Bambine, bambini, adolescenti e donne: il mondo degli esclusi · 2016-03-15 · con un intervento...

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Grazie all’ampia serie di indicatori analizza e all’ancor più ricca varietà di interviste e tesmonianze raccolte, il WeWorld Index 2016 ci permee di geare uno sguardo sulla situazione di milioni e milioni di bambine, bambini, adolescen e donne che sono esclusi dalla possibilità di vivere in un ambiente sano, ricco di opportunità formave, economiche e sociali, sicuro e al riparo dalla violenza e dalla corruzione, aperto al pluralismo e alla parità di opportunità tra uomini e donne. Il progresso di un paese andrebbe misurato non solo araverso indicatori economici, ma analizzando le condizioni di vita dei sogge più a rischio di esclusione. Per “inclusione ”, conceo entrato nell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030 (dove compare nei 17 Obievi di Sviluppo Sostenibile ben 6 volte), nel WeWorld Index si intende un conceo muldimensionale, che non riguarda solo la sfera economica, ma tue le dimensioni del sociale (sanitaria, educava, lavorava, culturale, polica, informava, di sicurezza, ambientale). Il WeWorld Index, rispeo ad altri rappor, mee a fuoco il forte nesso tra diri dei bambini, delle bambine e parità di genere. Anche se donne, bambine/i e adolescen sono sogge disn, tolari di diri propri, esiste una forte interdipendenza tra di loro. Il WeWorld Index ci mostra che ovunque dall’Europa all’Africa Centrale, esistono bambine/i adolescen e donne a rischio di esclusione. WeWorld Index 2016 La mappa concettuale del WeWorld Index 2016 Bambine, bambini, adolescenti e donne: il mondo degli esclusi Contesto ambiente abitazione confli e guerre potere e democrazia sicurezza e protezione accesso all’informazione genere Donne salute educazione opportunità economiche partecipazione polica violenza di genere Bambine/i e adolescenti salute educazione capitale umano capitale economico violenza sui minori con il patrocinio di in collaborazione con 2.985.018.607 2.107.498.347 1.082.623.415 354.753.213 662.764.472 La classifica finale include 168 paesi , ed è organizzata in cinque gruppi di paesi : Circa 3,7 miliardi di persone abitano nel mondo degli esclusi, in paesi in cui il livello di inclusione di bambine/i e donne è insufficiente o addiriura esistono forme gravi o gravissime di esclusione. Gravissima esclusione: inferiore a -80 (18 paesi) Da non disponibili Insufficiente inclusione: tra 20 e -29 (51 paesi) Grave esclusione: -30 e -79 (31 paesi) Buona inclusione: superiore a 70 (19 paesi) Sufficiente inclusione: tra 21 e 69 (49 paesi) Il quadro ampio degli Obievi di sviluppo sostenibile 2030 può essere molto ule perché ogni paese definisca le proprie priorità in una prospeva muldimensionale. I conce di inclusione e muldimensionalità applica ai diri della popolazione under 18 e delle donne si ritrovano nel WeWorld Index, uno strumento ule per la cooperazione internazionale, specie per conoscere le priorità per la promozione e l’auazione dei diri dei bambini e delle donne. Laura Frigen, Direrice Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo. Il WeWorld Index può essere, per chi si occupa di cooperazione, un punto di riferimento per la propria azione sul campo e per l’opinione pubblica un promemoria circa le scelte che ciascuno è chiamato a compiere singolarmente e collevamente per rendere più vivibile ed inclusivo, per tu e tue, questo nostro mondo. Marco Chiesara, Presidente WeWorld. Negli ulmi anni il conceo di esclusione sociale è diventato sempre più centrale nelle poliche europee e delle Nazioni Unite. L’esclusione sociale è un conceo molto più ampio di povertà. Papa Francesco parla di “economia dello scarto”. La discriminazione e le forme di violenza direa sono palesi, l’esclusione invece è soffusa, pervasiva, profonda, ma non per questo meno grave. Come Viceministro e ciadino impegnato nella solidarietà internazionale, valuto molto importante il lavoro di WeWorld. Anche un piccolo spostamento della percezione culturale che un lavoro come il WeWorld Index determina, può provocare un cambiamento profondo. Mario Giro, Vice Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale. Il caraere trasformavo e universale nonché la visione integrata che contraddisnguono la nuova Agenda 2030 smolano a considerare, tanto nei paesi in via di sviluppo quanto in quelli sviluppa, gli Obievi di sviluppo sostenibile non quali comparmen stagni, ma come un tu’uno indivisibile, dove un intervento in un’area inevitabilmente esercita effe anche in altre sfere e contribuisce a cambiare la relazione fra società, sistema produvo e ambiente che li ospita. Di questa innovava impostazione si gioveranno soprauo le poliche in favore delle donne e degli adolescen per la loro plurivalenza e trasversalità rispeo ai pilastri economico, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile. Non solo. È verosimile che questa impostazione favorirà una corrispondenza di traazione fra la sfera dei diri e quella delle poliche di sviluppo che non sempre fino ad ora sono state considerate in modo convergente nel dibato mullaterale. Giampaolo Canni, DG DGCS Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.

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Grazie all’ampia serie di indicatori analizzati e all’ancor più ricca varietà di interviste e testimonianze raccolte, il WeWorld Index 2016 ci permette di gettare uno sguardo sulla situazione di milioni e milioni di bambine, bambini, adolescenti e donne che sono esclusi dalla possibilità di vivere in un ambiente sano, ricco di opportunità formative, economiche e sociali, sicuro e al riparo dalla violenza e dalla corruzione, aperto al pluralismo e alla parità di opportunità tra uomini e donne. Il progresso di un paese andrebbe misurato non solo attraverso indicatori economici, ma analizzando le condizioni di vita dei soggetti più a rischio di esclusione. Per “inclusione ”, concetto entrato nell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030 (dove compare nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ben 6 volte), nel WeWorld Index si intende un concetto multidimensionale, che non riguarda solo la sfera economica, ma tutte le dimensioni del sociale

(sanitaria, educativa, lavorativa, culturale, politica, informativa, di sicurezza, ambientale). Il WeWorld Index, rispetto ad altri rapporti, mette a fuoco il forte nesso tra diritti dei bambini, delle bambine e parità di genere. Anche se donne, bambine/i e adolescenti sono soggetti distinti, titolari di diritti propri, esiste una forte interdipendenza tra di loro. Il WeWorld Index ci mostra che ovunque dall’Europa all’Africa Centrale, esistono bambine/i adolescenti e donne a rischio di esclusione.

WeWorldIndex2016

La mappa concettuale del WeWorld Index 2016

Bambine, bambini, adolescenti e donne: il mondo degli esclusi

Contestoambienteabitazione

conflitti e guerrepotere e democrazia

sicurezza e protezioneaccesso all’informazione

genere

Donnesalute

educazioneopportunità economichepartecipazione politica

violenza di genere

Bambine/ie adolescenti

saluteeducazione

capitale umanocapitale economico

violenza sui minori

con il patrocinio di

in collaborazione con

2.985.018.607

2.107.498.347

1.082.623.415354.753.213

662.764.472

La classifica finale include 168 paesi, ed è organizzata in cinque gruppi di paesi:

Circa 3,7 miliardi di persone abitano nel mondo degli esclusi, in paesi in cui il livello di inclusione di bambine/i e donne è insufficiente o addirittura esistono forme gravi o gravissime di esclusione.

Gravissima esclusione: inferiore a -80 (18 paesi)

Dati non disponibili

Insufficiente inclusione: tra 20 e -29 (51 paesi)

Grave esclusione: -30 e -79 (31 paesi)

Buona inclusione: superiore a 70 (19 paesi)

Sufficiente inclusione: tra 21 e 69 (49 paesi)

Il quadro ampio degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 può essere molto utile perché ogni paese definisca le proprie priorità in una prospettiva multidimensionale. I concetti di inclusione e multidimensionalità applicati ai diritti della popolazione under 18 e delle donne si ritrovano nel WeWorld Index, uno strumento utile per la cooperazione internazionale, specie per conoscere le priorità per la promozione e l’attuazione dei diritti dei bambini e delle donne. Laura Frigenti, Direttrice Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo.

Il WeWorld Index può essere, per chi si occupa di cooperazione, un punto di riferimento per la propria azione sul campo e per l’opinione pubblica un promemoria circa le scelte che ciascuno è chiamato a compiere singolarmente e collettivamente per rendere più vivibile ed inclusivo, per tutti e tutte, questo nostro mondo. Marco Chiesara, Presidente WeWorld.

Negli ultimi anni il concetto di esclusione sociale è diventato sempre più centrale nelle politiche europee e delle Nazioni Unite. L’esclusione sociale è un concetto molto più ampio di povertà. Papa Francesco parla di “economia dello scarto”. La discriminazione e le forme di violenza diretta sono palesi, l’esclusione invece è soffusa, pervasiva, profonda, ma non per questo meno grave. Come Viceministro e cittadino impegnato nella solidarietà internazionale, valuto molto importante il lavoro di WeWorld. Anche un piccolo spostamento della percezione culturale che un lavoro come il WeWorld Index determina, può provocare un cambiamento profondo. Mario Giro, Vice Ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.

Il carattere trasformativo e universale nonché la visione integrata che contraddistinguono la nuova Agenda 2030 stimolano a considerare, tanto nei paesi in via di sviluppo quanto in quelli sviluppati, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile non quali compartimenti stagni, ma come un tutt’uno indivisibile, dove un intervento in un’area inevitabilmente esercita effetti anche in altre sfere e contribuisce a cambiare la relazione fra società, sistema produttivo e ambiente che li ospita. Di questa innovativa impostazione si gioveranno soprattutto le politiche in favore delle donne e degli adolescenti per la loro plurivalenza e trasversalità rispetto ai pilastri economico, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile. Non solo. È verosimile che questa impostazione favorirà una corrispondenza di trattazione fra la sfera dei diritti e quella delle politiche di sviluppo che non sempre fino ad ora sono state considerate in modo convergente nel dibattito multilaterale. Giampaolo Cantini, DG DGCS Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale.

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Nel 2016 si è allargata del 4% la forbice che misura il divario di inclusione tra il paese migliore (Norvegia) e quello peggiore (Rep. Centrafricana).Anche nei paesi in vetta alla classifica sono però possibili miglioramenti per avvicinarsi al nuovo “valore target 2030”, definito come quello raggiunto da un Paese ideale che nei 34 indicatori del WeWorld Index 2015(anno significativo per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) risultasse sempre al primo posto. L’Italia dovrebbe compiere uno sforzo doppio della Norvegia per avvicinarsi al valore target 2030. Mentre il Camerun è il paese che nell’ultimo anno si è allontanato di più. Supponendo che la Norvegia impieghi 15 anni per raggiungere il target di inclusione per bambine/i e donne 2030, per l’Italia sarebbe richiesto uno sforzo di 30 anni!

Ancora più grave la situazione per i paesi in fondo alla classifica (Rep. Dem. del Congo, Ciad e Rep. Centrafricana) che, invece di migliorare in termini di inclusione si stanno allontanando dal target.

Crediamo che per migliorare la vita di un bambino sia necessario al tempo stesso cambiare le condizioni di vita di una donna. WeWorld è un’organizzazione non governativa italiana di cooperazione allo sviluppo,

indipendente riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. WeWorld è presente in Italia, Asia, Africa e America Latina a supporto dell’infanzia, delle donne e delle comunità locali

nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze per uno sviluppo sostenibile. I bambini e le donne sono i protagonisti dei progetti e delle campagne di WeWorld in cinque aree di intervento strategico: istruzione, salute, parità

di genere e diritti delle donne, protezione e partecipazione. Grazie alle donazioni di 40 mila sostenitori, sono oltre 800 mila i beneficiari diretti e indiretti dei progetti di WeWorld nel Mondo. www.weworld.it

WEWORLD

Norvegia 15 anni

Italia 30 anni

Rep. Dem. del Congo, Ciad, Rep. Centrafricana

VALORE TARGET 2030

Il WeWorld Index 2016 conferma l’impostazione metodologica del primo rapporto uscito nel 2015. È composto da 34 INDICATORI (derivanti da fonti accreditate a livello internazionale, come WHO, Unesco, World Bank, UNDP, etc.) raggruppabili in 17 DIMENSIONI (2 indicatori per dimensione) e 3 CATEGORIE. Ogni dimensione afferisce ad un aspetto della vita considerato determinante per l’inclusione di bambine/i, adolescenti e donne. Il dato quantitativo offerto dagli indicatori è arricchito con interviste a uomini, donne e bambine/i di diversi paesi.

Si tratta di esperte/i o persone che vivono in prima persona gli effetti negativi delle politiche escludenti e in qualche caso i benefici di processi inclusivi in atto nel loro paese. La classifica finale tiene conto di tutti e 34 gli indicatori che sono stati sintetizzati in un indice complessivo, il WeWorld Index appunto, attraverso la procedura della standardizzazione mediante z-score. Successivamente la classifica è stata organizzata in cinque gruppi, a seconda del livello di inclusione/esclusione. I valori finali dell’Index oscillano tra +118 (punteggio ottenuto dal 1°

paese in classifica, la Norvegia) e -154 (ottenuto dall’ultimo paese in classifica, la Repubblica Centrafricana). I paesi in cui la condizione di bambine/i, adolescenti e donne è buona sono quelli del Nord Europa. I paesi con un sufficiente indice di inclusione (secondo gruppo di paesi) non vedono invece bambine/i, adolescenti e donne in condizione ottimale rispetto a diversi indicatori che riguardano o il contesto ambientale o le dimensioni sociali, educative, lavorative e politiche. In questo gruppo di paesi troviamo l’Italia. Nelle ultime due categorie, troviamo ben

49 paesi con un indice di esclusione grave o gravissimo, 3 paesi in più rispetto al 2015. Agli ultimi posti si collocano paesi dell’Africa Centrale e Occidentale con Yemen e Afghanistan. Più della metà della popolazione mondiale vive in paesi in cui il livello di inclusione di bambine/i e donne è insufficiente o addirittura esistono forme gravi o gravissime di esclusione. Oltre all’Africa Sub-Sahariana, Nord Africa, Medio Oriente e Asia Meridionale sono le zone in cui bambine/i e donne non godono delle medesime opportunità dei maschi adulti.

La piena attivazione in tutti i paesi, Italia compresa, di piani nazionali per l’Agenda 2030, può essere una grande occasione per far compiere un deciso passo avanti nella attuazione dei diritti di bambini/e adolescenti e donne, specie laddove dove sono più ignorati. Malgrado la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sia del 1989 e la Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne addirittura di dieci anni prima, il WeWorld Index evidenzia che gran parte della popolazione mondiale

vive ancora in paesi in cui esistono forme gravi o gravissime di esclusione che colpiscono bambine/i, adolescenti e donne. Accesso all’informazione, qualità dell’ambiente, possibilità di crescere in un contesto sociale ricco di capitale umano, accesso all’educazione ed alla salute, sicurezza individuale, presenza di conflitti ed esposizione elevata al rischio di disastri naturali, sfruttamento economico e violenza domestica sono i fattori che caratterizzano il mondo degli esclusi. Alla luce del forte nesso tra diritti dell’infanzia e parità di genere (ribadito anche

dall’Agenda 2030), si profila la necessità di intervenire congiuntamente sulle condizioni di vita di donne e bambine/i, perché il benessere delle une incide sulla qualità di vita delle persone under 18, e viceversa perché, sebbene titolari di diritti propri, i fattori di rischio e i destini di donne e bambine/i sono intrecciati. Tra i fattori di rischio vi sono quelli palesi, come la discriminazione e le forme di violenza diretta, ma ve ne sono altri non meno gravi, sebbene pervasivi e soffusi. Se le discriminazioni vanno senza indugio affrontate con un intervento puntuale sul piano politico,

altrettanta attenzione va prestata alla forme profonde di esclusione, che affondano le loro radici in modelli culturali e sociali contrari ai diritti dei bambini e delle bambine e alla parità tra uomini e donne. Il WeWorld Index 2016, non avanza proprie specifiche raccomandazioni di policy. Nel rapporto le voci di esperti (alcune raccolte in questo Sommario) e le testimonianze dirette di bambine/i, adolescenti, uomini e donne dal mondo degli esclusi sono già esse stesse ricche di stimoli, tanto per l’azioni politica quanto per le pratiche personali e collettive.

Metodologia e risultati

Conclusioni

Norvegia Rep. Centrafricana

2622015

2722016

+119

+118

-143

-154

Recentemente i diritti delle donne e dei bambini e i due relativi trattati (la Convenzione internazionale sui diritti dei bambini e delle bambine CRC e la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne CEDAW) sono stati letti e analizzati in stretta relazione. Ciò non significa negare le specificità dei due gruppi e di alcuni diritti loro propri, ma ammettere come il rispetto dei diritti di bambini/e abbia ricadute positive sul rispetto dei diritti delle donne e viceversa. Roberta Bosisio, CIRSde Università di Torino.

L’Italia è 20° in classifica, confermando quasi del tutto i dati del 2015. Il nostro Paese dista tuttavia ben 105 punti dal valore target. I miglioramenti compiuti tra 2015 e 2016 riguardano gli indicatori relativi alla partecipazione politica

delle donne ma, per favorire l’inclusione di bambine/i e donne, serve l’attivazione di politiche e pratiche inclusive in molteplici ambiti tra loro interrelati: la salute, l’educazione dei cittadini under 18, l’ambiente, la politica, l’economia, la

parità di genere, la violenza contro le donne. Solo un’azione congiunta su molteplici piani può infatti contribuire efficacemente a migliorare l’inclusione di bambine/i, adolescenti e donne. L’attuazione della Agenda di Sviluppo Sostenibile

2030 nel nostro Paese potrebbe costituire un importante banco di prova per politiche di respiro che incidano in profondità ed in modo positivo sul futuro di tutti gli italiani e le italiane.

L’Italia

NdC: in blu i paesi in cui opera WeWorld.

Classifica Punteggio1 Norvegia 1182 Finlandia 1102 Islanda 1102 Svezia 1105 Danimarca 1036 Svizzera 1027 Lussemburgo 1008 Germania 978 Paesi Bassi 97

10 Austria 8911 Belgio 8711 Slovenia 8713 Francia 8514 Nuova Zelanda 8215 Estonia 8116 Regno Unito 8017 Canada 7918 Australia 7619 Irlanda 75

POPOLAZIONE 354.753.213

Classifica Punteggio151 Liberia -81151 Pakistan -81153 Guinea-Bissau -82153 Mauritania -82155 Guinea -84156 Burkina Faso -85156 Costa d’Avorio -85158 Nigeria -93159 Sudan -97160 Afghanistan -101161 Eritrea -104161 Mali -104161 Yemen -104164 Sierra Leone -105165 Niger -113166 Rep. D. del Congo -121167 Ciad -127168 Rep. Centrafricana -154POPOLAZIONE 662.764.472

Classifica Punteggio120 Iran -31120 Nepal -31122 Egitto -35122 India -35124 Kenya -40125 Bangladesh -41125 Uganda -41127 Iraq -44128 Isole Comore -45129 Malawi -46129 Senegal -46131 Zimbabwe -48132 Papua N. Guinea -52132 Swaziland -52134 Burundi -53135 Zambia -54136 Gabon -56137 Haiti -57137 Lesotho -57137 Siria -57140 Benin -58140 Gambia -58142 Mozambico -60143 Camerun -61143 Togo -61145 Madagascar -65146 Congo -66147 Guinea Equatoriale -68148 Angola -75149 Etiopia -77150 Gibuti -79POPOLAZIONE 2.107.498.347

Classifica Punteggio20 Italia 6920 Stati Uniti 6922 Polonia 6523 Portogallo 6324 Lituania 6225 Giappone 6125 Spagna 6127 Lettonia 6028 Singapore 5829 Repubblica Ceca 5630 Cuba 5431 Costa Rica 5332 Israele 5233 Cile 5134 Bulgaria 5035 Bielorussia 4936 Argentina 4836 Cipro 4838 Kuwait 4738 Qatar 4738 Uruguay 4741 Corea del Sud 4641 Malta 4643 Slovacchia 4544 Moldavia 44

Classifica Punteggio45 Ungheria 4346 Malesia 3947 Barbados 3647 Croazia 3647 Romania 3650 Emirati Arabi Uniti 3551 Trinidad e Tobago 3452 Vietnam 3153 Grecia 3054 Ecuador 2954 Kazakistan 2954 Thailandia 2957 Messico 2757 Panama 2757 Ucraina 2760 Russia 2661 Bahrein 2561 Brasile 2563 Montenegro 2464 Cina 2365 Albania 2265 Kirghizistan 2265 Nicaragua 2268 Serbia 21

POPOLAZIONE 2.985.018.607

Classifica Punteggio69 Bahamas 1969 Venezuela 1971 Suriname 1872 Georgia 1773 Mauritius 1674 Tunisia 1275 El Salvador 1076 Mongolia 977 Bolivia 877 Colombia 879 Capo Verde 779 Perù 779 Arabia Saudita 782 Armenia 682 Azerbaigian 682 Giamaica 682 Oman 686 Macedonia 587 Maldive 387 Turchia 387 Turkmenistan 390 Indonesia 290 Filippine 292 Uzbekistan 193 Paraguay -194 Algeria -2

Classifica Punteggio94 Libano -296 Belize -397 Marocco -498 Figi -598 Giordania -598 Ruanda -5

101 Bhutan -6101 Rep. Dominicana -6103 Bosnia Erzegovina -7103 Tagikistan -7105 Corea del Nord -8105 Sri Lanka -8107 Guyana -10107 Namibia -10109 Sud Africa -11110 Botswana -12111 Timor Este -15112 Ghana -16112 Honduras -16114 Cambogia -19114 Laos -19116 Guatemala -21117 Tanzania -24118 Libia -25119 Myanmar -29POPOLAZIONE 1.082.623.415

Buona inclusione Esclusione grave Esclusione gravissimaSufficiente inclusione Insufficiente inclusione