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EVflNGEUZflRE

EVfiNGELIZfiRE

& OMfKCLT/O

pauperibus misit me

Anno II - n. 7 - Luglio 1995 34c Anno dalla fondazlone

// seme della parola

1 Non piii fame, non piu sete

Alia sorgente

3 P. Giovanni Minozzi e il S. Vangelo

4 Episodi Minozziani

6 La storia di "Stellina"

8 LeStelle

Pensiero mariano

9 Predestinata fin dall'eternita quale madre di Dio

Religione, arte, cultura e vita

11 Siracide...

12 Dalla civilta della cultura a quella del benessere

15 Maria Marchetta Serva di Dio

11 Santo del Mese

16 S. Mana Goretti

Dalle case nostre 17 DA FRANCAYILLA AL M.: Festeggiato solennemente

il patrono dei Discepoli

19 DA CASTEL VECCHIO CALVISIO: Una parrocchia in

processione

21 DA ROCCA DI MEZZO: La Famiglia Minozziana in

esercizi spirituali

23 L'invito d'un laico

25 DAL BRASILE: Quasi un miracolo di crescita

26 La vecchiaia

27 DA PALERMO: Le nostre iniziative scolastiche

28 Crisantemi

La sveglia

30 Riflessioni sul lavoro svolto e programnii prossimi

31 Ultime dell'opera

32 Spizzicando

EV'ANGELIZARE pauperiftus misit me

BOLLETTINO MENS1LE DELLOPERA NAZIONALE PER IL MEZZOCIORNO DITALIA DIRETTA DALLA PAMIGLIA DEI DLSC'EPOLI

Direttore Responsabile Don Michele Celiberti

Segretario di Amministrazione Michele Leone

Direzione - Redazione - Amministrazione: Via dei Pianellari. 7 - Tel. 06/68801409 Fax 06/6861025 - C.c.p. 33870007 00186 R O M A

Copertina "Gesu Maestro" di F. Petruzzi Potenza: Chiesa Istituto Principe di Piemonte.

Autorizz. Trib. Roma N. 185 del 27 aprile 1994 Sped, in Abb. postale 5()'/r - Roma

Stampa Tipolilogratia IN.GRA.C. s.r.l. - Tel. (0776) 429988 03049 S. Elia Fiumerapido (FR)

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GesO non chiude gli occhi per un malinteso ascetismo. Non ha insensibile I'anima alia bellezza di cid che i suoi occhi vedono. Certo non e un esteta che nella visione del bello si immerge, si esaurisce; Egli vede

e gusta. Hadelle osservazioni flnissime sui flori, sui gigli: i fiori I'incanto della creazione, il gigiio il fiore bianco, delicato, profumato. Li ha osservati amorosamente cento volte e invita i suoi a guardarli attentamente. Esalta la sfolgorante bellezza del tessuto, del colore, del taglio.

II torto dell'anima pagana non e I'ammirazione, il compiacimento nella bellezza naturale. £ il fame un idolo, il prostituirsi aqueil'ldolo invecedi elevarsi, esaltarsi in quella visione. II raggio viene cosi separato dal suo sole.

L'animo sale al Creatore, sale a Dio. Vi sale sovente con sforzo, adagio, passo passo; salita del filosofo, del ragionatore. L'anima mistica vi sale di slancio con un volo.

L'anima assiste estasiata a quella musica, la beve. Ed e per Gesu, per Lui musica piena: non di sola bellezza estetica, non di sola sapienza, e musica di bonta. Com'e buono il Signore, buono sempre, buono con tutti, buono a fatti e non a parole.

Gigli e uccelli sono i testimoni, i document! di quella bonta infinita. Cantano, poveri piccoli uccelli, il canto della bonta di Dio, quel cantico che dovrebbe nell'uomo trovare il suo apice, la sua perfezione.

P. Giovanni Semeria - "II cuore che Egli ebbe"

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fiPPCINTfiMENTI Dfl fiNNOTfiRE Al fine di evitare ritardi di informazione dovuti alle marce ridotte delle

poste italiane, ci premunamo di awisare anticipatamente i nostri amici e lettori degli appuntamenti prossimi che interessano le varie categorie delta Famiglia Minozziana e quanti altri ne sono interessati.

Ci piace ricordare che la dove nasce un'amicizia, un interesse, scaturisce contemporaneamente anche un desiderio di incontro visivo tra uomini.

Ogni incontro, nella sua riuscita finale, e legato anche alia presenza ed al contributo apportato da ognuno dei partecipanti. La tua presenza e gia un gran dono per gli altri: la tua assenza genera poverta per tutti.

Ogni convegno allora e qualcosa da produrre, non solo da consu-mare e pretendere perfetto.

In Famiglia tutto si fa con la collaborazione di tutti. Ecco allora le date per le quali occorre fare il nodo al fazzoletto.

20 Agosto 1995: CASTELVECCHIO CALVISIO: commemora-zione 15° anniversario del giovane Discepolo Luciano Marsili tragicamente scomparso nel-I'assolvimento dei suoi doveri di assistenza dei Discepolini. Borsa di Studio "Luciano Marsili".

27-28 Agosto: AM ATRICE, campo-Scuola Giovani (ambi ses-so)dai 15ai50anni.

17-24 Settembre 1995: POTENZA - Istituto Principe di Piemonte * Esercizi Spirituali e Professione temporanea dei neo-Discepoli.

12 Novembre 1995: AM ATRICE - Incontro Nazionale Famiglia Mi­nozziana - Anniversario morte di P. Giovanni Minozzi.

17Marzo1995: GIOIA DEL COLLE - Casa P. Semeria = Incon­tro Nazionale Famiglia Minozziana pro celebrazione memoria di morte del Servo di Dio Padre Giovanni Semeria.

Altre iniziative, anche locali, ma di rilievo, saranno comunicate tempestivamente.

La Redazione

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H seme della parola

NON PIU FAME, NON PIU SETE

E quanto da sempre il mondo agogna: la scomparsa della fame e della sete dalla faccia della terra!

Anche oggi I'umanita per 3/4 soffre in maniera piu o meno grave la fame e la sete! L'estendersi della poverta e della mi-seria e una minaccia reale e continua.

Lo spettacolo di denutrizione, special-mente dei bimbi del terzo mondo, e orripilante. Ma tant'e!

Non aver piu fame e sete!... E un gran sogno! Non essere piu dipendenti in ma­niera schiavizzante da queste materialita...

Nell'acceso dibattito con i Giudei di Cafarnao, Gesu lancia una sfida, che e consequenziale alia forte affermazione che "II pane... e Colui che discende dal cielo" (Gv. 6,33).

Questo Colui-Pane ha un potere impen-sabile: estingue gli stimoli, i desideri di... Spegne la fame e la sete di cio che non e Lui.

Chi mangia Lui desiderera e avra fame crescente di Lui e di quanto Lo riguarda.

Vedra, d'altro canto, abbassarsi sempre piu il desiderio di ricerca di altre cose. Si

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abbassera, fino a ridursi all'estinzione, la sete del piacere fine a se stesso, delle ric-chezze, della potenza e della vanita.

Queste cose troveranno nella vita del-I'uomo il loro giusto posto, che non e primario, ed il loro giusto ruolo, che e quel-lo di servizio e di mezzo, non di fine.

Anche il Metastasio aveva espresso il suo pensiero in riguardo: "Poco e il nostra desiderio, poco il nostra bisogno" in oppo-sizione e commento al virgiliano "Trahit sua quemquam voluptas" (Ognuno e tra-scinato dalla intensita dei suoi desideri).

Questo giusto desiderio di cose giuste, questo ridotto desiderio di secondarieta sono conseguenza del mangiare e bere "Colui che discende dal Cielo".

E come dire che il Cristo Eucaristico ri-porta e rimette sulla strada del bene i nostri desideri, gia tanto sconvolti dal pec-cato originale da far loro desiderare il proprio male, non giudicato piu come tale e scambiato addirittura per bene.

Non e poco questo riordino del deside­rio in rapporto al valore delle cose.

Questo nostra mondo, quello degli uo-mini, da una parte si distingue per la "morte del desiderio", proprio degli uomini accontentati in tutto; dall'altra dal disordine

dei desideri e dal mancato giudizio valutativo su quanto desiderate

La nostra societa consumistica pro-gramma cio .di cui I'uomo deve aver bisogno e con la propaganda lo costringe a desiderarlo e quindi ad acquistarlo, senza possibility di critiche, fino ad imporre anche il bisogno di cio che non serve. Ci vengono ammannite tante stupidita! Tanto pane adulterato! I cristiani sono vittime molto spesso della perdita del gusto delle cose buone e mangiano tutto, indistintamente. Fino ad arrivare alia onnifagia, alia coprofagia!

Abbiamo dunque proprio bisogno di una ricostruzione e rettifica dei nostri desi­deri!

Ci augureremo con il saggio Tobia: "II Signore ti sia guida nei tuoi desideri!" (4, 19).

E Lui a ricreare in noi la gerarchia dei valori e la saggezza illuminata di cio che merita di essere desiderato, ricercato e conquistato.

L'incontro con Lui percio e di vitale im-portanza per non scadere nel non-senso di appetiti inutili e dannosi.

Sac. Michele Celiberti FdD

Battesimo di COSTANZA MINOZZI con i genitori Giulia, Gianni e Pietro Minozzi.

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Alia sorgente

P. GIOVANNI MINOZZI E IL S. VANGELO

P. G. Minozzi e stato un assertore e proclamatore fervidissimo della paro-la di Dio.

Anima, cristianamente severa e serena, attingeva dal Divino Mae­stro la ricchezza del suo pensiero e del suo cuore.

A noi Ancelle, raccomandava con insi-stenza la lettura approfondita e meditata del S. Vangelo. Ci diceva che ogni giorno dovevamo leggerne una pagina, voleva che I'imparassimo a memoria; dovevamo mettere da parte gli altri libri, anche prege-voli, ma il nostro alimento spirituale dovevamo attingerlo direttamente dalla fonte genuina del Vangelo. II sabato sera dovevamo leggere il Vangelo della dome-nica seguente, commentarlo insieme, per preparaci bene alia celebrazione festiva.

E a tutti noto, come Egli nella celebra­zione del Divino Sacrificio, ai suoi tempi in lingua latina, ci faceva seguire in italiano preghiere e letture.

Le meditazioni, che Lui ha scritto per noi Ancelle, sono fondamentalmente ispi-rate al Vangelo, sono come una fontana da cui zampillano amore e verita, attinte diret­tamente dal Divino Maestro.

Ancora diceva a noi: quando vi sentite strane, agitate, non mendicate conforto umano, ma andate subito in Cappella e ai piedi di Gesu Sacramentato, aprite il Van­gelo, la Parola Divina vi donera luce, pace, gioia.

Da quanto detto, riscontriamo come il Venerato Padre, nel suo pensiero abbia precorso il Concilio Vaticano II, che come primo impegno ha sollecitato la riforma li-turgica.

Ora, cari amici presenti, che siamo fra-ternamente uniti dall'unico spirito del V.P. Fondatore, ci esortiamo a vicenda alia pia pratica quotidiana della lettura meditata del S. Vangelo, che sara per tutti noi fonte inesauribile di pura e santa gioia, di forza dell'impegno nel conseguire la perfezione evangelica.

A. Maria Valenti AdS

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EPISODI MINOZZIANI

Incerti, non precisabili i tempi degli episodi narrati. Certi i luoghi. Credibili i narratori. Argomento e il fumo.

Siamo a Potenza, al Principe di Pie-monte, dopo una giornata festiva caratterizzata dalla ordinazione sacerdo-tale di un discepolo. Dopo cena ci si incontra con Padre Minozzi nella direzio-ne per un fraterno trattenimento a

commento della giornata o per il sempli-ce piacere di stare ancora insieme.

Ma viene notata la mancanza di qual-cuno.

E infatti P. Minozzi a chiedere incurio-sito: "Dov'e Di Mascio ?"

Come rispondere e parlare chiaro trattandosi di difetti "militari" non superati dal confratello? "Padre, sa... lui e un ex-

prigioniero dei tedeschi, la guerra... la sigaretta...non rie-sce a fame a meno.."

E lui, quasi brusco: "Anda-telo a chiamare subito, lo voglio qui con noi... quel ton-toL."

L'intimidito don Antonio, costretto a gettare via I'appe-na aspirata sigaretta, si presenta diventato tutto un fuoco per vergogna ed un cer-to timore.

Ed il padre: "Perche vai a fumare in camera trascurando la comunita? Se fumi, perche non fumare tranquillamente con noi? Non sta bene farlo di nascosto appartandosi, ab-bandonando la comunita.." E giu di seguito.

Don Berardino vuol preci-sare meglio le circostanze, ma don Antonio fraternamente lo mette a tacere: "Tu stai zitto!

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Quella volta il protagonista ero io ed io so come andarono le cose!"

Adesso Io sappiamo anche noi al di la della virgola in piu o meno. E abbiamo meglio imparato I'importanza data dal padre alia sincerita, alio spirito di fami-glia, alle conversazioni fraterne non trascurabili per colpa di una incolpevole sigaretta. Anche una sigaretta fa fami-glia!

Un episodio similare mi viene raccon-tato da don Clemente Callegari.

Siamo ad Amatrice. Dopo pranzo la comunita dei Discepoli si intrattiene con gli ospiti della giornata, primo tra i quali si distingue sua Eminenza il Card. Pellegrinetti, salesiano.

Padre Minozzi invita il giovane Callegari a fumare tranquillamente una sigaretta che qualcuno sta offrendo. Ma egli si rifiuta asserendo di non fumare, che non aveva mai fumato, che si senti-va disturbato dal fumo. Ed era vera!

A questo punto il cardinale interviene

e incuriosito domanda: " Ma, Padre, ai tuoi chierici permetti di fumare?"

La risposta e scherzosamente causti-ca, ma vera: "Certo! Non siamo mica ipocriti come voi, che per fumare andate a nascondervi nelle camere!"

Una mentalita larga in Chi non fuma-va, ma che per creare festa era anche capace di far sballottolare in bocca, in tutte le direzioni, una innocente sigaretta accesa per dare tono fraterno e sincera-mente gioioso ad un incontro...

Ma senza ipocrisie, senza nascondimenti anticomunitariL.

Anche questi episodi ci serviranno per una piu puntuale conoscenza del Fondatore.

Un ringraziamento allora a don Anto­nio Di Mascio, che da allora ha imparato a fumare e fuma palesemente, un altro al caro don Clemente, che ha continuato ad essere allergico al tabacco, ma tolle-rante e rispettoso con chi ne fa uso.

Emmecci

J& ^/T9sip&c& edeec/ve/tz

GABBIANO Vagheggia il cuore il cielo come l'acerbo frutto appeso al sole sognando sorrisi e grappoli maturi "soffre combatte spera" come gabbiano libero incontro all 'avvers' aria al cielo: grembo e padre la rarita del volo alto di terra madre un grido d'ali / spare all'orizzonte / ebbro d'azzurro e immenso, dolce, sussurra "l'ave".

Olimpia Orioli

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LA STORIA Dl "STELLINA

Mi e capitato molto spesso, andando per le Case, di sentire I Discepoli di una certa eta raccontare le meraviglie di Stellina, la ormai famosa cavallina di Ofena, entrata nella leggenda, un anima­te molto intelligente, capace di leggere perfino le indicazioni stradali, special-mente quelle che indicavano, per opposte ragioni, Amatrice e Ofena Colo-nia Frasca accelerando il trotto quand'era in giuoco la prima, rallentan-dolo verso la seconda.

Del 'personaggio' ce ne parla don Rodolfo Atzeni nei suoi appunti autobio-grafici.

Per fortuna quell'anno (1941) ci fu un diversivo che allevio in parte tanti crucci: fu I'entrata in Seminario di "Stellina", una bella e mansueta cavallina, che divenne leggendaria.

Fu regalata a don Tito dal signor Pa-squale De Meis, ricco proprietario terriero di Sulmona. Fu un dono molto gradito da lui, che all'eta di 67 anni e con I'asma bronchiale che lo tormentava, tro-vava faticoso il cammino a piedi ogni volta che doveva andare a Ofena o a Capestrano.

Come stalla le assegno il cosi detto "presbiterio" e come stallieri tre solleciti discepolini: Manfredi, Biagio e Molinaro che a turno se ne presero cura.

Stellina stette in seminario sino al 1946 e divenne leggendaria perche,

come i Discepolini, campava con uno scarso nutrimento; per distrarsi dalla die-ta, aveva imparato a leggere il giornale e a studiare la filosofia del santo "Simone lo Silita".

Senonche, con tutti questi meriti, ogni volta che, trainando la carrozzella con il cocchiere don Tito, con suo grande di-sappunto, in discesa sovente cadeva e in salita sovente si fermava per crampi alio stomaco.

Poiche dunque si era indebolita, don Tito decise di abolire la carrozzella e viaggiare in sella. Ma un bel giorno, nella salita del Frontone, per il rapido passag-gio di un grosso serpe nero, Stellina impauritasi si mise a saltare gettando a terra don Tito procurandogli la rottura di due costole...

II fatto si seppe dopo lungo tempo per bocca stessa di don Tito. Tornarono len-tamente a piedi come don Chisciotte e Ronzinante dopo I'infausta battaglia con­tra i mulini a vento...

La guerra intanto continuava ed il no­stra seminario restava occupato dai Tedeschi. Ma dopo la caduta del fronte di Cassino e dopo lo sbarco in Norman-dia, gli Alleati avanzavano veloci su I'Aurelia e su I'Adriatica chiudendo in una immensa sacca le divisioni tedesche attestate all'interno su I'Appennino.

Improvvisamente, la notte del 12 giu-gno 1944, il seminario fu evacuato dai

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ROGGIANO GRAVINA Scuola Materna.

La "Stellina" di nonno Fabio a disposizione dei bambini delta nostra

soldati, che vi lasciarono tutto I'arreda-mento e le vettovaglie. Don Tito piangeva per la gioia.

Dopo la santa Messa (era il 13 giu-gno) in ringraziamento a Dio d'essere tutti sani e liberi, ci accorgemmo che mancava Stellina, certamente requisita dalle retroguardie.

II piu dispiaciuto era don Tito. Mentre stavamo in cortile commen-

tando I'avvenimento, arrivo un contadino da Navelli che riportava Stellina ed un biglietto scritto: "Consegnare cavallo Co-Ionia Frasca". Certamente fu riconosciuta da qualche ufficiale che era stato con noi.

Don Tito esclamo: "Sant'Antonio be-nedetto! Questa grazia non me

I'aspettavo!". Dette da bere e da man-giare a quel buon uomo tutto trafelato ed anche spaventato perche nella piana dei Navelli, durante la notte del 12, ci fu un forte concentramento di truppe e di auto-mezzi militari e civili requisiti in ritirata verso I'Aquila et ultra.

E cosl, con noi, ritornd libera e sana la leggendaria Stellina nostra".

Qui la storia finisce. Forse altri sapranno cornpletarla par-

lando della fine gloriosa o ingloriosa del leggendario animale che servi il semina-rio in tutto sintonizzandosi sul ritmo e le condizioni di vita dei Discepolini. Una strana vocazione anche la sua!...

Flavus

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i£eStette

«Le stelle! Abituatevi, figliuoli, a ri-guardare le stelle con pio amore, come sorelle e veglian su noi, che continua-mente ci richiaman alto dalle vicende faticose del la nostra quotidiana esisten-za. Nella quiete delle sere tutte melodia come ridon dole! le sorelle gemmate, come ci invitano soavi a satire alto alto, a dislegare di la dov'e la vela dei nostri sogni e delle nostre speranze!».

Erano davvero belle le stelle nelle notti d'estate, quando, seduti sui gradini del corti-le, le miravamo in silenzio e lo stupore s'arrestava nella contemplazione. Ad Amatrice, come dappertutto, i ragazzi, forse, non andavano (per pudore?) oltre la tremula visione estatica del firmamento.

Ma il Padre, anima innamorata di Dio e del creato opera sua, non si fermava ai pal-piti di umana risonanza, perche sentiva immediata la voce d'amore che nel cosmo risuonava a lui netta e che le stelle richiama-vano «ridendo dolci».

Quanta esperienza umana s'era raccolta nei millenni contemplando il cielo! E quanti sguardi avevano varcato il confine misterio-so per pregare la divinita che lassu regnava beata!

II Padre sapeva dell'antica brama d'ascesa umana, su, sempre piu su, sui

monti sacri, sui cielo, sulle nubi, sulle stelle, perche in alto e Dio e il cielo e certa teofania.

Questa ricchezza, che a lui, poeta sen-sibilissimo, muoveva il cuore appassionato, voleva donare ai suoi figliuoli, come indi­spensable tassello per la loro crescita in bonta tessuta di bellezza.

Le stelle voce di Dio, dunque, ma non per eludere il richiamo della vita, «le vicen­de faticose della nostra quotidiana esistenza», che nessun richiamo, per quan-to elevato, potra mai cancellare, bensi per attingere la certezza che lassu, richiamato dalla bellezza fulgida delle stelle, e'e un Dio «ch'e Padre nostra amorosissimo» e solo potra dare un senso «ai nostri sogni e alle nostre speranze».

Oggi I'uomo e ancora capace di meravi-gliarsi? Ha la forza di sottrarre un attimo al tempo convulso e «sprecarlo» in ansia di cielo? Van der Leeuw ammetteva di trovare lo stupore all'origine della religione.

Di certo le stelle continuano a brillare nelle notti serene, «ridono dolci le sorelle gemmate» e certamente, come dal profon-do del tempo, «invitano soavi a salire in alto».

Nonostante tutto, sono sempre in attesa fiduciosa che I'uomo rivolga ancora lo sguardo verso di loro. E soprattutto il cuore.

Luigi Galaffu

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Pensiero mariano

PREDESTINATA FIN DALL'ETERNITA QUALE MADRE DI DIO

Nella sua insondabile e libera volonta, ci dice il Magistero della Chiesa, Dio, es-sendo eterna e divina carita, tutto compie secondo un disegno di amore: egli amo Maria e in lei opera grandi cose; Tamo per se stesso e I'amd anche per noi; la dono a se stesso e la dono anche a noi (EA 56).

E la figura di Maria, di questa donna predestinata fino daN'eternita ad essere madre di Dio, la possiamo scorgere in tutta la Sacra Scrittura, dal primo e all'ultimo li­bra della Bibbia.

"Inimicizia porro tra te e la donna..."(Gen 3,15-w), sentenzia il Signore sul serpente in-gannatore agli albori dell'umanita, nel libra della Genesi. E nell'Apocalisse leggiamo: "Allo-ra,, il drago si infurio contra la donna e se ne ando a far guerra contra il resto della sua discendenza, contra quelli che osser-vano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesu" (Ap 12,17).

Ma mentre nei libri dell'Antico Testa-mento la figura di Maria e appena abbozzata, e solo adagio adagio verra messa sempre piu chiaramente in luce (LG 55), nel Nuovo Testamento essa ci appare

in tutto il suo fulgore, anche se in maniera discreta e velata, quale strumento provvi-denziale di cui il Signore si serve per concretizzare il suo piano di salvezza a no-stro favore. Ed ecco San Giovanni descrivere la sua visione sulla "donna ammantata di sole...", mentre ha davanti agli occhi la scena del peccato originale, in cui il serpente, cioe il diavolo (Ap 12,9), pur facendo cadere nella sua trappola Eva, non potra alia fine cantare vittoria, perche verra schiacciato da Maria.

"Dio, nella sua infinita misericordia, ci dice San Paolo, annuncia il Redentore che nascera... da una donna (Gal 4,4), "da colei che, come canta la Liturgia, nella sua stir-pe, schiaccera la testa dell'antico serpente" venendosi cosl a realizzare quell'evento straor-dinario che, "come una donna ha contribuito a dare la morte, cosi una donna contribuisce a dare la vita (LG 56).

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Nel disegno divino Maria e, dunque, predestinata ad essere la madre del futuro Salvatore, e Giovanni ci presenta il dragone che se ne va impotente e sconfitto davanti alia donna.

Cos) dicendo, I'autore sacro vuol signifi-carci che Maria e vittoriosa sul male, Lei che, pochi versetti prima, gli era apparsa nel segno prodigioso della donna vestita di sole e coronata di stelle nell'immensita del CielO (Ap 12,1).

Ma il dragone infuriato se ne va a far guerra contro il resto della discendenza di Maria. E questo "resto", lo sappiamo bene, raffigura la Chiesa nel tempo, continua-mente aggredita dall'antico serpente in quel duello tra il bene e il male, che conti-nua nella storia, ponendoci in uno stato di perenne allerta (1 Pt 5,8-9).

Per cui non sara mai troppa la nostra

vigilanza nel prevenire gli assalti del mali­gno, guardando a Maria che splende a noi, sul cammino tempestoso della nostra vi-cenda umana, quale fulgido segno di speranza nell'incantevole immagine della donna che tiene in braccio il Bambino Gesu e calpesta con i piedi il serpente in-female.

San Germano, patriarca di Costantinopoli, cos) affidava a Maria la sua citta, presa d'assal-to dal nemico, con queste parole: Tu circondi la tua citta, tu difendi le sue porte dai barbari che girano senza tregua nei suoi dintorni. Sia questa la nostra preghiera continua perche la citta di Maria, che e la Chiesa, che siamo noi, non soccomba agli assalti del maligno, che, come leone ruggente, va in cerca di chi divorare (1 Pt 5,8-9).

D. Michele Perriello

PREGHIERA $

Signore, grazie per tutte le grazie elargite quest'oggi. Quando si e incontrato veramente Te, no, non e possibile, non ci sono parole

adatte per esprimere la bellezza, la pace che un'anima prova. "Signore, se vuoi facciamo tre tende...". E il desiderio di ognuno: e un'utopia. Signore, aiutaci a rimanere sempre nella tua presenza. Tu lo sai bene, siamo estremamente deboli e sentiamo I'urgenza della tua

fortezza. Signore, resta con noi, perche senza di Te c'e il buio, senza di Te c'e la morte. Senza di Te c'e I'odio e noi siamo assetati di luce di vita di amore. Aiutaci, dacci una fiducia incondizionata, una fedelta perseverante, un amore

sconfinato. Signore, resta con noi sempre. Tu ci hai perdonato con la tua bonta, ci hai conquistato con la tua tenerezza, ci

hai commosso con la tua divina amicizia. Signore, invadici del tuo fuoco stringici al tuo cuore. Se siamo qui e perche cerchiamo solo Te, il tuo amore, la tua grazia, la tua

volonta sempre. Resta, resta con noi!

Giuseppina Pugliese AdS

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ReBgione, arte, cultura e vita,

£/£AC/D£... ("Parola strana?..." Forse... ma e ilpiu lungo Libro Sapienzale della Bibbia.- Scritto da Gesu figlio di Sirach verso il 200 a. C, in ebraico, di esso sono stati rinvenuti frammenti di antichi manoscritti contenenti i tre quinti del testo ebraico). E ritenuto un

Manuale del buon comportamento

"Un governatore saggio educa il suo popolo, I'autorita di un uomo assennato sara bene ordinata.

- Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri; qua­le il capo di una citta, tali tutti gli abitanti.

- Un capo senza formazio-ne rovinera il suo popolo; una citta prosperera per il senno dei capi.

(Siracide; X1-3)

WRMED/l/fTA...

(Principi educativi presi, qua e la da scritti di P. Giovan­ni Minozzi come lezioni di buon comportamento).

L'educatore

L'educatore e, dev'essere un giardiniere attento e amo­roso; deve saper potare, inaffiare, raddrizzare, correg-gere, alimentare con adatte risorse le pianticelle varie che gemmano nel suo giardino, prontissimo a tagliare e sfrontare quando occorre se,

nonostante le affannose cure, qualche arboscello vien su gobbo e storto e rachidico e da fogliame inutile anziche fio-ri profumati e frutta.

Deve ispirare rispetto, fidu-cia, confidenza all'alunno; deve avere una personalita autorevole, superiore, genero-sa e simpatica, veramente fascinosa, che attiri I'amore.

... Un educatore avveduto cerca di awicinare abilmente i caratteri vari, senza esporii a brusche rotture, a odiosi con­trasts I caratteri vari o si completano, o si spezzano irrimediabilmente...

L'educatore deve studiare psicologicamente I'allievo e farsi un piano organico per convogliare tutte le energie, organizzarle con saggia avve-dutezza a fin di sviluppare il potenziale spirituale di lui e costruire via via armonicamen-te la sua libera personalita autonoma...

L'educatore e, dev'essere al sommo della stima sociale, che la societa affida ad esso le sue speranze e il suo avve-nire, il suo grande tesoro...

Non si puo schematizzare nulla. Chi educa deve avere molte corde alia sua arpa, deve saper intendere ogni voce della vita, deve raggiare simpatia umana larghissima

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per attrarre a se gli animi. L'educatore deve essere un dominatore singolare, un si-gnore degli spiriti, un conquistatore. Dev'essere cre-atura ideale: quanto piu all'ideale salira, tanto piu allar-ghera il suo dominio sulle menti e sui cuori. Bello e buo-no dev'essere, spiritualmente e... fisicamente pure. Non deve aver nulla di ripulsivo, nulla di irritante, nulla di scon-troso. Non dev'essere gelido

ma caldo, ardente; non de-v'esser chiuso, ma aperto; non deve amar le tenebre, ma la luce; deve esser creatura di luce, luminosissima. Deve splendere come il sole che de-sta e feconda e incolora la luce.

La vita e armonia che sor-ge da varie e complesse e innumerevoli voci. Bisogna ascoltare e intendere tutte queste voci; notare ogni sto-natura, sentire ogni afonia,

ogni ottusita, per correggere destare avviare rafforzare e formare I'armonia vitale, avvivare la sinfonia d'un ciclo ch'e tanto piu dolce e alto e divino delle sinfonie di Beethoven...

(Da "Principi Educativi" di P. Minozzi - Evangelizare pauperibus misit me - Numero speciale Agosto 1972 - pagg. 17 e segg.)

Vir

Dalla civilta della cultura a quella del benessere

Sembrano tempi remoti quelli che affidavano alia scuola e all'istruzione le basi della Civilta e, invece, soltanto quaranta anni or sono i programmi della scuola elementare detti anche "Ermeni" dal nome del ministro pro tempore, cos) concludevano nella "Premessa": "Non ci si dissimula I'importanza e la gravita, del compito affidato al maestro. Nessuno, dopo di Lui, potra, forse riparare ad una mancata formazione essenziale, e in questo senso elementare, degli alunni che la famiglia e la Patria gli affidano. Ed e pur vero che il grado di Civilta di una Nazione si misura, soprattutto, dalla cultura di base del suo popolo".

La Civilta, nelle sue accezioni piu frequenti e ricorrenti, e I'insieme delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo, di un'eta, di un momento storico; e la condizione umana che i cittadini,

grazie anche al progresso tecnologico, hanno raggiunto; e lo "status" economico etico, politico di cui godono; e I'insieme delle conquiste compiute in ogni settore; e il cammino lento o forzato o velocissimo che I'umanita percorre.

La civilta si identifica anche nel costume di vita, nel comportamento della persona, nella sua cultura, nell'educazione, nei suoi sentimenti, nella gentilezza e nell'urbanita, neN'insieme dei costumi, nella dignita e nel decoro, nelle forme di governo liberamente eletto.

L'idea di civilta, dunque, e sempre riferita a un dato oggettivo di estrema complessita ove confluiscono presupposti ideologici, valori contingenti e universali.

Ogni societa ha, cos), la propria civilta, i propri costumi, modi tipici di alimentazione, di rapporti, di salute, di

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considerare la donna, i bambini, gli anziani, ha modi e mezzi particolari di offesa e di difesa, di comunicazione, informazione, apprezzamento e pregiudizio, tolleranza e fanatismo.

Ogni modello culturale e una risposta a determinati bisogni ed esigenze antropologiche che variano col mutare dei tempi e dei luoghi.

Civilta e, infine, "paideia", circolarita di idee e di pensiero, capacita di vivere I'oggi, interpretare i tempi, progettare il futuro; e un continuo tendere verso, liberandosi contemporaneamente da...; e ricerca spasmodica di Verita, bisogno di Assoluto, espansione verso I'infinito.

E affermazione di principi, incarnazione di Valori, testimonianza di virtu; e saper leggere, scrivere e far di conto interpretando la realta, leggendone le immagini, illuminandone i percorsi formativi, rischiarandoli ove i coni d'ombra li oscurano e li offuscano.

E un sapere forte e continuo che puo trasformarsi in un perenne potere per la liberta; e affrancamento da ogni forma di schiavitu per la qualita della Vita.

La civilta, cosl concepita, ha trovato nella scuola il suo "habitus" naturale ove la scienza, I'arte, I'amore, il senso del dovere e del valore dell'esistenza trovano i propri diritti fondamentali.

E la scuola il presidio di ogni civilta perche gelosa custode dell'identita di un popolo, delle sue tradizioni, delle caratteristiche peculiari della sua umanita e religiosita.

Essa e memoria degli uomini, degli avvenimenti, dei fatti e delle azioni che hanno caratterizzato la vita sociale e collettiva di un popolo.

Non e un reperto archeologico ne

monumentale; e, invece, sublime testimonianza di spiriti e intelligenze che sui banchi, nelle officine e nei cantieri hanno appreso e si sono formati: e fucina di idee, crogiolo di esperienze, mosaico di speranze.

Ha trovato elementi di appoggio e di sussidio nei libri, nei giornali, nelle riviste, nelle buone informazioni televisive oggi, radiofoniche ieri. Le edicole, le librerie, le sale cine-matografiche venivano programmate con i piani regolatori, mentre le buone librerie nelle citta e nei centri di media dimensione erano punti focali di incontro, ritrovi di uomini di cultura, cenacoli di sapere, botteghe di apprendimento letterario scientifico e artististico.

Oggi e difficile trovare questi elementi di civilta che relega I'uomo neN'anonimato delle cifre, nei codici fiscali, nei "bit" da immagazzinare in rigidi dischi dei servizi sociali, in gigantografie pubblicitarie, in corse frenetiche, in estenuanti attese davanti ad una miriade di sportelli che dovrebbero servirlo.

Tutto e pervaso dalla civilta del "radi e getta", del "brutto ma comodo", dello "squallido ma funzionale", della tecnologia avanzata ma anche della disoccupazione diffusa ed esasperata. Esplode la ricchezza, ma c'e tanta poverta.

Aumentano e si espandono a macchia d'olio gli sportelli bancari, le gioiellerie, le pelliccerie e i grandi magazzini, i negozi di abbigliamento, i bar e le pasticcerie, contemporaneamente chiudono o diminuiscono le librerie e le edicole, e in calo la vendita dei giornali, si producono tanti libri che nessuno legge.

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Non e consuetudine o di buon gusto di senso irripetibile, ma un'immagine regalare libri mentre si offrono comune, un abbigliamento unisex pasticcini e cioccolatini. differenziato soltanto da taglie e da

Si tenta di dare ad ogni persona "drop", non piu un identikit intrasferibile, da Questa dunque e la civilta o una scoprire e contemplare perche barbarie benestante in un mondo dalle possessore di una individuality unica di mille contraddizioni? una ricchezza esclusiva, una valenza Roccousta

NONNITA SPIRITUALE

II nostro Padre Minozzi parlando dei figli degli Ex-Alunni, che sentiva come veri suoi figliuoli, quasi di una famiglia di sangue, li chiama "i nipoti nostri".

Quando Gigino (che proprio non riesce a sentirsi chiamare Luigi, magari preceduto da dottor, dagli amici dell'Opera e dei Discepoli in particolare, quasi fosse I'eterno alunnetto del Principe di Piemonte) comunico a don Fragola la nasci-ta del suo primo figlio, si senti interrogare: "Posso ora considerami nonno anch'io?".

Una battuta o una realta molto bella e profonda questa "Nonnita Spirituale", come il dottor Galaffu la definisce.

Sono le considerazioni che si son fatte scherzosamente, come al solito, all'an-nuncio che lui, Gigino, anzi il dottor Luigi Galaffu, era diventato nonno per la terza volta.

E' arrivata infatti, e proprio il 24 giugno, festa dei Discepoli,

ELISABETTA GALAFFU

figlia di Piero e Simona, a rendere straripante la gioia di nonna Gina e nonno "Luigi" (almeno per i nipotini e Luigi, diamine!..), che si sente "cosi pieno da non dire" dinanzi a questa rinnovata" inqualificabile esperienza" di nonnita.

Anche se Elisabetta dorme sempre per ora, il fatto e che anche quando taccio-no o dormono, 'sti nipotini e come se ti chiamassero gia nonno. E allora ti senti dentro qualcosa di tanto grande da non saperla esprimere convenientemente.

Anche la redazione di Evangelizare, coinvolta tutta in questa parentela uma-no-spirituale, avverte la propria incapacita di espressioni convenienti da presentare a nonno Luigi, a honna Gina, a Piero e Simona e alia piccola Elisabetta, che, velocemente cresciuta, non manchera di urlare forte a Gigino : "Nonno Luigi!...".! E allora!...

M.C.

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MARIA MARCHETTA SERVA DI DIO

Siamo oltremodo lieti annunciare ai nostri lettori e a quanti sono interessati alle vicende di Maria Marchetta, che la Congregazione della Causa dei Santi, con lettera del 5 luglio 1995, prot. n. 2060-1/95 indirizzata a S. E. Mons. Francesco Zerrillo, vescovo di Tricarico, comu-nica che "Ex parte Sanctae Sedis Nihil Obstare quominus Causa beatificationis et Canonizations Servae dei Mariae Marchetta peragi possif. Si, non ci sono ostacoli da parte della Santa Sede per I'inizio, a livello diocesano, della causa di beatificazione di Ma­ria Marchetta, che e gia per quanta Serva di Dio.

Noi eravamo tanto convinti di questa assen-za di ostacoli sulla via della beatificazione di questa ragazza lucana, limpida e trasparente nella eccezionalita di una vita eroica pur nella sua ordinarieta, da farci sembrare colpevole ogni ritardo ed ogni rinvio.

Ora ringraziamo la Santissima Trinita per quanta ha gia concesso e ci auguriamo che, con la buona volonta dei componenti il tribunale della diocesi di Tricarico e con gli interventi mi-racolosi da parte di Maria stessa, invocata dai fedeli, si possa pervenire, in tempo utile, a far splendere nella Chiesa universale, per la cui unita offri la sua vita, questa fulgido esempio di santita, ad edificazione degli uomini del nostra tempo.

La nostra Redazione dispone ancora di co-pie della biografia della Serva di Dio ("Non riusciva ad esser triste" di M. Celiberti - Ed. Stes - Potenza) che e lieta di mettere a disposi-zione di quanti desiderano conoscerla.

Noi Discepoli siamo interessati alia Causa di Maria e perche il Superiore Generale e I'autore della suddetta biografia e perche e insieme il Postulatore della Causa e perche Maria faceva parte della Crociata Mariana, fondata dal disce-polo don Rodolfo Atzeni, iscrivendosi alia quale

La Serva di Dio

MARIA MARCHETTA

GRASSANO (MT)

A 16-2-1939 Q 7-4-1966

Ella si impegnava a pregare giornalmente per le vocazioni sacerdotali della Chiesa Cattolica.

Anche oggi, promosso dai Discepoli, esiste un "Gruppo di Intercessione Vocazionale" a lei dedicato: "G.I.V. - Maria Marchetta" - la cui se-greteria e affidata alia professoressa Anna Gloria Granieri, Piazza delle Regioni, 5 - 85100 Potenza.

Ogni testimonianza di grazie ricevute per sua intercessione, o di conoscenza di episodi ed avvenimenti da parte di quanti hanno avuto modo di conoscerla personalmente, saranno te-nuti in preziosa considerazione.

II Signore, il "Dio mirabile nei suoi Santi", voglia, anche attraverso I'esempio di questa giovane di Grassano, suscitare grandi desideri di perfezione in tutti gli uomini, convinti che la santita e la piu bella avventura da tentare per dare senso alia vita. Che i Santi sono uomini veramente "riusciti".

D. Michele Celiberti FdD

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DEL

S. Maria Goretti

Chi dice che la societa del nostra tempo e solo miscuglio di cattiveria e miscredenza, e non anche un grande serbatoio di carita e di fede, si sbaglia di grosso. Poiche anche il no­stra tempo ha saputo dare alia societa e alia Chiesa anime giganti che si fanno ammirare per I'elevatezza dei loro costumi e per la santita di una vita tutta donata a Dio e ai fratelli.

II mese di luglio, come del resto ogni altro mese dell'anno, rifulge di luce vivissima proiet-

tata da numerose figure di Santi e di Sante. Ma, per rimanere fedeli al discorso iniziato, fermere-mo I'attenzione su una figura a noi vicinissima, volata al cielo nel 1902 come mistica colomba: Maria Goretti, martire della purezza, fiore fra-grante di santita sbocciato negli stagni delle paludi pontine, presso Nettuno.

La sua famiglia, costretta dall'indigenza a lasciare la nativa Gorinaldo delle Marche, si stabilisce per cercare il pane per le bocche dei cinque figli di cui Maria e la maggiore, nell'Agro Pontino, a Ferriere di Conca.

La malaria allora avvelena il sangue e un giorno il papa ne resta vittima, quando Maria ha appena 10 anni. Da allora si assume lei la cura dei fratelli, perche mamma Assunta possa con-tinuare il lavoro dei campi. E, oltre ai fratelli, ci sono pure i figli della famiglia Serenelli che vi-vono nella stessa casa: Maria Goretti lavora pure per loro, li cura e li sorveglia.

Non puo andare a scuola e a fatica segue i corsi della dottrina cristiana, nella parrocchia lontana; cosi a 12 anni, in una domenica di maggio, puo fare la prima comunione. Impara cio che piu conta, che il vera male e il peccato e che Tunica arma contra questo male e la pre-ghiera. E una ragazza molto sviluppata per la sua eta e, percio attira I'attenzione di Alessan-dro Serenelli, un inquieto giovanotto.

Ma le proposte del ragazzo non scalfiscono minimamente la sorridente purezza di Maria, ne le sue minacce piegano la tenace volonta della ragazza che, dopo I'ennesimo rifiuto, viene col-pita ripetutamente con un punteruolo: quattordici ferite aperte, come fiori purpurei, su quel corpo incontaminato. La piccola si difende, mentre dice: "No, Dio non vuole. E peccato". Pio XII la dichiara santa nell'Anno Santo del 1950.

D. Fernando Di Stasio

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DaJle case nostre - •••:•• I I * ! • •

Da Francavilla al Mate -Casa di Riposo "Madonna della Pace"

FESTEGGIATO SOLENNEMENTE IL PATRONO DEI DISCEPOLI

In un continuo crescendo, I'anno socia-le 1994-95, iniziato bene il 15 ottobre 1994, e giunto alia sua conclusione con una grande indimenticabile festa-incontro in onore del Protettore dei Discepoli S. Giovanni Battista, anticipata per vari motivi al 17giugno 1995.

Graditissimi ospiti Don Virginio Di Mar­co, ex direttore della Casa, il novizio Raymond Ondza e dulcis in fundo Don Mi-

chele Celiberti, Superiore Generale dei Di­scepoli.

In un tiepido e incantevole pomeriggio Francavillese, nella pittoresca cornice del parco della Casa, con lo sfondo del verdis-simo mare Adriatico, I'Altare, posto sul terrazzino belvedere, spiccava candido come un grande giglio. II piazzale antistan-te I'ingresso era gremito di folia. Don Michele celebrava la S. Messa, concelebrante Don Virginio. Durante la omelia, il Superiore Generale oltre che a parlare brevemente della figura del Batti­sta, parlava del Corpus Domini lanciando a tutto I'uditorio efficacissimi spunti di medi-tazione e di preghiera. Terminata la S. Messa si procedeva alia inaugurazione della mostra personale di Pittura "Immagini Sacre su ceramica", della pittrice Silvia Di Nardo. Don Michele Celiberti, per I'occa-sione critico d'arte attento e competente, prendeva spunto per questa manifestazio-ne culturale da alcuni scritti di P. Giovanni Minozzi e P. Semeria che si interessarono

moltissimo di arte. Difficil-mente pittore o pittrice, o artista in genere, ha avuto una presentazione tanto brillante, chiara e penetran-te. Silvia Di Nardo e una giovane artista che ha fre-quentato il Liceo Artistico Statale di Pescara e suc-cessivamente si e diplomata

17 giugno 1995 - Casa di Riposo "Madonna della Pace", Don Michele Celiberti con la pittrice Silvia Di Nardo.

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a pieni voti presso I'Accademia delle Belle Arti de L'Aquila. Nata il 30 settembre 1971 a Galatina (Le), vive e dipinge a Francavilla al Mare. Ha al suo attivo dicias-sette mostre, ha vinto numerosi premi e I'interesse della critica per le sue opere e molto vivo.

La mostra, allestita nell'atrio della Casa in modo semplice ed elegante dalla stessa artista, presenta sessanta opere. Le pareti espositive si sono ravvivate, cosi, di piatti multicolori di varie misure, testimonianza deH'impegno artisticamente molto gravoso e di una rara ricerca pittorica, facilitata dal­la devozione e dalla spiritualita dell'artista e dal suo forte temperamento creative Opere preziose che per la loro bellezza fi-niscono per acquisire la raffinatezza delle icone. Tra le altre cose Don Michele dice-va: "Queste immagini trasmettono alio spettatore il Messaggio Evangelico, provo-cano emozione profonda e invitano alia riflessione e alia preghiera". Erano presenti alia inaugurazione il Sindaco di Francavilla al Mare Dott. Alessandro Bruno, I'assesso-re alia Cultura Professoressa Giovanna Izzo, I'Assessore al turismo, spettacolo e sport Dott. Nicola Basilico e il Comandante della Polizia Municipale Ten. Olindo Pantalone. La presenza di queste massi-me autorita cittadine ha dato lustro alia

manifestazione, alia Casa e all'intera Fami-glia dei Discepoli. La serata (si erano fatte le 20.00) continuava con il concerto del Gruppo Folk Avis di Pescara che allietava tutti gli intervenuti con bellissimi canti e scenette, uno spettacolo come se ne vedo-no pochi e come se ne vorrebbero vedere, ammirare e applaudire sempre.

Un grazie di cuore a tutti gli amici e le amiche componenti il Gruppo, al direttore, Maestro Vincenzo Pasta, al direttore artisti-co Bruno Terrenzio e al presidente Sig. Sbaraglia.

E gli anziani ospiti della Casa? Ebbene, si sono tutti divertiti moltissimo, restando tra la folia degli intervenuti fino al termine, ora applaudendo, ora chiacchierando ama-bilmente con parenti, amici e visitatori. Al termine il Direttore Don Bartolo rivolgeva ai presenti delle belle parole di ringraziamen-to e di arrivederci a presto. Si concludeva cosi I'anno sociale, ma I'intenzione e quel-la di continuare anche nei mesi estivi con una "leggera" attivita ricreativa-culturale per gli anziani, tale da farli sempre sentire utili e importanti. Intanto la mostra che re-stera aperta almeno fino alia fine di luglio, richiama molte persone che in precedenza non erano mai entrate in un'Opera del Fondatore P. Giovanni Minozzi.

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Da Castel Vecchio Calvisio

UNA PARROCCHIA IN PROCESSIONE

Ho rivissuto volentieri I'esperienza di una processione in una comunita parroc-chiale di periferia, di poche centinaia di abitanti. Si tratta di Castelvecchio Calvisio (Aq), la cui parrocchia insieme a quella di Carapelle Calvisio, e affidata ai Padri Di-scepoli. Un ritorno ed una immersione nella pieta popolare.

D. Berardino De Julis, parroco, molto devoto di San "Callisto", non trova eccessi-vamente idonee le acciottolate e scoscese stradicciuole paesane. E dovere di carita allora non esporlo a rischi di... scivoloni li-turgici.

Ed eccomi alle prese di conduzione e guida delle processioni di S. Antonio il sa-bato e del Corpus Domini la domenica.

E mi vengono intanto alia memoria tan-te cose ascoltate, discusse e dette in proposito da scrittori cattolici.

Conversione di Costantino, 313: tutti vogliono farsi battezzare senza preparazio-

ne, senza catechesi per entrare nella nuo-va religione di stato, per attirarsi le simpatie deH'imperatore. Incomincia la lun-ga serie di cristiani battezzati, mai evangelizzati e mai convertiti.

La Chiesa, ormai libera da persecuzio-ne, e impegnata in sacramentalizzazione e costruzione di templi e, al posto delle catechesi, nascono le processioni che tranquillizzano ogni coscienza. E cosl via.

E poi ancora quella certa confusione popolare propria di chi scambia Sant'Anto­nio, magari, per personaggio piu importante di Gesii stesso... Le illazioni dei Testimoni di Geova in proposito... La don­na che accusa il prete di farle perdere la fede per ridotta o mancata processione... Una perdita di tempo per i preti... Soldi rac-colti per una festa religiosa e consumati in iniziative dai costumi pagani... Quante cose attraversano la mente!

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Ma intanto il popolo esprime cosl la sua religiosita!

Abbatterla per rinnovarla ed aggiornarla e spesso rultimo colpo, quello di grazia, che rompe definitivamente ogni rapporto con la pratica religiosa. Meglio perfeziona-re conseryando. Siamo in epoca di restaurol... E si conseguono ottimi risulta-ti!... Perche distruggere?

Allora si parte. Una celebrazione eucaristica offerta al

Signore, in memoria di S. Antonio, cristia-no esemplare tutto perso nel suo Signore, mai diventato dio e percio solo onorato con preghiere, non con il sacrificio della mes-sa... venerato, non adorato... che non fa, ma ottiene grazie da Dio con la sua pre-ghiera, perche solo la Divinita fa prodigi... e ancora I'esortazione a non scambiare per padrone un servo...

Tutto presentato con amore suasivo ed illuminante.

La processione non e una chiacchierata tra amici, ne una passeggiata ecologica in una splendida giornata primaverile: si pre-ga e si canta e si suona... Anche la banda del chietino intona canti religiosi, che la gente devota canta con voce sommessa.

II clima e improntato a raccolta e pen-sosa pieta. Neppure i fuochi di artificio lo infrangono: creano soddisfazione, quella di dare atto alia grandezza di un fratello san-to.

Alia fine, dinanzi al pronao della parroc-chia, la benedizione e I'esortazione a non mancare il giorno dopo per la Messa e la processione del Corpus Domini, dato che questa volta non sara celebrato un uomo, anche se santo, ma Dio stesso, in una car-ne (corpo) "informata di divinita" (p. Semeria). Nessuno scambio e confusione di ruoli: il servo e servo, ma il Padrone e il Padrone.

E la domenica la gente e tutta II, in chiesa ed in processione, dietro il Santissi-mo devotamente sostenuto da don Tommaso Molinaro e portato per le strade del paese disseminate di mille petali di fie­ri, dinanzi alle porte delle loro case, sotto i loro balconi ornati di drappi festosi e diven-tati fonti di pioggia di fiori, gettati giu dalle tremolanti mani di anziani incapaci di par-tecipare alia processione.

E preghiere, canti si alternano lungo il percorso, e senti che il Signore Iddio e piu vicino di quanto non immaginavi.

Non e'e la banda di ieri. Nessuna mera-viglia: ci sono tanti cuori in festa attorno al proprio Signore! E superflua.

Alia fine e'e tanta intima gioia, quella che nasce dalla sensazione di una vicinan-za che ha dato un forte colpo al diaframma che ci nascondeva la visione di Dio. Grazie alle processionil...

M.C.

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Da Rocca di Mezzo

LA FAMIGLIA MINOZZIANA IN ESERCIZI SPIRITUALI

Definiamo 'speciali' gli Esercizi Spiritua-li che abbiamo ospitato nella nostra Casa "Madonna delle Rocche" dal 26 giugno. Si tratta della prima ed unica esperienza vis-suta dalla famiglia minozziana nelle sue tre componenti di Discepoli, Ancelle del Si-gnore e Laici (Ex-alunni ed Amici) riuniti insieme per vivere nella preghiera e nel-I'ascolto della Parola di Dio.

E convinzione di tutti, piu volte ribadita dal nostra Superiore Generale che, come gia affermato da padre Semeria, "ideali co-muni creano amicizia". Abbiamo tentato di scoprirli e sintonizzarci tutti su quell'onda per rendere piu profonda, duratura e signi-ficativa la storia della nostra amicizia.

II tema che ha caratterizzato il corso e stato:

"Dio e amore, in lui viviamo, ci muovia-mo e siamo".

Una intensa spiritualita ha permeato le giornate scandite dalla preghiera comuni-taria e personale, anche notturna, che ha raggiunto il vertice di coesione nelle cele-brazioni eucaristiche saggiamente preparate da don Antonio Carozza, don Giuseppe Marrone e don Rocco Grippo.

Alia sera, durante la celebrazione del Vespro, animato da suor Cecilia Ferri, il 'messaggio' da parte di un rappresentante dei tre gruppi era di forte stimolo alia rifles-sione. Leandro Ugo Japadre, Madre Maria Valenti, Anna Gloria Granieri e suor Giu-seppina Pugliese sono state valide pedine della Provvidenza.

Ha guidato le riflessioni padre Andrea

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Panont, carmelitano scalzo, che, con il suo tipico modo di porgere affabile, concreto, a volte aggressivo e pungente, spesso intri-so di vissuto autobiografico, ha fortemente scosso e salutarmente sconvolto i 65 par-tecipanti.

Ogni giorno un tema, sintetizzato in una parola di Dio e collocato a mo' di striscioni nelle parti strategiche delta casa, rendeva presente il Signore dappertutto generando I'esperienza della preghiera continua in una continuity di riflessione.

In piena sintonia con il tema si e mosso il Padre Generale, che apriva la giornata proponendoci una meditazione ed intenzio-ne di preghiera che ha coinvolto Laici, Ancelle, Discepoli e Vocazioni.

Apprezzabili gli incontri separati per Laici guidati da don Savino D'Amelio alia scoperta del carisma minozziano.

Durante la celebrazione eucaristica, nella giornata delle Vocazioni, I'inaspettata solennizzazione della presentazione delle domande di ammissione alia professione temporanea da parte di tre novizi ed al probandato da parte di due aspiranti.

L'invito, da parte del Superiore Genera­le, a rendersi sostenitori di vocazioni con un'ora di preghiera pregata, lavorata o sof-ferta ha avuto una vasta risonanza.

Per una condivisione piu allargata

riecheggiamo alcune frasi, che hanno co-stituito come il leit-motif delle nostre giornate:

Dio ci ama proprio perche siamo un di-sastro.

L'uomo si converte quando si scanda-lizza della misericordia di Dio per lui.

0 si e innamorati di Dio o non si vive la vita cristiana.

Massimo dell'efficientismo cristiano non e fare, ma stare fermi dinanzi a Dio.

Occorre vedere Gesii nel prossimo, ma attenzione a non dimenticare come prossi­mo quello piu vicino a te.

1 peccati: macchioline nere che date in mano al divino Compositore e messe nel pentagramma della misericordia, diventano le note che comporranno la grande sinfo-nia che canteremo al Padre per tutta I'eternita.

Peccatori perdonati, dobbiamo essere i megafoni della misericordia di Dio.

A casa siamo tornati lodando Dio, ma anche immalinconiti per I'interruzione di tanta grazia goduta su quel Tabor di Rocca di Mezzo, dove ci auguriamo di ritornare il prossimo anno per continuare ad abbeve-rarci alia fonte d'acqua viva degli esercizi spirituali della Famiglia Minozziana.

D. Carlo Verrecchia FdD

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L'INVITO D'UN LAICO

Avrei guardato con malinconica sufficienza e con distacco chi mi avesse garantito che il mio animo stagionato e chiuso nel carpello semivizzo di una certa eta si sarebbe rinverdito e imbevuto ancora di umore fecondo con un breve corso di "esercizi spiritual!".

La prova ha mortificato, in effetti, la mia ironica diffidenza. Alia Madonna delle Rocche, con la effervescente lievitazione, attivata da un coacervo di circostanze acclini, il fenomeno si e puntualmente verificato fino al punto da farmi assumere la responsabilita di condensare in queste brevi righe il processo e le fasi pecuJiari della piacevole sorpresa.

In tali circostanze la condizione di fondo del lievito di coltura era permeata dalla gioia di rivedere tra i colleghi dell'esperienza, per loro ordinaria, tanti volti noti, sfumati nella memoria: i volti lievemente segnati dagli acciacchi del tempo, di alcuni carissimi "Discepoli" confratelli. (Mi arrogo il diritto di poter abusare del sostantivo finale a dimostrazione dello slancio, non solo sentimentale, che avverto esondarmi dal cuore). Ma a tale fatto si e aggiunto il piacere di conoscere nuovi giovani confratelli, fervorosi e zelanti, sorridenti sempre, e di ammirare tante "Ancelle del Signore" nella loro argentea ma proba ed elegante veste che incastonava i loro visi sereni.

Accomunati fraternamente al

"raduno", c'erano con alcuni ex alunni molti simpatizzanti che costituivano un terzo importante nucleo, la cui presenza, desueta, assumeva un significato "storico".

Nell'intento degli organizzatori questo sodalizio al raccoglimento, alia preghiera e alio scandaglio interiore della coscienza, in cui si accompagnavano da varie parti d'ltalia e da varie Case dell'Opera tre componenti diverse della Famiglia Minozziana, voleva essere propedeutico alia integrazione ufficiale dei laici nella famiglia stessa, non piu come ex o solo ex alunni, ma come terzo elemento di un trinomio operativo ispirato agli ideali carismatici dei fondatori.

Questa idea ha contribuito a darmi carica fino a farmi accettare I'invito di don Michele, ad esprimere a nome del gruppo laico un qualche pensiero iperbolicamente concepito, da lui, come "messaggio".

Metto allora da parte la mia perplessita ed eccomi a dirvi le mie conseguenti riflessioni ed impressioni.

Di primo acchito e sulla base di quanto visto e di quanto acquisito nel rapido scambio di notizie con i partecipanti, debbo subito premettere, contrariamente ad alcune mie prevenzioni, che I'Opera (ONPMI) non ha imboccato il piano inclinato di un irreversibile declino malgrado i decessi e le defezioni, malgrado la carenza di

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vocazioni e le evoluzioni della razza dei vitigni e dei magliuoli da coltivare nella "evangelica vigna". L'Opera mi si e appalesata viva e vegeta, subito: negli occhi del nuovo Padre Superiore, fiduciosi e attenti ma anche balenanti di alcune non effimere luci di speranza; viva nella febbrile tensione di molte opere di trasformazione e di restauro delle Case; viva nella sorprendente crescita della famigliuola delle Ancelle; viva nella presenza di confratelli missionari reduci dal Brasile; viva nella concreta aggregazione di quattro o cinque simpaticissimi giovani di colore tra le file delle Ancelle e dei Discepoli, aspiranti o prossimi novizi; viva nel rinnovamento dei propositi e dei programmi.

Quale ruolo in questo contesto hanno allora laici (o ex alunni)? Intanto capire che essi devono avvicinarsi da ora in avanti alia "Famiglia Minozziana" con un piu intimo impegno di collaborazione che non puo prescindere dallo stesso intento di rinnovamento che pervade le altre due componenti del trinomio. Spieghiamoci subito: non si pretende da parte nostra una palingenesi sconvolgente per la nostra vita, per le nostre abituali occupazioni, ma solo un atteggiamento

di disponibilita a farsi alimentare dallo stesso "latte materno" del carisma minozziano che un tempo ha calcificato le nostre ossa.

Dobbiamo saper tornare a ricaricare le nostre energie alio zampillo di quegli ideali di amore (caritas Christi ecc.) e di evangelizzazione che costituiscono lo specifico della nostra scelta di appartenenza o delle nostre simpatie vocazionali.

Noi laici rappresentiamo la effettiva ricchezza, la effettiva miniera d'oro per I'Opera, siamo le pepite di essa. Lasciamoci cavare, lasciamoci cercare o ritrovare, lasciamoci crogiolare dagli umori e dall'influsso di grazia dei nostri confratelli per diventare lingotti e magari splendidi gioielli per il nostro e per il bene comune.

Possano, dall'altopiano delle Rocche, queste mie povere parole d'invito prendere I'abbrivio come un volo di garruli rondoni da sotto i coppi e rapide e lontane raggiungere il cuore dello straordinario stuolo di quanti, dall'Opera educati e beneficati, conservano ancora, sotto le scorie delle mille umane velleita, uno scamuzzolo di affetto e di riconoscenza.

LUIapadre

I dolori sono nella nostra vita morale come degli stimolanti assidui e misteriosamente necessari. Essi non ci permettono di adagiarci tranquilli ed incerti come saremmo tante volte tentati di fare. Sono la diana mattutina che ci invita ogni giorno alia battaglia.

Padre Giovanni Semeria

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Dal Brasile

QUASI UN M1RACOLO Dl CRESCITA

E una riflessione che vogliamo fare nel­la luce di Dio, per meglio ammirarne la grandezza e renderGli ancora grazie di quanto ha operato ed opera in terra brasi-liana attraverso I'uso che Egli fa dei padri Discepoli.

Dieci anni fa don Mario Natalini, dopo la sua esperienza missionaria in terra africa-na, ripartiva per una missione in Brasile, quasi esploratore solitario, per impegnarvi in seguito i suoi Confratelli.

Varie peripezie di studio e di adatta-mento, e finalmente il 19 aprile 1987, in Itaquaquecetuba, presso San Paolo, sua eccellenza Mons. Emilio Pignoli, con una solenne concelebrazione, nel giorno della Resurrezione del Signore, istituiva la nuo-va parrocchia "Gesu Divino Maestro", che affidava ai Discepoli nella persona di don Antonio De Lauretis, allora Padre Genera-le, di don Mario Natalini e don Carmine Mosca, che nel frattempo si era aggiunto quale primo aiuto, in un opera che richie-deva tante presenze.

Subito dopo ne arrivavano altri. Don Giorgio Giunta, che aveva sognato da sempre un impegno missionario "ad Gentes", si vedeva accolta la domanda di partenza in compagnia del giovane rampante don Aldo Di Girolamo, attual-mente parroco e appena pervenuto in Italia per una breve vacanza.

Si lavora di buona lena, senza soste, senza cedimenti a qualsiasi forma di stanchezza, alia minozziana maniera donando non il molto, ma il tutto di quanto si ha e si e.

II Signore, invocato da tutti i Discepoli e da quanti, tra i laici, collaborano con loro, ha potuto operare alia maniera divina.

Cos! in otto anni la parrocchia si e este-sa oltre ogni previsione passando da sette comunita a ben ventisei, con altre in forma-zione.

Un vera miracolo! II Primo Piano Pastorale Parrocchiale,

elaborato nel 1993 tracciava gli obiettivi fino al 1995 impegnando le energie comu-nitarie sulla promozione di una evangelizzazione "libertadora", di una qua-lificata preparazione degli agenti pastorali e di una pastorale "de conjunto" per il potenziamento della solidarieta ed unita delle comunita.

II piano attende ora una verifica ed un rilancio per il prossimo triennio.

All'occhio nostra pero sembra minimo quanto finora operato, perche e massimo quanto resta ancora da fare. Ed il fare si fa con gli uomini, da quando Gesu ha stabilito di salvare gli uomini con gli uomini.

E parlo di uomini totalmente consacrati e dediti, con infuocata passione, alia causa del Regno di Dio.

Parlo di uomini missionari, laici o sacer-doti, italiani e non, specialmente brasiliani, che assicurino con la loro consacrazione la presenza dei Discepoli nella loro terra, per la quale lavorare ventiquattro ore al giorno.

Per questo nella parrocchia e presente anche una nostra Casa di formazione, dove si coltivano coloro che, tra tanti chia-mati, si spera restino tra i pochi eletti.

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Un impegno per la promozione vocazionale non e tanto un regalo o un favore ai Discepoli, ma, in loro, alia Chiesa di Dio impegnata nel bene dei popoli. Un dono a se stessi, al proprio popolo.

Concludero con le parole augurali del nostro giovane aspirante Claudio Domingos che ha suggerito ed abbozzato

questo articoletto": che la nostra parroc-chia continui a crescere e possa diventare, per la gloria di Dio, modello di santita per tutta la Chiesa.

Lodato sia Dio per gli otto anni della nostra parrocchia.

Flavus

La vecchiaia

LAVECCHIAIA...

...e una dura realta che tutti rifiutano... I vecchi sono come le foglie che in autunno

si staccano dagli alberi e si allontanano dalla vita incamminandosi verso una luce che si spe-gne. Essi, i figli del passato, ripensano spesso alia loro gioventu allegra...

Dietro il velo della vecchiaia si riaffaccia alia loro memoria la Vita quando era ancora da sco-prire: il primo amore, il primo dolore e... la via da seguire per raggiungere la meta, "La Morte", quando i loro occhi non vedranno piu...

(Un Ospite della "Casa di Riposo" Madonna della Pace" in Francavilla al mare (CH)

Un foglietto volante trovato nel cassettino del tavolo di Giuliana passata all'aldila tacitamente a 88 anni; una Vedova di Vipiteno (BZ) gia interprete di professione, appro-data a Francavilla Ospite peroltre 15 anni...

Ma il testo e di Giacomo, novantenne, Cancelliere di Tribunale a Roma, fino al pensionamento, approdato a Pescara, con due figli, un Avvocato ed un impiegato com-merciale.

I due, autentici Cristiani praticanti da sempre, nella nostra OASI, come la chiamavano per diretta convinzione, studiavano insieme la Bibbia, massimamente i Vangeli, gli Atti, le Lettere... Negli intervalli: parole crociate, ed eccoli, spesso, comparire al I piano, insieme, per chiedere spiegazioni teologiche in Direzione... come Scolari...

II 12 giugno c.a., Giuliana e tornata lassu, ad incontrare Giacomo... e... non hanno piu bisogno di delucidazioni... Vedovo... Vedono... Vedono... e... sono in pace...

Vir

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Da Palermo - Istituto "Puricelli"

LE NOSTRE INIZIATIVE SCOLASTICHE

La scuola oggi non e piu definita in "isti­tuto" ossia una monade chiusa "al mondo esterno" ma una comunita "aperta alia piu vasta comunita "aperta alia piu vasta co­munita sociale e civile". Cio ha consentito una stretta collaborazione tra scuola e fa-miglia, una collaborazione necessaria per un'ottimizzazione del processo educativo avendo questa in comune il bene dei fan-ciulli, nel rispetto delle proprie competenze. Ma non solo: la scuola si pro­pone una continuity con il mondo del fanciullo affinche non ci sia una rottura tra attivita scolastiche ed attivita extrascolastiche. L'lstituto "Puricelli", sensi-bile alle nuove necessita dei fanciulli e tenendo conto che il bambino di oggi sara il "cittadino del domani", porta avanti inizia-tive che garantiscono una continuity tra scuola e famiglia, tra scuola e territorio, al fine di non rendere sterile il lavoro svolto tra le mura scolastiche. I bambini della scuola materna, della I e II classe si sono recati alio zoo fattoria di Terrasini; la gior-nata splendida ha favorito un felice contatto con la natura. Osservando da vici-no animali che sicuramente hanno potuto vedere attraverso la televisione o sentito menzionare ascoltando un racconto, i bambini, a fine giornata, accompagnati e seguiti dalla Superiora, dalle maestre e dalle suore, e da alcuni genitori hanno det-to: E stato un giorno indimenticabile! La IV classe, insieme alia III e alia V, si e recata al Museo etnografico siciliano "Giuseppe Pitre", presso il Parco della Favorita, affinche gli alunni venissero a conoscenza di una vasta raccolta di testimonianze della

vita e della cultura popolare dell'intera Sici-lia, per un contatto, quindi, vivo e diretto con le proprie origini. In questa occasione gli alunni hanno dimostrato vivo interesse e partecipazione nell'osservare le collezio-ni del museo che comprendono circa 4.000 oggetti, una notevole raccolta di stampe, incisioni, immaginette sacre, fotografie; di particolare rilievo si e dimostrata la docu-mentazione alia vecchia Palermo, suggestiva e stata la visita alia Sala del Teatrino dell'Opera dei Pupi, la Sala del Carretto Siciliano, la Sala dei Presepi. Le uscite istruttive sono continuate, per le classi del secondo ciclo con la visita alia Mostra di Federico II presso I'Albergo delle Povere, sito in Corso Calatafimi. Ecco che gli alunni osservando monete, manoscritti, gioielli appartenenti a Costanza d'Altavilla, hanno riportato alia loro mente quel perso-naggio storico studiato sui libri, da loro approfondito a proposito delle dominazioni che si sono susseguite in Sicilia, dove an-cora vi sono tracce della loro splendida cultura.

La IV e V classe hanno concluso le visi-te istruttive con Villa Florio; la visita ha avuto piu uno scopo di sensibilizzazione e d'interesse per tutti i monumenti di Paler­mo. Gli studenti delle scuole di Palermo, e quelli dell'lstituto "Puricelli" in particolare hanno partecipato alia manifestazione organizzativa dell'Assessorato alia Pubbli-ca Istruzione del Comune di Palermo, che ha aperto al pubblico piu di 100 monumenti per anni rimasti chiusi e che ha voluto, come guida ai visitatori, studenti di 80 scuole di Palermo che, in questi mesi, han-

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no adottato i vari monumenti. II fine: "sensibilizzare" tutti i cittadini, e quelli del "domani" al recupero della memoria stori-ca, della cultura e delle tradizioni della nostra citta per costruire un domani miglio-re.

Affinche il rapporto scuola famiglia sia piu autentico e dinamico la Superiora, ha organizzato per i genitori degli alunni tre incontri con la suora laica Lucia D'Alessio del Movimento Pro Sanctitate; le tematiche, la famiglia e la Madonna, educatrice alia Pace, hanno coinvolto le fa-miglie ad un dialogo reciproco suirimportanza oggi della "famiglia", come fonte primordiale di tutti quei valori in cui la societa si fonda e si realizza pienamente. E poiche questo e "I'anno internazionale della donna", e stata presa come modello esemplare la Madonna, a cui ogni donna

c Vuole essere anche questo un modo per

continuare ad esprimere la nostra vicinanza affettiva alle persone trapassate, perpetuandone la memoria, e la nostra fraterna solidarieta ai parenti, con i quali continua un rapporto di amicizia sul terreno dell'impegno di carita alia luce degli ideali comuni.

Solo questo spiega il perche di questa rubrica, che noi conserviamo sotto lo stesso titolo scelto da Padre Semeria per la Mater Divinae Providentiae. E una modalita di comunione nella Famiglia dell'Opera, piccola porzione della Chiesa.

Con questi interiori disposizioni ci stringiamo attorno alia famiglia del nostro caro

COLOMBO SPAGNOLO

deceduto ad Orvieto il 13 giugno. Tra i primi ex-alunni dell'lstituto Lazzarini, e

stato sempre molto conosciuto e stimato nella bella citta umbra, che custodisce nel suo splendido Duomo le tangibili prove della fisica presenza di Gesu nell'Eucarestia.

deve tendere per assolvere ai suoi compiti secondo il messaggio cristiano. Un altro momento comunitario e stato realizzato con la gita a Selinunte con i genitori, in cui sono susseguiti canti, giochi, preghiere, in una clima di grande gioia. A coronamento dell'anno scolastico, si sono susseguiti per classe, i saggi ginnici, organizzati e diretti dalla maestra di ginnastica Nadia Genova, completati da poesie e canzoni organizza-te dalle maestre. Momento di grande emozione e stato questo per i genitori, al-cuni dei quali non hanno trattenuto quella "lacrima" di commozione nel vedere i pro-pri figli cosi tanto impegnati nel raggiungimento di quel sincronismo e coor-dinazione dei movimenti per i quali hanno tanto lavorato.

L insegnante Veraci Maria Cristina

• . , . ; v ;

Fedele lettore del nostro Evangelizare, ha seguito le vicende della nostra Opera e Famiglia mantenendo vivo il suo fraterno e generoso rapporto con la nostra casa di Orvieto nella persona del confratello Don Clemente Callegari, del quale e stato amico sincero fino aN'ultimo.

La sua bonta generosa viene ora incarnata e continuata dalla moglie e dalla figlia, che in preghiera presentiamo alia Provvidenza di Dio.

t t t

MARIA DEJUPIEVANE

"Maria, che aspetti a dare la merenda a questi ragazzi?"

Chi ordinava era don Pasquale Leone, chi riceveva I'ordine di buon grado era Maria. Perpetua-padrona in quanta nipote di monsignore.

La merenda, che poteva anche essere colazione, pranzo o cena, era destinata a quei ragazzi sempre affamati, i chierichetti cresciuti

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all'ombra della parrocchia di Ofena: anni trenta, o (jni di R.

La buona Maria tirava fuori da un cassettone un'enorme pagnotta che affettava con generosita. II companatico era d'occasione: prosciutto, salame, formaggio, fichi secchi o freschi.

Si chiamava Maria Aloisi (era nota come "Maria de ju Pievane") ed era una donna felice perche viveva in una casa stracolma di bonta. Ma poi mori lo zio Pasquale e le vicende imponderabili della vita la portarono nella casa di riposo "Domenico Carota" delle Suore della Sacra Famiglia. Qui e morta, rimpianta da tutti. Con gli occhi della fede la vediamo andare incontro alio zio, nei pascoli verdi del Paradiso, dove qualcuno di quei ragazzi I'ha preceduta.

Lassii la merenda non esiste. Esiste il bene in senso assoluto, il bene fatto o ricevuto, da don Pasquale e da Maria.

"A far del bene non si sbaglia mai" (P. Semeria).

leri come oggi. E non lo dicono solo i beneficati.

Per "Maria del Pievano" una prece e un vivo ringraziamento.

Luigi Marini

Anche Fausto Cantera, che trasmette alia Redazione del nostra bollettino la notizia, cosi scr ive:". . .del la morte di questa donna straordinaria, di Maria del Pievano don Pasquale, notissima ancora tra gli ofenesi per le sue doti di bonta e semplicita. Aveva 87 anni ed era rimasta cosi smilza e sorridente, come... sessanta anni fa, quando amministrava ed accudiva il nostro indimenticato Parroco e Padre".

Di lei, che tutti i Discepoli dell'epoca hanno conosciuto, ha sempre parlato e raccontato meraviglie il compianto don Rodolfo Atzeni, amicissimo e collaboratore nell'apostolato di Mons. Leone. Molti dei "ragazzi affamati", di cui parla Gigetto, erano discepolini, novizi e... discepoli, felicissimi sempre, se nelle commissioni loro affidate da don Tito, era anche previsto un passaggio per la casa del pievano.

"Qualunque cosa avete fatto ad uno di questi, I'avete fatto a me...Venite, ricevete in eredita il Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo". (Mt. 25,34)

Cos) per Maria del Pievano!

t t t

Siamo vicinissimi e condividiamo il dolore profondo che ha colpito il nostro Ex-alunno di

Potenza, di Amatrice e di Palermo ROCCO TAMBURIELLO, per la dipartita da questa terra per il cielo della cara mamma

ERMINIA FABRIZIO-TAMBURIELLO

Ella lo ha sempre tanto amato di indomabile e sacrif icato amore dacche, specialmente, la seconda guerra mondiale la getto in uno stato di vedovanza, che la costrinse a tirare sola il carretto della famiglia.

Per lei ammirazione e preci, per il figlio la soddisfazione... orgogliosa di tanta madre.

t t t

Anche da Milano arriva una notizia di morte, che rende piu che mai viva la cara immagine della professoressa

GERARDINA MARENGO

che il nostro Ex Vito Fiorell ini cosi simpaticamente ricorda:

Ho ricevuto ieri il suo gentile biglietto di auguri per la Signora "Gerardina Marengo ma, purtroppo, devo darLe una dolorosa notizia: la "Signora Gerardina e deceduta il giorno 8 Febbraio 1995".

Deceduta? Deceduta la mia professoressa? Non pud essere vera, le Suore Trinitarie di Roma mentono per la gola!

Infatti, a giorni, - sono certo - ricevero ancora il biglietto d'auguri che la mia professoressa da oltre 50 anni mi scrive ad ogni mio onomastico. E mi portera nuovamente la sua immagine tenera e gentile, il sorriso vagamente malinconico e disincantato, la sua voce lievemente cantilenante, avvolta in una leggera, anzi leggerissima venatura potentina, come nebbiolina di settembre, a Piazza Prefettura dal fiume Basento.

Ma com'era bugiarda! A sentirla, uno di Roma ed io di Potenza eravamo stati i suoi allievi migliori, in tanti anni d'insegnamento.

E il Dottor Valente, suo marito, presidente degli "Ex", annuiva, anche lui, sicuro come fosse stato testimone.

Cara, carissima Gerardina — cui non giunsero i miei auguri per il 30 di maggio — come potevi aver dimenticato che mi mandasti a ottobre in tre materie?

V. Fiorellini

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LA SVE6LIA NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE EX - ALUNNI

RIFLESSIONI SUL LAVORO SVOLTO E PROGRAMMI PROSSIMI

Con la chiusura dell'anno sociale il 18 giugno ci siamo nuovamente ritrovati ed abbiamo approfittato per fare delle consi-derazioni sul lavoro svolto, sulle varie attivita che abbiamo affrontato in questo anno e, poi, alia fine abbiamo anche ipotizzato nuove iniziative per il prossimo ottobre.

In questo anno sociale 94/95 sono state celebrate tutte le manifestazioni divenute ormai patrimonio della nostra Associazio-ne:

— Amatrice a novembre; — Gli auguri di Natale a Roma;

— La Commemorazione di Padre Semeria a marzo;

— La Pasqua a Roccadimezzo; — La chiusura dell'anno sociale a

Roma. Quest'anno a questi appuntamenti se

ne e aggiunto uno nuovo, ancora in prova veramente, ma gia applaudito e ricercato:

gli incontri dell'ultimo giovedi del mese.

Voglio spiegare agli Amici che ci leggo-no di cosa si tratta. Dalle richieste di alcuni

Ex-alunni di Napoli, guidati da Carleo festeggiano I'onomastico di Giovanni Lonaro.

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di noi e nata I'esigenza di approfondire le verita della nostra fede cristiana, il nostra modo di essere cristiani. II Padre Superio-re, che e maestro in queste cose, ha colto la provocazione ed ha organizzato due in-contri di formazione cristiana. Per ora si e trattato solo di un assaggio, il prossimo anno diverra realta piu precisa e, forse, gli appuntamenti da uno diverranno due..Ma questo lo vedremo ad ottobre.

Per ora tutti sono rimasti contenti e sono ansiosi di riprendere le attivita.

Nel nuovo anno sociale si vorrebbe rior-ganizzare un po' I'ASSOCIAZIONE, specie a livello periferico, rieleggendo i Dirigenti e gli Aiuti. Non dimentichiamoci che le nostra

ULTIME

DALL'OPERA

La giornata e di quelle calde e assolate. Trovo gia prima delle ore 10.00, un gruppo di Ex da-

vanti alia sede dell'Opera. Tra di essi Pietro Ambrico che rivedo e saluto, con vero piacere, dopo molto tempo. Vive a Matera ed e il factotum della Prefettura locale.

Ignazio I'organista intona: "Noi canteremo gloria a te" e via con la voce che echeggia vibrante. II sacerdote Don Anto­nio Giura segretario generale, ci esorta a ricevere "meglio" il Signore, fattosi corpo e sangue, nel mistero dell'Eucarestia. Dopo la funzione alcuni brevi accenni di Leone e De Andreis sul prossimo futuro e sulle varie iniziative dell'Associazione. Poi tutti a P. Navona, al Pantheon, a Campo dei fiori a gustar-ci una Roma davvero incantevole. E allora un buon aperitivo non guasta di certo. Vile ore 13.00 puntuali siamo a tavola e viene servito un ottimo pranzo, opera di mani esperte di Suor Candida e del personale tutto, compreso Perrone tomato gio-vanile e gioviale come non mai.

Brindisi di evviva e strette di mano, poi applausi e arrivederci a presto e via di corsa sull'Aurelia al mare di San Nicola verde e ridente come tutta la giornata appena trascor-sa.

E allora mi nasce spontanea una considerazione. Cera forse qualcosa di piu entusiasmante, di "vero" di quello che abbiamo fat to'.''.' Potevamo forse passare una giornata piu bel-la, piii valida di quella di oggi??...

Alvaro Vitale

cariche sono cariche di lavoro e di impegno e non cariche onorifiche.

Nelle realta locali dove ancora si stenta ad effettuare una attivita permanente faremo in modo di "Animare" volenterosi che si facciano carico del problema e, poi, agiscano in piena autonomia rimanendo in contatto con la realta centrale per le linee guida e per le manifesta-zioni comuni.

Ogni Gruppo deH'Associazione deve fare il suo cammino, secondo le sue capacita ed esi-genze e secondo il punto di formazione in cui e giunto.

Tutti assieme, insomma, dobbiamo diventa-re lievito per fermentare tutta I'altra massa.

Michele LEONE Presidente

Giuseppe Perrone.

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SPIZZICANDOSPIZZICANDO SPIZZICANDOSPIZZICANDO

La vita politica del nostro Paese in questi giorni sta vivendo ancora una volta momenti di tensione e manovre oscure da parte di personaggi strani e non meglio identificati.

Le vicende accadute dopo i risultati elettorali sono a dir poco fantozziane. Ci troviamo, infatti, di fronte ad una situazione politica paradossale. II GOVERNO di tecnici, cosi almeno viene definito, sta lavorando in una sua

direzione ben precisa. Le forze politiche di una certa parte avrebbero preferito che la paternita delta

Riforma pensionistica ora all'esame del Parlamento, fosse farina del suo sacco. Ma, viste le lungaggini parlamentari, in questi primi giorni di calura di luglio non si riesce a vedere bene se il tanto ambito traguardo il Dott. DINI lo riuscira a tagliare o meno.

Una febbrile trattativa, o forse meglio un mercanteggiamento alle spalle del PAE­SE, e in atto in questi giorni. Da tutte le parti, sia da sinistra sia da destra, arrivano messaggi di mediazione e vengono poste condizioni anche capestro per far approva-re dal PARLAMENTO la RIFORMA. Tanto per citarne una sola, cosi che i nostri lettori riescano a capire bene, il gruppo di Rifondazione Comunista, che ha posto 3.800 emendamenti al Disegno di Legge del Governo, e disposto a ritirarli tutti se...

II se in se stesso non ci interessa piu di tanto. Quello che lascia sconcertati e che tutto e soggetto a trattativa; anche i diritti piu

sacrosanti dei lavoratori come le pensioni e quelli ancora piu importanti dei tanti giovani in cerca di prima occupazione. Si sa che per certi versi il pensionamento dei primi lascia liberi alcuni posti di lavoro ed allora qualche fortunato potra avere final-mente il lavoro...

Ma la politica odierna oltre che ad esternare ed a gridare la parola LA VORO, di fatto fa poco o nulla per creare veramente nuovi posti e per incentivare i giovani a darsi da fare in tutta una serie di attivita che diversamente verranno fatte da altra gente.

Ritornando al discorso possiamo dire che tutti i gruppi present! in Parlamento, chi piu chi meno, sono impegnati a mercanteggiare, alia faccia dei poveri lavoratori.

E questa la giustizia sociale? Ma i nostri Parlamentari sanno ancora cosa sia la GIUSTIZIA SOCIALE? Gli episodi come quelli citati lasciano molto amaro in bocca. Ma il POPOLO a chi si deve rivolgere se i suoi PARLAMENTARI (che lo dovreb-

bero rappresentare e che dovrebbero essere il suo portavoce) non lo ascoltano piu? La domanda e veramente ardua e difficile. Questa volta saremo proprio costretti a rivolgerla ad un nostro Rappresentante. Se le cose continuano cosi, perb, sara meglio aspettare la nuova legislatura, tanto

in autunno si riandra a votare... ed i giochi ricominceranno. Speriamo di poter ricominciare incolumi e con ancora un filo di fiducia. Ma a

pensarci bene... non sara di certo facile. m.l.

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Lire 20.000 Aceto Giuseppe, Airola; Agostinelli Ida, Roma; Beccerica Lucia, Corridonia; Benetti Bice, Bolzano; Bertoldi Guido, Sirmione; Bilello Timoteo Seraf ina, Paler­mo; Biocca Virgilio, Pescara; Bochicchio Pasquale, Venosa; Bracchi Anna, Milano; Cappucci Agnese, Passo Corese; Di Carmine Antonio, Palidoro; Di Marco Mario, L'Aquila; Fornaro Nicola, Policoro; lannacchero Ugo, Gizzeria; lannacchero Vincenzo, Lamezia Terme; Longinotti Pier Giulio, Roma; Mainieri Pace Gabriella, Morena; Manglaviti Luisa, Belluno; Mariani Carla, Lentate sul Seveso; Marinacci Teresa, L'Aquila; Minervini Bruna, Limosano; Noya Michele, Palermo; PagliucaAttilio, Policoro; Pappafico Michele, Padova; ParadisoTeodoro, S. Mango sul Calore; Pensini Fernando, Treviso; Pistoia Falorni Liliana, Pisa; Prebenna Virgilio, Ariano Irpino; Provenzano Giuseppe, S. Martino delle Scale; Pugliarelli Lucia, Roma; Rigante Riccardo, Rionerojn Vulture; Scrivo Giuseppi-na, Stilo; Sperati Giuseppina, La Forma; Suore Preziosissimo Sangue, Roma; Tancorre Ida, Gioia del Colle; Torino Carmine e Luigina, Peschiera Borromeo; Vista Vincenzo, Potenza.

Lire 25.000 Fonzi Italo e Famiglia, Roma; Gentile Dina, Calascio; Lodolo D'Oria Maura, Albenga; Mariotti Maria, Reggio Calabria; Migliore Prof. Emanuele, Modica; Rinaldi Antonio, Roma; Sansanelli Nicola, Napoli.

Lire 30.000 Agostinelli Teresa, Folignano; Calcagni Emma, Roma; Faccini Carla, Santerenzo; Frasca Ada, L'Aquila; Grossi Ada, Roma; Missiato Carlo, Roma; Nana Maria, Gioia del Colle; Palumbo Teodoro, Roma; Vellutini Antonio, Vada.

segue

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Lire 35.000 Scapparone Don Lino, La Spezia.

Lire 50.000 Amici De Franceschi Maria, Roma; Bruno Elena, Castrovillari; D'Onofrio Maria, Abbateggio; De Marinis Giuseppe, Pescara; Del Campo Dott. Agatino, Scicli; Ferretti Innocente, Mozzanica; Istituto Vittorio Veneto, Castrovillari; Lasaponara Stefano, Roma; Monaco Giuseppe, Potenza; Muner Tullio, Gradisca D'lsonzo; Nicastri Rosangela, Cerrisi; Palermo Donato, Regina Margherita; Perna Alfonso, Grassano; Petricone Ratini Dora, Roma; Suore della Presentazione di Maria, Lido di Ostia.

Lire 60.000 Paziani Angelina, Roma.

Lire 80.000 Cottone Luigia, Roma.

Lire 100.000 Buratti Alberto, Pratovecchio; Di Fabio Palmerindo, Roma; Gizzi Maria, Roma; Notari Mario, Roma.

Lire 200.000 Casa di Riposo "Casa della Letizia", Bonefro.

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SEI TESTI PER CONOSCERE Lfi NOSTRA OPERA

Egisto Patuelli P. GIOVANNI SEMERIA

Rodolfo Atzeni PROFILO D'UNA GRANDE ANIMA

P. Giovanni Minozzi RICORDONDO

P. Giovanni Minozzi L'OPERA NAZIONALE PER IL MEZZOGIORNO DITALIA

D. Virginio Di Marco SUL FILO DEI RICORDI

Romeo Panzone P. GIOVANNI MINOZZI

D. Michele Celiberti "NON RIUSCIVA AD ESSER TRISTE"

Luigi Galaffu ERAVAMO IN TANTI

pp.217

pp. 137

pp. 135

pp. 198

pp. 153

pp. 153

pp. 171

pp. 148

/ volumi possono essere richiesti alia Sede Centrale dell 'Opera Nazionale per il Mezzogiorno d'Italia

Via del Pianellari, 7 - 00186 ROMA

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NELLA VERITA E

NELL'AMORE

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EVANGELIZARE pauperibus misit me-Via dei Pianellari, 7 - 00186 ROMA