AVANCARICA di VINCENZO TUMBIOLO … 2004 - tacarmi 51 D urò quasi trent’anni il pe-riodo di pace...

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Springfield modello 1795 AVANCARICA di VINCENZO TUMBIOLO 50 tacarmi - settembre 2004 Springfield modello 1795 Nel nuovo catalogo della Davide Pedersoli è stata presentata la replica del moschetto US Model 1795, prima arma fabbricata, con evidenti influenze di scuola francese, nel mitico arsenale americano di Springfield. Una particolare ricorrenza, duecento anni dopo, potrebbe attribuire a questa replica un ulteriore e significativo ruolo storico

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Springfieldmodello 1795

AAVVAANNCCAARRIICCAA di VINCENZO TUMBIOLO

50 tacarmi - settembre 2004

Springfieldmodello 1795Nel nuovo catalogo

della DavidePedersoli è stata

presentata lareplica delmoschetto

US Model 1795,prima arma

fabbricata, conevidenti influenze

di scuola francese,nel mitico arsenale

americano diSpringfield. Una

particolarericorrenza,

duecento annidopo, potrebbe

attribuire a questareplica un ulteriore

e significativoruolo storico

settembre 2004 - tacarmi 51

Durò quasi trent’anni il pe-riodo di pace nel territoriodelle tredici colonie. Conil trattato di Versailles, in-fatti, il 3 settembre 1783,

si era posto fine alla prima Guerra diindipendenza, anche se le truppe ingle-si si erano arrese da due anni, dopo labattaglia di Yorktown (18 ottobre1781). E bisognava arrivare al 12 giu-gno 1812 (quattro anni dopo l’episodiodella fregata Chesapeake attaccata dalvascello inglese Leopard con la scusadi cercare disertori) per la nuova di-chiarazione di guerra alla GranBretagna; nel gennaio dello stesso annoil Congresso aveva approvato il poten-ziamento delle forze armate.Gli anni che separano le due guerre ve-dono la nascita di un moschetto cheporta il nome di un arsenale che diverràfamoso.

L’arsenale di Springfield, sotto la dire-zione di Richard Falley, era già operativonel 1774 come deposito e of ficina delloStato del Massachusetts. Falley , inoltre,si era distinto a Bunker Hill il 17 giugno1775, la battaglia che segnò il vero iniziodella guerra.Per il nuovo progetto, e per il debuttoproduttivo di Springfield, il segretariodel Dipartimento della guerra TimothyPickering suggerisce di basarsi sul mo-schetto francese modello 1763Charleville e di utilizzare le numeroseparti di ricambio, e anche le armi com-plete, che, importate durante la rivolu-zione, giacevano nei depositi. L’arsenale,quindi, avvia la sua attività federale e laproduzione dell’arma nel 1795 ma con ilpassare del tempo la linea del moschettosubisce notevoli variazioni.D’altronde, l’esaurimento dei compo-nenti dello Charleville, la rivisitazione

di alcuni particolari per ridurre tempi ecosti produttivi, la mancanza di un ve-ro modello di riferimento, la stipula dicontratti con numerosi costruttori pri-vati nonché l’inizio della produzione aHarper’s Ferry nel 1800, sono tuttimotivi della mancanza di uno standardben preciso, cosa che avverrà con l’in-troduzione del modello 1812 (costruitoa partire dal 1814) e, qualche anno do-po, con il modello 1816. La prima ar-ma veramente definitiva per un patternamericano.

Cenni storici e caratteristicheFurono fabbricati circa ottantacinquemi-la moschetti modello 1795 fino al 1814.Prima del 1799, però, non veniva punzo-nato l’anno di produzione.I moschetti successivi a questa data pos-sono essere divisi in tre tipi, anche se in

Qui a sinistra.Se non fosse per le scrittesull’acciarino e per ilnasello meno pronunciato,l’arma potrebbe essereconfusa con il moschettofrancese Charleville.

In apertura.La lunga canna è unadelle peculiarità deimoschetti militari delSettecento.

L’acciarino della replica diPedersoli, presentando ilcane con l’apice superioresagomato, il piede dellamartellina con il ricciolo eil bacinetto di ferro, siriconduce a un esemplaredi moschetto Tipo Iprodotto tra il 1799 el’inizio del 1802. Anche laposizione delle scritte edell’aquila sulla piastraservono a identificare ilperiodo di produzionedell’originale.

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comune hanno la piastra dell’acciarinopiatta con l’apice posteriore appuntito(in qualche esemplare pre-1799 è pre-sente l’acciarino francese modello 1777,ma con aquila e scritte americane), purse di dimensioni diverse.La canna, calibro .69, è lunga da 44 1/2”a 44 3/4” e tenuta al calcio da tre fascettecon molla di ritegno; è marcata con la P(Proved), una piccola testa d’aquila e laV (Viewed) vicino alla culatta. L’anno difabbricazione è punzonato sulla codettadel calciolo. La data sulla cartella com-pare nel 1804.

Tipo IDel Tipo I furono fabbricati venticinque-mila pezzi fino al 1806. Dal 1799 al1802 vengono punzonati sulla cartellacon l’aquila e, sotto, la scritta US. Dietro

Springfield modello 1795

Qui sopra.Vista interna dell’acciarino con il cane in posizione di riposo e la martellinacompletamente ribaltata. La piastra e i componenti dello scatto sono accuratamentepuliti. L’unica zona, non coinvolta nel movimento di molle e leve,in cui si notino i segni di lavorazione è quella della spalla del bacinetto.

A destra.Vista interna dell’acciarino con il cane armato

e la martellina chiusa sul bacinetto. Ben visibile, in questa posizione,

il ricciolo al piede della martellina.

Sotto nelle due immagini.Il bacinetto, esternamente, presenta i pianisfaccettati. Esso è fissato alla cartella tramitedue viti: una esterna, su cui ruota la martellina,e una interna, posta all’estremità dell’appendiceposteriore e parallela alla piastra.

al cane c’è la scritta S PRINGFIELD che se-gue una linea curva posta in verticale.Tale scritta segue una linea orizzontalenel 1802 e nel 1803.Nel 1804 e nel 1806 la scritta US è sopral’aquila; SPRINGFIELD sotto, secondo unacurva orizzontale. Nel 1805 le lettere USsono punzonate sopra l’aquila e, dietroal cane, SPRINGFIELD e la data in vertica-le. La parte tondeggiante del calcio, ap-pena dietro l’impugnatura, sfuma a circametà della lunghezza della pala del cal-cio stesso.Il cane è piatto con l’apice superiore sa-gomato, che dal 1804 diventa diritto. Finoa questa data la martellina ha il ricciolonella zona di contrasto con la molla.

Il bacinetto è diferro avvitato allapiastra: sfaccettatodal 1799 al 1804 etondo nel 1812. Ilguardamano ha leestremità lunghe ea punta.

Tipo IILa seconda variante del modello 1795 èerroneamente conosciuta come modello1795/1808 o, semplicemente, modello1808. Dal 1806 al 1809 ne furono fabbri-cati diecimila pezzi che nell’ultimo annosi sovrappongono alla produzione delTipo III.La piastra dell’acciarino è marcata conUS sopra l’aquila e, sotto, S PRINGFIELDche segue una linea curva orizzontale.L’anno è punzonato all’apice sinistrodella piastra e sulla codetta del calciolo.Il bacinetto è di ferro e avvitato. Il cane èpiatto con gli spigoli smussati e la crestache funge da guida alla piastrina premi-pietra è diritta. Il piede della martellina è

privo di ricciolo. L ’estremità inferioredella molla della martellina ha una formapiù romboidale e regolare, laddove neiprimi modelli era a goccia, più tondeg-giante.Il paragrilletto ha le estremità appuntitadavanti e tonda dietro (insieme al baci-netto, costituisce la chiave di identifica-zione). Le magliette portacinghia posso-no essere fissate con la vite o con il per-no ribattuto. La parte tondeggiante delcalcio, dietro l’impugnatura sfuma a cir-ca un terzo della lunghezza della pala.Secondo alcuni autori la definizione dimodello 1808 è errata poiché non è pos-sibile risalire ad alcun pattern di riferi-mento per la produzione di serie. Nel1808 (siamo alla vigilia della secondaguerra contro gli inglesi) il dipartimentodella guerra emanò il provvedimento le-gislativo Act for Arming and Equippingthe Militia sia per armare i propri solda-ti sia anche, non secondariamente, peressere in grado di of frire armi agli Statieuropei dove sembrava che le guerre

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In alto.Nella parte inferiore della cartella,

quasi coperta dal braccio piùlungo della molla del cane quando

questo non è armato, è incisa lafirma dell’azienda gardonese.

A sinistra.La parte tondeggiantedell’impugnatura sfuma a circametà della lunghezza della pala,conformemente al primo tipo dimoschetto fabbricato a Springfield.

Scheda tecnicaFabbrica Davide Pedersoli & C., via

Artigiani 57, 25063 Gardone Val Trompia

Modello 1795 SpringfieldTipo moschetto ad avancarica con

sistema di accensione a pietrafocaia

Calibro .69 (diametro di foratura 17,5mm)

Canna ad anima liscia, lunga 1.137mm (44 3/4”)

Congegni di puntamento mirino a lama sul collareposteriore del bocchino

Congegni di sicurezza posizione di mezza monta del cane

Materiali canna, acciarino e fornimentidi acciaio, calcio di legno dinoce

Finitura parti metalliche finite inbianco, calcio lucidato a olio

Lunghezza totale 1.529 mm (60”)Peso 4,600 kg

Prezzo 1.040,00 €

non finissero mai. Oltre ai soliti due ar-senali governativi furono incaricate di-ciannove fabbriche private di produrremoschetti che altro non erano se non ilmodello 1795 Tipo II. L’anno 1808quindi si riferisce al contratto governati-vo e non a un modello vero e proprio.Gli armaioli ricevettero alcuni esemplarida Springfield e altri da Harper ’s Ferry(l’arsenale virginiano produsse settanta-mila moschetti tra il 1800 e il 1815; so-no diversi da quelli di Springfield nellaforma del calcio e nelle dimensioni), mapoiché non erano uguali fra loro, e glistessi armaioli apportarono modifiche dicomodo, il modello 1808, di fatto, nonesiste. In un modello 1795 Tipo II sipossono riscontrare dif ferenze dimen-sionali nell’acciarino, nella canna, nelcalcio, anche se tutte di poco conto (en-tro il quarto di pollice).Lo stesso discorso vale anche per gli ipo-tetici modelli 1797 e 1798, prodotti concontratti privati per armare le milizie diVirginia e Pennsylvania. Si trattava sem-pre del modello 1795 e per di più, vistala data pre-1799, del moschetto ancoraallo stato embrionale.

Tipo IIITra il 1808 e il 1814 ne furono prodot-ti cinquantamila pezzi. Si distinguedagli altri tipi per il bacinetto di ferrointegrale alla piastra e per le estremitàtondeggianti delle appendici del guar-damano. Le scritte, il cane, la martel-lina e la sua molla sono identici alTipo II.Negli ultimi due anni la sagomaturatra impugnatura e pala del calcio si ri-duce per poi scomparire. La pala delcalcio avrà i fianchi quasi paralleli epoi, dal modello 1816, scomparirà an-che il nasello per un paio d’anni. Sullato sinistro viene ricavato un leggeroincavo poggiaguancia.

La replica PedersoliCome il suo originale, il moschetto

Springfield 1795 evidenzia le essenzia-lità dell’arma da fanteria della metà delSettecento, in special modo se si consi-dera la sua discendenza dallo Charleville1763. I francesi, come sappiamo, riusci-rono a presentare moschetti con una li-nea più armoniosa e slanciata a partiredal modello 1777. Lo capirono anche gliamericani che, continuando a ispirarsi adarmi francesi, ne seguirono l’esempio(meglio tardi che mai) con il moschettomodello 1816, anch’esso riprodotto daPedersoli e per raccontare il quale ci ri-serviamo una prossima occasione.Esaminando subito l’acciarino possiamonotare alcuni particolari che ci permetto-no di identificare l’arma da cui è nata lareplica. Si tratta di un esemplare di mo-schetto Tipo I prodotto tra il 1799 e l’ini-zio del 1802: basta osservare, infatti, la

Springfield modello 1795

Il fregio, con il profilo a mezza S e con ilcontorno centrale bombato, ospita le due viti

di tenuta della cartella.

Sul collare posterioredel bocchino èpresente l’unicoorgano di miradell’arma: un mirinoa lama integrale albocchino stesso edevidenziato con unacolorazione ottone.

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presenza e la posizione delle scritte e deimarchi, la forma del bacinetto, la crestadel cane e il ricciolo del piede della mar-tellina.Con la cartella piatta, l’acciarino nonesprime il massimo dell’eleganza, canecon doppio collo a parte, specialmenteconsiderando anche l’eccessivo ribalta-mento che la martellina assume in fase diapertura. Ma così era anche negli esem-

plari fabbricati nel 1799.Particolarmente curata la parte internadell’acciarino, con la superficie dellacartella, le molle e le sedi di agganciodella noce con la leva di scatto lucidati amano allo scopo di eliminare ogni inutileattrito. L’unica zona in cui si notano i se-gni di lavorazione è quella della spallainterna del bacinetto, ma non avendonulla a che fare con l’azione meccanica

dell’acciarino si può considerare un pec-cato veniale.La canna, lunga 1.137 millimetri(443/4”), è di acciaio e fissata alla cannada due fascette, una posteriore e una in-termedia, e dal bocchino anteriore, tutti etre bloccati dalle apposite molle.Sul collare posteriore del bocchino è pre-sente l’unico organo di mira dell’arma: unmirino a lama integrale al bocchino stesso

Le baionette scomodeCaratteristica singolare del moschettoSpringfield 1795 Tipo I fu la grandequantità prodotta con la baionettasaldata a ottone sulla canna(quindicimila pezzi). L’eliminazione ditali baionette e, quindi,l’accorciamento della canna si inserì,alcuni anni dopo, in un programma direvisione delle armi, ormai obsolete.Può essere curioso riportare i nomi e ifatti dell’occasione.Il sovrintendente di Springfield, dal1805, era tale Benjamin Prescott. Nel1811 il segretario del Ministero dellaguerra James McHenry avevaincaricato il ragioniere capo JohnChaffe di programmare la spesa perla riparazione delle armi danneggiatee giacenti negli arsenali. Chaffe sirivolge quindi a Prescott che, asorpresa, si rifiuta e contesta ledirettive ricevute; ne vieneinformato il presidente JamesMadison che invia a Springfield il

commissario generale Callander Irvine (13 aprile 1813) persollecitare Prescott a un comportamento più corretto.Siamo in un periodo in cui giacevano nei depositiseicentomila armi e almeno duecentomila avevano

bisogno di essere pulite o riparate. Si chiedeva anche diaccorciarne centomila.Fra le armi da accorciare figuravano i quindicimila moschetticon la baionetta saldata (censiti nel 1809), operazione chenel 1795 era stata eseguita per ordine del segretarioMcHenry. Le direttive date a Prescott nel 1811comprendevano anche la modifica di queste armi: tagliodella canna e dell’asta del calcio di quanto necessario,saldatura di un nuovo gancio per la baionetta, spostamentodelle fascette e delle relative molle.A partire dal 1813 settemila moschetti vengono accorciatidi dodici pollici. La cosa strana è che la disposizionesuggeriva il taglio di tre o quattro pollici, più o meno lamisura del collare della baionetta. Una piccola quantitàfu inviata a West Point per l’addestramento dei cadetti(ma non piacquero molto) e la differenza venduta comesurplus a William Cramond di Filadelfia che la rivendettead alcuni Stati del Sud America e dell’Africa.Dopo una seconda ispezione a Springfield, Prescott vienelicenziato (4 settembre 1816) e al suo posto nominato HenryLechler. Fra i due inizia una vera e propria guerra e le accusenei riguardi di Lechler di incompetenza, di erratoapprovvigionamento, di spese eccessive e di ritardi dellaproduzione costituiscono la vendetta di Prescott. A suavolta Prescott viene accusato di incompetenza anche daaltri personaggi che egli aveva fatto licenziare daSpringfield, come l’ispettore Benjamin Moor e Adonijah Foot.Tutto il mondo è paese, e ogni secolo può andar bene!

In una piastrina posta davanti alparagrilletto, sporgente dalsottoguardia, è ricavato il foro peril fissaggio della magliettaportacinghia posteriore.

Il presidente degliStati Uniti JamesMadison (1751-1836) succede a Thomas Jeffersone resta in carica dal 1809 al 1817,anno in cui presentale dimissioni. Per risolvere lebeghe all’arsenaledi Springfield,nel 1813, dovetteintervenire con tonienergici.

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Springfield modello 1795

Moschetto US 1795 o fucile US 1803? Inoccasione della ricorrenza del bicente-nario della partenza della spedizione diMeriwether Lewis e William Clark perl’esplorazione dei territori bagnati dalfiume Missouri (una vera spedizionescientifica, commerciale e politica,spintasi fino alle coste del Pacifico) si ètanto dibattuto sulle armi che i due ca-pitani avessero portato nel viaggio.Visto che erano partiti il 14 maggio 1804(e ritornati il 10 settembre 1806), e chenella lista del materiale richiesto e dicui si erano approvvigionati figuravanoquindici fucili ritirati nell’arsenale diHarper’s Ferry, è stato facile, finora,identificare tali fucili nel modello US1803 (calibro .54, a pietra focaia, cannada 33”). Così è stato scritto un po’ do-vunque e un po’ da tutti (se la biblio-grafia disponibile è quella che è, così ècapitato anche a noi).Riparlandone in occasione delle cele-brazioni, e approfondendo ulteriormen-te le ricerche, sono emerse nuove infor-mazioni che chiariscono alcuni fatti.a) Il fucile Harper’s Ferry US 1803 andòin produzione, pur se già progettatoda un anno, nel dicembre 1804.b) Nella lista del materiale portato nel-la spedizione si parla di quindici cin-ghie per fucile, e sappiamo che il mo-dello 1803 è privo di magliette porta-cinghia.

c) In un dipinto di Charles BalthzarJulien Févret de Saint Mémin del 1807 èraffigurato il capitano Lewis con un fu-cile che tutto sembra fuorché il modelloUS 1803; si tratta di un’arma della tipolo-gia Pennsylvania pur se dotata di ma-gliette portacinghia. Questa immaginepotrebbe confermare l’episodio della vi-sita di Lewis, nel 1803, nella contea diLancaster (Pennsylvania) per scegliere eordinare armi (forse venti esemplari)per i suoi uomini.d) Nei diari di Lewis e Clark si parla di fu-cili corti (Lewis fu ferito accidentalmen-te da uno di questi), ma è emerso chepossono non necessariamente essere ri-feriti al modello 1803 militare, più cortodi un Pennsylvania o di un modello 1795,ma a due armi personali di Clark, calibro.33, che furono accorciati da JohnShield, l’armaiolo del gruppo, perchédanneggiati alla bocca.e) Si parla anche di fucili piccoli, ma do-vrebbero essere i Pennsylvania, riferen-dosi al calibro più piccolo rispetto al .54

Il noto dipinto di Charles BalthzarJulien Févret de Saint Mémin del 1807in cui è raffigurato il capitano Lewis. Ilfucile illustrato potrebbe esserequalsiasi cosa fuorché il modello US 1803. La mappa con il tracciato della spedizione

di Lewis s Clark. Le linee tratteggiate indicano ipercorsi seguiti per il ritorno:

Lewis fece una lunga deviazione nella parte settentrionale del Montana,

quasi al confine con i possedimenti britannici.

Le armi della spedizione Lewis & Clark

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del modello 1803 o al .69 del modello 1795. Ma “fucile piccolo” (ssmmaallllrriiffllee, come scritto nei diari) potrebbe riferirsi a un fucile a pietra diClark, calibro .36 marcato JN. SMALL, VINCENNES, costruito da John Small,armaiolo e sceriffo a Vincennes tra il 1780 e il 1823 (Robert Beeman,AAiirrgguunn RReevvuuee, vol. 6, aprile 2000). Un discendente di Clark asserisceperò che lo ssmmaallll rriiffllee in possesso della Missouri Historical Society èposteriore alla data della spedizione. Il termine ssmmaallll, quindi, dovreb-be essere riferito solo al calibro.f) Durante la seconda guerra contro gli inglesi Lewis era sotto il co-mando del generale Anthony Wayne, i cui fucilieri utilizzavano armicommissionate a vari armaioli con il contratto del 1792. È possibileche Lewis (Frank Tait, MMaann aatt AArrmmss MMaaggaazziinnee, volume 21, numero 3,giugno 1999) avesse ritirato dall’arsenale di Schulkill, in Pennsylvania,quindici di questi fucili (ve ne erano immagazzinati più di tremila) perportarli a Harper’s Ferry per le opportune modifiche. Erano fucili si-mili ai Kentucky, con ppaattcchh--bbooxx dal disegno molto semplice e di cali-bro compreso tra .45 e .47, e anch’essi potrebbero verosimilmente so-migliare a quello del dipinto di de Saint Mémin.In conclusione, le ipotesi più credibili si possono riassumere breve-mente: i quindici fucili di Harper’s Ferry potevano essere soltantoprototipi del modello US 1803 appositamente allestiti per la spedizio-ne (M1792 modificati?), oppure semplicemente il modello 1795 Tipo I(dal 1800 veniva fabbricato anche a Harper’s Ferry), l’unico esistentein quel periodo e con cui, per certo, erano armati almeno sei soldatidel gruppo e un caporale. Oppure di entrambi i modelli.Lewis e Clark erano responsabili di trentadue uomini; pertanto, con iventi Pennsylvania della contea di Lancaster e i quindici fucili diHarper’s Ferry i conti (uno più, uno meno) tornano. Solo che fra que-sti ultimi non si può assolutamente escludere la presenza dei mo-schetti modello 1795, forse in numero maggiore di quanto si possapensare.Non sarebbe scandaloso ipotizzare che sarà stato molto più facile ri-filare a quei due temerari e al loro seguito armi giacenti in magazzi-no, vecchie di soli nove anni ma ben revisionate, che provvedere amodificarne altre, considerando anche i ritardi nella produzione delmodello 1803.

Lewis and Clark on the LowerColumbia, acquerello di Charles M.

Russel del 1905. Vi è raffiguratol’arrivo alla Gray’s Bay e l’incontro

con gli indiani Chinok, l’8 novembre1805. Nell’imbarcazione in primo

piano, il capitano Lewis è in piedi eosserva Sacajawea mentre

comunica con i nativi; il capitanoClark, con il tricorno in testa, èseduto. Le due uniche armi ben

visibili sono una in mano a Lewis el’altra, la cui canna sporge dal

bordo della canoa, è appoggiatadavanti al timoniere. Entrambe

sembrano proprio essere moschettimilitari.

Anche per il famoso artista, che ha voluto creare quest’opera nel centenario di quelparticolare episodio della spedizione, le armi potevano essere solo quelle disponibili

negli arsenali alla data della partenza di Lewis e Clark. Bibliografia- Dee Brown, La grande fr ontiera,Arnoldo Mondadori Editore,Milano 1974- Sophia Craze, Charles Russel ,Crescent Books/Crown Publisher ,Inc., New York 1989;- Norm Flayderman, Flayderman’sGuide to Antique AmericansFirearms …and their values , 6 a

edizione, DBI Books, Northbrook,Illinois;- Louis A. Garavaglia e Charles G.Worman, Firearms of the AmericanWest 1803-1865 , University ofNew Mexico Press, Albuquerque,New Mexico 1984;- John Grafton, The AmericanRevolution, A Picture Sourcebook,Dover Publications, Inc., New York1975;- Daniel D. Hartzler e James B.Whisker, The Northern Armory:The United States Armory atSpringfield, Massachusetts 1795-1859, Old Bedford Village Press,Bedford, Pennsylvania;- Frederic G. Renner , Charles M.Russel , Harry N. Abrams, Inc.,New York 1976;- Jean Taylor-Starr, The Model1803 Harpers Ferry Rifle and theLewis and Clark Expedition , in“Dixie Gun Works BlackpowderAnnual 2003”, DGW , Union City ,Tennessee;- sito internet www .lcarchive.org(Firearms of the Lewis & ClarkExpedition)

ed evidenziato con una colorazione otto-ne. La bacchetta di caricamento è di ac-ciaio e dotata di calcatoio a testa di chio-do. Il tassello per il blocco della baionettaè saldato sotto la canna, a 23 millimetridal vivo di volata. Negli esemplari origi-nali tale gancio si può trovare saldato so-pra la canna, ma non esiste alcuna crono-logia sulla posizione. In un esemplare del1803, per esempio, il gancio è saldatosotto ma in altri, precedenti e successivi,si può trovare sopra.Non è prevista nel catalogo Pedersoli labaionetta specifica per questo moschet-to ma, ipotizzando di utilizzare l’armanelle rievocazioni storiche (non propriosul suolo europeo), quella prodotta peril francese 1777/Anno IX può andare

più che bene.In un’appendice della fascetta interme-dia e in una piastrina posta davanti al pa-ragrilletto, sporgente dal sottoguardia,sono ricavati i fori per il fissaggio di duemagliette portacinghia passanti. Uneventuale utilizzo della replica della cin-ghia prevista per il modello francese nondovrebbe sconvolgere l’assetto storico.Il fregio, con il profilo a mezza S e conil contorno centrale bombato, ospita ledue viti di tenuta della cartella. Il calcio-lo è diritto, con una appendice superiorepittosto evidente. Il calcio, di legno dinoce lucidato a olio, evidenzia un nasel-lo abbastanza pronunciato, anche se inmisura minore rispetto al progenitoreCharleville. La parte tondeggiante del-l’impugnatura sfuma a circa metà dellalunghezza della pala, conformemente alprimo tipo di moschetto fabbricato aSpringfield.

ConclusioniAbbiamo potuto osservare la replica diun modello marziale storicamente im-portante e sicuramente destinata al colle-zionismo e al re-enactment. Una replicafortemente voluta da un committente sta-tunitense per celebrare il duecentesimoanniversario della spedizione di Lewis &Clark: tale arma, infatti, è da molti consi-derata la vera protagonista di quell’even-to (si veda il riferimento storico all’inter-no di queste note). I particolari sono bencurati e l’arma, nonostante il suo fascinosettecentesco, non ci porta a considerar-ne un vero e proprio impiego agonistico.La canna abbastanza lunga, l’assenza ditacca di mira, il mirino posto sul bocchi-no e non direttamente sulla canna, la lun-ga corsa del cane e l’eccessivo ribalta-mento della martellina non costituiscono

Springfield modello 1795

Qui sopra.Sulla fascetta intermedia èriportata la piastrina per ilfissaggio della magliettaportacinghia anteriore.

In alto.Sulla culatta della canna nonsono stati riprodotti i marchioriginali P, V e la testad’aquila.

A sinistra.Il calciolo è diritto e abbastanzaampio; sarebbe stato bello poterleggere sulla codetta le cifredell’anno di fabbricazione.

le condizioni ideali per colpi-re ripetutamente il centro diun bersaglio posto a cinquan-ta metri. Al momento dellosparo, infatti, le numeroseazioni meccaniche in gioco,rilevamento della canna com-preso, impediscono la costan-za nei risultati di tiro.Non è escluso, però, che do-po ripetute prove, e conun’attenta analisi della posi-zione del tiratore durantel’imbracciatura e la messa inpunteria, con i particolari ri-ferimenti di mira che questearmi richiedono, qualchesoddisfazione non dovrebbetardare ad arrivare.

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Qui a destra.Le appendici, anteriore e posteriore, del

paragrilletto presentano le estremitàlunghe sagomate a punta. Anche questo

particolare è riprodotto fedelmente.

Sotto, a sinistra.La fascetta posteriore, anch’essatrattenuta dal piolo dell’apposita molla,presenta il classico profilo delle armimilitari, realizzato per proteggere il forodi entrata della bacchetta di caricamento.

Sotto, a destra.La bacchetta di caricamento è di acciaioe dotata di calcatoio a testa di chiodo.

Il tassello per il blocco dellabaionetta è saldato sotto la canna,a 23 millimetri dal vivo di volata.