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62 63 scienze DI MARINO NIOLA MITI D’OGGI I riflettori dei media hanno abbandonato piazza San Pietro. Ma l’eco emotiva della beatificazione di Karol Wojtyla non si spegne. L’imponenza dell’appara- to liturgico, la commozione travolgente della folla e, soprattutto, l’arcana fasci- nazione del rito hanno consacrato l’apo- teosi del papa polacco: l’uomo che ha in- carnato, come nessun altro nella moder- nità, quel legame misterioso tra corpo e simbolo, tra persona e ruolo, che è la sorgente primigenia del sacro. Nella nostra come in altre religioni. In questo senso la figu- ra di Giovanni Paolo II, sommo pontefice nel sen- so più autentico e pieno del termine, è l’antitesi del pontefice mancato di Habemus papam, il bel film di Nanni Moretti. La vicenda cinematografica del cardinale Melville, con buona pace dei detrattori della pellicola, fa da spec- chio rovesciato della grandezza reale del vescovo di Cracovia. Il gran rifiuto dell’uno amplifica l’accet- tazione senza riserve dell’altro. Il papa immaginario di Nanni Moretti si sente psicologicamente inadeguato, troppo fragile di fronte alla trascendenza sacra- mentale del ruolo chiamato a ricoprire. Il beato Giovanni Paolo invece ha fatto della debolezza del suo corpo segnato dalla malattia un’icona del martirio. Un simbolo vivente del sacrificio del dio che si rinnova nella sofferenza del suo vica- rio. Facendo riaffiorare il volto più ar- caico e universale della religione. Quello che tocca il cuore e la mente anche degli uomini di oggi. PERCHÉ IL PAPA DI MORETTI AIUTA A CAPIRE WOJTYLA contro i Cup si deve ricorrere a terapie non specifiche, che «sparano nel mucchio» nella speranza di sortire qualche effetto. Ora però, grazie al lavoro finanziato dall’Airc e coordinato da Paolo Comoglio, oncologo dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), e dell’équipe del suo istituto, è stato dimostrato che in un Cup su tre c’è una proteina di membrana sempre attiva (anziché solo quando serve) codificata da un oncogene chiamato Met. Spiega Comoglio: «Met normalmente è implicato nella migrazione delle cellule durante lo sviluppo embrionale; per questo, quando è mutato in modo tale da funzionare senza sosta, può spingere verso la migrazione le cellule tumorali che si stanno formando. In altre parole, queste particolari cellule non fanno in tempo a sviluppare la massa primitiva, perché la mutazione le costringe subito ad andare in giro per l’organismo a formare metastasi. Per questo a volte non si trova il tumore primario: in effetti non si è mai formato. Del resto, che il gene Met sia implicato nel cancro è dimostrato anche dal suo comportamento nei tumori «normali»: si sa infatti che esso può essere attivato nelle fasi più tardive, quando cioè la massa inizia, guarda caso, a formare metastasi, e che la sua espressione è aumentata dalla carenza di ossigeno, tipica dei tumori aggressivi perché più inclini a dare metastasi. La buona notizia è che contro Met sono già in corso studi clinici con farmaci mirati e con anticorpi». E presto a Candiolo verrà aperto un centro per la diagnosi e la cura dei Cup. P er il chimico Primo Levi, in Il si- stema periodico, gli elementi chimici erano metafora dell’ani- mo e dei comportamenti uma- ni. Per il neurologo, e chimico mancato, Oliver Sacks, in Zio Tungsteno, gli stessi elementi erano filo conduttore che lo ri- portava all’infanzia. Nel nuovo libro Fa- vole periodiche (Rizzoli, pp. 585, euro 22), del chimico inglese Hugh Aldersey- Williams, i 92 elementi chimici naturali (più qualcuno artificiale) sono final- mente protagonisti assoluti: si raccon- tano le loro caratteristiche, aneddoti sugli scopritori, ispirazioni artistiche che hanno regalato e curiosità varie. «Da piccolo» spiega Aldersey-Wil- liams «ero tanto affascinato dalla tavola AVVINCENTI LE STORIE DI ORO, PLATINO E RADIO? UN FATTO DI CHIMICA continua dalla pagina precedente 61 TECNOLOGIA PSICOLOGIA NATURA MEDICINA TROVATO IL GENEDEI TUMORI PIÙ MISTERIOSI IN ALCUNE FORME DI CANCRO NON SI RIESCE A RISALIRE DALLE METASTASI AL PRIMARIO, E LE CURE SONO PIÙ DIFFICILI. ORA L’ISTITUTO DI RICERCA DI CANDIOLO (TORINO) HA IDENTIFICATO L’ONCOGENE ALL’ORIGINE DI QUESTO FENOMENO N on se ne parla molto, ma un numero non trascurabile di tumori, vicino al tre-quattro per cento, ha alcune caratteristiche che li rendono più misteriosi e pericolosi di quelli che con cui normalmente si deve combattere. Sono i cosiddetti Cup, da Cancer of Unknown Primary, tumori che sono cioè, in realtà, già metastasi di tumori primari, dei quali però non si trova traccia. Così quello che si osserva al momento della diagnosi non è il tumore, ma la sua metastasi, e la caccia a ciò che le ha dato origine è quanto mai difficoltosa, spesso destinata a fallire. Questo ha importanti ripercussioni dal punto di vista clinico, perché, se contro un tumore «classico» si sa come muoversi, quali armi usare (e oggi spesso sono farmaci e anticorpi ad altissima specificità, le cosiddette «terapie mirate» somministrate in base alla carta d’identità molecolare di quel tumore) MICHEL PICCOLI: NEL FILM DI NANNI MORETTI È UN PAPA CHE RIFIUTA, FUGGENDO, IL SUO RUOLO CONTRO IL CUCULO SCROCCONE GLI UCCELLI FANNO I«GRAFFITARI» Banche e falsari combattono da sempre: le prime per trovare disegni e filigrane sempre nuove per le banconote, i secondi per imitarle. Lo stesso accade in natura – ha scoperto l’ornitologa Claire Spottiswoode, dell’Università di Cambridge – fra il cuculo- tessitore africano, Anomalospiza imberbis, e le sue vittime. Il cuculo infatti depone le uova nel nido di altri uccelli, così da scaricare su di loro la fatica di allevare i piccoli. Il tessitore depone uova simili a quelle di due uccelli, i beccamoschini e le prinie, che sono quindi le vittime preferite delle sue truffe. Le prinie hanno reagito: ogni femmina, in pratica, ha imparato a deporre uova con disegno e colorazione personalizzate, così il cuculo-tessitore ha sempre più difficoltà a far passare inosservate le sue. In esperimenti condotti dall’ornitologa inglese, uova in apparenza molto simili, scambiate fra diversi nidi di prinia, venivano subito riconosciute come estranee dai proprietari del nido, infilzate nel becco ed espulse. I beccamoschini, invece, le marcano con sfumature di colore che i nostri occhi, che hanno tre recettori anziché quattro, non riescono a distinguere. E, come noi, neppure il cuculo. (al. sa.) Uova a sorpresa delizioso viaggiare fra citazioni poeti- che, figurative, storiche e letterarie, in- frammezzate da consigli su come rica- vare elementi puri (per esempio iodio dalle alghe marine o fosforo dalla pipì) e da ciò che Aldersey-Williams chiama «la storia culturale degli elementi», cioè della loro rappresentazione nell’imma- ginario umano. Così si scopre che l’oggi preziosissimo platino per secoli fu con- siderato solo un fastidioso scarto di estrazione dell’oro, visto che è meno brillante dell’argento e molto difficile da lavorare. Solo nel 1898, quando Cartier lo lanciò nei gioielli, diventò (immerita- tamente, dice Aldersey-Williams, visto che è dieci volte più comune), il «metal- lo più prezioso dell’oro». Percorso inver- so, e sorprendente, quello del radio, l’elemento isolato da Marie Curie nel 1902. La sua caratteristica di brillare al buio e curare i tumori lo fece diventare, per qualche decennio, protagonista di una vera mania: un integratore «saluti- stico» da aggiungere a farmaci, cosme- tici, alimenti, persino ai rubinetti (deca- dendo formava nell’acqua bollicine di pericoloso gas radon). Solo quando i collaboratori di Marie Curie e gli operai delle fabbriche cominciarono a morire, venne qualche dubbio… IN UN LIBRO CHE SEMBRA UN ROMANZO, ALDERSEY-WILLIAMS SVELA LE CARATTERISTICHE DEI 92 ELEMENTI DELLA TAVOLA DI MENDELEEV. E RACCONTA COME CERCÒ DI COLLEZIONARLI, PLUTONIO INCLUSO di ALEX SARAGOSA LA COPERTINA DEL LIBRO FAVOLE PERIODICHE (RIZZOLI) E LA TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI DI MENDELEEV. IL 2011 È STATO DICHIARATO ANNO DELLA CHIMICA IL VENERDI DI REPUBBLICA 6 MAGGIO 2011 periodica degli elementi di Mendeleev da averne costruita una di legno, che ho via via riempito con i campioni degli ele- menti su cui riuscivo a mettere le mani. Quaranta anni dopo, non l’ho ancora completata, ma non mi arrendo». Nel li- bro l’autore racconta così anche i suoi in- fruttuosi tentativi di procurarsi un pizzi- co di plutonio, suscitando i sospetti dei servizi di sicurezza. Alla fine, per dispe- razione, si rivolge agli omeopati, che hanno un rimedio contenente plutonio ultradiluito: un pallido surrogato del mi- naccioso elemento tossico e radioattivo intitolato al dio romano degli inferi. La lettura di Favole periodiche è un CORBIS SPL/CONTRASTO

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scienze

DI MARINO NIOLA

MITI D’OGGI

Iriflettori dei mediahanno abbandonatopiazza San Pietro. Ma l’eco emotiva

della beatificazione di Karol Wojtylanon si spegne. L’imponenza dell’appara-to liturgico, la commozione travolgentedella folla e, soprattutto, l’arcana fasci-nazione del rito hanno consacrato l’apo-teosi del papa polacco: l’uomo che ha in-carnato, come nessun altro nella moder-nità, quel legame misterioso tra corpo esimbolo, tra persona e ruolo, che è la

sorgente primigenia delsacro. Nella nostra comein altre religioni.

In questo senso la figu-ra di Giovanni Paolo II,sommo pontefice nel sen-so più autentico e pienodel termine, è l’antitesidel pontefice mancato diHabemus papam, il belfilm di Nanni Moretti. Lavicenda cinematograficadel cardinale Melville, conbuona pace dei detrattoridella pellicola, fa da spec-chio rovesciato della

grandezza reale del vescovo di Cracovia.Il gran rifiuto dell’uno amplifica l’accet-tazione senza riserve dell’altro. Il papaimmaginario di Nanni Moretti si sentepsicologicamente inadeguato, troppofragile di fronte alla trascendenza sacra-mentale del ruolo chiamato a ricoprire.Il beato Giovanni Paolo invece ha fattodella debolezza del suo corpo segnatodalla malattia un’icona del martirio. Unsimbolo vivente del sacrificio del dio chesi rinnova nella sofferenza del suo vica-rio. Facendo riaffiorare il volto più ar-caico e universale della religione. Quelloche tocca il cuore e la mente anche degliuomini di oggi.

PERCHÉ IL PAPA DI MORETTIAIUTA A CAPIREWOJTYLA

contro i Cup si devericorrere a terapie non specifiche, che«sparano nel mucchio»nella speranza disortire qualche effetto.Ora però, grazie

al lavoro finanziato dall’Airc e coordinato da Paolo Comoglio,oncologo dell’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo(Torino), e dell’équipe del suo istituto,è stato dimostrato che in un Cup su tre c’è una proteina di membranasempre attiva (anziché solo quandoserve) codificata da un oncogenechiamato Met. Spiega Comoglio: «Met normalmente è implicato nella migrazione delle cellule durantelo sviluppo embrionale; per questo,quando è mutato in modo tale da funzionare senza sosta, puòspingere verso la migrazione le celluletumorali che si stanno formando. In altre parole, queste particolaricellule non fanno in tempo a sviluppare la massa primitiva,perché la mutazione le costringesubito ad andare in giro per l’organismo a formare metastasi.Per questo a volte non si trova il tumore primario: in effetti non si è mai formato. Del resto, che il gene Met sia implicato nel cancro è dimostrato anche dal suo comportamento nei tumori «normali»: si sa infatti che esso può essere attivato nelle fasipiù tardive, quando cioè la massainizia, guarda caso, a formaremetastasi, e che la sua espressione è aumentata dalla carenza di ossigeno, tipica dei tumoriaggressivi perché più inclini a daremetastasi. La buona notizia è che contro Met sono già in corsostudi clinici con farmaci mirati e con anticorpi». E presto a Candiolo verrà aperto un centro per la diagnosi e la cura dei Cup.

Per il chimico Primo Levi, in Il si-

stema periodico, gli elementichimici erano metafora dell’ani-mo e dei comportamenti uma-

ni. Per il neurologo, e chimico mancato,Oliver Sacks, in Zio Tungsteno, gli stessielementi erano filo conduttore che lo ri-portava all’infanzia. Nel nuovo libro Fa-

vole periodiche (Rizzoli, pp. 585, euro22), del chimico inglese Hugh Aldersey-Williams, i 92 elementi chimici naturali(più qualcuno artificiale) sono final-mente protagonisti assoluti: si raccon-tano le loro caratteristiche, aneddotisugli scopritori, ispirazioni artistiche chehanno regalato e curiosità varie.

«Da piccolo» spiega Aldersey-Wil-liams «ero tanto affascinato dalla tavola

AVVINCENTI LE STORIE DI ORO, PLATINO E RADIO?UN FATTO DI CHIMICA

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6 M A G G I O 2 0 1 1 61

TECNOLOGIAPSICOLOGIA

NATURAMEDICINA

LA GIORNATA DELLA RACCOLTA DI FONDIPER L'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO (AIRC) SARÀDOMENICA 8 MAGGIO. IN MOLTISSIMEPIAZZE (WWW.AIRC.IT), I VOLONTARIPROPORRANNO 700 MILA AZALEEA 15 EURO L'UNA E UN OPUSCOLOINTITOLATO: TU E LA RICERCA UNITE

CONTRO IL CANCRO. TUTTO QUELLO

CHE PUOI FARE PER PREVENIRE

LA MALATTIA. I FONDI SARANNODESTINATI ALLA RICERCA SUI TUMORIFEMMINILI. IN CASO DI TUMORE AL SENOLA SOPRAVVIVENZA MEDIA OGGI È SUPERIORE ALL'80 PER CENTO

TROVATO IL GENEDEI TUMORI PIÙ MISTERIOSIIN ALCUNE FORME DI CANCRO NON SI RIESCE A RISALIRE DALLE METASTASI AL PRIMARIO, E LE CURE SONO PIÙ DIFFICILI. ORA L’ISTITUTO DI RICERCA DI CANDIOLO (TORINO) HA IDENTIFICATO L’ONCOGENE ALL’ORIGINE DI QUESTO FENOMENO

Non se ne parla molto,

ma un numero non

trascurabile di tumori,

vicino al tre-quattro

per cento, ha alcune

caratteristiche che

li rendono più misteriosi e pericolosi

di quelli che con cui normalmente

si deve combattere. Sono i cosiddetti

Cup, da Cancer of Unknown

Primary, tumori che sono cioè,

in realtà, già metastasi di tumori

primari, dei quali però non si trova

traccia. Così quello che si osserva

al momento della diagnosi non è

il tumore, ma la sua metastasi,

e la caccia a ciò che le ha dato

origine è quanto mai difficoltosa,

spesso destinata a fallire.

Questo ha importanti ripercussioni

dal punto di vista clinico, perché,

se contro un tumore «classico»

si sa come muoversi, quali armi

usare (e oggi spesso sono farmaci

e anticorpi ad altissima specificità,

le cosiddette «terapie mirate»

somministrate in base alla carta

d’identità molecolare di quel tumore)

di AGNESE CODIGNOLA

SPL/CONTRASTO

MICHEL PICCOLI:NEL FILM DI NANNI

MORETTI È UN PAPACHE RIFIUTA,

FUGGENDO, IL SUO RUOLO

CONTRO IL CUCULO SCROCCONEGLI UCCELLI FANNO I«GRAFFITARI»Banche e falsari combattono da sempre: le prime per trovare

disegni e filigrane sempre nuove per le banconote, i secondi

per imitarle. Lo stesso accade in natura – ha scoperto l’ornitologa

Claire Spottiswoode, dell’Università di Cambridge – fra il cuculo-

tessitore africano, Anomalospiza imberbis, e le sue vittime.

Il cuculo infatti depone le uova nel nido di altri uccelli, così

da scaricare su di loro la fatica di allevare i piccoli. Il tessitore

depone uova simili a quelle di due uccelli, i beccamoschini

e le prinie, che sono quindi le vittime preferite delle sue truffe. Le

prinie hanno reagito: ogni femmina, in pratica, ha imparato

a deporre uova con disegno e colorazione

personalizzate, così il cuculo-tessitore

ha sempre più difficoltà a far passare

inosservate le sue. In esperimenti condotti

dall’ornitologa inglese, uova in apparenza molto

simili, scambiate fra diversi nidi di prinia,

venivano subito riconosciute come estranee

dai proprietari del nido, infilzate nel becco

ed espulse. I beccamoschini, invece, le marcano con

sfumature di colore che i nostri occhi, che hanno tre

recettori anziché quattro, non riescono a distinguere. E,

come noi, neppure il cuculo. (al. sa.)

Uova a sorpresa

delizioso viaggiare fra citazioni poeti-che, figurative, storiche e letterarie, in-frammezzate da consigli su come rica-vare elementi puri (per esempio iodiodalle alghe marine o fosforo dalla pipì) eda ciò che Aldersey-Williams chiama «lastoria culturale degli elementi», cioèdella loro rappresentazione nell’imma-ginario umano. Così si scopre che l’oggipreziosissimo platino per secoli fu con-siderato solo un fastidioso scarto diestrazione dell’oro, visto che è menobrillante dell’argento e molto difficile dalavorare. Solo nel 1898, quando Cartierlo lanciò nei gioielli, diventò (immerita-tamente, dice Aldersey-Williams, vistoche è dieci volte più comune), il «metal-lo più prezioso dell’oro». Percorso inver-so, e sorprendente, quello del radio,l’elemento isolato da Marie Curie nel1902. La sua caratteristica di brillare albuio e curare i tumori lo fece diventare,per qualche decennio, protagonista diuna vera mania: un integratore «saluti-stico» da aggiungere a farmaci, cosme-tici, alimenti, persino ai rubinetti (deca-dendo formava nell’acqua bollicine dipericoloso gas radon). Solo quando icollaboratori di Marie Curie e gli operaidelle fabbriche cominciarono a morire,venne qualche dubbio…

IN UN LIBRO CHE SEMBRA UN ROMANZO, ALDERSEY-WILLIAMS SVELALE CARATTERISTICHE DEI 92 ELEMENTI DELLA TAVOLA DI MENDELEEV.E RACCONTA COME CERCÒ DI COLLEZIONARLI, PLUTONIO INCLUSO

di ALEX SARAGOSA

LA COPERTINA DEL LIBRO FAVOLE

PERIODICHE

(RIZZOLI) E LATAVOLA PERIODICADEGLI ELEMENTI DI

MENDELEEV. IL 2011 È STATO

DICHIARATO ANNO

DELLA CHIMICA

I L V E N E R D I D I R E P U B B L I C A 6 M A G G I O 2 0 1 1

periodica degli elementi di Mendeleevda averne costruita una di legno, che hovia via riempito con i campioni degli ele-menti su cui riuscivo a mettere le mani.Quaranta anni dopo, non l’ho ancoracompletata, ma non mi arrendo». Nel li-bro l’autore racconta così anche i suoi in-fruttuosi tentativi di procurarsi un pizzi-co di plutonio, suscitando i sospetti deiservizi di sicurezza. Alla fine, per dispe-razione, si rivolge agli omeopati, chehanno un rimedio contenente plutonioultradiluito: un pallido surrogato del mi-naccioso elemento tossico e radioattivointitolato al dio romano degli inferi.

La lettura di Favole periodiche è un

CORBIS

SPL/CONTRASTO