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    DAVID BALDACCI

    IL CANDIDATO

    (Split Second, 2003)

    A mio padre,la pi grande fonte di ispirazione che un figlio possa avere

    PROLOGO

    Settembre 1996

    Fu soltanto una frazione di secondo, anche se a Sean King, agente del

    Servizio segreto, sembr la frazione di secondo pi lunga della sua vita.Era il periodo della campagna elettorale e si trovavano in un anonimo

    hotel per l'incontro del candidato alla presidenza con i suoi sostenitori, inuna localit cos fuori mano che per telefonare alla pi vicina area ruralebisognava fare un'interurbana. Alle spalle del suo protetto, King scrutavala folla e ascoltava nell'auricolare il ronzio di informazioni sporadiche eprive di importanza. Faceva un caldo afoso nella grande sala piena di genteeccitata che agitava cartelli con la scritta VOTA CLYDE RITTER. Molti

    bambini venivano sollevati e tesi verso il candidato sorridente, cosa cheKing odiava perch dietro ognuno di loro poteva nascondersi facilmenteun'arma da fuoco. Ma la presentazione dei piccoli continuava, Clyde li ba-ciava tutti e, osservando quello spettacolo potenzialmente pericoloso, aKing sembrava quasi di sentire formarglisi delle ulcere nello stomaco.

    La folla si fece ancora pi vicina, fino a toccare i sostegni del grossocordone di velluto, efficace quanto una linea tracciata sulla sabbia. Kingd'istinto si avvicin ancora di pi a Ritter e gli piant il palmo della mano

    tesa sulla schiena sudata e senza giacca, in modo da poterlo buttare imme-diatamente a terra nel caso fosse successo qualcosa. Non poteva certo met-tersi davanti a lui: il candidato apparteneva alla gente. La routine di Ritternon cambiava mai: stringere mani, fare cenni di saluto, sorridere, declama-re una frase a effetto in tempo per il notiziario delle sei, sporgere di nuovole labbra e baciare un altro bambino grasso. Il tutto mentre King, con unamano sulla camicia fradicia di Ritter, osservava in silenzio la folla in cercadi possibili minacce.

    Qualcuno dal fondo della sala grid una battuta. Ritter replic in manie-ra scherzosa e la folla rise allegramente, o almeno gran parte di essa. C'era

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    gente che odiava Ritter e tutto ci che rappresentava. I volti non mentono,non a coloro che sono addestrati a leggerli, e King sapeva leggere un visocon la stessa facilit con cui sapeva sparare. Era quello che aveva fatto pertutta la sua vita professionale: leggere i cuori e le anime della gente attra-verso gli occhi, i tic fisici.

    Si concentr in particolare su due uomini alla sua destra, distanti circatre metri. Avevano l'aria di rappresentare potenziali guai, anche se entram-bi indossavano camicie a maniche corte e pantaloni aderenti in cui era im-possibile nascondere un'arma, il che li faceva scendere di parecchi gradininella scala della pericolosit. Gli attentatori tendevano a preferire un abbi-gliamento ingombrante e armi di piccole dimensioni. In ogni caso Kingsussurr qualcosa nel microfono, riferendo anche agli altri la sua preoccu-

    pazione. Poi spost lo sguardo sull'orologio appeso alla parete. Erano ledieci e trentadue. Ancora pochi minuti e sarebbero stati in viaggio verso lacitt successiva, e di nuovo strette di mano, frasi a effetto, baci ai bambinie lettura delle facce.

    Lo sguardo di King si spost in direzione del nuovo rumore e poi dellanuova visione, qualcosa di completamente inaspettato. Rivolto verso lafolla e alle spalle di Ritter, indaffarato nella sua autopromozione politica,King era l'unico nella sala in grado di vedere la scena. La sua attenzione

    rimase agganciata per un battito di cuore, due, tre: troppo, troppo tempo. Etuttavia chi avrebbe potuto biasimarlo per non essere riuscito a distoglierelo sguardo? Tutti, come poi risult, compreso se stesso.

    Ud il bang,simile al tonfo di un libro che cade. Sent la mano bagnata,l dove aveva toccato la schiena di Ritter. Ma adesso il bagnato non erapi soltanto sudore e la mano gli bruciava. La pallottola fuoriuscita dalcorpo del candidato gli aveva portato via un pezzo di carne dal dito medio,prima di conficcarsi nella parete. Mentre Ritter cadeva a terra, King si sen-

    t come una cometa che corresse inarrestabile verso la sua destinazione,impiegando per un miliardo di anni luce per arrivare.

    Dalla folla si alzarono urla, che poi sembrarono dissolversi in un unico,lungo lamento senz'anima. I visi si allungarono, torcendosi in espressionistrane, come si vedono solo in una casa degli specchi al luna park. Poi ilsubbuglio invest King con la forza di un'esplosione, mentre i piedi corre-vano, i corpi si giravano e le urla gli arrivavano da ogni direzione. La gen-te spingeva e tirava, chinata per evitare altri colpi. In seguito King ricord

    di avere pensato che non c' caos maggiore di quando un'improvvisa morteviolenta avviene in mezzo a una folla che non sospetta nulla.

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    E adesso il candidato presidenziale Clyde Ritter giaceva ai suoi piedi sulpavimento di legno, con il cuore perforato da un proiettile. Lo sguardo diKing pass dal cadavere all'uomo che aveva sparato: un tipo alto con gliocchiali, piuttosto attraente, che indossava una giacca di tweed. La suaSmith & Wesson calibro .44 era ancora puntata verso la posizione in cui sitrovava Ritter, come in attesa che il bersaglio si rialzasse per potere spararedi nuovo. La massa di persone in preda al panico bloccava gli agenti checercavano di passare, per cui la festa era a esclusivo beneficio di King edel killer.

    King punt la pistola al petto dell'attentatore. Non gli diede alcun preav-viso, non gli enunci nessuno dei diritti costituzionali concessi a un assas-sino dalla legislazione americana. Il suo dovere era chiaro. Fece fuoco una

    volta, poi un'altra, anche se il primo colpo era stato sufficiente. L'uomocroll a terra nel punto stesso in cui si trovava. Non disse una parola, quasisi fosse aspettato di morire per ci che aveva fatto e avesse accettato stoi-camente il suo destino, come si conviene a un buon martire. E tutti i marti-ri lasciano dietro di s persone come King, persone alle quali viene poi da-ta la colpa di quanto successo. Quel giorno in realt morirono tre uomini,e King fu uno di loro.

    Sean Ignatius King, nato il primo agosto 1960 e morto il 26 settembre

    1996, in un posto che non aveva mai sentito nominare prima dell'ultimogiorno della sua vita. E a lui and peggio che agli altri due caduti. Loro fu-rono accuratamente sistemati nelle rispettive bare e compianti per sempredalle persone che li avevano amati, o che per lo meno avevano amato ciche essi rappresentavano. King, entro breve ex agente del Servizio segreto,non ebbe una fortuna del genere. Dopo la sua morte, il suo improbabilefardello fu quello di continuare a vivere.

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    Otto anni dopo

    Il corteo di auto invase il parcheggio ombreggiato dagli alberi e riversall'esterno parecchie persone dall'aria accaldata, stanca e decisamente infe-lice. Il piccolo esercito marci verso la brutta costruzione in mattoni bian-chi. Nel corso degli anni l'edificio aveva svolto funzioni diverse; al mo-

    mento ospitava un'impresa di pompe funebri, che prosperava solo in virtdel fatto che nel raggio di cinquanta chilometri non c'erano altre strutture

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    del genere e i morti, naturalmente, da qualche parte dovevano pur andare.Signori in abito nero dall'espressione opportunamente triste se ne stavanoin piedi accanto ai carri funebri. Dalla porta usciva ogni tanto qualcuno chesinghiozzava con discrezione nel fazzoletto. Seduto su una panchina ac-canto all'ingresso principale, un vecchio con un abito logoro e troppo lar-go, e un decrepito stetson untuoso in testa, intagliava un pezzetto di legno.Era quel tipo di posto rurale fino al midollo: soltanto corse di stock car eballate country.

    Il vecchio sollev lo sguardo con curiosit quando gli pass accanto laprocessione, al centro della quale c'era un uomo alto dall'aspetto distinto.Davanti a quello spettacolo, l'anziano si limit a scuotere la testa e a sog-ghignare, mettendo in mostra i pochi denti che gli erano rimasti, macchiati

    di tabacco. Bevve un sorso ristoratore dalla fiaschetta che aveva estrattodalla tasca e poi torn al suo artistico lavoro d'intaglio.

    La donna in tailleur pantalone nero che seguiva di un passo l'uomo altoera poco pi che trentenne. In passato la grossa pistola nella fondina appe-sa alla cintura, sfregandole fastidiosamente sul fianco, le aveva causato u-n'irritazione. Per rimediare all'inconveniente aveva provveduto a cucireuno strato di tessuto all'interno delle camicette e imparato a convivere conqualsiasi prolungato arrossamento della pelle. Le era capitato per caso di

    sentire scherzare i suoi uomini, secondo i quali sarebbe stato meglio che leagenti avessero portato due fondine da spalla, cosa che le avrebbe fattesembrare delle maggiorate anche senza costosi interventi di chirurgia pla-stica. S, nel suo mondo il testosterone era ben presente.

    La carriera dell'agente del Servizio segreto Michelle Maxwell procedevaalla massima velocit, in corsia di sorpasso. Non era ancora stata assegnataalla Casa Bianca, a protezione del presidente degli Stati Uniti, ma ormai ciera vicina. Appena nove anni nel Servizio ed era gi a capo di una scorta.

    Quasi tutti gli agenti dovevano svolgere lavoro investigativo sul campo peruna decina d'anni solo per qualificarsi come membro di una squadra diprotezione, ma Michelle Maxwell era abituata ad arrivare a destinazioneprima degli altri.

    Questa era la sua grande anteprima, che precedeva un quasi certo trasfe-rimento alla Casa Bianca, e lei si sentiva preoccupata. La fermata era im-prevista, il che significava nessuna squadra in avanscoperta e limitata co-pertura. Tuttavia, trattandosi di un cambiamento di programma dell'ultimo

    minuto, il lato positivo era che nessuno poteva sapere che sarebbero statil.

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    Arrivati all'ingresso, Michelle pos con fermezza una mano sul bracciodell'uomo alto e gli disse di aspettare mentre lei e i suoi davano un'occhiataall'interno.

    Il posto era silenzioso, e sapeva di morte e di disperazione nelle silen-ziose sacche di sofferenza attorno ai feretri nelle varie camere ardenti. Mi-chelle piazz agenti nei punti chiave lungo il percorso del suo protetto:"piantare i piedi", come si diceva nel gergo del Servizio. La semplice pre-cauzione di sistemare davanti a una porta un professionista armato e ingrado di comunicare poteva fare meraviglie.

    Parl nel walkie-talkie e l'uomo alto, John Bruno, venne fatto entrare.Michelle lo scort lungo il corridoio, mentre gli sguardi della gente nellecamere ardenti puntavano su di loro. Un politico e relativo entourage in

    campagna elettorale sono come un branco di elefanti: non viaggiano legge-ri. Calpestano massicci la terra con il peso di guardie, personale dello staff,portavoce, scrittori di discorsi, addetti alle pubbliche relazioni, portaborsee quant'altro. uno spettacolo che, se non fa ridere, pu suscitare una no-tevole preoccupazione sul futuro del paese.

    John Bruno si presentava per la carica di presidente degli Stati Uniti enon aveva la minima possibilit di vittoria. Molto pi giovanile dei suoicinquantasei anni, era un candidato indipendente che era riuscito a qualifi-

    carsi per il ballottaggio nazionale in ogni Stato grazie all'appoggio di unapiccola ma chiassosa percentuale di elettorato ormai nauseata da chiunqueappartenesse ai partiti principali. E cos gli era stata concessa la protezionedel Servizio segreto, anche se con uno spiegamento di forze meno ingenterispetto a quello riservato a un vero candidato. Era compito di MichelleMaxwell mantenere il candidato in vita fino alle elezioni. E lei contava igiorni che mancavano.

    Ex pubblico accusatore, Bruno si era fatto moltissimi nemici, alcuni dei

    quali al momento dietro le sbarre. La sua piattaforma politica era piuttostosemplice. Dichiarava di voler soltanto togliere il peso dello Stato dallespalle della gente e lasciar governare la libera iniziativa. Per quanto ri-guardava i poveri, i deboli e tutti quelli non all'altezza di una competizionesfrenata, be', in tutte le altre specie viventi i deboli muoiono e i pi fortiprevalgono, quindi perch doveva essere diverso per gli esseri umani? Erasoprattutto a causa di questa visione politica che Bruno non aveva alcunachance di vittoria. Anche se l'America amava i suoi uomini duri e decisi,

    non era disposta a votare per un leader che mostrava una totale mancanzadi comprensione per gli oppressi e gli sventurati, dato che questi, un gior-

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    no, avrebbero potuto costituire la maggioranza.I problemi cominciarono quando Bruno entr nella camera ardente se-

    guito dal capo dello staff, due aiutanti, Michelle e altri tre agenti. La vedo-va, seduta davanti alla bara del marito, alz lo sguardo di scatto. Michellenon riusc a leggere l'espressione della donna dietro il velo che le copriva ilviso, ma pens che fosse sorpresa nel vedere quell'orda di intrusi invadereil sacro suolo. L'anziana donna si alz in piedi e si ritir in un angolo, tre-mando visibilmente.

    Il candidato si volt subito verso Michelle: Era un mio caro amico at-tacc deciso e non ho intenzione di marciare qui dentro con un esercito.Uscite aggiunse seccamente.

    Io resto qui ribatt Michelle. Soltanto io.

    L'uomo scosse la testa. Si erano gi trovati spesso in situazioni del gene-re. Bruno sapeva che la sua candidatura era una scommessa senza speran-za, ma proprio per questo ci provava con ancor pi determinazione. Il rit-mo della campagna era stato brutale, la logistica della protezione un incu-bo.

    No, questo un fatto privato ringhi. Si volt verso la donna che tre-mava in un angolo. Mio Dio, la state spaventando a morte. disgustoso.

    Michelle insistette, ma Bruno rifiut di nuovo e accompagn tutti fuori,

    rimproverandoli. Cosa diavolo poteva capitargli in un'impresa di pompefunebri? C'era il rischio che la vedova ottantenne l'aggredisse? Il defuntosarebbe tornato in vita? Michelle intuiva che il suo protetto era arrabbiatis-simo perch lei gli stava facendo sprecare tempo prezioso. Tuttavia nonera stata sua l'idea di andare l. Comunque, Bruno non era certo dell'umoregiusto per sentirselo dire.

    Non aveva la minima possibilit di vittoria, eppure si comportava comese fosse stato il re dei re. Naturalmente il giorno del voto gli elettori, Mi-

    chelle compresa, lo avrebbero buttato fuori a calci nel sedere.Come soluzione di compromesso, gli chiese due minuti per controllare

    la stanza. Le vennero concessi e gli agenti procedettero all'ispezione, men-tre dentro di s Michelle ribolliva, dicendosi che doveva risparmiare lemunizioni per le battaglie davvero importanti.

    I suoi uomini uscirono centoventi secondi dopo e riferirono che era tuttoa posto. Una sola porta per entrare e uscire. Niente finestre. Unici occupan-ti, la vecchia e il morto. Era tutto tranquillo. Non perfetto, ma okay. Mi-

    chelle annu in direzione del candidato. Bruno poteva avere il suo momen-to privato, dopodich sarebbero ripartiti.

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    Una volta entrato nella camera ardente, Bruno chiuse la porta e si avvi-cin alla bara aperta. Ce n'era un'altra appoggiata alla parete opposta, aper-ta anch'essa, ma vuota. Quella del defunto era sistemata sopra una piatta-forma rialzata ricoperta di tessuto bianco e circondata da un assortimentodi fiori. Bruno rese omaggio alla salma, poi mormor: Addio, Bill e sivolt verso la vedova, che era tornata alla sua sedia. Si inginocchi davantia lei e le prese gentilmente una mano tra le sue.

    Mi dispiace, Mildred, mi dispiace moltissimo. Era una brava persona.Dietro il velo, la vedova alz lo sguardo su Bruno, sorrise e poi riabbas-

    s gli occhi. Il candidato cambi espressione e si guard intorno, anche sel'unico altro occupante la stanza non era in condizione di origliare. Dun-que, hai accennato a qualcosa di cui volevi parlarmi. In privato.

    S conferm la donna a bassa voce.Temo di non avere molto tempo, Mildred. Di cosa si tratta?In risposta, la vedova gli mise una mano su una guancia e poi le dita sce-

    sero a toccare il collo. Bruno fece una smorfia quando sent la puntura esubito dopo scivol a terra, privo di sensi.

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    Michelle camminava avanti e indietro nel corridoio, controllando l'oro-logio e ascoltando la lugubre musica diffusa dall'impianto stereo. Concluseche, se prima di entrare l dentro non si tristi, depressi o potenzialmentesuicidi, lo si diventa dopo cinque minuti di ascolto di quella schifezza ot-tenebrante. Il fatto che Bruno avesse chiuso la porta la rendeva furiosa, maaveva dovuto lasciarglielo fare. In teoria non devi mai perdere di vista iltuo protetto, ma la realt della vita a volte ha la meglio sulle regole. Guar-d uno dei suoi uomini e, per la quinta volta, gli chiese: Sei assolutamen-

    te sicuro che sia tutto a posto?. L'agente annu.Dopo avere aspettato un altro po', si avvicin alla porta e buss. Mr

    Bruno? Dobbiamo andare, signore. Non ci fu risposta e Michelle emiseun sospiro impercettibile. Sapeva che i suoi uomini, tutti con un'anzianitdi servizio maggiore della sua, la stavano osservando per vedere come sela sarebbe cavata. Dei circa duemilaquattrocento agenti impegnati sulcampo, solo il sette per cento era costituito da donne, e pochissime rico-privano incarichi di responsabilit. S, non era facile.

    Buss di nuovo. Signore? Pass ancora qualche secondo e Michellecominci a sentire delle strette allo stomaco. Gir il pomolo della porta e

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    rialz lo sguardo, incredula. chiusa a chiave.Un agente la fiss, altrettanto perplesso. Be', allora deve avere chiuso

    lui.Mr Bruno, va tutto bene? Michelle aspett un attimo. Signore, o mi

    risponde oppure entriamo.Solo un minuto! Era la voce di Bruno, inconfondibile.Okay, signore, per dobbiamo andare.Trascorsero altri due minuti. Michelle scosse la testa e buss di nuovo.

    Nessuna risposta. Signore, siamo gi in ritardo. Lanci un'occhiata alcapo dello staff, Fred Dickers. Fred, vuoi provarci tu?

    Da molto tempo lei e Dickers avevano raggiunto una reciproca intesa.Vivendo insieme venti ore al giorno, il capo della scorta e il capo dello

    staff dovevano necessariamente andare d'accordo, per quanto possibile,perch le cose funzionassero. Non erano ancora in sintonia su tutto, n losarebbero mai stati, ma su quello che stava succedendo la pensavano ov-viamente allo stesso modo.

    Dickers annu e grid: John, sono Fred. Dobbiamo andare, sul serio.Siamo in ritardo con il programma. Buss alla porta. John, mi senti?

    Di nuovo, Michelle sent il suo stomaco contrarsi. Qualcosa non andava.Fece cenno a Dickers di spostarsi e buss. Mr Bruno, perch si chiuso

    dentro, signore? Nessuna risposta. Sulla fronte di Michelle comparve unagoccia di sudore. Esit per un istante, pensando in fretta, poi di colpo gri-d: Signore, c' sua moglie al telefono! Uno dei suoi figli rimasto coin-volto in un grave incidente!.

    La risposta fu raggelante.Solo un minuto!Buttate gi la porta abbai Michelle. Buttatela gi!Presero a spallate la porta, che cedette al terzo tentativo. Gli agenti fece-

    ro irruzione nella stanza.Una stanza deserta, a parte il cadavere.

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    Un corteo funebre si era appena messo in movimento. Le auto incolon-nate che si allontanavano lungo il viale alberato erano solo una decina.Prima ancora che l'ultima vettura scomparisse in fondo alla strada, Michel-

    le e la sua squadra si erano gi precipitati fuori dalla sede delle pompe fu-nebri, sparpagliandosi in ogni direzione.

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    Bloccate tutta la zona! grid Michelle agli agenti rimasti accanto alleauto del corteo di Bruno. Gli uomini corsero a eseguire gli ordini. Michelleparl al walkie-talkie: Ho bisogno di rinforzi immediati. Da dove, non miimporta, basta che arrivino. Subito! E allertate l'FBI. Il suo sguardo si fis-s sul retro dell'ultima auto del funerale. Sarebbero cadute delle teste perquesta storia. La sua testa sarebbe caduta. In quel momento, per, tutto ciche voleva era riavere John Bruno, preferibilmente vivo.

    Vide fotografi e reporter riversarsi fuori dai loro furgoni. Malgrado l'op-portunit di un bel servizio fotografico e le suppliche di Fred Dickers,Bruno era stato irremovibile e non aveva permesso ai rappresentanti deimedia di entrare nell'edificio delle pompe funebri. Non l'avevano presa be-ne. E adesso stavano per attaccare con tutta la loro forza giornalistica, in-

    tuendo una storia dalla risonanza di gran lunga superiore a quella di uncandidato che rende l'ultimo omaggio a un vecchio amico.

    Prima che le saltassero addosso, Michelle afferr il braccio di un uomoin uniforme che le si era avvicinato di corsa e che sembrava attendere i-struzioni.

    Lei del servizio di sicurezza?L'uomo annu; era pallido, con gli occhi sgranati. Sembrava sul punto di

    svenire o di farsela addosso.

    Michelle punt un dito in direzione del viale. Di chi quel funerale?Di Harvey Killebrew. Lo stanno portando al Memorial Gardens.Voglio che lo fermi.L'uomo la guard senza capire. Fermarlo?Una persona stata rapita. E quello Michelle indic il corteo sarebbe

    un ottimo sistema per portarla via da qui, non crede?S ammise la guardia lentamente. Giusto.Perci voglio che lei perquisisca tutti i veicoli, in particolare il carro

    funebre. Ha capito?Il carro funebre? Ma, signora, dentro c' Harvey.Michelle osserv l'uniforme dell'uomo. Era solo una guardia privata, ma

    lei non poteva permettersi di fare la schizzinosa. Lesse la targhetta di iden-tificazione e, in tono molto pacato, disse: Agente Simmons? AgenteSimmons, da quanto tempo lavora... nel ramo sicurezza?.

    Da circa un mese. Ma sono autorizzato all'uso delle armi. Vado a cac-cia da quando avevo otto anni, posso staccare le ali a una zanzara con un

    solo colpo.Grandioso. Un mese. In realt sembrava ancora pi acerbo. Okay,

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    Simmons, adesso ascoltami con attenzione. Probabilmente la persona rapi-ta priva di sensi. E un carro funebre sarebbe un sistema perfetto per tra-sportare qualcuno che ha perso conoscenza, non credi? La guardia annu;sembrava che finalmente avesse capito. Il viso di Michelle si indur di col-po e la voce divent secca come uno sparo: Allora muovi il culo. Bloccaquel funerale e perquisisci tutti i veicoli.

    Simmons part di corsa. Michelle ordin a parecchi suoi uomini di se-guirlo per dare una mano e sovrintendere all'operazione, ad altri di comin-ciare una perquisizione accurata dell'impresa di pompe funebri. Era possi-bile che Bruno fosse ancora nascosto l dentro, da qualche parte. Poi si a-pr la strada a forza tra giornalisti e fotografi ed entr nell'edificio, dovestabil il suo centro di comando. Da l fece altre telefonate, consult le

    mappe locali della zona e coordin le operazioni, stabilendo un perimetrodi un chilometro e mezzo con la sede delle pompe funebri al centro. Poi latelefonata che non voleva fare, ma che doveva fare. Chiam i suoi superio-ri e pronunci le parole che sarebbero rimaste legate per sempre al suonome e alla sua carriera distrutta nel Servizio segreto.

    Parla l'agente Michelle Maxwell, caposcorta di John Bruno. Devo rife-rire che abbiamo... che ho perso il protetto. Sembra che John Bruno sia sta-to rapito. Le ricerche sono gi in corso e ho contattato sia le autorit locali

    sia l'FBI. Sentiva gi l'accetta abbattersi sul suo collo.Si un alla squadra che stava rivoltando da cima a fondo l'impresa di

    pompe funebri in cerca di Bruno. Farlo senza alterare la scena del crimineera come minimo problematico. Non potevano interferire con l'indagineufficiale che sarebbe seguita, ma dovevano comunque cercare.

    Nella camera ardente da cui Bruno era scomparso, Michelle si rivolse auno degli agenti che avevano controllato la stanza prima che entrasse ilcandidato. Come diavolo pu essere successo? gli chiese.

    L'uomo era un veterano del Servizio, un buon agente. Scosse la testa,ancora incredulo. Il posto era pulito, Mick. Pulito.

    Sul lavoro Michelle veniva spesso chiamata "Mick". Quel soprannomemaschile la faceva sembrare pi come uno dei ragazzi, cosa che, sia purecon una certa riluttanza, ammetteva non essere poi cos negativa.

    Avevate controllato la vedova? L'avevate interrogata?L'uomo le lanci un'occhiata scettica. Dovevamo fare il terzo grado a

    una vecchia con il marito disteso nella bara a un metro di distanza? Ab-

    biamo guardato dentro la borsetta, ma non ho ritenuto opportuna una per-quisizione negli orifizi corporali. Poi aggiunse: Avevamo solo due mi-

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    nuti. Chi poteva fare un lavoro come si deve in due minuti?.Michelle si irrigid, mentre il significato di ci che aveva appena detto

    l'agente le diventava chiaro. In quella situazione, tutti avrebbero cercato diproteggersi il culo e la pensione federale. Pensandoci adesso, era stata unadecisione stupida concedere agli uomini solo due minuti. Michelle control-l il pomolo della porta. Era stato predisposto in modo da bloccare la ser-ratura chiudendo la porta.

    Una bara a un metro di distanza? Guard la cassa color rame e fecechiamare il direttore, che adesso era addirittura pi pallido di quanto ri-chiesto a un direttore di pompe funebri. Michelle gli domand se il cada-vere nella bara era effettivamente quello di Bill Martin. S, rispose l'uomo.

    E lei sicuro che la donna fosse la vedova di Martin?

    Di quale donna sta parlando?Seduta in questa stanza, c'era una donna vestita di nero, con un velo sul

    viso.Non le so dire se fosse Mrs Martin oppure no. Io non l'ho vista entra-

    re.Mi serve il numero di casa di Mrs Martin. E nessuno dei suoi dipenden-

    ti pu andarsene, non prima che l'FBI arrivi e completi le sue indagini. In-tesi?

    Se possibile, l'uomo divent ancora pi pallido. L'FBI?Michelle lo conged, poi lo sguardo le cadde di nuovo sulla bara e sul

    pavimento davanti alla piattaforma. Chinandosi per raccogliere qualche pe-talo di rosa caduto a terra, si ritrov con gli occhi all'altezza del tessutodrappeggiato intorno alla bara. Tese una mano sopra i fiori, scost delica-tamente il tessuto e vide la piattaforma in pannelli di legno. Buss sullastruttura: era vuota. Indossati i guanti, Michelle e un agente staccarono esollevarono uno dei pannelli, rivelando uno spazio che avrebbe potuto fa-

    cilmente nascondere un adulto. Michelle riusc solo a scuotere la testa.Aveva sbagliato tutto.

    Uno dei suoi uomini le si avvicin con qualcosa in un sacchetto di pla-stica. Qualche tipo di registratore digitale disse.

    cos che hanno riprodotto la voce di Bruno? domand Michelle.Devono aver trovato da qualche parte un frammento di una sua regi-

    strazione e se ne sono serviti per tenerci a bada mentre tagliavano la corda.Probabilmente hanno pensato che la frase "solo un minuto" avrebbe rispo-

    sto in modo adeguato a gran parte delle nostre domande. Tu li hai fregaticon la storia del figlio di Bruno. Da qualche parte deve esserci anche una

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    cimice senza fili.Michelle gli lesse nel pensiero. Perch dovevano essere in grado di sen-

    tirci per poter rispondere con la voce registrata.Giusto. L'uomo indic la parete di fondo, dalla quale era stata staccata

    una parte della tappezzeria imbottita. L c' una porta. E dietro quella pa-rete c' un corridoio.

    Perci da l che sono usciti. Michelle restitu il sacchetto. Rimettiloesattamente dove l'hai trovato. Non ho bisogno di lezioni dall'FBI su comemantenere intatta la scena di un delitto.

    Deve esserci stata una lotta. Strano che non abbiamo sentito niente os-serv l'agente.

    Come avremmo potuto, con quella musica funebre che rimbombava

    dappertutto? sbott Michelle.Accompagnata dall'agente, percorse tutto il corridoio. La bara vuota, so-

    pra un tavolo a rotelle, era stata lasciata accanto a una porta che si aprivasul retro dell'edificio. Tornarono nella camera ardente, richiamarono il di-rettore e gli mostrarono il passaggio.

    L'uomo sembr perplesso. Non sapevo neppure che esistesse.Che cosa? Non sapeva che esistesse? ripet Michelle, incredula.Facciamo questo mestiere solo da un paio d'anni, da quando cio fal-

    lita l'unica impresa di pompe funebri della zona. Non potevamo usare lostesso edificio perch era stato dichiarato inagibile. Questo posto stato unmucchio di cose prima di diventare una sede di onoranze funebri, e gli at-tuali proprietari hanno fatto solo poche migliorie. Le camere ardenti sonorimaste praticamente com'erano. Non avevo idea che l ci fosse un corri-doio.

    Be', qualcuno di certo lo sapeva replic bruscamente Michelle. Infondo a quel corridoio c' una porta che si apre nel retro dell'edificio. Mi

    sta dicendo che non sa niente neppure della porta?Quella parte della struttura viene utilizzata come magazzino e ci si ac-

    cede dall'interno.Ha notato qualche veicolo parcheggiato l fuori?No, ma non vado quasi mai da quelle parti.Qualcun altro potrebbe aver visto qualcosa?Dovrei controllare.No, controllo io.

    Le assicuro che la nostra un'azienda molto rispettabile.Qui ci sono passaggi segreti e porte di cui lei non sa niente. La sicurez-

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    za non la preoccupa?Il direttore la guard inespressivo e poi scosse la testa. Qui non siamo

    in una grande citt. Non abbiamo mai reati seri.Ormai acqua passata. Ha il numero di telefono di Mrs Martin?Il direttore pass il numero a Michelle, che lo compose. Non ci fu rispo-

    sta.Rimasta sola, Michelle rest immobile al centro della stanza. Tutti que-

    gli anni di lavoro, tutto quel tempo impiegato per dimostrare di essere al-l'altezza del suo incarico... tutto buttato via, nello scarico del cesso. Nonaveva neppure la consolazione di essersi lanciata nella traiettoria della pal-lottola di un aspirante assassino. Michelle Maxwell era entrata nella storia.E sapeva di essere ormai storia anche per il Servizio segreto. La sua carrie-

    ra era finita.

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    Il funerale venne fermato e tutte le auto perquisite, compreso il carro fu-nebre. Ed era proprio Harvey Killebrew, padre, nonno e marito esemplare,colui che riposava nella bara. Tutti i partecipanti alla cerimonia erano an-ziani ed evidentemente spaventati da quegli uomini armati. Non sembrava

    probabile che ci fosse un sequestratore nel gruppo, ma in ogni caso gliuomini del Servizio ordinarono a tutti di tornare alla sede delle pompe fu-nebri.

    Simmons, la guardia giurata, si avvicin a un agente che stava salendosulla sua berlina per mettersi alla guida del corteo. Adesso cosa devo fare,signore?

    Okay, ho bisogno che questa strada venga sorvegliata. Se qualcunocerca di uscire, tu fermalo. Se cerca di entrare, fermalo e verifica che abbia

    le credenziali giuste. Ti daremo il cambio appena possibile. Fino a quelmomento, tu resti qui. Chiaro?

    Simmons sembrava molto nervoso. Si tratta di una cosa grossa, vero,signore?

    Figliolo, questa la cosa pi grossa che ti capiter mai nella vita. Spe-riamo solo che finisca bene. Ma ne dubito.

    Un altro agente, Neal Richards, si avvicin di corsa e disse: Resto conlui, Charlie. Lasciarlo qui da solo forse non una buona idea.

    Charlie gli lanci un'occhiata. Sicuro che non vuoi tornare l e unirti al-la festa, Neal?

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    Richards sorrise senza allegria. In questo momento non voglio avvici-narmi a meno di un chilometro da Michelle Maxwell. Resto qui con il ra-gazzo.

    Sal sul furgone accanto a Simmons, che fece qualche manovra in mododa bloccare la strada. I due osservarono la carovana di auto dei partecipantial funerale e del Servizio scomparire alla vista, poi scrutarono la campagnaintorno a loro in tutte le direzioni. Non c'era segno di vita. Simmons tenevala mano sul calcio della sua pistola, increspando la pelle nera del guantoche stringeva l'impugnatura. Tese una mano e alz il volume dello scannerdella polizia, poi guard nervosamente l'uomo pi anziano.

    So che probabilmente non me lo pu dire, ma cosa diavolo successolaggi?

    Richards non si prese neppure il disturbo di guardarlo. Hai ragione, nonposso dirtelo.

    Io sono cresciuto qui, conosco ogni centimetro di questi posti. Se stessicercando di portare via qualcuno, prenderei la pista sterrata che si trova ameno di un chilometro lungo questa strada. Si taglia da l, si esce dall'altraparte e ci si ritrova a otto chilometri da qui prima ancora di renderseneconto.

    Richards questa volta lo guard. Davvero? domand lentamente. Si

    sporse verso Simmons e infil la mano nella tasca della giacca. Un attimodopo Neal Richards, agente del Servizio segreto, era ripiegato su se stessosul sedile, con un piccolo foro rosso al centro della schiena e il chewinggum che aveva estratto dalla tasca ancora stretto nella mano. Simmons sivolt verso il retro del furgone, dove la donna stava svitando il silenziatoreda una pistola di piccolo calibro. Era rimasta nascosta in un minuscolo va-no sotto il falso pavimento del furgone. Le chiacchiere confuse dello scan-ner della polizia avevano coperto il lieve rumore che aveva prodotto u-

    scendo. Ho usato una dum-dum di piccolo calibro, volevo che restassenel corpo. Molto meno casino.

    Simmons sorrise. Come ha detto il nostro amico, una cosa grossa.Rimosse dal cadavere il microfono senza fili e il relativo dispositivo di a-limentazione e scagli il tutto nel fitto degli alberi, poi avvi il motore epart nella direzione opposta rispetto alle pompe funebri. Dopo cinquecen-to metri volt e si immise in una pista sterrata infestata da erbacce. Getta-rono il corpo dell'agente Richards in un dirupo dalla folta vegetazione, vi-

    cino alla strada. Simmons aveva detto la verit: quella era una perfetta viadi fuga. Dopo un altro centinaio di metri e due curve, arrivarono a un fieni-

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    le abbandonato, con il tetto prossimo al collasso e le porte spalancate.Simmons port il furgone all'interno dell'edificio di cui, una volta scesodal veicolo, chiuse le porte. Nel fienile c'era un pickup bianco.

    La donna che emerse dal retro del furgone adesso non assomigliava perniente a una vecchia vedova. Giovane, bionda e snella, ma allo stesso tem-po agile e muscolosa, indossava un paio di jeans e una canotta bianca. Nelcorso della sua breve vita aveva usato molti nomi e al momento si facevachiamare Tasha. Per quanto potesse essere pericoloso Simmons, Tasha eraaddirittura letale. Possedeva il requisito essenziale del vero killer: era deltutto priva di coscienza.

    Simmons si tolse l'uniforme, sotto la quale indossava jeans e maglietta.Dal retro del furgone prese una valigetta del trucco e cominci a togliersi

    la parrucca, poi le basette, le sopracciglia e tutti gli altri componenti deltravestimento facciale. L'uomo che emerse era pi anziano e aveva i capel-li scuri.

    I due scaricarono dal furgone il grande scatolone nel quale avevano si-stemato Bruno. Nel caso qualcuno si fosse preso il disturbo di controllare,lo scatolone era contrassegnato come contenente strumenti per le comuni-cazioni. Sotto il finestrino posteriore del pickup c'era un grosso baule pergli attrezzi. Simmons e Tasha presero Bruno e lo trasferirono nel baule,

    che poi chiusero a chiave. Sulle pareti laterali e sul coperchio erano statipraticati dei fori e l'interno era stato imbottito.

    Presero delle balle di fieno da una pila in un angolo e le caricarono sulripiano del pickup, nascondendo gran parte del baule per gli attrezzi. L'o-perazione fu portata a termine in meno di venti minuti. I due salirono nellacabina del furgone, si misero in testa berretti con visiera della John Deere euscirono dal fienile. Presero un'altra pista sterrata coperta di erbacce e tor-narono sulla strada principale, distante circa tre chilometri.

    Incrociarono un flusso di auto della polizia, berline nere e suv, tutte in-dubbiamente dirette alla scena del reato. Mentre passava veloce, un giova-ne poliziotto addirittura sorrise alla bella ragazza seduta accanto al guida-tore nel pickup. Tasha gli lanci un'occhiata complice e lo salut con lamano. Il candidato rapito era nel baule sul retro, privo di conoscenza.

    Tre chilometri pi avanti, lungo la stessa strada, viaggiava il vecchio chesedeva accanto all'ingresso delle pompe funebri quando erano entrati JohnBruno e il suo entourage. Abbandonato il suo lavoro d'intaglio, era riuscito

    a sfuggire al blocco ordinato dalla Maxwell solo per qualche minuto.Viaggiava solo a bordo della sua vecchia Buick Impala dalla marmitta

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    scassata e rumorosa. Aveva appena ricevuto la notizia dai suoi colleghi:Bruno era sistemato e l'unica vittima era stato un agente del Servizio segre-to, cos sfortunato da essere finito a fare coppia con un uomo che senzadubbio aveva ritenuto inoffensivo.

    Dopo tutto quel tempo e quel lavoro, adesso finalmente era cominciata.L'uomo della Buick sorrise.

    5

    La Ford Explorer rossa si ferm vicino a una grande costruzione di tron-chi di cedro nascosta nel folto del bosco. L'edificio aveva una strutturacomplicata e, nonostante ospitasse una sola persona, faceva pensare pi a

    uno chalet che a un piccolo cottage. L'uomo scese dal veicolo e si stir.Era ancora presto e il sole aveva appena iniziato la sua ascesa.

    Sean King sal gli ampi gradini di legno sbozzati a mano e apr la portadella sua casa. And nella grande cucina e, mentre il caff filtrava, acca-rezz con lo sguardo ogni angolo, la sistemazione di ogni tronco, la pro-porzione della finestra rispetto alla parete. Si era costruito quel posto prati-camente da solo nel corso di quattro anni, durante i quali aveva abitato inuna piccola roulotte piazzata sul bordo della propriet di sei ettari nelle

    Blue Ridge Mountains, circa sessanta chilometri a ovest di Charlottesville.L'interno era arredato con poltrone di pelle, divani superimbottiti, tavoli

    di legno, tappeti orientali, lampade di rame, semplici scaffali carichi di u-n'eclettica variet di libri, quadri a olio e pastelli, per lo pi opere di artistilocali, e quell'assortimento di oggetti che si raccolgono o si ereditano nelcorso di una vita. A quarantaquattro anni, King aveva gi vissuto almenodue vite. E non aveva alcuna intenzione di reinventarsene un'altra.

    Sal al piano superiore, percorse lo stretto ballatoio che correva per l'in-

    tera lunghezza dell'edificio ed entr in camera da letto. Come tutto il restodella casa, la stanza era organizzatissima: ogni cosa al proprio posto e nonun solo centimetro di spazio sprecato.

    King si tolse l'uniforme di vicesceriffo ed entr nel box doccia, liberan-dosi dal sudore di una notte di lavoro. Si fece la barba, si lav i capelli elasci che l'acqua calda ammorbidisse la cicatrice sul dito medio. Avevaimparato da tempo a convivere con quel piccolo souvenir dei suoi giorninel Servizio segreto.

    Se fosse stato ancora nel Servizio, invece di abitare in una bella casa ditronchi d'albero nel bel mezzo dell'incantevole Virginia centrale, proba-

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    bilmente sarebbe stato ancora impacchettato con la sua ex moglie in unavilletta a schiera di un alienante quartiere dormitorio nei sobborghi di Wa-shington. E in quell'esatto momento non sarebbe certo stato sul punto diuscire di casa per andare al suo fiorente studio legale. Di sicuro, non sa-rebbe stato un vicesceriffo volontario che dedicava una notte la settimanaalla sua comunit rurale. Sarebbe stato invece in procinto di saltare su unaltro aereo, per poi osservare politici che sorridevano, baciavano bambini edicevano bugie, in paziente attesa dell'istante in cui qualcuno avrebbe ten-tato di ammazzare il suo uomo. Bel divertimento per circa centomila dolla-ri l'anno e un mucchio di miglia comefrequent flier.

    Indoss giacca e cravatta, si pettin e and a bere il caff nella verandaadiacente la cucina, leggendo il giornale. La prima pagina era dominata dai

    resoconti sul rapimento di John Bruno e la conseguente indagine dell'FBI.King lesse con attenzione tutta la storia e i relativi articoli, assimilandoogni dettaglio. Accese il televisore, si sintonizz sull'emittente dei notiziarie ascolt il giornalista riferire della morte di Neal Richards, veterano delServizio segreto. L'agente lasciava la moglie e quattro figli.

    Era un fatto indubbiamente tragico, ma se non altro il Servizio si sarebbefatto carico della famiglia di Neal Richards, cui avrebbe garantito sostegnototale. Questo non compensava certo il lutto, ma era pur sempre qualcosa.

    Il giornalista disse che l'FBI non aveva rilasciato dichiarazioni. Natural-mente no, pens King. L'FBI non rilascia mai dichiarazioni. Ma tra un po'qualcuno si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa con qualcun altro e questosarebbe corso da un amico al "Post" o al "Times", cos tutti avrebbero sa-puto. Di solito, per, quello che si veniva a sapere era sbagliato. Ma la bel-va dei media aveva una fame insaziabile e nessuna organizzazione potevapermettersi di lasciarla morire d'inedia, nemmeno l'FBI.

    King si raddrizz sulla sedia e fiss la donna che in quel momento com-

    pariva sullo schermo; era in piedi, tra un gruppo di persone accanto a unleggio. King cap subito che quella era la parte del notiziario riservata alServizio segreto. Conosceva bene la tipologia: la donna aveva un atteg-giamento calmo e professionale, con quella sorta di rilassata vigilanza chegli era cos familiare. Ma c'era qualcos'altro nell'espressione della ragazzache non gli era del tutto chiaro. Sicuramente una specie di fuoco interiore,perch in qualche misura tutti gli agenti del Servizio ce l'avevano. Tuttaviac'era dell'altro. Forse una sottile sfida?

    Il Servizio stava collaborando in ogni modo possibile con l'FBI, dichiaruno degli uomini, e naturalmente aveva avviato una propria indagine in-

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    terna. King sapeva che questa sarebbe stata effettuata dalla divisione inve-stigativa, che dopo l'omicidio di Ritter gli era saltata addosso. Interpretan-do i sottintesi burocratici, King cap anche che la colpa era gi stata attri-buita a qualcuno e che l'informazione sarebbe stata resa pubblica non ap-pena le parti competenti avessero concordato tempi e modi opportuni perdivulgare la terribile notizia. Terminata la conferenza stampa, la donna sala bordo di una berlina nera. La voce fuori campo la identific come Mi-chelle Maxwell, capo della scorta che aveva perso John Bruno, e rifer cheper or dine del Servizio non poteva parlare con la stampa.

    E allora perch metterla in mostra davanti ai media? si chiese King. Per-ch agitare un pezzo di carne rossa davanti alla belva affamata in gabbia?Si rispose quasi immediatamente: per offrire un volto al biasimo in arrivo.

    Il Servizio era spesso solerte nell'intervenire a proteggere i suoi ed era gicapitato che un agente responsabile di qualche casino venisse messo mo-mentaneamente in aspettativa e poi assegnato a un nuovo incarico. Ma for-se per il caso Bruno c'era qualche pressione politica che reclamava a granvoce una testa. Tanto valeva che avessero detto: "Eccola qui, ragazzi:sbranatela pure. Dobbiamo ancora fare la nostra indagine ufficiale, ma nonlasciate che questo vi fermi". E adesso King capiva l'espressione di sfidasul viso della ragazza: lei sapeva esattamente cosa stava succedendo. La

    signora stava assistendo alla propria impiccagione, e la cosa non le piacevaper niente.

    King sorseggi il caff, mangiucchi un toast e, rivolto alla donna inTV, disse: Be', Michelle, puoi incazzarti quanto ti pare, ma sei comunquefregata.

    Sul teleschermo comparve poi una foto della Maxwell, accompagnata daulteriori informazioni su di lei. Al liceo aveva partecipato alle competizio-ni nazionali di categoria come giocatrice di basket e membro della squadra

    di atletica leggera, oltre a essere stata una studentessa eccezionale. In se-guito si era laureata in soli tre anni a Georgetown, con specializzazione indiritto penale. Nel caso tutto questo non fosse stato abbastanza, al collegeaveva indirizzato il suo notevole talento atletico verso un altro sport, arri-vando a vincere una medaglia d'argento olimpica nel canottaggio femmini-le. Erudita e atleta: cosa poteva esserci di meglio? Dopo un anno come a-gente di polizia nel nativo Tennessee, Michelle Maxwell era entrata nelServizio segreto, dove aveva lavorato alacremente, facendo carriera a ve-

    locit doppia del normale, e dove attualmente godeva del meraviglioso sta-tus di capro espiatorio.

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    E anche un attraente capro espiatorio, pens King, che per si sorpreseimmediatamente. Attraente? In realt quella ragazza mostrava alcuni trattimascolini: la camminata vigorosa, quasi spavalda, la notevole larghezzadelle spalle - tutto quel canottaggio, senza dubbio - la linea della mascellache sembrava indicare estrema ostinazione. E tuttavia la femminilit c'eratutta. Michelle Maxwell era alta pi di un metro e settantacinque e, nono-stante le spalle ampie, era snella, con belle curve armoniose. I capelli, nerie lisci, le arrivavano alle spalle, in un taglio abbastanza regolamentare peril Servizio e allo stesso tempo raffinato. Gli zigomi erano alti e decisi, e gliocchi verdi, luminosi e intelligenti, chiaramente si lasciavano sfuggire benpoco. Nel Servizio segreto un dono del genere era una necessit.

    Nel complesso, non una bellezza classica, ma Michelle era probabilmen-

    te il tipo di ragazza sempre pi veloce e pi brillante di tutti i ragazzi. Alliceo ogni maschio doveva aver fatto di tutto pur di diventare il suo "mi-gliore amico". Ma, a giudicare dall'aspetto della donna, King dubitava cheuno di loro fosse riuscito ad andare oltre i termini da lei imposti.

    Be', disse silenziosamente al teleschermo, c' vita dopo il Servizio. Puoicominciare tutto daccapo e ricreare te stessa. Contro ogni probabilit, puoianche essere ragionevolmente felice. Ma non dimenticherai mai. Mi di-spiace, Michelle Maxwell, ma parlo per esperienza.

    Guard l'orologio. Era ora di andare al suo vero lavoro, per stilare testa-menti, redigere contratti d'affitto e addebitare un tanto all'ora. Neppure lon-tanamente eccitante quanto la vecchia occupazione, ma in quella particola-re fase della sua esistenza Sean King apprezzava molto la banale routine.Aveva gi avuto tanta eccitazione da bastargli per parecchie vite.

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    Usc a marcia indietro dal garage a bordo della sua Lexus con la capoteabbassata e si diresse al lavoro per la seconda volta in otto ore. Il viaggioin auto comport strade tortuose, panorami favolosi, occasionali avvista-menti di animali selvatici e traffico scarso, per lo meno fino in citt, doveil numero di veicoli aument leggermente. Lo studio legale si trovava inquella che giustamente si chiamava Main Street, cio l'unica arteria di unacerta importanza nel centro di Wrightsburg, una cittadina relativamentenuova a met strada tra i centri urbani ben pi importanti di Charlottesville

    e Lynchburg, Virginia.Sean si ferm nel parcheggio dietro l'edificio a due piani in mattoni

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    bianchi che ospitava lo studio King & Baxter, Avvocati e Procuratori Le-gali, come proclamava orgogliosamente la targa affissa all'esterno. Da ra-gazzo Sean aveva frequentato la facolt di legge all'Universit della Virgi-nia, distante una trentina di minuti, ma dopo due anni aveva interrotto glistudi, optando per una carriera nel Servizio segreto. All'epoca aveva desi-derato una vita pi avventurosa di quella che potevano offrirgli montagnedi testi legali e il metodo socratico. Be', la sua parte di avventure l'avevaavuta.

    Dopo che il polverone sollevato dall'omicidio di Clyde Ritter si era po-sato, aveva lasciato il Servizio segreto, aveva concluso gli studi universita-ri e aveva aperto da solo uno studio legale a Wrightsburg. Lo studio adessoaveva due titolari e la vita di King finalmente stava marciando a pieno re-

    gime. Era amico e rispettato legale di molte delle personalit pi in vistadella zona. Contraccambiava la comunit con l'attivit di vicesceriffo vo-lontario e anche in altri modi. Era uno degli scapoli pi ambiti della citta-dina, ma usciva con una donna solo se e quando ne aveva voglia. Avevamoltissimi amici, anche se quelli veramente intimi erano pochi. Amava ilsuo lavoro, si godeva il tempo libero e non erano tante le cose a cui per-metteva di irritarlo. La sua vita marciava a un ritmo attentamente studiato epoco spettacolare. E a lui andava benissimo cos.

    Appena sceso dalla Lexus not la donna e per un attimo contempl l'ideadi risalire in auto, ma lei lo aveva gi visto e si stava avvicinando rapida-mente.

    Ciao, Susan le disse King, afferrando la valigetta dal sedile del pas-seggero.

    Sembri stanco. Non so proprio come fai.A fare cosa?L'occupatissimo avvocato di giorno e il funzionario di polizia di notte.

    Vicesceriffo volontario, Susan, e solo una notte la settimana. La cosapi esaltante che mi successa la notte scorsa stato sterzare di colpo pernon investire un opossum.

    Scommetto che quando eri nel Servizio segreto passavi giorni e giornisenza dormire. Molto eccitante, anche se faticoso.

    Non era proprio cos. King si avvi verso lo studio, tallonato dalladonna.

    Poco pi che quarantenne, Susan Whitehead era attraente, divorziata,

    ricca e apparentemente determinata a fare di Sean il suo quarto marito.King si era occupato del suo ultimo divorzio, conosceva di prima mano

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    l'incredibile numero di irritanti manie della donna e sapeva quanto potevaessere vendicativa. La sua solidariet andava tutta al povero marito numerotre, un uomo timido, solitario e cos schiacciato dal pugno di ferro dellamoglie che un giorno era finalmente scappato a Las Vegas per una baldo-ria di quattro giorni a base di alcol, gioco e sesso. Quello era stato l'iniziodella fine. Adesso era pi povero, ma senza dubbio pi felice. King nonaveva alcun interesse a sostituirlo.

    Sabato dar una cena. Spero che tu sia libero disse Susan.King controll mentalmente l'agenda, scopr che sabato sera era libero e,

    senza la minima esitazione, rispose: Mi dispiace, ma ho gi altri pro-grammi. Grazie lo stesso, sar per un'altra volta.

    Tu hai sempre un mucchio di programmi civett Susan. Spero che un

    giorno comprenderanno anche me.Non sta bene che tra avvocato e cliente ci sia un rapporto personale.Ma io non sono pi tua cliente.Non sarebbe comunque una buona idea, credimi. King arriv alla por-

    ta d'ingresso, l'apr e aggiunse: Ti auguro una buona giornata. Entr,sperando che Susan non lo seguisse. Aspett qualche istante nell'atrio del-l'edificio, sospir di sollievo non vedendola precipitarsi dentro e si avviverso la scala che saliva allo studio. Era quasi sempre il primo ad arrivare.

    Il suo socio, Phil Baxter, era il braccio armato della ditta in tribunale, men-tre lui si occupava di tutti gli altri aspetti della professione: testamenti,crediti, propriet immobiliari, transazioni d'affari, in pratica tutto ci chefruttava denaro con continuit. C'era molta ricchezza nascosta nei tranquil-li angolini e nelle nicchie intorno a Wrightsburg. Attori del cinema, ma-gnati dell'imprenditoria, scrittori e ricconi vari avevano scelto di mettereradici in quell'area, che amavano per la bellezza, la solitudine, la privacy ele prerogative locali rappresentate da buoni ristoranti, bei negozi, una vi-

    vace comunit culturale e, a due passi, a Charlottesville, un'universit difama mondiale.

    Phil non era un tipo mattiniero, dato che il tribunale apriva solo alle die-ci, per lavorava fino a tardi. Al contrario di King, che di solito alle dicias-sette in punto era gi a casa, a lavoricchiare nell'officina, a pescare o inbarca sul lago. I due soci formavano una bella coppia.

    Sean apr la porta dello studio ed entr. Probabilmente la segretaria-addetta al ricevimento non era ancora arrivata: non erano neppure le otto.

    La prima cosa che cattur il suo sguardo fu la sedia ribaltata sul pavi-mento, poi fu la volta degli oggetti che, invece di trovarsi sulla scrivania

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    della segretaria, erano sparsi a terra. La mano corse istintivamente verso lapistola nella fondina, solo che King non aveva n fondina, n pistola. Tuttoci di cui disponeva era un micidiale codicillo a un testamento redatto inprecedenza che avrebbe intimorito soltanto i futuri eredi. Raccolse un pe-sante fermacarte dal pavimento e si guard intorno con circospezione.Quello che vide subito dopo lo raggel.

    C'era del sangue sulla moquette accanto alla porta dell'ufficio di Baxter.King avanz adagio, stringendo il fermacarte; con l'altra mano estrasse ilcellulare dalla tasca, digit il 911 e parl con calma e chiarezza all'operato-re. Poi tese la mano verso il pomolo della porta, riflett un attimo e si servdi un fazzoletto in modo da non confondere le impronte. Apr lentamentela porta, i muscoli tesi nell'attesa di un attacco, anche se l'istinto gli diceva

    che l dentro non c'era nessuno. Guard nel buio e us un gomito per dareun colpetto all'interruttore.

    Il corpo era disteso su un fianco, proprio davanti a lui, con un'unica feri-ta d'arma da fuoco in mezzo al petto e il foro d'uscita nella schiena. Nonera Phil Baxter. Era un'altra persona, che King comunque conosceva bene.E la morte violenta di quell'uomo stava per mandare in frantumi la tran-quilla esistenza di Sean King.

    Emise il fiato che aveva trattenuto e quella consapevolezza lo colp con

    forza accecante. Ci risiamo mormor.

    7

    Seduto a bordo della sua Buick, l'uomo osserv le auto della poliziafermarsi davanti allo studio legale di King e gli agenti in uniforme entraredi corsa nell'edificio. Il suo aspetto era molto diverso da quando aveva in-terpretato la parte del vecchio intagliatore, mentre John Bruno veniva por-

    tato via dalla sede delle pompe funebri. Quel giorno aveva indossato unabito di due taglie pi grande, in modo da sembrare minuto ed emaciato; ipochi denti macchiati, il viso mal rasato, la fiaschetta di liquore scadente,la finzione dell'intaglio e il bolo di tabacco in bocca... tutto era stato studia-to con cura per attirare l'attenzione. E chi l'avesse notato se ne sarebbe an-dato con l'impressione indelebile di chi e cosa fosse. Una conclusionecompletamente sbagliata, il che era esattamente ci che aveva voluto.

    Adesso era giovane, poco pi che trentenne. Come King, anche lui ave-

    va ricreato se stesso. Sgranocchiando un bagel imburrato e sorseggiando ilcaff nero, si chiese oziosamente quale potesse essere stata la reazione di

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    King alla scoperta del cadavere. All'inizio scioccato, poi forse arrabbiato,ma non sorpreso... no, pensandoci bene, per niente sorpreso.

    Accese la radio, sempre sintonizzata sulla stazione dei notiziari locali, eascolt quello delle otto, che apr con il rapimento di John Bruno, pratica-mente il titolo principale nei servizi di informazione di tutto il mondo. Lanotizia aveva addirittura sfrattato dalla mente di molti americani il MedioOriente e il football professionistico, almeno per un po'.

    L'uomo si lecc burro e semi di sesamo dalle dita e continu l'ascolto. Ilservizio riguardava Michelle Maxwell, l'agente del Servizio segreto a capodella scorta di Bruno. La donna era in congedo amministrativo, e cio, luilo sapeva, sull'orlo della tomba professionale.

    E cos la Maxwell era fuori gioco, almeno ufficialmente. Ma ufficiosa-

    mente? Ecco perch aveva memorizzato ogni tratto della donna, quandoquel giorno gli era passata accanto. Non era affatto escluso che prima o poipotesse trovarsela di nuovo davanti. Lui era gi al corrente del suobackground, ma sempre meglio disporre di quante pi notizie e informa-zioni possibile. Quella era una che poteva forse restarsene seduta a casa acovare la rabbia dentro di s, ma poteva anche partire alla carica e correredei rischi. Da quel poco che aveva visto di lei, l'uomo optava per la secon-da ipotesi.

    Rimise a fuoco la scena che si svolgeva davanti a lui. Alcune persone sierano fermate e ciondolavano intorno al palazzo, mentre un'altra auto dellapolizia, seguita dal furgone della Scientifica, si fermava nel piccolo par-cheggio. Si trattava chiaramente di qualcosa di nuovo per la rispettabilecittadina di Wrightsburg. Gli uomini in uniforme sembravano quasi nonsapere cosa fare. Era tutto molto rassicurante per l'uomo che mangiucchia-va il bagel. Aveva aspettato per cos tanto tempo che adesso intendevadavvero godersela. E c'era ancora molto altro in arrivo.

    Not di nuovo la donna davanti allo studio. Aveva visto Susan Whitehe-ad quando si era avvicinata a King nel parcheggio. Un'amica? Pi proba-bilmente un'aspirante amante, a giudicare dall'incontro al quale aveva assi-stito. Sollev la macchina fotografica e le scatt un paio di foto. Si mise inattesa di King: magari sarebbe uscito a prendere una boccata d'aria, anchese era improbabile. King aveva coperto un territorio molto vasto nei suoigiri in veste di vicesceriffo. Cos tante strade secondarie, strade isolate...L fuori, nei boschi, poteva esserci qualunque cosa ad aspettarti. Ma esiste

    un posto davvero sicuro, di questi tempi?Nel bagagliaio, dentro una borsa chiusa da una lampo, c'era un oggetto

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    molto speciale che doveva andare in un posto molto speciale. E adesso c'e-ra l'opportunit perfetta perch succedesse.

    Dopo aver buttato i resti della colazione in un bidone della spazzatura,l'uomo accese il motore della sua Buick arrugginita e si stacc dal marcia-piede, accompagnato dal rumore della marmitta. Guard solo una volta indirezione dello studio di King e mostr un irriverente pollice in alto.Quando pass di fianco a Susan Whitehead, che stava fissando l'edificio,pens: "Forse ci rivedremo. Pi prima che poi".

    La Buick scomparve in fondo alla strada, lasciandosi dietro una Wri-ghtsburg sbigottita.

    Il primo round era ufficialmente terminato. L'uomo non vedeva l'ora checominciasse il secondo.

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    Walter Bishop, personaggio molto in alto nel Servizio segreto, cammi-nava avanti e indietro di fronte a Michelle Maxwell che lo guardava, sedu-ta a un piccolo tavolo. Si trovavano in una saletta riunioni di un edificiogovernativo a Washington, pieno di gente ancora stordita dai recenti avve-nimenti.

    Dovresti sentirti sollevata di essere soltanto in congedo amministrativo,Maxwell.

    Oh, s, sono felicissima che mi abbiate ritirato pistola e distintivo. Nonsono stupida, Walter. La sentenza gi stata emessa. Sono finita.

    L'indagine ancora in corso. Anzi, appena cominciata.Certo. Tanti anni della mia vita, tutti gi per il cesso.Bishop si volt di scatto. Ti hanno rapito un candidato presidenziale

    sotto il naso, una prima assoluta nella storia dell'agenzia. Complimenti. Sei

    fortunata a non trovarti davanti a un plotone di esecuzione. In altri paesisarebbe cos.

    Credi che non me ne renda conto? Questa storia mi sta uccidendo.Interessante scelta di parole. Neal Richards era un bravo agente.So anche questo. Pensi sapessi che quella guardia privata era nel com-

    plotto? Non c' nessuno nel Servizio che si senta peggio di me per quelloche successo a Neal.

    Non avresti mai dovuto lasciare Bruno da solo in quella stanza. Se a-

    vessi semplicemente seguito le procedure standard, tutto questo non sareb-be mai successo. Come minimo avresti dovuto lasciare la porta aperta quel

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    tanto da poterlo vedere. Non si deve mai, mai distogliere gli occhi dal pro-tetto. Comma 101, procedura scorta di protezione.

    Michelle scosse la testa. A volte sul campo, con tutto quello che dob-biamo sopportare, si accettano dei compromessi, in modo da accontentareun po' tutti.

    Il nostro lavoro non accontentare la gente, il nostro lavoro proteg-gerla!

    Mi stai dicendo che non si mai deciso di lasciare un protetto da soloin una stanza, senza un agente?

    No, sto dicendo che questa la prima volta che si deciso cos ed successo un fatto simile. una questione di responsabilit, Michelle. Lescuse non serviranno. I sostenitori di Bruno sono in rivolta. Qualcuno dice

    addirittura che il Servizio stato pagato per eliminarlo dalla corsa alla pre-sidenza.

    Ma assurdo.Io lo so e lo sai anche tu, ma trova abbastanza gente che lo dice e finir

    che ci crederanno tutti.Nel corso del colloquio Michelle era scivolata a poco a poco sul bordo

    della sedia. Si appoggi di nuovo allo schienale e guard con calma il suointerlocutore.

    Tanto per essere chiari, mi assumo la completa responsabilit di quelloche successo. Nessuno dei miei uomini dovr essere coinvolto: hanno so-lo eseguito i miei ordini. Era la mia partita e l'ho persa.

    Ben detto. Vedr cosa potr fare. Bishop fece una pausa e poi aggiun-se: Suppongo che tu non prenda neppure in considerazione l'idea delledimissioni volontarie.

    No, Walter, proprio no. E, tanto perch tu lo sappia, mi far assistereda un avvocato.

    Naturalmente. Questa l'America. Dove qualsiasi incapace pu pren-dersi un avvocato e riuscire a ricavare soldi dalla propria incompetenza.Immagino che sarai molto orgogliosa.

    Michelle dovette trattenere le lacrime a quel rimprovero pungente, anchese una parte di lei pensava di esserselo meritato. Sto solo cercando di pro-teggermi. Proprio come faresti tu se fossi al mio posto.

    Certo, naturalmente. Bishop si mise le mani in tasca e guard in dire-zione della porta in un chiaro segnale di congedo.

    Michelle si alz in piedi. Posso chiederti un favore?Certo che puoi. Anche se ci vogliono delle palle incredibili per farlo.

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    Non sei la prima persona a notarlo replic Michelle freddamente.L'uomo rest in attesa, senza ribattere. Voglio sapere come sta andandol'indagine.

    l'FBI che si sta occupando di tutto.Lo so, ma ovviamente tengono informato il Servizio. vero, e le informazioni sono riservate al solo personale del Servizio

    stesso.Significa che io non ne faccio pi parte?Sai, Michelle, avevo i miei dubbi quando il Servizio ha cominciato a

    reclutare le donne. Insomma, spendi un mucchio di soldi per addestrare u-n'agente e poi... puf, lei si sposa, fa un bambino e si dimette. Tutto quel-l'addestramento, tempo e denaro buttati via.

    Michelle non riusciva a credere a quello che sentiva, ma rimase in silen-zio.

    Ma quando sei arrivata tu ho pensato: be', questa ragazza ha quello checi vuole. Tu eri la donna manifesto del Servizio. La migliore e la pi bril-lante.

    Il che ha comportato aspettative altissime.Qui abbiamo aspettative altissime per ogni agente, non vogliamo niente

    di meno della perfezione. Bishop tacque per un attimo e poi riprese: So

    che fino a oggi il tuo curriculum era immacolato. So che stavi facendo car-riera in fretta. So che sei un buon agente, ma hai combinato un casino, ab-biamo perso un protetto e un agente ci ha rimesso la vita. Non sar neces-sariamente giusto, ma tocca a te. Non stato giusto nemmeno per queidue. Si interruppe di nuovo e fiss un punto lontano. Puoi rimanere nelServizio con un altro incarico. Ma non dimenticherai mai, mai quello che successo. Sar con te ogni minuto di ogni giorno, per il resto della tua vita.E questo ti far pi male di qualunque cosa possa farti il Servizio. Credi-

    mi.Mi sembri molto sicuro di questo.Ero con Bob Kennedy all'Ambassador Hotel. All'epoca ero solo un po-

    liziotto novellino di Los Angeles, incaricato con gli altri di dare supportolocale al Servizio segreto per la visita di Robert Kennedy. E me ne sonorimasto l in piedi, a guardare un uomo che doveva diventare presidentedissanguarsi sul pavimento. Da allora non passa giorno in cui non mi chie-da cosa avrei potuto fare di diverso per impedire quello che successo.

    stata una delle ragioni principali per cui anni dopo sono entrato nel Servi-zio segreto: credo che in qualche modo volessi riparare. Lo sguardo di

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    Bishop cerc quello di Michelle. Non ci sono mai riuscito. E, no, non sidimentica. Mai.

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    Con i media appostati intorno a casa sua in Virginia, Michelle si installin un hotel nel distretto della Columbia. Approfitt di quel momento di re-spiro per un veloce pranzo informativo in compagnia di un'amica, che sidava il caso fosse un agente dell'FBI. Servizio segreto e Bureau non sem-pre andavano d'accordo. Nell'ambiente delle agenzie federali, l'FBI venivavisto un po' come un gorilla da quattrocento chili rispetto a tutte le altreorganizzazioni. E, in ogni caso, Michelle amava ricordare ai suoi amici del

    Bureau che la loro agenzia era stata fondata con sette ex agenti del Servi-zio.

    Sia Michelle sia l'amica erano iscritte al WIFLE, Women In FederalLaw Enforcement, una rete di supporto al femminile con tanto di convegnie riunioni annuali. Anche se i colleghi maschi si divertivano a prenderla ingiro per questa sua partecipazione, Michelle aveva trovato nel WIFLE unostrumento molto utile quando si era trattato di affrontare problemi di la-voro legati al suo sesso. L'amica era chiaramente innervosita da quell'in-

    contro, ma Michelle l'aveva aiutata a vincere una medaglia d'argento alleOlimpiadi, creando cos un legame che niente poteva spezzare.

    Davanti a due insalate Caesar e al t ghiacciato, Michelle venne aggior-nata sui risultati dell'indagine fino a quel momento. Simmons aveva lavo-rato davvero come addetto alla sicurezza dell'impresa di pompe funebri,anche se quel giorno non avrebbe dovuto essere in servizio. La struttura,infatti, veniva sorvegliata solo la notte. Simmons - naturalmente quellonon era il suo vero nome - era scomparso. I controlli negli uffici del suo

    datore di lavoro non avevano dato risultati. Nessuno dei dati forniti daSimmons aveva trovato riscontro: numero della previdenza sociale rubato,patente di guida e referenze falsificate... tutto abilmente contraffatto.L'uomo aveva lavorato l per meno di un mese. Per il momento, Simmonsera un vicolo cieco.

    Quando arrivato di corsa ho pensato che fosse solo una guardia priva-ta alle prime armi, cos l'ho arruolato d'autorit e l'ho messo al lavoro. Nongli abbiamo neppure perquisito il furgone. Bruno, ovviamente, doveva es-

    sere nascosto dietro. Ho fatto il suo gioco come una stupida. E gli ho offer-to un'opportunit perfetta per uccidere uno dei miei uomini. Angosciata,

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    Michelle si nascose il viso tra le mani. Poi si ricompose con uno sforzo, sicacci in bocca una forchettata di lattuga e mastic con tanta violenza dasentire male ai denti.

    Prima che mi staccassero la spina riprese ho saputo che avevano e-stratto la pallottola dal corpo di Neal Richards. una dum-dum. Anche searrivassimo a mettere le mani sulla presunta arma del delitto, probabilmen-te non riusciremo mai a dimostrare la corrispondenza balistica.

    L'amica si dichiar d'accordo e poi inform Michelle che il furgone diSimmons era stato rinvenuto in un fienile abbandonato. Il veicolo al mo-mento veniva esaminato in cerca di impronte digitali e altri indizi micro-scopici, ma non si era ancora ottenuto nulla.

    Mildred Martin, la moglie del defunto, era stata trovata a casa sua, tran-

    quillamente al lavoro in giardino. Quel giorno aveva avuto in programmadi andare dal marito in serata, con amici e parenti. Non aveva mai telefona-to a Bruno per chiedergli di andare alle pompe funebri. Suo marito era sta-to il superiore di Bruno nell'ufficio del procuratore distrettuale e i due era-no stati molto legati. La donna aveva detto agli investigatori che, se il can-didato avesse voluto andare a rendere omaggio al marito morto, avrebbesemplicemente potuto farlo anche senza telefonate.

    Eppure, perch Bruno all'ultimo momento ha stravolto tutto il pro-

    gramma per andare a salutare Martin alle pompe funebri? domand Mi-chelle. Quel cambiamento ci piovuto addosso in modo del tutto inaspet-tato.

    Secondo il suo staff, quella mattina Bruno ha ricevuto una telefonata daMildred Martin, la quale gli chiedeva di andare a dare l'ultimo saluto almarito nella sede delle pompe funebri. Secondo Fred Dickers, il capo dellostaff, dopo quella telefonata Bruno sembrato molto agitato.

    Be', era morto un caro amico.

    Dickers dice che Bruno sapeva gi della morte di Martin.Quindi tu pensi che ci sia dell'altro?Be', la donna che ha telefonato ha scelto un orario in cui alle pompe fu-

    nebri non c'era molta gente. E due o tre cose che Bruno ha detto dopo la te-lefonata hanno indotto Dickers a pensare che quell'incontro doveva com-portare qualcosa di pi dell'ultimo omaggio al defunto.

    Credi possa essere questo il motivo per cui Bruno ha insistito tanto per-ch li lasciassi soli?

    L'amica annu. Qualunque cosa dovesse dirgli la vedova, Bruno volevache restasse privata.

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    Ma Mildred Martin dice di non aver telefonato.Qualcuno ha finto di essere lei.E se Bruno non ci fosse andato? Michelle rispose alla sua stessa do-

    manda. Avrebbero semplicemente lasciato perdere. E se io fossi entrata inquella sala con lui, non ci avrebbero provato e Neal Richards... La suavoce si fece incerta. Cos'altro hai?

    Noi riteniamo che l'operazione sia stata pianificata con cura. Insomma,dovevano coordinare una quantit di fattori e hanno eseguito tutto alla per-fezione.

    Dovevano avere una talpa nello staff di Bruno, altrimenti come faceva-no a conoscere il suo programma?

    Be', c' il sito web ufficiale della sua campagna elettorale. La manife-

    stazione alla quale era diretto quando ha deciso la deviazione era stata pro-grammata parecchio tempo prima.

    Maledizione, io l'avevo detto di non divulgare il programma in rete. Saiche una volta ho trovato una cameriera d'albergo che sull'itinerario di Bru-no ne sapeva pi di noi? Aveva sentito il candidato e il suo staff che ne di-scutevano. A noi si prendono il disturbo di comunicarlo solo all'ultimo mi-nuto.

    Francamente non so come fai a svolgere il tuo lavoro in quelle condi-

    zioni.Michelle la guard. E il mentore di Bruno che muore proprio al mo-

    mento opportuno? questo che ha dato il via a tutta la catena di avveni-menti.

    L'amica stava gi annuendo. Bill Martin era vecchio, aveva il cancro,era in fase terminale ed morto nel suo letto nel corso della notte. Date lecircostanze, non era stata presentata denuncia al medico legale e non erastata effettuata l'autopsia. Il certificato di morte era stato firmato dal medi-

    co curante. Comunque, dopo quello che successo, l'autopsia stata fattae sono stati effettuati esami tossicologici su campioni post mortem.

    E cos'hanno trovato?Grandi quantit di Roxanol: morfina liquida, che Martin prendeva per

    combattere il dolore. E oltre un litro di liquido per l'imbalsamazione, tra lealtre cose. Nessun contenuto gastrico, perch era stato drenato durantel'imbalsamazione. Nessuna pistola fumante, purtroppo.

    Michelle osserv con attenzione l'amica. Eppure non mi sembri convin-

    ta.La donna si strinse nelle spalle. Il liquido dell'imbalsamazione penetra

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    in tutti i vasi principali, negli orifizi e negli organi, per cui difficile essereprecisi. Ma, considerate le circostanze, il medico legale ha prelevato cam-pioni dal mesencefalo, una parte del cervello dove il liquido dell'imbalsa-mazione non penetra, e ha rilevato una traccia di metanolo.

    Metanolo! Ma un componente del liquido per imbalsamazione, non cos? E se il liquido fosse arrivato fin l?

    una possibilit. E, nel caso tu non lo sappia, ci sono delle differenzenei liquidi per l'imbalsamazione. Quelli di alta qualit hanno meno meta-nolo e pi formaldeide. Quelli a basso costo, come nel caso di Martin,hanno una quantit maggiore di metanolo puro. Aggiungi il fatto che ilmetanolo si trova in un sacco di cose, come vino e liquori. E Martin eranoto come gran bevitore. Questo potrebbe spiegare la traccia di metanolo,

    il medico legale non pu esserne sicuro. Comunque, in poche parole, conun malato terminale come Bill Martin non occorreva una gran quantit dimetanolo per ucciderlo.

    L'agente dell'FBI pos una pratica sul tavolo e la sfogli. L'autopsia harilevato anche danni agli organi, restringimento delle membrane mucose,lacerazioni nel rivestimento gastrico: tutti indicatori di avvelenamento dametanolo. Per Martin aveva metastasi in tutto il corpo e si era sottopostoa cicli di radiazioni e chemioterapia. Tutto sommato il medico legale si

    ritrovato con un bel casino tra le mani. La probabile causa della morte stata insufficienza circolatoria, ma ci sono moltissimi motivi per cui unuomo molto vecchio, malato terminale, pu morire per insufficienza circo-latoria.

    Per uccidere qualcuno con il metanolo, sapendo che poi probabilmen-te verr imbalsamato senza autopsia, un'idea brillante osserv Michelle.

    In realt fa paura.Ma Martin deve essere stato assassinato insistette Michelle. Non po-

    tevano semplicemente starsene seduti ad aspettare che morisse per contosuo e poi sperare di avere il cadavere alle pompe funebri proprio quandoBruno passava da quelle parti. Fece una pausa. Elenco dei sospetti?

    Non posso dirtelo. Sul serio. Si tratta di un'indagine in corso e ti ho gidetto pi di quanto avrei dovuto. Potrei dovermi sottoporre alla macchinadella verit per questo, lo sai.

    Quando arriv il conto, Michelle fu velocissima ad afferrarlo. Uscendodal ristorante, l'amica le chiese: Allora, cos'hai intenzione di fare, adesso,

    tenere un basso profilo? Cercarti un altro lavoro?.Tenere un basso profilo, s. Cercare un altro lavoro, non ancora.

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    Quindi?Non sono disposta a rinunciare alla mia carriera al Servizio senza lotta-

    re.L'amica la guard con circospezione. Conosco quello sguardo. A cosa

    stai pensando?Sto pensando che sei un'agente dell'FBI, perci meglio che tu non lo

    sappia. Come hai appena detto, potrebbe capitare di doverti sottoporre allamacchina della verit.

    10

    Il giorno peggiore nella vita di Sean King aveva coinciso con il 26 set-

    tembre 1996, quando Clyde Ritter veniva ammazzato mentre l'agente delServizio segreto King era concentrato su qualcos'altro. Sfortunatamente, ilsecondo peggior giorno della sua vita era adesso. Lo studio pullulava dipoliziotti, agenti federali e tecnici, che avevano fatto un mucchio di do-mande senza ottenere molte risposte. Durante il sopralluogo avevano an-che rilevato le impronte digitali di King, di Phil Baxter e della segretaria.A soli fini di esclusione, avevano detto. Ma King sapeva benissimo che lafrase poteva significare pure il contrario.

    Era arrivata anche la stampa locale. Per fortuna Sean conosceva tuttipersonalmente e aveva fornito risposte vaghe, accettate con pochi com-menti. Entro breve, per, sarebbe arrivata anche la stampa nazionale, per-ch c'era qualcosa nella vittima che poteva fare davvero notizia. King ave-va avuto dei sospetti e i sospetti vennero confermati quando un contingen-te dell'U.S. Marshal Service gli si present alla porta.

    La vittima dell'omicidio, Howard Jennings, era stato alle dipendenzedello studio legale come ricercatore, correttore di bozze, controllore di

    conti fiduciari e fattorino, in pratica una specie di tuttofare. Il suo ufficioera al pianterreno. Era stato un uomo tranquillo, che lavorava sodo, piutto-sto solitario. Non c'era stato niente di notevole in ci che aveva fatto perguadagnarsi da vivere. Eppure, sotto un certo punto di vista, era stato mol-to speciale.

    Jennings aveva fatto parte del WITSEC, meglio noto fra la gente comeProgramma protezione testimoni. Quarantotto anni, ragioniere, Jennings(non era il suo vero nome) un tempo aveva proficuamente lavorato come

    contabile per un'organizzazione criminale operante nel Midwest. Si tratta-va di gente specializzata in racket, estorsioni e riciclaggio di denaro spor-

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    co, e che si serviva di incendi dolosi, percosse, sfregi e qualche occasiona-le omicidio per chiarire il proprio punto di vista. La questione aveva ri-chiamato grande attenzione in tutto il paese sia a causa dei metodi dell'or-ganizzazione sia per la complessit del caso.

    Jennings aveva rapidamente concluso un accordo grazie al quale un belpo' di gente molto pericolosa era finita in carcere. Alcuni degli elementipeggiori, per, erano riusciti a sfuggire alla rete federale, da qui il suo ar-ruolamento nel WITSEC.

    Adesso Jennings era un cadavere, e il mal di testa di King era appenacominciato. Come funzionario federale con autorizzazioni e credenzialispeciali, King aveva avuto a che fare con il WITSEC in occasione di alcu-ne operazioni congiunte del Servizio segreto con l'U.S. Marshal. Dopo il

    colloquio d'assunzione di Jennings, il controllo delle referenze e di altri da-ti aveva suscitato in Sean il sospetto che quell'uomo rientrasse nel Pro-gramma. Naturalmente non poteva saperlo con sicurezza. Il Marshal Servi-ce non andava certo a confidargli l'identit di un suo uomo, ma King si eratenuto i suoi sospetti, di cui per non aveva mai parlato con nessuno. Idubbi nascevano dalla scarsit di referenze di Jennings e dal suo curricu-lum scarno, segnali tipici di chi ha cancellato completamente la propria vi-ta precedente.

    A King era stato detto che non era tra i sospetti, e ci ovviamente signi-ficava che, con ogni probabilit, si trovava quasi in cima alla lista. Se a-vesse informato gli investigatori che riteneva Jennings un teste del WI-TSEC avrebbe potuto benissimo ritrovarsi davanti a un gran giur. Deciseche per il momento era meglio tacere.

    Trascorse il resto della giornata cercando di tranquillizzare il suo socio.Grande e grosso, Baxter era un ex giocatore di football dell'Universit del-la Virginia che aveva fatto anche un paio d'anni di panchina nei professio-

    nisti prima di diventare un avvocato grintoso ed estremamente competente.Comunque, l'ex atleta non era abituato a trovare dei cadaveri nel suo uffi-cio: quel tipo di cose lo metteva piuttosto a disagio. King, al contrario, nelServizio segreto aveva lavorato per anni su frodi e contraffazioni in cui e-rano implicate gang molto pericolose. E, naturalmente, aveva anche uccisodegli uomini. Era attrezzato molto meglio del socio ad affrontare un omi-cidio.

    Aveva mandato a casa per tutta la giornata la segretaria, Mona Hall, un

    tipo fragile e nervoso che non avrebbe sopportato la vista del sangue e delcadavere. Mona, per, era nota anche per essere un'eccezionale pettegola, e

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    Sean non aveva dubbi che ben presto la linea telefonica locale sarebbe di-ventata rovente per lo scatenarsi dei commenti sul delitto avvenuto nellostudio King & Baxter. In una tranquilla comunit come Wrightsburg, po-teva diventare il principale argomento di conversazione per mesi, forse peranni.

    Con l'edificio sigillato dai federali e sorvegliato ventiquattr'ore al giorno,King e Baxter erano stati costretti a trasferire provvisoriamente l'attivitdello studio nelle rispettive abitazioni. Quella sera i due legali caricarono abordo delle auto scatoloni, raccoglitori e pratiche. Mentre il massiccio PhilBaxter si allontanava a bordo del suo altrettanto massiccio fuoristrada,King si appoggi al cofano della propria auto e alz lo sguardo verso lostudio. Le luci erano tutte accese: gli investigatori stavano ancora lavoran-

    do duro l dentro, setacciando i locali in cerca di qualsiasi indizio che po-tesse suggerire chi aveva piantato un proiettile nel petto di Howard Jen-nings. Sean spost lo sguardo sulle montagne dietro l'edificio, sullo sfon-do. Lass c'era la sua casa, un posto che si era costruito sulle rovine di unavita. Era stata una buona terapia. E adesso?

    And a casa, chiedendosi cosa gli avrebbe portato il mattino seguente. Incucina mangi una scodella di minestra, guardando il telegiornale locale.Vide passare sul teleschermo immagini di se stesso, accompagnate da in-

    formazioni sulla sua carriera nel Servizio segreto, compresa la sfortunataconclusione, sulla professione a Wrightsburg e da ipotesi varie sulla mortedi Howard Jennings. Spense il televisore e cerc di concentrarsi sul lavoro,ma l'attenzione continuava a vagare e alla fine rimase semplicemente sedu-to nello studio a fissare il vuoto, circondato dal suo mondo di noiosi tomi edocumenti legali. Si scosse e usc con un sobbalzo da quella specie di tor-pore.

    Si cambi indossando un paio di pantaloncini e una felpa, prese una bot-

    tiglia di vino rosso e un bicchiere e scese al molo coperto dietro casa. Sala bordo della barca a idrogetto di quattro metri, che si trovava accanto auna moto d'acqua Sea-Doo, a un kayak e a una canoa. Largo circa ottocen-to metri nel punto di massima ampiezza e lungo pi o meno tredici chilo-metri, ricco di baie e insenature, il lago era molto popolare tra i navigatorida diporto e soprattutto fra i pescatori per le trote, i pesci persico e i pescigatto che ne popolavano le acque limpide e profonde. Ma l'estate ormai erafinita e gli abitanti delle seconde case se n'erano andati.

    Le imbarcazioni di King erano tutte sistemate su impianti elevatori. Seanazion quello della barca a idrogetto, calandola in acqua, poi avvi il mo-

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    tore e accese le luci di navigazione. Diede gas e si allontan dalla riva percirca tre chilometri, respirando l'aria frizzante, lasciandosene avvolgere.Entr in un'insenatura deserta, spense il motore, cal l'ancora, si vers unbicchiere di vino e contempl il suo futuro, ora piuttosto cupo.

    Non appena si fosse diffusa la notizia che un appartenente al programmaWITSEC era stato assassinato nel suo studio, si sarebbe ritrovato di nuovosotto i riflettori di tutta la nazione, idea che lo faceva tremare. La voltaprecedente un tabloid aveva davvero superato il limite, pubblicando un ar-ticolo in cui si sosteneva che lui era stato pagato da un gruppo politico ra-dicale perch guardasse dall'altra parte mentre Clyde Ritter veniva assassi-nato. Be', le leggi sulla diffamazione erano ancora vigenti negli Stati Uniti,perci King aveva sporto querela e ottenuto un cospicuo risarcimento. A-

    veva utilizzato quella "fortuna piovuta dal cielo" per costruirsi la casa ecominciare una nuova vita. Ma il denaro non era riuscito neppure lontana-mente a cancellare quello che era successo. Come avrebbe potuto?

    Sean si sedette sulla falchetta, scalci via le scarpe, si spogli e si tuffnell'acqua scura. Rimase sotto per un po' e poi riemerse, risucchiando ossi-geno nei polmoni. La temperatura del lago era pi calda di quella esterna.

    La sua carriera come agente del Servizio segreto era davvero finita almomento della scoperta che, durante quei pochi momenti fatali, era stato

    inquadrato da una telecamera. Nella registrazione si vedeva chiaramenteche lui non stava guardando Ritter ma qualcos'altro, e mclto, molto pi alungo di quanto avrebbe dovuto. Il video mostrava l'assassino che estraevala pistola, prendeva la mira, sparava e uccideva Ritter, il tutto mentre Kingfissava qualcosa, quasi in trance. Nello spezzone si vedevano addiritturadei bambini tra la folla reagire alla vista della pistola prima che lui si ren-desse conto di cosa stesse succedendo.

    I media avevano deciso di crocifiggerlo, senza dubbio spinti dalle prote-

    ste dei sostenitori di Ritter e dal timore di sembrare prevenuti nei confrontidi un candidato poco popolare.

    Sean ricordava ancora la maggior parte dei titoli: Agente si distrae e ilcandidato muore; Agente veterano fallisce miseramente; Addormentato in

    servizio. O anche quell'articolo che diceva: "Allora per questo che porta-no sempre gli occhiali da sole", una battuta che in circostanze diverse loavrebbe addirittura fatto sorridere. Ma la cosa di gran lunga peggiore erastata l'emarginazione da parte di quasi tutti i colleghi.

    Sottoposto a una tensione del genere, il suo matrimonio era andato inpezzi. In realt aveva cominciato ad andare in pezzi parecchio tempo pri-

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    ma. King passava molto pi tempo fuori che in casa, andandosene a voltecon un'ora di preavviso e senza comunicare una data certa del ritorno.Considerata la situazione, aveva perdonato alla moglie la sua prima storiaextraconiugale, e anche la seconda. Alla terza si erano separati. E quandolei aveva rapidamente acconsentito al divorzio dopo che il suo mondo eraimploso su se stesso, be', non poteva certo dire di averci pianto sopra alungo.

    Eppure era sopravvissuto a tutto e si era ricostruito una vita. E adesso?Risal lentamente a bordo, si avvolse un asciugamano attorno alla vita e

    ripart verso casa. Ma non rientr al molo. Spense il motore e le luci di na-vigazione, si ferm in un'insenatura a poche centinaia di metri da casa ecal silenziosamente in acqua la piccola ancora a ombrello per evitare che

    la barca andasse alla deriva, verso l'argine fangoso. Sul retro di casa unraggio di luce tracciava archi nel buio, avanti e indietro. King aveva visite.Forse erano i media che curiosavano in giro. O forse, pens, l'assassino diHoward Jennings era alla ricerca di un altro bersaglio da centrare.

    11

    Dopo aver silenziosamente raggiunto a piedi la riva ed essersi rivestito,

    King adesso era rannicchiato dietro un gruppo di cespugli, nel buio. Il rag-gio di luce continuava a muoversi avanti e indietro, segnalando la presenzadi qualcuno nell'area sul confine orientale della propriet. Al riparo di unaparete di alberi, Sean si spost sul davanti dell'abitazione. Nel vialettod'accesso c'era una BMW blu decappottabile che non conosceva. Fece peravvicinarsi all'auto, ma decise che la linea d'azione migliore era procurarsiprima un po' di ferramenta: con una bella e grossa pistola in mano si sa-rebbe sentito molto pi a proprio agio.

    Scivol all'interno della casa buia, prese la pistola e usc di nuovo ser-vendosi di una porta laterale. L'arco di luce adesso era scomparso e questolo preoccup. Si inginocchi e rimase in ascolto, finch non sent il crackdi un ramo spezzato. Al rumore, che proveniva da destra, a meno di tremetri da lui, segu un passo umano, poi un altro. King si irrigid, la pistolapronta nella mano, la sicura disinserita.

    Si lanci sull'intruso e lo colp con violenza, facendolo cadere e atter-rando sopra di lui. Gli punt la pistola in faccia.

    Soltanto che non era un lui. Era una lei! E anche lei impugnava una pi-stola, puntata al viso di King. Le due canne quasi si toccavano.

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    Cosa diavolo ci fai qui? chiese Sean con rabbia, appena vide di chi sitrattava.

    Se mi lasci, magari riesco a trovare il fiato per dirtelo.King si rialz con calma e quando lei gli tese una mano per farsi aiutare

    la ignor.La visitatrice era in gonna, giacca e camicetta. Nello scontro la gonna le

    era salita fino quasi all'inguine. La donna se la sistem mentre si rialzavada terra.

    Hai l'abitudine di saltare sempre addosso ai tuoi ospiti? fece risentita,mentre si ripuliva con le mani e risistemava la pistola nel fermaglio fissatoalla vita.

    La maggior parte dei miei ospiti non se ne va in giro di nascosto per la

    mia propriet.Alla porta non rispondeva nessuno.Allora l'ospite se ne va e torna un'altra volta. O la tua mamma non te

    l'ha insegnato?La donna incroci le braccia sul petto. passato molto tempo, Sean.Davvero? Non ci avevo fatto caso. Sono stato piuttosto occupato con la

    mia nuova vita.La visitatrice si guard intorno. Lo vedo. Un bel posto.

    Cosa ci fai qui, Joan?Sono venuta a trovare un vecchio amico che nei guai.Davvero? E chi sarebbe?La donna sorrise, schiva. Un omicidio nel tuo studio. Un bel guaio,

    no?Certo che un bel guaio. Ma io mi riferivo al "vecchio amico".Joan indic la casa con un cenno del capo. Ho fatto molta strada. Mi

    hanno parla