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Bilancia dei pagamentie tasso di cambio
La definizione e le componenti della bilancia dei pagamentiIl tasso di cambio e la sua determinazione sul mercato delle valute. Un confronto tra regime di cambi fissi e regime di cambi flessibiliLe relazioni tra bilancia dei pagamenti e tasso di cambioIl percorso che ha portato i paesi dell’Unione Europea dal sistema monetario europeo all’unione monetariaIl fenomeno della globalizzazione e il problema del debito dei paesi in via di sviluppo
La bilancia dei pagamenti
Registra i flussi di moneta tra i residenti di un paese e il resto del mondo
• le entrate di moneta vengono considerate creditie vengono inserite con segno positivo
• le uscite di moneta vengono considerate debiti e vengono contabilizzate con segno negativo
La bilancia dei pagamenti
La bilancia dei pagamenti si suddivide in tre parti fondamentali
• Conto delle partite correnti• Conto dei movimenti di capitale• Conto dei movimenti finanziari
Partite visibili
Partite invisibili
Saldo partite correnti
Salari, interessi
compravendita beni capitali
compravendita brevetti
compravendita attività finanziarie
Saldo partite conto capitale
Saldo partite conto finanziario
Conto delle partite correnti
Registra i pagamenti per le importazioni e le esportazioni di beni e servizi, e i redditi e i trasferimenti netti di moneta in entrata e in uscita da un paese
Partite visibili
Partite invisibili
Saldo partite correnti
Salari, interessi
compravendita beni capitali
compravendita brevetti
compravendita attività finanziarie
Saldo partite conto capitale
Saldo partite conto finanziario
Conto delle partite correntiSi suddivide in
1. Conto delle partite visibiliRegistra le importazioni e le esportazioni di beni fisici
2. Conto delle partite invisibiliRegistra le importazioni e le esportazioni di servizi
3. Flussi di reddito nettiRegistra salari, interessi, profitti in entrata e uscita da un paese
4. Trasferimenti unilaterali nettiRappresentano «doni» internazionali
SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE
SALDO DELLE PARTITE CORRENTI
Conto dei movimenti di capitale
Registra i flussi di moneta collegati all’acquisto o alla vendita di beni capitali e di attività intangibili. Include anche i trasferimenti unilaterali in conto capitale
Partite visibili
Partite invisibili
Saldo partite correnti
Salari, interessi
compravendita beni capitali
compravendita brevetti
compravendita attività finanziarie
Saldo partite conto capitale
Saldo partite conto finanziario
Conto dei movimenti finanziari
È composto da tre sezioni1. Investimenti (prevalentemente di lungo periodo)
– diretti– di portafoglio
2. Altri flussi finanziari rappresentano movimenti monetari di breve periodo
3. Variazione delle riserve monetarie
Registra i flussi di capitale investito o depositato presso banche o altre istituzioni finanziarie in entrata e in uscita dal paese
Partite visibili
Partite invisibili
Saldo partite correnti
Salari, interessi
compravendita beni capitali
compravendita brevetti
compravendita attività finanziarie
Saldo partite conto capitale
Saldo partite conto finanziario
La voce «errori e omissioni»
È possibile che vi siano errori nella raccolta e nella compilazione dei conti, che non consentono di ottenere un pareggio del saldo. Viene introdotta un’apposita voce (errori e omissioni) per correggere tali errori
Partite visibili
Partite invisibili
Saldo partite correnti
Salari, interessi
compravendita beni capitali
compravendita brevetti
compravendita attività finanziarie
Saldo partite conto capitale
Saldo partite conto finanziario
Il tasso di cambio
Rappresenta il rapporto con cui due monete vengono scambiate sul mercato delle valute
1US$ = 0.752162 €
1/ 0.752162 = 1.32950 1€ = 1.32950 US$
2007 - Euros to 1 USD
Average Rates January
0.769334 EUR (23 days average) February
0.764384 EUR (20 days average) March
0.754985 EUR (22 days average) April
0.740076 EUR (21 days average) May
0.739935 EUR (23 days average) June
0.745139 EUR (21 days average) July
0.728812 EUR (22 days average) August
0.733945 EUR (23 days average) September
0.719036 EUR (20 days average) October
0.702626 EUR (23 days average) November
0.681164 EUR (22 days average) December
0.687273 EUR (21 days average)
2007 - American Dollars to 1 EUR
Average Rates January
1.2999 USD (23 days average) February
1.3083 USD (20 days average) March
1.32459 USD (22 days average) April
1.35129 USD (21 days average) May
1.3515 USD (23 days average) June
1.34206 USD (21 days average) July
1.37214 USD (22 days average) August
1.36259 USD (23 days average) September
1.39099 USD (20 days average) October
1.4233 USD (23 days average) November
1.46817 USD (22 days average) December
1.45517 USD (21 days average)
2008 - Euros to 1 USD (invert)
Average Rates
January 0.67947 EUR (23 days average)
February 0.677845 EUR (21 days average)
March 0.64443 EUR (21 days average)
April 0.6344 EUR (13 days average)
Il tasso di cambio multilaterale
Il tasso di cambio multilaterale di una valuta è dato da una media ponderata dei tassi di cambio rispetto a tutte le altre valute
Il peso dato alla valuta di ciascun paese dipende dalla quota discambio che si intrattiene con quel paese
Tassi di cambio
USD GBP CAD EUR AUD 1 1.43187 0.8084 1.3295 0.691366 0.698383 1 0.564573 0.9285 0.482838 1.23701 1.77124 1 1.6446 0.855227 0.752162 1.077 0.608048 1 0.520019 1.44641 2.07108 1.16927 1.923 1
Friday, March 27, 2009
La determinazione del tasso di cambio sul mercato
In un regime di cambi flessibili• La domanda di una valuta è decrescente rispetto al tasso
di cambio: tasso cambio↓ domanda ↑
quanto minore è il tasso di cambio tanto più i beni prodotti nelpaese saranno a buon mercato per i residenti dell’altro paese →tanta più valuta di quel paese questi ultimi saranno disposti a domandare
• L’offerta di una valuta è crescente rispetto al tasso di cambio: tasso cambio ↑ offerta ↑
quanto minore è il tasso di cambio tanto meno i beni prodotti nell’altro paese saranno a buon mercato → tanta meno valuta del nostro paese verrà offerta in cambio di quella dell’altro paese
€/US$
€/¥ (Yen)
L’equilibrio sul mercato dei cambi
Il tasso di cambio di equilibrio è determinato dall’interazione tra domanda e offerta di valuta
EuroTa
sso
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/eur
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DUSA
SUE
E*
L’aggiustamento all’equilibrio
Se E1>E*, si ha un eccesso di offerta di valuta
Il tasso di cambio deve diminuire per incentivare la domanda e causare una diminuzione dell’offerta Euro
Tass
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dolla
ro/e
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DUSA
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ECCESSO DI OFFERTA
E*
In pratica l’aggiustamento all’equilibrio in questi mercati è quasi istantaneo e i tassi di cambio variano continuamente in modo da uguagliare domanda e offerta di valuta
Spostamenti delle curve di domanda e di offerta
Spostamenti delle curve di domanda e di offerta di valuta possono provocare una diminuzione (deprezzamento) o un aumento (apprezzamento) del tasso di cambio
Cause di un deprezzamento del tasso di cambio• Una diminuzione del tasso di interesse nazionale: l’offerta € ↑
(esportazione valuta), minori depositi stranieri=domanda € ↓
• Un tasso di inflazione nazionale maggiore di quello dei paesi stranieri
• Un aumento del reddito nazionale rispetto a quelli dei paesi stranieri
• Migliori prospettive di investimento all’estero• Speculazione sulla diminuzione del tasso di cambio
Nei casi opposti si ha un apprezzamento
Tassi di cambio e bilancia dei pagamenti
Distinguiamo tre casi• Regime di cambi flessibili• Intervento pubblico per ridurre le fluttuazioni di
breve periodo del cambio• Mantenimento di un tasso di cambio fisso nel
lungo periodo
Bilancia dei pagamenti in regime di cambi flessibili
Se vige un regime di cambi flessibili, la bilancia dei pagamenti raggiungerà automaticamente il pareggio
Intervento pubblico per ridurre le fluttuazioni di breve periodo
Il governo può agire in vari modi• Uso delle riserve di valuta presso la banca centrale• Prestiti esteri• Aumento dei tassi di interesse
Mantenimento del tasso di cambio fisso nel lungo periodo
Gli strumenti con cui può essere raggiunto tale obiettivo (in caso di pressioni al ribasso sul tasso di cambio) sono
• politiche monetarie o fiscali per ridurre la domanda• politiche dal lato dell’offerta• controlli sulle importazioni e/o accordi sui cambi
Regime di cambi fissiVANTAGGI
• Certezza• Speculazione ridotta ai minimi
termini• Inattuabilità di politiche
macroeconomiche «irresponsabili»
SVANTAGGI• La politica economica è assoggettata
alla necessità di mantenere il tasso di cambio in pareggio (anche se ciò è in contrasto con gli interessi degli imprenditori nazionali)
• Politiche restrittive che conducono a una recessione mondiale
• Problemi di liquidità internazionale• Incapacità di aggiustamento in
seguito a eventuali shock• Elevata speculazione nel caso in cui
gli operatori siano convinti che non sia possibile mantenere la parità
Regime di cambi flessibiliVANTAGGI
• Correzione automatica• Assenza di problemi di
liquidità internazionale e di gestione delle riserve
• Indipendenza dagli eventi legati alle altre economie
• I governi sono liberi di scegliere le proprie politiche economiche
SVANTAGGI• Tassi di cambio instabili• Speculazione • Incertezza sul commercio e
sugli investimenti• Mancanza di disciplina da
parte delle economie nazionali
L’ERM (Exchange Rate Mechanism):sistema monetario europeo
Cronologia• Marzo 1979. Istituzione dell’ERM, i cui partecipanti
sono: Belgio, Danimarca, Francia, Germania Occidentale, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda
• 1989. Aderisce la Spagna• 1990. Aderisce il Regno Unito• Aprile 1992. Aderisce il Portogallo• Settembre 1992. Regno Unito e Italia abbandonano
l’ERM
L’ERMCronologia
• 1995. Aderisce l’Austria• 1996. Aderisce la Finlandia e rientra l’Italia• 1998. Aderisce la Grecia• 1999. L’ERM è sostituito dalla moneta unica. Solo
Regno Unito e Svezia sono rimaste fuori dall’ERM. La Danimarca, invece, non aderendo alla moneta unica, diviene membro del cosiddetto ERM-II
Caratteristiche dell’ERM• Era fissata una parità tra una valuta e tutte le altre valute
dei paesi partecipanti all’ERM• Erano ammesse fluttuazioni intorno alla parità entro una
banda data (2,25%)• Le parità potevano essere aggiustate anche se solo in
seguito a un accordo specifico• Quando il cambio di una valuta raggiungeva il limite
superiore o inferiore scattava l’obbligo per i due paesi di intervenire sul mercato dei cambi al fine di mantenere il cambio all’interno della banda di oscillazione
La storia dell’ERM• 1979-82. L’assenza di convergenza tra le economie
nazionali dei paesi partecipanti ha determinato la necessità di riallineamenti frequenti
• 1983-92. Maggiore convergenza tra le politiche nazionali degli stati → totale assenza di riallineamenti
• 1992-93. Dopo notevoli turbolenze e svalutazioni di alcune valute la lira e la sterlina escono dall’ERM. Dopo ulteriori turbolenze e svalutazioni la banda di oscillazione è stata allargata al 15%
• 1993-99. Dopo la tempesta del 1993 le valute dell’ERM si sono dimostrate in grado di limitare le fluttuazioni entro una banda più stretta (di fatto ±2,5%)
Il Trattato di Maastricht e il completamento dell’UEM
• Fase 1. Un comitato monetario ha monitorato la politica monetaria degli stati membri e ha svolto funzioni di consulenza sulla convergenza delle politiche monetarie per il Consiglio dei ministri
• Fase 2. Istituzione dell’IME (Istituto monetario europeo), che ha coordinato le politiche monetarie, monitorato l’andamento dell’ERM e preparato il terreno per la creazione della BCE
• Fase 3. Avvio dell’unione monetaria e istituzione della BCE e del SEBC
Il Trattato di Maastricht, firmato nel 1992 dai paesi dell’Unione Europea prevedeva il percorso per il completamento dell’unione monetaria
I criteri di convergenzaPer il passaggio dalla fase 2 alla fase 3 era necessario che i paesi membri dell’UEM soddisfacessero i seguenti requisiti
• Inflazione: non poteva superare di più dell’1,5% la media dei tassi di inflazione dei tre paesi dell’UE con inflazione più bassa
• Tasso di interesse: il tasso sui titoli di stato di lungo periodo non poteva essere di più del 2% superiore alla media dei tre tassi minori dell’UE
• Disavanzo pubblico: non poteva superare il 3% del PIL• Debito pubblico: non poteva essere più del 60% del PIL• Tasso di cambio: doveva essere rimasto all’interno delle
bande di oscillazione dell’ERM per almeno due anni
La nascita dell’euro• Marzo 1998. La Commissione europea ha stabilito che 11
dei 15 stati membri dell’UE avevano i requisiti per accedere all’UEM (sono rimasti fuori Regno Unito e Danimarca, mentre Svezia e Grecia non avevano rispettato almeno uno dei criteri di convergenza)
• 1o gennaio 1999. Introduzione dell’euro• 1o gennaio 2001. Adesione all’unione monetaria della
Grecia• 1o gennaio 2002. Circolazione dell’euro• 1o gennaio 2007. Adesione all’unione monetaria della
Slovenia, il primo dei nuovi paesi ad aver soddisfatto i requisiti di Maastricht
Vantaggi dell’unione monetaria
• Eliminazione dei costi di conversione delle valute• Aumento della trasparenza sui prezzi• Eliminazione dell’incertezza sul tasso di cambio• Aumento degli investimenti• Minori tassi di inflazione e di interesse
Obiezioni all’unione monetaria
• Perdita di sovranità degli stati membri• I paesi dell’UE non formano un’area valutaria ottimale
La globalizzazione
Sono due i canali attraverso i quali tale processo influenza le economie
• Gli scambi internazionali• I mercati finanziari
Elementi della globalizzazioneAumento degli scambi e degli accordi commerciali��Aumento dell’internazionalizzazione della produzione (centralità delle imprese transnazionali)Segmentazione degli scambi e degli investimentiAsimmetrie fra paesi (termsof trade)
Diversificazione delle politiche commerciali fra prodotti: liberismo e protezionismo (es. agricoli)��Riduzione della povertàAumento della disuguaglianza (nei paesi, ma diminuzione fra i paesi)
Lo sviluppo delle imprese multinazionali (investimenti diretti esteri e occupazione)
La crescita mondiale 1981-2007 (Pil procapite, %)
La disuguaglianza nel mondo
L’esigenza di coordinamento
A livello internazionale si presenta sempre più l’esigenza di una risposta coordinata a eventuali shock che colpiscono le economie
Il debito dei paesi in via di sviluppo
Esistono due modi per affrontare il problema del debito dei paesi in via di sviluppo
• Rinegoziazione dei prestiti– rinegoziazione dei prestiti ufficiali– rinegoziazione dei prestiti delle banche
• Combattere il problema alla radice– riforme strutturali nei paesi debitori– cancellazione del debito
Conclusioni sulla globalizzazione
Globalizzazione del lavoro��Contenuto in tecnologia/innovazione��Distribuzione settoriale e per livello di qualificazione
Investimento in ricerca e innovazioneInvestimento in istruzione/formazionePolitiche redistributive per i redditi bassi