BILANCIO COMPLETO 2013 - Banca 2021

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1 INDICE: Organizzazione Territoriale pag. 2 Competenza Territoriale pag. 3 Organi Sociali pag. 4 Il saluto del Presidente pag. 5 Relazione del Consiglio di Amministrazione pag. 10 Schemi del Bilancio pag. 43 Nota Integrativa pag. 50 Relazione del Collegio Sindacale pag. 181

Transcript of BILANCIO COMPLETO 2013 - Banca 2021

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INDICE:

Organizzazione Territoriale pag. 2

Competenza Territoriale pag. 3

Organi Sociali pag. 4

Il saluto del Presidente pag. 5

Relazione del Consiglio di Amministrazione pag. 10

Schemi del Bilancio pag. 43

Nota Integrativa pag. 50

Relazione del Collegio Sindacale pag. 181

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ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE

BANCA DEL CILENTO e LUCANIA SUD Credito Cooperativo

Sede Legale:

Vallo della Lucania Via A.R. Passaro

Filiali:

Vallo della Lucania Ag. 1 Via A.R. Passaro

Futani C.so Umberto I°

Omignano Scalo Via Nazionale

Marina di Casalvelino Via Velia

Acciaroli Trav.P.zza V. Emanuele

Sapri P.zza V. Emanuele

Camerota Trav. S. Domenico

San Giovanni a Piro Via Nazionale

Maratea Corso Garibaldi

Tortora Corso Aldo Moro

Viggianello Via Gallizzi

Colobraro Viale Duca d’Aosta

San Severino Lucano Via Ruggiero da Lauria

Francavilla in Sinni Via S. Elania

Valsinni Via Gianturco

Senise Viale 2 agosto

Lauria Via Melara

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COMPETENZA TERRITORIALE Comuni nei quali la banca è autorizzata ad operare in via continuativa alla data di

redazione del Bilancio (APRILE 2014): AIETA LAURIA SALENTO

ASCEA LAURINO SAN COSTANTINO ALBANESE

CAMEROTA LAURITO SAN GIORGIO LUCANO

CAMPORA LUSTRA SAN GIOVANNI A PIRO

CANNALONGA MARATEA SAN MAURO CILENTO

CASALVELINO MOIO DELLA CIVITELLA SAN MAURO LA BRUCA

CASTELLUCCIO INFERIORE MOLITERNO SAN SEVERINO LUCANO

CASTELLUCCIO SUPERIORE MONTANO ANTILIA SANTA MARINA

CASTELNUOVO CILENTO MORANO CALABRO SANT'ARCANGELO

CASTELSARACENO NEMOLI SAPRI

CELLE DI BULGHERIA NOCARA SENISE

CENTOLA NOEPOLI SESSA CILENTO

CERASO NOVA SIRI STELLA CILENTO

CHIAROMONTE NOVI VELIA TERRANOVA DI POLLINO

COLOBRARO OMIGNANO TORRACA

CUCCARO VETERE PERITO TORRE ORSAIA

EPISCOPIA POLLICA TORTORA

FARDELLA PRAIA A MARE TORTORELLA

FRANCAVILLA IN SINNI RIVELLO TRECCHINA

FUTANI ROCCAGLORIOSA TURSI

GIOI ROCCANOVA VALLO DELLA LUCANIA

LAGONEGRO ROFRANO VALSINNI

LAINO BORGO ROTONDA VIBONATI

LATRONICO ROTONDELLA VIGGIANELLO

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ORGANI SOCIALI

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PRESIDENTE

CASTIELLO FRANCESCO

VICE PRESIDENTE

LUCIBELLO PASQUALE

CONSIGLIERI:

BARATTA RAFFAELE

CARLOMAGNO DOMENICO

CONDORELLI GIUSEPPE

DI DONATO FRANCO

DI VIETRI LUIGI

FIORENZA GIOVANNI

MANGO MARCELLO ELISEO

SANSONE CELESTINO

SANTONOCITO GIUSEPPE

SUANNO GIUSEPPE

ZACCONE ETTORE

COLLEGIO SINDACALE

PRESIDENTE

BITTARELLI ADOLFO

SINDACI EFFETTICO

MARCO MIRALDI

ROCCO SANTORO

DIREZIONE GENERALE

DIRETTORE GENERALE

SOLIMENO CIRO

VICE DIRETTORE GENERALE

SCALCIONE ANTONIO VINCENZO

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IL SALUTO DEL PRESIDENTE

Si conclude il mandato triennale conferitoci dall’Assemblea dei soci col voto del 19

giugno 2011 con un bilancio che registra rilevanti novità, prima delle quali la piena

compenetrazione della Banca del Cilento con la consorella Lucania Sud che ha visto

accrescersi l’estensione territoriale complessiva della nostra BCC includendo in essa vasti

territori della contigua Basilicata, col privilegio di essere ormai la prima Banca della

categoria nella Regione stessa e una delle più grandi della Campania.

L’elevarsi dei livelli dimensionali della Banca consente di affrontare con maggiore

sicurezza l’alto tono competitivo del mercato e di frazionare i rischi per effetto del

rapporto di complementarietà tra le due economie: quella cilentana nella quale prevale il

terziario e quella lucana nella quale prevale il manifatturiero.

La recente apertura della importante filiale di Lauria ha costituito l’anello di sutura dei due

segmenti territoriali della Banca consentendo di raggiungere una maggiore organicità nel

complessivo assetto organizzativo e nel dimensionamento territoriale dell’istituto.

La fusione ha comportato problemi non lievi rendendo, tra l’altro, necessarie

l’unificazione dei sistemi informatici e l’omogeneizzazione degli standard di

qualificazione professionale dei dipendenti. Obiettivi comunque pienamente raggiunti in

tempi, tutto sommato, brevi. Lo stesso dicasi per il resto dell’assetto organizzativo. La

visita ispettiva ordinaria disposta dalla Banca d’Italia nella primavera 2013 ha stimolato

l’accelerazione del processo di riassetto organizzativo che si è incentrato, in particolare,

sulla riqualificazione della funzione di controllo interno con l’ingresso di nuova, adeguata

professionalità e con la riconformazione dell’assetto di vertice dell’esecutivo aziendale

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attuata con la nomina del nuovo Vice Direttore Generale, persona proveniente dall’ambito

del credito cooperativo e munita di notevole esperienza e capacità professionale.

Il potenziamento dell’assetto organizzativo è misura resa necessaria dalla notevole crescita

della Banca, articolata in una rete di 17 sportelli ad operatività piena e di numerosi

bancomat diffusa in 3 Regioni e 4 Province, presidiando ambiti territoriali di vaste

dimensioni.

E’ stata nostra costante cura imprimere all’azione della Banca connotazioni sempre più

squisitamente mutualistiche nell’osservanza dello statuto della cooperazione fissato

dall’art. 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale alle società cooperative a

carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata, subordinando alla presenza di

tali requisiti il sostegno dello Stato.

In tale prospettiva si è provveduto, ai fini del rafforzamento della mutualità interna, a

ravvivare il rapporto con i soci la cui presenza alle assemblee della Banca ha raggiunto

indici elevati, a testimonianza di una più intensa partecipazione rispetto al passato alla vita

del sodalizio. Si è del pari provveduto, ai fini del rafforzamento della mutualità esterna (o

diffusa), ad attivare varie iniziative dirette alla promozione sociale e all’elevazione

culturale delle comunità locali nel rispetto degli obblighi istituzionali prescritti dalla Carta

dei Valori del Credito Cooperativo. La BCC del Cilento e Lucania Sud ha legato il suo

nome ad importanti iniziative culturali, promuovendo sul territorio l’amore per l’arte e la

diffusione della cultura, facendo conoscere la figura e l’opera di Paolo De Matteis, tra i più

grandi pittori d’Europa del ‘600, noto all’estero e pressocchè ignoto nella terra d’origine

(al quale è stato nei giorni scorsi attribuito il quadro della Resurrezione posto sopra il

Santo Sepolcro a Gerusalemme, autentico capolavoro mondiale); curando il restauro di

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opere d’arte, costituenti preziose risorse del territorio; promuovendo e diffondendo la

pubblicazione di libri di successo. In tale prospettiva si colloca il finanziamento

dell’apertura del Conservatorio di musica Domenico Cimarosa – Sez. permanente di Vallo

della Lucania- cui hanno fatto richiesta di iscrizione centinaia di giovani e che in poco più

di due anni ha fatto emergere giovani talenti di livello concertistico nazionale, tra l’altro,

suscitando l’interesse ed il sostegno della prestigiosa Fondazione “Luciano Pavarotti”.

Nella stessa prospettiva si colloca la mostra “Cento pittori e scultori cilentani” che ha

visto Vallo della Lucania trasformarsi in una grande vetrina popolare dove annualmente,

agli inizi dell’estate, espongono le proprie opere giovani talenti del territorio,

impossibilitati altrimenti per ragioni economiche ad ottenere spazi espositivi nelle gallerie

d’arte. Nell’edizione del 2013 l’iniziativa è stata premiata con la medaglia conferita dal

Presidente della Repubblica.

In coerenza con la nostra identità di Banca cooperativa “a responsabilità sociale” abbiamo

riportato, attraverso l’apertura di sportelli bancomat, il servizio del credito nei Comuni di

collina e di montagna dove le grandi banche, in base alla logica del puro profitto, avevano

chiuso le loro agenzie. Secondo le proiezioni ISTAT questi Comuni a partire dall’anno

2040 saranno per oltre il 70% desertificati a causa della chiusura degli sportelli postali e

bancari, della eliminazione degli uffici postali, della soppressione delle scuole

dell’obbligo. Ciò avverrà non senza pesanti dissesti idrogeologici, gravi fenomeni di

urbanesimo ed inquinamento e perdita di preziose tradizioni culturali. In controtendenza

con l’agire delle grandi banche la nostra BCC ha restituito il credito, costituente servizio di

rilevante utilità sociale, alle popolazioni collinari e montane, emarginate dal circuito

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bancario per la defezione delle altre banche. Così è avvenuto, ad es., per i Comuni di

Montano Antilia, e Centola.

Nel rispetto della Carta dei valori del Credito Cooperativo, dal 2012 e per la prima volta

nella storia della nostra Banca, è stato sottoposto all’assemblea dei soci il bilancio sociale

che in una BCC, qual è la nostra, che la Carta definisce Banca “a responsabilità sociale”,

ha valore non inferiore al bilancio economico.

In tal modo la nostra Banca ha sensibilmente accresciuto e rinvigorito la propria

connotazione cooperativa e mutualistica dimostrando, con la coerenza dei propri

comportamenti, la sua appartenenza a pieno diritto al credito cooperativo e la piena

condivisione dei suoi valori. Sotto questo profilo, rimarchevole è la lotta condotta

all’usura, particolarmente aggressiva nell’attuale e difficile congiuntura, verso le categorie

più deboli. L’impegno della Banca, suggellato da un importante convegno organizzato a

Vallo della Lucania il 1 ottobre 2011 e presieduto dal Procuratore Generale presso la Corte

di Appello di Salerno, si è tradotto nel mantenere costante, senza arretramenti, il sostegno

creditizio a favore delle famiglie e dei piccoli operatori economici spesso costretti, a causa

della riduzione degli impieghi da parte delle grandi banche, a rivolgersi al mercato

clandestino del credito.

Il nostro mandato si conclude con l’ulteriore segno positivo costituito dal rinsaldamento

dei vincoli associativi di gruppo. I rapporti con la Federazione Regionale e con gli

Organismi Centrali del Gruppo si sono ispirati al principio di una efficiente integrazione -

pur nel rispetto dei reciproci ruoli- e hanno tratto rinnovato vigore dalla accresciuta

condivisione del senso di appartenenza al Movimento cooperativo e dei suoi valori.

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Il vivo, costante impegno nel sociale ha permeato la cultura aziendale accrescendo

l’identificazione dei dipendenti nella BCC, nella maturata consapevolezza di prestare la

propria attività collaborativa in un’istituzione che non è una comune impresa di

intermediazione finanziaria, operante nell’indistinto della ordinaria attività bancaria, ma è

anche un ente “a responsabilità sociale” che, nel rispetto della Carta dei Valori del

Credito Cooperativo, opera all’insegna della mutualità e della solidarietà sociale.

Ai dipendenti della Banca, per la convinta, efficiente opera di supporto al raggiungimento

degli obiettivi e dei valori perseguiti dal nostro istituto va l’espressione della nostra sincera

gratitudine.

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RELAZIONE DEL CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE

Lo scenario macroeconomico di riferimento Lo scenario macroeconomico di riferimento Lo scenario macroeconomico di riferimento Lo scenario macroeconomico di riferimento

Nel 2013 l’andamento dell’economia mondiale ha proseguito il percorso di crescita moderata già intrapreso nel

2012, nonostante un’accelerazione registrata nell’ultimo trimestre dell’anno. L’attività economica e il commercio

mondiale hanno intensificato la propria dinamica a partire dall’estate del 2013, per via del miglioramento della

domanda finale nelle economie avanzate in parte dovuto all’inatteso contributo positivo delle scorte. Nelle

economie emergenti, un rimbalzo delle esportazioni è stato il driver principale, mentre la domanda interna in

generale è rimasta contenuta, tranne in Cina. Contestualmente, a seguito della decisione di dicembre del Federal

Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve di procedere a un progressivo rientro del programma di

acquisto delle attività (da 85 miliardi di dollari mensili a 75 prima e 65 successivamente), si è osservato dapprima un

calo dell’incertezza nei mercati finanziari internazionali e successivamente il manifestarsi di tensioni valutarie in

alcuni paesi emergenti. L’effetto finale dell’exit strategy della politica monetaria statunitense potrebbe fornire, se

nel lungo termine prevalesse la prima componente, ulteriore sostegno all’attività economica globale.

Negli Stati UnitiStati UnitiStati UnitiStati Uniti la crescita del PIL in termini reali ha evidenziato un’accelerazione nel terzo e quarto trimestre del

2013 (rispettivamente +4,1 e +3,2 per cento in ragione d’anno sul periodo corrispondente), in aumento dal 2,5 per

cento del secondo trimestre (0,6 per cento sul trimestre precedente) e dopo che il Pil americano era cresciuto del

2,8 per cento nel 2012 e dell’1,8 per cento nel 2011. L’economia USA è stata alimentata prevalentemente dal

rafforzamento della spesa per consumi personali e delle esportazioni rispetto al periodo precedente.

Nella ZonaZonaZonaZona EuroEuroEuroEuro il prodotto ha segnato nel terzo trimestre del 2013 un lieve rialzo, tuttavia inferiore a quello del

periodo precedente. Nel terzo trimestre del 2013 il Pil dell’area è cresciuto dello 0,1 per cento rispetto al secondo,

traendo sostegno dall’incremento dei consumi (0,1 percento), dall’accumulo delle scorte e dall’aumento degli

investimenti fissi lordi (0,5 per cento). La dinamica ancora sostenuta delle importazioni (1,2 per cento) si è

accompagnata a un rallentamento delle esportazioni (0,3 per cento).

In ItaliaItaliaItaliaItalia, la prolungata caduta del PIL in atto dall’estate del 2011 si è arrestata nel terzo trimestre del 2013. Negli

ultimi mesi del 2013 sono emersi segnali coerenti di una moderata intensificazione dell’attività economica,

confermata a dicembre 2013 dalla crescita dello 0,1 per cento su base trimestrale del Pil (stima preliminare, -0,8

per cento su base annua). Si tratta della prima variazione con segno positivo dopo otto trimestri (l’ultima era stata

a settembre 2011). La produzione industriale, il cui indice ha raggiunto durante la recessione del 2011-2013 valori

comparabili a quelli degli anni Ottanta, è aumentata nel quarto trimestre nelle rilevazioni mensili, sospinta

soprattutto dalla domanda estera. Nonostante il miglioramento del clima di fiducia delle imprese, sulla ripresa

continua a gravare la fragilità del mercato del lavoro. La disoccupazione, che frena l’espansione del reddito

disponibile, ha raggiunto il 12,7%.

La politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’areaLa politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’areaLa politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’areaLa politica monetaria della BCE e l’andamento del sistema bancario dell’area EuroEuroEuroEuro.

Il Consiglio direttivo della BCEBCEBCEBCE ha ridotto i tassi ufficiali a maggio e novembre del 2013, portandoli

complessivamente allo 0,0, allo 0,25 e allo 0,75 per cento. Le aspettative di un ribasso ulteriore dei tassi hanno

spinto i tassi euribor su livelli particolarmente contenuti nel corso del 2013 (quello a tre mesi si è attestato allo 0,22

per cento come valore medio annuo ma tornando allo 0,29 per cento come valore puntuale di fine 2013). Il

Consiglio Direttivo, nella persona del suo Presidente Mario Draghi, ha più volte ricordato che la BCE è pronta a fare

tutto il necessario per intervenire in favore della stabilità dei mercati.

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Cenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italianoCenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italianoCenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italianoCenni sull’evoluzione dell’intermediazione creditizia nel sistema bancario italiano1111

Nel corso del 2013 nel sistema bancario italiano ha trovato conferma la progressiva ripresa del trend della raccolta

al dettaglio mentre è proseguita la flessione dei prestiti indotta da debolezza della domanda e politiche di offerta

ancora restrittive.

Sul fronte del funding si è assistito, nel dettaglio, ad una crescita significativa dei depositi da clientela (+5,7% annuo

a novembre 2013) e dei pronti contro termine passivi (+8%), mentre le emissioni obbligazionarie hanno fatto

registrare una contrazione pari al 10%.

La raccolta sull’interbancario, dopo un lungo periodo di sviluppo significativo, ha fatto registrare a partire dall’inizio

del 2013 una progressiva flessione; a novembre 2013 l’aggregato presentava una variazione su base d’anno pari a -

7,6%.

I prestiti hanno continuato a contrarsi (-4,4% annuo a novembre); i finanziamenti alle imprese si sono ridotti del

6,3% annuo, quelli alle famiglie consumatrici dell’1,1%. La flessione sui dodici mesi dei prestiti alle imprese è stata

più marcata per gli intermediari di dimensioni maggiori e il calo dei finanziamenti erogati è stato in generale più

pronunciato nei confronti delle aziende che impiegano meno di 20 addetti.

Il costo medio dei nuovi prestiti alle imprese si è ridotto nel corso dell’anno di due decimi di punto (3,47% a fine

2013), riflettendo la diminuzione del tasso applicato sia ai finanziamenti di ammontare inferiore al milione di euro

sia a quelli di ammontare superiore (al 4,36% e al 2,82%, rispettivamente).

L’andamento delle BCCL’andamento delle BCCL’andamento delle BCCL’andamento delle BCC----CR nel contesto del sistema bancarioCR nel contesto del sistema bancarioCR nel contesto del sistema bancarioCR nel contesto del sistema bancario

Nell’ultimo anno si è consolidata la ripresa della raccolta da clientela delle BCC-CR già evidenziatasi nell’ultimo

scorcio dell’anno precedente e si è ampliata la capillarità della categoria in termini di presenza territoriale.

D’altro canto, con l’ulteriore inasprirsi della crisi economica, anche nei mercati locali la domanda e l’offerta di

credito si è fortemente ridotta. Ciò da porre in relazione sia all’attuale momento economico sia alla necessità del

sistema di contenere i rischi per preservare la dotazione patrimoniale attraverso una selezione particolarmente

rigorosa.

1 Cfr. Banca d’Italia, Bollettino Economico n°71, gennaio 2013

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Gli assetti strutturaliGli assetti strutturaliGli assetti strutturaliGli assetti strutturali

Nel corso dell’ultimo anno il sistema del Credito Cooperativo ha ulteriormente ampliato la copertura territoriale in

accordo con il principio di vicinanza e prossimità alla clientela tipico del modello di servizio di una banca

cooperativa a radicamento locale.

Nel corso degli ultimi dodici mesi (settembre 2012-settembre 2013) gli sportelli delle BCC-CR sono aumentati di 13

unità (+0,3% a fronte di una diminuzione del 3,8% per cento registrata nel sistema bancario complessivo), fino a

raggiungere a settembre 2013 quota 4.455 filiali, pari al 13,9% del sistema bancario.

Alla fine del III trimestre dell’anno le BCC-CR risultano presenti in 101 province e in 2.711 comuni. In 573 comuni le

BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria, mentre in 549 comuni operano in concorrenza con un solo

intermediario. Nel 70,9% dei comuni bancati dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC.

I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del III trimestre 2013 a 31.532 unità, in leggera diminuzione rispetto

allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,9%), in linea con quanto rilevato nella media di sistema (-0,8%). I

dipendenti complessivi del credito cooperativo, compresi quelli delle Società del sistema, approssimano le 37.000

unità.

Il numero totale dei soci è pari a 1.161.346 unità, con un incremento del 3,2% su base d’anno. I soci affidati

ammontano a 462.656 (+2,2% annuo).

Lo sviluppo dell’intermediazioLo sviluppo dell’intermediazioLo sviluppo dell’intermediazioLo sviluppo dell’intermediazionenenene

Nel quadro congiunturale particolarmente negativo di cui si è detto, nel corso del 2013 anche le BCC-CR hanno

fatto registrare una contrazione dei finanziamenti erogati, pur se di intensità inferiore rispetto alla diminuzione

registrata mediamente nel sistema bancario italiano, mentre sul fronte del funding, si è registrata per le banche

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della Categoria una progressiva crescita dei depositi da clientela. In considerazione di tali dinamiche la quota delle

BCC-CR nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta è cresciuta nel corso del 2013 e si è attestato a

fine anno rispettivamente al 7,2% e al 7,7%.

Attività di impiego

Gli impieghi lordi a clientela delle BCC-CR sono pari a novembre 2013 a 134,9 miliardi di euro, con una contrazione su base d’anno del 3% (-4,4% nella media di sistema). La contrazione negli impieghi è stata più rilevante nelle BCC-CR del Nord.

Il credito concesso dalle BCC-CR risulta, com’è noto, storicamente accompagnato da un’adeguata richiesta di garanzie che coprono un’ampia porzione del portafoglio di impieghi.

L’incidenza di crediti assistiti da garanzie è significativamente più elevata nelle BCC-CR rispetto alla media di

sistema, sia con riguardo alle esposizioni in bonis che a quelle deteriorate.

A giugno 2013 oltre il 60% delle esposizioni creditizie per cassa nette delle BCC-CR risulta assistito da garanzie

contro il 50% della media di sistema; in particolare, risulta molto elevata la quota di impieghi sostenuta da garanzia

reale.

In relazione ai settori di destinazione del credito, le BCC risultano storicamente caratterizzate, com’è noto, da

un’incidenza percentuale degli impieghi a famiglie produttrici e consumatrici significativamente superiore al

sistema bancario. A fine 2013 l’incidenza percentuale dei finanziamenti ai suddetti comparti sul totale degli

impieghi è pari al 12% per le BCC-CR e al 5% per il sistema complessivo per le famiglie produttrici e al 32 % e al 27

% per le famiglie consumatrici.

Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito, in crescita nel corso del 2013, risultano a novembre 2013 molto elevate: 17,7% nel credito a famiglie produttrici, 8,7% nel credito a società non finanziarie, 8,7% nei finanziamenti a famiglie consumatrici. La quota BCC nel mercato dei finanziamenti al settore non profit è pari al 12,7%. Con specifico riguardo al credito alle imprese, si conferma a novembre 2013 il permanere di una concentrazione

nel comparto “costruzioni e attività immobiliari" superiore per le BCC-CR rispetto alla media di sistema e di una

significativa incidenza dei finanziamenti all’agricoltura.

Risultano, invece, in contrazione su base d’anno, pur se meno pronunciata rispetto alla media di sistema, i

finanziamenti a tutti gli altri comparti: al comparto “alloggio e ristorazione” (-0,9% contro -3,7%), al comparto

agricolo (-0,5% contro -0,3%), al comparto “attività manifatturiere” (-6,9% contro il -7,8% della media di sistema) e

al comparto “commercio ingrosso e dettaglio” (-5,9% contro il -6,8% del sistema). I finanziamenti al settore

“costruzioni e attività immobiliari" presentano una contrazione analoga alla media di sistema (-3,5%).

Con riguardo alle quote di mercato, permangono particolarmente elevate le quote relative al comparto agricolo

(18,2%), alle “attività di servizi di alloggio e ristorazione” (17,9%) , al comparto “costruzioni e attività immobiliari“

(11,2%) e al “ commercio“ (10,7%).

Qualità del credito

Nel corso del 2013 la qualità del credito erogato dalle banche della Categoria ha subito con maggiore incisività gli

effetti della perdurante crisi economica.

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I crediti in sofferenza delle BCC sono cresciuti a ritmi elevati, superiori a quelli degli impieghi. Il rapporto

sofferenze/impieghi è conseguentemente cresciuto, raggiungendo a fine 2013 l’8,4% per cento, dal 6,5% dell’anno

precedente.

Il rapporto sofferenze/impieghi permane, comunque, inferiore alla media di sistema nei comparti d’elezione della

categoria: famiglie consumatrici e famiglie produttrici (4,5% contro il 6,3% del sistema per le famiglie consumatrici

e 8,4% contro 13,6% per le famiglie produttrici a novembre 2013).

Nel corso dell’anno si è verificata una forte crescita anche degli incagli e degli altri crediti deteriorati. Il rapporto

incagli/crediti ha raggiunto alla fine del III trimestre dell’anno il 6,9%, dal 5,8% dodici mesi prima (rispettivamente

4,8% a settembre 2013 e 3,5% a settembre 2012 nella media di sistema). Nel corso dell’anno le partite incagliate

delle BCC-CR hanno registrato una crescita del 17%, inferiore alla media di sistema.

Il totale delle esposizioni deteriorate –compresi i crediti ristrutturati e scaduti/sconfinanti - è pari a settembre

2013 ad oltre 23 miliardi di euro ed incide per il 17,2% sugli impieghi lordi (14,5% nella media di sistema).

Con specifico riguardo alla clientela “imprese”, il rapporto sofferenze lorde/impieghi ha superato a novembre 2013

il 10%, registrando nel corso dell’anno una crescita significativa, ma si mantiene inferiore di oltre due punti

percentuali a quanto rilevato mediamente per il sistema bancario complessivo.

In particolare, il rapporto sofferenze lorde/impieghi delle BCC-CR risulta a fine 2013 significativamente inferiore

rispetto alla media di sistema in tutte le branche di attività economica maggiormente rilevanti: nel comparto

“costruzioni e attività immobiliari” (13,5% contro 14,9%), nel comparto “attività manifatturiere” (11,7% contro

14,7%) e nel “commercio”(10,4% contro 14,9%).

Attività di funding

Nel corso dell’anno si è consolidata, come già accennato, la ripresa della raccolta da clientela già evidenziatasi

nell’ultimo scorcio dell’anno precedente.

La raccolta da clientela (comprensiva di obbligazioni), pari a novembre a 159,9 miliardi, è cresciuta infatti del 6,2%

(+0,6% nel sistema bancario). La variazione annua della raccolta da clientela risulta più rilevante nell’area Centro

(+8,4%). La dinamica dell’aggregato risulta trainata dalla componente caratterizzata da un rendimento

relativamente più significativo: depositi con durata prestabilita e certificati di deposito.

Le obbligazioni emesse dalle BCC presentano una significativa contrazione in tutte le aree geografiche, in linea con

quanto registrato nella media di sistema.

Si stima che la raccolta da clientela comprensiva di obbligazioni delle BCC-CR approssimi a dicembre 2013 i 163

miliardi di euro, in crescita di circa il 6% rispetto alla fine dello scorso esercizio.

La provvista complessiva (raccolta da clientela, obbligazioni e raccolta interbancaria) dovrebbe superare a fine 2012

i 195 miliardi di euro.

Aspetti reddituali

Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni sull’andamento di conto economico indicano alla fine

dei primi nove mesi del 2013 una significativa contrazione del contributo dell’intermediazione creditizia già

evidenziata dai dati della semestrale.

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Sulla base del trend registrato nel primo semestre dell’anno, ed in particolare considerando la forte crescita delle

rettifiche su crediti, pari a giugno 2013 ad oltre un miliardo di euro, si stima che l’utile netto delle BCCsi stima che l’utile netto delle BCCsi stima che l’utile netto delle BCCsi stima che l’utile netto delle BCC----CCCCR sia pari R sia pari R sia pari R sia pari

alla fine dell’anno ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni di euroalla fine dell’anno ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni di euroalla fine dell’anno ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni di euroalla fine dell’anno ad una cifra compresa tra i 250 e i 300 milioni di euro, in calo rispetto alla fine dell’esercizio 2012.

L’Unione BancariaL’Unione BancariaL’Unione BancariaL’Unione Bancaria

Per rispondere alle carenze dell’assetto istituzionale e normativo resesi evidenti nella crisi, l’Unione Europea ha

avviato un’agenda di riforme a tutto campo. Da luglio 2007 ad oggi la Commissione ha emanato circa 40 proposte

di normative su materie bancarie e/o finanziarie, di cui circa la metà già definitivamente approvate. Spiccano, per

impatto, le seguenti:

• la CRD IV e CRR, che recepiscono nell’Unione le regole di Basilea 3;

• la DGS – Deposits Guarantee Schemes;

• la BRRD – Banks Recovery & Resolution;

• il SRM – Single Resolution Mechanism;

• l’EMIR – European Market Infrastructures;

• la MiFID 2 / MiFIR – Markets in Financial Instruments.

Tali misure costituiscono architravi e pilastri di un nuovo quadro di riferimento normativo: l’Unione Bancaria. Si

tratta di un traguardo di grandissimo rilievo che, fra le altre cose, intende risolvere alla radice il grave problema che

ha minacciato di disintegrare l’Unione monetaria tra il 2011 e il 2012.

Il cosiddetto “trilemma finanziario” ovvero l’impossibilità di avere insieme e contemporaneamente:

a) l’integrazione dell’eurozona;

b) il perseguimento della stabilità finanziaria sistemica;

c) il mantenimento delle sovranità nazionali sulle politiche fiscali e la vigilanza bancaria e finanziaria.

Le aree di intervento per le BCC

Il futuro della BCC è necessariamente plurale. L’Europa che arriva non può trovare la BCC sola, singolarmente

esposta a venti, anche sconosciuti, che rischierebbero di sradicarla. Far parte di una rete, ricorrere ad essa in

questo momento, è la scelta strategica per contrastare ogni pericolo. Sotto quest’ottica va guardata

l’adesione al Fondo di Garanzia Istituzionale: un argine contro la corrente, contro la nuova alluvione

normativa che l’Unione Bancaria genera già ora e da qui ai prossimi anni.

La presenza di uno schema di protezione istituzionale, previsto in varie normative europee, quale il FGI,

costituisce concretamente un presidio di coesione, di tutela e di auto-organizzazione che consente di dare

maggior ordine al sistema, di attenuare in prospettiva i costi crescenti delle norme, di ottenere vantaggi in

termini di maggiore incisività nella prevenzione delle crisi, di liberazione di patrimonio (risorsa sempre più

16

preziosa e sempre più scarsa), di efficientamento della liquidità di sistema, di efficienza nella gestione dei

derivati di copertura e di possibilità di difesa di fronte al rischio insito in strumenti come il bail-in e

all’incertezza che genera la costituzione di nuovi organismi europei come il Resolution fund. Di proteggere

meglio i nostri soci, con ciò assolvendo meglio al nostro dovere di servire i cooperatori del credito.

Re-interpretare il modello BCC

Anche nel “buio” degli anni più recenti, la BCC ha continuato ad erogare credito, rimanendo coerente con la

funzione di servizio alla propria base sociale e alla comunità di cui è espressione.

Ma la crescita degli impieghi, in questa fase congiunturale avversa, si è trasformata da fattore di successo in

fattore di vulnerabilità. La persistente crescita dei finanziamenti ha indotto, infatti, un progressivo degrado

della qualità del credito. Il peso delle rettifiche di valore sul bilancio è diventato rilevante e condiziona

sempre più spesso il conto economico della banca.

E’ necessario, come primo ambito d’intervento, valutare il merito di credito con attenzione ancora più

scrupolosa e con ulteriore prudenza, e nel contempo non rinunciare alla funzione di stimolo e sostegno

all'economia del nostro territorio. Una dose di rischio è inevitabile. Ma oggi non si può sbagliare. Dobbiamo

essere ancora più selettivi. Discernere in modo nuovo è un imperativo.

La Nostra BancLa Nostra BancLa Nostra BancLa Nostra Banca del Cilento e Lucania Sud a del Cilento e Lucania Sud a del Cilento e Lucania Sud a del Cilento e Lucania Sud

L’Area operativa della Banca è formata da n. 72 comuni, di cui 41 situati nella provincia di Salerno, 18 nella

provincia di Potenza, 6 nella provincia di Matera e 7 nella provincia di Cosenza.

L’Area insediativa (ossia i comuni dove la Banca è insediata) è composta dai seguenti comuni: Vallo della

Lucania (n. 2 filiali), Camerota, Casal Velino, Colobraro, Francavilla in Sinni, Futani, Maratea, Omignano,

Pollica, San Giovanni a Piro, San Severino Lucano, Sapri, Senise, Tortora, Valsinni, Viggianello ed opera

prevalentemente sugli stessi Comuni ed, in misura minore, in quelli limitrofi.

Operiamo con 17 sportelli nelle piazze di seguito indicate, in concorrenza con circa 63 sportelli di altri

intermediari bancari.

CAMEROTA MARATEA SENISE

CASALVELINO OMIGNANO TORTORA

COLOBRARO POLLICA VALLO DELLA LUCANIA

FRANCAVILLA IN SINNI SAN GIOVANNI A PIRO VALSINNI

FUTANI SAN SEVERINO LUCANO VIGGIANELLO

LAURIA SAPRI

17

Il capitale è oggi risorsa scarsa e sempre più preziosa. Pertanto diventa strategico il pieno ed efficace utilizzo

degli strumenti pubblici di mitigazione del rischio ed in generale della filiera delle garanzie.

Il margine di interesse risente degli andamenti congiunturali (bassi tassi e domanda debole), per tale motivo

la nostra banca sta ponendo in atto tutta una serie di misure per incrementare in modo stabile i ricavi,

ancora troppo dipendenti dal margine di interesse, attraverso una “lettura” attenta dei bisogni vecchi e

nuovi della nostra comunità, e per offrire servizi utili ai nostri soci e clienti nei diversi momenti della vita

personale, familiare e professionale: fondi previdenziali, servizi assicurativi, servizi di welfare comunitario su

base mutualistica, la monetica, i sistemi di pagamento in mobilità, il rilancio del risparmio gestito, i servizi di

assistenza alle imprese che esportano.

La Banca, considerate, le indicazioni della Banca d’Italia contenute nella nota datata 10 luglio 2013, ha

rivisitato le proprie strategie, per il biennio 2014 – 2015, con la definizione di un piano industriale aziendale

destinato anche a sanare e superare le osservazioni evidenziate dall’Organo di Vigilanza nella ultima visita

ispettiva.

Infatti, fra gli obiettivi che la Banca si ritiene impegnata a conseguire particolare attenzione sarà rivolta ai

seguenti punti:

- Il potenziamento degli assetti organizzativi e di controllo, al fine di accrescerne la funzionalità e assicurare un’adeguata copertura delle aree di operatività aziendale; un efficace governo dei rischi e la piena applicazione delle normative di settore (specie in materia di antiriciclaggio);

- La revisione del processo creditizio, con l’adozione di soluzioni atte a garantire migliori e più rigorose procedure di selezione e gestione degli affidamenti;

- La rivitalizzazione del portafoglio prestiti, attraverso il superamento delle lacune rilevate nelle varie fasi del processo del credito e l’attuazione di un’incisiva azione di recupero delle posizioni in sofferenza;

- Rivitalizzazione del circuito reddituale, anche attraverso il contenimento dei costi di struttura, e la definizione di misure volte al rafforzamento della dotazione patrimoniale.

Sono in corso diverse azioni mirate a ridefinire il complessivo assetto organizzativo, sia in funzione di quanto

richiesto della normativa 263/2006, sia rispetto alle raccomandazioni fornite dall’organo di vigilanza

nell’ultimo rapporto ispettivo. L’obiettivo è quello di rivedere tutto l’impianto partendo dai compiti e le

responsabilità, passando poi alle deleghe di potere, ed alla regolamentazione dei processi aziendali in primis

quello del credito. Le azioni di riassetto, iniziate nel corso del secondo semestre del 2013, saranno concluse

entro il mese di giugno 2014.

Sempre maggiore attenzione è rivolta al Sistema dei Controlli Interni, infatti la Banca, con la finalità di potenziare

ulteriormente tali attività, ha ridisegnato tutto l’impianto organizzativo, attraverso:

• Il potenziamento dell’Ufficio Legale;

• Il rafforzamento dell’Ufficio Analisi Tecnica sui Crediti;

• La riorganizzazione delle Aree territoriali, in particolare per l’Area riguardante le filiali ubicate sulla fascia territoriale Cilento Costiera;

• Il potenziamento della Funzione Pre-Contenzioso;

• La nomina del Risk Management, già Responsabile dei Controlli Interni, attribuendo, inoltre, allo stesso la funzione di Responsabile dell’Antiriciclaggio

18

• La nomina di un nuovo Vice Direttore Generale che ha già ricoperto analoga funzione in una Banca appartenente ad un primario gruppo bancario nazionale; allo stesso, fra i vari compiti, è affidata la responsabilità di coordinatore delle diverse Aree in cui si distribuisce l’attività commerciale della Banca.

Il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo Il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo Il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo Il conseguimento degli scopi statutari: criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico della smutualistico della smutualistico della smutualistico della società cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.ocietà cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.ocietà cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.ocietà cooperativa ai sensi dell’art. 2 L. 59/92 e dell’art. 2545 c. c.

Prima di illustrare l’andamento della gestione aziendale, vengono indicati, ai sensi dell’art. 2545 c.c. “i criteri

seguiti nella gestione sociale per il conseguimento dello scopo mutualistico”, ripresi anche dall’art.2 della

Legge n.59/92

L’art. 2 della legge 59/92 e l’art. 2545 c.c. dispongono che “nelle società cooperative e nei loro consorzi, la

relazione degli amministratori deve indicare specificamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il

conseguimento dello scopo mutualistico”.

A tale proposito si rimanda al “bilancio sociale” che anche quest’anno la nostra BCC mette a disposizione dei

soci per illustrare le attività condotte durante l’esercizio 2013 e quelle ancora in corso.

19

2° PARTE2° PARTE2° PARTE2° PARTE

DATI ANDAMENTALI PATRIMONIALI ED ECONOMICI CONCERNENTI L’ATTIVITA’ DELLA BANCADATI ANDAMENTALI PATRIMONIALI ED ECONOMICI CONCERNENTI L’ATTIVITA’ DELLA BANCADATI ANDAMENTALI PATRIMONIALI ED ECONOMICI CONCERNENTI L’ATTIVITA’ DELLA BANCADATI ANDAMENTALI PATRIMONIALI ED ECONOMICI CONCERNENTI L’ATTIVITA’ DELLA BANCA

Operazioni di impiego con la clientela

Gli impieghi verso la clientela ordinaria risultano pari a 256 milioni di euro, in diminuzione dell’1,45% a fronte di un

tasso di decrescita del sistema bancario delle Banche di Credito Cooperativo nel suo complesso del 2,1% (fonte

Federcasse).

La tabella n. 1 da conto della composizione per forma tecnica degli impieghi complessivi verso la clientela e dei

relativi incrementi/decrementi rispetto all’esercizio precedente

Tab. 1 - Crediti verso la clientela per forma tecnica

(Consistenza in milioni di euro: variazioni assolute e percentuali)

2013 2012

Assolute Percent

Conti correnti 63,7 72,0 -8,3 -11,53

Anticipi sbf, Portafoglio Comm/Fin 17,7 26,0 -8,3 -31,92

Mutui 156,6 150,0 6,56 4,37

Finanziamenti import/esport - - 0 0,00

Finanziamenti a breve 3,0 -3 -100,00

Crediti ristrutturati - 0 0,00

Altri finanziamenti 3,7 1,0 2,703 270,30

IMPIEGHI ECONOMICI AL NETTO

DELLE SOFFERENZE 241,7 252,0 -10,337 -4,10

Crediti in sofferenza 14,8 8,0 6,757 84,46

CREDITI A CLIENTELA 256,4 260,0 -3,58 -1,38

Variazioni

Nel dettaglio, la componente a medio lungo temine, come osservato dalle strutture aziendali di analisi e controllo

di gestione, registra un incremento pari a 1,2 milioni di euro, con + 0,7 %; la componente a breve un decremento

pari a 15 milioni di euro, con -17 %.

Analizzando nel dettaglio le principali forme tecniche, emerge che i Mutui hanno fatto registrare un incremento di

6,5 milioni di euro, con +4,37 %; i conti correnti un decremento dell’11,53%.

Tab. 2 - Ripartizione degli impieghi

(Consistenza in milioni di euro: variazioni assolute e percentuali)

2013 2012

Assolute Percent

Impieghi a breve 71,6 86,6 -15,0 -17,4

Impieghi a medio/lungo termine 164,0 162,8 1,2 0,7

TOTALE 235,6 249,4 -13,8 -5,6

IMPIEGHI A MEDIO-LUNGO TERMINE

A tasso Fisso 44,8 51,5 -6,8 -13,1

A tasso Variabile 119,2 111,4 7,8 7,0

TOTALE 164,0 162,8 1,2 0,7

Variazioni

20

Tab. 3 - Andamento impieghi Clientela - Grafico

IMPIEGHI COMPLESSIVI - CONSISTENZE DELL'ESERCIZIO IN MLN DI EURO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

128 140 159 244 260 256

0

100

200

300

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Famiglie e micro imprese sono le categorie di riferimento dell’attività della Banca. Nel dettaglio si evidenzia come il

peso percentuale delle famiglie rappresenti quasi il 50% sul complesso degli affidamenti alla clientela.

Tab. 4 - Impieghi economici per settore di attività economica - Utilizzato

(Composizione percentuale)

2013 2012 Variazione

Amministrazioni pubbliche 2% 2% 0%

Società non finanziarie 13% 15% -2%

Istituzioni sociali 0,3% 0,5% 0%

Società finanziarie 1% 2% -1%

Artigiani 4% 5% -1%

Imprese produttive 31% 28% 3%

Famiglie 48% 48% 0%

di cui: Consumatrici 31% 30% 1%

di cui: Produttrici 17% 18% -1%

TOTALE (pari al 100%) 100% 100%

Si conferma anche per l’esercizio corrente il frazionamento dimensionale che caratterizza gli affidamenti: circa

l’83% della clientela rientra nella fascia di utilizzo fino a 50 mila euro.

Tab. 5 - Impieghi economici per classi d'importo

(Composizione percentuale)

Su posizioni Su giacenze Su posizioni Su giacenze

Fino a 50 mila 83% 18% 82% 19%

Da 50 a 100 mila 8% 12% 8% 13%

Da 100 a 200 mila 5% 17% 6% 18%

Da 200 a 500 mila 3% 18% 3% 21%

Da 500 mila a 1 milione 1% 13% 1% 14%

Oltre 1 milione 0,5% 21% 0,4% 16%

2013 2012

I crediti di firma ammontano a 14,1 milioni di euro, in decremento del 12% circa. Gli stessi sono stati rilasciati per il

30 % come garanzie di natura commerciale.

21

Crediti deterioratiCrediti deterioratiCrediti deterioratiCrediti deteriorati

I nuovi principi contabili internazionali dispongono che i crediti, in base al grado di deterioramento (impairment)

del credito stesso, vengano così ripartiti:

- Crediti in bonis (cd. Performing); - Crediti deteriorati (cd. Crediti Non Performing)

Questi ultimi vengono ulteriormente distinti in crediti a Sofferenza, ad Incaglio, scaduti e/o sconfinanti oltre 90

giorni (cd. Past due). La valutazione dei crediti di importo rilevante è avvenuta su base individuale e su base

collettiva per i restanti crediti.

Il totale lordo dei crediti deteriorati ammonta a 68,8 milioni di euro con un incremento del 4,6 % rispetto

all’esercizio precedente; mentre il totale netto degli stessi ammonta a 51,9 milioni di euro con un incremento 21,8

%.

Tab. 6 - Crediti deteriorati

(Consistenza in migliaia di euro: Variazioni in valore assoluto e in percentuale)

dicembre-13 dicembre-12 dicembre-13 dicembre-12

Assoluta in % Assoluta in %

Sofferenze 29.069 26.538 2.531 9,5 14.846 7.717 7.129 92,4

Incagli 29.761 24.536 5.225 21,3 27.184 20.975 6.209 29,6

Ristrutturati - - - 0,0 - - - 0,0

Scaduti 10.013 14.744 4.731- -32,1 9.900 13.946 4.046- -29,0

Totale 68.843 65.818 3.025 4,6 51.930 42.638 9.292 21,8

Variazioni

Esposizione lorda

Variazioni

Esposizione netta

Con riferimento all’aggregato relativo alle sofferenze, si precisa che i valori esposti in tabella si riferiscono al valore

nominale delle sofferenze totali della Banca (sia di quelle ex BCC Lucania, che di quelle ex BCC Cilento), al netto

dell’effetto conseguente all’applicazione, in occasione della fusione, del principio contabile IFRS3 che, in sede di

fusione nel 2012, ha comportato l’acquisizione delle sofferenza ex Bcc Lucania sud al loro Fair value.

Tanto precisato si sottolinea che l’incremento complessivo del comparto di 2,531 milioni di euro, è rappresentato

da nuove sofferenze per 14,8 milioni, al netto di 0,7 milioni da recuperi per incassi. Inoltre nel corso del 2013 la

Banca ha concluso un’operazione di cessione pro-soluto di crediti a sofferenza per 11,1 milioni. La parte residuale è

rappresentata da incrementi di posizioni già a sofferenza e da altre diminuzioni per 0,6.

Le sofferenze al netto dell’impairment (svalutazioni complessive) ammontano a 14,8 milioni di euro. Il rapporto

sofferenze nette sul totale degli impieghi netti sale al 5,8%, rispetto al 8,6 % registrato dal sistema del Credito

Cooperativo ed all’ 8,4% del Sistema Bancario.

Le partire incagliate lorde sono passate nel corso dell’esercizio da 24,5 milioni a 29,7 milioni, incrementandosi del

21,3 %. L’incidenza degli incagli netti ammonta a 27,1 milioni di euro, con un incremento del 29,6 % e la relativa

incidenza sugli impieghi di bilancio è pari al 10,6 %, rispetto al 7 % del sistema del Credito Cooperativo.

22

I crediti scaduti lordi, infine, sono passati da 14,7 milioni dell’esercizio precedente a 10 milioni dell’esercizio

corrente, con un decremento del 32,1 %. L’importo netto ammonta a 9,9 milioni, con un’incidenza sul totale degli

impieghi del 3,86 %, rispetto al 1,4 % del sistema del Credito Cooperativo.

Tab. 7 - Composizione dei crediti deteriorati per forma tecnica

(Valori in percentuale)

Sofferenze Incagli Scaduti Tot Deteriorati

Mutui 72% 50% 56% 57%

Conti Correnti 19% 44% 33% 35%

Finanziamenti/anticipi/Port. 8% 6% 11% 7%

Altro 1% 1% 0% 1%

TOTALE (100% ogni colonna) 100% 100% 100% 100%

Operazioni di investimento finanziario

I titoli del portafoglio di proprietà della Banca sono passati da 139,5 milioni di euro a 149,7 milioni di euro, con un

incremento del 7,4%, e sono così classificati:

Attività finanziarie detenute fino a scadenza valutati al costo ammortizzato, ovvero titoli con pagamenti fissi e

predeterminati che si intende mantenere fino alla loro naturale scadenza;

Strumenti finanziari detenuti per la negoziazione valutati al valore di mercato, ovvero titoli di debito e di capitale

detenuti con finalità di trading che vengono scambiati nel breve periodo per ricavarne un profitto;

Strumenti finanziari designati al valore di mercato (fair value) con impatto a conto economico, ovvero titoli che la

banca ha deciso di valutare al valore di mercato già al momento dell’acquisto pur non essendo destinati alla

negoziazione (ad esempio titoli strutturati o oggetto di copertura con derivato);

Finanziamenti e crediti commerciali valutati al costo ammortizzato, ovvero titoli non quotati in mercati attivi per i

quali manca l’intento pre-determinato di successiva vendita (ad esempio, titoli Junior da cartolarizzazione);

Strumenti finanziari disponibili per la vendita valutati al valore di mercato o, in determinati casi, al costo, ovvero

titoli che la Banca intende movimentare ma non con finalità di trading o che hanno determinate caratteristiche

soggettive economiche e finanziarie che non ne permettono la classificazione nelle precedenti categorie (ad

esempio partecipazioni negli organismo del movimento)

23

Tab. 8 - Composizione titoli di proprietà: variazioni assolute e in percentuale

(Dati in milioni di euro)

Assolute in %

Attività finanziarie detenute fino

a scadenza 10,1 12,0 -2,0 -16,4

Strumenti finanziari detenuti

per la negoziazione 0,0 0,0 0,0 0,0

Strumenti finanziari designati al

valore di mercato 0,0 0,0 0,0 0,0

Finanziamenti e Crediti

commerciali 0,0 0,0 0,0 0,0

Strumenti finanziari disponibili

per la vendita139,7 127,5 12,2 9,6

TOTALE 149,7 139,5 10,3 7,4

2013 2012

Variazioni

La politica gestionale dell’ultimo esercizio ha permesso di conseguire un incremento dei rendimenti rispetto

all’anno precedente.

Tab. 9 - Liquidità aziendale

(Dati in milioni di euro)

Assolute in %

Depositi liberi9,75 14,60 -4,851 -33,2

Depositi MID e vincolati27,55 27,20 0,353 1,3

Totale depositi interbancari37,30 41,80 -4,498 -10,8

Riserva obbligatoria 2,63 2,20 0,434 19,7

Conti correnti ed altro 21,88 8,30 13,583 163,7

Titoli di debito

0,25 0,03 0,22 733,3

TOTALE 62,07 52,33 9,739 18,6

2013 2012

Variazioni

Tab. 10 - Andamento impieghi finanziari - Grafico

IMPIEGHI COMPLESSIVI - CONSISTENZE DELL'ESERCIZIO IN MLN DI EURO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

74,7 118,3 104,2 160,4 198,2 217,4

0

100

200

300

2008 2009 2010 2011 2012 2013

24

La strategia gestionale delle risorse finanziarie, intese come somma dei titoli di proprietà e della liquidità, si è

basata sulla ripartizione degli investimenti tra un portafoglio titoli quasi esclusivamente rappresentato da titoli di

debito sovrani e controparti bancarie per la gestione delle risorse liquide con strumenti propri del mercato

monetario (depositi a termine e pronti contro termine).

Operazioni di raccolta con la clientela ordinaria

La raccolta allargata aziendale è passata da 358 milioni di euro a 390,7 milioni di euro, con un incremento del 9 %.

Tab. 11 - Raccolta allargata

(Dati in milioni di euro)

Assolute in %

Raccolta diretta368,7 331,5 37,2 11,2

Raccolta indiretta22,0 26,5 -4,5 -16,8

TOTALE RACCOLTA390,7 358,0 32,7 9,1

Rapporto raccolta

indiretta/diretta 5,98% 7,99% -2,02%

2013 2012

Variazioni

La raccolta diretta è iscritta in bilancio alle voci 20 – Debiti verso clientela (comprendente come sottovoci: conti

correnti, depositi a risparmio, mutui passivi, pronti contro termine) e 30 – Titoli in circolazione (comprendente

come sottovoci: assegni propri, certificati di deposito, obbligazioni).

La raccolta diretta (voce 20 + voce 30) ammonta a 368,7 milioni di euro, con un incremento dell’11,2%, rispetto ad

un + 3,8% del sistema Credito Cooperativo ed un -1,3% del totale Sistema bancario.

DICEMBRE 2013DICEMBRE 2013DICEMBRE 2013DICEMBRE 2013

25

In particolare, la raccolta diretta a breve ha registrato un incremento del 16,3%; la raccolta diretta a termine ha

registrato un incremento del 6,6 %.

All’incremento complessivo della raccolta diretta fa da contraltare una lieve diminuzione, in termini assoluti, della

raccolta indiretta dovuta ad una progressiva riduzione dei rendimenti sui mercati dei titoli a reddito fisso, su cui la

clientela della Banca ha da sempre investito. Il rapporto raccolta indiretta / raccolta diretta si mantiene comunque

quasi sul 6%.

Nel dettaglio delle singole forme tecniche la tabella successiva evidenzia le singole variazioni in valore assoluto e

percentuale.

Tab. 12 - Raccolta diretta per forme tecniche

(Dati in milioni di euro)

Assolute in %

Conti correnti e depositi liberi 192,7 165,7 27 16,3

RACCOLTA A VISTA 192,7 165,7 27 16,3

Depositi Vincolati 98,8 82,9 15,9 19,2

Certificati di deposito 1,1 0,3 0,8 266,7

Prestiti obbligazionari 73,6 79,6 -6 -7,5

Pronti contro termine 0 0 0 0,0

RACCOLTA A TERMINE 173,5 162,8 10,7 6,6

Altra raccolta 2,5 3,1 -0,6 -19,4

TOTALE RACCOLTA 368,7 331,6 37,1 11,2

2013 2012

Variazioni

La crescita della raccolta a vista è da attribuire all’incremento delle seguenti forme tecniche:

(in ordine decrescente per valore assoluto)

1. Conti correnti passivi;

2. Depositi a risparmio.

La crescita della raccolta a termine è da attribuire all’incremento delle seguenti forme tecniche:

(in ordine decrescente per valore assoluto)

1. Depositi Vincolati;

2. Certificati di deposito;

3. Prestiti obbligazionari. Il calo dei prestiti obbligazionari del 7,5% è in linea con quanto fatto registrare dal Sistema delle BCC-CR e del

Sistema Bancario, rispettivamente in diminuzione dell’8,6 e del 9,4%.

Tab. 13 - Andamento raccolta diretta

RACCOLTA DIRETTA - CONSISTENZE DELL'ESERCIZIO IN MLN DI EURO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

185,6 215,5 226,9 326,2 331,6 368,7

0

100

200

300

400

2008 2009 2010 2011 2012 2013

26

La raccolta indiretta è passata da 26,5 milioni di euro a 22 milioni di euro, con un decremento del 16,8%.

Tab. 14 - Andamento raccolta indiretta

CONSISTENZE DELL'ESERCIZIO IN MLN DI EURO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

15,3 12,8 17,8 30,7 26,5 22

0

10

20

30

40

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Il Patrimonio

Il Patrimonio aziendale, determinato dalla somma del capitale sociale, riserve ed utile da destinare a riserve (voci

da 130 a 200 del passivo dello Stato Patrimoniale) ammonta a 36,3 milioni di euro e risulta in crescita del 4,3 %

rispetto allo scorso esercizio.

Il patrimonio di vigilanza (quello cioè richiesto dall’Organo di Vigilanza a copertura dei rischi operativi) è passato da

37,2 milioni di euro a 37,9 milioni di euro, con un incremento del 2 %.

Tab. 15 - Andamento patrimonio aziendale

CONSISTENZE DELL'ESERCIZIO IN MLN DI EURO

2008 2009 2010 2011 2012 2013

21,4 24,4 25,0 30,0 34,8 36,3

0

10

20

30

40

2008 2009 2010 2011 2012 2013

27

Il Conto Economico

Il conto economico dell’esercizio si chiude con un utile di 1,67 milioni di euro, con un incremento del 544 % rispetto

a quello dello scorso anno, che in termini assoluti significa +1,4 milioni di euro.

Non si sono registrate componenti straordinarie significative.

31/12/13 31/12/12 Var Ass Var %

10. Interessi attivi e proventi assimilati 18.745 19.286 (541) -2,8

20. Interessi passivi e oneri assimilati (8.279) (6.528) (1.751) 26,8

30. Margine di interesse 10.466 12.758 (2.292) -18,0

40. Commissioni attive 4.485 4.251 234 5,5

50. Commissioni passive (832) (755) (77) 10,2

60. Commissioni nette 3.653 3.496 157 4,5

70. Dividendi e proventi simili 11 7 4 57,1

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 60 46 14 30,4

90. Risultato netto dell'attività di copertura - - - 0,0

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.799 1.478 321 21,7

a) crediti (296) - (296) #DIV/0!

b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.095 1.477 618 41,8

c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza - - - 0,0

d) passività finanziarie - 1 (1) -100,0

110.Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair

value- - -

0,0

120. Margine di intermediazione 15.989 17.785 (1.796) -10,1

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (3.910) (6.415) 2.505-39,0

a) crediti (3.910) (6.397) 2.487 -38,9

b) attività finanziarie disponibili per la vendita - (18) 18 -100,0

140. Risultato netto della gestione finanziaria 12.079 11.370 709 6,2

150. Spese amministrative: (11.754) (11.251) (503) 4,5

a) spese per il personale (6.723) (6.321) (402) 6,4

b) altre spese amministrative (5.031) (4.930) (101) 2,0

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (49) 116 (165) -142,2

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (362) (426) 64 -15,0

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (39) (38) (1) 2,6

190. Altri oneri/proventi di gestione 2.167 1.255 912 72,7

200. Costi operativi (10.037) (10.344) 307 -3,0

250. Utile (Perdita) op.ità corrente al lordo imposte 2.042 1.026 1.016 99,0

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'ope.tà corrente (375) (767) 392 -51,1

270. Utile (Perdita) op.tà corrente al netto imposte 1.667 259 1.408 543,6

280.Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto

delle imposte - - - 0,0

290. Utile (Perdita) d'esercizio 1.667 259 1.408 543,6

Tab. 16 - Conto economico (Valori in Mgl di euro)

Margine di interesseMargine di interesseMargine di interesseMargine di interesse

Il margine di interesse è passato da 12,7 milioni di euro dell’esercizio precedente a 10,4 milioni di euro

dell’esercizio 2013, con un decremento del 18%. Tale decremento è dovuto anche alla diminuzione dei volumi

operativi dei crediti verso la clientela, che ha contribuito, insieme alla riduzione dei tassi di interesse applicati, al

conseguimento di minori interessi attivi per 0,5 milioni di euro rispetto a maggiori interessi passivi per 1,7 milioni di

euro.

28

Gli interessi attivi complessivi sono pari a 18,7 milioni, con un decremento del 2,8%. Nello specifico il decremento si

è registrato solo nel comparto degli impieghi verso clientela. Di seguito il dettaglio:

1. Interessi su impieghi complessivi a clientela – 1,16 milioni; 2. Interessi su impieghi complessivi finanziari +0,6 milioni.

Gli interessi passivi complessivi sono pari a 8,3 milioni, con un incremento di 1,7 milioni, pari al 26,8%. Nello

specifico l’incremento si è registrato nel seguente ordine d’importanza:

1. raccolta diretta con clientela (debiti verso clientela) + 1,4 milioni (+37%); 2. raccolta diretta con clientela (titoli in circolazione) + 0,35 milioni (+15,7%); 3. raccolta con istituzioni creditizie e finanziarie + 0,029 milioni (+5,1%).

Margine di intermediazioneMargine di intermediazioneMargine di intermediazioneMargine di intermediazione

Il Margine d’intermediazione è passato da 17,8 milioni di euro dell’esercizio precedente a 15,9 milioni di euro, con

un decremento del 10,1 %, determinato prevalentemente dal decremento del margine di interesse. Infatti le

commissioni nette aumentano del 4,5%, e l’utile da cessione o riacquisto di titoli AFS del 42%.

La nuova disciplina sui bilanci bancari include nel margine d’intermediazione le commissioni attive e passive (voci

40 e 50 del CE) ed esclude gli oneri e proventi di gestione evidenziati nella voce 190 di CE.

Le commissioni nette sono passate da 3,49 milioni di euro dell’esercizio precedente a 3,65 milioni di euro

dell’esercizio. La componente più significativa è rappresentata dai seguenti servizi (in ordine decrescente):

- tenuta e gestione dei conti correnti; - servizi di incasso e pagamento; - altri servizi; - servizi di gestione, intermediazione e consulenza.

L’attività di negoziazione del portafoglio titoli (voce 80 di CE) ha determinato un risultato positivo di 60 mila euro,

con un incremento del 30 %.

Utile dell’operatività corrente al lUtile dell’operatività corrente al lUtile dell’operatività corrente al lUtile dell’operatività corrente al lordo delle imposteordo delle imposteordo delle imposteordo delle imposte

L’utile dell’operatività corrente (voce 250 di CE) è passata da 1 milione di euro dell’esercizio precedente ai 2 milioni

di euro dell’esercizio, con un incremento quindi del 100%.

Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento dei crediti (voce 130 di CE) presentano un saldo negativo di

3,9 milioni di euro, con un decremento del 39%.

In particolare, le rettifiche ammontano a 6,8 milioni di euro, di cui 2,5 milioni per attualizzazione dei crediti

deteriorati (rettifiche finanziarie); le riprese di valore ammontano a 2,9 milioni di euro, di cui 1,1 milioni per rilascio

attualizzazione dei crediti deteriorati (rilascio a CE delle rettifiche finanziarie).

29

Il costo del personale si è attestato a 6,7 milioni di euro, in incremento del 6,4%.

Le altre spese amministrative ammontano a circa 5 milioni di euro e risultano in lieve aumento del 2% rispetto a

quanto registrato lo scorso esercizio.

Le imposte indirette (bollo, sostitutiva, tassa sui contratti di borsa, ecc) ammontano a 0,8 milioni di euro, con un

incremento del 13 %.

I costi operativi, invece, sono passate da 10,3 milioni di euro dell’esercizio precedente a 10 miilioni di euro

dell’esercizio, con un decremento 3 %.

Le componenti più significative delle altre spese amministrative risultano (in ordine decrescente):

- Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali;

- Spese per beni immobili e mobili;

- Imposta di bollo;

- Spese informatiche.

Gli indicatori di produttività aziendale evidenziano un miglioramento complessivo in termini di volumi intermediati

per unità di lavoro, ma un peggioramento rispetto al margine di intermediazione. Da evidenziare, però, che anche i

costi operativi per dipendente sono scesi rispetto al 2012.

INDICI DI PRODUTTIVITA’ (dati in INDICI DI PRODUTTIVITA’ (dati in INDICI DI PRODUTTIVITA’ (dati in INDICI DI PRODUTTIVITA’ (dati in €/Mgl)€/Mgl)€/Mgl)€/Mgl) 2013201320132013 2012201220122012

Raccolta diretta per dipendente 3.234 2.987

Impieghi su clientela per dipendente 2.250 2.345

Montante (raccolta + Impieghi) per dipendente 5.484 5.332

Margine di intermediazione per dipendente 140,2 160,2

Costo medio del personale 58,9 56,9

Totale costi operativi per dipendente 88,0 93,1

Gli accantonamenti per rischi ed oneri sono passati da +0,12 milioni dell’esercizio precedente a -0,049 milioni

dell’esercizio.

Il saldo netto dei proventi e degli oneri di gestione (voce 190 di CE) è passato da 1,25 milioni di euro dell’esercizio

precedente a 2,16 milioni di euro dell’esercizio 2013, con un incremento di 0,9 milioni pari al 73%. Tale variazione,

oltre alla componente ordinaria rappresentata in prevalenza dalla commissione di istruttoria veloce.

30

Imposte dell’esercizioImposte dell’esercizioImposte dell’esercizioImposte dell’esercizio

La voce 260 di CE è passata da -0,77 milioni di euro dell’esercizio precedente a -0,37 milioni dell’esercizio, con un

decremento del 51%. In particolare, le imposte correnti, cioè quelle che occorre liquidare all’Erario, ammontano a

1,6 milioni di euro; il saldo delle imposte anticipate e differite (cioè quelle da incassare o da liquidare negli esercizi

futuri sui disallineamenti tra i valori civilistici e fiscali verificatesi nell’esercizio corrente) è passato da – 0,7 milioni di

euro dell’esercizio precedente a +0,9 milioni di euro.

Tab. 17 - Margine di interesse, intermediazione, utile operatività corrente, utile netto

(Dati in milioni di euro)

EsercizioMarg

Interesse

Margine

Intermediaz

Utile

operatività

corrente

Utile netto

2012 12,76 17,79 1,03 0,26

2013 10,47 15,99 2,04 1,67

12,76

17,79

1,03

0,26

10,5

16,0

2,0

1,7

0,00 5,00 10,00 15,00 20,00

Marg Interesse

Margine Intermediaz

Utile operatività corrente

Utile netto

2013

2012

Indicatori Economici

Tab. 18 - Indicatori di redditività aziendale

(Valori in milioni di euro e in %)

Valore Valore Percent. Valore Valore Percent.

COL 1 COL 2 % COL 1 COL 2 %

ROE (COL 1 Utile netto) / COL 2

patrimonio) 1,667 36,334 4,59 0,2 34,8 0,57

Margine d'interesse COL 1/

patrimonio COL2) 10,465 36,334 28,80 12,7 34,8 36,49

Margene d'intermediazione

COL1/Margine d'interesse COL2)15,989 10,465 152,79 17,8 12,7 140,16

Utile operatività corrente

COL1/Margine d'interm.zione

COL2 2,042 15,989 12,77 1,03 17,8 5,79

Utile netto COL1/Utile operatività

corrente COL2 1,667 2,042 81,64 0,2 1,03 19,42

Margine operativo lordo

COL1/patrimonio COL2 2,042 36,334 5,62 1 34,8 2,87

2013 2012

La redditività complessiva, individuata dal ROE, passa dallo 0,57 % dell’esercizio precedente al 4,59 % dell’esercizio,

con un incremento del 700 %.

31

Il Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimonialeIl Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimonialeIl Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimonialeIl Patrimonio netto e di Vigilanza e l’adeguatezza patrimoniale

L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica rappresenta l’elemento fondamentale della pianificazione

strategica aziendale.

Per tale motivo la Banca persegue da tempo politiche di incremento della base sociale e criteri di prudente

accantonamento di significative aliquote degli utili prodotti, eccedenti il vincolo di destinazione

normativamente stabilito. Le risorse patrimoniali, pur in presenza di vincoli prudenziali aggiuntivi stabiliti

dall’organo di Vigilanza in occasione dell’ultima visita ispettiva, sono risultate più che sufficienti a presidiare i

rischi assunti dalla Banca.

Al 31/12/2013 il patrimonio netto ammonta a 36,3 milioni di euro, e confrontato col dato al 31/12/2012,

risulta incrementato del 4,25%. La seguente tabella ne indica la composizione:

Dati in € /Mgl

ASSOLUTA IN %

Capitale 3.303 3.285 18 0,55Sovrapprezzo

di emissione120 120 0 0,00

Riserve 29.959 29.708 251 0,84Riserve da

valutazione1.285 1.480 -195 -13,18

Utile/Perdita

d'esercizio1.667 259 1.408 543,63

Totale

Patrimonio36.334 34.852 1.482 4,25

VARIAZIONEVOCI 31/12/2013 31/12/2012

Le movimentazioni del patrimonio netto sono dettagliate nello specifico prospetto di bilancio.

Tra le “Riserve da valutazione” figurano le riserve relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita

pari a euro 927 mila, riserve iscritte in applicazione di leggi speciali di rivalutazione pari a euro 427 mila,

nonché perdite attuariali relative a piani previdenziali a benefici definiti per euro 68 mila.

Il decremento rispetto al 31/12/2012 è da imputare ad un riposizionamento del portafoglio titoli disponibili

per la vendita, che ha portato ad un parziale ribilanciamento tra tasso fisso e tasso variabile attraverso la

vendita di parte di titoli.

Le riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita sono così composte:

Riserva Riserva Totale Riserva Riserva Totale

Importi in migliaia di euro positiva negativa riserva positiva negativa riserva

Titoli di debito 969 -43 926 1.328 132- 1.196

Titoli di capitale o quote di OICR 3 -2 1 1- 1-

Totale 972 -45 927 1328 -133 1195

31/12/2013 31/12/2012

32

Le “Riserve” includono le Riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve positive e negative

connesse agli effetti di transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS non rilevate nelle “riserve da

valutazione”.

Le seguenti tabelle confrontano gli indici di patrimonializzazione e solvibilità e illustra l'indicatore aziendale di fine esercizio con quello dell’esercizio precedente:

2013201320132013 2012201220122012

Patrimonio/raccolta 9,9 10,5

Patrimonio/impieghi 14,2 13,4

Patrimonio/crediti deteriorati

70,0 81,7

Patrimonio/sofferenze 244,7 451,6

Il patrimonio di vigilanza, la cui composizione è riportata in dettaglio nella parte F della Nota Integrativa, assomma a 37,9 milioni di euro, a fronte di attività di rischio ponderate per 373,6 milioni di euro, come di seguito dettagliato:

Assoluta in %

Patrimonio di base (Tier 1) 34,498 32,752 1,746 5,33

Patrimonio supplementare (Tier 2)3,479 4,506 -1,027 -22,79

Elementi da dedurre dal

patrimonio di base e

supplementare

0,026 0,04 -0,014 -35,00

Patrimonio di vigilanza

complessivo37,951 37,218 0,733 1,97

Requisiti prudenziali 29,893 24,036 5,857 24,37

Attività di rischio 373,66 300,454 73,206 24,37

Voci (Dati in €/Mln) 31/12/2013 31/12/2012Variazione

Il coefficiente di capitale complessivo (total capital ratio) determinato dal rapporto tra patrimonio di vigilanza e attività di rischio ponderate totali si attesta al 10,16 % (diminuito rispetto al 12,39 % del 31/12/2012 a causa dell’extra-solvency stabilito dall’Organo di Vigilanza), mentre il rapporto tra patrimonio di vigilanza di base e il totale delle attività di rischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari al 9,23 % (rispetto al 10,9 % del 31/12/2012).

Ai fini della determinazione del patrimonio di vigilanza e della determinazione dei requisiti patrimoniali la

Banca si attiene alle disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche di cui alla Circolare della Banca d’Italia

n.263/06.

Si ricorda che la Banca d’Italia, con un Provvedimento emesso il 18 maggio 2010 e una successiva

comunicazione del 23 giugno 2010 (“Chiarimenti sulle disposizioni di vigilanza in materia di patrimonio di

33

vigilanza – filtri prudenziali”), ha emanato nuove disposizioni di vigilanza sul trattamento delle riserve da

rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita

(Available For Sale – AFS)” ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza (filtri prudenziali). In particolare, in

alternativa all’approccio “asimmetrico” (integrale deduzione della minusvalenza netta dal Tier 1 e inclusione

al 50% della plusvalenza netta nel Tier 2) già previsto dalla normativa italiana, è stata riconosciuta la

possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve

successivamente al 31 dicembre 2009 limitatamente ai soli titoli di debito emessi da Amministrazioni centrali

di Paesi appartenenti all’UE (approccio “simmetrico”). La Banca, ha esercitato tale opzione di

neutralizzazione delle plus e delle minus a partire dal calcolo del patrimonio di vigilanza riferito al 30 giugno

2010.

A tale proposito, si ricorda che in data 20 gennaio 2014 il Consiglio di amministrazione ha deliberato di

confermare l’opzione per i filtri prudenziali per la neutralizzazione delle plusvalenze e delle minusvalenze sui

titoli del debito pubblico emessi da Amministrazioni centrali dei Paesi dell’UE, così come previsto dalla Parte

seconda, Capitolo 14, Sezione II, paragrafo 2, ultimo capoverso della Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013.

La banca monitora con estrema attenzione le dinamiche dei differenziali valutativi dei titoli in argomento

anche in ordine alla prevista prossima abrogazione dei filtri prudenziali al patrimonio di vigilanza a seguito

del recepimento del nuovo framework prudenziale (Basilea 3).

La Banca, in ossequio alle disposizioni contenute nella Circolare 263/06 del 27 dicembre 2006 della Banca

d’Italia e successive modifiche (“Nuove disposizioni di Vigilanza prudenziale per le banche”, ha definito un

processo di valutazione interna dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale (Internal Capital Adeguacy

Process - ICAAP). Tale processo persegue la finalità di determinare, in ottica sia attuale sia prospettica, il

capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi rilevanti cui la Banca è esposta. Con riguardo ai

rischi difficilmente quantificabili, nell’ambito del processo viene valutata l’esposizione agli stessi, sulla base di

un’analisi che tiene conto dei presidi esistenti, e sono predisposti/aggiornati i sistemi di controllo e di

attenuazione ritenuti adeguati in funzione della propensione al rischio definita.

Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca, coerentemente

con le indicazioni contenute nella citata Circolare di Banca d’Italia, utilizza le metodologie di calcolo dei

requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito e controparte, di mercato,

operativo) e gli algoritmi semplificati indicati per i rischi quantificabili rilevanti diversi dai precedenti

(concentrazione e tasso di interesse sul portafoglio bancario). Più in dettaglio, vengono utilizzati:

� il metodo standardizzato per il rischio di credito;

� il metodo del valore corrente ed il metodo semplificato per il rischio di controparte;

� il metodo standardizzato per il rischio di mercato;

� il metodo base per il rischio operativo;

� l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione per singole controparti;

� le linee guida illustrate nell’allegato C) della Circolare 263/06 per il calcolo del capitale interno per il

rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario.

34

Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi

di sensibilità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettua tali analisi relativamente al rischio di

credito, al rischio di concentrazione ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, coerenti con le

indicazioni fornite nella stessa normativa e basati anche sull’utilizzo delle citate metodologie semplificate di

misurazione. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior valutazione

dell’esposizione ai rischi stessi e conseguente determinazione del capitale interno, nonché del grado di

vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati

degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi interni posti in essere, viene valutata l’opportunità di

adottare appropriate misure di integrazione, anche in termini di stanziamento di specifici buffer addizionali

di capitale.

Con riguardo al rischio di liquidità, al fine di valutare la vulnerabilità a situazioni di tensione eccezionali ma

plausibili, periodicamente sono condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività e/o di

“scenario”. Con riguardo a questi ultimi, secondo un approccio qualitativo basato sull’esperienza aziendale e

sulle indicazioni fornite dalla normativa e dalle linee guida di vigilanza, sono contemplati due “scenari” di crisi

di liquidità, di mercato/sistemica e specifica della Banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per

(i) la valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) la pianificazione e l’avvio di transazioni

compensative di eventuali sbilanci; (iii) la revisione periodica del Contingency Funding Plan.

Ai fini di un’adeguata gestione dello specifico profilo di rischio sono stati definiti:

• le modalità di periodica verifica del grado di liquidabilità e del valore di realizzo delle attività che

rientrano nelle riserve di liquidità, nonché dell’adeguatezza degli haircut sulle attività stanziabili

• la mappatura dei segnali di crisi atti a monitorare su base continuativa l’evolversi di possibili livelli di

criticità nella gestione della liquidità;

• le procedure di monitoraggio e comunicazione di situazioni anomale al fine di attivare i processi di

gestione degli stati stress/crisi

• le strategie di intervento degli organi e delle funzioni aziendali responsabili dell’attivazione del

Contingency Funding Plan

• l’operato del management preposto alla gestione di un’eventuale stato di crisi che, in condizioni di

emergenza deve essere in grado di modificare, in modo tempestivo e talvolta anche radicale, la

struttura dell’attivo e del passivo di bilancio.

La Banca effettua inoltre, giornalmente analisi della liquidità avvalendosi degli strumenti di supporto dei quali

dispone (dati gestionali, scadenziario, etc..) provvedendo a verificare, preventivamente, il rispetto dei limiti

operativi assegnati. Inoltre per quanto concerne la gestione in situazioni sia di operatività ordinaria che di

crisi di liquidità, conformemente alla Policy di cui si è dotata, monitora mensilmente una pluralità di

indicatori di preallarme a supporto dell’individuazione di possibili situazioni di crisi (in forma sistemica o

specifica) e, in relazione al fattore tempo, temporanee oppure durature. La gestione del rischio di liquidità è

espletata dalla Funzione di Risk Controller.

35

Come noto, il nuovo framework prudenziale approvato alla fine del 2010 (Basilea 3), è in corso di

recepimento legislativo a livello comunitario attraverso:

� una nuova Capital Requirements Directive (la cosiddetta CRD4), che necessiterà del consueto processo di

recepimento negli ordinamenti nazionali e contiene le disposizioni in materia di autorizzazione

all’esercizio dell’attività bancaria, libera prestazione dei servizi, cooperazione tra le Autorità di vigilanza,

II Pilastro, ambito di applicazione dei requisiti, metodologie per la determinazione dei buffer di capitale;

� una Capital Requirements Regulation (CRR), che disciplina i requisiti prudenziali che saranno

direttamente applicabili alle banche e alle imprese di investimento che operano nel Mercato Unicodirettamente applicabili alle banche e alle imprese di investimento che operano nel Mercato Unicodirettamente applicabili alle banche e alle imprese di investimento che operano nel Mercato Unicodirettamente applicabili alle banche e alle imprese di investimento che operano nel Mercato Unico. Si

tratta dei requisiti che derivano dal nuovo accordo di Basilea e di quelli già in vigore, in quanto

provenienti dalle direttive 2006/48 (sulle banche) e 2006/49 (sulle imprese di investimento) emesse in

attuazione del precedente accordo (Basilea 2).

Nel mantenere sostanzialmente inalterata l’impalcatura concettuale introdotta con Basilea 2 – correlazione

tra dotazione patrimoniale e rischiosità, centralità del processo di autovalutazione delle banche, Informativa

al pubblico – le nuove regole ne comportano un significativo rafforzamento, in particolare su taluni aspetti in

precedenza non adeguatamente regolati (quali, a titolo esemplificativo il rischio di liquidità e l’interrelazione

tra stabilità micro e macro -prudenziale).

Le principali caratteristiche del nuovo framework sono ormai note. Vengono innalzati significativamente i

livelli di qualità e di quantità del capitale che le banche devono detenere a fronte dei rischi assunti. In

particolare, è stato definito un concetto armonizzato di capitale bancario di primaria qualità, il common

equity tier 1 (CET1), corrispondente di fatto alle azioni ordinarie e alle riserve di utili, non a caso diffusamente

utilizzato dagli analisti di mercato come benchmark per la valutazione della solidità delle banche. Vengono,

inoltre, introdotti requisiti minimi a livello di tale aggregato e di patrimonio di base (cd. Tier 1) oltre che

patrimonio complessivo. . . .

Sono introdotti strumenti per contrastare la pro-ciclicità della regolamentazione sul capitale con misure volte

a rendere meno volatili nel tempo i requisiti patrimoniali e a imporre la costituzione di buffer patrimoniali

durante le fasi di espansione che le banche potranno utilizzare durante le fasi di recessione. Sono definite

regole armonizzate in materia di liquidità, volte a preservare l’equilibrio di bilancio sia di breve sia di medio-

lungo termine.

In particolare, le banche dovranno rispettare due indicatori volti a garantire che:

• l’ammontare delle risorse altamente liquide sia pari almeno ai fabbisogni di liquidità derivanti da

mercati particolarmente instabili per un periodo di 30 giorni

• le fonti di provvista ritenute stabili siano sufficienti a coprire le attività con scadenza residua

superiore a un anno.

E’ fissato un rapporto di leva sui capitali e risorse.

36

L’introduzione dei nuovi requisiti e riferimenti sulla base di quanto definito nell’accordo di Basilea, è

graduale, a partire dal 2013.

Il pacchetto di riforma definito non è di per sé vincolante per le banche in quanto necessita di

implementazione legislativa. Il processo per l’introduzione nell’ordinamento comunitario delle regole

definite dal nuovo framework di Basilea 3, è nella fase del cd. TrilogoTrilogoTrilogoTrilogo (ossia il percorso di negoziazione tra il

Parlamento europeo e il Consiglio europeo che vede la Commissione europea nel ruolo di mediatore).

Gli emendamenti in corso di discussione prevedono, tra l’altro, l’inserimento, nella lista dei requisiti che gli

strumenti devono soddisfare per essere ricompresi negli Strumenti del Patrimonio di base diversi dalle azioni

e nel Patrimonio supplementare, di un meccanismo contrattuale secondo cui gli stessi strumenti devono

poter essere svalutati o convertiti in common equity nel momento in cui una banca non sia più in grado di

operare autonomamente sul mercato (requisito al punto di non sopravvivenza).

Allo stato attuale, non vi è stata ancora una proposta ufficiale di implementazione del requisito al punto di

non sopravvivenza nella UE, anche se la bozza della nuova direttiva sulla gestione delle crisi pubblicata il 6

giugno 2012 (Crisis Management Directive – CMD - contenente norme in relazione al risanamento e alla

risoluzione delle crisi bancarie) contiene provvedimenti in relazione, fra le altre cose, alla riduzione forzosa o

conversione del debito in capitale in determinate condizioni aziendali (bail-in). La bozza di CMD propone che,

dal 1° gennaio 2015, le autorità competenti degli stati membri abbiano il potere di ridurre o convertire

strumenti addizionali del Tier 1 e del Tier 2 quando l’emittente non sia più in condizioni di continuità

aziendale. Ad ogni stato membro, sarà richiesta l’implementazione della CMD nel proprio ordinamento. Non

si può tuttavia escludere che tutta o parte della CMD venga implementata tramite un Regolamento

direttamente applicabile alla stregua della CRR.

A causa della notevole complessità della materia e delle divergenze riscontrate nell’ambito della procedura

di co-decisione presso le istituzioni europee su altre importanti tematiche regolamentari (tra le quali la

liquidità), la votazione in seduta plenaria da parte del Parlamento europeo è stata più volte posticipata. Al

rallentamento dei lavori ha, presumibilmente, contribuito anche la decisione della Federal Reserve

americana del 9 novembre scorso di non “rendere operative le norme di Basilea 3 il prossimo 1 gennaio”.

Con riferimento allo standard di liquidità di breve termine - il Liquidity Coverage Ratio (LCR), il 6 gennaio

2013 il Gruppo dei Governatori e dei Capi della vigilanza, organo direttivo del Comitato di Basilea per la

vigilanza bancaria (BCBS), ha approvato all’unanimità la revisione delle regole relative. Rispetto alla

formulazione originaria le modifiche approvate prevedono l’introduzione graduale del requisito, (dopo un

periodo di osservazione, il 1° gennaio 2015, nella misura del 60% della copertura minima, innalzata

annualmente di 10 punti percentuali per raggiungere il 100% il 1° gennaio 2019).

Lo stadio avanzato dei negoziati tra gli attori coinvolti nel recepimento del framework di Basilea 3

nell’ordinamento comunitario e la prospettiva di allargamento del perimetro delle banche oggetto

dell’observation period, determina l’esigenza di avviare le attività implementative dell’LCR secondo alcune

37

direttrici su cui è possibile e opportuno operare già ora (in primis, l’individuazione delle forme di raccolta

considerate stabile), anche per cogliere appieno le potenzialità conseguibili in termini di più efficiente

gestione del rischio di liquidità in un contesto di mercati della raccolta non ancora stabilizzati e di operazioni

straordinarie di politica monetaria ancora in essere.

Con riguardo alle misure attinenti il capitale, pur nel contesto di un ormai certo slittamento applicativo delle

nuove regole, la Banca, con riguardo alle misure di capitalizzazione programmate, sta valutando - in stretto

raccordo con le strutture di 2° livello di Categoria - le opportune iniziative atte ad assicurare la conformità

prospettica al prossimo quadro di riferimento regolamentare degli strumenti in via di emissione.

ULTERIORI INFORMAZIONI DI DETTAGLIO SUL PROFILO SOCIALE E MUTUALISTICOULTERIORI INFORMAZIONI DI DETTAGLIO SUL PROFILO SOCIALE E MUTUALISTICOULTERIORI INFORMAZIONI DI DETTAGLIO SUL PROFILO SOCIALE E MUTUALISTICOULTERIORI INFORMAZIONI DI DETTAGLIO SUL PROFILO SOCIALE E MUTUALISTICO

Come già evidenziato in precedenza, siamo sempre più consapevoli che l’economia mutualistica sia un modo

specifico e moderno di fare impresa, coniugando il rispetto delle regole del mercato con le prerogative di azienda

cooperativa che detiene una originale e caratterizzante responsabilità sociale.

In base a questa responsabilità – che permea tutta l’attività aziendale – abbiamo prodotto anche nell’esercizio

2013 nuovo valore aggiunto, economico e sociale.

Abbiamo puntato a migliorare l’efficienza, ma lo abbiamo fatto garantendo ai portatori d’interesse della nostra

Banca vantaggi concreti, bancari e non bancari.

Abbiamo continuato ad intessere reti sociali nei territori di riferimento, promuovendo l’inclusione finanziaria di

tutte le realtà socio-economico, sostenendo le famiglie, l’imprenditoria e la progettualità economica e sociale, nel

costante riferimento ai principi della solidarietà e della sussidiarietà.

Nel 2013 la compagine sociale è lievemente cresciuta, passando da 3.934 soci del 2012 a 3.939 soci del 2013.

La sua composizione è espressa da diverse categorie professionali.

Fig. 1 - Composizione della compagine sociale

Famiglie

Consumatrici

Altre

Famiglie

Produttrici

ArtigianiSocietà non

Finanziarie

Imprese

Produttive

Sistema

Bancario e

Assicurativo

Altri

66,31% 19,04% 6,75% 4,11% 3,60% 0,08% 0,10%

3.939 2.612 750 266 162 142 3 4

100,00%

Numero:

66%19%

7%

4% 4% 0%0%

Famiglie Consumatrici

Altre FamiglieProduttriciArtigiani

Società non Finanziarie

Imprese Produttive

Sistema Bancario eAssicurativoAltri

38

FIG 2 - Andamento compagine sociale (NUMERO)

2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013

Numero 1.571 1.796 1.910 2.010 2.113 3.852 3.934 3.939

-

1.000

2.000

3.000

4.000

I criteri seguiti nell’ampliamento della compagine sociale hanno fatto riferimento ad una valutazione dei candidati

in base a requisiti di moralità, correttezza e affidabilità nei rapporti economici, selezionando i candidati stessi tra le

categorie legate alla produzione, al lavoro e alla famiglia.

Inoltre, si ricorda che, ai sensi dell’art. 28 comma 2 bis del T.U.B., l’operativioperativioperativioperatività prevalente è uno dei requisiti richiesti tà prevalente è uno dei requisiti richiesti tà prevalente è uno dei requisiti richiesti tà prevalente è uno dei requisiti richiesti

alle BCCalle BCCalle BCCalle BCC----CR anche ai fini della fruizione delle disposizioni fiscali di carattere agevolativoCR anche ai fini della fruizione delle disposizioni fiscali di carattere agevolativoCR anche ai fini della fruizione delle disposizioni fiscali di carattere agevolativoCR anche ai fini della fruizione delle disposizioni fiscali di carattere agevolativo. Tale requisito viene di norma

vagliato dall’Amministrazione finanziaria in sede di verifica fiscale. Con la ComunicazComunicazComunicazComunicazione n. 1296194 del 4 dicembre ione n. 1296194 del 4 dicembre ione n. 1296194 del 4 dicembre ione n. 1296194 del 4 dicembre

2008, la Banca d’Italia2008, la Banca d’Italia2008, la Banca d’Italia2008, la Banca d’Italia ha precisato le variazioni intervenute, a seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina

prudenziale e delle conseguenti modifiche alla matrice dei conti, nella composizione dell’indicatore utilizzato per la

verifica del rispetto della regola in argomento. La percentuale minima di operatività prevalente prevista dalla citata

normativa di riferimento, è stata ampiamente rispettata dalla Banca, con una percentuale media pari al 68,61 %.

Nel corso dell’anno 2013 la BCC è stata sottoposta alla revisione cooperativa, di cui al Decreto Legislativo n.

220/2002, ricevendo la relativa “Attestazione di Revisione” che ha accertato l’esistenza dei requisiti previsti dalla

normativa per l’iscrizione nella sezione dell’albo delle società cooperative a “Mutualità Prevalente”“Mutualità Prevalente”“Mutualità Prevalente”“Mutualità Prevalente”

ATTIVITÀ ORGANIZZATIVEATTIVITÀ ORGANIZZATIVEATTIVITÀ ORGANIZZATIVEATTIVITÀ ORGANIZZATIVE

Sul piano organizzativo, nel corso dell'anno si sono realizzati i seguenti principali interventi: : : :

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Struttura organizzativa.

La struttura organizzativa è stata rivista per elidere le anomalie rilevate dall’Organo di Vigilanza, uniformarsi al 15°

aggiornamento delle nuove disposizioni di vigilanza (circ. 263/2006), razionalizzare i compiti e le responsabilità alle

nuove esigenze operative e strutturali.

Revisione dei processi di lavoro e adeguamento della normativa interna.

I regolamenti di processo sono in corso di revisione in funzione delle necessità di adeguamento emerse nel corso

dell’autovalutazione realizzata lo scorso gennaio 2014 e formalizzata nel documento di gap-analysis. Tale rilevante

attività di revisione è in pieno svolgimento e sarà ultimata entro giugno 2014.

ATTIVITÀ DI RICERCA E DI SVILUPPOATTIVITÀ DI RICERCA E DI SVILUPPOATTIVITÀ DI RICERCA E DI SVILUPPOATTIVITÀ DI RICERCA E DI SVILUPPO

Le attività di marketing e di ulteriore sviluppo definite nel corso del 2012/2013 con particolare riferimento al

trasferimento della filiale di Vallo Enti 2 al comune di Lauria si è concretizzato nei primi mesi del 2014. A

dicembre 2013 è stata assunta una risorsa di notevole esperienza cui è affidato il compito di accelerare le

azioni di marketing e di sviluppo sul territorio per consentire alla Banca di ripartire. Tale risorsa sono stati

anche assegnati compiti di vice direttore, per consentire alla stessa di dare pronte risposte ed indirizzi ai nostri

punti vendita.

Il PRESIDIO DEI RISCHI E IL SISTEMA DEI Il PRESIDIO DEI RISCHI E IL SISTEMA DEI Il PRESIDIO DEI RISCHI E IL SISTEMA DEI Il PRESIDIO DEI RISCHI E IL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNICONTROLLI INTERNICONTROLLI INTERNICONTROLLI INTERNI

Il sistema dei controlli interniIl sistema dei controlli interniIl sistema dei controlli interniIl sistema dei controlli interni

Anche il sistema dei controlli interni è interessato da un profondo riassetto per dare seguito ai suggerimenti

forniti dall’Organo di Vigilanza. Tali azioni, iniziate nel secondo trimestre del 2013 con un riassetto sia in

termini di risorse che di attività, proseguiranno nel corso del 2014. Considerata la l’essenzialità dei controlli

per il raggiungimento degli obiettivi attraverso una sana e prudente gestione dei rischi, l’azione di risk self-

assessement proseguirà a ciclo continuo allo scopo di verificare e di migliorare nel continuo l’intero impianto

dei controlli.

La Banca ha posto in essere un sistema di controllo e gestione dei rischi nel quale è assicurata la separazione

delle funzioni di controllo da quelle produttive.

Il sistema è articolato sulla base dei seguenti livelli:

I livello:

- Controlli di Linea, Controlli di Linea, Controlli di Linea, Controlli di Linea, effettuati dalle stesse strutture produttive che hanno posto in essere le operazioni, insiti nelle procedure e diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni, e Controlli , e Controlli , e Controlli , e Controlli Gerarchico Funzionali, Gerarchico Funzionali, Gerarchico Funzionali, Gerarchico Funzionali, eseguiti sempre nell’ambito delle strutture produttive ed eseguiti dai responsabili delle strutture stesse come controllo gerarchico esaustivo o a campione.

II livello:

- controlli sulla gestioncontrolli sulla gestioncontrolli sulla gestioncontrolli sulla gestione dei rischie dei rischie dei rischie dei rischi, condotti a cura di strutture diverse da quelle produttive, con il compito di definire le metodologie di misurazione dei rischi, di verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e di controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con gli

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obiettivi di rischio/rendimento, quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economico/patrimoniali;

- controlli di conformità normativacontrolli di conformità normativacontrolli di conformità normativacontrolli di conformità normativa, parzialmente esternalizzata alla Federazione Campana e svolti dalla Funzione indipendente all’uopo costituita con il compito specifico di promuovere il rispetto delle norme interne ed esterne, per minimizzare il rischio di non conformità normativa e i rischi reputazionali ad esso collegati, coadiuvando le altre funzioni nella realizzazione del modello aziendale di monitoraggio e gestione dei rischi;

- controlli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionalecontrolli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionalecontrolli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionalecontrolli in materia di gestione del rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionale: svolti dalla Funzione indipendente all'uopo costituita con il compito specifico di verificare nel continuo che le procedure aziendali siano coerenti con l’obiettivo di prevenire e contrastare la violazione della normativa di riferimento.

III livello:

- attività di revisione interna (Internal Audattività di revisione interna (Internal Audattività di revisione interna (Internal Audattività di revisione interna (Internal Auditing)iting)iting)iting), esternalizzata alla Federazione Campana, indirizzata a valutare l’adeguatezza e la funzionalità del complessivo Sistema dei Controlli Interni. Tale attività è condotta sulla base del piano annuale delle attività di auditing approvato dal Consiglio di Amministrazione o attraverso specifiche richieste d’intervento. La Funzione di Internal Audit opera sulla base di uno specifico piano delle attività deliberato dai vertici aziendali e definito sulla base dell’esposizione ai rischi nei vari processi che i vertici aziendali hanno valutato. L’attività di controllo svolta dalla Funzione poggia sulle metodologie e supporti sviluppati nell’ambito del Progetto di Categoria sul Sistema dei Controlli Interni.

Nel soffermarsi in particolare sui controlli di II e III livello, si evidenzia che l’impianto dei controlli sulla

gestione dei rischi è stato oggetto di un’importante evoluzione, tuttora in corso, a seguito dell’attivazione del

processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy

Assessment Process). Tali controlli, conformemente a quanto richiesto dalle disposizioni di riferimento,

hanno interessato i rischi aziendali nel loro complesso. Nell’ambito dell’ICAAP, la Banca definisce la mappa

dei rischi rilevanti che costituisce la cornice entro cui sono sviluppate tutte le attività di

misurazione/valutazione, monitoraggio e mitigazione dei rischi. A tal fine provvede all’individuazione di tutti i

rischi verso i quali è o potrebbe essere esposta, ossia dei rischi che potrebbero pregiudicare la propria

operatività, il perseguimento delle strategie definite e il conseguimento degli obiettivi aziendali. Per ciascuna

tipologia di rischio identificata, vengono individuate le relative fonti di generazione (anche ai fini della

successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della loro misurazione e gestione)

nonché le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento delle attività citate la Banca tiene conto

del contesto normativo di riferimento, dell’operatività in termini di prodotti e mercati di riferimento, delle

specificità connesse alla propria natura di banca cooperativa a mutualità prevalente operante in un network

e, per individuare gli eventuali rischi prospettici, degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di

Amministrazione e declinati nel piano annuale. Sulla base di quanto rilevato dalle attività di analisi svolte, la

Banca ha identificato come rilevanti i seguenti rischi: rischio di credito e di controparte; rischio di

concentrazione; rischio operativo; rischio di tasso di interesse; rischio di reputazione. Le valutazioni

effettuate con riferimento all’esposizione ai cennati rischi e ai connessi sistemi di misurazione e controllo

sono state oggetto di analisi da parte dei vertici aziendali.

41

L’informativa di sintesi delle attività svolte dalle Funzioni di controllo interno nel corso dell’anno è stata

esaminata dal Consiglio di Amministrazione che ha definito sulla base dei relativi contenuti uno specifico

programma di attività per la risoluzione delle problematiche evidenziate e l’adeguamento del sistema dei

controlli interni.

Informazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sullInformazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sullInformazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sullInformazioni sulla continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle e e e

incertezze nell’utilizzincertezze nell’utilizzincertezze nell’utilizzincertezze nell’utilizzo di stime.o di stime.o di stime.o di stime.

Con riferimento ai documenti Banca d’Italia, Consob e Isvap n.2 del 6 febbraio 2009 e n.4 del 3 marzo 2010,

relativi alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con particolare

riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività

(impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Consiglio di Amministrazione conferma che la

banca possa continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio

dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità.

Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sussistono elementi o

segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità aziendale, nonostante i requisiti

Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle attività e alle incertezze

nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente relazione, a commento degli andamenti

gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota Integrativa.

FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIOFATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIOFATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIOFATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO

Come già indicato in precedenza si rappresenta:

- il trasferimento di una filiale con la chiusura della filiale Vallo Enti 2 e l’apertura della filiale di Lauria; - la definizione di un nuovo piano strategico biennale (2014/2015).

INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATEINFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATEINFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATEINFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Le informazioni sui rapporti con parti correlate, come definite dallo IAS 24, sono riportate nella “parte H -

operazioni con parti correlate” della nota integrativa, cui si fa rinvio.

Ai sensi della disciplina prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di

soggetti collegati, si evidenzia che non sono state compiute operazioni con soggetti collegati, di maggiore

rilevanza ai sensi della normativa di riferimento e dei criteri adottati nell’ambito delle politiche assunte, sulle

quali il Comitato per le operazioni con soggetti collegati / l’Amministratore Indipendente e/o il Collegio

Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi.

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VALORE DEI PROPRI COLLABORATORIVALORE DEI PROPRI COLLABORATORIVALORE DEI PROPRI COLLABORATORIVALORE DEI PROPRI COLLABORATORI

Cari soci, il Consiglio di amministrazione esprime un sentito ringraziamento al Direttore Generale, ai Funzionari e al

personale tutto per il qualificato e costante impegno e per i risultati raggiunti in termine di obiettivi aziendali e per

l’affermazione di una cultura aziendale sempre più condivisa.

Il Consiglio ringrazia, inoltre, la filiale di Salerno della Banca d’Italia per la collaborazione e l’assistenza offerta.

Esprime gratitudine, infine, per la Federazione Nazionale e la Federazione Campana delle BCC per il positivo

espletamento delle rispettive funzioni di tutela e sviluppo del Credito Cooperativo.

PROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL’UTILEPROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL’UTILEPROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL’UTILEPROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELL’UTILE

La proposta di ripartizione dell’utile, pari a 1.666.975,77 euro (valore complessivo) è la seguente:

• al Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione (art. 11, comma 4, legge 59/92), euro 50.009,27 (pari al 3% dell’utile);

• a riserva legale indivisibile, euro 1.166.833,04;

• a diretta della copertura delle perdite pregresse euro 450.083,46.

Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge precisiamo che per il conseguimento degli scopi statutari i criteri seguiti

nella gestione sociale sono conformi al carattere cooperativo e mutualistico della società.

Ciò premesso, proponiamo al vostro esame ed alla vostra approvazione il bilancio dell’esercizio 2013, come

esposto nella documentazione di stato patrimoniale, di conto economico, nonché nella nota integrativa e della

relativa proposta di ripartizione dell’utile netto conseguito.

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STATO PATRIMONIALE - Attivo

Voci dell'Attivo 31.12.2013 31.12.2012 10. Cassa e disponibilità liquide 5.653.999 6.093.772 40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 139.694.319 127.456.346 50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 10.056.192 12.035.744 60. Crediti verso banche 62.069.169 52.606.410 70. Crediti verso clientela 256.500.706 260.286.869 110. Attività materiali 4.060.864 4.328.164 120. Attività immateriali 433.339 470.930 130. Attività fiscali 5.896.698 4.612.283 a) correnti 1.139.657 789.593 b) anticipate 4.757.041 3.822.690 di cui: - alla L. 214/2011 4.507.854 3.204.595 150. Altre attività 9.358.486 10.407.035 Totale dell'attivo 493.723.772 478.297.553

STATO PATRIMONIALE - Passivo

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto 31.12.2013 31.12.2012 10. Debiti verso banche 78.879.121 98.983.175 20. Debiti verso clientela 294.028.796 251.670.507 30. Titoli in circolazione 74.658.432 79.913.853 80. Passività fiscali 489.390 1.358.282 a) correnti 12.878 707.003 b) differite 476.512 651.279 100. Altre passività 6.937.284 9.162.147 110. Trattamento di fine rapporto del personale 1.775.680 1.737.104 120. Fondi per rischi e oneri: 620.348 619.859 b) altri fondi 620.348 619.859 130. Riserve da valutazione 1.285.434 1.480.079 160. Riserve 29.959.348 29.708.328 170. Sovrapprezzi di emissione 119.973 119.973 180. Capitale 3.302.988 3.285.470 200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 1.666.976 258.777 Totale del passivo e del patrimonio netto 493.723.772 478.297.553

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CONTO ECONOMICO Voci 31.12.2013 31.12.2012

10. Interessi attivi e proventi assimilati 18.744.574 19.286.506 20. Interessi passivi e oneri assimilati (8.279.457) (6.528.475) 30. Margine di interesse 10.465.117 12.758.031 40. Commissioni attive 4.485.448 4.250.885 50. Commissioni passive (831.717) (754.971) 60. Commissioni nette 3.653.731 3.495.914 70. Dividendi e proventi simili 10.754 6.730 80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 60.112 46.132 100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.799.833 1.477.992 a) crediti (295.525) b) attività finanziarie disponibili per la vendita 2.095.348 1.476.907 d) passività finanziarie 10 1.085 120. Margine di intermediazione 15.989.546 17.784.799 130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (3.909.721) (6.415.004) a) crediti (3.909.721) (6.397.063) b) attività finanziarie disponibili per la vendita (17.941) 140. Risultato netto della gestione finanziaria 12.079.825 11.369.795 150. Spese amministrative: (11.754.884) (11.251.003) a) spese per il personale (6.723.456) (6.320.625) b) altre spese amministrative (5.031.428) (4.930.378) 160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (49.186) 115.947 170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (361.534) (426.147) 180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (38.710) (37.571) 190. Altri oneri/proventi di gestione 2.166.609 1.254.570 200. Costi operativi (10.037.704) (10.344.204) 240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 200 250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 2.042.121 1.025.790 260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (375.145) (767.014) 270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 1.666.976 258.777 290. Utile (Perdita) d'esercizio 1.666.976 258.777

45

PROSPETTO DELLA REDDITIVITÀ COMPLESSIVA Voci 31.12.2013 31.12.2012

10. Utile (Perdita) d'esercizio 1.666.976 258.777 Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico 40. Piani a benefici definiti 73.251 (171.322) Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (267.895) 2.582.875 130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (194.645) 2.411.552 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 1.472.331 2.670.329

Nella voce "utile (perdita) 'esercizio" figura il medesimo importo indicato nella voce 290 del conto economico. Nelle voci relative alle "altre componenti reddituali al netto delle imposte" figurano le variazioni di valore delle attività registrate nell'esercizio in contropartita delle riserve da

valutazione (al netto delle imposte).

46

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2013

Esistenze al

31.12.2012 Modifica saldi

apertura Esistenze all'

01.01.2013

Allocazione risultato esercizio

precedente Variazioni dell'esercizio Patrimonio

Netto al

31.12.2013 Riserve Dividendi e

altre

destinazioni Variazioni di

riserve

Operazioni sul patrimonio netto Redditività

complessiva

esercizio

31.12.2013 Emissione

nuove azioni Acquisto

azioni proprie Acconti su

dividendi Distribuzione

straordinaria

dividendi

Variazione

strumenti di

capitale Derivati su

proprie azioni Stock options

Capitale: 3.285.470 3.285.470 17.518 3.302.988 a) azioni ordinarie 3.285.470 3.285.470 17.518 3.302.988 b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione 119.973 119.973 119.973 Riserve: 29.708.329 29.708.329 251.013 6 29.959.348 a) di utili 29.794.281 29.794.281 251.013 30.045.294 b) altre (85.952) (85.952) 6 (85.946) Riserve da valutazione 1.480.079 1.480.079 (194.645) 1.285.434 Strumenti di capitale Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio 258.777 258.777 (251.013) (7.764) 1.666.976 1.666.976 Patrimonio netto 34.852.628 34.852.628 (7.764) 6 17.518 1.472.331 36.334.719

47

PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO - ESERCIZIO 2012

Esistenze al

31.12.2011 Modifica saldi

apertura Esistenze all'

01.01.2012

Allocazione risultato esercizio

precedente Variazioni dell'esercizio Patrimonio

Netto al

31.12.2012 Riserve Dividendi e

altre

destinazioni Variazioni di

riserve

Operazioni sul patrimonio netto Redditività

complessiva

esercizio

31.12.2012 Emissione

nuove azioni Acquisto

azioni proprie Acconti su

dividendi Distribuzione

straordinaria

dividendi

Variazione

strumenti di

capitale Derivati su

proprie azioni Stock options

Capitale: 2.722.074 2.722.074 (2.077) 565.474 3.285.471 a) azioni ordinarie 2.722.074 2.722.074 (2.077) 565.474 3.285.471 b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione 52.330 52.330 67.643 119.973 Riserve: 22.628.978 22.628.978 (4.645.903) 11.725.253 29.708.328 a) di utili 22.628.978 22.628.978 (4.647.980) 11.813.282 29.794.281 b) altre 2.077 (88.029) (85.952) Riserve da valutazione (931.474) (931.474) 2.411.552 1.480.079 Strumenti di capitale Acconti su dividendi (-) Azioni proprie Utile (Perdita) di esercizio 1.855.148 1.855.148 (1.798.592) (56.556) 258.777 258.777 Patrimonio netto 26.327.057 26.327.057 (6.446.572) (56.556) 11.725.253 633.117 2.670.329 34.852.628

Alcune voci relative ai dati comparativi al 31 dicembre 2011 risultano diverse rispetto al bilancio pubblicato, per effetto dell’applicazione retrospettiva del nuovo principio contabile IAS 19 secondo le disposizioni dello IAS 8 (mutamento di principi contabili). Per

maggiori dettagli si veda la sezione "Altri aspetti" all'interno della "Parte A – Politiche contabili" Il capitale sociale della banca incorporata alla data di fusione era pari a euro 447.805 e le azioni assegnate ai soci sono n. 86.784. La riserva da sovrapprezzo della banca incorporata alla data di fusione era pari a euro 67.643. La riserva legale ricostituita della banca incorporata era pari a euro 11.813.282. La riserva da FTA/NTA della incorporata, alla data di fusione, era pari a euro - 300.247 ed è stata riportata nella colonna "variazioni di riserve" rigo Riserve: altre, insieme alla riserva residuale IFRS 3 pari a euro 212.218. La perdita di esercizio della banca incorporata portata a nuovo e in attesa di relativa copertura è stata riportata nella colonna "allocazione risultato esercizio precedente" rigo riserve di utili ed è pari a euro 6.446.577.

48

RENDICONTO FINANZIARIO Metodo Indiretto

Importo

31.12.2013 31.12.2012 A. ATTIVITA' OPERATIVA 1. Gestione 6.659.146 6.351.115 - risultato d'esercizio (+/-) 1.666.976 258.777 - plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 5.036.813 6.764.000 - rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 400.244 464.000 - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 172.824 300.000 - imposte, tasse e crediti d'imposta non liquidati (+/-) - rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) (617.711) (1.435.662) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (22.016.073) (51.346.172) - attività finanziarie detenute per la negoziazione 12.381 250.000 - attività finanziarie valutate al fair value - attività finanziarie disponibili per la vendita (11.684.736) (46.917.000) - crediti verso banche: a vista (9.473.513) 17.770.406 - crediti verso banche: altri crediti - crediti verso clientela (1.250.650) (22.853.229) - altre attività 380.445 403.651 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 12.992.297 50.657.477 - debiti verso banche: a vista (20.104.054) 44.221.786 - debiti verso banche: altri debiti - debiti verso clientela 42.358.290 4.353.952 - titoli in circolazione (5.255.420) 728.577 - passività finanziarie di negoziazione - passività finanziarie valutate al fair value - altre passività (4.006.518) 1.353.162 Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (2.364.630) 5.662.420 B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO 1. Liquidità generata da 2.010.754 6.730 - vendite di partecipazioni - dividendi incassati su partecipazioni 10.754 6.730 - vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza 2.000.000 - vendite di attività materiali - vendite di attività immateriali - vendite di rami d'azienda 2. Liquidità assorbita da (95.652) (2.380.000) - acquisti di partecipazioni - acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza (1.988.000) - acquisti di attività materiali (94.532) (384.000) - acquisti di attività immateriali (1.119) (8.000) - acquisti di rami d'azienda Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento 1.915.102 (2.373.270) C. ATTIVITA' DI PROVVISTA - emissioni/acquisti di azioni proprie 17.518 117.056 - emissioni/acquisti di strumenti di capitale - distribuzione dividendi e altre finalità (7.763) Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista 9.755 117.056 LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (439.773) 3.406.206

LEGENDA (+) generata (-) assorbita

49

RICONCILIAZIONE

Voci di bilancio Importo

31.12.2013 31.12.2012 Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 6.093.772 2.687.567 Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (439.773) 3.406.206 Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 5.653.999 6.093.773

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NOTA INTEGRATIVA

PARTE A - Politiche contabili

PARTE B - Informazioni sullo stato patrimoniale

PARTE C - Informazioni sul conto economico

PARTE D - Redditività complessiva

PARTE E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

PARTE F - Informazioni sul patrimonio

PARTE G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

PARTE H - Operazioni con parti correlate

PARTE I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

PARTE L - Informativa di settore

I dati contenuti nelle tabelle di Nota Integrativa sono espressi in migliaia di euro.

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PARTE A - POLITICHE CONTABILI

A.1 – PARTE GENERALE

Sezione 1 - Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente Bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali - International Accounting Standards

(IAS) e International Financial Reporting Standards (IFRS) - emanati dall’International Accounting Standards Board

(IASB) e alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC),

omologati dalla Commissione Europea e in vigore alla data di riferimento del bilancio.

L’applicazione degli IAS/IFRS è stata effettuata facendo anche riferimento al “quadro sistematico per la

preparazione e presentazione del bilancio” (c.d. framework), con particolare riguardo al principio fondamentale

che riguarda la prevalenza della sostanza sulla forma, nonché al concetto della rilevanza e significatività

dell’informazione.

Oltre alle istruzioni contenute nella Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 “Il bilancio bancario:

schemi e regole di compilazione” 2° Aggiornamento del 21 gennaio 2014, si è tenuto conto, sul piano

interpretativo, dei documenti sull’applicazione degli IAS/IFRS in Italia predisposti dall’Organismo Italiano di

Contabilità (O.I.C.).

Sezione 2 - Principi generali di redazione

Il bilancio è costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal prospetto della redditività complessiva,

dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario, redatto secondo il metodo indiretto,

e dalla nota integrativa; è corredato dalla relazione degli amministratori sull’andamento della gestione e sulla

situazione della Banca.

I conti in bilancio trovano corrispondenza nella contabilità aziendale.

Il bilancio di esercizio è redatto nella prospettiva della continuità aziendale e facendo riferimento ai principi

generali di redazione di seguito elencati:

- competenza economica;

- continuità aziendale;

- comprensibilità dell’informazione;

- significatività dell’informazione (rilevanza);

- attendibilità dell’informazione (fedeltà della rappresentazione; prevalenza della sostanza economica sulla

forma giuridica; neutralità dell’informazione; completezza dell’informazione; prudenza nelle stime per non

sovrastimare ricavi/attività o sottostimare costi/passività);

- comparabilità nel tempo.

Nella predisposizione del bilancio di esercizio sono stati osservati gli schemi e le regole di compilazione di cui alla

circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22/12/2005, 2° Aggiornamento del 21 gennaio 2014.

Inoltre sono state fornite le informazioni complementari ritenute opportune a integrare la rappresentazione dei

dati di bilancio, ancorché non specificatamente prescritte dalla normativa.

52

Gli schemi di stato patrimoniale e conto economico, il prospetto della redditività complessiva, il prospetto delle

variazioni del patrimonio netto e il rendiconto finanziario sono redatti in unità di euro, mentre la nota integrativa,

quando non diversamente indicato, è espressa in migliaia di euro. A fini comparativi gli schemi di bilancio e, ove

richiesto, le tabelle della nota integrativa riportano anche i dati relativi all’esercizio precedente.

I criteri adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio sono rimasti invariati rispetto a quelli utilizzati per il

bilancio dell’esercizio precedente.

Se i conti non sono comparabili, quelli relativi all’esercizio precedente sono stati adattati; la non comparabilità,

l’adattamento o l’impossibilità di procedere a questo sono specificamente indicati nella Nota integrativa.

Informazioni sulla continuità aziendale

Per quanto concerne la prospettiva della continuità aziendale si segnala che, nel rispetto delle indicazioni fornite

nell’ambito del Documento n. 2 del 6 febbraio 2009 “Informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulla

continuità aziendale, sui rischi finanziari, sulle verifiche per riduzione di valore delle attività e sulle incertezze

nell’utilizzo di stime” emanato congiuntamente da Banca d’Italia, Consob e Isvap, la Banca ha la ragionevole

aspettativa di continuare con la sua esistenza operativa in un futuro prevedibile ed ha, pertanto, redatto il

bilancio nel presupposto della continuità aziendale.

Le incertezze conseguenti all’attuale contesto economico, ancorché abbiano generato significativi impatti sul bilancio, non generano dubbi sul citato presupposto della continuità aziendale.

Un’informativa più dettagliata in merito alle principali problematiche e variabili esistenti sul mercato è contenuta nell’ambito della Relazione sulla Gestione degli Amministratori.

Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

Nel periodo di tempo intercorrente tra la data di riferimento del bilancio e la sua approvazione da parte del

Consiglio di amministrazione, avvenuta il 28 marzo 2014, non sono intervenuti fatti che comportino una modifica

dei dati approvati in tale sede, né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione

all’informativa fornita.

Sezione 4 - Altri aspetti

Il bilancio della Banca è sottoposto alla revisione volontaria della Società BDO SpA.

Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione del bilancio d’esercizio

La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare

significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa

relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio.

L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive,

fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la

rilevazione dei fatti di gestione.

Per loro natura le stime e le assunzioni utilizzate possono variare di periodo in periodo; non può quindi escludersi

che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio potranno differire anche in maniera significativa a

seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate.

53

Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte del

Consiglio di Amministrazione sono:

- la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie;

- la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio;

- l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;

- la valutazione della congruità del valore degli avviamenti e delle altre attività immateriali;

- la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;

- le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.

La descrizione delle politiche contabili applicate sui principali aggregati di bilancio fornisce i dettagli informativi

necessari all’individuazione delle principali assunzioni e valutazioni soggettive utilizzate nella redazione del

bilancio d’esercizio.

Per le ulteriori informazioni di dettaglio inerenti la composizione e i relativi valori di iscrizione delle poste

interessate dalle stime in argomento si fa, invece, rinvio alle specifiche sezioni di nota integrativa.

In caso di cambiamento nelle stime contabili, riportare nella presente sezione e nelle corrispondenti sezioni della

parte B l’informativa richiesta dal principio IAS 8.

Informativa sulla variazione di principio contabile

Per la predisposizione del bilancio d’esercizio sono stati adottati i medesimi principi e metodi contabili utilizzati

per la redazione del bilancio annuale al 31 dicembre 2012, a cui si fa rinvio per maggiori dettagli, integrati dalle

informazioni seguenti, che si riferiscono ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e relative interpretazioni

SIC/IFRIC omologati dalla Commissione Europea fino alla data del bilancio, la cui applicazione è obbligatoria a

partire dal 1° gennaio 2013.

IAS 1 “Presentazione del bilancio” e IFRS 7 “Strumenti finanziaria: Informazioni integrative”

Si segnalano inoltre le modifiche al principi IAS 1 e IFRS 7 che non cambiano i criteri per la predisposizione del

bilancio, e non hanno impatti per la predisposizione del presente resoconto intermedio, ma introducono nuovi

obblighi di informativa che dovranno essere considerati per la predisposizione del bilancio al 31 dicembre 2013 e

a seguito dell’aggiornamento della Circolare 262/05 della Banca d’Italia.

In particolare, obiettivo delle modifiche allo IAS 1 è quello di aumentare la chiarezza del prospetto della

redditività complessiva (Other Comprehensive Income – OCI) mediante il raggruppamento tra poste che non

saranno in futuro oggetto di rigiro a conto economico e quelle che potranno essere oggetto di rigiro a conto

economico al ricorrere di determinate condizioni.

Le variazioni all’IFRS 7, invece, hanno lo scopo di favorire una più corretta valutazione dei rischi connessi al

trasferimento di attività finanziarie e dei relativi effetti sulla posizione finanziaria della società e di rendere più

trasparenti le operazioni di trasferimento. Più specificatamente, è normativamente prevista un’informativa

specifica sulle operazioni di cartolarizzazione, principale oggetto delle modifiche all’IFRS 7.

54

IAS 19 “Benefici per i dipendenti”

In data 5 giugno 2012 la Commissione Europea con il Regolamento 475/2012 ha omologato le modifiche al

principio IAS 19, emesse dallo IASB il 16 giugno 2011. Obiettivo delle modifiche allo IAS 19 è quello di favorire la

comprensibilità e la comparabilità dei bilanci, soprattutto con riferimento ai piani a benefici definiti. La novità di

maggior rilievo introdotta riguarda l’eliminazione del “metodo del corridoio”, con immediato riconoscimento nel

prospetto della redditività complessiva delle modifiche del valore delle obbligazioni e delle attività al servizio del

piano. Il Regolamento trova applicazione a partire dall’esercizio 2013, anche se era consentita un’applicazione

anticipata.

La Banca, in ragione di ciò, aveva optato per l’applicazione anticipata del Regolamento in esame già a partire dal

bilancio chiuso al 31 dicembre 2012.

IFRS 13 – Fair Value Measurement.

L’IFRS 13 Valutazione degli strumenti finanziari si applica per gli esercizi che decorrono dal 1° gennaio 2013.

L’applicazione del principio è prospettica (ossia non è richiesto il calcolo degli effetti con riferimento ai saldi

dell’esercizio precedente inseriti in bilancio ai fini comparativi).

L’IFRS 13 trova applicazione ogni volta che un Principio preveda la valutazione di un’attività o passività al fair

value oppure l’informativa aggiuntiva sul fair value di un’attività o passività, salvo alcune specifiche esenzioni.

Nonostante molti dei concetti dell’IFRS 13 siano coerenti con la pratica attuale, l’aspetto principale del nuovo

principio è dato dalle precisazioni introdotte con riferimento alla misurazione del rischio di inadempimento nella

determinazione del fair value dei contratti derivati. Tale rischio include sia le variazioni del merito creditizio della

controparte sia quelle dell’emittente stesso (Credit Value Adjustment, CVA, e Debit Value Adjustment, DVA).

A.2 – PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO

Di seguito sono indicati i principi contabili adottati per la predisposizione del bilancio di esercizio. L’esposizione

dei principi adottati è effettuata con riferimento alle fasi di classificazione, iscrizione, valutazione, cancellazione

delle poste dell’attivo e del passivo, così come per le modalità di riconoscimento dei ricavi e dei costi.

1 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”

2 - Attività finanziarie disponibili per la vendita

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente voce le attività finanziarie non derivate non diversamente classificate come tra le

“Attività detenute per la negoziazione” o “Valutate al fair value”, attività finanziarie “detenute fino a scadenza” o i

“Crediti e finanziamenti”.

55

Gli investimenti “disponibili per la vendita” sono attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di

tempo indefinito e che possono essere vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse, nei tassi

di cambio e nei prezzi di mercato. Essa accoglie:

- i titoli di debito quotati e non quotati;

- i titoli azionari quotati e non quotati;

- le quote di O.I.C.R. (fondi comuni di investimento e SICAV);

- le partecipazioni azionarie non qualificabili di controllo, di collegamento o di controllo congiunto (c.d partecipazioni di minoranza).

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie disponibili per la vendita avviene alla data di regolamento.

All’atto della rilevazione iniziale, le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevate al fair value; esso

è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione, comprensivo dei costi

o proventi di transazione direttamente attribuibili.

L’iscrizione delle attività finanziarie disponibili per la vendita può derivare anche da riclassificazione dal comparto

“Attività finanziarie detenute fino alla scadenza” oppure, solo e soltanto in rare circostanze e comunque

solamente qualora l’attività non sia più posseduta al fine di venderla o riacquistarla a breve, dal comparto

“Attività finanziarie detenute per la negoziazione”; in tali circostanze il valore di iscrizione è pari al fair value

dell’attività al momento del trasferimento.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair

value.

Gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere

determinato in modo attendibile sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico,

nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli.

Per i criteri di determinazione del fair value, si fa riferimento a quanto indicato nelle specifiche note in merito di

cui al successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento,

sono state valutate al costo e non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni

previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39.

In sede di chiusura di bilancio le attività vengono sottoposte a verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di

riduzione di valore non temporanea (impairment test). L’importo della perdita viene misurato come differenza tra

il valore contabile dell’attività finanziaria e il valore attuale dei flussi finanziari scontati al tasso di interesse

effettivo originario.

Se una attività finanziaria disponibile per la vendita subisce una diminuzione durevole di valore, la perdita

cumulata non realizzata e precedentemente iscritta nel patrimonio netto è stornata dal patrimonio netto e

contabilizzata nella voce di conto economico ”rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento delle attività

finanziarie disponibili per la vendita”.

56

Per l’accertamento di situazioni che comportino una perdita per riduzione durevole di valore e la determinazione

del relativo ammontare, la Banca utilizza tutte le informazioni a sua disposizione che si basano su fatti che si sono

già verificati e su dati osservabili alla data di valutazione.

In relazione ai titoli di debito, le informazioni che si considerano principalmente rilevanti ai fini dell’accertamento

di eventuali perdite per riduzione di valore sono le seguenti:

- esistenza di significative difficoltà finanziarie dell’emittente, derivanti da inadempimenti o mancati pagamenti di interessi o capitale;

- probabilità di apertura di procedure concorsuali;

- scomparsa di un mercato attivo sugli strumenti finanziari;

- peggioramento delle condizioni economiche che incidono sui flussi finanziari dell’emittente;

- declassamento del merito di credito dell’emittente, quando accompagnato da altre notizie negative sulla situazione finanziaria di quest’ultimo.

Con riferimento ai titoli di capitale, le informazioni che si ritengono rilevanti ai fini dell’evidenziazione di perdite

per riduzioni di valore includono la verifica dei cambiamenti intervenuti nell’ambiente tecnologico, di mercato,

economico o legale in cui l’emittente opera.

Una diminuzione significativa o prolungata del fair value di uno strumento rappresentativo di capitale al di sotto

del suo costo è considerata evidenza obiettiva di una riduzione durevole di valore.

Qualora i motivi della perdita durevole vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla sua

rilevazione, vengono iscritte riprese di valore imputate al conto economico se si tratta di titoli di debito o al

patrimonio netto se si tratta di titoli di capitale. L’ammontare della ripresa non può in ogni caso superare il costo

ammortizzato che lo strumento finanziario avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata a ogni chiusura di

bilancio.

Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle

stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e i benefici ad essa

connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Per le attività finanziarie disponibili per la vendita vengono rilevati:

- a conto economico, gli interessi calcolati con il metodo del tasso di interesse effettivo, che tiene conto sia dell’ammortamento dei costi di transazione sia del differenziale tra il costo e il valore di rimborso;

- a patrimonio netto in una specifica riserva, al netto dell’imposizione fiscale, i proventi e gli oneri derivanti dalla variazione del relativo fair value, sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita durevole di valore.

Al momento della dismissione gli effetti derivanti dall’utile o dalla perdita cumulati nella riserva relativa alle

attività finanziarie disponibili per la vendita, vengono rilevati a conto economico nella voce “utili (perdite) da

cessione o riacquisto di: b) attività finanziarie disponibili per la vendita”.

57

3 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

Gli investimenti posseduti sino alla scadenza sono attività non derivate con pagamenti fissi o determinabili e

scadenza fissa, quotati su un mercato attivo (Livello 1), che la Banca ha oggettiva intenzione e capacità di

possedere sino alla scadenza.

Criteri di classificazione

Sono classificate nella presente categoria i titoli di debito con pagamenti fissi o determinabili a scadenza fissa, che

si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza.

Se, a seguito di un cambiamento della volontà o del venir meno della capacità, non risulta più appropriato

mantenere gli investimenti in tale categoria, questi vengono trasferiti tra le attività disponibili per la vendita.

Ogniqualvolta che le vendite o le riclassificazioni risultino rilevanti sotto il profilo quantitativo e qualitativo,

qualsiasi investimento detenuto fino alla scadenza che residua deve essere riclassificato come disponibile per la

vendita.

Criteri di iscrizione

L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento se regolate con tempistiche previste

dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione. Nel caso di rilevazione delle attività

finanziarie alla data di regolamento, gli utili e le perdite rilevati tra la data di sottoscrizione e quella di

regolamento sono imputati a conto economico.

All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair

value, che corrisponde generalmente al corrispettivo pagato, comprensivo degli eventuali costi e proventi

direttamente attribuibili.

Qualora l’iscrizione delle attività in questa categoria derivi da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie

disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze qualora l’attività non sia più posseduta al fine

di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”, il fair value

dell’attività, rilevato al momento del trasferimento, è assunto quale nuova misura del costo ammortizzato

dell’attività stessa.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo

ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo.

In sede di chiusura del bilancio, viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di

valore. Se esse sussistono, l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il saldo contabile

dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati recuperabili, scontati al tasso di interesse effettivo

originario. L’importo della perdita è rilevato a conto economico.

Qualora i motivi che hanno dato origine alla rettifica di valore siano successivamente rimossi, vengono effettuate

corrispondenti riprese di valore.

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Criteri di cancellazione

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle

attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad

essa connessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti positive di reddito rappresentate dagli interessi attivi e dai proventi assimilati sono iscritte per

competenza, sulla base del tasso di interesse effettivo, nelle voci di conto economico relative agli interessi.

Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza sono rilevati nel conto economico nel momento in

cui le attività sono cedute, alla voce “Utile (perdita) da cessione o riacquisto di: c) attività finanziarie detenute sino

alla scadenza”.

Eventuali riduzioni di valore vengono rilevate a conto economico nella voce “Rettifiche/Riprese di valore nette per

deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza”. In seguito, se i motivi che hanno determinato

l’evidenza della perdita di valore vengono rimossi, si procede all’iscrizione di riprese di valore con imputazione a

conto economico nella stessa voce.

L’ammontare della ripresa non può eccedere in ogni caso il costo ammortizzato che lo strumento avrebbe avuto

in assenza di precedenti rettifiche.

4 - Crediti

Criteri di classificazione

I Crediti e finanziamenti sono iscritti nelle voci “60 Crediti verso banche” e “70 Crediti verso clientela”.

I crediti rientrano nella più ampia categoria delle attività finanziarie non derivate e non quotate in un mercato

attivo (Livello 2 e 3), che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili. Essi includono gli impieghi con

clientela e con banche, erogati direttamente e che non sono stati classificati all’origine tra le Attività finanziarie

valutate al fair value.

Nella voce sono inclusi i crediti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari e le operazioni di

pronti contro termine.

L’iscrizione in questa categoria può derivare anche da riclassificazione dal comparto “Attività finanziarie

disponibili per la vendita” oppure, solo e soltanto in rare circostanze, qualora l’attività non sia più posseduta al

fine di venderla o riacquistarla a breve, dalle “Attività finanziarie detenute per la negoziazione”.

Qualora l’iscrizione derivi da riclassificazione, il fair value dell’attività rilevato al momento del trasferimento è

assunto quale nuova misura del costo ammortizzato dell’attività stessa.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di un credito avviene alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la

data di erogazione, sulla base del fair value dello strumento finanziario. Esso è pari all’ammontare erogato,

comprensivo dei proventi e degli oneri direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine

dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le

59

caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i

normali costi interni di carattere amministrativo.

Nel caso di titoli di debito, l’iscrizione iniziale delle attività finanziarie avviene alla data di regolamento, se regolate

con tempistiche previste dalla prassi di mercato (regular way), altrimenti alla data di sottoscrizione.

Per le operazioni creditizie, eventualmente concluse a condizioni non di mercato, la rilevazione iniziale è

effettuata per un importo pari ai futuri flussi di cassa scontati ad un tasso di mercato. L’eventuale differenza tra la

rilevazione iniziale e l’ammontare erogato è rilevata nel conto economico al momento dell’iscrizione iniziale.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di rivendita a termine sono iscritte in bilancio come operazioni

di impiego. In particolare, le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per

l’importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione

Successivamente alla rilevazione iniziale, i crediti sono rilevati al costo ammortizzato, pari al valore di prima

iscrizione, diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento

calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo.

Il costo ammortizzato è diminuito/aumentato anche per la differenza tra l’ammontare erogato e quello

rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed

interessi, all’ammontare erogato comprensivo dei costi/proventi ricondotti al credito. L’effetto economico dei

costi e dei proventi viene così distribuito lungo la vita residua attesa del credito.

Nella determinazione del tasso di rendimento effettivo, si procede alla stima dei flussi di cassa considerando tutti i

termini contrattuali dello strumento finanziario che possono influire sugli importi e sulle scadenze, ma non le

future perdite su crediti.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto

dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al valore nominale erogato. I

proventi e gli oneri agli stessi riferibili sono attribuiti direttamente a conto economico.

Il metodo del costo ammortizzato non è utilizzato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca.

Ad ogni data di bilancio viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che un’attività finanziaria o un gruppo di

attività finanziarie abbia subito una riduzione di valore. Tale circostanza ricorre quando è prevedibile che l’azienda

non sia in grado di riscuotere l’ammontare dovuto, sulla base delle condizioni contrattuali originarie ossia, ad

esempio, in presenza:

a) di significative difficoltà finanziarie dell’emittente o debitore;

b) di una violazione del contratto, quale un inadempimento o un mancato pagamento degli interessi o del capitale;

c) del fatto che il finanziatore per ragioni economiche o legali relative alla difficoltà finanziaria del beneficiario, estenda al beneficiario una concessione che il finanziatore non avrebbe altrimenti preso in considerazione;

d) della probabilità che il beneficiario dichiari procedure di ristrutturazione finanziaria;

e) della scomparsa di un mercato attivo di quell’attività finanziaria dovuta a difficoltà finanziarie;

f) di dati rilevabili che indichino l’esistenza di una diminuzione sensibile nei futuri flussi finanziari stimati per un gruppo di attività finanziarie similari sin dal momento della rilevazione iniziale di quelle attività, sebbene la diminuzione non possa essere ancora identificata con le singole attività finanziarie nel gruppo.

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Dapprima si valuta la necessità di rettificare individualmente le esposizioni deteriorate (crediti non performing),

classificate nelle diverse categorie di rischio in base alla normativa emanata dalla Banca d’Italia, riportata nel

punto 17 “Altre informazioni” ed alle disposizioni interne che fissano le regole per il passaggio dei crediti

nell’ambito delle diverse categorie di rischio:

- sofferenze;

- esposizioni incagliate;

- esposizioni ristrutturate;

- esposizioni scadute.

I crediti non performing sono oggetto di un processo di valutazione analitica, assieme agli altri crediti

individualmente significativi; l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il

valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti

flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario.

I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle

eventuali garanzie, nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia.

Qualora il credito abbia un tasso d’interesse variabile, il tasso di attualizzazione utilizzato al fine di determinare la

perdita è pari al tasso di rendimento effettivo corrente determinato in accordo con il contratto.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico. La componente della rettifica riconducibile all’attualizzazione

dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di interesse effettivo ed

imputata tra le riprese di valore.

Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo, ancorché sia intervenuta una

ristrutturazione del rapporto, che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il

rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali.

I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve termine non vengono attualizzati.

La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può, in ogni caso, superare il costo ammortizzato che il

credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. Tra le riprese di valore sono inoltre ricompresi gli effetti

positivi connessi al rientro dell’effetto attualizzazione derivante dalla progressiva riduzione del tempo stimato di

recupero del credito oggetto di svalutazione.

Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengono meno i motivi

che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento

verificatosi successivamente alla rettifica stessa.

I crediti in bonis, per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita, sono

sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti

omogenee in termini di rischio di credito; le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie

storiche, che consentono di apprezzare il valore della perdita in ciascuna categoria di crediti.

La stima dei flussi nominali futuri attesi si basa su differenziati parametri di “probabilità di insolvenza” ( PD -

probability of default) e di “perdita in caso di insolvenza “ (LGD – loss given default) (eventualmente: differenziati

per codice di attività economica, così come individuati dalla Banca d’Italia (ATECO 2007) e garanzie prestate) ; i

flussi così calcolati sono attualizzati sulla base dei tempi medi di recupero, determinati su base storico statistica.

La rettifica di valore è iscritta a conto economico.

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Ad ogni data di chiusura del bilancio, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in

modo differenziale rispetto alla consistenza delle svalutazioni collettive dell’esercizio precedente.

Criteri di cancellazione

I crediti vengono cancellati dalle attività in bilancio allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa è estinto, quando la

cessione ha comportato il trasferimento in maniera sostanziale di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi o

nel caso in cui il credito è considerato definitivamente irrecuperabile, dopo che tutte le necessarie procedure di

recupero sono state completate.

Qualora invece siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti

tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita,

registrando una passività a fronte del corrispettivo ricevuto dall’acquirente.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Gli interessi derivanti da “Crediti verso banche e clientela” sono iscritti tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati”

del conto economico in base al principio della competenza temporale sulla base del tasso di interesse effettivo.

Le perdite di valore riscontrate sono iscritte a conto economico nella voce 130 “rettifiche/riprese di valore nette

per deterioramento di a) crediti” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti

svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte sia a fronte di una migliorata qualità del credito, tale da far insorgere

la ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale secondo i termini contrattuali originari del credito,

sia a fronte del progressivo venir meno dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di

valore.

Nel caso di valutazione collettiva, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo

differenziale con riferimento all’intero portafoglio dei crediti.

Gli utili e perdite risultanti dalla cessione di crediti sono iscritti alla voce 100 a) del conto economico “Utile

(perdite) da cessione o riacquisto di crediti”

5 - Attività finanziarie valutate al fair value

Alla data del bilancio la Banca non detiene “Attività finanziarie valutate al fair value”.

6 - Operazioni di copertura

La Banca a fine esercizio non ha in corso operazioni con derivati classificabili fra i derivati di copertura.

7 - Partecipazioni

La Banca a fine esercizio non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o di controllo congiunto, così

come definite e previste dai principi IAS27 e IAS28.

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8 - Attività materiali

Criteri di classificazione

La voce include principalmente i terreni, gli immobili ad uso funzionale e quelli detenuti a scopo di investimento,

gli impianti, i veicoli, i mobili, gli arredi e le attrezzature di qualsiasi tipo.

Si definiscono “immobili ad uso funzionale” quelli posseduti per essere impiegati nella fornitura di servizi oppure

per scopi amministrativi.

Rientrano invece tra gli immobili da investimento le proprietà possedute al fine di percepire canoni di locazione o

per l’apprezzamento del capitale investito, o per entrambe le motivazioni.

Gli immobili posseduti sono principalmente utilizzati come filiali ed uffici della Banca.

Sono compresi tra le attività materiali i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la

titolarità giuridica dei medesimi permanga in capo alla società locatrice.

Tra le attività materiali sono inclusi anche i costi per migliorie su beni di terzi, purché relative ad attività materiali

identificabili e separabili (es. ATM). Qualora i suddetti costi non presentino autonoma funzionalità ed utilizzabilità,

ma dagli stessi si attendano benefici futuri, sono iscritti tra le “altre attività” e vengono ammortizzati nel più breve

periodo tra quello di prevedibile capacità di utilizzo delle migliorie stesse e quello di durata residua della

locazione.

Al valore delle immobilizzazioni materiali concorrono anche gli acconti versati per l’acquisizione e la

ristrutturazione di beni non ancora entrati nel processo produttivo, e quindi non ancora oggetto di

ammortamento.

Criteri d’iscrizione

Le attività materiali sono inizialmente iscritte al costo di acquisto o di costruzione, comprensivo di tutti gli

eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene.

Le spese di manutenzione straordinaria ed i costi aventi natura incrementativa che comportano un incremento

dei benefici futuri generati dal bene sono attribuiti ai cespiti cui si riferiscono ed ammortizzati in relazione alle

residue possibilità di utilizzo degli stessi.

Le spese per riparazioni, manutenzioni o altri interventi per garantire l’ordinario funzionamento dei beni sono

invece imputate al conto economico dell’esercizio in cui sono sostenute.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività materiali, inclusi gli immobili non strumentali, salvo quanto di seguito

precisato, sono iscritte in bilancio al costo al netto degli ammortamenti cumulati e di eventuali perdite di valore

accumulate.

Le attività materiali sono sistematicamente ammortizzate in ogni esercizio sulla base della loro vita utile,

adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti.

La vita utile delle attività materiali soggette ad ammortamento viene periodicamente sottoposta a verifica; in caso

di rettifica delle stime iniziali viene conseguentemente modificata anche la relativa quota di ammortamento.

Non sono soggetti ad ammortamento:

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- i terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto considerati a vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, sono considerati beni separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizia di periti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”;

- le opere d’arte, la cui la vita utile non può essere stimata ed essendo il relativo valore generalmente destinato ad aumentare nel tempo.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso.

Ad ogni chiusura di bilancio, si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la

perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale

ed il minor valore di recupero.

Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso

inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. Le eventuali rettifiche sono imputate a conto

economico alla voce “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali”.

Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, viene rilevata una ripresa di

valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in

assenza di precedenti perdite di valore.

Criteri di cancellazione

Le attività materiali sono eliminate dallo Stato Patrimoniale al momento della dismissione o quando sono ritirate

permanentemente dall’uso e, di conseguenza, non sono attesi benefici economici futuri che derivino dalla loro

cessione o dal loro utilizzo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

L’ammortamento sistematico è contabilizzato al conto economico alla voce “Rettifiche/riprese di valore nette su

attività materiali”

Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità all’uso del

bene. Per i beni ceduti e/o dismessi nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino

alla data di cessione e/o dismissione.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione delle attività materiali sono

determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene; esse sono rilevate

nel conto economico alla stessa data in cui sono eliminate dalla contabilità.

Nella voce di conto economico “Utili (Perdite) da cessione di investimenti” sono oggetto di rilevazione il saldo,

positivo o negativo, tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti materiali.

9 - Attività immateriali

Criteri di classificazione

La voce accoglie quelle attività non monetarie prive di consistenza fisica possedute per essere utilizzate in un

periodo pluriennale o indefinito, che soddisfano le seguenti caratteristiche:

- identificabilità;

- l’azienda ne detiene il controllo;

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- è probabile che i benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività affluiranno all’azienda;

- il costo dell’attività può essere valutato attendibilmente.

In assenza di una delle suddette caratteristiche, la spesa per acquisire o generare la stessa internamente è rilevata

come costo nell’esercizio in cui è stata sostenuta.

Le attività immateriali includono, in particolare, il software applicativo ad utilizzazione pluriennale, le attività

“intangibili” connesse con la valorizzazione di rapporti con la clientela, identificati nell’ambito di operazioni di

aggregazione aziendale (business combinations di cui all’IFRS3) e altre attività identificabili che trovano origine in

diritti legali o contrattuali.

In caso di fusione, il principio IFRS3 stabilisce che alla data di fusione, l’acquirente deve classificare o designare le

attività immateriali acquisite. Quanto alla definizione degli elementi intangibili, il principio identifica gli elementi

immateriali acquistati in un’aggregazione aziendale nelle attività non monetarie identificabili prive di consistenza

fisica.

Tuttavia L’IFRS 3 non specifica le attività immateriali che possono essere rilevate in un aggregazione aziendale tra

banche; la prassi individua, fra questi:

- core deposits;

- core overdrafts;

- assets under management;

- gestione del risparmio.

Criteri di iscrizione

Le attività immateriali sono iscritte al costo, rettificato per eventuali oneri accessori, sostenuti per predisporre

l’utilizzo dell’attività.

Alla data di efficacia della fusione, l’acquirente deve classificare o designare le attività immateriali acquisite ed

iscriverle al loro fair value

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le attività immateriali a vita “definita” sono iscritte al costo, al netto dell’ammontare

complessivo degli ammortamenti e delle perdite di valore cumulate.

Il processo di ammortamento inizia quando il bene è disponibile per l’uso, ovvero quando si trova nel luogo e

nelle condizioni adatte per poter operare nel modo stabilito e cessa nel momento in cui l’attività è eliminata

contabilmente.

L’ammortamento è effettuato a quote costanti, di modo da riflettere l’utilizzo pluriennale dei beni in base alla vita

utile stimata.

Per le attività “intangibili”, connesse con la valorizzazione di rapporti con la clientela individuati nell’ambito di

operazioni di aggregazioni di cui all’IFRS3, il cui processo di ammortamento è calcolato sulla base della vita media

di tali relazioni.

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Nel primo esercizio l’ammortamento è rilevato proporzionalmente al periodo di effettiva disponibilità del bene.

Per le attività cedute e/o dismesse nel corso dell’esercizio, l’ammortamento è calcolato su base giornaliera fino

alla data di cessione e/o dismissione.

Ad ogni chiusura di bilancio, in presenza di evidenze di perdite di valore, si procede alla stima del valore di

recupero dell’attività.

L’ammontare della perdita, rilevato a conto economico, è pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività ed

il suo valore recuperabile.

Criteri di cancellazione

Le attività immateriali sono eliminate dallo stato patrimoniale dal momento della dismissione o quando non siano

attesi benefici economici futuri.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Sia gli ammortamenti che eventuali rettifiche/riprese di valore per deterioramento di attività immateriali diverse

dagli avviamenti vengono rilevati a conto economico nella voce “Rettifiche/riprese di valore nette su attività

immateriali”.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla dismissione di un’attività immateriale sono

determinate come differenza tra il corrispettivo netto di cessione e il valore contabile del bene ed iscritte al conto

economico.

Nella voce “Utili (Perdite) da cessione di investimenti”, formano oggetto di rilevazione il saldo, positivo o negativo,

tra gli utili e le perdite da realizzo di investimenti .

10 - Attività non correnti in via di dismissione

In tale voce sono classificate le attività non correnti destinate alla vendita ed i gruppi di attività e le passività

associate in via di dismissione, secondo quanto previsto dall’IFRS5.

La Banca, alla data di redazione del bilancio, non presenta attività che rientrano in tale categoria.

11 - Fiscalità corrente e differita

Criteri di classificazione e di iscrizione

Nella voce figurano le attività e passività fiscali (correnti e differite) rilevate in applicazione dello IAS12.

Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od

accreditate direttamente a patrimonio netto.

L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale

corrente, di quello anticipato e di quello differito.

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Le attività fiscali correnti accolgono i crediti d’imposta recuperabili (compresi gli acconti versati); le passività fiscali correnti le imposte correnti non ancora pagate alla data del bilancio.

Le imposte anticipate e quelle differite sono determinate sulla base del criterio del balance sheet liability method,

tenendo conto delle differenze temporanee (deducibili o imponibili) tra il valore contabile di una attività o di una

passività e il suo valore riconosciuto ai fini fiscali.

L’iscrizione di “attività per imposte anticipate” è effettuata quando il loro recupero è ritenuto probabile. Tuttavia

la probabilità del recupero delle imposte anticipate relative ad avviamenti, altre attività immateriali e rettifiche su

crediti svalutazioni di crediti, è da ritenersi automaticamente soddisfatta per effetto delle disposizioni di legge che

ne prevedono la trasformazione in credito d’imposta in presenza di perdita d’esercizio civilistica e/o fiscale. In

particolare, in presenza di una perdita civilistica d’esercizio, la fiscalità anticipata relativa agli avviamenti, alle altre

attività immateriali e alle rettifiche su crediti svalutazioni di crediti sarà oggetto di parziale trasformazione in

credito d’imposta per effetto delle disposizioni di cui all’art. 2, comma 55, del Decreto Legge 29 dicembre 2010, n.

225, convertito con modificazioni dalla Legge 26 febbraio 2011, n. 10 e come modificato dal c. 167 e seguenti art.

1 L. 27 dicembre 2013 n. 147.

La trasformazione ha effetto a decorrere dalla data di approvazione, da parte dell’assemblea dei soci, del bilancio

individuale in cui è stata rilevata la perdita, come previsto dall’art. 2, comma 56, del citato D.L. 225/2010.

Le “passività per imposte differite” vengono rilevate in tutti i casi in cui è probabile che insorga il relativo debito.

Le “attività per imposte anticipate” indicano una futura riduzione dell’imponibile fiscale, a fronte di

un’anticipazione della tassazione rispetto alla competenza economico-civilistica, mentre le “passività per imposte

differite” indicano un futuro incremento dell’imponibile fiscale, determinando un differimento della tassazione

rispetto alla competenza economico-civilistica.

Criteri di valutazione

Sono rilevati gli effetti relativi alle imposte correnti e differite calcolate nel rispetto della legislazione fiscale in

base al criterio della competenza economica, coerentemente con le modalità di rilevazione in bilancio dei costi e

ricavi che le hanno generate, applicando le aliquote di imposta vigenti.

Le imposte correnti sono compensate, a livello di singola imposta: gli acconti versati e il relativo debito di imposta

sono esposti al netto tra le “Attività fiscali a) correnti” o tra le “Passività fiscali a) correnti” a seconda del segno.

Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite sono calcolate utilizzando le aliquote fiscali

applicabili, in ragione della legge vigente, nell’esercizio in cui l’attività fiscale anticipata sarà realizzata o la

passività fiscale differita sarà estinta.

Esse vengono sistematicamente valutate per tener conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme o nelle

aliquote.

Le imposte anticipate e quelle differite sono contabilizzate a livello patrimoniale, a saldi aperti e senza

compensazioni, nella voce “Attività fiscali b) anticipate” e nella voce “Passività fiscali b) differite”; esse non

vengono attualizzate.

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

Qualora le attività e le passività fiscali differite si riferiscano a componenti che hanno interessato il conto

economico, la contropartita è rappresenta dalle imposte sul reddito.

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Nei casi in cui le imposte anticipate o differite riguardino transazioni che hanno interessato direttamente il

patrimonio netto senza influenzare il conto economico, quali ad esempio le valutazione degli strumenti finanziari

disponibili per la vendita, le stesse vengono iscritte in contropartita al patrimonio netto, interessando la specifica

riserva.

Criteri di cancellazione

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono cancellate nell’esercizio in cui:

- la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate;

- la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale.

12 - Fondi per rischi ed oneri

Criteri di classificazione

I fondi per rischi ed oneri accolgono gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali (legali o implicite)

originate da un evento passato, per le quali sia probabile l’esborso di risorse economiche per

l’adempimento dell’obbligazione stessa, sempreché possa essere effettuata una stima attendibile del

relativo ammontare.

A fronte di passività solo potenziali e non probabili non viene rilevato alcun accantonamento, ma viene fornita

informativa in nota integrativa, salvo i casi in cui la probabilità di impiegare risorse sia remota oppure il fenomeno

non risulti rilevante.

In caso di fusione, il principio IFRS3, derogando dal principio IAS 37, stabilisce che l’acquirente deve

rilevare, alla data di acquisizione, una passività potenziale assunta in una aggregazione aziendale se si

tratta di un’obbligazione attuale derivante da eventi passati e il cui fair value (valore equo) può essere

attendibilmente determinato. Pertanto, contrariamente allo IAS 37, l’acquirente rileva una passività

potenziale assunta in una aggregazione aziendale alla data di acquisizione anche se è improbabile che, per

adempiere all’obbligazione, sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici.

Criteri di iscrizione

Nella sottovoce “altri fondi” del Passivo dello Stato Patrimoniale figurano i fondi per rischi e oneri

costituiti in ossequio a quanto previsto dai principi contabili internazionali, ad eccezione delle

svalutazioni dovute al deterioramento delle garanzie rilasciate, da ricondurre alle "Altre passività".

Criteri di valutazione

L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere

all’obbligazione esistente alla data di riferimento del bilancio.

Laddove l’elemento temporale sia significativo, gli accantonamenti vengono attualizzati utilizzando i

tassi correnti di mercato.

I fondi accantonati sono periodicamente riesaminati ed eventualmente rettificati per riflettere la miglior

stima corrente. Quando a seguito del riesame, il sostenimento dell’onere diviene improbabile,

68

l’accantonamento viene stornato. Per quanto attiene i fondi relativi ai benefici ai dipendenti si rimanda al

successivo punto 17 “Altre informazioni”.

Criteri di cancellazione

Se non è più probabile che sarà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere

all’obbligazione, l’accantonamento deve essere stornato. Un accantonamento deve essere utilizzato unicamente a

fronte di quegli oneri per i quali esso è stato iscritto.

Criteri di rilevazione delle componenti economiche

L’accantonamento è rilevato a conto economico alla voce “Accantonamenti netti ai fondi per rischi e

oneri”. Nella voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a

conto economico di fondi ritenuti esuberanti.

Gli accantonamenti netti includono anche i decrementi dei fondi per l’effetto attualizzazione, nonché i

corrispondenti incrementi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti

nell'attualizzazione).

Qualora gli accantonamenti riguardino oneri per il personale dipendente, quali i premi di anzianità indicati al

successivo punto 17 “Altre informazioni”, la voce di conto economico interessata è “Spese amministrative a)

spese per il personale”.

gli accantonamenti riferibili a rischi ed oneri di natura fiscale sono rilevati tra le “imposte sul reddito”.

13 - Debiti e titoli in circolazione

Criteri di classificazione

Le voci “Debiti verso banche”, “Debiti verso clientela” e “Titoli in circolazione” comprendono le varie forme di

provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli

obbligazionari in circolazione, non classificate tra le “Passività finanziarie valutate al fair value”; le voci sono al

netto dell’eventuale ammontare riacquistato, Sono inclusi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano

scaduti ma non ancora rimborsati.

Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione di servizi finanziari.

Sono inoltre inclusi i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing finanziario.

Criteri di iscrizione

La prima iscrizione di tali passività finanziarie avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o

dell’emissione dei titoli di debito.

Il valore a cui sono iscritte corrisponde al relativo fair value, normalmente pari all’ammontare incassato od al

prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola

operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Non sono inclusi nel valore di

iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono

riconducibili a costi di carattere amministrativo.

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Il fair value delle passività finanziarie, eventualmente emesse a condizioni diverse da quelle di mercato, è oggetto

di apposita stima e la differenza rispetto al corrispettivo incassato è imputata direttamente a conto economico.

Il ricollocamento di titoli propri riacquistati, oggetto di precedente annullamento contabile, è considerato

come nuova emissione con iscrizione del nuovo prezzo di collocamento, senza effetti a conto economico.

Criteri di valutazione

Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del

tasso di interesse effettivo.

Fanno eccezione le passività a breve termine, ove il fattore temporale risulti trascurabile, che rimangono iscritte

per il valore incassato, e i cui costi e proventi direttamente attribuibili all’operazione sono iscritti a conto

economico nelle pertinenti voci

Criteri di cancellazione

Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando estinte o scadute. La cancellazione avviene anche in

presenza di riacquisto di titoli precedentemente emessi.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le componenti negative di reddito rappresentate dagli interessi passivi sono iscritte, per competenza, nelle voci di

conto economico relative agli interessi.

L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli di propria emissione ed il corrispondente valore

contabile della passività viene iscritto a conto economico nella voce “Utili/perdite da cessione o

riacquisto di: d) passività finanziarie”.

14 - Passività finanziarie di negoziazione

Alla data del bilancio la Banca non ha operazioni in derivati rientranti nell’ambito di applicazione della fair value

option con valore negativo.

15 - Passività finanziarie valutate al fair value

La Banca alla data del bilancio non ha in essere passività classificate in questa voce.

16 - Operazioni in valuta

Criteri di classificazione

Tra le attività e le passività in valuta figurano, oltre a quelle denominate esplicitamente in una valuta diversa

dall’euro, anche quelle che prevedono clausole di indicizzazione finanziaria collegate al tasso di cambio dell’euro

con una determinata valuta o con un determinato paniere di valute.

Ai fini delle modalità di conversione da utilizzare, le attività e passività in valuta sono suddivise tra poste

monetarie (classificate tra le poste correnti) e non monetarie (classificate tra le poste non correnti).

70

Gli elementi monetari consistono nel denaro posseduto e nelle attività e passività da ricevere o pagare, in

ammontari di denaro fisso o determinabili.

Gli elementi non monetari si caratterizzano per l’assenza di un diritto a ricevere o di un’obbligazione a consegnare

un ammontare di denaro fisso o determinabile.

Criteri di iscrizione

Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in euro, applicando

all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di valutazione

Ad ogni chiusura del bilancio, gli elementi originariamente denominati in valuta estera sono valorizzati in euro

come segue:

- le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura del periodo;

- le poste non monetarie valutate al costo storico sono convertite al tasso di cambio in essere alla data della operazione;

- le poste non monetarie valutate al fair value sono convertite al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura del periodo.

Criteri di rilevazione delle componenti reddituali

Le differenze di cambio che si generano tra la data dell’operazione e la data del relativo pagamento, su elementi

di natura monetaria, sono contabilizzate nel conto economico dell’esercizio in cui sorgono, alla voce “Risultato

netto della attività di negoziazione”; alla medesima voce sono iscritte le differenze che derivano dalla conversione

di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziali, o di conversione alla data di chiusura del

bilancio precedente.

Quando un utile o una perdita relativi ad un elemento non monetario sono rilevati a patrimonio netto, le

differenze cambio relative a tale elemento sono rilevata anch’esse a patrimonio netto.

17 - Altre informazioni

Ratei e Risconti

I ratei e i risconti, che riguardano oneri e proventi di competenza dell’esercizio maturati su attività e passività,

vengono ricondotti a rettifica delle attività e passività a cui si riferiscono. In assenza di rapporti cui ricondurli,

saranno rappresentati tra le “Altre attività” o “Altre passività”.

Contratti di vendita e riacquisto (pronti contro termine)

I titoli venduti e soggetti ad accordo di riacquisto sono classificati come strumenti finanziari impegnati, quando

l’acquirente ha per contratto o convenzione il diritto a rivendere o a reimpegnare il sottostante; la passività della

controparte è inclusa nelle passività verso banche, altri depositi o depositi della clientela.

71

I titoli acquistati in relazione ad un contratto di rivendita sono contabilizzati come finanziamenti o anticipi ad altre

banche o a clientela.

La differenza tra il prezzo di vendita ed il prezzo d’acquisto è contabilizzata come interesse e registrata per

competenza lungo la vita dell’operazione sulla base del tasso effettivo di rendimento.

Trattamento di fine rapporto del personale

Il T.F.R. è assimilabile ad un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” (post employment benefit) del tipo

“Prestazioni Definite” (defined benefit plan) per il quale è previsto, in base allo IAS 19, che il suo valore venga

determinato mediante metodologie di tipo attuariale.

Conseguentemente, la valutazione di fine esercizio è effettuata in base al metodo dei benefici maturati

utilizzando il criterio del credito unitario previsto (Projected Unit Credit Method).

Tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche, statistiche e probabilistiche,

nonché in virtù dell’adozione di opportune basi tecniche demografiche.

Esso consente di calcolare il T.F.R. maturato ad una certa data in senso attuariale, distribuendo l’onere per tutti gli

anni di stimata permanenza residua dei lavoratori in essere e non più come onere da liquidare nel caso in cui

l’azienda cessi la propria attività alla data di bilancio.

La valutazione del T.F.R. del personale dipendente è stata effettuata da un attuario indipendente in conformità

alla metodologia sopra indicata.

A seguito dell’entrata in vigore della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote

di trattamento di fine rapporto maturate fino al 31.12.2006 rimangono in azienda, mentre le quote che maturano

a partire dal 1° gennaio 2007 possono essere destinate a forme di previdenza complementare.

Le quote maturate e riversate ai fondi integrativi di previdenza complementare sono contabilizzate alla sottovoce

di conto economico 150 a), come specificato nella Sezione 9 della Parte C della Nota.

Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita, poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti

del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Per tale fattispecie, pertanto, nel passivo della BCC

potrà essere stata iscritta solo la quota di debito (tra le “altre passività”) per i versamenti ancora da effettuare

all’INPS ovvero ai fondi di previdenza complementare alla data di chiusura del bilancio.

Rilevazione degli utili e perdite attuariali

Il principio IAS 19 prevede che tutti gli utili e perdite attuariali maturati alla data di bilancio siano rilevati

immediatamente nel “Prospetto della redditività complessiva” – OCI.

Premio di fedeltà

Fra gli ”altri benefici a lungo termine”, rientrano nell’operatività della BCC anche i premi di fedeltà ai dipendenti.

Tali benefici devono essere valutati in conformità allo IAS 19.

La passività per il premio di fedeltà viene rilevata tra i “fondi rischi e oneri” del Passivo. L’accantonamento, come

la riattribuzione a conto economico di eventuali eccedenze dello specifico fondo (dovute ad esempio a modifiche

di ipotesi attuariali), è imputata a conto economico fra le “spese del personale”.

Le obbligazioni nei confronti dei dipendenti sono valutate da un attuario indipendente.

72

Valutazione garanzie rilasciate

Gli accantonamenti su base analitica (eventualmente: e collettiva) relativi alla stima dei possibili esborsi connessi

all’assunzione del rischio di credito insito nelle garanzie rilasciate e negli impegni assunti sono determinati in

applicazione dei medesimi criteri esposti con riferimento ai crediti.

Tali accantonamenti sono rilevati nella voce “Altre passività”, in contropartita alla voce di conto economico

“Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di: altre operazioni finanziarie”.

Conto economico

I ricavi sono valutati al fair value del corrispettivo ricevuto o spettante e sono riconosciuti quando ricevuti i

benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile.

I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti.

I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel conto economico.

In particolare:

- i costi ed i ricavi, direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo.

- i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione

- i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato;

- le altre commissioni sono rilevate secondo il principio della competenza economica

I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin

dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a conto economico mediante

applicazione del tasso di interesse effettivo per la definizione del quale si rinvia al paragrafo “Crediti e

Finanziamenti”.

Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

Gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al

momento del loro effettivo incasso.

Le perdite di valore sono iscritte a conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari

La Commissione Europea ha omologato nel mese di dicembre 2012, con Regolamento (UE) n. 1255/2012, il nuovo

principio IFRS 13 “Fair Value Measurement”, in vigore dal 1° gennaio 2013.

L’IFRS 13 definisce il fair value come: “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si

pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di

valutazione”. Si tratta di una definizione di fair value che per gli strumenti finanziari sostituisce la precedente

versione nello IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.

73

Nel caso delle passività finanziarie la nuova definizione di fair value prevista dall’IFRS 13 richiede, quindi, di

individuare come tale quel valore che si pagherebbe per il trasferimento della stessa passività (exit price), anziché

come il valore necessario a estinguere la stessa (definizione contemplata dallo IAS 39). Ne discende un

rafforzamento del tema della rilevazione degli aggiustamenti al fair value delle passività finanziarie, rispetto a

quanto già disciplinato in materia dallo IAS 39. In particolare, con riguardo alla determinazione del fair value dei

derivati OTC dell’attivo dello Stato Patrimoniale, l’IFRS 13 ha confermato la regola di applicare l’aggiustamento

relativo al rischio di controparte (Credit Valuation Adjustment - CVA). Relativamente alle passività finanziarie

rappresentate da derivati OTC, l’IFRS 13 introduce il cd. Debit Valuation Adjustment (DVA), ossia un

aggiustamento di fair value volto a riflettere il proprio rischio di default su tali strumenti, tematica non

esplicitamente trattata dallo IAS 39.

Il fair value degli investimenti quotati in mercati attivi è determinato con riferimento alle quotazioni di mercato

(prezzi “bid” o, in assenza, prezzi medi) rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio.

Nel caso di strumenti finanziari quotati su mercati attivi, la determinazione del fair value è basata sulle quotazioni

del mercato attivo di riferimento (ossia quello su cui si verifica il maggior volume delle contrattazioni) desumibili

anche da provider internazionali e rilevate l’ultimo giorno di riferimento dell’esercizio. Un mercato è definito

attivo qualora le quotazioni riflettano normali operazioni di mercato, siano prontamente e regolarmente

disponibili ed esprimano il prezzo di effettive e regolari operazioni di mercato. Qualora il medesimo strumento

finanziario risulti quotato su più mercati, la quotazione da considerare è quella presente nel mercato più

vantaggioso a cui l’impresa ha accesso.

Nel caso di strumenti finanziari non quotati il fair value è determinato applicando tecniche di valutazione

finalizzate alla determinazione del prezzo che lo strumento avrebbe avuto sul mercato alla data di valutazione in

un libero scambio motivato da normali considerazioni commerciali. La determinazione del fair value è ottenuta

attraverso le seguenti tecniche: utilizzo di recenti transazioni di mercato; riferimento al prezzo di strumenti

finanziari aventi le medesime caratteristiche di quello oggetto di valutazione; metodi quantitativi (modelli di

pricing delle opzioni; tecniche di calcolo del valore attuale - discounted cash flow analysis; modelli di pricing

generalmente accettati dal mercato e che sono in grado di fornire stime adeguate dei prezzi praticati in

operazioni di mercato). In particolare, per le obbligazioni non quotate si applicano modelli di attualizzazione dei

flussi di cassa futuri attesi – utilizzando strutture di tassi di interesse che tengono opportunamente in

considerazione il settore di attività di appartenenza dell’emittente e della classe di rating, ove disponibile.

In presenza di fondi comuni di investimento, non negoziati in mercati attivi, il fair value è determinato in ragione

del Net Asset Value pubblicato, eventualmente corretto per tenere conto di possibili variazioni di valore

intercorrenti fra la data di richiesta di rimborso e la data di rimborso effettiva.

I titoli di capitale non scambiati in un mercato attivo, per i quali il fair value non sia determinabile in misura

attendibile - secondo le metodologie più diffuse ( in primo luogo la discounted cash flow analysis;- ) sono valutati

al costo, rettificato per tener conto delle eventuali diminuzioni significative di valore.

Per gli impieghi e la raccolta a vista / a revoca si è assunta una scadenza immediata delle obbligazioni contrattuali

e coincidente con la data di bilancio e pertanto il loro fair value è approssimato al valore di contabile.

Analogamente per gli impieghi a breve si è assunto il valore contabile.

Per gli impieghi a clientela a medio-lungo termine, il fair value è ottenuto attraverso tecniche di valutazione

attualizzando i residui flussi contrattuali ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto

del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla probabilità di default e dalla perdita stimata in

caso di default).

Per le attività deteriorate il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

74

Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari, sulla base dei criteri sopra descritti, si

articola sui seguenti livelli conformemente a quanto previsto dal principio Ifrs 13 e in funzione delle

caratteristiche e della significatività degli input utilizzati nel processo di valutazione.

Gerarchia del fair value

La gerarchia del fair value, in base a quanto stabilito dall’IFRS 13, deve essere applicata a tutti gli strumenti

finanziari per i quali la valutazione al fair value è rilevata nello stato patrimoniale. A tal riguardo per tali strumenti

viene attribuita massima priorità ai prezzi ufficiali disponibili su mercati attivi e priorità più bassa all’utilizzo di

input non osservabili, in quanto maggiormente discrezionali. Il fair value, conseguentemente, viene determinato

attraverso l’utilizzo di prezzi acquisiti dai mercati finanziari, nel caso di strumenti quotati su mercati attivi, o

mediante l’utilizzo, per gli altri strumenti finanziari, di tecniche di valutazione aventi l’obiettivo di stimare il fair

value (exit price). I livelli utilizzati per le classificazioni riportate nel seguito delle presenti note illustrative sono i

seguenti:

• “Livello 1”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a prezzi di quotazione osservabili su mercati attivi (non rettificati) ai quali si può accedere alla data di valutazione;

• “Livello 2”: il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input quotati osservabili

direttamente o indirettamente per l’attività o per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione;

• “Livello 3” : il fair value degli strumenti finanziari è determinato in base a input non osservabili per l’attività o

per la passività, utilizzando anche di tecniche di valutazione.

Un prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del fair value e, quando disponibile, deve

essere utilizzato senza alcuna rettifica per valutare il fair value.

In assenza di prezzi quotati in mercati attivi gli strumenti finanziari devono essere classificati nei livelli 2 o 3.

La classificazione nel Livello 2 piuttosto che nel Livello 3 è determinata in base all’osservabilità sui mercati degli

input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value.

Gli input di Livello 2 comprendono:

• prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;

• prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in mercati non attivi;

• dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività (per esempio tassi di interesse e curve dei

rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati, volatilità implicite e spread creditizi);

• input corroborati dal mercato.

Non sono considerate osservabili tutte le altre variabili impiegate nelle tecniche valutative che non possono

essere corroborate sulla base di dati osservabili di mercato.

Qualora il fair value di uno strumento finanziario non sia determinato attraverso il prezzo rilevato in un mercato attivo (“Livello 1”), il complessivo fair value può presentare, al suo interno, Livelli differenti in considerazione dell’impatto generato dagli input osservabili o non osservabili utilizzati nelle valutazioni (per impatto si intende il contributo, in termini di significatività, che ciascun input utilizzato per la valutazione ha rispetto al complessivo fair value dello strumento). Tuttavia il Livello attribuito deve essere unico e per questo riferito al totale del fair value dello strumento nel suo complesso; il Livello unico attribuito riflette così il livello più basso di input con un effetto significativo nella determinazione del fair value complessivo dello strumento.

75

Affinché dati non osservabili di mercato abbiano un effetto significativo nella determinazione complessiva del fair value dello strumento, il loro complessivo impatto è valutato tale da renderne incerta (ovvero non riscontrabile attraverso dati di mercato) la complessiva valutazione; nei casi in cui il peso dei dati non osservabili sia prevalente rispetto alla complessiva valutazione, il Livello attribuito è “3”.

Tra le principali regole applicate per la determinazione dei Livelli di fair value si segnala che sono ritenuti di “Livello 1” i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale, i fondi aperti, gli strumenti finanziari derivati e le passività finanziarie emesse il cui fair value corrisponde, alla data di valutazione, al prezzo quotato in un mercato attivo.

Sono considerati di “Livello 2”:

• i titoli di debito governativi, i titoli di debito corporate, i titoli di capitale e le passività finanziarie emessi da emittenti di valenza nazionale e internazionale, non quotati su di un mercato attivo e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali e valutati in via prevalente attraverso dati osservabili di mercato;

• fondi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato con frequenza settimanale e/o mensile, in quanto considerato la stima più attendibile del fair value dello strumento trattandosi del “valore di uscita” (exit value) in caso di dismissione dell’investimento.

Infine, sono classificati di “Livello 3”:

• i titoli di capitale e le passività finanziarie emesse per le quali non esistono, alla data di valutazione, prezzi quotati sui mercati attivi e che sono valutati in via prevalente secondo una tecnica basata su dati non osservabili di mercato;

• i derivati finanziari OTC (Over the counter) conclusi con controparti istituzionali, la cui valutazione avviene sulla base di modelli di pricing del tutto analoghi a quelli utilizzati per le valutazioni di Livello 2 e dai quali si differenziano per il grado di osservabilità dei dati di input utilizzati nelle tecniche di pricing (si fa riferimento principalmente a correlazioni e volatilità implicite);

• gli strumenti finanziari derivati stipulati con la clientela per cui la quota di aggiustamento del fair value che tiene conto del rischio di inadempimento è significativa rispetto al valore complessivo dello strumento finanziario;

• fondi chiusi il cui fair value corrisponda al relativo NAV pubblicato i con frequenza superiore al mese;

• i titoli di capitale classificati nel portafoglio AFS valutati al costo.

Il principio contabile IFRS 13 richiede inoltre, per le attività finanziarie classificate al Livello 3, di fornire un’informativa in merito alla sensitività dei risultati economici a seguito del cambiamento di uno o più parametri non osservabili utilizzati nelle tecniche di valutazione impiegate nella determinazione del fair value.

Attività deteriorate

Si riportano di seguito le definizioni delle attività finanziarie classificate come deteriorate nelle diverse categorie

di rischio secondo la definizione prevista nelle vigenti segnalazioni di Vigilanza e alle disposizioni interne, che

fissano le regole per il passaggio dei crediti nell’ambito delle seguenti categorie di rischio:

- sofferenze: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili,

76

indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla Banca. (Eventualmente) Sono inclusi tra le sofferenze anche i crediti acquistati da terzi aventi come debitori soggetti in sofferenza, indipendentemente dal portafoglio di allocazione contabile;

- partite incagliate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) nei confronti di soggetti in temporanea situazione di obiettiva difficoltà, che sia prevedibile possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo. Inoltre vi rientrano i crediti scaduti e/o sconfinanti in via continuativa (c.d. “incagli oggettivi”);

- esposizioni ristrutturate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (ad esempio, nuovo scadenziamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo a una perdita;

- esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa e fuori bilancio (finanziamenti, titoli, derivati, etc.), diverse da quelle classificate a sofferenza, incaglio o fra le esposizioni ristrutturate, che, alla data di chiusura del periodo, sono scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni.

Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio paese.

Per le attività deteriorate, il valore di bilancio è ritenuto un’approssimazione del fair value.

Modalità di determinazione del costo ammortizzato

Il costo ammortizzato di una attività o passività finanziaria è il valore a cui è stata misurata alla iscrizione iniziale,

al netto dei rimborsi di capitale, accresciuto o diminuito dell’ammortamento complessivo, determinato in

applicazione del metodo dell’interesse effettivo, delle differenze tra valore iniziale e quello a scadenza ed al netto

di qualsiasi perdita di valore.

Il tasso di interesse effettivo è il tasso che eguaglia il valore attuale di una attività o passività finanziaria al flusso

contrattuale dei pagamenti futuri o ricevuti sino alla scadenza o alla successiva data di rideterminazione del tasso.

Per gli strumenti a tasso fisso o a tasso fisso per periodi temporali, i flussi di cassa futuri vengono determinati in

base al tasso di interesse noto durante la vita dello strumento.

Per le attività o passività finanziarie a tasso variabile, la determinazione dei flussi di cassa futuri è effettuata sulla

base dell’ultimo tasso noto. Ad ogni data di revisione del prezzo, si procede al ricalcolo del piano di

ammortamento e del tasso di rendimento effettivo su tutta la vita utile dello strumento finanziario, vale a dire

sino alla data di scadenza.

Il costo ammortizzato è applicato per i crediti, le attività finanziarie detenute sino a scadenza, quelle disponibili

per la vendita, per i debiti ed i titoli in circolazione.

Le attività e passività finanziarie negoziate a condizioni di mercato sono inizialmente rilevate al loro fair value, che

normalmente corrisponde all’ammontare pagato od erogato comprensivo dei costi di transazione e delle

commissioni direttamente imputabili.

Sono considerati costi di transazione i costi ed i proventi marginali interni attribuibili al momento di rilevazione

iniziale dello strumento e non recuperabili sulla clientela.

Tali componenti accessorie, che devono essere riconducibili alla singola attività o passività, incidono sul

rendimento effettivo e rendono il tasso di interesse effettivo diverso dal tasso di interesse contrattuale.

Sono esclusi pertanto i costi ed i proventi riferibili indistintamente a più operazioni e le componenti correlate che

possono essere oggetto di rilevazione durante la vita dello strumento finanziario.

77

Inoltre, non sono considerati nel calcolo del costo ammortizzato i costi che la Banca dovrebbe sostenere

indipendentemente dalla operazione, quali i costi amministrativi, di cancelleria, di comunicazione.

18 – Altri aspetti

LEGGE 27 DICEMBRE 2013 N. 147 (LEGGE DI STABILITÀ)

Perdite e svalutazioni su crediti ( Art.1 c. 158-160)

Con effetto dal periodo d'imposta 2013, le svalutazioni e le perdite su crediti verso la clientela (voce 130 del conto

economico) saranno deducibili sia ai fini IRES che ai fini IRAP, in quote costanti nell'esercizio in cui sono imputate

al conto economico e nei successivi quattro esercizi. Con tale disposizione viene meno il riconoscimento di

deducibilità annua di una quota pari allo 0,30% dei crediti verso la clientela, ma viene equiparato il trattamento

delle perdite su crediti a quello delle svalutazioni e viene estesa la deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su

crediti anche ai fini IRAP.

Viene inoltre ridotto il perimetro temporale di deducibilità delle svalutazioni su crediti, che si riduce da 18 esercizi

ai 5 esercizi.

Unica eccezione al regime quinquennale di deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti è costituita

dalle perdite su crediti derivanti dalla cessione (imputate alla voce 100 del conto economico) per le quali viene

mantenuto il regime di integrale deducibilità sia IRES che IRAP nell'esercizio di realizzo.

Resta in vigore, per le svalutazioni su crediti eccedenti la quota annua dello 0,30% dei crediti verso la clientela,

determinate fino al 31/12/2012, la regola della deducibilità in 18 esercizi.

DECRETO LEGGE N. 133 DEL 30 NOVEMBRE 2013 - Aumento dell’aliquota IRES (art. 2, comma 2)

In deroga alle disposizioni previste dallo Statuto del contribuente, per il periodo d’imposta 2013, alle imprese del

settore creditizio è applicata un’addizionale IRES dell’8,5% che eleva l’ordinaria aliquota del 27,5% al 36%.

Il decreto stabilisce che tale addizionale non si computa sulle variazioni in aumento derivanti dall’applicazione

dell’art. 106, comma 3 del TUIR.

78

ALLEGATO

IAS/IFRS REGOLAMENTO DI OMOLOGAZIONE

IAS 1 Presentazione del bilancio 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 494/2009, 243/2010,

149/2011, 1205/2011, 475/12, 1254/12, 1255/12,

301/13

IAS 2 Rimanenze 1126/200, 1255/12

IAS 7 Rendiconto finanziario 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009, 243/2010,

1254/12

IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime

contabili ed errori

1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 1255/12

IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del

bilancio

1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 1142/2009, 1255/12

IAS 11 Lavori su ordinazione 1126/2008, 1274/2008, 495/09, 475/12, 1254/12,

1255/12

IAS 12 Imposte sul reddito 1126/2008, 1274/2008, 495/2009, 475/12, 1254/12,

1255/12

IAS 16 Immobili, impianti e macchinari 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009, 1255/12,

301/13

IAS 17 Leasing 1126/2008, 243/2010, 1255/12

IAS 18 Ricavi 1126/2008, 69/2009, 1254/12, 1255/12

IAS 19 Benefici per i dipendenti 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 475/2012, 1255/12

IAS 20 Contabilizzazione dei contributi pubblici e

informativa sull'assistenza pubblica

1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 475/12, 1255/12

IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute

estere

1126/2008, 1274/2008, 69/2009, 494/2009, 149/2011,

475/12, 1254/12, 1255/12

IAS 23 Oneri finanziari 1260/2008, 70/2009

79

IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con

parti correlate

632/2010, , 475/12, 1254/12

IAS 26 Rilevazione e rappresentazione in bilancio dei

fondi pensione

1126/2008

IAS 27 Bilancio separato 494/2009, 1254/12

IAS 28 Partecipazioni in società collegate 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009, 495/2009,

149/2011, 1254/12

IAS 29 Rendicontazione contabile in economie

iperinflazionate

1126/2008, 1274/2008, 70/2009

IAS 31 Partecipazioni in joint venture 1126/2008, 70/2009, 494/2009, 149/2011, 1255/12

IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 495/2009,

1293/2009, 49/2011, 475/12, 1254/12, 1255/12,

1256/12, 301/13

IAS 33 Utile per azione 1126/2008, 1274/2008, 495/2009, 475/12, 1254/12,

1255/12

IAS 34 Bilanci intermedi 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009, 149/2011,

475/12, 1255/12, 301/13

IAS 36 Riduzione di valore delle attività 1126/2008, 1274/2008, 69/2009, 70/2009, 495/2009,

243/2010, 1254/12, 1255/12

IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali 1126/2008, 1274/2008, 495/2009

IAS 38 Attività immateriali 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 495/2009, 243/2010,

1254/12, 1255/12

IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 494/2009,

495/2009, 824/2009, 839/2009, 1171/2009, 243/2010,

149/2011, 1254/12, 1255/12

IAS 40 Investimenti immobiliari 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 1255/12

IAS 41 Agricoltura 1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 1255/12

80

IFRS 1 Prima adozione degli International Financial

Reporting Standard

1126/2009, 1164/2009, 550/2010, 574/2010,

662/2010, 149/2011, 475/12, 1254/12, 1255/12,

183/2013, 301/13, 313/13

IFRS 2 Pagamenti basati su azioni 1126/2008, 1261/2008, 495/2009, 243/2010,

244/2010, 1254/12, 1255/12

IFRS 3 Aggregazioni aziendali 495/2009, 149/2011, 1254/12, 1255/12

IFRS 4 Contratti assicurativi 1126/2008, 1274/2008, 1165/2009, 1255/12

IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e

attività operative cessate

1126/2008, 1274/2008, 70/2009, 494/2009,

1142/2009, 243/2010, 475/12, 1254/12, 1255/12

IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse

minerarie

1126/2008

IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative 1126/2008, 1274/2008, 53/2009, 70/2009, 495/2009,

824/2009, 1165/2009, 574/2010, 149/2011,

1205/2011, 475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12

IFRS 8 Settori operativi 1126/2008, 1274/2008, 243/2010, 632/2010, 475/12

IFRS 13 1255/12

SIC 7 Introduzione dell'euro 1126/2008, 1274/2008, 494/2009

SIC 10 Assistenza pubblica - Nessuna specifica

relazione alle attività operative

1126/2008, 1274/2008

SIC 12 Consolidamento - Società a destinazione

specifica (società veicolo)

1126/2008

SIC 13 Imprese a controllo congiunto - Conferimenti

in natura da parte dei partecipanti al controllo

1126/2008, 1274/2008

SIC 15 Leasing operativo - Incentivi 1126/2008, 1274/2008

SIC 21 Imposte sul reddito - Recupero delle attività

rivalutate non ammortizzabili

1126/2008

SIC 25 Imposte sul reddito - Cambiamenti di 1126/2008, 1274/2008

81

condizione fiscale di un'impresa o dei suoi azionisti

SIC 27 La valutazione della sostanza delle operazioni

nella forma legale del leasing

1126/2008

SIC 29 Accordi per servizi in concessione:

informazioni integrative

1126/2008, 1274/2008, 70/2009

SIC 31 Ricavi - Operazioni di baratto comprendenti

attività pubblicitaria

1126/2008

SIC 32 Attività immateriali - Costi connessi a siti web 1126/2008, 1274/2008

IFRIC 1 Cambiamenti nelle passività iscritte per

smantellamenti, ripristini, e passività similari

1126/2008, 1274/2008

IFRIC 2 Azioni dei soci in entità cooperative e

strumenti simili

1126/2008, 53/2009, 1255/12, 301/13

IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un

leasing

1126/2008, 70/2009, 1126/08, 70/09,

1255/12

IFRIC 5 Diritti derivanti da interessenze in fondi per

smantellamenti, ripristini e bonifiche ambientali

1126/2008, 1254/12

IFRIC 6 Passività derivanti dalla partecipazione ad un

mercato specifico - Rifiuti di apparecchiature

elettriche ed elettroniche

1126/2008

IFRIC 7 Applicazione del metodo della

rideterminazione del valore secondo lo IAS 29 –

Informazioni contabili in economie iperinflazionate

1126/2008, 1274/2008

IFRIC 9 Rideterminazione del valore dei derivati

incorporati

1126/2008, 495/2009, 1171/2009, 243/2010, 1254/12

IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione durevole di

valore

1126/2008, 1274/2008

IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione 254/2009

IFRIC 13 Programmi di fidelizzazione della clientela 1262/2008, 149/2011, 1255/12

82

IFRIC 14 IAS 19 - Il limite relativo a una attività a

servizio di un piano a benefici definiti, le previsioni di

contribuzione minima e la loro interazione

1263/2008, 1274/2008, 633/2010, 475/12

IFRIC 15 Accordi per la costruzione di immobili 636/2009

IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una

gestione estera

460/2009, 243/2010, 1254/12

IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non

rappresentate da disponibilità liquide

1142/2009, 1254/12, 1255/12

IFRIC 18 Cessioni di attività da parte della clientela 1164/2009

IFRIC 19 Estinzione di passività finanziarie con

strumenti rappresentativi di capitale

662/2010, 1255/12

IFRIC 20 Costi di sbancamento nella fase di

produzione di una miniera a cielo aperto

1255/12

83

A.3 – INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITA’ FINANZIARIE A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: valore di bilancio, fair value ed effetti sulla redditività complessiva La Banca non ha operato nell'esercizio in corso e in quelli precedenti alcun trasferimento tra i portafogli degli strumenti finanziari, pertanto si omette la compilazione della

presente tabella e di quelle successive.

A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del trasferimento Nell'esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie, pertanto si omette la compilazione della presente tabella.

A.3.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione Nell'esercizio la Banca non ha effettuato trasferimenti di attività finanziarie detenute per la negoziazione/valutate al FV a conto economico. A.3.4 Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate La Banca non ha riclassificato un'attività finanziaria fuori della categoria del fair value rilevato a conto economico conformemente al paragrafo 50B o 50D dello IAS 39 fuori della categoria «disponibile per la vendita». A.4 – INFORMATIVA SUL FAIR VALUE

Informativa di natura qualitativa

Per una disamina delle modalità seguite dalla Banca per la misurazione del fair value delle attività e passività, ai fini sia delle valutazioni di bilancio, sia dell’informativa da fornite nella nota integrativa per

talune attività/passività valutate al costo ammortizzato/costo, si rinvia ai paragrafi relativi alle diverse categorie contabili contenuti nella parte “A.1 Parte generale” e, in particolare, al paragrafo “Criteri di

determinazione del fair value degli strumenti finanziari” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 17 – Altre informazioni”.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati Per le attività e passività valutate al fair value su base ricorrente in bilancio, in assenza di quotazioni su mercati attivi, la Banca utilizza metodi di valutazione in linea con le metodologie generalmente accettate e utilizzate dal mercato. I modelli di valutazione includono tecniche basate sull’attualizzazione dei flussi di cassa futuri e sulla stima della volatilità. Si evidenzia che le uniche poste valutate al fair value in bilancio sono su base ricorrente e sono rappresentate da attività e passività finanziarie. In particolare, in assenza di quotazioni su mercati attivi, si procede a valutare gli strumenti finanziari con le seguenti modalità. In molti casi il fair value delle attività e passività, nel rispetto delle seguenti modalità, è stato calcolato in outsourcing da soggetti terzi. Titoli di debito: sono valutati mediante un modello di attualizzazione dei flussi di cassa attesi (Discounted Cash Flow Model), opportunamente corretti per tener conto del rischio di credito dell’emittente. In presenza di titoli strutturati il modello sopra descritto incorpora valutazioni derivanti da modelli di option pricing. Gli input utilizzati sono le curve dei tassi di interesse, i credit spread riferiti all’emittente e parametri di volatilità riferiti al sottostante nel caso di titoli strutturati Impieghi a clientela a medio-lungo termine: sono valutati attraverso tecniche di valutazione attualizzando i flussi di cassa attesi (Discounted Cash Flow Model) ai tassi di interesse correnti, opportunamente adeguati per tener conto del merito creditizio dei singoli prenditori (rappresentato dalla “Probabilità di insolvenza (Probability of Default – PD)” e dalla “Perdita in caso di insolvenza (Loss Given Default - LGD)”)]. OICR (diversi da quelli aperti armonizzati): sono generalmente valutati sulla base dei NAV (eventualmente aggiustato se non pienamente rappresentativo del fair value) messi a disposizione dalla società di gestione. Non ci sono variazioni significative rispetto all'esercizio precedente con riferimento alle tecniche valutative. A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Con riferimento al bilancio alla data del 31.12.2013 la Banca non ha provveduto a svolgere tale analisi in quanto le uniche attività classificate nel livello 3 di gerarchia del fair value sono gli investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi ed il cui fair value non può essere determinato in modo attendibile; tali strumenti, come già detto, sono mantenuti al costo e svalutati, con imputazione a conto economico, nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite di valore durevoli. A.4.3 Gerarchia del fair value Nel corso del 2013 non si sono registrati mutamenti nei criteri di determinazione, sulla base dell’utilizzo di input c.d. osservabili o non osservabili, dei livelli gerarchici del fair value rispetto a quanto operato per il Bilancio 31 dicembre 2012. Pertanto si rinvia alla parte A del bilancio. Con riferimento alle attività e passività finanziarie e non finanziarie valutate al fair value su base ricorrente vanno descritti i principi adottati per stabilire quando si verificano i trasferimenti tra i diversi livelli di gerarchia del fair value distintamente per le attività e passività finanziarie e le attività e passività non finanziarie (IFRS 13, paragrafo 95). Per una disamina delle modalità seguite dalla Banca per la determinazione dei livelli di fair value delle attività e passività si rinvia al paragrafo “Gerarchia del fair value” contenuto nella parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio”, 17 – Altre informazioni”. A.4.4 Altre informazioni La Banca non gestisce gruppi di attività è passività finanziarie sulla base della propria esposizione netta ai rischi di mercato o al rischio di credito.

84

A.4.5 – GERARCHIA DEL FAIR VALUE

Informativa di natura quantitativa

Per le modalità di determinazione del fair value e le relative classificazioni nel "livelli di fair value" previsti dall'IFRS 7 si rinvia allo specifico punto 17 "Criteri di determinazione del fair value degli strumenti finanziari" delle "Altre informazioni" della parte A.2 della presente Nota Integrativa.

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value.

Attività/Passività misurate al fair value Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

L 1 L 2 L 3 L 1 L 2 L 3 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 126.680 11.743 1.272 119.202 6.983 1.272 4. Derivati di copertura 5. Attività materiali 6. Attività immateriali Totale 126.680 11.743 1.272 119.202 6.983 1.272 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Passività finanziarie valutate al fair value 3. Derivati di copertura Totale

Legenda: L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3 A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione Attività finanziarie

valutate al fair value Attività finanziarie

disponibili per la

vendita Derivati di copertura Attività materiali Attività immateriali

1. Esistenze iniziali 1.272 2. Aumenti 2.1 Acquisti 2.2 Profitti imputati a: 2.2.1 Conto Economico - di cui plusvalenze 2.2.2 Patrimonio netto X X 2.3 Trasferimenti da altri livelli 2.4 Altre variazioni in aumento 3. Diminuzioni 3.1 Vendite 3.2 Rimborsi 3.3 Perdite imputate a: 3.3.1 Conto Economico - di cui minusvalenze 3.3.2 Patrimonio netto X X 3.4 Trasferimenti ad altri livelli 3.5 Altre variazioni in diminuzione 4. Rimanenze finali 1.272

Tra le attività finanziarie disponibili per la vendita sono compresi titoli di capitale "valutati al costo" , classificati convenzionalmente nel livello 3, riferibili ad interessenze azionarie

in società promosse dal Movimento del Credito Cooperativo o strumentali, per le quali il fair value non risulta determinabile in modo attendibile o verificabile. A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene Passività Finanziarie valutate al fair value, pertanto la presente tabella non viene compilata.

85

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value. Attività e passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non

ricorrente Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VB L 1 L 2 L 3 VB L 1 L 2 L 3 1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 10.056 10.718 2. Crediti verso banche 62.069 320 61.817 3. Crediti verso clientela 256.501 163.639 93.593 4. Attività materiali detenute a scopo di investimento 5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Totale 328.626 10.718 163.959 155.409 1. Debiti verso banche 78.879 78.879 2. Debiti verso clientela 294.029 294.029 3. Titoli in circolazione 74.658 76.058 4. Passività associate ad attività in via di dismissione Totale 447.566 76.058 372.908

Legenda: VB=Valore di bilancio L1=Livello 1 L2=Livello 2 L3=Livello 3 Per l'esercizio 2012 non viene fornita alcuna ripartizione del livello di fair value in quanto l'informazione non è richiesta dal principio IFRS13 entrato in vigore nel 2013 ed

applicabile prospetticamente. A.5 – INFORMATIVA SUL C.D. “DAY ONE PROFIT/LOSS” Nel corso dell'esercizio, la Banca non ha posto in essere operazioni da cui è derivata la contabilizzazione del c.d. "day one profit/loss". Conseguentemente, non viene fornita l’informativa prevista dal principio IFRS 7, par. 28.

86

PARTE B - INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE

ATTIVO

Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10

Formano oggetto di rilevazione nella presente voce le valute aventi corso legale, comprese le banconote e le monete divisionali estere, e i depositi liberi verso la Banca d'Italia.

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) Cassa 5.654 6.094 b) Depositi liberi presso Banche Centrali Totale 5.654 6.094

La sottovoce "cassa" comprende valute estere per un controvalore pari a 64 mila euro.

Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene "Attività finanziarie detenute per la negoziazione"pertanto la presente tabella non viene compilata.

2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene "Attività finanziarie detenute per la negoziazione" pertanto la presente tabella non viene compilata.

2.3 Attività finanziarie per cassa detenute per la negoziazione: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote O.I.C.R. Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali B. Aumenti 6.953 6.953 B1. Acquisti 6.877 6.877 B2. Variazioni positive di fair value B3. Altre variazioni 76 76 C. Diminuzioni 6.953 6.953 C1. Vendite 6.950 6.950 C2. Rimborsi C3. Variazioni negative di fair value C4. Trasferimenti ad altri portafogli C5. Altre variazioni 4 4 D. Rimanenze finali

Le sottovoci B2 e C3 " Variazioni positive / negative di fair value "- includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze registrate a conto economico alla voce 80. "risultato

netto dell'attività di negoziazione". Nella sottovoce B3. Aumenti - altre variazioni - sono compresi: - utili da negoziazione iscritti a conto economico nella voce 80 "risultato netto dell'attività di negoziazione" per 42 mila euro; - differenziale tra i ratei iniziali e i ratei finali per 34 mila euro. Nella sottovoce C5. Diminuzioni - altre variazioni - sono compresi: - differenziale tra i ratei iniziali e i ratei finali per 4 mila euro.

Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 3.1 Attività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene "Attività finanziarie valutate al fair value" pertanto la presente sezione non viene compilata.

87

Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40

Nella presente voce figurano le attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale, ecc.) classificate nel portafoglio "disponibile per la vendita".

4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica

Voci/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3

1. Titoli di debito 125.926 5.746 118.453 6.983 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 125.926 5.746 118.453 6.983 2. Titoli di capitale 1.272 1.272 2.1 Valutati al fair value 2.2 Valutati al costo 1.272 1.272 3. Quote di O.I.C.R. 754 5.996 749 4. Finanziamenti Totale 126.680 11.743 1.272 119.202 6.983 1.272

Il portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita, complessivamente pari a 139.694 mila euro, accoglie: - la quota parte di portafoglio obbligazionario (banking book) non destinata a finalità di negoziazione; - le partecipazioni le cui quote di interessenza detenute non risultano riferibili a partecipazioni di controllo, collegamento o controllo congiunto di cui agli IAS27 e IAS28. Il significativo incremento dei titoli di debito iscritti alla voce "attività finanziarie disponibili per la vendita" - pari a 6.236 mila euro rispetto all'esercizio precedente - è da attribuire

per 4.900 mila euro a Titoli di Stato italiani. Tra le attività finanziarie di cui alla sottovoce 1.2 "Altri titoli di debito" sono compresi titoli deteriorati emessi dalla/e Società Lehmann Brother Inc. per un valore nominale pari ad

euro 160 mila; detti strumenti sono stati oggetto di rettifica di valore nei precedenti esercizi, in relazione alla procedura instaurata nei confronti della Società. I titoli AFS sono composti principalmente da titoli di Stato Italiano che in questo esercizio hanno generato una significativa plusvalenza registrata nella riserva AFS come previsto

dai Principi Contabili Internazionali. Nei titoli di capitale sono ricomprese essenzialmente le partecipazioni detenute in società promosse dal movimento del Credito Cooperativo o strumentali, che non rientrano in

tale definizione in base ai principi contabili internazionali. Le quote di partecipazione nel capitale di altre imprese, diverse da quelle di controllo e di collegamento, classificate convenzionalmente nel livello 3, sono state valutate al costo e

non al fair value, poiché per esse si ritiene possano ricorrere le condizioni previste dal par. AG80 dell’Appendice A allo IAS39. Per dette partecipazioni non esiste alcun mercato di riferimento e la banca non ha intenzione di cederle.

4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti Voci/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Titoli di debito 131.672 125.436 a) Governi e Banche Centrali 122.681 117.782 b) Altri enti pubblici c) Banche 8.981 7.456 d) Altri emittenti 10 198 2. Titoli di capitale 1.272 1.272 a) Banche b) Altri emittenti 1.272 1.272 - imprese di assicurazione - società finanziarie 1.082 1.082 - imprese non finanziarie 190 190 - altri 3. Quote di O.I.C.R. 6.750 749 4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale 139.694 127.456

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla

Banca d’Italia. Tra i titoli di debito di cui al punto 1. sono compresi: - titoli emessi dallo Stato italiano per 131.672 mila euro - tra i titoli degli "altri emittenti", titoli emessi da Lehman Brothers per 10 mila euro. La Banca non detiene titoli governativi emessi da Portogallo, Irlanda, Grecia o Spagna. La voce "Quote di OICR" è composta dalle seguenti principali categorie di fondi aperti: - obbligazionari per 6.750 mila euro.

88

4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene

compilata.

4.4 Attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali 125.436 1.272 749 127.456 B. Aumenti 163.209 493 6.005 169.707 B1. Acquisti 157.279 493 6.000 163.772 B2. Variazioni positive di FV 1.098 5 1.104 B3. Riprese di valore − Imputate al conto economico X − Imputate al patrimonio neYo B4. Trasferimenti da altri portafogli B5. Altre variazioni 4.832 4.832 C. Diminuzioni 156.973 493 4 157.469 C1. Vendite 110.540 493 111.032 C2. Rimborsi 43.150 43.150 C3. Variazioni negative di FV 154 4 158 C4. Svalutazioni da deterioramento − Imputate al conto economico − Imputate al patrimonio neYo C5. Trasferimenti ad altri portafogli C6. Altre variazioni 3.129 3.129 D. Rimanenze finali 131.672 1.272 6.750 139.694

Le sottovoci B2 e C3 includono rispettivamente le plusvalenze e le minusvalenze, al lordo del relativo effetto fiscale, registrate a patrimonio netto alla voce 130. "riserve da

valutazione" dello stato patrimoniale passivo. Nelle "altre variazioni" delle sottovoci B5 e C6 sono rispettivamente indicati gli utili e le perdite derivanti dal rimborso/cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita

iscritte alla voce 100. b) "utili (perdite) da cessione/riacquisto" del conto economico, unitamente al rigiro a conto economico delle relative "riserve da valutazione" del patrimonio

netto precedentemente costituite, nonchè i ratei di interesse maturati. Nella sottovoce B5. Aumenti - altre variazioni - sono compresi: - utili da negoziazione, per 1.180 mila euro - rateo interessi per 3.651 mila euro. Nella sottovoce C6. Diminuzioni - altre variazioni - sono compresi: - perdite da negoziazione, per 429 mila euro - cedole incassate per 2.700 mila euro.

89

Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50

Nella presente voce figurano i titoli di debito quotati allocati nel portafoglio detenuto sino alla scadenza.

5.1 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

VB FV VB FV

Livello1 Livello2 Livello3 Livello1 Livello2 Livello3 1. Titoli di debito 10.056 10.718 12.036 12.596 - strutturati - altri 10.056 10.718 12.036 12.596 2. Finanziamenti Totale 10.056 10.718 12.036 12.596

Legenda FV = fair value VB = valore di bilancio Il portafoglio è stato costituito secondo una strategia equilibrata della composizione dell'Attivo e ha l'obiettivo di creare un tendenziale floor minimo di marginalità stabilizzando

una parte del margine di interesse. Il portafoglio è rappresentato da Titoli di Stato a tasso fisso con scadenza massima di 11 anni al momento dell'acquisto. 5.2 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: debitori/emittenti

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 1. Titoli di debito 10.056 12.036 a) Governi e Banche Centrali 10.056 12.036 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 2. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale 10.056 12.036 Totale fair value

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla

Banca d’Italia. 5.3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene

compilata.

5.4 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: variazioni annue

Titoli di debito Finanziamenti Totale

A. Esistenze iniziali 12.036 12.036 B. Aumenti 499 499 B1. Acquisti B2. Riprese di valore B3. Trasferimenti da altri portafogli B4. Altre variazioni 499 499 C. Diminuzioni 2.479 2.479 C1. Vendite C2. Rimborsi 2.000 2.000 C3. Rettifiche di valore C4. Trasferimenti ad altri portafogli C5. Altre variazioni 479 479 D. Rimanenze finali 10.056 10.056

Nella sottovoce B4. Aumenti - altre variazioni - sono compresi: - rateo interessi per euro 499 mila. Nella sottovoce C5. Diminuzioni - altre variazioni - sono compresi: - cedole incassate per euro 479 mila.

90

Sezione 6 - Crediti verso banche - Voce 60

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso banche classificate nel portafoglio "crediti”.

Sono inclusi anche i crediti verso Banca d'Italia, diversi dai depositi liberi, tra cui quelli per riserva obbligatoria.

6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori Totale al 31.12.2013 Totale al 31.12.2012

VB FV VB FV

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Crediti verso Banche Centrali 1. Depositi vincolati X X X X X X 2. Riserva obbligatoria X X X X X X 3. Pronti contro termine X X X X X X 4. Altri X X X X X X B. Crediti verso banche 62.069 320 61.817 52.606 1. Finanziamenti 61.817 320 61.817 52.606 1.1 Conti correnti e depositi liberi 28.821 X X X 22.877 X X X 1.2 Depositi vincolati 30.185 X X X 29.438 X X X 1.3 Altri finanziamenti: 2.811 X X X 291 X X X - Pronti contro termine attivi 2.811 X X X 291 X X X - Leasing finanziario X X X X X X - Altri X X X X X X 2 Titoli di debito 253 2.1 Titoli strutturati X X X X X X 2.2 Altri titoli di debito 253 X X X X X X Totale 62.069 320 61.817 52.606

Legenda FV= Fair value VB= valore di bilancio I crediti verso banche non sono stati svalutati in quanto ritenuti interamente recuperabili. Sono presenti crediti verso banche con vincolo di subordinazione. Tra i crediti verso banche figurano crediti in valuta estera per un controvalore di 744 mila euro. Nella sottovoce 2.2 è ricompreso il prestito subordinato, per 250 mila euro, che la Banca ha in essere con la Banca di Credito Cooperativo dell'Alto Tirreno della Calabria Verbicaro. A tal fine, si precisa che hanno carattere subordinato le attività il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell'ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura

concorsuale, può essere esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. La sottovoce “riserva obbligatoria” include la parte “mobilizzabile” della riserva stessa. I depositi vincolati di cui al punto B. comprendono la riserva obbligatoria, assolta in via indiretta, pari a 2.634 mila euro, detenuta presso ICCREA Banca Spa. Le operazioni “pronti contro termine” attive riguardano esclusivamente le operazioni con obbligo di rivendita a termine da parte del cessionario delle attività oggetto della

transazione, non avendo la Banca posto in essere operazioni che prevedono per il cessionario medesimo la facoltà di rivendita a termine. Per l'esercizio 2012 non viene fornita alcuna ripartizione del livello di fair value in quanto l'informazione non è richiesta dal principio IFRS13, entrato in vigore nel 2013 ed

applicabile prospetticamente. 6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti verso banche oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

6.3 Leasing finanziario Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti verso banche derivanti da operazioni di leasing finanziario, pertanto la presente tabella non viene compilata.

91

Sezione 7 - Crediti verso clientela - Voce 70

Nella presente voce figurano le attività finanziarie non quotate verso clientela allocate nel portafoglio “crediti”.

7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica

Tipologia operazioni/Valori

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 Valore di Bilancio FairValue Valore di Bilancio FairValue

Bonis Deteriorati L1 L2 L3 Bonis Deteriorati

L1 L2 L3 Acquistati Altri Acquistati Altri

Finanziamenti 204.571 51.910 163.639 93.593 217.507 42.608 1. Conti correnti 48.406 18.008 X X X 57.014 17.187 X X X 2. Pronti contro termine attivi X X X X X X 3. Mutui 137.509 29.769 X X X 132.682 21.542 X X X 4. Carte di credito, prestiti personali e

cessioni del quinto 1.993 197 X X X 2.440 189 X X X

5. Leasing finanziario X X X X X X 6. Factoring X X X X X X 7. Altri finanziamenti 16.663 3.937 X X X 25.371 3.690 X X X Titoli di debito 19 142 31 8. Titoli strutturati X X X X X X 9. Altri titoli di debito 19 X X X 142 31 X X X

Totale 204.571 51.929 163.639 93.593 217.648 42.639

I crediti verso clientela sono esposti in bilancio al costo ammortizzato, al netto delle rettifiche di valore derivanti da svalutazioni analitiche e collettive. Le attività deteriorate comprendono le sofferenze, gli incagli e le esposizioni scadute secondo le definizioni di Banca d'Italia, il dettaglio di tali esposizioni, nonchè quello relativo

all'ammontare e alla ripartizione delle rettifiche di valore, viene evidenziato nella parte E della Nota Integrativa - qualità del credito. Per l'esercizio 2012 non viene fornita alcuna ripartizione del livello di faiur value in quanto l'informazione non è richiesta dal principio IFRS13, entrato in vigore nel 2013 ed

applicabile prospetticamente. Sottovoce 7 "Altri finanziamenti"

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 Finanziamenti per anticipi SBF 11.308 16.284 Rischio di portafoglio 7.646 11.437 Altre sovvenzioni non regolate in conto corrente - sovvenzioni diverse 40 92 Depositi presso Uffici Postali 423 Depositi cauzionali fruttiferi 27 37 Crediti cessioni attività 808 Contributi da riscuotere da enti locali per operazioni a tasso agevolato 2 Margini di variazione presso organismi di compensazione a fronte di contratti derivati Crediti con fondi di terzi in amministrazione Crediti verso Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo 232 231 Altri 539 554 Totale 20.600 29.061

7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti

Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Bonis Deteriorati Bonis Deteriorati

Acquistati Altri Acquistati Altri 1. Titoli di debito: 19 142 31 a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti 19 142 31 - imprese non finanziarie - imprese finanziarie 19 142 31 - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti verso: 204.571 51.910 217.507 42.608 a) Governi b) Altri Enti pubblici 328 328 c) Altri soggetti 204.244 51.910 217.179 42.608 - imprese non finanziarie 127.653 40.428 138.124 34.488 - imprese finanziarie 873 2 566 - assicurazioni 500 - altri 75.218 11.480 78.489 8.120 Totale 204.571 51.929 217.648 42.639

La distribuzione delle attività finanziarie per comparto economico di appartenenza dei debitori o degli emittenti è stata effettuata secondo i criteri di classificazione previsti dalla

Banca d’Italia.

92

7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti verso la clientela oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

7.4 Leasing finanziario Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene crediti derivanti da operazioni di leasing finanziario, pertanto la presente tabella non viene compilata.

Sezione 8 - Derivati di copertura - Voce 80 8.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura, pertanto la sezione non viene compilata.

Sezione 9 - Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 90 9.1 Adeguamento di valore delle attività coperte: composizione per portafogli coperti Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività oggetto di copertura specifica, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 10 - Le partecipazioni - voce 100 10.1 Partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte ad influenza notevole: informazioni sui rapporti partecipativi Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate in modo congiunto o sottoposte a influenza notevole, pertanto la

presente sezione non viene compilata.

Sezione 11 - Attività materiali - Voce 110

Nella presente voce figurano le attività materiali (immobili, impianti, macchinari e altre attività materiali ad uso funzionale disciplinate dallo IAS 16 e gli investimenti immobiliari - terreni e fabbricati - disciplinati dallo IAS 40.

11.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo Attività/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Attività di proprietà 2.194 2.395 a) terreni 91 91 b) fabbricati 1.476 1.537 c) mobili 196 238 d) impianti elettronici e) altre 431 529 2. Attività acquisite in leasing finanziario 1.867 1.933 a) terreni 119 119 b) fabbricati 1.748 1.814 c) mobili d) impianti elettronici e) altre Totale 4.061 4.328

Alla sottovoce Terreni è evidenziato il valore dei terreni oggetto di rappresentazione separata rispetto al valore degli edifici. I fabbricati acquisiti a seguito di contratto di locazione finanziaria, sottoscritto con Iccrea Banca Impresa spa si riferisce all'immobile dove sono ubicati gli uffici di Direzione

Generale, il finanziamento sottoscritto con Banca Italease si riferisce all'immobile della filiale di Maratea. 11.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali a scopo di investimento, pertanto la presente tabella non viene compilata.

11.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali ad uso funzionale rivalutate, pertanto la presente tabella sezione non viene compilata.

11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali detenute a scopo di investimento valutate al fair value, pertanto la presente tabella non viene

compilata.

93

11.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti

elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde 213 4.321 1.542 3.396 9.471 A.1 Riduzioni di valore totali nette 3 970 1.304 2.866 5.144 A.2 Esistenze iniziali nette 210 3.351 238 529 4.328 B. Aumenti: 20 75 95 B.1 Acquisti 20 75 95 B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento B.7 Altre variazioni C. Diminuzioni: 127 62 173 362 C.1 Vendite C.2 Ammortamenti 127 62 173 362 C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio C.6 Trasferimenti a: a) attività materiali detenute a scopo di investimento b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 210 3.224 196 431 4.061 D.1 Riduzioni di valore totali nette 1.097 1.363 3.049 5.508 D.2 Rimanenze finali lorde 210 4.321 1.559 3.480 9.569 E. Valutazione al costo

Alle sottovoci A.1 e D.1 "Riduzioni di valore totali nette" è riportato il totale del fondo ammortamento. La Voce E. "Valutazione al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività materiali valutate in bilancio al fair value, non in possesso della

Banca. Con riferimento alle variazioni indicate si dettaglia quanto segue: sottovoce B.1 "acquisti" mobili sono compresi: - acquisti di mobili e arredi per euro 8 mila; - acquisto di opere d'arte per euro 12 mila. sottovoce B.1 "acquisti" altre attività materiali sono compresi: - acquisti di macchine elettroniche per euro 6 mila;

- acquisti di insegne euro 23 mila; - acquisti di macchine e attrezzature per euro 15 mila; - acquisti di impianti elettrici per euro 5 mila; - acquisti di impianti di allarme, impianti antierusione e video sorveglianza per euro 26 mila. Grado di copertura dei fondi ammortamento

Classe di attività % amm.to

complessivo

31.12.2013

% amm.to

complessivo

31.12.2012 Terreni e opere d'arte 3,14% 3,14% Fabbricati 25,41% 18,04% Mobili 86,28% 83,33% Altre 85,65% 83,59%

Percentuali di ammortamento utilizzate

Classe di attività % ammortamento Terreni e opere d'arte 0,00% Fabbricati 3% Arredi 15% Mobili e macchine ordinarie d'ufficio 12% Impianti di ripresa fotografica / allarme 30% Macchine elettroniche e computers 20%

94

Blindati 20%

Di seguito viene riportata una tabella di sintesi delle vite utili delle varie immobilizzazioni materiali Vita utile delle immobilizzazioni materiali

Classe di attività Vite utili in anni Terreni e opere d'arte indefinita Fabbricati 33* Arredi 7 - 9 Mobili e macchine ordinarie d'ufficio 8 - 9 Impianti di ripresa fotografica / allarme 4 - 7 Macchine elettroniche e computers 5 - 7 Automezzi 4

* o sulla base di vita utile risultante da specifica perizia 11.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali detenute a scopo di investimento, pertanto la presente tabella non viene compilata.

11.7 Impegni per acquisto di attività materiali (IAS 16/74.c) La Banca nel corso del 2012 ha stipulato un contratto di leasing finanziario con ICCREA BancaImpresa spa (concedente) per l'acquisto e l’adeguamento necessario a renderlo

idoneo all'esercizio dell'attività bancaria, dell'immobile sito in Vallo della Lucania Via Badolato. Il contratto è stato stipulato fino alla concorrenza di complessivi euro 3 milioni, oltre

imposte, quale importo preventivato come necessario a coprire sia i costi di acquisto che quelli di ristrutturazione. Il contratto prevede, conformemente alle vigenti disposizioni anche in materia contabile, che il finanziamento vada in ammortamento successivamente alla presa in consegna, da

parte della Banca, dell'immobile oggetto del leasing, e quindi solo dopo l'ultimazione dei lavori di adeguamento previsti. Tanto detto si precisa che alla data di riferimento del bilancio, in contabilità, alla voce "altre attività", in relazione al finanziamento in questione, sono stati iscritti, in attesa

dell'avvio dell'ammortamento e della definizione del relativo piano di ammortamento, euro 350 mila.

Sezione 12 - Attività immateriali - Voce 120

Nella presente voce figurano le attività immateriali di cui allo IAS 38.

12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Attività/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Durata definita Durata indefinita Durata definita Durata indefinita A.1 Avviamento X X A.2 Altre attività immateriali 433 471 A.2.1 Attività valutate al costo: 433 471 a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività 433 471 A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate internamente b) Altre attività Totale 433 471

Tutte le attività immateriali della Banca sono valutate al costo. Tra le altre attività immateriali di cui alla sottovoce A.2.1 b) sono indicate le attività "intangibili" identificate nell'ambito della operazione di aggregazione disciplinata dal principio

IFRS3 con la BCC Lucania Sud effettuata nel 2012 . I Core Overdraft relativi ai conti correnti attivi ed i Core Deposit relativi ai conti correnti passivi sono ammortizzati in 17 anni, i

Core Deposit relativi ai depositi a risparmio e gli Asset under Management relativi alla raccolta indiretta sono ammortizzati in 11 anni.

95

12.2 Attività immateriali: variazioni annue

Avviamento

Altre attività

immateriali:generate

internamente Altre attività immateriali: altre

Totale

DEF INDEF DEF INDEF A. Esistenze iniziali 518 518 A.1 Riduzioni di valore totali nette 47 47 A.2 Esistenze iniziali nette 471 471 B. Aumenti 1 1 B.1 Acquisti 1 1 B.2 Incrementi di attività immateriali interne X B.3 Riprese di valore X B.4 Variazioni positive di fair value: - a patrimonio netto X - a conto economico X B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni C. Diminuzioni 39 39 C.1 Vendite C.2 Rettifiche di valore 39 39 - Ammortamenti X 39 39 - Svalutazioni: + patrimonio netto X + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value: - a patrimonio netto X - a conto economico X C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni D. Rimanenze finali nette 433 433 D.1 Rettifiche di valore totali nette 83 83 E. Rimanenze finali lorde 516 516 F. Valutazione al costo

Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita Le attività immateriali oggetto di descrizione sono state interamente acquistate all’esterno e sono valutate al costo. Tra le esistenze iniziali delle "Altre attività immateriali" non sono comprese quelle che alla data di chiusura del precedente esercizio risultano completamente ammortizzate. La sottovoce F. "Valutazione al costo" non è valorizzata in quanto la sua compilazione è prevista solo per le attività immateriali valutate in bilancio al fair value, non in possesso

della Banca.

Avviamento Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene avviamento, pertanto la presente tabella non viene compilata.

12.3 Altre informazioni In base a quanto richiesto dallo IAS 38 paragrafi 122 e 124, si precisa che la Banca non ha: - costituito attività immateriali a garanzia di propri debiti; - assunto impegni alla data del bilancio per l'acquisto di attività immateriali; - acquisito attività immateriali per tramite di contratti di locazione finanziaria od operativa; - acquisito attività immateriali tramite concessione governativa; - attività immateriali rivalutate iscritte a fair value.

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Sezione 13 - Le attività fiscali e le passività fiscali - Voce 130 dell'attivo e Voce 80 del passivo

Nella presente voce figurano le attività fiscali (correnti e anticipate) e le passività fiscali (correnti e differite) rilevate, rispettivamente, nella voce 130 dell'attivo e 80 del passivo.

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "attività per imposte anticipate" riguardano:

13.1 Attività per imposte anticipate: composizione Descrizione IRES IRAP Totale

1)Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del conto economico: 4.555 180 4.735 a) DTA di cui alla Legge 214/2011 4.340 168 4.508 Svalutazione crediti verso clientela 4.340 168 4.508 Valore dell'avviamneto e delle altre attività immateriali Perdite fiscali di cui Legge 214/2011 b) Altre 215 12 227 Svalutazione crediti verso banche Perdite fiscali Rettifiche di valutazione di attività finanziarie detenute per negoziazione e attività finanziarie valutate al fair value Rettifiche di valore di titoli in circolazione Rettifiche di valore di passività finanziarie di negoziazione e passività finanziarie valutate al fair value Rettifiche di valore per deterioramento di garanzie rilasciate iscritte tra le passività Costi di natura prevalentemente amministrativa Differenze tra valori fiscali e valori di bilancio delle attività materiali e immateriali Altre voci 215 12 227 2)Attività per imposte anticipate rilevate in contropartita del patrimonio netto: 19 4 22 Riserve da valutazione: 19 4 22 Minusvalenze su attività finanziarie disponibili per la vendita 19 4 22 Altre Utili/Perdite attuariali dei fondi del personale Totale sottovoce 130 b) attività fiscali anticipate 4.573 184 4.757

Alla voce Rettifiche di valore su crediti si evidenzia la fiscalità attiva per svalutazioni e , a partire dall'esercizio 2013, perdite su crediti. Dette eccedenze risulteranno deducibili nei

prossimi esercizi secondo il meccanismo della rateizzazione per quota costante in diciottesimi o in quinti. Credito d’imposta derivante dalla trasformazione delle attività per imposte anticipate iscritte in bilancio (Legge n. 214/2011) L’articolo 2 del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 225 (c.d. “mille proroghe”), convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, e successivamente modificato

dall’art. 9 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. decreto “Monti”), convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 214/2011, n. 214, ha previsto l’introduzione della

disciplina della trasformazione in credito d’imposta IRES di quota parte di alcune attività per imposte anticipate iscritte in bilancio, qualora nel bilancio individuale della società sia

rilevata una perdita d’esercizio. Con L. n. 147/2013, art.1, c.d Legge di Stabilità per il 2014 tale possibilità di trasformazione è stata estesa anche alle imposte anticipate sulle

rettifiche di valore non dedotte a fini IRAP, a partire dal bilancio 2013. Ai sensi della citata disposizione sono trasformabili in crediti d’imposta, entro determinati limiti, le attività per imposte anticipate relative alle svalutazioni dei crediti non ancora

dedotte dal reddito imponibile ai sensi del comma 3 dell’art. 106 del T.U.I.R., nonché quelle riferite alle componenti negative relative al valore dell’avviamento e di altre attività

immateriali, deducibili in più periodi d’imposta ai fini delle imposte sui redditi. Con riferimento alla quantificazione dell’importo trasformabile, la norma prevede che le attività per imposte anticipate siano trasformabili solo per l’importo che risulta

moltiplicando la perdita d’esercizio per il rapporto tra le attività per imposte anticipate rilevanti e la somma del capitale sociale e delle riserve. E’ prevista, inoltre, un’ulteriore ipotesi di trasformazione che riguarda le attività per imposte anticipate iscritte a fronte di perdite fiscali, normata dal comma 56-bis del citato art.

2. Il credito d’imposta risultante dalla trasformazione delle attività per imposte anticipate non è produttivo di interessi, può essere utilizzato in compensazione ai sensi dell’art. 17 del

D.Lgs. 241/1997, ovvero può essere ceduto al valore nominale secondo la procedura di cui all’art. 43-ter del DPR 602/1973 e, infine, può essere chiesto a rimborso per la parte che

residua dopo le compensazioni.

Nella precedente tabella le attività per imposte anticipate rilevanti ai fini della Legge n. 214/2011 sono evidenziate separatamente dalle altre attività per imposte anticipate

tradizionali, al fine di tener conto della loro differente natura. Nello specifico gli importi indicati in tabella rappresentano la quota di attività per imposte anticipate potenzialmente trasformabili in crediti d’imposta alla data di riferimento del

bilancio. La dinamica dell’esercizio, con l’evidenza della quota di attività per imposte anticipate trasformata in credito d’imposta nel corso dell’anno, è illustrata nella successiva tabella

13.3.1 “Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011”. La disciplina relativa alla conversione in crediti d’imposta delle attività per imposte anticipate introduce una modalità di recupero di tali attività che si aggiunge a quella ordinaria e

che si attiva in presenza di una perdita d’esercizio o di una perdita fiscale. Tale modalità conferisce pertanto la certezza del recupero, in qualunque circostanza, delle attività per imposte anticipate di cui alla L. 214/2011, rendendo automaticamente

soddisfatto il test relativo alle probabilità di recupero delle imposte anticipate previsto dallo IAS 12. Altre attività per imposte anticipate Nella precedente tabella sono dettagliate anche le altre attività per imposte anticipate diverse da quelle di cui alla L.214/2011. Tali “attività” vengono iscritte in bilancio nella

misura in cui esiste la probabilità del loro recupero sulla base della capacità di generare con continuità redditi imponibili positivi. La valutazione della probabilità di recupero delle

altre attività per imposte anticipate tradizionali è stata condotta sulla base delle informazioni disponibili rappresentate dalla stima dei redditi imponibili attesi. Per la valorizzazione

delle imposte anticipate ai fini IRES e IRAP sono state applicate rispettivamente le aliquote del 27,50% e del 5,65%..

97

Le tipologie di differenze temporanee che hanno portato all'iscrizione di "passività per imposte differite" riguardano: 13.2 Passività per imposte differite: composizione

Descrizione IRES IRAP Totale 1)Passività per imposte differite in contropartita del conto economico 1 1 - rettifiche di valore su crediti verso la clientela dedotte extracontabilmente - differenze positive tra valori fiscali e valori di bilancio delle attività materiali e immateriali - altre voci 1 1 2)Passività per imposte differite in contropartita del patrimonio netto 398 78 476 Riserve da valutazione: - variazioni positive di FV su attività finanziarie disponibili per la vendita 398 78 476 - rivalutazione immobili - altre voci Totale sottovoce 80 b) passività fiscali differite 399 78 477

13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 3.757 537 2. Aumenti 1.331 5.711 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.331 5.705 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore d) altre 1.331 1.783 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 7 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 353 2.490 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 348 635 a) rigiri 348 635 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 1 3.3 Altre diminuzioni 4 1.855 a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla legge n.214/2011 1.855 b) altre 4 4. Importo finale 4.735 3.758

13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011 (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 3.205 493 2. Aumenti 1.303 4.567 3. Diminuzioni 1.855 3.1 Rigiri 3.2 Trasformazione in crediti d'imposta 1.855 a) derivante da perdite d'esercizio 1.855 b) derivante da perdite fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 4.508 3.205

Nella Tabella sono indicate le imposte anticipate e le relative variazioni, computate a fronte delle rettifiche su crediti per svalutazione, per quanto derivante dalla eccedenza

rispetto alla quota deducibile nei diversi esercizi di cui all'art. 106 comma 3 Tuir. Alla sottovoce 3.2 a) è indicato l'importo delle DTA trasformato in credito di imposta che trova contropartita con segno positivo nella Tabella 18.1 del Conto Economico alla voce

3bis.

98

13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 1 2. Aumenti 12 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 12 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 12 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 12 a) rigiri 12 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 1 1

Le imposte differite sono rilevate a fronte delle differenze temporanee tra valore contabile di una attività o di una passività e il suo valore fiscale, che saranno recuperate sotto

forma di benefici economici che la Banca otterrà negli esercizi successivi. Tale rilevazione è stata effettuata in base alla legislazione fiscale vigente; le aliquote utilizzate per la

rilevazione delle imposte differite attive e passive ai fini IRES ed IRAP sono rispettivamente pari al 27,50% e al 4,65% (salvo eventuali maggiorazioni per addizionali regionali). Lo sbilancio delle imposte anticipate e delle imposte differite è stato iscritto a conto economico alla voce 260 "imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente". 13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 65 689 2. Aumenti 7 2 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 7 2 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 7 2 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 50 626 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio 50 625 a) rigiri 50 625 b) svalutazioni per sopravvenute irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 1 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 22 65

13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Importo iniziale 650 1 2. Aumenti 314 650 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 313 650 a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 313 650 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 488 1 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio 488 1 a) rigiri 488 1 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 476 650

Le imposte anticipate e differite si riferiscono, rispettivamente, a svalutazioni e rivalutazioni di titoli disponibili per la vendita. Dette movimentazioni hanno trovato come contropartita la rispettiva riserva di patrimonio netto.

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13.7 Altre informazioni

Composizione della fiscalità corrente

IRES IRAP Altre TOTALE

Passività fiscali correnti (-) (1.194) (461) (13) (1.668) Acconti versati (+) 1.630 709 2.339 Altri crediti di imposta (+) Crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 (+) Ritenute d'acconto subite (+) 12 12 Saldo a debito della voce 80 a) del passivo (13) (13) Saldo a credito 447 248 696 Crediti di imposta non compensabili: quota capitale 444 444 Crediti di imposta non compensabili: quota interessi Saldo dei crediti di imposta non compensabili 444 444 Saldo a credito della voce 130 a) dell'attivo 891 248 1.140

In merito alla posizione fiscale della Banca, per gli esercizi non ancora prescritti, non è stato ad oggi notificato alcun avviso di accertamento. Nella voce "Altri crediti d'imposta" è compreso l'importo di 208 mila euro riferiti a crediti di imposta per i periodo 2007-2011, sorti in virtù del riconscimento della integrale

deduzione a fini Ires dell'Irap sul costo del lavoro, come da previsioni dell'art. 2 comma 1quater DL 201/2011 conv. L. 214/2011 e successivamente integrato dall'art. 4 comma 12

DL 16/2012. Nella voce "Altri crediti d'imposta" è compreso l'importo di 19 mila euro riferiti alla cessione di crediti d'imposta ex art. 43-ter DPR n. 602/73 da parte della procedura di

liquidazione della BCC Sibaritide. Nella voce "Altre imposte" è compresa l'imposta sostitutiva per Ires e Irap riferita all'esercizio da parte della Banca dell'opzione prevista dall'articolo 1, comma 33, L.244/2007.

Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell'attivo e voce 90 del passivo 14.1 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: composizione per tipologia di attività Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività non correnti o gruppi di attività in via di dismissione e relative passività associate, pertanto la presente sezione

non viene compilata.

100

Sezione 15 - Altre attività - Voce 150

Nella presente voce sono iscritte le attività non riconducibili nelle altre voci dell’attivo dello stato patrimoniale.

15.1 Altre attività: composizione Voci Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Ratei attivi 68 Migliorie e spese incrementative su beni di terzi non separabili 238 308 Altre attività 9.121 10.031 Crediti verso Erario per acconti su imposte indirette e altre partite fiscali 2.326 1.944 Valori diversi e valori bollati 1 2 Partite in corso di lavorazione 1.928 1.760 Rettifiche per partite illiquide di portafoglio 167 3.509 Commissioni, provvigioni da percepire da banche 47 21 Anticipi e crediti verso fornitori 122 138 Risconti attivi non riconducibili a voce propria 113 42 Effetti di terzi al protesto 323 428 Ammanchi, malversazioni, rapine ed altre insussistenze 117 Rimesse di contante in attesa di accredito 1.912 1.365 Fatture da emettere e da incassare 194 151 Oneri di pre locazione contratto di leasing 350 304 Altre partite attive 239 367 Somme per pignoramento 1.283 Totale 9.358 10.407

Fra le altre attività figura lo sbilancio tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere" del portafoglio salvo buon fine e al dopo incasso, il cui dettaglio è indicato nell'apposita Tabella

delle "Altre informazioni" della parte B della presente nota integrativa. Nella voce Ratei attivi sono indicati quelli diversi dai ratei che vanno capitalizzati sulle relative attività finanziarie. La voce "partite in corso di lavorazione" comprende: - somme in attesa di regolamento mandati di tesorerie enti per euro 630 mila; - messaggi rete da contabilizzare per euro 193 mila; - operazioni con carte di debito e credito su bancomat e pos da regolare con ICCREA per euro 1.105 mila. La voce "altre partite" comprende: - note di credito da pervenire per euro 90 mila; - pensioni INPS stornate beneficiari deceduti per euro 20 mila; - partite per crediti su interessi finanziamenti agevolati della ex Bcc Lucania per euro 62 mila; - altre partite attive per euro 67 mila.

101

PASSIVO

Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10

Nella presente voce figurano i debiti verso banche, qualunque sia la loro forma tecnica diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la presentazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B e dal T.U.F.

1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 78.879 98.983 2.1 Conti correnti e depositi liberi 707 2.078 2.2 Depositi vincolati 2.3 Finanziamenti 78.172 96.906 2.3.1 Pronti contro termine passivi 2.3.2 Altri 78.172 96.906 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti Totale 78.879 98.983 Fair value – livello 1 Fair value – livello 2 Fair value – livello 3 78.879 98.983 Totale fair value 78.879 98.983

In considerazione della prevalente durata a breve termine dei debiti verso banche il relativo fair value è stato assunto pari al valore di bilancio. Tra i debiti verso banche figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 4 mila euro. Tra i debiti verso banche, nella sottovoce 2.3.2"Finanziamenti - Altri", figurano: - operazioni di finanziamento garantite da titoli con ICCREA Banca Spa per 77.155 mila euro; - debiti per leasing finanziario per 1.016 mila euro. 1.2 Dettaglio della voce 10 "Debiti verso banche": debiti subordinati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso banche. 1.3 Dettaglio della voce 10 "Debiti verso banche": debiti strutturati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti strutturati verso di banche. 1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene debiti verso banche oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

I debiti per leasing finanziario, ricompresi nella sottovoce 2.3.2 "Finanziamenti altri" della Tabella "1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica", ammontano a 1.016 mila

euro e sono relativi a due immobili: immobile sito in Vallo della Lucania dove sono ubicati gli uffici di Direzione Generale e l'immobile sito in Maratea dove è ubicata la filiale.

1.5 Debiti per leasing finanziario Descrizione Pagamento residuo

Immobili 1.017 Totale 1.017

Si fa altresì presente che: - non sono stati posti in essere contratti di subleasing; - non esistono canoni potenziali da pagare in quanto i canoni contrattuali sono già determinati nell'ammontare; - non esistono clausole di opzione di rinnovo, nè di indicizzazione, nè di restrizione; - la clausola di opzione di acquisto concede la possibilità di acquisire il bene in proprietà.

102

Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20

Nella presente voce figurano i debiti verso clientela, qualunque sia la loro forma tecnica, diversi da quelli ricondotti nelle voci 30, 40 e 50. Sono inclusi i debiti di funzionamento connessi con la prestazione prestazione di attività e di servizi finanziari come definiti dal T.U.B e dal T.U.F.

2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica Tipologia operazioni/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Conti correnti e depositi liberi 192.737 165.671 2. Depositi vincolati 98.808 82.870 3. Finanziamenti 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti 2.484 3.130 Totale 294.029 251.671 Fair value – livello 1 Fair value – livello 2 Fair value – livello 3 294.029 251.671 Fair value 294.029 251.671

Tra i debiti verso clienti figurano debiti in valuta estera per un controvalore di 622 mila euro. La sottovoce 3.2 Finanziamenti "Altri" esprime il debito verso la Cassa Depositi e Prestiti per i finanziamenti ricevuti in applicazione della Convenzione ABI-CDP a favore delle P.M.I

per euro 2.385 mila. 2.2 Dettaglio della voce 20 "Debiti verso clientela": debiti subordinati Alla data di riferimento del bilancio, non sono presenti debiti subordinati verso clientela. 2.3 Dettaglio della voce 20 "Debiti verso clientela": debiti strutturati Non sono presenti debiti strutturati verso clientela. 2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene deviti verso la clientela oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

2.5 Debiti per leasing finanziario La Banca non ha in essere debiti per leasing finanziario verso la clientela.

103

Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30

Nella presente voce figurano i titoli emessi valutati al costo ammortizzato. Sono ricompresi i titoli che alla data di riferimento del bilancio risultano scaduti ma non ancora rimborsati. E' esclusa la quota dei titoli di debito di propria emissione non ancora collocata presso terzi.

3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica

Tipologia titoli/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Valore bilancio Fair value

Valore bilancio Fair value

Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Titoli 1. Obbligazioni 73.563 74.963 79.575 83.460 1.1 strutturate 1.2 altre 73.563 74.963 79.575 83.460 2. Altri titoli 1.095 1.095 339 339 2.1 strutturati 2.2 altri 1.095 1.095 339 339 Totale 74.658 76.058 79.914 83.799

Per quanto riguarda i criteri di determinazione del fair value si rimanda alla Parte A - Politiche contabili. Il valore delle obbligazioni emesse è al netto di quelle riacquistate, pari ad un importo nominale di 321 mila euro. La sottovoce A.2.2 "Titoli - altri titoli - altri", comprende: - certificati di deposito per 1.095 mila euro. In prevalenza tali strumenti finanziari sono classificati a livello 2. 3.2 Dettaglio della voce 30 "Titoli in circolazione": titoli subordinati Hanno carattere subordinato i debiti il cui diritto al rimborso, nel caso di liquidazione dell'ente emittente o di sua sottoposizione ad altra procedura concorsuale, può essere

esercitato da parte del creditore solo dopo quelli degli altri creditori non egualmente subordinati. Sono esclusi gli strumenti patrimoniali che, secondo i principi contabili

internazionali, hanno caratteristiche di patrimonio netto. Nell'ambito dei titoli in circolazione, si evidenzia che nella Tabella “3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica” sottovoce 1.2 "Obbligazioni – Altre” sono compresi titoli

subordinati pari a 5.000 mila euro di valore nominale. Essi risultano computabili nel Patrimonio di Vigilanza della Banca per 3.000 mila euro. Per il dettaglio delle caratteristiche si rimanda alla specifica inserita nella Parte F " Informazioni sul patrimonio" - Sezione 2 "Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza" - in calce alla

sottosezione 2.1 "Patrimonio di Vigilanza - A. Informazioni di natura qualitativa". 3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene titoli in circolazione oggetto di copertura specifica, pertanto la presente tabella non viene compilata.

Sezione 4 - Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 4.1 Passività finanziarie di negoziazione: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività finanziarie di negoziazione, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 5 - Passività finanziarie valutate al fair value - Voce 50 5.1 Passività finanziarie valutate al fair value: composizione merceologica Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività finanziarie valutate al fair value, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 6 - Derivati di copertura - Voce 60 6.1 Derivati di copertura: composizione per tipologia di copertura e per livelli gerarchici Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 7 - Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - voce 70 7.1 Adeguamento di valore delle passività finanziarie coperte Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività finanziarie oggetto di copertura generica, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 8 - Passività fiscali - Voce 80

Per quanto riguarda le informazioni relative alle passività fiscali, si rinvia a quanto esposto nella Sezione 13 dell'Attivo.

Sezione 9 - Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 90 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività associate ed attività in via di dismissione, pertanto la presente sezione non viene compilata.

104

Sezione 10 - Altre passività - Voce 100

Nella presente voce sono iscritte le passività non riconducibili nelle altre voci del passivo dello stato patrimoniale.

10.1 Altre passività: composizione Voci Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Ratei passivi 28 59 Altre passività 6.909 9.103 Debiti verso fornitori per beni e servizi non finanziari 920 1.280 Debiti verso dipendenti, amministratori e sindaci 531 449 Debiti verso l'Erario e altri enti impositori per imposte indirette dell'azienda 1.565 1.492 Debiti verso l'Erario per l'attività di riscossione imposte e/o come sostituto d'imposta 868 557 Partite in corso di lavorazione 754 1.010 Risconti passivi non riconducibili a voce propria 46 Rettifiche per partite illiquide di portafoglio 406 988 Somme a disposizione di terzi 523 1.438 Somme di terzi per depositi cauzionali 751 571 Somme da riconoscere a terzi per fideiussioni rilasciate 595 Altre partite passive 590 676 Totale 6.937 9.162

I ratei passivi si riferiscono a fattispecie non riconducibili a voce propria La voce "partite in corso di lavorazione" comprende: - messaggi rete interbancaria da contabilizzare per euro 386 mila; - operazioni con carte di credito e debito su pos da contabilizzare per euro 153 mila; - messaggi di impagato 851 in attesa di esito per euro 118 mila; - bonifici rete da spedire con data regolamento successiva per euro 69 mila; - prelievi su carte dui credito da regolare per euro 25 mila; - ricariche carte prepagate da regolare per euro 3 mila. La voce "altre partite passive" comprende: - pensioni INPS da resituire beneficiari deceduti per euro 30 mila; - cedole e titoli da rimborsare a clientela per euro 58 mila; - competenze da liquidare ad eredi per euro 11 mila; - commissioni/provv. altre somme da pagare per euro 36 mila; - Iva su finanziamento di leasing per euro 250 mila; - somme da riconoscere per servizio protesti per euro 76 mila; - eccedenze di cassa per euro 71 mila; - contributi da versare a Cassa Mutua e rit.sindacali per euro 5 mila; - altre partite per euro 53 mila.

105

Sezione 11 - Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 110

Nella presente voce figura il Fondo di Trattamento di fine rapporto rilevato con la metodologia prevista dallo IAS19.

11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. Esistenze iniziali 1.737 867 B. Aumenti 118 1.124 B.1 Accantonamento dell'esercizio 118 370 B.2 Altre variazioni 754 C. Diminuzioni 79 254 C.1 Liquidazioni effettuate 79 254 C.2 Altre variazioni D. Rimanenze finali 1.776 1.737

Alla data di bilancio, la Banca ha rilevato il fondo TFR secondo quanto previsto dai principio contabile Ias 19, pertanto la Voce D. “Rimanenze finali” del fondo inscritto coincide con

il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO). La sottovoce B.1 "Accantonamento dell'esercizio" è cosi composta: 1) ammontare delle prestazioni di lavoro correnti (Service Cost – SC) pari a 164 mila euro; 2) interessi passivi netti (Net Interest Cost – NIC) pari a 57 mila euro; 3) utile attuariale (Actuarial Gains/Losses – A G/L), pari a - 101 mila euro. Si evidenzia che l’utile (ovvero: perdita) attuariale è cosi determinato: per 61 mila euro dipende da variazioni delle ipotesi demografiche; per 41 mila euro dipende da variazioni delle ipotesi finanziarie. Gli ammontari di cui ai punti sub 1) e sub 2) sono ricompresi nel conto economico tabella "9.1 Spese per il personale: composizione", sottovoce e) "accantonamento al trattamento

di fine rapporto del personale dipendente"; mentre l'importo di cui al punto sub 3) è stato ricondotto nella "Riserva da valutazione: Utili (Perdite) attuariali su piani a benefici

definiti" (cfr Prospetto Analitico della Redditività Complessiva). Le ipotesi attuariali adottate per la valutazione del fondo alla data di riferimento del bilancio sono le seguenti: - tasso di attualizzazione desunto dall'indice Iboxx Corporate A con duration 10+: 3,39% - tasso atteso di inflazione: 2,00% - turn-over: 3,00% Con riferimento agli incrementi retributivi da adottare nello sviluppo prospettico dei cash flow, è stata effettuata un'analisi dei dati storici delle BCC e e dalle frequenze scaturenti

dall'esperienza dell'attuario, su un rilevante numero di aziende analoghe.

A fini comparativi, il valore del DBO al 31/12/2013 determinato in base al tasso annuo di attualizzazione desunto dall’indice Iboxx Corporate AA con duration 10+ pari al 3,17% alla

data della valutazione è pari a Euro 1.823.041,97.

Fermo restando quanto sopra rappresentato, il Fondo di trattamento di fine rapporto calcolato ai sensi dell’art. 2120 del Codice Civile, non devoluto ai fondi pensione esterni o al

fondo di Tesoreria Inps, ammonta a 1.828 mila euro e risulta essere stato movimentato nell’esercizio come di seguito:

11.2 Altre informazioni

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Fondo iniziale 1.725 1.037 Variazioni in aumento 183 942 Variazioni in diminuzione 80 254 Fondo finale 1.828 1.725

Nel corso dell'esercizio sono state destinate al fondo di previdenza di categoria quote di trattamento di fine rapporto per 127 mila euro.

106

Sezione 12 - Fondi per rischi e oneri - Voce 120

Nelle presenti voci figurano le passività relative agli “Altri benefici a lungo termine”, riconosciuti contrattualmente al personale in servizio, ai sensi dello IAS19 e le obbligazioni in essere, per le quali la Banca ritiene probabile un esborso futuro di risorse ai sensi dello IAS37.

12.1 Fondi per rischi e oneri: composizione Voci/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1 Fondi di quiescenza aziendali 2. Altri fondi per rischi ed oneri 620 620 2.1 controversie legali 440 469 2.2 oneri per il personale 87 82 2.3 altri 93 68 Totale 620 620

12.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi di quiescenza Altri fondi Totale

A. Esistenze iniziali 620 620 B. Aumenti 65 65 B.1 Accantonamento dell'esercizio 63 63 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo 2 2 B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.4 Altre variazioni C. Diminuzioni 65 65 C.1 Utilizzo nell'esercizio 54 54 C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto C.3 Altre variazioni 11 11 D. Rimanenze finali 620 620

La sottovoce B.1 - Accantonamento dell'esercizio - accoglie l'incremento del debito futuro stimato, relativo sia a fondi già esistenti che costituiti nell'esercizio. La sottovoce B.2 - Variazioni dovute al passare del tempo - accoglie i ripristini di valore connessi con il trascorrere del tempo corrispondenti ai ratei maturati, calcolati sulla base dei

tassi di sconto utilizzati nell'esercizio precedente per l'attualizzazione dei fondi. La sottovoce B.3 - Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - accoglie incrementi di valore dei fondi determinati dall'applicazione di tassi di sconto inferiori rispetto a quelli

utilizzati nell'esercizo precedente. La sottovoce C.1 - Utilizzo nell'esercizio - si riferisce ai pagamenti effettuati. La sottovoce C.2 - Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - accoglie decrementi di valore dei fondi determinati dall'applicazione di tassi di sconto superiori rispetto a

quelli utilizzati nell'esercizo precedente. La sottovoce C.3 - Altre variazioni in diminuzione - accoglie: - il decremento dovuto ad una minore stima del debito futuro relativo a fondi già esistenti. 12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti La banca non ha iscritto nel Bilancio fondi della specie. 12.4 Fondi per rischi ed oneri - altri fondi La voce “Altri fondi per rischi e oneri” è costituita da: Fondo oneri futuri per controversie legali, per 440 mila euro Il "Fondo oneri futuri per controversie legali" tutela la Banca da probabili esiti negativi derivanti dalle cause passive e dai reclami in corso; in dettaglio accoglie accantonamenti a

fronte di: - perdite presunte sulle cause passive legali per 174 mila euro; - azioni revocatorie fallimentari per 7 mila euro; - perdite presunte sulle cause passive per anatocismo per 260 mila euro. La natura delle cause passive legali è ampia e diversificata. Infatti, pur avendo in comune, in linea di massima, una domanda di tipo risarcitorio nei confronti della Banca, esse

traggono origine da eventi anche molto diversi fra loro. In via semplificativa, le più ricorrenti cause sono relative alla contestazione sugli interessi (anatocismo, usura, tasso non

concordato, ecc.), allo svolgimento dei servizi di investimento, errata negoziazione assegni. I tempi di svolgimento dei giudizi sono difficilmente prevedibili; ciò nonostante si

possono individuare, sia pure con una certa approssimazione, in circa 2-5 anni. Riguardo all'ammontare degli esborsi prevedibili, l'ipotesi formulata per i giudizi con esito di

soccombenza probabile si riferisce al complessivo esborso stimato. Si precisa, anche in relazione a quanto prima specificato, che sia gli importi che il momento di prevedibile

esborso di ogni singola controversia, deve necessariamente considerarsi indicativo, in quanto, specialmente per i giudizi di natura risarcitoria, è assai ampia la discrezionalità del

giudice nella valutazione del danno. Le cause di revocatoria sono promosse per ottenere, con riferimento ai periodi antecedenti l'assoggettamento del cliente alla procedura concorsuale, la condanna della Banca alla

restituzione di somme accreditate sul conto corrente ovvero la dichiarazione di inefficacia di garanzie acquisite. I tempi medi di definizione dei giudizi sono individuabili in circa 3

anni. In relazione alle ipotesi di soccombenza si provvede, all'avverarsi di eventi sfavorevoli che inducano a pronosticare attendibili previsioni di esito negativo, ad effettuare

accantonamenti in misura pari all'ammontare dell'esborso atteso. In tutti i casi in cui l'effetto del differimento temporale nel sostenimento dell'onere stimato è risultato rilevante, si è provveduto a calcolare l'importo dei fondi e degli

accantonamenti in misura pari al valore attuale degli esborsi necessari ad estinguere le obbligazioni. Oneri per il personale, per 87 mila euro

107

L'importo esposto nella sottovoce 2.2 “oneri per il personale” della Tabella 12.1, si riferisce a: - premi di anzianità/fedeltà relativi all’onere finanziario, determinato in base a valutazione attuariale, che la Banca dovrà sostenere, negli anni futuri, in favore del personale

dipendente in relazione all’anzianità di servizio. Dal punto di vista operativo, l'applicazione del Metodo della Proiezione Unitaria del Credito ha richiesto anche l'adozione di ipotesi demografiche ed economico-finanziarie

definite analiticamente su ciascun dipendente. Fondo beneficenza e mutualità, per 5 mila euro Nell'ambito degli altri fondi è compreso il saldo al 1/1/2012 del fondo di beneficenza e mutualità della Banca Incorporata. Fondo per interventi Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, per 87 mila euro. Si tratta degli oneri stimati relativi agli impegni futuri del Fondo di Garanzia dei Depositanti (FGD) per interventi deliberati, comunicati a fine anno.

Sezione 13 - Azioni rimborsabili - voce 140

La banca non ha emesso azioni rimborsabili.

108

Sezione 14 - Patrimonio dell'impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al capitale e alle riserve della Banca.

14.1 "Capitale" e "Azioni proprie": composizione La Banca ha emesso esclusivamente azioni ordinarie in ragione del capitale sociale sottoscritto pari a 3.303 mila euro. Non vi sono azioni sottoscritte e non ancora liberate. 14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue

Voci/Tipologie Ordinarie Altre A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 636.719 - interamente liberate 636.719 - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 636.719 B. Aumenti 3.395 B.1 Nuove emissioni 21.800 - a pagamento: 21.800 - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre 21.800 - a titolo gratuito: - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni (18.405) C. Diminuzioni C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 640.114 D.1 Azioni proprie (+) D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 640.114 - interamente liberate 640.114 - non interamente liberate

Le informazioni si riferiscono al numero di azioni movimentate nel corso dell'esercizio. Il valore nominale della singola azione espresso al centesimo di euro è pari a 5,16. 14.3 Capitale: altre informazioni

Valori

Numero soci al 31.12.2012 3.934 Numero soci: ingressi 115 Numero soci: uscite 110 Numero soci al 31.12.2013 3.939

14.4 Riserve di utili: altre informazioni La normativa di settore di cui all’art. 37 del D.Lgs. 385/93 e l'art.49 dello Statuto prevedono la costituzione obbligatoria della riserva legale. Essa risulta destinatatria di almeno il 70% degli utili netti annuali. La riserva legale risulta indivisibile e indisponibile per la Banca, ad eccezione dell'utilizzo per la copertura di perdite di esercizio, al pari delle altre riserve di utili iscritte nel

Patrimonio, in ragione dei vincoli di legge e di Statuto. Alla riserva legale è stata inoltre accantonata la quota parte degli utili netti residui dopo le altre destinazioni previste dalla legge, dalla normativa di settore e dallo Statuto,

deliberate dall'Assemblea. Per un maggiore dettaglio delle Riserve di Utili della banca, si rinvia alle informazioni contenute della Parte F "Informazioni sul Patrimonio", sezione 1 "Il patrimonio dell'impresa"

tabella B.1 "Patrimonio dell'impresa: composizione" 14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue Non sussistono strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

In ottemperanza all'articolo 2427, n. 7-bis, cod.civ., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l'utile di esercizio, con l'evidenziazione dell'origine e del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste. Art. 2427 - n. 7 bis cod. civ.

109

Importo Possibilità di

utilizzazione

Utilizzi effettuati nei tre precedenti

esercizi Importo per

copertura perdite Importo per altre

ragioni Capitale sociale: 3.303 per copertura

perdite e per

rimborso del valore

nominale delle

azioni

Riserve di capitale: Riserva da sovrapprezzo azioni 120 per copertura

perdite e per

rimborso del

sovrapprezzo

versato

Altre riserve: Riserva legale 30.461 per copertura

perdite non ammessi in

quanto indivisibile Riserve di rivalutazione monetaria 427 per copertura

perdite non ammessi in

quanto indivisibile Altre riserve 214 per copertura

perdite non ammessi in

quanto indivisibile Riserva di transizione agli IAS/IFRS (716) per copertura

perdite non ammessi

Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita 927 per quanto

previsto dallo IAS

39

Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti (68) per quanto

previsto dallo IAS

39

Riserva azioni proprie (quota non disponibile) = Riserva azioni proprie (quota disponibile) per copertura

perdite

Totale 34.668 La "Riserva da valutazione: attività finanziarie disponibili per la vendita" può essere movimentata esclusivamente secondo le prescrizioni dello IAS 39. Essa trae origine dalla

valutazione di strumenti finanziari e non può essere utilizzata nè per aumenti di capitale sociale, nè per distribuzione ai soci, nè per coperture di perdite. Le eventuali variazioni

negative di tale riserva possono avvenire solo per riduzioni di fair value, per rigiri a conto economico o per l'applicazione di imposte correnti o differite. Analoghe considerazioni, valgono per la Riserva da valutazione: utili/perdite attuariali su piani a benefici definiti. 14.6 Altre informazioni Non sussistono altre informazioni su strumenti rappresentativi di patrimonio netto diversi dal capitale e dalle riserve.

110

Altre informazioni

1. Garanzie rilasciate e impegni Operazioni Importo 31.12.2013 Importo 31.12.2012

1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria 14.351 14.593 a) Banche 4.507 2.662 b) Clientela 9.844 11.931 2) Garanzie rilasciate di natura commerciale 4.323 4.195 a) Banche b) Clientela 4.323 4.195 3) Impegni irrevocabili a erogare fondi 1.807 2.021 a) Banche i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto b) Clientela 1.807 2.021 i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto 1.807 2.021 4) Impegni sottostanti ai derivati su crediti: vendite di protezione 5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi 6) Altri impegni Totale 20.481 20.810

Tra quelle di natura finanziaria sono comprese le garanzie personali che assistono il regolare assolvimento del servizio del debito da parte del soggetto ordinante. Il punto 1.a) "Garanzie rilasciate di natura finanziaria - Banche" comprende: - impegni verso il Fondo di garanzia dei depositanti del Credito Cooperativo per 1.961 mila euro; - impegni verso il Fondo di garanzia degli obbligazionisti del Credito Cooperativo per 2.546 mila euro. Tra le garanzie rilasciate di natura commerciale sono compresi i crediti di firma per garanzie personali che assistono specifiche transazioni commerciali o la buona esecuzione di

contratti. Il punto 3 "Impegni irrevocabili a erogare fondi" comprende: b) clientela - a utilizzo incerto - margini utilizzabili su linee di credito irrevocabili concesse per 1.807 mila euro. 2. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Portafogli Importo 31.12.2013 Importo 31.12.2012 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita 48.655 90.328 4. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 10.344 11.240 5. Crediti verso banche 2.811 291 6. Crediti verso clientela 7. Attività materiali

In particolare, nelle voci sono stati iscritti i valori dei titoli costituiti a fronte di operazioni di pronti contro termine attive con banche effettuate con titoli dell’attivo per 2.811 mila

euro. Per il collateral con Iccrea o per le operazioni di rifinanziamento BCE Nelle voci sono stati iscritti, anche, i valori dei titoli utilizzati nell'ambito delle operazioni di finanziamento garantite da titoli per 56.879 mila euro. Inoltre le voci comprendono i titoli utilizzati per cauzione assegni circolari per 2.120 mila euro. Si evidenzia che il rifinanziamento presso la Banca Centrale Europea, effettuato tramite l'Istituto Centrale di Categoria, è stato garantito per mezzo di titoli obbligazzionari emessi

dalla banca, con garanzia dello Stato ai sensi dell’art. 8 del D.L. 201/2011, e successivamente riacquistati.

111

Nel caso di rifinanziamento BCE con garanzia costituita da obbligazioni di propria emissione garantiti dallo Stato e dati in garanzia di rifinanziamento BCE

Rifinanziamenti BCE

a) obbligazioni e certificati di propria emissione garantiti dallo Stato 15.000 b) ammontare rifinanziamento BCE 15.000

La Banca ha in essere operazioni di leasing operativo alla data di bilancio.

Al fine di soddisfare le previsioni contenute nello IAS 17, si forniscono le seguenti informazioni.

In qualità di soggetto locatario, la Banca possiede i seguenti beni:

AUTOVEICOLI

Gli autoveicoli in regime di noleggio sono locati per un periodo contrattuale di 36-60 mesi, con assistenza full service (manutenzione, assicurazione, tassa di proprietà, assistenza stradale, ecc.).

BANCOMAT

La durata del contratto di noleggio è di 36 mesi. I canoni pagati coprono anche il costo della manutenzione HDW e SFW.

POS

Le apparecchiature POS sono istallate presso esercenti e consentono ai titolari di carte di debito e credito di effettuare pagamenti di beni e servizi. Il contratto ha validità cinque anni e alla scadenza potrà essere prorogato mediante accordo tra le parti.

CONTABANCONOTE

Il contratto di noleggio delle contabanconote ha durata 5 anni, la periodicità del canone è trimestrale ed è comprensivo dell'assisistenza e manutenzione delle macchine. Alla scadenza la banca non ha facoltà di riscatto.

MACCHINE FOTOCOPIATRICE E STAMPANTI

Il contratto di noleggio delle fotocopiatrici e stampanti ha durata 48 mesi, la periodicità del canone è trimestrale ed è comprensivo dell'assistenza e manutenzione delle macchine.

PERSONAL COMPUTERS E MONITORS

Il contratto di noleggio da durata 36 mesi, il canone è mesile.

Nel corso dell'esercizio la Banca ha pagato canoni di leasing operativo per complessivi 389 mila euro.

Non sono stati stipulati contratti di subleasing.

3. Informazioni sul leasing operativo

Totale 31.12.2013

Totale 31.12.2012 entro un anno tra uno e cinque

anni oltre cinque anni

Autoveicoli 13 9 Bancomat/ computers e monitors 148 154 Pos 185 158 Contabanconote/macchine fotocopiatrici e stampanti 43 31 Totale 389 352

112

4. Gestione e intermediazione per conto terzi Tipologia servizi Importo

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) Acquisti 1. regolati 2. non regolati b) Vendite 1. regolate 2. non regolate 2. Gestioni di portafogli a) individuali b) collettive 3. Custodia e amministrazione di titoli a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 94.073 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 71.909 2. altri titoli 22.164 c) titoli di terzi depositati presso terzi 94.073 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 149.203 4. Altre operazioni 3.164

La Banca non ha effettuato servizi di interemediazione per conto terzi. Le altre operazioni di cui al punto 4. comprendono:

Importo

1. Attività di ricezione e trasmissione di ordini: a) acquisti b) vendite 2. Attività di collocamento e offerta di servizi di terzi: 3.164 a) gestioni patrimoniali b) prodotti assicurativi a contenuto finanziario 704 c) prodotti assicurativi a contenuto previdenziale d) altre quote di Oicr 2.459 3. Altre operazioni Totale 3.164

Gli importi di cui al punto 2, si riferiscono invece alle consistenze di fine esercizio dei prodotti collocati. Le gestioni patrimoniali e gli OICR sono esposti al valore corrente; i prodotti

assicurativi sono invece esposti al valore di sottoscrizione. 5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similari Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, pertanto la presente tabella non viene compilata.

6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi quadro di compensazione o ad accordi similari Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, pertanto la presente tabella non viene compilata.

Operazioni di prestito titoli Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene operazioni di prestito titoli, pertanto la presente tabella non viene compilata.

8. Incasso di crediti per conto di terzi: rettifiche dare e avere

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) Rettifiche "dare": 29.595 37.655 1. conti correnti 4.335 6.415 2. portafoglio centrale 25.260 31.240 3. cassa 4. altri conti b) Rettifiche "avere" 29.428 34.146 1. conti correnti 10.536 9.753 2. cedenti effetti e documenti 18.893 24.392 3. altri conti

La Tabella fornisce il dettaglio delle differenze, derivanti dagli scarti fra le valute economiche applicate nei diversi conti, generate in sede di eliminazione contabile delle partite

relative all'accredito e all'addebito dei portafogli salvo buon fine e al dopo incasso, la cui data di regolamento è successiva alla chiusura del bilancio. La differenza tra le rettifiche "dare" e le rettifiche "avere", pari a 167 mila euro, trova evidenza tra le "Altre attività" - voce 150 dell'Attivo.

113

PARTE C - INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO

Sezione 1 - Gli interessi - Voci 10 e 20

Nelle presenti voci sono iscritti gli interessi attivi e passivi, i proventi e gli oneri assimilati relativi, rispettivamente, a disponibilità liquide, attività finanziarie detenute per la negoziazione, attività finanziarie disponibili per la vendita, attività finanziarie detenute sino alla scadenza, crediti, attività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50, 60 e 70 dell’attivo) e a debiti, titoli in circolazione, passività finanziarie di negoziazione, passività finanziarie valutate al fair value (voci 10, 20, 30, 40, 50 del passivo) nonché eventuali altri interessi maturati nell’esercizio.

Fra gli interessi attivi e passivi figurano anche i differenziali o i margini, positivi o negativi, maturati sino alla data di riferimento del bilancio e scaduti o chiusi entro la data di riferimento relativi a contratti derivati.

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre operazioni Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 35 35 19 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 3.651 3.651 3.285 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 499 499 455 4. Crediti verso banche 2 1.148 1.150 957 5. Crediti verso clientela 6 13.403 13.409 14.569 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Derivati di copertura X X 8. Altre attività X X 1 1 1 Totale 4.193 14.551 1 18.745 19.287

Dettaglio sottovoce 4 “Crediti verso Banche”, colonna “Finanziamenti”: - conti correnti e depositi per 1.129 mila euro - operazioni di pronti contro termine attive per 18 mila euro Dettaglio sottovoce 5 “Crediti verso Clientela”, colonna “Finanziamenti”: - conti correnti per 5.041 mila euro - mutui per 6.599 mila euro - carte di credito/prestiti personali e cessione del quinto per 149 mila euro - anticipi Sbf per 736 mila euro - altri finanziamenti per 877 mila euro Nella colonna "finanziamenti" in corrispondenza della sottovoce 5 "crediti verso la clientela" sono stati ricondotti anche gli interessi attivi e proventi assimilati maturati e

contabilizzati nell'esercizio riferiti alle esposizioni deteriorate alla data di riferimento del bilancio per 2.348 mila euro. Nel caso delle "esposizioni scadute/sconfinanti deteriorate", l’importo degli interessi maturati prima della classificazione dei crediti in tale categoria è stato indicato nella colonna

“Finanziamenti”. L’importo ricompreso nella colonna “Altre Operazioni” in corrispondenza della sottovoce 8 “Altre Attività” è riferito agli interessi attivi maturati sui crediti d’imposta. 1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura, pertanto la presente tabella non viene compilata.

1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta Gli interessi attivi e proventi assimilati in valuta sono di importo irrilevante. 1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario La Banca non ha posto in essere operazioni attive di leasing finanziario. 1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 1.Debiti verso banche centrali X 2.Debiti verso banche (596) X (596) (567) 3.Debiti verso clientela (5.109) X (5.109) (3.735) 4.Titoli in circolazione X (2.575) (2.575) (2.226) 5.Passività finanziarie di negoziazione 6.Passività finanziarie valutate al fair value 7.Altre passività e fondi X X 8.Derivati di copertura X X Totale (5.705) (2.575) (8.279) (6.528)

Nella sottovoce 2 “Debiti verso Banche”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su: - conti correnti e depositi per 13 mila euro - altri debiti per 583 mila euro Nella sottovoce 3 “Debiti verso Clientela”, colonna “Debiti” sono compresi interessi su: - conti correnti per 1.240 mila euro - depositi per 3.821 mila euro - altri debiti per 33 mila euro - operazioni di pronti contro termine passive con clientela per 14 euro

114

Nella sottovoce 4 “Titoli in circolazione”, colonna “Titoli” sono compresi interessi su: - obbligazioni emesse per 2.404 mila euro - certificati di deposito per 171 mila euro Tra le "obbligazioni emesse" sono compresi gli interessi rilevati su obbligazioni subordinate per 193 mila euro alla data di chiusura dell'esercizio e 193 mila euro alla data di

chiusura del precedente periodo. 1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura, pertanto la presente tabella non viene compilata.

1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta Gli interessi passivi e oneri assimilati in valuta sono pari a 4 mila euro 1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario Gli interessi passivi su operazioni di leasing relativi a contratti di leasing con ICCREA Bancaimpresa spa e Banca Italease ammontano a 31 mila euro

115

Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50

Nelle presenti voci figurano i proventi e gli oneri relativi, rispettivamente, ai servizi prestati e a quelli ricevuti dalla Banca sulla base di specifiche previsioni contrattuali (garanzie, incassi e pagamenti, gestione e intermediazione ecc).

Sono esclusi i proventi e gli oneri considerati nella determinazione del tasso effettivo di interesse (in quanto ricondotti nelle voci 10 “interessi attivi e proventi assimilati” e 20 “interessi passivi e oneri assimilati” del conto economico) delle attività e passività finanziarie.

2.1 Commissioni attive: composizione Tipologia servizi/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) garanzie rilasciate 183 129 b) derivati su crediti c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 114 73 1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 5 3 3. gestioni di portafogli 3.1. individuali 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 6 6 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 22 23 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 49 38 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. in materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 32 3 9.1. gestioni di portafogli 9.1.1. individuali 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 32 3 9.3. altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento 1.308 1.302 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione f) servizi per operazioni di factoring g) esercizio di esattorie e ricevitorie h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio i) tenuta e gestione dei conti correnti 2.446 2.361 j) altri servizi 435 386 k) operazioni di prestito titoli Totale 4.485 4.251

Nella sottovoce i) (tenuta e gestione dei conti correnti) confluisce la commissione per la remunerazione dell'affidamento introdotta in base all'art. 2-bis del DL 29/11/2008 n. 185,

conv. L. 28/1/2009 n. 2. L'importo di cui alla sottovoce j) "altri servizi" è così composto da commissioni su: - crediti a clientela ordinaria - altri finanziamenti, per 71 mila euro; - altri servizi bancari, per 364 mila euro. 2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Canali/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 a) presso propri sportelli: 54 26 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 22 23 3. servizi e prodotti di terzi 32 3 b) offerta fuori sede: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi

116

2.3 Commissioni passive: composizione Servizi/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) garanzie ricevute (158) b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione: (45) (154) 1. negoziazione di strumenti finanziari (5) (5) 2. negoziazione di valute (9) (5) 3. gestioni di portafogli: (23) 3.1 proprie (23) 3.2 delegate da terzi 4. custodia e amministrazione di titoli (8) (8) 5. collocamento di strumenti finanziari (136) 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) servizi di incasso e pagamento (609) (584) e) altri servizi (18) (16) f) operazioni di prestito titoli Totale (832) (755)

Le commissioni corrisposte comprendono quelle per garanzie ricevute riferite all'acquisizione della garanzia dello Stato italiano su nuove emissioni obbligazionarie interamente

riacquistata utilizzate come sottostanti per operazioni di finanziamento con la BCE ai sensi dell'art. 8 DL n. 201/2011 conv, L. n. 214/2011 Sezione 3 - Dividendi e proventi simili - Voce 70

Nella presente voce figurano i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio diverse da quelle valutate in base al metodo del patrimonio netto. Sono esclusi i dividendi relativi a partecipazioni che rientrano in (o costituiscono) gruppi di attività in via di dismissione, da ricondurre nella voce 280 “utile (perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte”.

Sono compresi anche i dividendi e gli altri proventi di quote di O.I.C.R. (organismi di investimento collettivo del risparmio).

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Voci/Proventi Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Dividendi Proventi da quote di

O.I.C.R. Dividendi Proventi da quote di

O.I.C.R. A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 11 7 C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni X X Totale 11 7

117

Sezione 4 - Il risultato netto dell'attività di negoziazione - Voce 80

Nella voce figurano per “sbilancio” complessivo (somma algebrica dei saldi di cui alle successive lettere a) e b)):

a) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni classificate nelle “attività finanziarie detenute per la negoziazione” e nelle “passività finanziarie di negoziazione”, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.

Sono esclusi i profitti e le perdite relativi a contratti derivati connessi con la fair value option, da ricondurre in parte fra gli interessi di cui alle voci 10. e 20., e in parte nel “risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value“, di cui alla voce 110. del Conto Economico.

b) il saldo tra i profitti e le perdite delle operazioni finanziarie, diverse da quelle designate al fair value e da quelle di copertura, denominate in valuta, inclusi i risultati delle valutazioni di tali operazioni.

I risultati della negoziazione e della valutazione delle attività e delle passività finanziarie per cassa in valuta sono separati da quelli relativi all’attività in cambi.

4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione

Operazioni / Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da negoziazione

(B) Minusvalenze (C) Perdite da

negoziazione (D) Risultato netto

[(A+B) - (C+D)] 1. Attività finanziarie di negoziazione 60 60 1.1 Titoli di debito 42 42 1.2 Titoli di capitale 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 18 18 2. Passività finanziarie di negoziazione 2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre 3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X 4. Strumenti derivati 4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di debito e tassi di interesse - Su titoli di capitale e indici azionari - Su valute e oro X X X X - Altri 4.2 Derivati su crediti Totale 60 60

Gli utili (perdite) da negoziazione e le plusvalenze (minusvalenze) da valutazione sono esposti a saldi aperti per tipologie di strumenti finanziari. Nel "risultato netto" delle “Attività e passività finanziarie: differenze di cambio” è riportato il saldo, positivo o negativo, delle variazioni di valore delle attività e delle passività

finanziarie denominate in valuta; in esso sono compresi gli utili e le perdite derivanti dalla negoziazione di valute.

Sezione 5 - Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati di copertura, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 6 - Utili (Perdite) da cessione / riacquisto - Voce 100

Figurano i saldi positivi o negativi tra gli utili e le perdite realizzati con la vendita della attività o passività finanziare diverse da quelle di negoziazione e da quelle designate al fair value.

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Voci/Componenti reddituali Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 Utili Perdite Risultato netto Utili Perdite Risultato netto

Attività finanziarie 1.Crediti verso banche 2.Crediti verso clientela 516 (811) (295) 3.Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.098 (3) 2.095 1.477 1.477 3.1 Titoli di debito 2.098 (3) 2.095 1.477 1.477 3.2 Titoli di capitale 3.3 Quote di O.I.C.R. 3.4 Finanziamenti 4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenza Totale attività 2.098 (298) 1.800 1.477 1.477 Passività finanziarie 1.Debiti verso banche 2.Debiti verso clientela 3.Titoli in circolazione 1 1 Totale passività 1 1

118

Per quanto riguarda le passività finanziarie i principi contabili internazionali prevedono che il riacquisto delle proprie passività debba essere rappresentato alla stregua di

un'estinzione anticipata con la cancellazione dello strumento finanziario ed il conseguente realizzo di perdite o di utili. Gli utili e le perdite realizzate su cessioni e riacquisti di crediti verso clientela si riferiscono a - cessione pro soluto di crediti classificati a sofferenza. Con riferimento alla sottovoce 3. "Attività finanziarie disponibili per la vendita" l'utile/perdita è rappresentato dal saldo di due componenti: - "rigiro" nel conto economico della riserva di rivalutazione per 1.344 mila euro - differenza fra prezzi di cessione e valore di libro delle attività cedute per 751 mila euro.

Sezione 7 - Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività e passività valutate al fair value, pertanto la presente sezione non viene compilata.

119

Sezione 8 - Le rettifiche / riprese di valore nette per deterioramento - Voce 130

Figurano i saldi, positivi o negativi, delle rettifiche di valore e delle riprese di valore connesse con il deterioramento dei crediti verso clientela e verso banche, delle attività finanziarie disponibili per la vendita, delle attività finanziarie detenute sino a scadenza e delle altre operazioni finanziarie.

8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione

Operazioni/ Componenti reddituali

Rettifiche di valore Riprese di valore

Totale

31.12.2013 Totale

31.12.2012

Specifiche

Di portafoglio

Specifiche Di portafoglio

Can

cella

zio

ni

Alt

re

A B A B

A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela (48) (6.791) (25) 1.151 1.803 (3.910) (6.397) Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti X X X - Titoli di debito X X X Altri Crediti (48) (6.791) (25) 1.151 1.803 (3.910) (6.397) - Finanziamenti (48) (6.791) (25) 1.151 1.803 (3.910) (6.355) - Titoli di debito (42) C. Totale (48) (6.791) (25) 1.151 1.803 (3.910) (6.397)

Legenda A = da interessi B = altre riprese Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Specifiche – Altre”, si riferiscono alle svalutazioni analitiche dei crediti, mentre quelle riportate nella colonna “ Specifiche –

Cancellazioni”, derivano da eventi estintivi. Le rettifiche di valore, in corrispondenza della colonna “Di portafoglio” corrispondono alla svalutazioni collettive. Tra le svalutazioni analitiche dei crediti sono ricomprese anche quelle prodotte, in sede di iscrizione, dall’effetto di attualizzazione, a tassi di interesse di mercato, dei flussi di cassa

futuri di crediti erogati a tassi inferiori a quelli di mercato. Le riprese di valore, in corrispondenza della colonna “ Specifiche – A”, si riferiscono ai ripristini di valore sulle posizioni deteriorate corrispondenti al rilascio degli interessi maturati

nell’esercizio sulla base dell’originario tasso di interesse effettivo precedentemente utilizzato per calcolare le rettifiche di valore. Tra le riprese di valore sono comprese anche

quelle relative all'incasso di sofferenze cancellate integralmente dal bilancio in precedenti esercizi per euro 113 mila. 8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha registrato rettifiche per deterioramento su attività finanziarie disponibili per la vendita, pertanto la presente tabella non viene

compilata.

8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione Alla data di riferimento del bilancio, la banca non registrato rettifiche per deterioramento su attività finanziarie detenute sino alla scadenza, pertanto la presente tabella non viene

compilata.

8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene ha registrato rettifiche per deterioramento su garanzie rilasciate, impegni ad erogare fondi o altre operazioni, pertanto la

presente tabella sezione non viene compilata.

120

Sezione 9 - Le spese amministrative - Voce 150

Nella presente sezione sono dettagliate le “spese per il personale” e le “altre spese amministrative” registrate nell’esercizio

9.1 Spese per il personale: composizione Tipologia di spese/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1) Personale dipendente (6.635) (6.166) a) salari e stipendi (4.701) (4.437) b) oneri sociali (1.145) (1.056) c) indennità di fine rapporto (158) (134) d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (223) (141) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (138) (131) - a contribuzione definita (138) (131) - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali i) altri benefici a favore dei dipendenti (269) (266) 2) Altro personale in attività (45) 3) Amministratori e sindaci (175) (122) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 87 13 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società Totale (6.723) (6.320)

Nella sottovoce c) "indennità di fine rapporto" sono ricomprese le quote relative al trattamento di fine rapporto maturato nell'esercizio e destinate al Fondo di previdenza di

categoria, per 127 mila euro. La sottovoce “e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale dipendente” è così composta: - valore attuariale (Service Cost – CSC) pari a 164 mila euro; - onere finanziario figurativo (Interest Cost – IC) pari a 57 mila euro. - Altri oneri pari a 2 mila euro Nella voce 3) "Amministratori e sindaci" sono compresi i compensi degli amministratori, ivi inclusi gli oneri previdenziali a carico dell'azienda. 9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Personale dipendente 113 100 a) dirigenti 2 2 b) quadri direttivi 28 26 c) restante personale dipendente 83 72 Altro personale

Il numero medio è calcolato come media ponderata dei dipendenti dove il peso è dato dal numero di mesi lavorati sull'anno 9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi In Banca non sono previsti fondi di quiescienza aziendale a benefici definiti. 9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

Premi di anzianità / fedeltà (5) - valore attuariale (service cost) (6) - onere finanziario (net interest cost) (3) - utile/perdita attuariale (actuarial gains/losses) 4 Altri benefici (264) - cassa mutua nazionale (87) - buoni pasto (116) - spese per formazione (56) - indennità borse di studio (6) Totale (269)

121

9.5 Altre spese amministrative: composizione Tipologia Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

(1) Spese di amministrazione (4.167) (4.166) Spese informatiche (580) (708) - elaborazione e trasmissione dati (576) (700) - manutenzione ed assistenza EAD (4) (8) Spese per beni immobili e mobili (915) (835) - fitti e canoni passivi (696) (655) - spese di manutenzione (219) (180) Spese per l'acquisto di beni e servizi non professionali (1.455) (1.413) - rimborsi spese viaggi e soggiorni analitici e documentati (23) (20) - rimborsi chilometrici analitici e documentati (86) (103) - visite di check-up in sede di assunzione e obbligatorie per legge (4) - pulizia (164) (149) - vigilanza (15) (15) - trasporto (128) (114) - stampati, cancelleria, materiale EDP (117) (180) - giornali, riviste e pubblicazioni (61) (35) - telefoniche (119) (121) - postali (173) (148) - energia elettrica, acqua, gas (142) (134) - servizio archivio (21) (22) - servizi vari CED (180) (181) - trattamento dati - lavorazione e gestione contante (36) (31) - informazioni e visure (senza accesso a banche dati) (127) (116) - altre (58) (46) Prestazioni professionali (357) (343) - legali e notarili (182) (212) - consulenze (109) (71) - certificazione e revisione di bilancio (29) (32) - altre (36) (28) Premi assicurativi (45) (150) Spese pubblicitarie (105) (45) Altre spese (711) (672) - contributi associativi/altri (266) (245) - rappresentanza (358) (344) - altre (87) (83) (2) Imposte indirette e tasse (864) (765) Imposta municipale (IMU/ICI) (17) (17) Imposta di bollo (732) (640) Imposta sostitutiva (50) (58) Altre imposte (66) (50) TOTALE (5.031) (4.931)

122

Sezione 10 - Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 160

Nella presente voce figura il saldo, positivo o negativo, tra gli accantonamenti e le eventuali riattribuzioni a conto economico di fondi ritenuti esuberanti, relativamente ai fondi di cui alla sottovoce b) (“altri fondi”) della voce 120 (“fondi per rischi e oneri”) del passivo dello stato patrimoniale.

Gli accantonamenti includono anche gli incrementi dei fondi dovuti al trascorrere del tempo (maturazione degli interessi impliciti nell'attualizzazione).

10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione

Controversie legali Revocatorie Altre Totale al 31.12.2013

A. Aumenti (2) (58) (60) A.1 Accantonamento dell'esercizio (58) (58) A.2 Variazioni dovute al passare del tempo (2) (2) A.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto A.4 Altre variazioni in aumento B. Diminuzioni 11 11 B.1 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto B.2 Altre variazioni in diminuzione 11 11 Accantonamento netto (2) (47) (49)

Sezione 11 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività materiali detenute ad uso funzionale o a scopo di investimento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento (a) Rettifiche di valore

per deterioramento

(b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a +

b - c)

A. Attività materiali A.1 Di proprietà (266) (266) - Ad uso funzionale (266) (266) - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario (96) (96) - Ad uso funzionale (96) (96) - Per investimento Totale (362) (362)

La colonna "Ammortamento" evidenzia gli importi degli ammortamenti di competenza dell'esercizio. Alla voce A.2 Acquisite in leasing finanziario – ad uso funzionale sono indicati gli ammortamenti relativi all'immobile sito in Vallo della Lucania dove sono ubicati gli uffici di

Direzione Generale e alla filiale di Maratea. I canoni per leasing finanziario corrisposti nell’esercizio sono stati pari a 147 mila euro.

123

Sezione 12 - Rettifiche / riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180

Nella Sezione è riportato il saldo fra le rettifiche di valore e le riprese di valore relative alle attività immateriali, diverse dall’avviamento, incluse quelle relative ad attività acquisite in locazione finanziaria e ad attività concesse in leasing operativo.

12.1 Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Attività/Componente reddituale Ammortamento (a) Rettifiche di valore

per deterioramento

(b) Riprese di valore (c) Risultato netto (a +

b - c)

A. Attività immateriali A.1 Di proprietà (39) (39) - Generate internamente dall'azienda - Altre (39) (39) A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale (39) (39)

Le rettifiche di valore, interamente riferibili ad ammortamenti, riguardano attività immateriali con vita utile definita ed acquisite all’esterno. Le attività immateriali sono descritte nella sezione 12 parte B della Nota Integrativa Sezione 13 - Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190

Nella Sezione sono illustrati i costi e i ricavi non imputabili alle altre voci, che concorrono alla determinazione della voce 270 "Utili (Perdita) dell’operatività corrente al netto delle imposte".

13.1 Altri oneri di gestione: composizione

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (48) (33) Transazioni per cause passive (6) Oneri per malversazioni e rapine (13) Ammortamento delle spese per migliorie su beni di terzi non separabili (94) (85) Interventi al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (55) (35) Altri oneri di gestione (5) Totale (216) (159)

Commento: 13.2 Altri proventi di gestione: composizione

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Recupero imposte e tasse 784 699 Rimborso spese legali per recupero crediti 263 13 Recupero premi di assicurazione 31 31 Recuperi spese perizie e visure 44 38 Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria 111 56 Commissioni di istruttoria veloce 963 446 Altri proventi di gestione 187 131 Totale 2.382 1.414

I recuperi di imposte sono riconducibili prevalentemente all'imposta di bollo sui conti correnti, sui libretti di risparmio e sui prodotti finanziari per 732 mila euro ed all'imposta

sostitutiva sui finanziamenti a medio/lungo termine per 52 mila euro

Sezione 14 - Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 210 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene partecipazioni in società controllate, controllate congiuntamente e sottoposte a influenza notevole, pertanto la presente

sezione non viene compilata.

Sezione 15 - Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 220 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività materiali e immateriali valutate al fair value, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 16 - Rettifiche di valore dell'avviamento - Voce 230 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività a titolo di avviamento, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 17 - Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 240 Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha effettuato nessuna cessione di attività materiali, pertanto la presente sezione non viene compilata.

124

Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente - Voce 260

Nella presente voce figura l’onere fiscale – pari al saldo fra la fiscalità corrente e quella differita – relativo al reddito dell’esercizio.

18.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Imposte correnti (-) (1.626) (2.076) 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 273 143 3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) 3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla L n.214/2011 (+) 1.855 4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 977 (701) 5. Variazione delle imposte differite (+/-) 12 6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3 bis+/-4+/-5) (375) (767)

Le imposte correnti sono state rilevate in base alla legislazione fiscale vigente. Ai fini IRES, le imposte correnti sono determinate tenendo conto delle disposizioni previste per le società cooperative a mutualità prevalente, introdotte dalla L. 311/2004. Riepilogo delle imposte sul reddito di competenza dell'esercizio, per tipologia di imposta

Componenti reddituali/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012 IRES (123) (43) IRAP (252) (724) Altre imposte Totale (375) (767)

18.2 (IRES) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile Imposta Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico) 2.042 Onere fiscale teorico (27,50%) (562) Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento 5.662 (1.557) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 4.198 Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio 1.465 Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione (3.411) (938) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio (3.307) - Deduzioni fino a concorrenza dell'imponibile fiscale (104) Imponibile (Perdita) fiscale 4.293 Imposta corrente lorda (1.180) Addizionale all'IRES 8,5% 164 (14) Detrazioni Imposta corrente netta a C.E. (1.194) Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 1.071 Imposta di competenza dell'esercizio (123)

125

18.2 (IRAP) Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio IRAP Imponibile Imposta

Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte (Voce 250 del conto economico) 2.042 Onere fiscale teorico (aliquota ordinaria 4,65%) (95) Voci non rilevanti nella determinazione dell'imponibile: 10.628 (494) - Ricavi e proventi (-) (5.342) - Costi e oneri (+) 15.970 Maggiore onere fiscale per variazioni in aumento Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Minore onere fiscale per variazioni in diminuzione (4.073) (189) Temporanee - Variazioni manifestatesi nell'esercizio (4.073) Definitive - Annullamento variazioni temporanee esercizi precedenti - Variazioni manifestatesi nell'esercizio Valore della produzione 8.597 Imposta corrente (400) Effetto di maggiorazioni / agevolazioni regionali di aliquota +/- (61)

Imposta corrente effettiva a C.E. (461) Variazioni delle imposte anticipate / differite / correnti +/- 208

Imposta di competenza dell'esercizio (252)

Sezione 19 - Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte - Voce 280 19.1 Utile (perdita) dei gruppi di attività/passività in via di dismissione al netto delle imposte: composizione Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha proceduto a cessioni di gruppi di attività, pertanto la presente sezione non viene compilata.

Sezione 20 - Altre informazioni

Mutualità prevalente Si attesta che sussistono e permangono le condizioni di mutualità prevalente. A tal fine, ai sensi del disposto dell'art. 2512 del Codice Civile e dell'art. 35 del D.Lgs. n. 385 del 1993 e delle correlate Istruzioni di Vigilanza, nel corso dell'esercizio la Banca ha

rispettato i requisiti previsti in tema di operatività prevalente con i Soci. In particolare, per quanto richiesto dall'art. 35 citato, e così come risultante dalle segnalazioni periodiche inviate all'Organo di Vigilanza, si documenta che le attività di rischio

destinate ai Soci o ad attività a ponderazione zero sono state superiori al 50 % del totale delle stesse nel corso dell'anno. Tale percentuale è pari al 68,61% ed è calcolata come

media degli indici di operatività prevalente rilevati alla fine di ciascun trimestre solare. L'indice di ciascun trimestre è calcolato come rapporto tra le attività di rischio a favore dei

soci e a ponderazione zero sul totale delle attività di rischio. Tale criterio è in linea con quanto chiarito dall'Agenzia delle Entrate con la consulenza giuridica del 6 dicembre 2011. Si attesta inoltre che lo Statuto della Banca contiene le clausole richieste dall'art. 2514 Codice Civile e che tali clausole sono state rispettate nell'esercizio. Sezione 21 - Utile per azione

La Banca è una società cooperativa a mutualità prevalente. Si ritengono di conseguenza non significative dette informazioni, tenuto conto della natura della Società.

126

PARTE D - REDDITIVITA' COMPLESSIVA

PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA' COMPLESSIVA Voci Importo Lordo Imposte sul reddito Importo Netto

10.Utile (Perdita) d'esercizio X X 1.667 Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico 20. Attività materiali 30. Attività immateriali 40 . Piani a benefici definiti 101 28 73 50. Attività non correnti in via di dismissione 60 . Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto Altre compnenti reddituali con rigiro a conto economico 70. Copertura di investimenti esteri: a) variazione di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 80. Differenze di cambio: a) variazione di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Copertura dei flussi finanziari: a) variazione di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 100. Attività finanziare disponibili per la vendita: (398) 131 (267) a) variazioni di fair value 946 (310) b) rigiro a conto economico (1.344) 441 - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo (1.344) 441 c) altre variazioni 110. Attività non correnti in via di dismissione: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 130. Totale altre componenti reddituali (297) 159 (194) 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) (297) 159 1.473

127

PARTE E - INFORMATIVA SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA

Premessa

La Banca dedica particolare attenzione al governo ed alla gestione dei rischi e nell’assicurare la costante

evoluzione dei propri presidi di carattere organizzativo/procedurale e delle soluzioni metodologiche e strumenti

a supporto di un efficace ed efficiente governo e controllo dei rischi, anche in risposta alle modifiche del

contesto operativo e regolamentare di riferimento. Da questo punto di vista rilevano:

� le importanti innovazioni in materia derivanti dalla nuova regolamentazione prudenziale internazionale, cd. Basilea 3, che definisce regole più stringenti per i livelli di adeguatezza patrimoniale delle banche e introduce per la prima volta limiti in termini di liquidità e di leva finanziaria. Secondo il dettato di Basilea 3 le nuove regole verranno attuate gradualmente, per consentire al sistema bancario di soddisfare i nuovi requisiti e ridurre l’impatto sull’economia reale. Gli accordi di Basilea 3 sono stati tradotti in legge in Europa attraverso due strumenti legislativi separati: una Direttiva (CRD IV) e un Regolamento (CRR); quest’ultimo include la maggior parte delle disposizioni relative ai requisiti patrimoniali e di liquidità, che saranno direttamente vincolanti e applicabili all’interno di ciascuno stato membro dell’Unione Europea. Il 27 giugno 2013 la versione finale del pacchetto legislativo della CRDIV/CRR è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed è entrata il vigore a partire dall’1 gennaio 2014. CRR e CRD IV sono integrati da norme tecniche di regolamentazione o di attuazione approvate dalla Commissione europea su proposta delle autorità europee di supervisione (“ESA”) che danno attuazione alla normativa primaria. Lo scorso 17 dicembre la Banca d’Italia ha emanato la Circolare n.285 - Fascicolo “Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” (nel seguito anche, per brevità “la Circolare”) con la quale vengono recepite le norme della CRD IV e indicate le modalità attuative della disciplina contenuta nel CRR, delineando un quadro normativo in materia di vigilanza prudenziale integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione. A tale proposito, la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali di adeguamento avviate a livello di Categoria, nel corso del 2013;

� il nuovo quadro regolamentare introdotto da Banca d’Italia nel luglio 2013, attraverso la pubblicazione delle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale in materia di Sistema dei controlli interni, sistema

informativo e continuità operativa (15° aggiornamento della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziali per le banche”). Le disposizioni in parola introducono alcune novità di rilievo rispetto al vigente quadro normativo, al fine di dotare le banche di un sistema dei controlli interni completo, adeguato, funzionale e affidabile. In particolare, sul tema di governo e controllo dei rischi, le nuove norme:

-introducono per le banche l’obbligo di definire il quadro di riferimento per la determinazione

della propensione al rischio (Risk Appetite Framework - “RAF”), che fissi ex ante gli obiettivi di

rischio/rendimento che l’intermediario intende raggiungere e i conseguenti limiti operativi;

-enfatizzano il ruolo dell’organo con funzione di supervisione strategica nella definizione del

modello di business e del Risk Appetite Framework;

-richiedono all’organo con funzione di gestione di avere un’approfondita comprensione di tutti i

rischi aziendali e, nell’ambito di una gestione integrata, delle loro interrelazioni reciproche e

con l’evoluzione del contesto esterno;

- rivedono profondamente la disciplina delle funzioni aziendali di controllo (nomina e revoca dei

responsabili; linee di riporto dei responsabili, indipendenza dalle aree di business e tra le

funzioni di controllo);

-rafforzano i poteri della funzione di risk management. La funzione, oltre a collaborare alla

definizione del Risk Appetite Framework, è chiamata, tra l’altro, a fornire pareri preventivi sulla

coerenza delle operazioni di maggiore rilievo con il RAF e destinataria di responsabilità legate

alla verifica del corretto monitoraggio andamentale sulle singole posizioni creditizie;

128

- introducono una disciplina organica sulle esternalizzazioni e una nuova articolata disciplina del

sistema informativo e del rischio informatico

-richiedono ai vertici delle banche di porre particolare attenzione alla definizione delle politiche

e dei processi aziendali riguardanti la gestione dei rischi.

La Banca deve conformarsi al nuovo quadro regolamentare entro il 1° luglio 2014, fatte salve alcuni

disposizioni per le quali sono previsti differenti e meno stringenti termini per l’adeguamento.

Come richiesto dalla normativa, la Banca ha già inviato lo scorso 31 gennaio 2014 una relazione recante

l’autovalutazione della propria situazione aziendale rispetto alle previsioni delle nuova normativa (gap

analysis), le misure da adottare e la relativa scansione temporale per assicurare il pieno rispetto di tali

disposizioni. A tale riguardo la Banca partecipa alle iniziative e attività progettuali avviate a livello di

Categoria per supportare il percorso di adeguamento con riferimenti interpretativi, metodologici e

supporti documentali.

In linea con le disposizioni emanate da Banca d’Italia in tema di Corporate Governance, il modello adottato dalla

Banca delinea le principali responsabilità in capo agli organi di governo e controllo al fine di garantire la

complessiva efficacia ed efficienza del sistema dei controlli interni. In particolare:

- il Consiglio di Amministrazione è responsabile del sistema di controllo e gestione dei rischi e, nell’ambito della

relativa governance, della definizione, approvazione e revisione degli orientamenti strategici e delle linee guida

di gestione dei rischi, nonché degli indirizzi per la loro applicazione e supervisione. Anche sulla base dei

riferimenti allo scopo prodotti dalla Direzione Generale, verifica nel continuo l’efficienza e l’efficacia

complessiva del sistema di gestione e controllo dei rischi, provvedendo al suo adeguamento tempestivo in

relazione alle carenze o anomalie riscontrate, ai cambiamenti del contesto di riferimento, esterno o interno, o

derivanti dall’introduzione di nuovi prodotti, attività o processi rilevanti.

- la Direzione Generale è responsabile dell’attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti

dal C.d.A., al quale riporta direttamente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad

assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e

controllo dei rischi.

- il Collegio Sindacale, nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sull’adeguatezza del

sistema di gestione e controllo dei rischi, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti

stabiliti dalla normativa. Il Collegio Sindacale viene sentito in merito alle decisioni riguardanti la nomina dei

responsabili delle funzioni di controllo interno e la definizione degli elementi essenziali dell’architettura

complessiva del sistema dei controlli; segnala al Consiglio di Amministrazione le carenze e le irregolarità

riscontrate, richiede l’adozione di idonee misure correttive e ne verifica nel tempo l’efficacia.

- Il Comitato Interno dei Controlli, coordina le varie funzioni di controllo assicurando che non vi siano

sovrapposizioni di controlli, verifica nel continuo la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e

controllo dei rischi informando in proposito il C.d.A.; verifica e valuta l’efficacia delle attività importanti

esternalizzate con particolare riferimento alla funzione di Internal Auditing;

- propone i criteri del sistema di reporting direzionale e verso le funzioni di controllo interno, individuandone

finalità, periodicità e funzioni responsabili;

- La Direzione Generale, è responsabile dell’attuazione degli orientamenti strategici e delle linee guida definiti

dal C.d.A., al quale riporta direttamente in proposito. In tale ambito, predispone le misure necessarie ad

assicurare l’istituzione, il mantenimento ed il corretto funzionamento di un efficace sistema di gestione e

controllo dei rischi. Nell’ambito delle deleghe alla stessa attribuite:

129

- analizza le tematiche afferenti a tutti i rischi aziendali al fine di definire e mantenere aggiornate le politiche, di

gestione, controllo e mitigazione dei rischi;

- concorre alla definizione dei processi di gestione, controllo e mitigazione dei rischi, individuando compiti e

responsabilità delle strutture coinvolte per dare attuazione al modello organizzativo prescelto, assicurando il

rispetto dei requisiti di segregazione funzionale e la conduzione delle attività rilevanti in materia di gestione dei

rischi da parte di personale qualificato, con adeguato grado di autonomia di giudizio e in possesso di esperienze

e conoscenze proporzionate ai compiti da svolgere.

Nell’attuale configurazione organizzativa del governo dei rischi della banca, un ruolo chiave è svolto dalle

Funzioni di controllo dei rischi denominate “Servizio di Compliance” e “Servizio di Risk-management e

Antiriciclaggio”. Le Funzioni fra loro separate sono collocate in staff al Consiglio di Amministrazione ed in

collegamento con il Comitato Interno dei Rischi e, pertanto, non dipendono da strutture operative; tale

collocazione ne assicura i profili di autonomia e indipendenza richiesti dalle Disposizioni di Vigilanza vigenti. La

posizione organizzativo-funzionale delle Funzioni, sono quindi già adeguate alle soluzioni organizzative

declinate dal 15° aggiornamento alla circolare 263/2006 in materia di controlli interni. In particolare il Servizio

di Risk-management ha tra i propri compiti principali l’individuazione delle metodologie di misurazione dei

rischi, la verifica del rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e il controllo della coerenza

dell’operatività delle singole aree aziendali con gli obiettivi di rischio/rendimento definiti dal C.d.A,

quantificando il grado di esposizione ai rischi e gli eventuali impatti economici.

Si è provveduto all’individuazione dei rischi relativamente ai quali la Banca è o potrebbe essere esposta, ossia dei

rischi che potrebbero pregiudicare la sua operatività, il perseguimento delle proprie strategie e il conseguimento

degli obiettivi aziendali. Per ciascuna tipologia di rischio identificata, sono individuate le relative fonti di

generazione (anche ai fini della successiva definizione degli strumenti e delle metodologie a presidio della relativa

misurazione e gestione) e le strutture responsabili della gestione. Nello svolgimento di tali attività sono stati presi

in considerazione i rischi contenuti nell’elenco di cui all’Allegato A della Circolare 263/06 (valutandone l’eventuale

ampliamento al fine di meglio comprendere e riflettere il business e l’operatività aziendale) tenuto conto:

� delle normative applicabili vigenti; � dell’operatività specifica in termini di prodotti e mercati di riferimento; � delle peculiarità dell’esercizio dell’attività bancaria nel contesto del Credito Cooperativo; � degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.

Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca utilizza le metodologie di

calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito, controparte, di

mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati indicati dalla cennata normativa per i rischi quantificabili rilevanti

e diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse del portafoglio bancario). Per quanto riguarda invece

i rischi non quantificabili, come già detto, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia nella citata

normativa, la Banca ha predisposto adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. La determinazione del

capitale interno complessivo – effettuato secondo il già cennato approccio “building block” - viene effettuata con

riferimento tanto alla situazione attuale, quanto a quella prospettica. Nell’ambito delle attività di misurazione,

sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibilità riguardo ai principali

rischi assunti. Tenuto conto di quanto previsto dalla Circolare n. 263/2006 della Banca d’Italia per gli intermediari

di Classe 3, la Banca effettua analisi semplificate di sensibilità relativamente al rischio di credito, al rischio di

concentrazione sul portafoglio crediti ed al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle

indicazioni fornite nella stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di

misurazione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una miglior

valutazione dell’esposizione ai rischi stessi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi

eccezionali ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza dei presidi

130

interni posti in essere dalla Banca, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misure organizzative e/o

di allocare specifici buffer di capitale interno.

Al fine di uno stringente monitoraggio del livello di esposizione ai rischi, la misurazione del capitale interno

complessivo in chiave attuale viene aggiornata con riferimento alla fine di ciascun semestre.

Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza essenzialmente annuale - in sede di predisposizione

del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell’esercizio in corso, tenendo conto della prevedibile evoluzione

dei rischi e dell’operatività.

La Banca ha intrapreso un percorso per la definizione del Risk Appetite Framework - ovvero il quadro di

riferimento che definisce - in coerenza con il massimo rischio assumibile, il business model e il piano strategico -

la propensione al rischio, le soglie di tolleranza, i limiti di rischio, le politiche di governo dei rischi, i processi di

riferimento necessari per definirli e attuarli.

131

SEZIONE 1 – RISCHIO DI CREDITO

INFORMAZIONI DI NATURA QUALITATIVA

1. Aspetti generali

Le strategie e le politiche creditizie della Banca sono essenzialmente legate alle sue specificità - “mutualità” e

“localismo” - definite per legge e dallo statuto sociale e caratterizzate da una moderata propensione al rischio di

credito che trova espressione:

- nella prudente selezione delle singole controparti, attraverso una completa e accurata analisi della capacità delle stesse di onorare gli impegni contrattualmente assunti, finalizzata a contenere l’esposizione al rischio di credito;

- nel controllo andamentale delle singole posizioni effettuato sia con procedura informatica, sia con un’attività di monitoraggio sistematica sui rapporti che presentano anomalie e/o irregolarità.

La politica commerciale che contraddistingue l’attività creditizia della Banca è, quindi, orientata al sostegno

finanziario dell’economia locale e si caratterizza per un’elevata propensione ad intrattenere rapporti di natura

fiduciaria e personale con tutti gli operatori (famiglie, micro e piccole imprese, artigiani) del proprio territorio di

riferimento verso i quali è erogata la quasi totalità degli impieghi, nonché per una particolare vocazione operativa

a favore dei clienti-soci.

In tale contesto, i settori delle famiglie, delle micro e piccole imprese e degli artigiani rappresentano i segmenti di

clientela tradizionalmente di elevato interesse per la Banca.

L’importante quota degli impieghi rappresentata dai mutui residenziali, offerti secondo diverse tipologie di

prodotti, testimonia l’attenzione particolare della Banca nei confronti del comparto delle famiglie.

Il segmento delle micro e piccole imprese e quello degli artigiani rappresenta un altro settore di particolare

importanza per la Banca. Nel corso dell’anno è continuata l’attività di sviluppo nei confronti di tali operatori

economici con una serie di iniziative volte ad attenuare le difficoltà riconducibili alla più generale crisi economica

internazionale.

Sono state, inoltre, ulteriormente valorizzate le varie convenzioni con i diversi Confidi operanti sul territorio.

Oltre all’attività creditizia tradizionale, la Banca è esposta ai rischi di posizione e di controparte con riferimento,

rispettivamente, all’operatività in titoli ed in derivati OTC non speculativa.

L’operatività in titoli comporta una limitata esposizione della Banca al rischio di posizione specifico in quanto gli

investimenti in strumenti finanziari sono orientati verso emittenti (governi centrali, intermediari finanziari e

imprese non finanziarie) di elevato standing creditizio.

L’esposizione al rischio di controparte dell’operatività in derivati OTC non speculativa è molto contenuta poiché

assunta prevalentemente nei confronti dell’Istituto Centrale/delle Casse Centrali di Categoria (Iccrea Banca/Cassa

Centrale Banca/Cassa Centrale Raffeisen) e di primarie controparti italiane ed estere.

132

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Il rischio di credito continua a rappresentare la componente preponderante dei rischi complessivi cui è esposta la

Banca, considerato che gli impieghi creditizi costituiscono circa il 51,95% dell’attivo patrimoniale.

Alla luce di tale circostanza e in ossequio alle disposizioni previste nel Titolo IV, capitolo 11 delle Istruzioni di

Vigilanza della Banca d’Italia in materia di controlli interni, la Banca si è dotata di una struttura organizzativa

funzionale al raggiungimento di un efficiente ed efficace processo di gestione e controllo del rischio di credito. Le

citate disposizioni regolamentari hanno trovato abrogazione a seguito dell’introduzione da parte della Banca

d’Italia della nuova regolamentazione in tema di “Sistema dei Controlli interni, Sistema Informativo e Continuità

operativa”, avvenuta tramite il 15° aggiornamento della Circolare 263/06 nello scorso luglio 2013. In

ottemperanza a quanto stabilito nelle nuove disposizioni la Banca deve conformarsi al nuovo quadro

regolamentare entro il 1° luglio 2014, fatte salve alcuni disposizioni per le quali sono previsti differenti e meno

stringenti termini per l’adeguamento.

Come richiesto dalla normativa ed indicato in premessa, la Banca ha trasmesso lo scorso 31 gennaio 2014 una

relazione recante l’autovalutazione della propria situazione aziendale rispetto alle previsioni delle nuova

normativa (gap analysis) e le misure da adottare e la relativa scansione temporale per assicurare il pieno rispetto

di tali disposizioni.

In questo ambito, la Banca ha intrapreso specifiche iniziative di carattere di carattere organizzativo ed operativo

di adeguamento al processo di gestione e controllo del rischio di credito.

L’intero processo di gestione e controllo del credito è disciplinato da una Regolamentazione che in particolare:

- individua le deleghe ed i poteri di firma in materia di erogazione del credito; - definisce i criteri per la valutazione del merito creditizio; - definisce le metodologie per il rinnovo degli affidamenti; - definisce le metodologie di controllo andamentale e di misurazione del rischio di credito, nonché le

tipologie di interventi da adottare in caso di rilevazione di anomalie.

In tale ambito, già nel corso del 2012, con riferimento alle operazioni con soggetti collegati, la Banca si è dotata di

apposite Procedure deliberative volte a presidiare il rischio che la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali

della stessa possa compromettere l’imparzialità e l’oggettività delle decisioni relative alla concessione, tra l’altro,

di finanziamenti. In tale prospettiva, la Banca si è dotata anche di strumenti ricognitivi e di una procedura

informatica volti a supportare il corretto e completo censimento dei soggetti collegati. Tali riferimenti sono stati

integrati, attraverso l’adozione di specifiche politiche, con assetti organizzativi e controlli interni volti a definire i

ruoli e le responsabilità degli organi e delle funzioni aziendali in tema di prevenzione e gestione dei conflitti

d’interesse, ad assicurare l’accurato censimento dei soggetti collegati, a monitorare l’andamento delle relative

esposizioni e il costante rispetto dei limiti definiti, ad assicurare la tempestiva e corretta attivazione delle

procedure deliberative disciplinate.

Nel corso del 2013, tali politiche e procedure deliberative sono state integrate ed aggiornate in merito al corretto

censimento dei soggetti collegati ex-ante – vale a dire prima ed indipendentemente dal fatto di aver instaurato

relazioni creditizie o di altra natura con detti soggetti – ed ex- post – vale a dire al momento dell’instaurazione di

rapporti.

133

Attualmente la banca è strutturata in 17 agenzie di rete, raggruppate in 3 zone territoriali ognuna diretta e

controllata da un responsabile.

Il monitoraggio sistematico delle posizioni e la rilevazione delle posizioni “problematiche”, nonché il

coordinamento e la verifica del monitoraggio eseguito dai preposti di filiale è affidato all’Ufficio Monitoraggio del

Credito, posizionato in staff alla Direzione Generale al fine di garantire la separatezza tra le funzioni di gestione e

quelle di controllo.

La Funzione di Risk Management, svolge l’attività di controllo sulla gestione dei rischi, attraverso un’articolazione

dei compiti derivanti dalle tre principali responsabilità declinate nelle citate Istruzioni di Vigilanza della Banca

d’Italia (concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione dei rischi; verificare il rispetto dei limiti

assegnati alle varie funzioni operative; e controllare la coerenza dell’operatività delle singole aree produttive con

gli obiettivi di rischio/rendimento assegnati).

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

Con riferimento all’attività creditizia del portafoglio bancario, la banca, come già detto, assicura la supervisione ed

il coordinamento delle fasi operative del processo del credito, delibera nell’ambito delle proprie deleghe ed

esegue i controlli di propria competenza.

A supporto delle attività di governo del processo del credito, la Banca ha attivato procedure specifiche per le fasi

di istruttoria/delibera, di rinnovo delle linee di credito e di monitoraggio del rischio di credito. In tutte le citate fasi

la Banca utilizza metodologie quali-quantitative di valutazione del merito creditizio della controparte, supportate

da procedure informatiche.

I momenti di istruttoria/delibera e di revisione delle linee di credito sono regolamentati da un iter deliberativo in

cui intervengono le diverse unità operative competenti, appartenenti sia alle strutture centrali che a quelle di

rete, in coerenza con i livelli di deleghe previsti. Tali fasi sono supportate, anche al fine di utilizzare i dati rivenienti

da banche dati esterne, dalla procedura informatica che consente la verifica (da parte di tutte le funzioni

preposte alla gestione del credito) dello stato di ogni posizione già affidata o in fase di affidamento, nonché di

ricostruire il processo che ha condotto alla definizione del merito creditizio dell’affidato (attraverso la rilevazione

e l’archiviazione del percorso deliberativo e delle tipologie di analisi effettuate).

Per dare snellezza alle procedure, sono stati previsti due livelli di revisione: uno, di tipo semplificato con formalità

ridotte all’essenziale, riservato al rinnovo dei fidi di importo limitato riferiti a soggetti che hanno un andamento

regolare; l’altro, di tipo ordinario, per la restante tipologia di pratiche.

La definizione delle metodologie per il controllo andamentale del rischio di credito ha come obiettivo l’attivazione

di una sistematica attività di controllo delle posizioni affidate da parte dell’ufficio Monitoraggio del Credito e dei

referenti di rete (responsabili dei controlli di primo livello), in stretta collaborazione con la struttura commerciale

(Filiali, Area Affari, Direzione).

In particolare, l’addetto/gli addetti delegati alla fase di controllo andamentale hanno a disposizione una

molteplicità di elementi informativi che permettono di verificare le movimentazioni dalle quali emergono

situazioni di tensione o di immobilizzo dei conti affidati.

La procedura informatica SAR, adottata dalla Banca, consente di estrapolare periodicamente tutti i rapporti che

possono presentare sintomi di anomalia andamentale.

Si conferma l’adesione della Banca al progetto nazionale del Credito Cooperativo per la definizione di un sistema

gestionale di classificazione “ordinale” del merito creditizio delle imprese (Sistema CRC). Coerentemente con le

134

specificità operative e di governance del processo del credito delle BCC-CR, il Sistema CRC è stato disegnato

nell’ottica di realizzare un’adeguata integrazione tra le informazioni quantitative (Bilancio; Centrale dei Rischi;

Andamento Rapporto e Settore merceologico) e quelle qualitative accumulate in virtù del peculiare rapporto di

clientela e del radicamento sul territorio. Tale Sistema, quindi, consente di attribuire una classe di merito

all’impresa cliente, tra le undici previste dalla scala maestra di valutazione, mediante il calcolo di un punteggio

sintetico (scoring) sulla base di informazioni (quantitative e qualitative) e valutazioni (oggettive e soggettive) di

natura diversa. Pertanto, risponde all’esigenza di conferire maggiore efficacia ed efficienza al processo di gestione

del credito, soprattutto attraverso una più oggettiva selezione della clientela e un più strutturato processo di

monitoraggio delle posizioni.

Nel corso del 2011 è stato reso operativo il nuovo modulo CRC privati. Questo modulo prevede il calcolo di un

paio di score: lo score di affidamento da utilizzare nelle fasi istruttorie e lo score comportamentale per la clientela

già affidata.

Specifici sotto moduli per le piccole e micro imprese.

In particolare, sono stati creati tre sottomoduli:

1 - Ditte individuali; 2 – Imprese Agricole; 3 – Contribuenti minimi.

I moduli si caratterizzano per quanto riguarda l’area bilancio dall’inserimento di dati acquisibili dalle dichiarazioni

fiscali del cliente, e dalla presenza di un questionario semplificato.

Per quanto riguarda le imprese si è introdotto un modulo per la valutazione delle cooperative sociali. Il nuovo

modulo si caratterizza per un nuovo questionario ad hoc ed una minor ponderazione dell’area bilancio a favore

del questionario di analisi strategico qualitativa.

Continuano le attività di sperimentazione del modulo opzionale per la valutazione delle eventuali garanzie

prestate al fine di valutare l’operazione nel suo complesso.

Nel 2013 l’anagrafe è stata aggiornata con la settorizzazione ATECO.

Ai fini della determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito la Banca adotta la

metodologia standardizzata e, in tale ambito, ha deciso di utilizzare le valutazioni del merito creditizio rilasciate

dalla/e seguente/i ECAI Moody’s, agenzia/e autorizzata/e dalla Banca d’Italia, per la determinazione dei fattori di

ponderazione delle esposizioni ricomprese nei seguenti portafogli: “Amministrazioni centrali e banche centrali” e,

indirettamente, “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” e “Enti territoriali”; “Esposizioni verso Imprese

e altri soggetti”, “Esposizioni verso Organizzazioni Internazionali”, “Esposizioni verso Banche Multilaterali di

Sviluppo”; “Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio”, ”Posizioni verso le

cartolarizzazioni”.

Il declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia Moody’s nel luglio 2012, ha portato il giudizio sul debito italiano

da A3 con prospettive negative a Baa2 con prospettive negative. Il downgrading applicato dall'Agenzia, rispetto al

mapping della Banca d'Italia, ha determinato per i rating a lungo termine il passaggio alla classe di merito di

credito inferiore, la 3. Conseguentemente, nell’ambito della metodologia standardizzata, applicata dalla banca

per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ha comportato l’innalzamento

dal 50 al 100% del fattore di ponderazione applicato alle esposizioni non a breve termine verso o garantite da

intermediari vigilati italiani e alle esposizioni verso o garantite da enti del settore pubblico diverse da quelle con

durata originaria inferiore ai 3 mesi.

135

Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) la Banca utilizza

l’algoritmo semplificato cd. Granularity Adjustment (Cfr. allegato B, Titolo III, Capitolo 1 Circ. 263/06) per la

quantificazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di

clienti connessi.

Inoltre, la Banca esegue periodicamente prove di stress con riferimento ai rischi di credito e di concentrazione

citati attraverso analisi di sensibilità che si estrinsecano nel valutare gli effetti sugli stessi rischi di eventi specifici.

Anche se il programma delle prove di stress assume un ruolo fondamentale nella fase di autovalutazione

dell’adeguatezza patrimoniale della Banca, tuttavia la finalità delle stesse non si esaurisce con la stima di un

eventuale supplemento di capitale interno per le diverse tipologie di rischio interessate. La Banca può infatti

individuare e adottare azioni di mitigazione ordinarie e straordinarie ulteriori in risposta a crescenti livelli di

rischiosità sperimentati.

Con riferimento al rischio di credito, la Banca effettua lo stress test annualmente determinando il capitale interno

necessario sulla base dell’incremento dell’incidenza delle esposizioni deteriorate sugli impieghi aziendali dovuto al

peggioramento inatteso della qualità del credito della Banca, considerando la peggiore congiuntura negli ultimi 15

anni.

Con riferimento all’operatività sui mercati mobiliari, sono attive presso il servizio Finanza della Banca momenti di

valutazione e controllo sia in fase di acquisto degli strumenti finanziari, sia in momenti successivi nei quali

periodicamente viene analizzata la composizione del comparto per asset class/portafoglio Ias/Ifrs, identificato e

determinato il livello di rischio specifico oppure di controparte, nonché verificato il rispetto dei limiti e delle

deleghe assegnate.

2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Conformemente agli obiettivi ed alle politiche creditizie definite dal CdA, le tecniche di mitigazione del rischio di

credito utilizzate dalla Banca si sostanziano nell’acquisizione di differenti fattispecie di protezione del credito di

tipo reale e personale, per l’operatività di impiego alla clientela ordinaria.

Relativamente all’operatività di impiego alla clientela ordinaria le citate forme di garanzia sono, ovviamente,

richieste in funzione dei risultati della valutazione del merito di credito della clientela e della tipologia di

affidamento domandata dalla stessa.

A dicembre 2013 circa il 87,40% delle esposizioni verso la clientela risultava assistito da forme di protezione del

credito, di cui 61,84% da garanzie reali e il 42,07% e da garanzie personali.

Con riferimento all’attività sui mercati mobiliari, considerato che la composizione del portafoglio é orientata

verso primari emittenti con elevato merito creditizio, non sono richieste al momento particolari forme di

mitigazione del rischio di credito.

La principale concentrazione di garanzie reali (principalmente ipotecarie) è legata a finanziamenti a clientela retail

(a medio e lungo termine). Tuttavia, allo stato attuale, la Banca non valuta e gestisce il rischio di concentrazione

con riferimento alle garanzie.

Garanzie reali

Per quanto concerne le forme di garanzia reale, la Banca accetta diversi strumenti a protezione del credito

costituiti dalle seguenti categorie:

136

Garanzie ipotecarie

- ipoteca su beni immobili residenziali; - ipoteca su immobili commerciali;

Garanzie finanziarie

- pegno di titoli di debito di propria emissione o emessi da soggetti sovrani; - pegno di denaro depositato presso la Banca; - pegno su titoli emessi dalla Banca; - pegno su altri strumenti finanziari quotati; - pegno su polizze assicurative; - pegno su depositi in oro;

Altre forme di protezione del credito di tipo reale

- Garanzie rilasciate dal fondo di garanzia legge 23/12/1996 n° 662 presso Medio Credito Centrale;

Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, la Banca ha

definito specifiche politiche e procedure, anche al fine di assicurare il soddisfacimento dei requisiti previsti dalla

normativa per il loro riconoscimento ai fini prudenziali al momento della costituzione della protezione e per tutta

la durata della stessa.

E’ inoltre assicurata la presenza di un sistema informativo a supporto delle fasi del ciclo di vita della garanzia

(acquisizione, valutazione, gestione, rivalutazione, realizzo).

Le misure di controllo cui è soggetta la concessione del credito con acquisizione di garanzie reali sono

differenziate per tipologia di garanzia.

Il processo di sorveglianza sul valore dell’immobile oggetto di garanzia è svolto attraverso l’utilizzo di metodi statistici. Al riguardo, l’attività di valutazione è effettuata:

- almeno ogni 3 anni per gli immobili residenziali; - annualmente per gli immobili di natura non residenziale.

Per le esposizioni rilevanti (ossia di importo superiore a 3 milioni di euro o al 5 per cento del patrimonio di vigilanza della Banca) la valutazione è in ogni caso rivista da un perito indipendente almeno ogni 3 anni.

Con riguardo alle garanzie reali finanziarie la Banca, sulla base delle politiche e processi per la gestione dei rischio di credito e dei limiti e deleghe operative definite, indirizza l’acquisizione delle stesse esclusivamente a quelle aventi ad oggetto attività finanziarie delle quali l’azienda è in grado di calcolare il fair value con cadenza almeno semestrale (ovvero ogni qualvolta esistano elementi che presuppongano che si sia verificata una diminuzione significativa del fair value stesso).

Garanzie personali

Con riferimento alle garanzie personali, le principali tipologie di garanti sono rappresentate da imprenditori e

partner societari correlati al debitore nonché, nel caso di finanziamenti concessi a favore di imprese individuali

e/o persone fisiche, anche da congiunti del debitore stesso. Meno frequentemente il rischio di insolvenza è

coperto da garanzie personali fornite da altre società (generalmente società appartenenti allo stesso gruppo

economico del debitore), oppure prestate da istituzioni finanziarie e compagnie assicurative.

137

Nel caso di finanziamenti a soggetti appartenenti a determinate categorie economiche (artigiani, commercianti,

etc.) la Banca acquisisce specifiche garanzie (sussidiarie o a prima richiesta) prestate da parte dei consorzi fidi di

appartenenza.

Le suddette forme di garanzia, nella generalità dei casi, non consentono un’attenuazione del rischio di credito in

quanto prestate da soggetti “non ammessi” ai fini della nuova normativa prudenziale.

Costituiscono un’eccezione le garanzie personali prestate da consorzi fidi iscritti nell’elenco speciale ex art. 107

t.u.b. e da enti del settore pubblico/territoriali.

Nel caso in cui una proposta di finanziamento preveda garanzie personali di terzi l’istruttoria si estende anche a

questi ultimi. In particolare, in relazione alla tipologia di fido garantito ed all’importo, si sottopone a verifica e

analisi::

• la situazione patrimoniale e reddituale del garante, anche tramite la consultazione delle apposite banche dati;

• l’esposizione verso il sistema bancario;

• le informazioni presenti nel sistema informativo della banca;

• l’eventuale appartenenza ad un gruppo e la relativa esposizione complessiva.

Eventualmente, a discrezione dell’istruttore in relazione all’importo della garanzia, l’indagine sarà estesa alle altre

centrali rischi.

Se il garante è rappresentato da una società, e comunque quando ritenuto necessario in considerazione del

rischio e dell’importo del finanziamento, oltre al riscontro delle informazioni prodotte dalle rete nell’apposito

modulo riservato al garante, si procede allo sviluppo del merito creditizio del soggetto garante, con le stesse

modalità previste per il richiedente.

2.4 Attività finanziarie deteriorate

La Banca è organizzata con strutture e procedure informatiche per la gestione, la classificazione e il controllo dei

crediti.

Coerentemente con quanto dettato dai principi contabili IAS/IFRS, ad ogni data di bilancio viene verificata la

presenza di elementi oggettivi di perdita di valore (impairment) su ogni strumento finanziario ovvero gruppo di

strumenti finanziari.

Le posizioni che presentano un andamento anomalo sono classificate in differenti categorie di rischio. Sono

classificate tra le sofferenze le esposizioni nei confronti di soggetti in stato di insolvenza o in situazioni

sostanzialmente equiparabili; tra le partite incagliate le posizioni in una situazione di temporanea difficoltà che si

prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo; come crediti ristrutturati le posizioni per le quali la

banca acconsente, a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, ad una

modifica delle condizioni contrattuali originarie; in seguito alla modifica delle disposizioni di vigilanza prudenziale,

sono state incluse tra le esposizioni deteriorate anche le posizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 (past due)2 .

Questa modifica ha comportato l’introduzione di una nuova categoria contabile nella quale vengono classificate le

posizioni con tali caratteristiche e l’inclusione dello sconfinamento continuativo tra gli elementi da considerare ai

fini del monitoraggio e della rilevazione dei crediti problematici per favorire la sistemazione dell’anomalia

2 Relativamente a tale ultima categoria di esposizioni, secondo quanto previsto dalla Circolare n. 272/08 della Banca d’Italia, per le banche che applicano la metodologia standardizzata per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito si considerano esclusivamente le esposizioni classificate nel portafoglio “esposizioni scadute” così come definito dalla Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia.

138

anteriormente al raggiungimento dei giorni di sconfinamento previsti per la classificazione del nuovo stato.

In vista delle nuove regole in tema di impairment che saranno introdotte dall’IFRS 9, la cui applicazione seguirà le

tempistiche previste dallo IASB e che sostituirà l’attuale IAS 39, la Banca prende parte alle iniziative avviate a

livello di Categoria finalizzate a supportare le BCC-CR alle modifiche alla disciplina contabile e di bilancio. Secondo

il nuovo modello di impairment previsto dall’IFRS 9 la rettifica di valore sarà calcolata non più sulla perdita

registrata ma sulla perdita attesa. Pertanto nel progetto di Categoria sono state avviate le analisi propedeutiche

all’individuazione degli interventi sulle procedure e sui sistemi informativi e gestionali, necessari per

l’implementazione. Sono state quindi avviate attività a supporto della conduzione di una ricognizione strutturata

presso i centri applicativi di Sistema in merito all’estensione e profondità dei dati disponibili, con l’obiettivo di

valutare compiutamente, nell’ottica della costruzione del modello di impairment a tendere, l’attuale patrimonio

informativo, la complessità di estrazione e trattamento, le soluzioni necessarie per il relativo completamento. Ciò

anche alla luce dell’incidenza sull’ammontare delle rettifiche di valore richieste da tale modello, potenzialmente

significativa in particolare alla data di prima applicazione, della capacità di ricostruire l’evoluzione della qualità

creditizia degli strumenti finanziari rispetto al momento dell’erogazione o dell’acquisto del credito.

Tali attività progettuali consentono l’individuazione e condivisione delle informazioni utili ai fini della valutazione

degli aspetti metodologici legati alla stima dei parametri di rischio per le svalutazioni dei portafoglio crediti sulla

base del nuovo modello. In tale ambito si è tenuto conto delle esigenze connesse con l’impianto della nuova

segnalazione richiesta dalla Banca d’Italia relativamente alle perdite storicamente registrate sulle posizioni in

default (Circolare 284/13).

La responsabilità e la gestione complessiva dei crediti deteriorati, non classificati a “sofferenza”, è affidata

all’Ufficio Precontenzioso dipendente dalla Direzione Generale. Detta attività si estrinseca principalmente nel:

- monitoraggio delle citate posizioni in supporto alle agenzie di rete alle quali competono i controlli di primo livello;

- concordare con il gestore della relazione gli interventi volti a ripristinare la regolarità andamentale o il rientro delle esposizioni oppure piani di ristrutturazione;

- determinare le previsioni di perdite sulle posizioni; - proporre agli organi superiori competenti il passaggio a “sofferenza” di quelle posizioni che a causa di

sopraggiunte difficoltà non lasciano prevedere alcuna possibilità di normalizzazione.

La metodologia di valutazione delle posizioni segue un approccio analitico commisurato all’intensità degli

approfondimenti ed alle risultanze che emergono dal continuo processo di monitoraggio.

La attività di recupero relative alle posizioni classificate a sofferenza sono gestite esclusivamente dall’Ufficio

Legale, in staff alla Direzione Generale.

139

Informazioni di natura quantitativa

A. QUALITA' DEL CREDITO

A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e in bonis: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale.

A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Portafogli/qualità Sofferenze Incagli Esposizioni

ristrutturate Esposizioni

scadute

deteriorate

Esposizioni

scadute non

deteriorate Altre attività Totale

1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 10 131.663 131.672 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 10.056 10.056 4. Crediti verso banche 62.069 62.069 5. Crediti verso clientela 14.846 27.184 9.900 41.559 163.012 256.501 6. Attività finanziarie valutate al fair value 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura Totale al 31.12.2013 14.855 27.184 9.900 41.559 366.800 460.298 Totale al 31.12.2012 7.766 20.975 13.946 407.679 450.365 900.730

Dalla rappresentazione sono escluse le evidenze contabili riferite alle partecipazioni e alle quote di OICR detenute dalla banca, coerentemente con le istruzioni di vigilanza circolare

Banca d'Italia n. 262. L'importo delle stesse ammonta a euro 8.022 mila. A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Portafogli/qualità Attività deteriorate In bonis Totale

(esposizione

netta) Esposizione

lorda Rettifiche

specifiche Esposizione

netta Esposizione

lorda Rettifiche di

portafoglio Esposizione

netta 1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione X X 2. Attività finanziarie disponibili per la vendita 81 71 10 131.663 131.663 131.672 3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 10.056 10.056 10.056 4. Crediti verso banche 62.069 62.069 62.069 5. Crediti verso clientela 64.777 12.847 51.929 205.156 585 204.571 256.501 6. Attività finanziarie valutate al fair value X X 7. Attività finanziarie in corso di dismissione 8. Derivati di copertura X X Totale al 31.12.2013 64.858 12.919 51.939 408.944 585 408.359 460.298 Totale al 31.12.2012 52.469 9.783 42.687 408.242 564 407.679 450.365

Dalla rappresentazione sono escluse le evidenze contabili riferite alle paretecipazioni e quote di OICR detenute dalla banca, coerentemente con le istruzioni di vigilanza circolare

Banca d'Italia n. 262. L'importo delle stesse ammonta a euro 8.022 mila.

A.1.2.1 Dettaglio del portafoglio crediti verso la clientela delle esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi collettivi e delle altre esposizioni

Tipologie

esposizioni\valori

A. esposizioni in bonis oggetto di rinegoziazione nell'ambito di accordi

collettivi (1) B. Altre esposizioni in bonis totale crediti

verso la

clientela in

bonis Esposizioni

non scadute

Esposizioni scadute Esposizioni

non scadute

Esposizioni scadute

sino a 3

mesi da oltre 3

mesi a 6

mesi

da oltre 6

mesi a 1

anno oltre 1

anno sino a 3

mesi da oltre 3

mesi sino a

6 mesi

da oltre 6

mesi sino a

1 anno da oltre 1

anno

Esposizioni lorde 2.360 668 20 161.180 37.681 2.085 1.220 5 205.217 Rettifiche di portafoglio 7 2 459 107 6 4 585 Esposizioni nette 2.352 666 19 160.721 37.573 2.080 1.216 5 204.632

Non vengono illustrate le esposizioni creditizie degli altri portafogli, diversi dai crediti verso clientela, in quanto non oggetto di rinegoziazione. (1)solo accordi collettivi o previsioni legislative che prevedono la sospensione delle rate (quota capitale e/o quota interessi) - accordo quadro ABI-MEF stipulato ai sensi dell'art.12 della legge n. 2/2009 - Fondo Solidarietà (di conversione del D.L. N. 185/2008) - tutte le BCC; - avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese (tutte le BCC); - accordo per la sospensione del rimborso dei mutui stipulato fra ABI e associazione dei consumatori stipulato il 18/12/2009 nell'ambito del "Piano famiglia" (solo BCC che hanno

aderito).

140

A.1.2.2 Attività deteriorate: (i) ammontare del totale delle cancellazioni, parziali operate; (ii) differenza positiva tra il valore nominale e il prezzo di acquisto

Portafogli/qualità Crediti verso la clientela Altre attività finanziarie

Valore

nominale Cancellazioni

parziali Valore

nominale Cancellazioni

parziali a. Cancellazioni parziali operate fino alla data di bilancio su: Sofferenze Incagli Ristrutturati Past-due Totale (a) b. Differenza positiva tra il valore nominale e il prezzo di acquisto (anche su attività acquisite per il tramite di

operazioni di aggregazione aziendale) Valore

nominale Differenza

positiva tra

Valore

nominale Differenza

positiva tra Sofferenze 5.425 4.065 Incagli Ristrutturati Past-due Totale (b) 5.425 4.065 Totale (a+b) 5.425 4.065

La tabella da evidenza: - della differenza positiva tra il valore nominale delle attività finanziarie deteriorate acquistate (anche per il tramite di operazioni di aggregazione aziendale) e il prezzo di acquisto di tali attività.

A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore

specifiche Rettifiche di valore

di portafoglio Esposizione netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze X b) Incagli X c) Esposizioni ristrutturate X d) Esposizioni scadute deteriorate X e) Altre attività 71.050 X 71.050 TOTALE A 71.050 71.050 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate X b) Altre 4.507 X 4.507 TOTALE B 4.507 4.507 TOTALE A + B 75.558 75.558

Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenute

sino a scadenza, crediti. Le esposizioni "fuori bilancio" includono tutte le operazioni finanziarie diverse da quelle per cassa (garanzie rilasciate, impegni, ecc.) che comportano l'assunzione di un rischio

creditizio, qualunque sia la finalità di tali operazioni. A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene esposizioni creditizie deteriorate, pertanto la presente tabella non viene compilata.

A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene esposizioni creditizie deteriorate, la presente tabella non viene compilata.

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Tipologie esposizioni/valori Esposizione lorda Rettifiche di valore

specifiche Rettifiche di valore

di portafoglio Esposizione netta

A. ESPOSIZIONI PER CASSA a) Sofferenze 25.084 10.229 X 14.855 b) Incagli 29.761 2.577 X 27.184 c) Esposizioni ristrutturate X d) Esposizioni scadute deteriorate 10.013 113 X 9.900 e) Altre attività 337.894 X 585 337.309 TOTALE A 402.752 12.919 585 389.248 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO a) Deteriorate 2.919 X 2.919 b) Altre 13.054 X 13.054 TOTALE B 15.973 15.973

141

A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni

ristrutturate Esposizioni scadute

A. Esposizione lorda iniziale 13.190 24.536 14.744 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento 14.968 23.631 10.482 B.1 ingressi da esposizioni creditizie in bonis 4.174 13.555 8.662 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 10.621 4.795 420 B.3 altre variazioni in aumento 173 5.282 1.400 C. Variazioni in diminuzione 3.073 18.407 15.213 C.1 uscite verso esposizioni creditizie in bonis 4 1.032 2.366 C.2 cancellazioni 1.374 20 6 C.3 incassi 659 7.135 5.450 C.4 realizzi per cessioni 442 C.4 bis perdite da cessione C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 8.705 7.131 C.6 altre variazioni in diminuzione 595 1.515 260 D. Esposizione lorda finale 25.084 29.761 10.013 - di cui: esposizioni cedute non cancellate

La voce C.2 cancellazioni comprende i crediti a sofferenza per euro 1.359 (valore di bilancio) che nel corso del 2013 sono stati oggetto di cessione pro soluto.

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Causali/Categorie Sofferenze Incagli Esposizioni

ristrutturate Esposizioni scadute

A. Rettifiche complessive iniziali 5.424 3.561 798 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento 7.215 2.330 251 B.1 rettifiche di valore 4.325 2.227 239 B.1.bis perdite da cessione 811 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 2.079 104 12 B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione 2.410 3.315 936 C.1 riprese di valore da valutazione 594 872 248 C.2 riprese di valore da incasso 191 832 104 C.2.bis utili da cessione 147 C.3 cancellazioni 1.478 C.4 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 1.611 584 C.5 altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali 10.229 2.577 113 - di cui: esposizioni cedute non cancellate

La Banca nel corso del 2013 ha effettuato un'operazione di cessione pro soluto di crediti in sofferenza. L'operazione ha fatto registrare una perdita di euro 296 mila. (tabella tabella

6.1 Parte C della N.I.) Sulle posizioni a sofferenza rivenienti dall'operazione di fusione avvenuta lo scorso anno, oggetto di fusione, si è registrato un utile di euro 369 mila essendo state acquisite al

valore di fair value determinato alla data di acquisizione comprensivo delle rettifiche di valore alla medesima data, secondo le prescrizioni contenute nei paragrafi 18,20 e B41

dell'IFRS3. A.2 Classificazione delle esposizioni in base a rating esterni ed interni

A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" per classi di rating esterni

Esposizioni Classi di rating esterni

Senza rating Totale Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4 Classe 5 Classe 6

A. Esposizioni creditizie per cassa 1.540 134.773 330.736 467.049 B. Derivati B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate 18.674 18.674 D. Impegni a erogare fondi 1.807 1.807 E. Altre Totale 1.540 134.773 351.216 487.529

Si precisa che le esposizioni creditizie rappresentate in tabella comprendono anche le quote di Oicr. A.2.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" per classi di rating interni Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene esposizioni creditizie per classi di rating interni, pertanto la presente tabella non viene compilata.

142

A.3 DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI GARANTITE PER TIPOLOGIA DI GARANZIA

A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite

Val

ore

esp

osi

zio

ne

net

ta

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale

(1)+(2) Immobili -

Ipoteche

Imm

ob

ili -

Lea

sin

g Fi

nan

ziar

io

Tito

li Altre

garanzie

reali

Derivati su crediti Crediti di firma

CLN

Altri derivati

Go

vern

i e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pu

bb

lici

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

Go

vern

i e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pu

bb

lici

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

1. Esposizioni creditizie per cassa

garantite: 2.811 2.811 2.811

1.1 totalmente garantite 2.811 2.811 2.811 - di cui deteriorate 1.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate 2. Esposizioni creditizie "fuori

bilancio" garantite: 2.1 totalmente garantite - di cui deteriorate 2.2 parzialmente garantite - di cui deteriorate

A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite

Val

ore

esp

osi

zio

ne

net

ta

Garanzie reali (1) Garanzie personali (2)

Totale

(1)+(2) Immobili

-

Ipoteche

Imm

ob

ili -

Lea

sin

g Fi

nan

ziar

io

Tito

li Altre

garanzie

reali

Derivati su crediti Crediti di firma

CLN

Altri derivati

Go

vern

i e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pu

bb

lici

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

Go

vern

i e b

anch

e

cen

tral

i

Alt

ri e

nti

pu

bb

lici

Ban

che

Alt

ri s

ogg

etti

1. Esposizioni creditizie per cassa

garantite: 224.186 123.259 10.912 4.471 55 94.329 233.026

1.1 totalmente garantite 211.985 120.055 8.811 4.042 55 89.854 222.818 - di cui deteriorate 44.209 29.676 219 14 55 24.472 54.435 1.2 parzialmente garantite 12.202 3.203 2.101 429 4.476 10.208 - di cui deteriorate 2.838 982 189 15 1.942 3.128 2. Esposizioni creditizie "fuori

bilancio" garantite: 8.921 224 618 686 7.312 8.840

2.1 totalmente garantite 8.730 177 588 660 7.305 8.730 - di cui deteriorate 1.990 21 1.969 1.990 2.2 parzialmente garantite 191 47 30 26 7 110 - di cui deteriorate 34 16 16

I comparti economici di appartenenza dei garanti (crediti di firma) sono stati individuati facendo riferimento ai criteri previsti nel fascicolo "Classificazione della clientela per settori

e gruppi di attività economica" edito dalla Banca d'Italia.

143

B. DISTRIBUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/Contro

parti

Governi Altri enti pubblici Società finanziarie Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf.

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf.

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf.

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf.

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf.

Esposi

z.

netta

Rettific

he val.

specif.

Rettific

he val.

di

portaf. A. Esposizioni per

cassa A.1 Sofferenze X X 29 113 X X 12.21

0 8.768 X 2.616 1.347 X

A.2 Incagli X X X X 20.55

7 2.151 X 6.626 425 X

A.3 Esposizioni

ristrutturate X X X X X X A.4 Esposizioni

scadute X X 2 X X 7.660 102 X 2.238 11 X A.5 Altre

esposizioni 132.7

38 X 328 X 1 873 X 2 500 X 127.6

53 X 356 75.21

8 X 226

Totale A 132.7

38 328 1 903 113 2 500 168.0

81 11.022 356 86.69

9 1.783 226

B. Esposizioni

"fuori bilancio" B.1 Sofferenze X X X X 899 X X B.2 Incagli X X X X 2.020 X X B.3 Altre attività

deteriorate X X X X X X B.4 Altre

esposizioni X 10 X 117 X X 11.78

2 X 1.145 X

Totale B 10 117 14.70

1 1.145 Totale (A+B) al

31.12.2013 132.7

38 338 1 1.020 113 2 500 182.7

82 11.022 356 87.84

4 1.783 226

Totale (A+B) al

31.12.2012 129.8

18 333 1 1.014 113 189.0

08 7.792 279 88.27

7 1.877 284

La distribuzione delle esposizioni per cassa e "fuori bilancio" per comparto economico di appartenenza dei debitori e degli ordinanti (per garanzie rilasciate) è stata effettuata

secondo i criteri di classificazione previsti dal fascicolo "Classificazione della clientela per settori e gruppi di attività economica" edito dalla Banca d'Italia.

144

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geografiche

Italia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 14.827 10.116 10 71 19 42 A.2 Incagli 27.184 2.577 A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute 9.900 113 A.5 Altre esposizioni 337.309 585 Totale A 389.219 13.390 10 71 19 42 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 899 B.2 Incagli 2.020 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 13.054 Totale B 15.973 Totale (A+B) al 31.12.2013 405.193 13.390 10 71 19 42 Totale (A+B) al 31.12.2012 408.221 10.233 48 71 181 42

B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) (Versione alternativa)

Esposizioni/Aree geografiche

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud-Isole

Esposiz. netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 21 4 84 63 25 36 14.697 10.013 A.2 Incagli 77 3 27.104 2.576 A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute 22 9.878 113 A.5 Altre esposizioni 1.992 2 1.005 3 136.010 7 198.302 574 Totale A 2.014 6 1.188 66 136.038 43 249.980 13.276 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 899 B.2 Incagli 2.020 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 103 169 12.783 Totale B 103 169 15.702 Totale (A+B) al 31.12.2013 2.116 6 1.188 66 136.206 43 265.682 13.276 Totale (A+B) al 31.12.2012 2.130 7 448 19 133.500 24 272.143 10.183

145

B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio)

Esposizioni/Aree geografiche

Italia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz.

netta Rettifiche

valore

compless. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 71.050 Totale A 71.050 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 4.507 Totale B 4.507 Totale (A+B) al 31.12.2013 75.558 Totale (A+B) al 31.12.2012 62.725

B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio) (Versione alternativa)

Esposizioni/Aree geografiche

Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud-Isole

Esposiz. netta Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. Esposiz. netta

Rettifiche

valore

compless. A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Incagli A.3 Esposizioni ristrutturate A.4 Esposizioni scadute A.5 Altre esposizioni 4.520 10.028 17.808 38.695 Totale A 4.520 10.028 17.808 38.695 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Incagli B.3 Altre attività deteriorate B.4 Altre esposizioni 4.507 Totale B 4.507 Totale (A+B) al 31.12.2013 4.520 10.028 17.808 43.202 Totale (A+B) al 31.12.2012 938 1.775 16.670 43.341

B.4 Grandi rischi

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

a) Ammontare - Valore di Bilancio 219.734 204.695 b) Ammontare - Valore Ponderato 77.044 72.944 c) Numero 12 9

I "Grandi Rischi" sono determinati facendo riferimento al valore di bilancio delle "esposizioni", anzichè a quello ponderato per il rischio di controparte. Formano oggetto di rilevazione l'importo e il numero delle posizioni di rischio che costituiscono un grande rischio secondo la vigente normativa di vigilanza.

146

C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE E DI CESSIONE DELLE ATTIVITÀ

La Banca non ha posto in essere operazioni di cartolarizzazione.

Informazioni di natura quantitativa C.1.1 Esposizioni derivanti da operazioni di cartolarizzazione distinte per qualità delle attività sottostanti Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere operazioni di cartolarizzaione, pertanto la presente tabella e quelle successive non verranno

compilate.

147

C.2 OPERAZIONI DI CESSIONE

A. Attività finanziarie cedute e non cancellate integralmente Informazioni di natura quantitativa

C.2.1 Attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio e valore intero

Forme tecniche/Portafoglio

Attività finanziarie

detenute per la

negoziazione

Attività finanziarie

valutate al fair

value

Attività finanziarie

disponibili per la

vendita

Attività finanziarie

detenute sino alla

scadenza Crediti verso banche Crediti verso

clientela Totale

A B C A B C A B C A B C A B C A B C 2013 2012 A. Attività per cassa 2.811 2.811 291 1. Titoli di debito 2. Titoli di capitale X X X X X X X X X 3. O.I.C.R. X X X X X X X X X 4. Finanziamenti 2.811 2.811 291 B. Strumenti derivati X X X X X X X X X X X X X X X Totale al 31.12.2013 2.811 2.811 X di cui deteriorate X Totale al 31.12.2012 291 X 291 di cui deteriorate X

Legenda: A = attività finanziarie cedute rilevate per intero (valore di bilancio) B = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (valore di bilancio) C = attività finanziarie cedute rilevate parzialmente (intero valore) C.2.2 Passività finanziarie a fronte di attività finanziarie cedute non cancellate: valore di bilancio Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere operazioni di cessione con passività aventi rivalsa sulle attività cedute, pertanto la presente tabella

non viene compilata.

C.2.3 Operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute: fair value Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere operazioni di cessione con passività aventi rivalsa esclusivamente sulle attività cedute: fair value,

pertanto la presente tabella non viene compilata.

C.3 Operazioni di Covered Bond Alla data di riferimento del bilancio, la banca non ha posto in essere opearzioni di covered bond, pertanto la presente tabella non viene compilata.

148

SEZIONE 2 – RISCHI DI MERCATO

2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari

(attivi e passivi) rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina

relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato (cfr. Circolare n. 155 del 18 dicembre 1991

“Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali”

emanata dalla Banca d’Italia).

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali

La Banca svolge, in via principale, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio

di tasso di interesse. E’ prevista la possibilità che l’attività di negoziazione possa essere svolta anche

tramite delega a istituti terzi, prevalentemente quelli di categoria. Alla data del 31 dicembre 2013 non

erano presenti gestioni in delega presso terzi.

La strategia sottostante alla negoziazione in proprio risponde sia ad esigenze di tesoreria, sia all’obiettivo

di massimizzare il profilo di rischio/rendimento degli investimenti di portafoglio in termini di rischio di tasso

di interesse e rischio di credito della controparte. L’attività di negoziazione riguarda in via quasi esclusiva

titoli di natura obbligazionaria emessi da stati sovrani e in misura limitata (10%) emissioni di soggetti privati

(corporates), con preferenza banche, le cui caratteristiche sono riportate nello schema dei Limiti Operativi

che è parte integrante del Regolamento Finanza della Banca. In via residuale l’attività di negoziazione può

riguardare anche ETF di natura prevalentemente obbligazionaria e non a leva. La Banca non assume

posizioni speculative in strumenti derivati come previsto dalla Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia e

dallo statuto della Banca stessa.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo.

La Banca unitamente all’osservanza delle regole prudenziali specifiche, utilizza sistemi di controllo e

politiche di gestione finanziaria finalizzate ad assicurare un’operatività costantemente improntata alla

negoziazione di titoli a basso rischio, derivanti da emissioni governative paesi OCSE (esclusivamente fascia

A espressi in Euro). Le descritte politiche, sono tutte protese ad assicurarne il presidio in un’ottica di sana e

prudente gestione.

Il modello di governance definito a presidio del processo di controllo del rischio di mercato della Banca si

fonda sui seguenti principi:

1. separazione tra i processi di assunzione ed i processi di controllo del rischio di mercato;

2. sviluppo dei processi di controllo e gestione del rischio di mercato, coerentemente con la struttura gerarchica della Banca e mediante un processo di deleghe; chiarezza delle responsabilità degli

149

organi e delle funzioni aziendali e adeguatezza dei flussi informativi; conformità dei processi di gestione e monitoraggio del rischio con le indicazioni della vigilanza prudenziale.

La metodologia di gestione del rischio di mercato viene approvata dal Consiglio di Amministrazione. Il

modello definito ed approvato dal CdA è comunicato alle funzioni competenti.

Il sistema dei controlli interni prevede che per ogni tipologia di portafoglio siano fissati limiti e soglie di

attenzionamento in termini di rischio e loss warning level.

Lungo tutta la catena dei poteri delegati o sub-delegati, nel caso in cui risulti dalle posizioni rilevate

quotidianamente, il superamento delle soglie di attenzionamento prefissate, la posizione deve essere

sottoposta alla valutazione del soggetto gerarchicamente superiore, il quale l’approva per iscritto, tenuto

conto della stabilità degli obiettivi aziendali. Sia in caso di approvazione sia in caso contrario, lo stesso darà

indicazioni per la gestione dello sconfinamento e le eventuali azioni correttive.

Il processo è curato dal Servizio Finanza Estero, che è responsabile del reporting giornaliero e della

conservazione di tutta la documentazione. Inoltre, i Servizi Compliance e Risk-Management

predisporranno i flussi informativi per la Direzione, per il Comitato Interno dei Controlli e per il C.d.A.

sull’andamento dei rischi assunti.

Per il controllo dei limiti sui rischi di mercato è utilizzato il modello standard previsto dal Comitato di

Basilea e dalla Vigilanza, i cui algoritmi sono stati riprodotti con strumenti informatici e utilizzati per le

elaborazioni giornaliere gestionali. I rischi monitorati sono quelli di posizione (generico/specifico), di

regolamento, di controparte e di concentrazione sul portafoglio di negoziazione.

Si ribadisce che, per i titoli di debito il “rischio generico”, ovvero il rischio di perdite causate da una avversa

variazione del livello dei tassi di interesse, è misurato tramite il “metodo basato sulla scadenza” che

prevede la distribuzione, distintamente per ciascuna valuta, delle posizioni in fasce temporali di vita residua

di riprezzamento di tasso di interesse; le posizioni così allocate sono opportunamente compensate per

emissione, fascia temporale e gruppi di fasce temporali. Il requisito è dato dalla somma dei valori delle

posizioni residue e delle posizioni ponderate compensate.

Accanto all’attività di monitoraggio del rischio tasso, la Banca effettua l’attività di gestione operativa

avvalendosi del supporto offerto dalle reportistiche ALM mensili disponibili nell’ambito del Servizio

Consulenza Direzionale nato in seno agli organismi centrali del movimento cooperativo.

Nell’ambito dell’analisi di ALM Statico la valutazione dell’impatto sul patrimonio conseguente a diverse

ipotesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l’impatto sul

valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento parallelo

della curva dei rendimenti di +/- 100 e +/-200 punti di base.

Tale impatto è ulteriormente scomposto per singole forme tecniche di attivo e passivo al fine di

evidenziarne il contributo alla sensitività complessiva e di cogliere la diversa reattività delle poste a tasso

fisso, variabile e misto; inoltre la sua incidenza sul patrimonio della Banca viene rappresentata nella sua

evoluzione temporale per favorirne il monitoraggio sistematico.

150

Rischio di prezzo – Portafoglio di negoziazione di vigilanza

Il rischio di prezzo è rappresentato dalle perdite potenziali che possono derivare da oscillazioni sfavorevoli

dei prezzi di mercato degli strumenti finanziari (titoli azionari, obbligazionari, quote di OICR e sicav, ecc.)

A. Aspetti generali

La Banca svolge, in via principale, attività di negoziazione in proprio di strumenti finanziari esposti al rischio

di tasso di interesse. E’ prevista la possibilità che l’attività di negoziazione possa essere svolta anche

tramite delega a istituti terzi, prevalentemente quelli di categoria.

Tale attività di negoziazione riguarda, principalmente, emissioni governative di Paesi OCSE fascia A ed in

misura limitata titoli obbligazionari di emittenti, non governativi prevalentemente bancari (corporates). La

Banca in via residuale svolge attività di negoziazione anche su ETF di natura prevalentemente

obbligazionaria e non a leva. Nessuna attività di negoziazione è svolta su titoli di capitale.

La strategia sottostante alla negoziazione si pone l’obiettivo di ottimizzare il profilo complessivo di

rischio/rendimento. Le posizioni detenute a fini di negoziazione sono quelle intenzionalmente destinate a

una successiva dismissione a breve termine e/o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di

differenze di prezzi di acquisto e di vendita con una opportuna diversificazione degli investimenti.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo.

Il rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione è monitorato dal Servizio Finanza ed Estero attraverso

controlli sulla duration e sul valore massimo di minusvalenze (stop loss).

Come riportato anche nella sezione rischio di tasso, esiste anche un limite in termine di VAR. Il modello a

supporto delle analisi di rischio sono gestiti attraverso una procedura (Limiti Operativi Giornalieri) integrata

al sistema informativo che può essere attivata da ogni utente coinvolto nel processo di gestione e

misurazione del rischio di tasso. I risultati di tali analisi sono riportati alla Direzione Generale.

Il modello di misurazione del rischio di prezzo non è utilizzato per la determinazione dei requisiti

patrimoniali ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e dei controlli interni.

Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati

finanziari (242 EURO) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività finanziarie classificate nel portafoglio di negoaziazione, pertanto la presente tabella e le successive non

vengono compilate.

151

2.2 RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE E RISCHIO DI PREZZO - PORTAFOGLIO BANCARIO

Informazioni di natura qualitativa

Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel

portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1.

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Rischio di tasso di interesse – Portafoglio Bancario

Principali fonti del rischio di tasso di interesse

Le fonti del rischio di tasso di interesse a cui è esposta la Banca sono individuabili principalmente nei

processi del credito, della raccolta e della finanza, essendo il portafoglio bancario costituito

prevalentemente da crediti e dalle varie forme di raccolta dalla clientela.

In particolare, il rischio di tasso di interesse da “fair value” trae origine dalle poste a tasso fisso, mentre il

rischio di tasso di interesse da “flussi finanziari” trae origine dalle poste a tasso variabile.

Tuttavia, nell’ambito delle poste a vista sono normalmente ravvisabili comportamenti asimmetrici a

seconda che si considerino le voci del passivo o quelle dell’attivo; mentre le prime, essendo caratterizzate

da una maggiore vischiosità, afferiscono principalmente al rischio da “fair value”, le seconde, più sensibili ai

mutamenti del mercato, sono riconducibili al rischio da “flussi finanziari”.

Processi interni di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso

La Banca ha posto in essere opportune misure di attenuazione e controllo finalizzate a evitare la possibilità

che vengano assunte posizioni eccedenti un determinato livello di rischio obiettivo. Allo scopo di assicurare

la regolare o ordinata esecuzione dell’attività sui mercati finanziari, nell’ambito del profilo

rischio/rendimento delineato dal Consiglio di Amministrazione, si è provveduto a riprodurre con strumenti

informatici, integrati nel gestionale aziendale, ed utilizzati per le elaborazioni giornaliere gestionali, oltre

che per i relativi controlli, i limiti operativi e le soglie di attenzionamento comuni e specifici per gli

strumenti finanziari del portafoglio di proprietà. Per quanto attiene il rischio in oggetto, i limiti operativi

sono stabiliti anche a livello di singoli portafogli IAS, e nel loro complesso concernono le tipologie di

strumenti ammessi alla negoziazione da parte del Servizio Finanza/Estero, la tipologia e il rating

dell’emittente e soglie di attenzionamento relative a stop loss, soglie di attenzione in valore assoluto e in

percentuale sul valore di mercato del portafoglio complessivo, perdite potenziali (VAR). Tutti gli strumenti

che si configurano come “nuovo strumento” richiedono l’autorizzazione preventiva del Consiglio di

Amministrazione prima di procedere alla negoziazione. Il Consiglio di Amministrazione verifica nel continuo

l’efficienza e l’efficacia complessiva del Sistema di gestione e di controllo del rischio di tasso di interesse,

152

provvedendo al suo adeguamento tempestivo in relazione alla carenze o anomalie riscontrate, ai

cambiamenti del contesto di riferimento, all’introduzione di nuovi prodotti attività o processi rilevanti. In

particolare sono state definite le linee guida secondo cui viene gestito il portafoglio titoli, in coerenza con le

indicazioni sul profilo rischio/rendimento provenienti dal Consiglio di Amministrazione e dal Direttore

Generale, e viene mantenuto un corretto mix di strumenti volto al bilanciamento di flussi di liquidità.

Dal punto di vista organizzativo la Banca ha individuato nel Servizio Finanza/Estero, la struttura deputata a

presidiare tale processo di gestione del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario.

Il monitoraggio all’esposizione al rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario avviene su base

trimestrale.

Per quanto concerne la metodologia di misurazione del rischio e di quantificazione del corrispondente

capitale interno, il CdA della Banca con la delibera del 28/01/2008 ha deciso di utilizzare l’algoritmo

semplificato descritto nell’Allegato C, Titolo III, Cap.1 della Circolare n. 263/06 della Banca d’Italia.

Attraverso tale metodologia viene stimata la variazione del valore economico del portafoglio bancario a

fronte di una variazione ipotetica dei tassi di interesse pari a +/- 200 punti base.

L’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici.

Definizione del portafoglio bancario: costituito dal complesso delle attività e passività non rientranti nel

portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza.

Determinazione delle “valute rilevanti”, le valute cioè il cui peso misurato come quota sul totale attivo

oppure sul passivo del portafoglio bancario risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante definisce un

aggregato di posizioni. Le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro.

Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività e

passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso variabile sulla base della

data di rinegoziazione del tasso di interesse. Salvo specifiche regole di classificazione previste per alcune

attività e passività, le attività e le passività sono inserite nello scadenziario secondo i criteri previsti nella

Circolare 272 “Manuale per la compilazione della Matrice dei Conti” . Le posizioni in sofferenza, incagliate e

scadute e/o sconfinanti deteriorate sono ricondotte nelle pertinenti fasce di vita residua sulla base delle

previsioni di recupero dei flussi di cassa. Le esposizioni deteriorate per le quali non si dispone di previsioni

di recupero dei flussi di cassa, la banca ha adottato un approccio convenzionale incentrato sulla “qualità del

credito”, secondo le seguenti modalità: sofferenze nella fascia 5-7 anni; incagli nella fascia 2-3 anni, scaduti

e sconfinati nella fascia 1-2 anni.

Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive sono

compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il

corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come prodotto

tra una approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica dei tassi

(pari a 200 punti base per tutte le fasce).

153

Somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta dei singoli

aggregati approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella valuta dell’aggregato

nell’eventualità dello shock di tasso ipotizzato.

Aggregazione nelle diverse valute le esposizioni positive relative alle singole “valute rilevanti” e

all’aggregato delle valute non rilevanti” sono sommate tra loro. Il valore ottenuto rappresenta la variazione

di valore economico aziendale a fronte dello scenario ipotizzato.

Le disposizioni della citata normativa prudenziale che disciplinano il processo di auto-valutazione

dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) statuiscono che nel

caso in cui si determini una riduzione del valore economico della banca superiore al 20% del patrimonio di

vigilanza la Banca d’Italia approfondisce con la banca i risultati e si riserva di adottare opportuni interventi.

Nella stima del capitale interno in ipotesi di stress, le variazioni ipotizzate dei tassi sono determinate sulla

base degli scenari prescelti dalla banca oltre a quello della variazione parallela di +/- 200 bps (incremento di

300 bps dello shock di tasso). In caso di scenari al ribasso viene garantito il vincolo di non negatività dei

tassi.

Accanto all’attività di monitoraggio del rischio tasso mediante la metodologia sopra esposta, la Banca

effettua l’attività di gestione operativa avvalendosi del supporto offerto dalle reportistiche ALM mensili

disponibili nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale nato in seno agli organismi centrali del

movimento cooperativo (Cassa Centrale Trentina).

La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “flussi finanziari”, viene

effettuata secondo il metodo di “Maturity Gap Analisys”. Tale approccio analizza congiuntamente i tempi di

riprezzamento delle attività e delle passività di bilancio sensibili ai tassi e determina la variazione del

margine di interesse atteso a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato. Gli scenari di stress considerati

sono quelli classici di +/- 100 punti base e quello dei tassi forward.

La misurazione del rischio di tasso di interesse, con riferimento al rischio da “fair value”, viene effettuata

secondo il metodo di “Duration Gap Analisys”.

Nell’ambito dell’analisi di ALM Statico la valutazione dell’impatto sul patrimonio conseguente a diverse

ipotesi di shock di tasso viene evidenziata dal Report di Sensitività, nel quale viene stimato l’impatto sul

valore attuale delle poste di attivo, passivo e derivati conseguente alle ipotesi di spostamento parallelo

della curva dei rendimenti di +/- 100 e +/- 200 punti base. Tale impatto è ulteriormente scomposto per

singole forme tecniche di attivo e passivo al fine di evidenziarne il contributo alla sensitività complessiva e

di cogliere la diversa reattività delle poste a tasso fisso, variabile e misto. Particolare attenzione viene

rivolta all’analisi degli effetti prospettici derivanti dalla distribuzione temporale delle poste a tasso fisso

congiuntamente alla ripartizione delle masse indicizzate soggette a tasso minimo o a tasso massimo per i

diversi intervalli del parametro di riferimento.

Un’attività di controllo e gestione più sofisticata dell’esposizione complessiva al rischio tasso dell’Istituto

avviene mediante le misurazioni offerte nell’ambito dei Reports di ALM Dinamico. In particolare si procede

ad analizzare la variabilità del margine di interesse, del patrimonio netto in diversi scenari di cambiamento

dei tassi di interesse e di evoluzione della banca su un orizzonte temporale di 12 mesi. La simulazione

impiega un’ipotesi di costanza delle masse della banca all’interno dell’orizzonte di analisi dei 12 mesi, in

154

contesti di spostamento graduale del livello di tassi pari a +/-100 punti base, andando a isolare la variabilità

di margine e patrimonio nei diversi contesti. La possibilità di mettere a fuoco il contributo al risultato

complessivo fornito dalle poste a tasso fisso, indicizzato ed amministrato dalla Banca consente di

apprezzare il grado di rigidità del margine in un contesto di movimento dei tassi di mercato e di ipotizzare

per tempo possibili correttivi.

Le analisi di ALM, vengono presentate dal Servizio Finanza/Estero alla Direzione Generale che le presenta a

sua volta al Consiglio di Amministrazione che valuta periodicamente l’andamento dell’esposizione al rischio

di tasso della Banca, con riferimento al rischio sul margine e rischio sul patrimonio. Ad esso partecipano, tra

gli altri, il Comitato di Direzione.

155

Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO)

Tipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi da oltre 3

mesi fino a 6

mesi

da oltre 6

mesi fino a 1

anno

da oltre 1

anno fino a

5 anni

da oltre 5

anni fino a

10 anni oltre 10 anni durata

indeterminata

1. Attività per cassa 162.564 59.367 109.449 23.421 79.410 24.624 719 1.1 Titoli di debito 12.947 26.303 44.295 2.583 37.118 18.690 65 - con opzione di rimborso anticipato - altri 12.947 26.303 44.295 2.583 37.118 18.690 65 1.2 Finanziamenti a banche 28.077 20.100 5.082 7.814 1.3 Finanziamenti a clientela 121.540 12.965 60.073 13.024 42.292 5.935 653 - c/c 54.748 1.444 2.075 5.077 2.983 - altri finanziamenti 66.793 11.521 57.998 7.947 39.309 5.935 653 - con opzione di rimborso anticipato - altri 66.793 11.521 57.998 7.947 39.309 5.935 653 2. Passività per cassa 252.857 48.118 22.498 42.999 78.090 2.343 2.1 Debiti verso clientela 252.154 21.740 5.793 9.196 4.488 - c/c 141.045 - altri debiti 111.109 21.740 5.793 9.196 4.488 - con opzione di rimborso anticipato - altri 111.109 21.740 5.793 9.196 4.488 2.2 Debiti verso banche 703 6.000 11.033 29.611 31.529 - c/c 703 - altri debiti 6.000 11.033 29.611 31.529 2.3 Titoli di debito 20.378 5.673 4.192 42.074 2.343 - con opzione di rimborso anticipato - altri 20.378 5.673 4.192 42.074 2.343 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari (713) (351) (188) 228 930 66 27 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante (713) (351) (188) 228 930 66 27 - Opzioni (713) (351) (188) 228 930 66 27 + posizioni lunghe 27 79 228 930 66 27 + posizioni corte 713 378 267 - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio (1.617) 12 1.365 239 + posizioni lunghe 190 12 1.365 239 + posizioni corte 1.807

Di seguito vengono riportati gli effetti di una variazione di tassi di interesse di +/- 100 punti base su alcune grandezze

Shock - 100 punti base Shock +100 punti base Margine di interesse - 45,69% + 27,95% Mrgine di intermediazione - 29,90% + 18,29% Risultato d'esercizio - 286,86% + 117,57% Patrimonio netto - 13,16% + 5,39%

156

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001

DOLLARO USA)

Tipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi da oltre 3

mesi fino a 6

mesi

da oltre 6

mesi fino a 1

anno

da oltre 1

anno fino a

5 anni

da oltre 5

anni fino a

10 anni oltre 10 anni durata

indeterminata

1. Attività per cassa 733 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 733 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 657 2.1 Debiti verso clientela 657 - c/c 657 - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

157

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (002

STERLINA GB)

Tipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi da oltre 3

mesi fino a 6

mesi

da oltre 6

mesi fino a 1

anno

da oltre 1

anno fino a

5 anni

da oltre 5

anni fino a

10 anni oltre 10 anni durata

indeterminata

1. Attività per cassa 4 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 4 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 4 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche 4 - c/c 4 - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

158

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (071 YEN

GIAPPONESE) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività e passività finanziarie in valuta Yen Giapponese, pertanto la presente tabella non viene compilata.

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (012 DOLLARO CANADA)

Tipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi da oltre 3

mesi fino a 6

mesi

da oltre 6

mesi fino a 1

anno

da oltre 1

anno fino a

5 anni

da oltre 5

anni fino a

10 anni oltre 10 anni durata

indeterminata

1. Attività per cassa 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

159

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (003 FRANCO SVIZZERA)

Tipologia/Durata residua a vista fino a 3 mesi da oltre 3

mesi fino a 6

mesi

da oltre 6

mesi fino a 1

anno

da oltre 1

anno fino a

5 anni

da oltre 5

anni fino a

10 anni oltre 10 anni durata

indeterminata

1. Attività per cassa 7 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 7 1.3 Finanziamenti a clientela - c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela - c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche - c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre 3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4. Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie - Valuta di denominazione: (ALTRE VALUTE) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività e passività finanziarie in altre valute, pertanto la presente tabella non viene compilata.

160

2.3 - Rischio di cambio

Rientrano nell’ambito di applicazione del presente profilo di rischio tutte le attività e le passività (in bilancio

e “fuori bilancio”) in valuta, ivi incluse le operazioni in euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di

valute. Sono assimilate ai rapporti in valuta anche le operazioni sull’oro.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite sulle operazioni in valuta per effetto di avverse

variazione dei corsi delle divise estere.

Sulla base di quanto previsto dalle Istruzioni di Vigilanza della Banca d’Italia, le BCC-CR nell'esercizio

dell'attività in cambi non possono assumere posizioni speculative e devono contenere l’eventuale posizione

netta aperta in cambi entro il 2% del patrimonio di vigilanza (Cfr. Circ. 229/99 Titolo VII, Cap. 1). Inoltre, per

effetto di tale ultimo vincolo normativo sono escluse - anche secondo la nuova regolamentazione

prudenziale - dalla disciplina relativa al calcolo dei requisiti patrimoniali per tale tipologia di rischio.

La Banca è marginalmente esposta al rischio di cambio alla luce dei richiamati vincoli normativi. Tale

esposizione deriva dalla tradizionale operatività in cambi verso la clientela retail.

L’esposizione al rischio di cambio è determinata attraverso una metodologia che ricalca quanto previsto

dalla normativa di Vigilanza in materia.

La sua misurazione si fonda, quindi, sul calcolo della “posizione netta in cambi”, cioè del saldo di tutte le

attività e le passività (in bilancio e “fuori bilancio”) relative a ciascuna valuta, ivi incluse le operazioni in

euro indicizzate all’andamento dei tassi di cambio di valute.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

La Banca, non assumendo esposizioni in divisa, non pone in essere operazioni di copertura.

L’attività di copertura del rischio cambio avviene attraverso un’attenta politica di sostanziale

pareggiamento delle posizioni in valuta rilevate. A tale scopo la Banca detiene depositi in valuta di importo

pari alle posizioni della clientela. Tali posizioni si riconducono quasi esclusivamente al Dollaro USA.

161

Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

Voci Valute Dollari USA Sterline Yen Dollari canadesi Franchi svizzeri Altre valute

A. Attività finanziarie 733 4 7 A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale A.3 Finanziamenti a banche 733 4 7 A.4 Finanziamenti a clientela A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività 64 C. Passività finanziarie 657 4 C.1 Debiti verso banche 4 C.2 Debiti verso clientela 657 C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività E. Derivati finanziari - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte Totale attività 733 4 7 64 Totale passività 657 4 Sbilancio (+/-) 76 7 64

2.4 GLI STRUMENTI DERIVATI

A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene derivati finanziari, pertanto la presente tabella non viene compilata.

A.2.1 Di copertura Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene strumenti finanziari derivati, pertanto la presente tabella e quelle successive non vengono compilate.

162

SEZIONE 3 – RISCHIO DI LIQUIDITÀ

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Si definisce rischio di liquidità la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di

pagamento a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi (funding liquidity risk) e/o di vendere proprie

attività sul mercato (asset liquidity risk), ovvero di essere costretta a sostenere costi molto alti per far

fronte a tali impegni. Le fonti del rischio di liquidità a cui la Banca è esposta sono rappresentate

principalmente dai processi della Finanza/Tesoreria, della Raccolta e del Credito.

La Banca adotta un sistema di governo e gestione del rischio di liquidità che in conformità alla

regolamentazione prudenziale in materia, persegue gli obiettivi di:

- disporre di liquidità in qualsiasi momento e, quindi, di rimanere nella condizione di far fronte ai propri impegni di pagamento in situazioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi;

- finanziare le proprie attività alle migliori condizioni di mercato correnti e prospettiche.

Per la gestione del rischio, la Banca ha adottato una specifica policy che fissa le regole di governo del rischio

in condizioni sia di normale corso degli affari, sia di crisi di liquidità - formalizzando la “Liquidity Policy” ed il

“Contingency Funding Plan”. Tale policy si fonda essenzialmente su due principi che rispondono a due

obiettivi prioritari:

a) gestione della liquidità operativa (breve termine – fino a 12 mesi), con la finalità di garantire la capacità della Banca di far fronte agli impegni di pagamento per cassa, nei 12 mesi successivi, sia previsti che imprevisti;

b) gestione della liquidità strutturale (medio-lungo termine – oltre 12 mesi), volta a mantenere un adeguato rapporto tra passività complessive e attività di medio-lungo termine finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine.

L’intero processo di gestione del rischio è articolato in tre distinte fasi.

Definizione degli indirizzi strategici: nella quale vengono definite le strategie, le policy organizzative, i limiti

e le deleghe operative, le metodologie per l’analisi e il presidio del rischio di liquidità e il piano di funding.

Gestione e controllo della liquidità operativa: in cui sono svolte le attività operative per la gestione del

rischio di liquidità di breve periodo (entro i 12 mesi). Il modello organizzativo prevede una netta

separazione tra le attività di gestione e le attività di controllo. Tale separazione è volta a mantenere una

separazione tra funzione organizzativa di business e funzione organizzativa di controllo.

Gestione e controllo della liquidità strutturale: tale fase prevede la gestione del rischio di liquidità per

periodi superiori a 12 mesi. Anche in questo caso, per la medesima finalità, le attività di gestione sono

separate da quelle di controllo.

Il modello di governance definito a presidio della corretta applicazione della stessa policy prevede il

coinvolgimento dei fondamentali Organi di Governo e di Controllo della Banca, dal Consiglio di

Amministrazione, all’Internal Audit, passando per le funzioni operative poste a presidio del Rischio in esame

– Servizio Finanza/Estero – ciascun con funzioni e ruoli ben precisi e puntualmente disciplinati.

163

La liquidità della Banca è gestita dal Servizio Finanza/Estero conformemente agli indirizzi strategici stabiliti

dal CdA. A tal fine essa si avvale delle previsioni di impegno, nei successivi 5 giorni, rilevati tramite la

procedura C.R.G. (Conto di Regolamento Giornaliero) di Iccrea Banca.

La misurazione del rischio di liquidità è di competenza della Funzione del Risk Controlling ed è finalizzata a

garantire la disponibilità di un ammontare di riserve di liquidità sufficienti ad assicurare la solvibilità nel

breve termine e la diversificazione delle fonti di finanziamento, nonché, al tempo stesso, il mantenimento

di un sostanziale equilibrio fra le scadenze medie di impieghi e raccolta nel medio/lungo termine.

La misurazione e il monitoraggio della posizione di liquidità operativa avviene attraverso:

- Il monitoraggio e il controllo della propria posizione di liquidità verificando sia gli sbilanci periodali (gap periodali) sia gli sbilanci cumulati (gap cumulati) sulle diverse fasce temporali della maturity ladder mediante i report prodotti mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca cui la Banca aderisce;

- il monitoraggio dell’indicatore “Liquidity Coverage Ratio in condizioni di normalità (LCRN)” costituito dal rapporto fra le attività liquide e i flussi di cassa netti calcolati in condizioni di moderato stress. L’indicatore è stato definito su una logica analoga alla regola di liquidità a breve termine prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3;

- un set di indicatori sintetici finalizzati ad evidenziare vulnerabilità nella posizione di liquidità della Banca in riferimento ai diversi fattori di rischio rilevanti, ad esempio la concentrazione di rimborsi, la concentrazione della raccolta, la dipendenza dalla raccolta interbancaria;

- la verifica della situazione di liquidità prospettica nei successivi 5 giorni, nonché le Attività Prontamente Monetizzabili e i margini disponibili sulle linee di credito ricevute, al fine di evidenziare la capienza delle riserve liquide nei confronti degli eventuali fabbisogni netti da finanziare.

La Banca ha strutturato il presidio della liquidità operativa di breve periodo (fino 12 mesi) su due livelli:

- il primo livello prevede il presidio giornaliero della posizione di tesoreria; - il secondo livello prevede il presidio mensile della complessiva posizione di liquidità operativa.

Per il presidio giornaliero la Banca misura e monitora la propria posizione di tesoreria attraverso la verifica

del grado di copertura, tramite le proprie riserve di liquidità di I^ linea (depositi a vista su banche, saldo

prospettico a 5 giorni sul CRG di Iccrea Banca), dei fabbisogni netti da finanziare. L’obiettivo primario del

presidio giornaliero del rischio di liquidità è di garantire la disponibilità di una dotazione di fondi per far

fronte agli impegni di pagamento quotidiani, previsti e imprevisti.

Per quanto concerne il presidio mensile, la Banca utilizza il report ALM elaborato da Cassa Centrale Banca

per la misurazione e il monitoraggio della posizione di liquidità. In particolare il report di liquidità Statico

dell’ALM consente di sintetizzare la capacità di copertura dei fabbisogni di liquidità a 1 mese e a 12 mesi,

quantificati in base ad uno scenario di moderata tensione, tramite l’utilizzo della Attività Prontamente

Monetizzabili della Banca.

Con riferimento alla gestione della liquidità strutturale la Banca utilizza la reportistica di analisi disponibile

mensilmente nell’ambito del Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca.

Gli indicatori di Trasformazione delle Scadenze misurano la durata e la consistenza di impieghi a clientela,

raccolta da clientela a scadenza e mezzi patrimoniali disponibili al fine di proporre degli indicatori sintetici

utili per giudicare la coerenza e la sostenibilità nel tempo della struttura finanziaria della Banca.

L’indicatore “Net Stable Funding Ratio”, costituito dal rapporto fra le fonti di provvista stabili e le attività a

medio-lungo termine, è stato definito su una logica prevista dal nuovo framework prudenziale di Basilea 3.

164

Ai fini di valutare la propria vulnerabilità alle situazioni di tensione di liquidità eccezionali ma plausibili,

periodicamente sono condotte delle prove di stress in termini di analisi di sensitività o di “scenario”. Questi

ultimi, condotti secondo le linee guida di vigilanza, contemplano due “scenari” di crisi di liquidità, di

mercato/sistemica e specifica della singola banca. I relativi risultati forniscono altresì un supporto per la: (i)

valutazione dell’adeguatezza dei limiti operativi, (ii) pianificazione e l’avvio di transazioni compensative di

eventuali sbilanci; (iii) revisione periodica del Contingency Funding Plan (CFP).

Attraverso l’adozione della sopracitata regolamentazione interna la Banca si è dotata anche di un

Contingency Funding Plan (CFP), ossia di procedure organizzative e operative da attivare per fronteggiare

situazioni di allerta o crisi di liquidità. Nel CFP della Banca sono quindi definiti gli stati di non ordinaria

operatività ed i processi e strumenti per la relativa attivazione/gestione (ruoli e responsabilità degli organi e

delle unità organizzative aziendali coinvolti, indicatori di preallarme di crisi sistemica e specifica, procedure

di monitoraggio e di attivazione degli stati di non ordinaria operatività, strategie e strumenti di gestione

delle crisi).

Con riferimento al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP) previsto dal II

Pilastro della nuova regolamentazione prudenziale, il CdA ha effettuato le seguenti analisi. Valutazione

della posizione netta di liquidità della Banca sulla base delle linee guida indicate nella Circolare 263/06

della Banca d’Italia (Cfr. allegato D, Titolo III, Capitolo 1). Il calcolo del saldo netto del fabbisogno (o del

surplus) finanziario nell’orizzonte temporale definito considerando: (i) la definizione di una maturity ladder;

(ii) la contrapposizione di attività e passività – rettificate nel loro ammontare sulla base, rispettivamente, di

ipotizzati haircut e coefficienti di tiraggio – la cui scadenza è all’interno di ogni singola fascia temporale di

cui si compone la stessa maturity ladder; (iii) la determinazione degli sbilanci tra flussi e deflussi attesi per

ciascuna fascia temporale e la costruzione di sbilanci cumulati; (iv) l’esecuzione delle prove di stress su tale

tipologia di rischio ipotizzando un incremento dei coefficienti di tiraggio.

La Banca, tradizionalmente, ha registrato una forte disponibilità di risorse liquide in virtù sia della

composizione dei propri asset, formati prevalentemente da strumenti finanziari liquidi di alta qualità ed

eligible per operazioni di rifinanziamento con l’Eurosistema, sia dell’adozione di politiche di funding volte a

privilegiare la raccolta diretta di tipo retail.

La composizione del portafoglio di proprietà della Banca, formato prevalentemente (circa l’85% sono i titoli

di Alta Qualità) da strumenti finanziari con le sopraccitate caratteristiche, le linee di credito e i

finanziamenti collaterallizati attivati con Iccrea Banca per soddisfare inattese esigenze di liquidità, nonché i

limiti operativi, rappresentano i principali strumenti di attenuazione del rischio di liquidità.

Coerentemente con le linee guida del piano industriale e considerati gli impegni di rimborso delle

operazioni eseguite con la BCE che avverranno nel corso del 2015, particolare e crescente attenzione sarà

data alla posizione di liquidità della Banca.

165

Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (242 EURO)

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre

1 giorno

a 7

giorni

da oltre

7 giorni

a 15

giorni

da oltre

15 giorni

a 1 mese

da oltre

1 mese

fino a 3

mesi

da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Oltre 5

anni Durata

indeterminata

Attività per cassa 87.448 5.668 11.127 19.507 11.289 29.668 36.536 189.268 85.459 2.634 A.1 Titoli di Stato 88 10.000 850 7.765 1.303 96.550 17.578 A.2 Altri titoli di debito 102 14 3 21 223 47 2.689 6.100 450 A.3 Quote O.I.C.R. 6.750 A.4 Finanziamenti 80.507 5.654 11.124 9.486 10.216 21.856 32.544 86.618 67.431 2.634 - banche 22.882 5.206 10.198 7.268 5.082 7.803 2.634 - clientela 57.625 448 927 2.218 10.216 16.774 24.741 86.618 67.431 Passività per cassa 195.810 32.392 3.882 4.024 28.244 26.802 60.517 95.907 2.343 B.1 Depositi e conti correnti 193.239 19.275 3.762 3.791 14.898 9.765 26.069 23.796 - banche 703 - clientela 192.536 19.275 3.762 3.791 14.898 9.765 26.069 23.796 B.2 Titoli di debito 87 7.117 120 233 13.346 6.004 4.838 41.599 2.343 B.3 Altre passività 2.484 6.000 11.033 29.611 30.512 Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe 40 12 1.755 - posizioni corte 40 12 1.755 C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

166

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (001 DOLLARO USA)

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre

1 giorno

a 7 giorni

da oltre

7 giorni

a 15

giorni

da oltre

15 giorni

a 1 mese

da oltre

1 mese

fino a 3

mesi

da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Oltre 5

anni Durata

indeterminata

Attività per cassa 733 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 733 - banche 733 - clientela Passività per cassa 657 B.1 Depositi e conti correnti 657 - banche - clientela 657 B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

167

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (002 STERLINA GB)

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre

1 giorno

a 7 giorni

da oltre

7 giorni a

15 giorni

da oltre

15 giorni

a 1 mese

da oltre

1 mese

fino a 3

mesi

da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Oltre 5

anni Durata

indeterminata

Attività per cassa 4 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 4 - banche 4 - clientela Passività per cassa 4 B.1 Depositi e conti correnti 4 - banche 4 - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (071 YEN GIAPPONESE) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività e passività in valuta Yen Giapponese, pertanto la presente tabella non viene compilata.

168

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (012 DOLLARO CANADA)

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre

1 giorno

a 7 giorni

da oltre

7 giorni

a 15

giorni

da oltre

15 giorni

a 1 mese

da oltre

1 mese

fino a 3

mesi

da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Oltre 5

anni Durata

indeterminata

Attività per cassa A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti - banche - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizione corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

169

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (003 FRANCO SVIZZERA)

Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre

1 giorno

a 7 giorni

da oltre

7 giorni

a 15

giorni

da oltre

15 giorni

a 1 mese

da oltre

1 mese

fino a 3

mesi

da oltre

3 mesi

fino a 6

mesi

da oltre

6 mesi

fino a 1

anno

da oltre

1 anno

fino a 5

anni

Oltre 5

anni Durata

indeterminata

Attività per cassa 7 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 7 - banche 7 - clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - banche - clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi - posizioni lunghe - posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte

1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: (ALTRE VALUTE) Alla data di riferimento del bilancio, la banca non detiene attività e passività finanziarie in altre valute, pertanto la presente tabella non viene compilata.

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2. Informativa sulle attività impegnate iscritte in bilancio

Forme tecniche Impegnate Non impegnate Totale 2013 Totale 2012

VB FV VB FV 1. Cassa e disponibilità liquide X 5.654 X 5.654 6.094 2. Titoli di debito 58.348 58.999 83.652 83.730 142.000 137.644 3. Titoli di capitale 1.272 1.272 1.272 1.272 4. Finanziamenti 26 X 318.272 X 318.298 312.721 5. Altre attività finanziarie X 6.750 X 6.750 749 6. Attività non finanziarie X 10.758 X 10.758 9.411 Totale al 31.12.2013 58.374 58.999 426.358 85.001 484.732 X Totale al 31.12.2012 100.716 102.356 367.175 37.697 X 467.890

Legenda: VB = valore di bilancio FV = fair value

3. Informativa sulle attività di proprietà impegnate non iscritte in bilancio Forme tecniche Impegnate Non Impegnate Totale al 2013 Totale al 2012

1. Attività finanziarie 2.388 2.388 1.211 - Titoli 2.388 2.388 1.211 - Altre 2. Attività non finanziarie Totale al 31.12.2013 2.388 2.388 X Totale al 31.12.2012 1.211 X 1.211

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SEZIONE 4 – RISCHIO OPERATIVO

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo.

Natura del rischio operativo

Il rischio operativo, così come definito dalla regolamentazione prudenziale, è il rischio di subire perdite

derivanti dalla inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da

eventi esogeni. Tale definizione include il rischio legale, ma non considera quello reputazionale e strategico.

Il rischio operativo, in quanto tale, è un rischio puro, essendo ad esso connesse solo manifestazioni

negative dell’evento. Tali manifestazioni sono direttamente riconducibili all’attività della Banca e

riguardano l’intera sua struttura della stessa (governo, business e supporto).

Principali fonti di manifestazione

Il rischio operativo, connaturato nell’esercizio dell’attività bancaria, è generato trasversalmente da tutti i

processi aziendali. In generale, le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili

alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali

verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione

dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi. Rilevano, in tale ambito, i rischi

connessi alle attività rilevanti in outsourcing.

Struttura organizzativa preposta al controllo del rischio

La Banca ha provveduto alla definizione di responsabilità ed attribuzioni organizzative articolate sia sugli

Organi di Vertice che sulle unità organizzative aziendali, finalizzate al presidio del rischio in esame.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione è responsabile dell’istituzione e del mantenimento di un

efficace Sistema di Misurazione e Controllo del Rischio Operativo. La Direzione Generale, in coerenza con il

modello di business ed il grado di esposizione ai rischi definito dal Consiglio di Amministrazione, predispone

le misure necessarie ad assicurare l’attuazione ed il corretto funzionamento del sistema di monitoraggio e

gestione del Rischio Operativo, assicurando che siano stati stabiliti canali di comunicazione efficaci, al fine

di garantire che tutto il personale sia a conoscenza delle politiche e delle procedure rilevanti relative al

sistema di gestione del Rischio Operativo. In tale ambito, gestisce le problematiche e le criticità relative agli

aspetti organizzativi ed operativi dell’attività di gestione del Rischio Operativo. Il Collegio Sindacale,

nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di

gestione e controllo del rischio adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti

stabiliti dalla normativa.

Nella gestione e controllo dei Rischi Operativi sono poi coinvolte le unità organizzative, ciascuna delle quali

è destinataria dell’attribuzione di specifiche responsabilità coerenti con la titolarità delle attività dei

processi nei quali il rischio in argomento si può manifestare.

172

Sempre con riferimento ai presidi organizzativi, assume rilevanza anche l’istituzione della funzione di

Conformità, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme, che fornisce un supporto nella

prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, di riportare perdite

rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna (leggi o regolamenti) o interna (statuto, codici di

condotta, codici di autodisciplina).

Sistemi interni di misurazione, gestione e controllo del rischio operativo e valutazione delle performance di

gestione.

Con riferimento alla misurazione regolamentare del requisito prudenziale a fronte dei rischi operativi, la

Banca, non raggiungendo le specifiche soglie di accesso alle metodologie avanzate individuate dalla

Vigilanza e in considerazione dei propri profili organizzativi, operativi e dimensionali, ha deliberato

l’applicazione del metodo base (Basic Indicator Approach – BIA).

Sulla base di tale metodologia, il requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi viene misurato

applicando il coefficiente regolamentare del 15% alla media delle ultime tre osservazioni su base annuale di

un indicatore del volume di operatività aziendale (c.d. “indicatore rilevante”), individuato nel margine di

intermediazione, riferite alla situazione di fine esercizio (31 dicembre).

Il requisito è calcolato utilizzando esclusivamente i valori dell’indicatore rilevante determinato in base ai

principi contabili IAS e si basa sulle osservazioni disponibili aventi valore positivo.

Per la gestione ed il controllo del rischio operativo, la banca monitora l’esposizione a determinati profili di

insorgenza di tale rischio anche attraverso l’analisi ed il monitoraggio di un insieme di “indicatori di

rilevanza”.

Nell’ambito del complessivo assessment, con specifico riferimento alla componente di rischio legata

all’esternalizzazione di processi/attività aziendali sono, inoltre, oggetto di analisi:

- quantità e contenuti delle attività in outsourcing;

- esiti delle valutazioni interne dei livelli di servizio degli outsourcer;

- qualità creditizia degli outsourcer.

Ad integrazione di quanto sopra, la Banca per la conduzione della propria attività di valutazione, si avvale

anche delle metodologie e degli strumenti messi a disposizione dalla “federazione nazionale” nell’ambito

del progetto nazionale di categoria sul sistema dei controlli interni.

Le metodologie in argomento si basano sul censimento delle fasi e delle attività in cui si articolano tutti i

processi operativi standard relativamente ai quali vengono individuati i rischi potenziali e i contenuti di

controllo “ideali”, sia di primo sia di secondo livello; la verifica dell’esistenza e dell’effettiva applicazione di

tali contenuti permette di misurare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e di processo ai fini della

mitigazione e del contenimento delle diverse fattispecie di manifestazione del rischio entro i limiti definiti

dal Consiglio di Amministrazione.

Rientra tra i presidi a mitigazione di tali rischi anche l’adozione, con delibera n° 23 del 30.12.2013 di, un

“Piano di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Banca a fronte di eventi critici che possono inficiarne la

173

piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per

fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità dei diversi attori coinvolti.

- Con riferimento alle previsioni contenute nel Capitolo 9 “La Continuità Operativa” della nuova regolamentazione in tema di “Sistema dei Controlli interni, Sistema Informativo e Continuità operativa”, la Banca intende:

- aggiornare la documentazione ad oggi esistente includendo le procedure di escalation che saranno attivate in caso di stato di crisi, con identificazione dei membri della struttura preposti alla gestione della stessa e le modalità di comunicazione;

- attribuire al responsabile del piano di continuità operativa il compito di tenere i contatti con la Banca d’Italia in caso di crisi.

Infine, al fine di tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati, la Banca rivede

periodicamente i profili abilitativi al sistema informativo aziendale, nell’ottica di migliorarne la segregazione

funzionale.

Pendenze legali rilevanti e indicazione delle possibili perdite

Fra le pendenze legali rilevanti, pesa la causa avviata da un ex-cliente nei confronti della ex BCC del Pollino

in ordine ad un danno rinveniente da una segnalazione a sofferenza nella CR, con conseguente

pignoramento di somme presso ICCREA.

Rispetto ad un primo pronunciamento del tribunale che accoglieva la richiesta di risarcimento danni dell’ex-

cliente, la Corte di Appello, invece, ne ha sospeso l’efficacia ritenendo dubbia la sussistenza del nesso di

causalità tra la segnalazione alla centrale rischi e l’ipotetico danno procurato, emergendo dagli atti la

sussistenza di una precedente segnalazione a sofferenza operata da altro istituto bancario.

Alla luce della sommaria valutazione effettata dal Giudice dell'impugnazione si è deciso di non operare

ulteriori accantonamenti, confermando quelli già registrati negli esercizi precedenti.

Pubblicazione dell'informativa al pubblico La Banca svolge le necessarie attività per rispondere ai requisiti normativi in tema di “Informativa al Pubblico” richiesti dal c.d. “Pillar III” di Basilea 2. Le previste tavole

informative (risk report), ed i relativi aggiornamenti, sono pubblicate sul sito internet della Banca www.bcccilentoelucaniasud.it.

174

PARTE F - INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO

Sezione 1 - Il patrimonio dell'impresa

A. Informazioni di natura qualitativa Una delle consolidate priorità strategiche della banca è rappresentata dalla consistenza e dalla dinamica dei mezzi patrimoniali. Viene pienamente condivisa la

rappresentazione del patrimonio riportata nelle “Istruzioni di Vigilanza per le banche” della Banca d’Italia, per cui tale aggregato costituisce “il primo presidio a fronte dei

rischi connessi con la complessiva attività bancaria”. L'evoluzione del patrimonio aziendale non solo accompagna puntualmente la crescita dimensionale, ma rappresenta un elemento decisivo nelle fasi di sviluppo. Per

assicurare una corretta dinamica patrimoniale in condizioni di ordinaria operatività, la banca ricorre soprattutto all'autofinanziamento, ovvero al rafforzamento delle

riserve attraverso la destinazione degli utili netti. La banca destina infatti alla riserva indivisibile la quasi totalità degli utili netti di esercizio. Il patrimonio netto della banca è determinato dalla somma del capitale sociale, della riserva sovrapprezzo azioni, delle riserve di utili, delle riserve da valutazione e

dall'utile di esercizio, per la quota da destinare a riserva, così come indicato nella Parte B della presente Sezione. La nozione di patrimonio che la banca utilizza nelle sue valutazioni è sostanzialmente riconducibile al Patrimonio di Vigilanza, nelle due componenti “di base” (Tier 1) e

“supplementare” (Tier 2). Il patrimonio così definito rappresenta infatti, a giudizio della banca, il miglior riferimento per una efficace gestione in chiave sia strategica che

di corrente operatività. Esso costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, in quanto risorsa finanziaria in grado di assorbire le possibili

perdite prodotte dall'esposizione della banca ai rischi tipici della propria attività, assumendo un ruolo di garanzia nei confronti di depositanti e creditori. Per i requisiti patrimoniali minimi si fa riferimento ai parametri obbligatori stabiliti dalle Istruzioni di Vigilanza, in base alle quali il patrimonio della banca deve

rappresentare almeno l'8% del totale delle attività ponderate (total capital ratio) in relazione al profilo di rischio creditizio, valutato in base alla categoria delle

controparti debitrici, alla durata, al rischio paese ed alle garanzie ricevute. Le banche sono inoltre tenute a rispettare i requisiti patrimoniali connessi all'attività di

intermediazione, oltre a quelli a fronte del c.d. “rischio operativo”. Per le banche di credito cooperativo sono inoltre previste differenti forme di limitazione all'operatività aziendale quali: il vincolo dell'attività prevalente nei confronti dei soci, secondo il quale più del 50% delle attività di rischio deve essere destinato a soci o ad attività prive di rischio; il vincolo del localismo, secondo il quale non è possibile destinare più del 5% delle proprie attività al di fuori della zona di competenza territoriale, identificata

generalmente nei comuni ove la banca ha le proprie succursali ed in quelli limitrofi. Accanto al rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi obbligatori (“primo pilastro”), la normativa richiede l’utilizzo di metodologie interne tese a determinare

l’adeguatezza patrimoniale e prospettica (“secondo pilastro”). L’esistenza, accanto ai coefficienti minimi obbligatori, del “secondo pilastro” di fatto amplia il concetto di

adeguatezza patrimoniale, che assume una connotazione più globale e tesa alla verifica complessiva dei fabbisogni patrimoniali e delle fonti effettivamente disponibili, in

coerenza con gli obiettivi strategici e di sviluppo della banca stessa. La banca si è dotata di processi e strumenti (Internal Capital Adequacy Process, ICAAP) per determinare il livello di capitale interno adeguato a fronteggiare ogni tipologia

di rischio, nell’ambito di una valutazione dell’esposizione, attuale e prospettica, che tenga conto delle strategie e dell’evoluzione del contesto di riferimento. Obiettivo della banca è quindi quello di mantenere un’adeguata copertura patrimoniale a fronte dei requisiti richiesti dalle norme di vigilanza; nell’ambito del processo

ICAAP la loro evoluzione viene pertanto stimata in sede di attività di pianificazione sulla base degli obiettivi stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. La verifica del rispetto dei requisiti di vigilanza e della conseguente adeguatezza del Patrimonio avviene trimestralmente. Gli aspetti oggetto di verifica sono

principalmente i ratios rispetto alla struttura finanziaria della banca (impieghi, crediti anomali, immobilizzazioni, totale attivo) e il grado di copertura dei rischi. L'attuale consistenza patrimoniale consente il rispetto delle regole di vigilanza prudenziale previste per tutte le banche, nonché quelle specifiche dettate per le banche di

credito cooperativo.

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B. Informazioni di natura quantitativa

Nella Sezione è illustrata la composizione dei conti relativi al patrimonio della banca.

B.1 Patrimonio dell'impresa: composizione Voci/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

1. Capitale 3.303 3.285 2. Sovrapprezzi di emissione 120 120 3. Riserve 29.959 29.708 - di utili 30.045 29.794 a) legale 30.045 29.794 b) statutaria c) azioni proprie d) altre - altre (86) (86) 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) 6. Riserve da valutazione 1.285 1.480 - Attività finanziarie disponibili per la vendita 927 1.195 - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (68) (141) - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 427 427 7. Utile (Perdita) d'esercizio 1.667 259 Totale 36.335 34.853

Il capitale della Banca è costituito da azioni ordinarie del valore nominale di 5,16 euro (valore al centesimo di euro). Ulteriori informazioni sono fornite nella precedente Sezione 14 - Parte B del passivo del presente documento. Le riserve di cui al punto 3 includono le riserve di utili (riserva legale), nonché le riserve positive e negative connesse agli effetti della transizione ai principi contabili

internazionali Ias/Ifrs.

B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione

Attività/Valori Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa 1. Titoli di debito 969 (43) 1.328 (132) 2. Titoli di capitale 3. Quote di O.I.C.R. 3 (2) (1) 4. Finanziamenti Totale 972 (45) 1.328 (133)

Nella colonna “riserva positiva” è indicato l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari, che nell’ambito della categoria considerata,

presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value superiore al costo ammortizzato (attività finanziarie plusvalenti). Nella colonna “riserva negativa” è indicato, per converso, l’importo cumulato delle riserve da valutazione relative agli strumenti finanziari che, nell’ambito della categoria

considerata, presentano alla data di riferimento del bilancio un fair value inferiore al costo ammortizzato (attività finanziarie minusvalenti). Gli importi indicati sono riportati al netto del relativo effetto fiscale.

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B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue

Titoli di debito Titoli di capitale Quote di O.I.C.R. Finanziamenti

1. Esistenze iniziali 1.195 (1) 2. Variazioni positive 1.596 7 2.1 Incrementi di fair value 1.098 5 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative 4 - da deterioramento - da realizzo 4 2.3 Altre variazioni 494 1 3. Variazioni negative 1.865 5 3.1 Riduzioni di fair value 154 4 3.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 Rigiro a conto economico di riserve positive : da realizzo 1.348 3.4 Altre variazioni 363 1 4. Rimanenze finali 926 1

La sottovoce 2.3 "Altre variazioni" include: - aumenti di imposte anticipate attive per 7 mila euro; - diminuzioni di imposte differite passive per 488 mila euro; La sottovoce 3.4 "Altre variazioni" include: - aumenti di imposte differite passive per 313 mila euro; - diminuzioni di imposte anticipate attive per 50 mila euro; - imposte correnti per mille euro.

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici deficiti: variazione annue

Riserva

1. Esistenze iniziale (141) 2. Variazioni positive 73 2.1 Utili attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti 73 2.2 Altre variazioni 2.3 Operazioni di aggregazione aziendale 3. Variazioni negative 3.1 Perdite attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti 3.2 Altre variazioni 3.3 Operazioni di aggregazione aziendale 4. Rimanenze finale (68)

Nella presente voce va riportato il dettaglio degli elementi positivi e negativi relativi a piani a benefici definiti per i dipendenti riportati, in forma aggregata, tra le altre

componenti reddituali nel prospetto della redditività complessiva.

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Sezione 2 - Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza

Il patrimonio di vigilanza ed i coefficienti patrimoniali sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con l'applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto della disciplina della Banca d'Italia sul patrimonio di vigilanza e sui coefficienti prudenziali.

2.1 Patrimonio di vigilanza

A. Informazioni di natura qualitativa Il patrimonio di vigilanza differisce dal patrimonio netto contabile determinato in base all’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, poiché la normativa

di vigilanza persegue l’obiettivo di salvaguardare la qualità del patrimonio e di ridurne la potenziale volatilità, indotta dall’applicazione degli IAS/IFRS. Il patrimonio di vigilanza viene calcolato come somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità patrimoniale; le componenti positive devono essere

nella piena disponibilità della banca, al fine di poterle utilizzare nel calcolo degli assorbimenti patrimoniali. Il patrimonio di vigilanza, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è costituito dal patrimonio di base e dal patrimonio

supplementare al netto di alcune deduzioni. Sia il patrimonio di base (tier 1) che il patrimonio supplementare (tier 2) sono determinati sommando algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li

compongono, previa considerazione dei c.d. “filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del patrimonio di

vigilanza, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale volatilità del patrimonio. Sempre in tema di filtri prudenziali si segnala il provvedimento del 18 maggio 2010 della Banca d’Italia con cui viene modificato, ai fini del calcolo del patrimonio di

vigilanza, il trattamento prudenziale delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito emessi dalle Amministrazioni centrali dei Paesi UE inclusi nel portafoglio

“attività finanziarie disponibili per la vendita –AFS”. In particolare, è stata riconosciuta la possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle citate riserve AFS. La banca si è avvalsa

della possibilità di esercitare detta opzione. Di seguito si illustrano gli elementi che compongono il patrimonio di base ed il patrimonio supplementare, in particolare: Patrimonio di base (Tier 1) Il capitale sociale, i sovrapprezzi di emissione, le riserve di utili e di capitale, costituiscono gli elementi patrimoniali di primaria qualità. Il totale dei suddetti elementi,

previa deduzione delle azioni o quote proprie, delle attività immateriali, nonché delle eventuali perdite registrate negli esercizi precedenti ed in quello in corso

costituisce il patrimonio di base. Patrimonio supplementare (Tier 2) Le riserve di valutazione, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le passività subordinate costituiscono gli elementi positivi del patrimonio supplementare, ammesso

nel calcolo del patrimonio di vigilanza entro un ammontare massimo pari al patrimonio di base; le passività subordinate non possono superare il 50% del Tier 1. Da tali aggregati vanno dedotte le partecipazioni, gli strumenti innovativi di capitale, gli strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate detenuti in altre

banche e società finanziarie. Patrimonio di terzo livello Gli elementi rientranti nel patrimonio di 3° livello possono essere utilizzati soltanto a copertura dei requisiti patrimoniali sui rischi di mercato – esclusi i requisiti sui rischi

di controparte e di regolamento relativi al “portafoglio di negoziazione di vigilanza” – ed entro il limite del 71,4% di detti requisiti. Possono concorrere al patrimonio di 3°

livello: le passività subordinate di 2° livello non computabili nel patrimonio supplementare perché eccedenti il limite del 50% del patrimonio di base al lordo degli elementi da

dedurre; le passività subordinate di 3° livello. Al momento la banca non fa ricorso a strumenti computabili in tale tipologia di patrimonio. Gli strumenti ibridi di patrimonializzazione rientrano nel calcolo del patrimonio supplementare quando il contratto prevede che: in caso di perdite di bilancio che determinino una diminuzione del capitale versato e delle riserve al di sotto del livello minimo di capitale previsto per l'autorizzazione

all'attività bancaria, le somme rivenienti dalle suddette passività e dagli interessi maturati possano essere utilizzate per far fronte alle perdite, al fine di consentire

all'ente emittente di continuare l'attività; in caso di andamenti negativi della gestione, possa essere sospeso il diritto alla remunerazione nella misura necessaria a evitare o limitare il più possibile l'insorgere di

perdite; in caso di liquidazione dell'ente emittente, il debito sia rimborsato solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati. Gli strumenti ibridi di patrimonializzazione non irredimibili devono avere una durata pari o superiore a 10 anni. Nel contratto deve essere esplicitata la clausola che

subordina il rimborso del prestito al nulla osta della Banca d'Italia. Le passività subordinate emesse dalle banche concorrono invece alla formazione del patrimonio supplementare a condizione che i contratti che ne regolano l'emissione

prevedano espressamente che: in caso di liquidazione dell'ente emittente il debito sia rimborsato solo dopo che siano stati soddisfatti tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati; la durata del rapporto sia pari o superiore a 5 anni e, qualora la scadenza sia indeterminata, sia previsto per il rimborso un preavviso di almeno 5 anni; il rimborso anticipato delle passività avvenga solo su iniziativa dell'emittente e preveda il nulla osta della Banca d'Italia. L’ammontare dei prestiti subordinati ammesso nel patrimonio supplementare è ridotto di un quinto ogni anno durante i 5 anni precedenti la data di scadenza del

rapporto, in mancanza di un piano di ammortamento che produca effetti analoghi. Si riporta il dettaglio delle principali caratteristiche contrattuali del prestito obbligazionario subordinato in essere al 31 dicembre: - codice ISIN: IT0004539141 - importo: 5.000.000,00 - durata e data di scadenza: 7 ANNI SCAD. 15/11/2016 - tasso di interesse: TASSO VARIABILE PREFISSATO (STRUTTURA STEP UP) - modalità di rimborso: A SCADENZA - condizioni di subordinazione: LOWER TIER II - clausole di sospensione del diritto di remunerazione: NESSUNA

178

Con riferimento alla scelta dell'opzione di cui alla comunicazione di Banca d'Italia del 18 maggio 2010 si evidenzia che adottando l'approccio "asimmetrico" il Patrimonio di Vigilanza, alla data di chiusura del presente bilancio , sarebbe stato pari a 38.388 mila euro. B. Informazioni di natura quantitativa

Totale 31.12.2013 Totale 31.12.2012

A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 34.498 32.753 B. Filtri prudenziali del patrimonio di base: (1) B.1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+) B.2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) (1) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) 34.498 32.752 D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale patrimonio di base (TIER 1) (C-D) 34.498 32.752 F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali 3.479 4.506 G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare: (26) (40) G. 1 Filtri prudenziali Ias/Ifrs positivi (+) G. 2 Filtri prudenziali Ias/Ifrs negativi (-) (26) (40) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) 3.453 4.466 I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) 3.453 4.466 M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) 37.951 37.218 O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P. Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) 37.951 37.218

2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa La Banca d’Italia con l’emanazione della Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 (“Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”) e successivi aggiornamenti,

ha ridisegnato la normativa prudenziale delle banche e dei gruppi bancari recependo le direttive comunitarie in materia di adeguatezza patrimoniale degli intermediari

finanziari: Nuovo Accordo di Basilea sul Capitale (cd.”Basilea 2”).

La nuova struttura della regolamentazione prudenziale si basa su tre Pilastri: - il Primo attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare alcune principali tipologie di

rischi dell’attività bancaria e finanziaria (di credito, di controparte, di mercato e operativi); a tal fine sono previste metodologie alternative di calcolo dei requisiti

patrimoniali caratterizzate da diversi livelli di complessità nella misurazione dei rischi e nei requisiti organizzativi di controllo; - il Secondo richiede agli intermediari finanziari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, evidenziando

l’importanza della governance quale elemento di fondamentale significatività anche nell’ottica dell’Organo di Vigilanza, a cui è rimessa la verifica dell’attendibilità e della

correttezza di questa valutazione interna; - il Terzo introduce specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi

sistemi di gestione e controllo.

I coefficienti prudenziali alla data di chiusura del presente bilancio sono determinati secondo la metodologia prevista dall’Accordo sul Capitale – Basilea 2, adottando il

metodo Standardizzato per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito e controparte e quello Base per il calcolo dei rischi operativi. In base alle istruzioni di Vigilanza, le banche devono mantenere costantemente, quale requisito patrimoniale in relazione ai rischi di perdita per inadempimento dei

debitori (rischio di credito), un ammontare del patrimonio di Vigilanza pari ad almeno l’8 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio (total capital ratio). Le banche sono tenute inoltre a rispettare in via continuativa i requisiti patrimoniali per i rischi generati dalla operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le

valute e le merci. Con riferimento ai rischi di mercato calcolati sull’intero portafoglio di negoziazione, la normativa identifica e disciplina il trattamento dei diversi tipi di

rischio: rischio di posizione su titoli di debito e di capitale, rischio di regolamento e rischio di concentrazione. Con riferimento all’intero bilancio occorre inoltre

determinare il rischio di cambio ed il rischio di posizione su merci. Per la valutazione della solidità patrimoniale assume notevole rilevanza anche il c.d. Tier 1 capital ratio, rappresentato dal rapporto tra patrimonio di base e le

complessive attività di rischio ponderate. Come già indicato nella Sezione 1, la banca ritiene che l’adeguatezza patrimoniale rappresenti uno dei principali obiettivi strategici. Conseguentemente, il mantenimento

di un’adeguata eccedenza patrimoniale rispetto ai requisiti minimi costituisce oggetto di costanti analisi e verifiche, in termini sia consuntivi che prospettici. Le risultanza

delle analisi consentono di individuare gli interventi più appropriati per salvaguardare i livelli di patrimonializzazione. Come risulta dalla composizione del patrimonio di vigilanza e dal seguente dettaglio dei requisiti prudenziali, la Banca presenta un rapporto tra patrimonio di base ed

attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) pari al 9,23% (10,90% al 31.12 dell'anno precedente ) ed un rapporto tra patrimonio di vigilanza ed attività di rischio

ponderate (total capital ratio) pari al10,16% (12,39% al 31.12 dell'anno precedente ) superiore rispetto al requisito minimo dell’8%. In particolare, i requisiti per il rischio di credito e controparte, risultano inferiori a quelli registrati nel 2012. La diminuzione è diretta conseguenza della verifica (e dei

correttivi) effettuata dalle funzioni aziendali di controllo (Risk-Management e Compliance), sulla corretta rappresentazione ed applicazione del sistema delle

ponderazioni, attività peraltro funzionale e propedeudica anche al processo di valutazione interna dell’adeguatezza patrimoniale ICAAP.

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Il totale dei requisiti patrimoniali, tuttavia, risulta in crescita a seguito dell’introduzione di requisiti specifici (extra solvency) da parte dell’Organo di Vigilanza, come

risultanza dell’ultima visita ispettiva. In particolare è stato disposto un requisito aggiuntivo del 2% in incremento sul rischio di credito e del 100% in aumento del rischio

operativo per un totale complessivo di 7.304.320 €.

Al netto della quota assorbita dai rischi di credito, dai rischi di mercato e dai rischi operativi, e dell’extra-solvency, l’eccedenza patrimoniale si attesta a 8.058.157 €.

B. Informazioni di natura quantitativa

Categorie/Valori Importi non

ponderati

31.12.2013

Importi non

ponderati

31.12.2012

Importi

ponderati/requisiti

31.12.2013

Importi

ponderati/requisiti

31.12.2012 A. ATTIVITA' DI RISCHIO A.1 Rischio di credito e di controparte 509.913 491.552 254.736 277.716 1. Metodologia standardizzata 509.913 491.411 254.736 275.946 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni 142 1.771 B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte 20.379 22.217 B.2 Rischi di mercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.3 Rischio operativo 2.210 1.819 1. Modello base 2.210 1.819 2. Modello standardizzato 3. Modello avanzato B.4 Altri requisiti prudenziali 7.304 B.5 Altri elementi del calcolo B.6 Totale requisiti prudenziali 29.893 24.036 C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate 373.660 300.454 C.2 Patrimonio di base/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) 9,23% 10,9% C.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 10,16% 12,39%

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PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

1. Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi ai dirigenti con responsabilità strategiche (compresi gli amministratori e i sindaci)

La tabella che segue, così come richiesto dallo IAS 24 par. 16, riporta l'ammontare dei compensi di competenza dell'esercizio ai Dirigenti con responsabilità strategica,

intendendosi per tali coloro che hanno il potere e la responsabilità della pianificazione, della direzione e controllo delle attività della Banca , compresi gli Amministratori

e i Sindaci della Banca stessa.

Importi

- Stipendi e altri benefici a breve termine, compresi compensi e benefits agli amministratori e sindaci 414 - Benefici successivi al rapporto di lavoro - Indennità per la cessazione del rapporto di lavoro - Altri benefici a lungo termine 94

Gli emolumenti degli Amministratori comprendono i gettoni di presenza e le indennità di carica loro spettanti deliberate dall'Assemblea dei Soci del 13/05/2006. La voce "Stipendi e altri benefici a breve termine, compreso compensi e benefits agli amministratori e sindaci" comprende: - costo retribuzione Dirigenti per euro 246 mila; - costo compenso Amministratori per euro 57 mila; - costo compenso Sindaci per euro 110 mila. La voce "Altri benefici a lungo termine" comprende: - oneri sociali, tfr, fondo di previdenza, cassa mutua dei Dirigenti per euro 87 mila; - oneri sociali ad Amministratori per euro 7 mila. 2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Rapporti con parti correlate

Attivo Passivo Garanzie

rilasciate Garanzie

ricevute Ricavi Costi

Controllate Collegate Amministratori, Sindaci e Dirigenti 734 282 5.208 3.898 30 3 Altri parti correlate 1.338 475 3.419 8.976 51 14 Totale 2.072 757 8.627 12.874 81 17

Le altre parti correlate includono gli stretti familiari degli Amministratori, dei Sindaci e degli altri Dirigenti con responsabilità strategica, nonché le società controllate dai

medesimi soggetti o dei loro stretti familiari. Per quanto riguarda le operazioni con i soggetti che esercitano funzioni di amministrazione, direzione e controllo della Banca trova applicazione l'art. 136 del D.Lgs.

385/1993 e l'art. 2391 del codice civile. In proposito la Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 13/07/2012 si è dotata di un apposito "Regolamento

sulla disciplina del conflitto d'interessi e delle obbligazioni degli esponenti bancari", disciplinante le procedure da seguire nei casi interessati. Le operazioni con parti correlate sono regolarmente poste in essere a condizioni di mercato e comunque sulla base di valutazioni di convenienza economica e sempre

nel rispetto della normativa vigente, dando adeguata motivazione delle ragioni e della convenienza per la conclusione delle stesse. Le operazioni con parti correlate non hanno una incidenza significativa sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sul risultato economico e sui flussi finanziari della

Banca.

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