Bamboo for Emergency

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Bamboo for Emergency, Turin, 2010

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Il bambù: una risorsa sostenibile

IL BAMBU’: PIANTA E USI

La pianta del bambù è la maggiore come dimensioni tra le piante erbacee. Appartiene infatti alla famiglia delle Graminacee (Poaceae), sottofamiglia (Bambusoideae), alla quale attualmente si riconducono 1250 specie all’interno di 75 generi diversi. La sottofamiglia Bambusoideae si divide in due grandi gruppi: i bambù erbacei, usualmente con culmi teneri, e i bambù legnosi , spesso detti semplicemente bambù. Il secondo gruppo forma la tribù delle Bambuseae, dai culmi consistenti, spesso cavi e divisi da setti detti diaframmi. Questi ramificano ai nodi e si riproducono tramite la crescita dei rizomi, che danno vita a nuovi e durevoli culmi. Fioriscono a intervalli regolari che vanno dai 30 ai 100 anni, in modo gregario, ossia in contemporanea da parte di piante della stessa specie in zone differenti del mondo, dopodichè nella maggior parte dei casi producono semi e muoiono.I principali pregi sono costuituiti da: una rapida crescita (fino ad un metro al giorno); un elevato accumulo di CO2 (40 volte maggiore

classificazione 01

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rizoma, culmo e rami

caratteristiche fisiche e meccaniche

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bambù nel mondo e in italia

In molte aree del mondo il bambù costituisce parte integrante del territorio con estensioni considerevoli di boschi di soli bambù o mischiato con altre specie. Soprattutto nel sud est asiatico, ma anche in America Latina il bambù è talmente inserito nel territorio da diventare un elemento integrante della stessa cultura locale che si è evoluta anche grazie al suo utilizzo. Si pensi che ogni giorno quasi la metà della popolazione mondiale utilizza il bambù in una delle sue innumerevoli forme: come cibo, alloggio, strutture, foraggio per animali, utensili di ogni tipo.L’area di maggior diffusione è compresa nella fascia tropicale e subtropicale in Asia, America Latina e Africa. Numerose sono però anche le specie che crescono in aree a clima temperato come la Cina, il Giappone, la catena Himalayana, l’Europa e il Nord America. Negli ultimi anni, anche in Italia l’attenzione per questa straordinaria “erba gigante” è notevolmente cresciuta e sono comparse alcune piccole piantagioni. Sono aumentate le importazioni dall’Oriente di canne di bambù per gli usi più svariati e molti vivai italiani hanno così iniziato la coltivazione di bambù, con ottimi risultati.

rispetto alle conifere); una buona lavorabilità; leggerezza; ottime proprietà meccaniche.I suoi difetti invece sono sintetizzabili in: una durabilità limitata, per cui si rendono necessarie precauzioni e trattamenti; elevata attaccabilità da insetti e funghi; irregolarità dei culmi (legata alla ovvia matrice naturale).

A livello strutturale i bambù sono composti essenzialmente da tre parti: il sistema sotterraneo di rizomi, il culmo (canna), ed i rami. Queste parti sono tutte formate secondo uno stesso sistema di serie alternate di nodi e internodi. Con la crescita della pianta gli internodi si allungano fino a raggiungere la massima estensione che manterranno per tutto il corso della loro vita.Il rizoma costituisce la struttura sotterranea del bambù. La sua funzione è quella di supporto, colonizzazione di nuovo territorio e trasferimento dell’energia vitale; si sviluppa formando un reticolo sotterraneo estremamente compatto e stabile. I rizomi simpodiali sono incurvati verso l’alto corti e tozzi, e caratterizzati da brevissimi internodi, che hanno gemme opposte ad ogni giunto e che possono svilupparsi in culmi,restare inattive o trasformarsi, a loro volta, in altri rizomi; possono essere facilmente individuati in quanto presentano culmi che crescono molto ravvicinati tra loro dando origine a grandi e fitti cespugli. Il rizoma dei bambù monopodiali, invece, può essere paragonato ad un cordone ombelicale, poiché si presenta come un cavo strisciante orizzontalmente nel terreno che tiene agganciati saldamente a sé i culmi che, in superficie, sono distanti tra loro. Ad ogni internodo del rizoma di potrà sviluppare nuova crescita orizzontale, oppure in verticale con lo sviluppo di un culmo.Il culmo si divide in tre parti: fusto, base e petiolo. Il fusto è la parte che fuoriesce dal terreno, è dritta e di forma cilindrica con nodi e internodi. I nodi sono importanti centri di crescita; le radici ed i rami crescono esclusivamente da essi. Il nuovo germoglio che emerge dal terreno ha già il diametro uguale a quello che manterrà il culmo maturo. La base del fusto si estende fino nel suolo per connettersi al sistema di radici. Il petiolo è l’ultima parte del culmo e consiste in decine di piccole sezioni il cui diametro diminuisce man mano che si arriva alla fine del fusto. Nella maggior parte dei casi i rami si sviluppano solo quando il culmo ha raggiunto la sua altezza massima.

monopodiale

simpodiale

Il bambù è costituito per il 50-70% da emicellulosa, per il 30% di pentosani e per il 20-25% di lignina. Il 90% di emicellulosa è costituita da xilano5 con una struttura intermedia tra xilano di legno duro e di legno morbido. La lignina presente nel bambù è unica ed è sottoposta a cambiamenti durante la crescita del culmo. Il bambù è ricco di silice (0,5-4%), la maggiorparte di essa si trova nei fogli dell’epidermide esterna, mentre nel resto del culmo tale elemento è assente. Il bambù inoltre ha una piccola quantità di resina, schiume e tannino.Nessuno di questi elementi ha comunque abbastanza tossicità da intaccare la durabilità naturale del materiale. Tuttavia la presenza di grandi quantità di amido all’interno del culmo fa del bambù un materiale molto suscettibile all’attacco di funghi e di tignole. La durabilità naturale del bambù è molto bassa e dipende dalla specie, dalle condizioni naturali e dal tipo di uso che del bambù si fa. Se utilizzato in ambienti coperti, non trattato può resistere al massimo 4-7 anni. In circostanze favorevoli, capriate e travetti in bambù possono resistere fino a 10-15 anni. Le proprietà meccaniche del bambù cambiano da specie in specie; una cosa molto importante da sapere è che il bambù è un materiale anisotropo, il suo comportamento quindi varia al variare del modo in cui è sollecitato. Il bambù possiede infatti una resistenza diversa a compressione e a trazione, inoltre varia anche il modulo di elasticità in base a come viene caricato.

PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO_- MAURICIO CARDENAS LAVERDE, Il bambù come materiale da costruzione: caratteristiche fisiche e meccaniche, tecnologie costruttive, «Architettura sostenibile», Napoli, Sistemi Editoriali, 2008- TESI DI LAUREA ‘Bamboo for emergency: manuale per autocostruzione di un modulo abitativo’, 2009/2010 candidato: Simone Peditto _ rel: Nuccia Maritano Comoglio _ corr: Irene Caltabiano e Jessica savarese

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Il bambù e il suo utilizzo tradizionale: dalla casa all’oggetto

IL BAMBU’: PIANTA E USI

Purtroppo, nonostante le tradizionali tecnologie siano state trasmesse di generazione in generazione nelle zone rurali per ciò che riguarda le tecniche di costruzione di abitazioni, la scarsa conoscenza delle tecniche di preservazione e l’uso improprio nella costruzione di alcune abitazioni, causandone il veloce deterioramento, hanno influenzato negativamente l’immagine del bambù, che viene ancora oggi considerato un materiale per i poveri, adatto solo ad abitazioni provvisorie.

tipologie abitative tradizionali

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recinzioni

oggetti di design

altri utilizzi

Descritto come “legno dei poveri” (India), “amico della gente” (Cina) e “fratello” (Vietnam), il bambù è una pianta da cui dipendono milioni di persone per il proprio sostentamento ed il cui utilizzo pare risalire alle epoche preistoriche. Sembra infatti che il primo incontro tra l’uomo e questa pianta sia avvenuto al tempo dell’Homo erectus , come testimoniano alcuni ritrovamenti di strumenti utilizzati per il taglio rinvenuti in corrispondenza di un’antica foresta di bambù. Questo ominide aveva scoperto come fosse possibile abbattere i culmi anche con un’ascia di selce, colpendoli in una fascia appena al di sopra del nodo, in corrispondenza delle fibre più corte originatesi presso il meristema intercalare.Il suo uso è poi diventato tanto fondamentale da radicarsi nelle leggende di molti popoli; vi sono tribù (a Taiwan, nelle Filippine e in Malesia) che credono che i primi esseri umani siano nati dagli internodi di una pianta gigante.

I giovani germogli primaverili sono consumati come cibo in gran parte del continente asiatico e ultimamente stanno iniziando a diffondersi anche in Italia. Le foglie sono inoltre un ottimo foraggio per gli animali. Per cesti, stuoie e altri articoli intrecciati vengono utilizzati culmi che abbiano appena finito di crescere, quindi con un’età compresa tra i 6 mesi e l’anno. Un altro esempio di settore in espansione è quello dei mobili e dei complementi d’arredo, che da solo ha fatto guadagnare alle Filippine 1.2 milioni di dollari nel 1994. In India sono molte le aziende che, nelle zone rurali, producono oggetti simili, dando nuove opportunità di lavoro a chi prima era in difficoltà. In bambù si possono creare anche splendidi strumenti musicali, di tutti i tipi: a percussione,a fiato e a corda. A Giava ne esistono ben 20, tutti differenti. Il primo inventato è sicuramente il flauto, semplicissimo da ottenere dagli steli cavi.In tutta l’Asia si costruiscono ponti con i culmi, dalle sofisticate tecnologie di attraversamenti sospesi alle più semplici passerelle galleggianti.Nello stesso continente, come peraltro in Sud America, si fa largo uso di questo materiale per i ponteggi degli edifici, sia in fase di costruzione che in fase di manutenzione. Essi non sembrano avere limiti e non è raro osservarli estendersi per oltre 40 piani. Essi sono veloci da montare, sono più economici e leggeri rispetto all’acciaio (il costo è circa un quinto), richiedono meno manodopera e, in caso di crollo, creano meno danni.

Nel campo delle costruzioni l’uso del bambù è molto antico ed ha dato vita a forme architettoniche poi consolidate nell’uso di altri materiali, come i mattoni o la pietra; è il caso di alcune cupole tipicamente orientali. Tutt’oggi il ruolo giocato da questa pianta è fondamentale: centinaia di milioni di persone in tutto il mondo vivono in case di bambù. Esso è utilizzato per pilastri, solai, capriate, muri perimetrali, pareti interne, porte, finestre, soffitti e tetti. Ogni Paese ha poi sviluppato le sue forme e le sue tecniche costruttive a seconda del clima, delle risorse disponibili e della diversa comprensione delle proprietà del materiale.

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Il bambù e il suo utilizzo industriale: il caso della Cina

IL BAMBU’: PIANTA E USI

La Cina, partendo dall’immensa risorsa di bambù disponibile, è stata uno dei primi paesi a investire nello sviluppo dell’industria della trasformazione di questo materiale. Questo le ha permesso di diventare nell’arco di 20 anni leader mondiale nel settore. Il miglioramento delle tecnologie di lavorazione ha inoltre permesso lo sfruttamento del 90% circa del materiale grezzo.

percentuali di utlizzo del bambù in Cina

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09 _ FOGLIE --> concime --> medicine --> foraggio --> succo --> pigmenti --> bevande

08 _ RAMOSCELLI --> scope --> tessuti

07 _ CIMA --> stuzzicadenti --> culmi --> impalcature

06 _ PARTE MEDIO - ALTA --> tapparelle, stuoie, tovagliette --> oggetti intrecciati --> oggetti di artigianato

05 _ PARTE MEDIO - BASSA --> arredo in lamellare --> parquet

04 _ BASE --> carbone

03 _ GERMOGLI --> prodotti alimentari

02 _ GUAINE --> oggetti di artigianato

01 _ RIZOMA --> oggetti di artigianato

scarti della lavorazione:--> pannelli di fibra--> carbone--> polpa--> legname--> combustibile

divisione delle varie parti e lavorazione della base

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lavorazione della parte medio - bassa

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lavorazione della parte medio - alta

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polveri ed altri scarti delle lavorazioni

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cima, culmi,foglie, radici e germogli

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Il workshop, della durata di due giorni, è stato rivolto agli studenti del 'Corso di perfezionamento in Habitat, Tecnologia e Sviluppo' con l'obiettivo di trasmettere la tecnica 'bahareque' utilizzata per la costruzione di pannelli in Equador e Colombia. L'origine della tecnica denominata 'bahareque' è antica e rappresenta un modo intelligente per la costruzione di pannelli protetti dall'acqua, dal fuoco, dagli insetti e dal sole. Solitamente la parte esterna è ricoperta da semplici bambù splittati, da fogli di metallo o da uno strato di terra stabilizzato. E', inoltre, un metodo che utilizza semplici strumenti e che non richiede manodopera specializzata ed è per questo annoverata tra le tecnologie low-cost.La conoscenza di questa tecnica è importante per incentivare l'autocostruzione nei paesi poveri, basata sull'uso consapevole del bambù.

a.a. 2004/2005 _ Building with bamboo _ Torino

ESPERIENZE DIDATTICHE

parete 1

parete 2

Progetto: Arch. Riccardo Mondello, Tommaso Bozzalla, Arch. Virsingh Kawarchhatri

Coordinamento dell’attività pratica: CRD - PVS

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Il lavoro di ricerca è stato finalizzato alla messa a punto di un giunto reversibile in acciaio da utilizzare in strutture realizzate con culmi di bambù.Il giunto è stato ideato, realizzato e testato in laboratorio, per poi essere impiegato per la costruzione di un padiglione espositivo nel quale sono stati abbinati un materiale naturale e tradizionale come il bambù con uno moderno e tecnologico come l’acciaio. Il padiglione è costituito da due moduli di 230 x 300 cm circa e di 450 cm di altezza. La copertura è formata da un doppio paraboloide iperbolico. La struttura poggia su sei plinti in calcestruzzo di sezione circolare. Il padiglione espositivo è stato impiegato in due occasioni: una prima nel settembre 2005 nell’ambito della manifestazione “One world - International cooperation cities. Torino e le città della cooperazione per la tregua olimpica” svoltasi in Piazza Castello a Torino, una seconda ad un anno di distanza durante le celebrazioni della giornata della pace che hanno avuto luogo a Collegno (TO) in Piazza Municipio.Il montaggio ha richiesto una giornata e mezzo di lavoro si è svolto senza grosse difficoltà e senza alcuna competenza specifica e addestramento da parte degli studenti coinvolti.Il secondo montaggio nel Comune di Collegno è stato effettuato utilizzando anche culmi diversi da quelli del precedente, verificando le capacità di reversibilità e adattabilità del giunto. In tal modo è stato dimostrato come il sistema sia flessibile nel tempo e come il giunto consenta di accettuarne le caratteristiche di manutenibilità e sostituzione di parti.

montaggio Piazza Castello, Torino

montaggio Collegno

Progetto: Arch. Simone CantoniTesi di laurea: ‘ Il bambù nelle costruzioni: studio di un giunto reversibile per strutture reticolari in bambù’, Rel.: Nuccia Maritano Comoglio, Corr.: Crescentino Bosco, a.a. 2006/2007, II Facoltà di Architettura

ESPERIENZE DIDATTICHE

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a.a. 2005/2006 _ Padiglione in bambù con giunti reversibili _ Torino + Collegno

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arconi

Il workshop, rivolto a tutti gli studenti delle Facoltà di Architettura come esperienza di avvicinamento alle tecniche base di costruzione con il bambù, ha contribuito alla costruzione di un prototipo di sistema abitativo a basso costo. Il prototipo ha consentito di verificare le proprietà statiche del sistema, la fattibilità costruttiva e le problematiche poste in gioco da un cantiere di autocostruzione non tradizionale basato su tecnologie semplici.Il modulo, impostato su un perimetro esagonale che consente composizioni geometriche variabili, è realizzato attraverso 6 semiarchi reticolari collegati tra loro da elementi di irrigidimento.Ogni semi arco è sdoppiato e composto da un arco esterno e da uno interno entrambi costituiti da fasci di tre culmi curvati e legati tra di loro. I due archi sono poi uniti da aste rigide di lunghezza 40-50cm e da croci si S.Andrea che irrigidiscono i singoli settori e l’intera struttura. L’attacco a terra dei singoli arconi avviene attraverso la costituzione di appositi plinti di forma parallelepipeda realizzati con canne di bambù, pietre e un impasto di argilla stabilizzata con calce in modo da renderli sufficientemente drenanti. Il solaio è posato in opera a circa 100-120 cm dal suolo, sostenuti da pilastri a fascio composti da 6 culmi legati tra di loro e disposti lungo le diagonali dell’esagono.

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Progetto: Arch. Alex Riolfo, Gruppo di riqualificazione ambientale, territoriale e sociale ‘Utopie realizzabili’ Coordinamento dell’attività pratica: Arch. Alex Riolfo, LATEC - CISDA, CRD -PVS

a.a. 2006/2007 _ Padiglione in bambù _ Casalborgone

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montaggio

ESPERIENZE DIDATTICHE

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arelle

a.a. 2006/2007 _ Arcone in bambù _ Lequio Berria

Il workshop rappresenta lo stage pratico del corso opzionale CISDA 'Costruire con il bambù', relativo alla conoscenza e all'utilizzo del bambù nelle costruzioni. L'oggetto dell'attività degli studenti è costituito dalla realizzazione di archi reticolari rampanti in bambù, con elementi di giunzione e connessione in acciaio, progettati per l'adeguamento funzionale, ambientale, energetico e paesistico dell'area dell'ex cantiere dormitorio T.A.V. di Settimo Torinese.Lo stage pratico ha consentito agli studenti di sperimentare direttamente sul materiale le conoscenze acquisite durante il corso stesso. In particolare la costruzione di arconi reticolari ha consentito di esplorare le possibilità di curvatura del bambù e di lavorare sulle modalità di giunzione, che nello specifico sono state realizzate in corda.

Progetto: Arch.i Alex Riolfo, Diego Pedemonte, Daniele Di Martino, Gruppo di riqualificazione ambientale, territoriale e sociale ‘Utopie realizzabili’ Coordinamento dell’attività pratica: Arch.i Alex Riolfo, Gabriele Casu, Giuseppe De Nunzio, LATEC - CISDA, Carlo Fezzardi

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Progetto: Arch. Alex Riolfo, Gruppo di riqualificazione ambientale, territoriale e sociale ‘Utopie realizzabili’ Coordinamento dell’attività pratica: Arch. Alex Riolfo, Carlo Fezzardi, LATEC - CISDA

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ESPERIENZE DIDATTICHE

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arelle

a.a. 2007/2008 _ Padiglione in bambù ad alta tecnologia _ Olivetta San Michele

Il workshop rientra nelle attività proposte dal corso opzionale CISDA 'Costruire con il bambù', come esperienza pratica di conoscenza delle potenzialità di uso del bambù. Il caso studio è rappresentato dalla realizzazione di alcune componenti del progetto di un padiglione in bambù ad alta tecnologia con copertura fotovoltaica. Una porzione del padiglione è stata esposta al XXIII Congresso Internazionale degli architetti UIA 2008, prima di essere collocato nel Comune di Olivetta San Michele, come previsto da progetto.Gli studenti sono stati coinvolti nella costruzione delle arelle, elementi ombreggianti in culmi splittati, dei giunti in acciaio di connessione tra i vari elementi del padiglione e dei parapetti, composti da elementi in acciaio e culmi trattati, per una migliore resistenza agli agenti atmosferici.La partecipazione degli studenti al successivo montaggio del padiglione al Lingotto per il XXIII Congresso Internazionale degli architetti UIA 2008 ha permesso loro di confrontarsi con le problematiche di montaggio, giunzione e connessione degli elementi portanti, costituiti da arconi e pilastri inclinati in bambù, dei sistemi di ombreggiamento e dei pannelli fotovoltaici.

Progetto: Arch.i Alex Riolfo, Diego Pedemonte, Daniele Di Martino, Gruppo di riqualificazione ambientale, territoriale e sociale ‘Utopie realizzabili’ Coordinamento dell’attività pratica: Arch.i Alex Riolfo, Gabriele Casu, Giuseppe De Nunzio, LATEC - CISDA, Carlo Fezzardi

giunti in acciaio

parapetti

montaggio Lingotto

ESPERIENZE DIDATTICHE

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LOSBAMBUINOS

pareti

rivestimento in terra cruda

pilastri

pareti con aperture

pezzi speciali

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III Workshop_ 24-27 settembre 2009_ Lequio Berria gruppo studentesco: Los Bambuinos

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lezioni teoriche

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I risultati ottenuti durante i tre workshop sono stati più che soddisfacenti e hanno permesso la realizzazione di tutti i pezzi del modulo. E’ stato inoltre possibile sperimentare il montaggio di una porzione del modulo per meglio approfondire il tema dei giunti e delle fondazioni. Il prototipo realizzato non corrisponde esattamente al modulo di progetto, poichè nella sua messa in opera ha subito modifiche dovute alle difficoltà tecniche riscontrate e alle limitazioni legate alla strumentazione. Sono però via via scaturite importanti migliorie, applicate grazie al coinvolgimento di tutti gli studenti. La partecipazione attiva ha quindi permesso di fare differenti proposte per i singoli elementi, attraverso lo studio dell’implementazione dei giunti e delle operazioni stesse di produzione.Il modulo nel suo complesso è stato completato, rispettandone le sue caratteristiche di costruzione, dal rapido montaggio alla elevata flessibilità, ai fini del montaggio in situazioni di emergenza. Vi sono inoltre tutti i presupposti per uno studio successivo sul tema dell’abitazione e delle necessità che questa porta con sè e sulla compatibilità di questi ultimi con l’utilizzo del bambù come materiale da costruzione vero e proprio.

I WORKSHOP 2009/2010

LAVORO TERMINATO ALL’INTERNO DEL TERZO WORKSHOP

4 3 + 2 4pannelli pilastri + travi pezzi speciali

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Sperimentazione di una copertura in bambù e resina: progetto REBA

IL BAMBU’ E LA RICERCA

guaine

stuoie

lastra

prove

Progetto: Arch. Irene CaltabianoTesi di dottorato: ’Componenti edilizi da materiali rinnovabili tra tradizione e innovazione. Progettazione di un sistema di copertura e sperimentazione di elementi ondulati in bambù e resina’tutor: prof.ssa Nuccia MARITANO COMOGLIOco-tutor: prof. Carlo CALDERA

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L’obiettivo di questo progetto di ricerca è quello di ideare e sperimentare un sistema di coperture con l’impiego di risorse largamente disponibili in natura. Il pannello oggetto della sperimentazione è stato chiamato REBA a partire dai nomi dei due componenti principali: la REsina e il BAmbù.Del bambù si è scelto di utilizzare la guaina, un elemento sottile ma robusto, che ha la funzione di proteggere, sostenere e irrigidire il giovane culmo (il fusto), i rizomi e i rami nella loro fase di rapida crescita. La resina usata per la sperimentazione è la Jesmonite una sostanza bi-componente costituita da un’emulsione acrilica in acqua (Jesmonite AC100 liquido) e una carica minerale a base di calcio (Jesmonite AC100 polvere). Con le guaine sono state realizzate le stuoie attraverso le seguenti fasi: pulizia, stiratura, e taglio in strisce di 15 mm. Le fasi seguite per le realizzazione dei provini sono: preparazione della miscela di Jesmonite, collocamento della prima stuoia, stesura a pennello su di essa di uno strato sottile di Jesmonite, collocamento della seconda stuoia, stesura di uno strato di resina e, infine, collocamento della terza stuoia.L’elemento è stato successivamente coperto con un telo di polietilene su cui è stata posta la quantità necessaria di sabbia utile a colmare gli spazi concavi del pannello ondulato usato come forma e a garantire una superficie di appoggio piana ai due sacchi di sabbia di 30 kg collocati, successivamente, sopra l’elemento stratificato. Sul pannello così ottenuto, al fine di irrobustire e impermeabilizzare il pannello, sono stati poi stesi due strati di resina sulle due facce esterne. I cinque elementi realizzati sono stati sottoposti a prove di laboratorio per verificarne le proprietà più significative: resistenza meccanica e impermeabilità all’acqua.Entrambe le prove hanno dato ottimi risultati. Tutti i pannelli hanno superato quella di impermeabilità non avendo manifestato nessun segno di passaggio di liquido dalla superficie superiore a quella inferiore dei provini.Le prove di resistenza meccanica dei cinque pannelli non hanno mai portato alla rottura dei provini che hanno accusato un deterioramento superficiale senza mai cedere al carico generato dalla macchina. La resistenza a flessione dei pannelli è risultata compresa tra i 2,1 e i 2,8 kN.

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Progetto di un modulo abitativo per l’emergenza progettisti: Sara Martin e Jessica Savarese

IL MODULO ABITATIVO

Le linee guida del progetto sono state:- la prefabbricazione, per ridurre i costi di produzione, ridurre il consumo di materiale, e per garantire un maggior controllo sulla qualità del prodotto;- l’autocostruzione, poiché ognuno sia in grado di costruire la propria casa;- l’aggregabilità, per creare, in un secondo momento, unità abitative complete e più complesse; - l’evolutività, ovvero la possibilità di aumentare le prestazioni del modulo con materiali e tecniche locali a cura dell’utenza stessa, trasformando così il rifugio d’emergenza in insediamento stabile;- l'attenzione climatica, badando al comfort tramite una struttura leggera e ben ventilata.

Questo progetto di ricerca è nato nell'ambito del primo Bando Giorgio Ceragioli nel gennaio 2009. L’intento è quello di creare un riparo alle popolazioni colpite da disastri naturali in climi tropicali e sub-tropicali, una struttura che possa trasformarsi da temporanea a definitiva, adattandosi ai bisogni dei suoi proprietari.

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Progetto di un modulo abitativo per l’emergenza progettisti: Sara Martin e Jessica Savarese

Il modulo è suddiviso in singoli elementi (travi, pilastri, pannelli di tamponamento con o senza finestra, pannelli di copertura, scatola) prefabbricabili e facili da assemblare.

Copertura e imballaggio sono in Bamboo Mat Board e Bamboo Mat Corrugated Sheet, pannelli multistrati prodotti a livello industriale tramite l’incollaggio a caldo di stuoie sovrapposte e pressate. Il primo tipo ha superficie piana, il secondo è grecato o corrugato. Entrambi sono correntemente in produzione.Per travi e pilastri i culmi sono uniti a fasci per aumentare resistenza e sicurezza.

Per tutte le parti strutturali sono stati usati giunti metallici consistenti in barre filettate, dadi e rondelle curve, per ottenere rapidità d'esecuzione, costi contenuti, buona qualità e durata nel tempo.

L'attacco tra pilastri e basamento si ottiene tramite piastre metalliche di collegamento.

IL MODULO ABITATIVO

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Progetto di un modulo abitativo per l’emergenza _ fasi di montaggio

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progettisti: Sara Martin e Jessica Savarese

Tutti gli elementi costruttivi e le istruzioni di montaggio sono contenuti in un imballaggio rigido a misura di container riutilizzabile come pavimentazione dell’edificio. Esso segna la posizione dei pilastri e va posizionato su fondazioni eseguite in loco, alle quali si ancora con una parte metallica inferiore.Una volta estratte ed assemblate le varie parti si ottiene un ricovero di circa 12 mq, coperto da un tetto a falda unica con l’aggiunta di una seconda copertura, mobile, sul retro (non realizzata nel prototipo esposto in mostra). La posizione delle aperture perimetrali è scelta degli utenti, poiché i diversi tipi di pannelli hanno le stesse dimensioni e sono intercambiabili.In tale situazione iniziale l’abitazione non presenta suddivisioni interne e soddisfa il solo requisito di fornire un ricovero.In una seconda fase sarà possibile intonacare i pannelli perimetrali con terra cruda o intonaco a calce ed aggiungere eventuali partizioni interne; queste operazioni, eseguibili con materiali locali, sono a cura dei proprietari, che possono così personalizzare la costruzione e avvicinarla alle proprie esigenze e alla propria cultura.

IL MODULO ABITATIVO

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