Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

download Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

of 45

Transcript of Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    1/45

    Renzo Piano Building Workshop

    Pezzo per Pezzo

    guida alla mostra Padova, Palazzo della Ragione15 marzo - 15 luglio, 2014

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    2/45

    Mostrare larchitettura, pezzo per pezzo

    Comune di Padova

    Mostrare larchitettura unimpresa difcilissima. Niente pu veramente sos-

    tituire lesperienza diretta dello spazio costruito, la percezione della tramaibrida delle citt, lascolto delle voci che la vita continuamente produce. Unamostra di architettura pu invece trasmettere in modo immediato il processocomplesso e condiviso attraverso cui gli edici che progettiamo sono ideati,costruiti e poi abitati dalla gente. Una visione per frammenti composta anchecon i disegni, i materiali e gli strumenti di questa ricerca paziente, gli stessiche si trovano sui tavoli da lavoro. Una mostra pu raccontare il making of del nostro mestiere di architetti senza manipolazioni, facendo vedere un potutto: prove, progressi, ma anche ripensamenti e pentimenti. Lallestimento,poi, pu comunicare implicitamente un linguaggio, un intento espressivo.Per noi, da sempre, tutto questo ha a che fare con la poetica della leggerezza,della luce, del movimento.

    Abbiamo pensato al percorso espositivo nel Palazzo della Ragione di Pado -va come a una specie di girovagare tra mondi: quello sociale della polis chesi trasforma; quello poetico dellassenza di gravit; quello pi strettamenteprogettuale della costruzione; quello ideale che considera larte come potentestrumento di coscienza collettiva. C un continuo sconnare tra questi mondidiversi, che inevitabilmente si confondono, si sovrappongono. I g randi tavolimonograci sono isole di un arcipelago. Al di sopra di essi, in alto, tutto vola,tutto sospeso. Lidea dellassenza di gravit che caratterizza limprint, ilmodo di essere del nostro Renzo Piano Building Workshop viene espressa se-manticamente dal navigare leggero dei modelli e delle immagini nellenorme

    volta del Salone del Palazzo della Ragione. Mi piace pensare che questa mos-tra possa essere, ancora una volta, il navigare nello spazio.

    Renzo Piano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    3/45

    La Fondazione Barbara Cappochin, nata per mantenere vivo il ricordo di Bar-bara, studentessa dello IUAV, ha da sempre legato il ricordo alla qualit: qua-lit della vita e qualit dellarchitettura, un legame che potrebbe sembrarestrano, inusuale, ma in realt vero e concreto.Barbara, nel corso dei suoi 22 anni, ha lasciato alcuni doni, essenziali per unavita serena e, stranamente, per una architettura a misura duomo: accoglien-za, rispetto, condivisione, umilt.

    Ecco allora che la capacit di accogliere, ascoltare chi c accanto, conos-ciuto o no, si traduce in citt e edici capaci di aprirsi a quanti vi abitano,creando opportunit per superare le differenze culturali e siche, adattan-dosi alle diverse necessit che lessere umano presenta. Ecco che il rispettoverso le persone e le cose che ci circondano, la capacit di porsi dei limiti pernon sovrastare gli spazi altrui, lumilt pur nella consapevolezza delle propriecapacit, si tramutano in citt ed edici che entrano a far parte della naturacon rispetto,in punta di piedi per non diventarne un elemento avulso, a sestante. Ecco che la necessit delluomo di non vivere da solo porta alla realiz-zazione di una citt ricca di spazi dove la condivisione possa essere sperimen-tata e realizzata.La Biennale, che lo strumento con cui la Fondazione sensibilizza e divulgala qualit, raggiunge con ledizione 2013-2014 il traguardo del Decennale e

    lOrdine degli Architetti della Provincia di Padova e la Fondazione BarbaraCappochin hanno voluto che questa sesta edizione, ancor pi delle precedenti,fosse caratterizzata, tra il 26 ottobre 2013, data della Cerimonia di Premia-zione del Premio di Architettura, e il 15 luglio 2014, data di chiusura dellaMostra Renzo Piano Building Workshop Pezzo per Pezzo, da moltepliciprestigiosi eventi culturali: il Premio, la Mostra, le Conferenze, i dibattiti in-ternazionali, eventi che ruotano tutti intorno allo stesso inalienabile lo chelega la qualit della vita alla qualit dellarchitettura.E un grande privilegio ospitare, proprio nelledizione del decennale, la Mos-tra Renzo Piano Building Workshop Pezzo per Pezzo nello splendido Pa -lazzo della Ragione, antica sede dei tribunali cittadini di Padova, che , con isuoi 82 metri di lunghezza e 27 di larghezza, una delle pi ampie aule sospesein Europa, oltre che uno dei pi celebri monumenti civili eretti in Europa

    allepoca dei Comuni.A Renzo Piano e ai suoi collaboratori esprimo il riconoscente ringraziamentodella Fondazione Barbara Cappochin e dellOrdine degli Architetti, non soloper averci offerto la straordinaria opportunit di una altrettanto straordina-ria Mostra, ma per averci fatto sperimentare come alla base di scelte archi-tettoniche di altissima qualit vi siano proprio quella capacit di accoglienza,rispetto, condivisione, umilt: i doni lasciati da Barbara.

    Giuseppe Capocchin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    4/45

    1. Riabilitazione del Porto Anticodi Genova

    2. Laboratorio di quartierenel centro storico di Otranto

    3. The New York Times building,New York

    4. Saint Giles Court, Londra

    5. Potsdamer Platz, Berlino

    6. Stavros Niarchos FoundationCultural Centre, Atene

    7. The London Shard, Londra

    8. Quartiere Le Alberee MuSe Museo delle Scienze, Trento

    9. Columbia University,New Manhattanville Campus, New York

    10. Milano Sesto, Sesto San Giovanni(Milano)

    11. Primi lavori e progetti sperimentali

    12. Padiglione itinerante per IBM

    13. Kansai International Airport, Osaka

    14. Generatore eolico, Genova

    15. Zentrum Paul Klee, Berna

    16. Fondation Path, Parigi

    17. Chiesa di Padre Pio,S. Giovanni Rotondo (Foggia)

    18. Monastre de Sainte Claire etAccueil de visiteurs, Ronchamp

    19. Spazio musicale per loperaPrometeo di L. Nono, Venezia e Milano

    20. Auditorium Parco della Musica,

    Roma21. Auditorium Niccolo Paganini,Parma

    22. Auditorium del Parco, LAquila

    23. Centre Culturel Georges Pompidou,Paris

    24. The Menil Collection, Houston

    25. Fondation Beyeler Museum,Riehen, Basilea

    26. Centre Culturel Jean-Marie Tjibaou,Nouma

    27. Chicago Art Institute The Modern Wing, Chicago

    28. California Academy of Sciences,San Francisco

    29. Ristrutturazione e ampliamento del-la Morgan Library, New York

    30. LACMA/ Academy Museumof Motion Pictures, Los Angeles

    31. Astrup Fearnley Museumof Modern Art, Oslo

    32. Kimbell Art Museum expansion,Forth Worth

    10

    8

    9

    7

    16

    6

    14

    15

    12 11 3 4 5

    22

    18

    17

    21

    20

    31

    32

    27

    26

    25

    24

    19 13 2 1

    32

    29

    28

    23

    Lintelligenza leggera della c itt Cominciare dal fare:strutture senza peso

    Architettureper la musica e per il silenzio

    Luoghi di cultura,spazi per larte

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    5/45

    Lintelligenza leggera della citt

    Nel nostro lavoro il ragionamento sulla citt un tema di fondo. La citt

    uninvenzione umana strabiliante. un luogo di civilt, di esercizio della tol-leranza, di convivenza nelle differenze. Le citt sono costruzioni dense, am-bienti condivisi di contatto sico, di vitale contaminazione.

    Forse, come progettisti, il nostro compito pi importante fare durare e darespazio, come scriveva Italo Calvino, a quellangolo felice che esiste, sempre,in ogni citt, anche nelle situazioni urbane pi compromesse. unimpresarischiosa, che esige attenzione e apprendimento continui. Che sollecitalascolto dei luoghi, di tutte le loro voci, anche le pi nascoste.

    Le citt sono in perenne evoluzione, una trasformazione storicamente lenta,organica, che ha avuto nel Secondo dopoguerra unaccelerazione brusca, sos-

    pinta dalla presunzione di una possibile crescita illimitata. Ma sono eviden-ti da tempo i limiti di questo modello di sviluppo ed oggi denitivamentechiaro che il compito dellarchitettura misurarsi, con intelligenza leggera eostinata, con le fragilit del nostro mondo.

    Un progetto di architettura sostenibile sempre unazione esplorativa, inter-locutoria e mai nostalgica, anche quando interviene sui centri storici. Il Labo-ratorio itinerante di Otranto stato unesperienza fondativa, una presa dicoscienza collettiva della natura delicata ma felicemente reattiva del tessutoantico. Pu idealmente porsi come episodio iniziale di unattenzione proget-tuale che, per progressivi spostamenti e su pi grande scala, si poi concen -

    trata sulle periferie, ossia sul tema urgente e strategico del recupero dei grandivuoti urbani generati dai processi di deindustrializzazione.

    Laboratorio di quartierenel centro storico di Otranto

    Otranto, Italia

    Quartiere Le Alberee MuSe Museo delle ScienzeTrento, Italia

    Potsdamer PlatzBerlino, Germania

    Riabilitazionedel Porto Antico di GenovaGenova, Italia

    Columbia UniversityManhattanville Campus Plan

    New York (NY), USA

    Central St.GilesMixed-use development

    Londra, Regno Unito

    Milano SestoSesto San Giovanni, Italia

    Stavros Niarchos FoundationCultural Centre

    Atene, Grecia

    The New York TimesBuilding

    New York (NY), USA

    The London Shard

    Londra, Regno Unito

    Renzo Pianoda una conversazione raccolta da Anna Foppiano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    6/45

    Laboratorio di Quartierenel centro storico di Otranto in collaborazione con lUnesco

    Otranto, Italia

    1979

    Il Laboratorio di Quartiere era un programma di res-tauro dei centri storici patrocinato dallUnesco conlobiettivo di mettere in moto un meccanismo virtuosoper la salvaguardia dellambiente sico: il cantierepermanente. Lesperienza dimostrativa di Otranto servita a vericare le possibilit di partecipazione delleforze artigianali locali al recupero della citt antica. Ilprogramma prevedeva di non allontanare gli abitantidalle proprie case e di farli invece partecipare attiva-mente ai lavori, anche grazie alluso di tecnologie in-novative, leggere e non traumatiche. Il Laboratorio diQuartiere non si esaurito nel tempo breve della speri-mentazione di Otranto ma, come atelier autogestito, diventato un modello itinerante, ripetibile, sensibile alcontesto. Lidea di costruire sul costruito, latteggia-mento dellascolto, del recupero paziente, del ram-mendo, lo stesso con cui si deve oggi interveniresulle periferie.

    Ununit mobile a forma di cubo, trasportabile su di un camion, veniva installata alcentro del quartiere storico della citt. Era organizzata in 4 sezioni che occupavano i4 lati del cubo: analisi e diagnostica, informazione e didattica, progetto aperto, lavoroe costruzione.

    La fase di analisi e diagnostica consisteva in uno studio strutturale, architettonicoe igienico delle condizioni delledicio degradato. Lo scopo era compiere uninda-gine capillare sulle vecchie abitazioni. Per tracciare un quadro dettagliato del tessutoantico era stato anche ide ato un nuovo strumento, un pallone aerostatico che traspor-tava una macchina fotograca per produrre fotogrammetrie, integrando la tecnicatroppo costosa del rilievo aereo a quella imperfetta del rilievo manuale.

    La seconda sezione informazione e didattica approfondiva le varie problematichelegate al recupero dei centri storici. Conteneva una biblioteca e una videoteca, fornivainformazioni sulla situazione urbanistica e normativa locale, sugli strumenti legisla -tivi, sulle possibili modalit di nanziamento pubblico. Agiva in sostanza da tramite

    tra gli specialisti del laboratorio e gli abitanti del quartiere.

    La sezione dedicata al progetto aperto informava la popolazione dei risvolti pratici etecnici dellattivit progettuale, attraverso una consulenza qualicata sulla normativain vigore, sui costi, sullacquisto dei materiali in cooperativa.

    Nella sezione lavoro e costruzione si passava dalla diagnosi alla realizzazione. Il can-tiere utilizzava strumenti leggeri, non ingombranti, non inquinanti (ponteggi mobili,veicoli di trasporto elettrico a bassa velocit, teleferiche, presse, saldatrici).

    Senza allontanare gli abitanti dai loro alloggi si passava alla dimostrazione pratica:consolidate le strutture murarie, si suturavano le crepe, si rifacevano tetti e intonaci,si eliminava lumidit, si installavano nuovi servizi. Quando necessario si usavano tec-niche innovative come la spr uzzatura di schiume poliuretaniche (is olamento termico eacustico) o liniezione di resine siliconiche (protezione contro lumidit).

    Giann

    iBerengoGardin

    GianniBerengoGardin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    7/45

    Trasformando un grande progetto espositivo in unpiano di rigenerazione urbana, le Celebrazioni Colom-biane del 1992 sono state unoccasione importanteperch il centro storico di Genova potesse ristabilire larelazione troppo a lungo interrotta con il Porto Anticoe con il mare. Il progetto di riqualicazione dellareadi Caricamento e dei moli consistito in una serie diinterventi di recupero di alcune architetture portualisignicative e nella realizzazione di nuove strutture,come il Bigo e lAcquario, che sono diventate prestoluoghi riconoscibili e intensamente frequentati diquesto pezzo di citt.

    Riabilitazionedel Porto Antico Di Genova

    Genova, Italia

    1985 - 2001

    Evoluzione naturale dei precedenti studi di risanamento del Porto Antico (a loro voltain continuit con gli esperimenti partecipati e leggeri dei Laboratori di Quartiere),gli interventi realizzati per le Celebrazioni Colombiane hanno programmaticamenteconvogliato le energie e le risorse attirate dalla circostanza specica di una grande

    mostra tematica in unopera pubblica e infrastrutturale di valorizzazione permanentedellarea.

    A Genova, risolvere la frattura tra citt e porto era prioritario. Nel tempo, questorapporto naturale di prossimit era stato interrotto da un progressivo accumulo dibarriere siche, un conne sempre pi marcato che sembrava avere allontanato de-nitivamente la citt dal mare: dalla costruzione ottocentesca della spessa cortina degliufci doganali e dei magazzini, no al segno incombente dei piloni e del nastro dicemento della Sopraelevata, costruita nel 1965 e tuttora questione irrisolta nel pano -rama in movimento del waterfront genovese.

    Per le Celebrazioni Colombiane, grazie a un interramento parziale della viabilit esis-tente stato nalmente ricreato un ampio varco verso il mare: la grande spianata diCaricamento oggi una piazza intensamente frequentata in cui convergono i ussicittadini e turistici, e che si apre al Porto Antico e ai suoi moli.Nel piano complessivo, linsieme dei manufatti e degli spazi portuali stato letto comeuna grande fabbrica dismessa, un paesaggio con forti potenzialit ambientali e sim -boliche. Seguendo quindi un programma che aveva lobbiettivo immediato dellalles-timento dello scenario della mostra ma anche quello prolungato e diffuso del recuperodellarea alla vita della citt, il progetto ha individuato vari gradi di modica dellesi s-tente: dal restauro conservativo delle strutture storiche, al ridisegno e alla ri funziona-lizzazione di grandi spazi esistenti ma meno pregiati, alla ridenizione complessiva delsistema di percorsi e delle relazioni visive tra le varie parti dellarea. In un tempo brevesi quindi ricreata la felice compromissione con la quale, nella crescita organica dellacitt, si sovrappongono antico e nuovo, memoria e invenzione. In un asset to essibilee aperto a successive integrazioni, gli spazi restaurati e riconvertiti dei Magazzini delCotone, del Millo, e dei Magazzini Doganali partecipano al funzionamento di questagrande area espositiva e ricreativa insieme alle nuove strutture il Bigo e lAcquario, che sono costruzioni molto connotate ed evidentemente contemporanee ma forte-mente assonanti allimmaginario del paesaggio portuale.

    Giann

    iBerengoGardin

    GianniBerengoGardin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    8/45

    Potsdamer Platz

    Berlino, Germania

    1992 - 2000

    In seguito a un concorso vinto nel 1992, lirreale vuotourbano dellarea di Potsdamer Platz stato completa-mente ricostruito, nella Berlino riunicata e capitale,in base al masterplan di Renzo Piano Building Works-hop. In tempi brevi, grazie alle nuove architetture ealla vitalit innescata dalla variet funzionale, un in-tero pezzo di citt ha riacquistato una propria energiainterna e ristabilito le connessioni a scala pi ampiache la barriera del Muro sembrava avere denitiva-mente interrotto. Due elementi fondativi del paesag-gio urbano berlinese il verde e lacqua partecipanosostanzialmente alla denizione ambientale di questosuo nuovo centro.

    Progettare la ricostruzione di Potsdamer Platz signicava ridare forma a un luogodenso di memoria ma sicamente privo delle sue tracce. La prolungata condizione diimmobilit di questa parte di citt rendeva evidente una forma radicata di contrad-

    dizione in termini di politica urbana ma anche di un generale sentimento condiviso tra nostalgia del passato e necessit di un processo di rimozione collettiva. Alle de-vastazioni della guerra, concluse con il bombardamento apocalittico della primaveradel 1945, invece che un impulso fattivo sembrava essere seguita una volont di cancel-lazione. Una situazione di sospensione ulteriormente accentuata dalla costruzione delMuro, nel 1961. In un vasto terreno abbandonato a se stesso, in quella che allinizio delNovecento era una delle pi vitali aree urbane europee, erano rimasti solo i segni deitracciati stradali e la presenza isolata della Weinhaus Huth.

    Muovendosi entro le linee guida del piano regolatore esistente, il masterplan di RPBWconferma la logica tradizionale dellisolato e propone uno schema urbanisticamentechiaro, compatto e trasparente a piano terra, con edici a destinazioni miste: ufci,abitazioni, cinema, casin, teatro, ristoranti e negozi. Fulcro dellintervento la nuo -va Marlene Dietrich Platz. Su un sito di 68.000 mq, il piano prevedeva di costruire350.000 mq fuori terra. Strade, percorsi pedonali, alberi e acqua deniscono nuoviluoghi e connessioni.

    Dopo lelaborazione del masterplan, RPBW ha progettato 8 edici e chiamato gliarchitetti che avevano partecipato al concorso per gli altri 10. Due torri per ufci se-gnano le testate dingresso del nuovo quartiere, una galleria aggiorna il modello dellapromenade commerciale. Il complesso del teatro e d el casin, sul lato sud-ovest dellin-tervento, ha lobiettivo di entrare in relazione con la Neue Staatsbibliothek (1967-1978) di Hans Scharoun e, in generale, con il Kulturforum, unarea che aveva assuntola presenza del Muro come un conne ostile oltre il quale era inutile stabilire contatti.

    Potsdamer Platz stata anche occasione di sperimentazione costruttiva. Un autenticocimento di ingegneria marittima ha permesso la realizzazione delle fondazioni di tuttoil complesso direttamente in acqua e ladozione diffusa della terracotta ha originatodiverse soluzioni architettoniche per i rivestimenti esterni degli edici.

    RPBW

    ,ph.

    EnricoCano

    RPBW,ph.

    VincentMosch

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    9/45

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    10/45

    The New York Times Building

    New York, USA

    2000 - 2007

    La nuova sede del New York Times stata realizzatain seguito a un concorso a inviti del 2000. Il progettovincitore del Renzo Piano Building Workshop ha ri-qualicato unarea di Manhattan no a quel momen-to poco valorizzata, di fronte al Port Authority BusTerminal, con un edicio di 52 piani i cui caratteri ditrasparenza e permeabilit esprimono con immedia-tezza il legame immateriale fra il celebre quotidianonewyorkese e la citt.

    La forma delledicio semplice, primaria, in diretta relazione con la griglia stradaledi Manhattan. La torre, slanciata, occupa quasi la met di un lotto tra la 40a e la 41aWest, e incontra a terra l8a Avenue. I primi quattro livelli delledicio fuoriescono dalvolume della torre formando un ampio basamento, un specie di podio. Organizzataattorno a una corte alberata, questa parte delledicio ospita la redazione del quoti-diano, chiamata anche la panetteria alludendo al lavoro notturno dei giornalisti chepreparano il quotidiano del giorno successivo.Lintero edicio progettato per essere il pi possibile trasparente e permeabile, ein questo modo trasmettere il clima di apertura culturale del quotidiano. Anche perquesto, sovvertendo la tradizione dei grattacieli newyorkesi, tutto il piano ter reno non uno spazio chiuso, privato, di semplice accesso agli ufci che si trovano ai livelli supe-riori, ma un luogo aperto a tutti, una piazza, un passaggio pubblico di connessione trala 40a e la 41a strada.

    Percorrendo la lobby si raggiunge la corte a cielo aperto: uno spazio verde, tranquillo,un piccolo bosco con muschio e betulle, che fa anche da sfondo allauditorium. Daquesta sala (378 posti), traguardando lo spazio dingresso, si pu vedere lo scorrimentodel trafco cittadino, con i taxi che passano sulla 8a Avenue. Sul giardino internoaffacciano alcuni negozi e un ristorante. Nella lobby si trova anche Moveable Type,uninstallazione di Ben Rubin e Mark Hansen: su 560 piccoli schermi digitali scorrono

    a ciclo continuo frammenti delle notizie che vengono contemporaneamente prodotteper il quotidiano.

    Ledicio ha una doppia facciata: un layer esterno composto da 17.500 barre cilin -driche orizzontali di ceramica bianca, sostenuto da una leggera struttura in acciaio, posto davanti alle grandi vetrate interne a tutta altezz a. Leffetto cromatico di questielementi ceramici muta, vibra, a seconda delle diverse condizioni atmosferiche e delleluci della citt. E si comporta come unefcace schematura, bloccando sino al 50%delle radiazioni solari e consentendo cos la totale trasparenza della facciata interna:

    gli ambienti di lavoro sono inondati da unincredibile quantit di luce naturale, e an -cora torna lidea della trasparenza, con il massimo di permeabilit visiva tra internoed esterno.

    La facciata si estende in altezza 27 m oltre lultimo livello praticabile delledicio: latexture delle barre cilindriche si fa progressivamente pi rarefatta, la schermaturasembra svanire nellaria. Ledicio sormontato da un pennone di 79 m.

    MichelDenanc

    RPBW

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    11/45

    The London Shard

    Londra, Regno Unito

    2000 - 2012

    La London Bridge Tower ormai nota come TheShard (La scheggia) una torre di 72 piani a

    destinazione mista localizzata in unarea a lato dellaLondon Bridge Station sul South Bank del Tamigi. Latorre una risposta alla visione progettuale e politicadellallora sindaco Ken Livingstone che ha incorag-giato insediamenti ad alta densit in corrispondenzadei principali nodi della rete dei trasporti londinese.La sda quella della crescita urbana sostenibile, del-la densicazione della citt intensicando gli scambima riducendo la congestione e il trafco privato.

    Il mix funzionale dello Shard residenza, ufci e commercio fa s che ledicio sia

    frequentato e attivo 24 ore al giorno. La forma slanciata, piramidale, della torre de-riva proprio dalladerenza alle destinazioni duso: alla base, ampi piani per gli ufci;nella parte centrale, ristoranti, luoghi dincontro e un albergo; appartamenti nellasezione superiore. Ai livelli pi alti, da quota 240 m, si trova invece una piattaformapanoramica aperta al pubblico. Questa organizzazione interna permette alledicio diassottigliarsi verso lalto, in modo quasi da scomparire nel cielo di Londra, un effettoattentamente studiato da Renzo Piano Building Workshop considerando limpattodella torre nello skyline urbano.

    Otto pareti inclinate di vetro le schegge deniscono la forma della torre. La scaladimensionale delledicio si frammenta e la luce riessa in modo vibrante, impreve -dibile. I punti di frattura tra le schegge permettono che ai giardini dinverno di goderedella ventilazione naturale.

    Le superci di vetro extra white delle facciate danno alla torre leggerezza e unaparticolare reattivit alle condizioni mutevoli del cielo. Lo Shard un edicio foto -sensibile, quasi umorale. Nella realizzazione stato poi necessario adottare soluzionitecniche speciche perch fossero soddisfatti tutti i requisiti di controllo della luce etermico. stata realizzata una doppia facciata ventilata naturalmente, che contengo-no anche delle tende che si azionano automaticamente con i cambiamenti dei gradi diilluminazione. La logica elementare: un sistema di schermature esterne senzaltroefcace a trattenere la radiazione solare al di fuori di un edicio, ma in una costruzionedi grande altezza necessario che queste schermature abbiano una protezione, quiassicurata dalla supercie vetrata esterna.

    Il progetto complessivo dello Shard includeva anche la risistemazione di una partedellatrio della London Bridge Station. La costruzione della torre stato il motore diun processo pi generale di riqualicazione dellintero quart iere, conosciuto oggi comeLondon Bridge Quarter.

    NikolasVentourakis

    RobTelford

    ChrisMartin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    12/45

    Quartiere Le Alberee MuSe Museo delle Scienze

    Trento, Italia

    2002 - in progress

    Il Quartiere le Albere, sullarea dismessa della Miche-lin, un nuovo pezzo di citt. La trasformazione diquesto browneld post-industriale riproduce alcunecaratteristiche nobili del tessuto urbano - una chiaragerarchia dimpianto, la straticazione funzionale euna generale coerenza dimensionale e materiale dellearchitetture - e si pone come elemento decisivo di ricu-citura tra il centro della citt e il suo contesto natu-rale, che per Trento il vicino paesaggio dellAdigee del Monte Bondone. Il quartiere recupera quindi ladistanza, psicologica pi che reale, che la presenzadella linea ferroviaria aveva marcato rispetto al nucleostorico, e con il MuSe, il nuovo Museo delle Scienze,rafforza lidentit e la vocazione culturale di questaparte di citt.

    I conni del nuovo quartiere, unarea di 116.300 mq, sono de niti nettamente a ovestdal ume Adige e a est dal rilevato ferroviario. A nord il lotto si affaccia invece sullavilla-fortezza rinascimentale del Palazzo delle Albere. Lintervento programmati-camente a destinazione mista, nella consapevolezza di quanto possa partecipare alsenso di fare citt l ibridazione di funzioni e attivit diverse. Le nuove architetture,che hanno un impianto chiaro, unitario e prevalentemente orizzontale, a una scalaanaloga a quella della citt storica, sono concentrate sul lato est del grande lotto, perlasciare respiro a un nuovo parco pubblico affacciato sullAdige. La presenza diffusae strutturante del verde, insieme a quella dellacqua, con un sistema di canali cheattraversa lintera area, partecipa alla costruzione di una relazione forte con il umee il paesaggio naturale.

    Nellimpianto ricorrono la tipologia in linea, per gli edici terziari, che diventano conle loro facciate vegetali schermature naturali al tracciato della ferrovia a cui sono inbuona parte allineati; e la tipologia a corte, per le residenze, non compatta per, matagliata per permettere scorci visivi nei loro spazi interni alberati. Gli edici sono

    alti in media 4/5 piani e le c operture in zinco danno un forte carattere unitario al quar-tiere che, ai sui estremi, marcato da due emergenze: un centro polifunzionale (a sud)e il MuSe (a nord), il grande museo interattivo delle scienze. Questultimo il ma -gnete di vita pubblica di tutto lintervento e, insieme al Palazzo delle Albere, oggiMuseo dArte Moderna e Contemporanea, conferma la vocazione culturale e ricreativadi questo pezzo rivitalizzato di citt. Nel disegno planimetrico dinsieme questi dueedici di testata, circondati dallacqua, sono collegati dai due percorsi principali delquartiere: uno pedonale rettilineo, pi a est, e uno curvo, accompagnato da un canale,che funziona come elemento di transizione tra il costruito e il parco.

    Il Quartiere le Albere un progetto di architettura sostenibile, interpretando la sos -tenibilit come un linguaggio e non come una tecnica applicata. Gli edici sono abasso consumo energetico e il loro funzionamento basato su un uso intensivo delleenergie rinnovabili. Il MuSe ha la certicazione Leed Gold, t utti le residenze e gli ufcisono classicati Casa Clima livello B e lintervento tra i vincitori degli AwardsCasaClima 2013.

    R

    PBW,ph.

    EnricoCano

    RPBW,ph.

    EnricoCano

    RPBW,ph.

    EnricoCano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    13/45

    Columbia UniversityNew Manhattanville Campus

    New York, USA

    2002 - 2007

    Il masterplan del Manhattanville Campus della Columbia University stato studiato da Renzo Piano Building Workshop in associazione conSOM. Oggi in cantiere ad Harlem la prima fase, per la quale RPBW haprogettato quattro edici: il Jerome L. Greene Science Center, il LenfestCenter for the Arts, il Forum e la School of International and Public

    Affairs. La Columbia University da sempre unistituzione urbana. Ilnuovo campus sar un luogo di ricerca e di produzione di sapere integratonella citt, a contatto con la realt sociale, con la cultura di strada e conla sua energia.

    Il progetto del Manhattanville Campus deriva da una riessione su quale possa esserelorganizzazione di un campus universitario contemporaneo, oltre che da una visioneche considera fondativi i temi della diversit e dellaccessibilit, e nello stesso tempovuole risolvere efcacemente la domanda crescente di spazi per listruzione. Questomasterplan a lungo termine, che riguarda unarea di 631.740 mq, prevede struttureaccademiche, di ricerca, ricreative, residenziali, amministrative e di servizio. E ancheluoghi aperti, accessibili a tutti, e spazi culturali, commerciali, per le relazioni sociali,con lidea di un coinvolgimento attivo, propositivo, della comunit locale.

    Il carattere prevalente del progetto la permeabilit. Basato su una logica program -maticamente diversa da quella della vicina (cinque isolati pi a sud) enclave di Mor -ningside Heights, Manhattanville immaginato come luogo di studio integrato nelquartiere e aperto a tutti. Lattivit universitaria, i corsi, sono stati sollevati a unlivello superiore a quello stradale. In questo modo si crea un Urban Layer: lo spazioa terra di ogni edicio del nuovo campus rester a disposizione delle varie forme di vitapubblica. Negozi, ristoranti, gallerie, spazi per performance, studi medici, luoghi diriunione e per lattivit delle associazioni studentesche riempiranno progressivamentequesti spazi ibridi, permeabili.

    Lintera rete stradale del Manhattanville Campus di pubblico accesso e aperta altrafco veicolare. Nello stesso tempo, la circolazione pedonale sar i ncoraggiata e faci-litata dalla presenza, lungo le strade, di lari di alberi e dalla grande dimensione deimarciapedi. Il Campus sar anche collegato direttamente allHudson River Water-front Park. Oltre allUrban Layer, altri elementi di connessione interna saranno uninsieme di spazi aperti di varie grandezza, e un sistema di percorsi pedonali orientatinord-sud.

    Il masterplan si svilupper a fasi. La prima, in corso, riguarda unarea di forma trian -golare allestremit meridionale del si to, tra la 125a e la 130a Strada, delimit ata a ovestdalla Riverside Drive e a e st da Broadway. Gli edici in costruzione sono il Jerome L.

    Greene Science Center (che sar sede del Zuckerman Mind Brain Behavior Institute);il Lenfest Center for the Arts (per l a School of the Arts e la Wallach Gallery); il Forum,uno spazio comunitario; e, secondo le previsioni, la School of International and PublicAffairs. Tutti questi edici sono localizzati intorno a unarea pubblica, con alberi espazi verdi, che funzioner come ingresso alli ntero complesso.La piena accessibilit e la trasparenza a livello stradale del nuovo insediamento anche possibile grazie alla decisione di spostare negli spazi sotterranei tutte le zone diservizio. Tra essi, un centrale energetica che sar attiva per la prima e la seconda fasedel cantiere.

    Il masterplan per il Manhattanville Campus ha ottenuto la certicazione LEED Pla-tinum dallUS Green Building Council. la prima volta che un progetto newyorkeseottiene questa classicazione, ed anche la prima volta che, in ambito nazionale, laottiene un complesso universitario.Il Jerome L. Greene Science Center e il Lenfest Center saranno completati nel giugno2016; il Forum, allinzio del 2017.

    CourtesyofColumbiaUniversity

    RPBW

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    14/45

    Stavros Niarchos FoundationCultural Centre

    Atene, Grecia

    2008 - in progress

    Il Centro Culturale della Fondazione Stavros Niarchos in costruzione a Kallithea, 4 km a sud del centro

    di Atene. Si tratta di un importante complesso cultu-rale, allinterno di un grande parco urbano (170.000mq), che comprender la Biblioteca Nazionale Grecae lOpera Nazionale Greca. Con questo progetto vieneriqualicato un grande spazio semi-abbandonato, exsede dellippodromo, poi inclusa nellarea dei GiochiOlimpici del 2004, diventata inne un parcheggio che ritrover cos il suo naturale collegamento con ilresto della citt e con il mare.

    Storico porto ateniese sulla baia di Faliro, Kallithea ha sempre avuto un forte legamecon lacqua. Attualmente, nonostante limmediata vicinanza, dal sito di progettoquesto importante rapporto visivo e ambientale risultava precluso. Per recuperarlo,nella parte meridionale dellarea il progetto di Renzo Piano Building Workshop pre -vede una collina articiale, un parco la cui supercie inc linata si conclude nella grandearchitettura del Centro Culturale, che si apre in una spettacolare vista verso il mareaperto.

    La grande costruzione composta dalla Biblioteca e dal Teatro dopera. Uno spaziopubblico, lAgor, permette lingresso a entrambi gli edici e li mette in relazione. IlTeatro dopera ha due sale: una, da 450 posti, destinata al balletto e alle rappresenta-zioni operistiche pi tradizionali; laltra, da 1400 posti, per spettacoli pi sperimen -tali. La Biblioteca, luogo di apprendimento, conservazione e trasmissione culturale, concepita come una pi complessiva risorsa pubblica, uno spazio per unaperta e

    condivisa fruizione del sapere. La sala d i lettura, completamente vetrata, si trova allasommit alledicio: una teca trasparente, a pianta quadrata, da cui si potr goderedi una vista a 360 gradi di Atene e del mare. La sala si trova direttamente al di sottodel canopy, che protegge dal sole lintero complesso, e sulla cui struttura sar instal -lato un sistema di pannelli fotovoltaici 10.000 mq in grado di generare 1,5 megawattdi energia, sufcienti allautonomia energetica del Centro culturale durante i normaliorari di apertura. Allinterno dei due edici, dove possibile, saranno impiegati sistemidi ventilazione naturale.

    La connessione visiva con lacqua proseguir nel parco, dove sar realizzato un canalea lato dellEsplanade, il principale asse pedonale del sito, in direzione nord-sud.

    Il progetto ha i requisiti per ottenere la certicazione LEED Platinum.

    SaliniImpregiloTernaJV-ph.

    NikosDaniilidis

    SaliniImpregiloTernaJV-ph.

    NikosDaniilidis

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    15/45

    Milano Sesto

    Sesto San Giovanni (Milano), Italia

    2005-2012

    Il progetto per le ex aree Falck vuole costruire ununi-ca nuova citt dove oggi ne esistono due, parallele e di-vise: la Sesto storica, consolidata e ancora densamenteabitata, e la Sesto delle Fabbriche, il luogo delle catte-

    drali del lavoro, territorio nobile di memoria collettivaoggi diradato nel suo latente stato di vuoto. Quello diSesto San Giovanni un esteso browneld con grandipotenzialit per una nuova urbanit. Con un impiantochiaro e aperto, il piano di riqualicazione basatosulla presenza strutturante e simbolica del verde dif-fuso e delle preesistenze industriali riacquisite alla vitapubblica. Ricuce le relazioni con lintorno, insedia untessuto fecondato dalla contaminazione delle attivit,accoglie la Citt della Salute e della Ricerca, nuovopolo unicato dellIstituto Neurologico Besta e dellIs-tituto dei Tumori.

    Le ex aree Falck (1.400.000 mq) occupano un ottavo del territorio comunale di SestoSan Giovanni. Questo dato iniziale chiarisce limportanza e lestensione dellinterven-to alla scala locale, a quella metropolitana e nella relazione con la citt di Milano, dalcui centro lontano solo 6 miglia, una distanza pi percepita che reale anche per ilcollegamento diretto attraverso la rete del t rasporto pubblico. Larea segnata netta-mente da due barriere, quella della ferrovia che la separa dal centro di Sesto, a ovest;quella della Tangenziale, sul margine nord.

    Il piano strutturato per isolati autonomi, coerenti con il tessuto costruito ancoraesistente e organizzati su due direttrici forti: il viale Italia (sud-nord) e la nuova tra -versa diagonale (ovest-est). Concettualmente, si basa su tre principi fondativi.

    Il recupero, senza tradimenti, del notevole patrimonio di archeologia industriale,delle grandi cattedrali del lavoro conservate come condensatori di identit collettivae sottoposte a rifunzionalizzazioni mirate: nel nuovo parco archeologico non sonosolo fantasmagoriche preesistenze (per quanto si difenda e valorizzi anche la loro natu-ra evocativa e comunicativa di rovine inutili) ma spazi r ecuperati alla vita collettiva.I manufatti industriali, riconoscibili come presenza unitaria grazie a una ricomposi -zione e una visione per frammenti, con la loro giacitura partecipano alla generazione

    della griglia insediativa dellintervento. Il loro recupero prevede inserzioni calibrate dinuovi volumi funzionali, che li rendono adeguati alle future destinazioni senza alte -rarne la consistenza strutturale e materiale.

    La riconnessione tra le due Sesto tessuto storico e broweld dismesso , che avvienerimuovendo ci che sicamente separa lex area produttiva dal suo contesto imme -diato: i muri della Falck, cio le vecchie recinzioni della cittadella industriale; e ilume della ferrovia, superato con la nuova stazione intermodale a ponte e con unsottopasso che insieme ripristinano il collegamento diretto con il centro di Sesto. Dallastazione parte la diagonale che attraversa in direzi one ovest-est lintera area.

    La riqualicazione complessiva di questo pezzo di citt, grazie al parco e ai suoi 10.000alberi, un grande territorio pubblico permeabile, sfondo delle preesistenze industrialie trama di connessione con il nuovo costruito; a una generale cura e omogeneit dellospazio urbano; alle potenzialit insediative e di vita associata delle nuove architetture;e ai parametri di sostenibilit ambientale di tutto lintervento.

    GianniBerengoGardin

    GianniBerengoGardin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    16/45

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    17/45

    Cominciare dal fare: strutture senza peso

    Allinizio c il gusto di costruire, linteresse per le cose concrete. La passione,

    e anche il divertimento, di mettere insieme piccole e grandi strutture, pezzoper pezzo. Di inventare prototipi, di sperimentare materiali nuovi, le loro po-tenzialit e i loro limiti. In fondo trasformare i materiali il primo passo pertrasformare il mondo.

    In italiano esiste la parola costruttore, ma la lingua inglese ha un terminepi bello: master builder. Il master builder una persona seria, autore -vole, concentrata sul proprio lavoro, che tutti i giorni inventa qualcosa e lacostruisce con le proprie mani.

    Poi c la ricerca della leggerezza, lidea di costruire strutture senza peso. Diutilizzare elementi immateriali come la leggerezza, appunto, ma anche la tras-

    parenza, la luce e le sue vibrazioni, le ombre, i suoni. Che, nel loro insieme,possono contribuire alla denizione dello spazio quanto le forme e i volumi.

    Larchitetto deve sempre sperimentare. E, per aumentare i propri marginidi autonomia, dovrebbe anche disegnare gli strumenti con cui lavora. Tuttoquesto ha a che fare con unidea nobile di artigianalit e di etica della produ-zione. Il cantiere un universo straordinario, un luogo sempre in movimentodove continuamente si scopre e si inventa, si stabiliscono le gerarchie dei pro-blemi e si prendono decisioni.

    Anche quando si progettano edici complessi, a grande scala, limpulso ini -ziale resta sempre lo studio costruttivo. Che non affatto qualcosa che vienedopo, alla ne del processo ideativo, come impalcatura posticcia di una vi-sione o di una forma nita. Resta infatti questa idea dellarchitetto-costrut-tore, dellarchitetto-inventore. Che, in fondo, corrisponde alla gura miticadellhomo faber.

    Primi lavorie progetti sperimentali

    Zentrum Paul KleeBerna, Svizzera

    IBMPadiglione itinerante

    Kansai International AirportPassenger Terminal Building

    Osaka, Giappone

    Path FoundationParigi, Francia

    Generatore eolicoGenova, Italia

    Renzo Pianoda una conversazione raccolta da Anna Foppiano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    18/45

    Primi lavori e progetti sperimentali

    Le sperimentazioni sui materiali, la facilit di cos-truzione, le riessioni sulla essibilit degli spazi, la

    ricerca della trasparenza e della leggerezza: i primianni sono un percorso di avvicinamento alla comples-sit dellarchitettura attraverso lesperienza direttadel cantiere, della costruzione pezzo per pezzo. Tuttii progetti di questo periodo sono stati anche occasioniconcrete per approfondire lo studio del rapporto strut-tura/funzione.

    Nei primi anni, le ricerche di Renzo Piano si sono concentrate sulla sperimentazionedelle potenzialit di materiali non tradizionali, anche estranei al mondo delle costru-

    zioni (come il poliestere e suoi derivati, incluse la bra di vetro), e sullo studio dell e loropropriet siche luminescenza, resistenza, essibilit, facilit di fabbricazione dei

    componenti e loro montaggio. Lidea di fondo era capire come questi materiali potes-sero essere utilizzati nel modo pi opportuno, ma anche sviluppare nuove soluzionistrutturali che ne esaltassero le caratteristiche.

    Un altro ambito di ric erca approfondiva il concetto di open plan: uno spazio unita-rio senza partizioni, modulabile in base a differenti usi e allevoluzione delle funzioni.Molte le realizzazioni portate a termine partendo da questi studi: strutture modulari(come il Padiglione dellIndustria Italiana per lExpo di Osaka, 1970); spazi per ufci(come la B&B Italia, Novedrate, 1971); spazi dabitazione (come le case a pianta liberadi Garonne e di Cusago). Dalla strategia dellopen plan, con lo spostamento sul peri -metro esterno delle zone di servizio e degli impianti, deriver pochi anni dopo il CentreGeorges Pompidou, con lidea di avere a disposione grandi spazi interni totalmentevuoti e modulabili.In generale, il concetto di base era la possibilit di progettare edici in grado di adat -tarsi a usi e necessit diverse: un caso signicativo la fabbrica mobile per lestrazionedello zolfo di Pomezia, che consisteva in una struttura modulare che poteva essereprogressivamente spostata allinterno del sito di estrazione.

    Ricerche sullutilizzo della luce zenitale vericavano invece come gli spazi internipotessero trarre il massimo vantaggio dalla luce naturale ltrata: il primo progettorealizzato con questo obiettivo una struttura modulare composta da piramidi tras-lucide in poliestere rinforzato. Altre sperimentazioni venivano condotte sulle strutturea guscio, testando le potenzialit di rigidezza e di resistenza di materiali sottili e tras -lucidi.

    Quindi: nuove forme architettoniche derivate da aggregazioni di strutture leggere,sviluppo di spazi modulari, impiego di materiali innovativi. Linsieme di queste ri-cerche, concrete, ma anche tecniche e teoriche, hanno costituito un terreno fertile e

    una grande miniera di conoscenze per i successivi progetti dello studio.

    FondazioneRenzoPiano

    FondazioneRenzoPiano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    19/45

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    20/45

    Zentrum Paul Klee

    Berna, Svizzera

    1999 - 2005

    Larchitettura del Zentrum riette per forma e artico-lazione delle funzioni la natura complessa dellopera

    dellartista svizzero-tedesco Paul Klee. Il museo unframmento di topograa progettata che si integra inmodo armonico con il paesaggio naturale della cam-pagna di Berna. Le curve del suo prolo, lunghe traviin acciaio saldate a mano pezzo per pezzo, custodis-cono una delle collezioni monograche pi grandi delmondo.

    La commissione del museo frutto dellintenzione comune degli eredi Klee e dellagenerosit del mecenate Maurice E. Mller. Concepito per ospitare in ununica archi -tettura pi di 4000 opere del maestro svizzero-tedesco, il Zentrum nella periferiaest della citt di Berna, in unarea disegnata da un lato dalla curva di unautostrada,

    dallaltro idealmente cinta in lontananza dal prolo ondulato delle montagne. La mor-fologia del territorio, caratterizzata da ampie distese di colline e campi coltivati, unodei temi ispirativi del progetto.

    Larchitettura del Zentrum immaginata come un dolce corrugamento del terreno.Appena visibili in lontananza, le curve della struttura formano tre colline articialisotto le quali sono alloggiate le sale espositive, un auditorium per la musica, un centrocongressi, un centro studi, ricerca e divulgazione dellopera di Klee, e un museo inte -rattivo, Creaviva, principalmente dedicato ai bambini, che organizza laboratori su varitemi artistici. Se le funzioni che abitano il museo rispecchiano lattitudine multidisci -plinare del lavoro dellautore svizzero artista e insegnante vicino alla musica e allapoesia , il disegno dellarchitettura e la sionomia del s uo spazio interpretano, di PaulKlee, la passione per larmonia delle forme e delle proporzioni della natura.

    In una visione topograca, il progetto del Zentrum include la scala allargata del ter-reno, del suo spazio e del suo silenzio. Una quiete non solo acustica, anche visiva, che una dimensione fondamentale di questa architettura.

    Le tre colline sono collegate da una strada coperta, che scorre parallela alla facciataoccidentale, per tutta la sua lunghezza. La struttura della grande copertura ondulata composta da travi in acciaio che, proprio per la complessa geometria curvilinea diogni pezzo, sono artigianalmente saldate tra loro a comporre un disegno che sembracucire il paesaggio ed emergere dal terreno tra i campi di frumento che circondanoledicio. La facciata esposta a ovest, in acciaio e vetro, equipaggiata di un sistemadi tende a inclinazione variabile che ltrano la luce naturale verso gli spazi interni. Gliacquarelli, le tele e i disegni di Klee per essere esposti e conservati in modo correttonecessitano di unintensit luminosa compresa tra i 50 e i 100 lux e sono quindi illumi-nati solo da luce articiale ltrata da velari bianchi.

    Mich

    elDenanc

    MichelDenanc

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    21/45

    Laeroporto di Kansai stato costruito nella Baia diOsaka su di unisola articiale. Ledicio lungo 1.7

    km, ha 42 gate dimbarco, e accoglie un trafco gior-naliero di 100.000 passeggeri. Il suo volume allungatoe leggero, immateriale ed esile, disegnato per resis-tere alle scosse dei violenti terremoti che frequente-mente colpiscono questa parte del Giappone.

    Kansai International AirportPassenger Terminal Building

    Osaka, Giappone

    1988 1994

    Questo aeroporto sta sullisola articiale su cui stato costruito come un aliante posaleggero sulla terra il blocco centrale corrisponde alla fusoliera, i gate dimbarco for-mano le ali.

    Un carattere specico dellaeroporto, che stato fondamentale nella denizione dellasua organizzazione interna, la piena visibilit degli aerei dal grande spazio unitariodelle partenze il Main Terminal Building. Questo ha una copertura ondulata, continuae asimmetrica, che un altro elemento che connota fortemente larchitettura delledi-

    cio. La forma di questa copertura deriva dallavere progettato contemporaneamentela struttura e il sistema di ventilazione interna, dal lavoro condiviso con Peter Ricee Tom Barker dello studio Ove Arup (il primo ingegnere strutturale, il secondo inge -gnere impiantista). Con loro stato deciso che laria avrebbe potuto essere semplice -mente incanalata attraverso lo spazio dal lato passeggeri al lato della pista. La formanale della copertura deriva infatti dalla simulazione della traiettoria dellaria ipo-tizzata in fase di progetto. In questo modo si anche potuto evitare lingombro deicondotti di distribuzione, in modo che la copertura risultasse completamente visibile.Grandi deettori a lama guidano il usso dellaria e funzionano anche come superciriettenti della luce che proviene dallalto. In alcuni punti sono appese alcune sculturemobili dellartista giapponese Susumu Shingu, che con i loro movimenti rendono per-cepibili i ussi dellaria naturale allinterno delledicio.

    Nel Main Terminal Building la geometria della sezione trasversale della copertura composta da archi di diverso raggio connessi nei loro punti di tangenza. Travi tridi-mensionali della lunghezza di 80 m seguono questo disegno asimmetrico, e sono sor-rette alle loro estremit da coppie di pilastri inclinati.

    I 42 gate di imbarco si trovano lungo le ali dellaliante. I loro fronti vetrati sonoaffacciati direttamente sulle piste, mentre la copertura curva e opaca si inclina dandole spalle alla linea costiera in lontananza. Laltezza di queste ali diminuisce alle dueestremit delledicio: le coperture seguono una curva quasi impercettibile, sufcientea garantire alla torre di controllo una visuale completa sulle piste.

    Lo studio approfondito della geometria costruttiva dellaeroporto di Kansai ha por-tato allo sviluppo di un modello matematico che ha permesso la massima standardiz-zazione dei suoi elementi costruttivi: anche per la di mensione complessiva delledicio,grazie alla quale le curvature possono essere assorbite in piccole tolleranze, gli 82.000pannelli di acciaio inossidabile della copertura sono identici tra loro.

    KIAC_

    Kawatetsu

    GianniBerengoGardin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    22/45

    Path Foundation

    Parigi, Francia

    2006 - in progress

    Inserire unarchitettura allinterno di un isolato sto-rico obbliga a un dialogo ravvicinato, sico, con le

    preesistenze. Costruire sul costruito pu essere unoc-casione di riqualicazione diffusa, di riconquista dellospazio. La nuova sede della Fondation Jrme Sey -doux-Path una presenza inattesa, un volume curvoche si intravvede galleggiare al centro della corte incui si appoggiato, ancorandosi in pochi punti. Ilnuovo edicio lascia spazio, a terra, per un giardino dibetulle, unisola vegetale nel denso contesto mineraledella citt.

    La Fondation Jrme Seydoux-Path unistituzione privata che ha tra le sue fun-zioni la conservazione dellarchivio della casa di produzione Path e, in generale, lapromozione e la divulgazione del cinema e della sua storia. La nuova sede al centrodi un isolato del XIII arrondissement, dove prima cera un vecchio edicio teatrale

    di met Ottocento, trasformato a inizio Novecento in sala cinematograca (una delleprime di Parigi) e radicalmente modicato negli anni Sessanta.

    La nuova architettura, che sar completata nei prossimi mesi, ospiter gli archivi Pa-th, alcuni spazi espositivi (temporanei e per la collezione permanente), una sala diproiezione di 70 posti, e gli ufci della fondazione.Al posto dei due corpi del vecchio teatro stata realizzata una creatura organicache reagisce positivamente alle condizioni del contesto. Lidea quella di rispondereal programma funzionale e rappresentativo richiesto dalla Fondazione aumentandocontemporaneamente la qualit dello spazio circostante alla nuova architettura. Peril suo valore storico e artistico, stata conservata e restaurata la facciata esistente suAvenue des Gobelins: la presenza di due s culture giovanili di Auguste Rodin la rendonounicona consolidata del quartiere.

    Subito al di l di questa facciata storica, una prima costruzione, trasparente e similea una serra, funziona come ingresso alla Fondazione. Da questo spazio lo sguardo puspingersi allinterno della corte, incontrando il corpo principale e poi traguardandoloattraverso il piano terreno vetrato no ad arrivare al giardino di betulle sul fondo

    dellisolato.

    Come detto, i caratteri di questa nuova architettura sono fortemente connessi con ivincoli del sito e con i requisiti che il progetto doveva soddisfare. Il rispetto delle dis-tanze dalle costruzioni limitrofe migliora le condizioni generali di illuminazione e diventilazione; la riduzione della supercie occupata a terra ha permesso di realizzare ilgiardino interno.

    La parte superiore delledicio principale vetrata, e questo fa s che gli ufci dellaFondazione, che occuperanno gli ultimi due livelli, godano ampiamente della luce na-turale. Durante il giorno la nuova architettura, che si percepisce parzialmente dallastrada attraverso e al di sopra della facciata restaurata, una presenza discreta nellavita del quartiere. La notte sar una leggera apparizione luminosa.

    Mich

    elDenanc

    MichelDenanc

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    23/45

    Generatore eolico

    Genova, Italia

    2009 - 2011

    Lidea della leggerezza connaturata nella costru-zione di una macchina del vento. Renzo Piano Buil-

    ding Workshop sta sviluppando con Enel Green Poweruna nuova tipologia di generatori eolici. Limmagineiniziale quella di un punto nel cielo con due paletrasparenti come ali di libellula. Rileggendo la storiapassata e presente di queste macchine potenti e deli-cate, studiandone dettagli e meccanismi, il progetto siinterroga sulle questioni di efcienza, impatto e soste-nibilit poste dalla loro presenza diffusa sul territorio.

    Il nuovo generatore eolico progettato da RPPW prende forma da una visione sinte-tica, da unattitudine verso la riduzione, la semplicazione, il togliere materia che un principio di economia costruttiva e anche formale. Questa nuova macchina appar-tiene alla categoria del minieolico, ha dimensioni ridotte e una potenza di circa 55

    KW. Pi che occupare lo spazio, galle ggia nellaria.La progettazione del generatore, in continuit con le ricerche e le sperimentazioni cos-truttive del pezzo per pezzo, ha reagito alle necessit del presente smontando leconoscenze acquisite, mettendo a fuoco i problemi, ragionando sullefcienza dei varicomponenti e sulle qualit dei materiali. Punto di partenza per lo studio di questo nuo-vo prototipo di macchina eolica stata la volont di ridurne drasticamente limpattoambientale, una delle questioni pi importanti legate alla sua diffusione sul territorio.Impatto visivo, rumorosit, difcolt di trasporto, assemblaggio e manutenzione sonooggi gli aspetti critici dei generatori eolici pi comuni, afitti dal loro stesso gigan -tismo.

    Lidea di una forte riduzione dimensionale dei generatori si sviluppata in parallelo aquella di un loro possibile posizionamento strategico non solo nelle grandi distese maanche nelle pieghe del paesaggio, nelle gole, negli anfratti, nei declivi, in t utti quei luo-ghi dove il vento si incanala e accel era. Questo per favorire una generazione continuatadi energia elettrica che sfrutti anche i venti bassi, quelli tangenti, le brezze pi lievi.

    Il generatore eolico progettato da RPBW ha solo due pale. Si tratta di una sempliceintuizione percettiva, quasi graca: rispetto alla normale tipologia tripala questa solu-zione, nei momenti di totale assenza di vento, riduce il suo segno nel paesaggio a unasottile linea verticale (le pale sono ferme e allineate alla torre). La struttura snella,leggera, trasparente, facile da assemblare: la torre in acciaio alta 20 m con un dia -metro di soli 35 cm; le pale in carbonio e policarbonato hanno un diametro di 16 m.Lenergia elettrica prodotta da tre generatori: due allineati lungo lasse principaledella navicella, il terzo (di minori dimensioni) nel mozzo del rotore di coda.

    Un prototipo attualmente in fase di collaudo.

    RPBW

    RPBW

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    24/45

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    25/45

    Architetture per la musica e per il silenzio

    Larchitettura un servizio, nel senso pi letterale del termine, unarte cheproduce cose che servono. Larchitettura ha il compito di mantenere lidentitdei luoghi e delle cose, e di non tradire le funzioni: non bisogna mai dimenti-care a cosa serve ledicio che si sta costruendo.

    Ma fare architettura anche larte di cercare lemozione nello spazio. Conlarchitettura si possono costruire spazi per la musica e spazi per il silenzio,

    per la meditazione. Il silenzio appartiene ai luoghi sacri ma anche un valorelaico, che corrisponde al bisogno di raccoglimento della nostra societ. Laconcentrazione poi la condizione fondamentale per comprendere lessenza

    degli spazi e delle opere darte.

    Tra le arti, la musica la pi immateriale e larchitettura la pi materiale.

    Se non si riesce a diventare bravi musicisti si pu sempre essere buoni costrut-tori di spazi per la musica, e in qualche modo fare il mestiere dei luitai, ma auna scala pi grande. C lidea di lavorare sullo spazio del suono e, contem-poraneamente, di cercare lo spazio attraverso il suono, e poi di disegnarlo. Chepoi anche un modo di rendere visibile ci che non materiale. un temaappassionante, sul quale ci siamo molto esercitati, a partire dalle esperienzesperimentali dellIRCAM di Parigi e dello spazio musicale per il Prometeodi Luigi Nono.

    Daltra parte tra architettura e musica esistono molte analogie. Ambedueutilizzano la tecnica in modo virtuoso, sono composte con meccanismi logicie strutturali analoghi. Hanno una costruzione precisa, che segue le leggi della

    matematica e della geometria, un impianto rigoroso da cui poi si pu, o forsesi deve, trasgredire. Ambedue sono fatte anche di vibrazioni e di colori.

    Spazio musicale per loperaPrometeo di L. NonoVenezia e Milano, Italia

    Niccol Paganini AuditoriumParma, Italia

    Chiesa di Padre PioS. Giovanni Rotondo (Foggia), Italia

    Parco della MusicaAuditorium

    Roma, Italia

    Monastre de Sainte Claireet Accueil de visiteurs

    Ronchamp, Francia

    Auditorium del ParcoLAquila, Italia

    Renzo Pianoda una conversazione raccolta da Anna Foppiano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    26/45

    Progettata per lopera Prometeo di Luigi Nono,questa grande struttura smontabile era un labora-

    torio acustico in cui stato possibile sperimentare larelazione intima e feconda che pu esistere tra archi-tettura e musica. Rovesciando il concetto e limpiantotradizionale della sala da concerti, questo strumentomusicale a grande scala era contemporaneamenteallestimento, platea, spazio per lorchestra e cassaarmonica.

    Spazio musicaleper lopera Prometeo di L.Nono

    Venezia e Milano, Italia

    1983 - 1984

    Nel 1983 Luigi Nono chiede a Renzo Piano di creare uno spazio per unopera allaquale stava lavorando da qualche anno: Prometeo, o la Tragedia dellascolto. Inrisposta alle sollecitazioni di Nono e della sua musica, la struttura progettata ride -nisce radicalmente limpostazione consolidata delle sale per la musica: qui la platea al centro (400 posti), i musicisti (80) si distribuiscono invece sui tre livelli di gallerieavvolgono lo spazio. La musica doveva interagire con il suo contenitore, provenendoda punti diversi. Questo si poteva ottenere con strumentazioni elettroniche ma anche,in diretta, con il movimento dei musicisti sui vari livelli della struttura, con scale epasserelle, e in mezzo al pubblico. In Prometeo la musica non viene proiettata al disopra della platea, come nei teatri dopera tradizionali, ma inonda lo spazio.

    Realizzata nel 1984 in occasione della prima esecuzione dellopera nella chiesa sconsa -crata di San Lorenzo a Venezia, come evento della XLI Biennale / Musica, la struttura stata in seguito smontata e poi ricostruita lanno successivo allinterno dellex fab -brica Ansaldo a Milano. Lidea iniziale era infatti quella di uno spazio musicale modi-cabile e itinerante. Ovviamente la sua rel azione con i diversi ambienti che lavrebberopotuto contenere era molto delicata dal punto di vista d ella sua resa acustica, e ancheper questo la struttura era modulare in modo da potere essere sintonizzata cur-vando, spostando o rimuovendo i pannelli lignei che contenevano lo spazio centrale.

    Per la struttura era stato scelto il legno, soprattutto per le sue propriet acustiche,ed erano state impiegate tecnologie simili a quelle delle costruzioni navali, inclusi i

    metodi specici di utilizzo del legno lamellare. Limmagine immediata quella di unagrande arca.

    Oltre a Lugi Nono e a Renzo Piano, nel Prometeo erano coinvolti anche ClaudioAbbado, per la direzione dellorchestra; Masssimo Cacciari, per la scrittura dei testi;ed Emilio Vedova che avrebbe dovuto realizzare proiezioni di immagini colorate, eche in seguito, per non interferire con la composizione musicale, aveva ridotto il suointervento a uno studio sulle variazioni di luce. La costruzione della scatola musicaledel Prometeo unesperienza estremamente importante per la comprensione dellerelazioni e delle analogie strutturali e compositive tra architettura e musica, proprioperch era uno spazio che nasceva per lopera e con lopera, ed era quindi parte erisultato dello stesso processo cr eativo.

    GianniBerengoGardin

    GianniBerengoGardin

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    27/45

    Parco della Musica Auditorium

    Roma Italia

    1994 - 2002

    Il Parco della Musica non solo il nuovo auditoriumdi Roma, che da decenni aspettava una sede stabile peri concerti dellAccademia Nazionale di Santa Cecilia. una vera citt per la musica, con tre sale diverse perdimensioni e caratteristiche acustiche, varie sale perprove e registrazioni, spazi per conferenze e per lo stu-dio. Lanteatro allaperto accentua la natura di luogopubblico di questo complesso culturale che rid vita aun grande vuoto urbano nel Quartiere Flaminio.

    Nel 1993 il Comune di Roma ha indetto un concorso a inviti per la realizzazione di uncomplesso multifunzionale per eventi musicali e culturali. Larea destinata al nuovoParco della Musica si trova tra il Villaggio Olimpico, lo Stadio Flaminio e i Parioli. Ilbando non richiedeva espressamente tre sale indipendenti. Questa soluzione stataproposta da Renzo Piano Building Workshop per garantire alla nuova struttura lamassima essibilit e la migliore acustica possibili. Racchiuse in involucri simili agrandi casse armoniche, le tre sale sono disposte simmetricamente lungo un emiciclo,una giacitura che si misurata con il ritrovamento, durante i primi scavi, dei resti diuna villa romana e con la successiva decisione di conservarli e inglobarli nellimpiantocomplessivo. Ne risultato un quarto spazio, al centro della composizione, diventatoin seguito un anteatro allaperto che conferisce allintero complesso una chiara di-mensione pubblica e urbana.

    I materiali di questa nuova architettura sono pochi e in continuit con il contesto ur-bano: travertino per le gradinate della cavea, il foyer e le zone di ingresso; mattone pertutte le superci verticali; piombo preossidato per i gusci delle tre sale. Negli interniil materiale principale il legno, scelto per le sue qualit acustiche, ma anche per laforte presenza visiva.

    La Sala Petrassi (750 posti) uno spazio totalmente essibile, un laboratorio per lostudio e lesecuzione di musica sperimentale: pavimento e softto sono mobili, e si puintervenire sulle propriet acustiche delle pareti.

    La Sala Sinopoli (1220 posti) ha un impianto tradizionale, a pianta rettangolare, maha un palcoscenico modicabile e un softto regolabile. adatta in particolare allamusica da camera e al balletto.La Sala Santa Cecilia (2800 posti) lauditorium per la musica sinfonica, per le grandiorchestre. Le sue dimensioni notevoli hanno richiesto unattentissima modulazionedello spazio interno, con studi acustici sosticati, simulazioni e prove analogiche inmodelli a grande scala. Il palcoscenico in posizione quasi centrale, con i posti a sederesistemati a quote diverse attorno allorchestra, una soluzione che ricorda quella ideatada Hans Scharoun per la Filarmonica di Berlino. Il controsoftto della sala for-mata da 26 gusci di ciliegio americano, ognuno con una supercie di circa 180 mq.Anche questo uno spazio disegnato con il suono, quasi impregnate dal suono, incui lascolto della musica pu essere un rituale intenso, partec ipato, e diventare cos unmomento condiviso di espressione artistica e trasmissione culturale.

    Ph.Mo

    renoMaggi

    Ph.

    MorenoMaggi

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    28/45

    La logica del costruire sul costruito richiede una lettu-ra attenta del tessuto delle nostre citt, anche per poter

    cogliere potenziali connessioni tra le architetture esis-tenti e un loro, alternativo, programma funzionale.Lex rafneria dello zucchericio Eridania era unascatola muraria vuota strutturalmente adatta, pervolume e dimensioni, a diventare unarmonica bote musique. Conservando i suoi muri come memoriatopograca, e con un esercizio di smaterializzazioneche ha cercato lequilibrio sottile tra trasparenza esuono, il progetto ha trasformato questa vecchia fab-brica dismessa in un nuovo Auditorium per la musicae ha riqualicato un grande vuoto urbano a poca dis-tanza dal centro di Parma.

    Niccol Paganini Auditorium

    Parma, Italia

    1994 - 2002

    La realizzazione dellAuditorium Paganini stata parte di un pi generale programmadi riordino e di rifunzionalizzazione di unarea occupata da fabbriche in via di dis-

    missione, subito a est del centro della citt. La presenza di un parco di alberi ad altofusto, completava un quadro urbano particolarmente adatto alla loro trasformazionein strutture di uso pubblico.

    Nellarea dellex Eridania, i lunghi muri paralleli delledicio della rafneria rappre-sentavano una persistenza di forte impatto visivo, e anche emotivo, come frammentidella memoria del luogo. Anche per questo stato deciso che la semplice e radicaleesposizione degli elementi strutturali essenziali della fabbrica le due facciate princi-pali, con la sequenza delle capriate metalliche potesse essere la via progettuale perla sua conversione in uno spazio per la musica. Operando quindi per riduzione sonostate eliminate le brevi pareti frontali e di fondo delledicio, e anche tutti i tramezziinterni. Unanaloga rimozione ha riguardato i volumi accessori, a eccezione di un edi-cio immediatamente adiacente che stato ristrutturato per ric avare una sala prove, icamerini e spazi di servizio allAuditorium.

    Il corpo vuoto della rafneria ha confermato di essere, volumetricamente e dimensio -nalmente, una perfetta bote musique con palco frontale. Rifatte le fondazioni,

    consolidati i muri longitudinali e ricostruita la copertura a capriate, al posto delle par-tizioni trasversali rimosse sono state installate tre vetrate acustiche a tutta altezza:due come nuove testate delledicio, da entrambi i lati e arretrate rispetto al lo dellacopertura; la terza come divisione intermedia, subito dopo lingresso a sud, per de -nire lampio e chiaro volume della biglietteria e del foyer su due livelli. La trasparenzadelle vetrate permette lunit spaziale e visiva di tutto il corpo di fabbrica, nella suaintera estensione di 90 metri.Sotto la grande copertura a falde, che sembra solo appoggiata sui due lunghi muriconservati, la sala da musica (780 posti) ha una platea le ggermente inclinata, un palcorialzato che funziona come cassa armonica naturale, e lo sfondo quieto e variabile delparco e dei suoi alberi. La qualit acustica naturale dello spazio afnata dalla pre -senza di superci curve di legno di ciliegio appese alle capriate, in corrispondenza delpalco; di deettori di vetro inseriti nelle testate trasparenti della sala e di pannelli dilistelli di legno posti alle spalle dellorchestra.

    Ph.

    EnricoCano

    Ph.

    EnricoCano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    29/45

    Chiesa di Padre Pio

    S. Giovanni Rotondo (Foggia), Italia

    1991 - 2004

    La chiesa di Padre Pio un luogo di culto e un grandespazio pubblico, unarchitettura di notevoli dimen-

    sioni, fortemente connotata, che deliberatamente ri-nuncia alla monumentalit p er trasmettere invece unchiaro senso di accoglienza. Due idee fondamentalisono alla base del progetto: luso della pietra come ma-teriale da costruzione unitario, fortemente espressivodellappartenenza al contesto, e la visione della chiesacome casa aperta. Linvaso del sagrato che sembracondurre naturalmente allinterno dellaula liturgica,le ali protese in avanti della struttura di copertura e lagrande vetrata del fronte, con la narrazione delle telecolorate dellApocalisse, comunicano un messaggioimmediato di inclusione comunitaria.

    Il crescente usso di pellegrini che ogni anno arrivano a San Giovanni Rotondo richie-deva la costruzione di una nuova chiesa, con un percorso di avvicinamento e un grandespazio aperto per accogliere ed organizzare le ondate di devozione popolare che perio-dicamente riempiono questa piana rialzata del Gargano, luogo sico della vita e poidella devozione di Padre Pio. Al di l delle grandi dimensioni, la nuova architettura,che si accosta al convento preesistente, sembra soprattutto creare uno spazio di pre -ghiera protetto, permeabile e comunitario, che si lascia individuare nel paesaggio conpochi segni evidenti e si affaccia in lontananza sul mare.

    La struttura ad archi della chiesa di blocchi chiari di pietra di Apricena. La scelta diun materiale unico, ripetuto, omogeneo, per tutte le parti di nuova costruzione statauna delle decisioni fondative del progetto. La consapevolezza di trovarsi in una zona arischio sismico si presto trasformata in un ulteriore stimolo nello studio di soluzioni

    strutturali innovative. Rigidit signica anche fragilit, mentre queste grandi strut -ture ad arco, grazie alle tecniche con cui i conci sono assemblati e precompressi, sonoin grado di dissipare energia per assorbire eventuali stress sismici.

    I 22 archi portanti disposti su due le (interna ed esterna) con andamento radiale apartire dallaltare, con dimensioni decrescenti e con un ritmo che progressivamente si

    fa pi serrato sostengono la struttura secondaria in legno della copertura a faldonisovrapposti, appoggiata su coppie di puntoni dacciaio. Anche questa distanza, questogalleggiamento del softto al di sopra dello spazio, partecipa al principio generale diautonomia strutturale delle parti, per cui in caso di eventi sismici i vari frammentidi questa architettura possono muoversi indipendentemente, aumentando il loro gra-do di resistenza.

    Le superci curve della copertura, seguendo landamento a spirale della struttura, siappoggiano con leggerezza una sullaltra, permettendo alla luce di ltrare nello spaziointerno. Come nelle chiese e nei dipinti seicenteschi, una lama di luce colpisce invecedirettamente laltare, centro della celebrazione liturgica.

    MichelDenanc

    MichelDenanc

    MichelDenanc

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    30/45

    Monastre de Sainte Claireet Accueil de visiteurs

    Ronchamp, Francia

    2006 - 2011

    La Cappella di Notre Dame du Haut a Ronchamp di

    Le Corbusier una delle opere di architettura pi si-gnicative del XX secolo. Da anni ormai meta tra lepi frequentate del turismo culturale internazionale,nel suo sito si era reso necessario un intervento che,soprattutto, ricreasse lintensa dimensione di reli-giosit e raccoglimento contenuta nel progetto di LeCorbusier. In un piano pi ampio di riqualicazione,lAssociation uvre Notre Dame du Haut ha incari-cato Renzo Piano Building Workshop di progettareun Monastero per le Suore Clarisse e un nuovo piccoloedicio per accogliere i visitatori, la Porterie. Ade-rente alla topograa del luogo, la nuova costruzione unarchitettura protetta, e risolta nei suoi spazi in-terni, con grandi vetrate che inquadrano il bosco e lasua luce.

    Chiamato a Ronchamp per ricostruire una piccola chiesa mariana medievale, oggettodi devozione popolare e distrutta dai bombardamenti nel 1944, Le Corbusier sale pivolte sulla collina di Bourlmont, a prendere coscienza del suolo e degli orizzonti.La Cappella di Notre Dame du Haut (1950-1955) sar uno dei suoi progetti pi intensie inattesi, unopera forte e chiara, che porta in s un profondo senso di introspezionee di religiosit. Sono proprio questi caratteri di silenziosit e anche di una generaleattenzione allacustica del paesaggio a ispirare il progetto per il piccolo Monasterodi Suore Clarisse che RPBW ha realizzato sul pendio della collina, immediatamenteaperto sul bosco e invisibile dalla Cappella lecorbusieriana, con la quale instaura unrapporto di prossimit spirituale e mai di intromissione sica. Il nuovo Monastero tras-forma il sito in un luogo permanentemente abitato, e questo contribuisce fortementealla sua riqualicazione insieme agli altri interventi realizzati per ladeguamento dellestrutture di accoglienza e per un generale riassetto paesaggistico.

    Il Monastero una struttura contenuta, di cemento chiaro, rispettosa delle visuali e

    inserita con cura nella roccia rossa di Bourlmont. composto da una sequenza dicelle con spazi comuni e per il lavoro, a cui si aggiunge un analogo volume lineare cheospita la Foresteria. Il complesso ha anche un piccolo Oratorio, autonomo ma simileper la semplicit dellimpianto strutturale. Il tetto una supercie piana vegetale dacui sporgono solo esili tettoie di zinco che proteggono le vetrate delle celle.Il disegno generale si basa sulla ripetizione del modulo delle celle (2,70x2,70x2,70 m),adottato per un principio di razionalit costruttiva ma anche perch lavorare a par -tire dalla dimensione minima ha qui un senso particolare in riferimento allo spiritocomunitario, discreto e fattivo, delle Suore Clarisse. Tutti gli spazi sono ipogei. Ognicella ha, in corrispondenza dellaffaccio sud-ovest, una serra che un piccolo giardinodinverno aperto sulla foresta di acacie e di castagni. Lunitariet e la coerenza visivadegli spazi deriva anche dalluso ricorrente di un s olo materiale, il cemento a vista.Negli interni si accende a volte in campiture di colore, ed accompagnato dalla pre -senza del legno degli arredi, e del vetro e dellalluminio delle vetrate-serre. Alla qualitspaziale di tutti gli ambienti, e al senso generale di introspezione e quiete, contribuiscela presenza diffusa e immateriale del silenzio e della luce.

    MichelDenanc

    GeorgesEngel

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    31/45

    Auditorium del Parco

    LAquila, Italia

    2010 - 2012

    LAuditorium realizzato allAquila sostituisce tem-poraneamente la sala da concerti nel Castello Spa-

    gnolo, gravemente lesionato dal terremoto del 2009.Composta da tre volumi cubici, una struttura es-senziale che sperimenta lefcacia, anche espressiva,delle forme generate dalla pura forza della necessit.Unarchitettura di grande valenza simbolica, nelle pa-role di Claudio Abbado, il primo ad avere intuito cheil difcile percorso di ritorno alla normalit della cittdopo il sisma poteva iniziare anche dalla costruzionedi un luogo per proteggere le sue tradizioni musicali.

    Il terremoto del 2009 ha privato LAquila delle sue tante sale da concerto, in buonaparte non agibili. Unulteriore grave perdita per la vita culturale di questa citt, cheha consolidate passioni musicali. Da qui lidea di costruire una nuova sala temporaneain unarea centrale ma esterna alla zona rossa, quindi facilmente raggiungibile esoprattutto prossima al Castello Spagnolo, in modo da mantenere viva la consuetu-dine di frequentazione di questo luogo.

    LAuditorium un insieme di volumi puri 3 cubi in posizione apparentemente ca -suale, instabile, quasi un lancio di dadi in cui si trovano rispettivamente la sala daconcerti (238 posti), il foyer e i camerini. La scomposizione del programma funzionalee dei ussi in strutture semplici accostate e connesse ha portato alla realizzazione diqueste scatole di legno collegate da passerelle. La scelta del legno motivata innan -zitutto dalle sue propriet acustiche, ma anche da fattori strettamente contestuali

    come le sue caratteristiche antisismiche e un elevato grado di prefabbricazione, che hapermesso un processo di costruzione molto veloce e poco invadente. La realizzazionedellAuditorium stata anche un cantiere didattico nellidea di trasmissione sulcampo del mestiere promossa dallo studio e dalla Fondazione per un gruppo di stu-denti delle Facolt di Ingegneria dellAquila e di Trento. Il loro coinvolgimento direttoera previsto nel bando di gara per lassegnazione dei lavori, una procedura inedita inEuropa.

    La disposizione apparentemente casuale dei volumi ha in realt delle regole interne.

    La loro reciproca distanza deve consentire un agevole usso del pubblico e dei musicistidurante i concerti; linclinazione del cubo di maggiori dimensioni (il lato di 18,50m), che contiene la sala da musica, determinata da quella delle due platee gradonatecontrapposte. I tre cubi sono involucri avvolgenti, tutte le loro facce sono rivestitein larice, con variazioni cromatiche che dipendono dallapplicazione di uno specicocode couleur: ogni colore corrisponde in modo univoco a una precisa dimensionedelle diverse doghe di larice.

    Questa architettura per la musica, nella sua compattezza volumetrica, vuole con lasua presenza fare citt, essere un magnete di vita collettiva. Lo spazio aperto in-torno allAuditorium pu essere attrezzato per spettacoli allaperto, le facce dei cubidiventare grandi schermi di proiezione.LAuditorium stato inaugurato nellottobre 2012 con un concerto dellOrchestraMozart di Claudio Abbado, primo ispiratore della sua costruzione.

    MarcoCaselli_Nirmal

    Mar

    coCaselli_Nirmal

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    32/45

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    33/45

    Luoghi di cultura, spazi per larte

    Nella nostra societ la cultura e larte sono forze trainanti, che penetrano eincidono le coscienze, accendono una luce speciale negli occhi della gente. Cquesta idea potente che larte riesce a cambiare il mondo, una persona pervolta. Nello stesso tempo non bisogna mai dimenticare che la cultura, e anco-ra di pi la bellezza, sono concetti fragili che rischiano di svanire nel momentostesso in cui si evocano.

    E se larte, anche attraverso la bellezza, pu rendere le persone migliori, gliedici per larte i musei, ma anche gli spazi per la musica, le biblioteche, icentri culturali possono trasformare le citt in luoghi pi interessanti, picivili, pi vivi. Questi edici sono dei fertilizzanti per la citt, che trae la suaenergia proprio dal coesistere, nei suoi luoghi pubblici, di funzioni e di attivitdiverse, di iniziative spontanee di confronto e di scambio.

    Quasi sempre i musei hanno committenti appassionati, visionari, persone concui condividere lavventura di progetti impegnativi e di cantieri spesso com-plessi. Dal dialogo con i curatori si sviluppa e prende forma lallestimento elinvenzione degli spazi espositivi, dei dispositivi di visione e di controllo dellaluce.

    La cultura e larte non devono essere appannaggio di unlite. Beaubourg stato anche un gesto provocatorio, la creazione di una grande architettura ascala urbana in grado di aumentare la supercie di contatto tra unistitu-zione culturale e la gente, di sostituire un ambiente dinamico e aperto di pro-duzione artistica allimmobilit intimidente dei musei tradizionali.

    Ma il museo anche lo spazio della lunga durata, della permanenza: sospendelopera darte in una dimensione atemporale, quanto di pi lontano si possaimmaginare dal concetto di efmero. Un luogo protetto in cui larte conser-vata e resa disponibile allo studio del presente e ai pensieri del futuro.

    California Academy of SciencesSan Francisco (CA), USA

    Centre Georges PompidouParigi, Francia

    Astrup Fearnley Museumof Modern ArtOslo, Norvegia

    Beyeler Foundation MuseumRiehen (Basilea), Svizzera

    Kimbell Art MuseumExpansion

    Fort Worth (TX), USA

    Jean-Marie TjibaouCultural Center

    Nouma, Nuova Caledonia

    The Art Institute of ChicagoThe Modern Wing

    Chicago (IL), USA

    The Menil CollectionHouston (TX), USA

    Miracle MileLos Angeles (CA), USA

    Morgan LibraryRistrutturazione e ampliamento

    New York (NY), USA

    Renzo Pianoda una conversazione raccolta da Anna Foppiano

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    34/45

    Centre Georges Pompidou

    Parigi, Francia

    1971 1977

    Diventato presto una delle architetture pi emblema-tiche di Parigi, il Centre national dart et de culture

    Georges-Pompidou (Centre Pompidou, o Beaubourg) una grande istituzione multidisciplinare, una fab-brica di cultura che conserva ed espone importanticollezioni darte moderna, un luogo aperto di rielabo-razione transdisciplinare dei linguaggi della contem-poraneit arte, design, letteratura, musica e cinema.Unastronave di vetro, acciaio e tubi colorati appro-data inaspettatamente nel cuore della citt, in cui inpoco tempo si fortemente radicata.

    Beaubourg il risultato di un concorso vinto nel 1971 da Renzo Piano e RichardRogers, in seguito a una felice intuizione di politica culturale del presidente franceseGeorges Pompidou. Il sito Plateau Beaubourg unarea di due ettari nel Marais,in una delle zone pi dense del centro storico di Parigi. Ledicio occupa solo metdello spazio previsto dal bando di concorso per sua la costruzione. Laltra met, perscelta progettuale, diventato una grande piazza pubblica il parvis leggermenteinclinata verso il fronte dingresso delledicio.

    La costruzione su 10 livelli (7 fuori ter ra, 3 interrati) ha st ruttura dacciaio. Granditravi reticolari lunghe 48 m coprono lintera campata e, alle estremit, sono connesseai pilastri con delle gerberette di acciaio pressofuso. Questo sistema strutturalepotente e molto evidente non necessita di supporti intermedi, il che ha permesso larealizzazione di grandi open space di 50x170m allestibili e attrezzabili con totale es -sibilit. La libert nelluso dello spazio ulteriormente aumentata dal fatto che anchei ussi di circolazione e tutti gli impianti sono posti sul perimetro esterno delledicio.Gli ascensori sono esterni alla facciata sul parvis, e cos le scale mobili, che si muo-vono allinterno di grandi tubi trasparenti, come un chenille (un bruco). Impianti eservizi si trovano invece sul fronte est, Rue Beaubourg, e, in base alla tipologia, hannoun differente code couleur (blu per laria, verde per lacqua, giallo per lelettricit erosso per la circolazione verticale).

    Contraddicendo deliberatamente lidea acquisita delle istituzioni come luoghi austeri e

    impenetrabili, il Centre Pompidou trasparente, visivamente e funzionalmente. unedicio accogliente e immediatamente comprensibile nella sua struttura.Oltre al grande Foyer o Forum pubblico dingresso, alle gallerie espositive dei livellisuperiori e alla Bibliothque publique dinformation (che occupa primo, secondo e te-rzo livello) fanno parte del Centre Pompidou altre attivit situate in due edici intornoalla piazza: lIRCAM Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique elAtelier Brancusi.

    Nonostante il diffuso scetticismo iniziale sul progetto, la gente ha presto amato Beau -bourg che, dallinaugurazione nel 1977, ha avuto pi di 150 milioni di visitari. Questastraordinaria popolarit ha reso necessario un periodo di chiusura temporanea per

    lavori di restauro. Il Centre Pompidou ha riaperto al pubblico nel 2000.

    Arcaid,ph.

    Einzig,Richard

    FondazioneRenzoPiano,ph.

    Piano&Rogers

    FondazioneRenzoPiano,ph.

    BernardVincent

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    35/45

    The Menil Collection

    Houston (Texas), USA

    1982 - 1987

    Il museo nasce per accogliere la collezione di Domi-nique e John de Menil - pi di 10,000 opere di arte pri-

    mitiva e africana e arte moderna surrealista. Ledicio,oltre agli spazi dedicati alla galleria darte, include unlaboratorio per la fabbricazione di cornici e uno per lostudio ed il restauro delle opere darte. Il padiglione,che comprende 2,800 mq di gallerie e spazio pubblico, situato nel parco di un quartiere residenziale deglianni Venti, facendo proprie le proporzioni e i materialicostruttivi delle abitazioni circostanti.

    Molti degli edici che circondano la Menil Collection sono stati acquisiti come depositiper le opere darte e spazi di studio per la collez ione. Il museo stato progettato tenen-do conto dellintorno, creando una sorta di villaggio-museo. Su richiesta del cliente,Dominique de Menil, il museo ha assunto proporzioni domestiche, riprendendo l e lineepiane dei bungalow circostanti e ricreando i profondi portici che li caratterizzano. Il

    rivestimento di cipresso grigio riprende il colore di pittura grigio Menil di molte delleabitazioni circostanti.Il museo diviso in due aree. Al piano terra, le gallerie sono distribuite lungo unaspina centrale lunga 150 metri e affacciano su un giardino tropicale interno, fonte diulteriore luce. La linea del tetto spezzata dallunico volume al piano superiore latreasure house: uno spazio di archiviazione a clima controllato accessibile agli stu-diosi e ai conservatori.La luce naturale e lattenta conservazione delle opere darte sono i criteri che hannomaggiormente guidato lo sviluppo del progetto. Dominique de Menil desiderava chele opere fossero contemplate alla luce naturale, tenendo conto di tutte le mutevoligradazioni durante le giornate e le stagioni. Per questo sono stati effettuati accuratistudi sullangolo dellirraggiamento solare, sulla rifrazione multipla e sul ltraggio deiraggi ultravioletti. Importanti test sono stati fatti utilizzando unapposita macchinasolare costruita in collaborazione con Ove Arup & Partners.Per controllare e modulare sia la luce naturale che quella articiale, sono stati realiz-zati anche esperimenti con diversi materiali strutturali che hanno portato alla proget-tazione di un elemento curvo in ferro-cemento di 25 millimetri di spessore, nominato

    foglia.La foglia (di sezione 130x90 centimetri e profondit variabile) ripetuta 291 voltediventa la parte interna del sistema di copertura e la sua funzione principale di ltroper la luce. Ogni foglia sostenuta da una struttura reticolare in acciaio.Nelle gallerie sono visibili circa 200 opere alla volta. La collezione esposta a rota -zione, sia a causa del g ran numero delle opere sia per ragioni di conservazione.La Menil Collection ha aperto al pubblico nel 1987.

    Nel 1992 il Renzo Piano Building Workshop viene nuovamente incaricato da Domi-nique de Menil di progettare un padiglione indipendente dedicato al lavoro di CyTwombly. Posizionato tra i bungalow che circondano la Menil Collection, la Cy Twom-bly Gallery contiene al suo interno nove sale racchiuse da un rivestimento di blocchi dicemento grigio (lo stesso grigio Menil). Come nella galleria principale la copertura composta da una serie di layer al di sopra del tetto vetrato a spiovente, sotto il qualeun tessuto continuo diffonde la luce a una intensit di circa 300 lux.La Cy Twombly Gallery ha aperto al pubblico nel 1995.

    Fon

    dazioneRenzoPiano,ph.

    Hickey&RobertsonPhotography

    FondazioneRenzoPiano,ph.

    Hickey&RobertsonPhotography

  • 7/24/2019 Biennale Cappochin 2014_Brochure Mostra

    36/45

    Beyeler Foundation Museum

    Riehen (Basilea), Svizzera

    1991 - 2000

    Il museo della Fondazione Beyeler nasce su impulsodel mecenate e collezionista Ernst Beyeler per esporreal pubblico la straordinaria collezione darte. Il sito compreso nel parco della settecentesca Villa Berowerche, conservata allestremit del complesso, ospita gliufci del museo e il ristorante. Beyeler desiderava chele opere darte fossero illuminate dalla luce naturale eil museo immerso nel ve