B2eyes Magazine 04-2010

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WWW.B2EYES.COM N4 2010

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B2eyes magazine è il periodico indirizzato a tutti gli ottici-optometristi italiani e alle maggiori aziende produttrici e distributrici di articoli di ottica (montature, lenti oftalmiche, filtri solari, lenti a contatto, liquidi, accessori, macchinari e strumenti) presenti sul territorio nazionale. In ogni numero il magazine propone e approfondisce contenuti che vanno dall’attualità alla moda, dall’aggiornamento professionale alla consulenza legale. Inoltre sono presenti le ormai consolidate rubriche cerco&offro, corsi e le informazioni dalle aziende. Particolare attenzione è riservata allo sviluppo del mercato, quindi alle nuove opportunità di business, ma anche alle innovazioni in campo medicale e tecnologico, argomenti anch’essi importanti per la crescita professionale del punto vendita specializzato.

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Daniele Molmenti, campione europeoe vice campione del mondo 2009 di canoausa Safe Gel, le uniche lenti a contatto con acido ialuronico brevettate.

Daniele Molmenti

www.b2eyes.com

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n42010 sommario

Mensilededicato al mondo degli occhiali,

della vista, della visionee della percezione visiva

Aprile 2010 numero 4www.b2eyes.com

In copertina Daniele Molmenti, vice campione del mondo 2009

di canoa, usa Safe-Gel

Direttore ResponsabileAngelo Magri

RedazioneB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Danae de [email protected]

Martina [email protected]

Alessandra [email protected]

Francesca [email protected]

PubblicitàLuciano Cristiano

cell. 334 [email protected]

EditoreB2Vision

Via Ripamonti 44 - 20141 MilanoTel. 02 36638601 - Fax 02 36638600

Progetto graficob-channel

Art DirectorTatiana Foroni

MeloriaStampa

Mediagraf S.p.a.Viale della Navigazione Interna, 89

35027 Noventa Padovana (PD)

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN. 293/2009 in data 17 giugno 2009

Registrazione R. O. C.: 18653

Daniele Molmenti, campione europeoe vice campione del mondo 2009 di canoausa Safe Gel, le uniche lenti a contatto con acido ialuronico brevettate.

www.b2eyes.com

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b2tradeEditoriale: Il Mido ha bisogno di un lifting? 5Attualità: Il ritorno alle origini di Giorgio Armani 7Mirage a "Impatto Zero" 11Distribuzione: é nata l'Europa degli ottici 14Marketing: Anche il Mido deve riscoprire se stesso 16

b2styleMercato: Abbiamo limitato i danni... 21Moda: Blue look 24Streaked and vanished colours 26Strange intellectual or casual sportive? 28Designer: Città che vai, designer che trovi 31

b2expertLab: I problemi di un occhiale avvolgente 37Consulente: La gestione del magazzino: problematiche e valutazioni fiscali 45Meditazioni: Basta poco per essere chiari 51

b2techLenti a contatto: Toriche, la nuova frontiera è diventata realtà 54

b2jobVetrina: offro/cerco 95

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EDITORIALE

IL MIDOHA BISOGNO DI UN LIFTING?

l numero degli espositori era lo stesso

di un anno fa, quello dei visitatori pure,

addirittura con un incremento del 5,5%

per quelli esteri. Il flusso di buyer è stato

evidente, soprattutto nel padiglione dei designer e della

tecnologia; si sono scritti ordini, è tornato se non l’entu-

siasmo almeno un po’ di sorriso sulla bocca e negli occhi

degli operatori presenti in fiera. Eppure…

Aleggiano parecchi dubbi sull’ultima edizione del Mido,

1.100 aziende in mostra da 44 paesi, 42 mila visitatori pra-

ticamente dall’intero pianeta. Perché Luxottica e Safilo

hanno deciso di ridurre drasticamente la propria area

espositiva, contribuendo (insieme ad alcuni big delle

scorse edizioni, per vari motivi assenti, come Visibilia,

Alain Mikli e Sama) al calo del 12% rispetto alla superfi-

cie occupata nel 2009? Perché i primi due player del mer-

cato hanno deciso di esporre soltanto 3 brand sui circa

50 che totalizzano insieme e nessuno di quelli in licenza?

E, soprattutto, perché il più grande gruppo mondiale

dell’occhialeria ha preferito invitare i propri top buyer

esteri negli stessi giorni sul lago di Como, anziché portarli

in fiera? Dopo che, peraltro, appena un mese prima ave-

va fatto la stessa cosa con quelli italiani, invitandoli a una

convention aziendale a Barcellona. E tutto questo proprio

mentre il Silmo fatica a risorgere dal declino delle ultime

tre edizioni, tanto che il cambiamento di sede previsto

per il 2010 potrebbe dargli la spallata decisiva.

Non vogliamo fare la parte degli italiani disfattisti, tesi fin

troppo cara a una parte di politica dalla quale prendia-

mo decisamente le distanze. Ma l’impressione, condivisa

da alcuni espositori e visitatori, raccolta in fiera e con-

fermata nel dibattito sui nostri mezzi di comunicazione

web, da b2eyes.com alla relativa pagina su Facebook,

è che il Mido rischia di fare la fine dello stesso Silmo: un

modello fieristico superato, in particolare per le grandi

imprese dell’eyewear, non al passo con i tempi (i rappre-

sentanti visitano già con frequenza elevata i centri ottici

dei relativi mercati di riferimento) e con le loro necessità

(i costi imposti dall’organizzazione e da Fiera Milano

stridono con le esigenze di bilancio). Le aziende italiane

e i loro clienti tengono a questa manifestazione, che

nel 2010 ha compiuto i 40 anni di vita. Chiedono, quin-

di, agli organizzatori di essere ascoltati e di avere un

Mido tagliato su misura per loro. Così da unire davvero

business e immagine, concretezza e leadership fieristica

mondiale.

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ATTUALITÀ

IL RITORNOALLE ORIGINIDI GIORGIO ARMANILO STILISTA MILANESE SI ISPIRA AL PROPRIO ARCHIVIO DI EYEWEAR PER DISEGNARE UNA NUOVA LINEA DI MONTATURE DA VISTA DALL’ELEVATO CONTENUTO DI ARTIGIANALITÀ

uardare al passato senza tralasciare il futuro. Così si potrebbero riassumere le linee guida che Gior-gio Armani ha seguito per disegnare le proposte delle montature della linea

Giorgio Armani – The new optical collection. Con questi occhiali “Le Roi” ritorna alle radici del proprio stile rieditando modelli del suo passato rispolveran-do le tradizioni custodite nel corso degli anni negli archivi dell’eyewear e recuperando così i segreti che hanno reso le proposte della griffe inconfondi-bili, per la precisione delle forme e la purezza delle linee. «Preferire le linee pure – dice il designer - non significa eliminare gli ornamenti, piuttosto evitare le forme artificiali, scomode o impossibili da indossa-re». Nasce da queste convinzioni la nuova collezione da vista in cui design raffinato unisce tradizione e modernità. L’artigianalità è rappresentata dalla la-vorazione manuale di quegli elementi che contraddi-stinguono un occhiale di prestigio, mentre l’attenzio-ne ai dettagli, importanti ma mai ostentati, nella loro essenza retrò si confermano eternamente eleganti. Un esempio viene dai modelli realizzati in Plastica Light (un materiale leggero, duttile e resistente) che si caratterizzano per una spiccata componente ma-nuale. Infatti le montature hanno cerniere a rivetto ribattute, tipiche degli anni ’40, e rivetti quadrati su frontali e aste sempre caratteristici di quel periodo.

Gdi Alessandra Iannello

Giorgio Armaniautunno-inverno 2010-2011

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ATTUALITÀ

Sempre a mano è eseguita la lucidatura a ruota, detta “brillantatura”, che accentua la luminosità delle colorazioni. Sono invece realizzati con l’impie-go di metallo e acciaio i modelli che ripropongono l’estetica che ha segnato gli anni ’90. Così si passa dalle forme più minute e arrotondate fino al classico Aviator passando per l’ampia sagoma quadrata, il tutto con una particolare attenzione per le aste: sottili, decorate con una guarnizione tubolare di plastica e cerniere a pistone. Si caratterizza invece per il design forte fatto di sagome dalla linea decisa, che rielabora una tendenza unisex anni ’50-’60, la serie Plastic Bold. L’acetato delle montature viene

lucidato a mano. Que-sto passaggio restitu-isce corpo e spessore e accentua il gusto attuale del materiale conferendogli anche un tocco quasi vellu-tato. I rivetti di forma rettangolare sono il segno caratterizzante

di fronte e aste e sono personaliz-zate all’interno dal logo Giorgio Armani. «Si tratta – spiega Roberto Vedovotto, ammi-nistratore delegato del Gruppo Safilo che ha in licenza i marchi Giorgio Armani ed Emporio Armani – di una collezione di pregio assoluto, in cui crediamo molto e che sarà sicuramente apprezzata per l’elevata qualità dei materiali, delle lavorazioni e dei dettagli». La prima uscita di Giorgio Armani – The new optical collec-tion prevede tredici modelli maschili (che grazie alla loro forma glamour non dispiaceranno anche alle donne) e uno femminile e, oltre che presso gli ottici e nei monomarca della griffe, saranno in vendita anche sul sito www.armani.com.

Momenti della lavorazione artigianale delle montature

Campagna primavera-estate 1993 by Peter Lindbergh

Campagna per la collezione autunno-inverno 1992-93by Aldo Fallai

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MIRAGE A “IMPATTO ZERO”

di Angelo Magri

modelli in questo materiale sono mar-cati Zero Impact, marchio di Lifegate che attesta che la produzione di CO2

derivante dal processo produttivo è stata compensata attraverso la rifore-stazione.«Si tratta di un debutto non soltanto al Mido, al quale esponiamo da quasi 30 anni, ma in senso assoluto, visto che il nostro core business rimane la fabbri-cazione di occhiali da sole in iniettato», spiegano Matteo e Cristiano Milone, che insieme alla sorella Monica, rappresen-

tano l’ossatura societaria e operativa di Mirage; a loro si aggiunge come socio l’altra sorella, Alessia. Rappresentano la seconda generazione della società, fondata negli anni ’60 dal padre Car-mine. «I 92 addetti che lavorano nella sede di Venegono Inferiore fanno della nostra azienda la più grande realtà industriale dell’occhialeria nella pro-vincia di Varese – sottolineano Matteo

ATTUALITÀ

IÈ LA COLLEZIONE DA VISTA CON MONTATURA IN MATERIALE BIOCOMPATIBILE

DI DERIVAZIONE TOTALMENTE NATURALE CON CERNIERA FLEX INTEGRATA. ECCO LA GRANDE NOVITÀ DELL’AZIENDA DI VARESE, DA QUASI 50 ANNI

SPECIALIZZATA NELLA CREAZIONE E PRODUZIONE DI MONTATURE PER CONTO DI ALTRE IMPRESE E IN PRIVATE LABEL

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e Cristiano – Il nostro fatturato annuo si aggira intorno ai 10 milioni di euro, per il 90% realizzati con clienti esteri: si tratta soprattutto di grandi gruppi e imprese dell’eyewear, che affidano alla nostra competenza ed esperienza il design e la realizzazione di molte collezioni da sole, per un totale di 500-600 mila paia all’anno, 100% made in Italy, grazie alle nostre unità produttive e a terzisti che operano in esclusiva per noi. Lavoriamo anche con catene di centri ottici e gruppi d’acqui-sto su private label». Il lancio al Mido della prima collezione vista ecofriendly rappresenta un consolidamento del brand omonimo, Mirage, già presente con il sole in alcuni mercati esteri: Portogallo, Repubblica Ceca, Russia, Paesi Arabi e Tunisia.

ATTUALITÀ

L’azienda varesina partecipa al progetto Impatto Zero di LifeGate con le linee Mirage vista e una selezione delle collezioni sole, dando il proprio contributo attivo nell’at-tuazione degli intenti del protocollo di Kyoto. «Le collezioni vista e sole a Impatto Zero sono realizzateutilizzando materiali naturali e garantiscono la totale assenza di componenti sintetiche ottenute dalla lavora-zione del petrolio – spiegano i fratelli Milone - Impatto Zero quantifica l’impatto ambientale di attività, aziende, prodotti e persone calcolando le emissioni di anidride carbonica e gas a effetto serra, Kg di CO2 equivalente, e le compensa conla riforestazione e tutela di aree boschive in Italia e nel mondo. Il progetto si avvale di Università italiane e straniere specializzate nel Life Cycle Assessment, il ciclo di vita del prodotto, per il calcolo scientifico dell’impatto ambientale e della collaborazione di parchi e riserve per le attività di riforestazione, piantumazione, monitoraggio e tutela dei terreni. BIOS, ente certificatore accreditato Sincert e riconosciuto dall’Unione Europea, certifica l’intera filiera di Impatto Zero, garantendo la corretta applicazione del processo».

Il protocollo di Kyoto passaper Varese

Un'immaginedi campagna del brand

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DISTRIBUZIONE

IN OCCASIONE DELL’ASSEMBLEA DELLA GUILDE DES LUNETIERS, L’ORGANIZZAZIONE LEADER DELLA DISTRIBUZIONE OTTICA FRANCESE,

CHE SI È TENUTA IL 21 MARZO A NANTES, È STATO FORMALIZZATO L’INGRESSO DI KENTRAL NELLA CENTRALE EUROPEA GARRO

arro è un’organizzazione, creata nel 2006, che ha unito la Guilde des Lunetiers e Cione Sa, società leader della distribuzione spagnola. Lo sco-po che i tre soci di Garro perseguono all’interno della centrale europea è quello di costituire un interlocutore di dimensioni e capacità economiche equivalenti a quelle delle industrie

multinazionali del settore e nel con-tempo incrociare le esperienze e lo scambio di informazioni nel settore della logistica, dell’informatica e nel know-how distributivo. «Oggi si riscontra un eccesso e un disordine dell'offerta – commenta Danilo Fatel-li, che ha svolto un importante ruolo di coordinamento – E fra gli scopi di questa alleanza c'è quello di portare un contributo alla sua disciplina e normalizzazione, secondo una logica di posizionamento dei canali distri-butivi, dei marchi e dei prodotti».Kentral Scarl è stata costituita nel 2007 da Salmoiraghi & Viganò Spa e da Vision Service Group Spa con

È NATA L’EUROPA DEGLI OTTICI

di Angelo Magri

GI protagonisti dell'accordo: da sinistra, Riccardo Perdomi, Edoardo Tabacchi, Marco Procacciante, Arnaud Ploix, Désir Bertrand (rispettivamente direttore generale e presidente della Guilde), Xavier Ubeda, Francisco Estarellas (rispettivamente presidente e consigliere d'amministrazione di Cione) e Javier Barahona (presidente Ciosa)

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l’intento di stabilire un diverso ap-proccio nelle relazioni fra le grandi industrie del settore e la distribuzione ottica italiana. Per Salmoiraghi & Viganò Spa e Vision Service Group Spa, partner in Kentral, si apre, gra-zie all’ingresso nell’alleanza Garro, l’opportunità di mutuare l’esperienza francese, consistente nello sviluppo di collaborazioni nei processi di integra-zione fra insegne e sistemi distribu-tivi diversi, verso cui far evolvere il modello organizzativo già collau-dato in Kentral. «L’elemento forte e distintivo di questa nuova realtà è il suo carattere transnazionale e l’op-portunità che offre di accelerare lo sviluppo dei partner anche attraverso la condivisione delle esperienze e del know how», dice Marco Procacciante, amministratore delegato sia di Vision Service Group sia di Kentral.L’obiettivo di questa nuova partner-ship è, primo fra tutti, abbattere i costi dell’intera filiera e creare un equilibrio dimensionale tra industria e distribuzione: un aspetto sentito un po’ in tutti i paesi europei, tanto che i tre soggetti coinvolti auspicano che ulteriori gruppi di altre nazioni entri-no a far parte dell’alleanza. «Pun-tiamo a una leadership europea sia sul fronte degli acquisti sia su quello delle private label – spiega Riccardo Perdomi, vicepresidente di Salmoira-ghi & Viganò, nonché presidente di Kentral – I nostri partner si sono posi-tivamente stupiti del fatto che, unico fra i tre paesi, in Italia siano state aggregate due realtà così diverse, ma complementari, come la più grande catena succursalista e la maggiore rete distributiva associata dell’ottica». Secondo Perdomi, inoltre, questa al-

leanza garantirà di «scambiarci espe-rienze e di acquisire reciprocamente know how, perseguendo una linea di specializzazione di ogni partner nelle categorie di prodotto/fornitori, per le quali ha maggiori competenze e peso relativo».Sono 5.600 i punti di vendita che costi-tuiscono il network di Garro: presenti in tutti i segmenti della distribuzione ottica, costituiscono il più importante

fenomeno di aggregazione del settore. «Questa iniziativa si rivelerà molto importante per la riqualificazione del retail all’interno del mercato – con-clude Edoardo Tabacchi, consigliere d’amministrazione di Salmoiraghi & Viganò – Ne trarranno vantaggio sia gli imprenditori della distribuzione sia i fornitori, perché dobbiamo metterci nelle condizioni di lavorare meglio tutti».

Riccardo Perdomi (a sinistra) mentre sancisce l'accordo con

Xavier Ubeda e Désir Bertrand

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PIGRIZIA O MANCANZA DI STIMOLI: PERCHÉ OGGI ALLA PIÙ GRANDE FIERA DI SETTORE A LIVELLO MONDIALE MANCA L'OTTICO?

siste una presunzione di fondo in questo mercato dell’ottica che ser-peggia costantemente negli oltre 20 anni in cui il sottoscritto è calato su di essa: il fatto di sapere e aver visto tutto o già abbastanza. Relativa-mente a Mido, è dalla metà del 1990 che si è sviluppata l’idea che questa

fiera non presenta nulla di nuovo, da parte dell’ottico, e che non si venda più, questo naturalmente da parte dell’industria.Probabilmente la crisi economica ha acuito questa tensione emotiva e in parte razionale, e sta allontanando o restringendo le corde di questo

ANCHE IL MIDO DEVE RISCOPRIRE SE STESSO

E

di Nicola Di Lerniaesperto di marketing

MARKETING

L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella

ricerca di nuovi mondi ma nell’avere nuovi occhi per

osservareM. Proust

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MARKETING

idillio tra ottico, azienda e fiera.I dati di Milano sembrano però chiari: gli stessi espositori sul piano numerico, più tempo a disposizione nella giornata per visitare la fiera, un giorno in meno e spazi più ristret-ti per ridimensionare le spese degli espositori. Questo atteggiamento pare irreprensibile visti i tempi: oggi vanno messe in discussione tutte le decisioni strategiche. Eppure il triangolo (ottico, fiera, produttore)dell’ottica non risponde bene, ovvero gli attori appaiono tra loro stonati, se non contraddittori, al punto tale che il significato di queste manifesta-zioni, da Milano a Parigi s’intende, sta pericolosamente calando sulla curva di non ritorno della vita di un prodotto – servizio.Partiamo dalla presunzione dell’ot-tico che ha già visto tutto, o molto, e non ci viene. Tralasciando che una fiera internazionale come quella di Milano è imprescindibile per la propria professione, quindi se si de-cide di non partecipare deve essere a causa di qualcosa di veramente importante o grave. Possiamo ritene-re che quello che passa davanti al nostro negozio, sulle riviste di settore e non, sul web, o in altre occasioni d’incontro sia veramente l’universo del nostro mondo professionale?

Andare a una fiera significa per l’ot-tico, sia imprenditore sia professio-nista, esercitare il suo libero arbitrio rispetto alle decisioni che per la maggior parte dei casi gli piovono dall’alto. Andare a una fiera signi-fica trascorrere momenti di puro dialogo e confronto con persone che non potremmo mai vedere nel nostro negozio, significa girovagare tra gli stand, come farebbe Newton sotto l’albero delle mele, alla ricerca di uno spunto utile, di un segnale grafico che possa apportare novità alla propria azienda.Si perché, a una fiera, si deve andare alla ricerca della novità e della diversità. Stare nel proprio è rilassante, siamo a casa nostra, ci togliamo le scarpe, nessuno mette in discussione quello che facciamo e siamo. Ma in fiera nasce, in chi lo vuole, il confronto, il dubbio, la volontà di capirci meglio, il desiderio di abbracciare persone conosciute e conoscere nuovi soggetti che potreb-bero apportarci vantaggi o preoccu-pazioni (e anche qui sta il bello della ricerca).Se a Milano giochiamo in casa (le persone conosciute, la lingua, le abitudini, la vicinanza) figuratevi quanti ottici italiani vanno all’este-ro (Parigi, Monaco, Madrid, ecc.).

In terra straniera questa tensione emotiva si accentua, il viaggio di scoperta diventa giungla. L’Italia, nell’immaginario collettivo di questi soggetti sedentari, diventa il paese del “tutto già visto e accaduto”. A pochi viene in mente che vedere gli stessi negozi di ottica in un nuovo paese possa essere utile a capire qualcosa di più. Pochi sottolineano il fatto che ormai l’Italia è uno dei paesi dell’occhiale e quindi tanto vale iniziare a credere che le novità (vedi Lindberg anni ’90) arrivano dal nostro diverso e che quindi l’ottica è un percorso internazionale, non un appuntamento annuale da rispettare o criticare.Alla fiera italiana, a mio avviso, oggi manca l’ottico: l’interlocutore primario di chi produce, quello che determina il sell out e le cifre di consumo vere. Quest'anno alcune aziende, tra cui Luxottica e Alain Mikli, e perfino qualche scuola di ottica hanno organizzato in con-comitanza a Mido delle attività dispersive noncuranti del calendario e del rispetto che si dovrebbe dare a questo appuntamento. Le aziende presenti al salone sono più passive che attive a determinare massic-ciamente la presenza dell’ottico. Ne hanno paura, noia, indifferenza

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MARKETING

al numero singolo, scarsa fantasia nel premiarlo commercialmente se viene a trovarlo allo stand azienda-le. La categoria stessa non realizza eventi culturali di valore che non si potrebbero ritrovare facilmente in un secondo momento (l’esperienza dell’Ecm in fiera non fa testo in tal senso).Il Mido ora è lo specchio di un mer-cato italiano che commercializza lo scontato, privo di volontà di confronto, privo di volontà di aggiornamento sul lato imprenditoriale e economico che si sta accasciando alla ricerca di qualcuno o qualcosa che venga a sostituirlo. Non è bello dichiarare quanto ho scritto. In ogni settore è il movimento che fa la sua importanza.

È il numero e la coesione che ne fa la forza. È il confronto e le sfide interne che lo fortificano rispetto alla concor-renza. Qui non ci sono segnali in tal senso. La dispersione degli avveni-menti extra fiera fa sì che ognuno sia un piccolo padroncino in un piccolo regno: che dire, ad esempio, dei grandi gruppi di contattologia? Tutto questo contribuisce a indebolire l'evento Mido, anche rispetto ai media nazionali che determinano il successo o lo scarso rendimento di un movimento.Da questo Mido 2010 il movimento ne esce indebolito. Nonostante gli sforzi di chi lo ha fatto, di chi ha partecipato, di chi lo ha visitato, di chi ci ha fatto affari.Badate bene, ho detto il movimento,

non il singolo. Molti ottici che ho rico-nosciuto mi hanno manifestato piacere e utilità nella visita, alcune aziende si sono dimostrate ottimiste, alcune vere novità non sono mancate. La frase di chiusura di questo articolo potrebbe essere: mettetevi d’accordo. L’ottico torni a comprendere il valore della scoperta nel viaggio, le aziende facciano il possibile affinché la visita di un proprio cliente, diretto o indiret-to, non sia una banale consuetudine ma una reale opportunità di crescita per entrambi, la categoria riconosca l’importanza di una grande fiera per il movimento, il Mido stesso sia più parte-cipativo alle logiche di un mercato che in questi tre anni ha subìto un cambia-mento definitivo.

Non è la più forte delle specie che sopravvive,

né la più intelligente, ma quella più reattiva ai

cambiamentiC. Darwin

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MERCATO

ABBIAMO LIMITATO I DANNI…

l 2009 è stato per l’eco-nomia italiana (ma non solo) un annus horribilis, con una serie di indica-tori al punto più basso della loro traiettoria come non si vedeva da tempo. Basta citare il Pil, infatti, secondo l’Istat «l’Italia ha chiuso il 2009 con un Pil in calo del 4,9% sul 2008. Si tratta del calo peggiore dal 1971, data di inizio della serie storica». Altro barometro, purtroppo negativo, dell’andamento dell’economia è il tasso di disoccupazione (tab. 1) che si è impennato dal 6,8% del 2008 al 9,1% di quest’anno, tornando al livello della fine del seco-lo scorso.

Ovviamente, tutto questo ha inciso anche sul nostro umore: l’indice di fiducia, che prendiamo spesso a riferimento delle nostre speranze per il futuro, si è appiattito nell’ultimo scor-cio del 2009, dopo essere risalito dai livelli minimi a cui era precipitato a metà anno. Di fatto, le ultime notizie ci hanno scorag-giato; non ci sembra di vedere la luce in fondo al tunnel. (tab. 2)In questo contesto così buio, come è andata l’otti-ca in Italia?Direi che in questo caso si può proprio applicare l’esempio del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: leggendo i dati che seguono qualcuno dei let-tori vi scorgerà solo quelli negativi, qualcuno invece penserà che sarebbe potuto andare peggio.Cominciamo con il dire che l’ottica (sole, vista, lenti oftalmiche, contat-tologia) in Italia chiude il 2009 a 3.206 milioni di euro, in calo dell’1,9% rispetto al 2008. Giusto per dare qualche termi-ne di confronto europeo, come siamo soliti fare, ci troviamo a metà fra paesi che sono rimasti positivi, come Germania e Fran-cia il cui mercato ottico cresce del 3-4%, e mercati come Gran Bretagna e

IN DUE ANNI IL MERCATO INTERNO HA PERSO OLTRE 200 MILIONI DI EURO, MA NEL 2009 SONO TORNATI A CRESCERE LENTI OFTALMICHE E A CONTATTO

di Carlo Abbiati

I Tab. 1Tab. 1

Tab. 2Spagna, che flettono del 5-7%. Qualcuno è andato meglio, altri sono andati peggio. (tab. 3)Se guardiamo l’evolu-zione temporale, il -1.9% significa che facciamo meglio del -4,5% con cui si era chiuso il 2008, ma vuol dire anche che non siamo, quindi, riusciti a recuperare quello che

abbiamo perso. Siccome le percentuali a volte non danno compiutamente il senso di quanto acca-de, traduco in euro: due contrazioni di fila vuol dire essere passati dai 3.423 milioni di euro (a tanto ammontava il totale del mercato ottico in Italia nel 2007) agli attuali 3.206. Ovvero 200 milioni di

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MERCATO

euro in meno. (tab. 4)Quali sono stati i motori di questa evoluzione? In estrema sintesi, di-ciamo che il fashion ha trascinato giù il mercato, ribaltando quello che di positivo ha fatto la vision care. Al di là degli anglicismi, la flessio-ne a doppia cifra del mercato degli occhiali da sole e di quello delle montature ha ribaltato la ripresa del mercato delle oftalmiche e la prosecu-zione nella crescita della contattologia.Berenice Narvaez, nello scorso numero, ha già evidenziato come il calo

del fatturato del sole-vista sia dovuto tanto allo spostamento verso fasce prezzo più basse quanto alla contrazione dei volumi (che pure c’è stata). Va segnalato, invece, il contributo delle lenti da vista progressive, che dopo aver tenuto nel 2008, l’anno scorso sono state il motore di crescita del comparto delle oftal-miche, aggiungendo 100 milioni di euro (tab. 5). Di fatto, l’intera crescita del mercato delle oftalmiche è allocabile proprio alle progressive. Altro contri-buto positivo viene dalla contattologia: in 2 anni,

ha generato 50 milioni di fatturato aggiuntivo, passando da 367 a 419 milioni di euro (tab. 6), con una crescita solida e continua, trainata dal silicone, dalle giornaliere e, anche qui, dalle pro-gressive.Torniamo dunque al pun-to di partenza: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Io propendo per la prima risposta: in una situazio-ne estremamente difficile per la nostra economia, quale non riscontravamo da anni, l’ottica è riuscita a limitare i danni (altri settori hanno conosciuto

flessioni a doppia cifra). E, cosa ancora più impor-tante pensando al futuro, riesce a crescere nei segmenti ad alta tecnolo-gia, a testimonianza del “value for money” che il consumatore italiano riconosce ed è disposto a pagare. Un capitale su cui costruire il futuro.

Tab. 5

Tab. 3

Tab 6

Tab. 4

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MODA

BLUE LOOKÈ il momento del blu. Il colore del mare e del cielo in tutte le sue sfumature è, infatti, la tonalità regina

per la nuova stagione. Grande protagonista della moda troverà nella primavera estate 2010 la propria massima espressione, anche declinato nella versione turchese

BLUE LOOK

GF Ferré: Evoluzione del pop style e della profilatura a bassorilievo, attraverso curve avvolgenti, tratteggiate dalla riga lungo tutta la montatura

Italia Independent: Gli occhiali da sole 000Neon sono una reinterpretazione dell’iconica forma a goccia aviator, caratterizzati dalla montatura in acciaio spazzolato con frontale e terminali in acetato, contraddistinti da una speciale colorazione neon

Givenchy: Modello in plastica dalla forma frontale decisa e

di stampo unisex, con aste alte e importanti, caratterizzate dal decoro delle stelline che

si ritrova in altri accessori della maison francese

Persol: La qualità sofisticata dei dettagli è ben rappresentata dalla classica freccia Supreme, simbolo del brand. La comoda curvatura del Victor flex, inconfondibile ponte flessibile a tre intagli, garantisce una perfetta aderenza su ogni viso

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MODAMODA

Lacoste: Modello sole dalla forma squadrata in cui le aste ospitano il logo in metallo in rilievo su un intarsio realizzato con lavorazione cloisonné

Calvin Klein: Curve perfette per questa montatura in plastica, valorizzata da particolari smaltati. Il logo cubico aderisce alle cerniere con effetto speculare sul portante legato in metallo e smalto

Just Cavalli: Primavera estate 2010Just Cavalli:

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MODA

STREAKED AND VANISHEDCOLOURS

La parola chiave è ancora colore. Questa volta però è striato, sfumato oppure forma decise texture o, ancora, crea vere opere d’arte sull’asta, tendenza che

prevale soprattutto nelle montature vista per lui per lei

John Richmond: Ampi, squadrati e rock gli occhiali unisex con logo sulle aste e di ispirazione vintage. Il modello è, inoltre, arricchito da una borchia in metallo con monogramma e dallo slogan “it’s only rock’n’roll” posizionato all’interno dell’asta destra

X-Ide: Parola al colore per Immagine Eyewear. Mentre il frontale è volutamente mantenuto sempre molto sobrio e pulito, le aste sono delle vere e proprie opere d’arte

Alias: Ritorno alle origini per Foval con questa montatura dal fascino irresistibile delle cose semplici e ben fatte, essenziali, pure nello spirito, concepite per durare

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MODA

Okki: Texture piéde de poul per questa montatura in acetato, dalla forma oversize, realizzata a mano

Vogue: Modello dedicato alle appassionate di uno stile essenziale e con richiami vintage, con guarnizione in metallo sottoresina con logo inciso

Custo Barcelona: Occhiale in celluloide dalla forma grande, colori mediterranei e accostamenti cielo/terra con il brio dello stile catalano

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STRANGE INTELLECTUAL OR CASUAL SPORTIVE?

Intellettuale o sportivo? Ecco l’eyewear che rispecchia uno stile maschile rilassato, in cui prevale per il vista modelli di ispirazione vintage, per il sole montature classiche in

stile aviator

MODA

Fran

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Sean John: Sportivo il modello aviator con eleganti inserti in pelle di Sean John, il noto rapper americano, meglio conosciuto come P. Diddy

D&G: Modello pilot in metallo e ponte ispessito e viti a vista per fissare il frontale. La lente a base 6 è specchiata e la penna dell’asta squadrata

Maui Jim: Il modello “Aviatore” Pilot dall’irresistibile design cool appare ideale per consumatori che esigono un’ottica superiore senza rinunciare a essere stilosi e glamour

Intellettuale o sportivo? Ecco l’eyewear che rispecchia uno stile maschile rilassato, in cui prevale per il vista modelli di ispirazione vintage, per il sole montature classiche in

Fran

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MODA

Ray-Ban: Il modello ripropone una nuova interpretazione della leggendaria forma a goccia aviator. Le aste in fibra di carbonio insieme alla forma decisa del frontale in metallo, in cui risalta il doppio ponte, lo connotano con una personalità forte e decisa

Theo: Montatura grande, minimal con un dettaglio particolare inserito sull'asta, tipico dei cappelli Panama, a cui il modello di ispira

Tom Ford: Montatura ovale altamente sofisticata che testimonia una sapiente fusione di materiali, abbinata a una straordinaria integrazione di particolari tecnici

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DESIGNER

CITTÀ CHE VAI, DESIGNER CHE TROVI

UNA MONTATURA CONCEPITA COME PURA ARTE, CHE GIOCA A TRARRE ISPIRAZIONE DALLE BELLEZZE ARCHITETTONICHE DEL PROPRIO LUOGO D’ORIGINE. NASCE COSÌ UN CONNUBIO TRA ARCHITETTURA E OCCHIALERIA CHE ACCOSTA L’ESSENZA DI UN

MARCHIO ALLA SUA IDENTITÀ TERRITORIALE

di Martina Fusetti

i ispirazione classica, eppure con una sinuosità a tratti moderna: così è la facciata della Konser-thuset, sede ufficiale dei più importanti concerti svedesi. A metà tra

tradizione e presente, la culla delle più prestigiose e attuali manifestazioni artistiche scandinave ha però un design decisa-mente di sapore tradizio-nale. E anche l’occhiale di Lindberg non è da meno: linee da diva va-gamente anni Cinquan-ta, forme tondeggianti e

volumi decisi rappresen-tano le cifre della propo-sta dell’azienda svedese. Il modello è accattivante e porta in nuce tratti ormai tradizionali per le montature, rivisitati però secondo le tendenze più moderne. Una fusione perfetta tra presente e passato.

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Lindberg – Stoccolma

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DESIGNER

a Pyramide du Louvre, inaugurata nel 1989 nel cuore della piazza Na-poleone del celeberrimo museo, ha rappresentato un’opera innovativa per l’architettura, capace di sconvolgere gli assetti

tradizionali dell’arte con la sua forma a piramide rovesciata. E così, richia-mando anche i colori dell’opera ripresa in una giornata di sole, anche Eldorado di Lafont sem-bra voler rinnovare le proposte per il 2010. Colo-rato e ricercato, il model-lo del designer parigino racchiude in sé la stessa essenza della piramide francese: un perfetto mix tra trasparenze e pregiati metalli sag-giamente accostati.

na città portuale e il ri-chiamo di mondi lontani. A metà tra architettura e virtuosismo delle forme, il porto del capoluogo provenzale, storicamente il primo di Francia, ri-

chiama nella sua essen-zialità le caratteristiche dell’occhiale del brand francese JF Rey. Le aste dalla lavorazione geo-metrica evocano la per-fezione delle linee della darsena provenzale. La struttura si sviluppa in orizzontale, richiamando direttamente il design dell’occhiale, che evita ogni verticalità e si concentra, piuttosto, su una diminuzione dei volumi.

colori,la forma decisa-mente arrotondata e la trasparen-za dei materiali.

Sono questi i tratti che accomunano il London Eye, una delle più note attrazioni di Londra, e il modello Duane della collezione Sculpture di Kirk Originals. Innova-tivi nel design e nella gamma cromatica, en-trambi strizzano l’occhio al futuro e rimandano a un’idea di novità e, quasi, di tecnologia.

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colori,la forma decisa

Kirk Originals – Londra

JF Rey – Marsiglia

la sua forma a piramide rovesciata. E così, richia-mando anche i colori dell’opera ripresa in una giornata di sole, anche Eldorado di Lafont sem-bra voler rinnovare le proposte per il 2010. Colo-rato e ricercato, il model-lo del designer parigino racchiude in sé la stessa essenza della piramide francese: un perfetto mix tra trasparenze e pregiati metalli sag-giamente accostati.

dell’occhiale del brand francese JF Rey. Le aste

-metrica evocano la per-metrica evocano la per-metrica evocano la perfezione delle linee della darsena provenzale. La struttura si sviluppa in orizzontale, richiamando

dell’occhiale, che evita

JF Rey – Marsiglia

Lafont – Parigi

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DESIGNER

ecisamente colorati e divertenti, gli occhiali Flame di Vanni sono gio-cano con le forme e con la scelta delle variazioni cromatiche, ma riman-gono equilibrati nella

loro geometria, proprio come la scultura di Tony Cragg davanti al Palao-limpico di Arata Isozaki del capoluogo piemon-tese. Giochi di luci e ombre, cambiamenti cromatici e sinuosità del-le linee fanno di questo modello, e dell’opera che in qualche modo lo rappresenta, un pezzo unico, dedicato a chi non ha paura di osare e di sperimen-tare.

na salda struttura, una discreta leggerezza delle forme e una libertà di spe-rimentazione all’interno della “cornice” metallica della montatura. Il model-lo del designer berlinese

fonde la precisione e la staticità delle linee delle aste e della parte superiore dell’occhiale con una totale ariosità e dinamismo della parte inferiore, libera da ogni contorno. Similmente, anche l’enorme acquario della capitale tedesca im-prigiona in una struttura severe linee morbide e in continua evoluzione, con un risultato di estrema trasparenza e dinamismo delle forme.

U

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Mykita – Berlino

loro geometria, proprio come la scultura di Tony Cragg davanti al Palao-limpico di Arata Isozaki del capoluogo piemon-tese. Giochi di luci e ombre, cambiamenti cromatici e sinuosità del-le linee fanno di questo modello, e dell’opera che in qualche modo lo rappresenta, un pezzo unico, dedicato a chi non ha paura di osare e di sperimen-

Nicodesign – Torino

eggero, raffinato e mini-malista nelle linee: queste sono le caratteristiche dell’occhiale Calliopé proposto da Henry Jullien, designer che ha sede a Lons-le-Saunier, capoluo-

go di dipartimento nella regione della Giura in Franca Contea e regione termale patria di Rouget le Lisle, autore de La Marsigliese. È altrettanto ariosa e leggera la fonta-na di Place de la Liberté, richiamata dai tratti del prezioso occhiale con diamanti incastonati. Un movimento verticale che si dissolve con leggerez-za, proprio come la mon-tatura argentea sfuma in pura lente.

LDESIGNER

Franca Contea e regione termale patria di Rouget

altrettanto ariosa e leggera la fonta-na di Place de la Liberté,

diamanti incastonati. Un movimento verticale che

-za, proprio come la mon-tatura argentea sfuma in

Henry Jullien – Lons-le-Saunier

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DESIGNERDESIGNER

i giorno una struttura quasi sobria nonostante la sua imponenza, di notte una costruzione colorata con le sue illu-minazioni decise a led blu e rosso vivo. La torre Agbar è un grattacielo

situato vicino alla Plaça de les Glòries Catala-nes, progettata dall'ar-chitetto francese Jean Nouvel che si sarebbe ispirato alla forma dei geyser che esplodono verso il cielo. Così la montatura dell’azienda spagnola ha un aspetto quasi severo e a sprazzi persino dandy, ma nella precisione delle for-me rivela un carattere deciso e sorprendente, in un mix tra sobrietà e innovazione.

enza dubbio essenziale il design del modello Ørgreen e della vetrata

della Black Diamond Library di Copenha-

gen, simbolo della città eletta nel 1996 capitale

europea della cultura. Un disegno rigoroso e cristallino caratterizza l’occhiale dell’artista da-nese, che pare riuscire a coniugare leggerezza e “architettura” delle forme. Come la Library, che funge quasi da filtro tra l’operosità interna della biblioteca e il tran-quillo scorrere della vita esterna così gli occhiali diventano un filtro tra chi li indossa e il mondo che li circonda.

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D

enza dubbio essenziale il design del modello Ørgreen e della vetrata

della Black Diamond Library di Copenha

gen, simbolo della città eletta nel 1996 capitale

S

Optim – Barcellona

Ørgreen – Copenhagen

Optim – Barcellona

occhiale tedesco, dalla forma tondeggiante, è stato realizzato nei colori del cielo: proprio come gli innumerevoli “orsi” di Berlino, simboli indiscussi della città e dal cui nome

tedesco Bär si è creduto a lungo che la capitale avesse tratto la sua deno-minazione. Presenti nelle strade, nei centri com-merciali e in molti luoghi insoliti, gli orsi coi loro colori accesi richiamano la gamma cromatica dei modelli di Ic! Berlin, che non temono le sfumature accese.

L'Ic! Berlin – Berlino

a lungo che la capitale avesse tratto la sua deno-minazione. Presenti nelle strade, nei centri com-merciali e in molti luoghi insoliti, gli orsi coi loro colori accesi richiamano la gamma cromatica dei modelli di Ic! Berlin, che non temono le sfumature accese.

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IL FINE DI OGNI PRESCRIZIONE È QUASI SEMPRE QUELLO DI STUDIARE, APPRONTARE E CONTROLLARE UN OCCHIALE PER IL CLIENTE. L’OBIETTIVO DOVREBBE ESSERE QUELLO DI CERCARE LA SOLUZIONE PIÙ IDONEA A SODDISFARE SIA LA FUNZIONALITÀ SIA IL COMFORT E L’ESTETICA DEL PRODOTTO CHE DEVE RISOLVERE LE PROBLEMATICHE VISIVE E LE ESIGENZE DEL PORTATORE

a ricerca di occhiali vista-sole simili agli occhiali da sole neutri, usati anche per attività sportive o per ottenere attraverso gli stes-si una maggiore protezione sta portando sempre più l’ottico a fare i conti con occhiali di tipo avvol-gente, cioè con montature a cur-vatura elevata e che necessitano quindi di lenti idonee e di una serie di accorgimenti di calcolo e di montaggio.

Infatti, fare occhiali, in alcune occa-sioni, e farli bene non è facile e un occhiale bello, ma anche funzionale e confortevole spesso fa la diffe-renza con i clienti. Forse occorre imparare a non dire sempre che certe soluzioni non sono realizzabili o peggio a fare sempre le stesse cose, usando gli stessi prodotti: oggi i prodotti a più elevata tecnologia consentono spesso di risolvere an-che le richieste più esigenti.

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Le caratteristiche e le misure della montaturaCome abbiamo detto, spesso si vuole realizzare un oc-chiale vista-sole a partire da un occhiale da sole che per sua natura presenta caratteristiche abbastanza tipiche. In generale esso:• è di dimensione elevata, presentando uno scarta-mento oltre i 70 mm. e sovente oltre gli 80 mm;• ha calibro ampio di 56 – 58 o 60 mm;• ha avvolgimento che supera i 15°.

Queste caratteristiche comportano quindi una serie di limiti che ci costringono a non poter realizzare l’occhiale con qualunque genere di prescrizione. La prima operazione da effettuare allora è sempre quella di verificare le varie caratteristiche della montatura scelta:• calibro, ponte e quindi scartamento;• avvolgimento o curvatura della montatura.

Come è noto l’avvolgimento di una montatura si mi-sura con i regoli allo scopo predisposti dalle aziende, seguendo le varie indicazioni d’uso (fig. 1). Se poi la montatura è un glasant a due o quattro fori con viti di tenuta o un nylor, dovremo ricordarci di scegliere un materiale di forte resistenza, in particolare un materia-le organico a indice 1,60 o la resina Nxt a indice 1,53. La ricetta dell’occhialeL’analisi della ricetta è il secondo passo da controllare con grande attenzione. Purtroppo non tutto è possibile

e non bisogna illudere l’utente che con prescrizioni elevate si possono avere occhiali da sole avvolgenti, sottili e leggeri simili a quelli con filtri neutri.Si dovrà prendere nota dei dati dell’occhiale, in parti-colare: il potere delle lenti;le semi distanze interpupillari del paziente.

La base della lenteLe montature avvolgenti necessitano praticamente sempre dell’utilizzo di lenti a base elevata, mediamen-te fra 6 e 9 D. Questo è un problema molto spinoso nel-la costruzione di lenti positive di basso potere o di lenti negative, in quanto esse solitamente hanno, di serie, una prima superficie di potere abbastanza basso 1, 2 o 3 D e risultano pertanto “piatte” sulla superficie ante-riore. Non sempre è possibile modificare in modo con-sistente la base e, a tale proposito, ogni azienda fissa i limiti di questa costruzione in funzione del potere da ottenere, del materiale scelto e del relativo diametro. A volte per realizzare questi occhiali con prescrizioni “difficili” si cerca di “forzare” la montatura diminuen-done l’avvolgimento per rendere più idoneo il montag-gio, ma questo spesso compromette la stabilità della lente nella montatura stessa.

Base e raggio di curvaturaLa compatibilità fra la base della lente e la curvatura del frontale è senz’altro uno dei problemi maggiori nella realizzazione di questi occhiali, sia per la fatti-

fig. 1 misura dell’avvolgimento con un regolo

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bilità della lente che per il suo successivo montaggio, soprattutto in montature di tipo particolare. Se la cur-vatura del filtro dell’occhiale è di base 8, significa che il raggio anteriore, supposto un indice di rifrazione n = 1,50, è di 62,5 mm: pertanto anche il raggio della lente della nostra prescrizione dovrà avvicinarsi il più possibile a tale valore. Allora, dopo aver misura-to la base del filtro, si dovrà verificare la possibilità costruttiva della lente, tenendo presente che se voglio diminuire lo spessore finale delle lenti, che saranno necessariamente di diametro elevato, dovrò tendere ad utilizzare indici di rifrazione elevati, ma questa scelta mi costruirà lenti più piatte. I limiti purtroppo sono molto ristretti e già su poteri negativi non molto elevati si possono verificare spessori che rendono difficoltosa la costruzione per diametri elevati.

Base e spessore Occorre ricordare che più aumenta il valore della base e più la lente finale aumenterà di spessore. In-fatti, tra le infinite lenti di potere assegnato che posso costruire, le lenti menisco di forma tendente a quella piano convessa o piano concava, cioè quelle con la prima superficie più piatta saranno sempre quelle di spessore più contenuto. Tutte le lenti a base molto

elevata avranno perciò spessore maggiore al centro se positive, ai bordi se negative. (fig. 2)

Base, diametro e decentramentoUn altro problema posto da un occhiale avvolgente è quello di richiedere un diametro elevato delle lenti. ll calibro di questi occhiali è quasi sempre abbondante-mente superiore a quello dei normali occhiali da vista. Questo produce uno scartamento notevole e pertanto, per rispettare le semidistanze interpupillari dell’indi-viduo, si dovrà introdurre un decentramento elevato. A tal proposito ogni azienda pone dei limiti costruttivi dipendenti dalla base richiesta, rispetto al potere del-la lente e alla dimensione massima dei semilavorati a disposizione, relativi alla lente da costruire.Ad esempio: una montatura 62/20 ha scartamento 82; se la distanza interpupillare è 66 mm occorre un decentramento di 8 mm per ogni occhio. Il diametro necessario sarà: Φ= 62 + 2x8 + 2 = 80 mm. Normalmente i diametri standard non sono sufficien-ti per questi occhiali e pertanto si dovrà richiedere all’azienda una lente a costruzione decentrata, cioè con il centro ottico spostato in posizione nasale del valore necessario. Anche per questo decentramento le aziende pongono generalmente dei limiti costruttivi per conoscere i quali occorre mettersi in contatto con il servizio tecnico e verificare con loro la fattibilità del-la lente. La figura 3 (inserire affiancate le fig. 3a e 3b) indica un sistema semplice per verificare la fattibilità del decentramento necessario. Il calibro deve essere contenuto nel rettangolo grande, mentre il cen-tro ottico della lente deve essere interno al rettangolo piccolo.

fig. 3 a e b – un metodo per verificare la fattibilità di una lente per occhiale avvolgente

fig. 2 – limite di costruzione fra base, potere e diametro

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noi di ital-lenti vediamo il cliente al centro del nostro lavoro. ecco perché abbiamo pensato l’operazione “Crociera in vista”, un concorso che premia la tua fedeltà con tre crociere Costa, per due persone, verso gli splendidi lidi dei Caraibi, degli emirati arabi e delle isole Greche. Partecipare è facilissimo: dal 1° marzo al 31 ottobre, ogni 10 paia di lenti progressive acquistate nell’arco del mese, verrà allegato alla fattura un bollino che ti permetterà di partecipare all’estrazione finale.

“Crociera in vista” si inserisce nel progetto “VeDiAMO la Vita”: il nuovo messaggio che caratterizza la comunicazione ital-lenti. Uno slogan che significa prendersi cura di sè, godendo dei piccoli e grandi piaceri di ogni giorno.

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Avvolgimento ed effetto prismaticoLa notevole curvatura del frontale della montatura inse-risce un lieve effetto prismatico a causa di questa ango-lazione. Tale prisma, come si vede dalla figura a base esterna (angolo formato dalle due linee rosse), dipen-dente dal potere della lente, dal suo spessore e dall’an-golo di avvolgimento è sempre molto basso. Per le lenti positive lo possiamo stimare in circa 0,5 dp mentre per le lenti negative che hanno generalmente spessore al centro ridotto a circa 1 mm è ancora più modesto e si potrebbe ritenere anche trascurabile. Nelle lenti positive pertanto appare opportuno inserire un prisma di com-pensazione fra 0,25 e 0,50 dp a base interna. (fig. 4)

Avvolgimento e potere delle lentiLa valutazione del difetto refrattivo è sempre fatta, sia con l’occhiale di prova che con il forottero, suppo-nendo le lenti in posizione ortogonale rispetto all’asse visuale dell’occhio dell’individuo. Quando vado a inclinare le lenti rispetto all’asse di funzionamento, l’effetto che le stesse introducono varia: generalmen-

te il potere aumenta (0,12 – 0,25 D) e si introduce un cilindro di pari segno a asse quasi sempre verticale. Si dovrà pertanto ricalcolare il potere corretto che la lente deve avere per correggere quel difetto visivo nella reale posizione d’uso. Questa operazione è molto spesso fatta dall’azienda che costruisce le lenti ed è la spiegazione delle variazioni che si trovano fra la lente richiesta e quella effettivamente costruita.

I problemi del montaggioSpesso l’occhiale avvolgente da realizzare è un tipo “a giorno” dove il bordo della lente è inserito nel frontale della montatura. Occorre pertanto rendere la lente idonea a questo montaggio e, soprattutto in lenti con potere negativo medio-alto, ciò appare spesso impossi-bile. Alcune aziende pertanto, grazie a sistemi di taglio della lente specializzati, “spianano” i bordi rendendo la lente idonea per questi montaggi particolari (fig. 5). È possibile quindi realizzare lenti che, senza nulla togliere alla qualità ottica o al campo visivo, possono essere utilizzate in occhiali da sole avvolgenti.

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fig. 5 un modello di montatura per montaggi speciali

fig. 4 il prisma inserito da una lente inclinata

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IN UN MERCATO IN CUI I BENI COMMERCIALIZZATI SONO CONTRADDISTINTI DALL’ALTA OBSOLESCENZA E INFLUENZATI DAL FATTORE MODA, CARATTERISTICA SPECIFICA DEL SETTORE, LA GESTIONE DELLE RIMANENZE RAPPRESENTA UN FATTORE DI RISCHIO MOLTO RILEVANTE

ianificare le vendite e gli acquisti costituisce una fondamentale scelta di tipo strategico, vediamo gli aspetti più significativi.

Aspetti gestionaliIl magazzino incide pesantemente nella valutazione del proprio punto vendita sia in termini economici che in termini finanziari; la gestione e il semplice stoc-caggio dei prodotti di "difficile vendita", infatti, comporta inevitabilmente costi gestionali che in molti casi si traducono in costi per il loro smaltimento.Le scelte a questo punto sono la cessio-ne dello stock a valori minori o l’elimi-nazione volontaria delle scorte detenute.La prima di queste alternative com-porta una rinuncia all’utile, che si può trasformare in una vera e propria per-dita operativa; d’altra parte consente di limitare il costo aziendale della gestione delle merci in giacenza, nonché di evi-tare il progressivo deprezzamento della

stessa, dato dal tempo che passa.Se ci si avvale della seconda alternati-va devono essere rispettate precise di-sposizioni che impediscano all’Agenzia delle Entrate di presumerne la cessione. In sostanza, se la rottamazione non avviene secondo dette regole, si ipotizza che i beni siano stati venduti in evasio-ne di imposta, con applicazione quindi delle previste sanzioni.

Aspetti civilistici Civilisticamente le rimanenze di merci sono iscritte in bilancio secondo due metodi alternativi: il costo storico o, se minore, il valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato (prezzo di vendita). Per i beni destinati alla rivendita, tale costo storico è dato dal costo di acqui-sto, ossia il prezzo effettivo di acquisto (risultante dalla fattura) più gli oneri accessori, al netto degli oneri finan-ziari; gli eventuali resi, sconti, abbuoni e premi vanno portati in diminuzione dei costi.Il codice civile, all’art. 2426 prevede quattro possibili criteri da seguire per la valutazione:

• Costo medio ponderato, valuta le uscite dal magazzino tenendo in considerazione i costi unitari di tutti i prodotti acquistati in precedenza e quindi giacenti in magazzino; viene effettuata una semplice media arit-metica dei valori di scarico. Esistono due criteri nell’applicazione del costo medio ponderato: per movimento e per periodo;• Last In First Out (LIFO), secondo cui l’ultimo entrato è il primo a uscire. Adottare questo criterio significa valo-rizzare le rimanenze in base al valore storico. Il metodo Lifo può essere calcolato in modo continuo, aggior-nando il valore delle scorte ad ogni variazione del magazzino, oppure a scatti, calcolando il valore di scarico facendo riferimento ai movimenti in-tervenuti in un certo periodo di tempo;

• First In First Out (FIFO), cioè il primo ad entrare sarà il primo ad uscire. Con questo metodo la scorta di magazzino viene valorizzata a costi correnti, poiché vengono considerati in rimanenza i pezzi entrati più recen-temente;

LA GESTIONE DEL MAGAZZINO: PROBLEMATICHE E VALUTAZIONI FISCALI

di Tobia Chiesurinconsulente aziendale

CONSULENTE

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CONSULENTE

• Prezzo al dettaglio, tale metodologia è prevista solo nel caso di esercizio del commercio al minuto ed è generalmente utilizzata dalle imprese della grande distribuzione e caratterizzate da un elevato numero di prodotti. L’applica-zione di questo criterio comporta che la valorizzazione delle rimanenze finali avvenga scorporando dalla percentuale di ricarico il prezzo di vendita.Una volta scelto il criterio, questo dovrà essere mantenuto negli anni successivi.Il metodo del minore tra costo di acquisto e valore di realizzo consente di eliminare quei costi di magazzino che si prevede non possano essere recuperati in futuro: l’obsolescenza dovrà essere rilevata in conformità con il criterio della prudenza, come compo-nente negativo del reddito nell’eserci-zio in cui tali accadimenti si possano prevedere e non nell’esercizio in cui verranno alienate le relative partite di magazzino.Il bilancio sarà quindi notevolmente influenzato dalle dinamiche del ma-gazzino.

Aspetti fiscaliFiscalmente, è possibile mante-nere la valutazione effettuata in ambito civilistico: la norma fiscale, infatti, individua semplicemen-te il valore minimo da attribuire alle scorte detenute. Tale valore minimo deve essere calcolato raggruppando i beni in categorie omogenee per natura e per valore

e attribuendo a ciascun gruppo un valore non inferiore a quello determinato applicando:il criterio del costo medio pondera-to, se si tratta del primo esercizio di formazione;il criterio del costo medio pondera-to, per gli incrementi degli esercizi successivi al primo, che costitui-scono voci distinte per esercizi di formazione;il criterio del LIFO periodico a scatti, per le diminuzioni delle giacenze rispetto all’esercizio precedente.

La regola del valore minimo non si applica qualora la valutazione sia effettuata a costi specifici e cioè individuando il costo effettivo per ciascun bene fisicamente inven-tariati, ovvero per gli esercenti il commercio al dettaglio che valu-tano le rimanenze delle merci con il metodo del prezzo al dettaglio o per le imprese che valutano le ri-manenze delle merci con il metodo della media ponderata, del FIFO o con varianti del LIFO diverse da quello a scatti.

Generalmente la valutazione storica prevale sulla valutazione legata al valore di realizzo. Ciò comporta che, spesse volte, la valutazione fiscale delle rima-nenze di magazzino provochi un

aumento degli oneri tributari in sede di compilazione dei bilanci a fine anno.Scadenziario - L’iter di approvazione di bilancioAprile è il mese in cui, per le socie-tà di capitali (srl, spa e sapa) il cui esercizio sociale coincide con l’anno solare, si apre il periodo dedicato agli obblighi relativi al bilancio. Una volta convocato il consiglio di amministrazione, che si dovrà riunire entro i 30 giorni precedenti l’assem-blea dei soci se il progetto di bilancio va comunicato all'organo di controllo (entro, cioè, il 31 marzo), oppure 15 giorni prima dell'assemblea negli altri casi, si procederà al deposito del fascicolo di bilancio presso la sede della società (entro il 15 aprile). A questo punto sarà convocata l’assemblea soci per l’approvazio-ne del bilancio: tale convocazione dovrà avvenire per le srl entro il 22 aprile, (ossia 8 giorni prima dell’as-semblea); per le spa non quotate almeno 15 giorni prima (15 aprile) e per le spa quotate entro i 30 giorni precedenti l’assemblea (31 marzo).L’assemblea soci in prima convoca-zione per l’approvazione del bilan-cio dovrà quindi essere effettuata entro il 30 aprile 2010. Se questa viene dichiarata deserta, l’ulteriore assemblea in seconda convocazio-ne dovrà essere realizzata entro il 30 maggio 2010.

Costo medio ponderato

Valutazione attraverso una media aritmetica dei valori

di scarico

Valutazione delle rimanenze sulla base del valore storico

Valutazione delle rimanenze sulla base del valore

corrente

Valutazione delle rimanenze scorporando dalla

percentuale di ricarico il prezzo di vendita

Lifo Fifo Prezzi al dettaglio

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Tecnologia giapponese per una vista migliore

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Sin dalla nascita delle prime lenti a contatto hydrogel, si sapeva che le componenti del film lacrimale si depositano sulla superficie delle lenti e nel loro interno (Figura 1)1. Le proteine del film lacrimale in particolare sono state associate a discomfort2, riduzione della visione3 e reazioni infiammatorie come la congiuntivite papillare4 associata all’uso di lenti a contatto. La comprensione dello stato e del ruolo delle proteine lacrimali e della loro interazione con lenti a contatto e soluzioni è fondamentale, soprattutto se si devono ridurre le reazioni avverse associate all’uso delle lenti.

Tabella 1: Le principali proteine presenti nel film lacrimale

Nota: la concentrazione delle altre proteine lacrimali è <0,1 mg ml-1

La conoscenza di base della struttura delle proteine è un utile punto di partenza. Le proteine sono molecole composte da catene lineari di circa 20 o più aminoacidi uniti da legami peptidici tra gruppi amminici e carbonile di aminoacidi adiacenti. Il termine peptide è spesso utilizzato per definire catene più corte (circa 40 aminoacidi o meno). Le catene più lunghe sono associate a una maggiore massa molecolare.

Figura 1: Depositi su lenti morbide (per gentile concessione

di Bausch & Lomb Image Library)

La struttura delle proteine può essere suddivisa in 4 livelli, a seconda dell’organizzazione spaziale delle singole molecole proteiche. La struttura primaria (o “sequenza”) si riferisce alla successione in sequenza degli amminoacidi all’interno della singola catena proteica. La struttura secondaria è data dal ripiegarsi della

catena in punti specifici, il che le fa assumere più configurazioni spesso all’interno della stessa molecola proteica: questo avviene grazie alla formazione di legami idrogeno tra gli aminoacidi della catena. La struttura terziaria consiste nel ripiegamento della struttura secondaria a causa dei legami chimici che si formano all’interno della molecola proteica, mentre la struttura quaternaria è costituita da più molecole di proteine differenti tra loro. Con il termine “denaturazione” si intendono quelle alterazioni significative nella struttura molecolare delle proteine che non modificano la struttura primaria ma che invece possono modificare le altre forme di organizzazione strutturale. Una volta denaturate la maggior parte delle proteine perdono la loro funzione biologica, anche se il processo è reversibile. Le proteine non alterate vengono definite in genere “proteine allo stato naturale”. La “conformazione” delle proteine si riferisce alla struttura secondaria, terziaria e quaternaria che una proteina può assumere in determinate condizioni. Il passaggio da una struttura all’altra (cambiamento strutturale) spesso influisce sulla funzione della proteina. La denaturazione delle proteine può essere causata da variazioni di temperatura, pH, radiazioni, idrofobicità della loro superficie, e ossidazione dei lipidi o di altre sostanze chimiche. In queste condizioni i legami e le interazioni responsabili del mantenimento di struttura secondaria o terziaria vengono destabilizzati. Un esempio del processo irreversibile di denaturazione delle proteine preso dal quotidiano è l’albume liquido e trasparente dell’uovo che, se riscaldato, diventa prima opaco, e poi si rapprende.

Le proteine del film lacrimaleNel liquido lacrimale umano sono state individuate circa 500 differenti proteine, anche se solo 4 - lisozima, lipocalina, lattoferrina e immunoglobulina A secretoria (sIgA) - sono presenti in alta concentrazione. Le proteine più importanti sono prodotte dalla ghiandola lacrimale. Lisozima, lipocalina e lattoferrina sono secrete dagli acini, gruppi di cellule a forma di acino d’uva all’interno della ghiandola lacrimale, mentre la sIgA è prodotta dalle cellule plasmatiche interstiziali della ghiandola al di fuori degli acini.Questi differenti siti di produzione influenzano la variazione dei livelli diurni delle proteine lacrimali. Gli acini producono una secrezione acquosa la cui quantità si riduce durante la notte, così come

avviene per le tre proteine prodotte all’interno degli acini. Al contrario la produzione di sIgA prosegue anche durante il sonno, il che, unitamente al minor volume acquoso, ne fa aumentare la concentrazione.Questo stato di alterazione del film lacrimale durante le ore notturne, compreso l’aumento della concentrazione di sIgA e del numero dei globuli bianchi polimorfonucleati porta alcuni studiosi a descrivere l’ambiente oculare notturno di occhio chiuso come un vero e proprio stato di “infiammazione subclinica”.

Ruoli delle principali proteineCiascuna delle principali proteine presenti nel film lacrimale ha un ruolo nel prevenire le infezioni e nel mantenere la salute oculare. Il lisozima è un potente enzima antibatterico che idrolizza i legami della parete cellulare dei batteri, in particolare nei Gram positivi. I principali batteri presenti nel film lacrimale che vengono attaccati dal lisozima sono le specie Streptococcus e Staphylococcus che possono causare congiuntiviti.La lipocalina sembra giocare un ruolo nel legarsi ai lipidi del film lacrimale e mostra una elevata affinità per gli acidi grassi. Questo aspetto spiega due sue importanti proprietà: il legame tra la lipocalina e i lipidi determina la tensione superficiale del film lacrimale e previene l’inattivazione del lisozima da parte degli acidi grassi a catena lunga, incrementando indirettamente l’azione antimicrobica del liquido lacrimale.La lattoferrina può legarsi alle membrane dei batteri Gram positivi e Gram negativi e inibire così la crescita di vari batteri fra i quali Escherichia coli, Haemophilus influenzae e alcune specie di Streptococcus, Staphylococcus e Pseudomonas. Alcuni dati indicano inoltre un’azione sinergica fra la lattoferrina e il lisozima; per es., lo Staphylococcus epidermis è sensibile alla lattoferrina solo in presenza del lisozima. L’azione antimicrobica della lattoferrina viene potenziata dalla sua capacità di legarsi al ferro libero nella secrezione lacrimale, riducendo così la disponibilità di ferro per la crescita dei batteri.Lisozima, lipocalina e lattoferrina sono responsabili dei meccanismi di difesa propri o “innati” del film lacrimale, ma la sIgA è importante nel sistema di risposta adattivo all’ambiente. Quest’ultima protegge l’occhio prevenendo l’adesione dei batteri alla superficie oculare e consentendo la loro distruzione.

Proteine del film lacrimale, lenti a contatto morbide e soluzioniL’interazione tra le proteine del film lacrimale con le lenti a contatto e le soluzioni per la loro manutenzione è una questione importante da non sottovalutare quando si portano lenti morbide. In questo documento il dr. Philip Morgan e il dr. Curtis Dobson prendono in esame le conoscenze oggi disponibili riguardo queste interazioni.

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Proteina Massa molecolare (in dalton)

Concentrazione (mg ml-1)

Lisozima 14,000 2.07

Lipocalina 17,500 1.55

Lattoferrina 90,000 1.65

IgA secretoria 385,000 1.93

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I materiali delle lenti a contatto e le proteineDurante l’uso delle lenti a contatto le proteine del film lacrimale si depositano velocemente - anche nell’arco di poche ore6 - sulla superficie delle lenti penetrando talvolta al loro interno. La formazione di questi depositi dipende molto dal tipo di polimero delle lenti; le lenti ioniche contenenti acido metacrilico attraggono una maggiore quantità di proteine rispetto a quelle prodotte con altri materiali come, per esempio, le lenti non ioniche contenenti n-vinil pirrolidone.7 Il lisozima, in particolare, ha una carica altamente positiva e viene attratto dalla carica negativa di alcuni polimeri. Se da un punto di vista clinico l’attrazione delle proteine sulle lenti a contatto e nel loro interno viene considerato generalmente in modo negativo, un’aggregazione di proteine con proprietà antimicrobica in una lente a contatto potrebbe anche essere un fatto auspicabile. Questa ipotesi è supportata dal livello di carica batterica che si ritrova su lenti usate e non; il numero di batteri Gram negativi in vita sulle lenti usate è inferiore a quello trovato su lenti più nuove e meno utilizzate8. Questo può essere clinicamente un vantaggio, vista la capacità di questi batteri di provocare eventi avversi durante l’uso di lenti a contatto.Poiché il comportamento delle proteine si modifica in seguito alla loro denaturazione, qualunque effetto protettivo delle lenti con depositi proteici può derivare dallo stato delle proteine nel film lacrimale. La denaturazione del lisozima, per esempio, ne riduce sua l’azione battericida9. La congiuntivite papillare è associata alla presenza di proteine denaturate4 così come altre risposte avverse quali la diminuzione del comfort d’uso2 o della visione3.È necessario condurre ulteriori ricerche per comprendere meglio tali effetti.In diversi studi è stata esaminata l’interazione tra le proteine e i differenti polimeri per lenti a contatto. Le lenti in etafilcon mostrano un livello di lisozima relativamente elevato dopo l’uso (1 mg/lente) in confronto a quelle in balafilcon (10 µg/lente) e lotrafilcon (2 µg/lente)10. Il livello di denaturazione varia anche tra tipi di lente con proteine legate a lotrafilcon, balafilcon ed etafilcon misurate rispettivamente in percentuale dell’80%, del 50% e del 22%.

Figura 2a: Lisozima totale su una serie di polimeri per lenti a contattoIn verticale: HEL totale (µg/lente)

Figura 2b: Livelli di lisozima denaturato (minore attività significa maggiori livelli di denaturazione) su una serie di polimeri per lenti a contatto11In verticale: Attività in %

LegendaAA: Acuvue Advance - AO: Acuvue OasysAV2: Acuvue 2 - FND: Focus Night & DayO2: Air Optix - PC: Proclear - PV: PureVision

Suwala et al11 hanno esaminato la quantità di lisozima depositata sulle lenti e il suo grado di denaturazione in un range di polimeri per lenti morbide, e hanno riscontrato che i livelli di attività sono altamente variabili. Anche altri ricercatori hanno riferito che il lisozima si denatura durante l’uso di lenti a contatto morbide.12

Soluzioni per lenti a contatto e proteine Rispetto alle interazioni tra proteine e polimeri per lenti, ci sono relativamente meno evidenze nell’interazione fra proteine e soluzioni. Uno studio condotto in condizioni no-rub (senza strofinamento meccanico delle lenti) ha indicato che con OptiFree Express veniva rimossa una maggiore quantità di proteine rispetto a ReNu MultiPlus o SOLO-care Plus.13 Altri ricercatori hanno esaminato il range di proteine lacrimali prelevato da portatori di lenti a contatto che utilizzavano differenti prodotti per la manutenzione delle lenti.14 La conclusione era che con alcuni prodotti di manutenzione rispetto ad altri il tipo di proteine raccolte tendeva ad essere più simile a quello riscontrato in chi non portava lenti a contatto. Una ricerca più recente ha indicato che OptiFree Express eliminava la maggiore quantità di proteine (in confronto a ReNu Moisture Loc, Complete MoisturePlus e AQuify) e che questi risultati dipendevano dal polimero della lente.15 Anche il range di proteine eliminate variava a seconda del tipo di soluzione e del polimero della lente. Ad oggi sono ancora pochi i dati scientifici a disposizione in merito alla struttura delle proteine nel film lacrimale quando si fa uso di una soluzione per la manutenzione delle lenti. Sono necessari ulteriori studi per capire se le soluzioni modificano la loro capacità di ridurre la denaturazione delle proteine e per valutare la significatività clinica di ogni simile differenza.

Conclusioni Le proteine del film lacrimale hanno un importante ruolo fisiologico. La potenziale denaturazione delle proteine sulla superficie delle lenti o da parte delle soluzioni di manutenzione è associata ad alcune conseguenze avverse nell’uso di lenti a contatto

Una migliore comprensione dell’interazione tra proteine lacrimali, lenti a contatto morbide e soluzioni può portare a definire nuove strategie per ridurre il livello di eventi avversi ed a mantenere o migliorare la attività antimicrobica di difesa propria del film lacrimale

Bibliografia

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Il dr. Philip Morgan è Docente in Optometria e direttore di Eurolens Research presso l’Università di Manchester (UK). Il dr. Curtis Dobson è Ricercatore Senior presso lo stesso ateneo e CEO di Ai2 Limited, una società che si occupa di tecnologie antimicrobiche.

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RISPETTO E CONSIDERAZIONE PER I BISOGNI DELL'INTERLOCUTORE RENDONO I RAPPORTI CON IL CLIENTE E LA COLLABORAZIONE CON LE AZIENDE PIÙ PROFICUI

PER TUTTI

ertamente la chiarezza rende sereni. Essere chiari con noi stessi consente di focalizzare e realizzare progetti, andan-do diritti alla meta. Essere chiari con le persone che amiamo rende i rapporti più intensi e più profondi. Questo non signi-fica “non mentire” perché ognuno di noi ha un proprio spazio sacro da salvaguar-dare, ma significa mettere in comune un intento di complicità, di “essere CON” l'al-tra persona, soprattutto. Essere chiari con i collaboratori rende più fluido e efficace il lavoro insieme e nei rapporti di lavoro

rende i risultati più interessanti e diretti. La cosa peggiore è essere in un trivio. Sapete che al dio Pan non erano dedicati templi o luoghi votivi: tutti i trivi di strade erano a lui consacrati. Essere fermi al centro del bivio-trivio e non sapere quale strada prendere. Essere immobilizzati lì: ecco cosa dà il pan-ico. Occorre trovare il movimento, prendere fiato e via, prendere un nuovo percorso. In una parabola sufi si narra che il mullah Nasruddin stava cercando forsennatamente qualcosa sotto a un lampione: «Cosa fai, Nasruddin?» gli chiede un amico che passa di lì, «Sto cercando le chiavi di casa», risponde il mullah. «Ah bene – dice l'amico – che fortuna averle perse qui, vicino al lampio-ne!», «Ma no – risponde Nasruddin – le ho perse in mezzo al campo, ma le cerco qui perché qui c'è luce!» Sarò breve, cercherò d'essere efficace: cercherò di comuni-care. Perché è importante comunicare!

E non c'è comunicazione che non parta dall'ascolto, dalla sensibilità di capire, di percepire le persone che abbiamo di fronte, vicine, attorno. Un po' di volontà, un pizzico d'istinto, molta attenzione, per captare segnali, piccoli dettagli, sfu-mature dell'espressione, dei gesti, delle tonalità. E così, nell'interazione, si aprono le porte. Un po' di fantasia, un pizzico d'elasticità mentale, molta conoscenza, e così si fanno passare i messaggi in modo costruttivo. Rispetto e considerazione per i bisogni psico-fisico-patologico-biografici dell'interlocutore. Ognuno di noi ha la propria storia, fatta di paure, di speranze, di sogni e illusioni. Basta poco per ac-cogliere la percezione di questi universi preziosi, delicati, singolari, e rispettarli in una comunicazione garbata e attenta. Questa sensazione d’accoglienza, di ascolto, di rispetto e garbo dà piacere, dà benessere, è una coccola rara in questo

BASTA POCO PER ESSERE CHIARI

Cdi Luisa Redaellidirezione comunicazione Vega

MEDITAZIONI

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mondo sempre più alienante. Il filosofo Nietzsche consigliava di diffidare da coloro che vogliono condividere con noi solo i dispiaceri e le negatività, perché questo è male, fa male ed è patologico. È bene scegliere coloro che vogliono condividere con noi la ricerca della gioia, del passo positivo, il sorriso e il sollievo: questo è collaborazione per costruire, andare oltre, crescere. Non vi capita mai di trovarvi di fronte persone che parlano a “macchinetta”, spesso sono i venditori, i santoni vecchio stampo o i giovanissimi invasati che insistono a ripetere la loro solfa, le poche frasi sempre uguali per tutte le stagioni : “guarda le novità”, “fare-mo pubblicità massiccia”, “questi modelli vanno fortissimo, tutti li vogliono (di solito indicano i più orridi del campionario), “é l'anno di questa collezione” e potremmo scrivere un'antologia. Spesso spingono per vendere quantità di cui non abbiamo

bisogno, magari presentandosi senza appuntamento, intavolando discorsi al limite del paradossale, interrompendo il nostro lavoro con prepotenza, senza nemmeno ascoltare ciò che diciamo. Un bravo venditore dovrebbe saper entrare e uscire di scena con classe. Può esserci l'argomento forte che porta alla vendita, può essere il momento giusto per riman-dare l'incontro: l'importante, in entrambi i casi, è lasciare una scia piacevole, un'immagine positiva di sé nell'interlocu-tore. Non sono più i tempi del sarcasmo e della prepotenza, dell'arroganza e della presunzione. Nulla e nessuno è indispensabile! Importante è lasciare un'impressione gradevole, la sensazione di aver offerto un servizio, un prodotto, un contatto utile e positivo. Sarebbe bello se potessimo entrare così in contatto, nel-le mille difficoltà inevitabili e contingenti delle nostre giornate, e incontrare una

persona che non ci assilla, che non ci da problemi in più, che ci alleggerisce col sorriso della sua simpatia. Se il contatto è garbato, compro per simpatia. Tanto comunque so che l’azienda è seria, gli occhiali li venderò, non avrò proble-mi. E ho anch'io fatto un'azione che mi farà ricordare con stima, con rispetto. Pagherò regolare, cercherò di vendere quegli occhiali, così potrò ricomprare da una persona che mi è simpatica e che rispetto, per un'azienda dove quando telefono è un piacere, perché mi rispondono subito gentili voci di donzelle sorridenti, senza lunghe attese con le solite musichette metalliche, senza dover digitare numeri vari per i vari servizi, presentandomi con il mio nome, non il freddissimo “codice cliente”. E porto nella mia vita delle relazioni semplici, chiare, lineari, soddisfacenti. È probabile che sarò anche un po’ più felice.

Lasswell o la comunicazione chiara

chi io

dice cosa ti voglio bene

con quale mezzo a viva voce

a chi te

con quali effetti amore

MEDITAZIONI

Man and woman di Fernando Botero

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MOLATRICE COMPUTERIZZATA 3D

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TUTTE LE NOVITÀ NELLE DISPOSABLE PER GLI ASTIGMATICI

ssi e stabilizzazione della lente erano, fino a poco tempo fa, due grandi ostacoli allo sviluppo dell’utilizzo di lac toriche. Oggi i maggiori produttori e distributori sul mercato italiano si stanno attrezzando per incrementare il business e venire in-contro alle esigenze di centri ottici e utenti finali. Ecco come rispondono alle nostre domande sull’argomento.

GLI OTTICI LAMENTANO AN-CORA UN NUMERO INSUFFI-CIENTE DI ASSI E CHIEDONO MAGGIORE STABILITÀ ALLA LENTE A CONTATTO TORICA: COSA STATE FACENDO IN TAL SENSO?Johnson & Johnson Vision CareAbbiamo fornito delle risposte molto importanti con l’esclusivo sistema di stabi-lizzazione ASD (Accelerated Stabilization Design), che garantisce nuovi standard nella stabilizzazione della lente e, di con-seguenza, un beneficio visibile e tangibile dal portatore, nella vita di tutti i giorni. Il sistema è disponibile in tutta la gamma di lenti astigmatiche Johnson&Johnson: Acuvue Advance for Astigmatism, Acu-vue Oasys for Astigmatism e la nuova 1 Day Acuvue Moist for Astigmatism con tecnologia Lacreon, che è sul mercato da aprile. Un grande lavoro è stato anche compiuto in riferimento al numero di assi e cilindri disponibili: l’attuale range di produzione di Oasys for Astigmatism, infatti, permette la copertura del 92% delle prescrizioni e la nuova 1 Day Moist

for Astigmatism rappresenta la più estesa gamma di produzione della categoria con ben 4 cilindri disponibili che permettono la copertura del 75% delle applicazioni.CoopervisionVantiamo una comprovata esperienza nel campo delle lenti per la correzio-ne dell’astigmatismo con un sistema completo: CooperVision Astigmatic System. Il sistema spazia dalle toriche giornaliere con Frequency 1 Day Toric a Frequency Xcel Toric anche con versione XR (astigmatismi fino a -3.75), a Procle-ar Toric anch’essa con versione XR per alti astigmatismi fino addirittura a -5.75 con assi da 0° a 180° (int.5°), unica lente torica a base di Fosforilcolina in grado di trattenere l’acqua e mantenerla sulla superficie della lente, creando uno scudo alla formazione di depositi e a mantenere costante l’idratazione; sino ad arrivare all’ultima nata Biofinity Toric, il fiore all’occhiello di CooperVision. Biofinity Toric, infatti, coniuga brillantemente la straordinaria e immediata stabilità del design torico all’ultima generazione di silicone hydrogel Aquaform Comfort Science, in grado di produrre una lente torica che non necessita di trattamenti superficiali, agenti umettanti, additivi e rivestimenti per rispondere efficacemente alle esigenze di applicatori e portatori.Ciba VisionDi fronte alla richiesta di maggiore ampiezza della parametria e stabilità della lente a contatto, abbiamo da sempre cercato di dare risposte concrete. Ad

TORICHE, LA NUOVA FRONTIERAÈ DIVENTATA REALTÀ

di Angelo Magri e Francesca Tirozzi

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LENTI A CONTATTO

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esempio, l’anno scorso le lenti giornaliere toriche Focus Dailies All Day Comfort sono state arricchite con 4 nuovi assi, grazie ai quali la copertura dei poten-ziali astigmatici ha raggiunto il 78%. Le lenti Dailies, inoltre, sono le uniche giornaliere sul mercato ad avere poteri positivi, un valido aiuto agli ottici che desiderano poter scegliere quale mo-dalità sia la più adatta al proprio cliente astigmatico. Anche nell’ambito delle lenti mensili in silicone hydrogel, con Air Optix for Astigmatism la parametria è stata progressivamente ampliata fino a raggiungere attualmente una stima di circa il 90% di copertura dei potenziali portatori astigmatici. L’impegno costante di Ciba Vision nel rendere le applicazioni un successo per i propri clienti è osserva-bile anche nello sviluppo delle geometrie delle proprie lenti, basti citare il Precision Balance Design della lente mensile, grazie al quale la lente ha eccezionale stabilità, rotazione e performance dell’applicazio-

ne costanti. La stabilità è comunque un fattore fondamentale anche nella lente giornaliera, la quale è caratterizzata da un assottigliamento della zona inferiore e superiore (stabilizzazione dinamica) per stabilità e comfort. Dal punto di vista di Ciba Vision vi è, quindi, una concreta azione di risposta alle problematiche che in passato rendevano difficoltosa l’ap-plicazione di una lente torica, resa oggi ancor più soddisfacente grazie al livello di comfort offerto dalle proprie lenti sia nella modalità giornaliera sia mensile.bausch + lombQuesto punto di vista degli ottici è assolu-tamente condivisibile. L'astigmatismo non corretto ha un impatto molto significativo sulla qualità della visione, quindi è logico pretendere di avere dei prodotti all'altezza della situazione. Ormai sappiamo che oltre il 90% degli astigmatismi non supera le 2 diottrie di correzione e avere a dispo-sizione un ampio range di assi dà ottime garanzie di correzione. Nella gamma di

lenti disposable Bausch + Lomb, oltre a cilindri fino a 2.75D, ci sono anche tutti gli assi da 0° fino a 180° in intervalli di 10°. Quello che però molti contattologi iniziano a pretendere da una lente torica morbida è soprattutto la sua stabilità dinamica: è inutile avere un numero troppo elevato di parametri se poi le lenti, con gli occhi sempre in movimento tra guida, cellu-lare, navigatore, I-pod e quant'altro, si ristabilizzano troppo lentamente. Secondo una recente ricerca l'84% di chi porta lenti toriche morbide lamenta una visione fluttuante. A tutto questo Bausch + Lomb risponde con la sua tecnologia costrutti-va Lo-Torque Design con cui realizza le due famiglie di lenti SofLens Toric e PureVision Toric. Ieri si ragionava solo in termini di "orientamento iniziale" di una lente torica, ma oggi si parla di "stabilità rotazionale": una lente torica morbida da un punto di vista fisiologico deve ave-re una sua dinamica sull'occhio, ma deve poi riprendere la sua posizione iniziale nel minor tempo possibile. Il Lo-Torque Design delle lenti toriche disposable B+L è stato testato scientificamente verso altre geometrie costruttive e si è proprio dimo-strato come il sistema più valido per far riorientare correttamente le lenti toriche sugli occhi, riducendo significativamente quelle fastidiose fluttuazioni visive che di-sturbano i pazienti astigmatici corretti con lenti a contatto.sauflonFin dalla nascita del proprio reparto di Ricerca e Sviluppo, abbiamo dedicato la

Sky soft toric a sostituzione mensile per la correzione delle ametropie sferie/astigmatiche è disponibile in cil. 0,75/1,25/1,75 tutti gli assi con step di 10°; lente customizzata a ricambio trimestrale (gamma di potere sf. +/- 13,00 cil. – 0,75/-1,25/-1,75/-2,25/2,50 su tutti gli assi step di 10°); lente customiz-zata convenzionale (gamma di potere sf. +/- 20,00 cil. qualsiasi su tutti gli assi step di 10°).

Schalcon

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massima attenzione alla progettazione di materiali di costruzione delle lenti più confortevoli e vicini alla fisiologia ocu-lare per garantire, innanzitutto, la salute e il benessere del portatore. Soddisfatta questa priorità e determinato il materiale più idoneo, lo sviluppo di geometrie e parametrie necessarie a soddisfare le esigenze di un maggior numero di porta-tori diventa lo step successivo di Sauflon, che ha individuato nella tecnologia AquAtract e nel polimero delle lenti Bioclear Toric il materiale più salutare e di migliori prestazioni per i portatori astigmatici e ora sta dedicando i propri sforzi a estendere il range applicativo per offrire l’opportunità a più portatori di beneficiare dei vantaggi delle proprie lenti.SchalconAbbiamo in catalogo 3 tipologie di prodotto che soddisfano pienamente le esigenze dell’ottico (vedi box nella pagi-na precedente).

SolekoLa nostra gamma di produzione del-le lenti toriche morbide risulta tra le più complete sul mercato, il prodotto di punta è la lente di pura prescrizione Sigma torica, lente a ricambio annuale costruita con il tornio DAC a due assi con tecnolo-gia Oscileting Tool: disponibile con cilin-dri fino a -8,00 e in tutti gli assi con step

di 1°, associata ai nuovi materiali SGF al fluoro, riesce a soddisfare le esigenze dei migliori ottici optometristi. Tra i prodotti to-rici offriamo, inoltre, sistemi di stabilizza-zione sia dinamici sia prismatici: in base all’apertura palpebrale e alla natura dell’astigmatismo i nostri prodotti sono in grado di risolvere la maggior parte delle problematiche legate all’applicazione di una lac torica morbida.

QUALI SONO I PRINCIPALI VAN-TAGGI PER L’OTTICO DERIVAN-TI DA UNA LAC PER ASTIGMA-TICI?Johnson & Johnson Vision CareLa lente a contatto astigmatica, insieme alla disponibilità dei nuovi materiali silicone hydrogel, rappresenta per il professionista il modo per rafforzare la fidelizzazione del cliente e la riduzione del fenomeno del drop-out, fenomeno che

LENTI A CONTATTO

È una nuova lente nel segmento giornaliero astigmatico che garantisce una visione chiara e stabile grazie al sistema di stabilizzazione ASD (Accelerated Stabilization Design), unita all’ec-

cezionale comfort lunga durata derivante dalla tecnologia Lacreon. Il sistema di stabilizzazione ASD permette una grande velocità di allineamento all’ap-plicazione, maggiore stabilità anche nelle posizioni di sguardo più estreme (ad esempio, le attività sportive), con grandi vantaggi per l’applicatore e per il cliente finale. La gamma di produzione è la più estesa della categoria (4 cilindri) e permette l’applicazione nel 75% delle prescrizioni astigmatiche.

1 Day Acuvue Moist for Astigmatism - JJVC

C’è chi delle toriche disposa-ble ne ha fatto il fiore all’occhiello. Dopo il lancio della Safe-Gel 1 day Toric, la lente per astigmatici giornaliera, Safilens punta, infatti, alla Safe-Gel 7 Days Toric, alternativa alle attuali lenti a contatto disponibili per la correzione dell'astigmatismo.

«Dopo le toriche giornaliere, abbiamo pensato di realizzare delle lenti a contatto per astigmatici a ricambio settimanale – spiega Alessandro Filippo, uno dei soci dell’azienda friulana (nella foto, la sede) – Si tratta di un’esclusiva Safilens: infatti, oltre al segmento delle giornaliere, delle quindicinali, delle mensili e delle annuali, non esistevano ancora sul mercato delle lac con un ricambio di questo tipo». Al consumatore finale Safe-Gel 7 Days Toric porta numerosi vantaggi. «Innanzitutto una miglior prestazione della lente che mantiene il principio dell’acido ialuronico, una maggior igiene e un comfort superiore dato dalla forma anatomica degli slab-off, gli assottigliamenti superiori e inferiori in gra-do di permettere, nel contempo, un rapido e costante posizionamento dell’as-se – specifica Filippo – rimanendo perfettamente idratata e pulita». A ciò si aggiunge un notevole risparmio a livello economico. Infatti Safe-Gel 7 Days Toric permette al consumatore di risparmiare un terzo rispetto all’acquisto di una lente giornaliera. «In futuro insisteremo molto su questo segmento che, a nostro avviso, potrebbe sostituire tutti gli altri – conclude Filippo – La nostra ricerca comunque non si arresta e dopo l’acido ialuronico ci saranno numero-se novità, soprattutto inerenti allo studio dei rapporti tra i materiali dal punto di vista plastico e i sostituti lacrimali».

Safilens, ora il ricambio èanche settimanale

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conosciamo essere strettamente legato al comfort e alla sensazione di secchezza oculare e non ultimo alla qualità visiva. I portatori astigmatici non perfettamente corretti sono quelli che in un periodo estremamente breve escono dalla cate-goria: i nostri sforzi sono quelli di fornire prodotti altamente performanti e aiutare i professionisti con programmi di formazio-ne dedicati. coopervisionL’applicazione di lenti toriche per un ottico significa riconoscimento della propria professionalità, fidelizzazione dei portatori che grazie a una visione più nitida e definita si sentono seguiti e “coccolati” dal proprio professionista e, non ultimo, margini più alti derivanti da una lente a contatto con tecnologia e design più avanzati e complessi.ciba VisionTra i vantaggi che un ottico può trarre dall’applicazione di una lente torica con performance elevate vi è in primo luogo la soddisfazione del proprio cliente, sia nei termini di visione nitida e costante sia per quanto concerne il comfort. Un cliente soddisfatto comporta un effetto sulla fedeltà del consumatore al proprio ottico. Inoltre, indossare una lente confortevole e adatta alle proprie esigenze visive può agire sul drop out, poiché aumenta la pro-babilità che il portatore continui a utilizza-re con soddisfazione le proprie lenti e non decida di smettere, con conseguente pro-fittabilità a lungo termine per il punto ven-dita. L’ottico può inoltre sfruttare il trend

positivo di questo segmento che presenta una crescita quasi doppia rispetto al mer-cato totale delle lenti (+13,3% vs +7,5% nel 2009): non a caso il trend è sostenuto dalle giornaliere (+35,9% vs 2008) e dal silicone hydrogel (+26,9% vs 2008), segmenti in cui siamo presenti e contribuiamo con le lenti giornaliere Focus Dailies All Day Comfort e mensili Air Optix for Astigmatism.A supporto dell'attenzione rivolta al seg-mento, Ciba Vision ha introdotto un nuovo corso di approfondimento e alcuni corsi monografici per gli specialisti di settore presso la propria Academy for Eyecare Excellence sui temi inerenti le lenti toriche e multifocali.

bausch + lombSoprattutto l'opportunità di poter offrire ai propri pazienti sempre qualcosa di nuovo e in grado di poter soddisfare i loro diversi stili di vita con cui le lenti a contatto si trovano a convivere ogni giorno. Questo ha anche l'effetto di far apparire il contattologo agli occhi dei consumatori come una figura sempre più professionale e in grado di dare risposte alle loro esigenze: il modo migliore per fidelizzare gli utilizzatori di lenti a contat-to, da sempre molto sensibili alle novità tecnologiche. Infine, grazie alle nuove tecnologie come il Lo-Torque Design B+L, i tempi di un'applicazione di successo di

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La sola lente a contatto torica in materiale biocompatibile, con tecnologia AquAtract, a geometria asferica disponibile esclu-sivamente per i professionisti dell’ottica. Lo speciale additivo biomimentico, AcquAtract, esalta la biocompatibilità della lente e attribuisce alle Bioclear una forte proprietà aggregativa nei confronti dell’acqua permettendo di trattenere l’idratazione della superficie più a lungo. Inoltre il bordo estremamente sottile, determinato dalla lavorazione AET, e la superficie particolarmente levigata della lente procurano al por-tatore sostanziali benefici in termini di comfort: migliore sensazione oculare e ridotta dipendenza dall’uso di gocce umettanti. Infine l’orientamento della lente risulta stabile e veloce: la lente si posiziona facilmente e assume velo-cemente la corretta posizione e la mantiene nel tempo garantendo stabilità e acuità della visione.

Bioclear Toric - Sauflon

Le lenti mensili Air Optix for Astigmatism, grazie all’esclusiva geometria Precision Balance 8/4 e al materiale in cui sono costruite, il silicone hydrogel, che lascia passare attraverso la lente un’elevata quantità di ossigeno, offrono una visione chiara, complessivamente migliore e in modo più costante; un maggiore comfort a fine giornata, meno secchezza oculare e occhi dall’aspetto sano. Per coloro che non vogliono sentirsi vincolati dalla manutenzione quotidiana e desidera-no una lente nuova e fresca ogni giorno, Ciba Vision ha realizzato le Focus Dailies All Day Comfort Toric, le prime lenti a contatto giornaliere sviluppate per la correzione dell’astigmatismo e dotate di un’ampia parametria, in grado quindi di coprire la maggior parte delle esigenze di correzione degli astigmatici. Le lenti Focus Dailies All Day Comfort Toric sono dotate del sistema Aqua Comfort, un agente umettante che viene rilasciato dalla lente a ogni ammiccamento, per un comfort che dura tutto il giorno.

Air Optix e Focus Dailies - Ciba Vision

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una lente a contatto torica morbida oggi possono essere molto ridotti: i contattologi possono così proporre con fiducia le tori-che a tutti quegli astigmatici che ancora non le portano. Si stima che un buon 45% dei portatori abituali di lenti a contatto sia astigmatico e che di questi solo il 28% porti lenti a contatto toriche. Quindi c'è veramente ancora tanto da fare.SauflonDa sempre la lente a contatto torica rappresenta dal punto di vista tecnico e commerciale un’arma strategica nella fidelizzazione del cliente al proprio punto vendita. Al di là dei vantaggi evidenti che derivano per un portatore dall’ado-zione di una lente rispetto all’occhiale (si evitano inconvenienti come l’appan-namento della lente, la visione laterale limitata, ecc), uno dei maggiori motivi di legame tra il portatore astigmatico e il proprio ottico è l’elevata professionalità richiesta nell’applicazione di una lente a contatto torica. SchalconRisolvere le problematiche di correzione del visus dei portatori astigmatici donan-do il comfort di una visione nitida e sta-bile, aumentando il campo visivo con un angolo maggiore rispetto alla correzione con l’occhiale.SolekoI vantaggi sono a nostro avviso di natura tecnico-professionale, un buon applica-tore di lenti morbide toriche si differenzia e, di conseguenza, riesce a fidelizzare la propria clientela.

COME CONTATE DI SENSIBILIZ-ZARE IL CONSUMATORE FINALE SU QUESTO TIPO DI PRODOTTO?

Johnson & Johnson Vision CareLa prima sensibilizzazione è quella di far conoscere al portatore finale la possibilità di compensare anche l’astigmatismo: nel 2005 abbiamo lanciato una nuova forma di comunicazione anche sul packaging del prodotto in cui si indica che il prodotto è dedicato ai portatori astigmatici “for Astigmatism” e non più “Toric”, come erano definite fino a quel momento. Riteniamo inoltre che vi debba essere una

grande visibilità del prodotto nei punti vendita, che vengano attivati momenti di trial dedicati alla prova dei nuovi prodotti e delle nuove tecnologie, campagne infor-mative e pubblicitarie anche utilizzando i nuovi media come internet volti a creare un interesse e spingere il potenziale porta-tore alla prova del prodotto.CoopervisionLa filosofia di CooperVision è da sempre quella di lavorare in stretta sinergia con gli ottici professionisti. Quindi, anche nel caso di lenti per astigmatismo siamo convinti che il miglior veicolo pubblicita-rio sia dato dalla qualità intrinseca delle

LENTI A CONTATTO

Sigma Torica è una lente annuale tornita al 38%/49%/59% di idrofilia: rb e diametro tutti, poteri da +20.00 a -20.00, cilindro fino a -8.00, tutti gli assi.Sl38 Torica e St3 sono, rispettivamente, una lente annuale e trimestrale semistampata al 43% di idrofilia: rb 8.60, diametro 14.2, poteri da +10.00 a -12.00, cilindri -0.75/-1.25/-2.00/-2.75/-3.50, tutti gli assi.T1 è una lente mensile stampata al 45% di idrofilia: rb 8.60, dia-metro 14.0, poteri da 0.00 a -6.00, cilindri -0.75/-1.25/-1.75/-2.25, assi 180/10/80/90/100/160/170.

Soleko

All’inizio del 2009 B+L lanciato le SofLens daily disposable Toric for Astigmatism, cioè lenti monouso giornaliere fatte apposta per correggere l’astigmatismo, un difetto visivo che deve essere corretto con lenti a contatto specifiche, così come accade nelle lenti oftalmiche, per avere una buo-na qualità visiva. Con le SofLens daily disposable Toric for Astigmatism, Bausch + Lomb vuole offrire un’opportunità per far decidere gli astigma-tici a indossare le lenti a contatto. In questo prodotto vengono associate l’esperienza scientifica di Bausch + Lomb e il design delle sue lenti mensili alla praticità di utilizzo delle lenti giornaliere monouso. Le SofLens daily di-sposable Toric for Astigmatism, grazie a una geometrica asferica all’avan-guardia, offrono inoltre una visione eccezionale in tutte le condizioni di luce. Oltre alle performance visive, Bausch + Lomb ha introdotto anche la tecnologia ComfortMoist per offrire anche agli astigma-tici un comfort per tutto il giorno.

SofLens daily disposable Toric forAstigmatism - Bausch + Lomb

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nostre lenti toriche e dalla professionalità applicativa degli ottici. Infatti, ancor più di una lente sferica, le lenti per astigmati-smo hanno necessità di essere applicate e controllate da professionisti, in grado di verificare oltre al corretto posizionamento della lente anche l’utilizzo del corretto materiale con cui è realizzata la lente che deve garantire il miglior rispetto della fisiologia oculare del portatore.ciba VisionDa alcuni anni investiamo in comunica-zione diretta all’aumento della conoscen-za delle lenti a contatto tra coloro che hanno un difetto visivo, con l’obiettivo di incrementare in generale la categoria e, quindi, il numero di portatori di lenti a contatto. Ciba Vision ritiene che la miglio-re forma di comunicazione ai consumatori possa avvenire attraverso i suoi due pro-dotti principali nel segmento in grado di offrire comfort, nitidezza visiva e praticità e capaci di rispondere a esigenze diverse poiché appartenenti a due modalità differenti. All’interno di questa logica di comunicazione rivolta direttamente agli astigmatici, Ciba Vision ha sviluppato un progetto pilota sulle due città di Roma e Milano. Ha rafforzato gli effetti della co-municazione al consumatore investendo anche in una forte campagna stampa sui principali quotidiani free press delle due città. Visitando un sito apposito, tutti gli astigmatici potranno scaricare un buono sconto per l’acquisto delle due tipologie di lenti realizzate specificatamente per loro dall’azienda. L’offerta promozionale

Il comfort, la geometria e alcuni suggerimenti sull’applicazione: tutti i segreti della nuova lente silicone-hydrogel per astigmatici di CooperVision

Per sviluppare la propria lente torica in silicone hydrogel CooperVision ha coniugato il nuovo materiale Silicone Hydrogel Aquaform, utilizzato con successo nelle lenti Biofinity, e la sua brevettata geometria torica. «L’alto livello di comfort e la permea-bilità all’ossigeno di Biofinity Toric sono dati dalla nuova tecnologia Aquaform, che non necessita di alcun trattamento superficiale né di agenti umettanti interni – spie-ga Daniela Poletti, marketing manager di CooperVision Italia - Ciò è stato possibile grazie all’uso di lunghe catene siliconiche in un materiale reso altamente idrofilo. Il materiale di Biofinity Toric, Aquaform, presenta un basso modulo di elasticità, una proprietà di fondamentale importanza per il benessere oculare. La lente a contatto e la palpebra superiore creano un’interazione dinamica in cui la palpebra conti-nua a scivolare sulla superficie della lente. Qualsiasi resistenza opposta a questo movimento diminuisce il comfort generale. Tale resistenza è misurata in base al coefficiente di frizione, che in Biofinity Toric è particolarmente basso, a vantaggio del comfort complessivo».Un’ulteriore proprietà, anch’essa di notevole importanza e spesso trascurata, è il bordo. «La gamma Biofinity vanta un bordo ben arrotondato e in posizione legger-mente posteriore rispetto al centro – sottolinea Sabrina Lotto, professional service manager della filiale italiana di CooperVision - Per valutare la performance di una lente a contatto sull’occhio è necessario considerare, oltre alla bagnabilità, anche altri fattori: ad esempio il tempo che intercorre tra un ammiccamento e l’altro e l’inte-razione materiale-film lacrimale».La geometria di Biofinity Toric include un profilo di spessore della sezione orizzonta-le ISO per evitare incoerenze nei valori dello spessore mantenendoli costanti nell’in-tera zona del prisma. Durante l’ammiccamento, la palpebra superiore del portatore scorre lungo la superficie della lente. Se lo spessore cambia, la palpebra superiore non si muove in maniera riproducibile e provoca la rotazione della lente e, quindi, il decentramento. Tale effetto rotazionale spinge la lente fuori asse con relativa perdita di visione. «Questa interazione tra lente e palpebra è la caratteristica chiave della geometria di Biofinity Toric. Inoltre, per potenziare ulteriormente la visione, la geo-metria presenta adesso una zona ottica più ampia», ricorda Daniela Poletti.Per applicare Biofinity Toric occorre determinare RX occhiali e la miglior visione con sfero/cilindro/asse; e procedere poi alla determinazione del potere da lac con eventuale aggiustamento apice corneale. «Questa è un’operazione molto impor-tante, soprattutto per prescrizioni superiori a -4.00D – spiega Sabrina Lotto - Le prescrizioni medio-alte devono essere trasposte con cura poiché, molto spesso, è necessario ridurre il potere cilindrico. Un valore di -6.50/-1.25 x 180 con distanza al vertice posteriore corretta potrebbe avere un potere cilindrico di solo -0.75D. Occorre quindi misurare i valori cheratometrici, applicare la lac, attendere l’assestamento, verificare movimento e orientamento e, se adeguati, procedere all’ordine delle lac definitive».Biofinity Toric ha una curva base di 8.7 e diametro di 14.5 mm. La gamma poteri è da +8.00 a -10.00D, int. 0.50 dopo +/- 6.00D, con poteri cilindrici -0.75, -1.25, -1.75, -2.25 assi da 0° a 180°, int. 10°.

Biofinity Toric, l’equilibrio perfetto

Da sinistra: Daniela Poletti e Sabrina Lotto

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lenti a contatto

permette il direzionamento dei consuma-tori verso i punti vendita aderenti, presso i quali sarà possibile effettuare la prova, parlare con il professionista avvicinandosi alle lenti toriche e il buono sconto diventa così l’incentivo per il primo acquisto, soprattutto per i nuovi portatori. Bausch + LombPer questo tipo di prodotto tecnologico Bausch + Lomb si orienta soprattutto a una comunicazione mediata dal contattologo, la cui prestazione professionale anche in questo tipo di applicazione è comunque rilevante. Quindi le diverse campagne saranno nel punto vendita e comprendono anche del materiale tecnico-informativo che il contattologo può usare per illustrare meglio i benefici di questi prodotti.SauflonDa oltre 25 anni Sauflon, in linea con la propria politica dedicata alla tutela della professionalità dell’ottico, fa opera d'informazione principalmente sul canale di vendita e non sul consumatore finale. Questo perché ritiene che sia fondamen-tale sensibilizzare prima di tutto l’ottico sui vantaggi della lente torica, per poi ot-tenere di riflesso un riscontro positivo e di concreto interesse da parte del portatore.SchalconPrincipalmente con la comunicazione, inoltre sollecitiamo l’ottico a far provare il prodotto con dei campioni.SolekoAttraverso l’ottico optometrista, aggior-nandolo sia dal punto di vista tecnico sia da quello applicativo sui nostri prodotti. Offriamo, inoltre, una continua assisten-za tecnica dai nostri uffici di Roma e Milano, dove in ogni momento i nostri tecnici sono in grado di dare preziosi suggerimenti e affiancare l’ottico opto-metrista nell’applicazione.

Quello degli astigmatici è un “popolo”, per cui trovare le soluzioni adatte nella contatto-logia significa soddisfare un elevato numero di portatori e, di conseguenza, incrementare il traffico nei centri ottici. «A oggi ci lavoria-mo molto con le mensili, ma si sta aprendo anche la strada delle lenti con un ricambio più frequente, fino alle giornaliere», spie-ga Luigi Recalcati (a destra) di Marziali e Farneti, Bergamo. Uno dei problemi, tuttavia, rimane l’offerta di assi e poteri. «Stanno co-munque rivelandosi all’altezza anche nelle giornaliere, come dimostra, ad esempio, la lente a contatto di Johnson & Johnson, che propone una gamma di 12 assi contro i 4-6 assi mediamente delle altre, a fronte dei 19-20 assi che correggono in maniera ottimale l’astigmatismo, generalmente già disponibili nelle toriche mensili e quindicinali».«Il numero insufficiente degli assi non è universale – conferma Daniele Petrini (sotto), titolare di VisionOptika, Roma – Si può, infatti, scegliere sul mercato fra diverse modalità di ricambio, quindicinale o mensile, che attualmente coprono completamente questa esigenza, ma sono sicuro che in futuro il problema verrà superato anche per le toriche giornaliere». Per Petrini la difficoltà principale riguarda, invece, il potere diottrico del cilin-dro. «Applicare oggi una lente a contatto non rappresenta più un problema in un’amplissima percentuale di casi – specifica l’optometrista romano – Là dove si dovesse presentare un limite sarà compito dell’ottico optometrista proporre al paziente una lente torica su misura».

Un altro limite delle toriche riguarda la stabilizza-zione della lente, pure questo tuttavia in fase di ri-soluzione. «Sempre la giornaliera di JJVC si rivela stabile anche muovendo il capo», dice Recalcati, che ricorda come un materiale adatto a garantire il massimo comfort per l’intera giornata sia una delle priorità del consumatore finale, a differenza del prezzo. «Quest’ultimo passa in secondo piano a fronte di un prodotto e di un servizio all’altezza delle esigenze del portatore», afferma il contatto-logo bergamasco.

Assi e stabilità, anche le dailysi rinnovano

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