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12 MAGGIO, ore 16,00 aula F, primo piano del Fiore di Botta Sulle tracce del mirto dei mori: un'avventura tra libri, giardini … e DNA. José Tito Rojo – Università di Granada Francesca Dalla Vecchia, Katia Sciuto – Università di Padova AVVISI - INFORMAZIONI - EVENTI - SEGNALAZIONI E ALTRO DAL XXVI CORSO DEL GGS - PADOVA .

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12 MAGGIO, ore 16,00aula F, primo piano del Fiore di Botta

Sulle tracce del mirto dei mori: un'avventura tra libri, giardini …

e DNA.

José Tito Rojo – Università di Granada Francesca Dalla Vecchia, Katia Sciuto – Università di Padova

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José Tito Rojo

C.V.: José Tito Rojo - Paesaggista, specializzato in giardini storici, autore e collaboratore di progetti di restauro di paesaggi e giardini dichiarati “Bien de Interés Cultural”, come il Patio de la Acequia nel Generalife, il Carmen dei Martiri, il contesto della muraglia “nazarì” nella Alberzana di Granada (architetto Javier Gallego) o la piazza e il mausoleo di Augusto Imperatore a Roma (arch. Francesco Cellini). Insieme a Manuel Casares ha coordinato il progetto di restauro della fattoria “almohade” nell’Agdal di Marrakech, iniziativa gestita dalla Funci (Fondazione della Cultura Islamica). Come riconoscimento per i suoi lavori, ha ricevuto il Premio internazionale del Cicop 2011 (Centro Internazionale per la conservazione del patrimonio architettonico) per la categoria di conservazione e restauro di giardini storici. Ha inoltre realizzato giardini pubblici e privati in Spagna, Italia e diversi paesi arabi. Come ricercatore è autore di numerose pubblicazioni sul paesaggio e sulla storia e il restauro dei giardini, in particolare quelli di al-Andalus, compresa la loro influenza sul territorio dell’Andalusia, tema che è al centro del suo volume El jardin Hispanomusulman: los jardines de al-Andalus e la loro eredità (con Casares, Università di Granada, 2011). È laureato in Scienze biologiche all’Università di Granada dove lavora come conservatore dell’Orto botanico e coordinatore del modulo per l’arte del giardino nel Master di Paesaggismo; è membro del Comitato Scientifico Internazionale per i Paesaggi Culturali dell’Icomos e del Comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso. Da più di vent’anni lavora con Manuel Casares Porcel, nella organizzazione di seminari e di corsi, realizzazione di giardini, ideazione e cura di esposizioni, pubblicazione di libri e articoli.

Sintesi dell’intervento:   Il mirto era la pianta più caratteristica dei giardini della Spagna musulmana. Nei testi, tanto cronache che poemi, la sua presenza è costante accanto all’acqua, formando macchie sempreverdi e odorose: in un certo modo il mirto era simbolo e sintesi del giardino. In questi giardini islamici, come ancora oggi nei giardini mediterranei, c’erano vari tipi di mirto, ma tra questi se ne coltivava uno che oggi è praticamente sconosciuto, con le foglie più grandi, disposte in verticilli a tre a tre, che ricoprono lo stelo. A Granada era chiamato “arrayan morisco”, cioè “mirto dei mori”, e fu descritto scientificamente da Clusio, che lo vide nei giardini dell’Alhambra e ne pubblicò, nel suo libro sulla flora spagnola, un disegno inequivocabile. Circa nel 1997 Manuel Casares e José Tito scoprirono che questo tipo di mirto perduto, la cui memoria non era conservata, esisteva ancora nei giardini dell’Alhambra e del Generalife. Si trattava di pochi esemplari secolari che, mescolati con altre piante, si distinguevano a fatica. Cominciò allora un’appassionante ricerca della storia di

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questo “mirto dei mori”, che rivelò poco a poco un panorama insospettato, dalla scoperta che già Plinio e Mattioli lo conoscevano all’individuazione di numerosi esemplari di questo mirto in altre zone della Spagna e del Marocco, fino all’uso che se ne fa in California come pianta adatta ai climi aridi. Pochi anni fa il Patronato dell’Alhambra organizzò una ricerca che è servita a inserire questo antico mirto nella storia e nella sistematica botanica: un’avventura che ancora non è finita.

Katia Sciuto

C.V.: Katia Sciuto Si è laureata in Biologia Evoluzionistica presso l’Università di Padova nel 2005 e ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca nel 2009, con una tesi sui cianobatteri che vivono nei fanghi termali del Comprensorio Termale Euganeo (PD). Dopo il Dottorato è stata per un periodo presso l’Università di Belfast (Irlanda del Nord, UK), dove si è avvicinata allo studio della Sistematica delle macroalghe sotto la supervisione della Prof. Christine A. Maggs. Attualmente è un’assegnista post-doc presso il Dipartimento di Biologia dell’Universita di Padova. E’ interessata a diversi argomenti riguardanti la Sistematica, la Filogenesi e la Biologia Evoluzionistica, inclusi gli adattamenti degli organismi all’ambiente. La sua maggior esperienza riguarda la Sistematica dei cianobatteri e l’utilizzo di tecniche molecolari, in particolare tecniche filogenetiche e di DNA barcoding.

Sintesi dell’intervento:   Il Mirto di Linneo: quante specie e sottospecie? (Katia Sciuto – Università di Padova) Il mirto è una pianta nativa dell’area mediterranea, conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà, sfruttata sia in ambito culinario che medico e che ha assunto diversi significati simbolici e rituali nel corso della storia umana. Il primo a classificare questo tipo di piante a fiore fu Linneo, padre della nomenclatura binomiale, che nel 1753 creò il genere Myrtus. In passato più di 600 specie sono state attribuite a questo genere, ma successivamente molte sono state considerate sinonimi o riattribuite ad altri generi. Attualmente sono riconosciute solo due specie di Myrtus: Myrtus communis, la prima specie descritta da Linneo, originaria del Sud Europa, e Myrtus nivellei, anche nota come mirto del Sahara e nativa del Nord Africa. All’interno della specie Myrtus communis, Linneo individuò due sottospecie (Myrtus communis subsp. communis e Myrtus communis subsp. tarentina), tuttora accettate, e diverse varietà. In seguito alla donazione da parte del Prof. Rojo al Gruppo Giardino storico di un esemplare particolare identificato come Myrtus communis var. baetica, varietà ritenuta ormai scomparsa da secoli, è stato avviato un lavoro di sistematica molecolare per cercare di

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capire quante specie e sottospecie effettivamente compongano il genere Myrtus. Infatti, mentre un tempo la classificazione degli organismi viventi si basava puramente sul loro aspetto morfologico, negli ultimi anni tale approccio è sempre più affiancato da tecniche molecolari che sfruttano l’informazione contenuta nel DNA degli organismi. In questo lavoro, in particolare, il metodo del DNA barcoding e la costruzione di alberi filogenetici sono stati utilizzati per analizzare campioni di mirto provenienti da diverse aree geografiche, per cercare di risolvere la biodiversità di questo genere così antico. I lavori sono tuttora in progress …ma la pianta di mirto donata dal Prof. Rojo ora prospera nel Giardino della Biodiversità dell’Università di Padova, dove può essere ammirata!

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COMUNICAZIONI SEGNALAZIONI

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Il Gruppo Giardino Storico Università di Padova ha aderito al progetto "Portello segreto cultura eventi spettacoli".

Sono previsti i seguenti due interventi da parte del GGS: -24 maggio ore 21, Giardini storici a Padova: alcuni esempi - Margherita Levorato -31 maggio ore 21, Il divenire del verde urbano al Portello - Patrizio Giulini

(ingresso libero prenotazione obbligatoria [email protected])

Per il programma del Progetto si rinvia al sito http://www.fantalica.it/default.asp?content=1,853,663,0,0,il_patrimonio_verde_del_Portello,00.html

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COMUNICAZIONI SEGNALAZIONI

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U S C I T E

19 MAGGIO

I Colli Euganei: isola botanica nella Pianura Padana. Il Giardino di villa Petrobelli – Ca’ Mura a Bertipaglia

(Padova)

Cristina Villani – Orto botanico Università di Padova, Sergio Chiesa – villa Petrobelli

Ore 13.45-14.30: partenza da Padova, Autostazione a fianco della stazione ferroviaria, con pullman privato e trasferimento a Baone (Padova)

Ore 14.30-16.30: passeggiata “botanica” sul monte Cecilia (199 metri) nel comune di Baone, nella parte più meridionale del Parco Naturale Regionale dei Colli Euganei. Il sentiero si snoda in gran parte nel bosco di robinia, con la presenza di altre specie vegetali come: il gelso della Cina, l’orniello, il bagolaro, il sambuco, l’acero campestre, il biancospino e la rosa di macchia. Sulla cima il bosco è formato da ornielli, carpini neri e qualche roverella.http://www.comune.baone.pd.it/sentiero-del-monte-cecilia

Ore 16.30-17.00: trasferimento da Baone a Bertipaglia di Maserà (Padova)

Ore 17.00-18.00: visita al giardino di Ca' Mura (villa dei Conti Petrobelli) a Bertipaglia di Maserà. Si tratta di una villa ‘cinta de muro’ (da intendersi come borgo o, con termine longobardo, brolo). Nell’area più prossima alla villa, il proprietario, botanico e curatore per anni degli erbari dell’Orto botanico di Padova, ha arricchito dal 1960 il parco, completandolo con rare e rarissime specie botaniche che, pur non facendolo designare ancora come parco storico, lo fa segnalare come spazio di particolare interesse botanico.

18.00: partenza per Padova (arrivo previsto tra le 18.30 e le 19.00)

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13-17 GIUGNO, viaggio di studio

L'arcipelago toscano fra scoperte e ritorni

a cura di:Mariapia Cunico – Università IUAV di Venezia, Costanza Lunardi – giornalista e scrittrice,

Luciano Morbiato – Università di Padova,Antonella Pietrogrande – Gruppo Giardino Storico Università di Padova

PROGRAMMA DI VIAGGIO

Lunedì 13.6: PADOVA / PIOMBINO / ISOLA D’ELBA-PORTOFERRAIORitrovo dei partecipanti a Padova zona stazione.Ore 06.30: partenza con due minibus azienda “Magic bus” per Piombino e successivo imbarco per Portoferraio (ore 13). Pranzo libero.Ore 14.00: arrivo a Portoferraio e sistemazione in albergo Park Hotel Napoleone, Località San Martino di Portoferraio (nei pressi di villa San Martino)Ore 16.00: trasferimento in bus privato nel centro storico di Portoferraio, visita di Forte Stella, villa dei Mulini (riadattata da Napoleone che vi abitò tra il 1814-15), Teatro dei Vigilanti (ex-chiesa del Carmine).Rientro in albergo, cena e conferenza di Mariapia Cunico sull'isola d'Elba, i suoi giardini e paesaggi.

Martedì 14.6: L’ELBA: LA ZONA ESTPrima colazione in albergo.Ore 8.45: partenza, passando da Porto Azzurro, per il Santuario di Monserrato, edificato nel XVII secolo dagli Spagnoli in un paesaggio aspro, (ultimo tratto a piedi).Ore 10.30-11.00 trasferimento nel centro storico di Rio Marina, antica capitale del ferro, prima dell’avvento del turismo.Ore 11.00-13.00: programma a scelta da comunicare: 1) visita del Museo del Parco Minerario (elbaite, ematite, pirite, quarzo) e successivo spostamento in trenino nei cantieri minerari in paesaggi lunari. 2) In alternativa: bagno libero nella spiaggia di Topinetti, con sabbia luccicante mista a pirite.Ore 13.30-15.00: colazione leggera presso Ristorante da Cipolla a Rio nell’Elba Ore 15.00-15.30: partenza per la visita all’Eremo di Santa Caterina e l’annesso Orto dei semplici che conserva le specie di interesse naturalistico, farmaceutico, agrario e forestale dell'Arcipelago Toscano.Ore 17.00 partenza, passando per il castello del Volterraio (visibile da fuori) si raggiunge villa Foresi “La Chiusa”, circondata da un muro che racchiude una proprietà di 20 ettari, con vigneti e uliveti affacciati sul golfo di Portoferraio.Cena in ristorante a Portoferraio.Rientro in albergo.

U S C I T E

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Mercoledì 15.6: ISOLA DI PIANOSAPrima colazione in albergo.Intorno alle ore 09.30: partenza per l’imbarco da Marina di Campo per Pianosa con arrivo dopo circa 40'.Arrivo a Pianosa ed escursione nell’isola (bici e carrozza/pullmino). Pranzo o spuntino libero (presso il bar/ristorante gestito dalla Cooperativa Sociale San Giacomo che dà lavoro a detenuti del carcere di Porto Azzurro in regime di semi-libertà, o in alternativa si può farsi dare un cestino in albergo con supplemento)Ore 17.00 circa: partenza da Pianosa per ElbaRientro in albergo e successiva cena presso ristorante La Rada a San Giovanni di Portoferraio

Giovedì 16.6: L’ELBA: LA ZONA CENTRALE E OVESTPrima colazione in albergo.Ore 8.45-9.15: partenza, passando da Procchio, per Sant’Ilario in Campo Ore 9.15-10.00: visita a Sant’Ilario in Campo che conserva ancora le tracce della sua struttura medievale di borgo fortificato durante la dominazione pisanaOre 10.00-11.00: proseguimento per Campo Lo Feno per la via del mare (Cavoli, Fetovaia, Pomonte)Ore 11.00-12.45: visita all’estremità ovest dell’isola, con vista sulla Corsica, alla tenuta terrazzata di Campo Lo Feno, sede di concerti estivi all’aperto, con la guida del proprietario Alberto Chiarelli che ha ripristinato i vitigni inselvatichiti e restaurato due casolari in pietra, in stato di abbandono. Ore 12.45-13.30: trasferimento a Marciana Marina e colazione libera Ore 15.30: trasferimento per Poggio a Marciana Alta Ore 16.30-19.30: partendo dalla Rocca Pisana salita a piedi (ca 3 km) al Santuario della Madonna del Monte da dove si domina il mare da Capo Corso a Piombino e a Livorno Ore 19.30: discesa a Marciana Alta e cena al Ristorante “Il Noce”, in posizione panoramica per godere il tramonto.Rientro in albergo (circa 40’) e pernottamento.

Venerdì 17.6: L’ELBA: ZONA CENTRALE / PORTOFERRAIO / PIOMBINO / PADOVAPrima colazione in albergo e check outOre 8.45: visita a villa San Martino, residenza estiva di Napoleone e ora Museo nazionale delle residenze napoleoniche dell’isola d’ElbaProseguimento per il golfo di Procchio per la visita al giardino di villa “Guardiola” Pranzo libero. Ore 14: Imbarco da Portoferraio per PiombinoRientro a Padova ore 21 circa

N.B.: il programma di mercoledì 15 previsto per l’isola di Pianosa potrà subire dei cambiamenti a seconda delle condizioni del mare

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QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE EUR 790.00

(Minimo 40 partecipanti)

SUPPLEMENTO CAMERA SINGOLA EUR 120.00

LA QUOTA COMPRENDE:

− Viaggio con n. 2 minibus Merceds da 25 posti autista Marco Guarda, parcheggie pedaggi inclusi, acqua minerale in bottiglia a disposizione per tutta la durata del tour;

− sistemazione in ottimo albergo cat. 4**** Park Hotel Napoleone in camere doppie con servizi;

− trattamento di mezza pensione con prima colazione in albergo e cena in albergo o ristorante a seconda del programma;

− visite guidate come da programma;

− ingressi;

− escursione a Pianosa con traghetto, guida a disposizione e noleggio biciclette per tutto il giorno;

− dossier di viaggio;

− tasse e spese di agenzia.

LA QUOTA NON COMPRENDE: Bevande, extra in genere e tutto quanto non specificato.

ACCONTO EUR 250.00 DA VERSARE NELLA TRA 17/03 E IL 24/03/2016

L'IMPORTO POTRA’ ESSERE VERSATO ALLA RUBIUS VIAGGI CON ASSEGNO BANCARIO, BONIFICO O CONTANTI DAL 17/03 AL 24/03 OPPURE ALLA SIGNORA MICHELA FILIPPI CHE SARA' PRESENTE PRIMA DELLA LEZIONE IN AULA IL 17/03/2016

SALDO EUR 540.00 DA VERSARE ENTRO IL 07/05/2016

CODICE IBAN: IT24 F 02008 62790 000002999535

RUBIUS VIAGGI – VIA PROVVIDENZA 100 – SARMEOLA DI RUBANO PD

TEL. 049/633349 FAX. 049/8977820 [email protected]

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