BG ,iluoghidimenticati A secco Alberghifantasmaeruggine … di bergamo... · 2012. 2. 22. · con...

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Chiamateli pure cacciatori di fantasmi: hanno girato tutte le Orobie, macchina fotografi- ca e taccuino alla mano. L’obiettivo? Catturare entità si- nistre, che però sono tutto fuorché soprannaturali. Quelle che i nostri «ghostbuster» del- le vette hanno documentato so- no presenze concrete, pure troppo: alberghi spettrali con finestre rotte. Seggiovie rico- perte da ruggine. Carcasse di skilift. Cemento e ferraglia che ammorbano le nostre monta- gne. Il gruppo Mountain wilder- ness da una parte e Legambien- te Bergamo dall’altra hanno scovato e censito gli impianti abbandonati con un lavoro su tutto l’arco alpino. Verdetto? La Bergamasca è messa male: in base al report il caso di Val- canale di Ardesio è uno dei più gravi in Lombardia, sul monte Arera esistono vecchi catorci che sono un pugno allo stoma- co. A Valcava, lì dove la lecche- se Torre de’ Busi e Caprino Ber- gamasco stanno gomito a go- mito, spuntano dal bosco i pila- stri di una funivia datata addi- rittura 1928. Da ovest a est, si arriva al Passo San fermo: an- che lì, nelle foto, piattelli degli skilift penzolano in paesaggi lunari. Non è un bello spettacolo. Mirko Sotgiu, fotografo ligure con la passione per le vette, ha documentato il degrado in quota per conto di Mountain wilderness, associazione parte del coordinamento Orobie Vi- ve. E le Orobie le ha girate tut- te: «Arrivi e trovi panorami bu- colici. Poi spuntano i mostri: al- berghi transennati, cavi sospe- si, come lame. La Bergamasca è molto colpita perché negli an- ni ’70 e ’80 sono state costruite stazioni a bassa quota che poi hanno faticato a reggere. Im- pianti piccoli dove la neve sten- ta». Una concezione di turismo «nata — dice — irrimediabil- mente vecchia. Con questi ri- sultati». Le segnalazioni arriva- vano da enti e cittadini. Lo spiega Fabio Valentini, del di- rettivo di Mountain wilder- ness che è anche parte del coor- dinamento Orobie Vive: «Ab- biamo deciso di stilare un dos- sier (avviato nel 2007, è in con- tinuo aggiornamento, ndr): la Lombardia è stata la prima. Ab- biamo mappato venti stazioni dismesse». Bergamo e Sondrio hanno le situazioni più compli- cate. Ogni «mostro» è scheda- to con indici di degrado e fattibilità del recupero. Quat- tro aree su venti arrivano a sei stellette (il massimo) per gravi- tà, due sono orobiche: con l’Al- pe Campelli di Albosaggia (Val- tellina) e i piani di Artavaggio (Valsassina) la maglia nera va a Valcanale di Ardesio e plassa Arera di Oltre il Colle. Il caso di Valcanale è raccontato nella pa- gina accanto, sull’Arera «si tro- vano dal 2003 seggiovie e ski- lift in disuso, due condomini chiusi. E dire che il contesto na- turalistico è di pregio». A Valca- va i resti della funivia a quota 900 metri sono i più datati del- la regione: l’impianto era nato per far da supplenza a una stra- da, ha funzionato a singhiozzo fino al 1977. La gravità è stima- ta a livello tre, come al passo San Fermo fra Endine e Grone. «Era stato annunciato un recu- pero. Ma i tralicci, cavi e piat- telli sono ancora esposti alle in- temperie», afferma Fabio Cubi- to di Legambiente Bergamo. L’associazione ha valutato l’im- patto del climatico sulle stazio- ni: «Il versante sud delle Preal- pi — spiega — è quello più in difficoltà. Le nostre vette sono basse, la neve cala e anche gli impianti attuali faranno, e già fanno, i conti con questo. Solo Colere arriva a 2.500 metri. Bi- sogna tenerlo presente quan- do si ipotizzano progetti. E cer- ti comprensori». Più di quanto sia stato fatto in passato av- viando certe stazioni, che ades- so son qui da vedere. A.G. © RIPRODUZIONE RISERVATA Giorgio Fornoni, reporter prestato alla politica Prima i campioni. Poi il nulla Metri. Negli impianti a bassa quota manca neve. Valcava è a 900 metri Cacciatori di mostri Il report sulla Lombardia è stato redatto in collaborazione con il fotografo Mirko Sotgiu che a piedi ha attraversato tutte le Orobie. È stato stilato anche in base a segnalazioni di cittadini. Per Ardesio è anche nato un gruppo su Facebook che chiede «mettiamo fine al degrado» Valcanale è stata una delle stazioni orobiche più blasonate. Sulle piste nere si allenavano Lara Magoni, Gustav Thoeni e Fausto Radici (nella foto) che qui era di casa. Aperta nel ’72, ha chiuso nel ’97. Da allora è abbandonata Anche Legambiente studia la diffusione delle «ferite di cemento». Il versante sud delle Orobie è colpito perché, dicono gli ambientalisti, «la temperatura si alza, manca neve. Serve un ripensamento da parte di chi ipotizza nuovi comprensori» «Arrivato sul ghiaione, volevo piangere» Il dossier Gli autori Segnalazioni A secco di neve 900 Temperature Giorgio Fornoni con la sua telecamera ha documentato disastri come quello della marea nera. Golfo del Messico, ma non solo. «Ne ho viste tante (è una delle firme di Report di Milena Gabanelli, ndr). Mai mi sarei immaginato di avere le lacrime agli occhi per qualcosa che sta a un pugno di chilometri da casa...». E invece. Fornoni la situazione di Valcanale la conosce bene: ad Ardesio ci è nato, ad Ardesio è stato sindaco. Eletto nel 2009, ha scalzato il Carroccio che lì governava da 15 anni e guidato il Comune per un periodo breve prima di incappare in una crisi di coalizione. Ma sul caso dell’impianto fantasma si è buttato con tutte le forze. Oggi prosegue la battaglia il suo successore, Alberto Bigoni, al timone con la medesima lista civica. «Quello è un disastro — dice Fornoni senza mezzi termini —, c’è il dissesto. Non può esistere una cosa del genere in un luogo così bello». Il caso di Valcanale a più riprese è finito anche alla ribalta nazionale. «Ho fatto una verifica estiva. Mi son trovato sul ghiaione, in un posto devastato. C’erano pure asini dentro la sala del vecchio hotel, come fosse una stalla. Mi veniva da piangere». È andato in pressing: «Ho chiamato in causa la società proprietaria, ora in liquidazione. Abbiamo detto: o ripristinate o si espropria». I contatti sono ripresi, ma la strada è in salita: «Questo caso è stato sottovalutato. Chi ha governato prima di noi per anni non ha fatto Impianti sciistici abbandonati: Bergamasca maglia nera Il dossier sugli impianti sciistici abbandonati è stato stilato da Mountain wilderness, associazione che fa parte anche del coordinamento Orobie Vive. La mappatura in Lombardia è iniziata nel 2007. L’aggiornamento è continuo, coinvolge Alpi e Appennini Carta e penna per dire basta Montagna , i luoghi dimenticati Febbre alta sulle vette Alberghi fantasma e ruggine Le ferite al cuore delle Orobie Fallimento La mappa I ricercatori accusano «Idea di turismo nata vecchia. Strutture a bassa quota create e abbandonate in pochi anni» Degrado A destra, la partenza della seggiovia a Valcanale di Ardesio, in Valle Seriana. Impianti abbandonati anche in Valle Brembana Sul Monte Arera condomini chiusi e skilift in disuso A Valcava vecchi pilastri spuntano dal bosco Battagliero Giorgio Fornoni Alpinisti Per il dossier i fotografi hanno girato le Orobie (Foto Sotgiu) II Cronache Domenica 12 Febbraio 2012 Corriere della Sera BG

Transcript of BG ,iluoghidimenticati A secco Alberghifantasmaeruggine … di bergamo... · 2012. 2. 22. · con...

  • Chiamateli pure cacciatoridi fantasmi: hanno girato tuttele Orobie, macchina fotografi-ca e taccuino alla mano.L’obiettivo? Catturare entità si-nistre, che però sono tuttofuorché soprannaturali. Quelleche i nostri «ghostbuster» del-le vette hanno documentato so-no presenze concrete, puretroppo: alberghi spettrali confinestre rotte. Seggiovie rico-perte da ruggine. Carcasse diskilift. Cemento e ferraglia cheammorbano le nostre monta-gne.

    Il gruppo Mountain wilder-ness da una parte e Legambien-te Bergamo dall’altra hannoscovato e censito gli impiantiabbandonati con un lavoro sututto l’arco alpino. Verdetto?La Bergamasca è messa male:in base al report il caso di Val-canale di Ardesio è uno dei piùgravi in Lombardia, sul monteArera esistono vecchi catorciche sono un pugno allo stoma-co. A Valcava, lì dove la lecche-se Torre de’ Busi e Caprino Ber-gamasco stanno gomito a go-mito, spuntano dal bosco i pila-stri di una funivia datata addi-rittura 1928. Da ovest a est, siarriva al Passo San fermo: an-che lì, nelle foto, piattelli degliskilift penzolano in paesaggilunari.

    Non è un bello spettacolo.Mirko Sotgiu, fotografo ligurecon la passione per le vette, hadocumentato il degrado inquota per conto di Mountainwilderness, associazione partedel coordinamento Orobie Vi-ve. E le Orobie le ha girate tut-te: «Arrivi e trovi panorami bu-colici. Poi spuntano i mostri: al-berghi transennati, cavi sospe-si, come lame. La Bergamascaè molto colpita perché negli an-ni ’70 e ’80 sono state costruitestazioni a bassa quota che poihanno faticato a reggere. Im-pianti piccoli dove la neve sten-ta». Una concezione di turismo«nata — dice — irrimediabil-mente vecchia. Con questi ri-sultati». Le segnalazioni arriva-vano da enti e cittadini. Lospiega Fabio Valentini, del di-rettivo di Mountain wilder-ness che è anche parte del coor-dinamento Orobie Vive: «Ab-biamo deciso di stilare un dos-

    sier (avviato nel 2007, è in con-tinuo aggiornamento, ndr): laLombardia è stata la prima. Ab-biamo mappato venti stazionidismesse». Bergamo e Sondriohanno le situazioni più compli-

    cate. Ogni «mostro» è scheda-to con indici di degrado efattibilità del recupero. Quat-tro aree su venti arrivano a seistellette (il massimo) per gravi-tà, due sono orobiche: con l’Al-

    pe Campelli di Albosaggia (Val-tellina) e i piani di Artavaggio(Valsassina) la maglia nera vaa Valcanale di Ardesio e plassaArera di Oltre il Colle. Il caso diValcanale è raccontato nella pa-gina accanto, sull’Arera «si tro-vano dal 2003 seggiovie e ski-lift in disuso, due condominichiusi. E dire che il contesto na-turalistico è di pregio». A Valca-va i resti della funivia a quota900 metri sono i più datati del-la regione: l’impianto era natoper far da supplenza a una stra-da, ha funzionato a singhiozzofino al 1977. La gravità è stima-ta a livello tre, come al passoSan Fermo fra Endine e Grone.«Era stato annunciato un recu-pero. Ma i tralicci, cavi e piat-telli sono ancora esposti alle in-temperie», afferma Fabio Cubi-to di Legambiente Bergamo.L’associazione ha valutato l’im-patto del climatico sulle stazio-ni: «Il versante sud delle Preal-pi — spiega — è quello più indifficoltà. Le nostre vette sonobasse, la neve cala e anche gliimpianti attuali faranno, e giàfanno, i conti con questo. SoloColere arriva a 2.500 metri. Bi-sogna tenerlo presente quan-do si ipotizzano progetti. E cer-ti comprensori». Più di quantosia stato fatto in passato av-viando certe stazioni, che ades-so son qui da vedere.

    A.G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Giorgio Fornoni, reporter prestato alla politica

    Prima i campioni. Poi il nulla

    Metri. Negli impianti a bassa quotamanca neve. Valcava è a 900 metri

    Cacciatoridi mostri

    Il report sulla Lombardia è statoredatto in collaborazione con ilfotografo Mirko Sotgiu chea piedi ha attraversato tutte leOrobie. È stato stilato anche inbase a segnalazioni di cittadini.Per Ardesio è anche nato ungruppo su Facebook che chiede«mettiamo fine al degrado»

    Valcanale è stata una delle stazioni orobichepiù blasonate. Sulle piste nere si allenavanoLara Magoni, Gustav Thoeni e Fausto Radici

    (nella foto) che qui era di casa.Aperta nel ’72, ha chiuso nel ’97.

    Da allora è abbandonata

    Anche Legambiente studia ladiffusione delle «ferite dicemento». Il versante sud delleOrobie è colpito perché, diconogli ambientalisti, «latemperatura si alza, mancaneve. Serve un ripensamentoda parte di chi ipotizza nuovicomprensori»

    «Arrivato sul ghiaione, volevo piangere»

    Il dossier

    Gli autori

    Segnalazioni

    A seccodi neve 900

    Temperature

    Giorgio Fornoni con la sua telecameraha documentato disastri come quellodella marea nera. Golfo del Messico,ma non solo. «Ne ho viste tante (è unadelle firme di Report di MilenaGabanelli, ndr). Mai mi sareiimmaginato di avere le lacrime agliocchi per qualcosa che sta a un pugnodi chilometri da casa...». E invece.Fornoni la situazione di Valcanale laconosce bene: ad Ardesio ci è nato, adArdesio è stato sindaco. Eletto nel2009, ha scalzato il Carroccio che lì

    governava da 15 anni e guidato ilComune per un periodo breve primadi incappare in una crisi di coalizione.Ma sul caso dell’impianto fantasma siè buttato con tutte le forze. Oggiprosegue la battaglia il suo successore,Alberto Bigoni, al timone con lamedesima lista civica. «Quello è undisastro — dice Fornoni senza mezzitermini —, c’è il dissesto. Non puòesistere una cosa del genere in unluogo così bello». Il caso di Valcanale apiù riprese è finito anche alla ribalta

    nazionale. «Ho fatto una verificaestiva. Mi son trovato sul ghiaione, inun posto devastato. C’erano pure asinidentro la sala del vecchio hotel, comefosse una stalla. Mi veniva dapiangere». È andato in pressing: «Hochiamato in causa la societàproprietaria, ora in liquidazione.Abbiamo detto: o ripristinate o siespropria». I contatti sono ripresi, mala strada è in salita: «Questo caso èstato sottovalutato. Chi ha governatoprima di noi per anni non ha fatto

    Impianti sciistici abbandonati: Bergamasca maglia nera

    Il dossier sugli impianti sciisticiabbandonati è stato stilato daMountain wilderness,associazione che fa parte anchedel coordinamento Orobie Vive.La mappatura in Lombardia èiniziata nel 2007.L’aggiornamento è continuo,coinvolge Alpi e Appennini

    Carta e pennaper dire basta

    Montagna, i luoghi dimenticati

    Febbre altasulle vette

    Alberghi fantasma e ruggineLe ferite al cuore delle Orobie

    FallimentoLa mappaI ricercatori accusano«Idea di turismonata vecchia.Strutture a bassa quotacreate e abbandonatein pochi anni»

    DegradoA destra,la partenzadellaseggioviaa Valcanaledi Ardesio,in ValleSeriana.Impiantiabbandonatianchein ValleBrembana

    Sul Monte Areracondomini chiusie skilift in disusoA Valcavavecchi pilastrispuntano dal bosco

    Battagliero Giorgio Fornoni

    Alpinisti Per il dossier i fotografi hanno girato le Orobie (Foto Sotgiu)

    II Cronache Domenica 12 Febbraio 2012 Corriere della SeraBG

  • ARDESIO - C’era una voltal’albergo Sempreneve. C’era ec’è ancora. Ma il nome è l’unicacosa da favola che resta all’ho-tel, ridotto com’è a una catte-drale nel deserto (anzi, nel ghia-ione). È chiuso da 15 anni e iladri hanno portato via tutto:serramenti, caloriferi, le travidei balconi. Vetri rotti e brucia-ture sono segno dei vandali.

    La struttura dove negli anni’80 arrivavano i campioni del-lo sci è un fantasma sul tettodella Val Seriana. Una situazio-ne «che non si può più tollera-re — dice il sindaco di ArdesioAlberto Bigoni —. Anche ilCai, con Silvio Calvi, ha proto-collato in municipio un docu-mento in cui si chiedono rispo-ste». Nella missiva si parla in-fatti di «spettacolo negativo

    sopra ogni immaginazione, de-solante». Sullo sfondo, però,sembra esserci uno spiraglio:sono ripresi i contatti con laproprietà (la Valcanale Spa,ora in liquidazione) e la stazio-ne potrebbe essere (finalmen-te) smantellata, lasciando po-sto a un piccolo polo dedicatoallo scialpinismo. «Sarebbe unpiano ecocompatibile, non inconflitto con l’eventuale com-prensorio sciistico che si pro-

    getta in valle. Speriamo —chiosa il sindaco — che si con-cretizzino idee illustrate a vo-ce: in Comune per ora non ab-biamo visto nulla».

    Nel frattempo resta lo sface-lo. Eccoci: alla vecchia stazionesciistica si arriva a piedi. In lon-tananza, qualche scricchiolio.«È la ghiaia che scivola», diceBigoni. La ghiaia. I sassi. Il tor-rente Acqualina che rischia diintasarsi. La faccenda allarmal’amministrazione per due mo-tivi. Uno: la stazione è una feri-ta di cemento. Due: «L’abban-dono porta con sé il dissesto».E per dire basta è nato ancheun gruppo su facebook.

    La stazione è stata aperta nel1972 e negli anni ’80 ha vistoqualcosa come 1.500 presenzeal giorno. Poi il calo della neve,questioni logistiche. E la chiu-sura. Ora il problema è anchein quota. Nella lettera deposita-ta in municipio si parla del pon-te creato per allargare la pista:«Un balcone a sbalzo che ormaipenzola nel vuoto». Poi si se-gnalano (con foto) alcune «la-stre di eternit» e «avanzi di ma-teriale plastico che affiorano invari punti». Brutte cose. Vicinoall’hotel c’era un negozio di sci:scarponi rotti, vetri. Un gattodelle nevi fra le sterpaglie. Tut-to sotto gli occhi degli escursio-nisti che ancora oggi arrivanoqui. Bigoni prosegue l’operadel suo predecessore, il sinda-co-reporter Giorgio Fornoniche nel 2009 aveva risollevatoil caso: «Siamo disposti ad at-tendere ancora un paio di me-si, poi...». Poi? «Metteremo incampo ogni azione in nostropotere».

    Dalla società, il liquidatoreMaurizio Ghilardini parla di«disponibilità» ma precisa:«Nel 2010 eravamo a un passodall’accordo, poi c’è stata unacrisi di maggioranza (la GiuntaFornoni è caduta quell’anno,ndr). In quota, non possiamocontrollare i vandali e i ladri.Dissesto? Evitiamo gli allarmi-smi, il Comune ci avrebbe giàdenunciato. L’attenzione c’è, ildialogo anche. Il tema va di-scusso con tutti i soci, e lo stia-mo facendo». Il primo obietti-vo è la bonifica. Vedremo.

    Anna Gandolfi© RIPRODUZIONE RISERVATA

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    nulla». La Lega ribatte con YvanCaccia, già sindaco e neoelettopresidente del Parco delle Orobie:«Fare ordinanze di ripristino non èfacile, rischi contenziosi. Lo sa purel’amministrazione attuale. Valcanale èun problema complicato». Dapresidente del parco farà qualcosa permettere fine al degrado, qui e altrove?«Al parco spettano strumenti diverifica urbanistica, controllo epromozione — dice Caccia —.Nell’ambito della promozione sipossono organizzare tavoli fra Comunie privati per sanare queste ferite,anche perché servono finanziamenti».

    A.G.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Area chiusa da 15 anniCai e Comune: desolanteTam tam su FacebookTrattativa per il rilancioLa proprietà: sì al dialogo

    La storia

    Milioni. Bonificare la zona di Valcanalesecondo il Comune costa 500 mila euro

    Turisti. Negli anni ’80 a Valcanalesciavano fino a 1.500 persone al giorno

    Milioni. Il numero di metri quadrisu cui si estende l’ex area sciistica

    Valcanale, scempi da cartolina«Anche l’eternit. Ora basta»

    La denuncia

    Quei sognisvaniti nel nulla

    ReportIl degradoa Valcanale,dal gattodelle nevi allefinestredivelte,allaseggiovia,negli scattidel sindacodi Ardesio(Foto A.Bigoni)

    Il commento

    SEGUE DALLA PRIMA

    Le tendenze climatichehanno ormai decretato lafine delle stazioni i cuicomprensori non sisviluppino sopra i duemilametri. Ma dietro gliecomostri dello sci c'èqualcosa di più allarmante:c'è la crisi delle piccolestazioni sciistiche. Benchél'ecologia cominciasse ametterci in guardia,nell'entusiasmo degli anniSettanta si credeva ancoranel mito di uno sviluppoillimitato. Anche lo sci era inpiena espansione e ognilocalità di montagna volevail suo skilift. Il prezzo pagatodella cementificazioneimmobiliare parevaaccettabile o inevitabile.Peccato che, tirato su allabuona un albergo e unasciovia, ci si dimenticasse ditutte le altre strutture chepossono trasformare unremoto villaggio alpino inuna stazione sciistica. Poi èarrivato il disinganno. Nelbreve volgere di alcunestagioni le località di sciamericane si sono ridotte aun terzo, anticipando undestino ineluttabile ancheper noi. Ecco perché irottami sciistici sonodestinati, non a diminuire, amoltiplicarsi. Lo sci noncresce, ma ogni anno igrandi comprensoriregistrano incrementi dellaloro clientela. Cosa succede?Gli sciatori preferiscono lelocalità più famose. La caritàdi patria negli sportinvernali non sembra valere.Cosa possono fare le piccolestazioni? Tenere duro,reinventarsi, differenziarel'offerta, trovare la loronicchia. Mentre quei ruderidovrebbero ammonire chisogna progetti senzasperanza, né futuro.

    Franco Brevini© RIPRODUZIONE RISERVATA

    IIICronacheCorriere della Sera Domenica 12 Febbraio 2012 BG

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