Risultato netto dell'attività di copertura -142 57 -349,1% -199

Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: 27.402 34.949 -21,6% -7.547

a) crediti -907 0 100,0% -907

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 28.735 35.795 -19,7% -7.060

d) passività finanziarie -426 -846 -49,6% 420

Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al

fair value0 -70 -100,0% 70

MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 120.546 129.698 -7,1% -9.152

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’andamento reddituale

Il risultato netto della gestione finanziaria

Il risultato netto della gestione finanziaria si è attestato a 84,7 mi-lioni di euro, in diminuzione di 1,7 milioni di euro (-1,9%) rispet-to al 2015.

La prudente gestione del Gruppo bancario ha mantenuto elevate coperture delle esposizioni deteriorate e in bonis, tenuto conto della valorizzazione dei collateral (o delle garanzie) delle esposi-zioni stesse, generando rettifiche da deterioramento di crediti per 35,6 milioni di euro, in riduzione su base annua per 5,6 milioni di

euro (-13,5%).

In dettaglio, la dinamica delle rettifiche di valore nette su crediti evidenzia una diminuzione delle rettifiche lorde di valore per 8,2 milioni di euro, un aumento delle perdite dirette per 0,7 milioni di euro, e una di-minuzione delle riprese di valore per 1,9 milioni di euro. Nelle altre operazioni finanziarie sono state regi-strate rettifiche per il Fondo Temporaneo del Credito Cooperativo e il Fondo Garanzia dei Depositanti per 271 migliaia di euro.

I costi operativi

I costi operativi a fine 2016 si attestano a 69,0 milioni di euro, aumentando rispetto al 2015 di 4,4 milioni di euro (+6,8%), ef-fetto riconducibile all’aumento delle spese amministrative per 2,1 milioni di euro, alla variazione di accantonamento fondi ri-schi e oneri per 229 migliaia di euro, dall’aumento delle rettifi-che di valore su attività materiali e immateriali per 16 migliaia di euro e dalla riduzione degli altri proventi e oneri di gestione per 2,5 milioni di euro.

euro/000

% var. in €

MARGINE DI INTERMEDIAZIONE 120.546 129.698 -7,1% -9.152

Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: -35.886 -43.393 -17,3% 7.507

a) crediti -35.601 -41.175 -13,5% 5.574

b) attività finanziarie disponibili per la vendita -14 0 -14

d) altre operazioni finanziarie -271 -2.218 -87,8% 1.947

RISULTATO NETTO GESTIONE FINANZIARIA 84.660 86.305 -1,9% -1.645

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’andamento reddituale

Nelle spese amministrative dell’esercizio attestatesi a 73,6 milioni di euro, hanno inciso nelle altre spese amministrative i costi connessi ai contributi ordinari e addizionali al Fondo di Risoluzione Nazionale per 5,7 milioni, al Fondo Garanzia Depositanti e DGS per 1,4 milioni di euro (nuovi accantonamenti rispetto al 2015), al Fondo Garanzia Istituzionale per 316 migliaia di euro. Le spese per il personale sono pari a 34,0 milioni di euro, in aumento di 0,8 milioni di euro (+2,4%).

Gli altri oneri/proventi di gestione si attestano a 8,4 milioni di euro in diminuzione di 2,5 milioni di euro (-22,6%).

L’utile dell’operatività corrente

L’utile al lordo delle imposte sul reddito ammonta a 15,6 milioni di euro, in diminuzione rispetto al 2015 di 6,0 milioni di euro (-27,8%).

euro/000

% var. in €

RISULTATO NETTO GESTIONE FINANZIARIA 84.660 86.305 -1,9% -1.645

Spese amministrative -73.562 -71.441 3,0% -2.121

a) spese per il personale -34.050 -33.265 2,4% -785

b) altre spese amministrative -39.512 -38.176 3,5% -1.336

Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri -39 -268 -85,4% 229

Rettiche/riprese di valore nette su attività materiali -3.363 -3.405 -1,2% 42

Rettiche/riprese di valore nette su attività immateriali -521 -463 12,5% -58

Altri oneri/proventi di gestione 8.445 10.914 -22,6% -2.469

COSTI OPERATIVI -69.040 -64.663 6,8% -4.377

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’andamento reddituale

L’utile netto

L’utile netto si è attestato a 13,0 milioni di euro in diminuzione del 28,9% rispetto al 2015.

L’accantonamento per imposte di competenza del periodo mo-stra un tax rate sostanzialmente invariato rispetto al 2015 (+1,2%). Hanno inciso su tale riduzione la piena attuazione della riforma della disciplina fiscale delle rettifiche su crediti verso clientela (Art. 106 c. 3 TUIR. D.L. 27 giugno 2015 n. 83 art. 16), assu-mendo a fini Ires / Irap valide:

• le svalutazioni e le perdite su crediti verso la clientela iscritti in bilancio a tale titolo, assunte al netto delle rivalutazioni dei crediti risultanti in bilancio;

• le perdite su tali crediti realizzate mediante cessione a titolo oneroso con rettifiche non dedotte sino al 31 dicembre 2015 che vengono recuperate per il 5% su 2016 attraverso la correzione dell’imponibile Ires/Irap per la quota di reversal di competenza. Si è beneficiato degli effetti fiscali conseguenti alla cessione pro-soluto effettuata nel 2016 (L. 147/2013 - Legge di Stabilità 2014), della deducibilità IRAP sul costo del lavoro (L. 190/2014 - Legge di Stabilità 2015), della detrazione fiscale del 65% re-lativa al risparmio energetico e ristrutturazione edilizia, disciplina che permette di continuare di tra-sformare le Dta iscritte sino al 31 dicembre 2015 in crediti d’imposta senza effetti economici e senza, quindi, dover operare la correzione dell’imponibile Ires/Irap per la quota di reversal di competenza delle rettifiche non dedotte (art. 2 del D.L. 29/12/2009 n. 225).

euro/000

% var. in €

RISULTATO NETTO GESTIONE FINANZIARIA 84.660 86.305 -1,9% -1.645

COSTI OPERATIVI -69.040 -64.663 6,8% -4.377

Utili (Perdite) da cessioni di investimenti 14 24 -41,7% -10

UTILE DELL'OPERATIVITA' CORRENTE 15.634 21.666 -27,8% -6.032

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

euro/000

% var. in €

UTILE DELL'OPERATIVITA' CORRENTE 15.634 21.666 -27,8% -6.032

Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente -2.593 -3.326 -22,0% 733

UTILE NETTO D'ESERCIZIO 13.041 18.340 -28,9% -5.299

31/12/2016 31/12/2015Variazione 2016 - 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Le grandezze operative e la struttura

Le attività gestite per conto della clientela

Il Gruppo bancario, attraverso la consistenza degli aggregati patrimoniali, ha confermato il proprio robu-sto ruolo tradizionale di tutela del risparmio con prodotti capaci di coniugare il giusto profitto con il pro-filo di rischio che il cliente vuole assumere.

In generale anche nel 2016 l’elevata incertezza sulle prospettive economiche ha concorso a mantenere elevata l’avversione al rischio dei risparmiatori che hanno privilegiato forme tradizionali di investimento.

A fine 2016 le attività finanziarie gestite per conto della clientela hanno raggiunto i 5,7 miliardi di euro in crescita del 2,8% rispetto al 2015. La raccolta diretta è cresciuta nel 2016 di 86 milioni di euro (+2,4%) attestandosi a 3.609 milioni di euro, anche la raccolta indiretta ha registrato un incremento del 3,4% pari a 68 milioni di euro attestandosi a 2.094 milioni di euro. I dati non comprendono le azioni della capogrup-po Banca d’Alba il cui ammontare si attesta a 54,7 milioni di euro in aumento rispetto al 2015 di 0,4 mi-lioni di euro.

La crescita della raccolta diretta testimonia la relazione consolidata con i Soci/clienti e conferma la forza commerciale del Gruppo bancario e la capacità di disporre delle risorse finanziarie necessarie a sostenere le famiglie e le imprese dei territori di competenza.

Raccolta

L’analisi delle forme tecniche testimonia la preferenza accordata dalla clientela a forme di risparmio con elevata liquidità o sicuro rendimento.

La raccolta a vista risulta in rialzo rispetto al 2015 (+9,4%) composta da conti correnti passivi (+258 milioni di euro) erosa in parte dalla diminuzione dei depositi a risparmio (-25 milioni di euro). La raccolta a termine è diminuita del 13,8% ri-spetto al 2015.

euro/mln % euro/mln % euro/mln %

Raccolta diretta 3.609 63,3% 3.523 63,5% 86 2,4%

Raccolta indiretta 2.094 36,7% 2.026 36,5% 68 3,4%

- raccolta amministrata 1.095 19,2% 1.183 21,3% -88 -7,4%

- raccolta gestita 999 17,5% 843 15,2% 156 18,5%

Totale attività finanziarie

intermediate5.703 100% 5.549 100% 154 2,8%

31/12/2016 31/12/2015Variazione 31/12/2016 -

31/12/2015

40

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Considerando poi le altre tipologie di raccolta diretta, si registra un incremento dello 2,4% rispetto all’esercizio precedente.

Raccolta diretta per forme tecniche

Con riferimento al grado di concentrazione della raccolta diretta, l’analisi per giacenze e numero di posi-zioni per classi di importo conferma un elevato frazionamento che riflette l’attività del Gruppo bancario rivolta a tutti gli operatori del territorio. L’85% delle posizioni detiene giacenze fino a 50.000 euro in linea con i dati del 2015, mentre lo 0,3% delle posizioni è di importo superiore ad 1 milione di euro e costitui-sce il 25,2% della raccolta diretta.

Raccolta diretta per classi di importo

Composizione % della raccolta indiretta

euro/mln % euro/mln % euro/mln %

- Conti correnti passivi 2.574 71,3% 2.315 65,7% 259 11,2%

- Depositi a risparmio 150 4,2% 175 5,0% -25 -14,5%

Totale raccolta a vista 2.724 75,5% 2.490 70,7% 234 9,4%

- Certificati di deposito 122 3,4% 111 3,2% 11 9,7%

- Prestiti obbligazionari 704 19,5% 847 24,1% -143 -16,9%

- Pronti contro termine 0 0,0% 0 0,0% 0 -100,0%

Totale raccolta a termine 826 22,9% 958 27,2% -132 -13,8%

- Passività da cartolarizzazione 50 1,4% 65 1,8% -15 -22,6%

- Altra raccolta 9 0,2% 10 0,3% -1 -5,3%

Totale raccolta diretta 3.609 100,0% 3.523 100,0% 86 2,4%

Variazione 31/12/2016 -

31/12/201531/12/2016 31/12/2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Come si evince dai grafici riportati, anche nel 2016 è proseguita la crescita delle masse di raccolta indiret-ta. La diversificazione è stata la priorità in ambito distributivo con un ampliamento della massa di clien-ti che hanno usufruito ulteriormente dell'offerta di risparmio gestito ed assicurativo finanziario. L’ampiezza di gamma e l’indipendenza nel settore hanno premiato portando le masse a circa 1 miliardo di euro.

Nel corso dell’esercizio è continuato con convinzione il rafforzamento degli Uffici Consulenza che ha permesso un miglior e piu' puntuale servizio alla clientela di elevato standing; è inoltre proseguito l'ampliamento dell'offerta di marchi prestigiosi in tali ambito.

La crescita del settore degli ultimi anni ha così trovato consolidamento raggiungendo percentuali rispetto al comparto della raccolta diretta di fatto tripli rispetto alla media del mondo cooperativo.

Strumenti finanziari

Il portafoglio titoli di proprietà al netto degli strumenti derivati è pari a 1.815 milioni di euro ed è formato per la quasi totalità da attività finanziarie disponibili per la vendita (88,6% del totale).

La riserva di patrimonio netto relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita è pari a 9,2 milioni di euro, formata da 14,8 milioni di euro di riserva positiva e da una riserva negativa di 5,5 milioni di euro (netto fiscalità).

Strumenti finanziari ricompresi nelle attività finanziarie

Strumenti finanziari ricompresi nelle passività finanziarie

2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015 2016 2015

1. Titoli di debito 5.207 5.943 41 41 1.577.296 1.823.811 200.933 1.783.477 1.829.795

2. Titoli di capitale 24.652 22.342 24.652 22.342

3. Quote OICR 1.721 7.460 23.426 7.460 25.147

7. Strumenti derivati 1.413 1.543 1.524 2.937 1.543

Totale 6.620 9.207 41 41 1.609.408 1.869.579 200.933 - 1.524 - 1.818.526 1.878.827

Totaleeuro/000

Attività detenute per la

negoziazione (HFT)

Attività finanziarie

valutate al fair value

(FVO)

Attività finanziarie

disponibili per la vendita

(AFS)

Attività finanziarie

detenute sino a

scadenza (HTM)

Derivati di

copertura

2016 2015 2016 2015 2016 2015

Titoli di debito 826.057 958.641 - 826.057 958.641Strumenti derivati 1.413 1.543 1.413 1.543Totale 826.057 958.641 1.413 1.543 827.470 960.184

euro/000Titoli in circolazione

Passività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Totale

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

I crediti verso la clientela

Nonostante il perdurare della congiuntura economica sfavorevole sull’intero territorio i crediti verso la clientela sono aumentati attestandosi a 2.729 milioni di euro (+2,5%).

Crediti verso la clientela ripartiti per filiale di appartenenza

I crediti erogati alla clientela suddivisi per filiale di appartenenza ammontano al 15,0% nell’area territoriale Alba, 14,4% in Langa, 15,6% nel Roero, 17,7% nel Torinese, 15,6% nell’Astigiano, 5,1% nel Canavese, il 5,6% nell’Alessandrino, l’1,7% nel Verbano, e il 9,3% nell’area territoriale Ligure.

Le attività in bonis si sono attestate a 2.462 milioni di euro, in aumento del 3,1% rispetto al 2015.

Risultano in crescita i crediti deteriorati lordi a causa dell’aumento delle difficoltà degli operatori econo-mici e delle famiglie a seguito della congiuntura economica sfavorevole e perdurata nel corso del 2016. In via prudenziale il Gruppo bancario ha effettuato idonei accantonamenti su crediti deteriorati mantenendo la copertura a livelli elevati.

Evoluzione crediti verso clientela

euro/mln % euro/mln %

Attività in Bonis 2.462 90,2% 2.389 89,7% - Attività a breve termine (12 m) 470 17,2% 504 18,9% - Attività a medio/lungo termine 1.992 73,0% 1.885 70,8%Attività Deteriorati netti 267 9,7% 273 10,2% - Sofferenze nette 131 4,8% 112 4,2% - Inadempienze probabili 128 4,7% 150 5,6% - Ristrutturati netti 0 0,0% 0 0,0% - Scaduti Sconfintanti netti 7 0,3% 11 0,4%Totale crediti clientela 2.729 100% 2.662 100%

31/12/2016 31/12/2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Evoluzione crediti verso clientela (euro/mln)

Lo sviluppo dell’attività di prestito per i settori di attività economica (ATECO) evidenzia che la par-te preponderante degli impieghi nel 2016 è desti-nata al settore dei consumatori (32,7%) seguito dal settore del commercio (15,5%) dalla costruzione di edifici (10,9%) e dalle attività immobiliari (7,5%). Nei primi 6 settori di attività economica (ATECO) (consumatori, costruzioni di edifici, attività immo-biliari, commercio all’ingrosso, commercio al det-taglio e coltivazioni agricole) sono concentrati più del 70% degli impieghi risultanti a fine 2016. An-che nel 2016 si conferma l’elevato frazionamento degli affidamenti. Il 60,3% delle posizioni rientra

nelle fasce di impieghi fino a 50.000 euro e solo l’1,1% delle posizioni affidate presenta impieghi superiori a un milione di euro.

La bassa concentrazione è confermata dall’importo medio utilizzato dei fidi erogati, pari a circa 84.000 euro, in sostanziale allineamento rispetto al dato dell’anno precedente.

Crediti verso clientela al netto dei crediti deteriorati per classi di importo

Nel 2016 l’erogazione del credito ha continuato a riflettere le tradizionali politiche di rigore e selettività, associate a un attento e costante monitoraggio del credito mediante un approccio preventivo ed attivo sull’evolversi delle singole posizioni a salvaguardia della qualità del portafoglio. La dimensione della crisi, che ha impattato anche sul territorio di presenza del Gruppo bancario, ha im-posto alle funzioni di controllo un’attenzione particolare per cogliere in modo tempestivo le conseguenze dell’evolversi del contesto economico ed affiancare l’imprenditore anche in ottica consulenziale.

La normativa prevede che i crediti siano ripartiti, in base al grado di deterioramento, in crediti “in bonis” e crediti “deteriorati”. Questi ultimi sono ulteriormente distinti in crediti scaduti e/o sconfinanti, inadem-pienze probabili e a sofferenza.

Classi di importo Importo Posizioni Importo Posizioni

Da 25.000 a 150.000 euro 40,1% 89,5% 38,8% 89,3%

Oltre 150.000 euro 59,9% 10,5% 61,2% 10,7%

2016 2015

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Dati in euro/000 31/12/2016 31/12/2015

assoluta %

Riserve da valutazione 9.061 22.905 13.844- -60,4%Riserve 238.974 222.599 16.375 7,4%Sovrapprezzi di emissione 8.302 7.864 438 5,6%Capitale 46.781 46.771 10 0,0%Utile d'esercizio 13.041 18.340 5.299- -28,9%

Totale del patrimonio netto 316.159 318.479 2.320- -0,7%

Var 31/12/2016 -

31/12/2015

Crediti deteriorati

In particolare, in riferimento ai crediti deteriorati verso clientela: • i crediti lordi a sofferenza ammontano a 320 milioni di euro, in crescita dai 281,2 milioni del

2015, e il relativo tasso di copertura è pari al 59,0%; l’incidenza delle sofferenze al netto delle sva-lutazioni analitiche passa dal 4,2% al 4,8% dei crediti verso la clientela;

• le inadempienze probabili lorde ammontano a 173,2 milioni di euro, rispetto al 2015 il cui impor-to era pari a 196,2 milioni di euro, e presentano un tasso di copertura del 26,0%. Al netto delle svalutazioni analitiche, l’incidenza delle inadempienze probabili è pari al 4,7%;

• i crediti scaduti sconfinanti lordi sono diminuiti rispetto agli 11,0 milioni dell’esercizio precedente e si attestano a 8 milioni di euro nel 2016, presentando un tasso di copertura pari al 3,6%, con un’incidenza delle esposizioni nette sui crediti alla clientela pari allo 0,3%, sostanzialmente stabile ri-spetto all’anno precedente.

La copertura dei crediti deteriorati passa dal 44,0% del 2015 al 46,7% del 2016.

A copertura del rischio fisiologico insito nei crediti in bonis, è stata aggiornata l’entità del fondo svaluta-zione collettivo che a fine 2016 ammonta a 12,4 milioni di euro, pari allo 0,5% dei crediti non svalutati analiticamente.

Il Patrimonio e le dinamiche finanziarie

Il rafforzamento del patrimonio è lo strumento fondamentale per assicurare una stabilità di lungo periodo e per garantire vantaggi ai Soci e alle comunità locali in cui il Gruppo bancario opera.

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2016 è pari a 316,2 milioni di euro e risulta in diminuzione dello 0,7% rispetto al dato del 31 dicembre 2015; tale diminuzione è principalmente dovuta al decremento delle ri-serve da valutazione per 13,8 milioni di euro e alla diminuzione dell’utile per 5,3 milioni di euro che si contrappongono all’aumento complessivo netto di 448 migliaia di euro della somma tra capitale sociale e sovrapprezzo di emissione azioni e all’aumento delle riserve di 16,4 milioni di euro.

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

Le attività di rischio destinate ai soci o ad attività a ponderazione zero al 31 dicembre 2016 sono superiori al 50,0% del totale delle stesse: a fronte delle attività di rischio complessive per 4.981 milioni di euro, 3.696 milioni di euro pari al 74,2 % del totale, sono destinate ai soci, a non soci garantiti da soci o ad atti-vità a ponderazione zero. Nel calcolo al 31 dicembre 2016 dei coefficienti patrimoniali e della percentuale di operatività con soci, si è tenuto conto, nel pieno rispetto della normativa vigente, del calcolo del rischio di controparte dei pronti contro termine passivi nel rispetto delle disposizioni emanate da Banca d’Italia.

Per quanto riguarda invece l’operatività fuori dalla zona di competenza territoriale, il Gruppo bancario presenta un margine utilizzabile in attività fuori zona di competenza territoriale pari a 137.792 migliaia di euro.

Il Gruppo bancario non possiede azioni proprie alla data del 31 dicembre 2016.

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

L'operatività del Gruppo bancario nelle operazioni legate al Commercio Internazionale

I flussi commerciali totali da e per l’estero nel 2016 (relativi a incassi contro documenti export/import, crediti documentari export/import, garanzie internazionali, operazioni in cambi a pronti e a termine, in-cassi, pagamenti e assegni) hanno raggiunto un totale di 1,582 miliardi di euro (+8,87%).

I finanziamenti legati al commercio internazionale (anticipi all’esportazione, finanziamenti all’importazione, finanziamenti in valuta) si attestano su un saldo al 31 dicembre 2016 di 53,0 milioni di euro.

Le operazioni in cambi a pronti e a termine a fronte di operazioni commerciali e di investimento della clientela nel 2016 si assestano sui 135 milioni di euro (+6,24%).

La gestione non speculativa del portafoglio in divisa ha generato un utile di 407.000 euro.

Per quanto riguarda le operazioni di “Trade Finance”, i maggiori flussi legati alle esportazioni dimostrano che i prodotti dei nostri clienti sono molto ricercati nel mercato internazionale:

• 306 crediti documentari export utilizzati dai nostri clienti esportatori per 36,6 milioni di euro (+78,0%);

• 797 incassi contro documenti legati all’export ammontano a 15,7 milioni di euro (+21,0%); Interessanti anche i flussi riguardanti le importazioni:

• 249 crediti documentari all’importazione per 17,5 milioni di euro (+4,0%); • 209 incassi contro documenti legati all’import ammontano a 10,2 milioni di euro (+62%); • 132 garanzie bancarie internazionali emesse o rinnovate nel 2016 per totali 24,2 milioni di euro.

Il Gruppo bancarioBanca d’Alba, avvalendosi anche dei servizi di primari partner è riuscita a soddisfare alcune esigenze propriamente legate al commercio internazionale in tutto il mondo:

• Valutazione preventiva di controparti estere in Polonia, Cina, Spagna, Malta, British Virgin Island, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Belgio, Olanda, Regno Unito, Germania, Francia, Hong Kong, Slovenia, Croazia, Dubai, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Finlandia, Bulgaria;

• Segnalazioni e richieste per assicurazione crediti esteri in Stati Uniti, Cina, Russia, Svezia, Canada, Spagna, Turchia, Algeria, Inghilterra, Argentina.

È stata fornita anche la copertura del rischio politico e commerciale con operazioni di conferma dei credi-ti documentari, pagamento di crediti documentari con rifinanziamento della banca estera (post-financing) e sconto pro-soluto verso i seguenti paesi: Bielorussia, Perù, Korea, Marocco, Tunisia, Bangladesh.

È stato inoltre erogato un prestito di USD 1.500.000 (quota della capogruppo Banca d’Alba in qualità di capofila pari a USD 530.000) a ottobre e destinato a Codesarollo (Banca Cooperativa) dell’Ecuador per un progetto di Microfinanza per aiutare la popolazione terremotata delle province di Manabì ed Esmeral-das per la riattivazione della loro economia prevalentemente agricola e per la ricostruzione delle loro abi-tazioni.

Da sempre il Gruppo bancario Banca d’Alba vuole essere al fianco dei propri clienti anche per aumentare il livello delle conoscenze delle aziende che ogni giorno devono affrontare i mercati internazionali.

Per la proposta formativa del 2016 si è fortemente creduto nel Percorso formativo “Esportare: rischi, strumenti e opportunità” iniziato a maggio e terminato ad ottobre.

I temi trattati nei quattro appuntamenti variavano dai servizi bancari legati al commercio estero alla contrat-tualistica e gli aspetti legali dei contratti commerciali internazionali, dalle problematiche legate alle dogane, ai

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trasporti e alle assicurazioni, fino a discutere di come una comunicazione efficace, intesa come digital e social media marketing, possa portare a degli incrementi nei risultati in termini di fatturati e di creazione di un brand. Il taglio molto pratico di ciascun incontro ha permesso di approfondire le varie tematiche in modo concreto, trasparente, efficace, e tra le 35 aziende che hanno aderito al percorso si è creata un’armonia tangibile, che fin da subito ha permesso di condividere problematiche, testimonianze e casisti-che reali.

Testimonial d’eccezione per la giornata di presentazione del 6 aprile è stato l’editorialista e giornalista di fama internazionale Francesco Guerrera.

L'operatività del Gruppo bancario Banca d'Alba nell’Intermediazione Assicurativa

Il Gruppo bancario Banca d’Alba nel 2016 ha proseguito la collaborazione con le compagnie Assimoco Vita spa e Old Mutual Wealth Italy spa per la distribuzione dei prodotti assicurativi di investimento e ri-sparmio e Assimoco spa per la distribuzione dei prodotti assicurativi di protezione tramite la propria rete di filiali e collaboratori.

I prodotti assicurativi offerti coprono i seguenti ambiti: • Protezione Persona • Protezione Patrimonio • R.C. Auto • Investimento-Risparmio

L’esercizio 2016 ha visto consolidare un portafoglio totale di 212.423 migliaia di euro e un numero totale di polizze di 60.602, suddiviso in “Investimento-Risparmio” con un montante di 200.320 migliaia di euro e “Protezione” con un montante di 12.103 migliaia di euro

L’esercizio 2016 ha visto crescere anche il numero di clienti con polizze in essere per un numero pari a 29.540.

Inoltre è stata avviata l’operatività con due broker assicurativi di primo piano per coprire il segmento cor-porate con fatturati ed esigenze importanti.

La rete distributiva

Il Gruppo bancario è presente sul territorio del Piemonte e della Liguria con 70 filiali comprese anche le 4 sedi distaccate (Torino, Imperia, Acqui Terme, Omegna).

Le linee di sviluppo interne ed esterne sin qui seguite hanno visto il Gruppo bancario crescere dalle 20 filiali nel 1998 al numero attuale. Ciò significa presidiare a maglie strette il territorio storico di Alba, Langhe e Roero (29 filiali) e copri-re, con diversa gradualità, le province di Asti (11 filiali), To-rino (19 filiali), Alessandria (3 filiali), Imperia (2 filiali), Sa-vona (4 filiali) e Verbano Cusio Ossola (2 filiali) per un tota-le di 64 punti operativi in Piemonte e 6 in Liguria.

Nel 2016 è continuata l’attività di razionalizzazione della re-te territoriale, tenendo in debita considerazione alcuni aspet-ti tipici dell’operatività del Gruppo bancario; in particolare, la capogruppo Banca d’Alba presenta una co-spicua base sociale la cui distribuzione sul territorio è piuttosto eterogenea ed interessa alcune zone a bas-sa densità abitativa e contenuta bancarizzazione.

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La base societaria diffusa e le connesse aspettative di qualità nei livelli di prestazione dei servizi offerti, unita alla vocazione di Gruppo bancario del territorio, porta a privilegiare gli interventi di razionalizzazio-ne non già a mezzo della riduzione del numero di presidi territoriali, quanto piuttosto perseguendo recu-peri di efficienza, mediante iniziative a carattere prevalentemente organizzativo.

In questa ottica, già dal 2014, si è inserito il nuovo modello di rete commerciale, caratterizzato da Filiali Capofila, presso le quali accentrare competenze specialistiche, e Filiali Satellite, orientate primariamente alla gestione del rapporto con il cliente.

Il nuovo modello di rete commerciale è volto ad un maggior presidio delle zone di competenza e punta a migliorare l'efficienza di persone e di processi con auspicati effetti positivi anche nella relazione con il cliente; a fine 2016 si contano 11 Filiali Capofila e 13 Filiali Satellite.

Nel corso del 2016 si è dato luogo all’accorpamento delle due filiali presenti nella città di Alessandria, co-gliendo l’opportunità emersa dalla disponibilità di nuovi locali in zona di maggior prestigio rispetto all’attuale posizionamento. Il Cab resosi disponibile è stato utilizzato per l’apertura della Filiale nei nuovi locali di Via Nizza 170, Torino con adiacente nuovo Centro Medio Fisioterapico destinato ai Soci del To-rinese.

Evoluzione numero Filiali

Il numero delle filiali rimane invariato rispetto al 2015.

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Prodotti e servizi di pagamento, incasso e iniziative di sviluppo commerciale

In sinergia con i servizi offerti dalle Filiali, la rete di sportelli automatici A.T.M. (Bancomat), ammonta a 91 unità. Sette di queste sono macchine evolute, per la gestione dei versamenti di contante e assegni. Que-ste soluzioni innovative si sono dimostrate molto utilizzate dai Clienti, perché consentono una gestione più efficiente dei versamenti.

Nel 2016 sono state installate 11 Casse Self Assistite, che permettono ai titolari di una carta di debito del Gruppo bancario Banca d'Alba di effettuare operazioni (prelevare banconote, versare contante e assegni e molto altro), evitando la fila allo sportello; le Casse Self Service Assistito sono situate all'interno della Fi-liale, e possono essere utilizzate in completa autonomia o con il supporto di un operatore, negli orari di apertura al pubblico.

Per quanto riguarda la monetica, sul lato acquiring i P.O.S. a dicembre 2016 sono pari a 5.350, di cui 66 e-commerce e M.O.T.O, per un numero totale di transazioni pari a 19,6 milioni e un volume totale di 1 mi-liardo di euro. Si è mantenuto costante il successo dei POS più innovativi, come il “Mobile POS”, colle-gabile allo smartphone tramite un’APP dedicata.

Dal lato issuing, le carte di pagamento hanno continuato a crescere anche grazie a numerose iniziative commerciali: a dicembre 2016 ammontavano a circa 109.000 (+5,0%). Nel 2016 è proseguita l’emissione delle carte di pagamento “direct issuing”, che permetterà di pagare online anche con le carte di debito (Bancomat) e di avere la modalità di pagamento “contactless” su tutte le tipologie di carta di credito.

In ottica di semplificazione del servizio alla Clientela, nel 2016 è stato portato avanti un progetto per ra-zionalizzare le telefonate sulle Filiali di Torino e cintura. Nel momento in cui il Cliente contatta la sua Fi-liale di riferimento, ha la possibilità di parlare direttamente con l’assistenza per l’Internet Banking, per le carte (compreso il blocco), o con il personale della Filiale.

Il Gruppo bancario ha intrepreso un’attività di contatto telefonico verso tutti i Soci entrati nella compagi-ne sociale nel 2015. Visto il successo dell’iniziativa, quest’ultima verrà replicata anche per tutti i nuovi Soci del 2016.

Nel 2016 è stato inoltre realizzato il sito web della Banca capogruppo in versione responsive, utilizzabile cioè da tutti i dispositivi mobile (smartphone e tablet). Il sito responsive contiene tutte le funzionalità più utili e immediate per un utente in mobilità, come l’accesso all’APP “Banca d’Alba Mobile”, i contatti delle Filiali, e i numeri utili.

Per quanto riguarda la Banca on line, i contratti a fine 2016 sono pari a 51.000, con 120.000 rapporti collegati (+18,0%).

Sono state attivate funzionalità innovative, come il servizio CBILL, che consente di visualizzare online le bollette e pagarle con un semplice click, oppure “MyBank”, che permette di acquistare online tramite un bonifico precompilato spedito direttamente dal proprio Internet Banking. Questi strumenti sono utilizzati anche e soprattitto per semplificare e tracciare agevolmente tutti i pagamenti da e verso la Pubblica Amministrazione,

tramite il servizio “PagoPA”.

In tema di innovazione, ha riscosso un buon successo la convenzione stipulata da Gruppo bancario per la consultazione di “Sister”, il portale dell’Agenzia del Territorio, tramite il quale i soggetti convenzionati possono accedere alle banche dati ipotecarie e catastali (visure, estratti di mappe, ecc).

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Anche la sicurezza si conferma importante per Banca d’Alba, che ha introdotto lo strumento di sicurezza “PlainPay QR-Code”, un’APP scaricabile su tutti gli smartphone Android e Apple che consente l’accesso alla postazione Internet banking inquadrando un QR-Code.

Grande successo continua ad avere l’APP per i servizi Mobile, “Banca d’Alba Mobile”, scaricabile diret-tamente da tutti gli store (Apple Store, Android Market, Windows Store, Blackberry App World). Fra i primi in istituti bancari d’Italia, il Gruppo bancario Banca d’Alba consente l’accesso all’APP tramite l’impronta digitale, tramite i servizi “Touch ID Apple” e “Samsung Fingerprint”.

Tramite questo strumento è possibile consultare i movimenti e i saldi del conto corrente e del dossier titoli, effettuare bonifici e la ricarica del cellulare e delle carte prepagate. L’APP con-sente inoltre di pagare i bollettini postali in modo semplice e veloce, inquadrando con la fotocamera il codice “datamatrix” riportato sul bollettino: in questo modo vengono acquisiti in automatico tutti di dati del bollettino. Sempre in tema di inno-vazione, l’APP consente inoltre di richiedere assistenza tramite Skype e WhatsApp. A fine 2016 le APP scaricate sono state 20.000, con un incremento dell’81,0%.

Per quanto riguarda i flussi, il portafoglio attivo (incassi com-merciali Ri.Ba, SDD, MAV, bollettini bancari Freccia, fatture, certificati auto) ammontava a dicembre 2016 a 740.000 dispo-sizioni per 1,4 miliardi di euro. Il portafoglio passivo (pagamento Ri.Ba, SDD, MAV e bollettini bancari Freccia) ammontava a 2,1 milioni disposizioni per 2,0 miliardi di euro. I bonifici in arrivo sono stati 1,46 milioni per 5,3 miliardi di euro, mentre quelli in partenza sono stati 1,6 milioni per 8,2 miliardi di euro. Sono stati negoziati assegni per 2,2 miliardi di euro; gli assegni tratti ammontavano a circa 842 milioni di euro.

Il Gruppo bancario gestisce il servizio di tesoreria per 29 enti locali, e il servizio di cassa per 43 scuole. Nel 2016 sono stati erogati contributi per 86.085 euro. In tema di innovazione, è stata completata un’importante attività per ultimare il passaggio all’OIL (Ordinativo Informatico Locale), ovvero la tra-smissione elettronica di mandati, firmati digitalmente, da parte degli enti. Sono stati migrati all’OIL più di 60 enti fra Comuni e scuole.

Il Personale

L’anno 2016 è stato caratterizzato dal consolidamento delle azioni intraprese nel 2014 e 2015 in merito a:

• contenimento degli organici e dei costi; • modello commerciale di rete; • flessibilizzazione di orari e mansioni; • l’investimento in formazione del personale.

Tra le novità si ricorda l’avvio del progetto Giovani e delle iniziative strutturate di Welfare aziendale tese a migliorare la cura delle Persone.

Al 31 dicembre 2016 il totale dei dipendenti del Gruppo bancario si attesta a 457 persone, situazione invariata rispet-to allo stesso momento dell’anno precedente: di queste 226 sono donne (49,5% del totale) e 231 sono uomini (50,5% del totale).

La suddivisione della componente maschile e femminile ri-mane invariata rispetto allo stesso momento dell’anno pre-

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cedente: aumenta leggermente (+1%) la percentuale delle donne che rivestono il ruolo di Direttore di Fi-liale, attestandosi al 23% della categoria dei dipendenti.

Le assunzioni in corso d’anno sono state pari a 10, di cui 6 sono state formalizzate con contratto a tempo indeterminato e 4 con contratto a tempo determinato. L’età media dei nuovi assunti è 28 anni e sono lau-reati in materie economico scientifiche e giurisprudenziali. Nella maggior parte dei casi i nuovi colleghi assunti hanno visto il primo inserimento in azienda tramite la formula dei tirocini formativi e di orienta-mento in collaborazione con le Università del territorio di riferimento.

La manovra selettiva di stabilizzazione delle persone più meritevoli è stata valutata attraverso un articolato percorso di selezione e formazione delle Persone, attraverso una gestione ottimale del costo del personale consentito dall’utilizzo dei nuovi strumenti contrattuali a disposizione introdotti dal Jobs Act.

I dipendenti del Gruppo bancario fino a 30 anni sono 34 persone e rappresentano il 7% dell’organico, da-to in valore assoluto leggermente inferiore rispetto al 2015.

Circa l’8% delle persone è nel Gruppo bancario da meno di 5 anni e di queste quasi il 60% è donna.

Il 72% del personale del Gruppo bancario è inquadrato a livello impiegatizio, il 27% a livello di quadro direttivo e l’1% a livello dirigenziale.

Vista la persistenza di un quadro economico/finanziario globale ancora piuttosto difficile e in relazione ai forti cambiamenti in atto, il Gruppo bancario ha intrapreso, in linea con gli obiettivi dichiarati nel piano strategico e in continuità con i risultati raggiunti nell’anno 2015, azioni volte a contenere gli organici ed i costi finalizzate a rafforzare la propria competitività e la propria produttività mantenendo una forte atten-zione allo sviluppo sui territori di competenza.

Proseguono le soluzioni organizzative finalizzate a migliorare e razionalizzare la copertura delle esigenze di personale delle Filiali e gli orari di lavoro ottimizzando i carichi delle mansioni e riducendo l’impatto a bilancio dei costi inerenti il personale.

Si è consolidata la sperimentazione del modello commerciale di rete basato sull’individuazione di Filiali Capofila e satellite. Al 31 dicembre 2016, 11 delle 70 Filiali si qualificano come Capofila, e 14 Filiali Satel-lite. Da segnalare l’apertura della nuova filiale di Torino via Nizza.

In un’ottica di cambiamento e con l’obiettivo di migliorare la professionalità delle Persone proseguono le iniziative tese a flessibilizzare i ruoli e gli orari (nel rispetto della normativa di settore) con i giovani di Se-de che supportano le Filiali che di volta in volta ne abbiano necessità, rendendosi così utili nel servizio al cliente e arricchendo il loro percorso professionale.

Nel 2016 anche gli sforzi del Gruppo bancario in ambito formativo si sono concetrati sui giovani: circa 40 dipendenti di età non superiore ai 32 anni hanno scelto di partecipare a percorsi di sviluppo personale e professionale progettati ed erogati ad hoc per loro. Forte-mente volute dal Management del Gruppo bancario queste iniziative hanno avuto come principio conduttore il deside-rio del Gruppo bancario di consolidare il contratto psico-logico alla base di ogni solido rapporto di lavoro con le ge-nerazioni che per il prossimo quarto di secolo vivranno la Banca capogruppo: alimentare e promuovere il loro svi-luppo personale e professionale rappresenta la leva per ga-rantire all’azienda stessa un futuro sostenibile, una crescita sana e solidale alle esigenze del territorio sul quale Banca d’Alba opera da oltre 100 anni.

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Officina Giovani Idee e Future Lab, in un mix di formazione d’aula, formazione in e-learning e formazione esperienziale hanno visto i gio-vani confrontarsi con sé stessi e tra di loro sul campo delle capacità relazionali, delle competenze trasversali ma anche su tematiche ri-guardanti l’identità e la mission del movimento del Credito Coopera-tivo nel quale sapere e saper fare non possono che andare di pari pas-so con il saper essere.

Poiché ciò che oggi può fare la differenza nel mondo dei servizi è senza dubbio la qualità delle persone e la loro capacità di lavorare in squadra, oltre a concentrarsi sui giovani, Banca d’Alba ha continuato a lavorare in maniera coerente rispetto alle azioni intraprese negli anni scorsi, anche sui Responsabili di Filiale e delle Strutture di Sede. Rile-

vati i Gap formativi attraverso il laboratorio delle competenze erogato in corso di 2015, nel 2016 sono state progettate e messe in atto azioni formative sulle tematiche tecniche che costitutiscono il core busi-ness del Gruppo bancario: convocati in aula in classi il più possibile omogenee rispetto alle conoscenze rilevate, i Direttori di Filiale hanno fruito di specifici percorsi formativi in ambito credito e finanza ed hanno avuto modo di confrontarsi su tematiche più prettamente commerciali e attinenti ai prodotti e ai servizi offerti ai clienti dal Gruppo bancario Banca d’Alba.

L’erogazione di tutta la formazione normativa obbligatoria in aggiornamento è stata agevolata dalla possi-bilità di fruirne da parte di tutti i dipendenti interessati attraverso “Cognosco”, il portale della conoscenza che accoglie dal 2015, contenuti audio e video in formati compatti e di agevole lettura ed acquisizione. L’avvenuta formazione attraverso quest’ultimo canale risponde a tutti i requisiti imposti dalla norma per poter essere considerata certificabile ai fini Ivass e del rispetto di tutte le normative rilevanti per l’attività bancaria quali l’antiriciclaggio, l’usura, la trasparenza e la responsabilità amministrativa degli enti.

Un particolare e significativo sforzo formativo è stato fatto in ambito IT e di sicurezza dei sistemi infor-mativi con l’erogazione ai colleghi che si occupano di Organizzazione, Normativa e Sicurezza Informatica di idonee azioni destinate a rafforzare le conoscenze sui temi quali il project management, il Cyber Crime e la Sicurezza informatica, competenze dalle quali non può prescindere l’organizzazione che come il Gruppo bancario, tratta quotidianamente dati sensibili ed informazioni la cui riservatezza meriti e richieda per normativa, particolari attenzioni e adeguati sistemi di protezione.

In termini quantitativi nel corso del 2016 sono state complessivamente erogate oltre 2.100 giornate di formazione pari a oltre 5 giornate per ogni dipendente.

A sostegno e conferma del sempre vivo sodalizio con il territorio e con il tessuto economico della zona, il Gruppo bancario Banca d’Alba, nell’ultimo esercizio, ha erogato altresì un percorso formativo destinato alle imprese che operano sui mercati internazionali; da un lato affermando la propria natura di Banca loca-le e dall’altro rafforzando nei clienti e nelle realtà che l’hanno scelta, la consapevolezza di essere affiancate da un intermediario finanziario che, pur con le proprie specificità, è in grado di sostenerle anche sui mer-cati globali.

Per i giovani in senso lato continua la volontà del Gruppo bancario di offrire ai ragazzi delle Scuole medie Superiori e dell’Università esperienze educative utili a fornir loro un primo contatto con il mondo del la-voro e ad avviare progetti di alternanza scuola-lavoro, specialmente con riferimento alla nuova normativa dettata dalla Legge “la Buona scuola-Legge n. 107 del 13 Luglio 2015”. Tali esperienze vengono attivate con le diverse Scuole Superiori del territorio di riferimento e con le diverse università.

A questo riguardo segnaliamo che nell’esercizio 2016 è proseguita l’attivazione di stage, oltre che con il supporto dei vari atenei, con il programma Garanzia Giovani.

Si è inoltre sperimentato l’inserimento in alcune filiali di tirocinanti universitari, con l’intento di supporta-re l’accoglimento della clientela in filiale.

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Proseguono inoltre le occasioni di stage curriculari ed extra-curriculari finalizzate a realizzare un primo orientamento al mondo del lavoro ed eventualmente all’elaborazione di tesi di laurea su tematiche banca-rie nelle quali il Gruppo bancario Banca d’Alba compare come caso di studio.

Nell’anno 2016 si è inoltre attivato per la prima volta un piano di welfare aziendale “La BCC X me” (a tassazione agevolata), che si inserisce nelle più ampia cultura di welfare del Gruppo bancario per la cura delle Persone e per rafforzare il legame tra il Gruppo bancario ed i dipendenti. L’iniziativa “La BCC X me” consiste in un pacchetto di benefit e prestazioni finalizzato a sostenere i dipendenti in alcune tipolo-gie di spesa come il rimborso delle spese mediche, di assistenza, di quelle solastiche, le spese per la ricrea-zione e sport e la previdenza complementare. Tale iniziativa è stata correlata all’erogazione del Premio di Risultato annuale, mettendo a frutto le agevolazioni fiscali previste dalle novità normative e sperimentan-do per la prima volta una modalità alternativa di erogazioni di premi in beni e prestazioni che migliorano la qualità di vita delle Persone.

Età e anzianità media – totale e per genere

I principali progetti organizzativi

Dal punto di vista normativo, il Gruppo bancario nel 2014 ha aderito al Progetto della locale Federazione denominato KADMA. Tale progetto, implementato nel 2015 e nel 2016, prevede la gestione integrata, tramite un apposito portale on line, della documentazione interna, normativa e di processo, gestendo in maniera integrata:

• i flussi di processo; • le disposizioni attuative (ad es. documenti descrittivi dell’operatività aziendale); • i controlli di linea per ogni attività di processo; • ogni altra documentazione interna di tipo organizzativo.

Nel 2016 si è conclusa l’attivazione della nuova release evolutiva del programma gestionale Gesbank e pa-rallelamnte l’adozione, in tutte le Filiali del Gruppo bancario, del nuovo modulo di vendita “Catalogo Prodotti”. Esso è uno strumento di marketing integrato nel Sistema Informativo che ha permesso di:

• definire e strutturare l’offerta di prodotti alla clientela (c/c, c/d, d/t, carte di pagamento, internet banking, ecc.);

• definire delle regole che identificano i clienti a cui i prodotti sono rivolti (es. solo a persone fisi-che, solo a persone giuridiche, solo a Soci, solo a nuovi clienti, ecc.)

• ridurre il rischio di “misselling”; • aumentare la redditività del Gruppo bancario, grazie al rispetto delle regole di vendita e di gestio-

ne dei rapporti; • semplificare e velocizzare l’iter di vendita e di gestione dei prodotti.

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Nel 2016 si è continuato ad effettuare un importante percorso di snellimento di processi operativi, sia con l’adozione di nuovi strumenti informatici e sia attraverso la revisione di alcune attività; a titolo di esempio:

• automatizzazione di ulteriori processi operativi e di gestione dei controlli di linea attraverso l’utilizzo dello strumento di work flow adottato nel 2015;

• istituzione servizio di ticketing per alcune unità organizzative; • creazione delle caselle email di filiale; • predisposizione di un modulo di condivisione e di gestione delle riunioni dei comitati/consigli; • istituzione di un portale per l’apposizione della data certa on line.

Il Gruppo bancario partecipa all’iniziativa progettuale di Categoria che, con riguardo ai Profili ICT e di Continuità Operativa, ha avuto tra i principali obiettivi la declinazione delle ricadute applicative e lo svi-luppo di riferimenti metodologici e standard documentali per le BCC-CR e i Centri Servizi a supporto della realizzazione dei principali interventi di adeguamento a copertura delle non conformità identificate durante la fase di autovalutazione (gap analysis) richiesta dalla Banca d’Italia.

Le attività di adeguamento sono tuttora in corso, in particolare con riferimento alla declinazione dei profi-li procedurali atti a rendere operativi i contenuti delle politiche e regolamenti adottati; alla messa in opera della metodologia di analisi del rischio ed esecuzione del primo assessment; all’individuazione delle solu-zioni metodologiche e applicative ritenute più idonee ad assicurare l’implementazione del processo di ge-stione del rischio informatico e la sua integrazione nella gestione dei rischi operativi del Gruppo bancario; all’individuazione delle soluzioni metodologiche ed applicative per i principi e modelli identificati nello standard di data governance.

Il Gruppo bancario Banca d’Alba al fianco delle imprese: un quadro di sintesi

Anche nell’esercizio trascorso il Gruppo bancario Banca d’Alba ha continuato con costante impegno, nei territori di prorpia competenza, ad affiancare e supportare l’attività economica mediante il continuo am-pliamento ed aggiornamento della propria offerta commerciale alle Aziende.

Con riferimento ai principali accordi ai quali il Gruppo bancario ha aderito si evidenziano in particolare: • “Accordo per il credito 2015” siglato il 31 marzo 2015 tra l’ABI e le altre Associazioni di rappre-

sentanza delle imprese, a valere dal 30 giugno 2015 e sino al 31 dicembre 2017; l’obiettivo è di as-sicurare la disponibilità di adeguate risorse finanziarie per le imprese che, pur registrando tensio-ni, presentano comunque prospettive economiche positive. Gli interventi finanziari previsti si suddividono in 3 tipologie di operazioni: i) sospensione e allungamento dei finanziamenti, ii) fi-nanziamento di progetti imprenditoriali di investimento e di rafforzamento della struttura patri-moniale delle imprese, iii) smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione;

• Plafond “PMI – Beni Strumentali” (“Nuova Sabatini”), stanziato dalla Convenzione tra Ministero dello Sviluppo Economico – ABI- Cassa Depositi e Prestiti – il Gruppo bancario anca continua a sostenere gli investimenti alle PMI riguardanti macchinari, impianti e attrezzature nuove di fab-brica ad uso produttivo. I finanziamenti possono anche essere erogati a valere su un plafond di provvista messo a disposizione da Cassa Depositi e Prestiti.

Nell’ambito del sostegno all’economia del territorio mediante l’utilizzo dei fondi ottenuti con l’adesione al programma di operazioni di rifinanziamento mirato a lungo termine (Targeted Long Term Refinancing Operation – TLTRO) varato dalla BCE, il Gruppo bancario ha proseguito con l’utilizzo del plafond (pri-mo stanziamento di euro 100 milioni nel secondo semestre 2014 e rifinanziamento di euro 50 milioni nel mese di maggio 2015) destinato a favorire il credito alle PMI appartenenti a tutte le categorie economiche (agricoltura, artigianato, commercio, industria e servizi) e ai liberi professionisti.

Nel corso dell’esercizio, anche al fine di permettere alle imprese di sfruttare al meglio le agevolazioni fi-scali previste dalla Legge di Stabilità, il Gruppo bancario ha aggiornato le caratteristiche del plafond de-

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Relazione sulla gestione del gruppo | Le grandezze operative e la struttura

nominato “Plafond Investimenti” e messo a disposizione ulteriori euro 100 milioni. È stata inoltre previ-sta un’opzione a tasso zero sino alla data del 31 gennaio 2018 e possibilità di presentazione delle domande sino al 30 giugno 2017. Alla data del 31 dicembre 2016 sono stati effettivamente erogati circa 136 milioni di euro che hanno finanziato 2.409 piccole e medie imprese.

Con riferimento all’operazione di cartolarizzazione dei crediti commerciali (CF 15 – BEI), alla quale la Banca ha aderito, e all’impegno in essa contenuto di erogare finanziamenti a valere su Fondi BEI (Banca Europea per gli Investimenti) si precisa che, alla data del 15 dicembre 2016, il Gruppo bancario ha rag-giunto il proprio impegno erogando l’importo previsto di euro 26 milioni. Si ricorda che l’obiettivo era quello di promuovere lo sviluppo economico locale e nazionale e consentire ad imprese operanti in parti-colari settori e con determinate caratteristiche dimensionali (PMI) di accedere a tassi e condizioni vantag-giose.

Anche l’attività del progetto “BUONA IMPRESA” è proseguita nell’esercizio sempre al fine di di stimo-lare e agevolare l’imprenditorialità giovanile mettendo a disposizione strumenti concreti che favoriscano la nascita di nuove imprese basate su clientela giovane (fino a 35 anni di età) che vuole avviare una nuova impresa in qualsiasi settore.

Nel mese di novembre 2016, a seguito degli eventi alluvionali che hanno interessato una buona parte dei comuni di propria competenza territoriale (sia in Piemonte sia in Liguria) il Gruppo bancario, che già in passato si è impegnata in numerose occasioni nel sostenere la ripresa dell’economia del territorio dopo altre gravi calamità naturali, ha deciso ancora una volta essere vicina ai soci e a tutta la clientela in un par-ticolare momento di difficoltà stanziando un plafond iniziale di euro 2 milioni per finanziamenti agevolati a sostegno dei privati colpiti e delle imprese danneggiate dagli eventi atmosferici.

Nello specifico, per quanto riguarda il settore agricolo, il Gruppo bancario ha ampliato e affinato il pro-prio progetto denominato “Credito Agrario” che prevede un supporto non solo finanziario, ma anche in-formativo e di collaborazione diretta anche con le associazioni di categoria. Nell’ambito degli interventi contenuti nel P.S.R. 2014-2020 il Gruppo bancario ha previsto una serie di prodotti specifici destinati a tutti gli Imprenditori agricoli con particolare attenzione al supporto dei Giovani Agricoltori che avviano un’impresa o subentrano a quella familiare innovando ed adeguando le strutture, così da favorire il ricam-bio generazionale e limitare l’abbandono delle zone rurali.

Sempre a supporto del settore agricolo, nel corso dell’esercizio, come nelle precedenti aperture dei termi-ni, il Gruppo bancario si è resa disponibile al rilascio delle fidejussioni a condizioni di favore, contemplate nelle disposizioni attuative della Regione Piemonte per la misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti - campagne vitivinicole dal 2015/2016 al 2017/2018. Alla data del 31 dicembre 2016 sono state rilasciate nr. 122 fidejussioni per un importo totale di euro 2,1 milioni.

In ultimo si segnala che in un’ottica di semplificazione e miglioramento dell’offerta commerciale a favore dei Soci, il Gruppo bancario ha deciso di unificare i prodotti di finanziamento per l’attività imprenditoria-le a condizioni di favore, inclusa la finalità di avvio dell’attività. Sono nati così due nuovi specifici prodot-ti; il “Prestito Soci Imprese” e il “Prestito Agricoltura Soci” riservati ai Soci artigiani, commercianti, ope-ratori turistici e imprenditori agricoli.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

La gestione e il controllo dei rischi

Il quadro regolamentare in materia di vigilanza prudenziale

Il processo di progressiva armonizzazione della disciplina di vigilanza prudenziale a livello di Unione Eu-ropea, guidato dall’obiettivo di creare un insieme di regole vincolanti uniformi a livello europeo (c.d. sin-gle rulebook), ha visto significative novità intervenute nel quadro regolamentare internazionale con parti-colare riguardo al nuovo assetto normativo e istituzionale della vigilanza bancaria dell’Unione Europea.

In particolare, dal 1° gennaio 2014, una serie di atti normativi comunitari1 hanno trasposto nell’ordinamento europeo le riforme degli accordi del Comitato di Basilea (“Basilea 3”) volte a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, a migliorare la gestione del rischio e la governance, a rafforzare la trasparenza e l'informativa delle banche, tenendo con-to degli insegnamenti della crisi finanziaria.

Nel far ciò, il Comitato ha mantenuto l’approccio basato su tre Pilastri che era alla base del precedente accordo sul capitale noto come “Basilea 2”, integrandolo e rafforzandolo per accrescere quantità e qualità della dotazione di capitale degli intermediari, introdurre strumenti di vigilanza anticiclici (buffer di conser-vazione del capitale), norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.

A livello nazionale, la Banca d’Italia ha provveduto col recepire e declinare le novità intervenute nel con-testo regolamentare internazionale ed europeo a mezzo della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 - “Di-sposizioni di vigilanza per le banche” (da ultimo modificata con il cd. 19° aggiornamento del 2/11/2016). In questa prospettiva, la Circolare ha riordinato le previgenti disposizioni di vigilanza per le banche, rac-cogliendo in un unico corpus normativo le previsioni già contenute nella normativa secondaria nazionale (fra cui, in particolare, la Circolare n. 263/2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le ban-che” e la Circolare n. 229/1999 “Istruzioni di Vigilanza per le banche”); in alcune aree, infine, il CRR ha introdotto norme direttamente applicabili nei confronti di tutte le banche europee, alle quali la normativa Banca d’Italia si limita, pertanto, ad un diretto rimando.

Il sistema dei controlli interni

Il principio ispiratore delle scelte aziendali in materia è basato sulla consapevolezza che un efficace “Si-stema dei Controlli Interni” (in breve, SCI) costituisce condizione essenziale per il perseguimento degli obiettivi aziendali e che gli assetti organizzativi e i processi devono costantemente risultare atti a suppor-tare la realizzazione degli interessi dell’impresa e, al contempo, contribuire ad assicurare condizioni di sa-na e prudente gestione e stabilità aziendale. Funzioni di controllo autorevoli e adeguate contribuiscono, infatti, a guidare gli organi di vertice verso scelte strategiche coerenti con il quadro normativo e con le po-tenzialità aziendali, agevolano lo sviluppo di una cultura aziendale orientata alla correttezza dei compor-tamenti e all’affidabilità operativa, permettono di accrescere la fiducia degli operatori e dei clienti.

1 In particolare, si ricordano:

⋅ il Regolamento (UE) n. 575/2013 (“Capital Requirement Regulation” - CRR) che disciplina gli istituti di vigilanza prudenziale del Primo Pilastro e le regole sull’informativa al pubblico (Terzo Pilastro);

⋅ la Direttiva (UE) n. 36/2013 (“Capital Requirement Directive” - CRD IV), che riguarda, fra l'altro, il processo di controllo prudenziale, le riserve patrimoniali addizionali;

⋅ come integrati dagli “Implementing Technical Standards” (ITS) dell’Autorità Bancaria Europea.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

Coerentemente con il proprio modello di business e operativo, il Gruppo bancario è esposta a diverse ti-pologie di rischio che attengono principalmente alla tradizionale operatività di intermediazione creditizia e finanziaria.

La responsabilità primaria di assicurare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’affidabilità del Si-stema dei Controlli Interni è rimessa agli Organi Aziendali, ciascuno secondo le rispettive competenze.

Il complesso dei rischi aziendali è, inoltre, presidiato nell’ambito di un preciso modello organizzativo, im-postato sulla piena separazione delle funzioni di controllo da quelle produttive, che integra metodologie e presidi di controllo a diversi livelli, tutti convergenti con gli obiettivi di assicurare efficienza ed efficacia dei processi operativi, salvaguardare l’integrità del patrimonio aziendale, garantire l’affidabilità e l’integrità delle informazioni, verificare il corretto svolgimento dell’attività nel rispetto della normativa interna ed esterna.

In linea con le disposizioni in materia di Corporate Governance, il modello adottato delinea le principali responsabilità in capo agli Organi Aziendali al fine di garantire la complessiva efficacia ed efficienza del SCI.

Il Consiglio di Amministrazione rappresenta l’organo con funzione di supervisione strategica del Gruppo bancario, sovraintende al complessivo sistema di controllo e gestione dei rischi e alla definizione, appro-vazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida di gestione dei rischi, nonché degli indi-rizzi per la loro applicazione e supervisione.

Il Consiglio di Amministrazione verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.

L’organo con funzione di gestione è incardinato nel Comitato Esecutivo; il Direttore Generale rappresen-ta il vertice della struttura interna e, come tale, partecipa alla funzione di gestione, nell’ambito della quale predispone le misure necessarie ad assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e controllo dei rischi.

L’organo con funzione di controllo, rappresentato dal Collegio Sindacale, ha la responsabilità di vigilare, oltre che sull’osservanza della legge e dello statuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione, sulla funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni, accertando l’efficacia delle strutture e fun-zioni coinvolte nel sistema dei controlli e l’adeguato coordinamento delle stesse, promuovendo gli inter-venti ritenuti necessari per rimuovere le carenze rilevate e correggere le irregolarità emerse, verificando e approfondendo cause e rimedi delle irregolarità gestionali, delle anomalie andamentali, delle lacune even-tuali degli assetti organizzativi e contabili.

Tale Organo è sempre preliminarmente e specificatamente interpellato con riguardo alla definizione degli elementi essenziali del complessivo sistema dei controlli interni, quali poteri, responsabilità, risorse, flussi informativi, conflitti di interesse. Il Collegio è, altresì, preliminarmente sentito con riferimento alle deci-sioni attinenti la nomina e la revoca dei responsabili delle Funzioni aziendali di controllo.

Inoltre, il Gruppo bancario ha istituito il Comitato Rischi, organo endoconsiliare, composto da tre ammi-nistratori non esecutivi e dall’amministratore indipendente nominato in ossequio a quanto previsto dalla Circolare Banca d’Italia n. 263/2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”, Titolo V, Capitolo 5, “Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati”). Alle riunioni del Comitato Rischi sono stabilmente invitati a partecipare i componenti del Collegio Sindacale, la Dire-zione Generale e i Responsabili delle Funzioni Aziendali di Controllo. Il Comitato Rischi svolge la fon-damentale funzione di analizzare le risultanze delle attività di verifica ordinarie condotte dalle precitate funzioni aziendali di controllo, al fine di individuare tempestivamente le eventuali anomalie e criticità ge-stionali/reputazionali e fornire adeguato raccordo con il Consiglio di Amministrazione, a mezzo di una

rendicontazione periodica.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

Il Gruppo bancario ha istituito le seguenti Funzioni aziendali di controllo - permanenti e indipendenti - dedicate ad assicurare il corretto ed efficiente funzionamento del Sistema dei Controlli Interni:

• Funzione di Revisione Interna (Internal Audit);

• Funzione di Controllo dei rischi (Risk Management);

• Funzione di Conformità alle norme (Compliance);

• Funzione Antiriciclaggio.

I responsabili delle funzioni aziendali di controllo:

• non hanno responsabilità diretta di aree operative sottoposte a controllo né sono gerarchicamente subordinati ai responsabili di tali aree;

• sono nominati e revocati (motivandone le ragioni) dal Consiglio di Amministrazione, sentito il Colle-gio Sindacale;

• fermo il raccordo funzionale con la Direzione Generale, le Funzioni aziendali di controllo hanno ac-cesso diretto al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. Tale accesso si palesa attraverso l’invio di tutti i flussi informativi prodotti e partecipando alle adunanze di tali organi nelle circostanze in cui l’argomento trattato è di specifica competenza ovvero si manifesta un parere discordante con la Direzione Generale su tematiche critiche per il perseguimento degli obiettivi definiti e la stabilità del Gruppo bancario;

• i relativi criteri di remunerazione sono definiti in modo tale da non comprometterne l’obiettività e concorrere a creare un sistema di incentivi coerente con le finalità della funzione svolta.

Conformemente a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, le funzioni aziendali di controllo, oltre ad adire direttamente agli organi di governo e controllo aziendali, hanno la possibilità di:

• accedere senza restrizioni ai dati aziendali e a quelli esterni necessari per lo svolgimento dei compiti assegnati;

• ricorrere per quanto di competenza ai servizi offerti dalla Federazione locale e, laddove necessario, disporre di risorse economiche per il ricorso a consulenze utili allo svolgimento dei compiti assegnati.

Il ricorso all’esternalizzazione di funzioni aziendali, anche importanti e di controllo, rappresenta un ele-mento strutturale e imprescindibile del modello organizzativo del Gruppo bancario in considerazione del-la sua appartenenza al Sistema del Credito Cooperativo.

Con particolare riguardo alle funzioni aziendali di controllo, il Gruppo bancario ha deciso, ancora per il 2016, di avvalersi della possibilità, già consentita dalle disposizioni previgenti, di esternalizzare totalmente la Funzione di Internal Audit (III° livello) presso la locale Federazione dopo aver valutato l’adeguatezza delle strutture all’uopo costituite presso la stessa. Con particolare riguardo alla Funzione di Conformità e alla Funzione Antiriciclaggio, nel corso del 2016 il Gruppo bancario ha completato ilm percorso di rein-ternalizzazione delle Funzioni, avvalendosi del supporto della locale Federazione in via consulenziale e di supporto allo svolgimento delle attività.

Questa scelta è stata indirizzata anche dalla circostanza che le strutture in argomento sono costituite ed operano in aderenza ai riferimenti organizzativi, metodologici e documentali relativi alla prestazione in outsourcing di funzioni di controllo definiti nell’ambito della Categoria, ritenuti atti ad assicurare l’adeguatezza ai modelli operativi e di controllo nonché la conformità e aderenza alle migliori pratiche del-la professione e ai riferimenti regolamentari e principi applicabili.

Gli accordi di esternalizzazione/supporto realizzati prevedono che le attività in capo alle precitate Fun-zioni siano svolte da strutture autonome, reciprocamente indipendenti, con responsabili e risorse umane dotate di adeguate capacità professionali, assegnate stabilmente. Specifici riferimenti dispositivi assicurano che responsabile e addetti non operino in conflitto di interessi con le attività della funzione né svolgano attività che sarebbero chiamati a controllare.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

Funzione di Internal Audit

All’interno del Gruppo bancario il presidio dei controlli di terzo livello è garantito dalla Funzione di Revi-sione Interna (Internal Audit), che, da un lato, controlla, anche con verifiche in loco, il regolare andamen-to dell'operatività e l’evoluzione dei rischi, dall'altro, valuta la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti dello SCI, portando all'attenzione degli Organi aziendali i possibili miglioramenti, con particolare riferimento al Risk Appetite Framework (RAF), al processo di gestione dei rischi nonché agli strumenti di misurazione e controllo degli stessi.

In particolare, le principali responsabilità attribuite alla funzione sono:

• la valutazione in termini di completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità delle altre componen-ti del Sistema dei Controlli Interni, del processo di gestione dei rischi e degli altri processi aziendali;

• la valutazione di efficacia del processo di definizione del RAF, la coerenza interna dello schema com-plessivo e la conformità dell’operatività aziendale al RAF;

• la verifica della regolarità delle attività aziendali, incluse quelle esternalizzate e l’evoluzione dei rischi con impatto sia sulle strutture di sede sia sulle filiali;

• la verifica dell’adeguatezza dei presidi organizzativi e di controllo adottati del Gruppo bancario;

• l’accertamento del rispetto dei limiti previsti dai meccanismi di delega;

• la verifica del monitoraggio della conformità alle norme dell’attività di tutti i livelli aziendali;

• la verifica di adeguatezza, affidabilità complessiva e sicurezza del sistema informativo (ICT audit) e del piano di continuità operativa;

• la verifica della rimozione delle anomalie riscontrate nell’operatività e nel funzionamento dei control-li.

Il Gruppo bancario, in ossequio alle nuove disposizioni normative che richiedono il presidio dei rischi de-rivanti dalle scelte effettuate e il mantenimento della capacità di controllo e della responsabilità sulle attivi-tà esternalizzate, ha provveduto a nominare al proprio interno il Referente per la Funzione di Internal Audit esternalizzata.

Funzione di Risk Management

All’interno del Gruppo bancario il presidio di secondo livello sulla gestione dei rischi è garantito dalla Funzione di Controllo dei Rischi (Risk Management), che promuove secondo un approccio risk based la gestione integrata dei rischi all’interno dei processi aziendali.

Le principali responsabilità attribuite alla Funzione sono:

• il coinvolgimento nella definizione e periodico aggiornamento del Risk Appetite Framework (RAF), delle politiche di governo dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il processo di gestione dei ri-schi nonché nella definizione del sistema dei limiti operativi;

• la supervisione circa lo svolgimento del processo di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP);

• il supporto agli Organi Aziendali nella valutazione del rischio strategico, monitorandone le variabili significative;

• presidiare la coerenza dei sistemi di misurazione e controllo dei rischi con i processi e le metodologie di valutazione delle attività aziendali, coordinandosi con le strutture aziendali interessate;

• la verifica dell’adeguatezza ed efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate nel processo di gestione dei rischi;

• il monitoraggio del rischio effettivo assunto del Gruppo bancario e della sua coerenza con gli obietti-vi di rischio, nonché la verifica del rispetto dei limiti operativi assegnati alle strutture operative in rela-zione all’assunzione delle varie tipologie di rischio;

• il coinvolgimento nella valutazione rischi sottesi ai nuovi i prodotti e servizi e inerenti all’ingresso in nuovi segmenti operativi e di mercato;

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

• la formulazione di parere preventivi sulla coerenza con il RAF delle Operazioni di Maggiore Rilievo, acquisendo eventualmente, in funzione della natura dell’operazione, il parere di altre funzioni coinvol-te nel processo di gestione dei rischi;

• la verifica del corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni creditizie e dell’efficacia del processo di recupero.

Funzione di Compliance

La Funzione di Compliance si inserisce nel SCI quale funzione di controllo di secondo livello, a presidio dell’esposizione al rischio di non conformità normativa, soprattutto con riguardo a quelle componenti di rischio (legale e di reputazione) non direttamente quantificabili, ma che molto possono incidere sull’equilibrio economico del Gruppo bancario.

Il Modello di gestione del rischio di non conformità si fonda sul c.d. “coinvolgimento graduato” della Funzione Compliance secondo un approccio risk based.

In particolare, per tutte le normative rientranti nel c.d. perimetro prevalente, la Funzione di compliance è direttamente responsabile della gestione del rischio di non conformità; diversamente, per le altre normati-ve, per le quali siano già previste forme specifiche di presidio specializzato all’interno del Gruppo banca-rio (c.d. perimetro “non core”), il coinvolgimento della Funzione di Compliance può essere meno intenso ma mai assente, rimanendo comunque responsabile, in collaborazione con gli stessi Presidi Specialistici, almeno della definizione delle metodologie di valutazione del rischio di non conformità e dell’individuazione e verifica dell’adeguatezza delle relative procedure a prevenire il rischio di non con-formità.

Al fine di assicurare la progressiva attuazione del Modello di Compliance, il Gruppo bancario ha provve-duto a:

• definire un piano di adeguamento volto alla copertura graduale del nuovo perimetro normativo sulla base delle Linee Guida prodotte nel Progetto di Categoria;

• identificare i presidi specialistici del Gruppo bancario, avviando contestualmente l’attività periodica di valutazione di adeguatezza dei medesimi, mediante interessamento dei presidi stessi;

• calibrare il processo di gestione del rischio di non conformità sancito all’interno del Regolamento di Compliance;

• rivalutare le scelte organizzative adottate all’istituzione della funzione, valutandone la sostenibilità ri-spetto al nuovo modello di gestione del rischio di non conformità.

L’attività di controllo svolta dalla Funzione di Compliance, si basa su un piano annuale delle attività ap-provato dal Consiglio di Amministrazione.

Le tecniche implementate, finalizzate principalmente ad interventi ex ante, sono coerenti con quelle utiliz-zate nei processi di revisione interna al fine di consentire la rappresentazione di risultati comparabili. A tale proposito, la definizione di metodologie che supportino l’interazione con altre funzioni aziendali con-tribuisce ad individuare, all’interno dell’azienda, azioni mirate al contenimento dei rischi di non conformi-tà e, conseguentemente, alla definizione di processi operativi conformi alle normative vigenti.

Le analisi effettuate sono inoltre orientate a valutare la necessità di intervenire in relazione all’operatività del Gruppo bancario prevedendo gli opportuni presidi per i rischi di non conformità emergenti dallo svi-luppo del modello di business aziendale e dall’evoluzione del contesto normativo.

Funzione antiriciclaggio

La Funzione Antiriciclaggio verifica nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione della normativa esterna ed interna in materia di riciclaggio e di fi-nanziamento del terrorismo.

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

In particolare, le principali responsabilità attribuite alla funzione sono:

• l’identificazione delle norme applicabili e la valutazione del loro impatto su processi e procedure aziendali;

• l’individuazione dei presidi interni finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei rischi di riciclaggio e finanziamento al terrorismo e la verifica della relativa idoneità ed efficacia;

• la proposta di modifiche organizzative e procedurali necessarie o opportune al fine di assicurare un adeguato presidio dei rischi;

• la prestazione di consulenza e assistenza agli Organi Aziendali;

• la verifica sull’affidabilità del sistema informativo di alimentazione dell’archivio unico informatico aziendale e la trasmissione alla unità di informazione finanziaria (UIF) dei dati aggregati concernenti le registrazioni nell'Archivio Unico Informatico.

Controlli di linea

Il Gruppo bancario ha demandato i controlli di primo livello alle strutture preposte ai singoli processi aziendali (process owner), assegnando loro la responsabilità di attivarsi affinché le attività operative di competenza vengano espletate con efficacia ed efficienza, coerentemente con gli obiettivi di rischio e con le procedure in cui si articola il processo di gestione dei rischi, nonché in maniera conforme al vigente si-stema di deleghe.

I process owner sono tenuti a rilevare e segnalare tempestivamente alle funzioni aziendali di controllo i rischi insiti nei processi operativi di competenza e i fenomeni critici da tenere sotto osservazione, nonché a suggerire i necessari presidi di controllo atti a garantire la compatibilità delle attività poste in essere con l’obiettivo aziendale di un efficace presidio dei rischi. I controlli di linea sono disciplinati nell’ambito delle disposizioni interne (politiche, regolamenti, procedure, manuali operativi, circolari) dove sono declinati in termini di responsabilità, obiettivi, modalità operative, tempistiche di realizzazione e modalità di traccia-mento.

Organismo di Vigilanza ai sensi del D.lgs. 231/2001

Il Gruppo bancario ha adottato il Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/01 (di seguito, per brevità, anche il “Decreto”) attraverso la predisposizione di un sistema strutturato ed organico di procedure ed attività di controllo per la consapevole gestione del rischio di commissione dei reati. Il Modello adottato si integra nel Sistema dei Controlli Interni in essere ed oltre a consentire di beneficiare dell’esimente prevista dal Decreto, è volto a migliorare la corporate governance del Gruppo bancario, limitando il rischio di commissione dei reati e i relativi risvolti reputazionali ed economici.

All’Organismo di Vigilanza - le cui attribuzioni sono assunte dal Collegio Sindacale – è demandato il compito di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello di organizzazione e gestione adottato del Gruppo bancario ai sensi del D. Lgs. 231/01, nonché di curarne l’aggiornamento ai fini di prevenzio-ne dell’imputazione in capo all’Ente della responsabilità amministrativa derivante da reato.

In particolare, ad esso è affidato il compito di vigilare con autonomi poteri di iniziativa e di controllo:

• sull'efficacia e adeguatezza del Modello in relazione alla struttura aziendale ed alla effettiva capacità di prevenire la commissione dei reati contemplati dal Decreto;

• sul funzionamento e l'osservanza delle prescrizioni contenute nel Modello attraverso il compimento di apposite verifiche, anche periodiche;

• sull'opportunità di aggiornamento del Modello, laddove si riscontrino esigenze di adeguamento dello stesso in relazione a mutate condizioni aziendali e/o normative, nonché al verificarsi di violazioni si-gnificative e/o ripetute del Modello medesimo.

Inoltre, in relazione ai reati di ricettazione, riciclaggio ed impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (D.lgs. 231/01, art. 25-octies), l’Organismo di Vigilanza, secondo quanto disposto dall’art. 52 del D.lgs. 231/07, nell’ambito delle proprie attribuzioni e competenze, vigila sull'osservanza delle norme con-

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

tenute nello stesso decreto ed a provvedere alle relative comunicazioni nei confronti delle Autorità com-petenti.

Presidi specialistici

Nell’ambito del processo di gestione del rischio di non conformità sono stati individuati specifici presidi specialistici con il compito di presidiare il rischio di non conformità con riferimento alle normative non rientranti nel perimetro di diretta competenza della funzione di conformità alle norme.

I presidi specialistici si configurano come strutture organizzative interne al Gruppo bancario dotate di competenze specifiche, per via delle lavorazioni effettuate, per l’espletamento dei compiti previsti da normative che richiedono un’elevata specializzazione con riferimento alle attività disciplinate.

Ciascun presidio specialistico svolge le seguenti attività minimali:

• monitorare e rilevare nel continuo l’evoluzione delle normative oggetto di presidio e la misurazione/ valutazione del loro impatto su processi e procedure aziendali;

• identificare i rischi di non conformità inerenti le tematiche normative oggetto di presidio;

• contribuire alla definizione di idonee procedure interne volte a disciplinare gli adempimenti richiesti dalle tematiche normative oggetto di presidio;

• informare la Funzione Compliance di tutti i fatti o gli atti di cui venga a conoscenza che possano co-stituire una violazione della normativa di riferimento presidiata.

I compiti assegnati ai presidi sono graduati in funzione della valutazione degli stessi. In particolare, in pre-senza di una valutazione non completamente adeguata, è previsto un maggiore coinvolgimento della Fun-

zione Compliance nello svolgimento delle attività di pertinenza.

Responsabile delle Segnalazioni di Operazioni Sospette

Ai sensi dell’art. 42 del D.lgs. 231/2007, il legale rappresentante del Gruppo bancario o un suo delegato, in possesso dei necessari requisiti di indipendenza, autorevolezza e professionalità, deve:

• valutare le segnalazioni di operazioni sospette pervenute;

• trasmettere alla unità di informazione finanziaria (U.I.F.) le segnalazioni ritenute fondate.

Il Responsabile della segnalazione delle operazioni sospette non ha responsabilità dirette in aree operative né è gerarchicamente dipendente da soggetti di dette aree. Il responsabile delle segnalazioni ha libero ac-cesso ai flussi informativi diretti agli Organi Aziendali e alle strutture, a vario titolo, coinvolte nella gestio-ne e contrasto del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. Intrattiene i rapporti con la UIF e rispon-de tempestivamente alle eventuali richieste di approfondimento provenienti dalla stessa Unità, avvalendo-si del supporto della Funzione Antiriciclaggio.

Il responsabile delle segnalazioni di operazioni sospette comunica, con le modalità organizzative ritenute più appropriate e per il tramite della Funzione Antirciclaggio, l’esito della propria valutazione al responsa-bile della unità organizzativa da cui ha avuto origine la segnalazione.

Stante la rilevanza che tale informazione può rivestire in sede di apertura di nuovi rapporti contrattuali, ovvero di valutazione dell’operatività della clientela già in essere, il responsabile delle segnalazioni di ope-razioni sospette può consentire che i nominativi dei clienti oggetto di segnalazione di operazione sospetta siano consultabili - anche attraverso l’utilizzo di idonee basi informative – dai responsabili delle diverse strutture operative aziendali.

Referente delle Funzioni Operative Importanti

Laddove esternalizzate, il Gruppo bancario ha mantenuto internamente la competenza richiesta per con-trollare efficacemente le c.d. “Funzioni Operative Importanti” (nel seguito, FOI) e per gestire i rischi connessi con l’esternalizzazione, inclusi quelli derivanti da potenziali conflitti di interessi del fornitore di

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Relazione sulla gestione del gruppo | La gestione e il controllo dei rischi

servizi. In tale ambito, è stato individuato all’interno dell’organizzazione, nella figura del Vice Direttore Generale, il Referente interno per le attività esternalizzate (di seguito, per brevità, “Referente FOI”).

La principale responsabilità attribuita al Referente FOI riguarda il controllo del livello dei servizi prestati dall’outsourcer e sanciti nei rispettivi contratti di esternalizzazione.

In particolare, il Referente delle FOI ha come principale mandato il monitoraggio, nel continuo, dell’attività svolta dal singolo fornitore, attraverso:

• la predisposizione e la messa in opera di specifici protocolli di comunicazione con il fornitore;

• il presidio dei rischi sottesi alle attività esternalizzate;

• la verifica del rispetto dei livelli di servizio concordati;

• l’informativa agli Organi Aziendali sullo stato e sull’andamento delle funzioni esternalizzate;

• la stretta collaborazione con la Funzione di Revisione Interna, anche ai fini della predisposizione della relazione annuale da inviarsi all’Autorità di Vigilanza.

La Funzione ICT e la Funzione di Sicurezza Informatica

La Funzione ICT esercita il ruolo di controllo sulle componenti del sistema informativo esternalizzate, verificando l’adeguatezza dei livelli di servizio erogati dal fornitore e valutandone gli eventuali risvolti sul livello di soddisfazione dei clienti del Gruppo bancario, nonché l’efficienza operativa e la disponibilità del-le infrastrutture IT, in coerenza con il framework di rischio IT definito.

La Funzione di Sicurezza Informatica è deputata allo svolgimento dei compiti in materia di sicurezza delle risorse ICT del Gruppo bancario, con il supporto del Centro Servizi di riferimento e degli eventuali forni-tori terzi attivi in tale ambito. Principale finalità della Funzione è quella di assicurare che il livello di sicu-rezza offerto sulle risorse ICT sia allineato agli obiettivi di sicurezza che il Gruppo bancario si è posta.

Governo e gestione dei rischi

Per una più compiuta illustrazione dell’assetto organizzativo e delle procedure operative poste a presidio delle diverse aree di rischio e delle metodologie utilizzate per la misurazione e la prevenzione dei rischi medesimi si rinvia all’informativa qualitativa e quantitativa riportata nella parte E della Nota Integrativa, dedicata alle “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”.

Accertamenti ispettivi da parte dell'Unità di Informazione Finanziaria

In data 30 gennaio 2017 ha preso avvio una visita ispettiva della Banca d’Italia/UIF ai sensi dell’art. 47 del D.lgs. 231/2007; la verifica, condotta presso la Sede del Gruppo bancario ed ancora in corso, ha consenti-to un proficuo confronto con il gruppo ispettivo sulle delicate tematiche del contrasto al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo.

Eventi di rilievo successivi alla chiusura dell’esercizio

Dopo la chiusura dell’esercizio non si sono riscontrati cambiamenti rilevanti tali da incidere sulla situazio-ne patrimoniale e finanziaria e sull’equilibrio economico del Gruppo bancario rispetto a quanto rappre-sentato nel bilancio 2016.

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’evoluzione prevedibile della gestione

L’evoluzione prevedibile della gestione

Nel quadro previsivo, al rallentamento della crescita mondiale nel 2016, seguirà una modesta ripresa nel biennio successivo. I paesi in via di sviluppo registreranno un rallentamento della crescita, riportando a fine 2018 un consolidamento di appena 3 decimi di punto.

Nello scenario di base, il Pil dell’area dell’euro rallenterà all’1,4% nel 2017 a seguito della fiacca congiun-tura internazionale. Solo nel 2018 si prevede una inversione di tendenza. Nel prossimo biennio il ritmo di crescita si consoliderà arrivando all’1,4% nel 2018.

Crescita debole e bassa inflazione consentiranno alla politica monetaria di continuare ad essere molto espansiva per tutto il triennio di previsione. Il tasso benchmark, grazie anche alle misure non convenzio-nali di politica monetaria messe in campo dalla Bce, continuerà a scendere anche nell’anno in corso fino a raggiungere, in media d’anno, lo 0,6%. Nei prossimi due anni ci si attende un moderato aumento che lo spingerà fino all’1,5%.

Il rallentamento globale e l’incerta fase politica non consetiranno di incrementare il tasso di espansione dell’attivià economica nel 2017. Solo nell’anno successivo la crescita supererà l’1%.

I consumi delle famiglie contribuiranno per 2,1 punti percentuali alla crescita complessiva prevista nel triennio 2016-2018. Tale dinamica è trainata dal recupero del reddito disponibile reale tale da consentire anche una lieve riduzione della propensione al consumo, che rimarrà comunque su livelli elevati rispetto al confronto storico. La spesa delle famiglie dovrebbe trovare alimento non soltanto nelle maggiori di-sponibilità reddituali, ma anche dal consolidarsi della crescita della ricchezza finanziaria netta che per il periodo 2016-18 è stimata poco sopra il 2,8% medio annuo.

Le esportazioni, nonostante l’indebolimento dello scenario internazionale, riusciranno a recuperare un buon ritmo nel prossimo biennio. Le importazioni, in linea con l’andamento della domanda interna, regi-streranno una crescita superiore a quella delle esportazioni, neutralizzando così la spinta sul Pil provenien-te dalla domanda estera.

Si stima un aumento di oltre un punto percentuale del tasso di occupazione, che arriverà al 57,5% a fine 2018.

Il deficit pubblico dovrebbe scendere al 2,3% nel 2017; nel 2018, in rapporto al Pil, dovrebbe essere pari al 130,8% (rispetto al 132,3% del 2015).

I tassi d’interesse rimarranno su livelli molto bassi per tutto il prossimo biennio, registrando in alcuni casi anche valori inferiori allo zero.

Passando ai tassi bancari, il costo della raccolta dovrebbe continuare a ridursi, giovandosi della politica monetaria molto espansiva della Bce e della ormai consolidata stabilità interna.

Il Gruppo bancario continuerà ad operare in uno scenario strutturalmente complesso, dove incidono eventi esogeni legati a condizioni di mercato che riducono la marginalità, alla composizione dei volumi intermediati, agli andamenti del credito anomalo legato al tessuto economico che mantiene elevato il co-sto del credito, a normative impattanti sui risultati economico-patrimoniali.

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Relazione sulla gestione del gruppo | L’evoluzione prevedibile della gestione

Il Gruppo bancario prosegue gli interventi sul fronte dei costi per essere sempre più efficiente e flessibile e pronta ai cambiamenti del mercato e per continuare a svolgere quel ruolo strategico di sostegno all’economia del territorio di riferimento. Ruolo a cui il Gruppo bancario non intende sottrarsi pur pre-servando l’equilibrio e la sostenibilità indispensabile per permettere ad un Gruppo bancario solido e pa-trimonializzato di svolgere la propria azione nel futuro.

Nel corso del mese di gennaio 2017 il Consiglio di Amministrazione del Gruppo bancario e il Consiglio di Amministrazione di RivaBanca hanno approvato il progetto di fusione per incorporazione della Banca di Credito Cooperativo di Rivarolo Canavese, Rivara ed enti territoriali con efficacia 1/7/2017. È stata quindi richiesto a Banca d’Italia l’autorizzazione di Vigilanza, ai sensi dell’art. 57 del D. Lgs. n. 385/1993, ad effettuare la fusione per incorporazione della Banca di Credito Cooperativo RivaBanca e conseguenti autorizzazione, ai sensi dell’art. 56 TUB, alle modifiche statutarie previste all’art. 3 (Sede e competenza territoriale) dello statuto di Banca d’Alba.

Gli obiettivi della Fusione si riconducono sostanzialmente alla volontà di sostenere la presenza del Credi-to Cooperativo a Rivarolo e Rivara e nei comuni circostanti al fine di mantenere e sviluppare sul territorio la presenza di una banca locale che opera a favore dei Soci e della comunità, secondo i principi della coo-perazione e alle situazioni favorevoli che si creano con l’unione delle rispettive zone di competenza senza sovrapposizione di filiali.

I benefici attesi dall’operazione di fusione sono sia di tipo economico patrimoniale grazie alla creazione di economie di scala e il miglioramento degli indici di produttività con conseguente miglioramento della redditività aziendale e della patrimonializzazione; sia organizzativi dando seguito ad un modello organiz-zativo che tenga conto dell’ampliamento della zona di competenza, dell’accentramento di alcune funzioni e dell’aggiornamento di processi e di servizi di sede, garantendo un’adeguata copertura funzionale al pre-sidio dei rischi, per migliorare l’efficienza e rendere maggiormente efficace il controllo del rischio di credi-to e dei rischi operativi, sfruttando al meglio le potenzialità del mercato, con la prospettiva di incrementa-re le quote di lavoro e la produttività, efficientando la rete territoriale delle filiali e degli sportelli.

Il Progetto sarà sottoposto all’approvazione delle relative Assemblee straordinarie nel mese di maggio 2017 e in caso di approvazione esplicherà i propri effetti a decorrere dal 1° luglio 2017. È in corso di approvazione il Piano Strategico 2017-2019 con gli indirizzi e le strategie relative alla com-pagine sociale e al territorio, alle politiche commerciali, organizzative e delle risorse umane. Il Piano Stra-tegico si fonda su linee guida all’insegna della concreta coerenza identitaria e di una crescita equilibrata e sostenibile, per un Gruppo bancario radicata sul territorio che prepara il futuro con lo sviluppo del benes-sere della comunità locale.

Questo modello confermerà il suo valore offrendo in maniera equilibrata e duratura nel tempo un utile servizio al territorio ed alla comunità.

L’inizio del 2017 presenta risultati in linea con il budget di periodo.

È in corso la redazione del resoconto ICAAP che riporta la valutazione dell’adeguatezza patrimoniale a fronte dei rischi dell’attività riferita al 31 dicembre 2016 e prospettica al 31 dicembre 2017.

Le informazioni rilevanti per il Gruppo bancario sono indicate nella nota integrativa di bilancio nella trat-tazione degli specifici argomenti.

Con particolare riferimento al presupposto della continuità aziendale, gli Amministratori del Gruppo ban-cario Banca d’Alba hanno predisposto il bilancio 2016 in questa prospettiva di continuità aziendale e pre-cisano altresì di non avere rilevato nella struttura patrimoniale e finanziaria e nell’andamento operativo segnali che possano indurre incertezze.

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RELAZIONI

Relazione del Collegio Sindacale

Relazione della Società di Revisione

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GIOVEMARI
Casella di testo
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Bilancio Consolidato 2016 | Relazione della Società di Revisione

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Bilancio Consolidato 2016 | Relazione della Società di Revisione

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Bilancio Consolidato 2016 | Relazione della Società di Revisione

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GIOVEMARI
Casella di testo
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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

SCHEMI DI BILANCIO CONSOLIDATO

Stato patrimoniale consolidato

Conto economico consolidato

Prospetto della redditività consolidata complessiva

Prospetto delle variazioni di patrimonio netto consolidato

Rendiconto finanziario consolidato

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GIOVEMARI
Casella di testo
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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

STATO PATRIMONIALE CONSOLIDATO

Attivo

Voci dell'attivo 31/12/2016 31/12/2015

10. Cassa e disponibilità liquide 27.116 33.239

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 6.620 9.207

30. Attività finanziarie valutate al fair value 41 41

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.609.408 1.869.579

50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 200.933 0

60. Crediti verso banche 78.628 315.649

70. Crediti verso clientela 2.729.225 2.661.948

80. Derivati di copertura 1.524 0

90. Adeguamento di valore delle att. finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) (1.666) 0

120. Attività materiali 47.037 46.353

130. Attività immateriali 4.207 3.925

- avviamento 2.916 2.916

140. Attività fiscali 52.904 54.827

a) correnti 7.741 7.940

b) anticipate 45.163 46.887

- b1) di cui alla Legge 214/2011 40.550 42.684

160. Altre attività 53.478 48.778

Totale dell'attivo 4.809.455 5.043.546

Passivo

Voci del passivo e del patrimonio netto 31/12/2016 31/12/2015

10. Debiti verso banche 787.212 1.105.792

20. Debiti verso clientela 2.782.662 2.564.338

30. Titoli in circolazione 826.057 958.641

40. Passività finanziarie di negoziazione 1.413 1.543

80. Passività fiscali 7.774 14.686

a) correnti 99 95

b) differite 7.675 14.591

100. Altre passività 80.368 72.186

110. Trattamento di fine rapporto del personale 5.220 5.159

120. Fondi per rischi ed oneri 2.590 2.722

b) altri fondi 2.590 2.722

140. Riserve da valutazione 9.061 22.905

170. Riserve 238.974 222.599

180. Sovrapprezzi di emissione 8.302 7.864

190. Capitale 46.781 46.771

220. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 13.041 18.340

Totale del passivo e del patrimonio netto 4.809.455 5.043.546

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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO

Voci 31/12/2016 31/12/2015

10. Interessi attivi e proventi assimilati 92.165 110.187

20. Interessi passivi e oneri assimilati (32.895) (46.834)

30. Margine di interesse 59.270 63.353

40. Commissioni attive 41.231 40.933

50. Commissioni passive (8.142) (10.159)

60. Commissioni nette 33.089 30.774

70. Dividendi e proventi simili 280 272

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 647 363

90. Risultato netto dell'attività di copertura (142) 57

100. Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: 27.402 34.949

a) crediti (907) 0

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 28.735 35.795

d) passività finanziarie (426) (846)

110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value 0 (70)

120. Margine di intermediazione 120.546 129.698

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (35.886) (43.393)

a) crediti (35.601) (41.175)

b) attività finanziarie disponibili per la vendita (14) 0

d) altre operazioni finanziarie (271) (2.218)

140. Risultato netto della gestione finanziaria 84.660 86.305

180. Spese amministrative (73.562) (71.441)

a) spese per il personale (34.050) (33.265)

b) altre spese amministrative (39.512) (38.176)

190. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (39) (268)

200. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (3.363) (3.405)

210. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (521) (463)

220. Altri oneri/proventi di gestione 8.445 10.914

230. Costi operativi (69.040) (64.663)

270. Utili (Perdite) da cessioni di investimenti 14 24

280. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 15.634 21.666

290. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (2.593) (3.326)

300. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 13.041 18.340

320. Utile (Perdita) d'esercizio 13.041 18.340

PROSPETTO DELLA REDDITIVITA’ CONSOLIDATA COMPLESSIVA

Voci 31/12/2016 31/12/2015

10. Utile (Perdita) d'esercizio 13.041 18.340

Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico

40. Piani a benefici definiti (133) 265

Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (13.711) (1.714)

130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (13.844) (1.449)

140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (803) 16.891

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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO CONSOLIDATO NETTO AL 31/12/2016

Allocazione

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Variazione dell'esercizio

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Capitale 46.771 46.771 10 46.781 46.781

a) azioni ordinarie 46.771 46.771 10 46.781 46.781

b) altre azioni

Sovrapprezzi di

emissione 7.864 7.864 438

8.302 8.302

Riserve 222.599 222.599 16.333 42 238.974 238.974

a) di utili 225.528 225.528 16.333 58 241.919 241.919

b) altre (2.929) (2.929) (16) (2.945) (2.945)

Riserve da valutazione 22.905 22.905 (13.844) 9.061 9.061

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di

esercizio 18.340 18.340 (16.333) (2.007) 13.041

13.041 13.041

Patrimonio netto del

gruppo 318.479 318.479 (2.007) 42 448 (803)

316.159 316.159

Patrimonio netto di terzi 318.479 318.479 (2.007) 42 448 (803) 316.159 316.159

76

GIOVEMARI
Casella di testo
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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO CONSOLIDATO AL 31/12/2015

Allocazione

risultato esercizio

precedente

Variazione dell'esercizio

Patrimonio

netto del

gruppo al

Patrimonio

netto di

terzi al

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Capitale 46.792 46.792 (21) 46.771 46.771

a) azioni ordinarie 46.792 46.792 (21) 46.771 46.771

b) altre azioni

Sovrapprezzi di

emissione 7.672 7.672 192

7.864 7.864

Riserve 204.920 204.920 17.606 73 222.599 222.599

a) di utili 207.858 207.858 17.606 64 225.528 225.528

b) altre (2.938) (2.938) 9 (2.929) (2.929)

Riserve da valutazione 24.354 24.354 (1.449) 22.905 22.905

Strumenti di capitale

Azioni proprie

Utile (Perdita) di

esercizio 19.810 19.810 (17.606) (2.204) 18.340

18.340 18.340

Patrimonio netto del

gruppo 303.548 303.548 (2.204) 73 171 16.891

318.479 318.479

Patrimonio netto di terzi 303.548 303.548 (2.204) 73 171 16.891 318.479 318.479

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GIOVEMARI
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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

RENDICONTO FINANZIARIO CONSOLIDATO – Metodo Indiretto

Importo

31/12/2016 31/12/2015

A. ATTIVITA' OPERATIVA

1. Gestione (123.964) 90.834

- risultato d'esercizio (+/-) 13.041 18.340

- plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (+/-)

275 452

- plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) 1.666

- rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 39.915 45.318

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 3.680 3.680

- premi netti non incassati (-)

- altri proventi/oneri assicurativi non incassati (-/+)

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 243 625

- imposte, tasse e crediti di imposta non liquidati (+/-)

- rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-)

- altri aggiustamenti (+/-) (182.784) 22.419

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 364.527 110.145

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.785 (5.180)

- attività finanziarie valutate al fair value

- attività finanziarie disponibili per la vendita 239.275 98.614

- crediti verso banche: a vista 21.952 4.987

- crediti verso banche: altri crediti 214.797 8.063

- crediti verso clientela (106.930) (2.497)

- altre attività (6.352) 6.158

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (246.902) (197.493)

- debiti verso banche: a vista (318.580) (157.494)

- debiti verso banche: altri debiti

- debiti verso clientela 218.489 212.883

- titoli in circolazione (132.583) (208.742)

- passività finanziarie di negoziazione

- passività finanziarie valutate al fair value

- altre passività (14.228) (44.140)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (6.339) 3.486

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da 279 8

- vendite di partecipazioni

- dividendi incassati su partecipazioni 272

- vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- vendite di attività materiali 7 8

- vendite di attività immateriali

- vendite di società controllate e di rami d'azienda

2. Liquidità assorbita da 512 2.955

- acquisti di partecipazioni

- acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- acquisti di attività materiali 15 2.458

- acquisti di attività immateriali 497 497

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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

- acquisti di società controllate e di rami d'azienda

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di investimento (233) (2.947)

C. ATTIVITA' DI PROVVISTA

- emissioni/acquisti di azioni proprie 449 170

- emissioni/acquisti di strumenti di capitale

- distribuzione dividendi e altre finalità (1.995)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 449 (1.825)

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (6.123) (1.286)

Legenda:

(+) generata

(-) assorbita

Riconciliazione - Metodo Indiretto

Importo

Voci di bilancio 31/12/2016 31/12/2015

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 33.239 34.525

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (6.123) (1.286)

Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 27.116 33.239

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Schemi di Bilancio Consolidato 2016 | Gruppo bancario Banca d’Alba

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NOTA INTEGRATIVA CONSOLIDATA

Parte A – Politiche contabili

Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato

Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato

Parte D – Redditività complessiva consolidata

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di

copertura

Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato

Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese

o rami d’azienda

Parte H – Operazioni con parti correlate

Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti

patrimoniali

Parte L – Informativa di settore

Allegato 1 – Informativa al Pubblico Stato per Stato

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

PARTE A - Politiche contabili A.1 – PARTE GENERALE

Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente bilancio consolidato è redatto in conformità ai principi contabili internazionali International Accounting Standards (IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC) omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio consolidato.

L’applicazione degli IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività dell’informazione.

Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” 4° Aggiornamento del 15 dicembre 2015, si è tenuto conto, sul piano interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C.).

Per la predisposizione del bilancio consolidato sono stati adottati i medesimi principi e metodi contabili utilizzati per la redazione del medesimo documento al 31 dicembre 2015, a cui si fa rinvio, integrati dei principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni SIC/IFRIC omologati dalla Commissione Europea fino alla data di redazione, la cui applicazione è obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2016:

• Emendamenti allo IAS 19 Defined Benefit Plans Employee Contributions; • Emendamenti all’IFRS 11 Accounting for acquisitions of interests in joint operations; • Emendamenti allo IAS 16 e IAS 38 Clarification of accettable methods of depreciation and

amortisation; • Emendamento allo IAS 1 Disclosure Initiative; • Emendamento allo IAS 27 Equity Method in Separate Financial Statements; • Emendamenti all’IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28 Investment Entities: Applying the Consolidation

Exception. L’introduzione dei nuovi principi, emendamenti ed interpretazioni non ha comportato effetti significativi e/o di rilievo sul bilancio stesso.

Per quanto riguarda l’emendamento allo IAS 27 Equity Method in Separate Financial Statements, che introduce l’opzione di utilizzare nel bilancio separato il metodo del patrimonio netto per la valutazione delle partecipazioni in società controllate, a controllo congiunto e collegate, il Gruppo bancario ha optato per mantenere la valutazione della partecipazione in IBA s.r.l. a socio unico al costo.

Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Sezione 2 - Principi generali di redazione

Il bilancio consolidato è costituito dallo stato patrimoniale consolidato, dal conto economico consolidato, dal prospetto della redditività consolidata complessiva, dal prospetto delle variazioni di patrimonio consolidato netto, dal rendiconto finanziario consolidato, redatto secondo il metodo indiretto, e dalla nota integrativa ed è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla situazione del Gruppo bancario.

I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.

Il bilancio consolidato è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi generali di redazione di seguito elencati:

• competenza economica; • continuità aziendale; • comprensibilità dell’informazione; • significatività dell’informazione (rilevanza); • attendibilità dell’informazione (fedeltà della rappresentazione; prevalenza della sostanza

economica sulla forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività);

• comparabilità nel tempo.

Nella predisposizione del bilancio consolidato sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005, 4° aggiornamento del 15 dicembre 2015.

Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.

Lo stato patrimoniale consolidato, il conto economico consolidato, il prospetto della redditività consolidata complessiva, il prospetto delle variazioni di patrimonio consolidato netto, il rendiconto finanziario consolidato, la nota integrativa, salvo diversamente indicato, sono redatti in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio consolidato e, ove richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.

I criteri adottati per la predisposizione del bilancio consolidato sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il bilancio consolidato precedente.

Laddove indicato, se i conti non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono stati adattati nella presente nota integrativa.

Informativa sulla continuità aziendale

Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite nell’ambito del Documento n. 2 del 6 febbraio 2009 “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze nell’utilizzo di stime.” emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap (come confermato nel successivo Documento n. 4 del 3 marzo 2010 emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e ISVAP, avente per oggetto “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle verifiche per la riduzione di valore delle attività (impairment test) sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla “gerarchia del fair value”), il Gruppo bancario ha la ragionevole aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il bilancio consolidato nel presupposto della continuità aziendale.

Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico, ancorché abbiano generato significativi impatti sul bilancio consolidato 2016, non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è contenuta nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.

Sezione 3 – Area e metodi di consolidamento

Il bilancio consolidato include la Banca capogruppo e le società da questa direttamente o indirettamente controllate o collegate. Sono considerate controllate le imprese nelle quali la Banca capogruppo possiede direttamente o indirettamente più della metà dei diritti di voto (anche “potenziali”), o quando, pur con una quota di diritti di voto inferiore, ha il potere di nominare la maggioranza degli amministratori della partecipata o di determinare le politiche finanziarie ed operative della stessa.

Sono considerate collegate, e quindi sottoposte ad influenza notevole, le imprese nelle quali la Banca capogruppo direttamente o indirettamente, possiede almeno il 20% dei diritti di voto (anche “potenziali”) o nelle quali ha il potere, in virtù di patti di sindacato, di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali.

Rispetto al bilancio consolidato al 31 dicembre 2016, l’area di consolidamento del Gruppo non presenta variazioni di perimetro.

Nel prospetto che segue sono riportate le partecipazioni incluse nell’area di consolidamento.

1. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva

Sede operativa

Sede legale

Tipo di rapporto

(1)

Rapporto di partecipazione

Disponibilità voti % (2)

Denominazioni imprese Impresa

partecipante Quota %

1. Immobiliare Banca d’Alba srl – a socio unico

Alba Alba 1 Banca d’Alba 100% 100% effettivi

e potenziali

Legenda:

(1) Tipo di rapporto:

1 = maggioranza dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria

2 = influenza dominante nell’assemblea ordinaria

3 = accordi con altri soci 4 = altre forme di controllo 5 = direzione unitaria ex art. 26, comma 1, del “decreto legislativo 87/92”

6 = direzione unitaria ex art. 26, comma 2, del “decreto legislativo 87/92”

(2) Disponibilità voti nell’assemblea ordinaria, distinguendo tra effettivi e potenziali

2. Valutazioni e assunzioni significative per determinare l’area di consolidamento

La Capogruppo Banca d’Alba è socio unico della Immobiliare Banca d’Alba srl, detiene il controllo dell'entità oggetto di investimento e ha il potere originato da diritti di indirizzarne le attività rilevanti.

3. Partecipazioni in società controllate in via esclusiva con interessenze di terzi significative

Il Gruppo bancario non ha in essere partecipazioni in società controllate in via esclusiva con interessenze di terzi significative.

4. Restrizioni significative

Non vi sono restrizioni significative alla capacità di accedere alle attività o di utilizzarle e di estinguere le passività del Gruppo Bancario.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

5. Altre informazioni

Metodi di consolidamento

I bilanci utilizzati per il consolidamento sono quelli appositamente predisposti dalle singole società, opportunamente adeguati e riclassificati per allinearli ai principi contabili e agli schemi di presentazione previsti per il bilancio consolidato del Gruppo bancario.

I bilanci oggetto di consolidamento sono riferiti alla stessa data di chiusura della Banca capogruppo.

Oltre alla Banca capogruppo, tutte le imprese controllate sono consolidate sulla base dei rispettivi bilanci al 31 dicembre 2016, “linea per linea”.

Consolidamento integrale

Il metodo integrale comporta l’acquisizione “linea per linea” degli aggregati di stato patrimoniale e di conto economico delle società controllate. Le partecipazioni nelle imprese controllate incluse nel consolidamento sono state compensate con la corrispondente frazione di patrimonio netto di tali imprese.

Differenza di consolidamento

Le differenze risultanti da questa operazione sono rilevate – dopo l’eventuale imputazione a elementi dell’attivo o del passivo della controllata – tra le “Altre riserve”.

Le differenze positive di consolidamento sono oggetto periodicamente ad impairment test al fine di verificare l’adeguatezza del relativo valore di iscrizione in bilancio. Nel caso in cui il valore recuperabile dell’avviamento risulti inferiore al valore di iscrizione, si procede alla rilevazione a conto economico della differenza.

Eliminazione dei rapporti reciproci

Dal bilancio consolidato sono stati eliminati: • i rapporti attivi e passivi; • i proventi e gli oneri, relativi ad operazioni effettuate; • i dividendi; • gli eventuali dividendi delle partecipate, incluse nel consolidamento con il metodo integrale o

valutate col metodo del patrimonio netto, iscritti nel conto economico della partecipante sono eliminati accreditando, in contropartita, il conto "utili/perdite portate a nuovo" del bilancio consolidato;

• fiscalità differita sulle rettifiche di consolidamento; Le rettifiche operate in sede di consolidamento, qualora ne ricorrano le condizioni, danno luogo alla rilevazione delle imposte differite e anticipate.

Sezione 4 – Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio consolidato e la sua approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione, avvenuta il 7 marzo 2017, non sono intervenuti fatti che comportino una modifica dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all'informativa fornita.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Sezione 5 - Altri aspetti

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio

La redazione del bilancio consolidato richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio.

L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione.

Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.

Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del Consiglio di Amministrazione sono:

• la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie;

• la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio;

• l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;

• la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali; • la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri; • le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.

La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del bilancio consolidato.

Riforma delle Banche di Credito Cooperativo - DL 18 del 14 febbraio 2016, conv. L. 49 del 08 aprile 2016

Per quanto attiene i contenuti e le previsioni del Provvedimento di riforma della Banche di Credito Cooperativo, disciplinata dal Decreto citato, si rimanda a quanto riportato nella Relazione sulla gestione degli Amministratori.

In particolare, si segnala all’art. 2 bis la costituzione del Fondo temporaneo delle Banche di Credito Cooperativo, nella previsione di una dotazione per un importo massimo fino allo 0,2% dell’Attivo Stato Patrimoniale risultante dal bilancio precedente, da utilizzarsi per interventi di sostegno finalizzati al consolidamento e alla concentrazione delle Banche medesime. Le risorse da destinare agli interventi, nel limite complessivo indicato, sono messe a disposizione dalle Banche consorziate su chiamata del Fondo in relazione alle modalità e ai tempi dei singoli interventi.

IFRS 9 - Financial Instruments

Il principio contabile IFRS 9 sostituirà, a partire dal 1° gennaio 2018, lo standard IAS 39 attualmente in vigore. Il nuovo principio copre tre ambiti:

• Classificazione e misurazione: Attività finanziarie. L’IFRS 9 richiede che le attività finanziarie siano classificate in tre classi distinte, ovvero costo ammortizzato, fair value a conto economico complessivo (riserva di patrimonio netto) e fair value a conto economico, sulla base sia del modello di business applicato sia della natura contrattuale dei flussi di cassa dello strumento

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

finanziario. I criteri di iscrizione e cancellazione rimangono sostanzialmente inalterati rispetto allo IAS 39. Passività finanziarie. L’IFRS 9 mantiene immutate le previsioni dello IAS 39 ad eccezione delle passività finanziarie valutate al fair value, per le quali la variazione di fair value attribuibile al proprio merito creditizio dovrà essere imputata al conto economico complessivo (a riserva di patrimonio netto) e non più a conto economico (il principio prevede la facoltà di adottare tale previsione in via anticipata a partire dalla data di omologazione del nuovo principio).

• Impairment: Al riguardo, viene introdotto un modello di impairment basato sulle perdite attese (“expected losses”) in sostituzione dell’attuale modello previsto dallo IAS 39 di incurred losses. Il principio prevede la classificazione dei crediti in tre classi (“stages”) in funzione della qualità creditizia della controparte, dove per la classe che include le controparti aventi il miglior standing creditizio sono previste perdite attese su un orizzonte di 12 mesi, mentre per le altre due classi l’orizzonte temporale per la determinazione della perdita attesa è pari alla durata residua del credito (“lifetime expected loss”).

• Hedge accounting: si prevedono modelli di copertura tendenzialmente semplificati rispetto allo IAS 39, introducendo un legame più accentuato con le modalità di gestione del rischio previste del Gruppo bancario. Federcasse ha avviato nel corso del 2015 un progetto a livello di categoria, al fine di gestire la transizione alla prima applicazione dell’IFRS 9. Il progetto ha l’obiettivo di determinare gli impatti a livello patrimoniale, economico e prudenziale dell’adozione del principio, nonché di identificare le opportune implementazioni organizzative e informatiche e gli adeguati presidi di controllo, che ne consentano un’effettiva applicazione. In ragione della complessità di quanto previsto dal principio nei vari ambiti trattati e delle interrelazioni presenti tra gli aspetti più significativi che concorrono a determinare i criteri di classificazione, i modelli di impairment e le politiche di copertura, non è possibile, allo stato attuale, quantificare gli impatti previsti. In particolare, per quanto riguarda il nuovo modello di impairment, gli impatti dipenderanno, tra l’altro, sia dalla composizione dei portafogli crediti sia dalle condizioni economiche correnti e prospettiche (per gli stages in cui si applica l’approccio lifetime) al momento di first time adoption dell’IFRS 9.

Canone DTA

Il D.L. 59/2016 convertito dalla Legge 30 giugno 2016 n. 119 contiene, tra le altre, norme in materia di imposte differite attive (DTA).

Secondo le nuove disposizioni, per mantenere l’applicazione della normativa sulla trasformazione delle DTA di cui alla Legge 214/2011 in crediti d’imposta e conseguentemente beneficiare della possibilità di includere le suddette DTA nella determinazione dei Fondi Propri ai fini prudenziali, è necessario esercitare espressamente un’opzione irrevocabile, che prevede il pagamento di un canone annuale fino al 2029 pari all’1,5% della differenza fra le DTA e le imposte effettivamente versate.

La base di commisurazione del canone DTA è risultata negativa per il Gruppo bancario per l’esercizio in corso al 31 dicembre 2016, in quanto le imposte versate sono superiori alle attività per imposte anticipate; pertanto nessun importo risulta dovuto a tale titolo.

Il Gruppo bancario ha comunque deciso di avvalersi della facoltà prevista dal provvedimento per continuare a beneficiare anche nel futuro delle disposizioni previste dal regime prudenziale ed ha pertanto inviato l’apposita comunicazione prevista dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate n. 117661 del 22 luglio 2016 per l’esercizio dell’opzione sopra indicata.

Revisione contabile del bilancio

Il bilancio consolidato del Gruppo bancario è sottoposto a revisione contabile da parte della società Deloitte & Touche S.p.A. alla quale è stato conferito l’incarico per il periodo 2010-2018 in esecuzione della delibera assembleare del 23 maggio 2010.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio consolidato. L’esposizione dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione, cancellazione delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento (settlement date) per i titoli di debito, di capitale e le quote di OICR alla data di sottoscrizione per i contratti derivati.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di classificazione

Si classificano tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione gli strumenti finanziari che sono detenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine derivanti dalle variazioni dei prezzi degli stessi.

Il Gruppo bancario ha iscritto tra le “attività finanziarie detenute per la negoziazione” laddove presenti titoli obbligazionari quotati, titoli di capitale quotati, quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento o SICAV).

Rientrano nella presente categoria anche i contratti derivati – di valore positivo - connessi con la fair value option (definita dal principio contabile IFRS 13), gestionalmente collegati con attività e passività valutate al fair value, nonché i contratti derivati relativi a coperture gestionali di finanziamenti erogati alla clientela.

Sono invece iscritti tra i derivati di copertura, il cui valore è rappresentato alla voce 80 dell’attivo di stato patrimoniale se positivi ovvero alla voce 60 del passivo di stato patrimoniale se negativi, quelli designati come efficaci strumenti di copertura agli effetti della disciplina dell’hedge accounting.

Il derivato è uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche: • il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno

strumento finanziario, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o altre variabili prestabilite;

• non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale inferiore a quello che sarebbe richiesto per altri tipi di contratti di cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;

• è regolato a data futura.

Tra i derivati finanziari rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e contratti derivati su valute.

Compongono la categoria i derivati finanziari e quelli creditizi. Tra i primi rientrano i contratti di compravendita a termine di titoli e valute, i contratti derivati con titolo sottostante e quelli senza titolo sottostante collegati a tassi di interesse, a indici o ad altre attività e contratti derivati su valute.

Il Gruppo bancario non possiede e non ha operato in derivati creditizi.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value con rilevazione delle variazioni in contropartita a conto economico.

Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale posta è contabilizzata come una passività finanziaria di negoziazione.

Il fair value è definito dal principio IFRS 13 come “Il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di misurazione”.

Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevati alla data di riferimento del bilancio.

Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato.

In assenza di un mercato attivo, sono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono fondati su dati rilevabili sul mercato. Sono in particolare utilizzati: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili ed altre tecniche comunemente utilizzate dagli operatori di mercato.

I titoli di capitale per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo, rettificato a fronte di perdite durevoli per diminuzione di valore.

Per i criteri di determinazione del fair value si rimanda a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate (applicando la cosiddetta derecognition) quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

I titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente ne prevede il riacquisto non vengono cancellati dal bilancio nonostante la titolarità degli stessi sia stata effettivamente trasferita.

Nel caso non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, le attività finanziarie vengono cancellate dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sulle stesse.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sui titoli e relativi proventi assimilati sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Alle medesime voci sono iscritti anche i differenziali e i margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio, relativi ai contratti derivati classificati come attività finanziarie detenute per la negoziazione, ma gestionalmente collegati ad attività o passività finanziarie valutate al fair value (cosiddetta fair value option).

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione sono classificati nel conto economico nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”, così come l’effetto delle valutazioni al cambio di fine periodo delle attività e passività monetarie in valuta.

I profitti e le perdite relativi ai contratti derivati gestionalmente collegati con attività o passività valutate al fair value sono invece rilevati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.

I dividendi sono rilevati per cassa alla voce di conto economico “Dividendi e proventi simili”.

2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento (settlement date), se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a patrimonio netto.

All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili.

L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate che non sono classificate tra le “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” o tra le “Attività finanziarie valutate al fair value”, tra le “Attività finanziarie detenute fino a scadenza” o tra i “Crediti e finanziamenti”.

Si tratta, pertanto, di una categoria di classificazione residuale di attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato.

Essa accoglie: • i titoli di debito quotati e non quotati; • i titoli azionari quotati e non quotati; • le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV); • le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto

(c.d partecipazioni di minoranza).

I principi contabili consentono in alcuni casi la riclassifica a valori di fair value al momento del trasferimento verso la categoria “Attività finanziarie detenute sino alla scadenza” e, in presenza di eventi inusuali e che difficilmente si possono ripresentare nel breve periodo, anche verso la categoria “Crediti”, qualora ne ricorrano le condizioni per l’iscrizione.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value.

Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.

Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, sono valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS 39.

In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività finanziaria e il valore attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse effettivo originario.

Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e contabilizzata nella voce di conto economico “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività finanziarie disponibili per la vendita”.

Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valore e la determinazione del relativo ammontare, il Gruppo bancario utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.

In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:

• esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti o mancati pagamenti di interessi o capitale;

• probabilità di apertura di procedure concorsuali; • scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari; • peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emittente; • declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre notizie

negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo.

Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale in cui l’emittente opera.

Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione durevole di valore.

Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di bilancio.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate (applicando la cosiddetta derecognition) quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati: • a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene

conto dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;

• a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico nella voce “utili (perdite) da cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, che il Gruppo bancario ha oggettiva intenzione e capacità di possedere sino alla scadenza.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente categoria i titoli di debito con pagamenti fissi o determinabili a scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza.

Se, a seguito di un cambiamento della volontà o del venir meno della capacità, non risulta più appropriato mantenere gli investimenti in tale categoria, questi vengono trasferiti tra le attività disponibili per la vendita.

Ogniqualvolta che le vendite o le riclassificazioni risultino rilevanti sotto il profilo quantitativo e qualitativo, qualsiasi investimento detenuto fino alla scadenza che residua deve essere riclassificato come disponibile per la vendita.

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di regolamento sono imputati a conto economico.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, che corrisponde generalmente al corrispettivo pagato, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili.

Qualora l’iscrizione delle attività in questa categoria derivi da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, il fair value dell’attività, rilevato al momento del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

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Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.

In sede di chiusura del bilancio, viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore. Se esse sussistono, l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il saldo contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati recuperabili, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L’importo della perdita è rilevato a conto economico.

Qualora i motivi che hanno dato origine alla rettifica di valore siano successivamente rimossi, vengono effettuate corrispondenti riprese di valore.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi e dai proventi assimilati sono iscritte per competenza, sulla base del tasso di interesse effettivo, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cedute, alla voce “Utile (perdita) da cessione o riacquisto di: c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza”.

Eventuali riduzioni di valore vengono rilevate a conto economico nella voce “Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza”. In seguito, se i motivi che hanno determinato l’evidenza della perdita di valore vengono rimossi, si procede all’iscrizione di riprese di valore con imputazione a conto economico nella stessa voce.

L’ammontare della ripresa non può eccedere in ogni caso il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

4 - Crediti

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato, comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo.

Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo.

Nel caso di titoli di debito l’iscrizione iniziale avviene alla data di regolamento, se regolate con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione.

Per le operazioni creditizie eventualmente concluse a condizioni inferiori a quelle di mercato, la rilevazione iniziale è effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato.

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L’eventuale differenza tra la rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Criteri di classificazione

I crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.

I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le attività finanziarie valutate al fair value.

Nella voce crediti rientrano i crediti commerciali, crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari, le operazioni di pronti contro termine ed i titoli di debito subordinati rivenienti da operazioni di cartolarizzazione, non quotati in mercati attivi.

L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”.

Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione, al netto dei rimborsi di capitale e delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo sulla differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interessi all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.

Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo, si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulla scadenza, ma non le future perdite su crediti.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad esempio, in presenza:

• di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore; • di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi

o del capitale;

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• del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;

• della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria; • della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie; • di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari

stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing), classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, riportate al punto “18 – Altre informazioni”

La classificazione è effettuata dalle strutture operative con il coordinamento delle funzioni deputate al controllo ed al recupero dei crediti.

I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione al fine di determinare la perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.

I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed imputata tra le riprese di valore.

Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione.

I crediti non performing che sono stati valutati individualmente e per i quali non sono state riscontrate evidenze oggettive di perdite di valore sono inseriti in gruppi di attività finanziarie con caratteristiche analoghe procedendo a una svalutazione collettiva stimata in modo forfettario.

I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva.

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Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche, fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti.

I parametri del modello di calcolo utilizzati ai fini delle valutazioni di bilancio sono rappresentati dalla PD (Probability of Default) intesa come la probabilità che, su un determinato orizzonte temporale, il debitore vada in default e dalla LGD (Loss Given Default) che rappresenta il tasso di perdita stimato in caso di default del debitore. I citati parametri riconducono il modello valutativo alla nozione di incurred loss, cioè di un deterioramento dei crediti che si ha ragione di ritenere sia effettivamente intervenuto alla data di riferimento, ma del quale non è ancora nota l’entità al momento della valutazione, così come previsto dai principi contabili internazionali.

La valutazione collettiva è determinata sull’andamento storico delle perdite riferibili ad un gruppo di riferimento, individuato nella branca di attività economica, con ulteriore suddivisione tra rapporti garantiti e non garantiti.

La perdita sui crediti valutati collettivamente sarà quindi dato dalla seguente formula: PD1% * LGD2% tenendo conto dei dati degli ultimi 5 anni.

La PD viene calcolata per ogni singola branca di attività economica quale rapporto tra il numero delle posizioni girate a sofferenza nel corso dell’anno considerato ed il numero totale dei rapporti attivi in essere ad inizio dello stesso anno.

La Loss Given Default viene calcolata per branca di attività economica, tenendo conto della presenza o meno di garanzie reali a presidio della posizione in analisi, e viene ottenuta con la seguente formula: LGD (tasso di perdita) = (1 - tasso recupero) dove il tasso di recupero è dato dalla seguente formula: ammontare degli importi recuperati/valore originario della sofferenza.

La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di recupero del credito oggetto di svalutazione. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa.

Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico.

Alla data di riferimento del bilancio le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono determinate in modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collettive dell’esercizio precedente.

Criteri di cancellazione

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile dopo che tutte le necessarie procedure di recupero sono state completate.

1 PD (Probability of Default) è la probabilità media, sull’orizzonte di un anno, che la controparte vada in default non ripagando il credito secondo i termini contrattuali. 2 LGD (Loss Given Default) rappresenta la percentuale di perdita economica sull’importo nominale del credito, in caso di default della controparte.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita, registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.

Tale ultima fattispecie è da riferire alle operazioni di cartolarizzazione poste in essere dal Gruppo bancario ai sensi della L. 130/1999 ed aventi per oggetto crediti performing costituiti da mutui concessi a clientela residente in Italia.

Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, i crediti vengono cancellati dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sugli stessi. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo, comporta il mantenimento in bilancio dei crediti in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore dei crediti ceduti ed alle variazioni dei flussi finanziari degli stessi.

L’impossibilità di procedere alla “derecognition” dal bilancio delle attività cedute comporta in sintesi: • il mantenimento nell’attivo da parte del Gruppo bancario degli impieghi di pertinenza; • l’iscrizione di una passività “fittizia” nei confronti della società cessionaria dei crediti; • per le operazioni di cartolarizzazione, l’elisione del titolo junior iscritto in bilancio; • l’iscrizione distinta delle componenti economiche dell’operazione.

Per le informazioni riferite al coinvolgimento del Gruppo bancario nelle operazioni di cartolarizzazione, si rimanda alla parte E della presente nota integrativa – sez. 1.C.1 ” Operazioni di cartolarizzazione”.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.

Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito tale da far insorgere la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale, secondo i termini contrattuali originari del credito, sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore.

Nel caso di valutazione collettiva le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.

Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono inscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utili (perdite) da cessione o riacquisto di crediti”.

5 - Attività finanziarie valutate al fair value

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie rappresentate da titoli di debito e di capitale avviene alla data di regolamento.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

All’atto della rilevazione iniziale, tali attività finanziarie valutate al fair value vengono rilevate al fair value che corrisponde generalmente al corrispettivo pagato, senza considerare i costi o proventi ad essa riferiti ed attribuibili allo strumento stesso, che vengono rilevati direttamente nel conto economico.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce quelle attività che sono designate al fair value con i risultati valutativi iscritti nel conto economico, sulla base della fair value option prevista dal principio IAS 39 § 9.

I principi IAS/IFRS consentono di classificare nella categoria degli strumenti finanziari valutati al fair value con contropartita in conto economico, qualsiasi attività finanziaria così definita al momento dell’acquisizione, nel rispetto delle casistiche previste dalla normativa di riferimento.

In particolare, la fair value option è utilizzata quando consente di eliminare o di ridurre significativamente lo sbilancio contabile derivante dalla contabilizzazione non coerente di strumenti finanziari correlati tra loro (natural hedge), ovvero coperti da contratti derivati per i quali l’applicazione dell’hedge accounting risulta complessa.

La fair value option è inoltre impiegata in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito che soddisfa determinate condizioni, al fine di non procedere allo scorporo dello stesso dallo strumento ospite, valutando al fair value lo strumento finanziario nel suo complesso.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie sono valorizzate al fair value con effetto rilevato a conto economico.

Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o dal rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value, sono classificati nel “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value” di conto economico.

6 - Operazioni di copertura

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti al fair value e sono classificati nella voce di bilancio di attivo patrimoniale 80 “Derivati di copertura” e di passivo patrimoniale 60 “Derivati di copertura”, a seconda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo.

L’operazione è considerata di copertura se esiste una documentazione formalizzata della relazione tra lo strumento di copertura e i rischi coperti che rilevi gli obiettivi di gestione del rischio, la strategia per effettuare la copertura e i metodi che saranno utilizzati per verificare l’efficacia della copertura. Inoltre

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

deve essere testato che la copertura sia efficace nel momento in cui ha inizio e, prospetticamente, durante tutta la vita della stessa.

La copertura si assume altamente efficace quando le variazioni attese ed effettive del fair value o dei flussi di cassa dello strumento finanziario di copertura neutralizzano in maniera significativa le variazioni dell’elemento coperto, vale a dire quando il rapporto tra le variazioni di fair value dei due strumenti finanziari si mantiene all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%.

L’attività di verifica dell’efficacia della copertura si articola ad ogni data di reporting in: • test prospettici: che giustificano l’applicazione dell’hedge accounting in quanto dimostrano

l’attesa efficacia della copertura nei periodi futuri; • test retrospettivi: che misurano nel tempo quanto i risultati effettivi si siano discostati dalla

copertura perfetta.

La copertura si assume altamente efficace quando le variazioni attese ed effettive del fair value o dei flussi di cassa dello strumento finanziario di copertura neutralizzano in maniera significativa le variazioni dell’elemento coperto, vale a dire quando il rapporto tra le variazioni di fair value dei due strumenti finanziari si mantiene all’interno di un intervallo compreso fra l’80% e il 125%.

La contabilizzazione delle operazioni di copertura viene interrotta nei seguenti casi: a) la copertura operata tramite il derivato cessa o non è più altamente efficace; b) il derivato scade, viene venduto, estinto o esercitato; c) l’elemento coperto è venduto, scade o è rimborsato; d) viene revocata la definizione di copertura.

Nei casi (a), (c) e (d) il contratto derivato di copertura viene riclassificato tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione; in caso di cash flow hedge, l’eventuale riserva viene ricondotta a conto economico con il metodo del costo ammortizzato lungo la durata residua dello strumento.

Per quanto concerne i test di efficacia, si precisa che viene utilizzato lo specifico servizio fornito dal centro consortile informatico, il quale prevede, con periodicità trimestrale:

• l'effettuazione del test retrospettivo con la metodologia del "Dollar offset method" con variazioni cumulate;

• il test prospettico con la metodologia “di scenario”, con simulazione di shock istantaneo parallelo di +/- 100 basis point alla curva dei tassi.

Il Gruppo bancario ha provveduto altresì a definire in proprie policy interne la soglia di immaterialità, entro la quale il risultato del test si considera in ogni caso superato.

Criteri di classificazione

Nelle operazioni della specie figurano i contratti derivati designati come efficaci strumenti di copertura, a seconda che alla data di riferimento del bilancio presentino un fair value positivo o negativo, nonché le relative poste coperte dell’attivo e del passivo.

In particolare vi rientrano: • i derivati di copertura di emissioni obbligazionarie; • i derivati di copertura di finanziamenti erogati alla clientela; • le relative poste coperte.

Le tipologie di coperture previste dallo IAS 39 sono le seguenti: • copertura di fair value (fair value hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione alla variazione

di fair value di una posta di bilancio attribuibile ad un particolare rischio; • copertura di flussi finanziari (cash flow hedge), che ha l’obiettivo di coprire l’esposizione a

variazione dei flussi di cassa futuri attribuibili a particolari rischi associati a poste di bilancio.

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La copertura di portafogli di attività e passività (c.d. “macrohedging”) e la coerente rappresentazione contabile è possibile previa:

• identificazione del portafoglio oggetto di copertura e suddivisione dello stesso per scadenze; • designazione dell’oggetto della copertura; • identificazione del rischio di tasso di interesse oggetto di copertura; • designazione degli strumenti di copertura; • determinazione dell’efficacia.

Il portafoglio oggetto di copertura dal rischio di tasso di interesse può contenere sia attività che passività. Tale portafoglio è suddiviso sulla base delle scadenze previste di incasso o di “riprezzamento” del tasso previa analisi della struttura dei flussi di cassa.

Criteri di valutazione

Gli strumenti finanziari derivati di copertura sono inizialmente iscritti e in seguito misurati al fair value.

Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

I derivati di copertura sono cancellati quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dall’attività/passività è scaduto, o laddove il derivato venga ceduto, ovvero quando vengono meno le condizioni per continuare a contabilizzare lo strumento finanziario fra i derivati di copertura.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Copertura di fair value (fair value hedge)

Il cambiamento del fair value dell’elemento coperto riconducibile al rischio coperto è registrato nel conto economico, al pari del cambiamento del fair value dello strumento derivato; l’eventuale differenza, che rappresenta la parziale inefficacia della copertura, determina di conseguenza l’effetto economico netto, rilevato nella voce attraverso l’iscrizione nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura”.

Qualora la relazione di copertura non rispetti più le condizioni previste per l’applicazione dell’ hedge accounting e la relazione di copertura venga revocata, la differenza fra il valore di carico dell’elemento coperto nel momento in cui cessa la copertura e quello che sarebbe stato il suo valore di carico se la copertura non fosse mai esistita, è ammortizzata a conto economico lungo la vita residua dell’elemento coperto sulla base del tasso di rendimento effettivo. Qualora tale differenza sia riferita a strumenti finanziari non fruttiferi di interessi, la stessa viene registrata immediatamente a conto economico.

Se l’elemento coperto è venduto o rimborsato, la quota di fair value non ancora ammortizzata è riconosciuta immediatamente a conto economico.

Copertura dei flussi finanziari (cash flow hedge)

Le variazioni di fair value del derivato di copertura sono contabilizzate a patrimonio netto tra le riserve da valutazione delle operazioni di copertura dei flussi finanziari, per la quota efficace della copertura, e a conto economico per la parte non considerata efficace. Lo strumento coperto continua ad essere contabilizzato secondo il criterio di valutazione previsto per la sua classificazione di bilancio. Quando i flussi finanziari oggetto di copertura si manifestano e vengono registrati nel conto economico, il relativo profitto o la relativa perdita sullo strumento di copertura vengono trasferiti dal patrimonio netto alla corrispondente voce di conto economico.

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Quando la relazione di copertura non rispetta più le condizioni previste per l’applicazione dell’hedge accounting, la relazione viene interrotta e tutte le perdite e tutti gli utili rilevati a patrimonio netto sino a tale data rimangono sospesi all’interno di questo e riversati a conto economico alla voce “Risultato netto dell’attività di negoziazione” nel momento in cui si verificano i flussi relativi al rischio originariamente coperto.

I differenziali e i margini dei contratti derivati di copertura vengono rilevati nelle voci relative agli interessi.

Copertura di portafogli di attività e passività

Le variazioni di fair value registrate sullo strumento coperto sono imputate a conto economico nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale nella voce 90 “Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica” oppure 70 “Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”.

Le variazioni di fair value registrate sullo strumento di copertura sono imputate a conto economico nella voce 90 “Risultato netto dell’attività di copertura” e nello stato patrimoniale attivo nella voce 80 “Derivati di copertura” oppure nella voce di stato patrimoniale passivo 60 “Derivati di copertura”.

7 – Partecipazioni

Criteri di iscrizione

Le partecipazioni sono iscritte inizialmente alla data di regolamento al costo, comprensivo degli oneri o proventi accessori direttamente attribuibili.

Criteri di classificazione

Con il termine partecipazioni si intendono gli investimenti nel capitale di altre imprese, generalmente rappresentati da azioni o da quote e classificati in partecipazioni di controllo, partecipazioni di collegamento (influenza notevole) e a controllo congiunto.

In particolare: • un investitore controlla un’entità oggetto di investimento quando è esposto a rendimenti variabili,

o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la stessa e nel contempo ha la capacità di incidere su tali rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità. Pertanto, l’investitore controlla un’entità oggetto di investimento se e solo se ha contemporaneamente:

a) il potere sull’entità oggetto di investimento; b) l’esposizione o i diritti a rendimenti variabili derivanti dal rapporto con l’entità oggetto di

investimento; c) la capacità di esercitare il proprio potere sull’entità oggetto di investimento per incidere

sull’ammontare dei suoi rendimenti. • un’impresa collegata è un’impresa nella quale la partecipante ha influenza notevole e che non è né

una controllata né una impresa a controllo congiunto per la partecipante. Costituisce influenza notevole il possesso, diretto o indiretto tramite società controllate, del 20% o quota maggiore dei voti esercitabili nell’assemblea della partecipata;

• un’impresa a controllo congiunto è un’impresa nella quale la partecipante in base a un accordo contrattuale divide con altri il controllo congiunto di un’attività economica. Il controllo congiunto è la condivisione, su base contrattuale, del controllo di un accordo, che esiste unicamente quando per le decisioni relative alle attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

La nozione di controllo secondo i principi contabili internazionali deve essere esaminata tenendo conto del generale postulato della prevalenza della sostanza economica sulla qualificazione giuridica delle operazioni.

Criteri di valutazione

Le partecipazioni in imprese controllate sono esposte nel bilancio utilizzando come criterio di valutazione il metodo del costo, al netto delle perdite di valore.

Le partecipazioni in società collegate sono valutate con il metodo del patrimonio netto.

Se esistono evidenze che il valore di una partecipazione possa aver subito una riduzione, si procede alla stima del valore recuperabile della partecipazione stessa, tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la medesima potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento.

Criteri di cancellazione

Le partecipazioni sono cancellate quando il diritto a ricevere i flussi di cassa dall’attività è scaduto, o laddove la partecipazione viene ceduta trasferendo in maniera sostanziale tutti i rischi ed i benefici ad essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

I dividendi delle partecipate, escluse quelle di collegamento, sono contabilizzati nell’esercizio in cui sono deliberati nella voce “Dividendi e proventi simili”.

Eventuali rettifiche/riprese di valore connesse con il deterioramento delle partecipazioni nonché utili o perdite derivanti dalla cessione di partecipazioni sono imputate alla voce “utili/perdite delle partecipazioni”.

8 - Attività materiali

Criteri d’iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.

Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che comportano un incremento dei benefici futuri generati dal bene, sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle residue possibilità di utilizzo degli stessi.

Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

Criteri di classificazione

La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento, gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.

Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure per scopi amministrativi.

Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le motivazioni.

Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice.

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Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentino autonoma funzionalità ed utilizzabilità, ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve periodo tra quello di prevedibile utilizzabilità delle migliorie stesse e quello di durata residua della locazione.

Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di ammortamento.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore accumulate.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti.

Non sono soggetti ad ammortamento: • i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto

considerati a vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti;

• le opere d’arte, la cui la vita utile non può essere stimata ed essendo il relativo valore generalmente destinato ad aumentare nel tempo.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.

Le attività soggette ad ammortamento sono rettificate per possibili perdite di valore ogniqualvolta eventi o cambiamenti di situazioni indicano che il valore contabile potrebbe non essere recuperabile.

Ad ogni chiusura di bilancio, si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero.

Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto economico alla voce “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.

Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione

Le attività materiali sono eliminate dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro cessione o dal loro utilizzo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.

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Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.

Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9 - Attività immateriali

Criteri di iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre l’utilizzo dell’attività, solo se è probabile che i benefici economici futuri attribuibili all’attività si realizzino e se il costo dell’attività stessa può essere determinato attendibilmente.

In caso contrario il costo dell’attività immateriale è rilevato a conto economico nell’esercizio in cui è stato sostenuto.

L’avviamento, rilevato tra le attività alla data dell’acquisizione, è inizialmente iscritto al valore nominale che, in una aggregazione di imprese, rappresenta l’eccedenza del costo di acquisizione rispetto al valore corrente delle attività e passività acquisite.

L’avviamento può essere iscritto quando la differenza positiva tra il fair value degli elementi patrimoniali acquisiti e il costo di acquisto della partecipazione (comprensivo degli oneri accessori) è rappresentativo delle capacità reddituali future della partecipazione (goodwill). Viceversa, se tale differenza è negativa (badwill) oppure se il goodwill non trova fondamento nelle capacità reddituali future della partecipata, il badwill viene rilevato a conto economico.

Con periodicità annuale (od ogni volta che vi sia evidenza di perdita di valore) viene effettuato un test di verifica dell’adeguatezza del valore dell’avviamento in conformità alle previsione dello IAS n. 36. A tal fine viene identificata l’unità generatrice di flussi finanziari cui attribuire l’avviamento (cash generating unit).

L’ammontare dell’eventuale riduzione di valore è determinato sulla base della differenza tra il valore di iscrizione dell’avviamento ed il suo valore di recupero, se inferiore. Detto valore di recupero è pari al maggiore tra il fair value dell’unità generatrice di flussi finanziari, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso.

Le conseguenti rettifiche di valore vengono rilevate a conto economico alla voce “Rettifiche di valore avviamento”. Una perdita per riduzione di valore rilevata per l’avviamento non può essere eliminata in un esercizio successivo.

Criteri di classificazione

La voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un periodo pluriennale o indefinito che soddisfano le seguenti caratteristiche:

• identificabilità; • l’azienda ne detiene il controllo; • è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda; • il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.

Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale, l’avviamento e le altre attività immateriali identificabili e che trovano origine in diritti legali o contrattuali.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nell’esercizio in cui l’attività è eliminata contabilmente.

L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita utile stimata.

Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettivo utilizzo del bene. Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino alla data di cessione e/o dismissione.

Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di recupero dell’attività.

L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed il suo valore recuperabile.

Criteri di cancellazione

Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando non siano attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diversi dagli avviamenti, vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali”.

Le rettifiche di valore degli avviamenti sono iscritte nella voce “Rettifiche di valore dell’avviamento”.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto economico.

Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti.

10 - Attività non correnti in via di dismissione

In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS 5.

Il Gruppo bancario, alla data di redazione del bilancio così come nel corso dell’esercizio, non presenta e non ha presentato attività che rientrano in tale categoria.

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11 - Fiscalità corrente e differita

Criteri di iscrizione e classificazione

Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS12.

Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od accreditate direttamente a patrimonio netto.

L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito.

Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method, tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.

L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Tuttavia la probabilità del recupero delle imposte anticipate relative ad avviamenti, altre attività immateriali e rettifiche su crediti svalutazioni di crediti, è da ritenersi automaticamente soddisfatta per effetto delle disposizioni di legge che ne prevedono la trasformazione in credito d’imposta in presenza di perdita d’esercizio civilistica e/o fiscale. In particolare, in presenza di una perdita civilistica d’esercizio, la fiscalità anticipata relativa agli avviamenti, alle altre attività immateriali e alle rettifiche su crediti svalutazioni di crediti sarà oggetto di parziale trasformazione in credito d’imposta per effetto delle disposizioni di cui all’art. 2, comma 55, del Decreto Legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con modificazioni dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10 e come modificato dal c. 167 e seguenti art. 1 L. 27 dicembre 2013 n. 147.

La trasformazione ha effetto a decorrere dalla data di approvazione, da parte dell’assemblea dei soci, del bilancio individuale in cui è stata rilevata la perdita, come previsto dall’art. 2, comma 56, del citato D.L. 225/2010.

Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.

Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica.

Criteri di valutazione

Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.

Le imposte correnti sono compensate, a livello di singola imposta: gli acconti versati e il relativo debito di imposta sono esposti al netto tra le “Attività fiscali a) correnti” o tra le “Passività fiscali a) correnti” a seconda del segno.

Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la passività fiscale differita sarà estinta.

Esse vengono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle aliquote.

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Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale, a saldi aperti e senza compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite”; esse non vengono attualizzate.

Criteri di cancellazione

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui: • la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività

fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate; • la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito.

Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazione degli strumenti finanziari disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica riserva.

12 - Fondi per rischi ed oneri

Criteri di iscrizione

Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello stato patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle "altre passività".

Criteri di classificazione

I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite) originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del relativo ammontare.

A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno non risulti rilevante.

Criteri di valutazione

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio, le stime vengono effettuate sia sull’esperienza passata sia su giudizi di esperti esterni all’impresa.

I fondi vengono riesaminati alla fine di ogni esercizio ed adeguati per riflettere la miglior stima corrente; laddove l’effetto del differimento temporale nel sostenimento dell’onere stimato assume un aspetto rilevante, il Gruppo bancario calcola l’importo dei fondi e degli accantonamenti in misura pari al valore attuale degli esborsi che si suppone saranno necessari per estinguere le obbligazioni.

Il tasso di attualizzazione utilizzato è al lordo delle imposte ed è tale da riflettere le valutazioni correnti di mercato del valore attuale del denaro e i rischi specifici connessi alla passività.

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Nella ipotesi in cui gli stanziamenti siano assoggettati ad attualizzazione, l’ammontare dei fondi iscritti in bilancio aumenta in ciascun esercizio per riflettere il passare del tempo. L’adeguamento dei fondi è rilevato in conto economico.

I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile, l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti.

Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione nonché i corrispondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione).

13 - Debiti e titoli in circolazione

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o dell’emissione dei titoli di debito.

Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi di carattere amministrativo.

Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.

Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.

Criteri di classificazione

Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”; le voci sono al netto dell’eventuale ammontare riacquistato, sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati.

Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Nella voce “20. Debiti verso clientela” sono ricomprese le passività a fronte di attività cedute non cancellate dal bilancio, che rappresentano il debito connesso nell’ambito delle operazioni di cartolarizzazione che non rispettano i requisiti posti dal principio IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto economico nelle pertinenti voci.

Le passività oggetto di copertura tramite strumenti derivati rappresentati in hedge accounting sono iscritte al costo ammortizzato rettificato della variazione di fair value attribuibile al rischio coperto, intervenuta tra la data di decorrenza della copertura e la data di chiusura dell’esercizio.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto, anche temporaneo, di titoli precedentemente emessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o riacquisto di: d) passività finanziarie”.

14 - Passività finanziarie di negoziazione

Criteri di iscrizione

Gli strumenti finanziari derivati sono iscritti alla data di sottoscrizione e sono valutati al fair value.

Criteri di classificazione

La voce comprende il valore negativo dei contratti derivati a copertura di attività o passività di bilancio, rientranti nell’ambito di applicazione della c.d. “fair value option”.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valorizzate al fair value. Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive o negative di reddito relative ai contratti derivati classificati come passività finanziarie detenute per la negoziazione sono rappresentate dai differenziali e dai margini maturati sino alla data di riferimento del bilancio; esse sono iscritte per competenza nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Gli utili e le perdite derivanti dalla variazione di fair value e/o dal realizzo delle passività finanziarie sono rilevati nella voce “Risultato netto dell’attività di negoziazione” di conto economico, ad eccezione di quelli relativi a strumenti derivati passivi connessi con la fair value option, che sono rilevati nella voce “Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value”.

15 - Passività finanziarie valutate al fair value

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle passività finanziarie avviene alla data di emissione per i titoli di debito. All’atto della rilevazione, le passività vengono rilevate al loro fair value che corrisponde normalmente al corrispettivo incassato senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso, imputati a conto economico.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le passività finanziarie che si intende valutare al fair value con impatto a conto economico quando:

• la designazione al fair value consente di eliminare o di ridurre le significative distorsioni nella rappresentazione contabile del risultato economico e patrimoniale degli strumenti finanziari;

• si è in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito che modifica in modo significativo i flussi di cassa dello strumento ospite e che dovrebbe essere scorporato.

Alla data di riferimento del presente bilancio sono classificati nella categoria in oggetto i prestiti obbligazionari di propria emissione correlati a contratti derivati di copertura del rischio di tasso di interesse, nonché i prestiti obbligazionari strutturati di propria emissione, oggetto di copertura in relazione a uno o più derivati in essi incorporati.

A fronte di tali passività sono posti in essere strumenti derivati gestionalmente correlati.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale le passività finanziarie sono valorizzate al fair value.

Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di cui al successivo punto 18 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie valutate al fair value sono cancellate contabilmente dal bilancio quando risultano scadute o estinte.

La cancellazione avviene anche in presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi. La differenza tra il valore contabile della passività e l’ammontare pagato per acquistarla viene registrato a conto economico.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Il ricollocamento sul mercato di titoli propri successivamente al loro riacquisto è considerato come una nuova emissione con iscrizione al nuovo prezzo di ricollocamento, senza alcun effetto al conto economico.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Il costo per interessi su strumenti di debito è classificato tra gli interessi passivi e oneri assimilati del conto economico.

I risultati delle valutazioni sono ricondotti nel “Risultato netto delle attività e passività valutate al fair value”, così come gli utili o le perdite derivanti dall’estinzione, nonché le componenti reddituali riferite agli strumenti derivati connessi con la fair value option.

16 - Operazioni in valuta

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.

Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).

Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in ammontare di denaro fisso o determinabili.

Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare un ammontare di denaro fisso o determinabile.

Criteri di valutazione

Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati come segue:

• le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo; • le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla

data dell’operazione; • le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data

di chiusura del periodo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla stregua di quelle che derivano dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del bilancio precedente.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, la differenza di cambio relativa a tale elemento è rilevata anch’essa a patrimonio netto.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

18 – Altre informazioni

Compensazione di strumenti finanziari

Attività e passività finanziarie possono essere compensate con evidenziazione in bilancio del saldo netto, solo quando esiste un diritto legale ad operare tale compensazione ed esiste l’intenzione a regolare le transazioni per il netto o a realizzare l’attività ed a regolare la passività simultaneamente.

Ratei e Risconti

I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività, vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli, saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.

Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)

I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela.

I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre banche o a clientela.

La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.

Trattamento di fine rapporto del personale

Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo “Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga determinato mediante metodologie di tipo attuariale.

Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method).

Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche, nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.

Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.

La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità alla metodologia sopra indicata.

A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31 dicembre 2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano a partire dal 1° gennaio 2007 sono state, a scelta del dipendente, destinate a forme di previdenza complementare ovvero al fondo di Tesoreria dell’INPS.

Queste ultime sono quindi rilevate a conto economico sulla base dei contributi dovuti in ogni esercizio; il Gruppo bancario non ha proceduto all’attualizzazione finanziaria dell’obbligazione verso il fondo previdenziale o l’INPS, in ragione della scadenza inferiore a 12 mesi.

In base allo IAS19, il T.F.R. versato al fondo di Tesoreria INPS si configura, al pari della quota versata al fondo di previdenza complementare, come un piano a contribuzione definita.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovoce di conto economico 150 a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota.

Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita, poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC potrà essere stata iscritta solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare alla data di chiusura del bilancio.

Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.

Il principio IAS 19 prevede che tutti gli utili e perdite attuariali maturati alla data di bilancio siano rilevati nel “Prospetto della redditività complessiva” – OCI.

Premio di fedeltà

Fra gli ”altri benefici a lungo termine”, rientrano anche i premi di fedeltà ai dipendenti. Tali benefici devono essere valutati in conformità allo IAS 19.

La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo. L’accantonamento, come la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche di ipotesi attuariali), è imputata a conto economico fra le “spese del personale”.

Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.

Azioni proprie

Le eventuali azioni proprie detenute sono portate in riduzione del Patrimonio Netto.

Analogamente, il costo originario delle stesse derivante dalla loro successiva vendita è rilevato come movimento del Patrimonio Netto.

Conto economico

I ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificati in modo attendibile; per le prestazioni di servizi vale il momento in cui gli stessi vengono prestati.

I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.

I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.

I costi ed i ricavi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo.

Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso.

I dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione.

I ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e Finanziamenti”.

Le commissioni sono generalmente contabilizzate per competenza sulla base dell’erogazione del servizio (al netto di sconti e abbuoni).

Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari

L’IFRS 13 definisce il fair value come: “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”. Si tratta di una definizione di fair value che per gli strumenti finanziari sostituisce la precedente versione nello IAS 39 “Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione”.

Nel caso delle passività finanziarie la nuova definizione di fair value prevista dall’IFRS 13 richiede, quindi, di individuare quel valore che si pagherebbe per il trasferimento della stessa passività (exit price), anziché il valore necessario a estinguere la stessa (definizione contemplata dallo IAS 39). Ne discende un rafforzamento del tema della rilevazione degli aggiustamenti al fair value delle passività finanziarie - diverse dagli strumenti derivati - ascrivibili al merito creditizio dell’emittente (Own Credit Adjustment - OCA). In particolare, con riguardo alla determinazione del fair value dei derivati OTC dell’attivo dello Stato Patrimoniale, l’IFRS 13 ha confermato la regola di applicare l’aggiustamento relativo al rischio di controparte (Credit Valuation Adjustment - CVA). Relativamente alle passività finanziarie rappresentate da derivati OTC, l’IFRS 13 introduce il cd. Debit Valuation Adjustment (DVA), ossia un aggiustamento di fair value volto a riflettere il proprio rischio di default su tali strumenti, tematica non esplicitamente trattata dallo IAS 39.

Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato (prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.

Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.

Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.

In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura attendibile - secondo le metodologie più diffuse (in primo luogo la discounted cash flow analysis) sono valutati al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore.

Per le poste finanziarie (attive e passive), diverse dai contratti derivati, titoli e strumenti finanziari in FVO oggetto di copertura, aventi durate residue uguali o inferiori a 18 mesi, il fair value si assume ragionevolmente approssimato dal loro valore contabile.

Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile. Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.

Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in caso di default).

Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

Per il debito a medio-lungo termine rappresentato da titoli valutati al costo ammortizzato ed oggetto di copertura per il rischio di tasso, il valore di bilancio è adeguato per effetto della copertura al fair value attribuibile al rischio coperto attualizzandone i relativi flussi.

Per i contratti derivati negoziati su mercati regolamentati si assume quale fair value il prezzo di mercato dell’ultimo giorno di quotazione dell’esercizio.

I contratti derivati over the counter sono valutati sulla base di una molteplicità di modelli, in funzione dei fattori di input (tassi di interesse, volatilità, azioni, tassi di cambio, ecc.) che ne influenzano la relativa valutazione e tenuto conto degli aggiustamenti per il rischio di controparte, di terzi o proprio (CVA/DVA).

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio IFRS 13 e in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione.

Nell’ottica di pervenire ad una migliore stima del fair value delle attività e passività finanziarie, sono state intraprese una serie di attività volte a valutare la necessità di introdurre degli affinamenti metodologi nella determinazione del fair value degli strumenti finanziari derivati, sulla base di quanto previsto dall’IFRS 13. A tale proposito, relativamente ai derivati su tassi di interesse in Euro, un affinamento metodologico implementato nel corso del secondo semestre è rappresentato dal nuovo approccio valutativo (approccio multicurve basato sull’Eonia Discounting) che prevede l’utilizzo:

• della curva OIS (Overnight Indexed Swap), in sostituzione della precedente curva Euribor, per l’attualizzazione dei flussi di cassa degli stessi strumenti derivati; e

• di un set differenziato di curve dei rendimenti basate sui valori espressi dalle diverse curve Euribor (es. Euribor 1M, Euribor 3M, Euribor 6M, ecc..), da cui ricavare le rispettive strutture per scadenze dei tassi impliciti (forward), a loro volta utilizzati per valorizzare i futuri flussi di cassa degli strumenti derivati.

Tale affinamento metodologico, configurando - ai sensi dello IAS 8, parr. 32 e ss. - un cambiamento di stima contabile, comporta che l’effetto del cambiamento stesso deve essere rilevato includendolo nel risultato economico nell’esercizio in cui è avvenuto il cambiamento. Il livello gerarchico del fair value dei derivati non ne risulta modificato.

Nel corso del 2014 il Gruppo bancario ha stipulato con il Gruppo Bancario Iccrea, Banca IMI e Banca Aletti un accordo di marginazione che prevede lo scambio di margini (garanzie) tra le controparti del contratto con periodicità giornaliera sulla base della valorizzazione delle posizioni in essere sulla base dei

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

valori di mercato rilevati nel giorno di riferimento (ovvero il giorno lavorativo immediatamente precedente al giorno di valorizzazione). La valorizzazione delle garanzie oggetto di trasferimento da una parte all’altra tiene conto del valore netto delle posizioni in essere, del valore delle eventuali garanzie precedentemente costituite in capo a una delle due parti nonché del valore cauzionale (livello minimo di trasferimento). In particolare, l’accordo di marginazione prevede un ammontare minimo di trasferimento, a favore di tutte entrambe le parti, pari a Euro 250.000. Inoltre, le soglie minime di esposizione (c.d. threshold) sono pari a zero. Le garanzie (margini) avranno ad oggetto:

• denaro, nell’ipotesi in cui sia il Gruppo bancario a dover prestare garanzie; • titoli obbligazionari (governativi italiani), nell’ipotesi in cui sia il Gruppo Bancario Iccrea Banca

IMI e Banca Aletti ad essere datrice di garanzia. Il Gruppo bancario non procede al calcolo ed alla rilevazione delle correzioni del fair value dei derivati per CVA e DVA qualora siano stati formalizzati e resi operativi accordi di collateralizzazione delle posizioni in derivati che abbiano le seguenti caratteristiche:

• scambio bilaterale della garanzia con elevata frequenza (giornaliera o al massimo infrasettimanale);

• tipo di garanzia rappresentato da contanti o titoli governativi di elevata liquidità e qualità creditizia, soggetti ad adeguato scarto prudenziale;

• assenza di una soglia (cd. threshold) del valore del fair value del derivato al di sotto della quale non è previsto lo scambio di garanzia oppure fissazione di un livello di tale soglia adeguato a consentire una effettiva e significativa mitigazione del rischio di controparte;

• MTA - Minimum Transfer Amount (ossia differenza tra il fair value del contratto ed il valore della garanzia) - al di sotto del quale non si procede all’adeguamento della collateralizzazione delle posizioni, individuato contrattualmente ad un livello che consenta una sostanziale mitigazione del rischio di controparte.

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio Ifrs 13 e in funzione delle caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione.

Gerarchia del fair value

La gerarchia del fair value, in base a quanto stabilito dall’IFRS 13, deve essere applicata a tutti gli strumenti finanziari per i quali la valutazione al fair value è rilevata nello stato patrimoniale. A tal riguardo per tali strumenti viene attribuita massima priorità ai prezzi ufficiali disponibili su mercati attivi e priorità più bassa all’utilizzo di input non osservabili, in quanto maggiormente discrezionali.

Il fair value, conseguentemente, viene determinato attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti dai mercati finanziari, nel caso di strumenti quotati su mercati attivi, o mediante l’utilizzo, per gli altri strumenti finanziari, di tecniche di valutazione aventi l’obiettivo di stimare il fair value (exit price).

I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i seguenti: • “Livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione

osservabili su mercati attivi (non rettificati) ai quali si può accedere alla data di valutazione; • “Livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input quotati osservabili

direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione;

• “Livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione.

Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value.

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In assenza di prezzi quotati in mercati attivi gli strumenti finanziari devono essere classificati nei livelli 2 o 3. La classificazione nel Livello 2 piuttosto che nel Livello 3 è determinata in base all’osservabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value.

Gli input di Livello 2 comprendono: • prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi; • prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi; • dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di interesse e

curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);

• input corroborati dal mercato.

Non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.

Qualora il fair value di uno strumento finanziario non sia determinato attraverso il prezzo rilevato in un mercato attivo (“Livello 1”), il complessivo fair value può presentare, al suo interno, livelli differenti in considerazione dell’impatto generato dagli input osservabili o non osservabili utilizzati nelle valutazioni (per impatto si intende il contributo, in termini di significatività, che ciascun input utilizzato per la valutazione ha rispetto al complessivo fair value dello strumento).

Tuttavia il Livello attribuito deve essere unico e per questo riferito al totale del fair value dello strumento nel suo complesso; il Livello unico attribuito riflette così il livello più basso di input con un effetto significativo nella determinazione del fair value complessivo dello strumento.

Affinché dati non osservabili di mercato abbiano un effetto significativo nella determinazione complessiva del fair value dello strumento, il loro complessivo impatto è valutato tale da renderne incerta (ovvero non riscontrabile attraverso dati di mercato) la complessiva valutazione; nei casi in cui il peso dei dati non osservabili sia prevalente rispetto alla complessiva valutazione, il Livello attribuito è “3”.

Tra le principali regole applicate per la determinazione dei Livelli di fair value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui fair value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.

Sono considerati di “Livello 2”:

• i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale e le passività finanziarie emessi da emittenti di valenza nazionale e internazionale, non quotati su di un mercato attivo e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• fondi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato con frequenza settimanale e/o mensile, in quanto considerato la stima più attendibile del fair value dello strumento trattandosi del “valore di uscita” (exit value) in caso di dismissione dell’investimento.

Infine, sono classificati di “Livello 3”: • i titoli di capitale e le passività finanziarie emesse per le quali non esistono, alla data di

valutazione, prezzi quotati sui mercati attivi e che sono valutati in via prevalente secondo una tecnica basata su dati non osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali, la cui valutazione avviene sulla base di modelli di pricing del tutto analoghi a quelli utilizzati per le valutazioni di Livello 2 e dai quali si differenziano per il grado di osservabilità dei dati di input

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

utilizzati nelle tecniche di pricing (si fa riferimento principalmente a correlazioni e volatilità implicite);

• gli strumenti finanziari derivati stipulati con la clientela per cui la quota di aggiustamento del fair value che tiene conto del rischio di inadempimento è significativa rispetto al valore complessivo dello strumento finanziario;

• fondi chiusi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato i con frequenza superiore al mese;

• i titoli di capitale classificati nel portafoglio AFS valutati al costo.

Il principio contabile IFRS 13 richiede inoltre, per le attività finanziarie classificate al Livello 3, di fornire un’informativa in merito alla sensitività dei risultati economici a seguito del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate nella determinazione del fair value.

Con riferimento al fair value degli immobili ad uso investimento si è proceduto a considerare lo stesso di “Livello 2” quando determinato sulla base input osservabili sul mercato quali ad esempio transazioni avvenute per unità immobiliari comparabili.

Nuove classificazione dei crediti deteriorati e forbearance

A partire dal 1° gennaio 2015 sono state riviste le definizioni delle categorie di crediti deteriorati da parte della Banca d’Italia.

Tale revisione si è resa necessaria al fine di adeguare le classi di rischio precedentemente in vigore alla definizione di “Non Performing Exposure” (NPE), introdotta dall’“Autorità Bancaria Europea” (EBA) con l’emissione dell’“Implementing Technical Standards” (ITS), EBA/ITS /2013/03/rev1, del 24 luglio 2014.

È stata quindi aggiornata la sezione “Qualità del credito” della Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 (6° aggiornamento del 7 gennaio 2015), individuando le seguenti categorie di crediti deteriorati:

• Sofferenze: il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dal Gruppo bancario. Nelle sofferenze sono incluse anche le esposizioni nei confronti degli enti locali (comuni e province) in stato di dissesto finanziario per la quota parte assoggettata alla pertinente procedura di liquidazione;

• Inadempienze probabili (“unlikely to pay”): la classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio del Gruppo bancario circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione deve essere effettuata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi o rate scaduti e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia quale il mancato rimborso, laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Lo status di “inadempienza probabile” è individuato sul complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione;

• Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento, presentano una posizione scaduta e/o sconfinante da più di 90 giorni. Le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate sono determinate facendo riferimento alla posizione del singolo debitore.

Nell’ITS dell’EBA viene introdotto un ulteriore requisito informativo relativo alle “Esposizioni oggetto di concessioni” (forbearance).

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Con il termine forbearance l’EBA individua i debitori che sono o possono essere in difficoltà nel rispettare i termini di rimborso dei propri debiti e a cui sono state concesse delle rinegoziazioni delle condizioni contrattuali originarie.

Quindi, condizione necessaria per identificare un’esposizione come forborne è la sussistenza all’atto della richiesta di rinegoziazione di una situazione di difficoltà finanziaria del debitore.

La Banca d’Italia ha emanato, nel corso del mese di gennaio 2015, un aggiornamento della Circolare n. 272/2008 che riporta, sulla scorta degli standard tecnici dell’EBA, le definizioni di “esposizione deteriorata” ed “esposizioni oggetto di concessione (forborne)”.

Quest’ultima accezione non rappresenta una nuova categoria di credito deteriorato, bensì si pone come strumento informativo addizionale, in quanto la categoria dei crediti forborne è trasversale alle classi di rischio esistenti e può includere crediti performing e crediti non performing sulla base della motivazione che ha portato alla rinegoziazione.

L’attribuzione dello status di forborne può cessare a seguito di un processo di revisione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale del debitore.

Tale processo di revisione avviene in un periodo di 2 o 3 anni, a seconda che si tratti di crediti non deteriorati o deteriorati.

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale, al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto di qualsiasi perdita di valore.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.

Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.

Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire sino alla data di scadenza.

Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.

Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle commissioni direttamente imputabili.

Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.

Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.

Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.

Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che il Gruppo bancario dovrebbe sostenere indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.

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19 – Altri aspetti

Legge 23/12/2014 n. 190 (Legge di stabilità 2015)

Disciplina delle svalutazioni e perdite su crediti (art. 16 del D.L. 27 giugno 2015 n. 83 – modifica alla disciplina fiscale delle rettifiche di valore su crediti delle banche)

Con l’art. 16 del D.L. 27 giugno 2015 n. 83 (in G.U. n. 147 pubblicata in pari data), il Governo è intervenuto per apportare modifiche alla disciplina fiscale delle svalutazioni e delle perdite su crediti delle banche e degli altri enti finanziari (contenuta nell’art. 106, comma 3 del TUIR), al fine di rimuovere gli svantaggi competitivi che indebolivano il sistema bancario italiano rispetto agli omologhi sistemi degli altri Paesi dell’Unione Europea.

Più in dettaglio, si evidenzia che, ai sensi dell’art. 16 del menzionato Decreto, dette svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela diventano ora integralmente deducibili nell’esercizio in cui sono rilevate in bilancio (e non più in quote costanti in cinque periodi d’imposta), al pari di quanto già previsto per le perdite realizzate mediante cessione a titolo oneroso.

Si tratta di un’innovazione positiva per le banche italiane che, quindi, possono applicare un meccanismo (già applicato dai competitor europei) che consente una deducibilità immediata ed integrale delle svalutazioni nette e delle perdite su crediti verso la clientela, nella misura imputata a conto economico.

L’innovato meccanismo sostituisce il precedente che, come noto, ai sensi delle previsioni della Legge finanziaria del 2014, prevedeva una deducibilità delle svalutazioni e delle perdite, iscritte nel conto economico delle banche e degli altri enti finanziari, dilazionata in cinque periodi d’imposta (ancor prima, come si ricorderà, la dilazione avveniva in diciotto periodi d’imposta).

La decorrenza del nuovo regime

Circa la decorrenza dell’innovata disciplina, il Decreto (cfr. art. 16, comma 2) evidenzia che il nuovo regime trovi applicazione dal “periodo d’imposta” in corso al 31 dicembre 2015 prevedendo (cfr. art. 16, comma 3), tuttavia, che per il solo primo periodo d’imposta di applicazione (pertanto dal 2015, per le BCC-CR), le svalutazioni e le perdite iscritte siano immediatamente deducibili nella misura del 75% del relativo ammontare e che il residuo 25% dello stesso ammontare sia deducibile (con aliquote diversificate) nei successivi dieci periodi d’imposta secondo il seguente sviluppo temporale:

• 5% (del 25%), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2016; • 8% (del 25%), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017; • 10% (del 25%), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2018; • 12% (del 25%), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre degli anni dal 2019 al 2024; • 5% (del 25%), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025.

Resta comunque ferma, la deducibilità integrale delle perdite su crediti realizzate mediante cessione a titolo oneroso.

Gli effetti della nuova disciplina sulle svalutazioni e perdite su crediti iscritte fino al 31 dicembre 2014 e non ancora dedotte

La norma in commento prevede, inoltre, che le svalutazioni e le perdite su crediti iscritte in bilancio fino al 31 dicembre 2014 e non ancora dedotte a quella data in applicazione del meccanismo dell’art. 106, comma 3 del TUIR, tempo per tempo vigente (si tratta dei 3/5 delle rettifiche nette su crediti del 2013, i 4/5 delle rettifiche nette su crediti del 2014, nonché i diciottesimi delle rettifiche in corso di deduzione riferite alle precedenti annualità anteriori al 2013), siano deducibili con la medesima cadenza temporale evidenziata al punto precedente:

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

• 0% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2015;

• 5% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2016;

• 8% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017;

• 10% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2018;

• 12% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre degli anni dal 2019 al 2024 (per un totale del 72%);

• 5% (delle svalutazioni e perdite su crediti non dedotte al 31/12/2014), nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2025.

Rilevanza della norma anche ai fini IRAP

Le disposizioni in esame previste per l’IRES assumono pari rilevanza anche ai fini IRAP, per effetto delle disposizioni comma 6 e successivi del Decreto in commento. Si evidenzia che, per l’applicazione del regime transitorio, le rettifiche nette su crediti in corso di deduzione al 31/12/2014 sono soltanto quelle formatesi dal 2013, atteso che anteriormente a tale periodo d’imposta le rettifiche su crediti non erano rilevanti ai fini IRAP al momento della loro imputazione al conto economico in quanto contabilizzate in voci non incluse nel margine di intermediazione (tali rettifiche su crediti concorrevano infatti a determinare la base imponibile solo qualora si realizzasse la cessione dei relativi crediti).

Irrilevanza della norma ai fini degli acconti 2015 – 2017

Si evidenzia che il Decreto in commento (cfr. art. 6, commi 5 e 10) preveda l’irrilevanza della novella legislativa ai fini della determinazione degli acconti IRES ed IRAP relativi ai periodi d’imposta 2015, 2016 e 2017; in particolare non si dovrà tenere conto né degli effetti della immediata deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti né della rimodulazione dei reversal fiscali delle svalutazioni e perdite non ancora dedotte al 31/12/2014.

Gli effetti sulla determinazione delle attività per imposte anticipate

La novella disciplina, prevedendo un’immediata ed integrale deduzione delle svalutazioni e delle perdite su crediti, comporta “a regime” una naturale scomparsa del fenomeno dell’emersione delle attività per imposte anticipate sia ai fini IRES sia ai fini IRAP.

Restano impregiudicati i crediti per imposte anticipate sulle svalutazioni e perdite su crediti stanziati alla data del 31 dicembre 2014 e non ancora utilizzati, a cui si sommano quelli derivanti dalla quota del 25% delle svalutazioni e perdite iscritte nel bilancio 2015 ed ammessa in deduzione nel periodo 2016-2025.

Si rileva, infine, che il Decreto in commento non ha modificato la disciplina di trasformazione dei crediti per imposte anticipate sulle rettifiche di valore su crediti delle banche (al verificarsi di perdite civilistiche, di perdite fiscali, di un negativo valore della produzione netta ai fini IRAP, etc.) di cui all’art. 2 commi 55 e seguenti del D.L. n. 225/2010) che risulta quindi ancora applicabile per le attività di cui al periodo precedente (il Decreto in commento – cfr. art. 17 – è invece intervenuto sulle attività per imposte anticipate relative al valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali iscritte dal 2015 in avanti per le quali non è più consentita la trasformazione).

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

A.3 - INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITÀ FINANZIARIE

Il Gruppo bancario non ha effettuato trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie.

A.4 - INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

Informativa di natura qualitativa

Per una disamina delle modalità seguite dal Gruppo bancario per la misurazione del fair value delle attività e passività, ai fini sia delle valutazioni di bilancio, sia dell’informativa da fornite nella nota integrativa per talune attività/passività valutate al costo ammortizzato/costo, si rinvia ai paragrafi relativi alle diverse categorie contabili contenuti nella parte “A.1 Parte generale” e, in particolare, al paragrafo “Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 18 – Altre informazioni”.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati

Per le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente in bilancio, in assenza di quotazioni su mercati attivi, il Gruppo bancario utilizza metodi di valutazione in linea con le metodologie generalmente accettate e utilizzate dal mercato.

I modelli di valutazione includono tecniche basate sull’attualizzazione dei flussi di cassa futuri e sulla stima della volatilità. Si evidenzia che le uniche poste valutate al fair value in bilancio sono su base ricorrente e sono rappresentate da attività e passività finanziarie.

In particolare, in assenza di quotazioni su mercati attivi, si procede a valutare gli strumenti finanziari con le seguenti modalità. In molti casi il fair value delle attività e passività, nel rispetto delle seguenti modalità, è stato calcolato in outsourcing da soggetti terzi.

Titoli di debito: sono valutati mediante un modello di attualizzazione dei flussi di cassa attesi (Discounted Cash Flow Model), opportunamente corretti per tener conto del rischio di credito dell’emittente. In presenza di titoli strutturati il modello sopra descritto incorpora valutazioni derivanti da modelli di option pricing. Gli input utilizzati sono le curve dei tassi di interesse, i credit spread riferiti all’emittente e parametri di volatilità riferiti al sottostante nel caso di titoli strutturati.

Titoli di capitale non quotati: sono valutati con riferimento a transazioni dirette sullo stesso titolo o su titoli similari osservate in un congruo arco temporale rispetto alla data di valutazione, oppure facendo riferimento ad altri modelli di pricing riconosciuti (ad es. metodo dei multipli di mercato di società comparabili). In particolare, gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.

OICR (diversi da quelli aperti armonizzati): sono generalmente valutati sulla base dei NAV (eventualmente aggiustato se non pienamente rappresentativo del fair value) messi a disposizione dalla società di gestione.

Derivati su tassi di interesse: sono valutati mediante un modello di attualizzazione dei flussi cassa attesi (Discounted Cash Flow Model) nel caso di strumenti plain vanilla. Nel caso di opzioni su tassi di interesse si utilizza il Log-Normal Forward Model. Gli input utilizzati sono le curve dei tassi di interesse e i parametri di volatilità e di correlazione.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Non ci sono variazioni significative rispetto all’esercizio precedente con riferimento alle tecniche valutative.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni

Il Gruppo bancario generalmente svolge un’analisi di sensitività degli input non osservabili, attraverso una prova di stress su tutti gli input non osservabili significativi per la valutazione delle diverse tipologie di strumenti finanziari appartenenti al livello 3 della gerarchia di fair value; in base a tale test vengono determinate le potenziali variazioni di fair value, per tipologia di strumento, imputabili a variazioni plausibili degli input non osservabili.

Il Gruppo bancario non ha provveduto a svolgere tale analisi in quanto la quasi totalità delle attività classificate nel livello 3 di gerarchia del fair value sono gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile; tali strumenti, come già detto, sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.

A.4.3 Gerarchia del fair value

Per una disamina delle modalità seguite dal Gruppo bancario per la determinazione dei livelli di fair value delle attività e passività si rinvia al paragrafo “Gerarchia del fair value” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 18 – Altre informazioni”.

A.4.4 Altre informazioni

Il Gruppo bancario non gestisce gruppi di attività e passività finanziarie sulla base della propria esposizione netta ai rischi di mercato o al rischio di credito.

Al 31 dicembre 2016 non si hanno informazioni da riportare ai sensi dell’IFRS 13, paragrafo 51, 93, 96(i).

Si rinvia ai paragrafi relativi alle diverse categorie contabili contenuti nella parte “A.1 parte generale” e, in particolare, al paragrafo “criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio, 18 – altre informazioni”.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value.

Attività/Passività misurate al fair value

31/12/2016 31/12/2015

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 5.207 1.413 0 7.630 1.543 34

2. Attività finanziarie valutate al fair value 41 41

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.538.213 46.772 24.423 1.829.845 18.104 21.630

4. Derivati di copertura 1.524

5. Attività materiali

6. Attività immateriali

Totale 1.543.420 49.709 24.464 1.837.475 19.647 21.705

1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 1.413 1.543

2. Passività finanziarie valutate al fair value

3. Derivati di copertura

Totale 1.413 1.543

Legenda: L 1=Livello 1

L 2=Livello 2

L 3=Livello 3

I titoli di capitale valutati al costo pari a 23.807 migliaia di euro di cui alla tabella 4.1 “Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica” della parte B attivo della presente nota integrativa sono convenzionalmente inseriti nel Livello 3.

Per quanto riguarda le condizioni per l’eventuale trasferimento tra il Livello 1 e il Livello 2 della gerarchia del fair value, si rimanda al paragrafo “Gerarchia del fair value” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 18 – Altre informazioni.

In riferimento alle informazioni di natura quantitativa sull’impatto del Credit Value Adjustment (CVA) e del Debit Value Adjustment (DVA) sulla determinazione del fair value degli strumenti finanziari derivati, si rimanda alla parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 18 – Altre informazioni.

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie valutate al fair value

Attività finanziarie disponibili

per la vendita

Derivati di copertura

Attività materiali

Attività immateriali

1. Esistenze iniziali 34 41 21.630

2. Aumenti 22.770

2.1 Acquisti 22.720

2.2 Profitti imputati a: 48

2.2.1 Conto economico 48

- di cui: Plusvalenze

2.2.2 Patrimonio netto

2.3 Trasferimenti da altri livelli

2.4 Altre variazioni in aumento 0 2

3. Diminuzioni 34 19.977

3.1 Vendite 12 19.927

3.2 Rimborsi

3.3 Perdite imputate a: 50

3.3.1 Conto economico 50

- di cui: Minusvalenze 14

3.3.2 Patrimonio netto

3.4 Trasferimenti ad altri livelli

3.5 Altre variazioni in diminuzione 22 0

4. Rimanenze finali 0 41 24.423

Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono rappresentate nella quasi totalità da titoli di capitale "valutati al costo", classificati convenzionalmente nel livello 3, riferibili ad interessenze azionarie in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile.

A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Alla data di riferimento del bilancio il Gruppo bancario non ha in essere passività valutate al fair value (livello 3).

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Parte A – Politiche contabili | Nota integrativa 2016

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

31/12/2016 31/12/2015

Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente

VB

FV

VB

FV

L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 200.933 200.004

2. Crediti verso banche 78.628 78.628 315.649 315.649

3. Crediti verso la clientela 2.729.225 2.742.698 2.661.948 2.678.127

4. Attività materiali detenute a scopo di investimento 484 484 508 508

5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

Totale 3.009.270 200.004 2.821.810 2.978.105 2.994.284

1. Debiti verso banche 787.212 787.212 1.105.792 1.105.792

2. Debiti verso clientela 2.782.662 2.782.662 2.564.338 2.564.338

3. Titoli in circolazione 826.057 837.295 958.641 981.230

4. Passività associate ad attività in via di dismissione

Totale 4.395.931 837.295 3.569.874 4.628.771 981.230 3.670.130

Legenda: VB=Valore di bilancio L1=Livello1 L2=Livello2 L3=Livello3

A.5 - INFORMATIVA SUL C.D. “DAY ONE PROFIT/LOSS” In sede di rilevazione inziale di strumenti finanziari trattati su mercati non attivi non si sono rilevate differenze tra il prezzo di transazione e il suo fair value.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

PARTE B - Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato

Attivo

Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d’Italia.

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

a) Cassa 27.114 33.237

b) Depositi liberi presso Banche Centrali 2 2

Totale 27.116 33.239

La sottovoce a) "Cassa" comprende valute estere per un controvalore pari a 819 migliaia di euro.

La sottovoce b) "Depositi liberi presso Banche Centrali" si riferisce ai rapporti della specie intrattenuti con Banca d'Italia.

L'ammontare non comprende la riserva obbligatoria in quanto inclusa nella voce 60 dell'attivo "Crediti verso banche".

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20

Nella presente voce figurano tutte le attività finanziarie detenute per la negoziazione al fine di generare profitti dalle fluttuazioni dei relativi prezzi nel breve termine.

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Voci/Valori Livello1 Livello2 Livello3 Livello1 Livello2 Livello3

A. Attività per cassa

1. Titoli di debito 5.207 5.909 34

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito 5.207 5.909 34

2. Titoli di capitale 0

3. Quote di O.I.C.R. 1.721

4. Finanziamenti

4.1 Pronti contro termine

4.2 Altri

Totale A 5.207 7.630 34

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari 1.413 1.543

1.1 di negoziazione 1.413 1.543

1.2 connessi con la fair value option

1.3 altri

2. Derivati creditizi

2.1 di negoziazione

2.2 connessi con la fair value option

2.3 altri

Totale B 1.413 1.543

Totale (A+B) 5.207 1.413 7.630 1.543 34

I titoli di debito che costituiscono le attività per cassa di cui alla lettera A) punto 1.2 sono composti principalmente da titoli dello Stato italiano.

L'importo di cui alla sottovoce B.1.1 “Derivati finanziari di negoziazione” si riferisce principalmente a contratti derivati relativi ad operatività di intermediazione pareggiata.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

A. ATTIVITA' PER CASSA

1. Titoli di debito 5.207 5.943

a) Governi e Banche Centrali 4.754 5.006

b) Altri enti pubblici

c) Banche 453

d) Altri emittenti 937

2. Titoli di capitale

a) Banche

b) Altri emittenti

- imprese di assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie

- altri

3. Quote di O.I.C.R. 1.721

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale A 5.207 7.664

B. STRUMENTI DERIVATI

a) Banche 5 11

- fair value 5 11

b) Clientela 1.408 1.532

- fair value 1.408 1.532

Totale B 1.413 1.543

Totale (A+B) 6.620 9.207

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d'Italia.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30

Nella presente voce figurano le attività finanziarie, quali titoli di debito con derivati incorporati, finanziamenti alla clientela e titoli di debito oggetto di copertura, designati al fair value con risultati valutativi iscritti nel conto economico sulla base della facoltà riconosciuta alle imprese (c.d. “fair value option”) di cui allo IAS 39.

3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Voci/Valori Livello1 Livello2 Livello3 Livello1 Livello2 Livello3

1. Titoli di debito 41 41

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito 41 41

2. Titoli di capitale

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

4.1 Strutturati

4.2 Altri

Totale 41 41

Costo 594 594

L'applicazione della fair value option sugli strumenti finanziari dell'attivo è stata ritenuta funzionale al raggiungimento dell'obiettivo di una migliore rappresentazione contabile dell'operatività aziendale, nonché della semplificazione amministrativa.

La fair value option infatti è impiegata in presenza di uno strumento contenente un derivato implicito, che soddisfa le condizioni previste dallo IAS 39, in quanto la valutazione dell'intero strumento è meno onerosa rispetto alla separata valutazione dello strumento ospite e del derivato.

Gli importi indicati quali “costo” corrispondono al costo storico di acquisto delle attività finanziarie in rimanenza alla data di riferimento del bilancio.

La sottovoce 1.2 “Altri titoli di debito” è composta dal seguente titolo obbligazionario convertibile: • Cod.444701 COGEME SET 2009/2014 conv. 41 migliaia di euro.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

3.2 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Titoli di debito 41 41

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti 41 41

2. Titoli di capitale

a) Banche

b) Altri emittenti

- imprese di assicurazione

- società finanziarie

- imprese non finanziarie

- altri

3. Quote di O.I.C.R.

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 41 41

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d'Italia.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40

Nella presente voce figurano le attività finanziarie classificate nel portafoglio “disponibile per la vendita”.

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Voci/Valori Livello1 Livello2 Livello3 Livello1 Livello2 Livello3

1. Titoli di debito 1.531.861 45.384 51 1.806.770 17.002 39

1.1 Titoli strutturati

1.2 Altri titoli di debito 1.531.861 45.384 51 1.806.770 17.002 39

2. Titoli di capitale 280 24.372 751 21.591

2.1 Valutati al fair value 280 565 751

2.2 Valutati al costo 23.807 21.591

3. Quote di O.I.C.R. 6.352 1.108 22.324 1.102

4. Finanziamenti

Totale 1.538.213 46.772 24.423 1.829.845 18.104 21.630

Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita accoglie: • la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di

negoziazione; • le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di

controllo, collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS 27 e IAS 28.

I titoli di debito iscritti alla voce "attività finanziarie disponibili per la vendita" sono rappresentati per la maggior parte da Titoli di Stato italiani.

Alla sottovoce 1.2 "Altri titoli di debito" sono comprese attività cedute non cancellate riferite a strumenti finanziari utilizzati per operazioni di rifinanziamento con banche e/o Banche Centrali.

Tra i titoli di capitale di cui al punto 2.1 sono compresi titoli emessi da Bcc Banco Emiliano e Bcc Altipiani, sottoscritti dal Fondo temporaneo del credito cooperativo (L3) e un titolo emesso da Credito Padano sottoscritti dal Fondo Garanzia Istituzionale a risoluzione della Crisi della Bcc Castelgoffredo (L2). Tra i titoli di capitale di cui al punto 2.2 sono comprese le partecipazioni detenute nel capitale di società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo e di società o enti comunque strumentali allo sviluppo dell'attività del Gruppo bancario. Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, classificate convenzionalmente nel livello 3, sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.

Di seguito vengono elencate le partecipazioni più significative con il relativo valore di costo: • Iccrea Banca S.p.A. valore di costo 20.278 migliaia di euro; • Egea S.p.A. valore di costo 877 migliaia di euro; • Federazione Piemonte Liguria Valle d'Aosta valore di costo 691 migliaia di euro; • Agenzia di Pollenzo S.p.A. valore di costo 475 migliaia di euro; • Servizi Bancari Associati S.p.A. valore di costo 252 migliaia di euro; • Finassimoco S.p.A. valore di costo 167 migliaia di euro; • Fondo Garanzia dei Depositanti valore di costo 2 migliaia di euro; • Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna valore di costo 3 migliaia di euro; • Formazione Professionale Alba Barolo valore di costo 51 migliaia di euro;

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

• Cooperativa Sociale Cento Torri valore di costo 5 migliaia di euro. • Banca Sviluppo S.p.A. valore di costo 1.006 migliaia di euro.

Tale costo è confrontato con la frazione di patrimonio netto della partecipante, e se si presenta inferiore è stata verificata l'esistenza di perdite durevoli.

Si evidenzia che dal 1° ottobre 2016 si è dato corso alla operazione di fusione di Iccrea Banca S.p.A. con Iccrea Holding S.p.A., operata anche in relazione all'avviato processo di autoriforma del Credito Cooperativo.

4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Titoli di debito 1.577.296 1.823.811

a) Governi e Banche Centrali 1.376.228 1.611.811

b) Altri Enti pubblici

c) Banche 177.835 190.318

d) Altri emittenti 23.233 21.682

2. Titoli di capitale 24.652 22.342

a) Banche 21.565 751

b) Altri emittenti 3.087 21.591

- imprese di assicurazione 167 140

- società finanziarie 568 19.352

- imprese non finanziarie 2.352 2.099

- altri

3. Quote di O.I.C.R. 7.460 23.426

4. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri Enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 1.609.408 1.869.579

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d’Italia.

I titoli di debito di cui al punto 1a) sono formati per la quasi totalità da titoli di stato italiani; la voce 1c) Banche è composta pressoché integralmente da titoli di istituti bancari italiani.

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica.

133

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 5 – Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50

Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 50.

Le attività cedute che non soddisfano le condizioni previste dallo IAS 39 per essere cancellate dal bilancio (“cedute non cancellate”) e le attività deteriorate devono essere ricondotte nelle pertinenti forme tecniche.

5.1 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

VB

FV

VB FV

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 200.933 200.004

-strutturati

-altri 200.933 200.004

2. Finanziamenti

Legenda: FV= fair value VB= valore di bilancio

Il portafoglio è rappresentato da Titoli di Stato a tasso fisso con scadenza massima di 5 anni al momento dell'acquisto.

5.2 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione per debitori/emittenti

Voci/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Titoli di debito 200.933

a) Governi e Banche Centrali 200.933

b) Altri Enti pubblici

c) Banche

d) Altri emittenti

2. Finanziamenti

a) Governi e Banche Centrali

b) Altri Enti pubblici

c) Banche

d) Altri soggetti

Totale 200.933

Totale fair value 200.004

5.3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non detiene attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 6 - Crediti verso banche - Voce 60

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio “crediti”.

Sono inclusi anche i crediti verso Banca d'Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria.

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

VB

FV

VB FV

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

A. Crediti verso Banche Centrali

1. Depositi vincolati

2. Riserva obbligatoria

3. Pronti contro termine

4. Altri

B. Crediti verso banche 78.628 315.649

1. Finanziamenti 78.628 315.649

1.1 Conti correnti e depositi liberi 39.866 62.616

1.2 Depositi vincolati 37.532 252.329

1.3 Altri finanziamenti: 1.230 704

- Pronti contro termine attivi

- Leasing finanziario

- Altri 1.230 704

2. Titoli di debito

2.1 Titoli strutturati

2.2 Altri titoli di debito

Totale 78.628 78.628 315.649 315.649

Legenda: FV= fair value VB= valore di bilancio

I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili. Non sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione. In considerazione della prevalente durata a breve termine dei crediti verso banche il relativo fair value viene considerato pari al valore di bilancio.

I conti correnti e depositi liberi di cui al punto B.1.1 si riferiscono alle seguenti controparti: • Iccrea Banca S.p.A. per 33.742 migliaia di euro; • Banca Intermobiliare per 1.324 migliaia di euro; • Cassa Centrale Banca per 1.786 migliaia di euro; • Banca Popolare di Vicenza per 710 migliaia di euro; • Banca Monte dei Paschi di Siena per 954 migliaia di euro; • Banca Aletti per 1.350 migliaia di euro;

I depositi vincolati di cui al punto B.1.2 comprendono:

• la riserva obbligatoria di 26.141 migliaia di euro, detenuta presso Iccrea Banca Spa; • un deposito di 11.391 migliaia di euro, detenuti presso Banco Popolare;

La sottovoce 1.3 "Altri finanziamenti: altri" si riferiscono principalmente a controparti estere.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 non sono presenti crediti verso banche oggetto di copertura specifica.

6.3 Leasing finanziario

Al 31 dicembre 2016 non sono presenti crediti verso banche per contratti di leasing finanziario.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Legenda: L 1=Livello 1 L 2=Livello 2 L 3=Livello 3

I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive.

Tra i mutui sono comprese "attività cedute non cancellate" per un importo complessivo in linea capitale pari a 410.201 migliaia di euro, nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione tradizionale e di autocartolarizzazioni, che non presentando i requisiti previsti dallo IAS 39 per la c.d. derecognition, debbono essere mantenute nell'ambito dell'attivo. Dette operazioni sono oggetto di illustrazione nella parte E della nota integrativa.

Tra i “titoli di debito” di cui alla sottovoce 9 sono iscritte obbligazioni emesse a fronte di interventi del Fondo Garanzia Istituzionale per soluzione della crisi di Banca Padovana Credito Cooperativo in A.S e Banca di Credito Cooperativo Irpina in A.S.

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Tipologia

operazioni/Valori Valore di bilancio Fair Value Valore di bilancio Fair Value

Non

deteriorati

Deteriorati -

Acquistati

Deteriorati -

Altri

L1

L2

L3

Non deteriora

ti

Deteriorati -

Acquistati

Deteriorati -

Altri

L1

L2

L3

Finanziamenti 2.458.238 267.133 2.388.51

3 273.435

1. Conti correnti 325.031 71.429 330.600 79.171

2. Pronti contro termine attivi

55.023 64.511

3. Mutui 1.833.218 184.269 1.743.18

8 184.721

4.

Carte di credito, prestiti personali e cessioni del quinto

39.859 1.528 33.709 1.259

5. Leasing finanziario

6. Factoring

7. Altri finanziamenti 205.107 9.907 216.505 8.284

Titoli di debito 3.854

8. Titoli strutturati

9. Altri titoli di debito 3.854

Totale 2.462.092 267.133 2.742.698 2.388.51

3 273.435 2.678.127

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

La sottovoce 7. "Altri finanziamenti non deteriorati" comprende:

Tipologia operazioni/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Anticipi SBF 95.337 95.912

Rischio di portafoglio 1.912 12.448

Depositi cauzionali fruttiferi 559 560

Sovvenzioni diverse, di cui: 107.299 107.585

Cash reserve cartolarizzazione 38.838 39.028

Polizza di capitalizzazione 895 865

Mandato di gestione, sovvenzioni in divisa, credito Fondo Garanzia Depositanti 57.442 58.611

Finanziamenti diversi 10.124 9.081

Totale 205.107 216.505

Le attività deteriorate comprendono le sofferenze, le inadempienze probabili e le esposizioni scadute deteriorate secondo le definizioni di Banca d'Italia. Il dettaglio di tali esposizioni, nonché quello relativo all'ammontare e alla ripartizione delle rettifiche di valore, viene evidenziato nella Parte E della Nota integrativa - qualità del credito.

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla parte A - Politiche contabili.

I crediti verso clientela sono esposti al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni.

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Tipologia operazioni/Valori Non

deteriorati

Deteriorati -

Acquistati

Deteriorati -

Altri

Non

deteriorati

Deteriorati -

Acquistati

Deteriorati -

Altri

1. Titoli di debito 3.854

a) Governi

b) Altri enti pubblici

c) Altri emittenti 3.854

- imprese non finanziarie

- imprese finanziarie 3.854

- assicurazioni

- altri

2. Finanziamenti verso: 2.458.238 267.133 2.388.513 273.435

a) Governi 2 1

b) Altri enti pubblici 1.085 1.042

c) Altri soggetti 2.457.151 267.133 2.387.470 273.435

- imprese non finanziarie 1.498.387 215.422 1.419.668 226.338

- imprese finanziarie 53.524 1.189 52.935 1.456

- assicurazioni 895 865

- altri 904.345 50.522 914.002 45.641

Totale 2.462.092 267.133 2.388.513 273.435

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla Banca d'Italia.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

7.3 Crediti verso clientela oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 non vi sono i crediti oggetto di copertura specifica per i quali sono state applicate le regole di hedge accounting previste dallo IAS 39 così come esposto alla parte A - politiche contabili della presente nota integrativa.

7.4 Leasing finanziario

Al 31 dicembre 2016 non sono presenti crediti verso clientela per contratti di leasing finanziario.

139

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80

Nella presente voce figurano i derivati finanziari di copertura che, alla data di riferimento del bilancio, presentano un fair value positivo.

8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli

FV 31/12/2016 FV 31/12/2015

L1 L2 L3 VN 31/12/2016 L1 L2 L3 VN 31/12/2015

A. Derivati finanziari 1.524 26.699

1) Fair value 1.524 26.699

2) Flussi finanziari

3) Investimenti esteri

B. Derivati creditizi

1) Fair value

2) Flussi finanziari

Totale 1.524 26.699

Legenda: VN=valore nozionale L 1=Livello 1 L 2=Livello 2 L 3=Livello 3

La tabella presenta il valore di bilancio (fair value) positivo dei contratti derivati per le coperture operate in applicazione dell’hedge accounting, generalmente utilizzata per gestire contabilmente le operazioni di copertura di attività/passività finanziarie.

I derivati finanziari sono relativi a contratti interest rate swap per la copertura generica di un portafoglio crediti.

Per quanto riguarda gli obiettivi e le strategie sottostanti alle operazioni di copertura si rinvia anche all’informativa fornita nella parte Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura - Sezione 2 – Rischi di mercato della nota integrativa.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

8.2 Derivati di copertura: composizione per portafogli coperti e per tipologia di copertura

Fair value - specifica Fair

value Flussi finanziari

Investiementi esteri

Operazioni/tipo copertura rischio

di tasso

rischio di

cambio

rischio di

credito

rischio di

prezzo

più rischi

Generica Specifica Generica

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita

2. Crediti

3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

4. Portafoglio 1.524

5. Altre operazioni

Totale attività 1.524

1. Passività finanziarie

2. Portafoglio

Totale passività

1. Transazioni attese

2. Portafoglio di attività e passività finanziarie

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 9 – Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 90

Forma oggetto di illustrazione nella presente sezione il conto dell’attivo relativo alla voce 90.

9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti

Adeguamento di valore delle attività coperte/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Adeguamento positivo

1.1 di specifici portafogli

a) crediti

b) attività finanziarie disponibili per la vendita

1.2 complessivo

2. Adeguamento negativo 1.666

2.1 di specifici portafogli 1.666

a) crediti 1.666

b) attività finanziarie disponibili per la vendita

2.2 complessivo

Totale (1.666)

Nella presente voce figura il saldo negativo delle variazioni di valore delle attività oggetto di copertura generica (“macrohedging”) dal rischio di tasso d’interesse.

Trattasi di mutui a tasso fisso per i quali sono state poste in essere operazioni di copertura generica valutate al fair value, per la componente attribuibile al rischio coperto.

9.2 Attività oggetto di copertura generica del rischio di tasso di interesse Il portafoglio di attività oggetto di copertura generica si compone di 258 mutui con debito residuo contrattuale pari a 30.130 migliaia di euro

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 12 - Attività materiali - Voce 120

Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari (terreni e fabbricati) disciplinati dallo IAS 40.

12.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Attività/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Attività di proprietà 46.054 45.328

a) terreni 7.342 7.217

b) fabbricati 32.656 32.688

c) mobili 1.482 1.537

d) impianti elettronici 579 486

e) altre 3.995 3.400

2. Attività acquisite in leasing finanziario 499 517

a) terreni

b) fabbricati 499 517

c) mobili

d) impianti elettronici

e) altre

Totale 46.553 45.845

Le immobilizzazioni materiali sono state valutate al costo come indicato nella parte A - Politiche contabili della presente nota integrativa.

L’importo di cui alla sottovoce 2.b “acquisite in leasing finanziario - fabbricati” è riferito all’immobile della filiale di Strambino acquisito a seguito di contratto di locazione finanziaria, sottoscritto con Banca Agrileasing Spa.

12.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Attività/Valori VB FV-

Livello1

FV-Livello2

FV-Livello3

VB FV-

Livello1

FV-Livello2

FV-Livello3

1. Attività di proprietà 484 484 508 508

a) terreni

b) fabbricati 484 484 508 508

2. Attività acquisite in leasing finanziario

a) terreni

a) fabbricati

Totale 484 484 508 508

Legenda: FV= fair value VB= valore di bilancio

Le immobilizzazioni materiali sono state valutate al costo come indicato nella parte A - Politiche contabili della presente nota integrativa.

12.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

Al 31 dicembre 2016 non sono in essere attività rivalutate riferite ad attività materiali ad uso funzionale.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

12.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

Al 31 dicembre 2016 non sono presenti attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al fair value.

12.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti

elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 7.217 43.133 10.342 3.784 24.837 89.313

A.1 Riduzioni di valore totali nette 9.928 8.805 3.298 21.437 43.468

A.2 Esistenze iniziali nette 7.217 33.205 1.537 486 3.400 45.845

B. Aumenti: 125 1.252 426 289 1.958 6.240

B.1 Acquisti 125 21 423 289 1.682 2.540

B.2 Spese per migliorie capitalizzate

B.3 Riprese di valore 1.231 3 276 1.510

B.4 Variazioni positive di fair value imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

B.5 Differenze positive di cambio

B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento

B.7 Altre variazioni

C. Diminuzioni: 1.302 481 196 1.363 3.342

C.1 Vendite

C.2 Ammortamenti 1.302 481 196 1.360 3.339

C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

C.4 Variazioni negative di fair value imputate a

a) patrimonio netto

b) conto economico

C.5 Differenze negative di cambio

C.6 Trasferimenti a

a) attività materiali detenute a scopo di investimento

b) attività in via di dismissione

C.7 Altre variazioni 3 3

D. Rimanenze finali nette 7.342 33.155 1.482 579 3.995 46.553

D.1 Riduzioni di valore totali nette 11.230 9.286 3.321 22.612 46.449

D.2 Rimanenze finali lorde 7.342 44.385 10.768 3.900 26.607 93.002

E. Valutazione al costo

La sottovoce E - Valutazioni al costo - non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, tipologia assente nel Gruppo bancario.

Nelle rimanenze finali sono escluse le immobilizzazioni materiali vendute nel corso dell’anno.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

12.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Totale

Terreni Fabbricati

A. Esistenze iniziali 508

B. Aumenti

B.1 Acquisti

B.2 Spese per migliorie capitalizzate

B.3 Variazioni positive di fair value

B.4 Riprese di valore

B.5 Differenze di cambio positive

B.6 Trasferimenti da immobili ad uso funzionale

B.7 Altre variazioni

C. Diminuzioni 24

C.1 Vendite

C.2 Ammortamenti 24

C.3 Variazioni negative di fair value

C.4 Rettifiche di valore da deterioramento

C.5 Differenze di cambio negative

C.6 Trasferimenti ad altri portafogli di attività

a) immobili ad uso funzionale

b) attività non correnti in via di dismissione

C.7 Altre variazioni

D. Rimanenze finali 484

E. Valutazione al fair value

Le attività materiali detenute a scopo di investimento sono valutate con il criterio del costo.

12.7 Impegni per acquisto di attività materiali

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha impegni per acquisti di attività materiali.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 13 - Attività immateriali - Voce 130

Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.

13.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Attività/Valori Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita

A.1 Avviamento 2.916 2.916

A.1.1 Di pertinenza del gruppo 2.916 2.916

A.1.2 Di pertinenza dei terzi

A.2 Altre attività immateriali 1.291 1.009

A.2.1 Attività valutate al costo: 1.291 1.009

a) attività immateriali generate internamente

b) altre attività 1.291 1.009

A.2.2 Attività valutate al fair value:

a) attività immateriali generate internamente

b) altre attività

Totale 1.291 2.916 1.009 2.916

L'avviamento iscritto in bilancio deriva dalle fusioni con la Banca Savonese Credito Cooperativo per 368 migliaia di euro e Creribanco di Alessandria per 2.548 migliaia di euro come previsto dallo IAS 36. Tale avviamento non è ammortizzato ma è stato sottoposto alla verifica annuale - c.d. "test di impairment" - al fine di evidenziare eventuali perdite di valore. Tale test ha comportato la verifica delle singole Cash Generating Unit (CGU) identificate con le filiali interessate attualizzando la redditività futura per l'arco temporale coperto dal piano industriale 2017-2019 e il valore terminale calcolato secondo il metodo della rendita perpetua, senza dare luogo a svalutazioni.

Le assunzioni di base per il calcolo del valore delle CGU è in linea con quanto previsto nel documento Banca d'Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010 ed in particolare il tasso di attualizzazione, pari al 9,82%, è stato calcolato considerando un tasso privo di rischio pari allo 0,160%, un premio per il rischio aziendale pari all’ 8,40% ed un beta pari a 1,15.

Le altre attività immateriali a durata limitata sono costituite prevalentemente da software aziendale e sono ammortizzate con il metodo delle quote costanti in ragione della loro vita utile.

Non sono iscritte attività immateriali generate internamente.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

13.2 Attività immateriali: variazioni annue

Altre attività immateriali:

generate internamente

Altre attività immateriali:

altre

Avviamento DEF INDEF DEF INDEF Totale

A. Esistenze iniziali 3.469 1.892 5.361

A.1 Riduzioni di valore totali nette 553 883 1.436

A.2 Esistenze iniziali nette 2.916 1.009 3.925

B. Aumenti 804 804

B.1 Acquisti 526 526

B.2 Incrementi di attività immateriali interne 278 278

B.3 Riprese di valore

B.4 Variazioni positive di fair value

- a patrimonio netto

- conto economico

B.5 Differenze di cambio positive

B.6 Altre variazioni

C. Diminuzioni 522 522

C.1 Vendite

C.2 Rettifiche di valore 521 521

- Ammortamenti 521 521

- Svalutazioni

+ patrimonio netto

+ conto economico

C.3 Variazioni negative di fair value

- a patrimonio netto

- conto economico

C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via

di dismissione

C.5 Differenze di cambio negative

C.6 Altre variazioni 1 1

D. Rimanenze finali nette 2.916 1.291 4.207

D.1 Rettifiche di valore totali nette 553 1.405 1.958

E. Rimanenze finali lorde 3.469 2.696 6.165

F. Valutazione al costo

Legenda: DEF=a durata definita

INDEF=a durata indefinita

Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo.

Le sottovoci A.1. “Riduzioni di valore totali nette” e D.1. “Rettifiche di valore totali nette” riportano il totale del fondo ammortamento per le attività immateriali non interamente ammortizzate.

13.3 Altre informazioni

In base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124 si precisa che il Gruppo bancario non ha: • costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti; • assunto impegni alla data del bilancio per l'acquisto di attività immateriali; • acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa. • attività immateriali rivalutate iscritte a fair value.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 14 - Le attività fiscali e passività fiscali - Voce 140 dell'attivo e Voce 80 del passivo

Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell'attivo e 80 del passivo.

14.1 Attività per imposte anticipate: composizione

IRES IRAP TOTALE

31/12/2016

In contropartita al conto economico

Rettifiche di valore su crediti 35.402 5.148 40.550

Altre 1.843 1.843

- rettifiche di valore per deterioramento di garanzie rilasciate iscritte tra le passività 760 760

- Fondo rischi e oneri 1.083 1.083

- Costi di natura amministrativa

- Altre voci

Totale 37.245 5.148 42.393

In contropartita allo stato patrimoniale

Riserve da valutazione: 2.312 458 2.770

Riserva negativa su attività finanziarie disponibili per la vendita 2.259 458 2.717

Altre voci 53 53

Totale 2.312 458 2.770

Altre attività per imposte anticipate

Nella precedente tabella sono dettagliate anche le altre attività per imposte anticipate diverse da quelle di cui alla L.214/2011. Tali “attività” vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero sulla base della capacità di generare con continuità redditi imponibili positivi. La valutazione della probabilità di recupero delle altre attività per imposte anticipate tradizionali è stata condotta sulla base delle informazioni disponibili rappresentate dalla stima dei redditi imponibili attesi.

Per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES e IRAP sono state applicate rispettivamente le aliquote del 27,50% e del 5,57%.

Le attività per imposte anticipate si ritengono interamente recuperabili, tenuto conto delle previsioni di conseguimento di redditi imponibili tassabili nei successivi periodi.

Alla voce Rettifiche di valore su crediti si evidenzia la fiscalità attiva per svalutazioni e perdite su crediti. Dette componenti risulteranno deducibili nei prossimi esercizi secondo il meccanismo della rateizzazione stabilita dalla normativa vigente.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

14.2 Passività per imposte differite: composizione

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di “passività per imposte differite” riguardano:

IRES IRAP TOTALE

31/12/2016

In contropartita al conto economico

Riprese di valore di attività e passività finanziarie valutate al fair value

Rettifiche di valore su crediti verso la clientela dedotte extra-contabilmente

Ammortamenti di attività materiali fiscalmente già riconosciuti

Altre voci

Totale

In contropartita dello stato patrimoniale

Riserve da valutazione

Plusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 6.061 1.228 7.289

Altre voci 321 65 386

Totale 6.382 1.293 7.675

14.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Importo iniziale 44.021 40.454

2. Aumenti 1.170 4.241

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.170 4.241

a) relative ai precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) riprese di valore

d) altre 1.170 4.241

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 2.798 674

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 2.798 674

a) rigiri 2.798 674

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità

c) mutamento di criteri contabili

d) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

a) trasformazione in crediti di imposta di cui alla L.214/2011

b) altre

4. Importo finale 42.393 44.021

Le imposte anticipate vengono rilevate sulla base della probabilità dell'esistenza di sufficienti imponibili fiscali futuri. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente, ivi incluse le disposizioni del Decreto Legislativo 38/2005. Le aliquote utilizzate per la valorizzazione delle imposte anticipate ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,57% (comprensivo delle addizionali per maggiorazioni regionali).

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

14.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L.214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Importo iniziale 42.684 39.280

2. Aumenti 3.404

3. Diminuzioni 2.134

3.1 Rigiri 2.134

3.2 Trasformazione in crediti d'imposta

a) derivante da perdite di esercizio

b) derivante da perdite fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 40.550 42.684

Nella tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione (eventualmente: e dall'iscrizione di avviamento), per quanto derivante dalla eccedenza rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all'art. 106 comma 3 Tuir.

L’importo delle attività fiscali anticipate trasformabili in crediti d’imposta è rappresento da: • rettifiche di valore dei crediti non ancora dedotte ai sensi dell’art. 106, comma 3 e comma 3 bis

del TUIR; • valore dell’avviamento e delle altre attività immateriali deducibili in più periodi d’imposta

secondo le previsioni del TUIR e dell’art. 15, comma 10 del D.L. 185/2008; per complessivi 40.550 migliaia di euro.

14.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha rilevato variazioni della specie.

14.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Importo iniziale 2.866 993

2. Aumenti 2.764 2.866

2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 2.764 2.866

a) relative a precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre 2.764 2.866

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 2.860 993

3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 2.860 993

a) rigiri 2.860 993

b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità

c) dovute al mutamento di criteri contabili

d) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 2.770 2.866

Le imposte anticipate relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita sono state imputate in contropartita della rispettiva riserva di patrimonio netto. Le imposte anticipate dei titoli classificati tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono state imputate in contropartita della rispettiva riserva di patrimonio netto.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

14.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Importo iniziale 14.591 13.471

2. Aumenti 7.289 14.205

2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 7.289 14.205

a) relative a precedenti esercizi

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre 7.289 14.205

2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali

2.3 Altri aumenti

3. Diminuzioni 14.205 13.085

3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 14.205 13.085

a) rigiri 14.205 13.085

b) dovute al mutamento di criteri contabili

c) altre

3.2 Riduzioni di aliquote fiscali

3.3 Altre diminuzioni

4. Importo finale 7.675 14.591

Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto.

14.7 Altre informazioni

Composizione della fiscalità corrente

Nella seguente tabella si riporta il raccordo delle attività/passività fiscali correnti.

IRES IRAP 31/12/2016

Passività fiscali (-) 98 972 1.070

Acconti versati (+) (4.810) (2.283) (7.093)

Altri crediti d'imposta (+) (1.391) (67) (1.458)

Ritenute d'acconto subite (+) (161) (161)

Saldo a debito della voce 80 a) del passivo (98) (1) (99)

Saldo a credito della voce 140 a) dell’attivo 6.362 1.379 7.741

In merito alla posizione fiscale del Gruppo bancario, per gli esercizi non ancora prescritti, sono stati notificati avvisi di accertamento da parte dell’Amministrazione Finanziaria, per i quali il Gruppo bancario ha demandato l’approfondimento degli stessi a specifiche consulenze fiscali in corso.

Nella voce "Altre crediti d'imposta" è compreso l'importo di 1.370 migliaia di euro riferiti a crediti di imposta per il periodo 2007-2011, sorti in virtù del riconoscimento della integrale deduzione a fini IRES dell'IRAP sul costo del lavoro, come da previsioni dell'art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e successivamente integrato dall'art. 4 comma 12 DL 16/2012.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 16 - Altre attività - Voce 160

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.

16.1 Altre attività: composizione

31/12/2016 31/12/2015

Crediti tributari verso l'erario e verso altri enti impositori per imposte indirette 21.731 24.635

Valori diversi e valori bollati 3 5

Clienti fatture da incassare e da emettere 68 363

Partite in corso di lavorazione/Partite viaggianti 9.949 14.604

Anticipi e crediti verso fornitori 1.161 913

Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 3.606 3.609

Ratei e risconti attivi non capitalizzati 699 772

Altre partite attive 14.913 2.529

Immobili destinati alla vendita 1.348 1.348

Totale 53.478 48.778

Le partite in corso di lavorazione si riferiscono a poste relative ad ordinarie operazioni tipiche dell'attività bancaria ancora da attribuire alla data di chiusura dell'esercizio.

I crediti verso erario si riferiscono principalmente ad acconti per imposte di bollo e acconti per ritenute ed interessi. Le altre partite attive si riferiscono principalmente a operazioni con la clientela.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Passivo

Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10

Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50.

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Componenti del gruppo Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Debiti verso banche centrali 529.025 660.343

2. Debiti verso banche 258.187 445.449

2.1 Conti correnti e depositi liberi 2.309 1.316

2.2 Depositi vincolati 4.311 12.472

2.3 Finanziamenti 251.499 431.567

2.3.1 Pronti contro termine passivi

2.3.2 Altri 251.499 431.567

2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

2.5 Altri debiti 68 94

Totale 787.212 1.105.792

Fair value - Livello 1

Fair value - Livello 2

Fair value - Livello 3 787.212 1.105.792

Totale fair value 787.212 1.105.792

Sono comprese alla voce 1. "Debiti verso Banche Centrali" i debiti relativi al finanziamento ricevuto dalla Banca Centrale Europea per 529.025 migliaia di euro contro cessione di titoli a garanzia.

Alla voce 2.3.2 “Debiti verso banche – Finanziamenti Altri” sono comprese operazioni di rifinanziamento presso altre banche per 250.617 migliaia di euro contro cessione di titoli a garanzia.

Più in generale l'andamento dei debiti verso banche riflette l’indebitamento del Gruppo bancario nei confronti del sistema bancario e istituti centrali di categoria.

1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti subordinati fra i debiti verso banche.

1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti strutturati nei confronti di banche.

1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti verso banche oggetto di copertura specifica.

1.5 Debiti per leasing finanziario

I debiti per leasing finanziario, ricompresi nella sottovoce 2.3.2 “Debiti verso banche – Finanziamenti altri” della Tabella 1.1 “Debiti verso banche: composizione merceologica”, ammontano a 385 migliaia di euro. I contratti sono stati sottoscritti con Banca Agrileasing SpA e sono relativi ad immobili adibiti a filiali del Gruppo bancario.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

A fronte del debito suddetto, risultante dall'attualizzazione dei flussi di cassa futuri, comprensivi dell'ammontare che si dovrà corrispondere per l'acquisto del bene; gli esborsi complessivi residui previsti includono gli interessi e l'importo richiesto per esercitare l'opzione di riscatto del bene, che ammontano a 125 migliaia di euro circa compreso Iva.

Si fa altresì presente che: • non sono stati posti in essere contratti di subleasing; • non esistono canoni potenziali da pagare in quanto i canoni contrattuali sono già determinati

nell'ammontare; • non esistono clausole di opzione di rinnovo, nè di indicizzazione, nè di restrizione; • la clausola di opzione di acquisto concede la possibilità di acquisire il bene in proprietà e deve

essere esercitata entro il 31 agosto 2029.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20

Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50.

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Componenti del gruppo Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Conti correnti e depositi liberi 2.546.349 2.303.255

2. Depositi vincolati 177.154 186.839

3. Finanziamenti 8.823 9.368

3.1 Pronti contro termine passivi 100

3.2 Altri 8.823 9.268

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali

5. Altri debiti 50.336 64.876

Totale 2.782.662 2.564.338

Fair value - Livello 1

Fair value - Livello 2

Fair value - Livello 3 2.782.662 2.564.338

Totale fair value 2.782.662 2.564.338

Le operazioni di cui alla sottovoce 3.1 "Pronti contro termine passivi" riguardano esclusivamente le operazioni con obbligo di rivendita a termine, da parte del cessionario delle attività oggetto della transazione, non avendo il Gruppo bancario posto in essere operazioni che prevedono la facoltà per il cessionario di rivendita a termine.

L'importo di cui alla sottovoce 3.2 "Finanziamenti – Altri” si riferisce al debito verso la Cassa Depositi e Prestiti per finanziamenti finalizzati al potenziamento dell'erogazione del credito alle piccole e medie imprese a condizioni agevolate.

La sottovoce di cui alla sottovoce 5 "Altri debiti" rappresenta principalmente il debito connesso con le operazioni di cessione delle attività finanziarie che non rispettano i requisiti posti dallo IAS 39 per la loro integrale cancellazione dal bilancio. Si rimanda alla parte E - Sezione 1 - rischio di credito Sottosezione C.

2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti subordinati verso clientela.

2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti strutturati verso clientela.

2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti oggetto di copertura specifica.

2.5 Debiti per leasing finanziario

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere debiti verso clientela per contratti di leasing finanziario.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30

Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. L’importo è al netto dei titoli riacquistati. Sono anche inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. È esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Valore

bilancio

Fair Value Valore

bilancio

Fair Value

livello 1 livello 2 livello3 livello 1 livello 2 livello 3

A. Titoli

1. Obbligazioni 704.320 715.558 847.394 869.983

1.1 strutturate

1.2 altre 704.320 715.558 847.394 869.983

2. Altri titoli 121.737 121.737 111.247 111.247

2.1 strutturati

2.2 altri 121.737 121.737 111.247 111.247

Totale 826.057 837.295 958.641 981.230

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla parte A - Politiche contabili. La sottovoce A.2.2 “Titoli - altri titoli – altri”, è composta esclusivamente da certificati di deposito.

3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati

Hanno carattere subordinato i debiti il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell'ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Sono esclusi gli strumenti patrimoniali che, secondo i principi contabili internazionali, hanno caratteristiche di patrimonio netto.

Le passività subordinate emesse dal Gruppo bancario corrispondono a: • prestito obbligazionario di nominali 2.000 migliaia di euro, valore di bilancio di 1.242 migliaia di

euro, emesso da Banca incorporata in data 10/06/2010 con scadenza 10/06/2017, tasso d'interesse indicizzato al tasso euribor sei mesi più 60 basis points;

• prestito obbligazionario di nominali 30.000 migliaia di euro, valore di bilancio di 29.901 migliaia di euro, emesso in data 29/06/2007 con scadenza 29/06/2017, tasso d'interesse indicizzato al tasso euribor sei mesi più 40 basis points. Il prestito obbligazionario prevede la facoltà di rimborso anticipato previa autorizzazione della Banca d'Italia;

• prestito obbligazionario di nominali 50.000 migliaia di euro, valore di bilancio di 49.879 migliaia di euro, emesso in data 29/10/2010 con scadenza 29/10/2017, tasso d’interesse indicizzato al tasso euribor sei mesi più 65 basis points. Il prestito obbligazionario prevede la facoltà di rimborso anticipato previa autorizzazione della Banca d'Italia.

Non è prevista la conversione in capitale. I prestiti obbligazionari sono stati autorizzati dalla Banca d'Italia ai fini della computabilità nei Fondi Propri, nei limiti e secondo le modalità stabilite dalla specifica normativa.

3.3 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli oggetto di copertura specifica

Alla data di riferimento del bilancio, il Gruppo bancario non ha in essere titoli in circolazione oggetto di copertura specifica.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le passività finanziarie, qualunque sia la loro forma tecnica, classificate nel portafoglio di negoziazione.

4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Tipologia operazioni/Componenti del gruppo

VN

Fair value

FV* VN

Fair value

FV*

L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Passività per cassa

1. Debiti verso banche

2. Debiti verso clientela

3. Titoli di debito

3.1 Obbligazioni

3.1.1 Strutturate

3.1.2 Altre obbligazioni

3.2 Altri titoli

3.2.1 Strutturati

3.2.2 Altri

Totale A

B. Strumenti derivati

1. Derivati finanziari 1.413 1.543

1.1 Di negoziazione 1.413 1.543

1.2 Connessi con la fair value option

1.3 Altri

2. Derivati creditizi

2.1 Di negoziazione

2.2 Connessi con la fair value option

2.3 Altri

Totale B 1.413 1.543

Totale (A+B) 1.413 1.543

Legenda: FV = fair value FV* = fair value calcolato escludendo le variazioni di valore dovute al cambiamento del merito creditizio dell'emittente rispetto alla data di emissione VN = valore nominale o nozionale L 1=livello 1 L 2=livello 2 L 3=livello 3

Le passività finanziarie di negoziazione rappresentate al punto B.1.1 “Strumenti derivati – di negoziazione” si riferiscono principalmente a derivati relativi ad operazioni a termine in valuta contratte dal Gruppo bancario con la propria clientela. Detti strumenti finanziari sono volti a realizzare operazioni di negoziazione pareggiata, in ragione della corrispondente copertura in essere con le controparti di sistema.

4.2 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: passività subordinate

Al 31 dicembre 2016 non vi sono passività finanziarie di negoziazione subordinate.

4.3 Dettaglio della voce 40 “Passività finanziarie di negoziazione”: debiti strutturati

Al 31 dicembre 2016 non vi sono passività finanziarie di negoziazione relative a debiti strutturati.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80

Si rimanda a quanto esposto nella sezione 14 della parte B attivo della presente nota integrativa.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 10 - Altre passività - Voce 100

Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 Altre passività: composizione

31/12/2016 31/12/2015

Debiti verso l'erario per attività di riscossione imposte e/o come sostituto d'imposta 18.215 17.961

Partite in corso di lavorazione 24.530 11.247

Rettifiche per partite illiquide di portafoglio 1.777 12.583

Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari 4.600 3.641

Debiti verso Società veicolo 230 521

Somme a disposizione della clientela o di terzi 20.692 19.297

Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci 3.439 3.543

Ratei e risconti passivi non riconducibili a voce propria 579 726

Debiti verso il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo 5.795 2.584

Altre partite passive 511 83

Totale 80.368 72.186

Le partite in corso di lavorazione si riferiscono a poste relative ad ordinarie operazioni tipiche dell'attività bancaria ancora da attribuire alla data di chiusura dell'esercizio.

I debiti verso erario si riferiscono principalmente alle ritenute da riversare all'erario successivamente alla chiusura dell'esercizio.

Le rettifiche per partite illiquide di portafoglio, rappresentate dallo sbilancio tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere" del portafoglio, si riferiscono a operazioni che saranno liquidate nel corso dell'esercizio successivo determinate dallo sfasamento temporale tra la data di regolamento e data valuta.

Le somme a disposizione della clientela o di terzi si riferiscono principalmente a flusso di accrediti delle pensioni di clienti e alla convenzione tramite ICCREA a favore di certificati di conformità auto; tale partite presentano un carattere transitorio la cui sistemazione non produrrà significativi effetti sul conto economico.

I debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci comprendono competenze relative all’ esodo dipendenti che hanno accettato l’accordo per la cessazione anticipata dal servizio rispetto alla maturazione del diritto alla pensione e di accedere alle prestazioni ordinarie e straordinarie del Fondo di Solidarietà per il Sostegno del Reddito, competenze maturate da liquidare al personale legati alla produttività aziendale, al sistema incentivante e arretrati riferiti a ferie non ancora godute e banca ore, ferie, nonché somme da versare a fondi pensioni.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110

Nella presente voce figura il Fondo di trattamento di fine rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS 19.

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

A. Esistenze iniziali 5.159 5.852

B. Aumenti 291 62

B.1 Accantonamento dell'esercizio 72 62

B.2 Altre variazioni 219

C. Diminuzioni 230 755

C.1 Liquidazioni effettuate 230 437

C.2 Altre variazioni 318

D. Rimanenze finali 5.220 5.159

Totale 5.220 5.159

Alla data di bilancio, il Gruppo bancario ha rilevato il fondo TFR secondo quanto previsto dal principio contabile Ias 19, pertanto la Voce D. “Rimanenze finali” del fondo inscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO).

Le ipotesi attuariali adottate per la valutazione del fondo alla data di riferimento del bilancio sono le seguenti:

• tasso di attualizzazione: 1,62%; • tasso atteso di incrementi retributivi: Dirigenti 2,50%; Impiegati e Quadri 1,00%; • tasso atteso di inflazione:

• 1,50% per il 2016 • 1,80% per il 2017 • 1,70% per il 2018 • 1,60% per il 2019 • 2,00% dal 2020 in poi

• tasso annuo incremento TFR: • 2,625% per il 2016 • 2,850% per il 2017 • 2,775% per il 2018 • 2,700% per il 2019 • 3,000% dal 2020 in poi

• turn-over: 2,50%; • frequenza anticipazioni: 1,00%.

Con riferimento alle basi tecniche demografiche, sono state utilizzate: • Decesso: Tabelle di mortalità RG48 pubblicate dalla Ragioneria Generale dello Stato; • Inabilità: Tavole INPS distinte per età e sesso; • Pensionamento: 100% al raggiungimento dei requisiti AGO.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Informazioni aggiuntive richieste dallo IAS 19

In merito all’applicazione delle modifiche che sono state apportate allo IAS 19 dal regolamento UE n° 475/2012, viene fornita un'analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale rilevante alla fine dell’esercizio, mostrando gli effetti che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi attuariali ragionevolmente possibili a tale data, in termini assoluti. A tal fine si riporta la tabella seguente:

Totale 31/12/2016

Service Cost 2016

Duration del piano 11,3

Analisi di sensitività dei principali parametri valutativi sui dati al 31 dicembre 2016:

Tasso di turnover +1% 5.189

Tasso di turnover -1% 5.234

+0.25% sul tasso di inflazione 5.298

-0.25% sul tasso di inflazione 5.125

+0.25% sul tasso di attualizzazione 5.074

-0.25% sul tasso di attualizzazione 5.352

DBO al 31 dicembre 2016 determinato in base al tasso annuo di attualizzazione desunto dall’indice Iboxx Corporate AA con duration 10+ quotato 1,31%

Per il calcolo del valore attuale è stato preso a riferimento l’indice iBoxx EUR Corporates A con duration 10+ rilevato al 31 dicembre 2016; se fosse stato usato l’indice iBoxx EUR Corporates AA10+ il DBO al 31 dicembre 2016 attualmente pari a 5.210 migliaia di euro si sarebbe incrementato del 3,39% e sarebbe stato pari a 5.387 migliaia di euro.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120

Nelle presenti voci figurano le passività relative agli “Altri benefici a lungo termine”, riconosciuti contrattualmente al personale in servizio, ai sensi dello IAS 19, e le obbligazioni in essere, per le quali il Gruppo bancario ritiene probabile un esborso futuro di risorse, ai sensi dello IAS 37.

12.1 Fondi per rischi ed oneri: composizione

Voci/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Fondi di quiescenza aziendali

2. Altri fondi per rischi ed oneri 2.590 2.722

2.1 controversie legali 1.368 1.548

2.2 oneri per il personale 695 701

2.3 altri 527 473

Totale 2.590 2.722

Per il dettaglio della sottovoce 2. “Altri fondi per rischi ed oneri” si rimanda alla sezione 12.4.

12.2 Fondi per rischi ed oneri: variazioni annue

Totale

Fondi di quiescenza Altri fondi

A. Esistenze iniziali 2.722

B. Aumenti 171

B.1 Accantonamento dell'esercizio 171

B.2 Variazioni dovute al passare del tempo

B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.4 Altre variazioni

C. Diminuzioni 303

C.1 Utilizzo nell'esercizio 303

C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

C.3 Altre variazioni

D. Rimanenze finali 2.590

La sottovoce B.1 “Accantonamento dell'esercizio” accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio.

La sottovoce C.1 “Utilizzo nell'esercizio” si riferisce ai pagamenti effettuati.

12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha imputato nel bilancio fondi della specie.

12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi

La voce "Altri fondi per rischi e oneri" è costituita da: a. controversie legali:

• stanziamenti che fronteggiano le perdite presunte sulle cause passive per 1.368 migliaia di euro, imputati in contropartita a voce 160 di conto economico “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” per 39 migliaia di euro già al netto degli stanziamenti accantonati in precedenza non utilizzati per 1.329 migliaia di euro;

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

b. oneri del personale:

• premi di anzianità/fedeltà (pari all'onere finanziario che il Gruppo bancario dovrà sostenere, negli anni futuri, in favore del personale dipendente in relazione all'anzianità di servizio) per 695 migliaia di euro. Tale importo ha già risentito dell’incremento per effetto attuariale per 77 migliaia di euro imputato in contropartita a voce 150. a) “Spese per il personale”;

c. altri: • fondo di beneficenza e mutualità e altri fondi residuali per 527 migliaia di euro.

Nell’ambito degli altri fondi è compreso il fondo di beneficenza e mutualità che trae origine dallo statuto sociale. Lo stanziamento viene annualmente determinato, in sede di destinazione di utili, dall'Assemblea dei Soci; il relativo utilizzo viene deciso dal Consiglio di Amministrazione.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 15 - Patrimonio del Gruppo - Voci 140,160,170,180,190, 200 e 220

Nella sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve del Gruppo bancario.

Con riferimento al dato delle uscite e variazioni in diminuzione ad esse relative si precisa che sono ricompresi n. 510 soci, per un ammontare di 195 migliaia di euro, che ai sensi dell’art. 15 dello statuto sociale hanno maturato il diritto al rimborso del valore nominale delle azioni (e dell’eventuale sovrapprezzo versato). Per tali soci usciti il pagamento della quota spettante, e relativa contabilizzazione, sarà eseguito entro 180 giorni dall’approvazione del presente bilancio, fatto salvo quanto previsto dall’art. 28, comma 2-ter del D. Lgs. 1° settembre 1993, n.385. 15.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Importo

31/12/2016 31/12/2015

1. Capitale 46.781 46.771

2. Sovrapprezzo Azioni 8.302 7.864

3. Riserve 238.974 222.599

4. Riserve di Valutazione 9.061 22.905

5. Utile (Perdita) d'esercizio 13.041 18.340

Totale 316.159 318.479

Il capitale del Gruppo bancario è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di euro 2,58.

Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti della transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle altre voci di patrimonio netto.

Tra le riserve da valutazione di cui al punto 4 figurano: • le riserve da valutazione relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita; • le riserve iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione; • le riserve da valutazione IAS 19 relative all’attualizzazione del TFR.

Non vi sono azioni proprie riacquistate alla data di bilancio.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

15.2 Capitale - Numero azioni della capogruppo: variazioni annue

Il Gruppo bancario ha emesso esclusivamente azioni ordinarie corrispondenti al capitale sociale sottoscritto pari a 46.781 migliaia di euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate.

Voci/Tipologie Ordinarie Altre

A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 18.128.142

- interamente liberate 18.128.142

- non interamente liberate

A.1 Azioni proprie (-) 18.128.142

A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 18.128.142

B. Aumenti 927.049

B.1 Nuove emissioni 4.680

§ a pagamento 4.680

- operazioni di aggregazioni di imprese

- conversione di obbligazioni

- esercizio di warrant

- altre 4.680

§ a titolo gratuito

- a favore dei dipendenti

- a favore degli amministratori

- altre

B.2 Vendita di azioni proprie 922.369

B.3 Altre variazioni

C. Diminuzioni 966.888

C.1 Annullamento

C.2 Acquisto di azioni proprie 922.369

C.3 Operazioni di cessione di imprese

C.4 Altre variazioni 44.519

D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 18.088.303

D.1 Azioni proprie (+)

D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 18.088.303

- interamente liberate 18.088.303

- non interamente liberate

Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell'esercizio.

Per un maggior dettaglio relativo alla voce B.1 “Nuove emissioni” si rimanda alla relazione sulla gestione.

15.3 Capitale: altre informazioni

31/12/2016 31/12/2015

Numero soci all'inizio dell'esercizio 47.840 46.310

Numero soci: ingressi 3.152 2.507

Numero soci: uscite 632 977

Numero soci alla fine dell'esercizio 50.360 47.840

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

15.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le riserve di utili sono costituite da:

31/12/2016 31/12/2015

Riserva legale 242.094 225.925

Utile e perdite portate a nuovo (1.856) (1.856)

Altre riserve (786) (992)

- di cui riserve da differenza di fusione IFRS 3 (1.079) (1.079)

Riserve di prima applicazione principi contabili internazionali FTA (478) (478)

TOTALE 238.974 222.599

La normativa di settore di cui all’art. 37 del D.Lgs. 385/93 e l’art. 49 dello Statuto prevedono la costituzione obbligatoria della riserva legale. La riserva legale è costituita con accantonamento di almeno il 70% degli utili netti di esercizio.

Alla riserva legale viene inoltre accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e dallo Statuto, deliberate dall’Assemblea.

La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per il Gruppo bancario, ad eccezione dell’utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel patrimonio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto.

In ottemperanza all’articolo 2427, comma 7-bis, codice civile, si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto del Gruppo bancario, escluso l’utile di esercizio e i disavanzi di esercizi precedenti, con l’evidenziazione dell’origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste.

La riserva dei titoli classificati tra le attività disponibili per la vendita può essere movimentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata nè per aumenti di capitale sociale, nè per distribuzione ai Soci, nè per coperture di perdite.

Le eventuali variazioni negative di tale riserva (i cui dettagli sono riportati nella parte F della presente nota integrativa) possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l'applicazione di imposte correnti o differite.

Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili del Gruppo bancario, si rinvia alle informazioni contenute della Parte F “Informazioni sul Patrimonio”, sezione 1 “Il patrimonio dell'impresa” tabella B.1 “Patrimonio dell’impresa: composizione”.

Nella voce “Altre riserve” è iscritta la riserva speciale per acquisto azioni proprie per 500 migliaia di euro.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Analisi della composizione delle riserve con riferimento alla disponibilità e distribuibilità Art. 2427 c.c. comma 7 bis, codice civile

In ottemperanza all’articolo 2427, n. 7-bis codice civile, si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto del Gruppo bancario, escluso l’utile di esercizio, con l’evidenziazione dell’origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste.

Utilizzi effettuati nei tre

precedenti esercizi

Descrizione Importo Possibilità di utilizzazione

per copertura di

perdite

per altre ragioni

Capitale sociale 46.781 A

5.211

Riserva di capitale:

Riserva da sovrapprezzo azioni 8.302 B

269

Altre riserve:

Riserva legale 242.094 C Non ammessa in

quanto indivisibile

Riserva acquisto azioni proprie 500 C

Utili e perdite portate a nuovo (1.856) C

Riserva di rivalutazione monetaria 700 C Non ammessa in

quanto indivisibile

Altre riserve (207) C Non ammessa in

quanto indivisibile

Riserva FTA (478) C Non presente Non presente

Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita 9.256 D Non presente Non presente

Riserva da attualizzazione TFR (895) E Non presente Non presente

Riserve da differenza di fusione IFRS3 (1.079) F Non presente Non presente

Totale 303.118

Legenda: A=per copertura perdite e per rimborso del valore nominale delle azioni B=per copertura perdite e per rimborso del sovrapprezzo versato

C=per copertura perdite

D=per quanto previsto dallo IAS 39 E=per quanto previsto dallo IAS 19 F= per quanto previsto dallo IFRS 3

La “Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita” può essere movimentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata nè per aumenti di capitale sociale, nè per distribuzione ai soci, nè per coperture di perdite. Le eventuali variazioni negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l'applicazione di imposte correnti o differite.

Analoghe considerazioni, valgono per la Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti.

15.5 Altre informazioni

Non si segnalano ulteriori informazioni a quelle già fornite nella presente sezione.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni

Operazioni Importo 31/12/2016 Importo 31/12/2015

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 38.264 49.693

a) Banche 12.061 25.115

b) Clientela 26.203 24.578

2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 90.420 83.496

a) Banche 15 28

b) Clientela 90.405 83.468

3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 35.962 31.769

a) Banche

- a utilizzo certo

- a utilizzo incerto

b) Clientela 35.962 31.769

- a utilizzo certo 4.708 574

- a utilizzo incerto 31.254 31.195

4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione

5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi

6) Altri impegni 2.125 11

Totale 166.771 164.969

Tra le garanzie rilasciate di natura finanziaria risultano le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante.

Il punto 1.a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche" comprende: • impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo per 9.255 migliaia di

euro; • impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del credito cooperativo per 2.806 migliaia

di euro.

Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di contratti.

Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi a clientela - utilizzo incerto" ricomprende principalmente i margini disponibili su linee di credito.

2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Portafogli Importo

31/12/2016

Importo 31/12/2015

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

2. Attività finanziarie valutate al fair value

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 699.512 930.937

4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

5. Crediti verso banche

6. Crediti verso clientela

7. Attività materiali

Nelle voci sono stati iscritti i valori dei titoli iscritti nell’attivo di bilancio utilizzati nell’ambito delle operazioni di rifinanziamento garantite da titoli.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

Il Gruppo bancario sottoscritto nell’ambito delle operazioni di autocartolarizzazione descritte nella parte E della presente nota integrativa, complessivamente 150 milioni di euro di titoli senior, utilizzabili per operazioni di provvista garantite e non iscritti nell’attivo patrimoniale.

3. Informazioni sul leasing operativo

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha contratti di leasing operativo.

4. Composizione degli investimenti a fronte delle polizze unit-linked e index-linked

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha effettuato investimenti rientranti in questa tipologia.

5. Gestione e intermediazione per conto terzi

Tipologia servizi Importo

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela

a) Acquisti

1. regolati

2. non regolati

b) Vendite

1. regolate

2. non regolate

2. Gestioni di portafogli

a) individuali

b) collettive

3. Custodia e amministrazione di titoli

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli)

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio

2. altri titoli

b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 1.661.207

1. titoli emessi dalle società incluse nel consolidamento 720.269

2. altri titoli 940.938

c) titoli di terzi depositati presso terzi 1.961.424

d) titoli di proprietà depositati presso terzi 1.797.488

4. Altre operazioni 556.878

Il Gruppo bancario non ha effettuato servizi di intermediazione per conto terzi, ai sensi dell’art. 1, comma 5 lettera b) del D.Lgs. 58/98.

Gli importi del punto 3 “Custodia e amministrazione di titoli” si riferiscono al valore nominale dei titoli e la voce b) comprende anche titoli in deposito a garanzia.

Le altre operazioni di cui al punto 4 “Altre operazioni” comprendono:

Collocamento alla clientela di prodotti assicurativi di terzi di contenuto finanziario 44.703

Collocamento alla clientela di quote e azioni di organismi di investimento collettivo del risparmio 110.622

Attività di ricezione e trasmissione degli ordini 401.553

Totale 556.878

I prodotti collocati sono esposti al valore corrente per le gestioni patrimoniali e gli OICR al valore di sottoscrizione per i prodotti assicurativi.

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Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale consolidato | Nota integrativa 2016

6. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o similari.

7. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o similari.

8. Operazioni di prestito titoli

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere operazioni di prestito titoli.

9. Informativa sulle attività a controllo congiunto

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha in essere attività a controllo congiunto.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

PARTE C - Informazioni sul conto economico consolidato

Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20

Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 60 e 70 dell'attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell'esercizio.

Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi entro la data di riferimento relativi a contratti derivati.

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre operazioni Totale

31/12/2016

Totale

31/12/2015

1. Attività finanziarie detenute per la

negoziazione 96 96 184

2. Attività finanziarie valutate al fair value

3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 20.170 20.170 27.258

4. Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza 308 308

5. Crediti verso banche 1.792 1.792 3.352

6. Crediti verso clientela 69.780 69.780 79.370

7. Derivati di copertura

8. Altre attività 19 19 23

Totale 20.574 71.572 19 92.165 110.187

La sottovoce 4 "Crediti verso banche" nella colonna " Finanziamenti" include:

• conti correnti e depositi per 452 migliaia di euro;

• mutui e finanziamenti per 1.337 migliaia di euro;

• riserva obbligatoria Banca d'Italia per 3 migliaia di euro.

La sottovoce 5 "Crediti verso clientela" nella colonna " Finanziamenti" include:

• conti correnti per 20.631 migliaia di euro;

• mutui per 45.204 migliaia di euro;

• altri finanziamenti per 3.634 migliaia di euro;

• operazioni pronti contro termine per 311 migliaia di euro.

Gli importi compresi nella colonna "Altre operazioni" accolgono

• in corrispondenza della sottovoce 8 "Altre attività" è riferito agli interessi attivi su operazioni di prestito d'uso d'oro.

Gli interessi, diversi da quelli rilevati nella voce "riprese di valore", maturati nell'esercizio nelle posizioni che risultano classificate come "deteriorate" al 31 dicembre 2016 sono pari a 7.616 migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha posto in essere operazioni di copertura.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni

1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Gli interessi attivi e proventi assimilati in valuta sono pari a 218 migliaia di euro.

Totale

31/12/2016 31/12/2015

Totale 218 261

1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha posto in essere operazioni attive di locazione finanziaria.

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni Totale

31/12/2016

Totale

31/12/2015

1. Debiti verso banche centrali (213) (213) (553)

2. Debiti verso banche (62) (62) (117)

3. Debiti verso clientela (13.004) (13.004) (18.320)

4. Titoli in circolazione (19.565) (19.565) (27.844)

5. Passività finanziarie di negoziazione

6. Passività finanziarie valutate al fair value (1)

7. Altre passività e fondi

8. Derivati di copertura (51) (51)

Totale (13.279) (19.565) (51) (32.895) (46.835)

La sottovoce 1 "Debiti verso banche centrali", colonna "Debiti" include interessi passivi e oneri assimilati

relativi a debiti verso banche centrali per operazioni di rifinanziamento contro cessione di titoli a garanzia.

La sottovoce 2 "Debiti verso banche", colonna "Debiti" include interessi passivi e oneri assimilati per:

• conti correnti e depositi per 38 migliaia di euro;

• altri debiti per 24 migliaia di euro.

La sottovoce 3 "Debiti verso clientela", colonna "Debiti" include interessi passivi e oneri assimilati per:

• conti correnti e depositi per 10.790 migliaia di euro;

• operazioni pronti contro termine per 252 migliaia di euro;

• altri debiti per 1.962 migliaia di euro.

La sottovoce 4 "Titoli in circolazione", colonna "Titoli" include interessi passivi e oneri assimilati per:

• obbligazioni emesse per 18.171 migliaia di euro;

• certificati di depositi per 1.394 migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura

Voci Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

A. Differenziali positivi relativi a operazioni di copertura:

B. Differenziali negativi relativi a operazioni di copertura: (51)

C. Saldo (A-B) (51)

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni

1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta

Gli interessi passivi e oneri assimilati in valuta sono pari a 117 migliaia di euro.

Totale

31/12/2016 31/12/2015

Totale (117) (147)

1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario

Il Gruppo bancario ha in essere interessi passivi relativi al contratto di locazione finanziaria immobiliare stipulato con Banca Agrileasing S.p.A. per 5 migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50

Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dal Gruppo bancario.

Sono escluse le commissioni attive e i recuperi di spesa classificati nell'ambito degli altri proventi di gestione. Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 "interessi attivi e proventi assimilati" e 20 "interessi passivi e oneri assimilati" del conto economico) delle attività e passività finanziarie contabilizzate con il criterio del costo ammortizzato.

2.1 Commissioni attive: composizione

Tipologia servizi/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

a) garanzie rilasciate 855 936

b) derivati su crediti

c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza 11.095 10.579

1. negoziazione di strumenti finanziari

2. negoziazione di valute 371 325

3. gestioni di portafogli

3.1 individuali

3.2 collettive

4. custodia e amministrazione di titoli 828 894

5. banca depositaria

6. collocamento di titoli 4.970 4.710

7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 750 1.040

8. attività di consulenza

8.1 in materia di investimenti

8.2 in materia di struttura finanziaria

9. distribuzione dei servizi di terzi 4.176 3.610

9.1 gestioni di portafogli 1.438 1.177

9.1.1. individuali 1.438 1.177

9.1.2. collettive

9.2 prodotti assicurativi 1.970 1.752

9.3 altri prodotti 768 681

d) servizi di incasso e pagamento 12.145 12.687

e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione 1.204 1.380

f) servizi per operazioni di factoring

g) esercizio di esattorie e ricevitorie

h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio

i) tenuta e gestione dei conti correnti 14.804 14.247

j) altri servizi 1.128 1.104

Totale 41.231 40.933

L'importo di cui alla sottovoce j) "altri servizi" è così composto:

• finanziamenti in conto corrente, per 33 migliaia di euro;

• altri finanziamenti, per 189 migliaia di euro;

• altri servizi bancari, per 906 migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

2.2 Commissioni passive: composizione

Servizi/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

a) garanzie ricevute

b) derivati su crediti

c) servizi di gestione e intermediazione (517) (567)

1. negoziazione di strumenti finanziari (135) (198)

2. negoziazione di valute (137) (123)

3. gestioni di portafogli

3.1 proprie

3.2 delegate da terzi

4. custodia e amministrazione di titoli (245) (246)

5. collocamento di strumenti finanziari

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi

d) servizi di incasso e pagamento (7.567) (9.509)

e) altri servizi (58) (83)

Totale (8.142) (10.159)

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70

Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto.

Sono compresi anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio).

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto.

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Voci/Proventi Dividendi Proventi da quote

di O.I.C.R. Dividendi

Proventi da quote di O.I.C.R.

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 23 22

B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 253 4 246 4

C. Attività finanziarie valutate al fair value

D. Partecipazioni

Totale 253 27 246 26

176

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 4 - Il risultato netto dell'attività di negoziazione - Voce 80

Nella voce figurano per "sbilancio" complessivo quale somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b):

a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" e nelle "Passività finanziarie di negoziazione" include i risultati delle valutazioni di tali operazioni ed esclude i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10 "Interessi attivi e proventi finanziari" e 20 "Interessi passivi e oneri assimilati", e in parte nel "risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value", di cui alla voce 110 del conto economico;

b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.

I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all'attività in cambi.

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da

negoziazione (B)

Minusvalenze

(C)

Perdite da

negoziazione (D)

Risultato netto

[(A+B)-(C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 1.437 (275) (515) 647

1.1 Titoli di debito 598 (275) (369) (46)

1.2 Titoli di capitale 85 (17) 68

1.3 Quote di O.I.C.R. 343 (129) 214

1.4 Finanziamenti

1.5 Altre 411 411

2. Passività finanziarie di negoziazione

2.1 Titoli di debito

2.2 Debiti

2.3 Altre

3. Attività e passività finanziarie:

differenze di cambio

4. Strumenti derivati 129 360 (137) (352)

4.1 Derivati finanziari 129 360 (137) (352)

- su titoli di debito e tassi di interesse 129 360 (137) (352)

- su titoli di capitale e indici azionari

- su valute ed oro

- altri

4.2 Derivati su crediti

Totale 129 1.797 (412) (867) 647

Nella sottovoce 1.5 “Attività finanziarie di negoziazione – altre” sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute.

Nelle colonne “plusvalenze”, “minusvalenze”, “utili da negoziazione” e “perdite da negoziazione” degli strumenti derivati figurano anche le eventuali differenze di cambio.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90

Formano oggetto di rilevazione nella voce, per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)): a) i risultati della valutazione delle operazioni di copertura del fair value e dei flussi finanziari; b) i risultati della valutazione delle attività e passività finanziarie oggetto di copertura del fair value; c) i differenziali e i margini, positivi e negativi, relativi a contratti derivati di copertura, diversi da quelli ricondotti tra gli interessi); d) i risultati della valutazione delle attività e passività per cassa collegate da una relazione di copertura del rischio di cambio.

5.1 Risultato netto dell'attività di copertura: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

A. Proventi relativi a:

A.1 Derivati di copertura del fair value 1.524

A.2 Attività finanziarie coperte (fair value)

A.3 Passività finanziarie coperte (fair value) 67

A.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari

A.5 Attività e passività in valuta

Totale proventi dell'attività di copertura (A) 1.524 67

B. Oneri relativi a:

B.1 Derivati di copertura del fair value (10)

B.2 Attività finanziarie coperte (fair value) (1.666)

B.3 Passività finanziarie coperte (fair value)

B.4 Derivati finanziari di copertura dei flussi finanziari

B.5 Attività e passività in valuta

Totale oneri dell'attività di copertura (B) (1.666) (10)

C. Risultato netto dell'attività di copertura (A-B) (142) 57

L’effetto positivo rilevato sui derivati di copertura, nell’ambito del macro fair value hedge su finanziamenti a clientela, ammonta a 1.524 migliaia di euro, mentre il corrispondente effetto sulle attività finanziarie coperte è negativo per 1.666 migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100

Nella sezione figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value.

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Voci/Componenti reddituali Utili Perdite Risultato

netto Utili Perdite

Risultato

netto

Attività finanziarie

1. Crediti verso banche

2. Crediti verso clientela 6 (913) (907)

3. Attività finanziarie disponibili per la

vendita 31.087 (2.352) 28.735 37.333 (1.538) 35.795

3.1 Titoli di debito 30.182 (740) 29.442 35.817 (1.034) 34.783

3.2 Titoli di capitale 1 (910) (909)

3.3 Quote di O.I.C.R. 904 (702) 202 1.516 (504) 1.012

3.4 Finanziamenti

4. Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza

Totale attività 31.093 (3.265) 27.828 37.333 (1.538) 35.795

Passività finanziarie

1. Debiti verso banche

2. Debiti verso clientela

3. Titoli in circolazione 160 (586) (426) 132 (978) (846)

Totale passività 160 (586) (426) 132 (978) (846)

Per quanto riguarda le passività finanziarie i principi contabili internazionali prevedono che il riacquisto delle proprie passività debba essere rappresentato alla stregua di un'estinzione anticipata con la cancellazione dello strumento finanziario ed il conseguente realizzo di perdite o di utili.

Con riferimento alla sottovoce 3. "Attività finanziarie disponibili per la vendita" l'utile/perdita pari a 28.735 migliaia di euro è rappresentato dal saldo del "rigiro" nel conto economico della riserva di valutazione.

Alla sottovoce 3. "Passività finanziarie - Titoli in circolazione" sono iscritti utili/perdite da riacquisto di titoli obbligazionari di propria emissione collocati presso la clientela, diversi da quelli oggetto di copertura ed oggetto di applicazione della fair value option.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 8 - Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130

Nella presente sezione figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie.

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Rettifiche di valore Riprese di valore Totale

Operazioni/Componenti reddituali

Specifiche

Di portafoglio

Specifiche Di

portafoglio 31/12/2016 31/12/2015

Cancellazioni Altre

A B A B

A. Crediti verso banche

- Finanziamenti

- Titoli di debito

B. Crediti verso clientela (2.253) (53.328) (2.722) 9.646 13.056 (35.601) (41.175)

Crediti deteriorati acquistati

- Finanziamenti

- Titoli di debito

Altri crediti (2.253) (53.328) (2.722) 9.646 13.056 (35.601) (41.175)

- Finanziamenti (2.253) (53.328) (2.722) 9.646 13.056 (35.601) (41.175)

- Titoli di debito

C. Totale (2.253) (53.328) (2.722) 9.646 13.056 (35.601) (41.175)

Legenda:

A = Da interessi B = Altre riprese

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche - Altre", si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna "Specifiche - Cancellazioni", derivano da eventi estintivi.

Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna "Di portafoglio" corrispondono alle svalutazioni collettive.

Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna "Specifiche - A", si riferiscono ai ripristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio agli interessi maturati nell'esercizio sulla base dell'originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore, nonché quelle relative all'incasso di sofferenze cancellate integralmente dal bilancio in precedenti esercizi.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Operazioni/Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale

Specifiche Specifiche

Cancellazioni Altre A B 31/12/2016 31/12/2015

A. Titoli di debito

B. Titoli di capitale (14) (14)

C. Quote di O.I.C.R.

D. Finanziamenti a banche

E. Finanziamenti a clientela

F. Totale (14) (14)

Legenda:

A = Da interessi

B = Altre riprese

8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha classificato alcuno strumento finanziario tra le attività finanziarie detenute sino a scadenza.

8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione

Rettifiche di valore Riprese di

valore - Specifiche

Riprese di valore - Di portafoglio

Totale

Operazioni/Componenti reddituali Specifiche -

Cancellazioni Specifiche

- Altre Di

portafoglio A B A B 31/12/2016 31/12/2015

A. Garanzie rilasciate (2) (2)

B. Derivati su crediti

C. Impegni ad erogare fondi

D. Altre operazioni (570) 301 (269) (2.218)

E. Totale (2) (570) 301 (271) (2.218)

Legenda:

A=Da interessi B=Altre riprese

Le rettifiche di valore di cui alla colonna "Rettifiche di valore – Specifiche altre " sono relativi a stanziamenti per interventi Fondo di Garanzia dei Depositanti per 236 migliaia di euro e interventi Fondo Temporaneo per 35 migliaia di euro quantificati per impegni in essere su esercizio 2016.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 11 - Le spese amministrative - Voce 180

Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell'esercizio.

11.1 Spese per il personale: composizione

Tipologia di spese/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1) Personale dipendente 32.054 31.528

a) salari e stipendi 22.338 21.846

b) oneri sociali 5.667 5.659

c) indennità di fine rapporto 1.409 1.395

d) spese previdenziali

e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 122 53

f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili:

- a contribuzione definita

- a benefici definiti

g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: 972 960

- a contribuzione definita 972 960

- a benefici definiti

h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

i) altri benefici a favore dei dipendenti 1.546 1.615

2) Altro personale in attività 1.143 892

3) Amministratori e sindaci 853 845

4) Personale collocato a riposo

Totale 34.050 33.265

Nella sottovoce 1.c) "indennità di fine rapporto" sono ricomprese le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell'esercizio e destinate al Fondo di previdenza di categoria, per 1.155 migliaia di euro. Detta sottovoce comprende anche le somme destinate al fondo di Tesoreria Inps, in applicazione delle disposizioni introdotte dalla riforma previdenziale di cui al D.lgs. 252/2005 e alla Legge n. 296/2006 unitamente ad altri effetti residuali, per 254 migliaia di euro.

Nella voce 2) "altro personale in attività sono ricomprese spese relative ai contratti di lavoro atipici, quali contratti di "lavoro interinale" e stage per 1.092 migliaia di euro e di quelli “a progetto (co.pro.)” per 51 migliaia di euro.

Nella voce 3) “Amministratori e sindaci” sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell'azienda per 633 migliaia di euro e del Collegio Sindacale per 220 migliaia di euro.

Per chiarezza e comparabilità dei dati è stato riesposto il dato del 2015.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

11.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Personale dipendente: 456 444

a) dirigenti 4 4

b) quadri direttivi 120 118

c) restante personale dipendente 332 322

2. Altro personale 19 16

Il numero medio 2016 è calcolato come media dei dipendenti ponderata con il numero di mesi lavorati sull'anno, considerando convenzionalmente al 50 per cento i dipendenti part-time.

11.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha iscritto fondi della specie, in quanto i contributi dovuti in forza di accordi aziendali vengono versati a un fondo esterno.

11.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

La sottovoce “i) altri benefici a favore dei dipendenti” della tabella “9.1 Spese per il personale: composizione” è così composta:

31/12/2016 31/12/2015

Buoni pasto 513 509

Spese di formazione 450 508

Cassa mutua nazionale 318 316

Premi anzianità e fedeltà e incentivo all’esodo 98 71

Altre spese 167 211

TOTALE 1.546 1.615

Per chiarezza e comparabilità dei dati è stato riesposto il dato del 2015.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

11.5 Altre spese amministrative: composizione

31/12/2016 31/12/2015

Spese di amministrazione 24.526 24.431

Prestazioni professionali 4.435 4.031

Contributi associativi/altri 1.360 1.584

Pubblicità e promozione 990 876

Rappresentanza 696 696

Canoni per locazione di immobili 2.409 2.449

Altri fitti e canoni passivi 943 810

Elaborazione e trasmissione dati 2.586 2.535

Manutenzioni 913 974

di cui per CED Software e Hardware 226 188

Premi di assicurazione, incendio e furto 297 292

Servizi esternallizati Federazione/ Servizi Bancari Associati 1.674 1.774

Spese di vigilanza, trasporto e contazione valori 1.669 1.756

Spese di pulizia 1.006 979

Stampati, cancelleria, pubblicazioni 368 346

Spese telefoniche, postali e di trasporto 956 1.104

Utenze e riscaldamento 736 937

Altre spese amministrative 3.488 3.288

Imposte indirette e tasse 14.986 13.745

Imposta di bollo 7.505 7.706

IMU e TASI 208 212

Imposta sostitutiva DPR 601/73 39 34

Contributi a Fondo di Risoluzione Nazionale 5.722 5.624

Contributi a Fondo di Garanzia Depositanti e DGS 1.324

Altre imposte 188 169

Totale 39.512 38.176

In data 20 maggio 2013 è stata pubblicata l’interpretazione IFRIC 21 – Levies, che fornisce chiarimenti sul momento di rilevazione di una passività collegata a tributi (diversi dalle imposte sul reddito) imposti da un ente governativo. Il principio affronta sia le passività per tributi che rientrano nel campo di applicazione dello IAS 37 - Accantonamenti, passività e attività potenziali, sia quelle per i tributi il cui timing e importo sono certi. L’interpretazione si applica retrospettivamente per gli esercizi che decorrono al più tardi dal 17 giugno 2014 o data successiva. L’introduzione della nuova interpretazione ha comportato un impatto negativo pari a 5.722 migliaia di euro, evidenziati alla voce “Contributi a Fondo di Risoluzione Nazionale” e per 1.324 migliaia di euro evidenziati alla voce “Contributi a Fondo di Garanzia Depositanti e DGS”.

Nella voce “Contributi associativi/altri” è ricompreso l’impatto delle azioni a supporto della soluzione della crisi di Banca Padovana Credito Cooperativo per 241 migliaia di euro e della crisi e di Banca Brutia per 75 migliaia di euro, ai sensi dell’art. 51 dello Statuto del Fondo di Garanzia Istituzionale.

La voce “Contributi a Fondo di Risoluzione Nazionale” si riferisce alla quota di contribuzione annuale ordinaria pari a 1.904 migliaia di euro e alla quota straordinaria pari a 3.818 migliaia di euro che il Gruppo bancario è stata tenuta a versare a fronte dell’esigenza di ricorrere con immediatezza alle risorse del Fondo nel quadro del Programma di risoluzione delle crisi di Banca delle Marche Spa già in amministrazione straordinaria, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio Scpa già in amministrazione straordinaria, Cassa di Risparmio della provincia di Chieti Spa già in amministrazione straordinaria e Cassa

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

di Risparmio di Ferrara Spa già in amministrazione straordinaria, secondo quanto previsto dall’articolo 83 del D.lgs. 180/2015 e dell’articolo 4 del Provvedimento n. 1226609715 istitutivo del Fondo. La Voce “Contributi a Fondo di Garanzia Depositanti e DGS” si riferisce alla quota di contribuzione 2016 ai sensi dell’ex art. 96.1 del TUB, pari ad 1/9 del livello obiettivo (0,8% dei depositi protetti, da raggiungersi entro il 2024), prendendo a riferimento esclusivamente l’incidenza, per ciascuna Consorziata, della massa protetta.

Ai sensi di quanto disposto dall'art. 2427, comma 1, n.16 bis del Codice Civile, si fornisce di seguito l'ammontare dei compensi corrisposti a favore della società di revisione legale Deloitte & Touche S.p.A.

Tali corrispettivi, di competenza dell'esercizio 2016, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive ed IVA).

Servizio Importo

Revisione legale dei conti 89

Altri servizi di verifica svolti 21

Servizi di consulenza fiscale

Altri servizi diversi

Negli altri servizi di verifica svolti sono compresi i corrispettivi stabiliti per i) la revisione contabile limitata dei prospetti contabili semestrali e ii) le procedure connesse al rilascio della cosiddetta “comfort letter” ai fini del computo dell’utile d’esercizio nel capitale primario di classe 1.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 12 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 190

Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) “altri fondi” della voce 120 “fondi per rischi e oneri” del passivo dello stato patrimoniale.

Gli accantonamenti includono anche gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione).

12.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Controversie

legali

Oneri per il

personale Altri Totale

A. Aumenti 616 616

A.1 Accantonamento dell'esercizio 616 616

A.2 Variazioni dovute al passare del tempo

A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

A.4 Altre variazioni in aumento

B. Diminuzioni 577 577

B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto

B.2 Altre variazioni in diminuzione 577 577

Totale 39 39

La sottovoce A.1 “Accantonamento dell'esercizio” accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio.

La sottovoce B.2 “Altre variazioni in diminuzione” accoglie il decremento dovuto ad una minore stima del debito futuro relativo a fondi già esistenti.

La colonna “controversie legali” accoglie stanziamenti che fronteggiano le perdite presunte sulle cause passive per 1.368 migliaia di euro, imputati in contropartita a voce 160 di conto economico “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” per 39 migliaia di euro già al netto degli stanziamenti accantonati in precedenza non utilizzati per migliaia di euro.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 13 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - Voce 200

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

13.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento

(a)

Rettifiche di

valore per

deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a+b-c)

A. Attività materiali

A.1 Di proprietà (3.344) (3.344)

- Ad uso funzionale (3.320) (3.320)

- Per investimento (24) (24)

A.2 Acquisite in leasing finanziario (19) (19)

- Ad uso funzionale (19) (19)

- Per investimento

Totale (3.363) (3.363)

La colonna “Ammortamento” evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell'esercizio.

Alla voce A.2 “Acquisite in leasing finanziario - ad uso funzionale” sono indicati gli ammortamenti relativi alla filiale di Strambino acquisita con contratto di locazione finanziaria.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 14 - Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 210

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

14.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento

(a)

Rettifiche di

valore per

deterioramento

(b)

Riprese di valore

(c)

Risultato netto

(a+b-c)

A. Attività immateriali

A.1 Di proprietà (521) (521)

- Generate internamente dall'azienda

- Altre (521) (521)

A.2 Acquisite in leasing finanziario

Totale (521) (521)

Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all'esterno.

Le attività immateriali sono meglio descritte nella sezione 13 della parte B Attivo della presente nota integrativa.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 15 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 220

Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 280 “Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte”.

15.1 Altri oneri di gestione: composizione

31/12/2016 31/12/2015

Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 973 283

Transazioni per cause passive e reclami 1.045

Oneri per malversazioni e rapine 270 67

Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili 538 610

Altri oneri di gestione 1 77

TOTALE 2.827 1.037

15.2 Altri proventi di gestione: composizione

31/12/2016 31/12/2015

Recupero imposte e tasse 7.394 7.592

Rimborso spese legali per recupero crediti 1.796 1.831

Recupero di spese su operazioni bancarie 877 631

Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 159 270

Commissioni di istruttoria veloce 758 874

Altri proventi di gestione (compr. arrotondamenti) 288 753

TOTALE 11.272 11.951

I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all'imposta di bollo sui conti correnti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari ed all'imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 19 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 270

19.1 Utili (perdite) da cessione di investimenti: composizione

Componenti reddituali/Valori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

A. Immobili - Utili da cessione

- Perdite da cessione

B. Altre attività 14 24

- Utili da cessione 14 31

- Perdite da cessione (7)

Risultato netto 14 24

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 20 - Le imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente - Voce 290

Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.

20.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione

Componenti reddituali/Settori Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

1. Imposte correnti (-) (1.019) (7.487)

2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 54 594

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+)

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio per crediti di imposta di cui alla Legge

214/2011 (+/-)

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) (1.628) 3.567

5. Variazione delle imposte differite (+/-)

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) (2.593) (3.326)

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente, anche per quanto previsto dalle disposizioni del D. Lgs. n. 38/2005.

Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004.

La variazione delle imposte anticipate pari a 1.628 migliaia di euro è costituita dalla differenza tra 1.170 migliaia di euro, pari al saldo positivo ed il saldo negativo per 2.798 migliaia di euro di cui al punto 2 e 3 della tabella 14.3 parte B attivo della presente nota integrativa.

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

20.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile Imposta

Utile della operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) 15.634

Onere fiscale teorico (27,50%) (4.299)

Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 5.351 (1.471)

Temporanee 664

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 664

Definitive 4.686

- annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 4.686

Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 20.833 5.729

Temporanee

- variazioni manifestatesi nell'esercizio

Definitive 20.833

- annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti 8.530

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 12.303

- deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale

Imponibile (perdita) fiscale 152

Imposta corrente lorda (42)

Detrazioni

Imposta corrente netta a C.E. (42)

Variazioni delle imposte anticipate/differite/correnti (1.343)

Imposta di competenza dell'esercizio (1.343)

IRAP Imponibile Imposta

Utile della operatività corrente al lordo delle imposte (voce 250 del conto economico) 15.634

Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) (727)

Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: 65.655

- Ricavi e proventi (-) (8.541)

- Costi e oneri (+) 74.196

Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 10.750

Temporanee

- variazioni manifestatesi nell'esercizio

Definitive

- annullamento variazioni in temporanee esercizi precedenti

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 10.750

Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione 74.499

Temporanee 35.600

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 35.600

Definitive 38.899

- annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti

- variazioni manifestatesi nell'esercizio 38.899

Valore della produzione 17.540

Imposta corrente (816)

Effetto di maggiorazioni/agevolazioni regionali di aliquota (161)

Imposta corrente effettiva a C.E. (977)

Variazioni delle imposte anticipate/differite/correnti (232)

Imposta di competenza dell'esercizio (1.209)

Imposte sostitutive

TOTALE IMPOSTE DI COMPETENZA (VOCE 260 DI CONTO ECONOMICO) (2.593)

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Parte C – Informazioni sul conto economico consolidato | Nota integrativa 2016

Sezione 23 - Altre informazioni

Mutualità prevalente

Si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente.

A tal fine, ai sensi del disposto dell'art. 2512 del Codice Civile e dell'art. 35 del D. Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell'esercizio il Gruppo bancario ha rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci.

In particolare, per quanto richiesto dall'art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all'Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50% del totale delle stesse nel corso dell'anno; alla data di bilancio, a fronte di attività di rischio complessive per 4.981.080 migliaia di euro, 3.696.477 migliaia di euro, pari al 74,2% del totale, erano destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero.

Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall'Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011, resa pubblica con l'emanazione della risoluzione n. 45/E del 7 maggio 2012.

Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca capogruppo contiene le clausole richieste dall'art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell'esercizio.

Sezione 24 - Utile per azione

Il Gruppo bancario è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società.

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Parte D – Redditività consolidata complessiva | Nota integrativa 2016

PARTE D - Redditività consolidata complessiva

Prospetto analitico della redditività consolidata complessiva

Voci Importo lordo Imposta sul

reddito Importo netto

10. Utile (Perdita) d'esercizio 13.041

Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico

20. Attività materiali

30. Attività immateriali

40. Piani a benefici definiti (184) 51 (133)

50. Attività non correnti in via di dismissione

60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio

netto

Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico

70. Copertura di investimenti esteri:

a) variazioni di fair value

b) rigiro a conto economico

c) altre variazioni

80. Differenze di cambio:

a) variazioni di valore

b) rigiro a conto economico

c) altre variazioni

90. Copertura dei flussi finanziari:

a) variazioni di fair value

b) rigiro a conto economico

c) altre variazioni

100. Attività finanziarie disponibili per la vendita: (20.486) 6.775 (13.711)

a) variazioni di fair value (707) 234 (473)

b) rigiro a conto economico (29.901) 9.888 (20.013)

- rettifiche da deterioramento

- utili/perdite da realizzo (29.901) 9.888 (20.013)

c) altre variazioni 10.122 (3.347) 6.775

110. Attività non correnti in via di dismissione:

a) variazione fair value

b) rigiro a conto economico

c) altre variazioni

120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio

netto:

a) variazioni di fair value

b) rigiro a conto economico

- rettifiche da deterioramento

- utili/perdite da realizzo

c) altre variazioni

130. Totale altre componenti reddituali (20.670) 6.826 (13.844)

140. Redditività complessiva (Voce 10 + 130) (803)

150. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi

140. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo (803)

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

PARTE E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Sezione 1 - Rischio del Gruppo bancario

1.1 Rischio di credito

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

Sistema dei controlli interni

Le informazioni generali sugli assetti organizzativi caratterizzanti il governo dei rischi, il sistema dei controlli interni all’interno del Gruppo bancario e le funzioni chiave costituenti il sistema dei controlli interni sono state fornite nella Relazione sulla gestione, alla quale si fa pertanto integrale rimando.

1. Aspetti generali

Le strategie e le politiche creditizie del Gruppo bancario sono essenzialmente improntate alle caratteristiche peculiari sancite per legge e ribadite nello statuto sociale (“mutualità” e “localismo”), che ne caratterizzano la moderata propensione al rischio di credito e che trovano espressione:

• nella prudente ed attenta selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata analisi della capacità delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;

• nella diversificazione del rischio di credito, individuando nei crediti di importo frazionato il naturale bacino operativo del Gruppo bancario, nonché circoscrivendo la concentrazione delle esposizioni su gruppi di clienti connessi o su singoli rami di attività economica;

• nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informatica, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia del il Gruppo bancario è, quindi, orientata al sostegno finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura fiduciaria e personale con tutti gli operatori del proprio territorio di riferimento (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una particolare vocazione operativa a favore dei clienti-soci anche mediante scambi non prevalentemente di natura patrimoniale. Peraltro, non meno rilevante è la funzione etica svolta del Gruppo bancario a favore di determinate categorie di operatori economici (ad esempio, giovani e immigrati), anche tramite l’applicazione di condizioni economiche più vantaggiose.

In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di clientela tradizionalmente di elevato interesse per il Gruppo bancario. L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui residenziali, offerti secondo diverse tipologie di prodotti, testimonia l’attenzione particolare del Gruppo bancario nei confronti del comparto delle famiglie. Il segmento delle micro e piccole imprese e quello degli artigiani rappresenta un altro settore di particolare importanza per il Gruppo bancario. Nel corso dell’anno è continuata l’attività di sviluppo nei confronti di tali operatori economici con una serie di iniziative volte ad attenuare le difficoltà riconducibili alla più generale crisi economica internazionale.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Sono state, inoltre, ulteriormente valorizzate le varie convenzioni con i diversi Confidi operanti sul territorio.

Il Gruppo bancario è altresì uno dei partner finanziari di riferimento degli enti territoriali, nonché di altri enti locali e di strutture alle stesse riconducibili. L’attività creditizia verso tali enti si sostanzia nell’offerta di forme particolari di finanziamento finalizzate alla realizzazione di specifici progetti oppure al soddisfacimento di fabbisogni finanziari di breve periodo.

Oltre all’attività creditizia tradizionale, il Gruppo bancario è esposto ai rischi di posizione e di controparte con riferimento, rispettivamente, all’operatività in titoli ed in derivati OTC non speculativa.

L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione del Gruppo bancario al rischio di posizione specifico in quanto gli investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti di elevato standing creditizio (tipicamente governi centrali, intermediari finanziari e grandi realtà corporate).

L’esposizione al rischio di controparte rinvenente dall’operatività in derivati OTC di copertura è molto contenuta poiché assunta prevalentemente nei confronti dell’Istituto Centrale di Categoria (Iccrea Banca) e di primarie controparti bancarie italiane.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Il rischio di credito – ovvero la possibilità che una variazione in attesa del merito creditizio di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione, generi una corrispondente variazione in attesa del valore di mercato della posizione creditoria, con conseguente necessità di registrare delle perdite in bilancio – continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi complessivi cui è esposta la Banca, considerato che gli impieghi creditizi costituiscono oltre una parte rilevante dell’attivo patrimoniale.

Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle recenti disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di Sistema dei Controlli Interni, il Gruppo bancario si è dotata di una struttura organizzativa funzionale al raggiungimento di un efficiente ed efficace processo di gestione e controllo del rischio di credito.

In questo ambito, gli strumenti di gestione e controllo individuati dal Gruppo bancario al fine di rendere pienamente conforme il presidio del rischio di credito ai nuovi requisiti normativi sono rappresentati fondamentalmente dai seguenti ambiti:

• attribuzione alla Funzione di Risk Management, in qualità di responsabile dei controlli di secondo livello sul monitoraggio andamentale delle esposizioni creditizie, del ruolo di garante della coerenza delle classificazioni delle esposizioni creditizie nei diversi status gestionali, della congruità degli accantonamenti e dell’adeguatezza del processo di recupero;

• presidio costante delle indicazioni contenute nel “Risk Appetite Framework” (o RAF), ovvero del quadro di riferimento interno che definisce la propensione al rischio dell’intermediario, le soglie di tolleranza e i limiti di rischio, tanto in termini di parametri regolamentari, che di grandezze più tipicamente gestionali (quali, ad esempio i limiti massimi alla concentrazione dei rischi verso il singolo cliente o gruppo di clienti connessi);

• valutazione preventiva di conformità al RAF delle Operazioni di Maggiore Rilievo (OMR) in ambito credito da parte della Funzione di Risk Management;

• l’applicazione del regolamento interno del credito anomalo, che definisce criteri puntuali di intercettamento delle anomalie andamentali sulla singola posizione e conseguente segregazione specialistica di ruoli e responsabilità di monitoraggio lungo l’intero ciclo di vita delle esposizioni deteriorate.

Nella sua attuale configurazione il processo organizzativo di gestione e controllo del rischio di credito è ispirato al principio di separatezza tra le attività proprie della fase istruttoria e quelle operative (fatte salve le autonomie attribuite alle filiali, per importi comunque contenuti), nonché tra le attività di gestione e le attività di controllo. Tale segregazione è stata attuata, prevalentemente, attraverso la costituzione di strutture organizzative separate o attraverso separatezza informatica di specifiche funzionalità/facoltà, volta a realizzare la segregazione di attività in conflitto di interesse. L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da un apposito Regolamento interno (e correlate disposizioni attuative) che in particolare:

• individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito; • definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; • definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; • definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché

le tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.

Con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, il Gruppo bancario si è dotata di apposite Procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro, di finanziamenti. In tale prospettiva, il Gruppo bancario si è dotato anche di strumenti ricognitivi (ex ante ed ex post) e di una procedura informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

collegati. Tali riferimenti sono stati integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione delle procedure deliberative disciplinate. Il Gruppo bancario ha altresì definito livelli di propensione al rischio e soglie di tolleranza coerenti con il proprio profilo strategico e le caratteristiche organizzative.

Attualmente il Gruppo bancario è strutturata in 70 agenzie di rete, a loro volta raggruppate in 7 strutture territoriali crediti, ognuna diretta e controllata da un responsabile, sotto il coordinamento del Servizio Gestione Territoriale Crediti, con il compito precipuo di supportare le agenzie competenti nelle fasi di istruttoria e valutazione del merito creditizio delle controparti “affidande”, unitamente al monitoraggio dei primi segnali di deterioramento.

La Direzione Crediti è l’organismo centrale preposto al governo dell’intero processo del credito (dalla concessione, alla revisione periodica, al monitoraggio andamentale di linea), nonché al coordinamento ed allo sviluppo degli affari creditizi e degli impieghi sul territorio. Al suo interno, la ripartizione di compiti e responsabilità è articolata in maniera tale da preservare la segregazione di attività in potenziale conflitto di interesse.

In particolare, le anime di concessione/rinnovo, da un lato, e di monitoraggio/revoca degli affidamenti, dall’altro, sono attribuiti a strutture fra loro indipendenti: il Servizio Monitoraggio Crediti è delegato al monitoraggio sistematico delle posizioni ed alla rilevazione delle posizioni “problematiche”, nonché al coordinamento e alla verifica del monitoraggio delle posizioni svolto dai preposti di filiale, avvalendosi del supporto tecnico delle Strutture Territoriali Crediti.

In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per dare snellezza alle procedure, sono previsti livelli di revisione: uno, di tipo semplificato con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche.

Nell’ambito dei controlli di secondo livello, la Funzione Risk Management è previsto svolga controlli finalizzati ad accertare, su base periodica, che il monitoraggio sulle esposizioni creditizie, la classificazione delle esposizioni, gli accantonamenti e il processo di recupero, si svolgano nel rispetto delle procedure interne e che le stesse procedure risultino efficaci ed affidabili, con riferimento alla capacità di segnalare tempestivamente l’insorgere di anomalie nonché di assicurare l’adeguatezza delle rettifiche di valore e dei relativi passaggi a perdita. In particolare, la Funzione deve svolgere:

• controlli sull’accuratezza, affidabilità ed efficacia delle procedure, volti ad accertarne, oltre la conformità a quanto disciplinato dalle pertinenti disposizioni di vigilanza, anche l’idoneità per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti attraverso la predisposizione delle predette procedure. In tale contesto, particolare attenzione è riposta sui profili metodologici adottati;

• controlli sul corretto svolgimento, da parte delle competenti funzioni aziendali, delle attività inerenti al monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni, in particolare quelle deteriorate, e la valutazione della coerenza delle classificazioni anche alla luce delle nuove definizioni di esposizione deteriorate e /o forborne, della congruità degli accantonamenti e dell’adeguatezza del processo di recupero, tenuto conto di quanto previsto nelle disposizioni interne, delle disposizioni regolamentari di vigilanza, nonché dell’evoluzione del quadro di riferimento. In tale ambito verifica anche gli haircut applicati ai valori delle garanzie eligibili, in funzione della tipologia e dell’aggiornamento dei valori; ai tempi di recupero stimati e ai tassi di attualizzazione utilizzati; alla presenza delle informazioni necessarie per la valutazione dei crediti; alla tracciabilità del processo di recupero.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Più in generale, la Funzione Risk Management svolge l’attività di controllo sulla gestione dei rischi, deve sottoporre a monitoraggio periodico e verifica il rispetto degli obiettivi di rischio, dei limiti operativi e degli indicatori di rischio definiti dal Consiglio di Amministrazione, secondo le modalità e la tempistica definiti nel Regolamento RAF e nei processi di gestione dei rischi. Verifica, inoltre, l’adeguatezza del RAF, avvalendosi anche degli esiti dell’attività di monitoraggio sugli obiettivi di rischio, sui limiti, sugli indicatori di rischio e sulle metriche di rilevazione/misurazione utilizzate.

La Funzione fornisce, inoltre, pareri preventivi sulla coerenza con il RAF delle operazioni di maggiore rilievo (c.d. OMR) eventualmente acquisendo, in funzione della natura dell’operazione, il parere di altre funzioni coinvolte nel processo di gestione dei rischi. A tali fini, individua i rischi ai quali il Gruppo bancario potrebbe esporsi nell’intraprendere l’operazione; quantifica/valuta, sulla base dei dati acquisiti dalle competenti Funzioni aziendali coinvolte, gli impatti dell’operazione sugli obiettivi di rischio, sulle soglie di tolleranza e sui limiti operativi; valuta, sulla base dei suddetti impatti, la sostenibilità e la coerenza delle operazioni con la propensione al rischio preventivamente definita dal Consiglio di Amministrazione; individua gli interventi da adottare per l’adeguamento del complessivo sistema di governo e gestione dei rischi, ivi compreso, la necessità di aggiornare la propensione al rischio e/o il sistema dei limiti operativi.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

Con riferimento all’attività creditizia del portafoglio bancario, la Direzione Crediti, come già anticipato nel precedente paragrafo, assicura la supervisione ed il coordinamento delle fasi operative del processo del credito, delibera nell’ambito delle proprie deleghe ed esegue i controlli di propria competenza.

A supporto delle attività di governo del processo del credito, il Gruppo bancario ha attivato procedure specifiche per le fasi di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi il Gruppo bancario utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, supportate da procedure informatiche sottoposte a periodica verifica e manutenzione.

I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. La procedura P.E.F. (pratica elettronica di fido) assicura la possibilità di ricostruire il processo di valutazione che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazione e l’archiviazione dell’iter istruttorio, deliberativo e delle diverse tipologie di analisi effettuate).

In sede di istruttoria, per le richieste di affidamenti di rilevante entità, la valutazione, anche prospettica, si struttura su più livelli e si basa prevalentemente su dati quantitativi e oggettivi, oltre che - come abitualmente avviene - sulla conoscenza personale e sull’approfondimento della specifica situazione economico-patrimoniale della controparte e dei suoi garanti. Analogamente, per conferire snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato con formalità ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato (di norma, fino a 50 mila euro) riferiti a soggetti che hanno un andamento regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche. E’ altresì previsto un iter deliberativo definito “rinnovo tecnico” della durata massima di 6 mesi, riservato a quelle posizioni con andamento anomalo, per le quali siano in corso accordi di ristrutturazione dell’esposizione, al cui buon esito venga condizionata la successiva delibera di rinnovo ordinario.

La definizione da parte del Consiglio di Amministrazione dei criteri di classificazione, valutazione e gestione delle posizioni deteriorate e delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo anche l’attivazione di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte del Servizio Monitoraggio Crediti e dei referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello), in stretta collaborazione con la struttura commerciale (Filiali, Strutture Territoriali, Direzione).

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Al fine di monitorare nel continuo l’esposizione al rischio di credito, il Gruppo bancario ha adottato uno strumento interno di classificazione del portafoglio crediti che, in base agli indicatori di anomalia andamentale riscontrati sulla singola posizione, sintetizza il livello di rischiosità attuale e ne stima l’evoluzione prospettica.

Lo strumento utilizzato (Credit Monitor) prevede l’identificazione di un insieme di indicatori di rischio elementari e dei possibili indicatori aggregati per fornire viste di sintesi. Per ciascuna posizione viene definita la classe di Rischio (Rischio Alto, Rischio Medio Alto, Rischio Medio, Rischio Medio Basso, Rischio Basso) identificata considerando l’interazione di informazioni esterne (centrale dei rischi, protesti, pregiudizievoli Infonet) con i punteggi di sintesi assunti da due indicatori di base: la “Sar” (Scheda Andamento Rapporto) e il “Rating Alvin”, tipicamente applicato alle persone giuridiche per la valutazione della componente di analisi di bilancio.

L’intero processo di gestione del rischio di credito e di controparte (misurazione del rischio, istruttoria, erogazione, controllo andamentale e monitoraggio delle esposizioni, revisione delle linee di credito, classificazione delle posizioni di rischio, interventi in caso di anomalia, criteri di classificazione, valutazione e gestione delle esposizioni deteriorate), è formalizzato nella regolamentazione interna di istituto e periodicamente sottoposto a verifica da parte della Funzione di Internal Audit.

Sotto il profilo della vigilanza prudenziale, ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito il Gruppo bancario adotta la metodologia standardizzata, avvalendosi delle valutazioni del merito creditizio rilasciate dall’ECAI Moody’s, agenzia internazionale di rating riconosciuta dalla Banca Centrale Europea per la determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali”, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”.

Il Gruppo bancario utilizza, quindi, l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 285/2013) per la quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi e la metodologia ABI per il rischio di concentrazione geo-settoriale.

Il monitoraggio su base periodica dell’esposizione al rischio di concentrazione si avvale, inoltre, di un set di indicatori gestionali, integrato nell’ambito di un sistema di “early warning” caratterizzante il RAF, finalizzato alla segnalazione tempestiva di un eventuale aumento del grado di concentrazione del portafoglio verso singole branche di attività economica; inoltre, il rispetto delle linee guida declinate dal Consiglio di Amministrazione nell’ambito della Policy del Credito, consente di orientare secondo un approccio risk.-based le strategie di impiego creditizio nelle diverse aree territoriali su cui insiste l’operatività della Banca, bilanciando il rapporto raccolta-impieghi con l’esperienza storica di default a livello settoriale.

Il Gruppo bancario esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai citati rischi di credito e di concentrazione, attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici. Anche se il programma delle prove di stress assume un ruolo fondamentale nella fase di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale del Gruppo bancario (ICAAP), tuttavia la finalità delle stesse non si esaurisce con la stima di un eventuale supplemento di capitale interno per le diverse tipologie di rischio interessate. Il Gruppo bancario può, infatti, individuare e adottare azioni di mitigazione ordinarie e straordinarie ulteriori in risposta a crescenti livelli di rischiosità sperimentati.

Con riferimento al rischio di credito, il Gruppo bancario effettua lo stress test secondo le seguenti modalità: • sul rischio di credito attraverso la determinazione del fabbisogno di capitale interno aggiuntivo

necessario a fronte del nuovo livello di rischiosità individuato (leggi, maggiori coefficienti di ponderazione) ridefinendo il portafoglio bancario sulla base della peggiore congiuntura creditizia sperimentata dal Gruppo bancario (sofferenze + incagli lordi/impieghi totali) nel corso degli ultimi 15 anni. Viene inoltre determinato l’impatto sul capitale complessivo (fondi propri), derivante dalla

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

riduzione dell’utile atteso per effetto dell’incremento delle svalutazioni dei crediti, in misura da preservare il coverage ratio medio delle partite deteriorate;

• sul rischio di concentrazione per singole controparti (single name) o gruppi di clienti connessi, ipotizzando un incremento del valore dell'indice di Herfindahl in conseguenza dell'aumento di 20 punti percentuali dell'esposizione delle prime 100 posizioni del Gruppo bancario e incremento del valore della PD media di portafoglio nell’ordine di 2 punti percentuali;

• sul rischio di concentrazione geo – settoriale, mediante l’incremento percentuale dell'esposizione complessiva verso i primi 3 settori dove il Gruppo bancario risulta maggiormente esposta e contestuale decremento dell'esposizione verso i restanti settori di attività economica, al fine di preservare la grandezza degli impieghi complessivi alla clientela.

Con riferimento alla componente del rischio di credito legata all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso la Direzione Finanza del Gruppo bancario momenti di valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonchè verificato il rispetto dei limiti operativi e delle deleghe assegnate. In questo ambito, alla luce della entrata in vigore del Regolamento IFRS9 (19 dicembre 2016) e della sua obbligatoria applicazione da parte dei soggetti vigilati con decorrenza 1° gennaio 2018, assume particolare importanza la considerazione dell’effetto connesso alla futura rimozione del “filtro di sterilizzazione” sull’ammontare dei profitti e perdite non realizzati derivanti dalle esposizioni in parola, simulando il potenziale decremento dei fondi propri nel caso di riduzione del valore di mercato delle esposizioni rappresentate dai titoli detenuti nel banking book.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Rientrano nell'ambito delle tecniche di mitigazione del rischio di credito (Credit Risk Mitigation – CRM) i contratti accessori al credito ovvero altri strumenti e tecniche che determinano una riduzione del rischio di credito (ovverosia, contribuiscono a ridurre la perdita che il Gruppo bancario andrebbe a sopportare in caso di default della controparte) riconosciuta in sede di calcolo dei requisiti patrimoniali.

Le tecniche di CRM riconosciute dalla normativa di vigilanza si distinguono in due categorie generali: la protezione del credito di tipo reale (funded) e la protezione del credito di tipo personale (unfunded).

Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal CdA, le principali tecniche di mitigazione del rischio di credito a cui il Gruppo bancario fa ricorso si sostanziano:

• nel perseguire tendenzialmente il principio di mantenere elevato il livello di frazionamento del portafoglio crediti;

• nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di tipo reale (finanziarie e/o non finanziarie) e personale, per l’operatività di impiego alla clientela ordinaria;

• nell’adozione di accordi di compensazione bilaterale relativamente ai contratti aventi ad oggetto i derivati OTC e le operazioni con regolamento a lungo termine.

Relativamente all’operatività di impiego alla clientela ordinaria, il ricorso alle citate forme di garanzia viene modulato in funzione dei risultati scaturenti dalla valutazione del merito creditizio della controparte richiedente e della tipologia di affidamento in valutazione. Nel corso del 2016 sono continuate le periodiche attività finalizzate alla verifica circa la persistenza dei requisiti di ammissibilità stabiliti dalla normativa prudenziale in materia di Credit Risk Mitigation (CRM) e/o all’eventuale adeguamento delle forme di garanzia tempo per tempo acquisite. In particolare, il Gruppo bancario ha perseguito attivamente i benefici riconosciuti dalle tecniche di CRM attraverso l’avvio di una specifica progettualità interna di data quality sull’inventario immobili a garanzia

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

delle esposizioni creditizie, andando a rilevare e correggere tutte quelle anomalie anagrafiche di errato censimento e/o mancato aggiornamento dei valori peritali che determinavano lo scarto della garanzia immobiliare e la conseguente perdita delle ponderazioni maggiormente favorevoli. Con specifico riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio è orientata prevalentemente verso titoli sovrani o primari emittenti con elevato standing creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di mitigazione del rischio di credito.

Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia utilizzate, il Gruppo bancario ha definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare, tempo per tempo, il soddisfacimento dei requisiti di ammissibilità giuridici, economici e organizzativi previsti dalla normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta la durata della stessa. In particolare:

• sono predisposte politiche e procedure documentate con riferimento alle tipologie di strumenti di CRM utilizzati a fini prudenziali, al loro importo, all’interazione con la gestione del profilo di rischio complessivo;

• sono adottate tecniche e procedure volte al realizzo tempestivo delle attività poste a protezione del credito;

• poiché i compiti di controllo sui profili di certezza giuridica non sono affidati a strutture centralizzate, sono state adottate specifiche misure organizzative per evitare il rischio di disomogeneità nelle valutazioni e nelle procedure operative tra le diverse strutture locali;

• sono sviluppati e posti in uso standard di contrattualistica utilizzata nella fase di acquisizione della garanzia;

• le diverse tipologie di garanzie accettate e le connesse politiche creditizie sono chiaramente documentate e divulgate.

È inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia (acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).

Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono differenziate per tipologia di garanzia.

Relativamente alle garanzie ipotecarie su immobili, le politiche e le procedure aziendali assicurano che siano sempre acquisite e gestite con modalità atte a garantirne l’opponibilità in tutte le giurisdizioni pertinenti e l’esecutibilità in tempi ragionevoli.

In tale ambito, il Gruppo bancario ha definito specifiche politiche e procedure interne con riguardo: • alla non dipendenza del valore dell’immobile in misura rilevante dal merito di credito del debitore; • alla indipendenza del soggetto incaricato dell’esecuzione della stima dell’immobile; • alla presenza di un’assicurazione contro il rischio danni sul bene oggetto di garanzia. In particolare,

il Gruppo bancario si è dotato in tale ambito di tecniche e procedure che assicurino l’efficacia ed il buon esito del vincolo posto ex art. 2742 c.c. sulle somme dovute dall’assicuratore, anche attivando, se del caso, le iniziative, previste dalla medesima norma volte a consentire il pieno soddisfacimento delle proprie ragioni creditorie;

• alla messa in opera di un’adeguata sorveglianza sul valore dell’immobile, al fine di verificare la sussistenza nel tempo dei requisiti che permettono di beneficiare di un minor assorbimento patrimoniale sulle esposizioni garantite;

• al rispetto del rapporto massimo tra fido richiesto e valore della garanzia (loan-to-value): 80% per gli immobili residenziali e 50% per quelli commerciali. Qualora venga superato tale limite deve essere valutata l’opportunità di richiedere un’idonea garanzia integrativa;

• alla destinazione d’uso dell’immobile e alla capacità di rimborso del debitore.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata:

• almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; • annualmente per gli immobili di natura non residenziale.

Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento dei fondi propri della Banca) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.

Nel corso del 2016 il Gruppo bancario ha adottato le Politiche di valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni in conformità con il 17° aggiornamento della Circ. 285/13 con cui la Banca d’Italia ha dato attuazione agli artt. 120-undecies e 120-duodecies che recepiscono nell’ordinamento italiano le disposizioni della direttiva 2014/17/UE “Mortgage Credit Directive”. Sulla base delle modifiche normative in argomento il Gruppo bancario:

1. aderisce a standard affidabili per la valutazione degli immobili; 2. ha introdotto specifiche disposizioni volte a garantire la professionalità dei periti e la loro

indipendenza sia dal processo di commercializzazione ed erogazione del credito, sia dai soggetti destinatari dello specifico finanziamento;

3. ha definito il processo di selezione e controllo dei periti esterni. Con particolare riferimento al punto 1, il Gruppo bancario aderisce alle Linee Guida ABI sulla valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, le quali sono finalizzate a definire una prassi in grado di agevolare gli intermediari nell’applicazione dei criteri generali di valutazione e di sorveglianza sugli immobili a garanzia di esposizioni creditizie. Mirano, inoltre, ad introdurre criteri di riferimento omogenei in materia, con riferimento specifico agli indicatori di superficie o di volume; alle metodologie di valutazione adottate (per capitalizzazione del reddito, per stima comparativa, ecc.), al livello di professionalità dei periti incaricati della valutazione. Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).

Il Gruppo bancario ha, inoltre, posto in essere specifici presidi e procedure atte a garantire i seguenti aspetti rilevanti per l’ammissibilità a fini prudenziali delle garanzie in argomento:

• assenza di una rilevante correlazione positiva tra il valore della garanzia finanziaria e il merito creditizio del debitore;

• specifici presidi a garanzia della separatezza esterna (tra patrimonio del depositario e bene oggetto di garanzia) e della separatezza interna (tra i beni appartenenti a soggetti diversi e depositati presso i terzi), qualora l’attività oggetto di garanzia sia detenuta presso terzi;

• durata residua della garanzia non inferiore a quella dell’esposizione.

Nei casi in cui il valore del bene in garanzia sia soggetto a rischi di mercato o di cambio, il Gruppo bancario utilizza il concetto di scarto di garanzia, misura espressa in percentuale sul valore della garanzia offerta, determinata in funzione della volatilità del valore del titolo. In fase di delibera viene considerata come garantita la sola parte del finanziamento coperta dal valore del bene al netto dello scarto. Viene richiesto l’adeguamento delle garanzie per le quali il valore di mercato risulta inferiore al valore di delibera al netto dello scarto. Garanzie personali

Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali e/o persone fisiche, anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.

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Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti, etc.) il Gruppo bancario acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di appartenenza.

Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale.

Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107 T.U.B. e da enti del settore pubblico/territoriali.

Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi, l’istruttoria si estende anche a questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e analisi:

• la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati;

• l’esposizione verso il sistema bancario; • le informazioni presenti nel sistema informativo del Gruppo bancario; • l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva.

Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalla rete nell’apposito modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse modalità previste per il richiedente.

Accordi di compensazione

Il Gruppo bancario ha adottato accordi di compensazione bilaterale di contratti aventi ad oggetto i derivati OTC e le operazioni con regolamento a lungo termine stipulati con il Gruppo Bancario Iccrea, Banca IMI e Banca Aletti che, pur non dando luogo a novazione, prevede la formazione di un’unica obbligazione, corrispondente al saldo netto di tutte le operazioni incluse nell’accordo stesso, di modo che, nel caso di inadempimento della controparte per insolvenza, bancarotta, liquidazione o per qualsiasi altra circostanza, il Gruppo bancario ha il diritto di ricevere o l’obbligo di versare soltanto l’importo netto dei valori postivi e negativi ai prezzi correnti di mercato delle singole operazioni compensate. Il Regolamento (UE) n. 575/2013, con riferimento ai derivati OTC ed alle operazioni con regolamento a lungo termine, inquadra tali accordi nell’ambito degli “altri accordi bilaterali di compensazione tra un ente e la sua controparte”, ovverossia degli “accordi scritti tra una banca e una controparte in base ai quali le reciproche posizioni creditorie e debitorie generate da tali contratti sono automaticamente compensate in modo da stabilire un unico saldo netto, senza effetti novativi.”

L’effetto di riduzione del rischio di controparte (e, quindi, il minor assorbimento patrimoniale) è applicato a condizione che l’accordo sia stato riconosciuto dall’autorità di vigilanza e il Gruppo bancario rispetti i requisiti specifici contemplati nella normativa.

A tale riguardo, il Gruppo bancario: • ha adottato un sistema di gestione del rischio di controparte su base netta conformemente alla

clausola di compensazione bilaterale, senza effetti novativi, presente nei contratti aventi per oggetto derivati OTC e operazioni con regolamento a lungo termine già stipulati con il Gruppo Bancario Iccrea, Banca IMI e Banca Aletti;

• ha adottato presidi organizzativi relativi agli accordi di compensazione bilaterale dei contratti aventi ad oggetto i derivati OTC e le operazioni con regolamento a lungo termine;

• ha rivisto l’approvazione della revisione dei limiti operativi di controparte, della concessione delle relative deleghe e delle modalità del loro utilizzo.

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Il Gruppo bancario ha altresì stipulato con le già richiamate controparti bancarie un accordo di marginazione che prevede lo scambio di margini (garanzie) tra le controparti del contratto con periodicità giornaliera sulla base della valorizzazione delle posizioni in essere sulla base dei valori di mercato rilevati nel giorno di riferimento (ovvero il giorno lavorativo immediatamente precedente al giorno di valorizzazione). La valorizzazione delle garanzie oggetto di trasferimento da una parte all’altra tiene conto del valore netto delle posizioni in essere, del valore delle eventuali garanzie precedentemente costituite in capo a una delle due parti nonché del valore cauzionale (livello minimo di trasferimento). 2.4 Attività finanziarie deteriorate

Il Gruppo bancario a è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei crediti.

Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di strumenti finanziari.

Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio.

Sono classificate tra le sofferenze le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente equiparabili; tra le inadempienze probabili le posizioni per le quali il Gruppo bancario reputa improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie; tra le esposizioni deteriorate le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni (past due). È inoltre da ricondurre tra le esposizioni deteriorate anche la categoria delle esposizioni deteriorate oggetto di concessioni (forborne non performing), la quale non configura una categoria di esposizioni deteriorate distinta e ulteriore rispetto a quelle precedentemente richiamate, ma soltanto un sottoinsieme di ciascuna di esse, nella quale rientrano le esposizioni per cassa e gli impegni a erogare fondi che formano oggetto di concessioni (forborne exposure), se soddisfano le due seguenti condizioni:

• il debitore versa in una situazione di difficoltà economico-finanziaria che non gli consente di rispettare pienamente gli impegni contrattuali del suo contratto di debito e che realizza uno stato di “deterioramento creditizio” (classificazione in una delle categorie di esposizioni deteriorate: sofferenze, inadempienze probabili, esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni);

• e il Gruppo bancario acconsente a una modifica dei termini e condizioni di tale contratto, ovvero a un rifinanziamento totale o parziale dello stesso, per permettere al debitore di rispettarlo (concessione che non sarebbe stata accordata se il debitore non si fosse trovato in uno stato di difficoltà).

Con la pubblicazione nella GUCE, lo scorso 29 novembre, del Regolamento (UE) 2016/2067 della Commissione si è concluso il processo di adozione dell’IFRS 9. Il nuovo principio sostituirà integralmente lo IAS 39; si applicherà, pertanto, a tutti gli strumenti finanziari classificabili nell’attivo e nel passivo di stato patrimoniale del bilancio, modificandone incisivamente i criteri di classificazione e di misurazione e le modalità di determinazione dell’impairment, nonché definendo nuove regole di designazione dei rapporti di copertura.

L'applicazione dell'IFRS 9 è obbligatoria dalla prima data di rendicontazione patrimoniale, economica e finanziaria successiva al 1° gennaio 2018 rappresentata, per la banca, dalla scadenza FINREP riferita al 31 marzo 2018.

Nel più ampio ambito delle modifiche introdotte dal principio, assume particolare rilievo il nuovo modello di impairment dallo stesso definito, che determina il passaggio da un approccio basato sulla rilevazione delle sole perdite già verificatesi (incurred loss,) tipico dello IAS 39 ad uno basato sulla nozione di “expected credit losses” definite come la stima, pesata per le probabilità, del valore attuale di tutte le differenze tra (i)

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i flussi di cassa contrattuali e (ii) i flussi di cassa che si stima di ricevere che ci si attende si manifesteranno in futuro (nel caso delle stime lifetime, come infra precisato, lungo l’intera vita attesa dello strumento).

Tra gli altri principali cambiamenti rispetto allo IAS 39, rileva la previsione che impone per la determinazione della perdita attesa l’impiego non solo di informazioni storiche (ad esempio, inerenti alle perdite storicamente registrate sui crediti) ricalibrate per incorporare gli effetti delle condizioni correnti, ma anche di previsioni future basate su scenari previsionali (ad esempio triennali), ovviamente coerenti con quelli presi a riferimento nei processi di controllo direzionale. L’’entrata in vigore dell’IFRS 9 comporterà, quindi, la rilevazione delle perdite attese in un’ottica forward looking.

Più nel dettaglio il principio prevede l’allocazione di ciascun rapporto in uno dei seguenti tre stage (o “bucket”): • stage 1, accoglie tutti rapporti relativi a controparti classificate in bonis che:

• originati internamente o acquisiti, non hanno subito un significativo incremento del rischio di credito dal momento dell’erogazione o acquisto, oppure;

• risultano caratterizzati da un basso livello di rischio di credito alla data di reporting; • stage 2, accoglie tutti i rapporti in bonis che, alla data di reporting, hanno registrato un significativo

incremento del rischio di credito rispetto alla data di erogazione; • stage 3, accoglie i rapporti il cui rischio creditizio si è incrementato al punto che lo strumento è

considerato impaired; questo stage include anche i crediti acquistati già deteriorati o concessi a controparti deteriorate.

L’assegnazione di un’attività in bonis allo stage 1 o 2 non è, pertanto, funzione della sua rischiosità assoluta (in termini di probabilità di default) quanto della variazione (positiva o negativa) del rischio rispetto alla prima rilevazione.

Al fine di semplificare il processo di staging, il principio propone due principali espedienti operativi. Il primo è rappresentato dalla possibilità di evitare il passaggio in stage 2 se alla data di reporting lo strumento finanziario ha un basso rischio di default, il debitore ha una forte capacità di far fronte ai flussi di cassa delle sue obbligazioni contrattuali nel breve termine e cambiamenti avversi nella situazione di lungo termine potrebbero, ma non necessariamente, ridurre tale capacità (c.d. “Low Risk Exemption”). L’esame del deterioramento del merito creditizio non è quindi richiesto per le posizioni con un basso livello del rischio di credito.

La seconda semplificazione operativa riguarda il passaggio da stage 1 a stage 2 in presenza di oltre 30 giorni di ritardo nei pagamenti; il principio precisa che il significativo deterioramento del merito creditizio può intervenire già prima e a prescindere da tale termine, lo stesso va quindi inteso come un limite ultimo (di “backstop”) oltrepassato il quale si dovrebbe migrare nello stage 2. Tale presunzione è per definizione dello stesso principio, confutabile sulla base di evidenze ragionevoli e documentabili che indichino come il merito creditizio non si sia effettivamente deteriorato pur in presenza di past due superiori ai 30 giorni.

Il processo di allocazione degli strumenti finanziari negli stage previsti dal principio, riveste una particolare importanza in quanto indirizza le logiche di determinazione dell’accantonamento per il rischio di credito dei singoli rapporti.

In particolare: • con riferimento alle esposizioni classificate negli stage 1 e 2, trattandosi di rapporti in bonis, si

potranno determinare le rettifiche di valore collettivamente applicando i parametri di rischio definiti coerentemente con quanto previsto dall’IFRS 9, con la seguente principale differenziazione:

• per le esposizioni dello stage 1, le rettifiche di valore dovranno essere calcolate in base alla stima della perdita attesa a 12 mesi;

• per le esposizioni dello stage 2, le rettifiche di valore dovranno essere calcolate in base alle perdite attese lungo tutta la vita residua contrattuale dell’esposizione (c.d. “lifetime”);

• alle esposizioni classificate nello stage 3 dovrà essere applicata una svalutazione analitica calcolata in base alle perdite attese lifetime.

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L’impatto dei nuovi riferimenti in materia di impairment sarà particolarmente rilevante, comportando sin da subito, un più immediato riconoscimento delle perdite attese e un incremento degli accantonamenti di bilancio, in quanto l’IFRS 9 introduce sul piano contabile il principio della definizione delle rettifiche di valore sulla base della perdita attesa (expected loss), già utilizzato nella regolamentazione prudenziale.

L’incremento delle rettifiche atteso a seguito del nuovo modello di impairment, in conseguenza tra l’altro dell’introduzione di legami con le previsioni macroeconomiche, dei margini di incertezza legati all’identificazione del concetto di “significativo deterioramento”, del possibile passaggio dalla perdita attesa a un anno a quella lifetime, comporterà presumibilmente maggiori esigenze patrimoniali, anche in assenza di variazioni nella rischiosità dei portafogli.

Sotto il profilo degli impatti organizzativi e sui processi, l’approccio per l’impairment introdotto dall’IFRS 9 richiede, in particolare in fase di primo adeguamento, un ingente sforzo di raccolta e analisi di dati da parte delle banche; ciò in particolare, per individuare le esposizioni che hanno subito rispetto alla data della loro assunzione un incremento significativo del rischio di credito e, di conseguenza, la misurazione dell’EL lifetime.

La migrazione al nuovo modello di impairment richiede, inoltre, il sostenimento di significativi investimenti per l’evoluzione dei modelli valutativi in uso, nonché dei processi di funzionamento degli stessi e di incorporazione dei parametri di rischio prodotti nell’operatività del credito.

Analogamente, sarà necessario rianalizzare criticamente il catalogo prodotti e la disciplina aziendale in materia di erogazione del credito (e collegati poteri delegati) tenuto conto, tra l’altro, della diversa onerosità delle forme tecniche a medio lungo termine in uno scenario in cui, come accennato, l’eventuale migrazione allo stage 2 comporta il passaggio a una EL lifetime.

Anche con riguardo ai processi e ai presidi per il monitoraggio del credito sono prevedibili importanti interventi di adeguamento e di rafforzamento basati, tra l’altro, sull’implementazione di processi automatizzati e proattivi e lo sviluppo e/o affinamento degli strumenti di early warning che permettono di identificare i sintomi anticipatori di un possibile passaggio di stage e di attivare tempestivamente le iniziative conseguenti.

Con riferimento ai principali processi di controllo direzionale, nella consapevolezza che il costo del rischio costituisce una delle variabili maggiormente rilevanti nella determinazione dei risultati economici attuali e prospettici, particolare cura verrà dedicata alla necessaria coerenza delle ipotesi alla base delle stime del piano pluriennale e del budget annuale (elaborati sulla base di scenari attesi relativamente ai fattori macroeconomici e di mercato), dell’ICAAP e del RAF e di quelle prese a riferimento per la determinazione degli accantonamenti contabili.

Alla data, proseguono le attività progettuali di Categoria per supportare l’adeguamento ai nuovi riferimenti in materia di impairment cui il Gruppo bancario prende parte per il tramite delle strutture associative e di servizio di riferimento. Le attività progettuali sono al momento volte all’identificazione delle soluzioni metodologiche per la corretta stima dei parametri di rischio volte a garantire la fruibilità da parte di tutte le Banche di Categoria di strumenti per il calcolo della ECL e la gestione del processo di staging secondo gli standard previsti dal principio IFRS9. Sono altresì in via di sviluppo i riferimenti di indirizzo per l’adozione delle soluzioni organizzative e di processo finalizzate a consentire un utilizzo del sistema di rating corretto e integrato nei principali processi aziendali (in sede istruttoria, pricing, monitoraggio e valutazione). Lo stato dell’arte delle attività in corso non permette ancora di supportare in capo a ciascuna banca una puntuale valutazione degli impatti attesi, come anticipato, presumibilmente, rilevanti.

La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a “sofferenza”, è affidata al Servizio Monitoraggio Crediti. Detta attività si estrinseca principalmente nel:

• monitoraggio delle citate posizioni in supporto alle agenzie di rete alle quali competono i controlli di primo livello;

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

• concordare con il gestore della relazione gli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure piani di ristrutturazione;

• determinare le previsioni di perdite sulle posizioni; e • proporre agli organi superiori competenti il passaggio a “sofferenza” di quelle posizioni che a causa

di sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione.

La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dal Servizio Legale, incardinato all’interno della Direzione Operativa e ICT.

La metodologia di valutazione delle posizioni deteriorate segue un approccio analitico.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

A. QUALITA' DEL CREDITO

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/Qualità Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni

scadute

deteriorate

Esposizioni

scadute non

deteriorate

Altre

esposizioni

non

deteriorate

Totale

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2 1.577.294 1.577.296

2. Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza 200.933 200.933

3. Crediti verso banche 78.628 78.628

4. Crediti verso clientela 131.188 128.199 7.746 120.298 2.341.794 2.729.225

5. Attività finanziarie valutate al fair value 41 41

6. Attività finanziarie in corso di dismissione

Totale 31/12/2016 131.190 128.199 7.746 120.298 4.198.690 4.586.123

Totale 31/12/2015 112.187 150.659 10.618 153.296 4.374.688 4.801.448

A.1.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie oggetto di concessioni per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Esposizioni oggetto di concessioni

deteriorate

Esposizioni oggetto di

concessioni non deteriorate

Totale

Portafogli/Qualità Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni

scadute

deteriorate

Esposizioni

scadute non

deteriorate

Attività non

deteriorate

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita

2. Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza

3. Crediti verso banche

4. Crediti verso clientela 4.383 39.749 190 6.593 55.438 106.353

5. Attività finanziarie valutate al fair value

6. Attività finanziarie in corso di dismissione

7. Impegni ad erogare fondi

Totale 31/12/2016 4.383 39.749 190 6.593 55.438 106.353

Totale 31/12/2015 372 33.286 3.262 10.787 47.707

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.1.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie non deteriorate per "anzianità dello scaduto"

Esposizioni

non scadute

Esposizioni scadute

Portafogli/Qualità sino a 3 mesi da oltre 3 a 6

mesi

da oltre 6 mesi

a 1 anno oltre 1 anno

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

3. Crediti verso banche

4. Crediti verso clientela 55.438 3.685 2.822 67 19

5. Attività finanziarie valutate al fair value

6. Attività finanziarie in corso di dismissione

7. Impegni ad erogare fondi

Totale 31/12/2016 55.438 3.685 2.822 67 19

Totale 31/12/2015 10.787 3.119 57 86

A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Attività deteriorate Attività non deteriorate

Totale (Esposizione

netta) Portafogli/Qualità Esposizione

lorda Rettifiche specifiche

Esposizione netta

Esposizione lorda

Rettifiche di

portafoglio

Esposizione netta

1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2 2 1.577.294 1.577.294 1.577.296

2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 200.933 200.933 200.933

3. Crediti verso banche 78.628 78.628 78.628

4. Crediti verso clientela 501.341 234.209 267.132 2.474.507 12.414 2.462.093 2.729.225

5. Attività finanziarie valutate al fair value 41 41

6. Attività finanziarie in corso di dismissione

Totale 31/12/2016 501.343 234.209 267.134 4.331.362 12.414 4.318.989 4.586.123

Totale 31/12/2015 488.510 215.046 273.464 4.537.635 9.692 4.527.984 4.801.448

L’ammontare delle cancellazioni parziali su attività finanziarie deteriorate effettuate nel corso del 2016 risulta pari a 6.589 migliaia di euro e si riferisce alle posizioni a sofferenza.

Attività di evidente scarsa

qualità creditizia Altre attività

Portafogli/Qualità Minusvalenze

cumulate Esposizione

netta Esposizione netta

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 6.620

2. Derivati di copertura 1.524

Totale 31/12/2016 8.144

Totale 31/12/2015 7.486

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.1.3 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Esposizione lorda - Attività deteriorate Esposizione

lorda

Tipologie esposizioni/Valori Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Oltre 1

anno

Attività non

deteriorate

Rettifiche

di valore

specifiche

Rettifiche

di valore

di

portafoglio

Esposizione

netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

b) Inadempienze probabili

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

c) Esposizioni scadute deteriorate

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

d) Esposizioni scadute non deteriorate

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

e) Altre esposizioni non deteriorate 256.916 256.916

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni

TOTALE A 256.916 256.916

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate

b) Non deteriorate 13.605 13.605

TOTALE B 13.605 13.605

TOTALE A+ B 270.521 270.521

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione.

Le esposizioni "fuori bilancio" includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l'assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc).

A.1.4 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha esposizioni per cassa deteriorate verso banche.

A.1.4bis Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha esposizioni per cassa deteriorate verso banche.

A.1.5 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non ha esposizioni per cassa deteriorate verso banche.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.1.6 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto

Esposizione lorda - Attività deteriorate Esposizione

lorda

Tipologie esposizioni/Valori Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Oltre 1

anno Attività non

deteriorate

Rettifiche

di valore

specifiche

Rettifiche

di valore

di

portafoglio

Esposizione

netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA

a) Sofferenze 753 3.915 9.296 306.113 188.887 131.190

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 3.928 6.052 5.597 4.383

b) Inadempienze probabili 68.836 16.625 32.411 55.360 45.035 128.197

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 28.649 4.475 7.316 12.563 13.254 39.749

c) Esposizioni scadute deteriorate 2.012 2.371 3.104 544 286 7.745

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 43 13 140 6 190

d) Esposizioni scadute non deteriorate 121.153 855 120.298

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 6.871 278 6.593

e) Altre esposizioni non deteriorate 3.958.541 11.560 3.946.981

- di cui: esposizioni oggetto di

concessioni 57.782 2.344 55.438

TOTALE A 71.601 22.911 44.811 362.017 4.079.694 234.208 12.415 4.334.411

B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO

a) Deteriorate 5.412 5.412

b) Non deteriorate 150.704 150.704

TOTALE B 5.412 150.704 156.116

TOTALE A+ B 77.013 22.911 44.811 362.017 4.230.398 234.208 12.415 4.490.527

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione.

Le esposizioni “fuori bilancio” includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, derivati ecc.) che comportano l'assunzione di un rischio creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni (negoziazione, copertura, ecc).

Tra le esposizioni oggetto di concessioni deteriorate, ricomprese nella fascia di scaduto “Fino a 3 mesi”, sono presenti 12.177 migliaia di euro che nel “cure period” non presentano scaduti.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.1.7 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione.

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non presenta esposizioni creditizie verso banche garantite.

Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze

probabili

Esposizioni

scadute

deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 281.260 196.212 11.038

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 1.092 229

B. Variazioni in aumento 61.978 67.029 8.347

B.1 ingressi da esposizioni in bonis 6.113 46.744 6.925

B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 50.939 5.262 69

B.3 altre variazioni in aumento 4.926 15.023 1.353

C. Variazioni in diminuzione 23.161 90.009 11.354

C.1 uscite verso esposizioni in bonis 14.197 2.624

C.2 cancellazioni 11.210 385 39

C.3 incassi 8.706 23.538 1.923

C.4 realizzi per cessioni 149

C.5 perdite da cessione 3.053

C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 49.644 6.626

C.7 altre variazioni in diminuzione 43 2.245 142

D. Esposizione lorda finale 320.077 173.232 8.031

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 10.230 924

I fattori che hanno determinato le “altre variazioni in aumento” delle esposizioni deteriorate di cui al punto B.3 della tabella si configurano, tra l’altro, per le sofferenze nell'imputazione alle varie posizioni delle spese legali o altre spese inerenti le azioni di recupero; per gli incagli, le esposizioni ristrutturate e le esposizioni scadute per la maggior parte all'imputazione dei relativi interessi maturati.

Nelle variazioni in diminuzione si evidenzia la voce C.5 “perdite da cessione” per 3.053 migliaia di euro, rilevata a seguito di un’operazione realizzata nel 2016 di cessione pro-soluto sofferenze. L’importo nominale ceduto ammonta a 3.661 migliaia di euro (gross book value) e ha visto come joint arrangers il Centro Gestione Crediti srl. Le sofferenze sono state acquistate dalla società veicolo VIVA S.p.A. per un controvalore pari a 149 migliaia di euro, corrispondente ad una percentuale del 4,056% calcolata sul Portafoglio Finale. Il Gruppo bancario ha pertanto cancellato nell'esercizio 2016 le posizioni (n. 285) di crediti a sofferenza ceduti con l'operazione sopra descritta con contestuale cessione integrale di rischi e benefici ad esse connessi, realizzando la perdita a conto economico di 907 migliaia di euro.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.1.7bis Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia

Causali/Qualità Esposizioni oggetto di

concessioni: deteriorate

Esposizioni oggetto di

concessioni: non deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 43.857 14.309

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 377 1.022

B. Variazioni in aumento 36.487 54.007

B.1 Ingressi da esposizioni in bonis non oggetto di concessioni 53.111

B.2 Ingressi da esposizioni in bonis oggetto di concessioni

B.3 Ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate 755

B.4 Altre variazioni in aumento 36.487 141

C. Variazioni in diminuzione 17.165 3.663

C.1 Uscite verso esposizioni in bonis non oggetto di concessioni 944

C.2 Uscite verso esposizioni in bonis oggetto di concessioni 755

C.3 Uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate 1.223

C.4 Cancellazioni 32

C.5 Incassi 4.734 1.270

C.6 Realizzi per cessioni

C.7 Perdite da cessione

C.8 Altre variazioni in diminuzione 11.644 226

D. Esposizione lorda finale 63.179 64.653

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 2.365 9.741

A.1.8 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie

Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute

deteriorate

Totale

Di cui:

esposizioni

oggetto di

concessioni

Totale

Di cui:

esposizioni

oggetto di

concessioni

Totale

Di cui:

esposizioni

oggetto di

concessioni

A. Rettifiche complessive iniziali 169.073 962 45.553 9.239 420

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 5

B. Variazioni in aumento 43.528 4.791 27.792 8.625 507 6

B.1 rettifiche di valore 28.521 1.959 27.443 6.665 478 6

B.2 perdite da cessione 914

B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni

deteriorate 13.670 2.832 225 12 29

B.4 altre variazioni in aumento 423 124 1.948

C. Variazioni in diminuzione 23.714 156 28.310 4.610 641

C.1 riprese di valore da valutazione 7.260 115 9.593 1.785 282

C.2 riprese di valore da incasso 1.299 4.096 786 76

C.3 utili da cessione 6

C.4 cancellazioni 14.228 39 385 6 36

C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni

deteriorate 4 13.685 2.033 235

C.6 altre variazioni in diminuzione 917 2 551 12

D. Rettifiche complessive finali 188.887 5.597 45.035 13.254 286 6

- di cui: esposizioni cedute non cancellate 3.185 709 19

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Gruppo bancario - Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating esterni

Classi di rating esterni

Esposizioni classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 classe 6 Senza Rating

Totale

A. Esposizioni creditizie per cassa 2.933 25.115 1.598.054 72.312 20.600 1.573 2.878.202 4.598.789

B. Derivati 2.937 2.937

B.1 Derivati finanziari 2.937 2.937

B.2 Derivati creditizi

C. Garanzie rilasciate 5.490 6.572 3.244 7.131 41 106.206 128.684

D. Impegni ad erogare fondi 1.097 37.003 38.100

E. Altre

Totale 8.423 31.687 1.602.395 79.443 20.600 1.614 3.024.348 4.768.510

Si evidenzia che la società che ha fornito i Rating Esterni è Moody's. Si riporta di seguito il raccordo (mapping) tra classi di rischio e di rating di tali esposizioni.

Rating Coefficienti BKI Bucket Classe

AAA RISCHIO DI CREDITO MINIMO 0 1 1 1

AA1 RISCHIO DI CREDITO MOLTO BASSO 0 1 1 1

AA2 RISCHIO DI CREDITO MOLTO BASSO 0 1 1 1

AA3 RISCHIO DI CREDITO MOLTO BASSO 0 1 1 1

A1 RISCHIO DI CREDITO BASSO 0 2 2 2

A2 RISCHIO DI CREDITO BASSO 0 2 2 2

A3 RISCHIO DI CREDITO BASSO 0 2 2 2

BAA1 RISCHIO DI CREDITO MODERATO 0 3 3 3

BAA2 RISCHIO DI CREDITO MODERATO 0 3 3 3

BAA3 RISCHIO DI CREDITO MODERATO 0 3 3 3

BA1 RISCHIO DI CREDITO SOSTANZIALE 0 4 4 4

BA2 RISCHIO DI CREDITO SOSTANZIALE 0 4 4 4

BA3 RISCHIO DI CREDITO SOSTANZIALE 0 4 4 4

B1 RISCHIO DI CREDITO ALTO 0 5 5 5

B2 RISCHIO DI CREDITO ALTO 0 5 5 5

B3 RISCHIO DI CREDITO ALTO 0 5 5 5

CAA1 RISCHIO DI CREDITO MOLTO ALTO 0 6 6 6

CAA2 RISCHIO DI CREDITO MOLTO ALTO 0 6 6 6

CAA3 RISCHIO DI CREDITO MOLTO ALTO 0 6 6 6

CA1 MOLTO VICINE AL DEFAULT/SP 0 6 6 6

CA2 MOLTO VICINE AL DEFAULT/SP 0 6 6 6

CA3 MOLTO VICINE AL DEFAULT/SP 0 6 6 6

C SONO IN DEFAULT 0 6 6 6

P-1 SOLVIBILITA’ SUPERIORE S.T 0 1 1 1

P-2 SOLVIBILITA’ FORTE S.T 0 1 1 1

P-3 SOLVIBILITA’ ACCETTABILE S.T. 0 2 2 2

NR OBBLIGAZIONI NON VALUTATE 0 7 7 7

WR MOODY’S NON ESPRIME GIUDIZIO 0 7 7 7

A.2.2 Gruppo bancario - Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni

Il Gruppo bancario non gestisce i rischi di credito con rating interni.

215

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie verso banche garantite

Gara

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1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 505 505 505

1.1 totalmente garantite 505 505 505

- di cui deteriorate

1.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio”

garantite:

2.1 totalmente garantite

- di cui deteriorate

2.2 parzialmente garantite

- di cui deteriorate

216

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.3.2 Gruppo bancario - Esposizioni creditizie verso clientela garantite

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1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 2.364.180 1.686.162 48.925 12.212 906 61.733 486.649 2.296.587

1.1 totalmente garantite 2.260.710 1.659.800 38.042 11.144 440 47.099 470.222 2.226.747

- di cui deteriorate 225.461 180.961 223 30 551 43.696 225.461

1.2 parzialmente garantite 103.470 26.362 10.883 1.068 466 14.634 16.427 69.840

- di cui deteriorate 19.465 7.532 348 27 1.429 6.575 15.911

2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio”

garantite: 82.921 10.053 2.838 3.304 2.588 55.402 74.185

2.1 totalmente garantite 67.273 6.262 2.289 2.638 2.240 54.253 67.682

- di cui deteriorate 1.513 404 17 57 1.034 1.512

2.2 parzialmente garantite 15.648 3.791 549 666 348 1.149 6.503

- di cui deteriorate 1.557 157 5 1 163

I comparti economici di appartenenza dei garanti (crediti di firma) sono stati individuati facendo riferimento ai criteri di classificazione previsti nel fascicolo “Classificazione della clientela per settori e gruppi di attività economica” edito dalla Banca d'Italia.

217

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B. DISTRIBUZIONE E DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Gruppo bancario - settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/Controparti

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di

assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

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A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 742 1.609 102.401 157.719 28.047 29.559

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 11 21 4.250 5.294 122 282

A.2 Inadempienze probabili 6 2 108.031 37.758 20.160 7.275

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 35.576 11.814 4.173 1.440

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 441 2 4.989 198 2.315 86

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 39 2 151 4

A.4 Esposizioni non deteriorate 1.581.916 1.085 3 65.892 155 895 3 1.513.146 10.274 904.345 1.980

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 49.280 2.124 12.751 498

TOTALE A 1.581.916 1.085 3 67.081 1.613 155 895 3 1.728.567 195.675 10.274 954.867 36.920 1.980

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze 1.021 12

B.2 Inadempienze probabili 3.366 1.008

B.3 Altre attività deteriorate 5

B.4 Esposizioni non deteriorate 6 3.005 130.089 17.604

TOTALE B 6 3.005 134.481 18.624

TOTALE A+B 31/12/2016 1.581.916 1.091 3 70.086 1.613 155 895 3 1.863.048 195.675 10.274 973.491 36.920 1.980

TOTALE A+B 31/12/2015 1.616.817 1.047 4 63.564 923 143 865 2 1.782.104 185.103 7.904 972.744 29.020 1.639

La distribuzione delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" per comparto economico di appartenenza dei debitori e degli ordinanti (per le garanzie rilasciate) deve essere effettuata secondo i criteri di classificazione previsti nel fascicolo "Classificazione della clientela per settori e gruppi di attività economica" edito dalla Banca d'Italia.

218

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B.2 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore bilancio)

ITALIA ALTRI PAESI

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MONDO

Esposizioni/Aree geografiche

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A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze 130.713 188.688 477 199

A.2 Inadempienze probabili 127.821 44.914 369 118 7 3

A.3 Esposizioni scadute deteriorate 7.744 286 1

A.4 Esposizioni non deteriorate 4.024.768 12.406 38.090 8 1.648 1 2.773

TOTALE A 4.291.046 246.294 38.937 325 1.655 4 2.773

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze 1.033

B.2 Inadempienze probabili 4.374

B.3 Altre attività deteriorate 5

B.4 Esposizioni non deteriorate 150.506 198

TOTALE B 155.918 198

TOTALE A + B 31/12/2016 4.446.964 246.294 39.135 325 1.655 4 2.773

TOTALE A + B 31/12/2015 4.399.211 224.517 31.487 220 3.545 1 61 2.547

B.3 Gruppo bancario - Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore bilancio)

ITALIA ALTRI PAESI

EUROPEI AMERICA ASIA

RESTO DEL

MONDO

Esposizioni/Aree geografiche

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A. Esposizioni per cassa

A.1 Sofferenze

A.2 Inadempienze probabili

A.3 Esposizioni scadute deteriorate

A.4 Esposizioni non deteriorate 255.274 830 505 307

TOTALE A 255.274 830 505 307

B. Esposizioni “fuori bilancio”

B.1 Sofferenze

B.2 Inadempienze probabili

B.3 Altre attività deteriorate

B.4 Esposizioni non deteriorate 13.605

TOTALE B 13.605

TOTALE A + B 31/12/2016 268.879 830 505 307

TOTALE A + B 31/12/2015 529.799 1.241 80

219

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B.4 Grandi Esposizioni

Alla luce dell’aggiornamento della circolare emanata da Banca d'Italia numero 286 del 17 dicembre 2013 “Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare”, le "posizioni di rischio" che costituiscono un "grande rischio" alla data di redazione del presente bilancio sono le seguenti:

• Ammontare del valore di bilancio: 1.839.189 migliaia di euro; • Ammontare del valore ponderato: 251.756 migliaia di euro; • Numero: sette.

Per quanto riguarda gli aspetti segnaletici, si rimanda alla parte F della nota integrativa del bilancio consolidato.

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

C.1 Operazioni di cartolarizzazione

Informazioni di natura qualitativa

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2014

Nel corso dell’esercizio 2014 il Gruppo bancario ha perfezionato un’operazione di cartolarizzazione ai sensi della legge 130/1999, finalizzata al finanziamento, a condizioni agevolate, delle piccole e medie imprese locali cioè alla clientela tipica delle Banche di Credito Cooperativo.

L’operazione è stata strutturata con l’intervento della BEI (Banca Europea degli Investimenti), che ha sottoscritto la classe A2 dei titoli senior, ed assistita dal FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti) che garantisce la classe A1 dei titoli senior, sottoscritta da investitori istituzionali.

L’operazione, definita Credico Finance 15 ha interessato mutui commerciali, sia chirografari sia ipotecari, concesse dalla Banca a P.M.I.

Si fornisce qui di seguito un’adeguata e completa informativa al riguardo.

Nell’operazione Credico Finance 15 si è formalizzata la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui commerciali (ipotecari e chirografari) in bonis concessi a P.M.I., stipulati dal Gruppo bancario e da altre tredici Bcc italiane. Il soggetto organizzatore (arranger) è stata ICCREA Banca Spa in collaborazione con Royal Bank of Scotland e con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di DBRS Ratings Limited.

In data 27 novembre 2014 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro soluto, ai valori di libro, di quattordici portafogli di crediti, per un importo complessivo di 297.827 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 68.016 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Credico Finance 15 Srl costituita ai sensi dell’art.1 della legge n.130/99 ed iscritta al n 35158 nell'elenco degli intermediari finanziari tenuto dalla Banca d'Italia ai sensi del provvedimento della Banca d’Italia del 29 aprile 2011.

L’importo del credito residuo totale al netto dei crediti deteriorati alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 160.218 migliaia di euro, di cui 38.034 migliaia di euro relativi alla quota parte ceduta dalla Banca.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

220

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Imprese produttive 158 14.043.307 36,92%

Soc. artigiane con meno di 20 addetti 89 3.833.746 10,08%

Soc. altre con meno di 20 addetti 149 9.160.155 24,08%

Famiglie produttrici: artigiani 65 2.342.206 6,16%

Famiglie produttrici: altre 189 8.654.594 22,76%

Totale 650 38.034.008 100,00%

Si segnala che a fine anno non vi sono posizioni classificate a sofferenza.

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in 3 classi, A1 (titoli senior), A2 (mezzanine) e C (titoli junior). La terza classe (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti.

Più specificamente, tali titoli junior sono stati suddivisi in 14 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 45% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 30.617 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità, che per il Gruppo bancario è di 1.496 migliaia di euro, formalizzata attraverso la costituzione di “cash reserve”.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo alla Banca, di 32.113 migliaia di euro, è determinato esclusivamente dalla somma tra l’ammontare dei titoli di classe B sottoscritti (30.617 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito (1.496 migliaia di euro).

Per quanto concerne la procedura per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso.

A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,003% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare degli incassi complessivi effettuati nell'esercizio 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario è stato di 14.723 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 1 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

221

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 15 Srl.

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2006

Nel corso dell’esercizio 2006 il Gruppo bancario ha perfezionato una operazione di cartolarizzazione ai sensi della legge 130/1999 di mutui ipotecari in bonis. Si fornisce qui di seguito una adeguata e completa informativa al riguardo.

Si ricorda che il progetto realizzato ha visto la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui ipotecari in bonis assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, stipulati dal Gruppo bancario e da altre quindici Bcc italiane con l’assistenza dell’Iccrea Holding. Il soggetto organizzatore (arranger) è Société Generale con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di Standard and Poor’s.

In data 14 dicembre 2006 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro soluto, ai valori di libro, di sedici portafogli di crediti, per un importo complessivo di 477.940 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 119.075 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Credico Finance 7 Srl costituita ai sensi dell’art. 1 della legge n. 130/99 ed iscritta al n. 38707 dell’elenco generale tenuto presso l’Ufficio Italiano Cambi ai sensi dell’art. 106 del D. Lgs. n. 385/1993.

L’importo del credito residuo al netto dei crediti deteriorati alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 77.979 migliaia di euro, per quanto riguarda la Banca, il credito residuo ammonta a 23.800 migliaia di euro.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Imprese produttive 9 613.595 2,58%

Soc. artigiane con meno di 20 addetti 5 326.617 1,37%

Soc. altre con meno di 20 addetti 10 1.055.332 4,43%

Famiglie consumatrici 282 17.831.752 74,93%

Famiglie produttrici: artigiani 17 1.002.360 4,21%

Famiglie produttrici: altre 53 2.970.693 12,48%

Totale 376 23.800.349 100,00%

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in tre classi, A (titoli senior), B (mezzanine) e C (titoli junior). La terza classe (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti.

Più specificamente, detti ultimi titoli sono stati suddivisi in 16 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 1,98% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 2.353 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità,

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

che per il Gruppo bancario è attualmente pari ad euro 4.570 migliaia di euro. Per garantire la traibilità di tale linea, ogni Bcc aveva concesso al medesimo Veicolo un “mutuo a ricorso limitato” (Mrl), con dazione di titoli di Stato.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo alla Banca, di 6.923 migliaia di euro, è determinato esclusivamente dalla somma tra l’ammontare dei titoli C sottoscritti (2.353 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito (4.570 migliaia di euro).

Per quanto concerne la procedura per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso. A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,4% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare del totale degli incassi effettuati alla data del 31 dicembre 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario è stato di 3.517 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 102 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 7 srl.

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2005

Nel corso dell’esercizio 2005 il Gruppo bancario ha partecipato ad una operazione di cartolarizzazione dei crediti in bonis ai sensi della legge 130/1999. Si fornisce qui di seguito una adeguata e completa informativa al riguardo.

Si ricorda che il progetto realizzato ha visto la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui ipotecari in bonis assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, stipulati dal Gruppo bancario e da altre quattordici Bcc italiane con l’assistenza dell’Iccrea Holding.

Soggetto organizzatore (arranger) è stata la IXIS Corporate & InvestmentBank di Parigi, con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di Standard and Poor’s.

In data 19 dicembre 2005 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro­soluto, ai valori di libro, di quindici portafogli di crediti, per un importo complessivo di 465.346 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 81.294 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Credico Finance 5 SRL costituita ai sensi dell’art. 1 della legge n. 130/99 ed iscritta al n.37.101 dell’elenco generale tenuto presso l’Ufficio Italiano Cambi ai sensi dell’art. 106 del D.Lgs. n.385/1993.

L’importo del credito residuo al netto dei crediti deteriorati alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 47.598 migliaia di euro, per quanto riguarda la Banca, il credito residuo ammonta a 9.337 migliaia di euro.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Imprese produttive 1 20.590 0,22%

Soc. artigiane con meno di 20 addetti - - -

Soc. altre con meno di 20 addetti 6 238.885 2,56%

Famiglie consumatrici 222 8.027.797 85,98%

Famiglie produttrici: artigiani 6 210.999 2,26%

Famiglie produttrici: altre 23 838.814 8,98%

Totale 258 9.337.085 100,00%

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in tre classi, A (titoli senior), B (mezzanine) e C (titoli junior). La terza classe (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti.

Più specificamente, detti ultimi titoli sono stati suddivisi in 15 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 2,01% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 1.633 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità, che per il Gruppo bancario è attualmente di euro 5.937 migliaia di euro. Per garantire la traibilità di tale linea, ogni Bcc aveva concesso al medesimo Veicolo un “mutuo a ricorso limitato” (Mrl), con dazione di titoli di Stato.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo alla Banca, di 7.570 migliaia di euro, è determinato esclusivamente dalla somma tra l’ammontare dei titoli C sottoscritti (1.633 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito (5.937 migliaia di euro).

Per quanto concerne la procedura per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso. A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,4% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare degli incassi complessivi effettuati alla data del 31 dicembre 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario è stato di 2.357 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 42 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 5 srl.

224

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Informazioni di natura quantitativa

C.1 Gruppo bancario - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione “proprie” ripartite per tipologia di attività cartolarizzate e per tipologia di esposizioni

Tipologia attività cartolarizzate/Esposizioni

Esposizioni per

cassa - Senior

Esposizioni per

cassa -

Mezzanine

Esposizioni per

cassa - Junior

Garanzie

rilasciate -

Senior

Garanzie

rilasciate -

Mezzanine

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Junior

Linee di credito

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Linee di credito

- Mezzanine

Linee di credito

- Junior

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A. Oggetto di integrale cancellazione del bilancio

B. Oggetto di parziale cancellazione del bilancio

C. Non cancellate dal bilancio 7.863 2.517

C.1 Credico Finance 5 srl - Crediti 285 1.037

C.2 Credico Finance 7 srl - Crediti 586 1.138

C.3 Credico Finance 15 srl - Crediti 6.992 342

Le linee di credito sono state integralmente utilizzate nel corso dell’esercizio.

225

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

C.2 Gruppo bancario - Esposizioni derivanti dalle principali operazioni di cartolarizzazione di “terzi” ripartite per tipologia delle attività cartolarizzate e per tipo di esposizione

Tipologia attività sottostanti/Esposizioni

Esposizioni per

cassa - Senior

Esposizioni per

cassa -

Mezzanine

Esposizioni per

cassa - Junior

Garanzie

rilasciate -

Senior

Garanzie

rilasciate -

Mezzanine

Garanzie

rilasciate -

Junior

Linee di credito

- Senior

Linee di credito

- Mezzanine

Linee di credito

- Junior

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A.1 Credico Finance 5 srl - Crediti 1.347 4.900

A.2 Credico Finance 7 srl - Crediti 1.767 3.431

A.3 Credico Finance 15 srl - Crediti 23.625 1.155

A.4 Lucrezia Securitisation srl 3.854

226

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

C.3 Gruppo bancario - Società veicolo per la cartolarizzazione

Nome cartolarizzazione/ Denominazione società

veicolo Sede legale

Consolidamento

Attività Passività

Crediti Titoli di debito

Altre Senior Mezzanin

e Junior

Credico Finance 5 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 47.598 24.178 18.600 9.346

Credico Finance 7 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 77.979 54.894 16.700 9.590

Credico Finance 15 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 160.218 35.970 133.936

Lucrezia Securitisation srl

Via Carucci 131 00187 Roma Non consolidata 193.961 10 211.368

I dati esposti si riferiscono al complesso delle attività e passività del veicolo. Le attività si considerano al netto dei deteriorati.

C.4 Gruppo bancario - Società veicolo per la cartolarizzazione non consolidate

Nome cartolarizzazione/ Denominazione società

veicolo Sede legale

Consolidamento

Attività Passività

Crediti Titoli di debito

Altre Senior Mezzanine Junior

Credico Finance 5 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 9.337 5.192 3.249 1.624

Credico Finance 7 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 23.800 17.713 4.196 2.353

Credico Finance 15 srl via Barberini 47 00187 Roma Non consolidata 38.034 37.400 30.205

Lucrezia Securitisation srl

Via Carucci 131 00187 Roma Non consolidata 3.854

Le attività si considerano al netto dei deteriorati. I dati esposti si riferiscono al solo Gruppo bancario. C.5 Gruppo bancario - Attività di servicer – cartolarizzazioni proprie: incassi dei crediti cartolarizzati e rimborsi dei titoli emessi dalla società veicolo per la cartolarizzazione

Società veicolo

Attività cartolarizzate (dato di fine

periodo)

Incassi crediti realizzati nell'anno

Quota percentuale dei titoli rimborsati

(dati di fine periodo) -

Senior

Quota percentuale dei titoli rimborsati

(dati di fine periodo) - Mezzanine

Quota percentuale dei titoli rimborsati

(dati di fine periodo) -

Junior

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Credico Finance 5 srl 9.337 2.357

Credico Finance 7 srl 23.800 3.517

Credico Finance 15 srl 38.034 14.723

C.6 Gruppo bancario – società veicolo per la cartolarizzazione consolidate

Il Gruppo bancario non ha interessenze in società veicolo controllate.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

D. INFORMATIVA SULLE ENTITA' STRUTTURATE NON CONSOLIDATE CONTABILMENTE (diverse dalle società veicolo per la cartolarizzazione)

D.1 Entità strutturate consolidate

Il Gruppo bancario non ha in essere operazioni della specie

D.2 Entità strutturate non consolidate contabilmente

D.2.1 Entità strutturate consolidate ai fini di vigilanza

Il Gruppo bancario non ha in essere operazioni della specie.

D.2.2 Altre entità strutturate

Informazioni di natura qualitativa

Le interessenze del Gruppo bancario in entità strutturate non consolidate contabilmente sono limitate a quote di OICR sottoscritte.

Informazioni di natura quantitativa

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1. OICR AFS 7.460 7.460 7.460 -

Natura dei ricavi da entità strutturate non consolidate contabilmente

Voci di bilancio / Tipologia di ricavi

Interessi Attivi e Proventi

Assimilati

Commissioni Attive

Dividendi e proventi simili

Utili/(Perdite) da cessione/ riacquisto

Altri Proventi Totale Ricavi al 31.12.2016

1. OICR 27 416 443

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

E. OPERAZIONI DI CESSIONE

A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente

Informazioni di natura qualitativa

Per quanto riguarda la descrizione dell’operatività rappresentata nelle tabelle E.1, E.2 e E.3, di seguito riportate, si fa rimando a quanto riportato in calce alle tabelle stesse. Per quanto attiene in particolare all’operatività in titoli di debito a fronte di pronti contro termine a medio e lungo termine, si rimanda invece a quanto riportato nella presente Nota integrativa - Parte B

Informazioni di natura quantitativa

E.1 Gruppo bancario - Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e valore intero

Forme tecniche/Portafoglio

Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Attività finanziarie valutate al fair value

Attività finanziarie disponibili per la

vendita

Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza

Crediti verso banche

Crediti verso clientela Totale

A B C A B C A B C A B C A B C A B C 31/12/2016 31/12/2015

A. Attività per cassa 70.294 70.294 89.394

1. Titoli di debito 100

2. Titoli di capitale

3. O.I.C.R.

4. Finanziamenti 70.294 70.294 89.294

B. Strumenti derivati

Totale 31/12/2016 70.294 70.294

- di cui deteriorate 2.118 2.118

Totale 31/12/2015 100 89.294 89.394

- di cui deteriorate 1.140 1.140

Legenda: A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio)

B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio)

C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore)

I crediti verso la clientela si riferiscono a mutui oggetto di operazioni di cartolarizzazione.

229

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

E.2 Gruppo bancario - Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio

Passività/Portafoglio attività

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie valutate al fair value

Attività finanziarie disponibili

per la vendita

Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Crediti verso

banche

Crediti verso

clientela Totale

1. Debiti verso clientela 36.605 36.605

a) a fronte di attività rilevate per intero 36.605 36.605

b) a fronte di attività rilevate parzialmente

2. Debiti verso banche

a) a fronte di attività rilevate per intero

b) a fronte di attività rilevate parzialmente

Totale 31/12/2016 36.605 36.605

Totale 31/12/2015 100 55.266 55.366

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

E.3 Gruppo bancario - Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute: fair value

Attività finanziarie

detenute per la negoziazione

Attività finanziarie valutate al fair value

Attività finanziarie disponibili per la

vendita

Attività finanziarie detenute sino alla

scadenza (fair value)

Crediti verso banche (fair value)

Crediti verso clientela (fair value)

Totale

Forme tecniche/Portafoglio A B A B A B A B A B A B 31/12/2016 31/12/2015

A. Attività per cassa 70.289 70.289 89.283

1. Titoli di debito

2. Titoli di capitale

3. O.I.C.R.

4. Finanziamenti 70.289 70.289 89.283

B. Strumenti derivati

Totale attività 70.289 70.289 89.283

C. Passività associate 36.605

1. Debiti verso clientela 36.605

2. Debiti verso banche

Totale passività 36.605 36.605 55.266

Valore netto 31/12/2016 33.684 33.684

Valore netto 31/12/2015 34.017 34.017

Legenda: A = attività finanziarie cedute rilevate per intero B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente

231

GIOVEMARI
Casella di testo
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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B. Attività finanziarie cedute e cancellate integralmente con rilevazione del continuo coinvolgimento

Informazioni di natura qualitativa

Il Gruppo bancario al 31 dicembre 2016 non ha in essere operazioni della specie.

Informazioni di natura quantitativa

Il Gruppo bancario al 31 dicembre 2016 non ha in essere operazioni della specie.

E.4. Gruppo bancario - Operazioni di covered bond

Il Gruppo bancario al 31 dicembre 2016 non ha in essere operazioni di covered bond.

F. Gruppo bancario - Modelli per la misurazione del rischio di credito

Il Gruppo bancario non dispone di modelli interni per la misurazione del rischio di credito.

232

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1.2 Gruppo bancario - Rischio di mercato

1.2.1 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO - PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE DI VIGILANZA

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali

Il Gruppo bancario svolge, in via principale, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio di tasso di interesse, nel rispetto delle politiche e dei limiti di assunzione dei rischi previsti dalle delibere del Consiglio di Amministrazione.

L’attività di negoziazione riguarda anche strumenti di capitale, rappresentati prevalentemente da azioni quotate, nonché quote di fondi comuni azionari. In ogni caso tale attività risulta residuale rispetto all’operatività sui mercati obbligazionari, da cui promana il rischio tasso d’interesse.

La strategia sottostante alla negoziazione in proprio risponde sia ad esigenze di tesoreria, sia all’obiettivo di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio in termini di rischio di tasso di interesse, rischio di credito della controparte e rischio di prezzo. In particolare, gli strumenti finanziari detenuti ai fini del "trading" sono quelli che il Gruppo bancario ha intenzionalmente destinato ad una successiva cessione sul mercato a breve termine al fine di beneficiare delle differenze tra i prezzi di acquisto e i prezzi di vendita, anche attraverso una diversificazione degli investimenti.

La dimensione del portafoglio di proprietà è strettamente legata anche alla posizione di liquidità di tesoreria. La Banca, pertanto, non svolge attività di negoziazione in senso stretto: i titoli del portafoglio di negoziazione sono detenuti in un'ottica di complementarietà con il portafoglio bancario, risultando destinati alla costituzione delle riserve di liquidità, a fronte delle esigenze di tesoreria.

Il Gruppo bancario non assume posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalla Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e dallo statuto del Gruppo bancario stesso.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse - Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Il Gruppo bancario monitora il rischio tasso di interesse del portafoglio di negoziazione di Vigilanza mediante l’approccio previsto dalla normativa prudenziale disciplinata nel Regolamento (UE) n. 575/2013.

In particolare, per i titoli di debito il “rischio generico”, ovvero il rischio di perdite causate da una avversa variazione del livello dei tassi di interesse, è misurato tramite il “metodo basato sulla scadenza” che prevede la distribuzione, distintamente per ciascuna valuta, delle posizioni in fasce temporali di vita residua di riprezzamento del tasso di interesse; le posizioni così allocate sono opportunamente compensate per emissione, fascia temporale e gruppi di fasce temporali. Il requisito è dato dalla somma dei valori delle posizioni residue e delle posizioni ponderate compensate.

I derivati e le altre operazioni “fuori bilancio” del portafoglio di negoziazione di vigilanza che dipendono in misura prevalente dai tassi di interesse sono convertiti in posizioni nel sottostante attraverso il cd. “metodo della doppia entrata” che consiste nell’esprimere le posizioni, per vita residua, come combinazione di una attività e di una passività a pronti e di uguale importo.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

La gestione del rischio di tasso del portafoglio di negoziazione è effettuata dalla Direzione Finanza in base a limiti e deleghe definiti direttamente dal CdA, mentre le attività di misurazione, controllo e verifica del rischio di tasso sono demandate al Servizio Risk Management.

La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio di negoziazione viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk e di Effective Duration che consentono di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di negoziazione.

In particolare, il Value at Risk è definito con un intervallo di confidenza pari al 99% e un periodo di detenzione (holding period) di dieci giorni lavorativi; (ii) l’Effective Duration indica la variazione percentuale del valore di mercato teorico della posizione nel caso di una variazione dei tassi di interesse di 1 bp. Da evidenziare che il Value at Risk considerato per la determinazione dei limiti è calcolato non in base al solo rischio di tasso ma in relazione anche al rischio prezzo e al rischio cambio.

Tali modelli sono gestiti da Cassa Centrale che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di tasso. I risultati di tali analisi sono riportati al Comitato Finanza e al Comitato Rischi della Banca.

Il modello di misurazione del rischio di tasso non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento interno a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.

Rischio di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato sia tramite analisi delle esposizioni quotate e non quotate, sia attraverso la determinazione dell’esposizione per singolo mercato, ovvero dell’esposizione complessiva per ciascun paese.

Il Gruppo bancario, inoltre, monitora costantemente gli investimenti di capitale al fine di assumere tempestivamente le decisioni più opportune in merito alla tempistica di realizzo.

Per quanto riguarda gli OICR viene costantemente monitorato il valore corrente delle quote onde assumere tempestivamente le decisioni più opportune.

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è gestito dalla Direzione Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l’esposizione in termini di ammontare massimo investito, di mercati di quotazione, di paesi di residenza degli enti emittenti e di valore percentuale massimo di minusvalenze (soglia di attenzione).

Come riportato con riferimento al rischio di tasso, esiste anche il modello del VaR per quanto riguarda la gestione e misurazione del rischio prezzo. Questi è calcolato con la metodologia parametrica di Riskmetrics, su un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza al 99%, tenendo in considerazione le volatilità e le correlazioni tra i diversi fattori di rischio che determinano l'esposizione al rischio di mercato del portafoglio investito (rischio tasso, rischio azionario, rischio cambio). Tale monitoraggio viene effettuato in due momenti sia da parte della Direzione Finanza che dal Servizio Risk Management.

Il modello di calcolo del Var a supporto delle analisi di rischio è gestito da Cassa Centrale che genera in output report consultabili da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e misurazione del rischio di prezzo.

Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interni.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: EURO

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre 3 mesi fino a 6

mesi

Da oltre 6 mesi fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5

anni

Da oltre 5 anni

fino a 10 anni

Oltre 10 anni

Durata indeterminata

1. Attività per cassa 4.754

1.1 Titoli di debito 4.754

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 4.754

1.2 Altre attività

2. Passività per cassa

2.1 PCT passivi

2.2 Altre passività

3. Derivati finanziari (248) 5 11 232

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

- Altri derivati

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante (248) 5 11 232

- Opzioni

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

- Altri derivati (248) 5 11 232

+ Posizioni lunghe 6.288 2.513 276 4.519 3.720

+ Posizioni corte 6.536 2.508 265 4.287 3.720

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari - Valuta di denominazione: ALTRE VALUTE

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre 3 mesi fino a 6

mesi

Da oltre 6 mesi fino a 1 anno

Da oltre 1 anno fino a 5

anni

Da oltre 5 anni

fino a 10 anni

Oltre 10 anni

Durata indeterminata

1. Attività per cassa 453

1.1 Titoli di debito 453

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 453

1.2 Altre attività

2. Passività per cassa

2.1 PCT passivi

2.2 Altre passività

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

- Altri derivati

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

- Altri derivati

+ Posizioni lunghe

4. Altre op. fuori bilancio

+ Posizioni lunghe

+ Posizioni corte

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Il Gruppo bancario al 31 dicembre 2016 non ha in essere operazioni della specie.

3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie di analisi della sensitività

Per quanto riguarda i metodi di valutazione del rischio tasso e di prezzo si fa rinvio alle informazioni qualitative del Rischio di tasso di interesse e di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza.

Nel ricordare che la metodologia di calcolo del Var non è utilizzata al fine del calcolo dei requisiti patrimoniali, si ricordano di seguito i valori di sintesi calcolati attingendo alla misurazione giornaliera del Valore a Rischio (VaR) relativi al portafoglio di negoziazione:

Var parametrico 99% - 10 gg

Var medio 2016: 362 migliaia di euro Var massimo 2016: 830 migliaia di euro Var minimo 2016: 159 migliaia di euro Var al 31/12/2016: 181 migliaia di euro Stress test al 31/12/2016

Nei vari scenari ipotizzati (-25bp, 25 bp, -50 bp, + 50 bp) la sensibilità del portafoglio agli shock di tasso ipotizzati è la seguente:

Shock di tasso (-25 bp): 112 migliaia di euro Shock di tasso (+25 bp): -110 migliaia di euro Shock di tasso (-50 bp): 226 migliaia di euro Shock di tasso (+50 bp): -217 migliaia di euro

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1.2.2 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E DI PREZZO - PORTAFOGLIO BANCARIO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario

Principali fonti del rischio di tasso di interesse

Le fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta il Gruppo bancario sono individuabili principalmente nei processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.

In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il rischio di tasso di interesse da "flussi finanziari" trae origine dalle poste a tasso variabile.

Tuttavia, nell'ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asimmetrici a seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell'attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da "flussi finanziari".

Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso

Il Gruppo bancario ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo.

Tali misure di attenuazione e controllo trovano codificazione nell'ambito delle normative aziendali volte a disegnare processi di monitoraggio fondati su limiti di posizione e sistemi di soglie di attenzione in termini di capitale interno al superamento delle quali scatta l'attivazione di opportune azioni correttive.

A tale proposito sono state definite: • politiche e procedure di gestione del rischio di tasso d'interesse coerenti con la natura e la

complessità dell'attività svolta; • metriche di misurazione coerenti con la metodologia di misurazione del rischio adottata dalla

Banca; • limiti operativi e disposizioni procedurali interne volti al mantenimento dell'esposizione entro

livelli coerenti con la politica gestionale e con la soglia di attenzione prevista dalla normativa prudenziale.

Dal punto di vista organizzativo il Gruppo bancario ha individuato nella Direzione Finanza la struttura deputata a presidiare nel continuo il processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario (controllo di primo livello), in base a limiti e deleghe definiti direttamente dal CdA. Parallelamente, il monitoraggio dell'esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene a cura del Servizio di Risk Management, che provvede a rendicontare su base trimestrale al Comitato Rischi della Banca.

Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente capitale interno, il CdA del il Gruppo bancario. ha deciso di utilizzare l'algoritmo semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1, Sezione III della Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario a fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base.

L'applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici: • Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non

rientranti nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza; • Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale

attivo oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro;

• Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune attività e passività, le attività e passività sono inserite nello scadenziario secondo i criteri previsti nella circolare 272 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti”. Le posizioni in sofferenza, incagliate e scadute e/o sconfinanti deteriorate sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle previsioni di recupero dei flussi di cassa. Le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni di recupero dei flussi di cassa sono convenzionalmente allocate nelle differenti fasce temporali sulla base di una ripartizione proporzionale, utilizzando come base di riparto la distribuzione nelle varie fasce di vita residua (a parità di tipologia di deterioramento) delle previsioni di recupero effettuate sulle altre posizioni deteriorate;

• Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi (pari a 200 punti base per tutte le fasce);

• Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l'esposizione ponderata netta dei singoli aggregati approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell'aggregato nell'eventualità dello shock di tasso ipotizzato;

• Aggregazione nelle diverse valute: le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e all'aggregato delle "valute non rilevanti" sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato;

• Determinazione dell'indicatore di rischiosità, rappresentato dal rapporto tra il valore somma ottenuto e il valore dei Fondi Propri.

Per la quantificazione del capitale interno in condizioni ordinarie, il Gruppo bancario assume il valore maggiore tra quello calcolato con la metodologia e lo shock indicato in precedenza e quello calcolato con la metodologia dei percentili, che prevede la determinazione delle variazioni annuali dei tassi di interesse registrati in un periodo di osservazione di 6 anni, considerando alternativamente come shock dei tassi il 1° percentile (per lo scenario al ribasso) o il 99° percentile (per lo scenario al rialzo). In caso di scenario al ribasso il Gruppo bancario garantisce il vincolo di non negatività dei tassi.

Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione dell'adeguatezza patrimoniale (ICAAP - Internal Capital Adequacy Assessment Process) definiscono una soglia di attenzione del cennato indicatore di rischiosità ad un valore pari al 20%. Il Servizio Risk Management monitora a fini gestionali interni con cadenza trimestrale il rispetto della soglia; nel caso in cui si determini una riduzione del valore economico del Gruppo bancario superiore al 20% dei fondi propri, il Gruppo bancario attiva opportune iniziative sulla base degli interventi definiti dalla Vigilanza.

Con riferimento alla conduzione degli stress test nell'ambito del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, questi vengono svolti dal Gruppo bancario trimestralmente, attraverso un aumento di 250 punti base dello shock di tasso ipotizzato nella tabella di ponderazione.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Accanto all'attività di monitoraggio del rischio tasso sopra esposta, il Gruppo bancario si avvale anche del supporto delle reportistiche ALM mensili. Il Gruppo bancario aderisce al infatti al Servizio Consulenza Direzionale nato in seno agli organismi centrali del movimento cooperativo.

Nell'ambito dell'analisi di ALM statico la valutazione dell'impatto sul patrimonio conseguente a diverse ipotesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l'impatto sul valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento parallelo della curva dei rendimenti di +/100 e +/-200 punti base.

Tale impatto è ulteriormente scomposto per singole forme tecniche di attivo e passivo al fine di evidenziarne il contributo alla sensitività complessiva e di cogliere la diversa reattività delle poste a tasso fisso, variabile e misto.

Un'attività di controllo e gestione più sofisticata dell'esposizione complessiva al rischio tasso del Gruppo bancario avviene mediante le misurazioni offerte nell'ambito dei Reports di ALM dinamico. In particolare si procede ad analizzare la variabilità sia del margine di interesse che del patrimonio netto in diversi scenari di cambiamento dei tassi di interesse e di evoluzione del Gruppo bancario su un orizzonte temporale di 12 mesi. La simulazione impiega un'ipotesi di costanza delle masse del Gruppo bancario all'interno dell'orizzonte di analisi dei 12 mesi, in contesti di spostamento graduale del livello dei tassi pari a +/-100 punti base, andando a isolare la variabilità di margine e patrimonio nei diversi contesti. La possibilità di mettere a fuoco il contributo al risultato complessivo fornito dalle poste a tasso fisso, indicizzato ed amministrato dal il Gruppo bancario consente di apprezzare il grado di rigidità del margine in contesto di movimento dei tassi di mercato e di ipotizzare per tempo possibili correttivi.

Le analisi di ALM, prodotte mensilmente, vengono condivise dal Servizio Risk Management e Direzione Finanza nell’ambito dei Comitati Finanza e successivamente rendicontate in sede di Comitato Rischi, nell’ambito della più generale valutazione dell'esposizione al rischio tasso della Banca.

La gestione e la misurazione del rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk, che consente di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio bancario. Si rinvia alle informazioni qualitative fornite in merito nel paragrafo Rischio di tasso e di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza.

Rischio di prezzo – Portafoglio Bancario

Il portafoglio bancario accoglie nella sua quasi totalità componenti obbligazionarie e particolari tipologie di investimenti in titoli di capitale aventi la finalità di perseguire determinati obiettivi strategici di medio/lungo periodo. Nel portafoglio bancario sono altresì presenti partecipazioni che costituiscono cointeressenze in società appartenenti al sistema del Credito Cooperativo e/o in società e/o enti strumentali allo sviluppo dell'attività della Banca.

Il rischio di prezzo bancario è gestito dalla Direzione Finanza sulla base di deleghe che ne circoscrivono l'esposizione in termini di tipologia di strumenti finanziari negoziabili, di ammontare massimo investito e di altri limiti operativi (indicatori di early warning) definiti nelle policy interne del Gruppo bancario (es. valore percentuale massimo delle minusvalenze sui singoli titoli).

La gestione e la misurazione del rischio di prezzo del portafoglio bancario viene supportata da tecniche e modelli di Value at Risk, che consente di determinare, con frequenza giornaliera, gli impatti prodotti dalle variazioni della struttura dei tassi di interesse sul valore del portafoglio di bancario. Si rinvia alle informazioni qualitative fornite in merito nel paragrafo Rischio di tasso e di prezzo - Portafoglio di negoziazione di vigilanza.

Ad oggi, vista l'attuale operatività, non sono poste in essere operazioni di copertura del rischio di prezzo.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B. Attività di copertura del fair value

L’attività di copertura del fair value, effettuata nel rispetto dei principi IAS previsti per il fair value hedge, è rappresentata da un’operazione di copertura generica (macro-hedge) su un sottostante eterogeneo di attività a tasso fisso (mutui). Lo strumento di copertura utilizzato è costituito da un’operazione di Interest Rate Swap (IRS) negoziato nel corso del mese di agosto 2016 di tipo “Forward Starting”, ovvero con scambio di flussi a partire da una data futura rispetto a quella di stipula del contratto e più precisamente novembre 2016. Tale operazione ha come controparte Iccrea Banca spa, che ne fornisce anche il pricing e i test di efficacia. C. Attività di copertura dei flussi finanziari

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non pone in essere operazioni di copertura di cash flow, ossia coperture dell'esposizione alla variabilità dei flussi finanziari associati a strumenti finanziari a tasso variabile.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: EURO

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 1.474.650 964.930 1.116.830 111.944 607.477 177.989 112.951

1.1 Titoli di debito 90 169.759 1.065.406 202 404.727 117.796 24.143

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 90 169.759 1.065.406 202 404.727 117.796 24.143

1.2 Finanziamenti a banche 37.225 26.141 307 58 318

1.3 Finanziamenti a clientela 1.437.335 769.030 51.117 111.684 202.432 60.193 88.808

- c/c 320.572 21.561 9.374 27.956 16.994

- altri finanziamenti 1.116.763 747.469 41.743 83.728 185.438 60.193 88.808

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 1.116.763 747.469 41.743 83.728 185.438 60.193 88.808

2. Passività per cassa 2.658.610 395.164 174.835 153.412 982.094 5.744

2.1 Debiti verso clientela 2.643.443 42.372 30.486 40.678 4.861

- c/c 2.560.598

- altri debiti 82.845 42.372 30.486 40.678 4.861

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 82.845 42.372 30.486 40.678 4.861

2.2 Debiti verso banche 2.320 250.617 529.025

- c/c 2.251

- altri debiti 69 250.617 529.025

2.3 Titoli di debito 12.847 102.175 144.349 112.734 448.208 5.744

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 12.847 102.175 144.349 112.734 448.208 5.744

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari (84.959) (78.718) 18.680 36.889 111.642 7.644 (11.177)

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante (84.959) (78.718) 18.680 36.889 111.642 7.644 (11.177)

- Opzioni (84.959) (105.490) 18.862 37.258 114.954 12.088 7.287

+ posizioni lunghe 12.586 18.862 37.258 116.314 12.088 7.304

+ posizioni corte 84.959 118.076 1.360 17

- Altri derivati 26.772 (182) (369) (3.312) (4.444) (18.464)

+ posizioni lunghe 26.953

+ posizioni corte 181 182 369 3.312 4.444 18.464

4. Altre operazioni fuori bilancio (20.478) 7.181 1.765 1.545 2.091 444 382

+ posizioni lunghe 13.940 7.181 1.765 1.545 2.091 444 382

+ posizioni corte 34.418

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: DOLLARO USA

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 1.292 14.436 84 107 505

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 1.264 11.391 505

1.3 Finanziamenti a clientela 28 3.045 84 107

- c/c 1

- altri finanziamenti 27 3.045 84 107

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 27 3.045 84 107

2. Passività per cassa 8.827 3.349 1.314 505

2.1 Debiti verso clientela 8.331 977 1.314 505

- c/c 8.331 977 1.314 505

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche 496 2.372

- c/c

- altri debiti 496 2.372

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

243

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: STERLINE

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 108

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 108

1.3 Finanziamenti a clientela

- c/c

- altri finanziamenti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2. Passività per cassa 231

2.1 Debiti verso clientela 231

- c/c 231

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche

- c/c

- altri debiti

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

244

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: YEN

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 566 968 85

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 169

1.3 Finanziamenti a clientela 397 968 85

- c/c

- altri finanziamenti 397 968 85

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 397 968 85

2. Passività per cassa 4 1.621

2.1 Debiti verso clientela 4

- c/c 4

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche 1.621

- c/c

- altri debiti 1.621

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

245

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: DOLLARI CANADESI

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 202 5 5

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 193

1.3 Finanziamenti a clientela 9 5 5

- c/c

- altri finanziamenti 9 5 5

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 9 5 5

2. Passività per cassa 12 317

2.1 Debiti verso clientela 12

- c/c 12

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche 317

- c/c

- altri debiti 317

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

246

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: FRANCHI SVIZZERI

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 744 42

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 744

1.3 Finanziamenti a clientela 42

- c/c

- altri finanziamenti 42

- con opzione di rimborso anticipato

- altri 42

2. Passività per cassa 723

2.1 Debiti verso clientela 667

- c/c 667

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche 56

- c/c 56

- altri debiti

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

247

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: ALTRE VALUTE

Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3

mesi

Da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

Da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

Da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Da oltre

5 anni

fino a 10

anni

Oltre 10

anni

Durata

indeterminata

1. Attività per cassa 170

1.1 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

1.2 Finanziamenti a banche 170

1.3 Finanziamenti a clientela

- c/c

- altri finanziamenti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2. Passività per cassa 62 21

2.1 Debiti verso clientela 60 21

- c/c 60 21

- altri debiti

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.2 Debiti verso banche 2

- c/c 2

- altri debiti

2.3 Titoli di debito

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

2.4 Altre passività

- con opzione di rimborso anticipato

- altri

3. Derivati finanziari

3.1 Con titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

3.2 Senza titolo sottostante

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

4. Altre operazioni fuori bilancio

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

248

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

Per quanto riguarda i metodi di valutazione del rischio tasso e di prezzo si fa rinvio alle informazioni qualitative del Rischio di tasso di interesse e di prezzo - Portafoglio bancario.

Nel ricordare che la metodologia di calcolo del Var non è utilizzata al fine del calcolo dei requisiti patrimoniali, si ricordano di seguito i valori di sintesi calcolati attingendo alla misurazione giornaliera del Valore a Rischio (VaR) relativi al portafoglio bancario:

Var Parametrico 99% - 10 gg

Var medio 2016: 21.955 migliaia di euro Var Massimo 2016: 39.386 migliaia di euro Var minimo 2016: 10.106 migliaia di euro Var al 31/12/2016: 24.666 migliaia di euro

Stress test al 31/12/2016

Variazione nell'ipotesi di shock di tasso di -25 bp: 17.164 migliaia di euro Variazione nell'ipotesi di shock di tasso di +25 bp: -13.649 migliaia di euro Variazione nell'ipotesi di shock di tasso di - 50 bp: 33.196 migliaia di euro Variazione nell'ipotesi di shock di tasso di +50 bp: -27.075 migliaia di euro

L'ALM (asset liability management) consente di stimare, attraverso strumenti e tecniche di analisi, l'impatto sul conto economico e sulla struttura patrimoniale del Gruppo bancario causato da variazioni nei tassi di interesse o da mutamenti di strategia.

Come specificato nelle informazioni di natura qualitativa a proposito dei reports di ALM utilizzati, si riporta la misura di sensitività statica del patrimonio netto, elaborata in contesto di masse costanti, considerando uno shock pari a +/- 100 punti base dei tassi di interesse:

ALM STATICO 31/12/2016 Shock +/- 100 punti base dei tassi di interesse

Nell'ipotesi di aumento dei tassi di interesse nella misura "immediata" dell'1,00% in modo uniforme su tutta la curva tassi (breve, medio e lungo periodo), il valore netto di mercato (sbilancio attività e passività di bilancio e derivati diminuirebbe del 9,46%.

Nell'ipotesi di ribasso dei tassi di interesse nella misura "immediata" dell'1,00% in modo uniforme su tutta la curva tassi (breve, medio e lungo periodo) il valore netto di mercato (sbilancio attività e passività di bilancio e derivati) aumenterebbe del 22,99%.

Come specificato nelle informazioni di natura qualitativa a proposito dei reports di ALM utilizzati, si riporta la misura di sensitività dinamica elaborata in contesto di masse costanti, considerando uno scenario pari a +/- 100 punti base dei tassi di interesse in un anno (le variazioni che seguono sono calcolate rispetto alle consistenze dei Fondi Propri al 31/12/2016):

ALM DINAMICO 31/12/2016

Nell'ipotesi di aumento dei tassi di interesse nella misura dell'1,00% in 12 mesi, la variazione del margine d'interesse ad 1 anno è pari a -1,30% e la variazione del patrimonio netto ad 1 anno è pari a-21,51%.

La variazione complessiva rispetto allo scenario a tassi costanti è pari pertanto a -22,81%. Nell'ipotesi di diminuzione dei tassi di interesse nella misura dell'1,00% in 12 mesi, la variazione del margine ad 1 anno è pari a 1,36% e la variazione del patrimonio netto ad 1 anno è pari a 11,69%. La variazione complessiva rispetto allo scenario a tassi costanti è pari pertanto a 13,05%.

249

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1.2.3 RISCHIO DI CAMBIO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell'esercizio dell'attività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione netta aperta in cambi entro il 2% dei fondi propri (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1).

Inoltre, per effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio.

Alla luce dei richiamati vincoli normativi, pertanto, il Gruppo bancario rimane solo marginalmente esposta al rischio di cambio.

L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto dalla normativa di Vigilanza in materia.

La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute.

Gli assetti organizzativi interni vedono la gestione del rischio di cambio demandata alla Direzione Commerciale (Ufficio Estero), oltre che più saltuariamente alla Direzione Finanza, nell’ambito delle attività sul trading book; il monitoraggio dell’esposizione al rischio di cambio è di competenza del Servizio Risk Management, che rendiconta trimestralmente in Comitato Rischi.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L'attività di copertura del rischio cambio avviene attraverso un'attenta politica di sostanziale pareggiamento delle posizioni in valuta rilevate.

250

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

Valute

Voci Dollari USA Sterline Yen Dollari

canadesi Franchi svizzeri

Altre valute

A. Attività finanziarie 16.425 108 1.619 212 786 658

A.1 Titoli di debito 453

A.2 Titoli di capitale

A.3 Finanziamenti a banche 13.161 108 169 193 744 205

A.4 Finanziamenti a clientela 3.264 1.450 19 42

A.5 Altre attività finanziarie

B. Altre attività 253 114 14 24 362 52

C. Passività finanziarie 13.994 231 1.625 329 723 112

C.1 Debiti verso banche 2.868 1.621 317 56 2

C.2 Debiti verso clientela 11.126 231 4 12 667 110

C.3 Titoli di debito

C.4 Altre passività finanziarie

D. Altre passività

E. Derivati finanziari

- Opzioni

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

- Altri derivati

+ posizioni lunghe

+ posizioni corte

Totale attività 16.678 222 1.633 236 1.148 710

Totale passività 13.994 231 1.625 329 723 112

Sbilancio (+/-) 2.684 (9) 8 (93) 425 598

2. Modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

Il Gruppo bancario non ha modelli interni ed altre metodologie per l'analisi di sensitività del rischio cambio.

251

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1.2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI

A. Derivati finanziari

A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Attività sottostanti/Tipologia derivati Over the counter Controparti

centrali Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi di interesse 34.943 43.203

a) Opzioni 17.627 24.001

b) Swap 17.316 19.202

c) Forward

d) Futures

e) Altri

2. Titoli di capitale e indici azionari

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

3. Valute e oro

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

4. Merci 0 0

5. Altri sottostanti

Totale 34.943 43.203

252

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo

A.2.1 Di copertura

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Attività sottostanti/Tipologia derivati Over the counter Controparti

centrali Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi d'interesse 26.699

a) Opzioni

b) Swap 26.699

c) Forward

d) Futures

e) Altri

2. Titoli di capitale e indici azionari

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

3. Valute e oro

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

4. Merci

5. Altri sottostanti

Totale 26.699

253

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.2.2 Altri derivati

Attività sottostanti/Tipologia derivati

Totale 31/12/2016 Totale 31/12/2015

Over the counter Controparti

centrali Over the counter

Controparti centrali

1. Titoli di debito e tassi di interesse 254 275

a) Opzioni

b) Swap 254 275

c) Forward

d) Futures

e) Altri

2. Titoli di capitale e indici azionari

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

3. Valute e oro

a) Opzioni

b) Swap

c) Forward

d) Futures

e) Altri

4. Merci

5. Altri sottostanti

Totale 254 275

254

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologia derivati

Fair value positivo - Totale 31/12/2016

Fair value positivo - Totale 31/12/2015

Over the counter Controparti

centrali Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 1.413 1.543

a) Opzioni 14 22

b) Interest rate swap 1.399 1.521

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

B. Portafoglio bancario - di copertura 1.524

a) Opzioni

b) Interest rate swap 1.524

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

C. Portafoglio bancario - altri derivati

a) Opzioni

b) Interest rate swap

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

Totale 2.937 1.543

255

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo - ripartizione per prodotti

Portafogli/Tipologia derivati

Fair value negativo Totale 31/12/2016 Fair value negativo Totale 31/12/2015

Over the counter Controparti

centrali Over the counter

Controparti centrali

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 1.401 1.526

a) Opzioni 14 22

b) Interest rate swap 1.387 1.504

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

B. Portafoglio bancario - di copertura

a) Opzioni

b) Interest rate swap

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

C. Portafoglio bancario - altri derivati 12 17

a) Opzioni

b) Interest rate swap 12 17

c) Cross currency swap

d) Equity swap

e) Forward

f) Futures

g) Altri

Totale 1.413 1.543

256

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.5 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici

Banche Società

finanziarie Società di

assicurazione

Imprese non

finanziarie

Altri soggetti

1) Titoli di debito e tassi di interesse

- valore nozionale 14.812 2.787

- fair value positivo 1.168 240

- fair value negativo 5

- esposizione futura 106 14

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

- esposizione futura

3) Valute e oro

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

- esposizione futura

4) Altri valori

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

- esposizione futura

257

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.6 Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

Contratti rientranti in accordi di

compensazione

Governi e

banche

centrali

Altri enti

pubblici Banche

Società

finanziarie

Società di

assicurazione

Imprese

non

finanziarie

Altri

soggetti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse

- valore nozionale 17.345

- fair value positivo 5

- fair value negativo 1.396

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

3) Valute e oro

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

4) Altri valori

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

A.7 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non presenta derivati finanziari OTC non rientranti in accordi di compensazione.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A.8 Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti rientranti in accordi di compensazione

Contratti rientranti in accordi di compensazione

Governi e banche centrali

Altri enti pubblici Banche Società

finanziarie Società di

assicurazione Imprese

non finanziarie

Altri soggetti

1) Titoli di debito e tassi di interesse

- valore nozionale 26.953

- fair value positivo 1.524

- fair value negativo 12 2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo 3) Valute e oro

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo 4) Altri valori

- valore nozionale

- fair value positivo

- fair value negativo

A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali

Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno Oltre 1 anno e fino a 5 anni

Oltre 5 anni Totale

A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza 7.219 17.613 10.111 34.943

A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 7.219 17.613 10.111 34.943

A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

A.4 Derivati finanziari su altri valori

B. Portafoglio bancario 733 3.312 22.908 26.953

B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi di interesse 733 3.312 22.908 26.953

B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari

B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro

B.4 Derivati finanziari su altri valori

Totale 31/12/2016 7.952 20.925 33.019 61.896

Totale 31/12/2015 5.686 24.507 13.284 43.477

A.10 Derivati finanziari OTC: rischio di controparte/rischio finanziario - Modelli interni

Il Gruppo bancario al 31 dicembre 2016 non presenta fattispecie rientranti nella presente tabella.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

B. Derivati creditizi

Il Gruppo bancario non ha operato nel corso dell’esercizio 2016 in derivati creditizi.

C. Derivati finanziari e creditizi

C.1 Derivati finanziari e creditizi OTC: fair value netti ed esposizione futura per controparti.

Al 31 dicembre 2016 il Gruppo bancario non presenta derivati finanziari e creditizi OTC rientranti in accordi di compensazione.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1.3 - Rischio di liquidità

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Si definisce rischio di liquidità la possibilità che il Gruppo bancario non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (Funding liquidity risk) e/o di vendere proprie attività sul mercato (Asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far fronte a tali impegni. Il Funding liquidity risk, a sua volta, può essere distinto tra: (i) Mismatching liquidity risk, consistente nel rischio connesso al differente profilo temporale delle entrate e delle uscite di cassa determinato dal disallineamento delle scadenze delle attività e delle passività finanziarie di (e fuori) bilancio; (ii) Contingency liquidity risk, ossia il rischio che eventi inattesi possano richiedere un ammontare di disponibilità liquide maggiore di quello stimato come necessario; e (iii) margin calls liquidity risk, ossia il rischio che la banca, a fronte di variazioni avverse del fair value degli strumenti finanziari, sia contrattualmente chiamata a ripristinare i margini di riferimento mediante collateral/margini per cassa.

A tale proposito si evidenzia che il 17 gennaio 2015 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUCE) il Regolamento Delegato della Commissione europea (UE) n. 61/2015 in materia di Requisito di Copertura della Liquidità (Liquidity Coverage Requirement - LCR) per gli enti creditizi (di seguito, RD-LCR). Il LCR è una regola di breve termine volta a garantire la disponibilità da parte delle singole banche di attività liquide che consentano la sopravvivenza delle stesse nel breve/brevissimo termine in caso di stress acuto, senza ricorrere al mercato. L’indicatore compara le attività liquide a disposizione del Gruppo bancario con i deflussi di cassa netti (differenza tra deflussi e afflussi lordi) attesi su un orizzonte temporale di 30 giorni, quest’ultimi sviluppati tenendo conto di uno scenario di stress predefinito. Il RD-LCR è entrato in vigore il 1° ottobre 2015; a partire da tale data gli enti creditizi sono tenuti al rispetto del nuovo requisito secondo il regime transitorio previsto dall’art. 460 del CRR e dell’art. 38 del RD-LCR. In particolare, nei periodi 1° ottobre 2015/31 dicembre 2015 e 1° gennaio 2016/31 dicembre 2016 il valore minimo dell’indicatore è posto pari, rispettivamente, al 60% e 70%. A partire dal 1° gennaio 2018 deve essere rispettato un requisito del 100%. Il RD-LCR integra e, in parte, modifica quanto previsto in materia dal Regolamento n. 575/2013 (CRR) che prevede esclusivamente obblighi di natura segnaletica.

Il rischio di liquidità può essere generato da diversi fattori sia interni, sia esterni alla Banca.

Le fonti del rischio di liquidità possono, pertanto, essere distinte nelle seguenti macro-categorie: • endogene: rappresentate da eventi negativi specifici del Gruppo bancario (ad es. deterioramento

del merito creditizio del Gruppo bancario e perdita di fiducia da parte dei creditori); • esogene: quando l’origine del rischio è riconducibile ad eventi negativi non direttamente

controllabili da parte del Gruppo bancario (crisi politiche, crisi finanziarie, eventi catastrofici, ecc.) che determinano situazioni di tensione di liquidità sui mercati;

• combinazioni delle precedenti.

L’identificazione dei suddetti fattori di rischio si realizza attraverso: • l’analisi della distribuzione temporale dei flussi di cassa delle attività e delle passività finanziarie

nonché delle operazioni fuori bilancio; • l’individuazione: delle poste che non presentano una scadenza definita (poste “a vista e a revoca”)

o degli strumenti finanziari che incorporano componenti opzionali (esplicite o implicite) che possono modificare l’entità e/o la distribuzione temporale dei flussi di cassa (ad esempio, opzioni di rimborso anticipato), ovvero degli strumenti finanziari che per natura determinano flussi di cassa variabili in funzione dell’andamento di specifici sottostanti (ad esempio, strumenti derivati);

• l’analisi del livello di seniority degli strumenti finanziari.

Le fonti tipiche da cui promana il rischio di liquidità cui il Gruppo bancario è naturalmente esposta sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

I processi in cui il rischio di liquidità del Gruppo bancario si origina sono rappresentate principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.

Nel corso del 2016 la regolamentazione interna sulla gestione del rischio di liquidità è stata rivista, in particolare alla luce delle nuove disposizioni di vigilanza in materia di LCR e di RAF e delle soluzioni organizzative adottate dal Gruppo bancario per il recepimento della citata nuova disciplina di vigilanza, nonché della necessità di garantire la coerenza tra le misurazioni gestionali e quelle regolamentari. Il Gruppo bancario adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che, in conformità alla regolamentazione prudenziale in materia, persegue gli obiettivi di:

• disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;

• finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.

A tal fine, nella sua funzione di organo di supervisione strategica, il CdA del Gruppo bancario definisce le strategie, politiche, responsabilità, processi, obiettivi di rischio, soglie di tolleranza e limiti all’esposizione al rischio di liquidità (operativa e strutturale), nonché strumenti per la gestione del rischio liquidità - in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità – che vengono formalizzati nella normativa interna in materia di governo e gestione del rischio di liquidità.

La liquidità del Gruppo bancario è gestita dalla Direzione Finanza conformemente agli indirizzi strategici stabiliti dal CdA. A tal fine essa si avvale delle previsioni di impegno rilevati tramite la procedura C.R.G. (Conto di Regolamento Giornaliero) di Iccrea Banca o dello scadenzario relativo ai fabbisogni e disponibilità di liquidità nei successivi 5 – 20 giorni, manutenuto dalla medesima struttura.

Sono definiti i presidi organizzativi del rischio di liquidità in termini di controlli di linea e attività in capo alle funzioni di controllo di II e III livello. In particolare, il controllo di II livello del rischio di liquidità è di competenza del Servizio Risk Management ed è finalizzato a verificare la disponibilità di un ammontare di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel breve termine e la diversificazione delle fonti di finanziamento, nonché, al tempo stesso, il mantenimento di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta nel medio/lungo termine.

Il Gruppo bancario ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo (fino 12 mesi) su due livelli:

• il primo livello prevede il presidio giornaliero/infra-mensile della posizione di tesoreria;

• il secondo livello prevede il presidio mensile della complessiva posizione di liquidità operativa.

Per quanto concerne il presidio mensile, il Gruppo bancario misura e monitora la propria esposizione al rischio di liquidità operativa attraverso:

• l’indicatore “Liquidity Coverage Ratio” costituito dal rapporto fra le attività liquide e i flussi di cassa netti calcolati in condizioni di stress. L’indicatore è stato definito sulla base delle segnalazioni di vigilanza sul “Requisito in materia di Copertura della Liquidità” che, in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 575/2013, le banche sono tenute ad effettuare su base mensile;

• la costante verifica della maturity ladder, alimentata mensilmente con dati estratti dai dipartimentali del Gruppo bancario e riepilogata nella reportistica ALM mensile statico di Cassa Centrale Banca. Tale schema, attraverso la costruzione degli sbilanci (gap) periodali e cumulati, consente di determinare e valutare il fabbisogno (o surplus) finanziario del Gruppo bancario nell’orizzonte temporale considerato.

Per la misurazione e il monitoraggio della liquidità strutturale il Gruppo bancario si avvale del report ALM di Trasformazione delle Scadenze elaborato mensilmente da Cassa Centrale Banca che consente di monitorare durate medie e masse di impieghi a clientela, raccolta da clientela a scadenza e mezzi patrimoniali disponibili, al fine di poter valutare la coerenza e la sostenibilità nel tempo della struttura finanziaria della Banca.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Il Gruppo bancario calcola e monitora, inoltre, l’indicatore “Net Stable Funding Ratio” costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a medio-lungo termine. L’indicatore è stato definito sulla base delle segnalazioni di vigilanza sul “Finanziamento Stabile” che, in ottemperanza a quanto previsto dal Regolamento (UE) n. 575/2013, le banche sono tenute ad effettuare su base trimestrale.

Le risultanze delle analisi sopra esposte vengono presentate trimestralmente al Comitato Rischi a cura del Servizio Risk Management, e rendicontate successivamente in CdA.

Ai fini di valutare la vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili, periodicamente sono esaminati in sede di Comitato Finanza gli esiti delle prove di stress (analisi di sensitività e di scenario) contenute nel report ALM di Cassa Centrale Banca.

Il Gruppo bancario si è dotata anche di un Contingency Funding and Recovery Plan, ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFRP del Gruppo bancario sono quindi definiti gli stati di non ordinaria operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e delle unità organizzative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione delle crisi).

Il Gruppo bancario, tradizionalmente, ha registrato una più che adeguata disponibilità di risorse liquide in virtù sia della composizione dei propri asset, formati prevalentemente da strumenti finanziari liquidi di alta qualità ed eligible per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di politiche di funding volte a privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.

La composizione del portafoglio di proprietà del Gruppo bancario, formato prevalentemente da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche, le linee di credito e i finanziamenti collateralizzati attivati con Iccrea Banca e direttamente con BCE per soddisfare inattese esigenze di liquidità, nonché la regolamentazione di specifici limiti operativi al comparto rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità. Al 31 dicembre 2016 l’importo delle riserve di liquidità di alta qualità stanziabili presso la Banca Centrale Europea (BCE) ammonta a complessivi 1.553.340 migliaia di euro, di cui 886.296 migliaia di euro non impegnati (fonte report ALM di Cassa Centrale).

Il ricorso al rifinanziamento presso la BCE ammonta a 840.600 migliaia di euro ed è rappresentato prevalentemente da raccolta riveniente dalle operazioni di prestito a 4 anni denominate Targeted Long Term Refinancing Operations (TLTRO) attraverso BCE e l'istituto ICCREA di Categoria come banca capofila.

Coerentemente con le linee guida del piano industriale e le previsioni di rimborso anticipato delle operazioni eseguite con l’Eurosistema, particolare e crescente attenzione sarà data alla posizione di liquidità del Gruppo bancario.

Dal punto di vista strutturale, il Gruppo bancario, al 31 dicembre 2016 presenta una struttura per fasce di scadenza equilibrata in quanto dispone di un ammontare di provvista stabile sufficiente a bilanciare le attività a medio – lungo termine. In particolare, con riferimento al profilo di scadenza, l’ammontare delle attività a medio lungo termine, rappresentate principalmente dai mutui e dai prestiti verso clientela, risulta bilanciato dalla provvista stabile, rappresentata oltre che dal patrimonio, dalle passività a scadenza medio – lungo termine e dalle passività a vista che presentano, comunque, in base alle caratteristiche contrattuali e dei depositanti, elevati tassi di stabilità. Al fine di contenere l’esposizione al rischio di liquidità strutturale si specifica, inoltre, che risultano assai contenuti gli investimenti in titoli diversi da attività liquide (ad esempio titoli bancari, OICR, azioni), così come le immobilizzazioni (materiali ed immateriali).

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2012

Nel corso dell’esercizio 2012 il Gruppo bancario ha perfezionato due operazione di cartolarizzazione ai sensi della legge 130/1999, con il proposito di incrementare l’ammontare di attività finanziarie eligibile per le operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema e, quindi, di rafforzare la propria posizione di liquidità.

La prima (Credico Finance 10) ha riguardato esclusivamente mutui ipotecari residenziali in bonis. La seconda (Bcc SME Finance 1) ha interessato mutui commerciali, sia chirografari sia ipotecari, concesse dal Gruppo bancario a P.M.I.

Si fornisce qui di seguito un’adeguata e completa informativa al riguardo circa le due operazioni.

In Credico Finance 10 si è formalizzata la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui ipotecari in bonis assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, stipulati dal Gruppo bancario e da altre ventinove Bcc italiane.

Il soggetto organizzatore (arranger) è Iccrea Banca Spa, con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di DBRS Ratings Limited.

In data 23 aprile 2012 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro soluto, ai valori di libro, di trenta portafogli di crediti, per un importo complessivo di 1.582.439 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario per 92.577 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, Credico Finance 10 Srl, costituita ai sensi dell’art.1 della legge n.130/99 ed iscritta nell’elenco delle società veicolo tenuto dalla Banca d’Italia ai sensi del provvedimento della Banca d’Italia del 29 aprile 2011 al n. 35016.5.

L’importo del credito residuo totale al netto dei deteriorati alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 873.061 migliaia di euro, di cui 58.583 migliaia di euro relativi alla quota parte ceduta dal Gruppo bancario.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Famiglie consumatrici 616 58.583.294 100,00

Totale 616 58.583.294 100,00

Si segnala che a fine anno non vi sono posizioni classificate a sofferenza.

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in 2 classi, A (titoli senior), B (titoli junior). La classe B (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti, così come la classe A.

Più specificamente, tali titoli junior sono stati suddivisi in 30 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 15,75% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 14.577 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità,

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

che per il Gruppo bancario è di 4.600 migliaia di euro, formalizzata attraverso la costituzione di “cash reserve”.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo al Gruppo bancario, di 19.177 migliaia di euro, è determinato esclusivamente dalla somma tra l’ammontare dei titoli di classe B sottoscritti (14.577 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito utilizzata dalla società veicolo (4.600 migliaia di euro), a cui si somma il controvalore dei titoli senior sottoscritti pari a 44.589 migliaia di euro.

Per quanto concerne la procedura per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso.

A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,3% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare degli incassi complessivi effettuati nell'esercizio 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario è stato di 8.162 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 205 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 10 srl.

Nell’operazione Bcc SME Finance 1 si è formalizzata la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui commerciali (ipotecari e chirografari) in bonis concessi a P.M.I., stipulati dal Gruppo bancario e da altre ventisette Bcc italiane. Il soggetto organizzatore (arranger) è Cassa Centrale Banca Spa, con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di DBRS Ratings Limited.

In data 7 agosto 2012 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro soluto, ai valori di libro, di ventotto portafogli di crediti, per un importo complessivo di 2.189.666 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 349.305 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Bcc SME Finance 1 Srl costituita ai sensi dell’art.1 della legge n.130/99 ed iscritta al n 35037 nell'elenco delle società veicolo tenuto dalla Banca d'Italia ai sensi del provvedimento della Banca d’Italia del 29 aprile 2011.

L’importo del credito residuo totale alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 821.667 migliaia di euro, di cui 157.277 migliaia di euro relativi alla quota parte ceduta dal Gruppo bancario.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Imprese produttive 273 81.714.374 51,59%

Soc. artigiane con meno di 20 addetti 53 7.154.729 4,64%

Soc. altre con meno di 20 addetti 180 30.660.122 19,26%

Famiglie produttrici: artigiani 41 3.464.431 2,15%

Famiglie produttrici: altre 275 34.283.839 22,36%

Totale 822 157.277.495 100,00%

Si segnala che a fine anno non vi sono posizioni classificate a sofferenza.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in 2 classi, A (titoli senior), B (titoli junior). La classe B (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti, così come la classe A.

Più specificamente, tali titoli junior sono stati suddivisi in 28 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 33,9% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 118.306 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità, che per il Gruppo bancario è di 11.873 migliaia di euro, formalizzata attraverso la costituzione di “cash reserve”.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo al Gruppo bancario, di 130.179 migliaia di euro, è determinato dalla somma tra l’ammontare dei titoli di classe B sottoscritti (118.306 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito utilizzata dalla società veicolo (11.873 migliaia di euro), a cui si somma il controvalore dei titoli senior sottoscritti pari a 32.102 migliaia di euro.

Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso.

A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,25 % annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 4% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti dal Gruppo bancario è stato di 30.783 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 451 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Bcc Sme Finance 1 Srl.

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2011

Nel corso dell’esercizio 2011 il Gruppo bancario ha perfezionato una operazione di cartolarizzazione ai sensi della legge 130/1999 di mutui ipotecari in bonis, con il proposito di incrementare l’ammontare di attività finanziarie eligibile per le operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema e, quindi, di rafforzare la propria posizione di liquidità.

Si fornisce qui di seguito una adeguata e completa informativa al riguardo.

Si ricorda che il progetto realizzato ha visto la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui ipotecari in bonis assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, stipulati dal Gruppo bancario e da altre diciassette

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

Bcc italiane. Il soggetto organizzatore (arranger) è Iccrea Banca Spa, con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di DBRS Ratings Limited.

In data 30 giugno 2011 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro soluto, ai valori di libro, di diciotto portafogli di crediti, per un importo complessivo di 637.219 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 147.978 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Credico Finance 9 Srl costituita ai sensi dell’art.1 della legge n. 130/99 ed iscritta al n. 32898.9 dell’elenco generale tenuto presso l’Ufficio Italiano Cambi ai sensi dell’art.106 del D.Lgs. n. 385/1993.

L’importo del credito residuo totale al netto dei crediti deteriorati alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 320.494 migliaia di euro, di cui 82.006 migliaia di euro relativi alla quota parte ceduta dal Gruppo bancario.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Famiglie consumatrici 1.024 82.006.273 100,00

Totale 1.024 82.006.273 100,00

Si segnala che a fine anno non vi sono posizioni classificate a sofferenza.

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in 2 classi, A (titoli senior), B (titoli junior). La classe B (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc cedenti, così come la classe A.

Più specificamente, tali titoli junior sono stati suddivisi in 18 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 13,03% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 19.278 migliaia di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità, che per il Gruppo bancario è attualmente di 6.397 migliaia di euro. Per garantire la traibilità di tale linea, ogni Bcc aveva concesso al medesimo Veicolo un “mutuo a ricorso limitato” (Mrl), con dazione di titoli di Stato.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo al Gruppo bancario, di 25.665 migliaia di euro, è determinato esclusivamente dalla somma tra l’ammontare dei titoli di classe B sottoscritti (19.268 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito utilizzata dalla società veicolo (6.397 migliaia di euro), a cui si somma il controvalore dei titoli senior sottoscritti pari a 84.185 migliaia di euro.

Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,3% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare degli incassi complessivi effettuati nell'esercizio 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario è stato di 14.032 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 270 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 9 srl.

Cartolarizzazione effettuata nell’esercizio 2009

Nel corso dell’esercizio 2009 il Gruppo bancario ha perfezionato una operazione di cartolarizzazione ai sensi della legge 130/1999 di mutui ipotecari in bonis, con il proposito di incrementare l’ammontare di attività finanziarie eligible per le operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema e, quindi, di rafforzare la propria posizione di liquidità.

Si fornisce qui di seguito una adeguata e completa informativa al riguardo.

Si ricorda che il progetto realizzato ha visto la cessione di un portafoglio di crediti nascenti da mutui ipotecari in bonis assistiti da ipoteca economicamente di 1° grado, stipulati dal Gruppo bancario e da altre tredici Bcc italiane. Soggetto organizzatore (arranger) è stata Iccrea Banca Spa, con il coinvolgimento, per le necessarie valutazioni di rating, di Moody’s Investors’ Service e di DBRS Ratings Limited.

In data 23 e 24 febbraio 2009 l’operazione si è concretizzata nella cessione pro-soluto, ai valori di libro, di quattordici portafogli di crediti, per un importo complessivo di 408.022 migliaia di euro (di cui il Gruppo bancario 103.099 migliaia di euro). Acquirente è stata un’unica società veicolo, la Credico Finance 8 Srl costituita ai sensi dell’art. 1 della legge n. 130/99 ed iscritta al n. 38155 dell’elenco generale tenuto presso l’Ufficio Italiano Cambi ai sensi dell’art. 107 del D.Lgs. n. 385/1993.

L’importo del credito residuo alla data di chiusura dell’esercizio 2016 è pari a 128.516 migliaia di euro, per quanto riguarda il Gruppo bancario, il credito residuo ammonta a 41.162 migliaia di euro.

Tale credito viene di seguito distinto per settore di attività economica (valori in euro):

Settore di attività economica Numero mutui Importo Distribuzione %

Famiglie consumatrici 566 41.162.460 100,00

Totale 566 41.162.460 100,00

Si segnala che a fine anno non vi sono posizioni classificate a sofferenza.

La società veicolo ha emesso titoli obbligazionari suddivisi in 2 classi, A (titoli senior), B (titoli junior). La classe B (titoli junior), sprovvista di rating e subordinata nel rimborso alle precedenti, è stata sottoscritta dalle Bcc, così come la classe A.

Più specificamente, tali titoli junior sono stati suddivisi in 14 serie, ciascuna di importo proporzionale all’ammontare dei crediti rispettivamente ceduti dalle singole Bcc. Ognuna di queste, pertanto, ha sottoscritto esclusivamente la serie di titoli subordinati di pertinenza, con pagamento del relativo prezzo alla pari.

Il Gruppo bancario in particolare, ha acquistato una serie di titoli Junior di valore nominale pari al 9,5% dell’ammontare del proprio portafoglio ceduto, e così per un importo nominale complessivo di 9.799 migliaia

268

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

di euro.

Alla data del 31 dicembre 2016 i titoli junior sottoscritti dal Gruppo bancario non sono stati oggetto di rettifiche di valore in quanto sulla base delle informazioni attualmente disponibili non sussistono elementi tali da poter presumere il mancato rimborso né del valore nominale dei titoli stessi né degli interessi maturati alla data di chiusura dell’esercizio.

Le agenzie di rating hanno inoltre chiesto che le cedenti concedessero alla società veicolo una linea di liquidità, che per il Gruppo bancario è attualmente di 4.126 migliaia di euro. Per garantire la traibilità di tale linea, ogni Bcc aveva concesso al medesimo Veicolo un “mutuo a ricorso limitato” (Mrl), con dazione di titoli di Stato.

Stante la struttura finanziaria dell’operazione, il rischio massimo che rimane in capo al Gruppo bancario, di 13.925 migliaia di euro, è determinato dalla somma tra l’ammontare dei titoli di classe B sottoscritti (9.799 migliaia di euro) ed il valore della linea di credito utilizzata dalla società veicolo (4.126 migliaia di euro), a cui si somma il controvalore dei titoli senior sottoscritti pari a 33.475 migliaia di euro.

Per quanto concerne le procedure per il monitoraggio dei relativi rischi, il Gruppo bancario continua ad utilizzare gli strumenti di controllo già esistenti per i crediti ancora in essere nel proprio portafoglio.

Le stesse Bcc cedenti, peraltro, hanno ricevuto dalla società veicolo, in forza di apposito contratto di “servicing”, l’incarico di proseguire la gestione dei crediti ceduti. Esse, in particolare, provvedono all’incasso delle rate e cureranno, se del caso, l’eventuale contenzioso secondo i criteri individuati nel contratto stesso.

A fronte del servizio reso, esse percepiscono commissioni onnicomprensive pari allo 0,3% annuo della massa di crediti in bonis tempo per tempo gestita ed al 6% degli importi tempo per tempo recuperati su crediti in sofferenza. Per tali ultimi crediti verranno inoltre rimborsate le spese vive, comprese le spese legali, entro i limiti contrattualmente previsti.

L’ammontare degli incassi effettuati nell'esercizio 2016 a fronte dei mutui ceduti dal Gruppo bancario nca è stato di 6.197 migliaia di euro.

Per l’effettuazione di questo servizio il Gruppo bancario ha imputato, per competenza, a conto economico del 2016 l’importo di 132 migliaia di euro relativo a commissioni di servicing.

Il Gruppo bancario non ha partecipazioni nel capitale sociale della società veicolo Credico Finance 8 srl.

269

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: EURO

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

es

i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

es

i

Da o

ltre

6

mesi

fin

o a

1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

fin

o a

5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 365.887 27.690 19.403 130.433 171.159 133.941 288.780 1.676.951 1.791.681 26.143

A.1 Titoli di Stato 25 800 4.962 6.311 850.233 701.735

A.2 Altri titoli di debito 525 2.739 35.046 28.082 2.638 1.131 110.930 33.538 2

A.3 Quote di O.I.C.R. 7.460

A.4 Finanziamenti 357.902 27.690 16.639 95.387 142.277 126.341 281.338 715.788 1.056.408 26.141

- Banche 29.416 7.808 307 58 318 26.141

- Clientela 328.486 19.882 16.639 95.387 142.277 126.034 281.280 715.470 1.056.408

Passività per cassa 2.678.910 177.602 70.789 72.221 90.677 106.898 184.461 988.163 6.175

B.1 Depositi e conti correnti 2.539.792 8.138 7.845 6.891 32.108 41.228 73.951 4.883

- Banche 2.251

- Clientela 2.537.541 8.138 7.845 6.891 32.108 41.228 73.951 4.883

B.2 Titoli di debito 88.713 29.466 12.945 4.711 58.569 65.670 110.510 454.255 6.175

B.3 Altre passività 50.405 139.998 49.999 60.619 529.025

Operazioni "fuori bilancio" 12 (2.130) (16) (182) (152) (4.591)

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

12

- Posizioni lunghe 1.413

- Posizioni corte 1.401

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

(2.130) (16) (182) (152) (4.591)

- Posizioni lunghe 2.203 64 1.800 1.933 2.766 2.308 2.639 13.635

- Posizioni corte 4.333 64 1.800 1.949 2.766 2.490 2.791 18.226

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

270

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: DOLLARO USA

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

es

i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

es

i

Da o

ltre

6

mesi

fin

o a

1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

fin

o a

5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 1.225 71 11.407 173 2.872 84 114 505

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 1.225 71 11.407 173 2.872 84 114 505

- Banche 1.193 71 11.391 505

- Clientela 32 16 173 2.872 84 114

Passività per cassa 8.827 2.372 977 1.314 505

B.1 Depositi e conti correnti 8.331 2.372 977 1.314 505

- Banche 8.331 2.372

- Clientela 977 1.314 505

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività 496

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

271

Page 272: Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’Alba · Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’AlbaG 4 -9 SALUTO DEL PRESIDENTE 11 INDICATORI Principali indicatori

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: STERLINE

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

es

i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

es

i

Da o

ltre

6

mesi

fin

o a

1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

fin

o a

5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 108

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 108

- Banche 108

- Clientela

Passività per cassa 231

B.1 Depositi e conti correnti 231

- Banche

- Clientela 231

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

272

Page 273: Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’Alba · Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’AlbaG 4 -9 SALUTO DEL PRESIDENTE 11 INDICATORI Principali indicatori

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: YEN

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

es

i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

es

i

Da o

ltre

6

mesi

fin

o a

1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

fin

o a

5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 567 31 45 897 85

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 567 31 45 897 85

- Banche 169

- Clientela 398 31 45 897 85

Passività per cassa 4 1.621

B.1 Depositi e conti correnti 4 1.621

- Banche 1.621

- Clientela 4

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

273

Page 274: Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’Alba · Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’AlbaG 4 -9 SALUTO DEL PRESIDENTE 11 INDICATORI Principali indicatori

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: DOLLARO CANADESE

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

es

i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

es

i

Da o

ltre

6

mesi

fin

o a

1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

fin

o a

5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 203 5 5

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 203 5 5

- Banche 193 5 5

- Clientela 10

Passività per cassa 12 317

B.1 Depositi e conti correnti 12 317

- Banche 317

- Clientela 12

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

274

Page 275: Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’Alba · Bilancio Consolidato 2016 | ruppo bancario Banca d’AlbaG 4 -9 SALUTO DEL PRESIDENTE 11 INDICATORI Principali indicatori

Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: FRANCHI SVIZZERI

Voci/Scaglioni temporali

A v

ista

Da o

ltre

1

gio

rno

a 7

g

iorn

i

Da o

ltre

7

gio

rni

a 1

5

gio

rni

Da o

ltre

15

g

iorn

i a 1

m

ese

Da o

ltre

1

mese f

ino

a

3 m

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i

Da o

ltre

3

mesi

fin

o a

6 m

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Da o

ltre

6

mesi

fin

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1 a

nn

o

Da o

ltre

1

an

no

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5 a

nn

i

Olt

re 5

an

ni

Du

rata

in

dete

rmin

ata

Attività per cassa 744 42

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 744 42

- Banche 744

- Clientela 42

Passività per cassa 723

B.1 Depositi e conti correnti 723

- Banche 56

- Clientela 667

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

275

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: ALTRE VALUTE

Voci/Scaglioni temporali

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Attività per cassa 172

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri titoli di debito

A.3 Quote di O.I.C.R.

A.4 Finanziamenti 172

- Banche 172

- Clientela

Passività per cassa 60

B.1 Depositi e conti correnti 60

- Banche

- Clientela 60

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.4 Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- Posizioni lunghe

- Posizioni corte

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale

- posizioni lunghe

- posizioni corte

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

1. 4 Gruppo bancario - Rischi operativi

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Natura del rischio operativo

Il rischio operativo, così come definito dalla regolamentazione prudenziale, è il rischio di subire perdite derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazione e strategico.

A seguito del 15° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 263/2006 del 2 luglio 2013, rientra fra le diverse fattispecie del rischio operativo anche il rischio informatico.

Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività del Gruppo bancario e riguardano l’intera struttura della stessa (governo, business e supporto).

Principali fonti di manifestazione

Il rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversalmente da tutti i processi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Nell’ambito dei rischi operativi, risultano significative le seguenti sottocategorie di rischio, enucleate dalle stesse disposizioni di vigilanza:

• il rischio informatico ossia il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione (Information and Comunication Technology – ICT);

• il rischio di esternalizzazione ossia legato alla scelta di esternalizzare a terzi fornitori lo svolgimento di una o più attività aziendali. Il Gruppo bancario ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli Organi di Vertice che sulle diverse unità organizzative aziendali (process owner), finalizzate al presidio del rischio in esame.

Struttura organizzativa preposta al controllo del rischio

Il Gruppo bancario ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli Organi di Vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un efficace sistema di misurazione e controllo del rischio operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e gestione del rischio operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al sistema di gestione del rischio operativo.

Il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa.

Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative, ciascuna delle quali è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei processi

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

nei quali il rischio in argomento si può manifestare. Tra queste, il Servizio di Risk Management è responsabile dell’analisi e valutazione dei rischi operativi, garantendo un’efficace e puntuale valutazione dei profili di manifestazione relativi, nel rispetto delle modalità operative di propria competenza; nello specifico, la funzione è responsabile della definizione e dell’aggiornamento del sistema di raccolta dei dati di perdita operativa e ad essa è richiesto di presiedere il complessivo processo di rilevazione delle perdite al fine di accertarne la corretta esecuzione.

Relativamente al Rischio Informatico, la Funzione ICT del Gruppo bancario assicura, con il supporto del Centro Servizi e dei fornitori di riferimento, il monitoraggio del livello di rischio residuo afferente le risorse componenti il sistema informativo del Gruppo bancario, nonché la realizzazione dei necessari presidi di mitigazione qualora il rischio ecceda la soglia di propensione definita.

Sempre con riferimento ai presidi organizzativi di secondo livello, assume rilevanza anche il contributo della Funzione di Conformità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di condotta, codici di autodisciplina).

La Funzione di Revisione Interna, infine, nel più ampio ambito delle attività di controllo di terzo livello, effettua specifiche e mirate verifiche sull’incidenza dei rischi operativi e sull’efficacia dei presidi adottati.

Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di gestione.

Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, il Gruppo bancario, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).

Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”), riferito alla situazione di fine esercizio (31 dicembre). Qualora da una delle osservazioni risulti che l’indicatore rilevante è negativo o nullo, non si tiene conto di questo dato nel calcolo della media triennale.

Sotto il profilo della gestione del rischio operativo, il sistema dei controlli interni costituisce il presidio principale per la relativa prevenzione e il contenimento. A partire dall’anno 2015, il Servizio Risk Management ha avviato una serie di attività funzionali alla raccolta, conservazione ed analisi di dati interni relativi a eventi e perdite operative più significativi. Tali processi, che in applicazione del principio di proporzionalità si svolgono con modalità semplificate, prevedono il coinvolgimento diretto dei singoli responsabili di processo con l’obiettivo di:

• analizzare le fasi di processo, al fine di valutare i controlli di linea e intercettare la potenziale esposizione di determinate attività/lavorazioni al rischio operativo;

• censire periodicamente (ad evento) il manifestarsi di situazioni di perdita riconducibili a possibili fattispecie di rischi operativi all’interno del database Risk Shelter. Si tratta di un archivio delle perdite sviluppato a livello consortile nell’ambito della regionale Federazione, che consente di condividere (in forma anonima) le evidenze banca con le esperienze di raccolta degli eventi di perdita delle altre banche aderenti, aumentando la massa critica di eventi che costituiscono una potenziale fonte latente di rischi operativi.

Relativamente al Rischio Informatico, sono stati predisposti degli indicatori specifici che vengono consuntivati annualmente dalla Funzione ICT, con il supporto del Centro Servizi e dei fornitori di riferimento, al fine di predisporre un Rapporto Sintetico sulla situazione del rischio Informatico così come

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

richiesto dalle Disposizioni di Vigilanza (Capitolo 4, Titolo IV, Parte Prima della Circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia).

Con riguardo al complessivo disegno di un framework integrato per il governo dei rischi operativi rilevano, anche, i presidi adottati nel contesto dell’adeguamento alla nuova disciplina in materia di esternalizzazione di funzionali aziendali al di fuori del Gruppo bancario, introdotte con il 15° aggiornamento alla Circolare n. 263/2006 della Banca d’Italia, che definiscono un quadro organico dei principi e delle regole cui attenersi per procedere all’esternalizzazione di funzioni aziendali e richiedono l’attivazione di specifici presidi a fronte dei rischi connessi, nonché il mantenimento della capacità di controllo dell’operato del fornitore e delle competenze necessarie all’eventuale re-internalizzazione, in caso di necessità, delle attività esternalizzate.

È bene preliminarmente evidenziare, proprio a tale ultimo riguardo, come il Gruppo bancario si avvalga, in via prevalente, dei servizi offerti da società/enti appartenenti al Sistema del Credito Cooperativo, costituite e operanti nella logica di servizio prevalente - quando non esclusivo - alle BCC-CR, offrendo soluzioni mirate, coerenti con le caratteristiche delle stesse. Queste circostanze costituiscono, già in quanto tali, una mitigazione dei rischi assunti dal Gruppo bancario nell’esternalizzazione di funzioni di controllo od operative importanti (ad esempio, con riguardo alla possibilità, in caso di necessità di interrompere il rapporto di fornitura, di individuare all’interno del network un fornitore omologo, con costi e impegni più contenuti rispetto a quelli che sarebbero altrimenti ipotizzabili, stante l’uniformità dei modelli operativi e dei presupposti del servizio con i quali ciascun outsourcer interno alla Categoria ha dimestichezza e opera).

Ciò posto, pur se alla luce delle considerazioni richiamate, considerata la rilevanza che il ricorso all’esternalizzazione assume per il Gruppo bancario, è stata condotta un’attenta valutazione delle modalità, dei contenuti e dei tempi del complessivo percorso di adeguamento alle nuove disposizioni.

Con riguardo a tutti i profili di esternalizzazione in essere, sono state attivate, in ottemperanza e adesione ai riferimenti e alle linee guida prodotti a riguardo dalla Categoria, le modalità atte ad accertare il corretto svolgimento delle attività da parte del fornitore predisponendo, in funzione delle diverse tipologie, differenti livelli di protezione contrattuale e di controllo, nonché flussi informativi dedicati, con riguardo all’elenco delle esternalizzazione di funzioni operative importanti e di funzioni aziendali di controllo.

Gli accordi di esternalizzazione formalizzati in un apposito contratto sono in corso di revisione per assicurare che riportino dettagliatamente le attività oggetto di esternalizzazione; il perimetro di applicazione con i rispettivi diritti / obblighi / responsabilità (nel rispetto delle leggi e dei regolamenti applicabili); le modalità di svolgimento del servizio; le condizioni al verificarsi delle quali possono essere apportate modifiche; la durata; le modalità di rinnovo e di interruzione; le condizioni economiche; le clausole di protezione dei dati personali, dei dati personali sensibili, delle informazioni riservate di proprietà del Gruppo bancario. In tale ambito e con riferimento all’esternalizzazione di funzioni operative importanti e di funzioni aziendali di controllo, che comporta obblighi più stringenti in termini di vincoli contrattuali e di specifici requisiti richiesti al fornitore (inerenti, tra l’altro, la definizione di specifici livelli di servizio, oggettivi e misurabili e delle relative soglie di rilevanza) è in corso di completamento la definizione dei livelli di servizio assicurati in caso di emergenza e le collegate soluzioni di continuità; è stato contemplato di prevedere contrattualmente (i) il diritto di accesso, per l’Autorità di Vigilanza, ai locali in cui opera il fornitore di servizi; (ii) la presenza di specifiche clausole risolutive per porre fine all’accordo di esternalizzazione in caso di particolari eventi che impediscano al Fornitore di garantire il servizio o in caso di mancato rispetto del livello di servizio concordato.

Il Gruppo bancario mantiene internamente la competenza richiesta per controllare efficacemente le funzioni operative importanti (FOI) e per gestire i rischi connessi con l’esternalizzazione, inclusi quelli derivanti da potenziali conflitti di interessi del fornitore di servizi. In tale ambito, è stato individuato all’interno dell’organizzazione, un referente interno per le attività esternalizzate, dotato di adeguati requisiti di professionalità, responsabile del controllo del livello dei servizi prestati dall’outsourcer e sanciti nei

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

rispettivi contratti di esternalizzazione e dell’informativa agli Organi Aziendali sullo stato e l’andamento delle funzioni esternalizzate.

Con riguardo, all’esternalizzazione del contante, oltre a quelli sopra richiamati, sono già attivi i presidi ulteriori richiesti dalla specifica normativa di riferimento, legati alla particolare operatività. Anche con riguardo all’esternalizzazione del sistema informativo/di componenti critiche del sistema informativo sono in corso di revisione i riferimenti contrattuali alla luce degli ulteriori obblighi a carico del fornitore, legati alla gestione dei dati e alla sicurezza logica degli applicativi.

Più in generale, nell’ambito delle azioni intraprese nella prospettiva di garantire la piena conformità alla regolamentazione introdotta da Banca d’Italia attraverso il già citato 11° aggiornamento della Circolare 285/13, rilevano le iniziative collegate al completamento delle attività di recepimento nei profili organizzativi e nelle disposizioni interne dei riferimenti di cui ai capitoli 4 (sistemi informativi) e 5 (continuità operativa) della citata nuova disciplina.

In tale ambito il Gruppo bancario, riconoscendo il valore della gestione del rischio informatico quale strumento a garanzia dell’efficacia ed efficienza delle misure di protezione del proprio sistema informativo, ha definito, in stretto raccordo con riferimenti progettuali elaborati nelle competenti sedi associative ed in conformità con i principi e le disposizioni normative vigenti, una metodologia per l’analisi del rischio informatico e del relativo processo di gestione (inclusiva dei profili attinenti l’erogazione di servizi informatici attraverso l’esternalizzazione dei servizi ICT verso fornitori esterni) che si incardinerà nel più ampio sistema di gestione dei rischi del Gruppo bancario.

L’adozione di tale metodologia permetterà di integrare la gestione dei rischi operativi considerando anche i rischi connessi ai profili IT e di continuità operativa e documentare la valutazione, del rischio informatico sulla base dei flussi informativi continuativi stabiliti con il Centro Servizi.

L’adozione di tali riferimenti è propedeutica all’impostazione del processo di verifica, almeno annuale, della valutazione del rischio informatico sulla base dei risultati del monitoraggio dell'efficacia delle misure di protezione delle risorse ICT.

Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione di un “Piano di Continuità Operativa e di emergenza”, volto a cautelare il Gruppo bancario a fronte di eventi critici che possono inficiarne la piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti.

I riferimenti adottati sono stati rivisti e integrati alla luce dei requisiti introdotti con il capitolo 5, titolo IV, Parte Prima della Circolare 285/13 della Banca d’Italia, per supportare la conformità alle disposizioni di riferimento. Pur non risultando infatti necessario, in generale, modificare la strategia di continuità operativa adottata perché di fatto le nuove disposizioni, se aggiungono taluni adempimenti, non incidono sulle strategie di fondo del piano di continuità (che appaiono coerenti con quelle declinate nelle disposizioni precedenti e nei riferimenti a suo tempo adottati del Gruppo bancario), si è ritenuto opportuno - nell’ambito dell’ordinario processo di revisione del piano di continuità operativa - procedere a talune integrazioni.

In particolare, il piano di continuità operativa è stato aggiornato con riferimento agli scenari di rischio. I nuovi scenari di rischio definiti - in linea di massima compatibili con quelli già in precedenza declinati – risultano maggiormente cautelativi anche rispetto a quelli contemplati nelle attuali disposizioni. Il piano di disaster recovery stabilisce le misure tecniche e organizzative per fronteggiare eventi che provochino l’indisponibilità dei centri di elaborazione dati. Tale piano, finalizzato a consentire il funzionamento delle procedure informatiche rilevanti in siti alternativi a quelli di produzione, costituisce parte integrante del piano di continuità operativa. I piani di continuità operativa e di emergenza sono riesaminati periodicamente al fine di assicurarne la coerenza con le attività e le strategie gestionali in essere. Tali piani sono sottoposti a test periodici per accertarne l’effettiva applicabilità.

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Parte E – Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura | Nota Integrativa 2016

INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA

Sulla base dell’esperienza storica maturata nell’attività di censimento dei rischi operativi, la principale fonte di rischio operativo per ammontare di perdita subita, è rappresentata da eventi connessi a “Clientela, prodotti e pratiche di business”, tipicamente connessa all’attività di gestione dei reclami.

La seconda categoria per ammontare delle manifestazioni di perdita, è rappresentata da eventi di “Frode esterna” che include le perdite derivanti da atti commessi da terze parti identificate come frodi, contraffazione, falsificazione e manipolazione assegni.

Le prime evidenze tracciate sulle perdite derivanti da disfunzioni dei sistemi informatici, viceversa, appaiono ancora modeste.

Con specifico riferimento agli eventi di perdita operativa chiusi nel corso dell’anno 2016, si registra una maggiore incidenza degli eventi connessi a “Clientela, prodotti e pratiche di business”, seguite dagli errori operativi da “Esecuzione, consegna e gestione dei processi” aziendali da parte del personale del Gruppo bancario.

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

PARTE F - Informazioni sul patrimonio consolidato

Per quanto riguarda gli aspetti segnaletici, in riferimento alla possibilità di avvalersi dell'esonero dell'invio delle segnalazioni consolidate previsto dalla Circ. 229 - Titolo IV - Capitolo 1 - Sezione III – e dalla Circ. 115 - paragrafo 1.4 - Metodi di consolidamento, tenuto conto:

a) dell’avvenuta verifica effettuata su dati al 31/12/2016 dell’Immobiliare Banca d’Alba srl a Socio unico, i quali rispettano i limiti che consentono di escludere dall'applicazione dei metodi di consolidamento le imprese il cui totale di bilancio (comprese le garanzie rilasciate, gli impegni a erogare fondi e i titoli di terzi in deposito) risulti inferiore al più basso dei due importi di seguito indicati:

• 1 per cento del totale di bilancio (definito in modo analogo) della società capogruppo o della singola banca partecipante;

• 10 milioni di euro; b) del fatto che nel Gruppo bancario Banca d'Alba è consolidata la sola società "Immobiliare Banca

d'Alba srl a Socio Unico”.

Ci si è avvalsi dell’opzione che consente l’esclusione dall’applicazione dei metodi di consolidamento a livello di Segnalazioni di Vigilanza, fermo restando l’intenzione di verificare con cadenza semestrale il rispetto dei sopracitati requisiti.

Sezione 1 - Il patrimonio consolidato

A. Informazioni di natura qualitativa

Una delle consolidate priorità strategiche del Gruppo bancario è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Il patrimonio costituisce il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria e il principale parametro di riferimento per le valutazioni dell'autorità di vigilanza sulla solidità delle banche. Esso contribuisce positivamente anche alla formazione del reddito di esercizio e fronteggia adeguatamente tutte le immobilizzazioni tecniche e finanziarie del Gruppo bancario.

L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, il Gruppo bancario ricorre soprattutto all'autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle riserve attraverso la destinazione degli utili netti. Il Gruppo bancario destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio.

Il patrimonio netto del Gruppo bancario è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e dall'utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione.

La nozione di patrimonio che il Gruppo bancario utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile alla nozione di “fondi propri” come stabilita dal Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nelle componenti del capitale primario di classe 1 (CET 1), coincidente per l’Istituto con la nozione di capitale di classe 1 (Tier 1), e del capitale di classe 2 (Tier 2).

Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio del Gruppo bancario, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica sia di operatività corrente. Esso costituisce il presidio principale dei rischi aziendali secondo le disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili perdite prodotte dall'esposizione del Gruppo bancario ai rischi predetti, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti dei depositanti e dei creditori in generale.

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle richiamate disposizioni di vigilanza, in base alle quali:

• il capitale primario di classe 1 del Gruppo bancario (“CET1 capital ratio”) deve ragguagliarsi almeno al 4,5% del totale delle attività di rischio ponderate (“risk weighted assets”, RWA);

• il capitale di classe 1 (“Tier 1 capital ratio”) deve rappresentare almeno il 6% del totale delle predette attività ponderate;

• il complesso dei fondi propri del Gruppo bancario (“Total Capital ratio”) deve attestarsi almeno all'8% del totale delle attività ponderate.

Le risk weighted assets vengono determinate in relazione ai profili di rischio del cosiddetto “primo pilastro” della normativa di Basilea, rappresentati dai rischi di credito e di controparte (misurati in base alla categoria delle controparti debitrici, alla durata e tipologia delle operazioni e alle garanzie personali e reali ricevute), dai rischi di mercato sul portafoglio di negoziazione e dal rischio operativo.

Le disposizioni di vigilanza richiedono inoltre che siano detenute risorse patrimoniali aggiuntive di capitale primario di classe 1 rispetto ai citati requisiti minimi obbligatori, destinate a essere utilizzate nelle fasi avverse di mercato per preservare il livello minimo di capitale regolamentare (“riserva di conservazione del capitale”, al 31/12/2016 quantificate in misura pari al 2,5% delle complessive attività di rischio ponderate).

Con l’emanazione a ottobre 2016 del 18° aggiornamento alla Circ. 285/13, la Banca d’Italia ha ricondotto, a far data dal 1° gennaio 2017, la disciplina transitoria della riserva di capitale (capital conservation buffer – CCB) a quanto previsto, in via ordinaria, dalla CRD IV.

Tale modifica è stata motivata dalle esigenze rivenienti dall’evoluzione del quadro istituzionale e normativo (caratterizzato da una sempre maggiore integrazione dei processi di supervisione all’interno dell’area Euro) e dalla volontà di minimizzare le differenze nella disciplina prudenziale in concreto applicabile alle banche italiane rispetto agli altri paesi. La misura del requisito di riserva del capitale, non più “assorbito” dal requisito aggiuntivo, verrà quindi ricondotta nel 2017 a quanto previsto dal regime transitorio adottato con il già citato 18° aggiornamento con riguardo al periodo di applicazione delle misure post SREP 2016, ovvero, l’1,25%.

L’articolo 97 della CRD IV stabilisce che la Banca d’Italia, a mezzo dello SREP, riesamina e valuta periodicamente il processo di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale condotto internamente, analizza i profili di rischio del Gruppo bancario singolarmente e in un’ottica aggregata, anche in condizioni di stress e il relativo contributo al rischio sistemico; valuta il sistema di governo aziendale, la funzionalità degli organi, la struttura organizzativa e il sistema dei controlli interni; verifica l’osservanza del complesso delle regole prudenziali. Al termine di tale processo, a fronte della rischiosità complessiva dell’intermediario, la Banca d’Italia, ai sensi dell’art. 104 della CRD IV, ha il potere - tra l’altro - di imporre un requisito patrimoniale aggiuntivo rispetto ai requisiti minimi sopra richiamati; i ratios patrimoniali quantificati tenendo conto dei requisiti aggiuntivi assumono carattere vincolante.

Alla luce della valutazione condotta, la Banca d’Italia ha stabilito che il Gruppo bancario era tenuta ad applicare nell’anno 2016 i seguenti requisiti di capitale a livello individuale:

• Coefficiente di capitale primario di classe 1 (“CET 1 ratio”) pari al 7 %, comprensivo della riserva di conservazione del capitale del 2,5%, vincolante (“target ratio”) nella misura del 4,9%, di cui 4,5% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,4% a fronte dei requisiti aggiuntivi ad esito dello SREP;

• Coefficiente di capitale di classe 1 (“Tier 1 ratio”) pari all’8,5%, comprensivo della riserva di conservazione del capitale del 2,5%, vincolante (“target ratio”) nella misura del 6,6%, di cui 6% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,6% a fronte dei requisiti aggiuntivi ad esito dello SREP;

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

• Coefficiente di capitale totale (“Total Capital ratio”) pari al 10,5%, comprensivo della riserva di conservazione del capitale del 2,5%, vincolante (“target ratio”) nella misura dell’8,8%, di cui 8% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 0,8% a fronte dei requisiti aggiuntivi ad esito dello SREP.

Per le banche di credito cooperativo sono inoltre previsti ulteriori limiti prudenziali all'operatività aziendale quali:

• il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio;

• il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata generalmente nei comuni ove il Gruppo bancario ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi.

Accanto al rispetto dei richiamati coefficienti patrimoniali minimi obbligatori a fronte dei rischi di “primo pilastro”, la normativa di vigilanza richiede agli intermediari vigilati di misurare/valutare la complessiva adeguatezza patrimoniale del Gruppo bancario (sia in chiave attuale, sia in chiave prospettica che in ipotesi di “stress”) a fronte degli ulteriori rischi c.d. di “secondo pilastro” come, in particolare, i rischi di concentrazione, di tasso di interesse, di liquidità, di leva finanziaria eccessiva ecc.. Questa circostanza di fatto amplia il concetto di adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della banca stessa.

Il Gruppo bancario si è pertanto dotata di processi, metodologie e strumenti per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale, prospettica e in situazione di “stress”, che tenga conto delle strategie deliberate dal Consiglio di Amministrazione e dell’evoluzione del contesto di riferimento (“Internal Capital Adequacy Assessment Process”, ICAAP).

La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del patrimonio avviene, nel continuo, con periodicità trimestrale, attraverso il monitoraggio di una serie di indicatori regolamentari e gestionali attinenti alla struttura patrimoniale e finanziaria del Gruppo bancario (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e al grado di copertura dei rischi.

L'attuale consistenza patrimoniale consente il pieno rispetto delle soglie di vigilanza prudenziale previste in genere per le banche, nonché quelle specifiche assegnate all’Istituto dalla Banca d’Italia a mezzo della capital decision.

B. Informazioni di natura quantitativa

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio del Gruppo bancario.

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

B.1 Patrimonio consolidato: ripartizione per tipologia di impresa

Voci/Valori Gruppo

bancario

Imprese

assicurazione Altre imprese

Elisioni e

aggiustamenti

da

consolidamento

Totale

31/12/2016

Capitale sociale 46.781 46.781

Sovrapprezzi di emissione 8.302 8.302

Riserve 238.974 238.974

Strumenti di capitale

(Azioni proprie)

Riserve da valutazione 9.061 9.061

- Attività finanziarie disponibili per la vendita 9.256 9.256

- Attività materiali

- Attività immateriali

- Copertura di investimenti esteri

- Copertura dei flussi finanziari

- Differenze di cambio

- Attività non correnti in via di dismissione

- Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a

benefici definiti (895)

(895)

- Quote delle riserve da valutazione relative alle

partecipate valutate al patrimonio netto

- Leggi speciali di rivalutazione 700 700

Utile (perdita) d'esercizio del gruppo e di terzi 13.041 13.041

Patrimonio netto 316.159 316.159

Il capitale del Gruppo bancario è costituito da azioni ordinarie del valore nominale unitario di 2,58 euro.

Ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento.

Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale), nonché le riserve positive e negative

connesse agli effetti della transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS.

Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita, comprese nella sottovoce 6) sono

dettagliate nella successiva tabella B.2 “Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la

vendita: composizione”.

B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività/Valori

Gruppo bancario Imprese

assicurazione Altre imprese

Elisioni e aggiustamenti da consolidamento

Totale 31/12/2016

Ris

erv

a

po

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iva

Ris

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ga

tiv

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a

1. Titoli di debito 14.503 (5.417) 14.503 (5.417)

2. Titoli di capitale

3. Quote O.I.C.R. 250 (80) 250 (80)

4. Finanziamenti

Totale 31/12/2016 14.753 (5.497) 14.753 (5.497)

Totale 31/12/2015 28.749 (5.782) 28.749 (5.782)

285

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari che presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value superiore al costo ammortizzato (attività finanziarie plusvalenti).

Nella colonna “riserva negativa” è indicato, per converso, l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari che presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value inferiore al costo ammortizzato (attività finanziarie minusvalenti).

Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali 23.994 (237) (790)

2. Variazioni positive 24.896 354 1.844

2.1 Incrementi di fair value 6.111 415

2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 1.975 354 1.318

- da deterioramento

- da realizzo 1.975 354 1.318

2.3 Altre variazioni 16.810 111

3. Variazioni negative (39.804) (117) (884)

3.1 Riduzioni di fair value (6.828) (172)

3.2 Rettifiche da deterioramento

3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo

(23.533) (127)

3.4 Altre variazioni (9.443) (117) (585)

4. Rimanenze finali 9.086 0 170

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Riserva

1. Esistenze iniziali (762)

2. Variazioni positive 51

2.1 Utili attuariali relativi ai piani previdenziali a benefici definiti

2.2 Altre variazioni 51

2.3 Operazioni di aggregazione aziendale

3. Variazioni negative (184)

3.1 Perdite attuariali relative a piani previdenziali a benefici definiti 184

3.2 Altre variazioni

3.3 Operazioni di aggregazione aziendale

4. Rimanenze finali (895)

Nelle sottovoci 2.2 “altre variazioni” e 3.2. “altre variazioni” sono comprese le variazioni relative alla fiscalità.

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Parte F – Informazioni sul patrimonio consolidato | Nota Integrativa 2016

Sezione 2 - I fondi propri e i coefficienti di vigilanza bancari

In considerazione dell’opzione indicata in premessa alla presente parte di nota integrativa, il cui esercizio ha consentito l’esclusione dall’applicazione dei metodi di consolidamento, e tenuto conto dell’effetto immateriale derivante dal consolidamento di Immobiliare Banca d’Alba s.r.l. a socio unico, per il contenuto della presente sezione si rimanda alla corrispondente sezione di nota integrativa del bilancio della Capogruppo Banca d’Alba.

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Parte G – Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda | Nota Integrativa 2016

PARTE G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda

Sezione 1 - Operazioni realizzate durante l'esercizio

Si rimanda a quanto esposto nel capitolo della Relazione sulla Gestione - L’ evoluzione prevedibile della gestione del presente bilancio.

Sezione 2 - Operazioni realizzate dopo la chiusura dell'esercizio

Si rimanda a quanto esposto nel capitolo della Relazione sulla Gestione - L’ evoluzione prevedibile della gestione del presente bilancio.

Sezione 3 - Rettifiche retrospettive

Il Gruppo bancario non ha ravvisato la necessità di effettuare rettifiche retrospettive.

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Parte H – Operazioni con parti correlate | Nota Integrativa 2016

PARTE H - Operazioni con parti correlate

1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategiche

La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l'ammontare dei compensi di competenza dell'esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica, intendendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività del Gruppo bancario, compresi gli Amministratori e i Sindaci del Gruppo bancario.

Si precisa che l'emolumento comprende i gettoni di presenza e le indennità di carica loro spettanti.

Importo

- Stipendi e altri benefici a breve termine 1.690

- Benefici successivi al rapporto di lavoro 236

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Attivo Passivo Ricavi Costi

Controllate 7.500 3 367

Amministratori, Sindaci e Dirigenti 391 1.477 46 6

Altre parti correlate 73.477 98.758 726 742

Totale 81.368 100.236 775 1.115

Le garanzie rilasciate ammontano a 18.966 migliaia di euro e quelle ricevute sono pari a 48.870 migliaia di euro.

Le altre parti correlate sono rappresentate da entità soggette al controllo o all’influenza notevole di Amministratori, Sindaci o Dirigenti, ovvero dai soggetti che possono avere influenza o essere influenzati dai medesimi, gli stretti familiari degli Amministratori, dei Sindaci e degli altri Dirigenti con responsabilità strategica, nonché le società controllate dai medesimi soggetti o dai loro stretti familiari.

I rapporti e le operazioni intercorse con parti correlate non presentano elementi di criticità, in quanto sono riconducibili all'ordinaria attività di credito e di servizio.

Durante l'esercizio non sono state poste in essere operazioni di natura atipica o inusuale con parti correlate che, per significatività o rilevanza d’importo, possano aver dato luogo a dubbi in ordine alla salvaguardia del patrimonio aziendale. L'iter istruttorio relativo alle richieste di affidamento avanzate dalle parti correlate segue il medesimo processo di concessione creditizia riservato ad altre controparti non correlate con analogo merito creditizio, con alcuni correttivi a maggior presidio della corretta applicazione delle disposizioni vigenti. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo del gruppo bancario trovano applicazione l'art. 136 del D.Lgs. 385/1993 e l'art. 2391 del codice civile.

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Parte H – Operazioni con parti correlate | Nota Integrativa 2016

In proposito il Gruppo bancario, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 26 giugno 2012 e successive modifiche del 20 maggio 2013 si è dotata di una “Policy sulle procedure deliberative soggetti collegati” e di un “Regolamento sulle politiche in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati”, disciplinante le procedure deliberative e i limiti quantitativi prudenziali e di propensione al rischio per tali operazioni, nonché gli assetti organizzativi e il sistema dei controlli interni atti ad assicurare il rispetto delle vigenti disposizioni normative.

Tali documenti sono stati oggetto di aggiornamento con delibera del Consiglio di Amministrazione del 20/06/2016.

Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre nel rispetto della normativa vigente, dando adeguata motivazione delle ragioni e della convenienza per la conclusione delle stesse.

In particolare, ai dirigenti con responsabilità strategiche vengono applicate:

• le condizioni riservate a tutto il personale o previste dal contratto di lavoro

• le condizioni della clientela di analogo profilo professionale e standing.

Le operazioni con parti correlate non hanno incidenza significativa sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari del Gruppo bancario. Nel bilancio non risultano accantonamenti o perdite per crediti dubbi verso parti correlate. Sugli stessi viene pertanto applicata solo la svalutazione collettiva.

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Parte I – Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali | Nota Integrativa 2016

PARTE I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

Nel presente bilancio la parte “accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali” risulta non applicabile.

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Parte L – Informativa di settore | Nota Integrativa 2016

PARTE L - Informativa di settore

La presente sezione descrive i risultati consolidati del periodo rappresentati secondo i settori operativi in cui le attività del Gruppo bancario sono suddivise; i settori sono stati identificati sulla base di quanto indicato dal principio contabile IFRS 8.

Il principio prevede che l’informativa presentata sia costruita in accordo con il sistema di report utilizzato dalla Direzione per analizzare gli andamenti operativi del Gruppo.

Sulla base di questo principio, il Gruppo Bancario ha provveduto a esporre i dati secondo una classificazione per filiali, basata sulla loro complessità, dimensione, operatività, volumi. In ordine decrescente dei parametri appena citati, la classificazione è la seguente: A, B, C, D.

Distribuzione per classi di filiali: dati economici

Margine Valori medi euro/000

Area Alba

Area Langhe

Area Roero

Area Astigiano

Area Torinese

Area Liguria

Area Alessand

rino Area

Canavese

Area Verbano

Cusio Ossola

Totale rete

Centro direzionale

Margine di Interesse rettificato

791 2.089 1.886 2.351 4.150 1.856 531 1.712 677 16.043 43.357

Margine Servizi 5.776 6.215 6.766 6.348 6.953 3.265 1.806 2.451 785 40.365 32.680

Totale Margine Intermediazione

6.567 8.304 8.652 8.699 11.103 5.121 2.337 4.163 1.462 56.408 76.037

Costi Struttura Diretti

-75 -104 -109 -119 -252 -75 -67 -103 -50 -956 -32.503

Ammortamenti -79 -79 -60 -60 -101 -38 -22 -49 -17 -505 -3.730

Totale Costi Struttura Diretti

-154 -183 -169 -179 -353 -113 -89 -152 -68 -1.461 -36.233

Totale Altri Costi -

1.498 -1.657 -1.667 -2.115 -2.235 -1.204 -712 -886 -352 -12.326 12.326

Totale Costo Personale

-2.758

-3.587 -3.291 -3.233 -3.441 -2.029 -1.121 -1.891 -601 -21.951 -11.102

RISULTATO GESTIONALE

2.157 2.877 3.525 3.172 5.074 1.775 415 1.234 441 20.670 41.028

Totale costi riallocati

-1.381

-1.900 -1.706 -1.889 -1.880 -1.072 -602 -890 -260 -11.578 11.578

Accantonamenti e Proventi/Oneri

Straordinari -145 0 0 -1 -4 0 -1 -2 0 -153 -45.911

Utile lordo 631 977 1.819 1.282 3.190 703 -188 342 181 8.939 6.695

Distribuzione per classi di filiali: dati patrimoniali

Margine Valori medi

euro/000

Area Alba

Area Langhe

Area Roero

Area Astigiano

Area Torinese

Area Liguria

Area Alessandrino

Area Canavese

Area Verbano

Cusio Ossola

Totale rete

Centro direzionale

Raccolta Diretta

486.744 580.114 588.429 471.665 593.391 213.461 113.706 152.304 50.237 3.250.051 358.669

Raccolta Indiretta

276.425 255.955 327.375 333.553 354.484 89.877 47.171 126.131 18.041 1.829.012 265.351

Impieghi Clientela

368.965 391.771 451.545 459.152 425.055 284.942 154.797 106.495 30.695 2.673.417 55.808

Totale volumi

1.132.134 1.227.840 1.367.349 1.264.370 1.372.930 588.280 315.674 384.930 98.973 7.752.480 679.828

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Allegato 1 | Informativa al pubblico Stato per Stato

ALLEGATO 1 – Informativa al pubblico Stato per Stato (Country-by Country reporting)

INFORMATIVA AL PUBBLICO STATO PER STATO (COUNTRY-BY-COUNTRY REPORTING) CON RIFERIMENTO ALLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2016, STATO ITALIA

AI SENSI DELLE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PER LE BANCHE

CIRCOLARE BANCA D’ITALIA N. 285/2013 (PARTE PRIMA, TITOLO III, CAPITOLO 2, ALLEGATO A)

A) DENOMINAZIONE DELLA SOCIETÀ E NATURA DELL’ATTIVITÀ:

Gruppo Bancario Banca d’Alba.

Ai sensi dell’art. 16 dello Statuto Sociale: “La Società ha per oggetto la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito nelle sue varie forme. Essa può compiere, con l’osservanza delle disposizioni vigenti, tutte le operazioni e i servizi bancari e finanziari consentiti, nonché ogni altra operazione strumentale o comunque connessa al raggiungimento dello scopo sociale, in conformità alle disposizioni emanate dall’Autorità di Vigilanza; in particolare la Società può assumere la rappresentanza di enti e società di assicurazione e può esercire agenzie di viaggio. La Società svolge le proprie attività anche nei confronti dei terzi non soci.

La Società può emettere obbligazioni e altri strumenti finanziari conformemente alle vigenti disposizioni normative.

La Società, con le autorizzazioni di legge, può svolgere l’attività di negoziazione di strumenti finanziari per conto terzi, a condizione che il committente anticipi il prezzo, in caso di acquisto, o consegni preventivamente i titoli, in caso di vendita.

Nell’esercizio dell’attività in cambi e nell’utilizzo di contratti a termine e di altri prodotti derivati, la Società non assumerà posizioni speculative e conterrà la propria posizione netta complessiva in cambi entro i limiti fissati dall’Autorità di Vigilanza. Essa potrà inoltre offrire alla clientela contratti a termine, su titoli e valute, e altri prodotti derivati se realizzano una copertura dei rischi derivanti da altre operazioni.

In ogni caso la Società non potrà remunerare gli strumenti finanziari riservati in sottoscrizione ai soci in misura superiore a due punti rispetto al limite massimo previsto per i dividendi.

La Società potrà assumere partecipazioni nei limiti determinati dall’Autorità di Vigilanza”.

B) FATTURATO AL 31/12/2016 (dati in migliaia di euro):1

120.546

C) NUMERO DI DIPENDENTI SU BASE EQUIVALENTE A TEMPO PIENO:2

408,94.

1 Espresso come valore del margine di intermediazione di cui alla voce 120 del Conto Economico.

2 Il “Numero di dipendenti su base equivalente a tempo pieno” è determinato – in aderenza alle disposizioni normative in

argomento – come rapporto tra il monte ore lavorato complessivamente da tutti i dipendenti (esclusi gli straordinari) e il totale

annuo previsto contrattualmente per un dipendente assunto a tempo pieno.

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Allegato 1 | Informativa al pubblico Stato per Stato

D) UTILE O PERDITA PRIMA DELLE IMPOSTE (dati in migliaia di euro):3

15.634

E) IMPOSTE SULL’UTILE O SULLA PERDITA (dati in migliaia di euro):4

2.593

F) CONTRIBUTI PUBBLICI RICEVUTI:5

Il Gruppo bancario non ha ricevuto contributi dalle Amministrazione Pubbliche nell’esercizio 2016.

3 Inteso come somma delle voci 280 e 310 – quest’ultima al lordo delle imposte – del conto economico.

4 Intesa come somma delle imposte di cui alla voce 290 del conto economico e delle imposte sul reddito relative ai gruppi di

attività in via di dismissione.

5 Intesi come contributi ricevuti direttamente dalle amministrazioni pubbliche.

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