Avvento 2011

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Quando vi svegliate al mattino, cosa vi fa aprire gli occhi sul mondo? La luce! Quando è buio quasi tutti riposano (anche se qualcuno lavora anche di notte… e allora accende tante luci, per non addormentarsi!), anche tu nel tuo letto morbido e colorato. Ma quando è giorno… la luce ci aiuta a rimanere desti, pronti alle nostre attività. Sì, per restare svegli la luce è indispensabile! Gridiamolo a tutti: dobbiamo restare svegli!

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«State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il mo-mento preciso. È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare. Vigilate dun-que, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino, perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!».

Quando vi svegliate al mattino, cosa vi fa aprire gli occhi sul mondo? La luce! Quando è buio quasi tutti riposano (anche se qualcuno lavora anche di notte… e allora accende tante luci, per non addormentarsi!), anche tu nel tuo letto morbido e colorato. Ma quando è giorno… la luce ci aiuta a rimanere desti, pronti alle nostre attività. Sì, per restare svegli la luce è indispensabile! Gridiamolo a tutti: dobbiamo restare svegli!

a tutti: VEGLIATE!

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Paroladi Dio

Marco 13,33-37

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Due sono gli inviti della Parola di questa prima domenica di Avvento. Gesù parla ai suoi discepoli: quando il padrone torne-rà non manderà un SMS per annunciarsi, non telefonerà prima e neanche scriverà un biglietto: lo farà all’improvviso, forse alla sera, forse al canto del gallo, quando meno lo aspettiamo. Il messaggio è anche per noi: per riconoscere la venuta di Gesù non dobbiamo aspettare la fine del mondo. La sua presenza è in mezzo agli uomini, ma non sempre lo sappiamo riconoscere. Dobbiamo essere svegli, non dormire, non essere disattenti, troppo presi dalle mille faccende della vita quotidiana, dalla scuola, dallo sport, dagli amici, dalla TV. Tutta la nostra vita deve essere vissuta alla presenza di Gesù e questi giorni speciali di Avvento ci sono regalati per essere ancora più attenti.Poi Gesù ci ricorda che l’invito ad essere svegli non è solo per qualcuno: lui lo rivolge a tutti, ai suoi discepoli, a te che ti ricor-di sempre di Lui, ma anche a te che quasi non ci pensi mai. Alle famiglie dove regna l’armonia e a quelle in cui si litiga sempre. Agli amici legati da rapporti sinceri e a quelli che pensano solo a divertirsi. A te bambino, a te ragazzo, a te adulto, a te nonno. Per accogliere Gesù che viene non ci sono scuse, siamo tutti chiamati: teniamo accese le nostre lampade! Tieni accesa la tua luce, oggi. Non addormentarti sulle cose che passano. Vivi pronto e sveglio!

Preghiera

Con amicizia Lume

La nostra vita, Signore, è fatta di attesa: attendiamo una notizia, una persona, un evento.

Attendiamo perché siamo vivi, incapaci di accontentarci del nostro oggi; desiderosi di superarci per essere nuovi,

gioiosi di divenire, in futuro, quelli che ora non siamo. Ti preghiamo: aiutaci a tenere accese le nostre lampade.

Donaci un’attesa carica di luce,rendici capaci di attendere “svegli”, avendo davanti la meta.

Vogliamo tenere lo sguardo fisso su di Teche rendi bello tutto ciò che viviamo oggi

e che desideriamo per il domani.Maria, mamma che hai atteso Gesù vigilante nella gioia,

donaci il coraggio di saper aspettare,aperti al futuro, ma laboriosi nel presente.

Amen

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Preghiera

Paroladi Dio

Salmo 121,6-9

novembre

Ciao ragazzi, il mio nome è Isaia e sono nato più di 700 anni prima di Gesù. Ho vissuto sot-to il governo del re Acaz, un re che pensava soltanto a vincere guerre per conquistare terre e ricchezze, senza preoccuparsi del suo popolo, che subiva ingiustizie e sofferenze.Ma un giorno (avevo 25 anni), durante una cerimonia nel Tempio, ricevo la chiamata del Signore, che mi chiede di parlare al popolo di Israele. Io ho risposto:“Eccomi, manda me!”Allora ho incominciato a parlare a tutti dell’amore fedele di Dio: un amore che è grande come quello dei genitori per i propri figli; un amore che va oltre le nostre debo-lezze, perché Dio ci perdona sempre.Che cosa vi consiglio per prepararvi ad acco-gliere Gesù, il Salvatore atteso?Al popolo di Israele ho profetizzato che sarebbe nato un bambino: il Principe della Pace. Cercate, oggi, di vivere in pace: nella vostra famiglia, a scuola, con gli amici.

«Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti ama-no; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia pace!”. Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene».

Sono così abituato a sentir parlare di guerre che quasi non mi rendo conto

di quanto sono fortunato a vivere in un Paese in pace.

Grazie Signore. Perdonami per tutte le volte che litigo senza motivo rovinando la serenità nel mio rapporto con gli altri.

Isaia il profeta dell’Emmanuele

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Preghiera

Paroladi Dio

Isaia 11,1.3-4

Iesseil padre del re Davide

Salve, mi chiamo Iesse. Sono il papà di 8 figli e vivo in un villaggio a pochi chilometri da Gerusa-

lemme. Faccio il pastore. Vorrei raccontarvi di quel giorno in cui ho ricevuto la visita del

profeta Samuele. Quando lo vidi davanti casa mia rimasi stupefatto perché aveva in mano un

corno pieno di olio sacro. Gli andai incontro e lui mi disse di essere venuto da me perché Dio

lo aveva inviato a consacrare il successore di re Saul. Allora corsi a chiamare i miei figli, ma

nessuno di loro sembrava attirare l’attenzione del profeta che, infatti, mi chiese se non ne

avessi altri. A quel punto mi ricordai che Davide, il mio ultimogenito, era al pascolo; però era

giovane, fragile, capace al massimo di lanciare sassi con la fionda… Come poteva essere il re

che cercava Samuele?! Eppure Dio ha scelto Da-vide, perché il Signore vede il cuore. Anche voi, in questo tempo di Avvento, per prepararvi ad

accogliere Gesù, il Salvatore atteso, non ferma-tevi alle apparenze, ma andate in profondità.

E comportatevi così soprattutto quando dovete scegliere un amico!

«In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudi-cherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra».

Tu sai trasformare ogni cosa con il tuo Spirito, Signore.

Trasforma anche il mio cuore perché io sappia andare oltre le apparenze

e mi impegni a conoscere e rispettare le persone

invece di giudicarle.

novembre

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Preghiera

«In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito la-sciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la loro barca e il loro padre e lo seguirono».

Gli Apostoli i chiamati da Gesù

Paroladi Dio

Matteo 4,18-22

Ciao ragazzi, mi chiamo Simone (detto anche Pietro) e, con mio fratello Andrea faccio il pescatore. Peschiamo nel lago di Galilea, sulla barca a vela. Durante il giorno gettiamo le reti vicino alla riva, mentre la notte prendiamo il largo. È proprio mentre pescavamo vicini a riva che Gesù ci è venuto a chiamare. Siamo stati contagiati dalla sua parola sicura e serena e l’abbiamo seguito. Per annunciare a tutti il suo Vangelo e rimanere fedeli a Lui, tutti e due siamo morti sulla croce. Insieme a Pietro e Andrea, quel giorno, sulla riva del lago sono stato chiamato anch’io: Giovanni, il più gio-vane del gruppo degli apostoli. Ho voluto bene a Gesù, e Lui ha dimostrato la sua stima affidandomi sua madre, Maria. Ho scritto anche un Vangelo. Insieme a me, quel giorno, è stato chiamato anche mio fratello Giacomo. A entrambi Gesù ha chiesto di lasciare nostro padre: di mettere cioè al primo posto Lui rispetto ai nostri affetti. E sarà proprio Giacomo il primo degli Apostoli a morire martire per Gesù. Per accogliere la chiamata di Gesù, vi consigliamo di mettervi in ascolto di Lui, di conoscere i suoi insegnamenti, e di rispondere di sì con fiducia e coraggio, proprio come abbiamo fatto noi.

novembre

Ti prego Signore: donami la forza di seguirti come hanno fatto gli Apostoli:

con prontezza, coraggio e decisione. Donami la passione per vivere,

nella quotidianità delle mie giornate, ciò che leggo nel Vangelo.

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Preghiera

Giudail fondatore di un regno

«In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda: “Ab-biamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza […] Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roc-cia eterna”».

La forza di una persona viene dal suo confidare nel Signore:

insegnami a fidarmi di Te e a non credere di essere capace di fare tutto da solo.

Ho bisogno di Te, Signore, perché tu sei la roccia

su cui mi posso appoggiare per vivere con serenità e gioia.

Mi chiamo Giuda, sono il figlio di Giacobbe e di Lia e ho 11 fratelli. Come forse succede anche a

voi, io non vado tanto d’accordo con uno di essi: Giuseppe; tant’è che, con la collaborazione degli altri miei fratelli l’ho venduto ad una tribù di mer-

canti e poi ho raccontato a mio padre che era sta-to sbranato da belve feroci. Ma per fortuna Giu-seppe è finito alla corte del Faraone, re di Egitto

e, alcuni anni dopo, l’abbiamo ritrovato. In questo modo sono riuscito ad ottenere il perdono di mio padre. Poco prima di morire, poi, papà Giacobbe ha radunato me e i miei fratelli, mi ha benedetto e mi ha nominato loro capo, paragonando la mia

forza a quella di un leone e prevedendo che, dalla mia discendenza, sarebbe nato Gesù. Per questo motivo il regno ebraico meridionale, con capitale Gerusalemme, prenderà il mio nome e gli abitanti verranno chiamati “Giudei”. Che cosa vi consiglio

per prepararvi ad accogliere Gesù, il Salvatore atteso? Ogni volta che ho capito di aver commes-

so un errore mi sono pentito sinceramente e ho fatto di tutto per rimediare: anche voi sforzatevi di rimediare quando sbagliate, chiedendo scusa

per primi e impegnandovi a riparare l’errore.

dicembreParoladi Dio

Isaia 26,1.4

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Abramo l’amico di Dio

«Pertanto, dice alla casa di Giacobbe il Signore, che riscattò Abramo: “D’ora in poi Giacobbe non dovrà più arrossire, il suo viso non impallidirà più, poiché vedendo i suoi figli l’opera delle mie mani tra loro, santificheranno il mio nome, santificheranno il Santo di Giacobbe e temeranno il Dio di Israele”».

Signore, tu cammini sempre a fianco del tuo popolo

senza abbandonarlo mai. Fai sentire viva, accanto a me

la tua presenza amorevole e paterna, soprattutto nei momenti difficili,

quando la vita diventa dura.

Tutti, sicuramente, già mi conoscete: sono Abramo e sono vissuto più di 1900 anni prima della venuta di Gesù, nella città di Ur, in Mesopotamia (l’attuale Iraq). Come i miei predecessori, adoravo tanti dèi, ma un giorno Dio mi chiamò e mi ordinò di partire verso una terra che mi avrebbe dato in eredi-tà. Io mi fidai e partii.Poi mi promise una discendenza, anche se io ero vecchio e mia moglie Sara non poteva avere figli. Io mi fidai di nuovo e nacque Isacco. Ma Dio mi mise ancora alla prova chiedendomelo in sacrificio. Per l’ennesima volta risposi di sì a Dio e lui premiò la mia fedeltà lasciandomi Isacco.In questi giorni, per prepararvi ad accogliere Gesù, il Salvatore atteso, imparate a fare silenzio per ascoltare Dio nella preghiera ed essere pronti a dirgli di sì sempre.

dicembreParoladi Dio

Preghiera

Isaia 29,22-23

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Gerusalemme la città di Dio

«Popolo di Sion, che abiti a Gerusalemme, tu non dovrai più pian-gere. Ad un tuo grido di supplica il Signore ti farà grazia: appena udrà, ti darà risposta». «Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d’Israele».

Quanti doni riceviamo da te, Signore! La vita, la salute, la solidarietà degli amici,

i sorrisi dei familiari, una bella giornata di sole… Eppure spesso ci comportiamo come se nulla andasse bene.

Aiutaci ad apprezzare le piccole gioie di ogni giorno,insegnaci a ringraziarti e a lodarti per la bellezza del creato

e per le persone che Tu ci poni accanto, fa’ che ricordiamo sempre che Tu sei vicino a noi

e vuoi la nostra gioia e serenità.

Avrete sicuramente già sentito parlare di me: sono Gerusalemme, una città sui mon-ti della Giudea. Sin dai tempi più antichi ho stretto un legame importante con Dio: Lui

mi ha fatto diventare una terra ricca , mi ha donato la sua fiducia, ha accolto dentro

di me il popolo d’Israele. Insomma: mi ha amato! Purtroppo, però, ci sono stati mo-menti in cui mi sono dimenticata dei suoi doni, del suo amore e della sua cura e in

quei tempi il Signore ha perso la fiducia nei miei confronti. È stato difficile capire che

ciò che per me era davvero importante era Lui e il suo bene… Per fortuna, quando

me ne sono resa conto, Lui era lì, pronto a perdonarmi e ad accogliermi. Volete un

consiglio? Il Signore ama anche ognuno di voi e si preoccupa della vostra serenità:

ricordatevi sempre di ringraziarlo e di dimostrare di essere degni del suo affetto.

Nulla è più importante del suo amore!

dicembreParoladi Dio

Isaia 30,19.23-26

Preghiera

Salmo 146,2

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