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B e r l i n o Il Leone free lance La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi” Anno XII n° 7 Aprile-Maggio 2018

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B e r l i n o

Il Leone free lance

La Voce del Leone I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi”

Anno XII n° 7 Aprile-Maggio 2018

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IN QUESTO NUMERO: 5-7 Dieci cose da vedere 3 I 20 anni di Liberi di Scrivere

2 Editoriale 14-15 Il gioiello di Federico il Grande 16-17 La Berlino più nascosta

8 La porta di Brandeburgo 9-10 Il Reichstag

18-20 Storia della Prussia 21-22 Berlino dal 1920 al 1945

23-24 Le Olimpiadi del 193625 La strage del mercatino di Natale

11 Aleksanderplatz12-13 Il Muro di Berlino

26 Il Festival di Berlino 27 I Caffè Scientifici del “Roncalli”29-31 “Gli studenti scrivono per il Leone”

BerlinoBerlino

La Voce del Leone

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Anno XII n°7 Aprile-Maggio 2018 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

Le nostre rubriche: 27 “ARTE SENZA “PIPPONI” a cura di Pietro Vezzaro 32 L'Angolo della Poesia a cura della Redazione

Copertina a cura di Tommy Laurino

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Editoriale

Siamo arrivati all'ultimo numero di quest'anno pieno di novità e di cambiamenti e fra pochi giorni l'estate e la voglia di vacanza ci riempiranno la mente e il cuore. Il Leone prima di congedarsi,momentaneamente,vi propone un viaggio a Berlino,una città piena di sorprese,di suggestioni,di contraddizioni ed anche di mistero. Questa metropoli offre, a differenza di altre, una quantità di aspetti e di anime diverse che la rendono adatta a qualsiasi esigenza del visitatore. Non sto parlando soltanto del costo della vita,per altro accora accettabile,bensì ,e soprattutto, della sua vasta offerta culturale che la rende una città mai noiosa. Infatti a Berlino ci sono 180 musei,1700 ponti e un numero incredibile di opportunità per trascorrere piacevolmente qualche ora. Si va dai concerti di musica (jazz,tecno,classica,metal...), ad eventi di varia natura e a locali pubblici aperti fino a tarda notte, per finire ai cimiteri cittadini;sono più di 200...Oddio!! Forse quest'ultima annotazione vi ha disturbato un poco,ma non vi dovete meravigliare perché Berlino ha sempre avuto con la “morte” un rapporto “speciale”!Uno dei luoghi più visitati è infatti il Memoriale dell'Olocausto,un monumento singolare edificato per ricordare gli ebrei d'Europa assassinati. Si trova in pieno centro,di fronte alla Porta di Brandeburgo, e ricorda con i suoi 2711 blocchi di cemento grigio una delle cose più atroci fatte dal Nazismo.Berlino è anche questo! D'altra parte la divisione della città in due parti,est ed ovest,ha caratterizzato gli anni difficili della Guerra Fredda. Di tale divisione rimangono ancora tracce vistose,il Muro, ed altre meno appariscenti,le case e i palazzi della parte orientale quasi opprimenti nella loro architettura. Ciò che rimane della Repubblica Democratica Tedesca è ancora palesato dai quartieri orientali ,assai più cupi di quelli occidentali. Checkpoint Charlie,poi,nonostante sia una meta turistica tra le più visitate, ricorda tristemente la travagliata storia dei berlinesi segregati nella loro “porzione di città” quasi fossero “detenuti agli arresti domiciliari”!Berlino,però, ha anche una dimensione misteriosa rappresentata da luoghi abbandonati e cupi come,per esempio,la Belitz Huilstatten il lazzeretto che durante i due conflitti mondiali fu convertito in ospedale. Oggi la struttura,in gran parte fatiscente,appare mutilata da atti di vandalismo che l'hanno resa un luogo spettrale. Oltre ai muri scrostati e alle finestre divelte,sulle pareti rimangono strani simboli esoterici. Non c'è da meravigliarsi, quindi, che qui abbiano avuto luogo due omicidi efferati. Il primo risale al 1991 e fu opera di un serial killer conosciuto come “la bestia di Belitz” e il secondo,avvenuto nel 2008,ha avuto come protagonista un fotografo amatoriale il quale ha ucciso nella sala di Chirurgia la sua modella conosciuta sui social. Per finire sembra che la Belitz Huilstatten sia infestata dai fantasmi che si manifestano talvolta con spaventose aperture e chiusure di finestre accompagnate da improvvisi cali della temperatura (fino a zero gradi!).Insomma,Berlino è una città da vedere e da capire,perché molteplici sono le sue caratteristiche.Sono certa che sfogliando il giornale troverete più di un motivo per programmare un soggiorno in questa capitale. Adesso vi auguro delle buone vacanze dandovi l'appuntamento a Settembre.

BUONA LETTURA!

Patrizia Davini

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Un successo lungo vent'anni

“Liberi di scrivere”, il progetto letterario dell'Istituto Roncalli rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio, compresa la sezione della scuola carceraria di Ranza, è, con la presente, giunto alla sua XX edizione.Si tratta indubbiamente di un traguardo importante, una longevità che attraversa e in qualche misura rappresenta la storia del Roncalli, con le sue trasformazioni e le sue vicissitudini, ma che testimonia anche dei mutamenti nell'immaginario e nelle culture delle giovani generazioni.“Liberi di scrivere” infatti vuole essere uno “spazio bianco” aperto all'espressione libera degli studenti, cioè un'occasione in cui i giovani partecipanti possono in piena autonomia dare voce e corpo ai loro pensieri, ai loro segreti, alle loro speranze, in una parola a quella creatività e tensione espressiva che la scuola a volte trascura o fatica a riconoscere.Nel corso di questi venti anni, l'esperienza letteraria di “Liberi di scrivere” ha visto emergere personalità di rilievo, voci, giovani certo, ma potenti e autentiche: tutte queste esperienze sono raccolte nelle plaquettes che accompagnano e conservano traccia delle varie edizioni. E' stata poi accompagnata dall'interessamento partecipe, dalla presenza amichevole di poeti come Mario Luzi, venuto in più di un'occasione a presenziare alla cerimonia di premiazione, oppure come Caterina Trombetti e Maria Teresa Scibona od ancora Paolo Maccari; tutte personalità che hanno sempre saputo dare ai ragazzi parole di incoraggiamento, invitandoli a perseguire con coerenza nella scrittura.Quest'anno, per festeggiare adeguatamente il traguardo dei vent'anni, oltre alla consueta cerimonia di premiazione, che si terrà il 6 giugno, si sono organizzati due momenti speciali, aperti al pubblico, al territorio, che vogliono entrambi sottolineare l'importanza della parola poetica. In particolare, la manifestazione si aprirà il 4 giugno con una lezione di Alessandro Fo dal titolo “Pierluigi Cappello: appunti e testimonianze”; a seguire, il 5 giugno, un reading a cura di Alessandro Bianchi (Empatheatre) per ripercorrere, attraverso una selezione dei testi pubblicati, la storia e i momenti più significativi di questi venti anni. In contemporanea a tali iniziative, sarà allestita una mostra delle opere pittoriche degli studenti della scuola carceraria di Ranza, che hanno scelto cioè la forma artistica come linguaggio espressivo.Siamo più che mai convinti dell'importanza di “Liberi di scrivere” all'interno della scuola; soprattutto riteniamo che possa e debba continuare ad esercitare il suo ruolo di “ascolto” e di indagine delle esperienze di scrittura (e non solo) dei giovani.

Prof.ssa Claudia Corti

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L'Orso e il Leone

Divisi a Berlino

Genni Nebiu

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Tutto ciò che non si può non vedere a Berlino

La Porta di BrandeburgoÈ il monumento più famoso di Berlino ed è conosciuto in tutto il Mondo come simbolo della città stessa. È una porta in stile neoclassico. Si trova sul lato occidentale del Pariser Platz, nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarten. Durante la Guerra Fredda si trovava a Berlino Est vicino al muro che divise Berlino dal 1961 al 1989. La costruzione e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale e restaurate tra il 1956 ed il 1958. I resti del Muro di Berlino e dei vari

sbarramenti nelle vicinanze della porta vennero a mano a mano completamente demoliti.

Postsdamer Platz Nel quartiere Tiergarten si trova il Potsdamer Platz ed è una delle piazze più importanti di Berlino. È il simbolo della Nuova Berlino e costituisce il cuore della metropoli. La piazza è costituita da tre aree: la Daimler City, centro multifunzionale formato da 19 palazzi adibiti ad uffici, abitazioni e centri di intrattenimento. All'interno dell'area di Daimler Chrysler si trova un pezzo del Muro di Berlino, abbattuto nel 1989, con numerose didascalie e foto che testimoniano la travagliata e spesso tragica storia della città. Il Sony Center è un complesso di edifici strutturato in forma triangolare costruiti prevalentemente da vetro ed acciaio.

Checkpoint CharlieIl punto di non ritorno del blocco Sovietico, il confine tra est e ovest dove i cecchini posizionati per avere una visuale totale, avevano l'ordine di sparare su eventuali attraversamenti da parte dei tedeschi della Berlino Est. Una descrizione perfetta del clima di Guerra Fredda tra USA e URSS.

Il memoriale dell'Olocausto Si può visitare tutti i giorni dalle 10 alle 20 ed è uno dei memoriali più significativi dedicati all'olocausto. 2711 blocchi di marmo da attraversare a piedi, posti in maniera ondulata su una superficie in modo da creare l'effetto claustrofobico. Uno dei monumenti più impressionanti del mondo ad opera di Peter Eisenman.

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Hamburger Bahnhof

Per gli amanti di Andy Wharlor, Licthstein, Kriefer e tanti altri è una tappa obbligatoria. Hamburger Bahnof nato dalle ceneri di una stazione ferroviaria del 1800 è diventato uno dei musei di arte contemporanea più famosi del Mondo.

Il verde di Tiergarten Se vuoi rilassarti e godere di un po' di verde in una città completamente fatta di cemento dagli spazi enormi, Tiergarten è il luogo ideale per respirare un po' d'aria sana immersi nella natura. 210 ettari di natura e verde incontaminato lontani dal caos della città ti doneranno pace e relax. Berliner Fernsehturm Berliner Fernsehturm è l'ideale per chi adora osservare le città dall'alto, infatti è una torre di 368 metri da dove si può ammirare il panorama di tutta Berlino. Ospita anche i media nazionali, infatti è chiamata la Torre della Televisione, e si trova all'entrata della città.

Reichstag: il Parlamento Federale Tedesco

Reichstag è il Parlamento Federale Tedesco dal 1999 e anche qui si può ammirare uno splendido panorama su tutta Berlino, basta salire sulla cupola di vetro predisposta sulla parte superiore della struttura, progettata dall'architetto inglese Norman Foster. Il palazzo del Reichstag di Berlino fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco. Fu inaugurato nel 1894 e tornò ad essere la sede del parlamento tedesco nel 1999. L'attuale parlamento tedesco si chiama Bundestag. Il Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro Romano Impero e cessò di esistere negli anni della Germania Nazista (1933-1945). Nell'uso odierno, il termine tedesco Reichstag si riferisce ,quindi, principalmente all'edificio.

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Duomo di Berlino Il Duomo di Berlino, completato nel 1905, è il più grande luogo di culto protestante della città, nonché luogo di sepoltura della famiglia reale prussiana degli Hohenzollern.

Questo meraviglioso monumento, pomposo richiama al Rinascimento italiano, ha unito per secoli la corte prussiana degli Hohenzollern al protestantesimo tedesco ed è stato più volte rimaneggiato, a partire dal Medioevo.

Dove oggi sorge il Duomo, infatti, già dal 1465 esisteva una cappella di Corte. La costruzione del Duomo iniziò invece nel 1747 e fu completata nel

1905 sotto il Kaiser Guglielmo II.

Gravemente danneggiato durante la guerra, l’edificio rimase chiuso durante gli anni della Repubblica Democratica e fu riaperto solo nel 1993, a seguito dei restauri.

Zoologischer Garten BerlinIl Zoologischer Garten Berlin (giardino zoologico di Berlino) è insieme al Tierpark Berlin uno dei due giardini zoologici di Berlino.

È uno dei più grandi zoo della Germania e anche dei più forniti, in termini di specie animali, del Mondo. Si trova al limite occidentale del quartiere Tiergarten, nelle vicinanze del Kurfürstendamm e della stazione ferroviaria Zoologischer Garten.

Adiacente allo zoo vi è il grande parco del Tiergarten. Anche all'interno dello zoo ci sono molti giardini e piccoli laghetti.

Nel dicembre 2006, nel parco è nato l'orso polare Knut, rapidamente diventato una delle maggiori attrazioni dello zoo berlinese.

Elena Ferrara

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La Porta di BranderburgoLa Porta di Brandeburgo è una porta in stile neoclassico. Si trova sul lato occidentale del Pariser Platz, nel quartiere di Mitte al confine con il quartiere del Tiergarten. Essa costituisce il punto finale occidentale del viale Unter den Linden presso la Pariser Platz ed è il monumento più famoso di Berlino,conosciuto in tutto il Mondo e simbolo della città .

Aperta al traffico il 6 agosto del 1791, la porta venne costruita a partire dal 1788 da Carl Gotthard Langhans, che prese spunto dalla ricostruzione dei Propilei di di Atene, della quale nel 1758 Leroy parlò nel suo libro "Ruines des plus beaux Monuments de la Grèce". La costruzione di questo monumento era stata commissionata dal re Federico Guglielmo II di Prussia in segno di pace. Lo stile utilizzato da Langhans è un dorico-romano riveduto.Al piede delle colonne sono infatti presenti delle basi e alla fine del fregio, da un lato e dall'altro del prospetto, compaiono mezze metope, in contrasto con lo stile dorico autentico, che prevede colonne senza basi e parti terminali del fregio risolte con semplici triglifi. La porta è alta 26 metri e larga 65. Le colonne doriche in pietra, che a terra hanno un diametro di 1,75 metri, creano 5 varchi di passaggio. La quadriga ,sulla sua sommità fu ideata nel 1794,da Johann Gottfried Schadow. Napoleone Bonaparte la trasportò nel 1807 a Parigi, come bottino di guerra. Nel 1814 i prussiani la riportarono indietro, ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l'asta in mano alla dea della pace. Durante la Guerra Fredda la Porta di Brandeburgo si trovava nella parte orientale di Berlino , vicino al Muro che divise Berlino dal 1961 al 1989. La costruzione e la quadriga erano state seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale e furono restaurate tra il 1956 ed il 1958. Gli stampi originali della quadriga si trovavano fortunatamente ancora nel deposito della fonderia Noack a Berlino ovest.Nel 1963, quando il presidente degli Stati Uniti d'America John Fitzgerald Kennedy visitò la porta di Brandeburgo, i sovietici appesero grandi striscioni rossi su di essa per impedirgli di guardare a Est. Negli anni ottanta, denunciando l'esistenza di due Stati tedeschi, il sindaco di Berlino Ovest, Richard von Weizsäcker disse: «La questione tedesca è aperta fino a quando la porta di Brandeburgo resterà chiusa». Che siano cartoline, festeggiamenti per speciali anniversari della caduta del Muro (nel 2009 qui si sono esibiti gli U2) o altro ancora, la Porta di Brandeburgo è tappa obbligata di qualsiasi visitatore di Berlino. La storia si ripete ancor di più ogni anno la notte di San Silvestro quando migliaia di tedeschi e di turisti provenienti da tutto il Mondo si assiepano per festeggiare qui l'arrivo del nuovo anno. Con fuochi d'artificio e un grande palco su cui si esibiscono star della musica nazionale e internazionale Berlino attende il nuovo anno. L'antistante grande piazzale di Pariser Platz, considerato "il salotto buono di Berlino", anch'esso restaurato a città riunificata, non basta ad accogliere tutti i curiosi e così il pubblico forma un fiume umano lungo tutto l' Unter den Linden facendone puntualmente uno dei più grandi open air party mondiali. Gioia al posto della malinconia del passato: la storia a volte vive cicli inaspettati.

Lorenzo De Lucia

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Il palazzo del Reichstag

La costruzione dell'edificio iniziò solo dopo il 1871.

In precedenza il parlamento si era riunito in diversi altri edifici sulla Leipziger Straße di Berlino, ma questi erano generalmente ritenuti troppo piccoli. Così, nel 1872, si concluse un concorso architettonico con 103 partecipanti per l'erezione di un nuovo edificio. I lavori iniziarono 10 anni dopo, a causa di vari problemi riguardanti l'acquisto del terreno per il palazzo e di discussioni su come si sarebbero dovuti eseguire i lavori tra il Kaiser Guglielmo I , il Cancelliere Otto von Bismarck e i membri del Reichstag. Nel 1882, si tenne un altro concorso a cui parteciparono 189 architetti. Questa volta il vincitore, l'architetto di Francoforte, Paul Wallot, riuscì ad eseguire il suo progetto. Il 9 giugno 1884, la prima pietra fu posata da Guglielmo I. Prima che la costruzione venisse completata, nel 1894, Guglielmo I morì e fu il suo erede, Guglielmo II ad inaugurarlo. L'edificio originale fu apprezzato molto soprattutto per la sua originale cupola di vetro e acciaio, un capolavoro della tecnica dell'epoca. Dopo la fine della prima guerra mondiale il Kaiser abdicò durante i giorni rivoluzionari del 1918 e Philipp Scheidemann, primo presidente della neonata Repubblica di Weimar,ne proclamò la costituzione da una delle balconate del Reichstag il 9 novembre. Da quel momento l'edificio continuò ad essere la sede del parlamento Il palazzo del Reichstag fu costruito come sede per le riunioni del Reichstag, il parlamento del Reich tedesco. Il Reichstag inteso come parlamento risale al Sacro Romano Impero e cessò di esistere nel periodo della Germania Nazista. Nell'uso odierno, il termine tedesco Reichstag si riferisce quindi principalmente all'edificio. Dopo la nomina di Adolf Hitler a Cancelliere del Reich, il 30 gennaio 1933, il palazzo fu incendiato in circostanze misteriose e mai del tutto appurate. Questo fatto fornì una preziosa occasione ai nazisti per sospendere gran parte dei diritti civili garantiti dalla costituzione del 1919 tramite il “Decreto dell'incendio del Reichstag”.Durante i 12 anni del Terzo Reich, il Palazzo non fu mai usato per le sessioni parlamentari. Le poche volte che il Reichstag si riunì, lo fece nella Krolloper, un ex Teatro dell'Opera posto di fronte ad esso.

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La seduta inaugurale del nuovo governo presieduto da Hitler si tenne a Potsdam, nella Chiesa della Guarnigione ,in cui all'epoca erano conservate le spoglie mortali di Federico II di Prussia detto "Il Grande". Questo vale anche per la sessione del 23 marzo 1933, nella quale il Reichstag cedette gran parte delle proprie prerogative al governo tramite il “Decreto dei pieni poteri”, una delle fasi della cosiddetta Gleichschaltung. L'edificio (che dopo l'incendio era comunque inutilizzabile) fu invece usato per occasioni propagandistiche e, durante la seconda guerra mondiale, per scopi militari. Il Palazzo fu ulteriormente danneggiato dalle incursioni aeree e durante l'assedio di Berlino del 1945 divenne l'obiettivo principale dell'Armata Rossa,che il30 aprile del 1945 lo conquistò. La famosa foto scattata dal

fotografo di guerra ucraino Evgenij Chaldej fissò l'istante in cui il soldato dell'Armata Rossa Abdulkhakim Ismailov issò la bandiera rossa dell'Unione Sovietica su una delle torri del palazzo. La Storia dice che lo scatto non ci fu effettivamente il 30 aprile 1945 ma pochi giorni dopo l'effettiva entrata dei soldati nell'edificio. Fino al 1990, il palazzo è stato usato solo per occasionali incontri di rappresentanza e per una mostra ampiamente lodata sulla storia della Germania, chiamata “Fragen an die

deutsche Geschichte” (Domande alla storia tedesca). La cerimonia ufficiale della Riunificazione tedesca, del 3 ottobre 1990, si tenne nel Palazzo del Reichstag, alla presenza del Cancelliere Helmut Kohl, del Presidente Richard von Weizsäcker, dell'ex-Cancelliere Willy Brandt e di molti altri. Fu un evento toccante, con grandi fuochi d'artificio ed è ancora ricordato con tenerezza da molti tedeschi. Il giorno successivo, il parlamento della Germania,detto Bundestag, si riunì con un atto simbolico nel Palazzo del Reichstag. Comunque, a quel tempo, il ruolo di Berlino non era ancora stato deciso; infatti la capitale ufficiale era ancora Bonn ma la recente riunificazione delle due Germanie doveva essere sancita anche dal ripristino della sede storica,Berlino.Solo dopo un feroce dibattito, considerato da molti una delle sessioni più memorabili del parlamento, il Bundestag concluse il 20 giugno 1991 con una maggioranza esigua, che sia il governo e il parlamento venissero spostati a Berlino. Nel 1992 sir Norman Foster vinse il concorso per la ricostruzione dell'edificio. Il suo progetto vincente era molto diverso da quello che è stato poi realizzato. Prima dell'inizio dei lavori , nel 1995 ,il Reichstag fu "imballato" dall'artista bulgaro-statunitense Christo, e questo fu un evento che attrasse milioni di visitatori. Durante la ricostruzione, il palazzo fu completamente svuotato e furono lasciati solo i muri esterni e tutti i cambiamenti fatti dal lavoro di Baumgarten degli anni Sessanta. I seggi del parlamento furono trasferiti al Reichstag nell'aprile 1999. La ricostruzione viene ampiamente considerata un successo e oggi il Reichstag, e soprattutto la grande cupola di vetro che è stata eretta sul tetto in memoria dell'originale del 1894, diventati un'attrazione turistica anche perché, forniscono una delle panoramiche più attraenti di Berlino, specialmente di notte. La cupola è aperta al pubblico sotto prenotazione.

Andrea Verdiani

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AlexanderplatzAlexanderplatz è un'importante piazza di Berlino ed era il punto centrale di Berlino Est. In origine era un mercato di bestiame, poi le venne attribuito, nel 1805 il nome “Alexanderplatz “ in onore della visita dello Zar russo Alessandro I. Nel 1886, dopo la costruzione della stazione Bahnhof Alexanderplatz, del Zentrale Markthalle, ossia il mercato centrale al coperto e del grande magazzino Titz , Alexanderplatz divenne una delle più grandi zone commerciali della città. È stata il simbolo della metropoli Berlino e degli "anni d'oro" della Repubblica di Weimar,ma fu bombardata pesantemente, subendo gravi danni, durante il secondo conflitto mondiale. In Alexanderplatz sono visibili anche: “Der ’Interhotel Stadt Berlin”; “Die Haus des Lehrers” (la casa dell’insegnante); ”Die Haus des Reisens” (la casa del viaggio); “Die Haus des Elektroindustrie” (la casa dell’industria elettronica) ; “Die Brunner der Völkerfreundschaft”, la fontana dedicata all’amicizia tra i popoli, e “Der Weltzeituhr”, l’Orologio universale Urania che segna le ore delle principali città del Mondo. L'edificio più famoso della piazza è Die Fernsehturm, cioè la torre della televisione , la costruzione più alta di tutta la città. Sul lato occidentale della piazza ci sono due edifici di 8 piani con finestre quadrate a quattro pannelli, destinati ad uffici e negozi, la cui disposizione forma “una porta d’ingresso” del centro storico. Negli anni '60 la piazza è stata ingrandita ed è stata creata una zona pedonale , circondata da alti e ingombranti palazzi grigi, che ha contribuito a renderla un testimonial dell’architettura socialista.

Tra gli avvenimenti più importanti accaduti qui ci sono le proteste del 4 novembre 1989, innescate da un gruppo di artisti, che videro la presenza di mezzo milione di persone. Questa fu la prima manifestazione approvata dalla DDR(Deutsche Demokratische Republik ).

Tutto ebbe inizio alle 10:00 di fronte alla ADN-building, sulla strada minore, all'angolo di Prenzlauer Allee

e lo slogan fu questo:

"Ci prendiamo la libertà che meritiamo".

La marcia durò più di tre ore e vide la presenza: del capo del Partito Comunista berlinese, Gunter Shabowsky; dell'ex capo del servizio di intelligence straniero della Germania dell'Est Markus Wolf; del membro del Politburo Günter Schabowski; dello scrittore Stefan Heym e dell'attore Ulrich Mühe. Di tutti questi si ricordano i discorsi tenuti per l'occasione. Tutta la manifestazione era concentrata sulla Costituzione della Germania Est ed in particolare sui paragrafi 27 e 28, che garantivano la libertà di parola e di riunione. La marcia fu trasmessa in diretta televisiva dalla televisione della Germania Est.

Eryka Gaggelli

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IL MURO DI BERLINO

La costruzione del muro iniziò il 13 agosto 1961 per volontà del governo della Repubblica Democratica Tedesca nel tentativo,per altro riuscito,di impedire agli abitanti del settore orientale,controllato dall'Unione Sovietica, di raggiungere liberamente il settore occidentale,controllato dagli Alleati. Infatti,diretta conseguenza della seconda guerra mondiale,Berlino nel 1945 era stata divisa

in quattro settori amministrati da Unione Sovietica,Stati Uniti d'America,Francia e Gran Bretagna. In seguito anche il territorio tedesco fu diviso in due stati e ,a partire dal 1949, iniziarono ad esistere due Germanie: Repubblica Federale Tedesca (RFT), alleata dell’Occidente Repubblica Democratica Tedesca (DDR), filo sovietica.Purtroppo l'ex capitale si trovava totalmente nella parte controllata dall'URSS e così i settori controllati dagli Alleati si trovarono isolati;fu per questo motivo che nel 1948 i sovietici tentarono un blocco della città che costrinse gli alleati a rifornire i settori da essi controllati per mezzo di un ponte

aereo. Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente in tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961. Il motivo principale della decisione presa dalla DDR fu proprio questo,impedire questo esodo.Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere

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utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro, che divideva fisicamente la città e quando circondò

completamente Berlino Ovest trasformò ,in pratica, i settori occidentali in un'isola rinchiusa entro i territori orientali. Nelle prime ore di quel 13 agosto 1961 si interruppero tutti i collegamenti tra le due Berlino. Il Muro era lungo più di 155 Km e spezzava in due la città Il triste e famigerato ostacolo divenne insuperabile, dividendo l famiglie, tagliando la strada tra la casa e il posto di lavoro; tra la casa e la scuola

o l'università. Non solo a Berlino, ma in tutta la Germania il confine tra est e ovest divenne una trappola mortale. Fu così che il Muro divenne il simbolo della Guerra Fredda.Negli anni sono state molte,alcuni dicono più di duecento, le persone uccise mentre cercavano di scavalcarlo. Questa situazione stava diventando un pericolo per la Germania dell’est ed era un’ulteriore causa delle difficoltà economiche di questo stato. Infatti sul piano economico la Germania occidentale stava vivendo un fortissimo boom.Il 26 giugno 1963 ,in occasione di una visita ufficiale, il Presidente degli Usa John Fitzgerald Kennedy pronunciò questo celebre discorso:

« Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci

sono alcuni che dicono che il comunismo è l'onda del futuro. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i

comunisti. Fateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici.

Lasst sie nach Berlin kommen! Fateli venire a Berlino! Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come

uomo libero, sono orgoglioso di dire: Ich bin ein Berliner! »

Il 9 novembre 1989 il Governo della DDR annunziò l'apertura della "frontiera" e migliaia di persone si arrampicarono sul Muro per raggiungere Berlino Ovest. Nelle settimane successive molte parti del muro furono state portate via dalla popolazione finalmente in festa per la ritrovata libertà.

Caterina Mostacci

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Il gioiello rococò di Federico il Grande

Il Palazzo di Sanssouci (dal francese sans souci, "senza preoccupazioni") si trova nella parte orientale dell'omonimo parco ed è uno dei più famosi castelli di Potsdam, capitale del Brandeburgo.

Fra il 1745 e il 1747 Federico II il Grande, re di Prussia, fece erigere una piccola residenza estiva in stile rococò sulla base di schizzi da lui stesso disegnati.

Il progetto fu affidato all'architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Il palazzo, immerso nella natura, con l'ampia vista sulla campagna circostante, era il luogo nel quale Federico II intendeva risiedere "senza preoccupazioni", coltivando i suoi interessi personali e artistici. Non si trattava dunque di un edificio destinato alla corte e all'esercizio delle funzioni di governo, bensì di un vero e proprio

rifugio privato del re e dei suoi ospiti più intimi. Il palazzo di Sanssouci, piuttosto modesto nelle sue dimensioni per un sovrano, aveva in origine dodici locali, dei quali solo cinque erano abitati da Federico II;tuttavia è interessante perché testimonia il cambiamento nell'architettura di corte verso la metà del XVIII secolo.

Per questi motivi ve ne propongo una visita virtuale. Cominciamo dall'esterno.

Il corpo principale, ad un solo piano, occupa con le sue ali laterali quasi l'intera larghezza della terrazza superiore. La lunghezza dell'edificio è 91,6 metri e la larghezza 15,3 metri. l'altezza complessiva all'esterno è di 12,5 metri. La parte centrale della facciata meridionale è caratterizzata da un corpo semi ovale sporgente, coronato da una cupola. Sopra la finestra centrale è scritto il nome del palazzo in lettere di bronzo dorato. Fra le finestre, ad arco a tutto sesto, diciotto coppie di telamoni e cariatidi sostengono la cornice sovrastante. Le sculture in pietra arenaria raffigurano satiri e baccanti e furono scolpite sul posto nel 1746.

A questo punto possiamo proseguire la nostra visita all'interno.

Il palazzo di Sanssouci rispecchia i canoni di una "residenza di piacere", dai cui locali, posti al piano terra, è possibile uscire facilmente nei giardini. Anche nella distribuzione degli spazi interni qui si eccelle per la comodità seguendo i dettami dell'architettura di corte francese. Dal centro si dipartono due file di camere: i locali più importanti danno a sud, verso il giardino, mentre i locali destinati alla servitù sono a nord. Ciascuna camera è collegata da una porta con il retrostante alloggio di servizio. Inoltre, i locali principali sono messi in comunicazione fra loro da porte in asse e formano - secondo un tipico modello barocco - un'infilata di stanze, tale per cui risulta possibile apprezzare dall'interno e con un solo sguardo l'intera estensione del palazzo.

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Federico II tracciò gli schizzi del suo palazzo secondo queste regole dell'architettura di corte, ma tenne anche conto dei suoi personali desideri e delle esigenze di comodità. Il vestibolo, al quale si accede dal cortile d'onore, costituisce un ingresso di rappresentanza che non fa certo intuire subito il carattere intimo del palazzo. In esso si ripetono le colonne accoppiate che caratterizzano il colonnato esterno. Le pareti del locale rettangolare, infatti, sono ritmate da dieci coppie di colonne corinzie di finto marmo, con basi e capitelli dorati che si ergono davanti a pilastri corinzi, che sporgono solo leggermente dalle pareti. Il dipinto sul soffitto a volta mostra la dea romana Flora con Geni che spargono fiori e frutti dal cielo. Alle tre portefinestre sul lato nord, che danno verso il cortile d'onore, corrispondono sulla parete di fronte tre finte architetture con porte.

La sala di marmo, al centro del palazzo, aveva la funzione di sala delle feste. Per la pianta ovale e per la cupola, con un'apertura ovale sulla sommità, l'architetto Knobelsdorff si ispirò al Pantheon di Roma. I marmi di Carrara e di Slesia, che danno il nome a questo ambiente, si trovano nelle colonne, alle pareti, nelle strombature delle finestre e negli intarsi del pavimento. La disposizione delle otto coppie di colonne corinzie replica quella del vestibolo. Nelle nicchie accanto alla porta sono collocate le sculture scolpite nel 1748. Il busto bronzeo del re di Svezia Carlo XII di Svezia è documentato fra gli arredi della sala di marmo dal 1775. Federico II lo ricevette in dono da sua sorella Luisa Ulrica nel 1755.

Nella sala da concerto, sulle pareti e sul soffitto di color bianco, è visibile l'esuberante ornamentazione dorata della rocaille. I dipinti e gli specchi delle pareti sono inseriti nelle decorazioni e vengono avvolti dai tipici ornamenti arcuati e circonvoluti dell'arte rococò. I dipinti delle pareti, realizzati nel 1747 da Antoine Pesne, raffigurano Pigmalione e Galatea, Vertumno e Pomona, Diana con le sue ninfe al bagno, Pan e Siringa, Bacco e Arianna. Il fortepiano di Gottfried Silbermann dell'anno 1746 e il leggio di Federico II, realizzato nel 1767 testimoniano l'uso cui era destinato questo ambienteNel 1841 l'edificio fu ampliato con l'aggiunta di due ali laterali per volere di Federico Guglielmo IV, i cui abbozzi furono trasformati in progetto dall'architetto Ludwig Persius. Nel 1990 i castelli e i giardini del parco di Sanssouci sono stati inclusi dall'UNESCO nella lista dei patrimoni dell'umanità. La collocazione del palazzo di Sanssouci su una collina coltivata a vigneto riflette un ideale di armonia fra l'uomo e la natura, in un paesaggio ordinato dall'intervento umano.

Nicolò Guadagno

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Un viaggio nella Berlino più nascostaA Berlino i cimiteri cittadini sono numerosi, oltre 200. I cimiteri tedeschi non hanno l’aspetto tetro e “automatico” dei nostri. Sono luoghi abbracciati dal verde, hanno l’aspetto di parchi dove le persone vanno a riposarsi. Ippocastani che filtrano la luce del sole,ortensie che adornano i sentieri ciottolati, le fronde dei salici ,il candore dei marmi, le lapidi di marmo nero con incisioni tinta oro, i mausolei in pietra,i mezzibusti,le targhe commemorative ne fanno luoghi “accoglienti”anche per i visitatori.

Dorotheenstädtischer Friedhof

Chausseestraße, quartiere Mitte. Una cancellata alta e argentea dalle punte acuminate delinea il perimetro di uno dei luoghi più intriganti della città. E’ il cimitero settecentesco di Dorotheenstädtischer Friedhof. Il luogo di sepoltura ,costruito nel 1762, offre riposo a illustri personaggi della Storia. Realizzato per volontà di Federico II detto “il Grande”,era stato destinato inizialmente alla sepoltura delle persone comuni della parrocchie circostanti;ma con il sorgere in questa zona di un gran numero di accademie e dell’Università cittadina, il rango degli abitanti divenne sempre più alto e così anche quello degli “ospiti".Chiuso per

sovraffollamento nel 1860 e interessato dall’ampliamento di Hannoversche Straße nel 1899, alcune delle parti vennero vendute e molte tombe, tra cui quelle di Hegel, Fichte e Klenze, vennero riesumate e spostate dove si trovano oggi. Varcata la soglia del sacrario, camminando tra lapidi avvolte da edere rampicanti, non ci sono ossari, odore di muffe od ortiche selvagge. I sepolcri più importanti sono quelli della scrittrice Christa Wolf, l’architetto Karl Friedrich Schinkel, Friedrich Hegel e il filosofo Herbert Marcuse, senza contare la coppia costituita dal grande Bertolt Brecht e da sua moglie Helene Weigel.

Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa

Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa,conosciuto anche come Memoriale dell'Olocausto (o meglio, Memoriale della Shoah) , è situato nel quartiere Mitte di Berlino ed è stato costruito allo scopo di commemorare le vittime della violenza nazista. Il Memoriale è composto da 2.711 stele ed accoglie ogni anno più di 500.000 visitatori provenienti da ogni nazione. Tra il 1988 e il 1989, numerose personalità tra le quali Günter Grass e Christa Wolf sottoscrissero un appello per la realizzazione di un monumento nel centro della città di Berlino per ricordare lo sterminio degli ebrei in Europa. Dopo un primo concorso pubblico nel 1994 per la progettazione del monumento ce ne fu un altro ma la votazione finale venne ritardata a causa delle elezioni politiche del Bundestag, che approvò la realizzazione del memoriale nel 1999. I lavori iniziarono nel 2003 e vennero conclusi nel 2004 mentre l'inaugurazione ebbe luogo nel 2005. Il monumento è stato edificato nell'area originariamente occupata dal palazzo e dalle proprietà di Goebbels ed occupa l'intera superficie dell'isolato tra le Ebertstraße, Behrenstraße,

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Cora-Berliner-Straße e Hannah-Arendt-Straße. Le stele sono in calcestruzzo colorate di grigio scuro, organizzate secondo una griglia ortogonale, totalmente percorribile al suo

interno. Dalla vista esterna appaiono tutte di altezze simili ma, poggiando su di un fondo variamente inclinato, le più basse lungo il perimetro esterno, "fagocitano" gradualmente il visitatore che si addentra fra di esse. le stele sono realizzate per disorientare e l'intero

complesso fa perdere il contatto con la ragione umana in un'angosciante solitudine. Il cimitero dei suicidi

Nel verde della foresta di Grunewald, all’estrema periferia ovest di Berlino, si nasconde un bizzarro cimitero, il Friedhof Grunewald-Forst, detto anche “cimitero dei suicidi” o “dei senza nome”.Il luogo è a circa venti minuti di macchina da Teufelsberg, “la montagna del diavolo”. non è facile arrivarci,le case si fanno sempre più isolate, così come le fermate del trasporto pubblico. Il silenzio viene interrotto solo dai rumori della foresta. Arrivati all’altezza di Schildhornweg 33 ci si inoltra direttamente nel bosco dove pochi metri dopo c'è un cartello con la scritta “Zum Friedhof” indica la strada per il cimitero e poi ci si troviamo proprio davanti all’ingresso. Il portone di legno è sempre chiuso. All’interno c’è il silenzio più totale. Dato le poche visite non è garantita la manutenzione. Il cimitero ha accolto per anni i corpi dei suicidi che un tempo si gettavano nel fiume Havel . Ci sono però anche diverse tombe di defunti senza identità, sepolti soprattutto tra il 1939 e il 1945 e divisi tra uomini e donne sconosciute e di genere non identificabile. croci di legno si alternano a lapidi interrate che individuano gli Unbekannter, ma ci sono anche tombe “normali”. I rampicanti dilagano ovunque, anche sulle lapidi, e la natura in generale è rigogliosa e si impone con prepotenza. Il Friedhof Grunewald-Forst è famoso anche perché ospita la tomba di Christa Päffgen, detta Nico , sepolta insieme alla madre Margarete. Un eyeliner, una bottiglia di vino, una mini-bottiglia di Jägermeister e altri piccoli oggetti testimoniano l’affetto dei visitatori per una figura che di sicuro ancora influenza l’estetica e la sensibilità artistica di molti.Modella, attrice e cantante originaria di Colonia, Nico ha vissuto gli anni d’oro della Factory di Andy Warhol ed è stata l’indimenticabile interprete di brani dei Velvet Underground che hanno fatto la storia della musica alternative.Alcuni pensano che Nico si sia tolta la vita come molti altri defunti del Friedhof Grunewald-Forst ma in verità è morta a Ibiza per una banale caduta dalla bici, ad appena 50 anni.

Matilde Leoncini

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Dalla Marca di Brandeburgo all'Impero di Prussia

Tra la fine del VII e l'inizio dell' VIII secolo nell'area vissero dei gruppi slavi come gli Evelli/Stodorani stabiliti nel medio corso del fiume Havel e gli sprevani nell'area del basso corso della Sprea. Dopo le campagne dell'808 contro i Sassoni, Carlo Magno assegnò agli Obodriti (suoi alleati), la parte del territorio sassone compresa fra l'Elba e il Mar Baltico. Al X secolo risale la fondazione dei vescovati di Havelberg e di Brandeburgo

sull'Havel. Nel 1134 l'imperatore Lotario III assegnò la marca nord-orientale del suo regno ad Alberto I di Brandeburgo , detto l'Orso , della dinastia di origine sassone/brandeburghese (dalla famiglia degli Ascani).

Data di nascita della marca viene considerata l'11 giugno 1157 quando in una guerra sanguinosa Alberto espugnò la fortezza di Brandeburgo sull'Havel, in mano al principe sprevano Jaxa von Köpenick. Dopo la morte di Alberto divenne marchese suo figlio Ottone che continuò la politica di espansione verso nord-est (Pomerania) con l'obiettivo di raggiungere il Mar Baltico, cosa che lo portò tuttavia ad entrare in guerra con la Danimarca. Dopo la Battaglia di Bornhöved (1227) il Brandeburgo si assicurò la Pomerania. La presa di potere fu confermata da Federico II che assegnò il feudo della Pomerania al marchese

del Brandeburgo. Nel 1320 morì l'ultimo degli Ascani e l'imperatore assegnò la marca ai principi della dinastia Wittelsbach, rifiutati dalla nobiltà locale, che quindi non riuscirono mai a imporsi. Dalla metà del XIV secolo l'imperatore Carlo IV fece diversi tentativi di impossessarsi della marca e di assegnarla alla dinastia dei Lussemburgo, la sua, in modo da assicurarsi, oltre a quello boemo, anche il voto del principe elettore brandeburghese per garantire il titolo di imperatore ai Lussemburgo. Nel 1373 la Dieta di Guben garantì la marca ai Lussemburgo, ma già con il nipote di Carlo ,Jobst di Moravia, il potere dei Lussemburgo si indebolì e la marca passò agli Hohenzollern. Per stabilizzare la situazione politica, la marca fu assegnata a Federico VI di Hohenzollern, che stabilì la sua residenza a Berlino.

Nel 1539 la marca si unì alla Riforma. Il ramo brandeburghese degli Hohenzollern perseguì una politica di progressiva espansione del proprio territorio nel tentativo di aumentare il loro potere nonostante la posizione delicata. Infatti, a Nord si trovavano il regno di Danimarca e soprattutto la Svezia; a est vi erano i delicati rapporti con la Polonia e a ovest vi era una guerra con la Francia. Nonostante il contesto il marchese Giovanni Sigismondo riuscì, nel 1614, ad ottenere altre contee. Nella seconda metà del XVII secolo Federico Guglielmo, chiamato “il Grande Principe,” riuscì a espandere e potenziare il potere della marca, ad armare una marina e a conquistate colonie in Africa e nei Caraibi. Con l'accordo di Snamensk, il marchese di Brandeburgo ottenne la sovranità sulla Prussia e nel 1701 venne incoronato re di Prussia e da quel momento la storia della marca del Brandeburgo è quindi comune a quella della Prussia. All'interno della Prussia vi era la provincia del Brandeburgo, il cui capoluogo era in un primo momento Berlino e in seguito Potsdam, che rappresentava il nucleo centrale dello stato prussiano. Nel XVIII secolo non si può ancora parlare di Prussia come stato unitario.

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Analogamente a quanto avviene agli Asburgo in Austria gli Hohenzollern, già da secoli, margravi ed Elettori del Brandeburgo, espandono il loro dominio su altri territori, assumendo, dapprima, il titolo di re in Prussia e poi, dal 1772, con la prima spartizione della Polonia, quello di re di Prussia. Divengono così sovrani di una moltitudine di stati, più o meno ampi, che vanno dalle rive del mar Baltico fino alla Mosa, ai confini con i Paesi Bassi. L'abilità dei monarchi prussiani fa di questa suddivisione una forza, anziché una debolezza; l'arte militare diviene un'occupazione pressoché permanente della classe dirigente prussiana, che vede i suoi eserciti presenti in ogni parte del Sacro Romano Impero Tedesco. La pluralità degli stati, appartenenti all'Impero e non, costituirà i nuclei di quelle che formeranno nel corso del XIX secolo le grandi province amministrative del regno. Nel 1850 fu concessa la Costituzione: parlamento alto (Herrenhaus) e basso (Abgeordnetenhaus) a suffragio universale ma col sistema delle tre classi. Il sistema elettorale delle tre era stato introdotto per decreto il 30 maggio del 1849; tra i cittadini iscritti il 4,7% apparteneva alla prima classe, il 12,6% alla seconda e l'82,7% alla terza. Joseph von Radowitz,il ministro degli Esteri, cercò di creare uno stato federale, ma l'Austria era ancora troppo forte ed era chiaro che avrebbe impedito ogni riunificazione tedesca; il nuovo cancelliere Otto von Manteuffel dovette piegarsi agli accordi di Olmütz, umilianti per la Prussia; essa portò alla nomina di Otto von Bismarck, che condusse a tappe forzate il suo programma di unificazione tedesca con esclusione dei tedeschi dei Sudeti, del sudest europeo e dell'Austria. Questa soluzione fu chiamata "piccolo-tedesca" e, dopo l'unificazione, si scontrò inevitabilmente con le concezioni pan germaniche.

La guerra austro-prussiana del 1866 è stata vista come guerra civile intertedesca, una sorta di replica della guerra di secessione americana ,ma in realtà si trattò di una guerra fra stati. La Costituzione tedesca dopo l'unificazione della Germania presentava un sistema politico costituzionale puro, simile per alcuni versi all'autocrazia dello Stato zarista. L'Impero era strutturato su base federale; l'imperatore era il primus inter pares fra molti imperatori. La solidità della posizione prussiana era assicurata dal suo sistema elettorale, che prevedeva ancora il sistema delle tre classi (più o meno come nella Francia pre rivoluzionaria) e che fu abolito soltanto alla fine della prima guerra mondiale. Tale anacronismo era la chiave di volta della preminenza degli Junker, la classe dominante fin dal Medioevo. Sembra che fosse obsoleta anche la distribuzione delle circoscrizioni elettorali: per esempio, le elezioni del 1907 segnarono una sconfitta dei socialdemocratici e del Centro Cattolico nonostante avessero ottenuto tre milioni di voti in più dei partiti avversari. Si dovette arrivare al 5 aprile 1917, in piena guerra mondiale, perché Theobald von Bethmann-Hollweg ,in qualità di primo ministro di Prussia, propose l'immediata introduzione del suffragio universale in Prussia. Tre giorni dopo ne parlò vagamente il Kaiser, nel suo messaggio pasquale al popolo tedesco, che era stato redatto dal segretario di Bethmann-Hollweg, Wahnschaffe. I conservatori reagirono il 3 maggio 1917 con una risoluzione che favoriva "una pace con indennità, con un aumento di potenza e acquisti territoriali...". Anche in quelle circostanze, i conservatori si rifiutarono di prendere in considerazione una riforma elettorale; tanto che il 9 luglio 1917 in un consiglio della corona svoltasi a Berlino, il ministro della guerra prussiano sostenne che una Prussia governata dai socialisti e dai gruppi etnici slavi era peggio che perdere la guerra. Il 10 luglio Bethmann-Hollweg, nel consiglio dei ministri prussiano, presentò la bozza di un decreto regio per accelerare l'adozione del suffragio universale. Non fu forse un caso che due giorni dopo lo stato maggiore costrinse alle dimissioni Bethmann-Hollweg, proprio il giorno nel quale il decreto comparve sulla stampa; seguì a fine anno l'allontanamento di Rudolf von Valentini, capo del gabinetto civile.

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Così la ricerca di un assetto politico più moderno fu del tutto rigettata. Bismarck aveva fatto sì che il Parlamento (Reichstag) non avesse il potere di nominare e annullare il primo ministro (cancelliere); tale facoltà era interamente nelle mani dell'imperatore. Il Consiglio Federale (che fungeva da camera alta) fu ben presto ridotto a svolgere compiti irrilevanti, poiché erano stati tracciati per garantire il predominio prussiano; infatti, quattordici consiglieri erano bastanti a impedire qualsiasi mutamento istituzionale, e la Prussia ne aveva diciassette. Bismarck probabilmente accentrò quasi tutto il potere nella figura dell'imperatore fidando nella sua capacità di influenzarne le decisioni; dopo la sua cacciata ebbe a confessare di avere sbagliato nel favorire una tale concentrazione di potere nell'istanza suprema. Balfour sostiene che la costituzione tedesca del 1871 fu modellata su

quella della repubblica olandese, perché Bismarck era amico dello storico statunitense John Motley, che ne scrisse la storia. Tuttavia, il netto predominio della vecchia Prussia comportò un prezzo molto alto anche per la Prussia stessa che fu obbligata a lavorare per cause "nazionali" o perfino per l'espansione tedesca nei Balcani o sui mari, cioè per quelle soluzioni da

"Grande Germania" che Bismarck aveva cercato di evitare con ogni mezzo, poiché avrebbero comportato la dissoluzione del potere degli Junker. La storia della Prussia cambiò dopo il 1871 quando, a seguito della vittoria sulla Francia, il Regno di Prussia divenne un impero; infatti, da quel momento l’imperatore Gugliemo I iniziò una politica di espansione economica che portò, nel giro di venti anni, l’impero a essere una potenza, seconda solo all’Inghilterra, con la quale per altro furono stretti rapporti di vicinanza, soprattutto dopo il matrimonio del principe ereditario Federico con la regina Vittoria. La Storia ci dice che fu solo il kaiser Guglielmo II, dopo la morte del padre avvenuta nel 1888, a rendere possibile la trasformazione della Germania in senso autoritario, così come l’aveva pensata il cancelliere Otto von Bismark. Il nuovo sovrano si preoccupò fin dall'inizio di chiudere molte delle relazioni iniziate dal padre per fortificare internamente lo Stato. Guglielmo II iniziò una campagna di militarizzazione dello Stato a scapito della diplomazia, il che ben presto isolò la Germania. Con la sconfitta nella prima guerra mondiale e col crollo della maggior parte delle vecchie monarchie, Guglielmo II fu costretto ad abdicare assieme a tutti gli altri principi tedeschi sotto la minaccia delle rivolte per il fallimento del conflitto. La fine del regno fu sancita nel 1919 dal Trattato di Versailles, che accollò alla sola Germania la responsabilità del conflitto; in Prussia si passò a un regime repubblicano con l'istituzione del Libero Stato di Prussia. Ma questa è un’altra storia....

Fabrizio Giacomini

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La storia di Berlino dagli anni Venti alla fine della II guerra mondiale

Negli anni Venti si sviluppò una cultura del consumo e del lieto vivere, molte famiglie acquistarono auto, frigoriferi e altri apparecchi domestici, mentre l'elettrificazione delle case cominciò ad estendersi a tutti i quartieri della città. Si diffusero così la Radio e il Cinema e quest'ultimo divenne un punto di forza della cultura tedesca, dopo la nascita degli studi cinematografici dell'UFA a Berlino. Ma anche teatri e cabaret ebbero un boom. Tuttavia il benessere durò poco, poiché al termine degli anni Venti il tasso di disoccupazione tornò a salire vertiginosamente. Nel 1932 in città si contavano 603.000 disoccupati su 4 milioni di abitanti. Queste incertezze economiche favorirono l'ascesa al potere del Nazismo. Con l'ascesa di Adolf Hitler al potere gli assetti della città mutarono. Cominciarono così le azioni di pulizia dai "nemici dello stato" delle SS (reparti speciali dell'esercito tedesco) e delle SA (guardie personali di Hitler).

Dopo il rogo del Reichstag del 1933 il Presidente della Repubblica Paul von Hindenburg dichiarò lo stato d'emergenza , che annullò i diritti politici e civili essenziali, favorendo l'accentramento del potere nelle mani del nuovo cancelliere Hitler, al quale di fatto fu spianata la strada vero la dittatura. Così iniziarono gli arresti di massa contro i politici di sinistra e i simpatizzanti e si ricorse ad una sistematica violenza che rese il clima della città rovente. Iniziarono i roghi dei libri sulla Piazza dell'Opera ,nell' Unter den Linden ,nonché le aggressioni contro gli ebrei. Durante le olimpiadi del 1936, Berlino divenne la vetrina del Mondo, grazie alla presenza di quasi mille commentatori radiofonici stranieri ; la città riuscì a nascondere le sue violenze e gli accanimenti per quel breve periodo;ma fu una tregua momentanea perché

il 9 novembre 1938 le persecuzioni si intensificarono e ci fu la drammatica “Notte dei cristalli”, in cui furono distrutti negozi ebrei e incendiate sinagoghe.

Nel frattempo si intensificarono i progetti.

Furono edificati l'aeroporto di Tempelhof, e la Colonna della Vittoria e questa ultima dapprima fu posta a Konigsplatz e poi trasferita.

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All'avvio del secondo conflitto mondiale per le strade di Berlino non vi fu lo stesso entusiasmo sorto spontaneo nel 1914.

Iniziarono le misure di oscuramento notturno, furono introdotte le tessere per gli alimenti, la vita divenne difficile tanto da impiantare coltivazioni di generi alimentari nelle piazze e nei cortili.

Il 25 agosto 1940 vi fu il primo bombardamento di Berlino da parte degli inglesi. Questo attacco determinò la costruzione di torri antiaeree sul territorio urbano. Per quanto sino al settembre del 1940 i bombardamenti fossero stati limitati, le vittime furono 500.

A fronte dell'espansione tedesca tra il 1941e il 1942gli allarmi aerei diminuirono ulteriormente. Ma dal 1943 il bilancio della “battaglia di Berlino” divenne molto più pesante. Un milione e mezzo di persone rimasero senza casa e 9,5 chilometri quadrati di superficie urbana rasa al suolo.

Il bilancio finale della guerra aerea contò circa 50.000 vittime e la distruzione di circa il 70% degli edifici del Mitte(quartiere di Berlino)Nel corso della guerra si intensificarono i crimini contro gli ebrei costretti a lasciare i loro appartamenti e ghettizzati; ma dal 18 ottobre 1941 iniziarono le deportazioni ad Auschwitz e negli altri campi di sterminio. Dei 170.000 ebrei berlinesi ne sopravvissero oltre 100.000 all'estero e solo 6.500 nascosti in città e aiutati da numerosi coraggiosi che rischiarono la loro stessa vita.

Il 1º febbraio 1945 i nazisti dichiararono Berlino “zona di difesa”. Il 16 aprile iniziò una battaglia decisiva per la capitale che vide l'avanzata dell' Armata Rossa sino alle strade del centro.

Il 30 aprile Hitler si tolse la vita nel suo bunker sotto la Cancelleria e nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1945 fu firmata la resa incondizionata della Germania. La bandiera sovietica sventolò sulla cima del Reichstag.

Jonathan De Luca

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Le Olimpiadi del 1936

La grande città tedesca, Berlino, sulle rive della Sprea nata dall’unione di due villaggi in epoca medioevale (Berlin e Cölln), ospitò i fatidici Giochi del 1936 sotto il Terzo Reich di Hitler, prima della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1931, il Comitato Olimpico Internazionale aveva designato Berlino come l’organizzatore dei Giochi Olimpici estivi del 1936. Diversi movimenti e organizzazioni sorsero negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia, Svezia, Cecoslovacchia e Olanda per boicottare i Giochi di Berlino del 1936, mentre alcuni atleti Ebrei di nazionalità diverse , decisero individualmente di non partecipare ai Giochi. Tuttavia, quando nel dicembre 1935, l’Associazione

degli Atleti Dilettanti degli Stati Uniti votò a favore della partecipazione alle Olimpiadi, anche gli altri paesi si adeguarono alla decisione e il tentativo di boicottaggio fallì.Per due settimane, nell’agosto del 1936, mentre il Paese ospitava i Giochi Olimpici estivi, la dittatura instaurata da Adolf Hitler,il leader del Partito Nazista diventato Cancelliere della Germania, mascherò accuratamente il proprio razzismo e il proprio militarismo. Il regime, inoltre, sfruttò i Giochi per trasmettere l’immagine di una pacifica e tollerante Germania e ingannare così i molti turisti e giornalisti stranieri accorsi per l'evento.I Nazisti eseguirono un’elaborata preparazione dei Giochi che si sarebbero svolti dal 1 al 16 agosto. Venne costruito un enorme complesso sportivo, il ciclopico Olympia Stadion capace di contenere 100.000 spettatori, i palazzi e monumenti di Berlino vennero adornati con bandiere olimpiche e stendardi con la svastica; Inoltre fu pubblicato anche un bollettino quotidiano, l'Olimpia Zeitung, stampato in 14 lingue con una tiratura di ben 300.000 copie. La maggior parte dei turisti rimase all’oscuro del fatto che il Regime Nazista avesse temporaneamente rimosso tutti i cartelli e i simboli

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antisemiti, né venne a sapere della grande retata di cittadini Rom effettuata a Berlino. I funzionari nazisti inoltre ordinarono che gli ospiti stranieri non dovessero essere soggetti alle leggi tedesche contro gli omosessuali e alle relative conseguenze penali.Il 1° agosto 1936, Hitler diede avvio alle XI Olimpiadi, inaugurando un nuovo rito olimpico; con un sistema di staffette partito da Olimpia, in Grecia, sito dei Giochi antichi, l'ultimo tedoforo portò la fiaccola olimpica a Berlino sin dentro lo stadio

accendendo il braciere posto tra le gradinate dell'Olympiastadion . Quarantanove squadre di atleti, provenienti da tutto il Mondo, gareggiarono, più che in ogni precedente edizione. La Germania mise in campo la squadra più numerosa, con 348 atleti, seguita da quella statunitense con 312 membri, tra i quali 18 Afroamericani. L’Unione Sovietica, invece, non partecipò ai Giochi. Un’attenta coreografia cercò di raffigurare il legame tra la Germania Nazista e l’antica Grecia, rappresentando così il mito della razza supportato dal Nazismo, secondo il quale la superiore civiltà tedesca aveva legittimamente ereditato di diritto della cultura “Ariana” dell’antichità classica.

L'occasione olimpica venne celebrata dal film propagandistico “Olympia”, della famosa regista Leni Riefenstahl, che rimane probabilmente il più importante documento cinematografico mai girato su di un evento sportivo così importante. Fu così che il cinema si configurò come uno dei più efficaci mezzi mediatici di cui Hitler si servì.L'edizione fu anche la prima ad essere ripresa dall'occhio delle telecamere della televisione: il regime tedesco mise in onda il primo programma televisivo regolare al mondo per permettere ai possessori dell'apparecchio di seguire la visione in diretta dell'evento, mentre la Deutsche Reichspost, vista la scarsità di apparecchi televisivi privati, organizzò vari punti d'ascolto (le cosiddette "sale pubbliche televisive") in diverse zone di Berlino affinché anche la gente comune potesse ammirare le imprese degli atleti. La comunicazione olimpica assunse, un ruolo preponderante nell'intento di nazificazione del Cancelliere tedesco, tanto da trasformare i Giochi olimpici in una potente arma di propaganda. La Germania uscì vittoriosa dalle XI Olimpiadi. Già all’indomani della fine dei Giochi, Hitler accelerò i propri piani grandiosi per l’espansione della Germania e la persecuzione degli Ebrei venne subito ripresa. Due giorni dopo la fine dei Giochi, il Capitano Wolfgang Fuerstner, che era stato responsabile del villaggio olimpico, si suicidò: era stato espulso dall’esercito a causa dei suoi antenati ebrei.

Rosa Ceccarelli Hydra Perciante

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La strage del Mercatino di Natale

L'attentato di Berlino è stato un attacco terroristico, avvenuto il 19 dicembre 2016, che ha provocato 12 morti e 56 feriti. Alle ore 20:02, il camion rubato proveniente da Hardenbergstraße è entrato nel mercatino di Natale allestito a Breitscheidplatz a Charlottenburg, travolgendo bancarelle e clienti per circa 50 metri, per poi deviare e fermarsi su Budapester Straße, nei pressi della Chiesa della Memoria.

Alla guida del camion era Anis Amri e accanto a lui,ormai cadavere era il conducente dell'autoarticolato Robert Łukasz Urban ,cittadino polacco di 37 anni. Questi era cugino di Ariel Zurawski il proprietario della società di trasporti cui apparteneva il mezzo, ed è stato trovato morto sul sedile del passeggero nell'abitacolo del camion. Probabilmente prima di morire si era opposto al sequestro del camion ed era stato accoltellato e poi colpito alla testa da un colpo di arma da fuoco di piccolo calibro. Gli investigatori hanno ritenuto che Urban fosse ancora vivo quando il camion ha raggiunto Breitscheidplatz e che sia stato accoltellato perché stava tentando di fermare la folle corsa afferrando il volante e costringendo il camion a virare a sinistra prima di schiantarsi. Questo atto di coraggio ha salvato molte vite. L'arma da fuoco non è stata rinvenuta sul luogo del delitto. L'attentatore Anis Amri,fuggito subito dopo lo schianto è stato ucciso,qualche giorno dopo, in Italia a Sesto San Giovanni (Milano) durante un controllo di polizia all'esterno della locale stazione ferroviaria.

Giulia Cerrone

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Berlino e il Cinema

Berlino è fino dagli albori della cinematografia un importante centro;infatti le prime immagini in movimento furono presentate dai fratelli Skladanowsky il 1° novembre del 1895 proprio qui.Fondato a Berlino Ovest nel 1951, ed è organizzato nel mese di febbraio a partire dall’edizione del 1978 ed è il festival con la maggiore partecipazione di persone al mondo con un massimo di 300.000 biglietti. Oggi Berlino è sede di importanti produzioni cinematografiche e televisive e proprio per questo molti attori noti sono legati a questa città.. Il festival internazionale del cinema di Berlino, chiamato anche Berlinale, è una delle più importanti manifestazioni dedicate al cinema mondiale. Ogni anno, nel mese di Febbraio, il Theater am Potsdamer Platz ospita il Festival Internazionale ,fondato da Oscar Martay nel 1951, e per 11 giorni Berlino diventa l'ideale palcoscenico del Cinema mondiale. Il premio assegnato nel corso di questa manifestazione è l’Orso d'oro che viene assegnato al miglior film dell'anno.

La 68° edizione,svoltasi nel febbraio di quest'anno,ha visto il trionfo del film Touch Me Not della regista rumena Adina Pintilie, che si è aggiudicato anche il premio come miglior opera prima. L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all'attore statunitense Willem Dafoe, al quale è stata dedicata la sezione "Homage". Altri riconoscimenti onorari sono stati assegnati al regista ceco Jiří Menzel, al produttore e direttore dell' Israel Film Fund Katriel Schory e a Beki Probst, presidentessa dello European Film Market.

Valentina Leo e Genni Nebiu

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ARTE SENZA “PIPPONI”

I murales di quello che è rimasto del Muro

La East Side Gallery (galleria del lato orientale) è la porzione più grande di ciò che rimasto del muro di Berlino. Grazie al lavoro di molti artisti e l'appoggio della città stessa è stato possibile realizzare e rappresenta un memoriale della libertà,interpretato da artisti di ogni dove, ormai divenuto celebre in tutto il Mondo. Questa “sezione” di muro è lunga 1,3 km ed è interamente dipinta con graffiti riguardanti il tema della pace o comunque della caduta del muro in seguito alla fine della "guerra fredda". Il muro posteriore fu dipinto nel 1990 e dal 1992 è considerato monumento

protetto . La East Side Gallery si trova sulla Mühlenstrasse, a lato del fiume Sprea. Sorge fra la Berlin Ostbahnhof,la stazione ferroviaria, e la fermata della metropolitana di Warschauer Straße, nel quartiere di Friedrichshain .

La East Side Gallery è considerata la più lunga galleria d'arte all'aperto del mondo e conta circa 106 murales dipinti sul lato orientale del Muro di Berlino. Fra i graffiti i più famosi sono “Il bacio fra Erich Honecker e Leonid Brežnev” dell'artista Dimitrji Vrubel , nonché quello della “Trabant che sfonda il muro” ,l'automobile simbolo di Berlino est costruita in plastica e materiali poverissimi,opera di Birgit Kinder. La galleria è una delle mete più visitate e costituisce un bene dell'Umanità e un patrimonio a cielo aperto. Viene fatto un restauro continuo dei murales più importanti, belli e iconici per preservarli dagli agenti atmosferici, dall' inquinamento e anche da quei soggetti che definirli PIRLA è un complimento. Non l'ho mai visto perché non sono mai stato a Berlino,ma mi interesserebbe tantissimo di vederlo e lo consiglio a chiunque abbia in programma un viaggio a Berlino.

Pietro Vezzaro

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Il Caffè ScientificoRenato Chemello illustra l'Ecologia

e la giusta alimentazione

Iniziamo chiarendo che cosa è un Caffè Scientifico.Il Caffè Scientifico è un modo ,per i ragazzi e gli adulti, per imparare, approfondire e creare un ambiente di dialogo e di discussione su argomenti esposti o dimostrati da professori o tecnici specializzati.I Caffè,sono stati due in tutto,hanno avuto luogo il 16 e il 23 maggio nell' Aula Magna della nostra scuola. Nel primo incontro si è parlato di vaccini;nel secondo,invece,di ecologia e alimentazione.Il Caffè del 23 maggio sull'ecologia ha visto protagonista il professor Renato Chemello, ordinario del “Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare” dell'Università degli Studi di Palermo.L'approccio al tema è stato molto diretto e il prof. ha esposto che cosa significa l'Ecologia e la sua sostenibilità secondo lui.Ci ha detto che: “L'ecologia è la scienza che studia la complessità del Mondo, cioè la scienza dei procedimenti e dei processi”;ma ha poi aggiunto che “se si parla di essere sostenibili bisogna per forza essere RESPONSABILI “. Per essere responsabili bisogna diminuire gli sprechi e i consumi,ma anche aumentare l'educazione all'ambiente. Perché per avere una civiltà giusta, libera, prospera, di buon senso e quindi responsabile questa è la sola strada percorribile.Altri spunti di discussione sono stati l'Impronta ecologica e la Bio-capacità.La prima è costituita dagli ettari di terra utilizzati dall'uomo per ottenere cibo, vestiti, carburante... e la seconda è la possibile produzione di prodotti alimentari e di uso quotidiano senza manipolare il Pianeta. Parlandoci di questo il docente ci ha fatto capire che l'uomo spreca ,o butta via, il 12/13 % del cibo e altro materiale; ma anche che la Terra produce solo il 45%. Quindi un quarto della produzione totale è buttato via!! Dopo tutte queste informazione sulla Terra, sull'ecologia e l'alimentazione, il prof. Chemello ci ha stupiti introducendo anche gli argomenti dell'istruzione e dei diritti delle donne.Vi sembra strano?Ed invece non lo è,perché entrambe le cose sono collegate ai temi principali della conferenza,perché se una donna ha la possibilità avere dei diritti, e un'istruzione può esercitare un ruolo positivo sulla società e sulla sostenibilità della Terra. Il caffè si è concluso con un test sulla nostra impronta ecologica (FOOT PRINT WWF) e un poco di tempo per fare delle domande sul cibo e l' eco-sostenibilità.

Eryka Gaggelli e Pietro Vezzaro

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“Gli studenti scrivono per il Leone”

Storie di alternanza scuola-lavoro

Nell'ambito della progettazione scolastica l'Alternanza scuola-lavoro è molto importante, e gli studenti della 3 A/AFM vi hanno partecipato andando a visitare l'azienda PanUrania ;in quell'occasione hanno intervistato alcuni dipendenti con incarichi molto importanti. La Redazione offre ai propri lettori l'intervista così come la 3 A7AFM ce l'ha proposta.

Mercoledì 20 aprile 2018 la classe 3A AFM, si è recata presso l'azienda Panurnia, per fare alcune domande al personale. Sono stati intervistati:

• Il responsabile Marketing Il responsabile Sviluppo e Innovazione

• Il responsabile dell'area Commerciale• Il responsabile dei servizi generali• Il responsabile amministrazione e controllo• Il responsabile delle vendite e degli acquisti

Durante le ore di Economia Aziendale e di Informatica, i ragazzi della 3A AFM, suddivisi in gruppi, hanno lavorato su vari argomenti relativi all'azienda PanUrania in vista della visita che si svolgerà il 16 maggio. Durante l'intervista al personale sono state fatte domande ritenute utili dai ragazzi per la conclusione dei lavori. D. Come nasce l'azienda?R. Nasce come azienda individuale nel 1958 per volontà di Renzo Targi, che ancora oggi ne è il presidente. Nel tempo l'azienda si è evoluta, fino a diventare una società; inizialmente questa società si chiamava URANIA MOBILI, si occupava della produzione di mobili per arredamento, nel tempo però come tutte le aziende non ha continuato a produrre lo stesso bene ma ha cercato di andare verso le tendenza del mercato. Durante la crisi del 1973, il fondatore, ha pensato di cambiare produzione, decidendo di associare il semilavorato del mobile al semilavorato dei pannelli, che inizialmente venivano utilizzati per le baracche dei cantieri. Nel 1979 è stato aggiunto a URANIA MOBILI il nome PAN ed è stato tolto MOBILI, proprio per vis della produzione dei pannelli. Negli ultimi anni l'azienda si è evoluta, facendo delle acquisizioni sul mercato, per rendere il loro un prodotto complementare. Oggi ci sono tre generazioni, è un'azienda a conduzione familiare e sta crescendo, grazie ad una forte presenza femminile

D. In quai nazioni vengono esportati i vostri prodotti?R. In Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti, Australia, Cuba e Brasile

D. Quali sono i principali mercati di sbocco dell'azienda?R. L'azienda è partita con la produzione di mobili e nel 1983 ha avviato il mercato con la Francia, in seguito con la Spagna e dal 1995 al 2000 con la Germania,Usa e Brasile.

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“Gli studenti scrivono per il Leone”

Tra i quali il mercato Francese ha rappresentato circa il 70% del fatturato risultando il più proficuo. Oggi il 95% della produzione viene esportato,di cui il 5% italiano. L'azienda non conosce molto il mercato italiano poiché è un mercato complesso.

D. Qual è il capitale investito?R. La società è nata con un capitale minimo di 200 milioni di lire e si è data una struttura di autofinanziamento, poiché a fine anno soltanto il 10% degli utili viene distribuito. Oggi il capitale sociale è di 3 milioni e 275 mila euro, e il capitale investito è di 12 mila euro.

D. Quali aziende sono in gruppo con la Panurnia?R. La Serral, un società che si trova in provincia di Perugia, La PanUrania-Brasile, una società che si trova a San Paolo, costituita per sviluppare il mercato Brasiliano, anche se non è del tutto decollato, la Pan Urania Brasile, non fa produzione, perché il Brasile dopo il 2012 sta subendo un momento di crisi, dovuto alla corruzione. Nel 2012 la PanUrania, ha fornito il materiale a un'azienda brasiliana per la costruzione della palazzina dei giochi olimpici. Dal 2006 al 2012, l'azienda ha spedito in Brasile in un solo anno 5 milioni e mezzo di fatturato. Sempre nel 2012 è stata costruita in soli sei mesi una palazzina su un'area di 25 mila metri quadrati destinata alle Olimpiadi ed oggi è stata demolita lasciando spazio ad un parco. E' stato costruito un ufficio commerciale a Miami per far partire il mercato americano anche se oggi non è ancora in funzione.

D. Come si è evoluto il vostro mercato?R. Il mercato si è evoluto in base alle richieste dei clienti, che con il tempo sono cambiate più volte. Siamo passati da una piccola azienda del territorio a una grande società commerciando con grandi stati nazionali come la Francia e il Brasile.

D. Qual è l'impresa leader che opera nel vostro mercato? E' in concorrenza con voi? R. La Panurania è l'impresa leader del suo mercato poiché è l'unica azienda in Italia che produce questo tipo di beni.

D. Ci sono ostacoli all'internazionalizzazione? Quali?R. Oggi non ci sono ostacoli all'internazionalizzazione poiché l'azienda già da anni lavora principalmente per i mercati esteri e con il tempo si è adeguata. D. Dove acquistate le materie prime? R. L'azienda acquista principalmente in Italia ma il 14% viene acquistato all'estero.

D. Come avviene la produzione? R. La produzione avviene tramite una catena di montaggio in cui operano più squadre. Ogni squadra è formata da 3 lavoratori di cui uno posiziona il pannello sul nastro e gli altri assemblano le cornici laterali che non permettano la fuoriuscita del liquido (poliuretano) successivamente messo da un apposito macchinario.

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“Gli studenti scrivono per il Leone”

I pannelli assemblati verranno pressati per far uscire l'aria creata dal liquido e tagliati in varie misure secondo la richiesta dei clienti.

D. In quanti impianti producete? R. La Panurania produce principalmente in Italia, dove ha le sue due sedi principali. Nel 2012 doveva avviare la produzione anche in Brasile ma questo progetto non ha avuto un esito positivo a causa della crisi economica.

D. Com'è fatto l'organigramma dell'azienda?R. E' un organigramma funzionale.

D. Avete organigrammi diversi per le operazioni all'estero?R. L'organizzazione dell'azienda è sempre la stessa anche per le aziende all'estero

D. Chi è l'amministratore delegato?R. Dal 2016 ci sono due amministratori delegati; uno si occupa della parte ambientale e dei lavoratori; l'altro si occupa dello sviluppo, in particolare del Marketing.

D. Quanti operai, impiegati e dirigenti sono presenti all'interno dell'azienda? Con quali qualifiche?R. Ci sono 95 dipendenti, tra impiegati e operai dal generico allo specializzato,15/16 somministrati da aziende del lavoro (ADECCO). L'età media è di 35 anni, c'è una ricerca particolare per i giovani.

D. C'è presenza di neodiplomati?R. Sì

La classe 3 A/AFM

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L'angolo della Poesia

AMORE DOPO AUSCHWITZ

Era amore Quando venni da te

Perché dovevoEra amore quando ti lasciai

Perché sapevo.L’antica vergogna è falsa vergogna.

Qui non fu d’aiuto alcun dio né alcuna compagniaE andai. E qui nulla fu fatto

Guardai me e te E guardai gli altri

E non bastava ancora Qui non fu d’aiuto alcuna separazione

Inge Müller

(Berlino Est 1925-1966)

La Voce del Leone Redazione Ceccarelli R; Cerrone G; De Luca J. De Lucia L ; Ferrara E; Gaggelli E. Giacomini F; Guadagno N. Klyusyk C.; Leo V. ; Leoncini M. Mostacci C; Nebiu G. Perciante H; Shoraj J. Verdiani A;Vezzaro P.

Caporedattore Collaborazioni esterne Marco Nesi Tommy Laurino