Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016 · Paolo D’Arrigo Giulia Ferrara Federica Fumoso Ludovica...
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Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
2 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Sommario SOMMARIO
Editoriale
Pagina 3. Editoriale
TechMed
Pagina 4. Confidence
Medicina
Pagina 5. Tachicardia Ventricolare Bidirezionale Indotta da Av-
velenamento Aconitinico: Case Report
Pagina 8. I Fattori di Rischio Cardiovascolare
Pagina 10. Ruolo del Lipofilling in Chirurgia Ricostruttiva ed
Estetica
Pagina 12. Il Virus Ebola
Pagina 14. Acido Acetilsalicilico e Malattie Neurodegenerative
Pagina 16. Carcinoma Colon-rettale: Un Nuovo Nemico da
Combattere
Pagina 18. ALLa Ricerca Della Rotella D’Oro: L'Importanza
della Figura del Te.R.P. nella Pratica Riabilitativa su Sogget-
ti con Disabilità Psichica
Psicologia Pagina 20. Dall’Ansia all’Angoscia: Psicologia e Psicoanalisi a
Confronto
Pagina 22. Anoressia sul Web: Il Fenomeno Pro-Ana, la Di-
mensione Psicologica e Sociale dei Blog Pro-Ana
Pagina 24. Il Ruolo della Plasticità Neuronale nella Determina-
zione, Dinamica ed Imprevedibile, della Nostra Esistenza
Dura Lex... Sed Lex!
Pagina 26. Condominio: Apparenza o Realtà?
L’Angolo di CriErre
Pagina 27. In Cucina con CriErre: Muffin Nocciola e Arancia
Pagina 27. In Giardino con CriErre: I Ciclamini
Have a Break with Axada
Pagina 28. “Del Delitto” di Manlio Sgalambro
Fitness & Wellness
Pagina 30. Il Fitness: la Medicina per il Corpo e la Mente
Pagina 32. Il Miele, prodotto naturale delle Api tutto da scoprire
Speciale Pagina 34. Natale in Bus a Catania - Colori, Musica ed Eventi
in Centro Storico
REDAZIONE
PRESIDENTE Salvatore Giovanni Vitale
DIRETTIVO Elena Cammarata
Lucio Granata
Valentina Lucia La Rosa
Alessio Platania
Raffaela Simona Zappalà
GRAFICA Roberto Enrique Canta
Salvatore Bruno Riscica
REDAZIONE Dario Alparone
Antonio Arena
Salvatore Biondi
Paolo D’Arrigo
Giulia Ferrara
Federica Fumoso
Ludovica Fuochi
Renata Giglio
Piermario La Rosa
Patrizia Minona
Aldo Mojani
Stefania Montemagno
Nelly Ohazuruike
Salvatore Privitera
Stefano Rizza
Giovanni Roccaro
Marco Romano
Giuseppe Sarpietro
Valeria Tignino
Roberta Vitale
Stefano Zanghì
SEDE Sede Axada Catania
Policlinico di Catania
“Gaspare Rodolico”
Edificio 1
I piano
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
3 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Editoriale
C aro lettore,
tutta la direzione del magazine
bimestrale “Axada” ti dà il più
caloroso benvenuto all’interno
della nuova rivista.
Innanzitutto vogliamo caldamente rin-
graziare chi ha collaborato e contribuito ai
fini della realizzazione dei precedenti nume-
ri, impegnandosi al massimo per mantenere
elevata la qualità dell’associazione stessa.
Dopo alcuni mesi di pausa, utilizzati
nel più proficuo dei modi, inauguriamo il
2016 presentandoci rinnovati nello spirito e
nel corpo; il vento di cambiamento ha infatti
investito ogni aspetto del magazine.
Il direttivo, poggiando su consolidate
basi, ha mantenuto alcuni membri ed ha vi-
sto l’ingresso di Psicologi e Specializzandi
fortemente motivati a mettere le loro compe-
tenze a disposizione dei lettori, è diventato
così un unico organismo sempre aperto a
nuove idee e pronto ad un confronto positi-
vo e costruttivo.
Con grande entusiasmo nuovi redattori
(tra cui avvocati, psicologi, medici, studenti,
blogger, personal trainer, ecc..) si sono ag-
giunti al progetto, a dimostrazione che l’esi-
genza di trasmettere i propri punti di vista,
di dare spazio e forma ai pensieri, e più in
generale di comunicare, pervade l’essere
umano e diventa una necessità a cui siamo
ben lieti di dare sfogo.
Abbiamo messo in atto un doveroso re-
styling grafico, alleggerendo i colori, modi-
ficando l’impaginazione, aggiungendo im-
magini e tabelle esplicative, rendendo così
gli articoli più intuitivi nella lettura e più
gradevoli per la vista.
Poiché ogni articolo, ogni frase ed ogni
parola riflettono il pensiero del proprio auto-
re, riteniamo sempre valido affiancare all’ar-
ticolo un’immagine del redattore ed una sua
breve presentazione, così da renderlo ancora
più vicino al lettore, quasi in un dialogo vir-
tuale con l’autore.
La rivista è stata suddivisa in sezioni
per rendere più agevole il passaggio da un
argomento all’ altro, si passa da una prima
area dedicata alla Medicina (spaziando dalla
prevenzione alla terapia) ad una di Psicolo-
gia, di Giurisprudenza, passando per il Fit-
ness e Wellness, recensioni di libri o film,
fino ad arrivare ad un angolo dedicato
all’handmade, alle piante ed alla casa.
Cos’altro aggiungere? Non resta che
sedersi, rilassarsi, ritagliare qualche minuto
del proprio tempo e, tutto d’un fiato, immer-
gersi nei meandri delle pagine del magazine.
PERPERPER
ASPERAASPERAASPERA
ADADAD
ASTRA!!ASTRA!!ASTRA!!
Lucio Granata
Medico Chirurgo
Specializzando in Medicina Generale
Direzione Axada Magazine
Salvatore Giovanni Vitale
Medico Chirurgo
Specialista in Ginecologia e Ostetricia
Presidente dell’Associazione Axada Catania
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
4 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
TechMed
I n questo numero piuttosto che di
un’APP vi parlerò di un sito web che
potrà risultare utile a diverse categorie
di persone, dallo studente di medicina
al medico già specializzando.
“Confidence” (https://confidence.ac)
infatti ha lo scopo di aiutare l’utente a ripas-
sare argomenti a scelta per sentirsi più pre-
parato ad affrontare un esame. (Figura 1)
Per accedere al sito basterà registrarsi
ex novo o utilizzare le nostre credenziali di
Google o Facebook, questo ci permetterà
anche di confrontare I nostri progressi con
altri amici che utilizzino lo stesso servizio.
Una volta entrati, questa è la schermata
che ci troveremo di fronte, nella parte infe-
riore le statistiche dei nostri esercizi e gli
eventuali quiz salvati tra i preferiti
(bookmarks). In alto troviamo, invece, le
opzioni per esercitarsi o simulare un esame
con possibilità di decidere il tempo a nostra
disposizione.
Se andiamo a creare una sessione di
pratica potremo selezionare le materie su cui
vogliamo esercitarsi, il tipo di esame (le do-
mande si rifanno a quelle utilizzate nel Re-
gno Unito e si può scegliere tra diversi tipi
di test: quelli per l’esame finale del corso di
medicina e quelli che devono superare gli
specializzandi nelle branche mediche e chi-
rurgiche (MRCP e MRCS rispettivamente),
se vogliamo presentate domande sempre
nuove o quelle che abbiamo già sbagliato, e
la modalità delle domande: risposta singola,
multipla o vero /falso. (Figura 2)
Una volta risposto, dopo ogni domanda
ci ritroveremo una schermata con un grafico
illustrante le risposte date dagli altri utenti
della piattaforma, le spiegazioni della rispo-
sta esatta per ogni quesito ed una piccola
biografia dell’autore che ha inserito la do-
manda. (Figura 3)
Per questo numero è tutto, sperando il
sito vi sia utile, alla prossima.
Alessio Platania
Medico Chirurgo
Consulente in
Sessuologia
Specializzando in
Medicina Generale
CONFIDENCECONFIDENCECONFIDENCE
Figura 1
Figura 2
Figura 3
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
5 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Medicina
A lla fine di Ottobre 2015 è stato
pubblicato sul “Canadian Jour-
nal of Cardiology” (rivista uffi-
ciale della Canadian Cardiova-
scular Society), dai medici cinesi Zhao et al.,
un “case report” in cui viene descritta l’in-
sorgenza di “tachicardia ventricolare bidire-
zionale” correlata all’avvelenamento da aco-
nitina, pianta utilizzata a scopo medicamen-
toso in medicina tradizionale cinese.
Una donna cinese di 45 anni, come rac-
conterà in seguito il marito durante il ricove-
ro ospedaliero, ha assunto circa 50 millilitri
di un “medicinale liquido” e dopo 30 minuti
dall’ingestione si è verificato un improvviso
e drastico crollo della pressione arteriosa ac-
compagnato da sincope. All’anamnesi pato-
logica remota non presentava patologie car-
diovascolari pregresse, non aveva mai soffer-
to di disturbi del ritmo o cardiaci in generale,
riferiva di non aver mai accusato cardiopal-
mo – angor – dispnea - episodi presincopali
o francamente sincopali, non vi era storia fa-
miliare di morte improvvisa.
All’esame fisico si presentava con cute
fredda, sudata e cianotica, ipotesa (PA 50/30)
e tachicardica con frequenza cardiaca di 150
battiti per minuto. L’esecuzione di un ECG
(Figura 1) a 12 derivazioni rivelava la pre-
senza di una rara forma di tachicardia a com-
plessi larghi interpretata come tachicardia
ventricolare bidirezionale (bidirectional
ventricular tachycardia, BVT). E’ stato
tentato il ripristino del ritmo sinusale som-
ministrando per via endovenosa farmaci
antiaritmici di diverse classi (secondo
Vaughan-Williams, vedi Tabella 1, pg.7)
quali Amiodarone (classe III), Metoprololo
(II), Lidocaina (I B), Potassio Cloridrato
(non presente nella classificazione, ulterio-
re motivo per cui è stata poi proposta quel-
la del “Sicilian Gambit”). I farmaci sono tut-
ti risultati inefficaci. L’esecuzione di un’eco-
grafia addominale ha evidenziato una marca-
ta ritenzione gastrica, è stato quindi posizio-
nato un drenaggio all’interno dello stomaco
al fine di rimuovere la sostanza tossica anco-
ra presente e dopo 2 ore circa l’aritmia è ces-
sata spontaneamente, con netto miglioramen-
to delle condizioni emodinamiche della pa-
ziente e risoluzione del quadro clinico.
Successivamente gli esami di laborato-
rio hanno rivelato la presenza ematica di aco-
nitina, una sostanza estratta dalle radici late-
rali della pianta di Aconitum Carmichaelii
(Figura 2, pg.6), conosciuta anche come
“devil’s helmet” o “monkshood” (napello).
Tale pianta, sebbene ne sia ben nota l’elevata
tossicità (quindi il ridotto indice terapeutico),
è la sostanza principale di un rimedio tradi-
zionale cinese denominato “Fuzi”. Molto dif-
fuso nelle provincie del sud-est della Cina,
viene utilizzato a piccole dosi per le sue pro-
prietà antinfiammatorie, antidolorifiche e
“cardiotoniche” (termine, a mio avviso, im-
proprio ed inaccettabile dal punto di vista del
metodo scientifico, non indicando rigorosa-
mente quali effetti farmacologici possa espli-
care e per quali macro/micro modifiche della
normale fisiologia questi avvengano).
TACHICARDIA VENTRICOTACHICARDIA VENTRICOTACHICARDIA VENTRICOLARE BIDIREZIONALE INDOTTA LARE BIDIREZIONALE INDOTTA LARE BIDIREZIONALE INDOTTA
DA AVVELENAMENTO ACONITINICO: CASE REPORTDA AVVELENAMENTO ACONITINICO: CASE REPORTDA AVVELENAMENTO ACONITINICO: CASE REPORT
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
6 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
A dosi più elevate manifesta drastici effetti
sulla pressione arteriosa causandone una
marcata riduzione ed evidentemente anche
azione pro-aritmogena molto importante e
potenzialmente letale.
Già nel 1992 Tai et al. avevano pubbli-
cato su “Pacing Clinical Electrophysiology”
l’articolo “Bidirectional tachycardia induced
by herbal aconite poising“ in un soggetto al-
trimenti sano, indagandone le caratteristiche
cliniche, elettrocardiografiche ed elettrofar-
macologiche. Questa particolare forma di ta-
chicardia si rivelava essere suscettibile alle
manovre vagali ed all’adenosina, ma presen-
tava una natura incessante oppure solo una
soppressione transitoria e non rispondeva
nemmeno alla cardioversione elettrica, sug-
gerendo un meccanismo di esaltato automati-
smo, compatibile con le informazioni all’e-
poca disponibili sugli effetti elettrofisiologici
di membrana nell’aritmogenesi aconitina-
mediata. L’ipotesi più plausibile della tachi-
cardia appariva essere l’origine fascicolare o
dal miocardio ventricolare con un pattern di
attivazione alterno, oppure 2 foci ectopici a
scarica alterna.
In letteratura sono riportati altri casi di
avvelenamento da aconitina avvenuti con in-
sorgenza di tachicardia ventricolare bidire-
zionale, con alternanza di asse e/o morfolo-
gia del QRS nelle derivazioni precordiali. In
un’occasione l’amiodarone era risultato effi-
cace, in un altro case report del 1992
Tsukada et al., basandosi sul fatto che l’aco-
nitina agisce come agonista dei canali del
Na+, indicavano invece la lidocaina
(bloccante dei canali del Na+), in bolo segui-
to da infusione continua, come antiaritmico
di prima scelta, si era infatti rivelata efficace
nel loro paziente.
Sheth et al. a Luglio 2015 hanno invece
riportato sul Singapore Medical Journal il
caso di un paziente di 34 anni in cui la BVT
da sovradosaggio aconitinico è stata trattata
con 150 mg ev di amiodarone e poi cardio-
versione sincronizzata a 200 J, ma è degene-
rata in tachicardia ventricolare senza polso,
quindi sottoposta a manovre di rianimazione
cardiopolmonare e dopo 2 minuti è subentra-
ta la fibrillazione ventricolare, per cui è stata
sottoposta a defibrillazione e somministra-
zione di amiodarone in infusione. In seguito
si è stabilito un ritmo bigemino ventricolare
che dopo 26 ore e l’estubazione si è converti-
to a ritmo sinusale, nel follow up ad un mese
il paziente non ha poi presentato sintomi di
alcun tipo.
Già nel 1987 Hiroshi et al. pubblicarono
su JACC un lavoro in cui sperimentalmente
per trattare la BVT (indotta in modo iatroge-
no con infusione miocardica diretta di aconi-
tina) somministrarono a 54 cani anestetizzati
alcol etilico al 50-100% o fenolo al 25% in-
tracoronarico, in particolare all’interno di un
ramo diagonale dell’ IVA (arteria interventri-
colare anteriore), a sua volta diramazione
della coronaria sinistra. Tale metodo si rivelò
efficace nell’ablare la tachicardia poiché in-
duceva la necrosi transumurale della porzio-
Figura 2 - Aconitum Carmichaelii
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
7 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
ne di parete miocardica coinvolta nel circuito
aritmogeno.
Ovviamente il rovescio della medaglia
era proprio la morte del miocardio coinvolto.
Concludevano mettendo in evidenza come
fosse possibile trattare la tachicardia ventri-
colare bidirezionale iniettando, in pazienti
molto ben selezionati, ridotte dosi di etanolo
o fenolo in rami coronarici piccoli e deputati
ad irrorare la porzione di miocardio in cui si
genera o perpetua l’aritmia, come fosse pos-
sibile indurne una selettiva e controllata ne-
crosi e quindi l’interruzione della tachicar-
dia.
Molte considerazioni possono essere
tratte, partendo dalla più semplice per cui il
detto “naturale non fa male” è solo uno spec-
chietto per le allodole, più adatto alla bocca
di “operatori sanitari” praticoni che utilizza-
no poca scienza e tanta chiacchera, non c’è
spazio per queste parole nella mente del Me-
dico che agisce secondo scienza e coscienza.
Si deve conoscere bene la sostanza da som-
ministrare, ci si deve attenere alle indicazio-
ni, alle dosi ed agli schemi posologici ripor-
tati in scheda tecnica o ben standardizzati
dalle Linee Guida e dagli studi di settore
nonché alla good clinical practice.
“Rimedi natura-
li” (fitoterapici, rimedi
tradizionali cinesi,
ecc..) che sfuggono al
rigido controllo AIFA
ed al percorso rigoroso
e preciso di produzio-
ne farmaceutica posso-
no essere a volte utili
ma anche un campo
minato in cui diventa
difficile muoversi, se
non altro perché le
evidenze a sostegno
sono scarse ed incomplete e diversi dubbi
possono essere sollevati sulla fase di produ-
zione e distribuzione (purtroppo un ruolo ne-
gativo in questo contesto lo svolge Internet).
Tutte le sostanze che esplichino effetti
farmacologici ad una certa dose, possono in-
durre effetti tossici se utilizzati a dosi più
elevate, per tempi o per indicazioni impro-
prie; questo principio di base della farmaco-
logia moderna deve sempre essere tenuto ben
in mente.
Il paziente deve essere istruito ed educa-
to, anche all’automedicazione, così evitere-
mo spiacevoli inconvenienti e renderemo an-
cora più solido il rapporto di fiducia medico-
paziente.
Lucio Granata
Medico Chirurgo
Specializzando in Medicina Generale
Tabella 1 - Classificazione di Vaughan-Williams 1
1. (Fonte: http://www.cardiorete.it/cardio/atti/2005/uriarte.htm)
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
8 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
P revenire è meglio che curare: un
detto che affonda le radici nella
storia e che, rivolto a qualsivoglia
situazione, invita ad agire prima
che qualcosa di sgradevole possa verificarsi,
al fine di ridurne o evitarne le conseguenze.
Purtroppo il moderno approccio alla patolo-
gia è spesso considerato sinonimo di terapia
farmacologica e, sfortunatamente, a ciò con-
tribuisce anche la figura del medico dimenti-
cando spesso che il primo passo di ogni tera-
pia dovrebbe essere la “non terapia”, ovvero
la prevenzione.
Le malattie cardiovascolari rappresen-
tano, ad oggi, la principale causa di morbili-
tà e mortalità nel mondo occidentale. Com-
prensibile, dunque, come ridurre l’impatto
dei fattori di rischio cardiovascolare si pone
come elemento di estrema importanza nella
quotidianità di ogni individuo. Senza consi-
derare che, secondo le nuove linee guida Eu-
ropee sull’ipertensione arteriosa, edite dalla
“European Society of Cardiology“(ESC) nel
2013, un corretto approccio ai fattori di ri-
schio cardiovascolare non solo ridurrebbe la
probabilità di sviluppare una determinata
patologia nei soggetti non malati, ma mi-
gliorerebbe l’outcome clinico dei soggetti
già affetti, con possibilità di modifica del
regime terapeutico farmacologico a dosaggi
sensibilmente più bassi o addirittura giun-
gendo a eliminazione del farmaco poiché
non più necessario. Ma non tutti i fattori di
rischio, sfortunatamente, possono essere
bersaglio di strategie di preven-
zione e, per questo motivo, al-
cuni di essi come età, sesso e
familiarità vengono classificati
come “non modificabili”.
Di dominio pubblico è co-
me l’inesorabile avanzare degli
anni sia connesso ad una fisiologica riduzio-
ne delle normali funzioni dell’organismo e,
nell’apparato cardiovascolare ciò si traduce
in una ridotta “compliance” della parete va-
sale per meccanismi di arteriosclerosi e ate-
rosclerosi con conseguente incremento della
probabilità di sviluppare alla lunga patologie
quali ipertensione arteriosa, cardiopatia
ischemica o scompenso cardiaco. In partico-
lare si definisce fattore di rischio per età, an-
ni superiori a 45 per l’uomo e 55 per la don-
na, e familiarità la presenza di un evento
cardiovascolare verificatosi prima di anni 65
nella madre e di anni 55 nel padre. Tale dif-
ferenza nel sesso è spiegata dall’azione del
cosiddetto “ombrello estrogenico”, sotto il
quale la donna si ripara dal rischio di malat-
tie cardiovascolari (prevalentemente a carat-
tere ischemico) nella giovane età grazie
all’azione protettiva degli ormoni femminili
sulla funzione endoteliale e sull’omeostasi
lipidica. Si assiste, però, ad un annullamento
se non addirittura ad un’inversione del trand
nel periodo post-menopausale, in cui la don-
na risentirebbe in maniera notevole della ca-
duta di questo meccanismo di protezione,
giungendo ad avere un rischio pari, o addi-
rittura superiore ai soggetti di sesso maschi-
le. Possibile è, invece, agire su un ampio
ventaglio di fattori di rischio (modificabili)
con l’intento di ridurre il rischio cardiova-
scolare globale. Spesso si sente parlare di
come centrale sia il ruolo dell’abuso dieteti-
co di sale nell’eziopatogenesi dell’iperten-
sione arteriosa, e ciò è dovuto
principalmente ad un aumento
del volume extracellulare ed
incremento dell’azione del si-
stema nervoso simpatico sulla
muscolatura liscia vasale.
I FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLAREI FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLAREI FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE
Medicina
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
9 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Pertanto, le linee guida ESC 2013 in tema di
ipertensione raccomandano una dose giorna-
liera totale non superiore a 5 g/die, total-
mente in contrasto con la quantità di 10 g/
die che normalmente si è soliti consumare.
Inoltre, si ritiene che il ruolo dannoso
dell’eccesso di sodio sia enfatizzato in parti-
colari categorie di pazienti quali: anziani,
soggetti di razza nera, diabetici, pazienti af-
fetti da sindrome metabolica o con insuffi-
cienza renale cronica. Anche l’abuso di be-
vande alcoliche si pone come cofattore di
danno cardiovascolare, rendendo necessario
dunque non superare l’introito di 25 g/die
per l’uomo, e 15 g/die per la donna.
Appare evidente, dun-
que, che come punto cardine
di un corretto piano di pre-
venzione vi sia un corretto ap-
proccio a quello che introdu-
ciamo tutti i giorni con l’ali-
mentazione. A tal proposito, in letteratura
scientifica, viene evidenziato il ruolo protet-
tivo della “dieta mediterranea”; considerata
come consumo di alimenti ittici almeno due
volte la settimana e quantitativo complessi-
vo di frutta e verdura pari ad almeno 300
grammi/die. Condannati invece il consumo
eccessivo di alimenti ricchi in acidi grassi
saturi e abuso di caffè.
Altro fattore fondamentale nel contri-
buire ad un incremento del rischio cardiova-
scolare è senza dubbio l’eccessivo peso cor-
poreo, particolarmente inteso come adiposi-
tà viscerale piuttosto che come sottocutanea.
La letteratura scientifica riporta che valori di
“body mass index” (BMI) inferiori a 25 Kg/
m2 e valori di circonferenza vita inferiori a
102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna so-
no associati ad un miglioramento del profilo
lipidico con conseguente riduzione del ri-
schio di eventi ischemici a distanza. In ag-
giunta l’ESC afferma che una riduzione del
peso corporeo raggiunta tramite regolare
esercizio fisico aerobico contribuisce in tal
senso, garantendo per lo più una maggiore
efficacia della terapia farmacologica in atto.
Viene da sé dunque, come dislipidemie pri-
mitive o secondarie ad altre patologie, quale
ad esempio il diabete mellito scompensato,
compartecipano in modo non indifferente al
rischio cardiovascolare complessivo del sog-
getto.
Efficace nel ridurre il rischio di iperten-
sione arteriosa e di altri eventi cardiovasco-
lari è anche l’astensione dal fumo di sigaret-
ta, abitudine voluttuaria pur-
troppo molto diffusa nel mon-
do occidentale che si impone
prepotentemente tra i prota-
gonisti principali che recitano
nel teatro dell’aterosclerosi.
Numerosi gli studi in letteratura che riporta-
no dati sconfortanti sull’effetto del fumo
sull’apparato cardiovascolare, come la pre-
senza di valori persistentemente elevati di
pressione arteriosa e frequenza cardiaca per
i 15 minuti susseguenti il consumo di una
singola sigaretta.
Paolo D’Arrigo
Dottore in Medicina e Chirurgia
Bibliografia:
2013 ESH/ESC Giudelines for the management of arterial hypertension
C. Rugarli - Medicina interna sistematica
“Gli intellettuali
risolvono i problemi,
i geni li prevengono” E. Einstein
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
10 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Medicina
I l concetto di “trapianto di grasso” è
ormai da qualche anno oggetto di con-
siderevole interesse scientifico e i
mass media hanno contribuito a rende-
re nota questa procedura chirurgica. Ma…
cos’è il lipofilling?
Il trapianto di tessuto adiposo fu propo-
sto per la prima volta nel 1893 da Neuber.
La tecnica fu in seguito standardizzata dal
chirurgo francese Fournier, padre della lipo-
scultura con siringa, e successivamente per-
fezionata dal chirurgo statunitense Sidney
Coleman, che apportò un miglioramento no-
tevole della sopravvivenza degli adipociti
con il suo metodo di prelievo.
In realtà da un punto di vista tecnico in
Chirurgia Plastica sarebbe più corretto uti-
lizzare il termine “autoinnesto di tessuto adi-
poso”, poiché il tessuto che viene trasferito
da una zona a un’altra, sede del difetto da
trattare, è privo di vascolarizzazione autono-
ma (a differenza dei lembi o trapianti che
sono invece dotati di un proprio peduncolo
vascolare).
Le zone donatrici maggiormente utiliz-
zate sono rappresentate da interno coscia,
trocanteri, fianchi e addome (Figura 1).
Il processo di prelievo è simile a quello
della liposuzione ma viene eseguito con si-
ringhe da 10 ml, che consentono di mante-
nere basse pressioni di aspirazione per mini-
mizzare i traumatismi cellulari. Dopo il pre-
lievo, la seconda fase consiste nella purifica-
zione. La tecnica più utilizzata è quella di
centrifugazione, che permette la rimozione
dei residui di scarto e conseguen-
temente un maggiore attecchi-
mento dell’innesto (Figura 2).
La fase successiva prevede l’infil-
trazione del tessuto adiposo a li-
vello della zona ricevente. Si uti-
lizzano siringhe da 1 o 2,5 ml con
ago o agocannula dedicata. In
questa fase è indispensabile intro-
durre il grasso in piccolissime
quantità in modo da permettere
un’ottimale nutrizione da parte dei
tessuti circostanti e di ridurre così
la percentuale di riassorbimento.
RUOLO DEL LIPOFILLING IN CHIRURGIARUOLO DEL LIPOFILLING IN CHIRURGIARUOLO DEL LIPOFILLING IN CHIRURGIA
RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA RICOSTRUTTIVA ED ESTETICA
Figura 2
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
11 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Per lo stesso motivo si preferisce inse-
rire piccole quantità di tessuto adiposo per
ogni singola seduta chirurgica.
L’intervento può essere eseguito in ane-
stesia locale pura o in sedazione leggera e
quindi in regime di day-surgery. Il post-
operatorio è in genere poco impegnativo per
il paziente e può essere caratterizzato da
modesti edemi ed ecchimosi tanto nella zona
di prelievo quanto nella zona ricevente.
Le applicazioni cliniche sono svariate,
consentendo di trattare asimmetrie facciali,
atrofie, cicatrici depresse, esiti di acne
(Figura 3). Il lipofilling riveste un ruolo im-
portante nella chirurgia mammaria post-
oncologica, dove si candida a sostituire
espansori e protesi con effetto molto più na-
turale (Figura 4). In medicina e chirurgia
estetica dona volume e turgore a una cute
invecchiata senza dover ricorrere all’utilizzo
di sostanze di sintesi, come l’acido ialuroni-
co o il collagene, con il grande vantaggio di
avere un effetto più naturale e più stabile nel
tempo.
Figura 4
Figura 3
Giovanni Roccaro
Medico Chirurgo
Specializzando in Chirurgia Plastica
Aldo Majani
Medico Chirurgo
Specializzando in Chirurgia Plastica
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
12 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
L 'epidemia scoppiata in Guinea Co-
nakry nel Marzo 2014 è stata la
più grande e complessa epidemia
di Ebola dal 1976. Essa si è poi
diffusa in Sierra Leone, Liberia, Nigeria, Se-
negal e Mali. L’8 agosto 2014, il Direttore
Generale dell’OMS ha dichiarato l'epidemia
dell'Africa Occidentale un’emergenza sani-
taria pubblica e di rilevanza internazionale
nell'ambito del Regolamento Sanitario Inter-
nazionale (2005).
Il virus Ebola (Figura 1) è stato descrit-
to per la prima volta nel 1976 durante due
epidemie simultanee, una a Nzara, nel Su-
dan, e l'altra a Yambuku, nella Repubblica
Democratica del Congo. Quest'ultima si ve-
rificò in un villaggio nei pressi del fiume
Ebola, da cui la
malattia prende il
nome.
La famiglia
di virus Filoviri-
dae comprende
tre generi: Cueva-
virus, Marburgvi-
rus, ed Ebolavi-
rus. Sono state
identificate cinque specie appartenenti al ge-
nere Ebolavirus: Zaire, Bundibugyo, Sudan,
Reston e Tai forest. I primi tre, Bundibugyo
Ebolavirus, Zaire Ebolavirus, e Sudan Ebo-
lavirus sono stati associati alle grandi epide-
mie in Africa. Il virus responsabile dell’epi-
demia scoppiata nel 2014 in Africa occiden-
tale appartiene alla specie Zaire.
Si pensa che le volpi volanti della fami-
glia Pteropodidae siano portatori del virus.
L’Ebola infetta gli umani attraverso un con-
tatto diretto di sangue, secrezioni o altri flui-
di corporei di animali infetti come scimpan-
zé, gorilla, pipistrelli della frutta, scimmie,
antilopi forestali. Si diffonde poi da uomo a
uomo per contatto diretto (attraverso ferite
della pelle o mucose) con sangue, secrezioni
o fluidi corporei di persone infette (feci, uri-
ne, saliva, sperma) e anche per contatto con
superfici e materiali (ad esempio biancheria
da letto, abbigliamento, aghi usati) contami-
nati da questi fluidi. Questo spiega perché
una cerimonia funebre in cui le persone in
lutto hanno un contatto diretto con il corpo
del defunto può svolgere un ruolo rilevante
nella trasmissione del virus. Le persone, in-
fatti, rimangono contagiose, finché il loro
sangue e le secrezioni contengono il virus.
Il periodo d’incubazione va da due a
ventuno giorni. Gli esseri umani non sono
infettivi fino a
quando sviluppa-
no i sintomi. I
primi sintomi so-
no l’improvvisa
comparsa di feb-
bre, stanchezza,
dolori muscolari,
mal di testa e mal
di gola, cui se-
guono vomito, diarrea, eruzioni cutanee,
funzionalità epatica e renale compromesse e,
in alcuni casi, emorragie interne ed esterne
(es sangue nelle feci). L’EVD può essere
difficile da distinguere da altre malattie in-
fettive come la malaria, la febbre tifoide e la
meningite. La conferma che i sintomi sono
causati da infezione da virus Ebola avviene
tramite gli esami di laboratorio.
Due potenziali vaccini sono in fase di
sperimentazione e non vi è ancora alcun
trattamento provato disponibile per l’EVD.
IL VIRUS EBOLAIL VIRUS EBOLAIL VIRUS EBOLA
Medicina
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
13 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
La terapia utilizzata per aiutare le per-
sone a sopravvivere al virus include:
-terapia sostitutiva, soprattutto di liquidi;
-continuo monitoraggio da parte del per-
sonale sanitario qualificato;
-dialisi renale, trasfusioni di sangue, tera-
pia sostitutiva del plasma (se necessario).
Il metodo più efficace per contrastare il
virus è di adottare alcune misure di preven-
zione fondamentali:
-cuocere accuratamente i prodotti di origi-
ne animale prima di mangiarli
-indossare guanti monouso e lavare rego-
larmente le mani.
Il 9 Maggio 2015 la Liberia è stata di-
chiarata “Ebola-free” ma nei mesi successivi
sono stati registrati altri casi e il 20\11\2015
è stato segnalato un caso di un 15enne posi-
tivo al virus.
Il 7 novembre 2015, l'OMS dichiara la
fine dell’epidemia di Ebola in Sierra Leone.
Dal momento che la Sierra Leone ha regi-
strato il primo caso di Ebola, il 24 maggio
2014, 8.704 persone sono state infettate e
3.589 sono morte; tra
queste 221 erano opera-
tori sanitari. Attualmen-
te è in corso un periodo
di novanta giorni di sor-
veglianza rafforzata che
si protrarrà fino al 5
febbraio 2016.
Il 28 Novembre, in
Guinea Conakry, l’ulti-
mo paziente affetto da
Ebola è stato dimesso e
da allora non sono stati
registrati nuovi casi.
La Nigeria ha dichiara-
to la fine dell’epidemia
il 19 ottobre 2014: 20
persone infettate, di cui
8 morte. Il Senegal ha dichiarato la fine
dell’epidemia il 17 ottobre 2014: 1 persona
infettata e nessun morto.
Nel Mali non sono stati registrati altri
casi da Gennaio 2015: 8 persone infettate, di
cui 6 morte.
In Italia vi sono stati due casi: il medi-
co catanese di Emergency, Fabrizio Pulvi-
renti, contagiato dal virus Ebola in Sierra
Leone, e un infermiere sardo di Emergency,
Stefano Marongiu. Entrambi curati allo
Spallanzani di Roma e guariti dal virus.
Nelly Ohazuruike Studentessa di Medicina e Chirurgia
Figura 2
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
14 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Medicina
I suoi effetti antipiretici, analgesici,
antiinfiammatori e antiaggreganti
ne costituiscono, com’è noto, la
principale indicazione terapeutica,
tuttavia l’acido acetilsalicilico, con i
suoi derivati, sembra possedere ulteriori
potenzialità che la ricerca scientifica sta
contribuendo a mettere in luce. Se re-
centi evidenze ne avevano ipotizzato
una funzione anti-tumorale, sostenendo
una sua funzione preventiva, fra gli altri,
nel carcinoma colo-rettale nei soggetti
tra 50 e 69 anni a rischio di disturbi car-
diovascolari, una ricerca condotta alla John
Hopkins University di Baltimora ha spostato
l’attenzione verso un suo ruolo protettivo
nei confronti delle malattie neurodegenerati-
ve.
Le malattie neurodegenerative sono no-
te per l’essere, nella maggior parte dei casi,
incurabili e fortemente debilitanti. Esse si
attestano più frequentemente con l’avanzare
dell’età, costituiscono una parte molto con-
sistente della spesa sanitaria e i trattamenti
ad esse rivolti sono, per lo più, di scarsa effi-
cacia e di tipo sintomatico.
Già alla fine degli anni Novanta e nei
primi anni Duemila si era parlato di un ruolo
degli antiinfiammatori nella neuroprotezio-
ne: il meloxicam, testato sui topi trattati con
un agente neurotossico specifico (MPTP),
aveva dimostrato una protezione nei con-
fronti della perdita di dopamina nello striato
e della perdita neuronale di sostanza nera,
mentre l’aspirina si era mostrata in grado di
antagonizzare la neurotossicità da glutam-
mato, interferendo con le Nfkb/Rel, proteine
coinvolte nel meccanismo di degenerazione
mediata da questo neurotrasmettitore. Questi
studi avevano portato a pensare ad una
“aspirina cerebrale”, da somministrare con
finalità preventive a quei pazienti che,
per familiarità o per ragioni ambientali,
sono a rischio di patologie a carico del
cervello, oppure da utilizzare come tera-
pia nelle fasi precoci per limitare i dan-
ni di un processo patogenetico già in
atto.
Lo studio pubblicato da pochi giorni
evidenzia, invece, come l’acido acetil-
salicilico sia in grado di bloccare l’azio-
ne dell’ enzima GADPH (gliceraldeide-
3-fosfato deidrogenasi), coinvolto in di-
verse malattie neurodegenerative come
il Parkinson, l’Alzheimer e la corea di
ACIDO ACETILSALICILIACIDO ACETILSALICILIACIDO ACETILSALICILICO E MALATTIE NEURODEGENERATIVECO E MALATTIE NEURODEGENERATIVECO E MALATTIE NEURODEGENERATIVE
Acido Acetilsalicilico
Cellule Nervose
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
15 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Huntington. Tale enzima, appartenente alla
classe delle ossido-reduttasi e coinvolto nel
metabolismo del glucosio (mediando la fo-
sforilazione ossidativa della gliceraldeide-3-
fosfato in presenza di fosfato inorganico e di
NAD), in presenza di radicali liberi tende a
penetrare nelle cellule nervose, all’interno
delle quali aumenta il ricambio di proteine,
portando alla morte cellulare. La conoscenza
del coinvolgimento di questo enzima nella
patogenesi del morbo di Parkinson ha già
permesso di mettere a punto il Deprenyl,
farmaco attualmente presente sul mercato.
I ricercatori di questo studio hanno,
inoltre, dimostrato che i salicilati estratti
dalla liquirizia o prodotti in laboratorio pos-
sano garantire risultati ancora più sorpren-
denti in quanto dotati di un’azione GADPH
inibente ancora più significativa rispetto a
quella dell’acido acetilsalicilico stesso. Uno
degli autori, il Prof. Snyder, ha commentato
così : "L'enzima GAPDH, a lungo pensato
per funzionare solo nel metabolismo del glu-
cosio, è ormai noto per partecipare alla se-
gnalazione intracellulare. Il nuovo studio
stabilisce che il GAPDH è un bersaglio per i
farmaci salicilati relativi all'aspirina, e,
quindi, possono essere rilevanti per le azioni
terapeutiche di tali farmaci".
Stefano Rizza
Dottore in Medicina e Chirurgia
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
16 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Medicina
I l cancro è una delle principali cause di
morte nei paesi più o meno economica-
mente sviluppati. Particolarmente inte-
ressante è il caso del carcinoma del co-
lon-retto (CRC), tumore a maggiore insor-
genza nella popolazione italiana, con quasi
52.000 diagnosi stimate per il 2014. Tra gli
uomini si trova al terzo posto, preceduto da
prostata e polmone mentre tra le donne al se-
condo posto, preceduto dalla mammella, con
il 13%, secondo i dati forniti da Aiom (I nu-
meri del cancro in Italia del 2014).
Il CRC è una malattia abbastanza etero-
genea. Meno del 10% dei pazienti ha una
predisposizione ereditaria di CRC. Fino al
25% dei casi hanno una storia familiare di
CRC. Casi in cui il tumore compare
“sporadicamente” rappresentano la stragran-
de maggioranza di CRC, circa 85-90 % e si
manifestano in persone che non presentano
fattori di rischio ereditari, anche se i mecca-
nismi genetici coinvolti si sovrappongono
parzialmente a quelli delle forme ereditarie.
Ad oggi una crescente evidenza scienti-
fica ha definito quelle che sono le cause che
concorrono a determinare il carcinoma colon
-rettale, come riportato in uno studio pubbli-
cato nel 2010 nella rivista Gastroenterology
dallo studioso Andrew T. Chan et al. e tra es-
se ne sono state individuate alcune legate alla
dieta e all'alimentazione, altre genetiche, e
altre di tipo non ereditario. La più alta inci-
denza nei paesi sviluppati suggerisce un col-
legamento con fattori legati allo stile di vita.
Infatti una dieta ad alto contenuto di calorie,
ricca di grassi animali e proteine (che provo-
ca a sua volta il rilascio nell'intestino di gran-
di quantità di acidi biliari) e povera di fibre,
è associata a un aumento dei tumori intesti-
nali.
In particolare, in riferimento all’alimen-
tazione, sono stati definiti i processi che sono
alla base dell'associazione tra carne rossa e
tumore del colon-retto. La carne rossa può
CARCINOMA COLON-RETTALE:
UN NUOVO NEMICO DA COMBATTERE
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
17 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
stimolare la secrezione di insulina endogena.
Altre ipotesi rilevanti sono che la carne rossa
è una delle principali fonti di grassi totali o
saturi, ferro eme, o amine eterocicliche can-
cerogene; viceversa, diete ricche di fibre
(cioè caratterizzate da un alto consumo di
frutta e vegetali) sembrano avere un ruolo
protettivo. L'effetto protettivo delle fibre è
stato ipotizzato in seguito alla constatazione
della relativa rarità dei tumori colon-rettali in
popolazioni africane. Le fibre hanno la capa-
cità di diluire o adsorbire cancerogeni fecali,
modularne il tempo di transito nel colon, al-
terare il metabolismo degli acidi biliari, ri-
durre il pH del colon, o aumentare la produ-
zione di acidi grassi a catena corta e ciò de-
termina un'incidenza di carcinoma del colon-
retto ridotta del 40%-50% circa.
Vi sono diversi fattori che sembrano es-
sere importanti per proteggere dal rischio di
insorgenza del cancro e altri aumentarne. Fra
i fattori protettivi vi sono il CALCIO che è
capace di abbassare il rischio di cancro colon
-rettale legandosi agli acidi biliari secondari
tossici e acidi grassi ionizzati e formare sa-
poni insolubili nel lume del colon, o riducen-
do direttamente la proliferazione, la differen-
ziazione e inducendo apoptosi nella mucosa
del colon.
La VITAMINA D, può ridurre il rischio
di tumore del colon-retto attraverso vari
meccanismi, tra cui la riduzione della proli-
ferazione cellulare, inibendo l'angiogenesi,
promuovendo la differenziazione cellulare, e
stimolando l'apoptosi.
VITAMINE DEL GRUPPO B, in parti-
colare acido folico e vitamina B6, sono state
studiate in relazione al rischio di tumore del
colon-retto. L’acido folico è stato maggior-
mente attenzionato e gli studi effettuati han-
no dimostrato che l'assunzione di folati in
relazione al rischio di cancro colon-rettale o
di adenoma sono associati a un rischio ridot-
to. Anche alcuni farmaci, quali anti-
infiammatori non steroidei, terapie ormonali
sostitutive nelle donne in menopausa ed aspi-
rina, hanno la capacità di ridurre il rischio di
insorgenza della malattia.
Per quanto riguarda lo stile di vita, è
emerso che il consumo eccessivo di alcool,
fumo e mancata attività fisica, incrementano
il rischio di cancro.
Alla luce di quanto detto, sarebbe op-
portuno che ogni individuo applicasse uno
stile di vita sano e controllato, prestando at-
tenzione soprattutto all’alimentazione, dimi-
nuendo l’apporto di carne e aumentando le
quantità di frutta e vegetali.
Stefania Montemagno
Dottoressa in Biologia
Master in Nutrizione e Alimentazione
Figura 2
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
18 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Medicina
I l Kintsugi è una pratica giapponese che
ha origini antiche. Letteralmente signi-
fica riparare con l’oro e consiste pro-
prio nell’utilizzo di materiali preziosi
utili alla riparazione di oggetti in ceramica,
al fine di ottenere degli oggetti preziosi uni-
ci e irripetibili dati dalla casualità con cui la
ceramica può frantumarsi. Tale pratica nasce
dall’idea che dall’imperfezione, se giusta-
mente valorizzata, possa nascere nuova
“perfezione”. Oggi, purtroppo, le vulnerabi-
lità o fragilità personali
vengono etichettate nelle
categorie dei
“diversamente qualco-
sa”, escludendo a priori
le infinite opportunità di
autorigenerazione
dell’uomo. L’emargina-
zione dalla vita sociale è
diventata pratica mentale
diffusa e introiettata.
Il kintsugi ci indica
viceversa che ogni uomo
con la sua storia, anche
la più travagliata, è fonte
di bellezza e unicità.
Cosa c’entra la ria-
bilitazione psichiatrica con questo discorso?
Chi è la figura del Te.R.P?
Secondo l'Organizzazione Mondiale
della Sanità: «la riabilitazione psichiatrica
si riferisce in modo ampio a quel campo di
azioni ed interventi volti ad alleviare le me-
nomazioni, le disabilità e gli handicap negli
individui con disturbi mentali e migliorare,
nei limiti del possibile, la qualità della loro
vita».
Attraverso questo articolo mi auguro di
spiegare in maniera chiara il ruolo e l'impor-
tanza della pratica riabilitativa quale impe-
gno specifico dei servizi di salute mentale e
quale mezzo, per noi Tecnici della Riabilita-
zione Psichiatrica, per favorire nelle persone
con disturbi psichici l'acquisizione di com-
petenze sociali volte a soddisfare bisogni,
richieste e raggiungere un livello ottimale di
autonomia.
Il termine riabilitazione è utilizzato
nell'accezione
del prendersi cura della
persona, persona intesa
nella sua unicità, com-
plessità e soggettività,
all'interno di una visione
che non vuol correre il
rischio di trascurare così
le sue necessità, l'impor-
tanza delle sue relazioni
sociali, evitando nel frat-
tempo di attivare dinami-
che di dipendenza e cro-
nicità.
La figura del Tecnico
della Riabilitazione Psi-
chiatrica, da qui l’acroni-
mo Te.R.P, svolge la sua attività riabilitativa
in stretta collaborazione con altre figure pro-
fessionali, al fine di far ri-acquisire alla per-
sona con malattia mentale un ottimale livel-
lo di funzionamento del-
le capacità precedentemente possedute e di
aiutarla sia ad affrontare e gestire problemi
concreti della quotidianità sia ad acquisire
capacità sociali, relazionali, professionali
ALLA RICERCA DELLA RALLA RICERCA DELLA RALLA RICERCA DELLA ROTELLA D’ORO: OTELLA D’ORO: OTELLA D’ORO:
L’IMPORTANZA DELLA FL’IMPORTANZA DELLA FL’IMPORTANZA DELLA FIGURA DEL TE.R.P NELLA PRATICA IGURA DEL TE.R.P NELLA PRATICA IGURA DEL TE.R.P NELLA PRATICA
RIABILITATIVA SU SOGGETTI CON DISABILITÀRIABILITATIVA SU SOGGETTI CON DISABILITÀRIABILITATIVA SU SOGGETTI CON DISABILITÀ PSICHICAPSICHICAPSICHICA
1. Tratto dal sito: http://www.larivistaintelligente.it/kintsugi-il-dolore-si-ripara-con-loro/
«La vita è integrità e rottura
insieme. La tua zuccheriera
ora ha una storia ed è più
bella. Il dolore ti insegna che
sei viva, il solco che lascia de-
ve essere valorizzato.» 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
19 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
per poter progettare il proprio futuro.
La figura del Te.R.P ha il compito di
favorire un ambiente accogliente e supporti-
vo, un contesto dove avvalorare i piccoli ge-
sti e le azioni portate a termine con successo
dai pazienti; uno spazio rassicurante dove
gli utenti possano sperimentare sicurezza,
sostegno e speranza per raggiungere un suf-
ficiente grado di autonomia e accedere al
diritto ad un lavoro e ad una casa.
Ogni pratica riabilitativa che si rispetti,
si inserirà all’interno di un Progetto Tera-
peutico Integrato che, nella definizione degli
obiettivi, terrà conto della globalità del pa-
ziente, considerando i suoi desideri, i limiti
e le risorse, i deficit presenti e le potenzialità
ricostruttive, le paure, le diffidenze e le
aspettative.
Gli obiettivi sono e sa-
ranno sempre realistici, con-
creti, personalizzati, senza
smanie di onnipotenza o pote-
re salvifico, ma con la consa-
pevolezza che alla fine del
percorso intrapreso, il pazien-
te possa acquisire e saper uti-
lizzare le sue risorse
“interrotte” dal disagio psichi-
co, raggiungendo quei tra-
guardi che sembravano im-
possibili.
Spesso la vera riabilitazione viene con-
fusa con mero assistenzialismo, in cui il pa-
ziente con disabilità psichica viene suppor-
tato e non stimolato a cercare dentro di sé le
infinite potenzialità che possiede aldilà della
patologia. Noi Te.R.P non dobbiamo dimen-
ticare che stiamo lavorando con persone e
non con diagnosi, con uomini e donne e non
con casi clinici. L’approccio instaurato, la
così detta alleanza terapeutica va a valoriz-
zare la diversità che non va negata, perché
solo riconoscendola e dotando chi la espri-
me di strumenti per godere delle stesse op-
portunità concesse a tutti, si può evitare di
utilizzarla per escludere e per emarginare.
Riuscire a ridurre i ricoveri e le ospeda-
lizzazioni, aiutare il paziente a riconoscere i
sintomi e a saperci convivere, a saper gestire
l'uso dei farmaci, a riconoscere le proprie
risorse e imparare a sfruttarle, sono tutte
grandi vittorie dell’intervento riabilitativo.
Il Te.R.P svolge un buon lavoro se trat-
ta il paziente come persona e non lo riduce a
diagnosi poiché «il valore e la dignità uma-
na cominciano ad affermarsi, proprio quan-
do si comincia a rifiutare la prognosi del de-
stino». Appare chiaro come la filosofia rac-
chiusa nella pratica giapponese del Kintsugi
ispira e motiva l’agire riabilitativo del
Te.R.P. il quale aiuta il paziente con disabili-
tà psichica, spesso etichettato
come “rotto”, nella sua per-
sonale ricerca della “Rotella
d’oro”, il collante che lo ren-
da unico e inimitabile.
Giulia Ferrara
Tecnico della Riabilitazione
Psichiatrica
Mediatore Educativo
Specializzanda in
Psicomotricità Funzionale
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
20 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Psicologia
I disturbi d’ansia rientrano sicuramente
tra i disturbi psichici maggiormente
diffusi nella nostra società, ma è fon-
damentale capire di quale ansia si parla
in questi casi. A chiunque, infatti, sarà capi-
tato di sentirsi particolarmente nervoso o
agitato e di confondere erroneamente tali
sensazioni con l’ansia propriamente detta.
Allo stesso modo, è abbastanza frequente
che molte persone si descrivano come tipi
particolarmente ansiosi perché tendono ad
essere apprensivi e a preoccuparsi di tutto
quello che succede nella loro vita. In situa-
zioni come queste, è corretto parlare di an-
sia? E quale valore assume il sintomo ansio-
so in una logica diversa come quella psicoa-
nalitica?
Secondo la letteratura, possiamo defini-
re ansia “il processo psichico attraverso il
quale l’individuo reagisce a stimoli esterni
di pericolo, attivando risposte che coinvol-
gono sia il soma che la psiche” (Invernizzi,
2006, p. 161). Il ruolo dell’ansia, secondo
questa definizione, sarebbe non solo quello
di segnalare un pericolo, ma anche di predi-
sporre il soggetto a due possibili modalità
comportamentali: la fuga o l’attacco.
Vari autori sottolineano la fondamenta-
le distinzione tra ansia fisiologica (o eu-
stress) e ansia patologica (o distress). La pri-
ma determina un’attivazione delle funzioni
psicofisiche del soggetto in maniera funzio-
nale al superamento dell’ostacolo o del peri-
colo; il classico esempio è quella dell’ansia
pre-esami che tutti abbiamo sperimentato e
che permette di affrontare l’esame con la
giusta carica per superarlo. Diverso è il di-
scorso per l’ansia patologica, in cui l’attiva-
zione delle funzioni psicofisiche risulta
sproporzionata allo stimolo e determina una
riduzione delle capacità operative dell’indi-
viduo; riprendendo l’esempio dell’ansia pre-
esami, in questo caso lo stato di attivazione
è tale da determinare un fallimento o addirit-
tura la rinuncia a sostenere l’esame stesso.
Possiamo dunque affermare che l’ansia di-
venta patologica quando si perde il controllo
delle proprie emozioni, si sperimentano sen-
timenti di impotenza e insicurezza e si è in-
capaci di affrontare situazioni nuove o im-
previste, con conseguente sofferenza e disa-
gio.
Secondo la prospettiva che vi ho breve-
mente presentato, l’ansia patologica rappre-
senta un’anomalia delle capacità di giudizio
e di adattamento della persona a cui si do-
vrebbe far fronte con approcci che mirano
ad una modificazione e riorganizzazione
DALL’ANSIA ALL’ANGOSDALL’ANSIA ALL’ANGOSDALL’ANSIA ALL’ANGOSCIA: CIA: CIA:
PSICOLOGIA E PSICOANALISI A CONFRONTO PSICOLOGIA E PSICOANALISI A CONFRONTO PSICOLOGIA E PSICOANALISI A CONFRONTO 111
1. Articolo originariamente pubblicato sul blog “Scienza & Salute”
L’Urlo - Edvard Munch
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
21 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
degli schemi di pensiero disfunzionali. Que-
sta modalità di intervento può sicuramente
risultare utili in molti casi ma spesso non è
sufficiente. Ed è qui che entra in gioco un
punto di vista diverso che è quello proposto
dalla psicoanalisi e che vorrei brevemente
accennarvi.
In un’ottica psicoanalitica, è fondamen-
tale distinguere tra angoscia e ansia. L’ango-
scia può essere definita come un sentimento
pervasivo e molto intenso di impotenza, un
senso di oppressione che genera ansia, agita-
zione e affanno. Jacques Alain Miller, famo-
so psicoanalista lacaniano, definisce l’ango-
scia “uno stato di malessere che attanaglia
quando ci si sente minacciati nell’esistenza
senza riuscire a comprenderne le cause o
senza essere capaci di porvi rime-
dio” (Miller, 2006, p. 9). Quando parliamo
di angoscia, ci troviamo di fronte a qualcosa
che coinvolge il soggetto nelle profondità
del proprio essere, una sorta di turbamento
che nasce dall’interrogazione su se stessi e
sulla propria esistenza. Per Jacques Lacan,
psicoanalista francese alla cui scuola mi sto
formando nella mia pratica clinica, l’ango-
scia è una via di accesso al Reale, dove per
Reale non intendiamo la realtà oggettiva in
cui viviamo ma piuttosto l’essere stesso del
soggetto, la stoffa più intima di cui è fatto.
In questo senso, l’angoscia può assumere
una inedita connotazione positiva poiché
può portare la persona ad aprirsi ad una ri-
flessione soggettiva sulla propria vita e ad
iniziare un percorso analitico che le consen-
ta di risalire alle radici del proprio sintomo.
Non bisogna infatti dimenticare che, per la
psicoanalisi, il sintomo dice sempre qualco-
sa della verità del soggetto e solo un ascolto
attento ed analiticamente orientato può per-
mettere alla persona di accedere alla dimen-
sione più intima e inaccessibile del proprio
essere.
Valentina La Rosa
Psicologa
Specializzanda in Psicoterapia
Bibliografia:
Invernizzi, G., Manuale di Psichiatria e Psicologia Clinica, McGraw-Hill, Milano, 2006. Miller, J.-A., L'angoscia. Introduzione al Seminario X di Jacques Lacan, Quodlibet, Macerata, 2006.
Jacques Lacan
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
22 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Psicologia
I l web inteso come spazio sociale libero
ed egalitario è denso di messaggi
tutt’altro che positivi. I siti Pro-
Anoressia, meglio conosciuti come Pro
-Ana, ne sono un esempio. Nati negli Stati
Uniti intorno agli anni 90, si sono diffusi in
maniera capillare nel continente europeo ed
in particolare in Inghilterra, Francia e Spa-
gna, per poi raggiungere solo negli anni
2000 il nostro paese.
Il mondo Pro-Ana è costellato da rego-
le, consigli ed elenchi che le ragazze si
scambiano scrupolosamente tra loro, per
controllare la fame ed evitare di insospettire
gli altri. Il decalogo
anoressico, inteso
come insieme di
precetti, campeggia
su ognuno di questi
siti per ricordare ad
ognuna l’obiettivo
da raggiungere. Al-
cuni enunciati a tal
proposito riguarda-
no la valorizzazione
della magrezza, come: “Essere magri è mol-
to più importante che essere sani” “Non es-
sere magri vuol dire non essere attraenti” o
“Quello che dice la bilancia è la cosa più
importante”. Uno degli aspetti peculiari
dell’anoressia, come sottolineato dal medico
francese Charles Lasègue (1816-1883) è che
“l’insistenza della domanda genera sempre
una resistenza”, più la famiglia si focalizza
sul tema alimentare, impone alla ragazza di
mangiare, più l’ostinazione di quest’ultima
prende la forma del rifiuto, il desiderio di
non mangiare nulla. Proprio per questo mo-
tivo all’interno dei siti Pro-Ana, sono ripor-
tati una serie di stratagemmi per evitare che
amici e familiari si accorgano ed etichettino
dei comportamenti come strani o preoccu-
panti. Tra le strategie è possibile leggere:
“Entra ed esci spesso dalla cucina. Questo
darà l’idea che mangi” “Lascia resti di cibo
o piatti sporchi in giro” (prepara qualcosa e
buttalo via, gli altri penseranno che lo hai
mangiato) o ancora “Cerca di mangiare solo
quando i tuoi familiari o amici sono con
te” (e usa il tempo in cui sei sola per non
farlo). All’interno di questi spazi virtuali è
possibile trovare inoltre delle chat, dove le
ragazze postano in maniera dettagliata le
quantità di cibo, gli
episodi di vomito, di
restrizione e l’attivi-
tà fisica a cui si so-
no sottoposte duran-
te la giornata.
Ciò che emerge ne-
gli spazi Pro-Ana è
un Sé corporeo im-
perfetto, deformato
e da tenere a bada.
Nell’anoressia, oltre ad un corpo che si nien-
tifica, c’è un disprezzo profondo e radicale,
un rifiuto, che costituisce il modo per argi-
nare e deragliare sul corpo sensazioni, ten-
sioni che il soggetto sperimenta ma non rie-
sce a gestire. Come sottolineato da Goodsitt
(1983): “Esse cercano di soffocare questi
sentimenti angosciosi per mezzo di freneti-
che attività di autostimolazione. Questo è il
denominatore comune di attività come il di-
giuno ad oltranza, il vomitare e l’iperattivi-
tà. I sintomi sono quindi dei tentativi sviati
di organizzare in modo sensato gli affetti e
gli stati interni”2.
ANORESSIA SUL WEB: IANORESSIA SUL WEB: IANORESSIA SUL WEB: IL FENOMENO PROL FENOMENO PROL FENOMENO PRO---ANAANAANA
LA DIMENSIONE PSICOLLA DIMENSIONE PSICOLLA DIMENSIONE PSICOLOGICA E SOCIALE DEI BLOG PROOGICA E SOCIALE DEI BLOG PROOGICA E SOCIALE DEI BLOG PRO---ANAANAANA111
1. Articolo originariamente pubblicato sul blog “Antro di Chirone”
2. Taylor, G.J., Bagby, R.M., Parker, J.D.A. (1997). I disturbi della regolazione affettiva. Fioriti, Roma, 2000
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
23 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Mangiare un boccone di più si configura
quindi come una disfatta, ed è per questo che
il controllo, caratteristica peculiare della pa-
tologia anoressica si ritrova nei post di que-
ste ragazze, attraverso un linguaggio concre-
to, autocentrato e svuo-
tato di qualsiasi altra
valenza. Altro aspetto
interessante riguarda il
carattere egosintonico3
della patologia. Il sog-
getto anoressico nella
corsa affannosa verso la
magrezza non ha perce-
zione del suo essere
malato, bensì entra in
un rapporto dispercetti-
vo con la propria im-
magine. Ciò che lo psi-
coanalista Jacques La-
can ha chiamato “Luna di miele dello stadio
dello specchio” non è altro che il momento
più euforico della patologia, quello in cui la
ragazza attraverso i suoi messaggi pubblici o
privati comunica alle altre di padroneggiare
il suo corpo in ogni modo, non mangiando,
sforzandosi di camminare, correre e di espel-
lere tutto. Come sottolineato da Massimo Re-
calcati4, purtroppo questo momento idilliaco
si tramuta prima o poi nella caduta bulimica,
nel momento in cui la pulsione a
divorare ha la meglio. Osservan-
do alcuni commenti, le ragazze in
corrispondenza dell’inciampo bu-
limico raccontano con intensa an-
goscia di essere state misere, di
aver fallito, di non valere nulla. Il
gruppo che assume la dimensione
di una setta privata, funge allora
da contenitore all’interno del quale veicolare
angosce, contenuti primitivi e disgreganti,
consentendo al tempo stesso di rispondere ai
bisogni più profondi di affiliazione e con-
fronto. All’interno degli spazi Pro-Ana, l’a-
noressia cessa di essere
una patologia assumen-
do lo statuto di un’inse-
gna identificatoria, di-
venta quindi per il sog-
getto il solo modo per
“nominarsi, riconoscer-
si ed essere”, mentre gli
angoli Pro-Ana diventa-
no “comunità virtuali
identitarie”. Diversa-
mente dalle comunità
che hanno come scopo
dichiarato quello di for-
nire supporto nel pro-
cesso di guarigione o riabilitazione, è il caso
degli Alcolisti Anonimi, nei siti Pro-Ana vige
una logica mortifera ed autosegregativa volta
a rafforzare il pensiero disfunzionale e cele-
brativo nei confronti della magrezza. Molti
paesi europei hanno avviato delle iniziative
per censurare ed oscurare questi siti, soprat-
tutto a causa del valore “imitativo” che per
gli adolescenti potrebbero avere messaggi in
cui si promuove la magrezza a tutti i costi.
Di diverso avviso è però Giovan-
nini, ricercatore italiano che per
primo si è occupato di questo fe-
nomeno, il quale ha più volte sot-
tolineato l’importanza di monito-
rare e comprendere questa nuova
forma di disagio.
Giuseppe Costa
Dottore in Psicologia
3. Il termine egosintonico rimanda non ad una categoria di disturbo psichiatrico quanto piuttosto ad una qualità che qualsia-
si disturbo può assumere. Il sintomo anoressico nella sua egosintonicità, non crea disagio, anzi l’ostinazione, il rifiuto del
cibo danno una parvenza di compattezza al soggetto, il quale si sente coeso e forte. Proprio per questo, alcuni autori tra cui
Domenico Cosenza, hanno parlato di “Muro dell’anoressia”, poichè da queste ragazze spesso gravemente deperite non pro-
viene alcuna domanda d’aiuto, nessuna richiesta di cura.
4. Recalcati, M. (1997). L’ultima cena: Anoressia e bulimia. Bruno Mondadori, Milano, 2007
Figura 2
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
24 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Psicologia
L a plasticità neuronale, scoperta nel
2000 da Eric Kandel, premio No-
bel per la medicina, è il meccani-
smo che consente la registrazione
dell’esperienza (Kandel 2000). Tale scoperta
ha costituito un evento epocale che possia-
mo agganciare alla nascita della psicoanalisi
avvenuta nel 1900 con la pubblicazione de
L’interpretazione dei sogni di Sigmund
Freud. Egli auspicava, infatti, che un giorno
la fisiologia, la biologia e la chimica avreb-
bero tradotto i termini psicologici usati per
descrivere la realtà interna dell’uomo, costi-
tuita da ricordi, di cui solo alcuni possono
essere riportati alla coscienza.
Ancora Freud nel Compendio di psi-
coanalisi (1938) afferma: <<Di ciò che chia-
miamo la nostra psiche (o vita psichica) ci
sono note due cose: innanzitutto l’organo
fisico e il suo scenario, il cervello
(o sistema nervoso) e, in secondo
luogo, i nostri atti di coscienza
(…) Tutto ciò che sta in mezzo fra
queste due cose ci è sconosciu-
to.>> (p. 572)
Ecco i cardini che orientano
un campo di ricerca molto attuale
che vede l’interazione tra psicoa-
nalisi e neuroscienze e che ha con-
dotto alla pubblicazione, per Bol-
lati Boringhieri nel 2008, del libro A ciascu-
no il suo cervello, di François Ansermet e
Pierre Magistretti, a cui mi sono ispirata per
la stesura di questo breve articolo. Le neuro-
scienze offrono alla psicoanalisi una diversa
prospettiva per lo studio dell'inconscio, e più
in generale della mente, prima inferita solo
teoricamente e clinicamente.
Oggi gli scienziati si ripropongono di
spiegare tramite quali meccanismi neurali si
costituisca ed emerga l’inconscio.
Constatando che l’esperienza lascia dei
segni nella nostra vita psichica, si perviene
ad un accostamento tra lo studio della realtà
psichica con i suoi effetti e quello del cer-
vello, nonostante siano afferenti ad ambiti
difficilmente accostabili e non sovrapponibi-
li, per diversità di paradigmi teorici e meto-
dologici . È normale chiedersi se il funzio-
namento cerebrale sia determinato esclusi-
vamente dalla genetica e se il cervello, a
conclusione dello sviluppo del sistema ner-
voso, rimanga cristallizzato e immutabile.
Inoltre, cosa ci rende così diversi uno
dall’altro? È l’esperienza, integrata al nostro
genotipo, che concorre a plasmarci. La pla-
sticità neuronale costituisce il meccanismo
che congiunge neuroscienze e psicoanalisi:
l’esperienza, diversa e unica per ciascun in-
dividuo, lascia una traccia, iscritta
nel sottile funzionamento delle
sinapsi il cui funzionamento, in-
vece, è relativamente uniforme sia
in tutti gli uomini, sia tra un tipo
di neurone e un altro. È proprio
nella determinazione universale
della genetica che è iscritta l’aper-
tura all’imprevedibilità, all’unicità
dell’esperienza individuale.
Come fa, dunque, l’esperienza a
lasciare tracce psichiche, a contribuire alla
determinazione della nostra identità, nella
sua oscillazione tra continuità e cambiamen-
to, a formare dei ricordi ed a iscriversi nei
circuiti neuronali, formando tracce moleco-
lari e cellulari? Questo avviene perché i neu-
roni, a livello dei loro sottili meccanismi di
funzionamento, cioè delle sinapsi, hanno la
capacità di modificare l’efficacia con cui
trasmettono le informazioni. (Bear, 2003).
IL RUOLO DELLA PLASTIL RUOLO DELLA PLASTIL RUOLO DELLA PLASTICITÀ NEURONALE NELLA ICITÀ NEURONALE NELLA ICITÀ NEURONALE NELLA
DETERMINAZIONE, DINAMICA ED IMPREVEDIBILE,DETERMINAZIONE, DINAMICA ED IMPREVEDIBILE,DETERMINAZIONE, DINAMICA ED IMPREVEDIBILE,
DELLA NOSTRA ESISTENZDELLA NOSTRA ESISTENZDELLA NOSTRA ESISTENZAAA
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
25 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
I neuroni sono soggetti a modificazioni
plastiche e durature a livello della fessura
pre-sinaptica e post-sinaptica, attraverso la
modulazione della quantità di segnali elettri-
ci e chimici e la facilitazione della trasmis-
sione del segnale (Vedi F. Ansermet e P. Ma-
gistretti, A ciascuno il suo cervello, p. 60).
La struttura delle connessioni sinaptiche, so-
lo in parte predeterminata dalla genetica,
può essere paragonata a delle reti, la cui co-
stituzione dipende dal condizionamento re-
ciproco, unico e contingente, tra le singole
parti, collegate e interdipendenti. Come
l’ambiente, ovvero una singola parte, svolga
il proprio ruolo è individuabile nell’espe-
rienza primaria dell’associazione simultanea
e integrata tra, ad esempio, uno stato di ten-
sione interno sfociato in un grido, come la
fame o il sonno, e l’intervento di un altro,
come la madre, che concorre alla costituzio-
ne di una traccia di sollievo piuttosto che di
angoscia (vedi Freud, 1895, cap I, L’espe-
rienza del soddisfacimento). In questo mo-
do, e secondo l’analogia tra traccia psichica
e sinaptica sostenuta da Ansermet e Magi-
stretti, si creano o si “spengono” circuiti du-
raturi, delle registrazioni che, come afferma-
no tali studiosi, hanno sicuramente una base
sinaptica. Questi sono alla base della memo-
ria, dell’apprendimento, di tutto il bagaglio
di conoscenze di cui disponiamo, consolida-
to in noi tramite il rafforzamento di determi-
nati circuiti, tracce, ovvero registrazioni del-
le percezioni e dell’esperienza.
Tali tracce costituiscono in noi
una realtà interna non-
cosciente ma richiamabile alla
coscienza, come quando siamo
chiamati a comunicare i movi-
menti che ci permettono di
camminare. L’inconscio, inve-
ce, potrebbe essere definito co-
me una serie di tracce e di as-
sociazioni non accessibili alla
coscienza ma che possono emergere improv-
visamente, quando una coincidenza della
realtà esterna, come una percezione, o di
quella interna, come un ricordo, ne facciano
emergere una catena associativa; questa po-
trebbe portare ad una serie di sensazioni non
inerenti alla realtà contingente vissuta e
neanche identiche all’esperienza passata da
cui sono sorte.
<<Ci troviamo dunque di fronte ad un
paradosso: i meccanismi che consentono la
registrazione dell’esperienza sono quelli che
separano dall’esperienza. Si ritrova una
traccia, ma non si ritrova più l’esperienza –
e questo in misura tanto maggiore quanto
più questa traccia si ricombina con altre
tracce secondo leggi proprie della vita psi-
chica. Anche se all’inizio, come dice Freud,
c’è la percezione, questa, registrandosi, di-
venta uno stimolo di ordine diverso per l’ap-
parato neurale, ed è così che, di trascrizione
in trascrizione, per il tramite dei meccani-
smi di plasticità sinaptica, l’esperienza in
quanto tale si perde, anche se ha prodotto
delle tracce durature.>> (A ciascuno il suo
cervello, p. 41)
La logica con cui catene associative in-
consce si creano richiederebbe più spazio.
Mi limito ad indicare i tre paradossi propri
della plasticità neuronale individuati dallo
psicoanalista Ansermet e dal neurobiologo
Magistretti: l’effetto che l’esperienza lascia
nei neuroni genera unicità, la riassociazione
delle tracce nella creazione di
nuove ci pone in discontinuità
con l’esperienza concretamente
esperita ed ogni cambiamento
comporta l’imprevedibilità del
nostro divenire.
Roberta Vitale
Dott.ssa in Scienze e Tecniche
Psicologiche
Studentessa Magistrale di
Psicologia
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
26 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Dura Lex...Sed Lex
L a materia del condominio, in am-
bito giuridico, è da sempre dibat-
tuta ed è fonte di notevoli muta-
menti legislativi e giurispruden-
ziali.
Una delle questioni che
si sono riproposte, di recen-
te, tra gli Ermellini è proprio
quella relativa al fenomeno
del l'apparenza nel condomi-
nio.
Più specificatamente, la
questione ha riguardato il
sign. Tizio, proprietario, che
dona il suo appartamento al
figlio Caio.
Il figlio Caio non va ad
abitare subito l'immobile e
nemmeno si occupa della sua
gestione, ma, giuridicamen-
te, ne è a tutti gli effetti il proprietario.
Il padre Tizio, però, non comunica
all'amministratore la sua donazione nei con-
fronti del figlio Caio, ma, continuando a
comportarsi come se fosse ancora proprieta-
rio, genera una situazione di apparenza nei
confronti del condominio.
E allora cosa succede? L'amministrato-
re Sempronio, vedendo che Tizio comincia a
non pagare le spese condominiali e credendo
che egli sia ancora il proprietario, chiede al
l'autorità giudiziaria ed ottiene l'emissione
d'un decreto ingiuntivo a carico di Tizio.
La questione su cui si è interrogata tut-
ta la giurisprudenza è stata: Tizio può difen-
dersi eccependo di non essere più lui il pro-
prietario dell'immobile?
Un primo orientamento tende a a far
prevalere la realtà e non la situazione di ap-
parenza, in quanto il decreto ingiuntivo può
essere emesso solo nei confronti dell'effetti-
vo proprietario, bastando a tal fine una sem-
plice indagine mediante visura dei registri
della conservatoria.
Sulla base, invece, di un secondo filone
giurisprudenziale si diceva
che Tizio ha ingenerato
nell'amministratore e nel
condominio una situazione
di apparenza e, dunque, il
decreto ingiuntivo era stato
correttamente emesso.
Sulla questione la terza se-
zione della Corte di cassa-
zione è ritornato sul punto,
rispondendo in senso confor-
me alle S.U. 5035/2002, con
la pronuncia 8824/2015.
Conclusivamente deve affer-
marsi (in tal senso, quin-di,
risolvendosi la questione di
contrasto) che, in caso di azione giudiziale
dell'amministratore del condominio per il
recupero della quota di spese di competenza
di una unità immobiliare di proprietà esclu-
siva, è passivamente legittimato il vero pro-
prietario di detta unità e non anche chi possa
apparire tale.
Salvatore Biondi
Dottore in Giurisprudenza
Specializzato in Professioni Legali (SSPL)
CONDOMINIO: APPARENZCONDOMINIO: APPARENZCONDOMINIO: APPARENZA O REALTÀ?A O REALTÀ?A O REALTÀ?
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
27 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
L’angolo di CriErre
La cola-
zione è il pa-
sto più im-
portante della
giornata e
non andrebbe
mai saltata.
Bisogna fare
attenzione a ciò che si mangia, evitando me-
rendine piene di grassi e conservanti. Una
colazione salutare può essere rappresentata
dalle torte fatte in casa. In questo modo po-
tremo scegliere attentamente gli ingredienti
ed evitare anche cibi a cui si è intolleranti.
E’ inoltre un’occasione per dare sfogo alla
propria creatività!
I muffins nocciola e arancia sono adatti per
qualunque momento della giornata e, se ag-
giungiamo una glassa all'arancia, possono
anche diventare un dopocena leggero e gu-
stoso! Questa è una ricetta senza burro e con
olio extravergine di oliva.
INGREDIENTI
3 uova; 1 bicchiere e mezzo di zucchero;
2 e 1/2 bicchieri di farina; 1/2 bicchiere di noc-
ciole tritate; 30 ml di olio evo; 1 bicchiere di
latte; scorza di 1 arancia; 1 bustina di lievito
PROCEDIMENTO
Montare le uova con lo zucchero. Aggiunge-
re la farina, le nocciole tritate, la scorza di
arancia, l'olio, il latte e il lievito. Amalgama-
re bene tutti gli ingredienti. Preparare i pi-
rottini adatti per i muffins e riempirli quasi
fino all'orlo. Infornare a 180° per 20 min cir-
ca.
Abbiamo così preparato un dolce non troppo
calorico ma sfizioso…non resta che gustar-
lo!!
Le temperature cominciano ad abbas-
sarsi, ma non per questo bisogna rinunciare
alla gioia di un balconcino fiorito. Molte
piante possono abbellirlo in questo periodo
e, se coltivate bene, superano l’inverno sen-
za problemi. Una di esse è il ciclamino,
pianta tuberosa dai bellissimi fiori colorati.
I ciclamini vivono bene in un ambiente
luminoso, vanno tenuti sempre al fresco alla
temperatura ideale dai 13 ai 18°. Nei mesi
più freddi possono essere collocati in un am-
biente chiuso ma non troppo caldo, inoltre
non vanno innaffiati dall'alto, ma bagnati da
sotto per evitare che i tuberi marciscano.
I fiori appassiti devono essere sempre
eliminati per evitare che i tuberi marciscano.
Solitamente sono piante annuali ma, con al-
cuni accorgimenti, è possibile farle rifiorire
l'anno successivo. Per fare ciò, all’arrivo
della primavera bisogna ridurre l'irrigazione,
cosicché nel mese di giugno le foglie comin-
ceranno a diventare gialle. A quel punto bi-
sognerà sospendere del tutto le irrigazioni e
mettere i vasi in un posto fresco fino all'arri-
vo dell'autunno. Adesso i tuberi vanno rin-
vasati e i vasi esposti a luce viva e innaffiati
moderatamente.
Per queste loro caratteristiche i ciclami-
ni temono le gelate e le pioggie abbondanti
del periodo au-
tunnale e inver-
nale quindi,
quando possibile,
riparateli sotto
una tettoia.
Cristina
Risciglione
Blogger
IN CUCINA CON CRIERRE: IN CUCINA CON CRIERRE: IN CUCINA CON CRIERRE:
MUFFIN NOCCIOLA E ARMUFFIN NOCCIOLA E ARMUFFIN NOCCIOLA E ARANCIAANCIAANCIA IN GIARDINO CON CRIERRE: IN GIARDINO CON CRIERRE: IN GIARDINO CON CRIERRE:
I CICLAMINII CICLAMINII CICLAMINI
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Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
28 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Have a Break with Axada!
S econdo Schopenhauer recensire un
libro significa non averlo capito
(La quadruplice radice del princi-
pio di ragion sufficiente, tr. it. Bol-
lati Boringhieri, 1959), con questa certezza
nel cuore ci adopriamo a commentare recen-
sendo e recensire commentando il libro di
un allievo del filosofo di Danzica: Manlio
Sgalambro.
“Cos’è il delitto?” Questa è una delle
fondamentali domande che sorgono prima di
iniziare la lettura Del Delitto di Sgalambro
(Adelphi, 2009) e che rimangono abissal-
mente senza risposta una volta che questa è
stata ultimata. Si tratta di un libro
complesso, nella cui lettura si ri-
mane invischiati ben oltre il tem-
po e lo spazio dello sfogliare il
testo. La sensazione che se ne ri-
cava è quella di un libro le cui pa-
gine stracolme di senso rimanda-
no ad un al di là di se stesse, spin-
gendo il pensiero ad un movimen-
to asintotico verso il senso, quasi
che esso risiedesse tra le righe,
nel capitolo successivo, o in un
altro libro ancora. L’immagine
che si ricava è quella di un libro che deborda
dai propri contorni concettuali stessi. Un
non-libro dunque, o almeno un libro che si
direbbe addirittura “illeggibile”. Quasi che
nel sintagma “libro illeggibile” sia voluta
nell’unità di senso la presentificazione
dell’assenza del senso stesso. Si tratta di un
paradosso, figura tanto cara ad un magistrale
allievo di Hegel quale possiamo definire
Sgalambro, considerando che Kojéve stesso
definiva la filosofia hegeliana una “filosofia
della morte” e perciò stesso dei paradossi
(La dialettica e l’idea della morte in Hegel,
tr. it. Einaudi, 1948). È proprio nel parados-
so del concetto concreto che è espressa l’i-
dentità dell’identità e della non identità, fi-
gura centrale della ricerca del filosofo di
Lentini, il quale cerca (e trova) nelle innu-
merevoli scorribande del pensiero la quiddi-
tà del delitto e il volto del suo artefice, l’as-
sassino. È all’interno di una capillare perlu-
strazione del pensiero filosofico e letterario
occidentale che Sgalambro lumeggia di vol-
ta in volta la figura del nostro macabro pro-
tagonista che mai si presenta individuabile
concretamente sulla scena. Sgalambro, pur
studioso del diritto in gioventù, non conside-
ra eventuali “precedenti fattuali”, utili al
massimo a circoscrivere l’appli-
cabilità di una norma, ma piutto-
sto valuta i “precedenti concet-
tuali” che si diramano lungo tutta
la tradizione filosofica occidenta-
le, da Socrate fino al suo libro
stesso.
Socrate nomina il proprio assassi-
no un “benefattore”, inaugurando
con ciò l’importanza filosofica
del delitto per il pensiero tout
court. Non indietreggiando di
fronte alle mediocri concettualiz-
zazioni accademiche cui l’oggetto del suo
studio gli impone di confrontarsi, non si esi-
me dal dilungarsi talvolta in sferzanti consi-
derazioni sulla società (le memorabili frasi
sui giovani nottambuli), sulla psicoterapia
(invasa da bande di psicologi) e sul binomio
adattamento-malattia (dove l’ago del pensie-
ro pende inesorabilmente sempre dalla parte
della seconda). Il discorso attorno al delitto
è ambientato a Parigi e si incardina sulle due
figure fondamentali di Isabelle e Cartesio.
La prima è l’amante della “voce filosofan-
te”, la quale lo accompagnerà negli impervi
sentieri del pensiero e lo
“DEL DELITTO” “DEL DELITTO” “DEL DELITTO” di MANLIO SGALAMBROdi MANLIO SGALAMBROdi MANLIO SGALAMBRO
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
29 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
ascolterà, accogliendone i logòi. Si dirà
semplice figura prototipica del lettore ideale,
ma diremmo anche complessa figura arche-
tipica del contraltare amoroso di fronte al
divampare della passione omicida. Di questa
surreale storia d’amore tra la voce pensante
ed Isabelle imbevuta di pensiero, conoscen-
za e delitto, ci si può chiedere se abbia dav-
vero avuto luogo nella realtà, ma sarebbe
una domanda superflua poiché non è questo
che importa, soprattutto considerando che
l’autore stesso ci dice che il delitto immagi-
nato è tanto importante, se non di più, di
quello reale. È infatti proprio a questo grado
di consapevolezza che viene rotto il sodali-
zio con Isabelle, proprio quando costei lo
assassina immaginariamente. Il libro si con-
cluderà così senza più la figura di Isabelle. Il
delitto come risposta alla separazione, Freud
ne avrebbe scritto molto e, probabilmente,
avrebbe rivisto la sua teoria dell’identifica-
zione (Metapsicologia, ed. it. 1970).
L’altro amore parigino è Descartes, il
quale ha il merito di aver capito come pen-
sare al giorno d’oggi non significhi altro che
creare nuove relazioni inusuali, alla stregua
di atti vandalici e delinquenziali: scilicet
pensare non è poi così diverso da uccidere.
Sennonché l’assassinio si rivela essere un
principio veritativo, anzi l’assassino è colui
al quale la verità si rivela, nel suo atto egli
l’incarna il pensiero stesso: cos’è infatti “la
parola” se non “la morte della co-
sa” (Hegel)? Il concetto infatti in quanto ne-
gazione della cosa è già azione consapevole
di sé. Se la verità è tale coscienza in sé
dell’uomo di fronte alla propria azione, il
delitto è l’azione che incarna concretamente
il pensiero, l’omicida è un pensatore final-
mente incarnato. L’assassino allo stesso mo-
do dell’autore con Isabelle, del pensatore
con il suo concetto, ha un corrispettivo: la
vittima. La quale non chiede altro se non
che di essere tolta (aufhebung) dal proprio
registro naturale per entrare (cioè essere ne-
gata) finalmente in quello umano. L’assassi-
no è dunque un benefattore poiché egli
umanizza col suo atto la morte naturale, egli
non fa altro che rispondere al pietoso appel-
lo della vittima dandole il colpo di grazia.
Ed a proposito di Grazia, visto che secondo
la nostra teologia è Dio a concederla, po-
tremmo scorgere una coincidenza tra essa e
l’omicidio. Dio è stato storicamente l’assas-
sino per eccellenza, se infatti l’uomo è mor-
tale è perché è sempre stato Dio, con la sua
sola immortale presenza a renderlo tale,
dunque Dio non sarebbe altro che l’assassi-
no assoluto. Ma, una volta morto Dio, del
cui decesso Nietzsche considera noi uomini
stessi i responsabili fautori, la mortalità
dell’uomo da che parte si declinerà se non
quella verso la sostituzione a classico ruolo
di Dio nella vita e morte dell’uomo? L’as-
sassino dell’assassino, insomma, ci porta ri-
pensare nuovamente l’endiadi che definisce
l’uomo come “animale mortale”. Le luci
delle nostre città illuminano a giorno la not-
te non facendo altro che presentificare il
buio in cui le nostre città sono sprofondate,
atmosfera ideale per Fantomas e Jack lo
Squartatore. Luci disposte in modo da poter
illuminare a giorno il giorno della Morte del
Sole.
Dario Alparone
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche
Studente Magistrale di Psicologia
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
30 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Fitness & Wellness
S volgere un'attività fisica in modo
regolare non è così facile perché
richiede sacrificio, impegno, tem-
po, costanza e passione. Spesso pe-
rò, nonostante si sia immersi nel settore fit-
ness da molti anni, alcuni non riescono a
comprendere quale sia il fattore che più di
tutti influisce sulla continuità nel praticare
uno sport.
La risposta, più che mai scontata, è che
conta il raggiungimento della soddisfazione.
Ciò spiega perché molti rinunciano, malgra-
do le buone intenzioni, mentre gli altri conti-
nuano.
Pochi sono i Personal Trainer capaci di
comprendere che il "piacere" nel fare un'at-
tività fisica non dipende solo dalla passione
che si può trasmettere ad un atleta ma dallo
stato mentale che questo raggiunge nell'ese-
guirla; questo è quanto accade ai più conti-
nuativi che raggiungono uno stato di profon-
da attenzione, attraverso cui la loro mente
riesce ad escludere tutto il resto focalizzan-
dosi così sull'obbiettivo da raggiungere.
Una vera e propria "trans agonistica"
basata sull'attenzione consapevole. La con-
centrazione può quindi ampliare la soddisfa-
zione perché si è più contenti quando le
esperienze positive legate all'attività fisica
diventano rilevanti; pertanto anche se lo
sport praticato non è tra i più amati è possi-
bile aumentare il piacere che se ne trae con-
centrandosi sui movimenti, sul respiro e sul-
le azioni da compiere (principio fondamen-
tale per ogni ambito della vita).
Purtroppo però non tutti quelli che si
affacciano al mondo del Fitness riescono a
trovare un connubio tra impegno fisico e
mentale.
Spesso la causa scatenante è delineata
dalla società in cui viviamo, la quale diffon-
de uno stato di pessimismo e retrocessione
anziché di positività e crescita, lasciando co-
sì poco spazio alla voglia di fare e di miglio-
rarsi dell'individuo.
Trovare i punti di forza per "crescere" è
il paradigma su cui lavoro come Mental
Coach. Nel dettaglio è la regola per cui se ci
abituiamo a sottolinea-
re i punti di forza della
persona invece che le
debolezze, la stessa
godrà di emozioni po-
sitive che l'aiuteranno
ad attivare un pensiero
creativo (utile per tro-
vare idee e soluzioni).
Inoltre riuscirà a gesti-
re ed utilizzare meglio
le proprie potenzialità
sia nelle attività ludico
motorie che nella vita
in generale.
IL FITNESS: LA MEDICIL FITNESS: LA MEDICIL FITNESS: LA MEDICINA PER IL CORPO E LA MENTEINA PER IL CORPO E LA MENTEINA PER IL CORPO E LA MENTE
Figura 1
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
31 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Un consiglio? Non bisogna considerare
l'allenamento fisico come un'altra fatica da
fare necessariamente dopo una giornata di
duro lavoro. Bisogna abituarsi a considerare
l'allenamento come un rimedio contro lo
stress e le tensioni accumulate nel corso del-
la giornata.
I benefici dell'attività fisica sono nume-
rosi, dalla riduzione del rischio di alcune
malattie e stati patologici oltre che al mi-
glioramento della salute mentale. Basti pen-
sare all'influenza positiva che questa condu-
ce contro le cardiopatie coronariche, disturbi
dell'alimentazione (obesità e anoressia), il
diabete, i muscoli, le artico-
lazioni e le ossa.
Dopo un buon allenamento
capita di sentirsi più rilassa-
ti, più giovani, riuscendo a
riposare e a dormire meglio.
Imparare a prendere consa-
pevolezza di tutto ciò è il
rendiconto di come sia im-
portante allenarsi con rego-
larità. Considerando tutti i
benefici a cui porta l'attività
fisica non ci saranno altre
scuse per non praticarla.
Rosario Paratore Personal Trainer
Figura 2
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
32 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
I l miele racconta
Nell'antica Grecia il miele era consi-
derato nutrimento, bevanda medici-
nale e dono degli dei, ai quali veniva
restituito in sacrificio. Si credeva anche che
il miele fosse un alimento dotato di poteri
magici, compreso quello di conservare la
giovinezza e preservare i cadaveri dalla de-
composizione. Alcune leggende narrano che
le api sono nate dal pianto di Amon-Ra, di-
vinità egiziana, o dalle lacrime di Cristo.
Inoltre, Napoleone, quando divenne impera-
tore, fece dell’ape un simbolo di immortalità
e resurrezione, per il popolo francese.
Aspetti qualitativi del miele
Il miele è il prodotto alimentare che le
api domestiche producono dal nettare dei
fiori o dalle secrezioni provenienti da piante
o parti di esse, che bottinano, trasformano,
combinano con sostanze specifiche proprie e
lasciano maturare nei favi dell’alveare. La
sua composizione è alquanto variabile e di-
pendente da diversi fattori quali: specie bo-
tanica, natura del suolo, andamento climati-
co, tecniche apistiche impiegate, ecc. Me-
diamente il miele contiene: carboidrati
(80%), acqua (18%) ed altre sostanze come
acidi, lattoni, sali minerali, sostanze azotate
(proteine, amminoacidi), vitamine e sostan-
ze aromatiche.
Conservazione del miele
Come altri prodotti naturali, il miele è
soggetto a modifiche di tipo chimico e bio-
logico che ne alterano il valore nutrizionale
e le proprietà sensoriali. I trattamenti termici
e l’invecchiamento sono tra le principali
cause di alterazione; il riscaldamento ecces-
sivo conduce alla distruzione degli enzimi
ed alla perdita di sostanze volatili, con au-
mento dell’acidità e dell’intensità del colore.
Studi scientifici sulla qualità del miele
Uno studio condotto su mieli fermenta-
ti ha dimostrato un’elevata biodiversità mi-
crobica dei mieli, ciascuno dei quali rappre-
senta un microhabitat a se stante, risultato di
complesse pressioni selettive ma anche della
casualità. La fermentazione del miele, pro-
cesso del tutto analogo alla fermentazione
alcolica del vino, genera produzione di al-
col, anidride carbonica ed altri prodotti mi-
nori, in quantità proporzionale al contenuto
di zuccheri fermentati. In presenza di ossi-
geno, anche nel miele, l’alcol può essere ul-
teriormente convertito in acido acetico. I mi-
crorganismi comunemente riscontrati nel
IL MIELE, PRODOTTO NIL MIELE, PRODOTTO NIL MIELE, PRODOTTO NATURALE DELLE API TUTTO DA SCOPRIREATURALE DELLE API TUTTO DA SCOPRIREATURALE DELLE API TUTTO DA SCOPRIRE
Fitness & Wellness
Figura 1
Figura 2
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33 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
miele sono i lieviti e batteri sporigeni prove-
nienti dall’ambiente di lavoro e dal sistema
produttivo. Lo studio in questione, condotto
su miele di acacia ed eucalipto, ha riscontra-
to la presenza di alcune specie di lieviti. In
particolare, si è constatato che la presenza di
una specie dominante è determinata dalla
forte pressione selettiva che ogni tipologia
di miele oppone sui microrganismi presenti.
Un altro studio ha evidenziato che la
qualità del miele viene alterata dall’uso di
pesticidi e antibiotici. Negli ultimi anni il
miele ha subito gli effetti dell’industrializza-
zione e dell'evoluzione della produzione
agricola, da cui può derivare una contamina-
zione da sostanze pesticide e inquinanti. A
questo si aggiunge l’insorgenza di malattie
delle api che comportano la necessità di
somministrare agli alveari sostanze farmaco-
logiche attive per il controllo delle patolo-
gie, che possono lasciare nel miele residui
indesiderati. I residui vanno ad influenzare
negativamente la genuinità e la salubrità in
relazione ad eventuali problemi di tossicità.
Dai numerosi studi presenti in letteratu-
ra, emerge che un miele ottenuto con pro-
cessi tecnologici che non ne alterano la qua-
lità nutrizionale e sensoriale e non contenen-
te pesticidi e antibiotici, debba essere consi-
derato come un prodotto naturale di eccel-
lenza perché, oltre a soddisfare il gusto e
fornire nutrimento, costituisce anche un ri-
medio naturale, un unguento contro alcune
patologie e quindi un elisir di lunga vita per
il benessere dell’organismo umano.
Valeria Tignino
Dott.ssa in Scienze e Tecnologie Alimentari
Figura 3
Figura 4
Axada Magazine - Gennaio/Febbraio 2016
34 Periodico dell’Associazione Socio-Culturale Axada Catania
Speciale
D a un’idea dell’Associazione Me-
diterranea Autobus Storici, grup-
po eterogeneo formato da pro-
fessionisti, impiegati, operai e
studenti, tutti appassionati di questi mitici
mezzi che giornalmente trasportano centi-
naia di persone, nasce l’iniziativa Natale in
Bus 2015.
L’A.M.A.S., infatti, detiene una piccola
collezione di autobus storici con lo scopo di
preservarli sia a fini museali, ma soprattutto
di utilizzarli per dare un contributo alla vita
della città attraverso la promozione di inizia-
tive sociali, solidali, culturali ed anche turi-
stiche, creando dunque una sinergia con
l’Amministrazione, le associazioni impren-
ditoriali e dei commercianti per promuovere
aggregazione e sviluppo.
Da qui il proposito di quest’anno di al-
lestire un autobus natalizio con a bordo un
presepe artigianale, l’albero di Natale, una
mostra fotografica, musiche natalizie e tante
luci colorate. Ovviamente alla guida non po-
teva che esserci lui, Babbo Natale a distri-
buire saluti, sorrisi e caramelle.
L’iniziativa è stata sposata in pieno e
messa in atto dall’AMT, che grazie alle sue
maestranze ha trasformato un bus degli anni
’80, ormai piuttosto vintage, in un coloratis-
simo mezzo natalizio.
Ed infatti, nelle giornate in cui ne era
prevista l’uscita, in particolare durante i
weekend, il bus ha fatto il pienone di visita-
tori nelle maggiori piazze del centro storico
ed un autentico bagno di folla in via Etnea.
Tanti i complimenti, tanto lo stupore per
un’iniziativa originale, fino ad oggi mai vi-
sta a Catania. Accompagnato dalle melodie
dei suonatori di cornamuse il bus ha sfilato
lentamente con lunghe fermate, quasi fosse
(proiettandoci per un attimo in clima agati-
no) una candelora.
NATALE IN BUS A CATANIA:NATALE IN BUS A CATANIA:NATALE IN BUS A CATANIA:
COLORI, MUSICA ED EVENTI IN CENTRO STORICO COLORI, MUSICA ED EVENTI IN CENTRO STORICO COLORI, MUSICA ED EVENTI IN CENTRO STORICO
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E non solo. Tanti gli eventi correlati, a
partire dal concerto di Natale offerto da
AMT, nel quale si è esibita l’orchestra sinfo-
nica giovanile “Falcone Borsellino” che ha
incantato la platea con musica classica suo-
nata con maestria da ragazzi giovanissimi di
grande talento. A fare da cornice la suggesti-
va location della chiesa della Badia di
Sant’Agata.
Dal 26 fino al 30 dicembre è stata la
volta degli artisti di strada, che tra giochi di
fuoco, di prestigio, scenette, trampolieri,
tamburi e sbandieratori, hanno dato vita ad
una vera e propria festa nella festa, trasfor-
mando il centro di Catania in una sorta di
antico borgo medievale.
Tanta la gente per strada, tanta la voglia
di essere più forti della mille paure che ven-
gono dal mondo, tanta la voglia di normalità
e serenità. In tal senso, eventi come questo e
come i tanti che quest’anno si sono succedu-
ti in città hanno contribuito in maniera dav-
vero significativa.
All’iniziativa ed alla realizzazione del
calendario degli eventi hanno partecipato gli
Assessorati ai Saperi ed alla Bellezza Condi-
visa, nonché alle Attività Produttive.
Incoraggiati dal successo della manife-
stazione, AMAS ed AMT già pensano alle
iniziative per il prossimo Natale, con l’am-
bizioso progetto di costruire la casa di Bab-
bo Natale all’interno di un bus ancora più
antico di quello utilizzato quest’anno .
Giuseppe Nicotra
Avvocato
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Prossimi Appuntamenti Axada:Prossimi Appuntamenti Axada: 12 Marzo 201612 Marzo 2016
Disordini TemporoDisordini Temporo--Mandibolari Mandibolari
15 Marzo 201615 Marzo 2016 Cineforum: Cineforum:
Le Regole della Casa del Sidro Le Regole della Casa del Sidro
09 Aprile 201609 Aprile 2016 Qualità, Good e Malpractice in Sanità Qualità, Good e Malpractice in Sanità
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