B2eyes magazine 06-2012

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Il benessere visivo non è mai stato così importante. Guarda lo spot in tv e su www.visionottica.it N6 2012 VISTO IN TV! 10.700 passaggi TV (locali + Sky) . 1500 passaggi radio 190 uscite su stampa quotidiana . +58% contatti internet

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall'attualità alla moda, dall'aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco & offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch'essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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Il benessere visivo non è mai stato così importante.

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N62012

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Mensile dedicato al mondo degli occhiali,della vista, della visione e della percezione visiva

Giugno 2012 numero 6www.b2eyes.com

In copertina: VisionOttica

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Francesca [email protected]

Direzione generaleLuciano Cristiano

cel. 334 [email protected]

Pubblicità[email protected]

EditoreB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Art DirectionMeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

N4 20121

N62012 sommario

b2tradeEditoriale Un diploma a difesa dell’occupazione 3Il punto Il recupero dei valori e della fiducia 5Strategie e mercato Il caso Safilo 6Marketing e gestione Visual merchandising 10Speciale La visione? Per i più piccoli non è un problema… piccolo 15Miopia e lenti a contatto: da “correttori” a “direttori” 16Stile in formato mini 20Ametropia infantile: il ruolo dell’optometria pediatrica 26Bimbovisione torna all’asilo 28Essilor: lenti per studiare, giocare, correre… 30Amarcord Germano Gambini, uno che sapeva far squadra 32Attualità Nakyma, il benessere visivo copre tutte le nicchie 42

b2StYLeModa Conoscere per scegliere i nostri “compagni di vita” 44

b2eXPertConsulente Riforma del lavoro: ora si assume così 46Lab Lenti a contatto gaspermeabili asimmetriche in caso di cheratocono 48Meditazioni Poeticamente vivere 52

b2teCHLenti oftalmiche Hoya App: rivoluzioneranno la vendita delle lenti? 58Zeiss, il test visivo fa centomila 60

b2JOb Vetrina Offro/cerco 62

Registrazione presso il Tribunale di Milano

N. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653€ 1,80 - Copia omaggio

Il benessere visivo non è mai stato così importante.

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EDITORIALE

Un DIpLOmA A DIfEsA DELL’OccUpAzIOnE

no su tre. Stiamo pericolo-samente sfiorando questa inquietante percentuale di disoccupazione tra i giova-ni italiani. I dati diffusi nei

giorni scorsi dall’Istat non lasciano molti margini di ottimismo. Dal 2008, infatti, il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 24 anni è aumentato del 7,8%, passando così dalla quota del 21,3% a quella del 29,1% del 2012: un incremento quattro volte superiore rispetto alla disoccupazione media, che ha invece fat-to segnare un aumento dell’1,7%, passando dal 6,7% all’8,4%. E poi c’è l’ancora più allarmante fenomeno dei “Neet”, cioè i giovani che né studiano né cercano un lavoro: sono arrivati al 22,7%, con un balzo del 3,4% rispetto al dato del 2008.Certamente il problema è di carattere politico ed economico, da analizzare in termini macro. Ma il nostro microcosmo può dire la sua in questo senso. L’ottica è uno dei pochi settori che ha ancora un saldo positivo tra domanda e offerta di lavoro. Anche in fasi congiunturali problematiche come quella che stiamo vivendo le scuole di abilitazione alla professione di ottico, comunali, regionali, professionali o statali che siano, sfornano occupati quasi certi, che troveranno lavoro nei centri ottici indipendenti, nelle catene o nell’industria.Qualcuno potrebbe obiettare che l’ottica è la tra-dizionale attività “pratica” che in momenti di crisi

ha la meglio, anche in termini di formazione, sugli sbocchi con un livello d’istruzione più elevato, quelli che un tempo si chiamavano mestieri di concetto. In un recente articolo sul Fatto Quotidiano, la sociologa dell’Università di Venezia, Francesca Coin, ricorda che oggi in Italia, secondo gli ultimi dati forniti da Al-malaurea, «nel settore privato lavora in buona parte personale che ha conseguito solo il titolo della scuola dell'obbligo, chi ha una laurea specialistica fa più fatica a trovare lavoro rispetto a chi ha una laurea triennale e le retribuzioni reali di chi ha una laurea specialistica sono più basse rispetto alle retribuzioni reali di chi ha una laurea triennale». Certo, l’ana-lisi complessiva della Coin riflette una valutazione negativa, perché vuole mettere in evidenza la scarsa propensione del nostro paese a investire su laureati o figure con un elevato livello di formazione. Ma, di fatto, rappresenta una conferma dello spazio che ancora esiste per una professione come quella dell’ot-tico. Professione che ha una forte tradizione alle spalle, una valenza sociale impor-tante e interessanti margini di crescita culturale. Dove? Nell’optometria, nel dialogo con la classe medica, nell’ag-giornamento costante. Come? Questa è forse la risposta più difficile dare…

U

Angelo Magri

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il punto

il RECupERo DEi VAloRi E DEllA FiDuCiA

l PIL, cioè la somma della ricchezza prodotta dalle persone e dalle aziende, a conclusione del 2012 sarà diminuito di circa 2 punti percen-tuali rispetto a quello del dicembre 2010. Quindi in media ognuno di noi avrà avuto il 2% in meno di reddito da spendere.

Nello stesso periodo, con risultati molto diversi da settore a settore e con il non alimentare più colpito dell’alimentare grocery, i consumi sono calati molto di più. Questa differenza fra reddito disponibile e spese per i consumi ha molte spiegazio-ni, ma una sola matrice comune e cioè il calo del clima di fiducia. Le persone, gente comune e/o con alti livelli di responsabilità, non credono più nel sistema paese in cui vivono e, formichine giudiziose, risparmiano invece di consu-mare, dando così inconsapevolmente un altro colpo alla già traballante baracca.La perdita di fiducia proviene dalle vicende politiche, dal quadro internazionale, dall’Italia del terremoto continuo, ma viene alimentata anche da fatti apparente-mente marginali, come lo scandalo del calcio scommesse, che va a toccare il credo in un valore un po’ rozzo, ma quasi sempre genuino, come è il tifo calcistico.Qualcuno che di vicende mondiali se ne intende e cioè Patrizio di Marco, ceo della multinazionale Gucci, ha definito l’inerzia e i comportamenti che sembrano aver colpito le imprese e il paese con una frase molto efficace, definendone i comporta-menti “come se non ci fosse un domani”. Per rilanciare il paese e cioè le nostre fortune personali e quelle delle nostre impre-se, la prima riforma senza costi da fare sarebbe quella di ricreare fiducia nei valori fondamentali e ripristinare l’etica nelle relazioni pubbliche e private che scandali e corruzione sembrano aver travolto. Ma tutti noi siamo in grado di scagliare la prima pietra immuni da compor-tamenti scorretti, che senza arrivare a quelli denunciati dalle Iene, ci fanno vendere prodotti di alto prezzo per problemi dei nostri clienti che si potrebbero risolvere con prodotti meno cari? O ci fanno affermare che laureando-si in optometria tutti i problemi della distribuzione ottica scomparirebbero? O che per risolvere i problemi degli imprenditori basta dedicare attenzione alla postura da assumere di fronte ai loro clienti di qualunque tipo, età e reddito siano?

I

Danilo Fatelli

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n questo scorcio di 2012 si è tornati più volte a parlare di Safilo, numero due della produzione mondiale di occhiali:

a inizio anno per la perdita della licenza del marchio Armani, più di recente per l’annuncio della messa in mobilitazione di 1.000 dipendenti degli stabilimenti italiani. Ogni volta che Safilo è stata al centro dell’at-tenzione, i media hanno riproposto il tema dei contrasti familiari ed enfatizzato il peso del fatturato perso con la fuoriuscita di Armani dal portafoglio marchi dell’azienda pa-dovana. La vicenda, che ha un suo peso nell’export italiano dei comple-menti moda, offre, però, l’opportunità di una riflessione sulla fase storica attraversata dalla filiera ottica e sul ruolo che nella vicenda ha avuto uno dei leader mondiali della distribuzio-ne ottica, Hal Investments, che, trami-te la società olandese GrandVision BV, dal 2009 ha il controllo di Safilo. La crisi di Safilo, anche se viene da lontano, rappresenta un segnale che va molto oltre quelle che possono essere le cause interne all’azienda e si innesta nel processo di trasforma-zione che ha investito tutti i sistemi. Fino a ieri la crisi industriale aveva colpito duramente il distretto princi-pe dell’occhialeria, ma non i cinque grandi, anche se al loro interno c’era stata qualche fase critica e qualche passaggio di mano importante.

La perdita del marchio Armani (il cui peso sul fatturato di Safilo era dell’ordine del 16/18%), che si è concretizzata il primo gennaio 2012, avrebbe potuto essere compensata dalla disponibilità del network della Holding olandese, che lo scorso anno ha realizzato 2,3 miliardi di euro di giro d’affari, con oltre 4.500 negozi sparsi in Europa e nel resto del mondo. Evitando di fare dietro-logia, pensiamo di poter affermare che la compensazione del fatturato non è avvenuta semplicemente perché le griffe non sono essenziali per le strategie delle insegne del gruppo, almeno di quelle europee che conosciamo.

La polarizzazione dei posizionamentiCome è accaduto negli ultimi dieci anni in tutti i settori dei beni di largo consumo, il mercato si è polarizzato su due posizionamenti estremi. Quel-

lo alto di gamma che ha battuto, al-meno per ora, la crisi aumentando i prezzi medi e quello di massa la cui leva di successo è l’ottimizzazione del rapporto qualità/prezzo da cui deriva la percezione di convenienza. Il successo si è confermato per quei prodotti di marca leader il cui valore intrinseco e di immagine è ricono-sciuto e apprezzato dai consumatori, mentre, laddove il valore aggiunto è rappresentato da marchi vissuti come “frills”, questi hanno subito forti flessioni. La necessità di ottimiz-zare il rapporto qualità/prezzo ha imposto di ridurre i costi di produzio-ne per mantenere sostanzialmente la marginalità che proveniva dal valore aggiunto dei marchi. È stato così che tutta la grande industria europea e statunitense ha delocato una parte delle proprie produzioni nell’Estremo Oriente. Prima per produrre con costi di manodope-ra drammaticamente più bassi di

Strategie e mercato

iL caSo SaFiLo

Le ultime vicende della casa di Padova inducono a compiere una riflessione sulle divergenze fra le strategie dell’industria e quelle della distribuzione ottica

Idi Danilo Fatelli

In queste pagine alcuni esempi di promozioni da parte di insegne estere di ottica

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quelli occidentali e successivamente, almeno per i marchi di successo, per servire i mercati dei paesi in via sviluppo, nuovi Eldorado dei marchi e delle griffe.Questa analisi sugli effetti della globalizzazione, anche sulla filiera ottica, può essere verificata dalle strategie e dai risultati conseguiti in tutti gli universi di consumo dalle insegne “integrate e convenienti” come Ikea, Zara, Gap, Decathlon e compagnia cantante, che non hanno niente a che fare con il fenomeno del discount. Anche nell’ottica le in-segne europee più performanti – da Specsavers a Fielmann, ad Apollo, ecc. - sono quelle che, messe da parte le griffe o utilizzate strumen-talmente come elementi di confronto, vendono occhiali da vista e lenti a contatto di buona qualità, a prezzi

fortemente convenienti, supportati dalla professionalità necessaria a vendere un buon occhiale, non ne-cessariamente un occhiale straordi-nario.L’affermazione di questa tipologia di insegne ha modificato profondamen-te la composizione strutturale della distribuzione, mettendo in grande difficoltà le insegne tradizionali ge-neraliste e relegando gli ottici indi-pendenti nell’area del posizionamen-to alto di gamma. Questo è successo parzialmente in Francia, perché il mercato è alimentato dai contributi del Servizio Sanitario Nazionale - che consente di vendere occhiali a prezzi nettamente superiori alla me-dia europea - e nessuno ha interesse a rompere questo giocattolo, e in Italia, dove la distribuzione è rimasta sostanzialmente cristallizzata sulle

posizioni di almeno dieci anni fa.Punto forte delle strategie di questo tipo di insegne è la focalizzazione sul core business del vista con l’ado-zione massiccia di montature, lenti oftalmiche e lenti a contatto a proprio marchio, magari integrate da singoli marchi della moda o da pay-off del tipo “designer glasses” o, come potrebbe accadere per i prodotti realizzati da Safilo, “Italian style” o “by Italian stylist”. L’inserimento di marchi propri o esclusivi avviene in sostituzione, quasi totale, dei marchi dei produttori ed è integrata da una politica di facilitazioni su tutti i feno-meni accessori alla vendita e alla post-vendita degli occhiali, quali un mese di prova delle lenti progressi-ve, sconti fissi per bambini e anziani, trattamenti gratuiti per le lenti, ecc.

L’integrazione delle filiereIl caso Safilo è un passaggio della trasformazione strutturale dei sistemi industriali e distributivi, sempre meno separati e contrapposti e sempre più integrati. Dal lato della produzione l’integrazione nella filie-ra è avvenuta prima con l’incorpo-razione dell’ingrosso e, successiva-mente, con quella delle reti dei punti di vendita e Luxottica ne è l’esempio di maggior rilevo. Dal lato della distribuzione il caso più significativo è proprio quello di Hal – la cui rete di vendita è composta sia da punti di vendita diretti sia in franchising

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Strategie e mercato

– che integra un sistema industriale tramite il controllo di Safilo. Al di là dei casi specifici l’integrazione delle filiere da parte della distribuzione è avvenuta con la sostituzione dei marchi dei prodotti industriali con quelli a marchio del distributore e, in alcuni casi, la loro produzione in outsourcing. In entrambi i pro-cessi l’integrazione ha portato alla modernizzazione, razionalizzazione e concentrazione del numero dei punti di vendita e delle insegne, nel nome della convenienza e dell’am-pliamento dei servizi ai consumatori. Nel nostro Paese, mentre il sistema industriale ha seguito questo per-corso virtuoso pagato con la perdita di molte medie e piccole industrie, la distribuzione è restata ancora-ta, salvo poche eccezioni costituite dalle catene e da due soli esempi del commercio integrato e di quello as-sociato, ai problemi tipici dei sistemi tradizionali, pletorici, cari, inca-paci di promuovere la crescita e lo sviluppo del mercato, specialmente in tempi difficili come gli attuali. Per le imprese industriali, di visione e dimensione almeno ultranaziona-le, questo stato di cose non è un problema essendo il nostro mercato una frazione di quello mondiale in continua espansione. I problemi restano per chi vive di solo mercato domestico e per i consumatori.

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MARKETING E GESTIONE

erchandising è un ter-mine inglese usato nel marketing cui si attribu-isce un’infinita serie di significati. Nelle teorie di

marketing del prodotto industriale, nel quale que-sta disciplina è nata, e nei testi - da quelli del guru Kotler a quelli del nostro Valdani - in cui vengono illustrate, il termine è usato accessoriamente alle attività promozionali, mentre nella letteratura di marketing retail o marketing della distribuzione viene utilizzato anche in alternativa e in sostituzione del termine marketing.Da questa matrice di origine anglosassone e fran-cese sono nate una serie di discipline quali il mer-chandising operativo, il merchandising inteso come scelta dei punti di vendita presenti in un centro commerciale, fino al visual merchandising. Denominatore di tutti i significati cui fa riferimento il termine merchandising è il concetto di facilitazione delle vendite e di ottimizzazione del margine, per cui qualsiasi prodotto oggetto di una buona operazione di merchandising dovrebbe vendere e marginare meglio.

Il visual merchandisingCon questo termine si classificano tutti gli “strumenti di comunicazione nel punto di vendita e le tecniche della loro gestione”, sia che vengano utilizzati per scopi strettamente commerciali sia come indicatori che facilitano la visita nel punto di vendita e l’indivi-duazione delle merci e dei servizi che offrono. La comunicazione tra cliente e punto di vendita avviene a più livelli, ha più contenuti e integra e

sostituisce, dove ciò è possibile e utile, la relazione diretta fra venditore e cliente. In altri termini si può dire che l’applicazione del visual merchandising sostituisce e integra sinergicamente la comunicazio-ne verbale del venditore, ampliando le possibilità, in termini quantitativi e qualitativi, di concludere operazioni di vendita.I contenuti del visual merchandising e più in gene-rale della comunicazione nel punto di vendita, in particolare quelli specializzati come i centri ottici, possono interessare l’area educational (depliant in cui si spiega cosa sono i difetti visivi o le caratteri-stiche di certe lenti oftalmiche), possono essere la ri-presa di campagne di comunicazione e promozioni,

Mdi Ario Terzi

VISUAL MERCHANDISING

La comunicazione efficacedel e nel punto vendita

Uno schema di layout classico di un centro ottico moderno con la posizione e la tipologia delle principali attrezzature di merchandising. L'esposizione dei prodotti deve essere realizzata seguendo i principi delle categorie di prodotto, classi di prezzo, marche e posizionando nel display prodotti di maggior interesse in modo corretto

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MARKETING E GESTIONE

possono e debbono ricordare tutti i servizi offerti dal punto di vendita e, infine, riguardano la segnaletica.In specie nei punti vendita medio grandi la segna-letica favorisce il flusso dei clienti e accelera i tempi dell’operazione di vendita mettendo a proprio agio il cliente. Nelle grandi superfici moderne, organiz-zate secondo il sistema self service (a libero servizio) integrale o parziale, i meccanismi di merchandising si chiamano layout, display, category management, ecc, tutti fra loro e con il cliente collegati dal visual merchandising. Nella dimensione prevalente del punto di vendita ottico, vale a dire negozi di struttura fondamental-mente tradizionale e di superficie entro i 100 mq, la disciplina di merchandising che trova maggior spazio è proprio il visual merchandising.La prima funzione del visual merchandising è la comunicazione fra il negozio e l’ambiente esterno in cui è inserito, normalmente il marciapiede di una via o del mall di un centro commerciale. Gli stru-menti di comunicazione in questo caso sono le vetrine, ma sarebbe più corretto dire l’assenza di vetrine, perché ciò che un negozio si pone come obiettivo primario è quello di comunicare con le persone presenti nel suo contesto e di vendere tutto quello che è oggetto del suo business, cioè prodotti, servizio e ambiente e non il poco che una vetrina, per quanto grande e ben fatta, possa far vedere. Regola base è quindi cercare di disporre della maggior superficie di spazio possibile verso l’esterno, di eliminare le barriere visive e di abbatte-

re tutte le barriere - a partire dalle porte di ingresso chiuse - che impediscono il libero flusso dei clienti.Parte importante della comunicazione fra il negozio e l’ambiente esterno è naturalmente l’insegna, ma questo è un tema a se stante con molte applicazioni che vanno esaminate in dettaglio. Nel momento in cui il punto di vendita è chiaramente visibile dall’e-sterno, questo deve mostrarsi al meglio e far veder i prodotti core utilizzando i sistemi espositivi moderni e contenere tutte le indicazioni utili a favorire la commercializzazione, che è anche il termine che tra-duce bene in italiano l’inglese merchandising. Deve risultare evidente dall’esterno che il centro ottico ha un assortimento vasto di montature, occhiali da sole, lenti a contatto, che fa applicazione di lenti a con-tatto e anche informazioni apparentemente banali come l’effettuazione delle refrazioni.Un capitolo a parte del visual merchandising lo rive-ste la comunicazione promozionale sia direttamente visibile dalle vetrine sia riportata sugli scaffali, a

Ampie pareti vetrate offrono una visione completa di quello che il punto vendita propone ai consumatori

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MARKETING E GESTIONE

sottolineare le singole condizioni di vendita (prezzo promozionale, pagamenti rateali, garanzie, conven-zioni con le aziende, ecc.).Quante più informazioni arrivano al consumatore, tanto più aumentano le probabilità che colgano il suo desiderio di soddisfare bisogni che riguardano la sfera della visione e che, quindi, decida di entrare nel centro ottico e, una volta dentro, acquisti.

I materiali popL’insieme delle attrezzature e della cartellistica di comunicazione del punto vendita sono normalmente chiamati materiali “pop”, dove pop sta per point of purchasing, cioè punto di acquisto: le segnalazioni nel punto vendita e la relativa cartellistica partono da quelle più banali, che indicano le funzioni base e i servizi destinati alla clientela che non deve ricorrere necessariamente al personale per identificarle. Negli ultimi anni gli strumenti di comunicazione si sono arricchiti della multimedialità, per cui alla tradizio-nale cartellonistica in carta o cartone si sono aggiunti televisori, totem luminosi, visori con comunicazioni dinamiche, ecc. Tutte le categorie merceologiche possono e debbono essere oggetto di indicazioni che servono a favorire il processo di autodeterminazione all’acquisto prima che il cliente entri in contatto col personale di vendita. Indicazioni qualitative quali fashion, urban style, ecc hanno valore promozionale e rientrano nella logica di cui sopra.Una nota conclusiva: se un centro ottico è impostato in modo totalmente tradizionale, ad esempio vende

prevalentemente occhiali e montature a cassetto, non può applicare al meglio tecniche e strumenti di visual merchandising, limitando così il suo potenzia-le commerciale e professionale.

Con il numero di gennaio 2012 è iniziato un percorso di marketing e gestione su b2eyes magazine: si svilupperà per tutto l’anno attraverso una serie di articoli firmati Ario Terzi, che hanno già trattato alcuni importanti temi per il centro ottico: “La location: come non sbagliare la prima mossa”, “Il controllo dei risultati della gestione nell’impresa ottica”, “La segmentazione del punto di vendita”, a maggio il servizio sulla dinamica dei prezzi e la concorrenza e ora quello sul merchandising. Contemporaneamente, su b2eyes.com, nella sezione B2Learn, si può consultare la prima parte dei vari capitoli di cui sono composti i relativi corsi di formazione online, realizzati da Zaccagnini Business School. Sono fruibili da tutti gli utenti registrati al portale e si potranno acquistare, nella loro completezza, al prezzo di 65 euro l’uno. L’iniziativa punta sulla sinergia tra media cartacei e web, così da offrire all’imprenditore ottico un pacchetto formativo completo, in grado di offrirgli tutti gli strumenti necessari per essere sempre più competitivo, soprattutto in questa delicata fase congiunturale.

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GLI STRUMENTI DEL MERCHANDISINGArredamento e strumenti di merchandising

VISUAL MERCHANDISING

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speciale bambino

I deficit visivi legati al mondo che va dall'infanzia

all'adolescenza propongono sfide impegnative, ma anche

opportunità professionali interessanti per gli ottici

optometristi italiani

la visione? per i più piccoli

non è un problema... piccolo

Miopia e lenti a contatto: da “"correttori“" a "“direttori“"di Marco tovaglia

Stile in formato minidi Francesca tirozzi

ametropia infantile: il ruolo dell“optometria pediatricadi angelo Magri

BimBoviSione torna all“aSilodi angelo Magri

eSSilor: lenti per Studiare, giocare, correre“...di Mario de paola

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Tutti i simposi ricercano le cause dello sviluppo della progressione miopica concentrandosi sulle soluzioni da adottare per prevenirla e contenerne l’incremento. La fascia di età più

importante è quella infantile e adolescenziale, quando lo sviluppo fisico dell’individuo può portare all’insorgenza e a una rapida progressione della componente miopica

Miopia e lenti a contatto: da “correttori” a “direttori”

Speciale BaMBino

ormai assodata la considerazione che questo sia il principale difetto visivo, con un numero impressio-nante di soggetti coinvolti. Il dato

è in notevole incremento se consideriamo le statistiche che indicano un passaggio dal 25% al 46% in 30 anni sul territorio americano, per raggiungere la quota stratosferi-ca dell’83% in Taiwan. Se ne parla a tutti i congressi, da quelli squisitamente optometrici a quelli che riguardano la contattologia applicata e del settore produttivo: dal GSLS di Las Vegas a fine gennaio 2012, all’NCC di Vendhoven in Olanda a marzo, all’EFCLIN di Budapest e al BCLA di Birmingham di maggio. In tutti i simposi la tematica principale è capire le cause dello sviluppo di una pro-gressione miopica e concentrarsi sulle possibili soluzioni da adottare per prevenire e contenere un incremento di entità. La fascia di età più importante su cui porre l’atten-zione è quella infantile e adolescenziale, momento in cui lo

Èdi Marco Tovagliacontattologo

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sviluppo fisico dell’individuo è l’artefice di importanti mutazioni che possono portare all’insorgenza, nonché a una rapida progressione, della componente miopica. Sappiamo tutti che la miopia è una materia complessa, che riguarda un ventaglio di condizioni che in molte sfaccetta-ture coinvolgono anche la sfera psichica di un individuo. Spesso, infatti, il soggetto che ha difficoltà nella visione per distanza vive un proprio mondo in cui, costretto a una mes-sa a fuoco nitida solo nell’area prossimale, può addirittura manifestare introversione. In un bambino questi effetti e conseguenze rischiano di plasmare un lato comportamen-tale che ricade sulla formazione della propria personalità. Una grande responsabilità nella proliferazione del difetto visivo sembra legarsi al maggior interesse, rispetto ad un tempo, dei ragazzi verso attività svolte indoor. Anche se controversa, la teoria secondo la quale chi trascorre molto tempo in pratiche a distanze ravvicinate, come passare ore al computer, con i videogame o guardare la televisio-ne, sembra plausibile nel considerarsi una delle principali cause della formazione di un difetto miopico e, soprattutto, del suo incremento nel tempo. La scarsa esposizione alla luce e ad attività ricreative che si svolgano per qualche ora in assenza di sollecitazioni visive prossimali (una partita di pallone, a tennis o una passeggiata in bicicletta richiedono un impegno della visione in massima parte rivolto all’infi-nito) porta l’individuo a essere in deficit della preziosissima vitamina D, attivata dalla luce del sole. Tale vitamina è artefice della stimolazione di dopamina nei fotorecettori

con la conseguente inibizione dell’allungamento assia-le del bulbo, principale causa dell’incremento miopico. Diventa emblematico, a sottolineare la veridicità di tali teorie, osservare quanto le popolazioni più esposte ad attività condotte “en plen air” siano le meno affette da miopia: la percentuale dei miopi in Africa è del 10%, in Australia del 20-30% mentre in Cina del 53%. Secondo Earl Smith, nel suo intervento al recente Global Specialty Lens Symposium, la luminosità ambientale outdoor è 100 volte maggiore rispetto a quella indoor; e siccome sembra asso-data la responsabilità dei benefici di una forte radiazione luminosa nel contrastare la progressione miopica, Smith suggerisce di rivedere le fonti di luce casalinghe, incre-mentandone i livelli verso quote maggiori di lux. Inoltre, un dato curioso da lui citato, sottolinea come i bambini che vivono in città siano più inclini alla miopia rispetto a quelli che vivono in aree rurali: ciò può essere dovuto a entrambe le teorie avanzate, ovvero maggior stimolo acco-modativo e ridotti livelli di luminosità ambientale. Jeffrey Walline, invece, sempre nell’ambito dello stesso congresso, ha avanzato importanti considerazioni sulla componente ereditaria della miopia: i bambini con un parente miope in famiglia hanno doppia probabilità di poter essere colpiti dallo stesso difetto visivo, per chi invece ha due parenti miopi, è addirittura cinque volte più alta tale possibilità. Cosa considerare, quindi, come condizione principale su cui poter agire nel contrastare la progressione miopica? Sempre Smith, come peraltro molti studiosi negli ultimi

Speciale BaMBino

La compensazione della miopia con lenti convenzionali crea un defocus ipermetropico retinico in grado di stimolare un incremento della lunghezza assiale del bulbo oculare

La correzione della miopia con lenti a contatto (R)GP ortocheratologiche crea un defocus miopico nella periferia della retina che può rallentare la progressione miopica

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anni, stanno percorrendo la teoria dell’iperfocus retinico, ovvero dell’eccesso di potenza diottrica negativa che coinvolge le aree periferiche della retina quando, in area foveale, il soggetto è corretto perfettamente da una lente oftalmi-ca o a contatto. Tale ipermetropia sembra essere la regia di un mec-canismo di ispessimento coroideo che produce un conseguente ade-guamento del bulbo alla ricerca di una focheggiatura di quelle aree periferiche sottoposte a un defocus provocato dalla curvatura di cam-po retinico. Mentre i segnali di un defocus foveale sembrano essere di minor incidenza sull’instaurare un meccanismo di crescita assiale del bulbo, un defocus ipermetropico periferico retinico in-vece ne rappresenta una tangibile responsabilità. L’eviden-za emersa da studi tra uomo e animale, nella fattispecie scimmie, indica che la relazione tra ipermetropia periferica e miopia centrale sia complessa e non necessariamente casuale in natura. Il grado di ipermetropia periferica varia tra meridiani, con eccentricità differenti e in base al grado miopico centrale. Per poter compensare in modo uniforme-mente distribuito, su tutta la “shell” retinica, il difetto mio-pico, senza generare un iperfocus periferico, è necessaria una differenziazione di fuochi nella lente tra centro e peri-feria, modulati in maniera tale da produrre una riduzione diottrica nelle aree esterne. Risultati alquanto promettenti si stanno avendo da studi condotti prevalentemente in Asia,

dove l’impiego di lenti a contatto multifocali con lontano al centro e vicino in periferia produce una coerenza di fuoco su tutta la calotta retinica, evitando l’eccesso diottrico nelle aree periferiche (Aller and Wildsoet, 2008; Lame et al., 2010; Anstice and Phillips, 2011).Alcuni di questi studi non hanno prodotto dati statistica-mente rilevanti, mentre altri hanno dimostrato che ci può essere una riduzione del 50% nella progressione miopica mediante l’adozione di un metodo compensativo come quello accennato poc’anzi. Ma non è solamente la “calibra-zione” diottrica di una lente, generalmente morbida multi-focale con lontano al centro, a poter contrastare l’avanzata miopica. Un altro interessante dato statistico deriva dalla pratica ortocheratologica, mediante lenti specifiche (R)

Speciale BaMBino

Fonte: clspectrum.com

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GP a porto notturno, strumento con cui la generazione di un “ginocchio” corneale, conseguente al moulding ricer-cato dalle lenti per il temporaneo annullamento o forte riduzione della componente miopica, permette una decisa riduzione dell’iperfocus retinico. Tale effetto si è dimostrato possa generare una percentuale di riduzione di allun-gamento assiale del bulbo compreso tra il 33% e il 56%. Recenti studi effettuati da parte di Kakita et al. (2011) e Santodomingo-Rubido (2011) hanno posto in osservazione bambini che utilizzano occhiali comparandoli a coloro che hanno scelto la strada della compensazione del difetto con lenti da ortocheratologia: il risultato è stato, in un lasso di tempo di due anni, un incremento assiale di solo 0,23 mm di media, rispetto a 0,55-0,70 mm sul gruppo di controllo con occhiali. Un altro studio, condotto da Swabrick e colleghi (2010) su 14 soggetti di età compresa tra 10 e 17 anni di etnie dell’est asiatico, ha posto sotto valutazione ragazzi miopi cui sono state applicate in un occhio lenti da ortocheratologia e, nell’altro, lenti di tipo tradizionale (R)GP. Le lenti sono state fatte indossare per un periodo iniziale di 6 mesi dopodiché, invertite da un occhio all’altro, per altrettanti 6 mesi. La lunghezza assiale del bulbo nel primo intervallo di tempo ha subìto un incremento di 0,06 +/- 0,09 mm nell’occhio che ha indossato (R)GP convenzionali, mentre non si è mostra-ta alcuna variazione con l’impiego di lenti ortocheratolo-giche (-0,02 mm +/- 0,08 mm); nella seconda parte della ricerca, la lunghezza assiale è incrementata di 0,11 +/- 0,11 mm (p=0,002) nel gruppo (R)GP convenzionale rispetto a -0,02 mm +/- 0,12 mm (p=0,460) nel gruppo Ortho-K.Sempre parlando di studi, anche nel caso delle morbide multifocali applicate per il controllo della progressione miopica ci sono stati interessanti valutazioni al riguardo.

Una in particolare, gestita da Aller e Windsoet nel 2008, ha posto sotto osservazione gemelli di età intorno ai 12 anni, cui sono state applicate rispettivamente a un fratello lenti multifocali con centro per distanza e all’altro delle single vision, randomizzandone l’attribuzione rispettiva delle stes-se. Dopo un anno, il risultato è stato che nel bambino che aveva indossato lenti single vision la miopia è incrementa-ta di -1,19 D (su media binoculare), mentre nel fratello con lenti multifocali la variazione è stata di +0,13 D.Detto ciò verrebbe da porsi una serie di domande. Cosa succederebbe se il bambino fosse discontinuo nel porta-re lenti a contatto? Gli occhi subiscono una progressione miopica e poi si stabilizzano ugualmente anche senza un vero e proprio metodo di attenuazione della progressione stessa? Fino a ora i test sono stati condotti sui bambini, ma potrebbe avvenire lo stesso effetto anche negli adulti? E ancora: se possiamo ridurre la progressione della miopia, avremo la possibilità di prevenirne l’insorgenza? Mentre permangono ancora molti interrogativi cui non si riesce a dare risposta, una cosa è tuttavia certa: una volta stabilita quale condizione contattologica possa essere la migliore per i nostri ragazzi, di sicuro verrà adottata. I bambini hanno la capacità di adattarsi velocemente a qualsiasi stimolo e di accettare senza particolari rifiuti anche la soluzione più impegnativa in termini di lac, come potrebbe essere l’adozione di una lente (R)GP per ortocheratologia. (Cho et al., 2005; Walline et al., 2009). Mi piace, inoltre, citare una dichiarazione di Eef van der Worp: l’opportunità di controllare una progressione miopica può aprire una nuova era di ottici optometristi, professionisti della visione che, anziché essere “correttori” di miopia, possano divenire “direttori” della miopia, decidendone attivamente le dina-miche evolutive che contraddistinguono il vizio refrattivo.

Speciale BaMBino

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Speciale bambino

United Colors of Benetton Occhiali da sole da

bambina avvolgenti con aste alte caratterizzate

da una fantasia di cuori tampografati. Il modello

da bambino trae, invece, ispirazione dagli anni

’80 con aste in contrasto con il frontale.

Trudi Da bambina, modello vista con

frontale in acetato trasparente a contrasto con l’asta bicolore. Per

bambino, occhiale da vista realizzato in

acciaio con terminale in acetato multirighe. Entrambi presentano

sull’asta gli animaletti del mondo Collectable

di Trudi.

Stile in formato mini

di Francesca Tirozzi

Occhiali sempre più fashion. Ad accompagnare il ritorno a scuola dei più piccoli, modelli colorati dei classici cartoni animati e delle griffe più pregiate

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Speciale bambino

Tommy Hilfiger Le nuove montature da vista hanno linee classiche con un twist giovane, come il modello in acetato, dallo stile preppy vintage: la forma è rotonda e levigata, declinata in accostamenti cromatici a contrasto tra frontale e aste. La cerniera flex sulle aste assicura il massimo comfort e versatilità.

Ben10 Montatura rotonda e aste a tinta unita in colore a contrasto.

Hello Kitty Occhiale da sole in metallo glitter con l'inconfondibile gattina in argento sull'asta.

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Gucci I modelli sono realizzati in acetati

esclusivi three-layer, mentre le lenti sfumate

completano entrambe le proposte, sia maschile,

dalla forma a goccia, sia femminile, a farfalla. Elemento distintivo della

nuova collezione è un Teddy Bear che compare

come discreta cifra stilistica all’interno dei

terminali delle aste.

Silhouette Il materiale con cui sono realizzate le aste della collezione Spx Art Kids, una resina poliammidica brevetto esclusivo dell’azienda austriaca, garantisce leggerezza e comfort, ma è anche molto flessibile. Il ponte è, invece, realizzato in titanio high-tech per garantire una perfetta stabilità a livello ottico delle lenti.

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See more. Live more. Lenti di precisione ZEISS.

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Esprit Per ragazzi, una montatura pantos by Charmant per un look strepitoso, proposta con tecnica di color-blocking declinata in tonalità contrastanti. Per ragazze, montatura in stile college e declinata nelle sfumature pastello

Barbapapà Montature con le lettere

dell’alfabeto sulle aste e con protagonisti i

componenti di una delle famiglie più amate nei

cartoni animati. I fori sulle aste permettono

di inserire il cordino e fissare gli occhiali per

non perderli.

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La tradizione italianaguarda al futuro

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speciale bambino

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el loro insieme i giovani in età compresa fra zero e tredi-ci anni, vale a dire nelle fasce d’età che vanno dalla nascita alla fine del ciclo scolastico dell’obbligo, sono circa 8

milioni di individui. Gli ametropi presenti in questa popolazione rappresentano un potenziale importante per l’attività dell’ottico, che ha, però, esigenze speci-fiche, sia per quanto riguarda la ricettazione di stru-menti di correzione della visione sia per l’approccio al problema della refrazione.Ogni centro ottico che voglia dedicare attenzione a questo segmento della popolazione dovrebbe dispor-re di un corner dedicato ai bambini e ai ragazzi e predisporre tutte le proposte commerciali che ser-vano ad agevolare questo particolare paziente, ad esempio l’occhiale di scorta. Dal punto di vista pro-fessionale il trattamento di questi ametropi comporta la necessità di conoscere le particolarità della visio-ne e dei problemi connessi in queste fasce d’età. A Pietro Gheller, membro del coordinamento scientifico dell’Istituto B. Zaccagnini, abbiamo chiesto quanto sia perciò importante l’aggiornamento professionale e le opportunità che offre. Quale contributo può dare la formazione professionale nella crescita degli ottici e degli optometristi interessati a trattare i deficit visivi dei bambini?I contenuti della formazione nella scuola cambiano continuamente, sia per le innovazioni tecnologiche sia per le continue esigenze sociali e culturali che

la nostra società del terzo millennio vive. Questo ac-cade tanto nelle scuole superiori secondarie quanto nei percorsi formativi universitari. Anche la forma-zione nel campo dell’ottica e dell’optometria, quindi, cambia continuamente, i programmi ministeriali nei corsi di ottica ormai risalgono al 1992 e da allora le cose si sono evolute. A tali cambiamenti hanno dato risposta in parte i corsi di ottica, grazie all’amplia-mento dell’autonomia scolastica e, soprattutto, i corsi di optometria, che svincolati dalla programmazione ministeriale hanno potuto rimanere al passo dei tem-pi. L’optometria pediatrica è uno di questi: argomenti come l’OEP, ad esempio, si sono emancipati andando oltre il training visivo per rispondere alle sempre

AMETROPIA INFANTILE: IL RUOLO DELL’OPTOMETRIA PEDIATRICA

N

Nella popolazione in età prescolare e scolare si annidano casi importanti e altri collegati con la fase della crescita e dello sviluppo. Pietro Gheller ci guida alla scoperta

delle opportunità professionali derivanti da un aggiornamento costante e da una maggiore collaborazione con la classe medica

di Angelo Magri

Pietro Gheller, membro del coordinamento scientifico dell’Istituto B. Zaccagnini

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maggiori richieste della società civile. I disturbi specifici di apprendimento (DSA) sono un’area nella quale negli ultimi anni l’optometria sta imponendo di diritto il proprio contributo. A tale aspetto hanno contribuito anche molti optometristi italiani, formu-lando paper di orientamento per i protocolli clinici di diagnosi.Che tipo di collaborazione può nascere tra oftalmologi, ortottisti e ottici od optometristi in questo particolare segmento professionale?Lo spazio di collaborazione, ma soprattutto di lavoro, è molto ampio, molte sono le soluzioni ottico-oftal-miche e contattologiche che potrebbero migliorare le terapie prescritte dal mondo medico e ortottico. Purtroppo il mondo clinico è ancora piuttosto restio a delegare al mondo ottico la partecipazione alle scel-te terapeutiche: un esempio sono le lenti a contatto nei bambini di 1-2 anni. Se poi ci spostiamo nell’a-rea del training dei deficit refrattivo/percettivi, i due mondi restano molto lontani: il motivo è da attribuire in parte al fatto che, mentre il mondo optometrico gestisce i deficit percettivi attingendo dalla cultura riabilitativa anglosassone, quello medico ortottico dalla cultura francese o latina. Le due scuole non sono in antitesi, ma sarebbe bene per la salute visiva dei nostri piccoli ametropi cogliere il meglio dalle due. Se le due categorie collaborassero, il risultato sarebbe anche molto entusiasmante.L'Istituto Zaccagnini offre risorse umane e strumentazione per valorizzare il profilo professionale dell'ottico o dell'optometrista

che voglia specializzarsi nei deficit visivi dei più piccoli?Come dicevo prima la formazione dell’ottico è rego-lamentata dalla programmazione del 1992, mentre quella dell’optometrista è libera. L’Istituto Zaccagni-ni, in virtù di questa libertà e autonomia formativa, ha costruito un percorso coerente e adeguato. Nella formazione per il conseguimento dell’abilitazione alla professione si pongono le basi, solide e ade-guate, per il suo esercizio, che debbono però essere integrate da un’ampia informazione e pratica dei contenuti fondamentali dell’optometria. Coloro che vorranno approfondire le proprie conoscenze op-tometriche continuando la formazione nel tempo, potranno impossessarsi anche delle nozioni necessa-rie alla gestione professionale dell’optometria e della contattologia pediatrica. I docenti che concretamente realizzano questi percorsi sono professionisti con estrazione sia dall’ortottica sia dall’optometria pedia-trica, che affrontano professionalmente questi temi ai più alti livelli sia in campo clinico sia didattico.

L’Istituto bolognese mette a disposizione di chi voglia approfondire e affrontare professionalmente il pro-blema dell’ametropia infantile due corsi che fanno parte stabilmente dei suoi programmi didattici in optometria: Metodi, casi e diagnostica optometrica (O.E.P., AVI e MKH); Anomalie della visione binocula-re: diagnosi e terapia. Inoltre gli ambulatori sono dotati della strumenta-zione e dei materiali per il training visivo nell’età evolutiva.

Fonte: elaborazione Consulter su dati Istat

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SPECIALE BAMBINO

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nrico Arman-do, Bruno Maestrelli,

Sabrina Prudenzano e Cristina Toffoli compongono il “Gruppo Cuneo”, attual-mente referente nazionale del progetto Bimbovisione, nato da un’idea dell'Albo degli Ottici Optometristi e di Federottica. Con loro facciamo il punto su iniziative realizzate e attività in cantiere.Quali sono gli ultimi risultati raggiunti da Bimbovisione e, nello specifico, dal Gruppo Cu-neo?I numeri parlano da soli. Oggi, a tre anni dall’incarico di referenti nazionali, il progetto Bimbovisione ha raggiunto la quota di 273 conferenze sul territorio nazionale, coinvolgendo circa 10 mila genitori e oltre 3 mila insegnanti di 28 province italiane. Nel contempo, attra-verso corsi abilitanti, sono stati formati al progetto oltre 250 colleghi. Quali saranno, invece, le loro prossime attività, a partire dall’apertura del nuovo anno scolastico?Continueremo a diffondere in modo ca-pillare il progetto arricchendolo di una nuova versione dedicata alla scuola dell’infanzia, avvalendoci della preziosa collaborazione di un gruppo di colle-ghi. L’esperienza ci ha fatto capire che la prevenzione deve iniziare il prima possibile.

In tema di prevenzione solare, avete qualche iniziativa in programma per l’estate 2012?Per il momento non sono programmate iniziative per l’estate in tema di preven-zione solare. Stiamo lavorando, invece, per pianificare gli interventi nelle scuole per il prossimo anno scolastico.Come rispondono generalmente gli ottici alle vostre proposte nel bambino?Abbiamo riscontrato da parte dei colle-ghi un crescente interesse al progetto. Lo dimostrano i contatti quotidiani con richieste d’informazioni che giungono da tutta Italia.

Ritenete sia un segmento in sviluppo, in termini di benessere visivo e, quindi, di business su occhiali e lenti a contatto per i più piccoli?Bimbovisione è un progetto sociale dell’Albo degli Ottici Optometristi, i cui scopi primari sono l’informazione e la prevenzione delle problematiche visive nella popolazione scolastica. Indirettamente o, quantomeno, in seconda battuta c’è un ritorno d’im-magine, poiché la figura dell’ottico optometrista viene riconosciuta come protagonista della prevenzione visiva sul territorio.

BIMBOVISIONE TORNA ALL’ASILO

di Angelo Magri

EOltre alle consuete attività di sensibilizzazione il progetto voluto dall’AdOO sta per

lanciare una nuova versione dedicata alla scuola dell’infanzia

Da sinistra, Bruno Maestrelli, Sabrina Prudenzano, Cristina Toffoli ed Enrico Armando all’ultimo congresso dell’AdOO a Stresa, dopo aver ricevuto il Premio Francesco Ferrante 2012

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Speciale BamBino

Essilor: lEnti pEr studiarE, giocarE, corrErE…

Airwear Plus Junior è la proposta della multinazionale per il prossimo “back to school”. Con un occhio anche all’impatto ambientale

'apprendimento del bambino è fortemente

legato a ciò che vede. È importante che abbia una visione fedele di ciò che lo circonda, per poter imparare a riconoscere le forme, i colori, per scoprire la lettura, la scrittura e così via. È, inoltre, essenziale identificare precocemente eventuali irregolarità visive e, in quel caso, fornire al bam-bino lenti adeguate che gli procurino una visione nitida e ben contrastata, non disturbata da graffi o da riflessi parassiti. Infine è consigliabile che siano leggere, per contribuire a non lasciare fastidiosi segni sul naso, e resistenti per sopravvivere” ai giochi e alle attività dei bambini più vivaci. «In vista dei prossimi impegni scola-stici, Essilor propone la linea Airwear Plus Junior, espressamente dedicata per le esigenze dei più piccoli – spie-ga Roberto Tripodi, product manager della filiale italiana del gruppo, che ha la casa madre in Francia - Le len-ti di Essilor specifiche per i bambini, dalla prima infanzia all’adolescenza,

sono una gamma di lenti di elevata qualità ottica create per rispondere alle esigenze dei più piccoli e offrire loro miglior confort visivo. Le lenti della linea bambino, grazie alle loro particolari caratteristiche tecniche,

soddisfano in maniera completa i canoni di qualità, performance e sicurezza richiesti dai genitori ormai sempre più esigenti e attenti su tutto ciò che riguarda il benessere dei pro-pri figli».

di Mario De Paola

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spEcialE BamBino

Le lenti Airwear Plus Junior sono, dunque, resistenti agli urti, requisito estremamente interessante per offri-re maggior sicurezza anche durante l’attività in movimento, leggere e sottili, binomio ottimale in termini di equilibrio tra estetica, sottigliezza e trasparenza.Ma non solo, Airwear Plus è la lente amica sì dei bambini, ma an-che dell’ambiente. «Per chi pensa che migliorare la qualità della propria vita vada di pari passo con la cura e l’atten-zione per l’ambiente in cui vive, le lenti Airwear Plus rappresentano un prodotto all’avanguardia – spiega ancora Tripodi – È previsto, infatti,

un risparmio del 50% d’acqua nel processo produttivo e una riduzione del 90% dell’inquinamento dalla plastica. La materia prima, inoltre, è completamente riciclabile». «Vale la pena di sottolineare che nell’infanzia il cristallino non è ancora completamente sviluppato e

la sua capacità di assorbire e “neutra-lizzare” i raggi UV è inferiore a quella che si osserva negli adulti - afferma Chiara Olga Pier-

rottet, medico chirurgo, specialista in Oftalmologia, responsabile del Centro di Ipovisione e Riabilitazione Visiva e del Centro per le Degene-razioni Retiniche Eredo-Familiari Clinica Oculistica Ospedale San

Paolo Università degli Studi di Mila-no e responsabile scientifica Asso-ciazione Retinitis Onlus – È, quindi, nell’infanzia che l’uso di lenti in grado di contrastare il passaggio dei raggi UV svolge la massima attività di protezione e prevenzione. Ciò si-gnifica ridurre il rischio di patologie oculari, potenzialmente pericolose per la vista, in età più avanzata». A riguardo Essilor ha sviluppato un nuovo indice che certifica la prote-zione globale dai raggi UV di una lente: Eye Sun Protection Factor (E-SPF). Più è elevato il valore E-SPF, maggiore è il livello di protezione. La soluzione visiva offerta da Essilor per una protezione globale dai raggi UV è Crizal Forte UV, la lente chiara con il più alto fattore di protezione dai raggi Uva e Uvb.

“Airwear Plus Junior: più protezione,più leggerezza,più resistenza”

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AMARCORD

Bologna Gambini è un cognome storico e ampiamen-te diffuso,

che fa capo al medesimo ceppo familiare. Ma, non ce ne voglia-no gli altri, quando nella città felsinea si cita quel cognome, il primo pensiero va a un signore alto quasi due metri, che con il suo fisico imponente e il suo cari-sma ha caratterizzato una lunga epoca del capoluogo emiliano e dell’ottica italiana. «Germano Gambini cominciò a occuparsi di ottica tra gli anni ’60 e ’70, quan-do stava volgendo al termine la sua carriera di cestista, che tante soddisfazioni gli aveva dato, tra cui due scudetti con la Virtus», ricorda la figlia Paola.Germano nasce a Bologna nel 1931 da Arcibaldo e Isolina, che nel 1920 hanno avviato il loro primo negozio di foto ottica pro-prio sotto le Torri degli Asinelli e della Garisenda, nel cuore della città, insieme alla cugina Anita Venturi, rilevandolo dal fratello Gilberto. «Un’attività proficua e vissuta sempre come impegno nei confronti non solo della clientela, ma anche dei loro collaboratori: tutto il denaro proveniente dagli utili, infatti, veniva reinvestito nell’attività stessa, tanto che non-no Arcibaldo morì in una casa

Per Bologna è un mito: giocatore di basket prima, presidente poi, leader su entrambe le sponde del tifo locale. Ma nell’ottica la sua fama superava i confini della città felsinea: dettagliante, designer, produttore, innovatore e irrequieto, carismatico e vulcanico

in ogni attività intrapresa

GERMANO GAMBINI, UNO CHE SAPEVA FAR SQUADRA

di Angelo Magri

A

Primi anni ’70, Sergio Mura (a sinistra) di fronte a uno dei primi oftalmometri realizzati dalla Cso.A destra, l’inizio della produzione in piccole serie da parte dell’azienda toscana.Sotto, Gilda Mura riceve nel 2007 dall’allora presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, uno degli Awards of Excellence per l'attività della Cso. Nella pagina accanto, il primo ordine ricevuto dalla società fiorentina per la produzione di 100 oftalmometri.

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in affitto, non avendo mai voluto immobilizzare le risorse guada-gnate – spiega Paola Gambini – Senza dimenticare i sacrifici an-che fisici che dovette sopportare: Bologna fu letteralmente distrutta dai bombardamenti, durante la Seconda guerra mondiale, e il nonno non solo subì gravi perdite materiali, ma fu anche gravemen-te ferito a una gamba, riportando

una menomazione che lo avrebbe accompagnato per tutti gli anni successivi». I dolori della guer-ra e le difficoltà post belliche non fermano, tuttavia, l ’attività imprenditoriale dei Gambini, che negli anni ’60 possono vantare ben quattro centri ottici in città: in via D’Azeglio, in via Zamboni, in Via Rizzoli e quello sulla Strada Maggiore specializzato nell’ap-

plicazione delle lenti a contatto. Nel frattempo è entrata nell’atti-vità familiare Giulia Gambini, la figlia maggiore, mentre il fratello Germano continua a collezionare successi con la palla a spicchi.Nel 1972, alla vigilia di Pasqua, succede qualcosa che cambie-rà radicalmente la storia della famiglia Gambini. «Mentre stava chiudendo uno dei negozi, nonno

Primi anni ’70, Sergio Mura (a sinistra) di fronte a uno dei primi oftalmometri realizzati dalla Cso.A destra, l’inizio della produzione in piccole serie da parte dell’azienda toscana.Sotto, Gilda Mura riceve nel 2007 dall’allora presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, uno degli Awards of Excellence per l'attività della Cso. Nella pagina accanto, il primo ordine ricevuto dalla società fiorentina per la produzione di 100 oftalmometri.

1. Germano Gambini durante una gara con la Nazionale italiana di basket: in maglia azzurra giocò i Campionati europei nel 1955 e dovette rinunciare alle Olimpiadi di Roma del ‘60 a causa di un infortunio2 e 3. Dopo una gloriosa carriera da giocatore con la Virtus, negli anni ’80 guidò i rivali storici della Fortitudo in veste di presidente. Qui lo vediamo insieme a due figure che hanno caratterizzato il basket italiano degli anni ’80 e ’90: da sinistra, l’allenatore Mauro Di Vincenzo e il manager Giancarlo Sarti. Dietro di lui, un giovanissimo Andrea Cirelli. E poi dopo un derby vinto a fil di sirena dalla “sua” Yoga Bologna: a destra si riconosce la figlia Paola

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Arcibaldo cadde di colpo a terra: di lì a poco gli diagnosticarono un tumore al cervello che in un paio di mesi ce lo avrebbe strappato – racconta Paola – Allora nonna Isolina, che peraltro in poco più di un anno avrebbe dovuto riti-rarsi per una grave forma d’in-validità, e i suoi figli decisero di riunire le attività dell’ottica in un unico negozio: i 400 metri quadra-

ti di via Rizzoli 10, trasformati in un punto vendita all’avanguardia sia dal punto di vista dell’offerta sia da quello architettonico». Ba-sti pensare, infatti, che al secondo livello si può accedere in ascen-sore, cosa praticamente unica a quel tempo per un negozio di ottica; e che le proposte spaziano dagli occhiali alle lenti a con-tatto, dalla fotografia al cinema,

dagli strumenti più sofisticati, come telescopi o barometri, fino al reparto di mineralogia, forte-mente voluto da Giulia Gambini. Chi allora lo frequentava ricorda ancora oggi che in molti passaggi del telegiornale, durante i servizi sulle condizioni climatiche in Ita-lia, veniva mostrato il barometro appeso alla facciata del negozio con la scritta “Ve lo dice Gambi-

«Di Germano ho tanti ricordi – racconta Rinaldo Sala, fondatore della Schalcon - Era un grande sportivo. È stato un grande imprenditore. Di queste due attività ne riconoscevi subito la lealtà, l’agonismo, l’amore per le sfide e per la vita. Quando arrivai a Bologna era il ’67 e iniziai a lavorare nel suo centro di applicazione di lenti a contatto. La sera o nel week end appendevo il camice bianco e uscivo con lui. Mi portava a giocare a golf. Lui era più degli altri, come certi bolognesi sanno essere. Più chiacchierone, ricordo alcuni scherzi che faceva, più mangiatore, bevitore, atletico buontempone, amatore (ormai possiamo dirlo) e noi lo vedevamo un po’ star. Da imprenditore era anche visionario. Sapeva estrarre sempre dal cilindro qualche innovazione. A lui si deve l’introduzione delle grandi griffe nel mercato degli occhiali. Oggi non si trovano più personaggi come Gambini. Appartengono a un altro mondo».Un altro manager, Marino Stanzani, che oggi lavora in Schalcon in qualità di responsabile export, lo ricorda con affetto. «Ho conosciuto Germano Gambini e Rinaldo Sala al Bar dell’Hotel Roma di Bologna, in via D’Azeglio, quasi di fronte al negozio della signora Isolina, la

madre di Germano – dice Stanzani - Con lui nel 1968 ho iniziato a lavorare seriamente; e probabilmente anche lui lo ha fatto, dopo la popolarità che gli aveva dato il basket al massimo livello. Germano è stato davvero un Grande anche nel settore ottico, un entusiasta innovatore prima come commerciante, più avanti come produttore industriale, basti pensare alle “Micropupill” Lenti Rigide di Soehnges, con le quali appunto insieme a Rinaldo

Sala prima e a Dario Franzolin e Renzo Marzola poi, molti ottici hanno imparato ad applicare correttamente; oppure agli occhiali pieghevoli, ma, meglio ancora, ai primi occhiali griffati, i Pierre Cardin, che grande intuizione! E in seguito i grandi occhiali da sole con la montatura sottilissima (quanto ci costò realizzarla e come si vendeva bene…): sono certo

che molti ottici non soloi taliani, ma tedeschi e olandesi, ancora ricordano il mod. 294 e tanto altro di molto buon gusto artigianale. E con quale grande entusiasmo e allegria lavoravamo! Poi le nostre strade si sono divise, fa parte della vita, ma l’ammirazione e il rispetto reciproco sono rimasti immutati. Io non sono andato al funerale, non andrò mai al funerale di Germano: egli vive ancora, vivrà sempre».

«CON GAMBiNi ABBiAMO FAttO iL ’68 A BOLOGNA…»

Un congresso di ottica sul finire degli anni ’60: in fondo, da sinistra, Rinaldo Sala e Dario Franzolin. Al centro si riconosce Arcibaldo Gambini e, dietro di lui, la figlia Giulia

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ni”. O, ancora, che l’adiacente Università di Bologna si serviva nel centro ottico non soltanto per trovare rimedio ai deficit visivi dei suoi collaboratori, ma anche per recuperare materiale utile nella sezione di mineralogia. O che, già all’inizio degli anni 80, vi si svolgevano le prime sedute di visual training.L’Ottica Gambini di via Rizzoli è il trampolino di lancio per il Germano imprenditore, che nel frattempo ha ottenuto il diploma di ottico e la specializzazione in

optometria alla scuola di Vin-ci: prendono il via, infatti, due intensi decenni di innovazioni e sperimentazioni, idee e progetti, che caratterizzano non solo la sua storia personale, ma anche quella dell’industria ottica italia-na e la vita di chi, in quegli anni, gli è accanto. «Fu pioniere in almeno due grandi settori mer-ceologici, le lenti a contatto e gli occhiali fashion – spiega la nipote Anna Gatti, che dal ’79, appena terminati gli studi superiori, fu “cooptata” dallo zio per seguirlo nelle sue molteplici attività – Così decise di distribuire in tutta Italia innovative lenti a contatto rigide, sulla scia della sua esperienza di giocatore di basket, all’insegna della praticità e del comfort per i portatori. Ricordo che nel centro ottico di Strada Maggiore, dedica-to proprio all’applicazione delle lac, aveva appeso a una parete una grande cartina dell’Italia, che puntellava di spilli con una grande capocchia, ogniqualvol-ta la sua rete vendita riusciva a “conquistare” un nuovo cliente in una nuova città». Subito dopo è la

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4. Fine anni ’80, Giulia Gambini al secondo piano del negozio storico di via Rizzoli a Bologna5 e 6. i genitori di Germano Gambini, isolina e Arcibaldo: nel 1920 rilevarono il negozio di foto ottica sotto le due torri che diede il via alla saga familiare

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7. Al centro si riconosce Germano Gambini, in occasione di un incontro con il belga Jean Thiriart, fondatore della Società optometrica europea8. Gambini in uno stand di Pierre Cardin, il primo brand di occhiali da lui distribuito in Italia

volta dell’eyewear di moda, che non ha ancora solcato i mari del-le licenze e delle griffe. «Germa-no colse in anticipo la portata di questo mondo e, al tempo stesso, la necessità che gli occhiali non fossero più vissuti come una protesi, bensì come un abbelli-mento, meglio ancora se leggeri da indossare – dice ancora Anna – Così strinse un accordo per la distribuzione sul mercato italia-no degli occhiali firmati Pierre Cardin e, in seguito, i Gianfranco Ferrè e gli Enrico Coveri. Poi capì che si sarebbe potuto fare ancora di meglio, così cominciò a pro-durli da sé: si rivolse alla Maz-zucchelli, dalla quale acquistò quantità tali di tartarugato che si parlava addirittura di “Tartaru-ga Gambini”. Ma il nome che lo caratterizzò maggiormente fu una sigla: GG, quella che richiamava

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la sua prima collezione di monta-ture, soprannominata “i piuma” per la loro leggerezza, appena 8 grammi senza lenti». Germano comincia così la vendita della sua prima linea, cui fanno segui-to altre creazioni, come i Divina, trasparenti e arricchiti di cristalli Swarovski, ancora oggi presenti nei negozi e persino su Ebay, o i Variety, combinati di plastica e metallo, dai colori accesi per un pubblico più giovane, o, ancora, le mascherine, che permettono di abbronzarsi senza togliere gli occhiali: tutti rigorosamente fatti produrre in Italia, da piccole o

medie aziende del Cadore. Ma l’amore per l’acetato di cellulosa, la passione per la costruzione di un paio di occhiali glamour ma pratico, elegante ma confortevole, lo spingono a un passo impor-tante, che tuttavia si rivelerà uno spartiacque per il prosieguo della sua storia. «Nell’86 rilevò un im-pianto produttivo ad Auronzo di Cadore per realizzare in proprio gli occhiali – spiega Anna Gatti – Purtroppo, di lì a poco la moda avrebbe voltato le spalle alla pla-stica a favore del metallo e questo significò un grave colpo per gli impianti produttivi dello zio, che

non erano facilmente riconver-tibili nella nuova produzione di tendenza».Arrivano, quindi, gli anni del cambiamento: l 'interessante pro-posta di Salmoiraghi&Viganò per rilevare il negozio di via Rizzoli, il passaggio di mano in Fortitudo, l 'età vicina alla pensione della sorella Giulia furono tutti validi motivi per cedere le attività e ricominciare da quello che amava di più e forse sa-peva fare meglio: disegnare

tiatur, torrunt officil luptas moditia nonseculpa sunt.Ga. Et doluptinctat dolorro tem dolorepero volore num sitati seque endit, qui ipit qui aceprep

ernati iusciam faccatatem repeliqui dis simusam fuga. Namus, que sectore non niae plauditis eaque cus que et res molluptistem estiorrore nam quosti as cusandae es eate es verunt et re

Così Andrea Garagnani definisce Germano, ricordando il legame tra le due storiche famiglie bolognesi di ottici. «Mio nonno uscì proprio da quella che era la ditta di ottica più antica della nostra città, la Gambini appunto, per aprire, nel 1926, il negozio che oggi guido io - ricorda ancora Garagnani - Germano fu anche colui che lanciò i primi occhialini sottili in celluloide».Ancora oggi il fascino di quel nome riecheggia nella città e nell'intero settore ottico. «Il mio personale ricordo è quello di un collega che si manifestava un vero signore - dice Luigi Pasquini, altro ottico di punta del capoluogo emiliano, con tre punti vendita fra Bologna e provincia - Io ero più giovane, lui era già un personaggio molto noto anche nel mondo dell'ottica, non solo nel basket: in città possedeva, infatti, diversi negozi con una clientela selezionata; inoltre disegnava e produceva i famosi occhiali "Gambini" in materiale plastico, molto leggeri e di qualità. Quando per motivi imprenditoriali abbiamo avuto un rapporto più continuo, questo è sempre stato molto cordiale e di reciproca stima».Anche l'ultima esperienza professionale di Germano, alla Faoflex di Segusino, ha lasciato ricordi positivi. «Gambini era un "giovane designer" perché conservava dentro di lui l'ansia del nuovo - afferma Nicola Di Lernia, consulente dell'azienda veneta - Era un uomo di grande spessore perché amava il bello e lo desiderava per ogni sua collezione. Quando avevi il piacere di dialogare con lui uscivano delle memorie in grado di emozionarti e compiacerti dell'averlo conosciuto, cosa rara oggi. Insomma, un personaggio che ha fatto sempre poco rumore intorno a sé, perché erano i suoi fatti, le sue idee a parlare».Lela Casini, titiolare di Ala Service, ha percorso quasi

due decenni di attività accanto a Germano, dalla pionieristica esperienza nella contattologia Rgp, con la commercializzazione delle lenti a contatti Soehnges, fino a rilevare addirittura l'attività della distribuzione della famiglia Gambini in Emilia Romagna, nel ’92. «Ho conosciuto il signor Germano nel 1975, avevo 22 anni allora, era il mio primo colloquio di lavoro ed ero in preda al panico più assoluto – racconta Lela - Lui era altissimo, carismatico e incuteva soggezione, ma mi ha sorriso e con grande gentilezza mi ha chiesto come mai volevo smettere l’università e andare a lavorare, se fossi davvero convinta della mia scelta. Gli ho risposto che l’università mi aveva deluso e avevo voglia di lavorare. Non mi ha mai detto perché mi ha assunto, così, immediatamente, senza altre domande, ma ho lavorato con lui per 16 anni e nessuno dei due si è mai pentito di quella scelta. Sono passati davvero molti anni, non ci siamo mai persi di vista del tutto e l’ultima volta che ci siamo incontrati è stato quando ha scelto mio figlio come rappresentante in Emilia Romagna per i suoi occhiali: una sensazione difficile da descrivere, un filo che non si spezza mai, la vita che continua nei nostri figli, da Lela a Leonardo, da Germano a Paola… Ho ancora negli occhi l’immagine del signor Germano che insegna a mio figlio come si prende in mano un occhiale, come fosse qualcosa di unico e prezioso, come trasmettere l’entusiasmo della creazione al cliente. Un patrimonio prezioso che trovo ancora in tanti ottici emiliani che hanno iniziato nel negozio di via Rizzoli e che hanno una sorta di “marchio di fabbrica”: la sua grande passione per l’innovazione e per l’oggetto occhiale».

UN’iCONA PER BOLOGNA

«Germano Gambini era un vero combattente, un leone in campo, uno che non mollava mai, mai dato

per vinto». Così lo ricordava, su Giganti del Basket di qualche anno fa, il compagno di squadra alla Virtus

Achille Canna, intervistato da Dan Peterson

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9 e 10. Lo stand Gambini in due Mido a cavallo degli anni ’80: dopo il lancio di Pierre Cardin sul mercato interno, l’imprenditore bolognese avviò una partnership creativa e distributiva per gli occhiali firmati Gianfranco Ferrè ed Enrico Coveri

occhiali. Con i marchi I Leggeri e I Cristalli torna a far produrre in Cadore e a distribuire gli occhiali con una forza vendita da lui diret-ta, che riesce a formare e far cre-scere, motivandola con la consue-ta passione. Fino al 2009, quando

nasce il connubio con un’azienda trevigiana, la Faoflex, che le-gherà il proprio nome a quello dell’ottico-designer bolognese fino alla sua morte, avvenuta alla vigilia del Capodanno 2011. «In Faoflex, insieme ai due titola-

ri, Fabio Stramare e Cristiano Zanella, Germano aveva ritrovato l’atmosfera e i valori in cui aveva sempre creduto», ricorda Paola Gambini, che oggi ha ereditato il ruolo del papà: segue, infatti, le collezioni I Leggeri e I Cristalli di Germano Gambini, curando tutti gli aspetti del prodotto, del packaging e della pubblicità. E aveva ritrovato anche l’entu-siasmo per tutto ciò che è inno-vazione, creatività e versatilità, applicate agli occhiali. Lo stesso entusiasmo che lo animava nel raccontare a tutti, ad esempio, di quando Sofia Loren indossò i suoi occhiali, durante i funerali di Vittorio De Sica…

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Vi s iete ma i ch iest i che cosa non v i s tanno d icendo vost r i ut i l i zza-tor i d i lent i a conta t to durante i vostr i control l i? Qua l i s i ntom i s tanno a vendo, q uanto spesso l i hanno e quanto quest i s intom i sono intensi? Quanto sono preoccu-pa t i i vost r i paz ient i r iguardo questi sintomi e che cosa stanno facendo a l momento per a l le -v iarl i?

Nel corso d i uno s tud io a due fas i proget ta to

propr io per r ispondere a q ueste domande un gruppo d i ut i l i zza tor i d i lent i da i ly d isposable e d i lent i a sost i tuz ione programmata completa-rono una ricerca online su s intomi lega t i a comfor t e v is ione durante l ’uso del le lent i a contat to. Ad un campione casua le t ra q uest i ut i l i zza tor i fu ch iesto d i seg u i re i s intom i lega t i a v is ione e com for t , e d i comple -tare una seconda ricerca on l ine.1 I l s intomo più preoccupante c i ta to da

coloro che lo a vevano a v ver t i to era l ’appan-namento o f lut tuaz ione v is iva, e ven iva va luta to ad a lto impa t to nega-t i vo per l ’esper ienza q uot id iana d i ch i por ta lent i a conta t to. I n fa t t i i l 60% degl i ut i l i zza tor i d i lent i a conta t to che ha prova to i s intom i d i appannamento o v isione f lut tuante l i percepisce come un fattore negativo che impa t ta i l com for t del le lent i. I nostr i ut i l iz-za tor i d i lent i a conta t to s i sentono cont rar ia t i ,

© 2010 Bausch & Lomb Incorporated. ®/™ denote trademarks of Bausch & Lomb Incorporated. Other product/brand names are trademarks of their respective owners . PNS05320 HL-4982-1A D V E R T O R I A L

{ JOE’S VIEW }

Joe’s View: Che Cosa Non Vi Stanno Dicendo i Vostri Utilizzatori di Lenti a Contatto?

Clinical insights from Joe Barr, OD, MS, FAAO, Bausch + Lomb

degli utilizzatori di lenti a contatto che ha provato i sintomi di appannamento o visione fluttuante li ha percepiti come un fatto negativo che impatta il comfort delle lenti

Il

60%

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f r ust ra t i , a d isag io ed irr itat i da quest i sintomi.Ch i sof f re d i appanna-mento soprattutto lo nota quando è stanco, mentre la vora a l computer e d i not te. La v is ione appan-nata si mani festa preco-cemente durante i l giorno r ispet to a l la magg ior par te degl i a lt r i s intomi, e s i nota a par t i re da l ma t t i no f i no a l la sera. St ranamente ch i ha q uesta s intoma tolog ia è più por ta to a r impro -verars i o a dare la colpa a i propr i occh i (occh i s tanch i , t roppo la voro a l pc, a f fa t ica-mento ocu lare, a l lerg ie, occhio secco) invece che a l le lent i a conta t to che s ta ut i l i zzando ( lent i sposta te, sporche, por ta te per t roppo

tempo). Cur iosamente c i rca due terz i d i ch i soffre di appannamenti e f luttuazione v isiva non ne ha fat to cenno al propr io conta t tologo.

Forse la r isposta s ta nel le lent i a conta t to che i vost r i paz ient i s tanno por tando. Non appena le lent i i n iz iano a d is id ra tars i nel l ’a rco del la g ior na ta la loro for ma può cam biare e compromettere la super-f icie ott ica, cosa che può preg iud icare la q ua l i tà v is iva ed i l com for t . L e a t tua l i lent i i n hyd rogel e s i l icone -hyd rogel non s tanno sodd is facendo quest i bisogn i . C ’è l ’op -por tun ità d i sv i luppare un ma ter ia le che d ia i l massimo d i id ra ta-

z ione a l l ’occh io e che mantenga i l suo conte -nuto d ’acq ua per tut to i l g ior no, sopra t tut to per mantenere costante la geometr ia ot t ica e per met tere una v is ione con for tevole com ba t-tendo l ’appannamento dov uto a l la d is id ra ta-z ione del la lente che a umenta durante i l g ior no.

© 2010 Bausch & Lomb Incorporated. ®/™ denote trademarks of Bausch & Lomb Incorporated. Other product/brand names are trademarks of their respective owners . PNS05320 HL-4982-1A D V E R T O R I A L

Joe Barr, OD, MS, FAAOVice PresidentGlobal Clinical & Medical Affairsand Professional ServicesVision CareBausch + Lomb

1. Exploring blurry, changing or fluctuating vision associated with contact lens wear. Kadence International. January 2012.

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attualità

L’housebrand di lenti oftalmiche di Vision Group propone una gamma di prodotti ideale per ogni tipo di esigenza, come è stato recentemente illustrato anche agli oftalmologi

n occasione dell’ultimo Congresso Interna-zionale della Società Oftalmologica Italia-na, che si è svolto alla

fine di maggio a Milano, Vision Group con il Programma Amici per la Vista di, oltre al tradizionale stand, ha organizzato una serie di meeting con gli oculisti interessati a conoscere le potenzialità delle nuove lenti oftalmiche Nakyma, già in vendita presso i centri ottici affiliati al gruppo. «Gli oftalmologi hanno mostrato grande attenzio-ne e interesse – spiega Giovanni Palermo, wholesale manager di Vision Group per le lenti Nakyma – Abbiamo illustrato loro non soltanto la filosofia che sta dietro alla linea oftalmica, ma anche e soprattutto quei prodotti che garantiscono un valore aggiunto al consumatore e, di conseguenza, offrono uno strumento in più per la correzione di alcuni difetti visivi».In particolare gli oftalmologi della SOI che hanno seguito le pre-sentazioni si sono rivelati attenti alle opportunità garantite dalle lenti anti stress. «Si tratta di lenti

Idi Angelo Magri

Nakyma, il beNessere visivo copre tutte le Nicchie

Di spalle, in primo piano: Sergio Zaccaria Scalici; da sinistra Mario Bifani, Carlo Redaelli e Duilio Siravo; in piedi Nicola Pescosolido e sedute Antonella Petit Bon e Sara Capelli presso lo stand Vision Group – Amici per la Vista all’ultimo congresso SOI di Milano

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Giovanni Palermo, wholesale manager di Vision Group per le lenti oftalmiche

oftalmiche monofocali dinamiche digitali a variazione di potere, una soluzione ottica per ridurre lo stress visivo grazie ad una lieve variazione di potenza dal centro ottico alla parte inferiore della lente. L’aumento di +0.60 diottrie nella zona di lettura fornisce una visione prossimale più conforte-vole anche dopo diverse ore di utilizzo, e facilita l’accomodazione naturale – dice Palermo - I nuovi portatori hanno apprezzato l’effet-to d’ingrandimento delle immagini nella zona di lettura, senza riscon-trare fastidiose distorsioni in ogni direzione. I soggetti che più hanno gradita questa nuova soluzione ottica sono: gli ametropi alla soglia della presbiopia, chi ha sollecita-zioni quotidiane nella visione da vicino e gli utenti più attenti alle novità tecnologiche».Del resto l’attenzione nei confronti dello stress visivo è il cavallo di battaglia di VisionOttica, insegna premium brand di Vision Group, che ha studiato un apposito test, con il patrocinio della stessa SOI, proprio per rilevarne il grado e per trovare i rimedi ottici adeguati.

«Queste lenti anti stress sono state studiate in collaborazione con il gruppo francese Bbgr», ricorda il manager di Vision Group. Ma non sono le uniche novità di Nakyma presentate da Vision Group al Congresso Internazionale della Società Oftalmologica Italiana. «Abbiamo illustrato anche le caratteristiche di un particolare trattamento antiriflesso traspa-rente, assolutamente acromatico, e quelle di un nuovo materiale a medio indice, ideale per i glasant, che di fatto abbina la resistenza all’impatto tipica del policarbona-to a una qualità ottica superiore», conclude Palermo.Il dialogo con i medici prosegue con il Programma Amici per la Vista e nei centri VisionOttica. In particolare, presso il Centro VisionOttica Piero della Francesca di Milano, sono state recentemente presentate le due linee di hou-sebrand di lenti oftalmiche e di montature ai medici oculisti della zona. Un incontro organizzato dal Programma Amici per la Vista, volto a sviluppare la collaborazio-ne professionale e informativa tra

Area Medica e Area Tecnica nel rispetto delle specifiche compe-tenze. È stata un’opportunità di relazione tra le due Aree, nonché una condivisione di opinioni ed esperienze.

“Delle lenti anti stress i nuovi portatori hanno apprezzato l’effetto

d’ingrandimento delle immagini nella zona di lettura, senza

riscontrare fastidiose distorsioni in ogni direzione”

attualità

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Da tempo il mondo, in continua accelerazione, ci bombarda di notizie. Il consumatore si trova di fronte a un’offerta di prodotti sempre più ampia che spesso può generare incertezza e

confusione. Necessita quindi di sicurezza, anche nella scelta degli occhiali che nelle prossime stagione si ispireranno a quattro tendenze

ConosCere per sCegliere i nostri “Compagni di vita”

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er “vivere” e scegliere in modo più coscienzioso,

i l consumatore ha iniziato a rif lette-re più attentamente su vari aspetti, a soffermarsi sul prodotto, a vivere un cambiamento che lo sta portan-do a modificare la propria scala di valori. Siamo entrati nell ’era post consumistica e l ’approccio all ’ac-quisto è cambiato. Infatt i, la cul-tura dell ’ immagine non è più così predominante e il consumatore sta diventando sempre più consapevo-le: vuole creare un proprio sti le e stabilire un nuovo tipo di relazione con i prodotti. Li vuole conoscere meglio, spingendosi oltre per ricer-carne le caratteristiche intrinse-che, quasi per piegarli alle proprie esigenze funzionali specifiche e personalizzarli secondo i propri criteri estetici.Anche l ’occhiale non si sottrae a questo cambiamento cognitivo ed è diventato un nuovo e vero “compa-gno di vita”. Perché, se è vero che

PRegina Rossi colour research manager Mazzucchelli 1849

moda

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ci r itroviamo a viaggiare attraverso nuovi e affascinanti mondi, è vero anche che sentiamo la necessità di poterci circondare di persone e oggetti che ci diano sicurezza. Sicu-rezza che deriva dalla conoscenza.Sono proprio le origini e la storia del prodotto, la ricerca materica, la

trasparenza del processo produttivo, i l r ispetto dell ’ambiente, gli elementi che aiutano a valutare le caratteri-st iche intrinseche del prodotto e che inducono a sceglierlo – oltre che per il contenuto funzionale ed esteti-co - anche per la sua valenza etica e culturale. Proprio nel r ispetto di questo sentimento etico, Mazzuc-chelli ha recentemente lanciato sul

mercato la nuova bioplastica M49 e continua a concentrarsi sull ’ inno-vazione e sulla ricerca tecnologica col massimo impegno e con quella maestria che da sempre la contrad-distingue. Per le prossime stagioni, i l consu-matore potrà scegliere le proprie

montature, ispirate a quattro nuovi grandi temi:1. i l ritorno delle grandi decadi

della moda che si intrecciano e si inf luenzano l ’un l ’altra sino a cre-are un prodotto contemporaneo: si tratta di un mix di iperfemmi-nilità con richiami al guardaroba maschile e di un’eleganza anni ‘30 con il tocco sportivo degli anni

’90. I toni saranno pastello con-trapposti a nuance vibranti

2 . la luce come punto focale d ’at-tenzione, fatta di f i l i e di trame luminose o le luci “catturate” che danno sensazioni di evanescen-za. I toni saranno, quindi, lunari, congelati, metallizzati

3. la perfezione della materia grez-za creata dalla natura nell ’ambito vegetale e minerale. Colori caldi e sontuosi della terra con sfuma-ture anticate. I toni saranno scuri e preziosi

4 . I pattern dalle geometrie d’ ispi-razione anni ’70 alle scaglie di pesce e di rett i le in varie dimen-sioni e vari colori.

moda

2 3 4

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Il disegno di legge del governo Monti cambia considerevolmente alcune norme chiave nei rapporti tra imprese e collaboratori

l Senato ha approvato il disegno di legge "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita" (DDL 3249). In attesa dell ’approvazione definitiva alla Camera, analizziamo le modifi-

che più significative che interessano anche il settore dell ’ottica.Il primo contratto a termine: il nuovo regime di a-causalitàLa novità più importante che emerge dalla riforma Fornero riguarda la conclusione del primo contratto a termine. In tale tipologia contrattuale non vi sarà più l ’obbligo di indicare e motivare la ragione che giu-stifica il ricorso all ’assunzione a tempo determinato: il datore di lavoro non dovrà più, quindi, specificare le motivazioni di carattere tecnico, produttivo, orga-nizzativo o sostitutivo cui è vincolata l ’apposizione del termine al contratto di lavoro subordinato. Tale regola vale però solo per il primo contratto a termine concluso e solo se la relativa durata non sia superiore ai 12 mesi. I contratti collettivi potranno inoltre pre-vedere, stabilendone le condizioni, la riduzione dei periodi di intervallo necessari nel caso di riassunzio-

ne con contratto a termine fino a 20 giorni (o 30 giorni in taluni casi particolari).Apprendistato, lavoro intermittente e partite Iva: le prospettive futurePer quanto riguarda le altre forme contrattuali, ecco le ulteriori innovazioni apportate dal disegno di legge.Apprendistato: nuovi limiti all ’assunzioneVengono previsti nuovi limiti al numero massimo di apprendisti assumibili, in particolare:•per i datori di lavoro che occupano un numero di

lavoratori inferiore a dieci unità, tale numero non potrà superare il 100% delle maestranze specia-lizzate e qualificate in servizio presso il medesimo rapporto di lavoro;

•per le imprese con un numero di lavoratori supe-riore alle dieci unità, il numero di apprendisti non potrà superare il rapporto di 3 a 2 rispetto ai dipen-denti in servizio.

Lavoro intermittente: quando fare la comunicazioneLa riforma stabilisce che il contratto di lavoro intermit-tente, caratterizzato da una prestazione discontinua attraverso la quale il lavoratore s’impegna a svolgere le proprie attività lavorative “a chiamata” del datore di lavoro, potrà in ogni caso essere concluso con sog-

RifoRma del lavoRo: oRa Si aSSUme CoSì

di Tobia ChiesurinConsulente aziendale

ConSUlente

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ConSUlente

getti con più di 55 anni di età e con soggetti con meno di 24 anni di età, fermo restando che le prestazioni contrattuali devono essere svolte entro il venticinque-simo anno di età. Ai fini degli adempimenti ammini-strativi previsti per l'assunzione, anche per il contratto intermittente ci deve essere l'invio della comunicazio-ne dell'assunzione ai servizi per l'impiego competenti. Con tale comunicazione i datori di lavoro dovranno specificare l ’obbligatorietà o meno della chiamata e le modalità della eventuale disponibilità. Mentre ante-cedentemente alla riforma la comunicazione veniva effettuata solo prima dell ’ inizio della prestazione lavo-rativa, viene ora previsto che venga realizzata anche precedentemente a un ciclo integrato di prestazioni di durata non superiore a 30 giorni.Partite Iva: la stretta si allentaLa stretta sulle partite Iva si riduce: viene previsto, infatti, che le prestazioni lavorative rese da titolari di partita Iva saranno considerate, salvo prova contra-ria del committente, collaborazioni coordinate e con-tinuative quando ricorrano almeno due dei seguenti presupposti:• la collaborazione duri da più di 8 mesi nell ’arco di

un anno;• il corrispettivo derivante da tale collaborazione co-

stituisca più dell ’80% del reddito del collaboratore;• il collaboratore disponga di una postazione fissa di

lavoro presso la sede del committente.In presenza di almeno due delle suddette condizio-ni, il datore di lavoro sarà obbligato ad assumere il lavoratore. Tale obbligo di assunzione viene oltre-passato qualora il soggetto partita Iva svolga presta-zioni lavorative connotate da competenze tecniche di grado elevato (acquisite attraverso significativi

percorsi formativi o da capacità tecnico-pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze maturate nell ’esercizio concreto di attività) e, contestualmente, abbia un reddito annuo da lavoro autonomo superio-re a 18.000 euro. La norma, che si pone l ’obiettivo di limitare le partite Iva fittizie, si applicherà ai rapporti di lavoro che inizieranno dopo l ’entrata in vigore del-la Riforma, mentre per i rapporti in corso a tale data è prevista una fase transitoria di un anno, per dare ai professionisti e alle aziende il tempo di adeguarsi alle nuove regoleLavoratori dipendenti : cambia il congedo di paternitàViene rivisto il congedo di paternità obbligatorio: il padre lavoratore dipendente, entro i 5 mesi dalla na-scita del figlio ha l ’obbligo di astenersi dal lavoro per un periodo di un giorno (in precedenza erano tre). Entro lo stesso periodo il padre potrà astenersi per un ulteriore periodo di due giorni, anche continuati-vi, previo accordo con la madre e in sua sostituzione in relazione al periodo di astensione obbligatoria spettante a quest’ultima. In quest’ultima ipotesi, per il periodo di due giorni goduto in sostituzione del-la madre è riconosciuta un’indennità giornaliera a carico dell ’Inps pari al 100% della retribuzione e per il restante giorno in aggiunta all ’obbligo di astensio-ne della madre è riconosciuta un’indennità pari al 100% della retribuzione. Inoltre, per quanto riguarda l ’erogazione di voucher da utilizzare in caso di neces-sità di cura dei figli, si specifica che possono essere utilizzati non solo per acquistare servizi di baby-sitting, ma anche per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l ’ infanzia o dei servizi privati accreditati.

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Quando la morfologia della superficie corneale anteriore è asimmetrica, come accade ad esempio in questa malattia della cornea, il trattamento ottico individua con l’applicazione

di lac GP la componente di maggiore importanza

’obiettivo principale dell’applicazione è ristabilire un’acuità visiva soddisfacente. Le lac GP provvedono, infatti, a ripristinare la regolarità ottica di superficie determinando una

visione spesso all’altezza delle aspettative. In aggiunta, è necessario ricordare che preservare l’apice della distrofia1, evitando nel tempo la formazione di leucomi durante l’utilizzo delle lenti a contatto, è uno degli aspetti di maggiore importanza. Questa condizione è fondamentale perché nel lungo periodo2 offre maggiori garanzie di continuare l’uso delle lac. In questo ambito la prima scelta è costituita da lenti a contatto gas-permeabili di tipo simmetrico ed è fondamentale che il professionista possa avvalersi di differenti design specifici, progettati appositamente per cornee asimmetriche. Le peculiarità che i design simmetrici delle lenti a contatto, appartenenti al set di prova, devono possedere sono: la possibilità di lavorare con geometrie sferiche e asferiche, un’ampia disponibilità di valori per la curva base, una zona ottica variabile in base al tipo di curvatura, la capacità di modificare il diametro totale e, in caso, di avvalersi di soluzioni a geometria inversa. Nella scelta delle caratteristiche finali della lac, considerando le possibili differenze tra l’area affetta dalla distrofia e quella della superficie circostante, è indispensabile che il professionista possa chiedere al costruttore la variazione del sollevamento periferico con la finalità di ottenere un quadro fluoroscopico più conforme. Quando l’adattamento della

lente a contatto gas-permeabile simmetrica diventa difficoltoso, è possibile ricorrere a dei sistemi alternativi, come ad esempio lac GP asimmetriche, lenti ibride, la soluzione gemellata, la modalità piggyback, le lenti mini sclerali e quelle sclerali. In merito ai sistemi menzionati precedentemente, la lente ibrida è costituita da una parte centrale gaspermeabile e una morbida periferica, mentre la soluzione gemellata è composta da una lente morbida costruita con una “tasca” centrale dove viene sistemata una lente avente struttura rigida di piccolo diametro. Quando la scelta del professionista individua la soluzione indicata con il termine di “piggyback”, l’applicazione prevede l’impiego di una lac morbida senza “tasca” sulla quale è applicata una lente gas-permeabile di piccolo diametro. La gestione della correzione ottica nell’ambito delle irregolarità corneali può essere realizzata anche con lenti a contatto mini sclerali aventi struttura rigida, il cui diametro totale varia da 12.50 a 15.00 mm. Qualora la scelta sia di una lente sclerale, il diametro totale è solitamente compreso tra 22.00 e 25.00 mm. Inoltre, quando il professionista valuta le prime lenti nelle sedute di prova, deve avvalersi di soluzioni realizzate appositamente per il cheratocono, senza rinunciare alla possibilità di ricorrere a design con caratteristiche differenti. È utile ricordare che l’opportunità di registrare il quadro fluoroscopico delle soluzioni utilizzate permette un controllo più accurato dell’applicazione e di analizzare con più semplicità le modifiche da realizzare nella lente successiva. Se consideriamo la progressione della distrofia uno degli aspetti correlati è l’insorgenza

Lenti a contatto gaspermeabiLi asimmetriche in caso di cheratocono

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Ldi Francesco Saladocente di Optometria e ContattologiaIstituto B. Zaccagnini

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e il successivo incremento della potenza diottrica oculare, questa variazione viene prodotta dall’aumento della curvatura corneale che contemporaneamente è accompagnata da un’irregolarità di superficie. Queste modifiche introducono delle aberrazioni che solo nelle forme iniziali e più lievi possono essere corrette in modo soddisfacente con lenti a contatto morbide o lenti oftalmiche. Nel proseguo dell’articolo verranno presi in esame alcuni aspetti dell’applicazione di lac GP in caso di cheratocono, evidenziando mediante un “case report” la differenza tra design simmetrici e asimmetrici. Quando pensiamo al tipo di approccio da tenere nell’ambito dell’applicazione, secondo molti autori3,4 si tratta di cercare in base alla forma, collocazione, dimensione e alla proprietà altimetrica della distrofia le caratteristiche geometriche della lac in grado di preservare la fisiologia corneale e, in aggiunta a questo risultato, è indispensabile accompagnare un’acuità visiva soddisfacente per il paziente. In riferimento alla modalità di adattamento5 della lac la procedura di “sollevamento apicale” diminuisce le probabilità di formare leucomi sull’apice del cheratocono, elemento quest’ultimo considerato indispensabile per preservare lo stato di salute della cornea. In aggiunta6, diventa possibile diminuire la formazione della punteggiatura epiteliale e dell’edema. In conclusione, questi aspetti offrono l’opportunità di conservare il più a lungo possibile l’acuità visiva ottenuta mediante questo sistema correttivo.Prendiamo in considerazione la topografia corneale di figura 1 dove per l’applicazione viene scelta una lac GP con geometria sferica coassiale tetracurva simmetrica progetta per il cheratocono che viene riportata in figura 2. Quando viene valutato il quadro fluoroscopico è necessario analizzare la relazione della lente nella zona dell’ectasia, per le ragioni indicate precedentemente, ma al tempo stesso bisogna valutare anche l’allineamento periferico7 cercando di esaminare la relazione della lac con la superficie corneale nel suo complesso. La lente simmetrica applicata (figura 2) possiede il raggio di curvatura e il diametro della zona ottica posteriore rispettivamente di 7.40 mm e 6.80 mm mentre il diametro totale risulta di 9.20 mm. Osservando il quadro fluoroscopico in prossimità della zona ectasica, è possibile notare il sollevamento dall’apice.

Nella valutazione del quadro fluoroscopico della lente simmetrica applicata, l’allineamento periferico produce un forte sollevamento localizzato nel quadrante inferiore. Questo aspetto contribuisce al decentramento

Figura 1. Topografia corneale del cheratocono preso in esame, occhio sinistro

Figura 2. Lente a contatto gaspermeabile simmetrica in caso di cheratocono

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della lac con la possibilità di compromettere la qualità della visione e la tollerabilità della lente, influenzando la formazione della punteggiatura corneale. Con la finalità di uniformare il quadro fluoroscopio, viene adottata una soluzione caratterizzata da una geometria tetracurva asimmetrica con le seguenti proprietà: una zona ottica posteriore sferica dove il diametro e la curvatura sono uguali a quella della prima lente, un diametro totale di 9.20mm,delle curvature periferiche del meridiano orizzontale invariate, mentre viene modificato il meridiano verticale. In particolare, le curvature periferiche del quadrante inferiore vengono ridotte di 1.00 mm e per uniformare maggiormente il quadro fluoroscopio, mentre ogni curvatura periferica di quello superiore viene diminuita di 0.50 mm. L’ammontare delle variazioni può essere studiata con la realizzazione di lenti di prova e il controllo del quadro fluoroscopico con l’interazione dello studio altimetrico della topografia corneale. Il quadro fluoroscopio, riportato in figura 3, è ottenuto mediante la geometria asimmetrica descritta precedentemente dove è possibile osservare il sollevamento apicale, un maggiore allineamento della lac nel meridiano verticale, in particolare nel settore inferiore, e complessivamente una lente più cetrata rispetto alla soluzione simmetrica.

In conclusione, quando l’adattamento delle lac GP simmetriche progettate per il cheratocono non garantiscono un risultato soddisfacente, è possibile ricorrere a geometrie asimmetriche con l’obiettivo di seguire in modo più uniforme la morfologia corneale. È altresì importante ricordare che questa soluzione non rappresenta la prima opzione poiché è necessario gestire più parametri rendendo più articolata l’applicazione.

Bibliografia:1. Edrington TB, Zadnik K, Barr JT, Gordon MO. Scarring and contact lens fit in

keratoconus: Results from the CLEK (Contact lens evaluation in keratoconus) screening study

2. Korb DR, Finnemore VM, Herman JP. 1982. Apical changes and scarring in keratoconus as related to contact lens fitting techniques. J Am Optom Assoc 53:199-205.

3. 3. Karen KY. RGP fitting philosophies for keratoconus. Clin Exp Optom 1999; 82: 6: 230-235.

4. Edrington TB, Barr JT, Zadnik K, Gordon MO, the CLEK Study Group. (1993) Selection of initial trial fitting RGP contact lens base curve radius in keratoconus. Optometry and Vision Science (Suppl) 70:39.

5. Gundel RE, Libassi DP, Davis LJ, McMahon TT, Edrington TB, Zadnik K, Barr JT, Gordon MO. (1996) Feasibility of fitting contact lenses with apical clearance in keratoconus. Optometry and Vision Science 73:729-732.

6. Barr JT, Zadnik K, Wilson BS, Edrington TB, Everett DF, Fink BA, Shovlin JP, Weissman BA, Siegmund K, Gordon MO, the CLEK Study Group. (2000) Factors associated with corneal scarring in the Collaborative Longitudinal Evaluation of Keratoconus (CLEK) Study. Cornea 19:501-507.

7. Edrington TB, Gundel RE, Libassi DP, Wagner H, Pierce GE, Walline JJ, Barr JT, Wilson BS, Gordon MO, the CLEK Study Group. (1999) The effect of rigid contact lens peripheral clearance on patient comfort in the Collaborative Longitudinal Evaluation of Keratoconus (CLEK) Study. Optometry and Vision Science (Suppl) 76:210.

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Figura 3. Lente a contatto gaspermeabile asimmetrica in caso di cheratocono

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“Qualcuno diceChe nella notte dello sputnik

E del personal computerI veri poeti

Non scrivono piùMa pensano soltanto.

Avanzano senza intoppiFra la materia e il nulla

Attraversano cifre e galassieChe magari non esistono.”

ualcuno dice che i veri poeti non scrivono più. Qualcuno dice che non c’è spazio per

la poesia, che ormai è superata. Qualcu-no dice che la poesia sono le canzoni e gli sms, che la poesia sono il rap e i mes-saggi scritti sui muri. Noi, che adoriamo andare a cercare la poesia, sappiamo dove si nasconde e la troviamo in ogni circostanza. Nelle luci del mattino, in un sorriso spontaneo, nella parola gentile, negli occhi degli anziani sereni, nelle voci dei bambini, nel colore bianco del soffitto, nella vetrina fatta con gioia, nel gesto di provare le lenti a contatto, nel primo occhiale da vicino, nella lente da sole che non altera i colori e protegge, nel contatto con un collaboratore parte-cipe, nel dialogo a cuore aperto, in una frittata cucinata con amore, nel gusto del caffè con la pipa… Magari ci intristia-mo un poco nel vedere lo spazio che le librerie normali dedicano alla poesia, così esiguo rispetto a quello dei gialli o dei romanzi erotici, della pseudo-cultura dei comici televisivi o dei romanzi rosa, noi che quando leggiamo dei bei versi restiamo immobili con lo sguardo perso

come se un ipnotizzatore avesse rapito i nostri sensi. Noi sappiamo che la poesia è viva, che la poesia è ovunque, nell’a-more e nel dolore, nella società odierna e dentro le nostre case, in un fiore che sboccia e in un altro che appassisce. Mentre scrivo, il mio sguardo esce per incontrare le meravigliose luci del lago, oggi c’è vento e i bagliori sono così nitidi e danzanti da creare una magia per gli occhi. Sono consapevole e grata per quanta poesia trova spazio nella mia vita di oggi, poesia di un incontro desti-nato, poesia di gesti d’amore quotidiani sorprendenti nella loro naturale intensi-tà, poesia di profumi, di colori, di tocco, di bellezza, poesia di fatiche intense condivise ridendo, cantando, di creativi-tà vagante, che genera e realizza. Un po’ è stato il caso fortunato, un po’ è stato il destino, un po’ è stata una decisa scelta di vita. Certo, oggi, posso esprimere ciò che desidero essere, evocare i valori in cui mi riconosco, raccontare le idee che sento esser maturate dentro di me. C’è un senso poetico della vita, che per me coincide con il senso etico, necessari entrambi per definire la rotta che vo-gliamo indirizzare. Vivere poeticamente, accogliendo ed esprimendo la poesia, con un’etica umana che si esprime nel

rispetto e nell’onestà. Osservando tanti fatti di cronaca attuali, verrebbe da pensare che anche una certa rivoluzione etica sia in corso, che questa situazione economica così severa in realtà stia offrendo lo spunto per ridisegnare anche i valori di comportamento e di morale. I furbi e gli ingannatori son messi alla berlina, i prepotenti e gli arroganti non sono più ascoltati, gli approfittatori e gli sfruttatori sono estromessi dai giochi.Voglio creder che sia vero e che i valori più puliti possano davvero trovare piena soddisfazione. In ogni professione esiste un senso etico da affermare. Nella pro-posta di consulenza professionale, che deve essere onesta, fondarsi su studio e aggiornamento continui, preparazione approfondita, analisi delle specifiche esi-genze, rispetto delle identità con cui ci si relaziona. Nella vendita, che deve consi-derare vantaggi reciproci ed equamente suddivisi fra le parti: un ottimo servizio, prodotti di qualità reale e garantita, il giusto prezzo, argomentabile con sincerità e competenza. Nelle aziende, che debbono rispettare fornitori e clienti, dando a ognuno lo spazio adeguato, senza voler arraffare e fagocitare tutto, senza la presunzione di glorie trascorse e ormai tramontate, ma con la nitida

POETICAMENTE VIVERE

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MEdITAzIONI

di Luisa RedaelliCommunication consultant

"Qualcuno dice” di J. E. Eielson1

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consapevolezza che i tempi son cam-biati profondamente, ineluttabilmente. L’Europa è un mercato unico, coerente, aperto. Lo stesso prodotto non può avere prezzi scompagnati da un paese all’altro. Il più furbo deve guadagnare di più? Ma non esiste più! Tutti viaggiamo, con una facilità enorme: viaggiamo fisicamen-te per scoprire luoghi e curiosare fra i colleghi ed esploriamo via internet per scoprire cosa avviene in altre realtà, nel nostro campo. L’elogio della trasparenza non è solo poetico, è anche profonda-mente etico. Trasparenza nei prezzi, nei rapporti, nei servizi, nella qualità. Quando non ho potuto più esser parte di un progetto che affermasse questi valori, è stato inevitabile per me uscirne fuori. La libertà per ciascuno di noi di sentirsi coinvolti ogni giorno in un’opera dove ci riconosciamo è vitale. Se ci troviamo a dover dare il nostro contributo a qualco-sa che non riconosciamo più nei valori che contano, non possiamo più starci dentro. Per me è stato inaccettabile e pertanto ho aperto la mia vita a nuovi spazi, di cui sono immensamente felice. Il rispetto delle persone, la ricchezza della collaborazione nello scambio delle idee, l’onestà e la chiarezza nei rapporti umani e professionali, la condivisione

degli sforzi e il riconoscimento empatico del contributo di ognuno sono valori imprescindibili per il successo di ogni attività. Quando questi principi non sono presenti, sono convinta che, purtroppo, la struttura sia debole e non possa avere vita lunga. Occorre tanta sensibilità, oggi, per dare un contributo alla società. Sensibilità che può esporre al rischio di delusioni o tempi lunghi, ma sono finiti, FINITI, i tempi del “più furbo arraffo tutto io”. La parola data è sacra e non siamo assolutamente più disposti a farci prendere in giro da nessuno, fornitori, collaboratori, consulenti. Cerchiamo sincera professionalità, condividiamo gli sforzi, mettiamo a disposizione ciò che possiamo, generosamente, apertamente. I famosi “paletti di confine” sono neces-sari per difendere il nostro privato dagli sciacalli, per salvaguardare il nostro intimo dagli approfittatori, per non accet-tare soprusi e beffe. Consapevoli di ciò possiamo affermare i valori migliori, con chiarezza e pulizia, con armonia e pace, consapevoli che le leggi universali della natura lavorano con noi. Il patrimonio che ci portiamo appresso è la ricchez-za dei rapporti umani, quando manca il rispetto, quando non si è capaci di gratitudine e di

riconoscenza, ah povera miseria! E non si andrà mai lontano…. Ecco perché, nella realtà che vi-viamo

ogni giorno, anche nel nostro lavoro che tanta parte tempo-rale occupa, siamo consapevoli del gesto, del sorriso, della sin-cerità, del rispetto, dell’em-patia,

MEdITAzIONI

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MEdITAzIONI

POESIA DELLA BELLA SERA

Vorrei soltanto una rosa;questa luce chiara e tiepida negli occhi,e una rosa tra le foglie verdi.Una rosa,per guardarla, per riposarmi,per sentire l’anima e vedere la sua;per restare qui solo in silenzio,in armonia con la sera incantevole.Lasciare che il tempo, come una ragazzasfogli la sua bianca corolla,scegliendo, lasciando caderetra le cose, nuove cose;il tempo di luce e d’ombra…Vorrei soltanto essereuna dolcezza di fronte a un’altra;vorrei soltanto sognarti;vorrei una rosa, una rosa.

Eugenio De Nora, poeta e critico spagnolo, nato nel 1923

dell’ascolto. Non ci sono corsi di formazio-ne tecnici, teorie di marketing, saggi di filosofia che possano insegnare i valori umani che davvero fanno la differenza. Possiamo decidere di dipingere i locali di bianco e dare all’imbianchino il compito di farlo. Sarà molto probabilmente un bianco banale, freddo, anonimo, piatto. Pensiamo di metterci lì noi stessi, dedica-re sensibilità e attenzione, cercare quella tonalità speciale, che ci appartiene, più calda, con una goccia di giallo ocra, una appena di blu, magari sfiorare con un magenta leggero. Ecco che il nostro bianco non sarà più monocorde, raccon-terà una poesia di riflessi, scalderà gli ambienti, suonerà una musica delicata e avvolgente. E noi che ci occupiamo di ottica, sappiamo bene quanto sia importante che le lenti non alterino la percezione delle infinite sfumature del bianco che esistono nel nostro mondo. Questo è, semplicemente, comunicare. Comunicare ogni giorno con serenità un’impostazione di vita, una filosofia dell’esistenza: questo è una scelta, libera e consapevole. Decido di fare l’arraffone, decido di rispettare tutti i miei partner. Decido che vendere è un vantaggio solo per me, decido che vendere è un momento d’incontro fra le mie esigenze e le esigenze del mio cliente. Decido che le mie formule sono le più valide e le

applico a gogò ovunque sia, decido che voglio dare un contributo reale, concreto, individuale a chi chiede la mia consu-lenza. Decido che sfrutto tutti quelli che lavorano con me, fingendo paternalismi vuoti, manipolando per i miei egoismi, più o meno consapevolmente, decido che rispetto le persone con cui collaboro, perché hanno storie, sensibilità, vissuti e talenti che possono certamente mettere in atto scambi costruttivi più efficaci a vantaggio condiviso. E così via, in un percorso che renderà più poetica la quotidianità, di sicuro, più etica la nostra esistenza. In questa logica aristotelica il fine e il bene sono coincidenti e per tutti ne scaturisce felicità. “Come si diventava uomini. Etica e poetica”2 è un testo molto interessante che mette in relazione i due valori di etica e poetica, con il concetto stesso di formazione dell’essere umano, non guappo di cartone. Il concetto di poetica è di natura estetica, riguarda il percepito dei sensi, il famoso emisfero destro; e arricchisce di bellezza e armo-nia i nostri giorni. Il concetto di etica è di natura razionale, logica, oggettiva; parte come esigenza innata del cuore e si applica nell’emisfero delle nostre scelte morali. L'etica è la ricerca dei criteri che consentono a ciascuno di noi di gestire la nostra libertà, nel rispetto degli altri. Avere un riferimento etico ci aiuta a

mantenere il senso dell'esistere umano, il significato profondo etico-esistenziale (eventuale) della nostra vita singola, unica e inimitabile, e del cosmo, naturale e sociale, che ci include.Anche per questo motivo è consuetudine differenziare i termini “etica” e “morale”. Dice il saggio cinese che si può parlare di poesia solo al poeta, di spada solo al maestro di scherma, quindi a buon in-tenditor, poche parole: son scelte di vita, di campo, di azione, personali, che tutti dobbiamo imparare a operare e portare avanti, con determinazione, a tutti i costi!“I poeti sono i legislatori misconosciuti del mondo.” (P. B. Shelley3)

1.Poeta peruviano, nato nel 1924, vissuto lunghi anni a Milano, dove morì nel 2006.2. Saggio sulla tragedia greca di Daniele Gua-stini, ed. Jouvence, 1999.3. P.B. Shelley (1792 – 1822) poeta inglese, uno dei più grandi poeti romantici.

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Per maggiori informazioni:Istituto Superiore di Ottica e Optometria Benigno Zaccagnini, Via Ghirardini 17, 40141 Bologna

Tel. 051 480994, Fax 051 481526, [email protected] - www.istitutozaccagnini.it

“Sono aperte le iscrizioni ai corsi di ottica, di optometria e di contattologia per l’anno formativo 2012 - 2013” Dal 1977 l’Istituto forma ed aggiorna ottici e optometristi realizzando a livello nazionale percorsi formativi in grado di coprire l’intero arco di competenze della professione

CORSI DI PREPARAZIONE AGLI ESAMI DI QUALIFICA E DI ABILITAZIONE Dall’anno formativo 2012/2013 per coloro che non posseggono un titolo di scuola media superiore e desiderano acquisire la qualifica di operatore meccanico del settore ottico o l’abilitazione all’esercizio dell’arte sanitaria ausiliaria di ottico saranno attivati dei corsi intensivi per sostenere gli esami presso Istituti statali convenzionati.

CORSO DI CONTATTOLOGIA teorico-praticoIl Corso di Contattologia, che si svolgerà dal 23 al 30 settembre 2012, affronta tutti i temi fondamentali della contattologia sia teoricamente sia praticamente e presenta le filosofie, le soluzioni applicative più attuali oltre alle evidenze della ricerca nell’ambito delle geometrie, dei materiali e delle tecnologie strumentali.

CORSO BIENNALE DI OPTOMETRIA dedicato a chi lavoraIl Corso biennale di Optometria, attivo dal 1992, consente a chi già opera nei centri ottico-optometrici di far evolvere le proprie competenze e conoscenze nelle discipline optometriche grazie a modalità di frequenza e metodologie didattiche specifiche. Il corso sarà attivato in novembre in più sedi del centro-nord Italia.

CORSO ANNUALE DI OPTOMETRIAIl Corso di Optometria Annuale, cui si accede con l’abilitazione all’ esercizio della professione di Ottico, costituisce il naturale e oramai necessario completamento della formazione ottica di base, consentendo di acquisire conoscenze e competenze professionali optometriche allineate al più alto standard europeo.

CORSO DI OTTICAIl Corso, cui si accede con titolo di scuola media superiore, grazie a metodologie didattiche e programmi attuali, risponde alle reali richieste del mercato del lavoro dell’ottica. Il corpo docente interdisciplinare, i moderni ed attrezzati laboratori e ambulatori consentono di acquisire le conoscenze e le abilità professionali più aggiornate. Anche per il 2012/2013 verrà attivata una sezione riservata a studenti-lavoratori.

“Sapere, competenze e abilità nel loro significato originale”

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BAUSCH + LOMB lancia le lenti a contatto Biotrue™ ONEday realizzate con materiale HyperGel™

Autori: Alexis Vogt e Gerry CairnsEuropean Lenses & Technology ha intervistato Sheila Hopkins, Global President, Vision Care, Bausch + Lomb, e il Dr. Joe Barr, OD, MS e Vice President Clinical & Medical Affairs Global Vision Care, in merito al lancio mondiale di Biotrue™ ONEday, le nuove lenti a contatto premium monouso, lanciate alla BCLA.

Può commentare il lancio delle lenti a contatto Biotrue™ ONEday? Sheila Hopkins, President, Vision Care:Quest’anno alla BCLA abbiamo annunciato il lancio davvero significativo di un nuovo membro della famiglia BIOTRUE: le lenti a contatto Biotrue™ ONEday. Una lente che dà una visione eccezionale ed un comfort che cambieranno le dinamiche della categoria, un segmento in rapida crescita in tutto il mondo. Sono entrata a far parte dell’azienda solo 7 mesi fa in un momento estremamente emozionante. Siamo nel bel mezzo di un’inversione di tendenza significativa che ha portato l’azienda ai tempi della sua costituzione quando il business passava tramite l’innovazione. Bausch + Lomb è sul mercato da quasi 160 anni: noi abbiamo un’idea molto semplice, che è quella di essere la miglior azienda mondiale per la cura degli occhi. La nostra idea è assolutamente meravigliosa e coinvolgente, ovvero aiutare le persone a vedere meglio per vivere meglio. Negli ultimi anni abbiamo introdotto PureVision®2 con High Definition™ Optics, un tipo di lente più confortevole e che ha migliorato l’acuità visiva. Questa lente è stata

accolta molto bene dai pazienti e anche dai Contattologi, e sta guidando in tutto il mondo la crescita significativa nel nostro settore delle lenti a contatto, una crescita che non è ancora completamente esaurita.Alle PureVision®2 sferiche abbiamo fatto seguire il lancio della corrispondente lente torica, inizialmente commercializzata negli Stati Uniti e in Francia. Ora sta crescendo in Europa ed è ottimamente accolta da pazienti e Contattologi. È una lente molto stabile, tanto che tutti gli specialisti ai quali ne ho parlato mi hanno riferito che è fantastica, veramente stabile e molto confortevole. Sta portando una buona crescita nel mercato delle lenti toriche. Storicamente Bausch ha avuto una quota di mercato molto forte in questo segmento di lenti speciali. Abbiamo perso parte di questa quota negli ultimi due anni, ed ora ci stiamo impegnando per riguadagnare la leadership attraverso l’innovazione. La lente torica è stata il nostro primo passo. Adesso abbiamo il piacere di lanciare le nostre prime lenti a contatto bioispirate, il nostro ultimo passo per aiutare le persone a vedere meglio per vivere meglio.

Può spiegare il background di questo nuovo tipo di lenti a contatto, le Biotrue™ ONEday?Dr. Joe Barr, OD, MS e Vice President Clinical & Medical Affairs Global Vision Care: Siamo molto emozionati per il lancio di questo innovativo materiale, HyperGel™, e delle lenti a contatto Biotrue™ ONEday. Bausch +Lomb è stata la prima azienda ad introdurre le lenti a contatto morbide 41 anni

fa. Tredici anni fa abbiamo lanciato il polimero PureVision, ed ora stiamo mettendo sul mercato questo nuovo materiale d’avanguardia per lenti a contatto. Quando sviluppiamo le lenti ritorniamo sempre con la mente ai bisogni dei pazienti, sia quelli da loro espressi che quelli riferiti solo se gli vengono espressamente richiesti. Il dropout dei portatori di lenti a contatto è rimasto abbastanza stabile nell’ultimo anno. Due pazienti su tre riportano secchezza, stanchezza oculare, visione sfuocata e fluttuante, e noi sappiamo che ciò è molto frustrante. I pazienti vogliono una soluzione a questi bisogni. Quindi come possiamo fare la differenza? Dobbiamo cercare di dare loro una visione più confortevole possibile per tutto l’arco della giornata e che sia ugualmente buona alla fine del giorno. Quella sensazione di discomfort che le persone sentono a fine giornata, nella maggior parte dei casi è dovuta alla disidratazione delle lenti. La chiarezza della visione per tutto il giorno finisce per venir compromessa dall’appannamento da disidratazione. Noi vogliamo spiegare come stiamo risolvendo questo problema con questa nuova lente a contatto. Quando abbiamo sviluppato le lenti Biotrue™ ONEday abbiamo guardato la natura e l’occhio per lo sviluppo del prodotto tramite bioispirazione, e abbiamo pensato alla nostra soluzione unica Biotrue. La prima lente a contatto bioispirata è realizzata con un materiale bioispirato di prossima generazione, l’HyperGel™.

La nuova lente è considerata la prima lente a contatto

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giornaliera usa e getta che fornisce una visione confortevole durante tutto il giorno. La prego di spiegare ulteriormente. Dr. Joe Barr: Come lente bioispirata la lente a contatto Biotrue™ ONEday in HyperGel è caratterizzata da un contenuto d’acqua pari a quello della cornea. È una lente a contatto con il 78% di idrofilia che trasporta tutto l’ossigeno di cui l’occhio aperto ha bisogno per mantenersi in salute e benessere. La superficie esterna di questa lente, risultato dello sviluppo del materiale HyperGel, in pratica imita la funzione dello strato lipidico del film lacrimale, e previene la disidratazione della lente. In questo modo la superficie mantiene il giusto contenuto d’acqua al 78% durante l’intera giornata, e garantisce una visione confortevole per tutto il giorno. Il Dk/t (Permeabilità dell’ossigeno) di queste lenti è 42, ovvero 17 unità in più rispetto a quanto è necessario per un salutare uso giornaliero. In termini di flusso di ossigeno questo valore rappresenta oltre il 90% del fabbisogno dell’occhio aperto. Siamo molto vicini alle lenti contenenti silicone, in virtù del 78% d’acqua che permette all’ossigeno di fluire liberamente attraverso la lente.

Com’è questa lente in confronto alle altre presenti sul mercato? Tornando ai bisogni del paziente, grazie al mantenimento del grado di idratazione delle lenti, noi possiamo fornire un incredibile confort e, prevenendo la disidratazione, possiamo garantire tutto i l giorno un’ottica consistente, all ’ interno

e sulla superficie della lente. Se si toglie dall ’occhio una lente a contatto Biotrue™ ONEday – ne ho qui una che è rimasta di fronte a me per circa 20 minuti – la sua forma è esattamente uguale a quando era nel mio occhio. È solo leggermente più piccola, poiché a contatto con l’aria perde un po’ d’acqua. Se la confrontate con altre lenti, queste iniziano a deformarsi e a perdere le loro proprietà ottiche. Per lo sviluppo delle nostre lenti noi usiamo un target Air Force (Aeronautica USA): è costituito da una serie di l inee bianche e nere che dimostrano la risoluzione, quindi l ’acuità visiva e anche il contrasto, e i l r isultato delle nostre ricerche è che quando si guarda questa immagine attraverso lenti deformate a causa della disidratazione, contrasto e risoluzione sono ridotti. Ma con Biotrue™ ONEday che mantiene la propria idratazione, la forma ottica e la forma della superficie, risoluzione e contrasto sono molto alt i. Queste lenti hanno anche l’High Definit ion Optics, tecnologia con cui realizziamo le nostre più recenti lenti innovative. Gli studi dimostrano che le lenti Biotrue™ ONEday, dopo 16 ore di porto, perdono solo l ’1.5% della propria acqua, cosicché dopo questo lasso di tempo conservano ancora oltre i l 60% del loro contenuto in acqua. È questo i l motivo per cui parliamo di visione confortevole durante tutto i l giorno. La lente è anche dotata di una protezione per i raggi UV. Crediamo di aver realizzato una lente giornaliera monouso che funziona come l’occhio e in grado

di dare una visione estremamente confortevole durante tutto l ’arco della giornata.

Può condividere con noi qualche dettaglio riguardo i test clinici eseguiti sui vostri pazienti?Sheila Hopkins:Oltre ai risultati clinici veramente fantastici, abbiamo testato le lenti su persone comuni che abitualmente indossano lenti a contatto daily disposable. Quello che abbiamo scoperto è che le nostre lenti sono le preferite in rapporto 3 a 1 rispetto alla lente abituale che queste persone utilizzano. Quindi, quando diciamo che Biotrue™ ONEday cambierà le dinamiche del settore daily disposable, questo commento è basato largamente su quanto abbiamo appreso attraverso le ricerche sui nostri pazienti. Una chiave determinante di questa preferenza è il comfort, ed il comfort è determinato da questo nuovo materiale che è un’esaltante conquista, un progetto bioispirato. Credo che questa sia un’offerta molto esaltante per il paziente, per i professionisti del settore e per la Bausch+Lomb che ne trae slancio.

Le lenti Biotrue ONEday stanno per essere introdotte in Europa inizialmente in Italia; seguita da Stati Uniti, Regno Unito e paesi nordici più tardi nel corso dell’anno.

www.bausch.com

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on il lan-cio delle due ap-plicazioni

per iPad, collegate tra loro e integrate con HoyaiLog e la produzione, le intenzioni di Hoya erano chiare: aumen-tare la flessibilità degli ottici e offrire loro l'opportunità di lavorare in modo tecnologico, differenziandosi, aumentando lo scontrino e creando traffico. «La Hoya Vision Consultant App è la prima applicazione interattiva nel nostro settore in grado di offrire immagi-ni di realtà aumentata su iPad – spiega Annamaria Nicolini, marketing manager

di Hoya Lens Italia - Questo sistema unico migliorerà la consulenza al consumatore, consentendogli di vivere già prima dell’acquisto le diver-se prestazioni tra le lenti in

una situazione di vita reale. A sua volta visuReal Portable nasce dall’esperienza e la precisione di visuReal, l ’ac-curato sistema Hoya per la rilevazione delle misurazioni

Lenti oftaLmiche

I primi riscontri sono positivi: Realtà Aumentata e visuReal Portable mostrano direttamente al consumatore finale quanto sta per acquistare, offrendo all’ottico uno

strumento concreto in più nel business dei prodotti ad alto valore aggiunto

Cdi Angelo Magri

hoya app: rivoLuzioneranno La vendita deLLe Lenti?

La famiglia di prodotti di visuReal Portable

Come si “vede” con la Realtà Aumentata di Hoya

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Lenti oftaLmiche

per la vendita di lenti perso-nalizzate. Queste app sono un eccellente esempio del modo in cui Hoya sta affrontando la tendenza al mobile working, interfacce sempre collegate al mondo dei suoi sistemi e prodotti».A supporto del nuovo meto-do di vendita lanciato con le sue App, Hoya ha formato un team che punta a diffon-

dere le nuove tecnologie per la professionalità del centro ottico: così, da giugno, una squadra di undici giovani collabora al fianco della rete vendita Hoya in tutta Italia, muovendosi con una Fiat 500 personalizzata.Sandro Castaldo, docente della Sda Bocconi, ha recente-mente spiegato l’impatto della tecnologia e dell’innovazione

sull’esperienza di acquisto del cliente. «Il punto vendita è una fonte di stimoli ambien-tali, un connubio di aspetti estetici ed emozionali che atti-va i comportamenti del cliente – ha ricordato Castaldo - La dimensione dell’innovazione e l’impiego della tecnologia possono differenziare il centro ottico e generare acquisti gra-tificanti e coinvolgenti».

A maggio, per il terzo anno consecutivo, Hoya è stata partner di B2Vision, la società che pubblica anche questo mensile, nell’iniziativa “Giro d’Italia degli ottici”, che sul quotidiano online b2eyes TODAY ha coinvolto punti vendita di riferimento nella località di partenza o di arrivo delle singole tappe del ben più illustre Giro, quello ciclistico. Quest’anno l’obiettivo era focalizzato proprio sull’apporto che le nuove tecnologie possono fornire nella vendita di prodotti oftalmici opzionali. Sono emerse valutazioni e riscontri molto interessanti, in cui le nuove App di Hoya giocano un ruolo fondamentale. Di seguito, diamo conto di alcune delle considerazioni più significative.Occhiali di Maura, Carpi - «Realtà Aumentata e visuReal Portable sono fantastiche: il cliente rimane a bocca aperta se vede che sei incline alle nuove tecnologie, per cui, oltre a un ritorno d’immagine, hai anche un ritorno economico: si riescono a vendere meglio le lenti ad alto valore aggiunto dando in mano un iPad al consumatore finale, perché gli piace e capisce a fondo il prodotto che sta per acquistare».Ottica Busato, Treviso - «Le ultime due novità, visuReal Portable e Realtà Aumentata, che abbiamo conosciuto all’evento organizzato da Hoya in concomitanza con l’ultimo Mido, aiutano l’ottico a offrire al cliente finale un’immagine ancora più professionale, oltre a essere utili anche per fare certe misurazioni».Ottica Cheroni, Busto Arsizio - «HoyaiLog, VisuReal e ora Realtà Aumentata: sono i prodotti dell’azienda giapponese che utilizziamo maggiormente e di cui siamo particolarmente soddisfatti. L’applicazione per iPad, poi, offre un valore aggiunto importante: la possibilità di motivare al consumatore finale il LongLife, cioè l’antiriflesso di Hoya, e le varie tipologie di progressive in termini di prezzo e di qualità. Di conseguenza soddisfa sia noi sia il nostro cliente».Ottica Jolly, Avellino - «Utilizziamo già una delle ultime novità di Hoya, la Realtà Aumentata, in grado di soddisfare le esigenze dell’utente finale. In questo modo, infatti, il cliente conosce prima quanto sta per acquistare, s’instaura con lui più dialogo e, di conseguenza, riusciamo a vendere meglio il cosiddetto prodotto opzionale, cioè quello di fascia alta: antiriflesso, polarizzato o fotocromatico».

ABBiAMO fATTO uN “giRO” TRA gLi OTTiCi Più iNNOvATivi…

Lo staff dell’Ottica Cheroni di Busto Arsizio

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LENTI OFTALMICHE

Zeiss, il test visivo fa centomila

Sono i click effettuati sul sito migliore-visione.zeiss.it, oltre a 21.000 check up visivi on line effettuati e a 3.000 voucher scaricati: sono questi i dati conclusivi

della campagna di sensibilizzazione “Sei sicuro di vederci bene?”, promossa dall’azienda tedesca e veicolata sul web

ati im-portanti e significati quelli della campagna

di Zeiss, che quest’anno festeggia i 100 anni di lenti di precisione, incentrata su un checkup visivo online. In pochi minuti, alcuni semplici test erano in grado di mi-surare l’acuità visiva, la sensibili-tà al contrasto e la percezione dei colori, invitando l’utente a recarsi presso un centro specializzato per un’ulteriore verifica e completa-

mento del controllo della vista. Il test offriva, inoltre, la possibilità di scaricare un voucher per un controllo gratuito dell’efficienza visiva presso uno degli ottici Zeiss aderenti all’iniziativa e la possi-bilità di aderire a una speciale promozione.L’iniziativa è stata diffusa attra-verso il web, con l’uso di social network, banner pubblicitari sui principali siti d’informazione e presenza nei link sponsorizzati di Google, con lo scopo di destare in-teresse sul tema della salute degli

occhi e di invitare gli utenti a effet-tuare il test con un rimando diretto al sito migliore-visione.zeiss.it. L’ottima visibilità ha generato un numero sorprendente di click: dal 16 aprile al 31 maggio, il sito web di Zeiss dedicato alla campagna ha, infatti, registrato 100.000 visite. Ventunmila i test effettuati e oltre 3.000 i voucher scaricati. L’iniziativa, riservata ai soli centri ottici e centri di eccellenza Zeiss, ha visto a supporto della campa-gna materiali da vetrina predi-sposti.

di Francesca Tirozzi

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L’immagine della campagna web di Zeiss, con il check up visivo online

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